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Inserto ampliato in italiano 2 L’opinione Franco Laner 3 Attualità Biennale di Venezia, il Padiglione italiano, Mostra Roma interrotta 4 Costruire con il legno in Italia Abitazione a Malles Venosta (BZ), Roberto Bologna Gridshell ad Ostuni (BR), Sergio Pone e Sofia Colabella 8 Prodotti Collezioni Ceccotti, Lualdi, Merati, Acerbis, eternoivica, Griffner, Edilco, Catalano 9 Traduzioni in italiano di testi e legende Discussione Documentazione Tecnologia “Che cos’è l’architettura?” Aaron Betsky curatore dell’11a Biennale di Architettura di Ve- nezia “Out There: Architecture Beyond Building”, ponendo la questione di che cosa si intenda per architettura, cerca di sondare e di spiegare il fenomeno a prescindere dal costruito. L’architettura è molto di più di una semplice questione di densità urbana e di distribuzione funzionale in pianta. Betsky anela a quegli spazi ideali che conosciamo dai film e dal panorama dell’arte, dichiarando in conferenza stampa che “gli edifici non sono l’architettura”. “Architettura – continua Aaron Betsky- significa offrire alternative critiche all’ambiente umano. L’architettura rappresenta il desiderio di un mondo migliore”. Se però, a partire da una simile teoria, ci si aspetta di essere coinvolti in un’affascinante vi- sione proiettata verso il futuro, visitando l’esposizione di Betsky allestita negli spazi dell’Arsenale, la delusione non tarda a farsi sentire. Christian Schittich Rivista di Architettura 11 · Costruire con il Legno Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/210/ErgebnisHeft

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Page 1: Inserto ampliato in italiano - Detail · 2015. 7. 13. · Inserto ampliato in italiano 2 L’opinione Franco Laner 3 Attualità Biennale di Venezia, il Padiglione italiano, Mostra

Inserto ampliato in italiano

2 L’opinione Franco Laner

3 Attualità Biennale di Venezia, il Padiglione italiano, Mostra Roma interrotta

4 Costruire con il legno in Italia Abitazione a Malles Venosta (BZ), Roberto Bologna Gridshell ad Ostuni (BR), Sergio Pone e Sofia Colabella

8 Prodotti Collezioni Ceccotti, Lualdi, Merati, Acerbis, eternoivica,

Griffner, Edilco, Catalano

9 Traduzioni in italiano di testi e legende Discussione Documentazione Tecnologia

“Che cos’è l’architettura?” Aaron Betsky curatore dell’11a Biennale di Architettura di Ve-nezia “Out There: Architecture Beyond Building”, ponendo la questione di che cosa si intenda per architettura, cerca di sondare e di spiegare il fenomeno a prescindere dal costruito. L’architettura è molto di più di una semplice questione di densità urbana e di distribuzione funzionale in pianta. Betsky anela a quegli spazi ideali che conosciamo dai film e dal panorama dell’arte, dichiarando in conferenza stampa che “gli edifici non sono l’architettura”. “Architettura – continua Aaron Betsky- significa offrire alternative critiche all’ambiente umano. L’architettura rappresenta il desiderio di un mondo migliore”. Se però, a partire da una simile teoria, ci si aspetta di essere coinvolti in un’affascinante vi-sione proiettata verso il futuro, visitando l’esposizione di Betsky allestita negli spazi dell’Arsenale, la delusione non tarda a farsi sentire. Christian Schittich

Rivista di Architettura11 · Costruire con il Legno

Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su:

http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/210/ErgebnisHeft

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2 L’opinione Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂

Il crescente interesse per le costruzioni in le-gno nel nostro Paese pone un interrogativo di fondo: è solo una moda o ci sono gli ele-menti per una nuova cultura del costruire?Io penso che la distanza che separa l’attuale modo di concepire, realizzare, garantire le costruzioni in legno dal diventare cultura sia ancora una distanza siderale.Con ciò non voglio dire che non ci stiamo dando da fare. Anzi! Ma le condizioni affin-ché il legno diventi alternativa affermata so-no ancora assai deboli, circoscritte, spesso meramente commerciali, estemporanee, pri-ve di solide basi scientifiche e normative.E non basta guardare oltre le Alpi ed impor-tare. La cultura è tale quando non è neces-sario evocarla!Andiamo con ordine.Il rinnovato interesse per il legno nel nostro Paese – quando parlo di legno intendo sia il massiccio che i ricomposti, lamellare in pri-mis – con tutte le tipologie di prodotti che subiscono processi di trasformazione, pan-nelli compresi- si può datare agli anni ’70 dello scorso secolo, sia per l’introduzione del lamellare che per la maggior attenzione al restauro che ha imposto il mantenimento delle strutture lignee esistenti o il loro recu-pero. Detto per inciso: i solai lignei della go-tica Cà d’Oro sul Canal Grande di Venezia sono stati sostituiti negli anni sessanta con un solaio in latero-cemento, poi rivestito di travi lignee non portanti. E così la ricostru-zione post-bellica del nostro Paese ha fatto esclusivo impiego di cemento armato, lateri-zio ed acciaio. Il legno era completamente assente.L’entusiasmo di uno sparutissimo numero di imprenditori, il coraggio di altrettanti pochi progettisti e la sensibilità di qualche funzio-nario pubblico hanno riannodato le fila inter-

mente ciò che dovrebbe essere fatto per le-gittimare il legno, sia sul piano culturale che scientifico. La ricerca in primis. Per compe-tere e sfruttare le grandi potenzialità del le-gno servono conoscenza, insegnamento e sperimentazione. La conoscenza è prope-deutica al progetto, all’innovazione e alle prospettive che il futuro ci riserva.Senza la ricerca, non mi sento di pensare al legno come ad un materiale da costruzione alternativo. Accanto a logori slogan come: il legno è sostenibile, ecologico, bello, caldo, vivo e coccolo, è necessario dimostrare che è durabile: in altre parole che la casa dura di più del tempo di estinzione del mutuo! Che le specie legnose sono assai più varie dell’onnipresente abete e che il disegno di un dettaglio costruttivo si può concepire senza le micidiali, invasive e patologiche protesi metalliche.Dimostrando che oltre a tutti i requisiti obbli-gatori delle costruzioni, il legno ne ha qual-cuno in più di quelli offerti tradizionalmente. Mi sembra ovvio che una costruzione debba resistere ai terremoti, agli incendi, al vento, che garantisca risparmio energetico sia per il riscaldamento invernale che per il raffre-scamento estivo. Che assicuri comfort, gra-devolezza e soddisfacimento delle percezio-ni multisensoriali. E che incarni, materialmente e culturalmente, quel partico-lare genius loci del luogo in cui sorgerà. O pensiamo ancora allo chalet di montagna – e similia – nella pianura nebbiosa e padana?So che il legno è in grado di offrire tutto ciò, e anche qualcosa di più. Ma, per ora, non scorgo le luci dell’alba!

rotte prima della guerra, riproponendo il le-gno come materiale alternativo da prendere in considerazione negli interventi strutturali.Gli anni ottanta e novanta, fino alla fine del secolo, sono stati anni di pionierismo, risco-perte, sconfitte. Ma anche di successi! Abbiamo creduto ed osato. Abbiamo speri-mentato, bussato alle porte delle istituzioni, dei ministeri, ma soprattutto: abbiamo pro-dotto, rischiando spesso dal punto di vista economico e normativo.Ero intimamente convinto che a questa fase avrebbero fatto seguito momenti di raziona-lizzazione, maturità e riprogrammazione de-gli obiettivi, non più su basi artigianali e spontaneistiche, ma industriali – di ricerca e sviluppo. Invece assistiamo soltanto ad una proliferazione di venditori e commercianti o imprenditori improvvisati, che poco o nulla sanno di legno, e che lo trattano come un qualsiasi materiale da costruzione. Svilito non solo dei suoi valori culturali, semantici, espressivi, ma anche economici. Reso com-petitivo solo sul piano dei prezzi, raramente su quello della qualità.Manca la presenza di motivate associazioni di categoria, è assente l’insegnamento - tra un migliaio di scuole tecniche superiori ed universitarie, il legno è insegnato forse in dieci scuole – e per la ricerca non si stanzia un solo euro!Di fatto, una normativa di riferimento certa è ancora latitante. Non solo per ciò che riguar-da progetto, calcolo, esecuzione e collaudo (il decreto 14 gennaio 2008, che legittima il legno come materiale da costruzione entre-rà, si spera, definitivamente in vigore il pros-simo giugno 2009), ma anche la certificazio-ne europea è soggetta a continui slittamenti e proroghe.Nell’elencare le mancanze dichiaro implicita-

La cultura del legno, viverla non evocarla

L’opinione di Franco Laner

A

Franco Laner architetto, è professore ordinario di Tec-nologia dell’architettura all’Università IUAV di Venezia dove insegna Tecnologia delle costruzioni di legno.E’ autore di numerose pubblicazioni e libri, alcuni spe-cificatamente sul legno. Un suo libro “Il legno lamella-re, il progetto”, edito nel 1990, è stato reiteratamente stampato (15.000 copie). Ma buona fortuna hanno avuto le sue recenti “Guide Peter Cox”, come la 4 “Idee costruttive per solai e tetti di legno” e la 5 “Le-gno e stati di coazione”. Ha progettato diverse struttu-re di legno. Ma il suo maggior impegno è rappresen-tato dalla docenza, alla quale trasferisce esperienze, sperimentazione e ricerca, ma soprattutto fiducia ed entusiasmo per questo straordinario materiale!

A Nodo spaziale di una capriata realizzata con la tecnologia cnc. (Tesi di Laurea di Roberto Brazzale,Univ. Iuav, Venezia, relatori Laner- Gasparini, a. a. 2001–2002)

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∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Attualità 3

La città europea come noto, è costituita da un tessuto urbano compatto, dalla massa solida dell’edificato nella quale, per sottra-zione sono ricavati i luoghi di uso collettivo, quali piazze, strade, portici, gallerie, che configurano lo spazio pubblico.In questo caso il progetto urbano intervie-ne su di un assetto consolidato, inter-pretandone il genius loci, la memoria stori-ca e quanto altro onde prevedere uno sviluppo in continuità tra passato, presente e futuro.Il progetto di Roma Interrotta si colloca in questo ambito, azzera un periodo storico che ha fatto snaturare l’impianto urbanistico della città, andando a ritrovare nella pianta del Nolli le infrastrutture funzionali e formali della forma urbis originaria.Questo metodo di lavoro secondo il quale il progetto urbano si sviluppa partendo dalle radici, è quanto mai attuale, non solo per in-terventi di completamento, di riqualificazio-ne, di espansione di interi comparti urbani interni alla città consolidata ma anche come modello per nuovi insediamenti.L’attualità del progetto sta, a mio avviso, nel riaffermare i valori della città europea, quale modello di assetto con un carattere “autenti-camente urbano” capace di superare il dua-lismo tra città e periferia: quest’ultima intesa come “non luogo” per l’assoluta mancanza di riconoscibilità.Ritorna così la questione del rapporto tra piano e progetto che, prima nella fase dell’urbanistica quantitativa, poi nella fase dell’urbanistica degli standard ed infine nella fase dell’urbanistica riformista, ridiven-ta nodo centrale del dibattito culturale: si valuta la città tradizionale, si punta sulla compattezza del costruito. Piero Sartogo

Roma interrottaArtiglierie dell’Arsenale, Venezia14 settembre – 23 novembre 2008

Attualità - Biennale di Venezia

Superata la fase della produzione edilizia tesa a dare una risposta quantitativa al bisogno di alloggi sociali del periodo post-bellico, percorsa velocemente, negli anni ‘90, la fase della qualità dell’abitare, ci tro-viamo oggi in una fase in cui è necessario individuare nuovi approcci per soddisfare il fabbisogno abitativo dando, al contempo, risposta alla domanda di forme dell’abitare diversificate ed a misura della complessa articolazione di una società eterogenea, frammentata e multiculturale. “L’Italia cerca casa” si colloca in questa fase contempora-nea del dibattito, Francesco Garofalo assu-me i dati di contesto e si propone di offrire suggestioni utili ad innescare nuove modali-tà di approccio al progetto finalizzate alla realizzazione di “Una casa per ciascuno”. L’attuale emergenza abitativa è narrata da un video, che riporta dati su canoni d’affitto e valori degli immobili, ed individua una nuo-va fascia sociale troppo ricca per accedere agli alloggi popolari, ma non sufficientemen-te ricca per accedere all’offerta di mercato. La risposta possibile a questa nuova do-manda abitativa impone la condanna dello sprawl urbano e la valorizzazione della risorsa città che, nei suoi spazi residui ed in-terstiziali, offre nuove possibilità di alloggio attraverso azioni di costruzione e ri-costru-zione minute, diffuse ed incrementali, e la sperimentazione di nuove relazioni tra le persone e tra loro e lo spazio pubblico e da abitare. I programmi Ina Casa e Gescal e quelli di edilizia economica e popolare attuati dagli anni ’60 alla fine degli anni ’80, ma soprattut-to gli esiti e le pubblicazioni della ricerca te-orica e applicata sulla “casa d’abitazione” e sui caratteri distributivi dell’alloggio, trovano spazio sulle pareti del Padiglione e costitui-

Padiglione italianoTese delle Vergini dell’Arsenale, Venezia14 settembre – 23 novembre 2008

scono il riferimento alto della pratica archi-tettonica del passato mostrando, ancora con forza, il loro portato creativo. I progetti e le suggestioni per il futuro affron-tano la dimensione sociale, ambientale, energetica e politica del problema propo-nendo materiali e spunti di riflessione per soluzioni possibili alle questioni relative alla segregazione sociale, alla violenza delle pe-riferie, all’inserimento dei migranti, alla dimi-nuzione del carico ambientale. Le strategie più convincenti indicano nel re-cupero della città storica la strada per dimi-nuire il consumo di territorio e di risorse fa-vorendo l’integrazione. Viene suggerita la riappropriazione del centro per incoraggiare una necessaria rigenerazione urbana delle città attraverso la demolizione selettiva di edifici sottoutilizzati entro cui insediare nuovi prototipi abitativi ed un mix funzionale che sia motore della ri–creazione della comples-sità del quotidiano dei centri storici. Ancora, come lo scarto industriale così an-che lo scarto edilizio può essere reinserito nella filiera produttiva diventando il manife-sto del recupero delle risorse dissipate: la struttura incompiuta di una stazione ferrovia-ria viene utilizzata come scheletro su cui ag-grappare abitazioni di varia natura realizzate con un mix di tecniche costruttive materiali riciclati. Infine, la lettura delle azioni informali operate dai migranti nell’insediarsi negli spazi ab-bandonati dai locali, offrono una rinnovata capacità di visione delle potenzialità e delle vocazioni dei luoghi prospettando modifica-zioni dell’esistente attraverso innesti prefab-bricati, elementari e flessibili che ridisegna-no spazi pubblici e servizi collettivi secondo un’idea di social housing multi etnico. Eliana Cangelli

A La casa: l’essenza e l’essenziale. Luca Emanueli Reggio Emila

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B Immagini della mostra Roma interrotta

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4 Costruire con il legno in Italia Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂

Costruire con il legno in Italia

Abitazione a Malles Venosta (BZ)Progettista: Roberto Bologna

L’essenza della montagna con i suoi colori e i suoi materiali, primo fra tutti il legno, ha avuto un ruolo di primo piano nella ristruttu-razione di un maso nel centro storico di Planol, un minuscolo paese adagiato su un promontorio appena pianeggiante nell’omo-nima valle alpina. La costruzione è parte di un isolato di antiche dimore contadine e fie-nili; costituita da tre piani fuori terra ed uno seminterrato, si eleva al di sopra dei tetti cir-costanti ed affaccia sul fondovalle che termi-na sul conoide di Malles, il più grande del Tirolo, all’imboccatura dell’Alta Val Venosta. Esternamente l’edificio ripropone i caratteri architettonici e il linguaggio tipici del luogo: le finestre incorniciate e incavate nella mole muraria, la costruzione lignea dei balconi e del tetto. Dall’originario maso sono state ri-cavate due abitazioni di cui quella qui de-scritta occupa il primo piano e il piano sotto-tetto. Il progetto scaturisce dalla volontà di interpretare con attualità i caratteri abitativi tradizionali delle dimore di alta montagna, elaborandone la composizione dello spazio interno e l’essenza dei materiali. Lo spazio è concepito come una vera e propria architet-tura degli interni: invece della consueta sud-divisione dell’abitazione in singole stanze confinate, è stata enfatizzata la percezione di uno spazio fluido, composto di volumi scatolari disarticolati all’interno di un conte-nitore più ampio, da cui tagli di luce naturale penetrano all’interno esaltando le forme. Ne deriva la lettura di elementi rigidamente tridi-mensionali immersi in libere prospettive, la scansione di volumi in positivo (il camino, il blocco cucina, gli armadi-contenitori) o in negativo (le nicchie dei letti) che riconduco-no alla memoria degli elementi dell’abitare di una volta (la stube, l’acquaio, l’alcova). Il legno di larice è il materiale predominante nella finitura delle superfici, sia per richiamo alla tradizione costruttiva locale sia per le qualità materiche in grado di esprimere. Nel-la zona giorno, intensamente illuminata fino al tramonto, la luce riverbera su pavimento, pareti e soffitto esaltando il colore cangiante, le venature, i nodi ed anche il profumo della essenza di larice; nella zona notte, squarci di bianco intonaco ne interrompono la conti-

nuità per rafforzare il gioco dei volumi.Il legame tra la composizione architettonica degli interni e il materiale è rappresentato dall’uso del legno non come semplice finitu-ra superficiale ma come vero e proprio siste-ma costruttivo che integra gli arredi e le at-trezzature. La costruzione della forma è resa visibile dalla tecnica dell’incastro alternato negli angoli verticali dove si incontrano le doghe di larice, lasciando in evidenza la te-sta della tavola.La sensazione del non finito e della naturalità è ottenuta utilizzando il ma-teriale allo stato nativo o grezzo, evitando la patinatura superficiale che provoca un sen-so di artificialità della materia. Le tavole, la-vorate con la tecnica della spazzolatura che

mette in risalto la struttura interna e il colore del legno, hanno altezze differenti e giunti verticali sfalsati. Seguendo gli stessi criteri progettuali è stata impiegata in alcune parti della casa la pietra di Luserna ‘rustica’, dalla caratteristica struttura cristallina bianco-nera con ampie striature dorate: come roccia af-fiorante, spesse lastre a spacco naturale ri-vestono la scala di accesso; i piani di lavoro di bagno e cucina sono rivide superfici lavo-rate a fiamma; così pure le pareti del vano doccia, a cui si accede da un stretta fenditu-ra come in una piccola grotta. Il consumo energetico dell’edificio si attesta su livelli comparabili con le classi più alte di certifica-zione secondo lo standard di “casa clima”.

Pianta in scala 1:2001 scala di ingresso2 cucina3 pranzo4 soggiorno5 camera6 bagno7 corridoio8 balcone

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∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Costruire con il legno in Italia 5

Sezione in scala 1:201 Parete esterna intonaco esterno premiscela-

to 15 mm rete di armatura in fibra

sintetica isolamento termico in lastre

di polistirolo 140 mm muratura portante in blocchi

di calcestruzzo con argilla espansa 380 mm

listelli di abete 20≈20 mm tavole di larice spazzolato

160/ 220/ 20 mm 2 Copertura tegole di cemento listelli di abete 40≈40 mm telo in PVC armato con tessu-

to di fibra sintetica tavole di abete 160≈25 mm isolamento termico in fibra di

legno 200 mm barriera al vapore tavole di abete 160≈25 mm travetti di abete 160≈120 mm travi di abete 240≈180 mm 3 Solaio d’interpiano pavimento in tavole di larice

spazzolato 160/ 220/ 30 mm listelli di abete 60≈60 mm isolamento acustico in ghiaia

sottile 60 mm travetti di cemento armato e

blocchi di laterizio 240 mm listelli di abete 20≈20 mm tavole di larice spazzolato

160/ 220/ 20 mm 4 Infissi profili in legno di larice tre lastre di vetro e doppia

camera 22 mm

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6 Costruire con il legno in Italia Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂

Costruire con il legno in Italia

Il pergolato realizzato nella campagna di Ostuni (Brindisi) nasce dalla volontà di spe-rimentare gli esiti di una ricerca di dottorato sulla tipologia strutturale della Gridshell svi-luppata presso l’Università Federico II di Na-poli nel 2004 da Sofia Colabella. L’obiettivo era quello di ombreggiare la grande aia di forma quadrangolare con un pergolato/pen-silina costruito senza ricorrere ad appoggi intermedi in un’inedita unità costruttiva con la preesistenza: in sostanza, una piccola struttura di grande luce capace di armoniz-zarsi con le false cupole del trullo e con le volte. Nel 2007 il gruppo di progettazione, con la collaborazione dello strutturista Gian-luca Gallo, propone una prima rielaborazio-

ne del modello di Frei Otto per il Mannheim Lattice Shell (1971, Federal Garden Exhibi-tion), in cui è utilizzato lo stesso materiale, il legno, con le stesse logiche strutturali; le se-zioni sono ridotte rispetto a quelle utilizzate in Germania (50≈50 mm) e non si fa uso di diagonali in tiranti d’acciaio. I primi plastici di studio e le prime simulazioni computeriz-zate per verificarne la resistenza restituisco-no risultati sorprendenti. La copertura proiet-tata in pianta è un pentagono irregolare di luce massima pari a circa 12 m e, nel punto più alto, misura 3,90 m. È realizzata con una griglia a due layer formata da assicelle di le-gno di larice di 2,4≈4,6 cm connesse circa ogni 60 cm con più di 400 bulloni. Ogni ner-

vatura è composta da due assicelle che, in-crociandosi con l’altra famiglia di elementi, forma un nodo una risultante dalla sovrap-posizione di quattro aste tenute insieme da un’unica barra filettata passante. La coper-tura è stata assemblata in piano a circa un metro dal terreno, gradualmente sollevata alla massima altezza e deformata in opera per assumere la forma definitiva. La griglia è composta da due ordini di 32 assicelle la cui lunghezza totale è di circa 1 km e il peso complessivo, comprese le parti metalliche, sfiora 700 kg. Questo metodo costruttivo, molto poco diffuso, nasce dall’ibridazione tra il comportamento del graticcio/reticolo (grid) e del guscio (shell); l’ibridazione si ri-

Gridshell Progettisti: Sergio Pone, Sofia Colabella, Bianca Parenti, Roberto Ruggiero, Gianluca Gallo, Felice GrassoCollaboratori: Caterina Astarita, Pia D’Angelo, Fabio Figlia, Mariella Mosca, Alfonso Petta, Maria Pone, David Romano, Gennaro SantamariaAmato, Pasquale Smilzo

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∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Costruire con il legno in Italia 7

flette anche sulle due famiglie di forme, ap-parentemente inconciliabili, cui la Gridshell si riferisce: quelle rigidamente cartesiane (del-la struttura non ancora deformata) con quel-le morbidamente curvilinee dei gusci (strut-tura a deformazione avvenuta). La griglia è prima tessuta a secco, assemblando in ope-ra moduli prefabbricati da circa 3≈3 m com-posti da una trama e un ordito regolari, poi è cucita in cantiere nella forma desiderata: la prima fase, la “tessitura”, è operazione rego-lare e ripetitiva, quasi da produzione indu-striale, mentre nella seconda, la “manifattu-ra”, tutto diventa particolare e unico in una logica costruttiva tipica dell’artigianato. In questo caso il tessuto strutturale si adatta

docilmente alle caratteristiche del contesto e, in particolare, i due bordi che si appog-giano all’edificio ne commentano la geome-tria assumendo uno la forma lineare della gronda e l’altro la sagoma sinusoidale dise-gnata dalle due voltine affiancate. Questo tipo di struttura risponde principal-mente alle logiche delle strutture di legno in coazione (come nel caso del fasciame in flessione degli scafi) e soprattutto a quelle in cui gli elementi lavorano per forma (per esempio le intelaiature a graticcio orientate nello spazio tridimensionale). In ciascuno di questi campi, così come per le Gridshell, ap-pare significativa la relazione tra il piccolo formato dell’elemento ligneo di partenza e la

grande dimensione dell’oggetto finito. Infine, inserito nel quadro esigenziale originario e fortemente perseguito già nella fase euristi-ca del progetto, era il tema del controllo del ciclo di vita del manufatto e quindi della rici-clabilità reale della struttura tanto da bandire completamente l’uso dei collanti chimici e ri-correre esclusivamente a giunzioni metalli-che. Queste hanno permesso un assem-blaggio reversibile durante il montaggio, consentono la completa sostituibilità delle parti eventualmente danneggiate durante la vita della costruzione e garantiranno uno smaltimento semplice e rispettoso dell’am-biente dopo la futura demolizione. Sergio Pone

A render di studioB fasi di montaggio: allestimento dell’impalcatura a

torre e collegamento dei quattro moduli centraliC fasi di montaggio: collegamento di tutti i moduli

esclusi quelli perimetraliD fasi di montaggio: sollevamento dei moduli a 3 mE fasi di montaggio: sollevamento dei moduli a

4.50 m e collegamento con i moduli perimetraliF Gridshell a montaggio conclusoG dettaglio della copertura della Gridshell con

brise-soleilG

F

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Prodotti

8 Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂

Ceramica Catalano S.r.l. S.p. Falerina km 7,200, Fabrica di Roma (vt) [email protected]

Roma, Catalano

Catalano segnala per il 2008 un ampio portfolio di novità, frutto di nuovi con-cept, ma anche integrazione e comple-tamento di famiglie e sistemi di sanitari già in catalogo. Roma rappresenta, ad esempio, un progetto articolato e siste-matico. Un prodotto “universale” che consente una grande varietà di soluzio-ni, grazie all’integrazione con mobili e strutture dedicate. A volumi lineari in wengè si appoggiano i lavabi in cerami-ca bianca.

Acerbis International S.p.A.via Brusaporto 31, [email protected]

New concepts, Acerbis

Appositamente studiato per recepire la profonda trasformazione degli apparec-chi elettronici di home entertainment e le esigenze della loro integrazione nell’am-biente soggiorno, New Concepts si è affermato come uno dei più innovativi progetti di mobili contenitori. Un’integrazione totale, che si spinge fino alla realizzazione dedicata di diffusori acustici, specificamente progettati per Acerbis da Diapason®, celati in appositi vani laterali.

Merati S.r.l.Via Carlo Porta 67, [email protected]

Boiserie, Merati

Strati di legno precomposto vengono incollati con speciali colle fenoliche e compressi tra loro ad altissima pressio-ne in modo da formare dei listelli inde-formabili che usati di costa e inseriti in apposite barre di acciaio, formano dei veri e propri rivestimenti o tappeti desti-nati a qualsiasi ambiente domestico. I listelli di legno finitura Tanganika hanno lunghezza massima 3,2 mt e creano pareti o pavimenti per ambienti umidi come bagni o docce.

Edilco S.r.l.Via Verona 12, [email protected]

Scale e-16, Edilco

Edilco ha rivoluzionato in maniera globa-le il modo di pensare e progettare scale: la particolarità della serie e-16 sta nell’abbinare due travi reticolari autopor-tanti derivanti dall’unione di singoli ele-menti modulari componibili costituiti da quattro bracci con conformazione so-stanzialmente a croce ed assemblati con viti a testa svasata e gradini in lamellare di legno. Il contrasto di un elemento tec-nico come la trave in acciaio lucido e il legno del gradino è di grande effetto in ambienti contemporanei e classici.

Griffner HausVia del Cristo 72, [email protected]

Das Griffner Haus, Griffner

L’open space di Griffner Haus è un si-stema di costruzione modulare sviluppa-to per soddisfare la richiesta di elevata flessibilità e personalizzazione. Elementi quali la forma e la posizione della scala nonché le dimensioni ed il numero dei vani possono essere proget-tati a piacimento. Tre le tipologie: clas-sic, pult e design oltre a progetti “su mi-sura”. La parete esterna a pannello unico consente la realizzazione di case case passive.

Lualdi PorteVia Piemonte, Mesero [email protected]

Lumière, Lualdi

Lumière nasce dalla volontà di esaltare la porta come elemento d’arredo sceno-grafico: sporge lievemente dal muro creando uno spazio tra i montanti laterali che accolgono dei corpi illuminanti. L’effetto ottenuto è la percezione di un pannello verticale sospeso su una su-perficie di luce. La porta si addice an-che a luoghi come hotel ed uffici per la possibilità di inserire un numero lateral-mente e perché certificato alla resisten-za al fuoco (EI30).

Ceccotti Collezioni Via Sicilia 4/a, [email protected]

Eterno Ivica srlVia Austria 25/E, [email protected]

wpc woodeck, eternoivica

Il pavimento in legno galleggiante è un prodotto eco al 100 %, realizzato con polveri di legno di pino e rovere additti-vate di materie termoresistenti e comple-tamente riciclabili per la realizzazione di una gamma di profili che vanno dalla scanalatura classica a quella piatta sino a quella liscia grezza. I listoni con super-ficie antiscivolo sono galleggianti su supporti in plastica nera, da 12 mm di spessore a 550 mm di altezza. I colori disponibili sono: wengè, teak, rovere e larice

Drum, Collezioni Ceccotti

High drum, mid drum, large drum sono tavolini di servizio realizzati in massello di noce americano multistrato impiallac-ciato disegnati dal designer Massimo Castagna. Questa moderna reinterpreta-zione del “servitore muto” fa parte di “modern sense”, la nuova collezione presentata da Ceccotti di prodotti con-temporanei, forti e personali; prodotti eterogenei pensati da designers interna-zionali selezionati per la diversità ma accomunati dalla condivisione del pro-getto.

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∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 9

Pagina 1240Editoriale

“Che cos’è l’architettura?” Aaron Betsky cu-ratore dell’11a Biennale di Architettura di Venezia “Out There: Architecture Beyond Building”, ponendo la questione di che cosa si intenda per architettura, cerca di sondare e di spiegare il fenomeno a prescindere dal costruito. L’architettura è molto di più di una semplice questione di densità urbana e di distribuzione funzionale in pianta. Betsky anela a quegli spazi ideali che conosciamo dai film e dal panorama dell’arte, dichiaran-do in conferenza stampa che “gli edifici non sono l’architettura”. “Architettura – continua Aaron Betsky- significa offrire alternative cri-tiche all’ambiente umano. L’architettura rap-presenta il desiderio di un mondo migliore”. Se però, a partire da una simile teoria, ci si aspetta di essere coinvolti in un’affascinante visione proiettata verso il futuro, visitando l’esposizione di Betsky allestita negli spazi dell’Arsenale, la delusione non tarda a farsi sentire: accanto al circo dei famosi, da Frank Gehry a Zaha Hadid, alcuni degli ar-chitetti invitati affrontano la tematica con concetti formali e spaziali predeterminati; molte idee sono prive di contenuto e molte appartengono al mondo del dejà vu. Chi non darebbe volentieri ragione al curato-re della mostra, quando afferma che la no-stra architettura è dominata da norme, leggi e altre limitazioni al punto da castrarne la li-bertà formale? L’architettura, al contrario della scultura, ha un approccio creativo, tratta tematiche economiche e sociali, parla dello spazio, della questione della sostenibi-lità e della funzionalità. Due anni fa, nella scorsa edizione della Biennale di Architettu-ra di Venezia, Richard Burdett aveva dato spazio ad una sensazionale sul tema dell’ur-banizzazione e delle megacity. Quando ac-cadrà che qualcuno nella medesima posi-zione di Burdett oserà tematizzare, nella stessa maniera, le soluzioni propositive per il futuro dell’architettura? Christian Schittich

Discussione

Pagina 1242Legno naturale: la cultura del legnoMisticismo del legnoGrace Quiroga, Kari Jormakka

In un saggio di recente pubblicazione, l’ar-chitetto austriaco Volker Giencke osserva inaspettatamente che “Il legno è un materia-le divino caduto dal cielo, che cresce su questo mondo dall’80° di latitudine Nord, al 60° di latitudine Sud”. Giecke non è il solo a percepire una presenta mistica nel legno. Anche Woody Allen si misura con il tema, e per lui solo Dio è capace di creare un albe-ro: “perché è così difficile riuscire a fissare la

corteccia al tronco”. L’artista italiano Giusep-pe Penone è uno dei pochi che si è cimenta-to nel tentativo di fissare la corteccia e al tronco. Ma per proteggere gli alberi con cor-tecce artificiali esistono anche soluzioni standardizzate: consistono nella sovrapposi-zione di uno strato di legno coltivato sul tron-co di legno naturale. Tecnica che riecheggia nell’artificio adottato da Alvar Aalto quando “veste” i pilastri di calcestruzzo con le lese-ne di ceramica, nel tentativo di trasporre ne-gli interni la qualità spaziale delle foreste fin-landesi.

Materiali edili naturaliA complemento delle illusioni visive speri-mentate con l’albero, l’architetto si confronta con il legno in tutte le sue forme, a varie sca-le e in diverse situazioni. Aalto pone partico-lare accento sulla naturalità del materiale da costruzione e su come le sue proprietà ma-teriche possano essere trasposte nelle solu-zioni architettoniche tradizionali. In altre pa-role, per arrivare al progetto della gamba di una sedia, Aalto si chiede: “Da dove origina il capitello di una colonna ionica?” Rispon-dendo: “L’origine è nella forma duttile del le-gno, nel modo con cui le sue fibre si sovrap-pongono e flettono se sottoposte a carico.” L’affermazione può apparire innanzitutto co-me una variante della teoria che descrive il tempio dorico come una copia in pietra di un’originaria struttura lignea, oppure come l’estensione di quel concetto esposto da Vitruvio, per cui il capitello corinzio rappre-senti l’immagine di un cesto con le foglie di acanto. Negli ultimi due esempi menzio-nati, l’architettura è vista come immagine di qualcosa di concettuale, mentre nel caso di Aalto la colonna ionica è immagine tettonica del proprio comportamento stati-co, come una visualizzazione delle proprietà del materiale da costruzione. In altre parole, mentre un sostenitore della teoria metaboli-ca, come Gottfried Semper, ne dedurrebbe che l’architettura in realtà sia una masche-ra, tutto sommato la migliore maschera che cela la materialità, Aalto asserisce che in origine il capitello ionico, scolpito nel legno, esprime con sincerità le proprie caratteristi-che materiche e che perfino la sua trasposi-

zione in pietra conservi fino ad un certo punto i requisiti formali dell’originale. In li-nea generale, Aalto definiva l’arte – compre-sa l’architettura- come un processo che consente al materiale di esprimersi come tale.La sua posizione è dunque vicina a quella dell’amico Costantin Brancusi, un’altro mae-stro del formalismo organico, il quale sostie-ne che scolpendo la pietra si discoprono lo spirito del materiale ed il suo carattere. “La mano dell’artista pensa e segue il pensiero del materiale”. Per un collega finlandese di Aalto, P.E.Blomstedt si tratta di “uno dei maggiori segnali del nuovo realismo: mo-strare le cose nella propria pelle, vale a dire mostrarle come sono nella realtà e nella prassi. Per Ekki Huttunen, uno dei maggiori rappresentanti finlandesi del funzionalismo, le caratteristiche di un materiale devono conferire alle cose la propria immagine. Per una migliore comprensione di quella che viene definita “immagine naturale”, dobbia-mo osservare che nella teoria dell’architettu-ra, da Vitruvio fino ai maestri del funzionali-smo, l’aspetto della materia, la struttura e la funzione sono comprese in virtù dell’essen-zialismo aristotelico. Aristotele sostiene che la natura delle cose risiede nella compiutez-za delle cose stesse. Di conseguenza, la na-tura di una ghianda sta nella quercia cre-sciuta come causa finale, “telos” o anche che la causa del movimento della quercia è la quercia stessa. In alcuni suoi scritti, Aalto sembra accennare al fatto che la relazione tra un elemento d’arredo e un albero è da vedersi sotto l’aspetto teleologico al pari del-la relazione tra albero e seme.Negli anni ’40, Aalto prende l’architettura vernacolare della provincia finlandese di Ka-relien a modello dell’architettura organica per il fatto che sia gli edifici kareliani che i mobili si basino sugli alberi. In realtà, nei luoghi kareliani originari, quasi tutto era co-struito in legno non trattato né dipinto, legno utilizzato allo stato in cui si trova in natura. In contrapposizione, Alvar Aalto dovette am-mettere che non è così semplice progettare ad esempio un tavolo in legno che visualizzi la natura o il “telos” dell’albero. Durante la trasformazione in tavolo, la natura dell’albero

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10 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂

viene rinnegata: l’albero viene abbattuto, ta-gliato in tavole che vengono incollate tra loro ed infine verniciato. Per rimanere alla termi-nologia aristotelica, il “legno” potrebbe esse-re concepito come “materia” che deve esse-re informata tramite un’entità affinché presenti una qualsiasi caratteristica. Una su-perficie liscia, ad esempio, appartiene all’”essere tavolo” come causa formale che contraddice l’”essere albero” potendo esse-re indipendente dalla natura del materiale legno. La probabilità con cui Aalto interpreta il “legno” come materia in senso aristotelico viene avvalorata dal suo uso fermo della pa-rola latina “materia” in uno dei saggi sul ruo-lo del materiale nell’arte. Aalto pone l’ac-cento sul fatto che “il legno non è sostanza naturale, è materia vivente generata da fibre in crescita, simile al sistema muscolare uma-no. Nelle forme in legno che creo seguo sempre la struttura del legno in crescita”. Il fatto che le caratteristiche strutturali di un oggetto in legno siano diverse da quelle di un oggetto in plastica, consente di realizzare forme, connessioni e dimensioni diverse ri-spetto alla plastica. In altri termini, Aalto nel-la realizzazione del tavolo agisce nel rispetto delle proprietà strutturali del legno. Sotto questo punto di vista si comprende perché Aalto prende in considerazione, non a torto, il fatto di dipingere gli elementi in legno seb-bene un hardliner come Ludwig Hilbersei-mer possa confermare che il colore deve es-sere un carattere peculiare della materia e non un’addizione. La plastica che sembra legno è sempre sta-ta considerata dai funzionalisti un falso. Di-pingere un oggetto in legno non è conside-rato propriamente un’azione di mimesi della plastica; il legno già tempo prima della diffu-sione della plastica era stato lavorato con queste modalità. Il legno tradizionalmente esige che venga mantenuta una particolare immagine, un aspetto che attualmente viene identificato nella naturalità. In altri termini, la natura di un materiale non può essere defini-ta sulla base dei suoi requisiti strutturali ma solo tramite la differenza con gli altri.

Una materiale da costruzione nativoI critici non celebrano il legno come materia-le da costruzione naturale; l’ampia diffusione di cui gode il legno in Finlandia ha fatto sì che gli oggetti e le architetture create da Aalto con il legno siano viste in relazione al paese nativo, cioè la Finlandia. Questo fa parte del limbo carico di mistero che cinge un materiale naturale come il legno: come gli alberi, in generale anche il legno viene messo in relazione con la terra. Le architet-ture lignee di Aalto sono comunque ricondu-cibili a modelli che spesso non si trovano in suolo finlandese. L’esempio più rappresen-tativo è sicuramente Villa Mairea a Noormar-kku (1938-39). L’elegante connessione tra pilastro e trave, di complessa articolazione alla copertura della sauna e della pensilina tramite l’ingresso, potrebbe aver trovato ispi-

razione nelle architetture dell’estremo oriente africano e da artefatti che Aalto vide durante l’Esposizione Mondiale svoltasi a Bruxelles nel 1935. Nel Padiglione finlandese dell’Esposizione Mondiale di Parigi (1937) Aalto aveva applicato particolari costruttivi simili che sia in quel periodo, che successi-vamente, sono stati identificati come pecu-liari dell’architettura finlandese. Nella Villa Mairea, le citazioni all’architettura giappone-se, ad esempio nella realizzazione della pa-rete in bambù accanto alla scala principale oppure nel giardino d’inverno con i mobili in bambù e le lampade con paralume in carta di riso, possono aver trovato ispirazione nel-la casa da tè Zui Ki Tei ricostruita nel 1935 presso il Museo Etnografico di Stoccolma. Secondo l’affermazione di Paul Bernouilli, coloro che hanno collaborato più intensa-mente alla progettazione di Villa Mairea han-no estrapolato alcuni particolari costruttivi dal libro “La casa giapponese” di Tetsuro Yoshidas pubblicato nel 1935. Alcuni critici hanno confermato un certo orientamento verso una tendenza all’Orientalismo già pri-ma della costruzione della Villa. Già nel 1935, l’architetto e scrittore finlandese Gu-staf Strengell affermava che nella Biblioteca di Viipuri, dove si usa legno leggero non trattato, Aalto avesse fatto riferimento ad ac-centi giapponesi. Gli osservatori stranieri erano di tutt’altra opinione. Il Padiglione fin-landese a Parigi, fu salutato come l’interpre-tazione nazionalista del Moderno, un tema caldo per l’epoca. Due anni più tardi, Aalto costruì il padiglione finlandese per l’Esposi-zione Mondiale di New York. Il rivestimento ligneo in questo progetto evoca l’associazio-ne del legno con la naturalità: una possente parete a forma di onda senza soluzione di continuità per quella che Aalto definiva “un’esposizione organica”.

Forme organicheNel catalogo della mostra la forma dell’onda veniva messa in relazione con la luce del nord, sebbene le immagini inserite da Aalto nella parete avrebbero dovuto ricordare i paesaggi lacustri. Ad eccezione del soffitto della sala di lettura della Biblioteca civica di

Viipuri, le forme organiche di Aalto si riscon-trano in architetture che hanno lo scopo di diffondere presso l’opinione pubblica i pro-dotti dell’industria del legno finlandese e di commercializzare il significato ideale del bo-sco a vantaggio della cultura e dell’econo-mia di quel paese. Questo vale per il padi-glione finlandese a Parigi e a New York, per il padiglione a Lapua e l’atelier di villa Mai-rea, ma anche per la segheria di Varkaus del 1944. Negli anni ’60, dall’opera degli ar-chitetti Kirmo Mikkola e Juhani Pallasmaaa emerge la relazione tra materiale da costru-zione legno e forme organiche: la natura del legno è al servizio delle forme ortogonali. In finlandese la parola “puu” designa sia il le-gname da costruzione che l’albero. In que-sta interrelazione linguistica, il linguaggio finlandese sembra meno preciso nella termi-nologia rispetto alle lingue indoeuropee che sottolineano, invece, la differenza basilare tra la parola “albero” e la parola “legno”, che indica la sostanza; malgrado il fatto che la Finlandia sia coperta di boschi e sia un pae-se in cui il legno per secoli ha ricoperto un ruolo decisivo dal punto di vista economico. Quando si pensa che la lingua degli eschi-mesi possiede centinaia di termini che defi-niscono diversi tipi di neve, nel vocabolario finlandese quella carenza è un enigma. Per comprendere gli argomenti di Mikkola e Pal-lasmaa bisognerebbe tenere in considera-zione che hanno pensato più al legname da costruzione (lumber) che al legno (wood). Ciononostante, anche quando dovrebbe fa-re riferimento al legname da costruzione a norma (timber), la tesi dei due architetti non è condivisibile se non nel contesto dell’epo-ca in cui essi operano. Negli anni ’70, Alvar Aalto non era noto quanto lo sarebbe stato successivamente. La lobby nata intorno ad Aulis Blomstedt e Aarno Ruusuvuori, antago-nisti di Aalto, esercita un ascendente sull’unica rivista di architettura finlandese, “arkkitehti”, e sull’unica scuola di architettu-ra, il politecnico a Otaniemi. Gli antagonisti di Aalto gli rimproverano di aver sperimenta-to troppo nel processo formale individuale, si impegnano nella standardizzazione, nella prefabbricazione e nel principio della modu-larità. Insieme a Kristian Gullichsen (figlio del proprietario di Villa Mairea), Pallasmaa pro-getta ville estive in legno che portano for-malmente la firma di Mies: architetture mo-dulari costituite da elementi in legno a struttura leggera. Per difendere il progetto, Mikkota e Pallasmaa hanno costruito la loro tesi attraverso la vera forma della costruzio-ne in legno; ma, nelle case tradizionali a tronchi, in Finlandia e in altre parti del mon-do, la tipologia di pianta più spesso utilizza-ta è rettilinea, anche se è chiaro che la con-nessione fra le travi non esige necessariamente un angolo retto. Il kahta-moinen finlandese, la tradizionale chiesa a doppia croce, ad esempio, si distingue spesso per le travi a croce che convergono prospetticamente. Altri metodi di costruzione

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∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 11

in legno sono più flessibili anche nelle co-struzioni “organiche” o dalle forme scultoree, come hanno dimostrato Herb Greene e il suo Makovecz. Non sembra che il legno co-me materiale da costruzione imponga la for-ma all’edificio. In modo particolare nel XIX secolo, il legno come materiale per la nuova costruzione, a confronto delle nuove tecno-logie come le fusioni in ferro, l’acciaio e il calcestruzzo, perde terreno. In una società industriale, altri materiali sono ritenuti più idonei ad assolvere il ruolo un tempo proprio del legno, soprattutto per quanto concerne la prevenzione incendi, l’inserimento del fab-bricato in un tessuto urbano ad elevata den-sità e la necessità di ampie luci architettoni-che. Solo negli ultimi due decenni, i progressi tecnologici e il crescente interesse per la sostenibilità hanno rimesso in gioco l’alternativa del legno. Non stupisce che il le-gno venga utilizzato con modalità conven-zionali da un lato, per destare i suoi caratteri di naturalezza e tradizione, e contemporane-amente sia impiegato per edifici sperimenta-li. Si pensi, ad esempio, che nel 1999 nella tedesca cittadina di Herne-Sodingen, Françoise-Hélène Jourdas progetta un invo-lucro microclimatico: un’architettura high tech con pilastri a vista in abete rosso. Il la-boratorio di Edward Cullinan del Museo all’aperto Weald and Downland a Sussex (2002) si distingue per una copertura a gu-scio reticolare leggera composta di listelli in rovere connessi tra loro diagonalmente. Una versione più “blob” di una tecnica strutturale simile è stata applicata dal Finnish Wood Studio nel piccolo padiglione realizzato presso lo zoo di Helsinki. La copertura rea-lizzata in occasione dell’Expo mondiale di Hannover, progettata da Thomas Herzog, è un altro esempio di costruzione a guscio in legno. E’ composta di dieci ombrelli alti 20 metri con un possente pilone centrale e un coronamento di 40x40 metri. Herzog sostie-ne che l’obbiettivo non era creare una forma reticolare leggera, ma alla base del concetto c’era la stabilità di un albero riscontabile nel-la successione di tronchi massicci portanti, rami e rametti. Nella stessa Esposizione Mondiale svoltasi ad Hannover, Peter Zum-thor sonda esattamente il potenziale del le-gno: dal punto di vista costruttivo il Padiglio-ne della Svizzera non è particolarmente innovativo, ma il muro composto di elementi a sovrapposizione con 45.000 travi in legno di fresco taglio crea interni labirintici con particolari effetti di luce. Zumthor ama porre l’accento sul fatto che i suoi progetti architettonici nascano da un materiale da costruzione. Pone un particola-re valore alla natura del legno, come mate-riale vivo.

Architetture viventiIl Padiglione svizzero progettato da Peter Zumthor concretizza la possibilità che il le-gno crei un’architettura vivente. Diversi sono gli architetti e gli artisti che associano l’albe-

ro ad un ordine architettonico che ricorda forme gotiche o architetture moresche. L’esempio più eclatante è rappresentato dal Weidendom di Rostock. Marcel Kalberer e Sanfte Strukturen hanno progettato quella che, con i suoi 15 metri di altezza e 52 di ampiezza, è attualmente la più grande archi-tettura vivente del mondo. Kalberer non è l’unico ad essere affascinato da volte e cu-pole vegetali, un altro esempio famoso è la cattedrale vegetale di Malga Costa, eretta nel 2001 da Giuliano Mauri in Val di Sella presso Trento. La struttura si compone di tre navate con 80 pilastri in rami intrecciati tra loro. L’idea che la cattedrale gotica tragga origine dalle fantasie popolari e dalle foreste nordiche si diffonde sin dal romanticismo, come ci ricordano Goethe, August Wilhelm Schlegel e René de Chateaubriand, solo per citarne alcuni. Sir James Hall, socio della Royal Society di Edimburgo fa una prima sperimentazione premeditata, per fornire la prova scientifica della naturalezza dell’archi-tettura gotica. Al contrario di quanto riportato negli scritti da Vitruvio all’Abate Laugier, Hall desidera mostrare che tutti i concetti dello stile gotico sino al più minuto particolare so-no convalidati da una logica vegetale. Come prova empirica, coltiva nel suo giardino di Edimburgo la famosa piccola cattedrale in verghe di salice. Per impressionare il pubbli-co femminile, l’australiano Laubenvogel co-struisce un “nido” artificiale in rami, muschio e foglie spesso raffigurato come un tunnel o un piccolo riparo. All’interno e intorno al nido dispone penne, ghiaia, gusci di chiocciola, fiori e altri oggetti. Dal punto di vista formale, il chiosco potrebbe essere paragonato all’opera paesaggistica di La Tonelle creata dall’artista francese Gilles Bruni e Marc Ba-barit nel 1996. Se il Laubenvogel costruisce un nido decorato, non è né naturale ma non è nemmeno architettura. In architettura si può fare in modo che nessun materiale sia naturale. Gli alberi nella foresta sono organi-smi viventi ma il legno naturale non esiste.

Pagina 1254Dallo Spacelab allo SlumlabArchitettura senza architettura?Frank Kaltenbach

Aaron Betsky, ex direttore del NAI Nether-land Architecture Institute e Direttore del Cincinnati Art Museum è responsabile dell’allestimento della mega rassegna pre-sentata in occasione della Biennale d’Archi-tettura 2008 che vede sfilare 56 paesi parte-cipanti. “Gli edifici sono la tomba dell’architettura”: sulla scorta di una tesi così provocatoria, Betsky sviluppa il filo condut-tore dell’esposizione sotto il motto “Out The-re-Architecture beyond Building”. Gli archi-tetti visitando l’esposizione dovrebbero per l’occasione liberarsi dal peso del lavoro quotidiano per esibirsi come artisti, discute-re la nuova essenza dell’architettura e trova-re soluzioni per il futuro. All’Arsenale, due schermi di proiezione curvi accolgono il visi-tatore in un mondo interstellare. Uno scena-rio creato con le sequenze sincronizzate di film, da “Metropolis” di Fritz Lang del 1926 fino a “2001: Odissea nello spazio” di Stan-ley Kubrick. Coinvolto dalla visione e dall’utopia del pas-sato, il visitatore si trova confrontato con un design futuristico. Con “Prototyping the futu-re: three houses for the subconscious” Hani Rashid e Lise Anne Couture di Asymtote de-finiscono la propria metamorfosi di corpi astratti in tre variazioni: oggetti estetici che indagano la predisposizione formale della nostra immagine. E lo spazio? In un ambien-te interattivo anno ’60 si scivola sotto una campana di vetro acrilico che sembra il ca-sco di un astronauta galattico. Seguendo l’indicazione di disporre i propri pugni intor-no alla cupola di pilotaggio, si delinea il pro-prio battito cardiaco su un diplay LED, ma solo mentre ci si sta per allontanare diventa chiaro che l’idea di questa capsula spaziale trae veramente origine dal 1969 ed è una ri-costruzione dell’”Astroballon” di Coop

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12 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂

Himmelb(l)au. Sorge la domanda: quello che un tempo sognavamo, ora può essere realiz-zato? L’installazione di arredi “Lotus” di Za-ha Adid risolve la questione della scala fa-cendo riferimento ad auto di lusso o ad un fior di loto dischiuso. Il futuro dell’architettura è forse un’architettura in movimento? Ben van Berkel e Caroline Bos lavorano al feno-meno della stanza vivente. In un bianco neu-tro il nastro della “Changing Room” si attor-ciglia tra lo storico colonnato come un modello in carta in scala 1:1. Il pavimento di-venta parete, diventa soffitto, diventa pavi-mento. Il movimento tridimensionale poten-ziato da videoproiezioni, si sovrappone al movimento tridimensionale del visitatore. La temporaneità e l’infinita molteplicità di solu-zioni si riscontra nelle installazioni di Frank Barkow e Regine Leibinger. Tubi tagliati al laser che potrebbero essere letti come mo-delli astratti di edifici a sviluppo verticale di una città: il visitatore può spostarne a piaci-mento la disposizione. La prefabbricazione digitale è messa in scena anche nel Padi-glione svizzero ai Giardini, dove una parete costruita da un robot si snoda intorno ai pila-stri, icona dell’elevato livello delle scuole di architettura svizzere, dove l’installazione di Gramazio Kohler è stata portata a compi-mento. “S.L.U.M.Labs” è il progetto di una funicolare negli slums di Caracas che con-nette due quartieri urbani senza costruire un nuovo spazio stradale. Peter Ebner e sette studi di architettura messicani propongono ipotesi concrete per incrementare la densità del costruito di Messico City. Spesso il mes-saggio di alcuni padiglioni è di difficile com-prensione e il risultato di altri suscita meno interesse, è meno seducente ed emoziona-le. Gehry è stato premiato con il “Leone d’oro” alla carriera nonostante sia in contra-sto con il motto di Betsky dato che crede an-cora nella forza dell’architettura. “Non mi in-teressano bei disegni o modelli. Mi interessa l’edificio”. E non è solo.

Documentazioni

Pagina 1266Casa di vacanze a Kumamura

Spesso le case di vacanza in montagna so-no associate al legno, inteso come materiale da costruzione naturale. Tuttavia, raramente la relazione trova un’espressività così imme-diata come in questo cubo realizzato nella Prefettura di Kumamura in Giappone. Un’area quadrata di 4 metri di lato dove travi in legno di cedro di sezione eguale si stratifi-cano una sull’altra: gli interni ricordano un gioco di costruzioni dell’infanzia sottraendosi alle tradizionali disposizioni costruttive delle case di legno e approdando ad una magnifi-ca celebrazione di una complessa semplici-tà. Disposte in undici differenti posizioni, le travi lignee definiscono pelle ed interni, as-

solvono la funzione di parete, soffitto, tavolo, panca, scaffale o letto. Il cedro conferisce calore e senso di protezione, elementi in ve-tro privi di telaio enfatizzano lo scenario del bosco circostante.

Piantescala 1:100

Sezionescala 1:50

1 Ingresso2 Cucina3 Bagno / WC4 Locale tecnico5 Soggiorno 16 Soggiorno 27 Tavolo8 Zona notte9 Area giorno/notte

1 Nastro di guaina nastro di tenuta continuo listello di fissaggio perimetrale angolare in acciaio inox compensato di supporto 12,5+12,5 mm2 Vetrata monolitica 6 mm inclinazione 30° con angolare di metallo perimetrale fissato con silicone3 Pittura idrorepellente trasparente4 Legno di cedro giapponese 350/350 mm5 Vetrata monolitica 6 mm apribile verso l’interno6 Spina filettata acciaio Ø 18 mm7 Pittura idrorepellente bianca8 Massetto cementizio 220 mm pavimento in cemento armato 350 mm

Pagina 1268Postazione di primo soccorso a Marsiglia

Marsiglia, città dal carattere industriale e portuale, da decenni si occupa del water front nell’area urbana. In sostituzione di un edificio esistente, si realizzano quattro sta-zioni di primo soccorso che oltre ad essere garanti della sicurezza pubblica sulla spiag-gia, creano un senso di identità. I padiglioni si collocano in posizione centrale sul seg-mento di spiaggia, pur essendo raggiungibili direttamente dalla strada dai mezzi di soc-corso. L’edificio è quasi interamente occu-pato dalla stazione di primo soccorso e vie-ne utilizzato stagionalmente. Tramite il percorso coperto da pergolato sul lato verso

il mare la postazione di primo soccorso è connessa al volume con i servizi igienici per gli ospiti della spiaggia e il locale tecnico. La facciata in listelli lignei ombreggia duran-te l’estate senza ostacolare la vista ai soc-corritori. Ampie parti della facciata lunga 7 metri sono ribaltabili tramite meccanismo di sollevamento idraulico.

Planimetria generale tipo 1scala 1:2000

Prospetti SezioniPiante tipo 2scala 1:250

1 Servizi igienici2 Locale tecnico3 WC accessibile dall’esterno4 Passaggio coperto con pergolato5 Primo soccorso6 Locale osservazione7 Cucina8 Spogliatoio9 Ufficio direzione

1 Lamiera di rame zincata aggraffata verticalmente rivestimento in tavole di legno 30/150 mm trave lignea reticolare prefabbricata 2 Pannello in legno compensato multistrato12 mm barriera al vapore isolamento termico 200 mm 3 Anta a ribalta in vetro di sicurezza 4 Pannello in legno compensato multistrato 12 mm listelli 20/70 mm barriera al vento pannello in OSB 12 mm isolamento termico 120 freno al vapore listelli 40 mm cartongesso 12,5+12,5 mm 5 Montante 200/ 200 mm 6 Piastrelle 20 mm su letto di malta massetto 70 mm c.a. 170 mm 7 Doghe in legno 150/ 22 mm travi in legno 70/ 200 mm profilo in legno 60/ 90 mm 8 Lamelle in legno trattate a caldo 150/ 22 mm 9 Traverso in legno trattato a caldo 100/100 mm10 Anta di apertura lamelle 150/10 mm con meccanismo di apertura idraulico12 Pilastri in legno 100/100 mm13 Pannello in legno lamellare 18 mm listelli 40/ 50 mm calcestruzzo a poro aperto 200 mm letto di malta 20 mm piastrelle

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∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 13

Pagina 1272Casa d’abitazione ad Augusta

La casa ai margini del nucleo storico di Au-gusta sostituisce un edificio di cubatura si-mile preesistente. La difficoltà di computare l’intervento su una sostanza costruita esi-stente e la suddivisione degli spazi non fun-zionale, hanno indotto sia la committente che i progettisti ad optare per un nuovo vo-lume. La scelta del legno trova motivazioni nei requisiti, imposti dalla committenza, di sostenibilità, breve fase di cantiere e piace-vole microclima. La struttura in montanti rive-stita, in facciata e a tetto, da pannelli di fi-brocemento marrone scuro si affaccia con ampie superfici sul giardino adiacente. Lu-ce, clima e privacy sono controllate dall’utente tramite persiane impacchettabili traforate esterne e tendaggi interni. Sulla facciata lungo il vicolo, le aperture si riduco-no, le persiane non sono traforate mentre la finestra del bagno al piano terra rimane na-scosta dietro un pannello intagliato. La ve-trata arretrata rispetto al filo facciata in corri-spondenza del timpano consente l’apertura di una terrazza-loggia all’interno del volume dell’edificio.

Planimetria generalescala 1:1500

PianteSezioniscala 1:200

1 Confine del lotto 2 Ingresso 3 Ufficio / appartamento vicino 4 Bagno 5 Riscaldamento/lavanderia 6 Corridoio con libreria 7 Camera bambini 8 Camera da letto 9 Cucina10 Pranzo11 Soggiorno12 Terrazza

Sezione particolareggiatascala 1:20

1 Pannello in fibra di cemento 8 mm avvitato (con viti nel colore della facciata) ventilazione/listelli 100/120 e 100/60 guaina a poro aperto 5 mm all’intradosso del pannello rivestimento in tavole a taglio sega 24 mm isolamento in fibre morbide di legno 100+100 mm

tra le travi inclinate 100/ 200 freno al vapore ventilazione/listelli 30/50 pannello in fibra di gesso 15 mm tinteggiato 2 Lamiera traforata in alluminio marrone 3 Canale di gronda riscaldato in alluminio marrone 4 Vetrata isolante in vetro di sicurezza 8 mm+intercapedine 14 m+ stratificato temperato di sicurezza 9 mm 5 Tavole in abete bianco levigato e oliato 22 mm su listelli di supporto con riscaldamento a pavimento intermedio 25 mm isolamento fonoassorbente 33/30 mm solaio massiccio in legno lamellare di abete rosso 180 mm intradosso a vista 6 Zoccolo in abete rosso 22 mm 7 Antone a libro in fibra di cemento marrone 8 mm struttura in telai di alluminio anodizzati marrone scuro 8 Imbotte in pannelli di fibra di cemento 8 mm 9 Vetrata isolante in vetro di sicurezza 8 mm+intercapedine 14 m+ stratificato temperato di sicurezza 11 mm in telaio di legno di abete rosso esternamente tinteggiato come la facciata all’interno laccato bianco10 Parapetto in vetro stratificato temperato 13 mm11 Lamiera serramento in alluminio marrone12 Pannello in fibra di cemento avvitato 8 mm (viti nel colore di facciata) ventilazione/listelli 120/80/40 mm pannello in particelle di legno a poro aperto 20 mm isolamento in fibre morbide di legno 80+80 mm tra gli elementi in massello da costruzione 60/160 o 120/160 mm pannello in OSB listellatura con isolante 40/60 mm pannello in fibra di gesso 15 mm tinteggiato13 Pannello in fibra di cemento avvitato 8 mm con fessura verticale14 Lamiera di alluminio piegata anodizzata marrone scuro15 Nastro in lastra di fibra di cemento 8 mm16 Tavole in legno in abete bianco 30 mm tubolare in alluminio | 30 mm membrana impermeabilizzante 1,5 mm isolante termico poliuretanico stabile a compressione 80 mm freno al vapore 2 mm strato di separazione in feltro sintetico 3 mm solaio massivo in legno lamellare di abete rosso 180 mm intradosso a vista17 Binario tendaggio in alluminio anodizzato18 Tubolare in acciaio | 60/60/4 mm19 Massetto cementizio pigmentato lucidato 70 mm20 Parete a traversi 130 mm pannello in fibra di gesso 15 mm

isolamento in fibra morbida di legno 60 mm tra gli elementi in massello da costruzione 60/160 pannello in fibra di gesso 15 mm tinteggiato21 Parete di irrigidimento 155 mm pannello in fibra di gesso 15 mm tinteggiato pannello 12,5 mm isolamento in fibra morbida di legno 60 mm tra gli elementi in massello da costruzione 60/160 pannello22 Porta scorrevole in pannello di particelle 45 mm23 Canale Ø 100 mm

Pagina 1276Edificio plurifamiliare a Ebikon

In Svizzera, a Ebokon, un nuovo fabbricato di forma razionale sostituisce un edificio rurale esistente. Il volume cubico si eleva per quattro livelli sopra un basamento in calcestruzzo a vista. Nel fabbricato si collo-cano un negozio, un appartamento per la madre del contadino e due unità identiche disposte su tre livelli per famiglie con bambi-ni. L’accesso alle due unità d’abitazione av-viene tramite un passaggio che richiama le tipologie rurali. Entrambi gli appartamenti sono disposti in modo da godere di vista in tutte le direzioni e da integrare nei volumi elementi come: passaggi coperti, loggia al piano di copertura, ecc. La struttura in legno si compone di pareti realizzate in listellare massello e di solai in listellare con calce-struzzo collaborante. La struttura evita l’im-piego dei giunti incollati: un punto a favore dell’ecologia. La facciata respira e si auto-pulisce e dovrà essere ritinteggiata soltanto ogni 10 anni.

Planimetria generalescala 1:2000

SezioniPiantescala 1:250

1 Camera 2 Bagno 3 Corridoio 4 Guardaroba 5 Soggiorno/pranzo 6 Loggia

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14 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂

7 Ripostiglio 8 Negozio 9 Cantina Locale tecnico11 Deposito12 Lavanderia13 Cambio14 Ingresso15 Passaggio

Sezione orizzontaleSezione verticalescala 1:20

1 Copertura: inverdimento estensivo 80 mm membrana antiradice guaina bituminosa a due strati. isolamento in pendenza in lana minerale freno al vapore solaio in legno listellare masello 187 mm correnti 25 mm pannello di cartongesso intonacato 13 mm 2 Lamiera attico in acciaio inox 3 Pannello in legno compensato multistrato 4 Sfioratore di sicurezza 5 Rivestimento in tavole di abete rosso 20 mm correnti 109 mm cartone antivento 6 Parapetto barra in acciaio zincata 40/8 mm 7 Drenaggio loggia 8 Pavimento loggia pavimentazione a fuga aperta in Douglas 27 mm membrana di protezione guaina impermeabilizzante a due strati isolante in pendenza 60/110 mm barriera al vapore solaio in legno listellare masello 207 mm listelli 25 mm pannello in cartongesso intonacato 13 mm 9 Solaio parquet in rovere 10 mm massetto cementizio 80 mm strato di separazione guaina PE isolante termico 20 mm isolante fonoassorbente 20 mm solaio in legno listellare masello e calcestruzzo 207 mm listelli 25 mm cartongesso intonacato 13 mm10 Veneziana alluminio anodizzato naturale11 Vetrata isolante 4+20+4 U=1,1 W/m2K telaio finestra legno/alluminio anodizzato naturale12 Scossalina in lamiera alluminio anodizzato naturale13 Facciata rivestimento in tavole di abete rosso trattato con impregnante a base di farina di segale correnti 40 mm cartone antivento isolante termico lana minerale 160 mm parete in legno listellare masello in legno 87 mm pannello in cartongesso intonacato 13 mm

Pagina 1280Museo a Sabres

A partire dal 1970, il Museo all’aperto “Eco-musée de la Grande Lande” situato in un’area ricca di boschi lungo la costa atlan-tica francese, serve a documentare la vita nel XIX secolo. Il treno storico accompagna i visitatori attraverso un viaggio nel tempo: accanto alla stazione si colloca il nuovo “Pa-villon des Landes de Gascogne”. Il rivesti-mento continuo in legno di pino autoctono integra il grande volume in un ambiente prettamente rurale. Dall’ingresso si apre ver-so sinistra uno spazio ampio completamente bianco dedicato alle esposizioni temporanee e caratterizzato da una parete di fondo com-pletamente vetrata che si apre verso la natu-ra. Le travi in legno della struttura portante filtrano la luce naturale incidente attraverso gli shed. Nella così detta “Galleria”, dedicata alle esposizioni permanenti, l’illuminazione è garantita da un lucernario e da una finestra scatolare sovradimensionata rivestita in la-melle di legno. L’irregolarità del volume ha una sua ragione nella semplicità di posa de-gli elementi lignei prefabbricati in stabilimen-to. Se negli anni a seguire dovessero cam-biare le esigenze degli utenti, la struttura portante in legno consentirà, in particolare nel settore dedicato alle esposizioni, un in-tervento flessibile con pareti divisorie realiz-zate in tecnologia a montanti lignei, ma an-che con aperture di finestre sui perimetrali. Per garantire una tenuta agli agenti atmosfe-rici, le lamelle in legno che rivestono l’intero volume sono state trattate a caldo. Le lamel-le ombreggiamo anche la superficie di co-pertura e proteggono dal surriscaldamento estivo.

Assonometriacostruzione massiva (deposito, laboratorio)

Assonometria costruzione in legno(esposizione, didattica)

SezioniPianta piano terrascala 1:500

1 Ingresso 2 Esposizione temporanee 3 Esposizioni permanenti 4 Vetrina 5 Didattica 6 Area conferenze 7 Deposito 8 Laboratorio 9 Lucernario10 Impianto aerazione

Sezione orizzontale Sezione verticalescala 1:20

1 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) profilo in acciaio piegato zincato rivestito nero listelli 60/ 22 mm tenuta al vento pannello OSB 20 mm montante in lamellare di pino 90/ 220, interasse 1200 mm isolante termico intermedio lana di vetro 120 mm lastra di cartongesso 12,5+12,5 mm 2 Uscita di sicurezza 3 Pannello in legno con velatura 4 Vetrata isolante fissa 5 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) profilo in acciaio piegato zincato rivestito nero | 35/70 mm 6 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) profilo in acciaio piegato zincato rivestito nero listelli 60/40 mm tenuta al vento isolante termico lana di vetro 120 mm pannello OSB 20 mm parete in laterizio 200 mm 7 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) guaina impermeabilizzante materiale isolante espanso 100 mm freno al vapore pannello OSB 20 mm 8 Ancoraggio copertura tubolare in acciaio Ø 60 mm 9 Elemento d’appoggio regolabile in plastica 10 Profilo perimetrale in lamiera rivestita11 Trave in lamellare di pino 90/450 mm(interasse 1200 mm)12 Canale di aerazione13 Pannello pavimento in c.a. superficie con aspersione di quarzo

Sezione particolareggiatascala 1:20

1 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) 2 Ancoraggio copertura tubolare in acciaio Ø 60 mm 3 Elemento d’appoggio regolabile in plastica 4 Profilo perimetrale in lamiera rivestito 5 Vetrata isolante 6 Trave portante in lamellare di pino 7 Canale di aerazione 8 Guaina impermeabilizzante materiale isolante espanso 100 mm pannello OSB 20 mm lana di vetro 128 mm cartongesso 9 Avvolgibile10 Corpo d’illuminazione a luce indiretta11 Pannello in compensato isolante termico in lana minerale 220 mm tra i montanti in lamellare 90/ 220 mm pannello in compensato12 Guaina impermeabilizzante

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∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 15

materiale isolante espanso 100 mm pannello OSB 20 mm lana di vetro 30 mm cartongesso a doppio strato lana minerale 30 mm membrana di rivestimento nera13 Controsoffitto di pannelli in lamiera stirata14 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) profilo in acciaio piegato zincato listelli 60/ 22 mm impermeabilizzazione al vento pannello OSB 20 mm isolamento termico negli interspazi 120 mm cartongesso a doppio strato15 Pannello pavimento in c.a. superficie con aspersione di quarzo

Pagina 1286Casa d’abitazione a Londra

Il cubo con pelle lignea si inserisce in un contesto di case a rivestimento lapideo nell’East End di Londra dove il committente mette a disposizione per la costruzione un raro e costoso lotto di terreno. Sprofondando il volume nel lotto, l’edificio residenziale guadagna un livello rispetto alla bifamiliare in stile vittoriano con rivestimento in laterizio cui la nuova architettura si deve conformare dimensionalmente. Spazi intimi, protetti dallo sguardo indiscreto dei passanti; una cucina e una sala da pranzo che si sviluppa verso l’esterno. Contrariamente a quanto previsto dall’organizzazione planimetrica solitamente adottata in Gran Bretagna, le camere sono collocate a livello stradale, mentre il soggiorno è al primo piano. Le par-ti portanti dell’edificio sono completamente realizzate in elementi massivi di legno pre-fabbricati in Germania. Il montaggio della struttura principale è avvenuto in soli due giorni. Il rivestimento in tavole di cedro trat-tato con olio di lino è stato montato in opera. Le ante di ventilazione, le porte e le finestre sono a filo con la facciata per integrare e sottolineare l’uniformità dell’involucro nero. Gli interni sono caratterizzati da pareti e pa-vimenti bianchi. La realizzazione di una struttura portante in legno massello su tutti i lati ha consentito la libera disposizione delle ampie aperture. Il carattere introverso dell’edificio non impedisce il contatto visivo con il patrimonio arboreo storico esistente sul lotto adiacente.

Planimetria generalescala 1:2000

Sezionepiantescala 1:250

1 Corte2 Cucina3 Pranzo4 Studio5 Camera6 Deposito7 Ingresso8 Soggiorno

Sezione verticaleSezione orizzontalescala 1:20

1 Vetrata isolante in telaio di acciaio inox L 50/50 mm incollato 2 Copertura rivestimento in tavole di cedro superficie scanalata 40 mm struttura non a vista in cedro 50/70 mm trave in abete rosso 100/120 mm distanziatore materassino di protezione puntuale 3 Guaina impermeabilizzante solaio in legno massiccio in pendenza rivestimento in tavole 30 mm isolamento termico 70 mm pannello compensato in tavole di abete rosso 160 mm laccato bianco 4 Solaio compensato laccato bianco 18 mm isolamento con riscaldamento a pavimento 50 mm strato di separazione solaio compensato in tavole di abete rosso 170 mm rivestimento in tavole 38/38 mm cartongesso 12,5 mm 5 Parete rivestimento in legno di cedro superficie scanalata con fughe di 5 mm correnti 25/38 mm contro listelli 38/38 mm guaina impermeabilizzante tamponamento in pannello compensato in tavole di abete rosso 160 mm materiale isolante espanso ignifugo con freno al vapore integrato 50 mm cartongesso 12,5 mm 6 Frontale di partenza scala noce 63 mm 7 Parapetto in compensato 9 mm superficie impiallacciata noce 8 Pavimento terrazza tavole in cedro 40 mm trave in legno di conifera pretrattato 40/60 mm materassino di protezione puntuale guaina impermeabilizzante pannello pavimento in c.a. 250 mm 9 Pavimento piano terra compensato laccato bianco 18 mm isolamento con riscaldamento a pavimento 50 mm strato di separazione materiale isolante espanso 70 mm10 Ante di aerazione rivestimento in tavole di cedro 20 mm guaina impermeabilizzante pannello in compensato 12 mm

isolamento 40 mm freno al vapore pannello in compensato 12 mm correnti 25/ 25 mm cartongesso 12,5 mm

Pagina 1290Monastero a Tautra

“Così vicino al cielo” potrebbe commentare il visitatore della chiesa di Tautra Maria alla vista della magnificenza della natura che si gode dalla parete vetrata di fondo all’altare. Trasparente anche la pelle di copertura: l’in-treccio di travi lignee di cui si compone filtra la luce naturale mutandola in una giocosa combinazione di luci ed ombre. Lo spazio di devozione si colloca in testata a chiusura del volume del monastero edificato nel 2006 sull’isola Tautra nel fiordo di Trondheim. Pochi anni prima dell’intervento, una congre-gazione di monaci trappisti provenienti dagli Stati Uniti, attratti dalla solitudine, e in parti-colare dai resti di una vicina abbazia medie-vale cistercense, decidono di stabilirsi in questo luogo. Un semplice rettangolo lungo 82 metri e largo 29 chiude uno spazio inter-no. Ampie superfici vetrate si aprono verso l’acqua e il paesaggio del fiordo, mentre il volume resta chiuso verso il paesaggio “terrestre” e l’ambiente rurale. All’interno ci si imbatte in una successione di differenti spazi interni ed esterni che consentono ri-servatezza e concentrazione conferendo all’impianto monastico, in tutta la sua etero-geneità, il carattere di una concentrazione rurale in via di sviluppo. Per gestire questa differenziazione sotto l’aspetto costruttivo –ogni ambiente ha dimensioni diverse-, gli architetti hanno scelto lamellare di grande sezione 215x215 mm, dimensione da cui è derivato lo spessore della facciata con rive-stimento ardesiaco all’esterno e ligneo sulla facciata del cortile.

Planimetria generalescala 1:2500

Prospetto sudPiantescala 1:500

1 Chiesa 2 Cappella 3 Chiostro 4 Refettorio 5 Cucine 6 Scriptorium

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16 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂

7 Biblioteca 8 Noviziato 9 Sala del capitolo10 Ufficio11 Sala pranzo ospiti12 Camere ospiti13 Produzione creme e saponi14 Locale tecnico15 Cella16 Corte interna17 Galleria

Sezione longitudinale struttura reticolare chiesascala 1:500Sezione verticale chiesascala 1:20

1 Vetrata isolante stratificato di sicurezza 4+4+ intercapedine 14 mm+ vetro di sicurezza monolitico 6 mm in telaio di alluminio 2 Listelli diagonali in lamellare 115/115 mm 3 Listelli orizzontali in lamellare 115/45 mm 4 Trave di colmo in lamellare 270/ 270 mm 5 Travi inclinate in lamellare 215/ 270 mm 6 Travi secondarie mediane/ travi secondarie diagonali/ travi secondarie perimetrali in lamellare 215/ 225 mm 7 Trave di contorno in lamellare 275/70 mm 8 Lamiera di rame guaina impermeabilizzante pannello di compensato 18 mm isolamento termico 35 mm barriera al vapore pannello di compensato in betulla impiallacciato 18 mm 9 Lastre di ardesia 400/17 mm larghezza 200/400 mm listelli a sezione trapezoidale 48 mm listelli 23/36 mm cartone antivento pannello in compensato 18 mm montanti in legno 148/48 mm con isolamento termico intermedio lana minerale 150 mm barriera al vapore listelli 48/48 mm con isolamento termico intermedio lana minerale 50 mm pannello in compensato di betulla impiallacciato10 Massetto radiante levigato 70 mm isolamento termico 30 mm pannello pavimento in c.a. 250 mm coibentazione perimetrale 100 mm

Sezione verticale chiostroSezione orizzontale corte internascala 1:20

1 Lamiera in rame con aggraffatura verticale impermeabilizzazione pannello in compensato 18 mm2 Impermeabilizzazione a due strati isolamento termico in materiale espanso 250 mm barriera al vapore pannello in compensato di pino 18 mm3 Montanti e traversi in lamellare 215/ 215 mm4 Travi in pino 48/ 215 mm5 Vetrata isolante in stratificato di sicurezza 4+4 +intercapedine 14 mm +monolitico di sicurezza

temprato in telaio di alluminio6 Rivestimento in tavole di abete rosso 19 mm listelli 36/48 mm listelli 23/36 mm cartone antivento pannello in compensato 18 mm profili in legno 148/48 mm con isolamento termico intermedio 150 mm barriera al vapore profili in legno 48/48 mm con isolamento termico intermedio lana minerale 50 mm pannello in compensato di betulla impiallacciato7 Corpo illuminante

Pagina 1296Edificio residenziale a Berlino

Osservando l’edificio esternamente, è im-possibile capire che sia stato costruito utiliz-zando del legno. Dietro la facciata intonaca-ta si potrebbero nascondere pareti in calcestruzzo. La struttura in legno nasce da una richiesta della committenza, una coope-rativa di costruzione di Berlino. Gli architetti erano convinti che il legno non dovesse es-sere a vista in quanto l’edificio è inserito in un contesto urbano di edifici risalenti alla fi-ne del XIX secolo, con rivestimento lapideo, e in ottemperanza alla regola di prevenzione incendi che escludono facciate in materiali infiammabili. Disporre una scala esterna aperta in calcestruzzo, per una rapida via di fuga, è stato decisivo per ottenere l’appro-vazione del progetto da parte degli enti di controllo ed ha risolto problematiche come l’aerazione su tre lati ma soprattutto una mi-gliore disposizione degli spazi interni.

Planimetria generalescala 1:5000

SezioniPiantescala 1:400

1 Appartamento2 Ufficio

Sezione facciatascala 1:20

1 Trave in acciaio HEM 2202 Copertura substrato 20 mm strato di livellamento e

strato cuscinetto 70 mm materassino di protezione in polipropilene drenaggio e raccolta dell’acqua 30 mm materassino di separazione e di protezione guaina impermeabilizzante bituminosa saldata membrana antiradice guaina bituminosa rinforzata con rete di vetro isolamento termico in lana minerale 200 mm solaio calcestruzzo-legno: c.a. 100 mm+ solaio in listellare massello in legno 160 mm3 Sospensione profili in acciaio fi 80 mm4 Traverso in legno 36/ 28 mm5 Parquet 18 mm massetto cementizio 45 mm pannello in polistirolo 30 mm per alloggio serpentina isolamento anticalpestio 20 mm solaio calcestruzzo-legno: c.a. 100 mm+ solaio in listellare massello 6 Intonaco minerale 8 mm isolamento termico in lana minerale 100 mm pannello in fibra di gesso 12,5 mm parete in legno massiccio 160 mm pannello in fibra di gesso 18+18 mm7 Parapetto in barra d’acciaio zincata ¡ 40/10 mm8 Asta piena in barra d’acciaio zincata ¡ 30/10 mm9 Pavimento balcone graticcio di legno profilo U in acciaio 120 mm HEA 100 profilo in acciaio U 80+80

Sezionescala 1:20

1 Passerella scala elementi prefabbricati in c.a. 250 mm2 Parquet 18 mm massetto cementizio 45 mm pannello in polistirolo 30 mm per alloggio serpentina isolamento anticalpestio 20 mm solaio calcestruzzo-legno: c.a. 100 mm+ solaio pannello in fibra di gesso 12,5 mm isolamento termico in lana minerale 200 mm intonaco minerale3 Intonaco minerale 8 mm isolamento termico in lana minerale 100 mm pannello in fibra di gesso 12,5 mm parete in legno massiccio 160 mm pannello in fibra di gesso 18+18 mm4 Finestra in legno con vetrata isolante U=1,1 W/m2K5 Parapetto in barra d’acciaio zincata ¡ 40/10 mm6 Elemento in c.a. prefabbricato 120 mm7 Terrazza: pavimento in Bangkirai 22 mm struttura non a vista in larice 40/60 mm impermeabilizzazione pannello in materiale estruso PUR 65 mm guaina in PE solaio calcestruzzo-legno: c.a. 100 mm+ solaio in listellare massello 160 mm isolamento termico lana minerale 150 mm pannello in fibra di gesso 18 mm

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∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 17

Pagina 1304Costruzione in legno di sette pianiUn esperimento che sfida i regolamenti ediliziTom Kaden

L’edificio residenziale realizzato a Berlino è, dal punto di vista tecnico costruttivo un’inno-vazione assoluta. Si tratta del primo edificio costruito in Europa con struttura in legno di sette piani. Premesso che la proprietà aveva richiesto l’utilizzo del legno come materiale da costruzione, esigendo anche un soddi-sfacente eco-bilancio dell’edificio, la com-plessità del progetto è stata sin dal primo momento chiara, dal momento che il Rego-lamento Edilizio locale prevedeva un massi-mo di cinque piani fuori terra per gli edifici in legno. Per questo –dopo le riflessioni urbani-stiche e costruttive preliminari- i progettisti hanno sin dall’inizio elaborato una strategia per la protezione antincendio, coinvolgendo già nelle prime fasi tutti gli enti interessati, dal Distretto Provinciale, ai Vigili del Fuoco, al collaudatore della struttura. Nonostante le approfondite verifiche con i professionisti coinvolti, la raccolta di tutte le osservazioni scaturite dalla verifica degli enti si è rivelata molto complessa; alla fine il buon esito del processo progettuale è stato garantito inca-ricando un certificatore terzo per la preven-zione incendi e ottenendo una positiva valu-tazione del rischio da parte dei Vigili del Fuoco di Berlino.

Prevenzione incendiI tre elementi fondamentali del progetto di prevenzione incendi sono: le vie di fuga a prova di fumo, il significativo incremento del-la resistenza al fuoco degli elementi lignei portanti e d’irrigidimento tramite un rivesti-mento o incapsulamento a contatto con pan-nelli in fibra di gesso e un impianto di rileva-zione fumi. Il concetto propugnato dallo studio di progettazione si opponeva alle nor-me innovative del regolamento edilizio intro-dotte nel febbraio 2006: in linea con il rego-lamento del 2002, la nuova versione consentiva la costruzione di edifici multipia-no in legno fino alla classe di edificio 4, inol-tre l’altezza dell’ultimo piano del fabbricato misurato dall’estradosso del solaio non do-veva superare l’altezza di 13 metri. L’edificio in questione superava i 22 metri e apparte-neva alla classe 5, per la quale le pareti e i solai devono garantire una stabilità al fuoco pari a F90-AB. Tutte le parti principali dell’opera dovevano essere realizzate in ma-teriali non infiammabili di classe A, anche se il legno di fatto può essere escluso dai cal-coli. L’unico sistema per ottenere un per-messo di costruzione, rilasciato apposita-mente per questo progetto, era dato da un parere tecnico di una società di ricerca sui materiali e di collaudo delle tecnologie edili-zie di Lipsia, in grado di esprimere una valu-tazione del comportamento al fuoco delle pareti perimetrali portanti in legno massiccio

e del solaio composito in legno-calcestruz-zo. Nel progetto di prevenzioni incendi, è stata fondamentale la presenza di una scala esterna aperta realizzata in calcestruzzo ar-mato, originariamente inserita per ragioni ur-banistiche. Tramite la passerella che collega l’edificio ad ogni piano con la scala, ogni unità d’abitazione viene dotata di un’uscita e in caso di incendio possiede una via di fuga diretta e non più lunga di 20 metri collegata ad una scala antifumo. Diversi sensori anti-fumo in ogni alloggio provvedono alla rapida rilevazione dell’eventuale incendio. Una co-lonna impiantistica per l’approvvigionamento di acqua agli idranti è stata realizzata come misura compensatoria aggiuntiva StrutturaL’intera struttura dell’edificio residenziale è stato realizzata in legno, ad eccezione di: due pareti tagliafuoco ai lati degli edifici adiacenti, due nuclei in calcestruzzo gettato in opera per gli impianti tecnici, pilastri e pa-reti in calcestruzzo al piano terra. Gli archi-tetti, dopo aver inizialmente scartato l’ipotesi di una struttura portante in telai di legno -per la sua difficoltà a garantire la stabilità statica di un edificio di sette piani- sono approdati, insieme agli strutturasti, ad un modello com-posto da uno scheletro portante in pilastri e traversi di dimensione 320x360 mm in legno lamellare, irrigidito da tamponamenti in le-gno massiccio di 160 mm di spessore. Incapsulamento delle pareti esterneIl rivestimento a contatto o incapsulamento di tutti gli elementi portanti è composto di due lastre di cartongesso spesse 18 mm. Sul lato esterno, la parete massiccia in legno è rivestita da una lastra di cartongesso da 12,5 mm. Il rivestimento termoisolante è sta-to ottenuto con un pannello di lana di vetro ad elevata densità da 70 kg/m3 e un punto di fusione superiore a 1000°. Il pannello otti-mizza la costruzione sia dal punto di vista della prevenzione incendi che nel contrasto al freddo invernale e al caldo estivo. Il rive-stimento interno ed esterno della struttura portante soddisfa tutti i criteri della classe d’incapsulamento k60 e in caso di incendio impedisce per 90 minuti che il fuoco rag-giunga la struttura lignea.

Costruzione dei solaiOgni piano è composto di una struttura composita legno-calcestruzzo con luce di 6,50 metri e divisa da una trave orizzontale in spessore in corrispondenza dell’asse me-diano dell’edificio. La soluzione ha consenti-to di eludere le pareti e i pilastri interni e ha permesso un elevato grado di personalizza-zione planimetrica. L’intradosso del solaio è composto da tavole in massello di abete rosso, spessore 160 mm, cui è sovrapposta una soletta di calcestruzzo armato di 100 mm di spessore rigidamente connessa agli elementi lignei tramite sei intagli profondi 20 mm e larghi 200. L’estradosso è costituito da un classico pavimento realizzato con ma-teriale isolante al calpestio, riscaldamento a pavimento e massetto cementizio.

Studio del solaio compositoGli ingegneri che hanno collaudato la strut-tura portante, accanto alle prove di calcolo statico obbligatorie, hanno consigliato per il sistema solaio la così detta “prova di flessio-ne in quattro punti” presso l’Istituto di mate-riali e strutture del Politecnico di Monaco di Baviera e una prova di carico elastico in opera. Il primo solaio è stato testato con tre carichi graduali (148,5 kN, 158,4 kN, 197,5 kN) senza rompersi sino al cilindro di massi-mo carico. La resistenza a flessione è di 6,0 kN/mm. Il secondo solaio si è rotto con un carico di 301,3 kN e possiede una resisten-za alla flessione di 5,38 kN/mm. Il collaudo in opera si è dimostrato sin dall’inizio più difficoltoso, per il fatto che era stato già avviato l’allestimento degli interni. Per il test sono stati riempiti 15 serbatoi d’acqua piovana, per un carico complessivo di 7,5 t, raggruppati intorno ad un pilastro. Le deformazioni sono state rilevate sia intor-no al pilastro che sul solaio.

FondamentaIl sedime di fondazione era occupato dai re-sti di una cantina e dalle rovine dell’edificio presistente distrutto durante la seconda guerra mondiale. La decisione di non avere un piano cantinato ha permesso la soluzione più economica: le preesistenze non sono state demolite e l’edificio è stato fondato su 57 pali in opera. La platea in calcestruzzo armato è spessa 300 mm.

Processo edileLa vera sfida di questo edificio era data dal-la possibilità di garantire, contemporanea-mente e parallelamente, la costruzione in calcestruzzo armato e quella in legno, com-pensando le tolleranze dimensionali delle due strutture e tenendo conto delle difficoltà derivanti da un cantiere con poca superficie a disposizione e carente, ad esempio, di uno spazio per il deposito del materiale. Per la struttura in legno sono stati sviluppati tre snodi con connessione in elementi d’ac-ciaio. La precisione di taglio della CNC ha consentito di montare velocemente i pilastri,

Tecnologia

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18 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂

i traversi, gli elementi parete e gli elementi solaio. Durante tutto il montaggio i carpen-tieri contemporaneamente presenti in cantie-re non sono mai stati più di 4. La struttura è stata assemblata in 8 settimane invece che nelle 11 previste: ogni settimana è stato rea-lizzato un piano seguendo sempre lo stesso programma settimanale: • l unedì e martedì montaggio delle strutture

a montanti e traversi e del tamponamento in massello con incapsulamento esterno prefabbricato.

• mercoledì pomeriggio fino a giovedì sera i ferri di armatura sono stati disposti per l’ir-rigidimento in calcestruzzo armato, per il materassino d’acciaio della soletta integra-tiva in calcestruzzo e per la trave piana. Nel medesimo periodo di tempo sono state inserite le installazioni tecniche e gli im-pianti elettrici.

• venerdì si è proceduto al getto in calce-struzzo sul solaio in listellare massello, asciutto il lunedì seguente quando è rico-minciato il procedimento nella stessa suc-cessione.

La prefabbricazione di una struttura lignea garantisce un’elevata sicurezza esecutiva e qualitativa e un tempo di realizzazione relati-vamente breve. Dopo circa 9 mesi, nella pri-mavera 2008, la proprietà si è trasferita nell’edificio.

Il materiale legno e le proprietà energeticheUna volta terminata la costruzione, la struttu-ra lignea celata da uno strato di intonaco non è più riconoscibile. La cosa lascia stu-pefatti dato che solitamente, nella maggior parte degli edifici in legno, i derivati del le-gno sono impiegati anche in facciata. Lo studio di progettisti non vedeva adeguata una facciata in legno destinata ad assumere una cromia grigia in un ambiente prettamen-te urbano, inoltre per motivi legati alla prote-zione incendi non era possibile prevedere una facciata in legno. Il legno è stato utiliz-zato in linea di massima per le parti portanti e come coibente, influendo positivamente sul bilancio energetico e rappresentando, in qualità di materiale rinnovabile, una risorsa sostenibile che necessita di trasporto relati-vamente breve: i buoni requisiti di termoiso-lamento del materiale legno, inoltre, insieme all’isolamento esterno al guadagno solare dalle superfici finestrate, rendono il fabbiso-gno energetico più basso di 40 kWh/m2. Si calcola che il costo per il riscaldamento dell’edificio e il riscaldamento dell’acqua sa-nitaria di un alloggio di 150 mq sia al massi-mo di 400 euro all’anno.

Il progetto rappresenta il prototipo di un concetto costruttivo innovativo che combina un’architettura seducente a requisiti di eco-logia e sostenibilità per la realizzazione di residenze ad alta concentrazione in ambien-te urbano, con il supporto idee innovative. In Germania è stata realizzata una struttura in legno per un edificio residenziale di 22 metri

e di sette piani, ottemperando a tutte le rac-comandazioni di protezione antincendio. E mancano solo pochi centimetri per raggiun-gere la classe degli “edifici alti”!

Pagina 1310Il nuovo volto del legnoLavorazione digitale del legno per la realizzazione di forme curveChristoph Schindler

Le soluzioni di modellazione offerte dai mo-derni strumenti CAD hanno trasformato le facciate e le coperture a doppia curvatura in un fenomeno formale costante nell’architet-tura contemporanea. Nella realizzazione del processo costruttivo, gli strumenti reali sono in grado di assecondare senz’altro la geo-metria di progetto definita dagli strumenti CAD. La scelta di una specifica strategia realizzativa ha un ruolo chiave. I materiali acciaio e vetro che si affermano sulla scia della standardizzazione e della produzione di massa nel settore edile, sono associati a forme curve di concezione individuale. Il materiale legno, invece, associato in primo luogo alla sostenibilità e alla costruzione leg-gera, rimane in ombra nel dibattito sulla rea-lizzazione di forme curve. Lasciando da par-te il bilancio energetico e la statica, e analizzando in linea generale le esigenze di produzione, risulta che da questo punto di vista il materiale legno possiede una poten-zialità che fino ad ora è stata poco conside-rata. Immaginiamo un edificio con una fac-ciata o una copertura a doppia curvatura, come quelle che oggi spesso i media ci presentano:quale requisito deve soddisfare il materiale con il quale verrebbe realizzato l’intervento? Esponiamo di seguito cinque punti fondamentali:

La resistenza del materialeGli edifici di forme rettangolari possono es-sere realizzati combinando blocchi standar-dizzati in muratura, profili o lastre che si tro-vano sul mercato come prodotti prefiniti. Il lavoro che rimane da fare nell’applicazione individuale consiste nel rielaborare i partico-lari costruttivi dei giunti come ad esempio la saldatura di pannelli frontali a profili in accia-io. Nel caso di elementi da costruzione di edifici curvi è necessario, invece, che alle superfici di chiusura dell’intero elemento sia assegnata individualmente una forma con-forme con la geometria predeterminata. Il le-gno, se sottoposto a lavorazioni con frese e trapani offre una limitata resistenza. Contem-poraneamente, rispetto a materiali di buona lavorabilità come le schiume, per la sua struttura a fibre possiede un’elevata stabilità; in rapporto all’acciaio e al calcestruzzo, in-vece, possiede un peso specifico limitato. La buona truciolabilità del materiale rende il legno particolarmente adatto alla realizza-zione di forme curve. Per essere economica-

mente vantaggiosi, nel settore architettonico i processi devono svolgersi rapidamente e anche più rapidamente che in altri settori. Spesso possiamo osservare che alcuni pro-cessi di costruzione di prototipi e di forme possono essere applicati alla produzione ar-chitettonica. Come uno scultore asporta il materiale da un blocco, strato dopo strato, anche nel caso dei procedimenti additivi di prototipazione rapida si lavora in maniera in-tensiva per asportazione di strati. L’elevato impiego di tempo e i costi a questo connessi si ammortizzano in una produzione di massa successiva. Per la produzione architettonica devono essere inventati speciali processi con i quali gli elementi architettonici perso-nalizzati possano essere prodotti ai costi di una produzione di massa. Nella lavorazione del materiale legno, la buona truciolabilità consente di lavorare non solo con la punta di una fresa ma di tagliare con tutta la parte laterale, incrementando il volume del mate-riale asportato per ogni unità di tempo. Con-temporaneamente, nel taglio di piatto deca-de la rifinitura graduale nella lavorazione. Per ottenere la finale qualità di superficie a seconda del materiale sono necessarie da una a due frese. Il processo viene velocizza-to utilizzando lame di sega.

Misurazione del materiale grezzoTutti i semilavorati disponibili sul mercato so-no in forma di lastra o di verga. Come punto di partenza di un processo di lavorazione formale di un elemento edile è necessario trovare in commercio materiale grezzo non lavorato con un volume dal quale si possa intagliare tramite fresatura l’elemento edile desiderato. Nel caso degli elementi prodotti con procedimenti non standardizzati, come ad esempio le travi di grande dimensione, poche sono le alternative al legno. Mentre il volume di un elemento in legno si può lavo-rare con strumenti ad asportazione di trucio-li, le travi in acciaio ricavate dai profili sono flessibili solo in lunghezza e sull’angolazione di taglio. Nel caso delle lastre, la scelta sem-bra ampia: meno materiale c’è da asportare, più un elemento edile corrisponde alla geo-metria del materiale non lavorato. Quando ad esempio, si riescono a definire, per tutti gli elementi edili necessari, due superfici esterne poste alla medesima distanza, si possono ritagliare con taglio piatto a tre o cinque assi da materiali in lastra. I processi di taglio sono conosciuti anche nella lavora-zione della lamiera con taglio laser e al pla-sma. A causa dello spessore limitato del materiale, le lamiere devono essere succes-sivamente irrigidite, mentre materiali come il legno o le schiume o le plastiche, per il pos-sibile spessore possiedono già un’intrinseca stabilità che non richiede ulteriore irrigidi-mento del materiale.

Stato di sviluppo delle infrastruttureLa realizzazione manuale di superfici curve in particolare a doppia curvatura è molto

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∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 19

Piano editoriale anno 2008:∂ 2008 1/2 Costruire con il Cemento

∂ 2008 3 Detail Conzept: Asili

∂ 2008 4 Luce e interni

∂ 2008 5 Materiali plastici

∂ 2008 6 Costruire semplice

∂ 2008 7/8 Grandi strutture portanti

∂ 2008 9 Detail Conzept: Abitazioni collettive

∂ 2008 10 Facciate

∂ 2008 11 Costruire con il Legno

∂ 2008 12 Arredo urbano e paesaggio

∂ - Inserto in italiano

Zeitschrift für Architektur Rivista di Architettura 48° Serie 2008 · 11 Costruire con il Legno

L’Impressum completo contenete i recapiti per la distribuzione, gli abbonamenti e le inserzioni pubblicitarie è contenuto nella rivista principale a pag. 1379

Redazione Inserto in italiano: Frank Kaltenbach George Frazzica Rossella Mombelli Monica Rossi e-mail: [email protected] telefono: 0049/(0)89/381620-0

Traduzioni: Rossella Mombelli

Partner italiano e commerciale: Reed Businness Information V.le G. Richard 1/a 20143 Milano, Italia [email protected] [email protected]

complessa. Una realizzazione precisa di elementi curvi richiede nella maggior parte dei casi una macchina a supporto compute-rizzato che possa trasmettere i vantaggi ge-ometrici di un disegno CAD sul posiziona-mento automatico di uno strumento. Nella produzione industriale di beni di massa, di solito, per ogni prodotto nuovo si costruisce una macchina che si adatti alle necessità peculiari di quel prodotto. Gli edifici con for-me curve sono al contrario architetture parti-colari che vengono costruite una volta sola. Per la produzione dei singoli pezzi, al fine di contenere i costi, si deve poter ricorrere a strumentazioni esistenti. Tramite l’elevato grado di prefabbricazione delle case di le-gno e delle strutture portanti di legno, le strumentazioni della costruzione lignea si colloca ad uno stadio tecnico per cui la pro-duzione industriale sta più vicino a molte re-alizzazioni di strutture al grezzo realizzate manualmente. Il lungo excursus storico della prefabbricazione iniziata con le strutture reti-colari medievali, industrializzata con le strut-ture Ballon Frame, continua oggi con una strumentazione a supporto informatico che nel frattempo ormai è adottata da diverse fa-legnamerie anche in nuclei urbani di media estensione. Le CNC lavorano tramite taglia-trici su materiale in verga e tramite frese su materiale non lavorato in lastra. Entrambi i ti-pi di macchine sono universali e raggruppa-no diversi strumenti di lavorazione ad aspor-tazione di trucioli come frese, trapani e lame di sega e per questo consentono l’esecuzio-ne di diverse fasi di lavoro evitando di adat-tare la macchina sostituendo gli utensili. Par-ticolarmente flessibili sono le frese dei falegnami che si adattano bene alla lavora-zione di materiale non vegetale. Oggigiorno, nelle moderne falegnamerie sui tavoli di fre-satura e sui banchi di lavoro non troviamo solo legno e semilavorati del legno, ma an-che schiume e materiali plastici.

La lunghezza e la linearità della catena di pro-cessoL’universalità delle macchine di lavorazione del legno non solo ha un ruolo importante nei processi di esecuzione personalizzati

ma anche nella preparazione delle informa-zioni digitali che predispongono gli attrezzi delle frese e delle tagliatrici: per ogni pezzo è necessario preparare un programma NC digitale che descriva il percorso dello stru-mento. In progetti composti di diverse miglia-ia di elementi differenti tra loro l’automatizza-zione del processo progettuale tra progetto e particolari architettonici (CAD), esecutivi (CAM) e CNC risulta indispensabile.

Previsione del comportamento de-formativoPer realizzare un elemento edili personaliz-zato, parte integrante di una forma architet-tonica curva con le dimensioni predefinite, è necessario stabilire anticipatamente quale effetto avrà il processo esecutivo su un materiale. Il termine di previsionalità si distin-gue da quello di precisione in quanto la pre-cisione è il raggiungimento del medesimo ri-sultato entro una predeterminata tolleranza durante la ripetizione della medesima opera-zione. La precisione è alla base dell’inter-scambiabilità. Nel nostro caso, è l’operazio-ne attraverso la quale l’unicità dell’elemento edile è ogni volta differente. A titolo di esem-pio, si pensi al fatto che durante ogni pro-cesso de-formativo nella lavorazione dell’ac-ciaio si trasmettono i fattori di un processo in modalità empiriche in quanto la parte elasti-ca di un processo, il ritorno elastico, è pre-vedibile solo parzialmente a causa del gra-do di eterogeneità del materiale. Questo vale per le lamiere ma soprattutto per le di-verse verghe in acciaio profilato. Per ogni pezzo unico è necessario condurre alcune prove fino a riuscire a produrre la forma de-siderata. Nelle costruzioni in legno, al con-trario, è più semplice mantenere le dimen-sioni in quanto non c’è alcun ritorno elastico né deformazioni né compressione del mate-riale. Particolare attenzione viene riservata alla di-rezione delle fibre del materiale: se sono pa-rallele all’asse mediano di un elemento por-tante, anche le proprietà statiche possono essere utilizzate in maniera ottimale. Nel ca-so di elementi edili portanti curvi può diven-tare indispensabile adattare la direzione del-le fibre all’asse mediano.

Fonti delle illustrazioni:pag. 2: Roberto Brazzale, Schio (Vi)pag. 3 sinistra: Fondazione La Biennale di Veneziapag. 3 destra: Andrea Jemolo, Romapag. 4–5: Alessandra Mayer, Firenzepag. 6–7: Sofia Colabella, Napolipag. 9: da Kalberer, Remann, Grüne Kathedralen, Aarau e Monaco di Baviera 2003pag. 10: Jussi Tiainen, Helsinkipag. 12 alto: Iwan Baan, Amsterdampag. 12 basso: Françoise Laury, Aix-en-Provencepag. 13 sinistra: Eckhart Matthäus, Augustapag. 13 destra: Roger Frei, Zurigopag. 14: Gaston Bergeret, Parigipag. 15 sinistra: Ed Reeve, Londrapag. 15 destra: David Churchill/ www.arcaid.co.ukpag. 16 e pag. 17: Bernd Borchardt, Berlinopag. 19: www.designtoproduction.com

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Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG, Sonnenstr. 17, 80331 Monaco di Baviera, Germania, Tel. +49 89 38 16 20-0, Fax +49 89 39 86 70, E-Mail: [email protected]

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