innammorati dell'amore

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L’amore non è un sentimento, non è una passione. L’amore è l’unico metodo per generare l’energia che rende l’uomo felice, sano, intelligente. Innamorarsi dell’amore è innamorarsi di quel modo certo, di quel certo modo di vivere che garantisce il vero benessere e la gioia per tutti gli uomini e le creature del pianeta terra. Innamorarsi dell’amore è innamorarsi della felicità.

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VANGELO QUOTIDIANO

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Autore: Paolo SpoladoreTitolo: Innamorati dell’amoreCollana: Vangelo quotidianoPagine: 960In copertina: La croce, Cristo, è nel centro, segno di salvezza. I quattro bracci uguali richiamano i quattro venti o punti cardinali, e sono segno di universalità. Agli angoli i quattro evangelisti nei simboli dei Viventi di Apocalisse 4,6-7: Matteo l’uomo-angelo, Marco il leone, Luca il toro, Giovanni l’aquila.Vangelo: versione CEI 2008Studio e Ricerca Equipe Usiogope

Progetto grafico: Alessandro Lessi Minedivine

www.usiogope.it

© USIOGOPE SRLI edizione marzo 2013

ISBN 978-88-88523-42-2

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo volumepuò essere riprodotta, registrata o trasmessa,in qualsiasi modo o con qualsiasi mezzosenza il preventivo consenso formale dell’Editore.

Finito di stampare nel mese di marzo 2013L.E.G.O. S.p.A. - Lavis (Trento)

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Paolo Spoladore

INNAMORATI DELL’AMORE

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Introduzione

Per solcare i mari con una barca a vela non bastano la passio-ne e il desiderio. È indispensabile conoscere il mare e sapersi orientare correttamente. È indispensabile conoscere perfetta-mente le procedure della navigazione, oltre che il perfetto uti-lizzo dell’imbarcazione in tutte le sue parti. È indispensabile sapere e accettare che il mare può essere calmo o in tempesta, e quando il mare è calmo non è un mare buono, quando è tempestoso non è un mare cattivo. Sapere e accettare che ci potranno essere giorni di navigazione con il vento gagliardo sulle vele, giorni di perfetta assenza di vento, giorni con un potente e incessante vento contrario.Per vivere la vita non bastano la passione e il desiderio. È indi-spensabile conoscere la vita e sapersi orientare correttamente. È indispensabile conoscere perfettamente le procedure che av-vantaggiano la vita e quelle che avvantaggiano la morte, oltre che avere la maggior conoscenza possibile sul funzionamento della propria persona nella sua dimensione spirituale, psichica e fisica. È indispensabile sapere e accettare che la vita può esse-

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Introduzione

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re calma o in tempesta, e quando la vita è calma non è una vita bella e giusta, è vita, quando la vita è tempestosa non è una vita cattiva e ingiusta, è vita. Sapere e accettare che ci potranno essere giorni di vita con il vento della vita gagliardo sulle vele del cuore, giorni di perfetta assenza di vento, giorni con un potente e incessante vento contrario, e ringraziare, sempre. L’amore non è un sentimento. Non è una passione, non è un desiderio. L’amore è un metodo, è il metodo per essere felici. È la procedura per vivere la vita nel modo più efficace, sano, energetico, gioioso, pratico, funzionale, agevole, fruttuoso, fecondo, creativo, felice possibile. Innamorarsi dell’amore è innamorarsi di quel modo certo, di quel certo modo di vivere che garantisce il vero benessere e la gioia per tutti gli uomini, le donne e le creature del pianeta terra. Innamorarsi dell’amo-re è innamorarsi della felicità, della pace, del benessere vero per tutti e operare con tutto il cuore, l’intelligenza e le forze per conoscere e realizzare le procedure che garantiscono fe-licità, pace e benessere per tutti. Chi pensa solo al proprio benessere, non è ancora innamorato dell’amore. Chi, in modo velato o evidente, costringe gli altri a fare quello che vuole lui, non è ancora innamorato dell’amore. Chi è avido di possesso e potere, e depreda le risorse di tutti per il proprio interesse, non è ancora innamorato dell’amore. Chi vive per soddisfare le aspettative e le attese altrui, non è ancora innamorato dell’a-more. Chi pensa male di Dio e della vita, di se stesso e degli altri, non è ancora innamorato dell’amore. Innamorati dell’amore sono coloro che cadono mille volte al giorno e mille e una si rialzano con gratitudine e umiltà, coloro che non giudicano mai gli altri, che non impongono mai nulla e non si impongono, che non costringono gli altri a diventare ciò che non sono o non desiderano diventare. In-namorati dell’amore sono coloro che non trasformano le loro preferenze razionali, i loro sogni e desideri in esigenze assolute,

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Introduzione

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non hanno alcuna necessità di forzare le situazioni, né bisogno di criticare, sottomettere, obbligare e costringere gli altri. Sono coloro che sanno e sentono che in ogni istante l’amore supre-mo di Dio tutto e tutti sta amando e sostenendo con delica-tezza e grazia infinite e incalcolabili, senza pretese e preferenze. Gli innamorati di Dio non sempre sono innamorati dell’amo-re. Gli innamorati dell’amore sono sempre innamorati di Dio.

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MATTEO

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1Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2Abramo generò Isacco, Isacco generò Gia-cobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giu-da generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4Aram generò Aminadàb, Ami-nadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, 5Sal-mon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la mo-glie di Uria, 7Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia ge-nerò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Eze-chia, 10Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, 13Zorobabele ge-nerò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm gene-rò Azor, 14Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

SpiraleLa genealogia di Gesù rivela una verità meravigliosa. In Dio e nella vita che Dio ha creato non esiste il caso, nulla mai accade per caso, e se nulla mai accade per caso significa che tutto sem-pre ha un significato, un nesso, un senso, un collegamento, anche quando è invisibile agli occhi della mente umana. La genealogia di Gesù rivela un’altra verità meravigliosa. Poi-ché in Dio e nella vita che Dio ha creato non esiste il caso e nulla mai accade per caso, in quanto tutto sempre ha un si-gnificato, un nesso, un senso, un collegamento, anche quando

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è invisibile agli occhi della mente umana, questo significa che tutto sempre nella vita accade e si muove secondo una sequen-za, una sequenza precisa che obbedisce alle procedure delle leg-gi dominanti della vita che tutto regolano in tutti i multiversi creati, leggi che si incrociano con il libero arbitrio dell’uomo. Il fatto che nulla accada per caso non significa che tutto sia già e sempre preordinato e prestabilito, anzi, la sequenza di ciò che accade, pur seguendo un ordine preciso, è legata assolutamen-te anche al libero arbitrio dell’uomo e dunque determinata dalle sue scelte, dalle sue azioni e dalle risonanze che egli crea con gli altri, secondo le energie che sceglie di generare. La genealogia di Gesù rivela ancora un’altra verità meraviglio-sa. In Dio e nella vita che Dio ha creato nulla mai accade per caso, perché tutto sempre ha un significato, un collegamento e dunque tutto sempre nella vita accade e si muove secondo una sequenza, una sequenza ben precisa. È proprio questa se-quenza a permettere che tutto ciò che accade, accada sempre in modo graduale per rispetto di tutte le realtà create e per la loro armonia. Tutto sempre si muove in modo graduale, anche quello che per la mente umana accade in modo improvviso, inaspettato, incomprensibilmente fulmineo, insospettato. La genealogia di Gesù rivela ancora un’altra verità meraviglio-sa. In Dio e nella vita che Dio ha creato non esiste il caso, ogni evento ha un senso e un collegamento, tutto accade se-condo una sequenza e in modo graduale, e la sequenza degli eventi ha una forma energetica definita, precisa e particolare, è a forma di spirale, una spirale che si muove attorno al suo centro energetico, al proprio vortice di energia in espansione dal basso verso l’alto. La spirale è una linea curva che ruota attorno a un punto centrale e che si allontana progressivamen-te da tale punto. Tra le molte tipologie di spirali, quella più legata alle proporzioni matematiche è la spirale logaritmica, perché segue una crescita esponenziale stabilita dalle leggi fi-

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siche dell’universo. La spirale logaritmica è presente in ogni angolo della vita, nelle galassie, nei semi, nei fiori, nei frutti, negli animali, nella forma e nelle proporzioni delle ossa, dei tessuti, degli organi del corpo umano. La spirale logaritmica, detta anche spirale aurea, permette lo sviluppo armonico delle forme, la regolarità e l’ordine delle connessioni energetiche, la loro bellezza, e garantisce a tutti gli esseri viventi di crescere in maniera ottimale e il meno dispendiosa possibile. La spirale aurea biofisica cosmica, cui tutta la vita dei multiversi è colle-gata, può illuminare la visione alla comprensione secondo cui anche gli eventi e le energie che l’uomo muove nella vita si sviluppano tutti e sempre in sequenza a forma di spirale, che conduce in modo graduale verso l’alto. In questo modo tutto ciò che accade, anche quando sembra del tutto decentrato, in realtà è collegato al centro vitale propulsivo, altrimenti non potrebbe esistere e, anche se sembra ripetersi, in realtà non ac-cade mai allo stesso modo, nello stesso momento e allo stesso livello evolutivo. Non c’è mai nulla di uguale a qualcos’altro, e nulla, assolutamente nulla, andrà disperso e perduto. Satana, da quando si è staccato da Dio, ha cercato in tutti i modi di violentare, decentrare, corrompere, squilibrare, guastare que-sta spirale della vita, ha cercato di renderla odiosa, disarmo-nica, assurda agli occhi e al cuore degli uomini, ma anche lui non può fare a meno di rimanervi collegato, perché non può evitare di essere vivo. Satana sa che lui, come tutto ciò che Dio ha creato, non può autoeliminarsi dalla vita, nessun essere vi-vente può distruggere l’atto creativo di Dio. L’uomo dovrebbe cominciare ad aprirsi alla conoscenza secondo cui è immortale per un meraviglioso dono di Dio, ma anche al fatto che, se non volesse essere immortale, non potrebbe fare nulla per non esserlo. L’uomo su questa terra può uccidere e può uccidersi, ma non può eliminare o eliminarsi dalla vita. Dunque la genealogia di Gesù ci rivela che nulla accade per

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caso, tutto ha un senso, un nesso, tutto e sempre accade se-condo una sequenza progressiva precisa che ruota a forma di spirale attorno a un vortice di energia in espansione dal basso verso l’alto, e questo permette che tutto e sempre sia graduale, mai nulla si possa ripetere uguale, né allo stesso livello evoluti-vo, e che mai nulla vada perduto. Nella vita che Dio ha creato tutto accade in sequenza ordinata e centrata anche se si manifesta ai nostri occhi nel disordine e fuori asse. Tutto è in sequenza progressiva graduale, anche se si presenta in modo inaspettato, rovinoso, assurdo, devastante. Tutto sempre accade senza ripetersi, tutto sempre ruota a spi-rale attorno a un centro vitale che procede verso l’alto per una più alta evoluzione verso Dio, e nulla mai va perduto. La stessa vita biologica, nella sua incalcolabile complessità, è organizzata, costituita, orchestrata, ordinata da una sequenza a spirale che l’uomo chiama DNA. Anche quando, con la sua mentalità, l’uomo non riesce a capire nulla di ciò che accade, tutto è sempre in sequenza ordinata, precisa e graduale. Come non c’è un DNA spazzatura – in tal modo la scienza accade-mica ufficiale definisce la stragrande maggioranza del DNA che non riesce a decifrare e che ritiene incoerente, inutile e inerte –, così non ci sono eventi spazzatura, anche quando sono eventi insignificanti, senza un senso, assurdi, o generati da risonanze e collegamenti malvagi ed estranei a Dio. Non ci sono eventi, uomini, donne, tempi, materia, circostanze, vicende, energia spazzatura, ma solo realtà che la mente senza conoscenza non riesce a collegare. Il racconto della genealogia di Gesù afferma che il Signore della vita che tutto sana e salva, quando ha deciso di fare visita all’umanità, ha scelto di farlo incarnandosi nella spirale a se-quenza del DNA di coloro che desiderava sanare e salvare, per entrare nell’umanità in modo ordinato, armonioso, secondo una sequenza precisa, centrato nella volontà di Dio.

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Maria, la grande madre, è il punto di contatto tra il supremo e l’umano, il ponte che collega la spirale della storia umana con la spirale della vita divina. Nel progetto di Dio il sì di Maria fa parte di questa sequenza, è il segno che tutto è nelle mani di Dio e allo stesso tempo tutto è anche nelle mani delle scel-te dell’uomo. Il sì di Maria ha generato più evoluzione nella vita umana che milioni di anni di storia umana. Chi poteva entrare in questo modo nella vita della terra e dell’uomo, se non Dio, il Figlio di Dio? Tutto nella vita di Gesù è accaduto in modo sequenziale, connesso, centrato, graduale, evolutivo, perché è in questo modo che Gesù desidera ricondurre l’u-manità a Dio. La sequenza a spirale del nostro DNA, in cui Gesù è entrato per entrare nella vita terrena, e alla quale è così rigorosamente legato il tutto della nostra vita, è in piccolo l’immagine della sequenza a spirale energetica dalle proporzio-ni inimmaginabili che, nei giorni della creazione, è uscita dalla bocca di Dio, la Parola, il Logos di Dio, da cui tutto ha avuto origine. La Parola di Dio, la davàr ebraica – vocabolo che tra-duce in una parola la totalità dell’atto-vibrazione creativa di Dio –, esce dalla bocca di Dio come una sequenza energetica a forma di spirale. L’energia che usciva da Gesù, energia che tutto guariva e sanava, usciva come una sequenza energetica a forma di spirale. Allo stesso modo la potenza dello Spirito Paraclito si avventa sui figli di Dio per permearli dei suoi doni. Per quanto la vita ci possa sembrare assurda, ingiusta, strana, arbitraria, indebita, immotivata, scorretta, incoerente, bizzarra, inconcepibile, contraddittoria, delirante, inammissibile, insen-sata, allucinante, illogica, paradossale, ingiustificata, grottesca, disordinata, irragionevole, discordante, capricciosa, comunque la vita è sempre, sempre, sempre giusta. Il centro della spirale della vita dell’umanità, il suo vortice di energia in espansione dal basso verso l’alto dovrebbe essere in tutto e sempre Immanuel, Dio con noi.

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17In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

GenerazioniLe generazioni umane si ripetono nella storia come un ciclo infinito e disegnano nel tempo una spirale, come una linea curva che si avvolge attorno a un punto fisso. L’umanità è una formazione, una struttura che presenta progressivamente una serie di giri concentrici, le generazioni appunto, che, come una scala a chiocciola, procedono lentamente, procedono len-tamente verso l’alto. Che la storia dell’umanità sia un’infini-ta ma regolare e calcolata spirale di generazioni incamminata verso il cielo è sottolineato con precisione dal testo evangelico, che mostra chiaramente come le generazioni, che hanno pre-ceduto la nascita di Gesù, il Cristo, il Messia, siano in numero esatto di quattordici per tre cicli. La storia dell’uomo non si snoda a caso, non procede in modo aritmico e confuso, per quanto tutto ci possa sembrare caotico e slegato, ma giro dopo giro, cerchio dopo cerchio, procede verso la sua evoluzione, un’evoluzione spirituale e intellettuale inevitabile, ma che l’uomo può ritardare e complicare con la propria stupidità e arroganza. Gesù non nasce in un momento casuale della sto-ria, ma pianta la sua tenda tra noi esattamente alla chiusura di un ciclo storico, di una spirale di generazioni ben precisa e calcolata. Gesù, il Figlio di Dio, nasce, uomo tra gli uomini, alla chiusura di un ciclo storico, perché il suo divino desiderio è aprirne un altro straordinario e bellissimo e, così, condurre l’umanità verso l’alto, verso l’amore e la sapienza di Dio Padre. Ma le cose sono andate diversamente. L’umanità, pur essen-do alla chiusura di un ciclo, in un’occasione pazientemente e amorosamente predisposta da Dio per evolversi, non ha gradi-

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to l’opportunità offerta da Gesù. Si è lasciata trovare imprepa-rata, violenta, fuori tempo, superba, profondamente corrotta, ignorante, fuori asse, fuori ciclo evolutivo. Gesù ha comunque aperto, per chi crede in lui e nella sua Parola, la spirale di una nuova generazione, ha avvolto l’umanità in un nuovo giro di luce e di pace, perché, per quanto l’umanità cammini a ritroso e in rivolta contro Dio, sta comunque camminando su una trasparente scala a spirale, che, un gradino dopo l’altro, non può che andare verso l’alto.

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essen-do promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiar-la in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine con-cepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; 25senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Mettere in pericoloChi ama non può, in nome dell’amore, mettere in pericolo la vita. Chi cerca la verità non può, in nome della verità, mettere

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in pericolo la vita. Chi cerca la giustizia non può, in nome della giustizia, mettere in pericolo la vita. È Satana che mette in pericolo la vita e l’umanità, non Dio. Giuseppe, nome che può derivare dall’ebraico Yosèf, “accresciu-to da Dio”, dal verbo Yasàf, “aggiungere”, oppure da Yasàppu, “Dio costruisce”, da cui la forma ebraica più moderna Yosàbu, “colui che inonda, irriga, dà abbondanza”, viene presentato dal testo evangelico come uomo giusto. L’uomo giusto, il dìka-ios, “colui che è senza pregiudizi o parzialità”, è colui che è in accordo perfetto tra ciò che è e ciò che fa, meglio ancora è colui che aderisce a Dio, alla sua volontà, al contrario dell’uo-mo malvagio, che è colui che aderisce alla volontà di Satana. L’uomo giusto è colui che vede con gli occhi di Dio ed è in intimità profonda con lui. Giuseppe è un uomo giusto perché, pur stordito da una situazione senza via di fuga e oppresso da domande senza risposte – enthymèomai è il verbo usato nel te-sto greco per descrivere questa situazione interiore di rimugi-nare vorticoso, adirato, animoso –, non vuole mettere in peri-colo di vita Maria, indipendentemente dalla colpa di cui ella si possa essere macchiata. Mettere in pericolo la vita altrui, anche se fatto in nome dell’amore, non è mai amore, anche se fatto in nome della verità, non è mai per la verità, anche se fatto in nome della giustizia, non è mai per la giustizia, è malvagità, pura e semplice malvagità, è aderire al cuore marcio di Satana. Giuseppe non vuole accusarla pubblicamente, letteralmente è scritto fare pubblico spettacolo, perché fare pubblico spettacolo delle ombre della vita di una persona mette sempre e inevita-bilmente in pericolo la vita della persona ed è sempre un atto malvagio. Satana e i suoi demòni non vedono l’ora di spingere Giuseppe a fare pubblico spettacolo della situazione di Maria, perché loro sanno che questo innescherebbe un meccanismo perverso e distruttivo capace di macellare la vita di Maria in ogni sua dimensione esistenziale, rendendo improbabile la na-

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scita stessa di Gesù. Se si fosse saputo di Maria pubblicamente, Maria sarebbe stata uccisa per lapidazione, e così onorando la legge si sarebbe ucciso anche Gesù. Satana, più di chiunque altro nell’universo, sa cosa e quanto può distruggere e devastare dell’uomo e dell’umanità attraver-so l’utilizzo di questo sistema del fare pubblico spettacolo. Fare pubblico spettacolo della vita di una persona è un lavoro che prima di tutto deve distruggere agli occhi della gente l’imma-gine della persona in questione, fino a condurre la gente al disamore e al disprezzo per quella persona; questo permette ai mezzi di comunicazione di entrare con la prepotenza e la vio-lenza della diffamazione nella vita di un uomo mantenendo da parte loro una facciata di ineccepibile professionalità a servizio della comunità. Se Giuseppe avesse fatto pubblico spettacolo di Maria, Maria e Gesù nel suo grembo sarebbero stati fatti a pezzi dalla gente in nome della legge, della santità, della purez-za, della virtù, dell’onore, della religione, di Dio. Giuseppe è un uomo giusto che aderisce a Dio, al desiderio di Dio, non è un uomo malvagio che aderisce a Satana, e, pur nella difficoltà e nella confusione del momento, si vieta per scelta di amore e onore di mettere in pericolo la vita di Maria. È questa scel-ta definitiva dell’uomo giusto che, pur nella difficoltà e nella confusione, continua ad aderire a Dio, a fidarsi di lui, e a lui lasciar fare per non diventare malvagio e distruttivo, è questa scelta che muove le energie cosmiche divine in modo tale che la vita possa trovare, a suo tempo, le soluzioni più adatte ed efficaci per ogni problema e difficoltà. Diversamente, chi decide di non aderire a Dio e sceglie come risoluzione dei problemi le opzioni che fanno pubblico spetta-colo delle situazioni esistenziali dei propri simili, mettendo in pericolo le loro vite, e tutto quello a cui le loro vite sono colle-gate, sceglie di aderire a Satana, di essere distruttivo e malvagio come lui ma, quel che è veramente tragico, sceglie che la sua

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vita e tutto quello che è collegato alla sua vita non sia più, mai più difeso da Dio, anzi, sia voracemente addentato dalle fauci di Satana. L’uomo giusto aderisce a Dio, e a Dio lascia fare, non solo per fede e amore ma anche per saggezza e intelligenza, perché con la propria scelta di non mettere in pericolo la vita altrui, facendone pubblico spettacolo, sceglie di essere sempre e co-stantemente difeso e protetto da Dio stesso.

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Geru-salemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella in oriente e siamo venuti ad adorarlo».

Chi parte? I Magi non hanno aspettato. Non hanno aspettato che partisse qualcuno al loro posto. Sono partiti dall’oriente per andare in-contro a Gesù, sicuri per quello che sentivano nel cuore e con-fermati da quello che leggevano nelle stelle: questo li avrebbe condotti al tesoro dell’umanità. I sacerdoti del tempio ebraico e i dottori della legge ebraica, profondi conoscitori delle profezie bibliche, non si sono mossi di un millimetro, non di un passo, non sono partiti. Nessuno della gerarchia del tempio, all’annuncio entusiasta dei Magi, è partito incontro a Gesù, nemmeno per curiosità, e quando qualcuno si è interessato alla faccenda, ironia degli eventi, l’ha fatto su spinta di Erode, il despota violento, il nemico crudele, l’ateo senza cuore che sottometteva e schiavizzava il popolo. C’è chi parte alla ricerca del tesoro e c’è chi non parte mai. Chi parte non è sempre sicuro, non è perfetto, santo, adegua-to, non è il migliore, ma intanto parte, si incammina, rischia,

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prova, cerca e non aspetta, non aspetta che qualcuno lo faccia al suo posto. Chi non parte vuole essere certo che la ricerca del tesoro non metta a rischio la sua sicurezza, la sua reputazione, non sposti i suoi equilibri, non offuschi le sue sicurezze, non indebolisca le sue convinzioni, non destabilizzi il controllo della situazione. Chi parte è fondamentalmente umile, ama il tesoro, si mette a servizio del tesoro e, ancora prima di sco-prirlo, è pronto a rischiare tutto per quello che ritiene il suo tesoro. Chi non parte è fondamentalmente arrogante, e non ama il tesoro, ama solo il proprio vantaggio e interesse, non è mai pronto a rischiare nulla e aspetta che parta qualcun altro al suo posto, per poi eventualmente sfruttare abilmente la si-tuazione, se dovesse assicurare dei vantaggi. Chi parte cerca il tesoro dell’umanità, chi non parte cerca solo i propri interessi. I Magi sono partiti verso Gesù ascoltando l’anelito di salvez-za e di liberazione che infuocava il loro cuore e leggendo il viaggiare delle stelle e dei pianeti, e non hanno aspettato che qualcuno lo facesse al loro posto. I sacerdoti del tempio, i dottori della legge, i dirigenti del popolo ebraico al tempo di Gesù, pur avendo la Parola rivelata tra le mani, non hanno fatto un passo incontro a lui, non sono mai partiti per incon-trare il tesoro Gesù. La gerarchia religiosa non si è mossa di un millimetro verso Gesù, e quando si è mossa è stato solo per guardare con sguardo indagatore, per ridicolizzare, giudicare, calunniare, per condannare, torturare e uccidere colui che sta-va minando dall’interno il loro impero, la loro sicurezza, am-bizione e reputazione. Di fronte all’invito di Gesù o parti verso il tesoro o non parti, per difendere i tuoi interessi. Se parti, non aspettare che qualcuno lo faccia con te. Se non parti, non aspettare che qualcuno lo faccia al tuo posto.