innovazione nella coltura del ciliegio a verona asta

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1 0 500 1000 1500 2000 2500 1963-65 1978-80 1993-95 2002-07 Grafico 1 - Andamento delle produzioni di ciliegie in Italia (.000q; dati Istat) Altre Puglia Veneto E.Romagna Campania 0 500 1000 1500 2000 2500 1963-65 1978-80 1993-95 2002-07 Grafico 1 - Andamento delle produzioni di ciliegie in Italia (.000q; dati Istat) Altre Puglia Veneto E.Romagna Campania 0 500 1000 1500 2000 2500 1963-65 1978-80 1993-95 2002-07 0 500 1000 1500 2000 2500 1963-65 1978-80 1993-95 2002-07 Grafico 1 - Andamento delle produzioni di ciliegie in Italia (.000q; dati Istat) Altre Altre Puglia Puglia Veneto E.Romagna E.Romagna Campania Campania Grafico 2 - Superficie coltivata a ciliegio in Italia nel 2007 (dati ISTAT) 0 5000 10000 15000 20000 emilia romagna campania veneto puglia altre 0 50 100 150 200 250 300 350 ha totali ha in allevamento Grafico 2 - Superficie coltivata a ciliegio in Italia nel 2007 (dati ISTAT) 0 5000 10000 15000 20000 emilia romagna campania veneto puglia altre 0 50 100 150 200 250 300 350 ha totali ha totali ha in allevamento ha in allevamento Innovazione nella coltura del ciliegio a Verona Gino Bassi Istituto Sperimentale di Frutticoltura - Provincia di Verona Introduzione La ciliegia è uno dei pochi frutti di stagione rimasti, non soffre di surplus di offerta, eccetto durante temporanee eccedenze produttive locali, presenta limitata concorrenza tra aree di produzione e scarsi rischi causati dalla globalizzazione data la sua limitata serbevolezza. Nonostante questi pregi e la possibilità di coltivazione ad ogni latitudine e ad oltre 1000 metri di altitudine, grazie al corto ciclo stagionale, si registra un calo nella produzione nazionale di ciliegie e uno spostamento della coltura al sud del Paese, dato che il 50% delle coltivazioni sono nella sola Puglia in provincia di Bari (grafico 1); da qualche tempo si deve addirittura ricorrere sempre più all'importazione da Paesi esteri in particolare dalla Turchia (Sansavini, 2008). La Provincia di Verona, con il 70% della produzione Veneta e il 10% di quella nazionale, rimane ancora un'importante zona cerasicola, ma assieme al Veneto presenta il minor tasso di rinnovo degli impianti (grafico 2) con il conseguente invecchiamento degli esistenti ormai “confinati” nella fascia collinare tra i 4-500 e i 700 metri. I motivi dello stato di degrado o di abbandono di molti ceraseti sono diversi: la preferenza della vite fin dove è possibile la sua coltivazione in altitudine (fig. 1), l'abbandono della coltura sopra i 7-800 metri (fig. 2) a favore della zootecnia, l’elevata età media degli addetti che hanno scarso Fig 1 – La vite ha soppiantato il ciliegio fino a 4-500 m Fig 2 – Sopra i 7-800 m molti ciliegi sono abbandonati

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    Grafico 1 - Andamento delle produzioni di ciliegie in Italia (.000q; dati Istat)

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    Grafico 1 - Andamento delle produzioni di ciliegie in Italia (.000q; dati Istat)

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    Grafico 2 - Superficie coltivata a ciliegio in Italia nel 2007 (dati ISTAT)

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    campania veneto puglia altre050100150200250300350

    ha totaliha totali ha in allevamentoha in allevamento

    Innovazione nella coltura del ciliegio a Verona

    Gino Bassi Istituto Sperimentale di Frutticoltura - Provincia di Verona Introduzione

    La ciliegia uno dei pochi frutti di stagione rimasti, non soffre di surplus di offerta, eccetto durante temporanee eccedenze produttive locali, presenta limitata concorrenza tra aree di produzione e scarsi rischi causati dalla globalizzazione data la sua limitata serbevolezza. Nonostante questi pregi e la possibilit di coltivazione ad ogni latitudine e ad oltre 1000 metri di altitudine, grazie al corto ciclo stagionale, si registra un calo nella produzione nazionale di ciliegie e uno spostamento della coltura al sud del Paese, dato che il 50% delle coltivazioni sono nella sola Puglia in provincia di Bari (grafico 1); da qualche tempo si deve addirittura ricorrere sempre pi all'importazione da Paesi esteri in particolare dalla Turchia (Sansavini, 2008).

    La Provincia di Verona, con il 70% della produzione Veneta e il 10% di quella nazionale, rimane ancora un'importante zona cerasicola, ma assieme al Veneto presenta il minor tasso di rinnovo degli impianti (grafico 2) con il conseguente invecchiamento degli esistenti ormai confinati nella fascia collinare tra i 4-500 e i 700 metri.

    I motivi dello stato di degrado o di abbandono di molti ceraseti sono diversi: la preferenza della vite fin dove possibile la sua coltivazione in altitudine (fig. 1), l'abbandono della coltura sopra i 7-800 metri (fig. 2) a favore della zootecnia, lelevata et media degli addetti che hanno scarso

    Fig 1 La vite ha soppiantato il ciliegio fino a 4-500 m Fig 2 Sopra i 7-800 m molti ciliegi sono abbandonati

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    Fig 3 Valsugana: impianto fitto (1000 piante /ha) con la cv Kordia su portinnesto Gisela 5, sotto telo anti-pioggia

    interesse a rinnovare gli impianti, la scarsit di acqua nella collina veronese, eventi climatici avversi (siccit, forti temporali, grandine) che hanno compromesso i raccolti degli ultimi anni e minato la fiducia degli agricoltori.

    La situazione ulteriormente aggravata anche da luoghi comuni che considerano marginale la coltura del ciliegio, da effettuare negli appezzamenti peggiori con investimenti e cure colturali minimi e occasionali (potatura, trattamenti, irrigazioni) (Bassi, 2008). Questo determina un prodotto che non sempre spunta prezzi remunerativi e spesso sono inferiori a quelli ottenuti in altre zone del nord Italia. Talvolta non addirittura conveniente raccoglierlo. In questo contesto vi il rischio reale

    che la tradizionale cerasicoltura della collina veronese possa contrarsi fino a scomparire come accaduto ad altre colture frutticole (melo e pero) ed al castagno di cui si ammirano le piante secolari in stato di abbandono.

    La coltura del ciliegio invece avrebbe tutte le possibilit per affermarsi, come peraltro sta avvenendo in alcune zone irrigue della pianura veronese, in considerazione delle recenti innovazioni tecnologiche (variet, portinnesti, forme di allevamento, sistemi d'impianto), che l'hanno collocata tra le colture frutticole da grande reddito (Sansavini, l.c.) e della possibilit di realizzare produzioni di montagna destagionalizzate limitate nelle

    superfici ma molto rimunerative. Ne buon esempio il vicino Trentino che punta alla qualit, all'omogeneit e alla pezzatura con l'uso delle sole variet Kordia e Regina, coltivate fino ad oltre 1000 metri di altitudine per ottenere produzioni molto tardive (fig. 3). Queste sono valorizzate con un'attenta selezione, in genere eseguita direttamente in campo e con adeguato packaging in funzione delle volubili richieste del mercato (Agnolin e Franchini, 2008).

    Attualmente il consumatore valorizza la freschezza del prodotto ed disposto a spendere per ciliegie di grosso calibro. La stessa Mora di Verona, insuperabile per consistenza e sapore, deve essere anche di elevata pezzatura per spuntare prezzi remunerativi. I calibri superiori a 24 mm, o oltre i 26 e 28 mm, sono richiesti e ben pagati dal mercato e ancor pi se si ottengono in periodi precoci o tardivi dove vi scarsa concentrazione dofferta.

    Se si considerano nella tabella i prezzi medi liquidati al produttore dal 2003 al 2008 riferiti alla Mora di Verona, si pu constatare che riescono a mala pena a coprire i costi di produzione, stimati mediamente intorno ai 2 Euro al kg; nel 2005 e 2006 hanno ripagato i soli costi di raccolta, considerando il costo medio orario lordo della manodopera di circa 12 Euro e 10 i kg raccolti in un'ora da un buon raccoglitore negli impianti tradizionali veronesi allevati a vaso.

    In queste situazioni possono resistere le sole aziende a conduzione diretta che si avvalgono di manodopera familiare (pensionati, studenti e lavoratori part-time) e dove i ricavi derivati dal

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    Grafico 3 - Vigoria indotta dai portinnesti calcolata come area della sezione del tronco (indice Mazzard F12/1=100)

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    6,1 9,0 8,0 5,2 8,6 8,98,4 9,1 9,1 8,7

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    6,8 6,9 7,4 8,3 6,9 6,5 7,8 6,9 7,0 7,4

    6,1 9,0 8,0 5,2 8,6 8,98,4 9,1 9,1 8,7

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    ciliegio costituiscono solo un' integrazione del reddito; in questa tipologia di aziende il rinnovo degli impianti raro e cos pure le pratiche colturali sono minime.

    Nella stessa tabella sono pure riportati i prezzi massimi raggiunti da alcune partite di Mora di Verona: in tutti gli anni si sono attestati al doppio del prezzo medio. Anche nei mercati veronesi vi quindi la possibilit di spuntare prezzi molto remunerativi a condizione che si producano partite di ciliegie di ottima qualit, di grosso calibro e magari destagionalizzate.

    Peraltro possibile aumentare la redditivit della coltura anche con la riduzione dei costi che si ottiene con la realizzazione di frutteti pedonabili. In questi frutteti facile aumentare le produzioni per ettaro ed ottenere pure prodotti di pregio riuscendo cos contemporaneamente a massimizzare i profitti riducendo i costi e aumentando i ricavi.

    Impianti specializzati pedonabili con l'impiego dei nuovi portinnesti Sono numerosi gli esempi di impianti specializzati in Europa che adottano soluzioni che

    mirano a migliorare la qualit e la pezzatura dei frutti, ad aumentare la produttivit per unit di

    superficie, a garantire la produzione tutti gli anni con adeguata impiantistica e soprattutto ad abbattere i costi di raccolta con la costituzione di ceraseti dove si svolgano la maggior parte delle operazioni da terra o con semplici ausili.

    L'ammodernamento degli impianti pedonabili stato possibile con lintroduzione di nuovi portinnesti nanizzanti e seminanizzanti e con l'ausilio dell'irrigazione che risulta indispensabile (Bassi, 2005; Quartieri et al., 2008). Da una sperimentazione iniziata nel 1996 dall'Istituto Sperimentale di Frutticoltura nell'ambito di una prova collegiale con il Gruppo Frutticoltura della Comunit Alpe Adria stato verificato il

    R es e e pi an te pe r e tta ro sti ma te ris p e tto a l v o l um e d el l a c h io m a ( Ma zza rd F1 2/ 1 = 10 0)

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    Grafico 4 - Produzione e numero di piante per ettaro stimate

    rispetto al volume della chioma (Mazzard F12/1 = 100)

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    rispetto al volume della chioma (Mazzard F12/1 = 100)

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    comportamento di questi nuovi portinnesti nell'ambiente veronese. I risultati ottenuti, di seguito sintetizzati, sono stati davvero incoraggianti (grafici 3, 4 e 5) (Bassi, l.c) :

    riduzione della taglia dell'albero; pi rapida entrata in produzione; occasionale riduzione della pezzatura dei frutti; diminuzione della produzione per pianta aumento sensibile della produzione per ettaro per il maggior investimento di piante; consistente riduzione dei costi di potatura e soprattutto di raccolta; difesa fitosanitaria pi efficace e meno costosa e fenomeno del craking sui frutti ridotto.

    Limpiego dei portinnesti nanizzanti e seminanizzanti necessita: della presenza di irrigazione: lacqua risulta indispensabile per tutto il periodo di vita del

    ceraseto ed anche dopo la raccolta delle ciliegie; di una struttura di sostegno delle piante con pali e fili; di impiegare adeguate forme di allevamento quali fuso, fusetto e Y;

    Fig 2 Albaro (VR): impianto fitto (1666 piante /ha) alla seconda foglia su Gisela 5 realizzato impiegando piante con rami anticipati preformati in vivaio

    Fig 5: Castegnero (VI): medesimo impianto con la copertura antipioggia danneggiata da una tromba daria

    Fig. 4: Castegnero (VI): impianto fitto su Gisela 5 e 6 con numerose cv sotto rete antigrandine e telo antipioggia

    Fig 3 Villafranca (VR) localit Le Ch: impianto fitto (1000 piante /ha) su Gisela 5 alla quinta foglia in fioritura.

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    della individuazione della migliore combinazione tra portinnesto e variet in funzione delle caratteristiche ambientali e della tipologia di impianto che si intende realizzare;

    della realizzazione di una tecnica di coltivazione accurata e costante alla stregua di un impianto specializzato di pesco o di melo.

    I primi frutteti commerciali pedonabili nel veronese si sono realizzati in zone di pianura irrigue (fig 2 e 3). Sono ceraseti dotati di impianti di irrigazione a goccia o a microjet sottochioma, di impianti antibrina contro le gelate primaverili, di reti antigrandine, che in taluni casi chiudono completamente il frutteto per evitare i danni causati dagli uccelli. Tutte impiantistiche che favoriscono l'ottenimento di produzioni costanti ed eccellenti tutti gli anni e che stanno fornendo ottime risposte economiche e indicazioni positive sulla possibilit di introdurre il ciliegio come reale alternativa da reddito a specie pi tradizionali quali il melo o il pesco.

    Questa tipologia di impianti potrebbe essere realizzata anche nella tipica area cerasicola collinare veronese a condizione che vi sia l'acqua per l'irrigazione.

    Un discorso a parte meritano le coperture antipioggia (fig. 4 e 5): hanno mostrato indiscutibile efficacia contro il fenomeno delle spaccature dei frutti causate dalle piogge, oltre a permettere una raccolta pi dilazionata nel tempo che favorisce l'incremento della pezzatura dei frutti e una miglior strategia nella commercializzazione. Per contro il costo della struttura molto elevato

    ed dubbio l'ammortamento, almeno agli attuali prezzi che spuntano le ciliegie veronesi, ma soprattutto sono soggetti a fenomeni atmosferici di particolare intensit, trombe d'aria in primis, sempre pi frequenti, che in pi occasioni hanno danneggiato irreparabilmente i teli.

    Attualmente i portinnesti maggiormente impiegati sono della serie dei Gisela ed in particolare nel veronese il Gisela 6 (fig 6) quello che ha mostrato le risposte pi equilibrate, migliori in termini di vigore, produttivit, di affinit con le cultivar, di adattamento ai diversi terreni.

    Il Gisela 5, ampiamente usato nel nord Europa e in Trentino si dimostrato nei primi impianti costituiti nellambiente veronese un

    portinnesto troppo debole soprattutto con variet autofertili (Lapins, Sweet Hearth, Lala Star) o molto produttive (Giorgia in qualche annata Ferrovia); ha mostrato una riduzione eccessiva dellaccrescimento vegetativo con scarso rinnovo

    della vegetazione e precoce invecchiamento delle piante. Tale situazione ha influito negativamente anche sulla pezzatura dei frutti a causa delleccessiva carica produttiva.

    Il Gisela 5 potrebbe essere impiegato in impianti superfitti, con oltre 4000 piante ad ettaro che per sono tipologie di ceraseti ancora sperimentali che non ci si sente di consigliare. Di questi

    Fig 6 - Affi (VR): recente impianto fitto, allevato a fusetto su Gisela 6 con numerose variet sotto rete antigrandine

    Fig 7: Recente impianto fitto allevato a Y, su diversi portinnesti (Gisela 5 e 6, Weiroot 158, Phl-c) dove per la protezione delle piante si usa un tunnel posto nellinterfilare. E prevista anche la possibilit di disporre una copertura antipioggia.

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    ceraseti vi sono alcuni interessanti esempi nel ferrarese, ma sono ancora ai primi anni e i problemi in genere insorgono successivamente; necessario attendere prima di togliere le giuste riserve tra le quali la durata degli impianti e il ritorno economico considerato il notevolissimo costo dimpianto.

    Gli altri portinnesti (Weiroot 72 e 158, Piku 1, serie dei Phl), pur mostrando buone performance sono al momento difficili da reperire sul mercato vivaistico e quindi anche le esperienze ad di fuori delle sperimentazioni sono minime.

    I sesti dimpianto possono variare dai 3,8-4 m tra le fila e i 1,5-2,5 m sulla fila a seconda della vigoria della variet innestata e della fertilit del terreno con una densit di impianto tra le 1000 e le 1800 piante per ha. La forma di allevamento pi diffusa il fusetto, ma si sta seguendo con molto interesse un impianto allevato ad Y in un'azienda nella bassa pianura legnaghese (Fig 7). Il ceraseto stato realizzato con l'idea di coprirlo con reti antigrandine ed eventualmente teli antipioggia con una struttura a tunnel simile a quella adottata negli impianti di fragole fuori suolo presenti nel veronese: tale struttura risulta sicuramente meno vulnerabile da eventi climatici e meno costosa.

    Un'ultima considerazione: un ceraseto pedonale necessita di cure colturali costanti; in particolare necessario nei primi due anni dimpianto costruire lo scheletro delle piante fornendo costantemente acqua e nutrimenti alle giovani piantine che devono essere seguite nel loro sviluppo per realizzare rapidamente la forma di allevamento desiderata. A partire dal terzo anno inizia la fase produttiva che deve essere regolata con la potatura da eseguirsi tutti gli anni alla fine dellinverno e con leventuale diradamento dei mazzetti fiorali in caso di eccessiva allegazione (fig 8). (Bassi, 2003).

    Innovazioni possibili nei ceraseti tradizionali della collina veronese Come si gi accennato una delle modalit per valorizzare le produzioni si ottiene con la

    destagionalizzazione. Le produzioni ottenute a 1000 metri come realizzato in Trentino e Alto Adige maturanoa fiine luglio e in agosto e spuntano prezzi impensati. Non si capisce quindi il motivo per cui i cerasicoltori veronesi abbiano abbandonato le coltivazioni ad alta quota (la presenza di numerosi esemplari di ciliegio sono testimoni di coltivazioni in passato) e il fatto che i mercati alla produzione abbiano la consuetudine di chiudere tra il 15 e il 20 di luglio, proprio quando i prezzi cominciano ad crescere.

    La mancanza di acqua di irrigazione, ancorch di soccorso, un grave handicap per la produzione di ciliegie nelle colline veronesi, poich i ceraseti sono in balia delle condizioni climatiche soprattutto nel mese prima della raccolta. Se non piove la pezzatura rimane piccola con tutte le conseguenze che ci comporta, se piove in prossimit della raccolta c' elevato rischio di cracking soprattutto se la pioggia segue un lungo periodo di siccit. Ci comporta una perdita di qualit e di quantit di prodotto e un aggravio dei costi per la cernita e la selezione per eliminare frutti danneggiati e spaccati che non vengono scartati durante la raccolta.

    Un miglioramento della qualit delle produzioni pu essere comunque ottenuto anche in questa tipologia di frutteti tradizionali (a patto che le cure colturali non si limitino alle sole

    Fig 8: impianto fitto adulto di Kordia prima della raccolta con unabbondante produzione

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    concimazioni (che sembrano la soluzione per tutti i problemi), ma prevedano un accurato allevamento della pianta nei primi anni, la potatura estiva ed invernale, i trattamenti per il controllo fitosanitario (fig. 9 e 10).

    In questa tipologia di impianti l'investimento non pu superare le 500 piante per ettaro, con sesti di 4,5-5,5 x 4,5-5,5 m e forme di allevamento in volume, in genere vasi bassi a 3-4 branche costituiti con l'obiettivo di tenere contenuta la taglia degli alberi. I portinnesti da adottare in mancanza di irrigazione inducono elevato vigore e sono:

    - il Franco nei terreni freschi, profondi, fertili, ben drenati - il Magaleppo (con la selezione SL 64) in terreni calcarei, siccitosi, ricchi di scheletro; - il Colt nei ristoppi e in terreni pesanti anche se ben drenati - il Maxma Delbard 14 e 60 in zone collinari con terreni ben drenati anche un pocalcarei.

    Fondamentale risulta la scelta delle variet che devono essere rapide nella messa a frutto, produttive, magari autofertili, proprio per contrastare l'elevata vigoria indotta dai portinnesti. Inoltre sono preferibili le variet che hanno frutti di elevata pezzatura, cos da raggiungere calibri accettabili anche in caso di siccit in pre-raccolta. Non esiste la variet perfetta (produttiva, ottima pezzatura e sapore, consistenza e resistenza al cracking) ma evidente che l'impiego della Mora di Verona (lenta nella messa a frutto, di produttivit contenuta e calibro del frutto medio) in completo contrasto con quanto fin qui esposto, mentre autofertili come Grace Star, Black Star, Lapins, Sweet Hearth, Summer Charm o autosterili, ma molto produttive quali Giorgia, Ferrovia o le recenti Kordia, e Regina hanno probabilit di fornire risultati migliori.

    Innovazione varietale La piattaforma varietale veronese di cui si fa una sintesi nel prospetto seguente costituita da

    ottime cultivar che, come si gi ribadito, spesso non raggiungono pezzature adeguate per mancanza di cure colturali e/o siccit nel mese prima della raccolta. L'introduzione di novit varietali non deve quindi stravolgere l'esistente, ma apportare un reale miglioramento dell'offerta in termini qualitativi o un ampliamento del calendario di raccolta (Bassi, 2008; Godini et al., 2008).

    E' difficile individuare novit varietali di assoluto valore tra le precocissime; in genere sono sensibili alle spaccature da pioggia, scalari nella maturazione, di sapore e consistenza mediocri. E' meglio quindi non puntare su una sola cultivar ma diversificare: al momento le migliori sono Rita*, Early Bigi-Bigi Sol* e Early Lory (quest'ultime due molto simili tra loro) e Sweet Early - Panaro 1* che anticipano rispettivamente di 7, 5 e 2 giorni Burlat. Early Star -Panaro 2* invece posticipa di 4 giorni Burlat, ma per il suo elevato vigore e lenta messa a frutto consigliata solo su portinnesti deboli che necessitano dellirrigazione.

    Fig 9 - S. Anna dAlfaedo (VR): impianto tradizionale a poco meno di 1000 m.s.l. al 4 anno su Max Ma 60

    Fig 10 - S. Giovanni Ilarione (VR): impianto tradizionale allevato a vaso dotato di irrigazione a goccia.

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    VarietVariet pipi coltivate nel veronesecoltivate nel veronese

    0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 ...

    BURLAT E MOREAUBURLAT E MOREAU

    GIORGIA e ADRIANAGIORGIA e ADRIANAVANVAN

    LAPINSLAPINS

    FERROVIAFERROVIA

    SWEET HEARTSWEET HEART

    Giorni di differenza da Burlat (20-25 maggio a Verona)

    MORA DI VERONAMORA DI VERONA

    VarietVariet pipi coltivate nel veronesecoltivate nel veronese

    0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 ...

    BURLAT E MOREAUBURLAT E MOREAU

    GIORGIA e ADRIANAGIORGIA e ADRIANAVANVAN

    LAPINSLAPINS

    FERROVIAFERROVIA

    SWEET HEARTSWEET HEART

    Giorni di differenza da Burlat (20-25 maggio a Verona)

    MORA DI VERONAMORA DI VERONA

    VarietVariet pipi coltivate nel veronesecoltivate nel veronese

    0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 ...

    BURLAT E MOREAUBURLAT E MOREAU

    GIORGIA e ADRIANAGIORGIA e ADRIANAVANVAN

    LAPINSLAPINS

    FERROVIAFERROVIA

    SWEET HEARTSWEET HEART

    Giorni di differenza da Burlat (20-25 maggio a Verona)

    MORA DI VERONAMORA DI VERONA

    Tra le variet medio-precoci che maturano nel periodo di Giorgia vi sono Brooks* e Giant Red nota anche come Prime Giant (la ciliegia pi grossa), entrambe di ottima qualit, diffuse con contratti di coltivazione e da produrre sotto telo antipioggia per lelevata suscettibilit al cracking. Meno suscettibile alle spaccatura da pioggia risulta Grace Star* cultivar autofertile, interessante per il sapore, la pezzatura superiore a quella di Giorgia e l'elevata produttivit.

    Tra le cultivar intermedie che maturano nel periodo della Mora di Verona si segnala lautofertile Black Star*, non tanto perch sia superiore dal punto di vista qualitativo alla Mora di Verona o alla Van, ma perch garantisce una produzione costante e risulta poco suscettibile alle spaccature da pioggia

    Nel periodo di maturazione medio-tardivo dove maturano Ferrovia e Lapins si segnalano Kordia e Lucrezia. La prima una ciliegia cuoriforme dallaspetto molto attraente, dal buon sapore e caratterizzata da un lungo peduncolo che ne facilita la raccolta. Ottima la sua conservabilit in frigorifero e la sua adattabilit con portinnesti deboli a costituire impianti fitti. Lucrezia l'ultima variet licenziata dell'Istituto Sperimentale di Frutticoltura della Provincia di Verona (Bargioni e Bassi, 2006). Si ritiene che posa trovare un suo conveniente spazio poich riassume numerose caratteristiche positive non sempre tutte presenti in altre cv: autofertilita ma produttivita non eccessiva, frutto grosso, dolce, di buona consistenza, elevata tolleranza alle spaccature e scarsa suscettibilit a Monilia, di buona tenuta in pianta con possibilita di ulteriori incrementi di peso, facilit di raccolta. Tali caratteristiche risultano interessanti per le coltivazioni tardive, quali quelle delle colline veronesi, dove il poter procrastinare la raccolta con una certa tranquillit rappresenta un aspetto positivo non trascurabile.

    Nel periodo di maturazione tardivo di Sweetearth-Sumtare* si segnala Regina, anchessa dallaspetto molto attraente, dal buon sapore e caratterizzata da un lungo peduncolo che ne facilita la raccolta. Buona la sua conservabilit in frigorifero e minima la sensibilit alle spaccature da pioggia.

    Nel periodo di maturazione extra tardivo, una settimana dopo Sweetearth si segnalano Staccato -13S2009*, autofertile , diffusa con contratti di coltivazione con il nome di Summer Charm oppure in alternativa, ma da verificare nei diversi ambienti, Selina - Symphony e Late Lory.

    Innovazione di prodotto

    In Italia lIstituto Sperimentale di Frutticoltura della Provincia di Verona riuscito da diversi anni a produrre per incrocio nuove variet di ciliegio dolce nelle quali il peduncolo si stacca facilmente dal frutto senza lasciare ferita risultando perfettamente chiuso senza alcuna perdita di succo. La prima variet di questo tipo ottenuta fu Vittoria particolarmente consistente, ma di piccola pezzatura, principalmente destinata ad una raccolta meccanica per usi industriali. Altre ne sono seguite tra cui si ricorda Corinna, di elevata pezzatura e consistenza, abbandonata per l'albero troppo vigoroso e lento nella messa a frutto, ma che potrebbe ritornare di interesse proprio in combinazione con portinnesti nanizzanti, e la pi recente Enrica (fig. 11) , che autofertile, con frutto grosso (peso medio superiore a 10 g), sodo, leggermente cordiforme e buccia di colore rosso-scuro. Presenta un albero di medio vigore, di media entrata in produzione ma di produttivit elevata e costante (Bargioni e Bassi, 2007).

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    Fig 11 - la variet autofertile Enrica idonea per essere raccolta senza peduncolo da effettuarsi come suol dirsi per mungitura.

    Attualmente, con la disponibilit di portinnesti nanizzanti, queste variet sono state ripensate anche per il consumo fresco dato che possibile ottenere alberi di modesta altezza dove la raccolta manuale di queste ciliegie, effettuata come suol dirsi per mungitura e in gran parte da terra, pu essere eseguita molto rapidamente, consentendo un risparmio di spesa non indifferente; poi la mancanza del peduncolo permette una facile calibrazione dei frutti, ed anche una suddivisione per classe di colore, s che la presentazione del prodotto acquista valore grazie alla sua uniformit.

    La buona accettazione di questa nuova tipologia di ciliegie stata confermata da svariate

    indagini demoscopiche realizzate ancora negli anni settanta, ma rimasta negli operatori del comparto cerasicolo la convinzione non giustificata che una ciliegia senza gambo non possa conservarsi come le altre e vada pi facilmente incontro a deperimento.

    I recenti orientamenti non solo verso i cosiddetti prodotti di IV gamma, ma anche per lofferta di frutta snack attraverso i distributori automatici, la tendenza dei consumatori a non perdere tempo e quindi ad orientarsi sempre pi verso ortaggi e frutta di pronto consumo in piccoli contenitori, fanno ritenere che, con adatta presentazione, le ciliegie senza peduncolo possano trovare conveniente impiego per il consumo diretto.

    Quanto detto avvalorato dall'esperienza spagnola dove nella Valle dello Jerte in Estremadura, esistono variet locali del tipo picota, che i produttori locali sono abituati a

    commercializzare senza peduncolo (fig. 13) e da vari anni ne esportano in Germania e in Inghilterra (Iglesias, 2008), con successo evidente grazie al fatto che, avendo risparmiato sensibilmente sul costo di raccolta, possono praticare prezzi relativamente contenuti

    La possibilit di tipicizzare la produzione cerasicola veronese anche con una gamma di ciliegie senza peduncolo selezionate in loco potrebbe fornire un'ulteriore possibilit di sviluppo e di diversificazione del prodotto. Si potrebbe partire con le variet gi

    Fig 12 - la selezione i 62 dellISF di Verona che per semplice scuotimento ha unelevata percentuale di frutti che si distaccano con il peduncolo

    Fig. 13 - Le ciliegie spagnole Picotas commercializzate senza peduncolo

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    esistenti, ma sarebbe necessario realizzare un programma di miglioramento genetico, finanziato anche da operatori privati, per ampliare e migliorare la gamma di cultivar. Peraltro a titolo informativo presente in osservazione un altro semenzale di interesse contrassegnato con la sigla i 62 (fig. 12) caratterizzato da un frutto particolarmente consistente che per semplice scuotimento ha un'elevata percentuale di frutti che si distaccano col peduncolo (Bargioni e Madinelli, 1997). Conclusioni

    L'innovazione tecnologica ha la possibilit di rivoluzionare la cerasicoltura veneta attualmente in una fase di stallo o di lenta ma inesorabile contrazione. Molto pu essere ammodernato sia nelle modalit di costituzione di nuovi impianti, sia nella scelta varietale e dei portinesti, sia con l'introduzione di prodotti innovativi quali le ciliegie senza peduncolo, sia con produzioni tardive destagionalizzate effettuate in Alta Lessinia. L'introduzione di queste innovazioni pu avere tanto pi riscontro in termini di risultati economici quanto pi vi sia un reale miglioramento anche di tutte le fasi della filiera, dalla raccolta al consumo, con l'introduzione della catena del freddo per preservare la qualit e la freschezza dei frutti, prolungarne la conservazione e favorirne quindi la commercializzazione nei tempi e luoghi pi favorevoli con modalit e tipologia di packaging diversificate in funzione delle mutevoli richieste del mercato.

    Bibliografia AGNOLIN C., FRANCHINI S. 2008 - La cerasicoltura da reddito nelle vallate trentine.Atti del convegno

    "Innovazione per il rilancio del ciliegio veronese". 22 febbraio, Torbe di Negrar (VR).

    BARGIONI G., BASSI G. 2006 - Lucrezia nuova cultivar di ciliegio dolce autofertile ottenuta a Verona Frutticoltura 6:70-71.

    BARGIONI G., BASSI G. 2007 - Ciliegie senza peduncolo perch non riscoprirle?. L'Informatore Agrario 26: 55-57.

    BARGIONI G., MADINELLI C. 1997 - Il miglioramento genetico del ciliegio dolce allIstituto Sperimentale di Frutticoltura di Verona. Atti Convegno del Ciliegio Bari 1997 : 527-529.

    BASSI G. 2003 - Evoluzione varietale e innovazione in cerasicoltura. Da Il ciliegio in Valpolicella Edito da Consorzio Ortofrutticolo Colline Veronesi: 59-82.

    BASSI G. 2005 - Influenza dei portinnesti sulla produzione del ciliegio. L'Informatore Agrario, 24:55-59.

    BASSI G. 2008 - Rinnovo varietale e nuovi sistemi d'impianto per il ciliegio. La cerasicoltura da reddito nelle vallate trentine. Atti del convegno "Innovazione per il rilancio del ciliegio veronese". 22 febbraio, Torbe di Negrar (VR).

    GODINI A., PALASCIANO M., BASSI G., LUGLI S., PENNONE F., RADICATI L. 2008 Liste drupacee minori: il ciliegio 2008. L'Informatore Agrario, 23: 44-75.

    IGLESIAS I. 2008 - La produzione spagnola vince grazie a precocit, qualit e organizzazione tecnico- commerciale. Frutticoltura 3: 20-26.

    QUARTIERI M., LUGLI S., GRANDI M., CORREALE R., GADDONI M., MUZZI E., SANSAVINI S. 2008 - Portinnesti nanizzanti per impianti ad alta densit con le cv Lapins e Regina. Frutticoltura 3:34-42.

    SANSAVINI S. 2008 - Una coltura che va Frutticoltura 3:8-9.

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    Schede pomologiche delle variet pi coltivate nel veronese

    in ordine di maturazione

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    BURLAT C1*

    origine: variet ottenuta dallIstituto Sperimentale per la Frutticoltura sede di Roma in collaborazione con lEnea per irraggiameto della cultivar francese Burlat. Variet libera da brevetto. albero:

    - vigore: intermedio (20-30% inferiore a Burlat ) - portamento: assurgente poco ramificato. - messa a frutto: tardiva - produttivit: media. - fioritura: precoce - impollinatori: Adriana, Brooks, Big Lory, Durone Nero I e II, Garnet, Giorgia, Hedelfinger, Lapins,

    Starking e Van. (Fonti: Albertini A., Della Strada G. 2001; Lugli S., Palasciano M., Godini A.,2004) maturazione:

    - epoca: nel veronese mediamente tra il 20-25 di maggio - uniformit: scarsa, necessita di 2-3 stacchi.

    frutto:

    - forma: reniforme-depressa - pezzatura: intermedia - peduncolo: corto e spesso - colore epidermide: rosso scuro brillante, punteggiato - consistenza: medio-scarsa - sapore: buono - sensibilit spaccature da pioggia: elevata

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-07

    peso medio (g) 8

    zuccheri espressi in gradi Brix 11,7

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 240 giudizio complessivo:

    Variet a maturazione precoce presenta un albero di medio-elevato vigore piuttosto assurgente, di non facile gestione. La messa a frutto lenta e la produttivit media. I frutti hanno buone qualit organolettiche per lepoca anche se presentano scarsa uniformit di maturazione ed una elevata sensibilit alle spaccature da pioggia. Rimane una variet di riferimento per lepoca di raccolta precoce.

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    GIORGIA origine: ottenuta da G. Bargioni nel 1964 presso lIstituto Sperimentale di Frutticoltura della Provincia di Verona dall incrocio selezione ISF 123 x Caccianese. (Variet libera da brevetto). albero:

    - vigore: elevato, - portamento: semi-espanso, ben ramificato. - messa a frutto: precoce - produttivit: elevata e costante. - fioritura: intermedia. - impollinatori: Adriana, Burlat, Durone Nero I e II, Ferrovia, Mora dalla Punta, Mora di

    Verona, Moreau, Van. -

    maturazione: - epoca: medio-precoce 9 giorni dopo Burlat - uniformit: elevata

    frutto:

    - forma: sferoidale, cordiforme - pezzatura: medio-elevata - peduncolo: di lunghezza e spessore intermedi. - colore epidermide: rosso brillante punteggiato. - consistenza: intermedia - sapore: buono, mediamente dolce e acido. - sensibilit spaccature da pioggia: medio-scarsa

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-07

    peso medio (g) 8,5

    zuccheri espressi in gradi Brix 14,7

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 305

    acidit (g/l) 12,5 giudizio complessivo:

    Una fra le variet a maturazione medio-precoce di maggior interesse per la sua adattabilit agli svariati ambienti pedo-climatici, per la sua abbondante e costante fruttificazione e per le caratteristiche estetiche ed organolettiche dei frutti buoni per lepoca. Dopo lentrata in produzione, solitamente precoce, lalbero necessita di severe potature per evitare che leccesso di carica produttiva influenzi negativamente la pezzature dei frutti. E ormai in tutta Italia la variet di riferimento per lepoca di maturazione medio-precoce.

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    ADRIANA

    origine: varieta italiana ottenuta da G. Bargioni nel 1964 presso lIstituto Sperimentale di Frutticoltura della Provincia di Verona dall incrocio selezione ISF 123 x Mora di Cazzano. Libera da brevetto. albero:

    - vigore: medio-elevato, - portamento: espanso, ben ramificato. - messa a frutto: intermedia - produttivit: elevata e costante. - fioritura: precoce. - impollinatori: Bella Italia, Burlat, Durone Nero I, Ferrovia, Giorgia, Mora di Verona, Moreau, Van.

    maturazione:

    - epoca: medio-precoce 12 giorni dopo Burlat - uniformit: media

    frutto:

    - forma: sferoidale - pezzatura: medio-elevata - peduncolo: di lunghezza e spessore intermedi. - colore epidermide: rosso intenso scuro. - consistenza: media - sapore: discreto, dolce e poco acido. - sensibilit spaccature da pioggia: molto scarsa

    peso medio e indici alla raccolta media 2005-07

    peso medio (g) 9,4

    zuccheri espressi in gradi Brix 14,2

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 302

    acidit (g/l) 9,1 giudizio complessivo:

    Presenta un albero di vigore medio-elevato e lenta messa a frutto. Cultivar diffusa nel veronese e apprezzata per la buona produttivit e la scarsa o nulla sensibilit alle spaccature da pioggia. Le caratteristiche organolettiche dei frutti sono medie; migliorano in ambienti in quota grazie alla notevole tenuta in pianta dei frutti che consente un incremento sia della pezzatura che del tenore zuccherino. Necessita di severe potature con tagli di ritorno per favorire la pezzatura dei frutti e contenere le produzioni su rami di anno.

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    VAN

    origine: Variet canadese derivata da libera impollinazione di Imperatrice Eugenia e selezionata da A. J. Mann presso la Stazione Sperimentale di Summerland in British Columbia (Canada). (Variet libera da brevetto) albero:

    - vigore: medio - portamento: espanso, ben ramificato. - messa a frutto: precoce - produttivit: elevata e costante. - fioritura: intermedia. - impollinatori: Adriana, Durone Nero I, Moreau, Mora di Cazzano, Burlat, Hedelfinger + autofertili.

    (Fonti: Albertini A., Della Strada G., 1996; Lugli S., Palasciano M., Godini A., 2004)

    maturazione: - epoca: intermedia, 16 giorni dopo Burlat - uniformit: elevata

    frutto:

    - forma: depressa, reniforme - pezzatura: media-elevata - peduncolo: corto e spesso. - colore epidermide: rosso chiaro brillante punteggiato. - consistenza: elevata - sapore: ottimo - sensibilit spaccature da pioggia: elevata

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-07

    peso medio (g) 9,5

    zuccheri espressi in gradi Brix 18,2

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 350

    acidit (g/l) 16.1 giudizio complessivo:

    Vecchia cultivar americana caratterizzata da frutti con tipologia particolare e definita che la rendono riconoscibile. Lalbero rapido nella messa a frutto, molto produttivo di vigore intermedio. I frutti presentano pregevoli caratteristiche organolettiche, sono di buona pezzatura e molto consistenti. Presenta una elevata suscettibilit alle spaccature da pioggia e un picciolo corto che non ne facilita la raccolta e la diffusione.

    IEGIO

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    MORA DI VERONA (Mora di Cazzano)

    origine: ritenuta originaria della zona di Cazzano in Val Tramigna in provincia di Verona. (Variet libera da brevetto) albero:

    - vigore: elevato, - portamento: inizialmente assurgente in seguito semi-espanso, ben ramificato. - messa a frutto: lenta - produttivit: medio-scarsa e incostante. - fioritura: intermedia. - impollinatori: Adriana, Bella Italia, Burlat, Caccianese, Diana, Durone nostrano, Durone

    Nero I, Ferrovia, Giorgia, Moreau, Van. maturazione:

    - epoca: intermedia, 17 giorni dopo Burlat - uniformit: elevata

    frutto:

    - forma: sferoidale - pezzatura: media - peduncolo: di lunghezza e spessore intermedi. - colore epidermide: rosso intenso brillante punteggiato. - consistenza: molto elevata - sapore: ottimo. - sensibilit spaccature da pioggia: medio-scarsa

    Peso medio e indici alla raccolta media 2004-06

    peso medio (g) 9.3

    zuccheri espressi in gradi Brix 17,2

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 385

    acidit (g/l) 10.3 giudizio complessivo:

    E la cultivar maggiormente diffusa nel veronese. Presenta un albero vigoroso lento nella messa a frutto. Leccellente consistenza e le pregevoli caratteristiche organolettiche dei frutti oltre allattitudine alla conservazione e alle manipolazioni ne fanno una variet idonea sia al mercato interno che per lesportazione. La scarsa adattabilit ambientale, unita alla lenta entrata in produzione e alla produttivit medio-scarsa ne hanno limitato la diffusione al di fuori del territorio veronese.

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    FERROVIA

    origine: variet di genealogia sconosciuta, ritenuta originaria della provincia di Bari, probabilmente nel comune di Turi. (Variet libera da brevetto) albero:

    - vigore: medio-elevato, - portamento: semi-espanso, ben ramificato. - messa a frutto: intermedia - produttivit: media. - fioritura: tardiva. - impollinatori: Canada Giant, Durone Nero II, Duroni 3, Hedelfinger, Giorgia, Mora di Cazzano,

    Sylvia e autofertili. (Fonti: Albertini A., Della Strada G., 1996; Lugli S., Palasciano M., Godini A.,2004)

    maturazione:

    - epoca: medio-tardiva, (22 giorni dopo Burlat) - uniformit: elevata

    frutto:

    - forma: cuoriforme - pezzatura: media-elevata - peduncolo: di lunghezza elevata e spessore intermedio. - colore epidermide: rosso intenso punteggiato. - consistenza: media - sapore: buono. - sensibilit spaccature da pioggia: media

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-07

    peso medio (g) 10,4

    zuccheri espressi in gradi Brix 16,6

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 330

    acidit (g/l) 10.1 giudizio complessivo:

    E la cultivar di riferimento in Puglia ma si diffusa in tutte le principali aree cerasicole italiane, tra cui il veronese, grazie alla sua adattabilit ambientali ed alle caratteristiche pregevole dei frutti. Matura una settimana dopo la Mora di Cazzano e permette un proseguimento del calendario di raccolta nonostante la consistenza sia inferiore. La produttivit in genere media e cos pure la sensibilit alle spaccature da pioggia.

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    LAPINS origine: cultivar selezionata da Lapins K.O. presso Agricolture Research Station a Summerland in Canada Derivata dallincrocio Van x Stella. (Variet libera da brevetto) albero:

    - vigore: medio-elevato - portamento: assurgente, poco ramificato. - messa a frutto: rapida - produttivit: elevata. - fioritura: precoce - impollinatori: variet autofertile

    maturazione:

    - epoca: intermedia, 24 giorni dopo Burlat - uniformit: elevata

    frutto:

    - forma: cuoriforme - pezzatura: media-elevata - peduncolo: di lunghezza elevata e spessore intermedio - colore epidermide: rosso intenso punteggiato - consistenza: media, medio-scarsa - sapore: discreto - sensibilit spaccature da pioggia: intermedia - sensibilit a Monilia: molto elevata

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-07

    peso medio (g) 9,4

    zuccheri espressi in gradi Brix 16.9

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 250

    acidit (g/l) 10.1 giudizio complessivo:

    Pianta a maturazione medio-tardiva con albero assurgente poco ramificato, di difficile gestione. La produttivit elevata e costante, talvolta eccessiva con problemi legati al calibro piccolo dei frutti. La produzione a grappoli molto compatti favorisce la presenza di attacchi di Monilia in raccolta. Necessit di opportuna potatura e di portinnesti di vigore medio-elevato per mantenere un calibro dei frutti accettabile. I frutti sono di sapore e consistenza medi. E ancora variet di riferimento tra le variet a maturazione medio-tardiva, ma attualmente vi sono delle alternative che appaiono pi interessanti.

  • 1

    SWEETHEART Sumtare*

    origine: cultivar selezionata da Lapins K.O. presso Agricolture Research Station di Summerland in Canada Derivata dallincrocio Van x Stella. (Brevetto 1652 UE) albero:

    - vigore: medio-scarso - portamento: intermedio - messa a frutto: rapida - produttivit: elevata. - fioritura: precoce - impollinatori: variet autofertile

    maturazione:

    - epoca: molto tardiva, 33/35 giorni dopo Burlat - uniformit: elevata

    frutto:

    - forma: allungata cuoriforme - pezzatura: media-elevata - peduncolo: di lunghezza e spessore intermedio. - colore epidermide: rosso intenso punteggiato. - consistenza: media - sapore: buono - sensibilit spaccature da pioggia: intermedia - sensibilit a Monilia: intermedia

    peso medio e indici alla raccolta Media 2004-07

    peso medio (g) 8.8

    zuccheri espressi in gradi Brix 16.2

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2)

    acidit (g/l)

    270

    12,6 giudizio complessivo:

    Variet autofertile a maturazione molto tardiva con albero di vigore contenuto di elevata e costante produttivit. Al fine di evitare eccessivi carichi produttivi a scapito della pezzatura dei frutti necessario regolare la carica con potature energiche e con limpiego di portinnesti di vigore medio-elevato. Il frutto di discrete qualit per lepoca di raccolta con una media sensibilit alle spaccature. In passato era lunica e quindi indiscussa variet a maturazione cos tardiva; attualmente vi sono delle alternative almeno altrettanto valide.

  • 2

    Schede pomologiche di variet di pregio da introdurre nel veronese

    in ordine di maturazione

  • 2

    EARLY BIGI Bigi Sol*

    origine: variet francese ottenuta da P. Argot da parentali di origine sconosciuta. (Brevetto UE n 16.179) albero:

    - vigore: medio-elevato - portamento: molto espanso, pendulo e ben ramificato - messa a frutto: precoce - produttivit: elevata. - fioritura: precoce - impollinatori: Burlat, Lapins, Sweet Heart. (Fonti: Lugli S., Palasciano M., Godini A. Grandi M.,

    2007) maturazione:

    - epoca: 4-6 giorni prima di Burlat - uniformit: scarsa, necessita 2-3 stacchi.

    frutto:

    - forma: sferoidale-depressa - pezzatura: elevata - peduncolo: medio - colore epidermide: rosso brillante. - consistenza: scarsa - sapore: accettabile per lepoca - sensibilit spaccature da pioggia: elevata

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-06

    peso medio (g) 8,7

    zuccheri espressi in gradi Brix 11,1

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 210 giudizio complessivo: La precocit di raccolta assieme allelevata pezzatura rendono questa variet di interesse soprattutto per gli areali che favoriscono lanticipo di maturazione. La pianta di facile gestione a portamento espanso, produttiva. La maturazione dei frutti molto scalare e quindi necessita di pi stacchi. Il frutto presenta scarsa consistenza, sapore accettabile per la precocissima epoca ed molto sensibile alle spaccature da pioggia. Molto simile a Early Lory una tra le pi interessanti novit a maturazione molto precoce.

  • 2

    GRACE STAR*

    origine: Variet italiana ottenuta dal Dipartimento di Coltivazioni Arboree dellUniversit di Bologna da S. Lugli e S. Sansavini. Deriva da una libera impollinazione di Burlat. (Privativa comunitaria Ue n. 1.542/2001) albero:

    - vigore: intermedio - portamento: intermedio-espanso. - messa a frutto: intermedia - produttivit: elevata - fioritura: medio-tardiva - impollinatori: variet autofertile

    maturazione:

    - epoca: 11 giorni dopo Burlat - uniformit: buona

    frutto:

    - forma: cordiforme - pezzatura: elevata - peduncolo: medio-lungo - colore epidermide: rosso scuro brillante. - consistenza: medio - sapore: molto buono - sensibilit spaccature da pioggia: media

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-07

    peso medio (g) 11.6

    zuccheri espressi in gradi Brix 16.5

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2)

    acidit (g/l)

    310

    11,3 giudizio complessivo: Variet autofertile, medio-precoce caratterizzata da una messa a frutto intermedia e da unottima produttivit. Il frutto di grossa pezzatura, buon sapore, media consistenza e di colorazione brillante. Preferibile limpiego con portinnesti che inducono un certo vigore per favorire la pezzatura anche in caso di produttivit elevata. Appare come una sicura novit per lepoca di maturazione medio-precoce destinata a diffondersi e ad affiancare o sostituire Giorgia.

  • 2

    BLACK STAR *

    origine: Variet italiana ottenuta dal Dipartimento di Coltivazioni Arboree dellUniversit di Bologna da S. Lugli e S. Sansavini. Deriva dallincrocio Lapins x Burlat. (Privativa comunitaria Ue n. 1.540/2001) albero:

    - vigore: medio-elevato - portamento: abbastanza espanso con buone ramificazioni - messa a frutto: intermedia - produttivit: elevata - fioritura: precoce - impollinatori: variet autofertile

    maturazione:

    - epoca: 16 giorni dopo Burlat - uniformit: ottima

    frutto:

    - forma: cordiforme - pezzatura: elevata - peduncolo: medio-lungo - colore epidermide: rosso scuro brillante. Talvolta presenta una certa rugosit non molto attraente. - consistenza: elevata - sapore: molto buono - sensibilit spaccature da pioggia: molto scarsa

    peso medio e indici alla raccolta media 2006-07

    peso medio (g) 10.2

    zuccheri espressi in gradi Brix 17.1

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2)

    Acidit (g/l)

    330

    11.5 giudizio complessivo: Presenta un albero di buon vigore, autofertile, a maturazione intermedia, caratterizzato da una messa a frutto intermedia e da unottima produttivit. I frutti sono di elevata consistenza, poco o per nulla sensibili alle spaccature da pioggia. Sono di grossa pezzatura, di ottimo sapore; talvolta, soprattutto in annate calde durante la maturazione, presentano una certa rugosit sullepidermide, poco attraente. Preferibile limpiego con portinnesti che inducono un certo vigore per favorire la pezzatura anche in caso di produttivit elevata. Novit varietale di un certo interesse anche se matura in epoca Mora di Verona.

  • 2

    ENRICA

    origine: variet ottenuta da G. Bargioni nel 1975 presso lIstituto Sperimentale di Frutticoltura della Provincia di Verona dallincrocio tra Vittoria e il semenzale autofertile C.2.27.12. (variet libera da brevetto) albero:

    - vigore: intermedio, - portamento: semi-assurgente, ben ramificato. - messa a frutto: precoce - produttivit: elevata e costante. - fioritura: precoce. - impollinatori: variet autofertile

    maturazione:

    - epoca: 16 giorni dopo Burlat - uniformit: elevata

    frutto:

    - forma: sferoidale-depressa - pezzatura: elevata - peduncolo: di lunghezza e spessore intermedi. - colore epidermide: rosso scuro. - consistenza: elevata - sapore: ottimo. - sensibilit spaccature da pioggia: medio-scarsa - note: adatto per la raccolta senza peduncolo

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-07

    peso medio (g) 11.2

    zuccheri espressi in gradi Brix 15.3

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 350

    acidit (g/l) 12.1 giudizio complessivo: Variet autofertile a maturazione intermedia caratterizzata da una pianta di medio vigore rapida nella messa a frutto e di elevata e costante produttivit. Il frutto, di colore scuro e di ottimo sapore, pezzatura e consistenza, a duplice attitudine. Pu essere raccolto senza peduncolo sia meccanicamente per uso industriale, sia manualmente per il consumo fresco e in questo modo estremamente agevolata la raccolta. Nel punto di distacco dal peduncolo si forma un setto di suberificazione che impedisce la fuoriuscita dei succhi.

  • 2

    LUCREZIA

    origine: variet ottenuta da G. Bargioni nel 1975 presso lIstituto Sperimentale di Frutticoltura della Provincia di Verona dallincrocio Vittoria x C.2.22.12. (Variet libera da brevetto) albero:

    - vigore: medio-elevato - portamento: inizialmente assurgente in seguito semi-espanso - messa a frutto: intermedia - produttivit: elevata e costante - fioritura: intermedia - impollinatori: variet autofertile

    maturazione:

    - epoca: 23 giorni dopo Burlat - uniformit: elevata

    frutto:

    - forma: sferoidale - pezzatura: elevata - peduncolo: di lunghezza e spessore intermedi - colore epidermide: rosso scuro - consistenza: medio-elevata - sapore: buono - sensibilit spaccature da pioggia: scarsa - sensibilit monilia: scarsa

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-07

    peso medio (g) 10.7

    zuccheri espressi in gradi Brix 17.0

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 330

    acidit (mg/l) 10.6 giudizio complessivo: Variet autofertile di recente costituzione a maturazione medio-tardiva caratterizzata da produttivit elevata e costante. La produzione su dardi e rami di anno senza le formazioni di ciliegie a manicotto tipiche delle variet autofertili, dove facile lo sviluppo di Monilia. Oltre alla scarsa suscettibilit a Monilia presenta bassa suscettibilit alle spaccature da pioggia e unottima tenuta in pianta che la fa risultare interessante per le produzioni medio-tardive delle colline veronesi. I frutti, grossi, hanno buon sapore e consistenza.

  • 2

    KORDIA origine: cultivar selezionata dal Research Institute for Fruit Growing and Breeding di Holovousy nella Repubblica Ceca derivato da un semenzale liberamente impollinato. (Libera da brevetto). Conosciuta negli Stati Uniti con il nome di Attica albero:

    - vigore: medio-elevato, - portamento: espanso, ben ramificato. - messa a frutto: molto rapida - produttivit: media-elevata anche se talvolta incostante - fioritura: tardiva. - impollinatori: Ferrovia, Germersdorfer, Hedelfinger, Noire de Mechede, Schneider, Stella, Van.

    (Fonti: Albertini A., Della Strada G., 2001; Lugli S., Palasciano M., Godini A.,2004) maturazione:

    - epoca: intermedia, 24 giorni dopo Burlat - uniformit: elevata

    frutto:

    - forma: cuoriforme - pezzatura: media-elevata - peduncolo: di lunghezza elevata e spessore intermedio. - colore epidermide: rosso intenso punteggiato. - consistenza: elevata - sapore: ottimo - sensibilit spaccature da pioggia: intermedia

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-06

    peso medio (g) 11.4

    zuccheri espressi in gradi Brix 16.6

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 350

    acidit (g/l) 10.5 giudizio complessivo: Pianta a maturazione medio-tardiva con albero con portamento espanso, facile da condurre, messa a frutto precoce, produttivit medio-elevata ma non sempre costante. Il frutto presenta ottime caratteristiche organolettiche relativamente a sapore e consistenza ed un aspetto molto attraente. E pure variet serbevole anche se un po sensibile al cracking. E variet idonea per realizzare impianti fitti e superfitti abbinandola con adeguati portinnesti nanizzanti in funzione della densit di piantagione. E sicuramente una tra le variet pi interessanti tra quelle a maturazione medio-tardiva che merita di essere diffusa e sostituire Lapins.

  • 2

    REGINA

    origine: Cultivar ottenuta da Tiemann K.N. al Fruit Experimental Station di Jork in Germania. Derivata dallincrocio tra Schneider Spate Knorpelkirsche x Ruby . (Variet libera da brevetto). albero:

    - vigore: intermedio - portamento: intermedio. - messa a frutto: intermedia - produttivit: media. - fioritura: molto tardiva. - impollinatori: Duroni III, Sylvia, Kordia (Fonte: Lugli S., Godini A., Palasciano M., Grandi M.,

    2007) maturazione:

    - epoca: intermedia, 30-32 giorni dopo Burlat - uniformit: elevata

    frutto:

    - forma: cuoriforme - pezzatura: elevata - peduncolo: di lunghezza molto elevata e spessore intermedio. - colore epidermide: rosso intenso punteggiato. - consistenza: elevata - sapore: ottimo - sensibilit spaccature da pioggia: scarsa

    peso medio e indici alla raccolta Media 2004-07

    peso medio (g) 11.5

    zuccheri espressi in gradi Brix 17.1

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (g/cm2) 370

    acidit (g/l) 9.1 giudizio complessivo: Pianta di elevato vigore intermedio, un po lenta nella messa a frutto, di media produttivit. Unopportuna attenzione alla disposizione degli impollinatori contribuisce ad una produttivit elevata e pi costante. La maturazione tardiva, nel periodo Sweetheart Sumtare*, ma presenta frutti con migliore caratteristiche organolettiche (calibro, consistenza e sapore) ed estetiche. Il picciolo particolarmente lungo facilita la raccolta. Ha mostrato ottima tolleranza alle spaccature da pioggia, alla Monilia e buona tenuta in pianta. Ottimo il comportamento vegeto-produttivo su portinnesti nanizzanti.

  • 2

    STACCATO 13S2009*

    origine: cultivar selezionata da Lane D. e Kappel F., presso Agri-Food Research Centre a Summerland in Canada. Derivata da libera impollinazione di Swethearth. Variet brevettata (Privativa comunitaria UE 18681/2000). Diffusa solo con contratti di coltivazione con il nome di Summer Charm

    albero:

    - vigore: medio - portamento: assurgente - messa a frutto: rapida - produttivit: medio-elevata. - fioritura: intermedia - impollinatori: variet autofertile

    maturazione:

    - epoca: molto tadiva 40 giorni dopo Burlat - uniformit: buona

    frutto:

    - forma: cordiforme - pezzatura: elevata - peduncolo: lungo, di medio spessore. - colore epidermide: rosso scuro - consistenza: buona - sapore: buono - sensibilit spaccature da pioggia: medio-scarsa

    peso medio e indici alla raccolta media 2004-07

    peso medio (g) 10.7

    zuccheri espressi in gradi Brix 16.6

    durezza al penetrometro puntale 2,5 mm (kg/cm2) 330

    acidit (g/l) 12.0 giudizio complessivo: Variet autofertile a maturazione molto tardiva, caratterizzata da un albero di vigore intermedio, rapido nella messa a frutto e di buona produttivit. Il frutto di pezzatura elevata ha un buon sapore e consistenza. Presenta una media sensibilit alle spaccature da pioggia e alla Monilia. Sicuramente la migliore variet in riferimento allepoca di raccolta molto tardiva.