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Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori Associazione Amici dell’Università Cattolica

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  • Istituto Giuseppe Toniolo di Studi SuperioriAssociazione Amici dell’Università Cattolica

  • UN MONUMENTO

    E UN INVITO

    di Ernesto Preziosi

    LA STORIA

    LA BASILICA

    DI S. AMBROGIOE IL SUO MONASTERO

    LA NASCITA

    DEL MONASTERO

    E LE SUE TRASFORMAZIONI

    LA NASCITA

    DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICAE I SUOI FONDATORI

    I LUOGHI DELLA STORIA

    I CHIOSTRI

    DEL MONASTERO10

    8

    6

    4

    3L’AULA MAGNAE LA CRIPTA

    L’ENTRATA PRINCIPALEE LA CAPPELLA

    DEL SACRO CUORE

    LO SCALONE D’ONOREE LA SALA

    DELLO ZODIACO

    L’AULAPIO XI

    L’AULA NEGRIDA OLEGGIO

    L’AULA BONTADINIE LE CAMPAGNE

    DI SCAVO ARCHEOLOGICO

    BIBLIOGRAFIA

    PER APPROFONDIRE17

    16

    16

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    11

    Sommario

    © 2004 Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori – Associazione Amici dell’Università CattolicaLargo Gemelli 1 – 20123 Milano – Tel. (02) 7234.2816 – Fax (02) 7234.2827

    e-mail [email protected] – www.unicatt.it/associazioneamici

    Finito di stampare nel mese di maggio 2004 presso la Tipolitografia S.p.A. – Tipografia Sociale Monza – viale Europa, 12 - Tel. (039) 2122301

  • Un monumentoe un invito

    La sede dell’Università Cattolica di Milano

    3UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

    La prima sede del-l’Università Cattolicadel Sacro Cuore èstata il palazzo del Canonicain via S. Agnese. È una sederimasta famosa perché alsuo acquisto è legato l’epi-sodio del «milione» datoalla «cassiera» dell’Univer-sità Armida Barelli, nonsenza insistenza, dal ConteLombardo. La prima sede fuben presto insufficiente e cisi orientò all’acquisto delmonastero di Sant’Ambro-gio. Una costruzione monu-mentale accanto alla Basilicadel Patrono della diocesi diMilano che, per otto secoli,era stato abitato dai monaciper poi divenire, con il pas-saggio napoleonico, caser-ma e ospedale militare. Aquell’ospedale era legata laconversione di EdoardoGemelli, giovane medicoformato ad una visionescientifica positivistica e disimpatie socialiste, divenu-to, proprio durante il servi-zio militare prestato in quel-la sede, il convertito e fran-cescano padre AgostinoGemelli grazie alla vicinan-za del grande amico VicoNecchi.Ecco perché la sede in cuidal 1929 si è trasferito l’A-teneo dei cattolici italiani

    può, a più titoli, essere con-siderata una sede storica. Eun luogo ricco d’arte e dispiritualità, un po’ un sim-bolo anche per tutti quegliamici e sostenitori che inCattolica non sono maivenuti, eppure hanno fattosentire, in modi diversi,lungo gli anni, la loro vici-nanza e il loro sostegno nonsolo economico al progettodi padre Agostino Gemelli.Come per molti monumen-ti, anche per la Sede dell’UCil rischio è di passarvi accan-to o di trascorrervi del tem-po all’interno senza cono-scerlo. Di qui l’utilità di una«piccola guida» come quellache l’Associazione Amicidell’Università Cattolicamette a disposizione diquanti già conoscono l’Uni-

    versità, o hanno modo difrequentarla, ma magari vipassano distrattamente e dicoloro che ancora non laconoscono e potranno effet-tuare fin d’ora un primo«viaggio» accompagnatidalle pagine che seguono.Un modo per sentirsi amicie magari uno stimolo perpubblici curiosi, quali stu-denti delle scuole superiori,insegnanti e gruppi cultura-li di ogni età che dellaCattolica conoscono solo ilnome e desidererebbero or-ganizzare una visita guidataper conoscere da vicino que-sta realtà, anche dal puntodi vista dell’offerta formati-va e culturale.

    Ernesto Preziosi

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    La Basilica diS. Ambrogio ed il suomonastero

    Per comprendere apieno la storia del-l’Università Catto-lica, che ha sede in unmonastero di antichissimafondazione, è necessarioesporre, seppur brevemen-te, i fatti riguardanti lanascita della più importan-te basilica di Milano, quellacioè intitolata al suo patro-no S. Ambrogio, presso laquale tale monastero sorse.Ambrogio nacque a Trier1

    da una famiglia di magi-strati romani tra il 334 edil 340. Insieme al fratelloSatiro, fece carriera comemagistrato civile in Dal-mazia2. Si distinse per lesue grandi doti di equità eper questo motivo gli fuattribuito il titolo diGovernatore della provin-cia ligure-emiliana. Do-vette quindi trasferirsi aMilano, centro che allorarivestiva il ruolo di vera epropria capitale dell’im-

    pero romano3. QuandoAmbrogio giunse nellacittà, negli anni ‘70 del IVsecolo d.C., si trovòimmerso nella grave crisiche coinvolgeva da unlato la comunità ariana4 ela Chiesa locale, cristiana,dall’altro. Il problemariguardava, fondamental-mente, l’elezione delnuovo vescovo eAmbrogio, che comegovernatore si trovòobbligato a cercare di pla-care la controversia,venne proposto, dallapopolazione milanese,come nuovo vescovo diMilano. Egli dopo unprimo tentativo di rifiuto,accettò l’incarico e funominato il 7 dicembre3745. Il suo principale pro-getto come vescovo fuquello di promuovere l’e-dificazione di alcune basi-liche in prossimità delle

    vie d’accesso alla città, peraccogliere pellegrini,fedeli e forestieri. Una diqueste in particolare, l’at-tuale Basilica di S.Ambrogio, venne costrui-ta a partire dal 379, nelcimitero ad martyres6, una

    1 Anticamente nota, in età roma-na, con il nome di AugustaTrevirorum. Trier si trova inGermania, nei pressi del confinelussemburghese.2 Attuale ex-Jugoslavia.

    non, come per tutti gli altri Santi,il giorno della sua morte.6 Il cimitero intitolato cioé a tutti

    3 Milano diventa capitale a parti-re dal 286 fino al 402.4 Gli ariani erano coloro che cre-devano nell’arianesimo, la reli-gione delle comunità barbaricheche si erano stanziate nella peni-sola. Questa dottrina, vera e pro-pria eresia, che consideravaCristo di una natura diversa daquella del Padre, venne professa-ta dal prete Ario di Alessandria(280-336) a partire dall’inizio delIV secolo.5 Il giorno dedicato ad Ambrogio,nel calendario, è proprio il gior-no della sua nomina a Vescovo ePA

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    UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

  • 5UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

    vasta area a sud-ovest diMilano appena al di fuoridelle mura e non lontanoda porta Vercellina, cheimmetteva sulla stradaper Novara e Vercelli.In questo cimitero aveva-no già trovato collocazio-ne importanti mausolei di

    famiglie milanesi (mauso-leo dei Valerii, dove era latomba di S. Valeria), ememoriae martiriali ovveroluoghi di sepoltura dimartiri (come ad esempioquelle dei SS. Nabore eFelice). Lo scopo dell’esi-stenza di questa basilicaera particolarmenteimportante nelle intenzio-

    ni del suo fondatore: egliespresse infatti la volontà,una volta defunto, di esse-re sepolto qui ed inoltre labasilica avrebbe costitui-to, in un momento moltodelicato della storia delnord Italia, un polo reli-gioso di fondamentaleimportanza per la lottacontro l’arianesimo, spe-cialmente nel periododella presenza di popola-zioni barbariche in questiterritori. Inoltre all’inter-no della basilica,Ambrogio fece traslare lespoglie dei SS. Gervasio eProtasio da lui rinvenutenei pressi del luogo in cuierano sepolti altri dueSanti, Nabore e Felice.Questo luogo si trovava,probabilmente, nella zonain cui oggi sorge la caser-ma Garibaldi della Poliziadi Stato, in Largo Gemelli.La dedicazione della basi-lica avvenne nel 386. Pervolontà di Ambrogio fudedicata a tutti i Martiri,dopo la deposizione dellespoglie di Gervasio e diProtasio, loro rappresen-tanti.Ambrogio morì il 5 aprile397 e, così come egliaveva ordinato, il suocorpo fu sepolto a fiancodi quello dei SS. Gervasioe Protasio.

    i Martiri della Chiesa Cristiana.

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    Legenda:

    Torre della portaTicinensis

    Foro

    Torre delle mura di Massimiliano

    Edificio di via Brisa

    Torre del circo

    Terme erculee

    Complessoepiscopale

    San Nazaro

    S. Ambrogio

    S. Simpliciano

    S. Eustorgio

    Recintodi S. Vittore al Corpo

    Colonne di San Lorenzo

    San Lorenzo�

  • La Basilica diS. Ambrogio

    6 UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

    La basilica, fin dalle sueorigini, non aveva godutodel servizio liturgico per ilfatto che i secoli successivialla fondazione furonoparticolarmente difficili, acausa della presenza,soprattutto in questi terri-tori del Nord Italia, dipopolazioni barbariche.Essa assumerà l’impor-tanza che il suo fondatoresi era prefissata solo a par-tire dall’VIII secolo, quan-do cioè venne fondatol’annesso monastero be-nedettino, oggi, dopovarie trasformazioni, sededell’Università Cattolica.

    La nascita del monasteroe le sue trasformazioni

    Venne fondato nel 784 pervolontà dell’ArcivescovoPietro, di origine franca,dei sovrani franchi e dellacomunità cristiana mila-nese. Lo scopo della suaesistenza era quello dirafforzare la posizionedella basilica e di costitui-re un ulteriore punto diriferimento sia per lacomunità religiosa che perl’impero franco, nelle cuiintenzioni vi era quella dimantenere salda la pro-pria presenza come impe-ro “sacro e romano” in

    territorio italico,anche con l’aiutodella Chiesa. Isovrani franchi deci-sero subito di dotareil monastero di vastipossedimenti terrie-ri; dall’altra parte ilPapa lo privilegiò

    attraverso la concessionedell’immunità7.Durante il IX secolo, ilmonastero si arricchì ulte-riormente grazie a dona-zioni e a nuove acquisi-zioni di terre. I suoi posse-dimenti arrivarono adestendersi fino ai laghi delnord d’Italia. Il cenobio8 siarricchì anche dal puntodi vista culturale: durantel’abbaziato di Pietro II(seconda metà IX) infatti,venne creato un impor-tante scriptorium9. Sul fini-re del secolo, malgrado lacrisi della dinastia carolin-gia, il legame con la sedearcivescovile rimase sem-pre molto saldo. Solo a partire dal X secoloe durante l’XI si avvertìun sensibile peggiora-mento dei rapporti con lasede arcivescovile. Mal-grado gli interventi diAriberto di Intimiano10

    7 Si tratta di un privilegio conces-so dal papato grazie al quale unmonastero era esente dal paga-mento delle decime e le istituzio-ni pubbliche dello stato non ave-vano alcun potere sui territori diproprietà del monastero e sullepersone che vi lavoravano.8 Cenobio significa luogo di vitacomune, monastero.9 Si tratta di quell’ambiente delmonastero in cui i monaci sidedicavano al loro lavoro piùimportante, ossia la copiatura, amano, dei libri antichi.10 Ariberto d’Intimiano fu arcive-scovo di Milano dal 1018 al 1038LA

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    7UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

    per rinsaldare questi lega-mi, durante la secondametà dell’XI secolo, siebbe il primo vero distac-co tra ente monastico edente arcivescovile. Lapolemica coinvolse l’allo-ra papa Urbano II, cheprese le parti dei vescovi edei canonici contro imonaci. La disputariguardava soprattutto lacura animorum11 e la desti-nazione delle offerte checonfluivano presso labasilica e il monastero. Lacomunità monastica sivide costretta a cercarenuovi alleati nelle fami-glie del nascente comunedi Milano. L’allora arcive-scovo di Milano, Anselmodella Pusterla, tentò disedare le discordie con icanonici autorizzandoliad erigere un propriocampanile (il sinistrorispetto all’ingresso dellabasilica, edificato nel 1128circa) accanto a quello deimonaci (risalente al perio-do di fondazione del mo-nastero). Questo ovvia-mente non fu sufficiente: irapporti tra le due comu-nità si mantennero diffici-li e i monaci cercarono diottenere la protezione del-l’imperatore12.

    Il XIII e il XIV secolosegnarono il progressivostabilizzarsi dei rapportitra la comunità monasticae la grandi famiglie lom-barde.Con la nascita delle signo-rie iniziò anche la deca-denza economica e disci-plinare del cenobio. L’op-posizione della politicaghibellina al papato ebbeuna forte risonanza nelterritorio italiano e in-fluenzò fortemente molterealtà monastiche, com-promettendone l’equili-brio spirituale, dottrinaleed economico. La sedeapostolica decise allora diaffidare il monastero incommenda13, al CardinalMigliorati, legato allafamiglia dei Visconti. Eglifu solo il primo di unaserie di commendatari chesi concluse con il cardina-le Ascanio Sforza il quale,a soli 10 anni, divennecommendatario perpetuodell’Abbazia. Ascanio erafratello di Ludovico ilMoro, quest’ultimo giàprotettore della comunitàmonastica di Chiaravalle.Ascanio decise di rinun-ciare alla commenda delmonastero santambrosia-no per ottenere dall’allorapapa Alessandro VI l’an-nessione della comunitàsantambrosiana alla con-gregazione cistercense, lostesso ordine monasticodi Chiaravalle. Fu così chenel 1497 una bolla papale

    sancì il cambio di ordinemonastico: il cenobio, dabenedettino, divenne ci-stercense e si arricchì diuna nuova biblioteca.Questo è considerato unanno di passaggio per lastoria del monastero an-che dal punto di vistaarchitettonico, infatti essovenne totalmente rinno-vato a partire, molto pro-babilmente, dal refettorioe dalla biblioteca, puntinevralgici di tutti i mona-steri.Nel primo di questiambienti in particolare(Aula Magna), Ludovicoil Moro fece apporre unalapide nel 1498 a ricordodella moglie defunta,Beatrice, ma anche percommemorare l’opera diristrutturazione che stavaper iniziare. AscanioSforza si rivolse a DonatoBramante14 per la proget-tazione delle nuove strut-ture e Ludovico il Moroottenne la soprintendenzadei lavori. La ristruttura-zione dei chiostri iniziònel 1550 e terminò intornoal 1616. Alle attività parte-cipò attivamente ancheMarziale de Risis il quale,

    13 Significa affidare un’istituzioneecclesiastica senza guida ad unsacerdote o ad un laico il qualenon ne assume la proprietà mane garantisce la conservazione.

    14 Secondo alcune fonti, ilBramante fu reclutato anche per ilavori relativi alla ristrutturazio-ne del monastero di Chiaravalle.Ciò giustificherebbe il fatto cheesistono diverse analogie stilisti-che e strutturali tra i due com-plessi monastici. Attualmente èimpossibile operare un confrontodiretto dal momento che l’origi-nario monastero chiaravalleseandò distrutto intorno al 1860.Inoltre, Ascanio Sforza eBramante operarono insiemeanche a Pavia per l’edificazionedel Duomo.

    e, dopo la scomunica, dal 1040 al1045.11 Opera di tutela spirituale eser-citata dall’autorità ecclesiastica,monastica o canonica, nei con-fronti dei fedeli.12 Il 27 gennaio 1186 nel brolo delmonastero vennero celebrate lenozze tra il futuro Enrico VI,figlio di Federico I Barbarossa, eCostanza d’Altavilla. Enrico VIfu poi incoronato, insieme alpadre Federico I, nella Basilica diS. Ambrogio.

  • 8 UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

    a sua volta, si avvalse delmaestro Vincenzo Se-regni, il magistro vicentinodella fabbrica del Duomoin età rinascimentale.La nuova comunità mona-stica cistercense si dedicòsoprattutto allo studiodella paleografia e delladiplomatica. Il periodo dimaggior attività culturalefu il XVIII secolo. Pur-troppo, molto presto, glieffetti della dominazionenapoleonica si fecero sen-tire anche nel nord Italia enel 1797 la CommissioneCentrale di Polizia dellaRepubblica Cisalpinadecretò l’occupazione delcenobio: i frati venneromandati in libertà e i loca-li ridotti a magazzini inprospettiva della successi-va trasformazione delmonastero in ospedalemilitare, a partire dal

    1799. Il ricco patrimoniolibrario qui custodito futrasferito in parte a Brerae in parte andò perduto.Le strutture rimasero adi-bite ad ospedale militarefino all’inizio del 1900.Nel 1927, la da poco nataUniversità Cattolica consede, allora, in sede in ViaS. Agnese dal 1921, neacquistò le strutture perampliarsi. Nel 1932l’Ateneo si trasferì defini-tivamente nell’ex-mona-stero, mantenendo però lasede distaccata di ViaS.Agnese. I lavori diristrutturazione e riadat-tamento, a seguito del tra-sferimento della sede,furono eseguiti dall’arch.Giovanni Muzio e dal-l’ing. Barelli.

    La nascitadell’UniversitàCattolica ed i suoifondatori

    L’idea della creazione diuna università “cattolica”in Italia si manifestò per laprima volta nel 1869, nel-l’ambito della appenanata “Gioventù CattolicaItaliana” e, in seguito, nel1874, nell’ambito dei con-gressi organizzati dall’“Opera dei Congressi edei Comitati Cattolici”. Ilprimo passo verso la rea-lizzazione di questo pro-getto fu operato da Giu-seppe Toniolo nel 1899.Egli, infatti, istituì la“Società Cattolica Italianaper gli studi scientifici”,con lo scopo di promuo-LA

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    La prima sededell’Ateneo, invia S. Agnese

  • 9UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

    In questa pagina:un’immagine dipadre AgostinoGemelli

    vere la pubblicazione diperiodici, di istituirebiblioteche, di organizza-re cicli di conferenze divario interesse scientifico-culturale. Solo due anniprima Achille Ratti, futu-ro Pio XI, prendendoparte al “Congresso Inter-nazionale dei Cattolici”,parlò di una possibile isti-tuzione di un ateneo distampo cattolico in Italia.L’esigenza alla base di unsimile progetto era quella,nelle intenzioni dei pro-motori di tale progetto, diformare ed educare l’indi-viduo, sottraendolo dal-l’influsso laico e talvoltaantireligioso della scuoladi Stato. Questa prospetti-va acquistava un sensoconcreto nel clima di que-gli anni, caratterizzatidalla lotta per la libertàdell’insegnamento.Il primo vero impulso

    concreto fu

    dato da un ristretto mafortissimo gruppo di per-sone, primo fra tuttiEdoardo Gemelli.Laureato in medicina aPavia, ben conosceva ilmondo scientifico e acca-demico di allora, quello,in sostanza, contro ilquale una futura univer-sità cattolica avrebbedovuto misurarsi. Sidedicò soprattutto allaneurofisiologia e alla psi-cologia sperimentale.Partecipò alla PrimaGuerra Mondiale, graziealla collaborazione conl’asso dell’aviazione Fran-cesco Baracca, in qualitàdi ufficiale medico, con ilgrado di capitano. L’AulaS. Francesco, quando ilmonastero era ospedalemilitare, fu adibita a labo-ratorio di batteriologia elo stesso Gemelli, insiemea Ludovico Necchi, eserci-tarono anche qui la loroattività di medici. Egli si

    convertì nel 1903, lostesso anno in cuiprese i voti comefrate francescanoassumendo il nomedi Agostino. Unodei suoi più stretticollaboratori fuuna donna,Armida Barelli,di formazioneliberal-cattolica,

    che fu la fonda-trice nel 1918 della

    Gioventù Femmi-nile dell’Azione

    Cattolica. Fra i suoimaggiori meriti,

    quello di aver lot-tato affinché il

    nuovo ateneo

    ottenesse la dedicazioneal Sacro Cuore e quello diaver ideato la GiornataUniversitaria, festa tradi-zionale di tutte le sedidell’Università Cattolica,ancora oggi celebrata.Meritano di essere nomi-nati tra i fondatori ancheMonsignor FrancescoOlgiati, il già menzionatoLudovico Necchi, e PietroPanighi, primo Direttoreamministrativo dell’ate-neo.L’ateneo venne istituitonel 1921. Il suo primoRettore fu Padre Gemelli,il quale ricoprì questacarica fino al 1959, anno incui morì.Per poter fornire la na-scente istituzione di unasolida base di legalità, sirese necessario l’interven-to di un consulente giuri-dico, Filippo Meda, ilquale ebbe l’idea, per faci-litare la legalizzazionedella nuova istituzione e ilsuo riconoscimento daparte dello Stato15, dirichiedere la fondazionedi un Istituto di StudiSuperiori che promuoves-se e finanziasse iniziativescientifiche e culturali, trale quali anche un ateneo.Questo istituto, sorto nel1920 e intitolato al suoispiratore Giuseppe To-niolo, esiste ancora oggied è l’ente fondatore del-l’Università Cattolica delSacro Cuore.

    15 L’Università Cattolica venneformalmente riconosciuta dalloStato Italiano nel 1924.

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  • 10 UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

    I chiostri del mona-stero

    I l complesso claustrale,che costituisce il corpocentrale dell’ateneo, èoggi dedicato a BenedettoXV, il pontefice che firmòla Bolla di costituzionedell’Università Cattolica, ea Pio XI, il cardinale Ratti,

    che, allora arcivescovo diMilano, assistette all’inau-gurazione della sede. Lestrutture oggi visibili, seb-bene abbiano subito mol-teplici interventi di restau-ro, ricalcano assai fedel-mente quelle di età rinasci-mentale, ossia dell’età delloro architetto DonatoBramante.Sono visibili due chiostri,il cosiddetto “chiostro do-rico” (o primo chiostro)16 eil cosiddetto “chiostro

    ionico” (o secondo chio-stro)17, distinguibili dallaforma dei capitelli chesormontano le colonne.Ogni lato è composto da12 colonne, compresi ipilastri angolari. In corri-spondenza di ogni arco atutto sesto, corrispondeuna volta a crociera inter-na e ad ognuna di questeultime corrispondono duefinestre nell’ordine supe-riore, quest’ultimo strut-

    turato a pareti piane arti-colate da archi e lesene18.Sebbene i chiostri sianostati completati in etàpost-bramantesca, risultachiara dalle fonti perve-nute la volontà degliarchitetti eredi di attenersiscrupolosamente al pro-getto del Bramante. Sonoancora oggi riconoscibilialcuni dei tipici canoniarchitettonici del Maestro:l’ordine ad archi su colon-ne isolate, la presenza deitondi nei pennacchi tra unarco e l’altro, i murettibasamentali, l’uso del

    16 I pilastri quadrati angolaririsalgono al progetto bramante-sco, che inoltre prevedevaentrambi i chiostri come ionici.

    17 Caratteristica delle colonne diquesto chiostro sono le basi dellecolonne, la cui forma deriva daquella delle colonne dell’ordineinferiore dell’anfiteatro di Tito aRoma (il Colosseo).

    18 La lesena è un motivo decorati-vo architettonico di origineromana desunto, secondo alcunistudiosi, da un disegno diGiuliano da Sangallo raffiguran-te la Crypta Balbi a Roma.

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  • cotto per archi e per l’or-dine superiore. I materiali lapidei usatiper l’ordine inferioresono: la crevola d’ossola,il granito rosa di Baveno eil granito di Montorfano.

    L’Aula Magna e laCripta

    L’espressione latina AulaMagna significa “aulagrande”. Essa è, infatti, lasala più grande dell’U-niversità Cattolica e perquesto è la più importantedi tutte. Oggi questa aulaè utilizzata soprattuttoper i convegni più impor-tanti e per occasioni spe-ciali come ad esempio l’i-naugurazione dell’AnnoAccademico.Nel piano sottostan-te l’AulaMagna sitrova

    un locale più piccolo, lacosiddetta “Cripta del-l’Aula Magna”. La funzio-ne di questi due locali nel-l’antichità non è del tuttochiara.All’interno dei documentirelativi ai progetti diristrutturazione del 1497vengono esplicitamentecitati un refectorio ed unalibraria. Ascanio Sforza,data la sua personalitàeclettica, decise di dare leprecedenza all’edificazio-ne di una libreria, ossia diuna biblioteca, per poteristituire un lettorato d’ar-te, filosofia e teologia,secondo quanto riportatodalla Bolla Papale del1497. A questo luogodoveva essere riservatouno spazio

    emblematico all’internodel complesso monastico.A tale scopo venne sceltoil centro del brolo19, nellacui area, per tradizione,era avvenuta la conversio-ne di S. Agostino. Il problema degli studiosiè stato quello di stabiliredove si trovasse questabiblioteca. Secondo alcunistudiosi, un elementochiave è costituito dallaCripta. Questo ambiente atre navate assomigliamolto alla biblioteca delmonastero agostinianomilanese di S. Maria In-coronata, da poco recupe-rata e a quella di S. Mariadelle Grazie, andata di-strutta nell’ultima guerramondiale e nota solo gra-

    zie a fotografie. Si

    11UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

    19 Cortile adibito ad orto o a giar-dino.

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  • L’affresco delle“Nozze di Cana”

    tratta di tre edifici diepoca sforzesca. Alcuniidentificano l’antica bi-blioteca del monasterosantambrosiano di etàbramantesca (sforzesca inparticolare) con la Criptae l’Aula Magna con ilrefettorio.Un’altra possibilità è quel-la secondo cui il localeseminterrato non potevaessere destinato a bibliote-ca in quanto le bibliotechemonastiche non erano mainei piani inferiori. A taleproposito non è da esclu-dere che la funzione dibiblioteca sia stata svoltadal locale sovrastante,ossia dall’Aula Magna, dalmomento che le pitturadella volta, datate agli anni‘30 del 1500, si addicono dipiù ad una biblioteca uma-nistica che ad un refetto-rio. E’ stato altresì consta-tato che a partire dalmomento in cui venneroeseguiti i dipinti della fac-ciata interna dell’aulaMagna, ossia le “Nozze di

    Cana”, il locale venne con-vertito a refettorio. Si trattadi un’opera pittorica risa-lente al 1545, eseguita daCallisto Piazza.Le “Nozze di Cana” sonocostituite da un affrescoscandito da due lesene. Idipinti che riempivano lelunette sovrastanti sonoandati perduti. Le lunettelaterali, sui lati lunghi dellocale, ospitavano i bustidegli apostoli affiancatida serafini. Anche la con-trofacciata era decorata daaffreschi recanti la Cro-cifissione, la Flagellazionee la Deposizione di Cristo.L’Aula Magna rimase re-fettorio fino al 1799, quan-do per decreto della Re-pubblica Cisalpina, ilcomplesso monastico ven-ne trasformato, come giàaccennato, in ospedalemilitare. L’Aula Magna fudotata di un tramezzoorizzontale per consentirela costruzione di duepiani. Per motivi di sicu-rezza, nel 1845, le volte

    vennero intonacate perproteggere i dipinti e leNozze di Cana tempora-neamente staccate insie-me alle lunette e collocateprima presso il Museo diAntichità di Brera e poinello scalone d’onore diaccesso alla BibliotecaBraidense.Nel 1933, un anno dopo iltrasferimento dell’Ateneonella sua nuova sede, le“Nozze” furono ricolloca-te nell’Aula Magna e idipinti della volta rimessiin luce. Quasi tutte lelunette andarono perdute.La copertura dell’AulaMagna è costituita da unavolta a botte terminante,sui lati brevi, ad ombrel-lo20. Il motivo architettoni-co richiama quello dellavolta del coro di S. Mariadelle Grazie.

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    20 Si tratta di un tipo di coperturache ha una forma molto simile aquella di un mezzo ombrelloaperto.

    UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

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  • 13UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

    Il sistema pittorico si puòsuddividere in tre parti:un sistema centrale, che sisviluppa in lunghezza,costituito da angeli “reg-gitondi”, rosette, tritoni,grifi ed ippocampi; le dueparti laterali sui lati corti(gli “ombrelli”) con cen-tauri e dragoni; le duefasce laterali longitudina-li. I quattro medaglioniprincipali, che dominanola volta, presentano deimotivi floreali, le insegnedell’abbazia e lo staffile21

    ambrosiano, simbolo aral-dico del monastero.Studi stilistici e confronticon altre documentazionipittoriche dello stessoperiodo concorrono nelcollocare cronologicamen-te la decorazione allaprima metà del Cinque-cento.All’interno del complessofigurativo si nota la pre-senza sia di creature mito-logiche e fantastiche,espressione di una vo-lontà di recupero di cano-ni classici, sia di immaginisimboliche di tipo cristo-logico, tipiche dei canonirinascimentali. Come giàsottolineato, questi ele-menti iconografici confer-merebbero l’ipotesi di unaoriginaria destinazionedell’ambiente a biblioteca,dal momento che questisoggetti sono del tuttoestranei alla decorazionedi un refettorio.In un documento del 1686si ha la notizia della regi-

    strazione della libreria, dicui già si parla nel 1683,riferendo che essa eras i t u a t adefinitiva-m e n t enella Saladello Zo-diaco (at-tuale aulaPio XI esuo atrio).Ignota lacollocazio-ne dellabibliotecadi epocabramante-sca e pre-bramantesca.

    L’entrata principalee la Cappella delSacro Cuore

    La facciata prospicienteLargo Gemelli non appar-tiene all’antico monastero.Fu edificata infatti, comeriporta la targa, nel 1929.La statua di Cristo Re, checaratterizza questa partedel complesso, è operadello scultore GianninoCastiglioni, il quale la feceporre qui nel 1930. Cristoè raffigurato con la destrasollevata nell’atto di bene-dire la folla e con la sini-stra regge il globo sor-montato dalla croce. Sottola statua sono visibili duemedaglioni di pietra, unorecante lo stemma del-l’Università Cattolica, l’al-tro lo stemma pontificaledi Pio XI. Opera dellostesso Castiglioni la statuadella Vergine collocata incorrispondenza dell’an-golo sinistro dell’edificio,

    r i s p e t t oa l l ’ e n t r a t ap r i n c i p a l e ,qui posta nel1954, nell’an-no del centenario deldogma dell’Immacolata.La Vergine è raffiguratasecondo l’iconografia caraalla tradizione francesca-na, nell’atto cioè di schiac-ciare con il piede il ser-pente, mentre il BambinGesù lo trafigge con l’asta.Percorrendo l’atrio del-l’ingresso, sul lato destroè possibile visitare laCappella del Sacro Cuore.L’ambiente è costituito daun’aula unica, con absiderettangolare con volta acatino. Al di sotto dell’al-tare, attraverso duerampe di scale laterali, è

    21 Una sorta di sferza costituita dastrisce di cuoio, simbolo di peni-tenza.

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  • 14 UC - UNA GUIDA PER I VISITATORI

    pos-sibile accedere alla

    Cripta.La cappella del SacroCuore è caratterizzatadalla presenza di alcuneopere, prime fra tuttequattro bassorilievi incemento dello scultoreGiacomo Manzù, raffigu-ranti S. Francesco, S. Mar-gherita Maria Alacoque,S. Giuseppe e l’Imma-colata. Queste sculture,eseguite nel 1932, sonoposte lungo le pareti dellanavata unica della cappel-la: SS. Giuseppe eMargherita a sinistra;l’Immacolata e S.Francesco a destra. Loscopo dell’artista è statoquello di accostare allaraffigurazione della SacraFamiglia, il fondatoredell’Ordine di Padre

    Gemellie la Santa che più di tuttisi dedicò alla diffusionedella venerazione delSacro Cuore, a cui la cap-pella è intitolata. Il regi-stro superiore delle paretiè occupato da altre operescultoree, a queste coeve,dello stesso artista. Si trat-ta di sei rilievi allegoricidi cemento (l’Agnus Dei, icervi affrontati alla fonte,le colombe che si abbeve-rano, gli uccelli e spighealla fonte, i pani e i pesci, ipavoni affrontati allafonte). Dello stessoManzù la porta del taber-nacolo recante l’Agnello.L’ostensorio fu eseguitodal Castiglioni, già nomi-nato.La cripta ospita le tombedei fondatori dell’Uni-

    versità Cattolica:Padre AgostinoGemelli († 1959),Armida Barelli(† 1952), MonsignorFrancesco Olgiati

    (†1962), Ludovico NecchiVilla († 1930), il conteErnesto Lombar-do (†1934), e il Beato Con-tardo Ferrini (†1901). Lequattro colonne che scan-discono il piccolo ambien-te sono decorate con rilie-vi a figura intera, ancoraopera del Manzù, dei SS.Francesco, Chiara, Ago-stino ed Elisabetta d’Un-gheria22.

    Lo Scalone d’Onore ela Sala delloZodiaco

    Il grande scalone d’onoree l’atrio di ingresso che loprecede risalgono aglianni tra il 1624 e il 1656.La lapide con l’effige diLudovico il Moro è datataal 1498. Nel 1656, tale lapi-de, che in origine si trova-va nel refettorio (attualeAula Magna), venne infis-sa nel primo ripiano delloscalone. La lapide è dimarmo con cornice dimalta e stucco. Fu proba-bilmente eseguita da Ago-stino Fondulo.Nel luogo in cui oggi sitrova lo scalone d’onore viera il “vecchio capitolo”,ossia la sala dove i mona-ci si riunivano per gli

    22 Si tratta di una delle prime ter-ziarie francescane, iniziatrici diquel filone al quale appartenneanche Contardo Ferrini.I L

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  • incontri solenni. Moltoprobabilmente questo fuuno dei primi ambienticostruiti al momento dellafondazione del monasterobenedettino, a ridosso,non a caso, del più anticonucleo della basilica di S.Ambrogio, ovvero la cap-pella di S. Vittore in Cield’Oro23.Percorrendo le rampe,oltre alla lapide diLudovico il Moro è possi-bile osservare una statuadell’Immacolata e sul pia-nerottolo finale la statuadi S. Bernando di Chia-ravalle attribuita a Giu-seppe Rusnati (1683).Secondo alcune fonti sto-riche la volta dello scaloneera affrescata con scenetratte dalla vita di S.Ambrogio.Da qui si accede, attraver-so due porte, alla saladello Zodiaco che fa daatrio alla sala intitolata aPio XI, adibita a Bibliotecaa partire dal 1700. La saladello Zodiaco deve il suonome al fatto che era

    attraversata dalla rappre-sentazione della proiezio-ne terrestre della lineaimmaginaria che, in cielo,è descritta dalla successio-ne delle costellazioni zo-diacali. Delle dodici lapidiraffiguranti i segni, risa-lenti al 1756, rimane soloquella del capricorno. Aldi sopra dei timpani spez-zati dei portali di ingressoall’atrio, internamente, edei portali di accessoall’Aula Pio XI, sono visi-bili quattro busti, apparte-nenti a tre padri cistercen-si (Roberto di Molesme,Stefano Harding, Ber-nando di Clairvaux) e a S.Ambrogio, attribuiti conqualche dubbio a Giu-seppe Rusnati. Specularealla statua di S. Bernardo,internamente all’atrio del-lo Zodiaco, si trova la sta-tua di Pio XI. Infine è visi-bile un lavamani dimarmo, interpretato comeun elemento simbolico,connesso alla biblioteca,in quanto era necessariopurificarsi prima di esseredegni della sapienza. Ilcomplesso costituito dalloscalone, dall’atrio edall’Aula Pio XI investe

    gli anni compresi tra ilprimo quarto del 1600fino alla prima metà del1700.

    L’Aula Pio XI

    A partire dal 1700 divienebiblioteca del monastero.Completamente perdutol’impianto decorativo e diarredo originario. E’ statoqui collocato, nel 1922, ungrande crocefisso risalen-te all’inizio del XIX secolo.Esso si trovava primanell’Aula Magna dellavecchia sede dell’Uni-versità di Via S. Agnese. Sipensa facesse parte, in ori-gine, dell’arredo liturgicodella Cappella della vec-chia sede.L’aula Pio XI, oggi unadelle più importanti saledi rappresentanza dell’A-teneo, è dotata di un

    23 In questa cappella, nel 375Ambrogio fece seppellire suofratello Satiro.

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  • impianto per le traduzionisimultanee.

    L’Aula Negri daOleggio

    Anche se di dimensioniminori rispetto all’AulaMagna e all’Aula Pio XI,questo ambiente si pre-senta come uno dei piùparticolari di tutto il com-plesso universitario. Essainfatti contiene la ricca edunica biblioteca monogra-fica su Milano e la Lom-bardia donata dal ConteNegri da Oleggio all’Uni-versità Cattolica. Sonoaltresì presenti frammentidi marmo delle guglie delDuomo di Milano e perquesto motivo era anchechiamata, in passato “saladei marmi”. Anche quitroviamo un’opera del piùvolte citato Manzù, ovve-

    ro una statua della Ma-donna col Bambino e unpolicromo su tela dellafine del 1500 opera di unmaestro umbro-marchi-giano, raffigurante laMadonna con i Santi.

    L’Aula Bontadini e lecampagne di scavoarcheologico

    L’Aula Bontadini, dedica-ta ad uno dei più illustridocenti che l’Ateneoabbia mai avuto, nonchégrandissimo filosofo, èanch’essa considerataun’aula di rappresentan-za. A differenza delle altreimportanti aule dell’Uni-versità, non è facilmenteraggiungibile, in quanto sitrova al terzo piano sotter-raneo di uno degli edificicostruiti alla fine degli

    anni ‘80 del 1900. La suapeculiarità consiste nelfatto che al suo internohanno trovato collocazio-ne le imponenti strutturedella ghiacciaia del Mo-nastero di S. Ambrogio,datate alla seconda metàdel XVIII secolo. Si trattadell’unica testimonianzaarcheologica relativa aquesta fase di vita delcenobio.La ghiacciaia era il luogoin cui i monaci conserva-vano i cibi deperibili: inessa veniva infatti raccoltala neve, utile per refrige-rare la piccola cantina sot-terranea in cui trovavanoposto i vari cibi che dove-vano essere conservati.La struttura è costituita dauna grande cisterna circo-lare del diametro di 8metri, a pareti tronco coni-che e copertura a volta(queste ultime parti non

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    più conservate), alla quale siaddossa, per una ampiezzapari ad un quarto di circon-ferenza, una cantina,anch’essa, in origine, volta-ta. In base alla ricostruzionedell’intera struttura, cosìcome veniva utilizzata daimonaci, tale luogo non sitrovava in superficie ma didiversi metri sottoterra esolo la parte superiore dellavolta della cisterna centraleemergeva dal terreno.La ghiacciaia è costruita inmattoni laterizi; la pavimen-tazione della cantina è costi-tuita da pianelle di cotto e lepareti interne sono intonaca-te. Al centro della cisterna èvisibile il pozzetto di scolodell’acqua risultante dalloscioglimento della neve. Lepareti della cantina si artico-lano in una serie di nicchiein cui sono ancora visibili gliincassi per gli scaffali dilegno, funzionali alla collo-cazione dei cibi.Questa imponente strutturavenne scoperta nel febbraiodel 1986, nel cantiere edilepredisposto per l’edificazio-ne di nuovi edifici dell’Uni-versità. A seguito di tale sco-perta i lavori di costruzionevennero a più riprese inter-rotti a vantaggio di unaimportante serie di campa-gne di scavo archeologicodurate fino al 1998 (vedioltre).Per esigenze legate allacostruzione dei nuovi stabi-li, la ghiacciaia venne com-pletamente portata alla luce,sezionata in dieci parti,rimossa e traslata ad unaprofondità di circa 8 metririspetto al livello di rinveni-mento (11 metri circa rispet-

    to al pian terreno attua-le), per essere inglobatanell’aula che tutt’oggila conserva. Malgradola posizione dellaghiacciaia abbia subitouna rilevante modifica,attraverso una traslazione dimolti metri verso una quotainferiore, la sua collocazioneè rimasta comunque inva-riata dal punto di vista topo-grafico: questo significa che,rispetto alle strutture delmonastero, la sua posizionenelle piantine è del tuttoidentica a quella originaria.Come precedentemente ac-cennato le indagini archeo-logiche sono durate, nel lorocomplesso dal 1986 al 1998.Questo importante progettodi ricerca ha goduto delladirezione scientifica dell’I-stituto di Archeologia del-l’Università Cattolica e dellacollaborazione non solo diuna equipe di archeologiprofessionisti, ma anche distudenti e laurenandi inarcheologia per i quali que-sto lavoro ha costituito unavera e propria “prova sulcampo” delle conoscenzeacquisite.Gli scavi hanno permesso dirilevare le trasformazioniche, attraverso i secoli, han-no interessato questa zonadi Milano, dall’età romanatardo repubblicana fino al-l’Ottocento. La fase più rile-vante è certamente quellapertinente ad un vasto cimi-tero, in uso tra il III e il V-VIsecolo, del quale sono venu-te alla luce circa seicentosepolture.

    a cura di Alessandra Starna

    I seguenti riferimenti bibliografici, utilizzati per compila-re questa breve sintesi, potranno essere utili al lettoreper approfondire le tematiche affrontate.

    AA.VV., Per una storia dell’Università Cattolica, Milano1997.

    AMBROSIONI A.M. “Monaci e canonici all’ombra delledue torri”, in La Basilica di S. Ambrogio: il tempio inin-terrotto, a c. di GATTI PERER M. L., I, Vita e Pensiero,Milano 1995, pp. 241-252.

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    GATTI PERER M.L., “Il monastero e i chiostri di S.Ambrogio”, in Dal Monastero di S. Ambrogioall’Università Cattolica, a c. di GATTI PERER M. L., Vitae Pensiero, Milano 1990, pp. 49-115.

    La conserva di Giazzo. La Ghiacciaia del monasterocistercense di S. Ambrogio, a c. di LUSUARDI SIENA S.,Vita e Pensiero, Milano 1997.

    PICASSO G., “Le vicende del monastero di S. Ambrogio(784-1799)”, in Dal Monastero di S. Ambrogioall’Università Cattolica, a c. di GATTI PERER M.L., Vita ePensiero, Milano 1990, pp. 17-22.

    ROSSIGNANI M.P., “Archeologia e storia a Milano. Gliscavi dell’area dell’Università Cattolica”, in Vita ePensiero 2, Milano 1994, pp. 126-132.

    ROSSIGNANI M.P., “Archeologia e storia a Milano. Gliscavi dell’area dell’Università Cattolica”, in LaNecropoli romana dell’Università Cattolica del SacroCuore di Milano (INNER WHEEL CLUB MILANO,Anniversario 1981-1996), Milano 1996, pp. 1-11.

    ROSSIGNANI M.P., “Lo scavo nei cortili dell’UniversitàCattolica”, in Aree funerarie: organizzazione e rituali inetà romana e altomedioevale, a c. di SANNAZARO M.,Pubblicazioni I.S.U., Milano 1996, pp. 5-14.

    SPIRITI A., “Sculture dal XV al XX secolo”, in DalMonastero di S. Ambrogio all’Università Cattolica, a c.di GATTI PERER M.L., Vita e Pensiero, Milano 1990, pp.121-141.

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  • «La nuova sede agognata fino dal 1925, decisanel 1926, lentamente sgombrata dai militari,poi ricostruita sotto la direzione dell’ingegnereFausto Barelli e restaurata con arte secondo ledirettive del Muzio, nell’autunno del ’32 erapronta. Demolite le soprastrutture e abbattutele divisioni del vecchio ospedale, riaperti gliarchi, sprigionate le colonne, raschiato il sudi-cio intonaco, la linea bramantesca risorgevanella snellezza dei loggiati, nell’impeto dellevolte a crociera, che si rincorrono nei chiostri,si ripetono in fuga per i lunghissimi ambulacrisoprastanti, si allacciano sui grandi saloni conquella levità nella classicità, che è un incantodel nostro Rinascimento»

    «La Barelli non dice quale sia la sede in vista,ma la vede e vuole a tutti i costi, perché oltrel’ampiezza necessaria essa ha un valore affetti-vo, storico ed estetico incomparabile: è niente-meno l’antico monastero cistercense attiguo aSant’Ambrogio, ridotto ad ospedale daNapoleone; è l’ospedale dove nel 1903 i dottori-ni Gemelli e Necchi fecero l’anno di volontaria-to e Andrea Mazzotti fu caporale di sanità;dove Edoardo Gemelli si convertì e sentì ilprimo richiamo a San Francesco»

    Maria Sticco, La Sorella maggiore racconta,pp. 502-503; 365