jackkerouac - rizzoli...

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- 1 © 2011 RCS Libri S.p.A., Milano/La Nuova Italia – M. Sambugar, G. Salà - Letteratura+ sezione-3 Dagli anni Cinquanta ai giorni nostri - 1 Jack-Kerouac La-vita-e-le-opere Jack Kerouac nacque a Lowell, nel Massachu- setts, nel 1922, da una famiglia cattolica di ori- gini franco-canadesi. Dopo un’infanzia serena, frequentò la Columbia University di New York, senza mai conseguire la laurea. Al Greenwich Vil- lage, il quartiere degli artisti, conobbe alcuni gio- vani intellettuali, tra cui William Burroughs, Allen Ginsberg e Neal Cassady, insieme ai quali diede vita al movimento della beat generation. Dal 1942 al 1957 Kerouac viaggiò per gli Stati Uniti e il Messico, prima con Cassady e poi da solo. Viveva con il poco denaro che la madre poteva mandar- gli, faceva lavoretti saltuari, ricorreva senza troppi scrupoli anche a piccoli furti, spostandosi conti- nuamente da un luogo all’altro, disponibile a tutti gli incontri e a tutte le esperienze. Nel 1957 ap- parve il suo libro più famoso, Sulla strada (On the Road), cui seguirono nel 1958 I sotterranei, storia d’amore tra un bianco e una nera, e I vagabondi del Dharma. Kerouac pubblicò anche un libro di poesie, Mexico City Blues (1959), in cui sono liri- camente espressi tutti i temi a lui cari: l’amicizia, il viaggio, le suggestioni delle filosofie orientali. Nel 1961, abbandonati gli ambienti intellettuali, si ritirò a vivere a St Petersburg, sulla costa della Florida, dove morì di cirrosi epatica nel 1969. Sulla strada (1957) La- trama-- Affascinato dalla personalità di Dean Moriarty (alter ego di Neal Cassady), il protagonista Sal Paradiso (Jack Kerouac) deci- de di raggiungerlo a Denver, in Colorado. Nella primavera del 1947 parte così da New York per attraversare gli States. Finché ha qualche soldo a disposizione percorre alcuni tratti sugli auto- bus, mangia torte di mele e gelati, dorme negli ostelli. Ben presto, però, il denaro finisce e il suo viaggio verso ovest dipende unicamente dai pas- saggi che riesce a trovare. Arrivato a Mill City, Remi, un ragazzo di origine francese, lo ospita per qualche tempo a casa sua e lo fa lavorare con lui come custode di una caserma. Implicati in un furto di viveri, i due vengono licenziati. Sal decide allora di raggiungere Los Angeles per poi tornare a New York. Ma l’idea del ritorno a casa è accantonata, perché conosce Terry, una ragaz- za messicana che fugge da un marito violento, dopo aver lasciato il figlioletto ai propri genitori. Sal vive con lei per qualche tempo, campando di espedienti e guadagnandosi pochi dollari con la raccolta del cotone. Fatta quest’esperienza, Sal parte per New York, incapace di sostare a lungo nello stesso luogo e di costruire rapporti senti- mentali durevoli. A questo viaggio ne seguono altri. Nel 1949, insieme a Dean, si spinge fino a New Orleans. Poi di nuovo Sal e i suoi compagni di viaggio decidono di tornare indietro, ma è solo una tappa verso nuove mete. La sua smania di viaggiare lo porterà, insieme a Dean, nel 1950, fino a Città del Messico. Il-significato-dell’opera-- Il romanzo Sulla strada, scritto tra il 1948 e il 1950 e pubblicato solo nel 1957, divenne il manifesto della beat generation, il movimento formato da giovani insofferenti e ribelli che rifiutavano il conformismo imperante e manifestavano la loro ansia di libertà attraver- so atteggiamenti trasgressivi. Lo stesso titolo ori- ginale, On the Road, divenne una sorta di slogan di questo nuovo modo di pensare e di affrontare la vita, tanto da anticipare molti dei temi della protesta giovanile che sarebbe scoppiata in Ame- rica negli anni Sessanta e si sarebbe poi diffusa anche in Europa.

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La­narrativa­stranieradel secondo Novecento

© 2011 RCS Libri S.p.A., Milano/La Nuova Italia – M. Sambugar, G. Salà - Letteratura+

sezione­3 Dagli anni Cinquantaai giorni nostri

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Jack­Kerouac

La­vita­e­le­opere

Jack Kerouac nacque a Lowell, nel Massachu-setts, nel 1922, da una famiglia cattolica di ori-gini franco-canadesi. Dopo un’infanzia serena, frequentò la Columbia University di New York, senza mai conseguire la laurea. Al Greenwich Vil-lage, il quartiere degli artisti, conobbe alcuni gio-vani intellettuali, tra cui William Burroughs, Allen Ginsberg e Neal Cassady, insieme ai quali diede vita al movimento della beat generation. Dal 1942 al 1957 Kerouac viaggiò per gli Stati Uniti e il Messico, prima con Cassady e poi da solo. Viveva con il poco denaro che la madre poteva mandar-gli, faceva lavoretti saltuari, ricorreva senza troppi

scrupoli anche a piccoli furti, spostandosi conti-nuamente da un luogo all’altro, disponibile a tutti gli incontri e a tutte le esperienze. Nel 1957 ap-parve il suo libro più famoso, Sulla strada (On the Road), cui seguirono nel 1958 I sotterranei, storia d’amore tra un bianco e una nera, e I vagabondi del Dharma. Kerouac pubblicò anche un libro di poesie, Mexico City Blues (1959), in cui sono liri-camente espressi tutti i temi a lui cari: l’amicizia, il viaggio, le suggestioni delle filosofie orientali. Nel 1961, abbandonati gli ambienti intellettuali, si ritirò a vivere a St Petersburg, sulla costa della Florida, dove morì di cirrosi epatica nel 1969.

Sulla strada (1957)

La­ trama­ ­ Affascinato dalla personalità di Dean Moriarty (alter ego di Neal Cassady), il protagonista Sal Paradiso (Jack Kerouac) deci-de di raggiungerlo a Denver, in Colorado. Nella primavera del 1947 parte così da New York per attraversare gli States. Finché ha qualche soldo a disposizione percorre alcuni tratti sugli auto-bus, mangia torte di mele e gelati, dorme negli ostelli. Ben presto, però, il denaro finisce e il suo viaggio verso ovest dipende unicamente dai pas-saggi che riesce a trovare. Arrivato a Mill City, Remi, un ragazzo di origine francese, lo ospita per qualche tempo a casa sua e lo fa lavorare con lui come custode di una caserma. Implicati in un furto di viveri, i due vengono licenziati. Sal decide allora di raggiungere Los Angeles per poi tornare a New York. Ma l’idea del ritorno a casa è accantonata, perché conosce Terry, una ragaz-za messicana che fugge da un marito violento, dopo aver lasciato il figlioletto ai propri genitori. Sal vive con lei per qualche tempo, campando di espedienti e guadagnandosi pochi dollari con la raccolta del cotone. Fatta quest’esperienza, Sal

parte per New York, incapace di sostare a lungo nello stesso luogo e di costruire rapporti senti-mentali durevoli. A questo viaggio ne seguono altri. Nel 1949, insieme a Dean, si spinge fino a New Orleans. Poi di nuovo Sal e i suoi compagni di viaggio decidono di tornare indietro, ma è solo una tappa verso nuove mete. La sua smania di viaggiare lo porterà, insieme a Dean, nel 1950, fino a Città del Messico.

Il­significato­dell’opera­­Il romanzo Sulla strada, scritto tra il 1948 e il 1950 e pubblicato solo nel 1957, divenne il manifesto della beat generation, il movimento formato da giovani insofferenti e ribelli che rifiutavano il conformismo imperante e manifestavano la loro ansia di libertà attraver-so atteggiamenti trasgressivi. Lo stesso titolo ori-ginale, On the Road, divenne una sorta di slogan di questo nuovo modo di pensare e di affrontare la vita, tanto da anticipare molti dei temi della protesta giovanile che sarebbe scoppiata in Ame-rica negli anni Sessanta e si sarebbe poi diffusa anche in Europa.

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Sal e Terry, ai quali sono rimasti pochi dollari, decidono di andare in autostop fino a New York, ma il loro viaggio subisce continue modifiche. Prima progettano di fermarsi in una cittadina della California per raccogliere uva, ma, non trovando

lavoro, si spostano a Sabinal, il paese di Terry, dove, per vivere, raccolgono cotone. Non è certo un’esperienza gratificante per Sal, che decide di abbandonare la donna e di ripartire da solo per New York.

In autostop(sulla strada)

CONTENUTI La disuguaglianza razziale e sociale Il desiderio di avventura e di novità

Era un sabato sera. Ci fermammo sotto un lampione, facendo segni col pollice, quando all’improvviso passarono rombando alcune macchine piene di ragazzi con stelle filanti svolazzanti. «Evviva! Evviva! Abbiamo vinto! Abbiamo vinto»! gridavano tutti. Poi lanciarono urli al nostro indirizzo e trovarono ch’era buffissimo vedere un giovanotto e una ragazza sulla stra-da. Ne passarono a dozzine, di automobili del genere, cariche di volti imber-bi1 e di «giovani voci in falsetto2», proprie di quell’età. Io li odiavo tutti, uno per uno. Chi credevano di essere, che facevano versi alla gente sulla strada solo perché erano degli studenti mocciosi e i loro genitori potevano permettersi di affettare l’arrosto nel pranzo domenicale3? Chi credevano di essere, che prendevano in giro una ragazza ridotta in misere condizioni insieme con un uomo che voleva amarla? Noi pensavamo ai fatti nostri. E non ottenemmo neanche un benedetto passaggio. Ci toccò tornare in città, e quel ch’è peggio avevamo bisogno d’un caffè e fummo così scalognati da andare nell’unico posto aperto, ch’era un chiosco di bibite di una scuola media, e là c’erano tutti i ragazzini, i quali si ricordarono di noi. Adesso si accorsero che Terry era messicana, un gatto selvatico di Pachuco4; e che il suo ragazzo era ancor peggio.

Lei abbandonò il locale tenendo sollevato il suo grazioso nasino e vagammo insieme nel buio lungo i fossati delle autostrade. Io portavo le valigie. Il nostro fiato fumava nell’aria fredda della notte. Decisi infine di nascondermi dal mondo insieme con lei ancora per una notte, e che il mattino andasse pure all’inferno. Entrammo nel cortile di un autostello5 e affittammo un piccolo comodo ambiente per circa quattro dollari: doccia, asciugamani da bagno, radio incassata nel muro e tutto. Ci tenemmo stretti stretti. Facemmo lunghi, seri discorsi e prendemmo il bagno e discutemmo di tante cose con la luce accesa e poi la luce spenta. […]

Al mattino attuammo baldanzosamente il nostro nuovo piano. Avremmo preso un autobus fino a Bakersfield6 e avremmo lavorato a raccogliere uva. Dopo alcune settimane di questo ci saremmo diretti a New York come

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1.­ imberbi: che non hanno ancora la barba, giovani.2.­ in­ falsetto: alterazione della voce di un uomo per ottenere un timbro simile a quello femminile.

3.­affettare­l’arrosto…­domeni-cale: tipico rito della famiglia americana benestante. I figli sono già partecipi del confor-mismo dei genitori.

4.­ gatto­ selvatico­ di­ Pachuco: per i ragazzi californiani, Terry è una diversa, perché è di un’altra razza e di basse con-dizioni sociali. Pachuco è una

città messicana a nord di Città del Messico.5.­autostello: motel.6.­ Bakersfield: città della Cali-fornia a nord di Los Angeles.

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si doveva, con l’autobus. Fu un meraviglioso pomeriggio, viaggiare con Terry fino a Bakersfield: sedevamo di dietro, ci riposavamo, chiacchiera-vamo, vedevamo passare la campagna, e non ci preoccupavamo di niente. Arrivammo a Bakersfield nel tardo pomeriggio. Il piano era di abbordare ogni grossista di frutta in città. Terry disse che avremmo potuto vivere in una tenda sul posto di lavoro. Il pensiero di vivere in una tenda e raccoglie-re uva nelle fresche mattine californiane mi andava a genio. Ma non c’era alcun lavoro da ottenere, e invece parecchia confusione. […]

Terry ebbe una nuova idea. Saremmo andati con l’autostop fino a Sabinal, il suo paese natale, e avremmo abitato nella rimessa di suo fratello. Per me tutto andava bene. Sulla strada feci sedere Terry sopra la mia valigia per farla sembrare una donna sofferente, e subito un autocarro si fermò e noi gli corremmo appresso, ridendo sotto i baffi. L’uomo era un buon diavolo; il suo autocarro era misero. Proseguì strepitando e si arrampicò su per la vallata. Arrivammo a Sabinal nelle ore piccole prima dell’alba. Mentre Terry dormiva m’ero finito il vino, ed ero completamente intontito. Scendemmo e vagabondammo per la quieta piazza ombrosa del piccolo paese californiano. […]

Nella luminosa mattina assolata Terry si alzò per tempo e andò alla ricerca di suo fratello. […]

Arrivò Terry con suo fratello, l’amico di lui, e il bambino di Terry. […]A Terry e a me non poteva succedere nient’altro che morir di fame,

così quella mattina andai in giro per la campagna a chiedere lavoro come raccoglitore di cotone. Tutti mi dissero di andare alla fattoria di fronte al campeggio di là della strada. Ci andai, e il fattore stava in cucina insieme con le sue donne. Uscì, ascoltò la mia storia, e mi avvertì che lui pagava solo tre dollari per ogni quarantacinque chili di cotone raccolto. Mi vidi intento a raccogliere almeno tre volte tanto il giorno e accettai il lavoro.

Lui tirò fuori dal fienile certi lunghi sacchi di canapa e mi disse che la raccolta cominciava all’alba. Corsi da Terry, tutto contento. Lungo la strada un autocarro carico d’uva fece un sobbalzo su una groppa della strada e lasciò cadere alcuni grossi grappoli sull’asfalto infocato. Li raccolsi e li por-tai a casa. Terry ne fu felice. «Johnny7 e io verremo con te e ti aiuteremo».

«Pfui!». dissi. «Neanche per sogno!».«Vedrai, vedrai, è difficilissimo raccogliere cotone. T’insegnerò io». […]Ci chinammo e cominciammo a raccogliere cotone. […] Però io non

m’intendevo affatto di raccogliere cotone. Perdevo troppo tempo a sepa-rare il batuffolo bianco dal suo alveolo crocchiante8; gli altri lo facevano in un baleno. In più, le punte delle dita mi cominciarono a sanguinare; avevo bisogno di guanti, o di maggiore esperienza. Nel campo con noi c’era una vecchia coppia di negri. Raccoglievano cotone con la stessa benedetta pazienza che i loro antenati avevano usata nell’Alabama9 prima della guer-ra; si spostavano dritti lungo i filari, chini e melanconici, e i loro sacchi si gonfiavano. Cominciò a dolermi la schiena. Però era bellissimo inginoc-chiarsi e nascondersi in quella terra. Se mi veniva voglia di riposare lo facevo, con la faccia sul cuscino di umida terra bruna. Gli uccelli cantavano un accompagnamento musicale. Credetti di aver trovato il lavoro della mia vita. Johnny e Terry arrivarono facendo segni di saluto di là dal campo nel mezzogiorno torrido e immoto e si misero a raccogliere con me. Che io

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7.­Johnny: è il figlio di Terry.8.­ alveolo­ crocchiante: guscio che scricchiola.

9.­ Alabama: stato sudorien-tale, in cui i neri lavoravano come schiavi nelle piantagioni

di cotone prima della guerra di Secessione (1861-1865), che pose fine alla schiavitù.

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sia dannato se il piccolo Johnny non era più svelto di me! E naturalmente Terry era veloce il doppio. Lavoravano davanti a me e mi lasciavano mucchi di cotone pulito da aggiungere al mio sacco: Terry, mucchi come avrebbe potuto raccoglierli un uomo, Johnny, piccoli mucchietti da bambino. Io li ficcavo dentro con dolore. […]

Terry mi portò la colazione. Avevo già preparato la mia valigia di cana-pa ed ero pronto ad andare a New York, non appena avessi riscosso i miei soldi a Sabinal. Sapevo che a quell’ora mi stavano aspettando laggiù. Dissi a Terry che stavo per partire. Lei ci aveva pensato tutta la notte e ci si era ras-segnata. Mi baciò senza emozione nella vigna e si allontanò lungo il filare. Ci voltammo dopo dodici passi, perché l’amore è un duello, e ci guardammo per l’ultima volta.

«Arrivederci a New York, Terry» dissi. Lei avrebbe dovuto venire a New York entro un mese con suo fratello. Ma sapevamo entrambi che non ce l’avrebbe fatta. […]

Il passaggio che riuscii a ottenere fu con un ossuto ed emaciato10 indivi-duo che credeva nel digiuno controllato per amor della salute. Quando gli dissi, mentre viaggiavamo verso est, che stavo morendo di fame, lui rispo-se: «Bene, bene, non c’è niente di meglio per lei. Io stesso non mangio da tre giorni. Mi avvio a vivere fino ai centocinquant’anni». Era un mucchio d’ossa, una bambola cascante, un bastone spezzato, un maniaco. Avrei potuto ottenere un passaggio da un uomo opulento11 e grasso che dicesse: «Fermiamoci a questo ristorante e mangiamoci qualche bistecca di maiale coi fagioli». No, doveva toccarmi di viaggiare quella mattina con un mania-co che credeva nel digiuno controllato per amore della salute. Dopo cento-sessanta chilometri diventò più indulgente e tirò fuori di dietro la macchina certi panini imburrati. Stavano nascosti in mezzo ai suoi campioni di com-messo viaggiatore. Vendeva attrezzature da idraulico per la Pennsylvania. Mi divorai il pane e burro. Improvvisamente mi misi a ridere. Ero tutto solo sulla macchina, ad aspettare, mentre lui faceva visite d’affari in Allentown12, e risi e risi. Gesù, ero stufo e arcistufo della vita. Ma il pazzo mi riportò a casa a New York.

D’un tratto mi ritrovai in Times Square. Avevo fatto tredicimila chilome-tri in giro per il continente americano ed ero di ritorno in Times Square; e proprio nel mezzo di un’ora di punta, per di più, a guardare con i miei occhi resi innocenti dalla strada l’assoluta pazzia e il fantastico andirivieni di New York con i suoi milioni e milioni di uomini che si prendono a gomitate all’infinito fra di loro per un dollaro.

da Sulla strada, trad. M. de Cristofaro, Milano, Mondadori, 1989

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10.­emaciato: smunto.11.­opulento: prosperoso.12.­Allentown: città del-la Pennsylvania a nord di Harrisburg.

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  Sal ha intrapreso il suo viaggio attraverso il conti-nente americano senza una motivazione precisa e sen-za sapere esattamente come sarebbe arrivato a desti-nazione. Il suo non è un viaggio culturale o di lavoro, né potrebbe essere definito un viaggio “di piacere”: egli non sa dominare la sua irrequietezza e lo­ scopo­del­viaggio­è­il­viaggio­stesso, lo spostarsi da un luogo all’altro, l’essere sempre in moto.

  In rapporto alla lunghezza e alla fatica del viaggio, il soggiorno nell’Ovest è un’esperienza poco significa-tiva, se non addirittura deludente. Ma Sal non conosce la delusione, perché non ha nessuna particolare aspet-tativa. Ecco perché può decidere da un giorno all’altro di tornare indietro. Egli viaggia sugli autobus finché ha del denaro; poi ricorre all’autostop. In tal modo il per-corso si allunga e subisce parecchie deviazioni: ma Sal non ha un preciso itinerario, né tempi da rispettare: è

solo genericamente diretto verso est.L’incontro con Terry non lo distoglie dalla sua inquie-tudine: ogni programma può essere sospeso o modi-ficato in relazione a quello che capita di giorno in giorno. Compagni di vita e di vagabondaggi per qual-che tempo, Sal e Terry si lasciano «senza emozione». Incontrarsi non è stato importante e niente è cambiato nella loro vita. Sal si dirige da solo verso New York dove arriva con un ultimo passaggio ottenuto da un commesso viaggiatore.

  La prosa di Kerouac è molto vicina ai modi del parla-to: il linguaggio è privo di qualunque artificio letterario, i periodi sono brevi, formati da una sola frase o basati prevalentemente sulla paratassi. Questa costruzione rende il ritmo monotono e contribuisce a far rivivere al lettore le esperienze di vita del protagonista come fossero tutte sullo stesso piano, prive di importanza.

­PER­LAVORARE­SUL­TESTO

COMPRENSIONE

Il­riassunto

1.  �Riassumi il testo in un massimo di 5 righe.

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Il­viaggio

2.  �Indica gli spostamenti che compie Sal e individuane, se possibile, i motivi.

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Le­impressioni­di­Sal

3.  �Quali giudizi formula Sal riguardo ai ragazzi californiani e agli abitanti di New York?

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­VERSO­L’ESAME­­ 1a­prova,­tip.­A Analisi�di�un�testo�in�prosa

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Il­lavoro­e­il­denaro

4.  �Analizza il rapporto di Sal con il lavoro e con il denaro. Ti sembra che il giovane sia disponibile a qualsiasi lavoro per racimolare un po’ di denaro? Motiva la tua risposta.

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ANALISI

Lo­stile

5.  �Sottolinea nel testo i termini o le espressioni tipiche della lingua parlata.

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Il­narratore

6.  �Quale tipo di narratore compare nel brano? Qual è il punto di vista adottato?

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Le­tecniche­narrative

7.  �Il brano racconta il viaggio di Sal e riporta pensieri e impressioni del protagonista: individua le tecniche narrative presenti nel testo (discorso diretto, indiretto, indiretto libero).

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La­strada­e­il­viaggio

8.  �La strada e il viaggio sono gli unici valori in cui crede Sal. Per lui fermarsi significherebbe integrarsi in una società con la quale non condivide nulla, dalla quale si sente profondamente diverso. Lo capiamo soprattutto dall’ultima parte del brano. Perché?

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9.  �Quello dell’autostop è uno dei motivi dominanti del romanzo; fare autostop per Sal non è un espediente a cui ricor-rere nei momenti di emergenza, ma un modo abituale di spostarsi sulla strada e di vivere. L’esperienza è spesso scomoda e difficile, ma è sempre vissuta dal protagonista con la ferma volontà di non voler confondersi con «gli studenti mocciosi», figli di papà, che non faranno mai esperienze esaltanti e complete come le sue. A tale riguardo, quale passaggio in autostop ti sembra più significativo? Perché?

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Guida­allo­studio­e­alla­scrittura

Il­commento

10.  �“Sal non è un viaggiatore ma un vagabondo”. Commenta questa affermazione con riferimenti al testo. Ti possono guidare le seguenti domande:Sal presta attenzione ai luoghi attraverso cui viaggia?Riesce a costruire un qualche rapporto con le persone che incontra?È curioso di conoscere nuovi modi di vita e culture diverse?Si confronta con gli altri allo scopo di arricchire le sue esperienze di vita?

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La­narrativa­stranieradel secondo Novecento

© 2011 RCS Libri S.p.A., Milano/La Nuova Italia – M. Sambugar, G. Salà - Letteratura+

APPROFONDIMENTO

Il­contesto­storico-culturale

11.  �Sulla strada di Kerouac, come Il giovane Holden di Salinger (vedi Aula digitale), fu scritto negli anni Cinquanta del Novecento. Entrambe le opere si ispirano al rifiuto, da parte dei giovani americani, del falso perbenismo borghese, dell’arrivismo, del carrierismo di una società che, uscita vincitrice dalla seconda guerra mondiale, è proiettata a imporre all’Occidente europeo i suoi modelli di vita e la sua supremazia economica. Con l’aiuto del tuo manuale di storia o con ricerche su altri testi, o su Internet, ricostruisci alcuni aspetti del quadro politico e sociale degli anni Cinquanta.

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