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Inserto ampliato in italiano traduzione più ampia e approfondita dei testi e delle legende in internet versione in italiano di www.detail.de 2 Costruire semplice in Italia Business green house a Milano, Ottavio Di Blasi 4 L’opinione  Massimo Perriccioli 5 Prodotti  Eiffelgres, Miele, Zanotta, Gandia Blasco, Tubes, Campeggi, Catalano, Elica 6 Traduzioni in italiano di testi e legende Discussione Documentazione Tecnologia In questo numero, l’intenzione non è quella di competere con un moderno giornale di viaggi, anche se gli esempi di architetture presentati ci portano a spiagge punteggiate di palme, nel deserto o in alta montagna. I progetti presentati hanno un punto in comune: una tecnologia costruttiva relativamente semplice. Il termine “costruire semplice” è poliedrico e sfaccettato, trova riferimenti negli aspetti formali, nei materiali, nella sua fun- zionalità, e nella struttura. Chiave di lettura di questo numero sono forme semplici ed economiche di strutture portanti e di particolari costruttivi di cui sarà interessante vedere come rispondono alle condizioni climatiche locali o agli standard costruttivi. Quasi inevi- tabilmente il tema ci conduce attraverso culture esotiche e in zone climatiche diverse. Il confronto è istruttivo e provocatorio. Christian Schittich Rivista di Architettura 6 · Costruire semplice Cari Lettori Oggi Internet apre nuove soluzione nelle strategie di vendita. A partire dal numero 7/8-2008 la traduzione ampliata della rivista non verrà più pubblicata in cartaceo ma potrete scaricare come documento pdf tutti i testi tradotti in francese/russo/italiano comodamente da vostro computer di casa. Visitate il sito http://www.detail.de/traduzione e scaricate l’inserto ampliato. Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/206/ErgebnisHeft

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Inserto ampliato in italianotraduzione più ampia e approfondita dei testi e delle legendein internet versione in italiano di www.detail.de

  2 Costruire semplice in Italia Business green house a Milano, Ottavio Di Blasi

  4 L’opinione  Massimo Perriccioli

  5 Prodotti  Eiffelgres, Miele, Zanotta, Gandia Blasco, Tubes,

Campeggi, Catalano, Elica

  6 Traduzioni in italiano di testi e legende Discussione Documentazione Tecnologia

In questo numero, l’intenzione non è quella di competere con un moderno giornale di viaggi, anche se gli esempi di architetture presentati ci portano a spiagge punteggiate di palme, nel deserto o in alta montagna. I progetti presentati hanno un punto in comune: una tecnologia costruttiva relativamente semplice. Il termine “costruire semplice” è poliedrico e sfaccettato, trova riferimenti negli aspetti formali, nei materiali, nella sua fun-zionalità, e nella struttura. Chiave di lettura di questo numero sono forme semplici ed economiche di strutture portanti e di particolari costruttivi di cui sarà interessante vedere come rispondono alle condizioni climatiche locali o agli standard costruttivi. Quasi inevi-tabilmente il tema ci conduce attraverso culture esotiche e in zone climatiche diverse. Il confronto è istruttivo e provocatorio. Christian Schittich

Rivista di Architettura6 · Costruire semplice

Cari LettoriOggi Internet apre nuove soluzione nelle strategie di vendita. A partire dal numero 7/8-2008 la traduzione ampliata della rivista non verrà più pubblicata in cartaceo ma potrete scaricare come documento pdf tutti i testi tradotti in francese/russo/italiano comodamente da vostro computer di casa. Visitate il sito http://www.detail.de/traduzione e scaricate l’inserto ampliato.

Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su:

http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/206/ErgebnisHeft

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Business green house, MilanoProgettisti: Ottavio Di Blasi, Paolo Simonetti, Daniela Tortello, Stefano Grioni Collaboratori: Laura Andreoni

Il tema del progetto è tipico per una città a forte sviluppo terziario come Milano dove, sempre più spesso, i piani terra delle abita-zioni sono trasformati in uffici. Ciò fa parte del normale processo di trasformazione del-le città in cui le funzioni urbane sono sotto-poste ad un rapido cambiamento che ri-sponde inesorabilmente più alle logiche dello sviluppo economico che a quelle della pianificazione, spesso inadeguate ed in ri-tardo rispetto alle tendenze ed ai tempi reali della trasformazione urbana.In questo contesto, i piani terra delle abita-zioni dei primi decenni del secolo scorso so-no spesso dotati di piccoli spazi esterni che si configurano come spazi di risulta compre-si tra l’edificato ed il confine di proprietà.La maggior parte di questi spazi residuali sono ingiustamente abbandonati ed inutiliz-zati e, soprattutto quando i piani terra degli edifici sono destinati ad uso ufficio, costitui-scono una preziosa risorsa sprecata.L’attuale normativa consente l’occupazione di una parte della superficie esterna con strutture con caratteristiche di temporaneità, che risultino all’occorrenza smontabili e ri-movibili. In altri termini: purché si tratti di co-struzioni leggere ed assemblate a secco, senza parti permanenti.Da queste premesse nasce il progetto di re-alizzare una sorta di serra esterna che pos-sa essere utilizzata sia come giardino d’in-verno, che come spazio vivibile.Uno spazio piacevole che amplifichi la pos-sibilità d’uso dello spazio esterno: d’estate migliorando la protezione dal sole e la priva-cy e d’inverno rendendo utilizzabile uno spazio che altrimenti sarebbe perduto a causa del clima.La serra comunica con l’edificio storico per mezzo di un piccolo corridoio vetrato che ne permette l’accesso anche in condizioni di cattivo tempo.Il sistema costruttivo è stato concepito in modo che ogni elemento della nuova costru-zione temporanea possa essere trasportato e montato a mano e senza l’ausilio di mezzi di sollevamento. Ciò vale sia per le fondazio-ni che per la struttura portante, le vetrate e i brise soleil.

A Sezione trasversale in scala 1:20

B Sezione longitudinale in scala 1:150

C Pianta in scala 1:150

1 Copertura: Lamiera in rame Pannello sandwich

50 mm Intercapedine areata

75 mm minimo

Costruire semplice in Italia

Pralinato 20 mm2 Lamelle frangisole in

alluminio estruso3 Vetrocamera 3+3 mm /

12 mm / 5+5 mm vetro temperato basso emissivo

4 Trave in legno lamella-re 120 / 160 mm

5 Solaio di calpestio: Pavimentazione in do-

ghe di legno 20 mm

massetto in calce-struzzo 60 mm

Pannello isolante in polistirene 30 mm

Lamiera grecata con getto in calce-struzzo 104 mm

6 Fondazione: Blocco in granito

levigato 250/250/250 mm

Plinto in c.a.

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Le fondazioni sono costituite da blocchetti di granito 25≈25≈25 cm, direttamente appog-giati sul magrone, che fungono anche da di-stanziatori rispetto al piano del giardino.La struttura del serramento è in legno lamel-lare e, grazie ai 12 cm di spessore, costitui-sce anche la struttura portante della serra.I profili lamellari hanno una forma a “T” e so-no sagomati in modo che, una volta montati i fermavetri, si ricostituisca la sagoma rettan-golare del profilo, rendendo invisibile il det-taglio di fissaggio del vetro e riducendo al minimo l’impatto visivo.Il particolare della copertura in vetro è simile a quello dei serramenti verticali.Il sistema frangisole in alluminio estruso è

motorizzato e consente di modulare la luce ed il livello di introspezione: una volta chiuso è in grado di garantire sia l’oscuramento to-tale che il drenaggio dell’acqua.Il fondo è costituito da pannelli sandwich in compensato marino e polistirene espanso ri-vestiti con pavimento in doghe di iroko, ma-schiate all’interno e leggermente distanziate sulla terrazza esterna, garantendo in questo modo la continuità tra l’interno e l’esterno.Un’altra importante caratteristica del proget-to è data dalla convertibilità dello spazio: la serra svolge funzioni differenti a seconda delle stagioni.D’inverno la serra è chiusa ed i brise-soleil sono aperti, massimizzando l’irradiazione

solare; d’estate e nelle mezze stagioni, il lato minore vetrato si apre interamente consen-tendo la totale permeabilità tra lo spazio in-terno e l’esterno. In questo modo, nonostan-te la superficie calpestabile realmente chiusa non superi i 14 mq, nelle stagioni di mezzo è possibile godere di una superficie protetta utilizzabile di ben 30 mq.La piccola business green house è una mi-croarchitettura caratterizzata da una tecnica costruttiva misurata e non invasiva in cui il costruito diventa uno strumento per recupe-rare e migliorare la relazione tra l’uomo e l’ambiente esterno, anche in una condizione urbana in cui il rapporto uomo-natura sem-bra eclissato.

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4 L’opinione Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 6 ∂

L’opinione di Massimo Perriccioli

Le dinamiche di trasformazione della città contemporanea sono caratterizzate in modo sempre più evidente da una dimensione temporanea dei manufatti architettonici, da un marcato carattere nomadico della società e da una condizione di percettibile liquidità delle relazioni ambientali. Queste dinamiche, in continua evoluzione, favoriscono una nuova creatività dello spa-zio, che non è più dominio esclusivo degli architetti e non più soggetto a regole impo-ste dalla pianificazione.Lo dimostra la sempre più rapida diffusione di piccole costruzioni semplici, di natura ibrida, che si dispongono topologicamente nei territori marginali o interinali della città e nelle aree naturali che, pur configurando in maniera effimera e mutevole il paesaggio ur-bano della quotidianità, rappresentano mo-menti di radicale investigazione spaziale.Definite come micro-architetture, small-buil-ding, costruzioni semplici, architetture portatili, smart-box, costituiscono un interessante ter-reno di ricerca progettuale e di sperimenta-zione costruttiva dove architettura e disegno industriale si confrontano e si integrano. Un terreno forse poco considerato dalla cul-tura architettonica ufficiale, divenuto negli ulti-mi anni “riserva di caccia” per giovani proget-tisti, designer e artisti impegnati ad esplorare nuovi modi di concepire l’invenzione dello spazio, partendo dall’impiego non ideologico delle attuali potenzialità tecnico-produttive.

Piccole costruzioni semplici per divertirsi seriamente

Il campo della micro-architettura abbraccia un’insieme ampio di creazioni spaziali che tentano di ristabilire un legame, non solo estetico-percettivo, tra architettura e produ-zione, uomo e natura, tecnologia e paesag-gio, processo realizzativo e ambiente.I manufatti oscillano tra micro-architettura e macro-design e trovano collocazione solo at-traverso la prospettiva dell’utente o lo sguar-do del progettista: padiglioni per manifesta-zioni artistiche e culturali, info-box, strutture provvisorie di servizio, habitat temporanei o stagionali, installazioni effimere, ricoveri per senzatetto, strutture di emergenza, presidi medici di primo soccorso, attrezzature per la ristorazione, ecc. Esse costituiscono un insieme di oggetti di natura architettonica di piccola dimensione che, pur avendo una funzionalità chiara e definita, non godono di una precisata loca-lizzazione fisica; strutture che prevedono la possibilità di essere spostate pur non essen-do per loro natura mobili. Potrebbero essere definiti oggetti di design temporanei e reversibili che, pur essendo ancorati al terreno in modo stabile (ma con sistemi di appoggio poco invasivi), non rie-scono a raggiungere la fissità programmati-ca dei manufatti architettonici. Queste piccole costruzioni, dalle funzioni più varie, richiedono la stessa energia e la stes-sa cura abitualmente destinate a progetti di maggior rilievo.

Dal punto di vista didattico rappresentano un ottimo strumento di insegnamento che, simulando tutte le fasi del percorso proget-tuale, consente l’avvicinamento degli stu-denti alla complessità del processo produtti-vo e realizzativo dell’architettura.La “piccola scala” delle costruzioni permet-te inoltre la sperimentazione di nuovi concetti costruttivi in armonia con l’ambiente e la natura dei luoghi, caratterizzandoli con l’alta qualità delle soluzioni tecniche adottate.La scelta del tema di progetto è spesso affi-data agli studenti che propongono strani ed originali manufatti legati ai propri interessi personali, allo svago e al gioco, secondo un approccio tipico dell’“auto-committenza”.L’aspetto ludico costituisce una componente fondamentale delle sperimentazioni didatti-che sulla micro-architettura: gli studenti comprendono quanto sia importante trovare piacere e divertimento anche nelle fasi più dure del lavoro progettuale, e come il gioco possa essere spesso all’origine di importanti intuizioni e scoperte, stimolando l’abilità co-struttiva, l’applicazione della geometria, la consapevolezza fabbrile del materiale, la comprensione dell’interazione tra i colori, sensibilizzandoli infine alla bellezza nasco-sta negli oggetti più comuni. In fondo Charles Eames amava ripetere che quando si progetta bisogna sempre “divertir-si seriamente”.

Massimo Perriccioli è docente di Progettazione di Si-stemi Costruttivi presso la Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno (Università di Camerino) dove svolge attività di ricerca su temi inerenti l’edilizia residenziale a basso costo e a basso consumo energetico e sulla sperimentazione progettuale di spazi temporanei. Svolge la sua attività professionale a Napoli, operando nel campo dell’edilizia industriale e della riqualificazio-ne urbana ed ambientale di aree industriali dismesse.

A Casa-natura, Eduardo Vittoria (prototipo presentato alla XIII triennale di Milano, 1964).

B Wood cube - progetto di microarchitettura dispie-gabile, Sonia Pettinari, Dayla Riera, Mara Scalvini (Workshop di laurea - Prof. M. Perriccioli, 2006). A

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Prodotti

∂ 2008 ¥ 6 Inserto ampliato in italiano Prodotti 5

Elica S.p.A.Via Dante 288, [email protected]

Elica Collection, Elica

All’Eurocucina 2008, Elica omaggia EDS3 Plus il sistema di aspirazione più silenzioso del mondo che con una porta-ta di 500 m3/ h ha un’emissione di rumo-re di 40db /A e Pure Energy con cappe che arrivano a 11 W di consumo. Altra grande novità è la collaborazione azien-dale con Artemide da cui nascono nuovi apparecchi di design dotati di tre livelli di filtrazione dell’aria (per odori e impuri-tà sino a 0,1 μ).

Ceramica Catalano S.r.l.Str.Prov.Falerina, Fabrica di [email protected]

Verso, Catalano

Tra le novità del Salone del Mobile 2008, “Verso” rappresenta l’evoluzione di un modo etico di concepire i prodotti, che persegue l’innovazione tipologica e tec-nologica e da queste fa scaturire solu-zioni formali assolute. Con i suoi 30 pro-dotti si offre, con estrema coerenza morfologica alle diverse esigenze di pubblico con i lavabi versotrentasette 50 e 37 che presentano un innovativo siste-ma di installazione.

Campeggi S.r.l.Anzano del Parco, [email protected]

OnOff, Campeggi

Quando i metri quadri scarseggiano, l’area occupata da un letto può diventa-re uno spazio multifunzionale: Giulio Manzoni ha ripercorso le tracce di una sua innovazione formale imitatissima quella del letto contenitore, di un letto che è anche un divano il quale sollevan-dosi svela uno specchio disposto all’in-tradosso del piano proponendo un ina-spettato elemento capace di aprire nuove prospettive e di dilatare la perce-zione dello spazio.

Tubes radiatori S.r.l.Via Boscalto 32, [email protected]

Milano Elements, Tubes

“Sensualità e plasticità” sono i tratti di-stintivi della nuova collezione disegnata da Astori DePonti Associati proposta in versione idraulica ed elettrica in acciaio verniciato. Milano rivela la sua forza espressiva e l’ampia flessibilità attraver-so soluzioni a parete e da terra proposte a diverse altezze. Design e grande at-tenzione all’efficienza energetica, accu-ratezza artigianale delle finiture e severi collaudi alla tecnologia.

Gandia Blascowww.gandiablasco.comPer informazioni contattare:[email protected]

Merendero, Gandia Blasco

Il nome “merendero” si riferisce a spazi molto comuni in Spagna dove gli amici si incontrano per mangiare insieme. Questo rifugio autoportante offre prote-zione dai raggi solari fornendo allo stes-so tempo un piccolo ed intimo spazio di incontro. Adatto per 4 persone, è pro-dotto in alluminio anodizzato, polietilene e tessuto plastico. Dimensioni: 180 x 120 x 200 cm.

ZanottaVia Vittorio Veneto 57, Nova [email protected]

Calamobio, Zanotta

È una collezione di oggetti d’arredo d’autore, firmati e numerati. Si tratta di mobili progettati e realizzati per servire, per svolgere una funzione precisa, con un’elevata poeticità espressiva. Pezzi di neoartigianato contemporaneo che ri-prendono tecniche antiche: Calamobio è una riedizione di un pezzo di Alessandro Mendini 1985/88 prodotto in soli 9 esem-plari.

Míele S.p.A.Corso G. Garibaldi 99, [email protected]

Intentions S.r.l.Strada per Cognento 26, Modenawww.ecosmartfire.com/[email protected]

Salamandra, Míele

I cuochi professionisti sanno che la sala-mandra è uno strumento indispensabile per dorare, gratinare e tenere in caldo grazie ad un intenso calore irradiato dall’alto. Generalmente strumento pro-fessionale, si adatta alle cucine domesti-che per dimensioni ed ingombro ma an-che per design ed eleganza. Da spenta, infatti, rientra nel piano lasciando a vista solo una liscia ed impercettibile superfi-cie in acciaio.

The Tower, Eiffelgres

Gli EcoSmart™ Fire sono sistemi che possiedono il pregio di non recare dan-no all’ambiente, perché alimentati ad etanolo denaturato, risorsa rinnovabile che brucia senza scorie. Celeste Dell’Anna, famoso architetto e designer milanese è il più recente dei geni creativi di Ecosmart che hanno pro-fuso le proprie capacità per produrre The Tower, un esclusivo e strabiliante EcoSmart™ Fire.

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6 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 6 ∂

Pagina 580Costruire semplice

In questo numero di DETAIL, l’intenzione non è quella di competere con un moderno giornale di viaggi, anche se gli esempi di ar-chitetture presentati ci portano a spiagge punteggiate di palme, nel deserto o in alta montagna. Dalle coste danesi fino al Costa Rica, dall’India sino alle alpi austriache, i progetti presentati hanno un punto in comu-ne: una tecnologia costruttiva relativamente semplice.Il termine “costruire semplice” è poliedrico e sfaccettato, trova riferimenti negli aspetti formali, nei materiali impiegati per la realiz-zazione di un’architettura, nella sua funzio-nalità, nell’organizzazione in pianta ed ovvia-mente nella struttura. Non di rado, certi aspetti entrano in conflitto reciproco, in parti-colar modo là dove si raggiunge una forma semplice tramite una complessa elaborazio-ne tecnica e tramite l’uso di materiali costosi. Chiave di lettura di questo numero sono for-me semplici ed economiche di strutture por-tanti e di particolari costruttivi di cui sarà in-teressante vedere come rispondono alle condizioni climatiche locali o agli standard costruttivi. Quasi inevitabilmente il tema ci conduce attraverso culture esotiche e in zone climatiche diverse. Il confronto è istruttivo e provocatorio. Nella maggior parte dei casi, gli esempi de-scritti sono progetti di piccole dimensioni che traggono forza espressiva proprio dal fatto di essere limitati dall’essenzialità oppu-re dal fatto che si integrano armoniosamente nel contesto in cui si trovano tramite i mate-riali. La moderna villa di Madrid presentata a pag. 639 deriva la propria sofisticata com-plessità formale dall’inserimento di prodotti standard talvolta acquistati nei centri brico-lage. Jan Knipper descrive un approccio ben più radicale nei confronti dei materiali con il saggio sui nuovi prodotti derivati da rifiuti in India a pagina 582. Christian Schittich

Discussione

Pagina 582India: nuovi prodotti per l’edilizia derivati da materiali di scarto.Jan Knippers

Chiunque la visiti viene sopraffatto dalla sua incredibile complessità culturale. Punto d’in-contro ed origine dei più diversi popoli e delle più diverse culture, l’India si riallaccia a tradizioni millenarie. L’Induismo, il Buddi-smo e il Jainismo, le religioni indiane più diffuse traggono origine e sviluppo dall’anti-chissima cultura vedica. Per quasi 200 anni

fino al Medioevo, l’India settentrionale è stata vittima costante delle razzie perpetrate da popolazioni arabe ed è stata dominata dai Mogol di religione islamica. A partire dal XVII secolo, l’India è assoggettata al dominio coloniale inglese sull’intero territo-rio. L’India riesce ad accogliere gli influssi stranieri esercitati nel tempo trasfigurandoli, senza tuttavia intaccare la propria identità culturale. L’India seduce il visitatore occi-dentale per la coesistenza di diversi popoli, lingue e religioni.

“Squatter Settlements”

La coesistenza multiculturale pacifica alla base della filosofia di vita induista pervade tutta la società caratterizzata da caste che si intrecciano sul piano economico ma che a livello sociale sono rigorosamente separa-te. Nelle città vive un’élite cosmopolita a contatto con il 75 % della popolazione che sopravvive in condizioni talvolta di estrema povertà. Il fatto genera di conseguenza un’intensa pressione migratoria sui centri urbani. Nelle città, su terreni di scarso valore econo-mico, lungo le sponde di fiumi, lungo la fer-rovia e le strade o nelle aree industriali non occupate sorgono insediamenti indipendenti di estrema semplicità (imm.1) che gli indiani chiamano “Squatter Settlements”. Rispetto agli anni ’60, la popolazione urbana che vive negli “Squatter Settlements” è salita dal 20 al 50 %. In seguito alla Proclamazione dell’Indi-pendenza (1947), lo Stato tenta di rimediare alla situazione predisponendo ai margini della periferia urbana spazi per la residenza particolarmente vantaggiosi. Tuttavia, spes-so i residenti vendono le residenze e rico-minciano a costruire “Squatter Settlements” nelle vicinanze del luogo di lavoro. Negli anni ’70, il programma “Slum Improve-ment” dimostra tolleranza nei confronti degli insediamenti con l’obbiettivo di migliorarne la funzionalità tramite infrastrutturL’iniziativa fallisce di fronte al rapido incre-mento del numero di abitanti degli slums e alla ristrettezza di mezzi economici a dispo-sizione. Oggi gli slums, nonostante siano stati edificati 30 o 40 anni fa, non hanno ap-provvigionamento idrico ed elettrico ufficiale né un sistema di smaltimento rifiuti.

Progetto di ricerca ad Ahmedabad

In occasione del progetto di ricerca “Re-cycled Building Materials for a Sustainable Environment in India” l’Istituto di progettazio-ne edilizia e di strutture portanti” (ITKE) ha svolto un’indagine insieme ad altre due istituzioni prendendo come modello di me-tropoli indiana Ahmedabad. Al centro dell’in-dagine stanno le condizioni sociali ed eco-nomiche ma anche le forme architettoniche e le tecnologie costruttive impiegate. La col-laborazione con partner indiani si è realizza-ta durante un workshop della durata di un

anno alla Vastu Shilpa Foundation. Per due mesi alcuni studenti europei sotto le direttive degli architetti indiani Balkrishna Doshi e Ya-tin Pandya hanno preso in esame il “Low Cost Housing” e adeguate tecnologie co-struttive. Da questa esperienza è nato il pro-getto di sviluppo promosso dall’Unione Eu-ropea ad Ahmedabad.Ahnedabad, città di 4 milioni di abitanti, è centro dello Stato Federale Gujarat, una delle regioni economicamente più dinami-che situata nell’area occidentale del conti-nente. Si tratta di una metropoli che ben rap-presenta le città a crescita rapida del sud-est asiatico che negli ultimi anni hanno modificato radicalmente il proprio volto. A cavallo del secolo, l’immagine delle strade era ancora improntata da un’incredibile via vai di motorini, mucche e venditori ai lati del-la strada. Da quel momento in poi, la città si è dilatata drammaticamente nelle periferie: nel centro sono spuntate come funghi cate-ne occidentali di fast food, cinema multisala, uffici a torre in vetro e altre icone del mondo global. La città è conosciuta per le architetture di Le Corbusier, Louis Kahn e per alcuni edifici progettati da Charles Correa, Balkrishna Doshi e da giovani architetti sconosciuti in Europa. Nessuno però si preoccupa di che cosa succede quando un immigrato arriva dalla campagna in città: alla ricerca di un lavoro, l’immigrato inizialmente cambia spesso luogo di pernottamento. Quando finalmente ha raggiunto le condizioni essenziali per vivere, costruisce un semplice riparo vicino all’insediamento più prossimo al luogo di lavoro. Per questa ragione gli Squatter Settlements si distribuiscono nell’intera area urbana estendendosi persino ai quartieri abbienti di Ahmedabad dove molti lavorano come do-mestici. Nel momento in cui incrementa il reddito, l’immigrato inizia ad investire in alimenti e vestiti. Solo, però, quando la fami-glia cresce e si incrementa il guadagno, gradualmente si procede a migliorare l’alloggio.Nell’ambito di un diploma di laurea è stato realizzato il censimento di diversi insedia-menti di Ahmedabad da cui si deduce che quando viene raggiunto un certo livello co-struttivo, si preferisce investire in elettronica o nell’automobile: si vedono baracche senza finestre o bagni ma con connessione inter-net e computer. Anche negli insediamenti più datati, abitati da persone con livello eco-nomico relativamente buono è raro che si in-vesta in immobili che una volta ristrutturati possano essere definiti stabili ed impermea-bili alle intemperie. Nella maggior parte dei casi, le strutture so-no erette da chi vi abita che attinge da di-verse fonti per procurarsi i materiali di co-struzione. Una delle fonti per il recupero di materiali da costruzione è senz’altro costitui-ta dai rifiuti urbani. In città circa 25.000

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∂ 2008 ¥ 6 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 7

“Ragpicker” raccolgono materiale di rifiuto riutilizzabile direttamente dalla strada ven-dendolo già selezionato ad intermediari. Rifiuti di qualità come giornali o bottiglie vengono acquistati dai commercianti di rifiuti o “Kabariwallas” di porta in porta (imm.3). Bidoni di lamiera o sacchi di juta o di tele sintetiche vengono usate sino al logoramento per poi essere utilizzate negli slums come materiale da costruzione (imm.4). La maggior parte dei materiali da costruzio-ne degli Squatter Settlements provengono dalla demolizione di vecchie case. Strato dopo strato i materiali vengono separati, se-lezionati, puliti e venduti (imm.2). Nell’ambito del progetto è stato studiato at-tentamente il ciclo seguito dai materiali. Cir-ca l’85% dei mattoni recuperati dalle demoli-zioni finiscono nella costruzione di slums, mentre componenti come porte e finestre usate vengono vendute agli strati sociali a reddito elevato e solo il 10% di questi ven-gono impiegati negli Squatter Settlements. Il commercio di materiali di recupero e di materiali per la costruzione di Squatter Set-tlements è parte di una rete che fornisce alle classi meno abbienti materiali da costruzio-ne economici offrendo contemporaneamen-te un reddito a chi li recupera, li seleziona e li commercializza. Dal momento che i materiali residui recupe-rati non subiscono successive lavorazioni ma vengono utilizzati nella costruzione nello stato in cui si trovano, il valore aggiunto è li-mitato.

Nuovi materiali, nuove strategie

I Ragpicker raccolgono dalla strada qualsia-si cosa che potrebbe avere un valore. La nettezza urbana stocca i rifiuti e li inceneri-sce senza preoccuparsi di riciclarli. I due si-stemi si supportano a vicenda pur essendo al contempo socialmente ed economica-mente diversi. I materiali plastici stanno so-stituendo i tradizionali contenitori come i sacchi di juta o i bidoni di olio in metallo. A differenza di lamiera e sacchi, i rifiuti plastici non possono essere utilizzati direttamente come materiali da costruzione. Inoltre, non

sono solo i privati a produrre rifiuti; anche grandi industrie e società di produzione dell’energia elettrica producono una quanti-tà impressionante di nuovi tipi di rifiuti come ad esempio le ceneri volatili prodotte in grandi quantità nelle centrali a carbone dove vengono separate dai gas di combustione. In Europa, le ceneri volatili idrauliche da de-cenni vengono utilizzate per sostituire il ce-mento. Migliorano la stabilità del calcestruz-zo e trovano impiego nella produzione di blocchi di gasbeton e silicato di calcio. In In-dia lo sviluppo è emerso in tempi relativa-mente recenti. In maniera simile, ogni anno potrebbero essere trasformati anche i rifiuti dalla produzione di alluminio, circa 4 milioni di tonnellate di fango rosso con contenuto di ferro e silicio che solitamente vengono stoc-cate in enormi discariche. Da qualche tem-po, in India vengono prodotte pietre di quali-tà e piastrelle. Il nostro partner indiano, Vastu Shilpa Foundation ha eretto nel più antico slum di Ahmedabad un fabbricato in cui sono stati introdotti diversi tipi di pietra e altri prodotti in materiali di recupero come bottiglie di ve-tro e di plastica (imm.5–7). Il “Manav Sadhna Activity Centre” dispone di aule per la didattica e per le attività artigia-nali comuni nell’insediamento di Rama Pir Tekra. L’edificio è stato autocostruito dagli abitanti dello slum che non solo hanno rica-vato guadagno dall’attività ma hanno anche accumulato esperienza con i nuovi materiali da costruzione economici.

Recupero e riuso di plastiche

La pietra e i materiali simili ricavati dalle ce-neri volatili possono essere prodotti in pros-simità delle discariche e degli impianti indu-striali. I processi produttivi implicati sono relativamente semplici e consentono l’impie-go di manodopera non addestrata e solo li-mitatamente richiedono lavorazioni artigia-nali. Per gli abitanti degli slums urbani non c’è prospettiva economica a lungo termine. La materia prima deve essere trasformata in piccole aziende decentralizzate senza la ne-cessità di impiegare grandi investimenti di macchine. In occasione del progetto di ri-cerca, abbiamo valutato se trasferendo in maniera mirata le tecnologie europee, il ri-sultato potesse essere lo sviluppo di nuovi prodotti per l’edilizia. La più grande sfida tecnologica è l’impiego di rifiuti plastici che giacciono lungo le strade sotto forma di materiale da involucro. Particolarmente utili sono i recipienti di plastica usati e le pellicole di fatto molto costose che vengono raccolte, pulite dai ragpicker per essere rivendute agli interme-diari. Spesso accade che solo grandi aziende di riciclaggio, alquanto rare in India, riescano ad utilizzare i rifiuti di plastica che sono rovi-nati, sporchi e logori.

Il progetto di ricerca si è occupato della tra-sformazione di rifiuti plastici tramite processi semplici adatti anche a piccole aziende. So-no stati sperimentati svariati leganti plastici o a base di sistemi minerali che aprono diver-se prospettive alla trasformazione di mate-riali di recupero. In entrambi i casi, sono sta-ti sviluppati vari prodotti di cui ne presentiamo alcuni:• Pietre da costruzione: uno sviluppo po-

trebbe essere ad esempio la produzione di pietra a partire da ossido di magnesio, fosfato e ceneri volatili che legano nella struttura chiusa e rigida della materia an-che rifiuti organici e plastici. Dal processo di trasformazione derivano elementi da co-struzione stabili al fuoco e all’acqua dotati di elevata portata strutturale.

• Pannelli in bottiglie di PET (tereftalato di polietilene): il procedimento di riciclaggio diretto è possibile solamente utilizzando ri-fiuti termoplastici. La struttura chimica del-la plastica consente diversi fasi di lavora-zione. Il PET è una termoplastica usata spesso anche in India per i contenitori ali-mentari.

E’ completamente riciclabile e durante il pro-cesso di fusione non modifica né la struttura chimica né i requisiti fisici. In occasione del progetto le bottiglie di PET sono state rinfor-zate con fibra di juta e lavorate come pannel-li sandwich con anima in cartone ondulato. La temperatura di fusione del PET (250 °C) può essere raggiunta in maniera relativa-mente semplice da presse a caldo; la cosa invece che rende difficile la trasformazione di PET in piccole aziende è il suo comporta-mento igroscopico: prima di essere ulterior-mente lavorati, tutti i componenti del PET de-vono essere asciugati entro le 24 ore in un forno sottovuoto, altrimenti si verifica la for-mazione di bolle poco estetiche. Dopo lo stampaggio alla pressa, il PET deve essere sottoposto a shock termico di congelamento perché mantenga intatta la struttura amorfa e la trasparenza.• Pannelli in rifiuti di PP: il polipropilene è

una termoplastica parzialmente cristallina utilizzata in India soprattutto per i sacchi di cemento e di riso che una volta rotti ven-gono abbandonati sulle strade. Il PP può essere riciclato più volte senza modificare i requisiti chimici e fisici. Una delle prove realizzate in occasione del progetto di ri-cerca è consistita in un processo di fusio-ne di sacchi di cemento in fibra di PP sot-toposti a pressatura per un’ora alla temperatura di 180–200° C e a successivo rapido raffreddamento (imm.10 a,b).

Dal procedimento derivano lastre rigide opache da cui ricavare le tipiche griglie per le finestre. In maniera analoga è possibile produrre tramite il medesimo processo pro-duttivo un pannello sandwich con anima in cartone ondulato (imm.10 c). • Pannelli di poliestere: il poliestere è un

materiale relativamente economico che si può lavorare a temperatura ambiente sen-

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8 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 6 ∂

za rischi per la salute. Durante il progetto di ricerca sono stati prodotti pannelli in cui una matrice di poliestere è stata rinforzata da fibra di juta e di sisal. Allo scopo di ri-durre la parte di poliestere, sono stati in-trodotti frammenti vitrei macinati manual-mente. Il risultato è un pannello ad elevata resistenza e di massima qualità estetica (imm.9) al punto da poter essere utilizzato anche come elemento decorativo. La pro-duzione è realizzabile senza attrezzature meccaniche da piccole aziende.

Nella successiva fase di progetto, la produ-zione dovrà verificare le idee selezionate in vista di un utilizzo tecnico, economico ed ecologico in India.

Prof.Dr.Ing.Jan Knippers, dal 1993 al 2000 ha colla-borato presso Schlaich Bergermann & Partner. Successivamente è diventato Direttore dell’Istituto di progettazione strutturale (ITKE) presso la Facoltà di Architettura e Urbanistica dell’Università di Stoccarda. Collabora con Thorsten Helbig.

Pagina 589Mercato generale KoudougouLaurent Sèchaud

Il Burkina Faso è uno stato dell’Africa occi-dentale che negli anni passati ha vissuto un rapido processo di urbanizzazione. Fino a poco tempo fa, il 90% della popola-zione si distribuiva nelle 8000 località pre-senti nelle aree rurali. Oggi, le due maggiori città del Burkina Faso, la capitale ammini-strativa Ouagadougou e la metropoli del commercio Bobo-Dioulasso registrano un inarrestabile flusso di giovani. Nel 1990, il Governo al fine di arrestare lo spopolamento delle aree rurali, promuove il “Programme de Développement des Villes Moyennes” (PDVM), un programma di svi-luppo con l’obbiettivo di implementare le cit-tà medio-grandi integrando infrastrutture commerciali come i mercati o le stazioni de-gli autobus, considerati propulsori dei piani di sostenibilità. La terza città per grandezza del Burkina Faso, Koudougou a 100 km dal-la capitale, è caratterizzata da un impianto urbanistico coloniale rigidamente ortogonale con ampie sedi stradali. Nella rigida maglia urbana si collocano edifici di semplice fattu-ra che richiamano alle tipologie costruttive rurali della tradizione adattate ad un conte-sto urbano. I corpi di fabbrica disposti su un unico piano e destinati per lo più a famiglie allargate sono composti di stanze raggrup-pate intorno ad una superficie centrale libe-ra. Se in passato, i fabbricati venivano co-struiti completamente in mattoni di adobe, oggi, nonostante il costo elevato, si utilizza soprattutto calcestruzzo. Sia nell’edilizia re-sidenziale che in quella amministrativa e in-dustriale si usano in prevalenza materiali edili importati mentre la copertura in paglia tradizionale viene nella maggior parte dei casi sostituita da coperture in lamiera ondu-

lata di metallo. L’impiego di mattoni di ado-be compresso per la costruzione del nuovo mercato centrale di Koudougou non dimo-stra solo di possedere i requisiti prestazio-nali tecnico-climatici di un materiale edilizio locale ma anche la capacità da parte di un componente semplice di realizzare un’archi-tettura relativamente complessa di volte, cu-pole ed archi.

L’area del vecchio mercato

La partecipazione del PDVM tramite l’ente svizzero “Direzione per lo sviluppo e la coo-perazione” (DEZA) inizia nel 1992. I primi se-gnali di avvio del progetto per il nuovo mer-cato si verificano nel 1997. Due anni più tardi si predispone un comitato di progetto con 12 partecipanti che in cinque mesi svi-luppa un programma di aiuto traducendolo in un primo concetto architettonico. Nel di-cembre 2000 viene presentato il primo pro-getto preliminare dettagliato. Se inizialmen-te, i commercianti avevano proposto di trasferire il mercato in un’ampia area alla pe-riferia di Koudougou, il comitato di progetto propone invece il terreno in posizione cen-trale del vecchio mercato. Per riuscire ad in-sediare un numero massimo di negozi sull’area del vecchio mercato, il progetto prevede un costruito alquanto denso com-posto di unità commerciali di 6 mq: 1155 ne-gozi in 125 fabbricati e 624 piazzole in un’area di 3000 mq, mercato all’aperto, due edifici amministrativi del Comune con uffici e una sala pubblica oltre alle necessarie strut-ture (servizi pubblici, ecc). Il nuovo mercato esteso su una superficie di 29.000 mq si dispone esattamente sull’asse nord-sud. La sua struttura urbanistica si ba-sa su un impianto a griglia. Lungo l’intera larghezza dell’area si dispongono in succes-sione lunghe file di negozi interrotte conti-nuamente che insieme agli edifici commer-ciali sugli assi nord-sud definiscono una complessità di vie e piazze. Nella parte orientale dell’area si colloca il mercato con ampie arcate e cupole dove si distribuisco-no i nuovi banchi degli ambulanti. I due ordini che si vengono a creare deter-minano un ritmo particolare che incrina l’or-dine monotono e denso della ripetitiva suc-cessione di edifici. La struttura permeabile su tutti i lati crea cannocchiali visivi lungo gli

assi longitudinali e trasversali del mercato oltre a garantire una buona circolazione dell’aria e a minimizzare l’ingresso dei raggi del sole dato che quasi ogni edificio crea ombra all’edificio ad esso adiacente.

Realizzazione di un modello

Per testare ed ottimizzare la tecnologia co-struttiva in adobe, è stato costruito per ogni tipologia un modello in scala 1:1: un edificio con otto unità commerciali e sei cupole. I prototipi sono stati costruiti per evitare situazioni equivoche dato che la maggior parte dei membri del comitato non sarebbe stata in grado di leggere le planimetrie del progetto architettonico. La realizzazione ha poi permesso di verificare alcuni particolari costruttivi da cui sono state dedotte un’infini-tà di variazioni tecniche e formali. A titolo di esempio, è stata ampliata la freccia dell’ar-co, ridotto lo spessore delle pareti da 45 a 30 cm e ottimizzata la volta in relazione alla quantità di malta impiegata. Infine, è stato molto utile realizzare un “cantiere di prova” per sondare e definire le capacità della for-za lavoro locale. Il processo costruttivo si è svolto in due fasi comprese tra il gennaio 2001 e il giugno 2002 e tra il maggio 2003 e il giugno 2004.

Cupole e volte in blocchi di adobe

La terra utilizzata per i blocchi in adobe è stata trasportata a mano dalle colline a due chilometri di distanza dal cantiere ed è stata formata a mano comprimendola. Le pareti portanti sono composte di mattoni di adobe di 30 cm di spessore, le volte di mattoni di 14 (nel caso del mercato) o 22 cm (nel caso dei negozi), mentre le pareti divisorie sono spesse 14 cm, i blocchi sono rinforzati con un’addizione, variabile tra dal 4 e 12%, di cemento industriale. Indipendentemente dallo spessore del materiale, i blocchi di adobe sono stati sovrapposti con malta a base di terra. Tradizionalmente in Burkina Faso l’adobe compresso viene usato solo per la costruzione di pareti; in questo caso, è stato utilizzato anche per i solai.In totale, nel progetto sono state costruite 85 cupole, 658 volte a botte e 1425 archi. Dato che sia le cupole che le volte a botte sono state realizzate con la tecnologia delle “volte nubiane”, si è potuto ovviare quasi comple-tamente all’uso di cassaforme lignee. Que-sto aspetto è di particolare importanza in una regione dell’Africa in cui il legno è un materiale molto prezioso. Per proteggere volte e cupole in adobe dalle precipitazioni atmosferiche e dall’esposizione al sole, mini-mizzando anche la successiva manutenzio-ne, si è provveduto a realizzare una pelle in lamiera ondulata zincata. Tra la lamiera di copertura ondulata e la cupola si colloca un’intercapedine aperta che tramite la natu-rale circolazione dell’aria contribuisce a de-terminare condizioni climatiche confortevoli,

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soprattutto durante i periodi di grande cal-do. Nella realizzazione, l’uso del legno è sta-to ampiamente ridotto e limitato alla struttura non a vista della copertura. Il calcestruzzo è stato impiegato nella costruzione delle fon-dazioni, del basamento e per la realizzazione di serbatoi d’acqua ipogei, mentre la lamiera di acciaio -come di prassi in loco- è utilizzata nella realizzazione di portali, griglie e porte interne. I portoni dei negozi sono stati appo-sitamente studiati a ribalta verso l’alto tramite contrappeso. Quando sono abbassati, chiu-dono tutto il fronte del negozio, mentre quan-do sono sollevati creano una sorta di pensili-na di protezione.

Il nuovo mercato generale di Koudougou ha acquisito importanza sia dal punto di vista economico che urbanistico. Un altro aspetto riguarda l’estensione del progetto, che oc-cupa un’ampia superficie di 3 ettari in pieno centro. Per la realizzazione, sono stati creati più po-sti di lavoro rispetto ad un edificio costruito in calcestruzzo. L’intero periodo di costru-zione ha visto la creazione di 2500 posti di lavoro; ogni lavoratore ha prodotto sino a 1000 mattoni al giorno. Sono stati usati ma-teriali da costruzione locale evitando costosi materiali edili di importazione. Le iniziative mirate alla formazione in relazione all’uso di terra come risorsa naturale per l’edilizia ha aperto nuove prospettive a lungo termine. A titolo di esempio, 140 donne che hanno ap-preso l’arte di realizzare cupole, volte a bot-te ed archi con nuove tecnologie, oggi sono imprenditrici in campo edile. La realizzazio-ne del mercato generale di Koudougou è parte di un programma di sviluppo locale che sin dal principio non è stato considerato come un tradizionale progetto commerciale ma come un progetto partecipato da una comunità intera.

1 Planimetria generale Scala 1:2500 5 Sezione trasversale Unità negozio Sezione trasversale Padiglione mercato Scala 1:800 7 Sezione trasversale e longitudinale Unità negozio Scala 1:20011 Prototipo con 8 unità negozio

Laurent Sèchaud, classe 1967, completa gli studi di Architettura nel 1995 presso l’Università di Genf. Lavora ad una serie di progetti architettonici ed urbanistici, prima di entrare in collaborazione con la “Direzione per lo sviluppo e la collaborazione” (DEZA) in Burkina Faso dove prende parte con un team al “Programme de Développement des Villes Moyennes” (PDVM), un programma di sviluppo regio-nale per l’implemento delle infrastrutture nelle città di medio-grandi dimensioni. Nell’ambito di questo pro-getto realizza diversi edifici. Il mercato generale di Koudougou ha ricevuto il Premio Aga Khan di Archi-tettura.

La Swiss Agency for Development and Cooperation (SDC) è l’agenzia responsabile per il coordinamento dello sviluppo internazionale con il Ministero degli Esteri Svizzero.

Pagina 612 Tenda “Desert seal”

Il progetto della tenda gonfiabile per climi caldi e torridi deriva da considerazioni sulle variazioni microclimatiche locali: durante il giorno, più ci si allontana dal terreno, più le temperature diminuiscono. Dall’alto un venti-latore, azionato da un pannello solare flessi-bile, immette costantemente aria fresca. Le batterie accumulano energia per riuscire a spingere verso il basso l’aria calda durante la notte quando la temperatura nei pressi del suolo diminuisce drasticamente. La leg-gera pressurizzazione all’interno stabilizza il bivacco. Davanti e sopra, i ventilatori di alluminio e le valvole di scarico della ventilazione si posi-zionano su elementi in alluminio. Il rivesti-mento in alluminio verniciato a polvere riflet-te la calura diurna. La struttura, che per il trasporto può essere arrotolata, viene gon-fiata con una pompa. Si fissano poi i pic-chetti, viene disposto il materasso ad aria e messo in opera il pannello solare. Il concetto progettuale si basa su un programma di transfer tecnologico dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Gli aspetti importanti del progetto sono: il volume di scarso ingombro e peso della struttura pneumatica, l’uso di ri-sorse locali e la determinazione di un micro-clima interno gradevole in un ambiente esterno ostile.

Schizzo dei componentiAssonometrie Vista complessiva ∙ struttura pneumaticaSequenza di montaggioProspettiScala 1:50(a sinistra le temperature a livello del terreno durante il giorno)

Particolare costruttivo elemento di terminale superioreScala 1:2,5

1 Fune di poliammide 3 mm 2 Anello di acciaio inox 3 Elemento terminale di alluminio 2 mm: lastra di testata con tubolare saldato (tubolare di alluminio incollato con tubolari pneumatici) 4 Tensore, serraggio di sicurezza 5 Struttura portante: tubolari pneumatici di polietilene rivestiti di poliuretano giallo Ø 120 mm 6 Ventilatore 12 V Ø 120 mm 7 Telaio ventilatore 8 Vite M4 di acciaio inox 9 Filtro polvere e sabbia di plastica

10 Coperchio di protezione polvere e sabbia polietilene rivestito di poliuretano giallo11 Polietilene rivestito di poliuretano giallo12 Bordo rinforzato cucitura a doppio cordone13 Pelle esterna di poliestere rivestita di alluminio termoriflettente

Pagina 615Rifugio Olperer, Zillertaler Alpen

Il progettista opta deliberatamente per un concetto spartano di rifugio in risposta al luogo unico sulle Zillertaler Alpen e in consi-derazione delle particolari circostanze di una realizzazione a 2400 metri di altitudine. La casa, realizzata in legno e disposta su due livelli, è un edificio low-tech pensato co-me punto di bivacco per camminatori e sca-latori. Il numero e la quantità dei materiali impiegati nella costruzione è stato ridotto al minimo. Anche le dotazioni impiantistiche sono state minimizzate in vista del fatto che la struttura è usata solo durante l’estate. Nei prossimi anni la caldaia installata sarà cari-cata con la legna residua dalla demolizione dell’edificio preesistente. Il calore disperso necessario alla depurazio-ne delle acque reflue viene riutilizzato dal si-stema di produzione combinata di energia elettrica e calore. Il volume aggetta parzial-mente di 2,5 metri dal muro portante in pie-tra naturale che funge da basamento massi-vo cingendo lateralmente anche la terrazza. Le ampie finestre aprono la sala per gli ospi-ti al piano terra verso la valle e il ghiacciaio. Al piano primo trovano posto semplici came-re per gli ospiti che desiderano pernottare. L’edificio di forme minimali è stato realizzato in elementi di lamellare di abete rosso di 125–176 cm di spessore usati anche per la costruzione della copertura a falde. Gli elementi prefabbricati lunghi 11 metri so-no stati portati sul luogo di cantiere tramite elicottero e montati con semplici tecnologie di assemblaggio. Dato l’uso esclusivamente estivo, la struttura rivestita di scandole li-gnee non è provvista di isolante. Per l’inverno si è invece pensato ad un pic-colo edificio accessorio coibentato eretto a distanza dal fabbricato principale. Le grandi finestre durante l’inverno sono protette da persiane sospese, mentre le finestre con di-mensioni standard hanno persiane a ribalta. La naturale alterazione cromatica del rivesti-

Documentazione

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mento in scandole lignee che sopraggiun-gerà negli anni contribuirà ad un inserimento più equilibrato dell’architettura nella spetta-colarità del paesaggio.

Planimetria generaleScala 1:1000

1 Rifugio Olperer2 Rifugio invernale

Sezioni ∙ pianteScala 1:500Sezione verticaleSezione orizzontaleScala 1:20

1 Scandole di larice tavolato 24 mm listellatura e intercapedine ventilata 100 mm membrana impermeabilizzante elemento in tavole di compensato abete rosso 176 mm 2 Elemento in tavole di compensato abete rosso 78 mm 3 Infisso di legno con vetrata isolante 4 Persiana a battenti di abete rosso massello 25 mm 5 Scandole di abete rosso elemento in tavole di compensato abete rosso 126 mm 6 Giunto fasce di multistrato a tre fogli avvitato nella linea di fresata 110/27 mm 7 Elemento in tavole di compensato abete rosso 148 mm 8 Protezione invernale: anta in massello di legno con inserto sospeso al binario abete rosso massello 25 mm 9 Copertina di lamiera10 Scandola in legno di abete rosso lamellare di abete rosso 98+98 mm con fissaggio a vite11 Elemento in tavole di compensato, abete rosso 166 mm isolamento termico 60 mm rivestimento in tavole di massello di abete rosso piane 20 cm12 Fissaggio a vite13 Soglia di larice 200/50 mm strato bituminoso 5 mm letto di malta 15 mm14 Parete di pietra a spacco 400 mm isolamento termico 60 mm c.a. 200 mm15 Guida in profilo L sul davanzale della finestra16 Giunto incollato17 Scandole di abete rosso elemento in tavole di compensato 148 mm

Sezione Scala 1:20 1 Compensato stratificato a tre fogli di larice 2 Scandole in legno di larice assito 24 mm listellatura ventilazione 100 mm membrana per tetto elemento in compensato di tavole di abete rosso 176 mm 3 Lamiera di rame disposta sotto l’impianto fotovoltaico 4 Estrazione fumi

attraverso la copertura e il camino di ventilazione 5 Trave in compensato di tavole 166 mm 6 Anta di larice massello 25 mm 7 Infisso di legno con vetrata isolante 8 Solaio in elemento in tavole di compensato, abete rosso 148 mm 9 Traversa di lamellare 160/94 mm10 Pannello di compensato stratificato a tre fogli con traversa ed elemento in tavole di compensato incollato 27 mm11 Orditura lignea di larice 50 mm12 Soglia in tavole di compensato 160/94 mm13 Solaio in elemento di tavole di compensato, abete rosso 166 mm14 Giunto, REI 90 banda di pannello stratificato a tre fogli avvitata nella fresatura 200/27+200/2715 Soglia di larice 200/50 mm strato di bitume 5 mm letto di malta 15 mm16 C.a. 200 mm guaina impermeabilizzante coibentazione perimetrale 69 mm

Pagina 620Stabilimento balneare a Kastrup

Un volume scultoreo di forme dinamiche che attirasse l’attenzione dalla terra, dall’acqua e dall’aria: questo era l’obbiettivo degli archi-tetti che hanno progettato il nuovo stabili-mento balneare a Kastrup. Il progetto è stato realizzato a seguito dell’in-tervento di valorizzazione urbana del settore sud orientale di Copenhagen. Il deck di le-gno dello stabilimento balneare sospeso su 150 piloni che pare fluttuare sulle acque del mar Baltico è collegato alla terra ferma da un pontile lungo 100 metri. Sulla piattaforma di balneazione sono disponibili 900 mq at-trezzati per i bagnanti oltre ai servizi pubblici e agli spogliatoi. Il volume scultoreo si apre verso il porto per catturare gli ultimi raggi di sole prima del tramonto e offrire riparo dal vento che soffia dal mare. La parete perime-trale a palizzata non è continua e si alterna ad aperture vetrate che rivelano prospettive su Öresund e la costa svedese. Rari partico-lari e pochi materiali definiscono una struttu-ra semplice realizzata in Bongossi un’essen-za che mantiene stabilità anche in ambienti salmastri con durata simile a quella dell’ac-ciaio.

Prospetto sudPiantaScala 1:500Planimetria generale Scala 1:7500

1 Pontile2 Panche3 Docce4 Spogliatoio5 Deposito detersivi6 Spiaggia7 Piattaforma balneare8 Cabine e servizi

Sezione verticaleSezione orizzontaleScala 1:50

1 Rivestimento panca/pavimento: tavole di bongossi 30 mm 2 Profilato in legno di bongossi 125/125 mm 3 Irrigidimento diagonale in bongossi 100/120 mm 4 Trave longitudinale in bongossi 100/200 mm 5 Impermeabilizzazione su pannello di compensato 9 mm 6 Montanti parapetto in piatto di acciaio 60/10 mm 7 Traversi in barre tonde di acciaio 34 mm 8 Tavolato in larice 22 mm 9 Tavolato in bongossi 30 mm listellatura 22 mm tavolato di larice 22 mm10 Infisso in legno di ciliegio con vetro isolante11 Trave trasversale principale in legno di bongossi 2≈ 100/200 mm12 Montante in bongossi 200/200 mm13 Molo sommerso14 Rivestimento in tavole di bongossi 30 mm impermeabilizzazione listellatura impregnata 20 –70/50 mm rivestimento in compensato 12 mm montanti impregnati 45/95 mm con lana minerale interposta 100 mm rivestimento in compensato 12 mm laminato HPL 8 mm

Pagina 624Casa a Cahuita, Costa Rica

Immersa nella lussureggiante vegetazione della costa caraibica del Costa Rica, “Casa Kike” è un padiglione isolato composto di due corpi di fabbrica collegati da un pontile. Il rifugio dello scrittore è il volume più gran-de: uno studio e una biblioteca, la scrivania e il pianoforte; la camera da letto e il bagno

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sono invece nell’edificio più piccolo. Il ponti-le implementa l’area giorno all’aperto. Un edificio preesistente sulla proprietà comple-ta il complesso residenziale con cucina e camera degli ospiti. Il progetto offre l’oppor-tunità di realizzare un’architettura di concet-to contemporaneo costruita usando metodi costruttivi tradizionali e materiali locali. Dal punto di vista costruttivo, l’edificio ha una struttura in montanti di legno con copertura in lamiera ondulata. La ricerca formale si è svolta invece con l’ausilio di moderni pro-grammi informatici a partire da un’analisi cli-matico-funzionale delle condizioni ambienta-li. L’analisi prende in considerazione anche la vista sul mare, le modalità di ombreggia-mento e la brezza marina come elemento di naturale ventilazione degli interni. Il progetto non ha previsto l’abbattimento di alberi sulla proprietà. Ad una più attenta osservazione, l’apparente semplicità formale dei due volu-mi rivela una complessità geometrica: la for-ma a parallelogramma in pianta, la medesi-ma struttura per le pareti perimetrali e per la copertura. Un doppio ordito di travi a forma-re una maglia romboidale costituisce la struttura delle pareti perimetrali e della co-pertura che aggetta su entrambe le facciate ed è inclinata in due sensi. Il taglio inclinato della pianta consente un andamento oriz-zontale dei canali di gronda e la disposizio-ne di porte scorrevoli sulla facciata in vetro.

SezionePianta ccala 1:250

1 Studio2 Passerella di collegamento3 Bagno4 Camera

Planimetria generale, scala 1:2000

1 Lamiera ondulata rivestita di plastica listellatura di legno 50/50 mm distanziatore dell’orditura lignea 50/50 mm impermeabilizzazione on cartone per copertura a due strati con pellicola di alluminio listellatura di legno orizzontale 20/50 mm isolamento termico negli spazi intermedi (ovatta/strati di materiale espanso/ ogli riflettenti) 20 mm barriera al vapore in foglio di PE rivestimento di tavole maschiate 150x25 mm a giunti sfalsati 2 Montanti di legno di alloro verticali o inclinati di 10° 50/200 mm 3 Porta scorrevole lamelle di vetro 100 mm 4 Elemento con lamelle di vetro 100 mm fisse 5 Fissaggio guida porta in profilo L di acciaio 125/75/6 mm 6 Trave copertura in legno di alloro 50/400 mm 7 Trave del tetto in legno di alloro parallela alla facciata di vetro

(orizzontale) 50/400 mm 8 Canale di raccolta acqua piovana lamiera di zinco piegata 9 Elemento di legno appoggio per il canale puntuale per consentire la circolazione dell’aria10 Rete parainsetti fissaggio chiodiato a listello11 Listello di copertura 20/20 mm12 Tavole pavimento in legno di cachimbo 25/420 mm trave in legno di alloro

Sezione scala 1:20 1 Lamiera ondulata rivestita di plastica listellatura di legno 50/50 mm distanziatore dell’orditura lignea 50/50 mm impermeabilizzazione con cartone per copertura a due strati con pellicola di alluminio listellatura di legno orizzontale 20/50 mm isolamento termico negli spazi intermedi (ovatta/strati di materiale espanso/ fogli riflettenti) 20 mm barriera al vapore in foglio di PE rivestimento in tavole maschiate 150 ≈ 25 mm con giunti sfalsati 2 Montanti in legno di alloro verticali o inclinati di 10° 50/200 mm 3 Trave di bordo doppia, in alloro 50/400 mm 4 Elemento di giunzione angolare in lamiera ondulata curvata 5 Trave copertura in legno di alloro 50/400 mm perpendicolare a parete laterale (inclinata) 50/400 mm 6 Trave del tetto in legno di alloro parallela alla facciata di vetro (orizzontale) 50/400 mm 7 Tavole pavimento in legno di cachimbo 25/420 mm trave in legno di alloro 50/200 mm 8 Profilo inferiore di chiusura 50/50 mm 9 Profilo di alluminio L 30/30 mm10 Rete parainsetti

Pagina 629Casa sulla spiaggia a Nandgaon, India

Immersa nei brevi palmeti che caratterizza-no la regione lungo le coste a sud di Mum-bai, la casa sulla spiaggia si adagia sotto le palme più alte creando un rifugio per gli abi-tanti di Mumbai al riparo dall’isteria metropo-litana. I volumi allungati e sottili si dispongono ri-spettando l’impianto vegetativo del palmeto densamente piantumato al punto da non consentire l’impiego di mezzi pesanti duran-te la realizzazione. Gli artigiani usano materiali reperibili in loco

abbinandoli alle tecniche costruttive tradizio-nali. Per l’irrigazione del palmeto si attinge -come di consueto- dall’acquedotto mentre dalle fonti proviene l’approvvigionamento idrico per le unità d’abitazione. La piscina disposta longitudinalmente fissa il punto me-dio della corte delimitata dalle due stecche leggermente inclinate tra loro. I diversi ele-menti di facciata che a seconda dell’orienta-mento alternano parti chiuse e trasparenti, da un lato proteggono dalle intemperie e preservano la privacy, dall’altro offrono la vi-sta verso il mare, le palme e la corte. La brezza del mare raffresca la casa e le palme la ombreggiano.

Axonometria

1 Ain (legno tropicale locale)2 Teak3 Rame4 Palma Palmyra5 Vetro monolitico di sicurezza

PianteSezioni scala 1:250

1 Soggiorno 2 Bagno 3 Sala lettura 4 Piscina 5 Canale per l’impianto di irrigazione 6 Stazione di pompaggio 7 Fonte 8 Cucina/area pranzo 9 Camera 10 Soppalco notte11 Cabina doccia all’aperto

Sezione scala 1:20

1 Lamiera di alluminio compensato marino in pendenza 19 mm intercapedine/ nervature in compensato marino compensato marino 19 mm 2 Scossalina in lamiera di rame strato di schiuma 6 mm compensato marino 19+19 mm strato di schiuma 6 mm canale di raccolta acque piovane in alluminio 3 Doccione di rame 4 Trave perimetrale in legno di ain 150/230 mm 5 Trave trasversale in legno di ain 75/150 mm 6 Lamelle in legno di palma palmyra 15/75 mm profilo rifinito a mano 7 Tavole in legno di tek 20/100 mm 8 Tavole di rivestimento inclinate sovrapposte in legno di ain 19 mm montanti in legno di ain compensato 12 mm rivestimento interno in tavole di ain 12 mm 9 Fascia di ottone 5 mm10 Malta di cemento pigmentata 50 mm c.a. 200 mm11 Rivestimento in lamiera di rame12 Angolare di acciaio 150/115/12 mm13 Fondazioni in pietra a spacco basalto

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12 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 6 ∂

14 Vetro di sicurezza rivestito 12 mm15 “Jharoka” o bovindo: lamiera di rame su legno di tek massello 38 mm16 Lamelle in legno di tek mobili inserite in telaio di tek17 Lamiera di rame compensato marino 6 mm lamiera di acciaio piegata 3 mm compensato incollato lamiera di rame18 Guida di scorrimento porta scorrevole e a libro di alluminio

Pagina 634Casa ad Andalue, Chile

Andalue è un sobborgo della città cilena di Concepción sorto 15 anni fa come insedia-mento caratterizzato da una tipologia di edi-fici disposti su due livelli con copertura a doppia falda cui questa casa rinuncia, riva-lutando il piano mansardato e incrementan-do di conseguenza la superficie lorda. L’edificio residenziale pensato per un com-mittente single è completamente rivestito di lamiera zincata di alluminio ondulato; il volu-me è scandito solo da una terrazza e dai te-lai delle finestre marrone scuro che contor-nano le ampie ma irregolari aperture a livello con il piano di facciata. La luce penetra da diverse angolazioni nello spazio di soggior-no parzialmente distribuito su due livelli. Dall’esterno, le prospettive inusuali attraver-so il profondo vuoto interno dietro i quadrati delle finestre fanno sembrare la casa vuota. La semplice struttura di acciaio è prodotta in profili di tre diverse sezioni. La pianta evi-denzia uno spazio intermedio compreso tra la superficie abitativa e la pelle esterna dove si concentrano connettivo, servizi e depositi. Lo spazio intermedio implementa il carattere privato degli interni. Solo la terrazza si apre verso l’esterno.

Sezioni ∙ Piante Scala 1:200Assonometria senza scala

1 Cucina/pranzo2 Soggiorno3 Deposito4 Camera5 Vuoto6 Bagno7 Studio

Assonometria struttura in acciaioSezione verticale Sezione orizzontaleScala 1:20

1 Lamiera di acciaio ad aggraffatura verticale laccata 0,5 mm barriera al vapore pannello di MDF 20 mm profilo di acciaio fi 100/50/3 mm vuoto profilo di acciaio IPE 240 profilo in legno di pino 50/100 mm isolamento termico in lana minerale 100 mm cartongesso tinteggiato 15 mm 2 Profilo di acciaio fi 100/50/3 3 Isolamento termico ed acustico in lana minerale 50 mm profilo di acciaio IPE 240 4 Vetrata fissa float 4 mm + intercapedine 6 mm + float 4 mm in telaio di alluminio anodizzato scuro ¡ 42/30 mm 5 Telaio di alluminio anodizzato scuro ¡ 42/30 mm 6 Lamiera ondulata alluminio-zinco 0,5 mm freno al vapore pannello MDF 20 mm isolamento termico in lana minerale 100 mm cartongesso tinteggiato 15 mm 7 Armadio a muro in pannelli di MDF 15 mm tinteggiato bianco su struttura non a vista di MDF 8 Massetto rivestito di resina epossidica 25 mm c.a. 80 mm su lamiera grecata di acciaio 0,8 mm profilo IPE 240 profilo in legno di pino 50/70 mm isolamento termico di lana minerale 50 mm cartongesso tinteggiato 15 mm 9 Ante di apertura float 5 mm + intercapedine 5 mm + float 5 mm in telaio di alluminio anodizzato scuro ¡ 25/25 mm 10 Top cucina in acciaio inox 0,5 mm11 Massetto con rivestimento in resina epossidica 25 mm piastra pavimento in c.a. 100 mm materassino impermeabilizzante 5 mm letto di ghiaia 100 mm

Pagina 639Casa unifamiliare , Madrid

L’arancio fanale di una cupola in plexiglas e l’enfasi organicista della pianta sembrano ci-tazioni di un’architettura anni ’70. Il progetti-sta non modella il terreno intorno al proprio concetto di progetto ideale ma sviluppa la forma architettonica in sintonia con le strut-ture esistenti e l’andamento del suolo, spro-

fondando il corpo di fabbrica di 90 cm nel terreno. La scelta ha da un lato evitato l’impiego di escavatori di grande dimensione, cosa che sarebbe stata antieconomica e avrebbe ri-schiato di deteriorare l’ambiente. Dall’altro, la soluzione ha consentito di crea-re un elemento di connessione fra zona gior-no e notte con l’area all’aperto. La terra e gli alberi contrastano il surriscaldamento estivo, la superficie di copertura rivestita di gomma rossa o nera diventa un’ampia terrazza. Il rivestimento in legno del parapetto di cal-cestruzzo è riutilizzato per rivestire l’imbotte delle finestre: ne deriva una continuità visiva della parte superiore ed inferiore del muro. Diversi particolari costruttivi dimostrano la tendenza a scelte dettate dalla spontaneità, soluzioni non complicate ed “imperfette”. Dove la qualità formale e tecnica lo consen-te, vengono integrati diversi materiali da co-struzione acquistati nei centri di edili, mon-tandoli come sono. Gli architetti rispondono infine anche alla richiesta di disporre una protezione solare aggiuntiva, ma invece di progettare soluzioni complesse fanno pian-tare altri alberi.

Sezioni ∙ Pianta Scala 1:250

1 Ingresso2 Disimpegno3 Soggiorno e pranzo4 Cucina5 Corte centrale6 Corridoio7 Camera8 Bagno9 Cabina armadio

Sezioni scala 1:10

1 Lucernario a cupola di PMMA 10, mm fisso 2 Guarnizione perimetrale 1,5 mm 3 Anello in lamiera di acciaio zincato 8 mm 4 Chiusura ad arco lucernario a cupola acciaio 5 mm 5 Lucernario a cupola di PMMA 10 mm a ribalta verso il basso 6 Strato di rivestimento EPDM 10 mm copertura praticabile caucciù riciclato 50 mm lastra copertura 30 mm strato di separazione guaina impermeabilizzante in PVC pannello in fibra di cemento 50 mm isolamento in poliuretano 50 mm tinteggiatura 7 Lamiera di acciaio 3 mm isolamento in polistirolo 20 mm lamiera di acciaio 3 mm 8 Tavolato di legno 22 mm 9 Lamiera di acciaio 4 mm10 Telaio in tubolari di acciaio | 40 mm11 Lamiera di acciaio12 Vetrata fissa 6 mm sigillata esternamente c con silicone13 Lamiera di acciaio14 Impermeabilizzazione telo filtrante 2 mm

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∂ 2008 ¥ 6 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 13

c.a. 250 mm isolamento in PS 50 mm15 Linoleum 3 mm massetto 80 mm16 Piastra pavimento in c.a.

Sezioni scala 1:10

Sezione orizzontale • Sezione verticale scala 1:10

1 Strato di rivestimento EPDM 10 mm copertura praticabile caucciù riciclato 50 mm lastra copertura 30 mm strato di separazione guaina impermeabilizzante di PVC pannello in fibra di cemento 50 mm isolamento di poliuretano 50 mm tinteggiatura 2 Lamiera di acciaio 4 mm isolamento di polistirolo 50 mm tavolato di legno 22 mm 3 Angolare di acciaio 90/90/9 mm con gocciolatoio 4 Barra di acciaio | 10/10/3 mm 5 Impermeabilizzazione in neoprene 6 Telaio/anta porta profilo di acciaio L 50/30/5 mm 7 PMMA 15 mm 8 Guida per avvolgibile nel telaio della porta 9 Solaio di legno 30 mm10 Calcestruzzo in pendenza11 Linoleum 3 mm massetto 80 mm pannello pavimento di c.a.

Pagina 644Cappella a Palmela, Portogallo

Serenità e silenzio dominano lo spazio della cabina di trasformazione collocata su un terreno ad uso agricolo a Palmela a sud est di Lisbona. In seguito al cambio di destina-zione d’uso dell’area in centro religioso, il volume tecnico è stato convertito in sala di preghiera. L’involucro in rete composto di profili in acciaio ad L e tiranti in acciaio inox che cingono il cubo su tre lati è l’unica addi-zione al volume preesistente. La rete percor-re un perimetro ad U che crea il sagrato. L’aula liturgica è illuminata attraverso un nuovo lucernario ritagliato nell’involucro. Un’altra apertura presente nella cabina di trasformazione a 20 cm dal pavimento, ac-canto all’ingresso, impedisce ai fedeli una prospettiva diretta incrementando il caratte-re introverso dello spazio. L’interno, rivestito in cartongesso tinteggiato bianco, contrasta con la facciata esterna intonacata scura. Al-lestimenti minimali per lo spazio liturgico: un

altare in larice cinto su tre lati da panche realizzate nella medesima essenza. Negli anni, la gabbia che cinge la cappella sarà completamente coperta da rampicanti e lo spazio di preghiera si dissolverà visivamente nel parco.

Pianta ∙ Sezioni scala 1:100

1 Sagrato2 Panca di legno perimetrale3 Altare4 Ex-pilone dell’alta tensione

Sezioni scala 1:20

1 Vetrata isolante 4 + intercapedine 8+4 mm 2 Canale di raccolta acqua di condensa 3 Guaina bituminosa impermeabilizzante solaio esistente c.a. 125 mm intonaco esistente 15 mm controsoffitto sospeso: lana minerale 30 mm cartongesso tinteggiato bianco 15 mm 4 Pittura bituminosa 5 Intonaco esterno esistente 15 mm muratura esistente 200 mm intonaco interno esistente 15 mm lana minerale 30 mm cartongesso tinteggiato bianco 15 mm 6 Porta d’ingresso vetrata isolante in telaio in acciaio | 40/40/2 mm irrigidito con piatti di acciaio 7 Profilo in acciaio piegato ∑ 60/60/6 mm 8 Panca in larice 30 mm struttura nascosta in profili in acciaio ∑ 60/60/6 9 Tavolato in larice 30 mm trave in legno di pino 75/100 mm massetto 50 mm piastra pavimento c.a. esistente 250 mm10 Gabbia in funi di acciaio inox Ø 2 mm

Tecnologia

Pagina 652Costruire con il bambùChristoph Tönges

Attualmente il bambù, uno dei più antichi materiali da costruzione, sta vivendo in Oc-cidente un periodo di fioritura. La predilezione per il bambù deriva dal fatto che non si tratta di un materiale di origine europea e che non ha trovato nessuna ap-plicazione a livello tradizionale. I designer ne prediligono l’aspetto naturale e primigenio, gli ingegneri ne stimano i requi-siti meccanici. Mentre in Asia il bambù è un materiale edile e rappresenta una materia di importanza ben superiore al legno, in Euro-pa i requisiti del bambù e le soluzioni appli-cative sono pressoché sconosciute.

Introduzione

Il bambù cresce in tutto il globo nella zona tra il Tropico del nord e il Tropico del sud; è una pianta endemica in tutti i continenti tran-ne che in Europa dove si è estinta durante l’ultima glaciazione, 11.500 anni fa. Il bambù ha raggiunto ampia diffusione in Asia e in Sudamerica, appartiene alla fami-glia delle Graminacee o Poaceae che com-prende ad esempio anche il riso, il mais, il grano e la canna da zucchero. Il bambù co-stituisce però una famiglia a sé, quella delle Bambusoideae.

Crescita

Il bambù possiede una radice ramificata composta di segmenti o fusti sotterranei det-ti “rizomi”. Ogni anno i bambù sviluppano novelli rizomi alimentati dal sistema di radici e dagli steli cresciuti. Dopo due o tre anni, i gambi lignificano e dopo otto o dieci anni muoiono. La lignificazione del bambù è fondamentale per il suo uso come materiale da costruzio-ne. L’ordito di radici costituisce un’importan-te protezione all’erosione del terreno e favo-risce l’accumulo di umidità. Il bambù ha un’elevata velocità di crescita al punto di es-sere considerato una delle piante a crescita più rapida. A seconda del tipo raggiunge l’altezza massima in un periodo che va da una setti-mana a qualche mese. Il diametro dei fusti va da pochi millimetri a 30 cm. In media la lunghezza dei fusti va da 8 a 15 metri, da 5 a 12 cm di diametro, mentre lo spesso-re della parete dei fusti raggiunge al massi-mo 10 mm. La crescita in lunghezza dei fusti va da 10 a 40 cm al giorno. A Kyoto nel 1956 è stato raggiunto il record di 121 cm. Sebbene ligni-fichi, il bambù non può essere considerato legno nel vero senso della parola, dal mo-mento che non è presente una crescita di spessore. Tuttavia può essere assimilato alla categoria del “legno” per i requisiti tecnici e la struttura delle celle lignificate molto simili al tessuto ligneo.

Il taglio

Scegliere il momento più opportuno per il ta-glio è decisivo per la qualità del materiale che si desidera ottenere, dato che solo i fu-sti lignificati da circa tre anni raggiungono la rigidezza necessaria all’uopo. L’età del fusto non si riconosce facilmente; è necessaria molta esperienza o il ricorso al contrassegno regolare di ogni fusto. Se i fu-sti vengono tagliati troppo in anticipo, non solo si ricava materiale di bassa qualità, ma si compromette anche lo sviluppo della pianta per il fatto che i fusti tagliati trattengo-no ancora le riserve di energia necessarie per la rigenerazione della pianta. Il momento più adatto per il taglio è dopo il getto di nuo-vi rizomi, quando l’energia accumulata è già stata utilizzata.

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14 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 6 ∂

Costruzione

L’asta di bambù è pronta per l’uso pratica-mente dopo il taglio e per questo costituisce un esempio di uso efficiente del materiale: a parità di superficie di sezione, un tubo vuoto possiede un momento doppio in confronto ad un’asta piena. Il momento insieme alla ri-gidezza del materiale sono valori che defini-scono la resistenza di un materiale edile sot-toposto a sollecitazioni di compressione e di flessione. Per lo più vuoto, il bambù si compone di nodi, internodi e setti. Nella parte bassa, da un lato le pareti sono più spesse, dall’altro i setti di irrigidimento hanno una disposizione più ravvicinata (imm.2). Gli internodi del bambù sono composti di fi-bre con disposizione assiale che in corri-spondenza dei nodi si incrociano in tutte le direzioni. Le fibre esterne sono rivestite da una superficie o pelle estremamente spessa e resistente. Di solito la pelle esterna è molto lucida e ap-pare come rivestita da una lacca a protezio-ne da danneggiamenti chimici e meccanici o da parte di insetti. La superficie del fusto inizialmente è verde, successivamente tende al giallo, poi parzial-mente da marrone a nero, colorato in spes-sore o caratterizzato da una puntinatura irre-golare; può essere opaca o lucida.

Requisiti del materiale

I valori che definiscono i requisiti del bambù si differenziano dal tipo e dalla lunghezza del materiale. Una differenza importante è data dalle fibre a disposizione parallelo-assiale. Come nel caso di fessurazioni trasversali nel legname massello, un processo di essicca-zione troppo rapido o un microclima caldo-umido possono essere causa di fenomeni fessurativi. I requisiti tecnico-meccanici spesso sono descritti come estremamente vantaggiosi e il materiale viene paragonato all’acciaio da costruzione. L’elevata elastici-tà del bambù lo rende un materiale con buon comportamento antisismico. Il bambù è combustibile ma non infiammabile.

Tipi di bambù in commercio

I fusti di bambù vengono importati da diversi paesi di origine in differenti dimensioni e co-lori, tagliati, trattati ed essiccati. Il processo di essiccazione è importante per garantire un trasporto senza rischio di deterioramento dal momento che la materia prima rimane per sei settimane chiusa in un container non aerato. La specie più commercializzata è quella del Phyllostachys con diametro da 10 a 180 mm e lunghezza fino a sei metri. I bambù cinesi vengono classificati con il termine “Moso” sebbene la definizione raccolga diverse specie vegetali. Il diametro e lo spessore delle pareti dei fusti diminuisce verso l’alto

conferendo una forma conica che varia in relazione alla specie. Il bambù latinoamericano Guadua ha un fu-sto leggermente rastremato di diametro 100-150 mm, una superficie della sezione relativamente grande e cresce diritto, motivo per cui risulta molto adatto alla costruzione di strutture portanti. La sua superficie è liscia e opaca. Tra le specie di bambù in commercio rare e di un certo valore si annoverano il bambù nero Ni-gra, il Boryana e il Dondrecalamus i cui fusti crescono fino a 30-35 metri di altezza e il Wulung nero.

Durata e trattamento

La durata dei fusti di bambù dipende da di-versi fattori; il bambù non contiene alcun agente naturale di protezione come il larice o il rovere. Aspetti importanti sono la selezio-ne di un materiale di qualità, un trattamento adeguato e un tipo di struttura che ne salva-guardi la durata nel tempo. Le superfici spesse e dure garantiscono una buona durata a breve e medio termine. Il degrado del materiale provocato da un’in-festazione micotica, rende più debole il ma-teriale. Molte specie di bambù, come ad esempio Bambusa vulgaris, che è la più dif-fusa, sono particolarmente vigorose. Dopo il taglio, per il quale, come già detto, è importante definire il momento più adatto, non bisogna asportate le foglie e i ramoscelli per consentire la prosecuzione della fotosin-tesi. Un ulteriore vantaggio del così detto “clump-curing-method” è un migliorato pro-cesso di essiccatura e di conseguenza la li-mitata predisposizione ai fenomeni fessurati-vi del materiale. Dopo aver spostato il materiale dalla foresta in laboratorio esistono diversi metodi di trattamento che variano an-che da regione a regione: bagnando, im-mergendo nel vapore o cuocendo si estrag-gono le sostanze nutritive. Il materiale può essere anche affumicato e trattato ai sali di boro o con altri agenti chimici. Il contatto continuo con acqua deve essere in ogni modo evitato; anche se pitture idro-repellenti sono efficaci e contribuiscono a garantirne l’aspetto. Meglio ancora sarebbe prevedere l’assorbi-mento di umidità tramite idonee strutture di protezione. I fusti, se esposti a lungo a tem-perature elevate possono perdere le caratte-ristiche meccaniche che li caratterizzano.

Lavorazione e strumenti

Il bambù può essere lavorato in maniera del tutto simile al legno da costruzione: si può segare, carteggiare, piallare e così via. La durata degli attrezzi usati per la lavora-zione, di norma, è limitato come nel caso della lavorazione tradizionale del legno; di conseguenza, potrebbe essere logico utiliz-zare i medesimi attrezzi usati per la lavora-zione del metallo.

Applicazioni

Accanto alle applicazioni in campo edile, il bambù viene utilizzato per la produzione di alimentari, legna vegetale e tessili. A livello commerciale spesso si espone co-me valida argomentazione della scelta del bambù il fatto che nessun fusto muore ma che si tratta di una materia prima a rapida crescita. I fusti di bambù sono sempre più richiesti per l’applicazione piana, come per il rivesti-mento di facciate, pareti divisorie o ripari. Un esempio applicativo di grande effetto è la casa realizzata da Kengo Kuma in Cina a Badaling (vd. DETAIL 5/2003). L’aspetto na-turale e al contempo la sua vivace comples-sità lo rendono idoneo anche ad applicazio-ni decorative.

Tecniche di connessione e giunzione

La giunzione dei fusti di bambù presenta al-cune peculiarità. La connessione è resa dif-ficoltosa anche dal fatto che il bambù pos-siede diverse sezioni interne ed esterne quasi mai circolari. Di solito la connessione avviene tramite elementi a baionetta o fasce e funi. In Asia orientale, i costruttori di ponteggi creano le connessioni –come tradizional-mente- fissando i fusti con fascette. In Co-lombia da 20 anni si costruiscono architettu-re contemporanee con il bambù. I fusti vengono assemblati tramite aste filet-tate cercando di irrigidire parzialmente l’in-tercapedine vuota del tubolare di bambù con malta e avvitando poi dall’esterno. Con il bambù si creano strutture reticolari tridi-mensionali di grande peculiarità. In occasione del Seminario “Costruire con il bambù” svoltosi tra il 2000 e il 2004 presso la Cattedra di Design di strutture della Facoltà di Architettura della RWTH di Aqui-sgrana lo staff si è applicato allo studio delle strutture in bambù. L’idea di partenza era di utilizzare i tubolari per sottili strutture com-poste di aste reticolari. Per geometria e re-quisiti del materiale, il bambù risulta essere particolarmente adatto a strutture reticolari leggere. Manca una tecnica di giunzione che con-senta di sfruttare i vantaggi del bambù. Da studente, l’autore ha svolto un’esperienza di formazione in Colombia presso Jörg Stamm

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∂ 2008 ¥ 6 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 15

Piano editoriale anno 2008:∂ 2008 1/2 Costruire con il Cemento

∂ 2008 3 Detail Conzept: Asili

∂ 2008 4 Luce e interni

∂ 2008 5 Materiali plastici

∂ 2008 6 Costruire semplice

∂ 2008 7/8 Grandi strutture portanti

∂ 2008 9 Detail Conzept: abitare

∂ 2008 10 Facciate

∂ 2008 11 Costruire con il Legno

∂ 2008 12 Tema particolare

∂ - Inserto in italiano

Zeitschrift für Architektur Rivista di Architettura 48° Serie 2008 · 6 Costruire semplice

L’Impressum completo contenete i recapiti per la distribuzione, gli abbonamenti e le inserzioni pubblicitarie è contenuto nella rivista principale a pag. 727

Redazione Inserto in italiano: Frank Kaltenbach George Frazzica Rossella Mombelli Monica Rossi e-mail: [email protected] telefono: 0049/(0)89/381620-0

Traduzioni: Rossella Mombelli

Partner italiano e commerciale: Reed Businness Information V.le G. Richard 1/a 20143 Milano, Italia [email protected] [email protected]

specializzato in tecnologia costruttiva del bambù, studiando una connessione fra aste ad elevate prestazioni in collaborazione per la realizzazione pratica con il team dell’ing. Evelin Rottke della RWTH di Aquisgrana. Il gruppo di lavoro, in collaborazione con l’ing. Hans-Willi Heyden ha trattato il tema sotto l’aspetto formale e strutturale, realizzando prototipi e strutture sperimentali oltre a con-durre laboratori. L’obbiettivo era prendere in esame le pecu-liarità materiche e geometriche del bambù, sfruttare la capacità portante intrinseca dei fusti di bambù a crescita spontanea e realiz-zare un prodotto che fosse gradevole anche sotto l’aspetto formale.

Strutture

Nonostante i materiali moderni come il cal-cestruzzo o l’acciaio e il cemento, il bambù ha mantenuto nei paesi di origine l’immagine di materiale povero. Da qualche tempo, diversi progetti stanno cercando di dimostrare che il bambù è un materiale adeguato a costruzioni ben diver-se dagli insediamenti di baracche o di edili-zia popolare. Architetti di fama come Renzo Piano o Shigeru Ban hanno usato il bambù nel loro lavoro sperimentando. L’architetto colombiano Simón Vélez che ha costruito per alcuni clienti strutture in bam-bù, ha realizzato lo ZERI-Pavillon all’Expo 2000. La struttura ha richiamato una particolare at-tenzione anche se al temine della manifesta-zione è stata smantellata per la realizzazione di un parcheggio. Gunther Pauli aveva inca-ricato Simón Vélez in occasione dell’Expo per la costruzione di un edificio in bambù per il progetto Zero Emission Research Ini-tiative (ZERI). E’ stato costruito un prototipo di padiglione a Manizales (Colombia) sul quale, sotto la gui-da dell’allora direttore dell’Istituto di speri-mentazione strutturale dell’Università di Bre-ma, Prof. Klaus Steffens, sono stati condotti diversi test di sollecitazione. In parallelo alle indagini statiche sperimenta-li, presso l’Istituto Otto-Graf di Stoccarda il Dr. Simon Aicher conduce indagini sul Bam-bù Guadua angustifolia come materiale da costruzione e sulle tecniche di giunzione usate durante la prove strutturali. Già nel 1996 Il carpentiere Jörg Stamm co-struisce il primo ponte moderno in bambù ma non trovando nessun ingegnere struttu-rale disposto a calcolare la struttura, non ot-tiene il permesso di costruire dagli organi di competenza locali fino all’intervento del Prof.Wilfried Führer che in collaborazione con il suo team presso la Cattedra di Design strut-turale della RWTH di Aquisgrana ha provve-duto alle necessarie verifiche statiche. Nel frattempo il nome di Stamm è sempre più conosciuto nella costruzione di ponti in bambù. Da poco ha realizzato due strutture a Bali dove dimostra le straordinarie possibi-

lità applicative del materiale: un ponte e un padiglione realizzati su incarico di un pro-duttore di gioielli. La struttura portante del padiglione a tenda è composta di tre slanciati cilindri di forma iperbolica che portano traverse tiranti (imm. 13–15). Nel 2003 in nord Italia viene costruita la pri-ma struttura permanente europea in bambù: il padiglione che accoglie funzioni pubbliche per la comunità di Vergiate (19, 20). Valeria Chioetto e l’architetto Neri Braulin so-no promotori di questo progetto ispirato al lavoro di Simón Vélez realizzato durante un workshop internazionale utilizzando una tecnica di connessione simile a quella dello ZERI-Pavillon. Nel 2004 in Lussemburgo è stata realizzata probabilmente la più grande cupola in bambù progettata dall’autore per la tesi di laurea (imm.25). Il così detto BambooDome è stato costruito tramite lo sviluppo di un elemento di connessione ad elevate prestazioni e sicuramente con il supporto di numerosi studenti che sono in-tervenuti per l’elevazione della cupola alta 11 metri, di 13 metri di diametro utilizzando aste lunghe sino ad 8 metri. Utilizzando la medesima tecnica di giunzio-ne, nel 2005 lo studio di progettazione Shaktihaus ha eretto a Darmstadt la prima struttura tedesca permanente in bambù, introducendo tra l’altro anche altre soluzioni e materiali di bioarchitettura. L’edificio che accoglie gli uffici di una casa automobi-listica è caratterizzato da 33 montanti di bambù. Nel 2005 gli architetti Anna Heringer e Eike Roswag hanno realizzato un edificio scola-stico in Bangladesh (vd.DETAIL 4/2007).

Normativa

Tre sono fino ad ora le norme in vigore per le costruzioni in bambù:

ISO 22156 Bambù (dimensioni e struttura),

ISO 22157-1 Bambù-stima dei requisiti fisici e meccanici-parte 1 e parte 2.

Manca però l’analisi di alcuni aspetti: ad esempio prove scientifiche sulle caratteristi-che di ogni specie di bambù circa la stabili-tà e il comportamento al fuoco.

Le realizzazioni portate a termine negli ultimi 10 anni mostrano l’enorme potenziale del materiale. Per rendere il bambù accessibile ad un target più vasto è necessario un ulte-riore sforzo sia per l’aspetto formativo che per lo sviluppo del prodotto.

L’autore Christoph Tönges, durante gli studi presso la RWTH di Aquisgrana si è concentrato sul tema bambù come materiale da costruzione ed è fondatore della ditta CONBAM Advanced Bamboo Application (www.conbam.de)Ha realizzato diversi progetti in collaborazione con il Goethe Institut.

Fonti delle illustrazioni:pag. 2–3: Stefano Topuntoli, Milanopag. 4 alto: Archivio di Eduardo Vittoria, Roma pag. 7: Sönke Hoof, Stoccardapag. 9 sinistra: Céline Laurière, Toulouse pag. 10 sinistra: °Ake E:on Lindmann, Stockholm pag. 11: Ben Lepley, Mumbai pag. 12 sinistra: Christobal Palma, Londra/Santiago pag.12 destra: Roland Halbe, Stoccardapag.13: DMF, Lisbona

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3 libri + CD ROM in un cofanetto:

• Luce – naturale e artificiale

Materia luce

La luce, più di qualsiasi altro materiale, determina gli effetti volumetrici dello spazio, crea l’atmosfera e mette in scena l’architettura. Negli spazi ben illuminati ci sentiamo bene e siamo produttivi; la luce migliora la salute. Inoltre, un’accurata progettazione illuminotecnica in grado di coordinare le fonti naturali diurne con quelle artificiali conduce invariabilmente a grandi risparmi energetici, soprattutto negli ambienti destinati ad ospitare uffici. Il nuovo volume della collana DETAIL Praxis approfondisce i fondamenti della progettazione illuminotecnica sia nel campo della luce diurna che artificiale avvalendosi del contributo dei migliori specialisti in questo campo. Accanto alle semplici regole di buona progettazione che coinvolgono il disegno planimetrico, l’orientamento dell’edificio e l’articolazione della facciata, il manuale offre un’ampia visione d’insieme dei più attuali sistemi d’illuminazione naturale e artificiale, valutandone l’efficacia nel contesto di alcuni progetti esemplari.

Ulrike Brandi Licht, 2005102 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm

• Intonaci – stucchi e pitture

Le facciate intonacate e poi -pittura, tinta o rivestimento?

Gli intonaci, le tinteggiature e i rivestimenti determinano l’aspetto delle superfici, creano effetti spaziali, giocano con la luce. Il loro impiego è determinante per la caratterizzazione formale dell’edificio e per la qualità dello strato protettivo. Il nuovo volume di DETAIL Praxis “Intonaci, colori, rivestimenti” presenta convincenti soluzioni, sia tradizionali che innovative. Gli autori descrivono e definiscono i fondamenti della materia, indicano gli aspetti problematici e offrono utili suggerimenti per la pratica dell’edilizia. Utilizzando i particolari di due costruzioni esemplari, gli esperti documentano in scala 1:10 la realizzazione di tutti i giunti più importanti di un edificio.

Alexander Reichel, Anette Hochberg, Christine Köpke 2004.112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm

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• Trasparenze – vetri plastiche e metalli

Materiali trasparenti, traslucidi, perforatiLo stato dell’arte dei materiali da costru-zione diafani

Il materiale traslucido offre al progettista un’ampia libertà creativa, impensabile con il vetro, che consente un rapporto sensoriale con la luce e stimola l’avvin-cente alternanza di interni ed esterni. Attraverso l’impiego di nuovi vetri speciali, lastre di materiale sintetico, membrane e metalli perforati è possibile ottenere una nuova interpretazione delle atmosfere create dagli antichi finestroni colorati delle chiese, dalle sottili lastre di alabastro e dai riquadri di carta intelaiata dei tempi passati.

Frank Kaltenbach, 2003108 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm

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