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Lisa Filzmoser Itw Issue 02 FreePress

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Italian Girl Action Sport Magazine Freepress

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Lisa Filzmoser ItwIssue 02 FreePress

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Conosco da molto tempo Tania, ma solo in questi ulti-mi anni, grazie al suo arrivo nella crew di Random, mi trovo spesso Wa far shooting con lei. Essendo l’unica ragazza, inizialmente chi si trovava a girare con lei le riservava sempre un atteggiamento di galanteria. Ma dopo poche session in fresca Tania ha dimostrato di potersi confrontare con qualunque rider del video, ed ancora oggi, spesso, mi sorprende per il suo incredibile coraggio e la sua spavalderia nell’affrontare qualsiasi si-tuazione in fresca o in street. Chapeau.

PHOTO DENIS PICCOLORIDER TANIA DE TOMAS

ARGENTERA - CUNEO

hi Tania

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Anne rappresenta la tipica rider da cui puoi ottenere fotograficamente tutto quello che vuoi. Powder, rail, jibbing, street, park e pipe sono i suoi terreni preferiti, e si confronta con loro con tutto il suo stile. Da ogni shooting riesce sempre ad ottenere il massimo. Con lei ogni viaggio e ogni lavoro si trasforma in un’avventura. Merita pienamente il rispetto che le viene attribuito in tutto il globo, lei vive lo snowboard al 100%.

PHOTO MATT GEORGESRIDER ANNE FLORE MARXER

VAL SENALES hi Anne

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Giusto per portarci un po’ di fortuna parliamo di infortuni visto che nelle ultime stagioni la dimi-nuzione della scena italiana femminile è stata falcidiata come un campo di grano maturo. Dato che la sottoscritta vorrebbe sempre primeggiare non si è fatta mancare nulla nelle ultime 3 stagioni: scapola, spalla, dito, vertebra. Ma come al solito non ho capito che le tendenze erano ben altre. Nel nostro ambiente Mr. Ginocchio ha decisamente battuto ogni rivale: rotule, crociati, menischi (anche vari combo menisco e crociato insieme) ecc. Voglio soprassedere sulle motivazioni quali mancanza di preparazione atletica, il famoso “go big or go home” che spesso ci ha mandato all’o-spedale più che a casa, ovvero le sonore flettate che ti fanno accorciare di qualche centimetro. Negli ultimi anni, se non ricordo male, il ginocchio se lo sono fatte (in senso ortopedico) Alessia Poli, PJ, Ylenia Giachetti, Eva Nieminski, Lorenza Bertagnolli, Elisa Picchiotti, Elisa Tempini e il mese scor-so Monica Romigi (queste ultime 3 con il famoso combo di cui sopra). Ho chiesto a Monica visto che sta aspettando di fare l’operazione che le farà saltare l’intera stagione. Cosa ti passa per la testa in questo momento? “Subire un infortunio come il mio vuole dire fare uno stop forzato dalla neve di almeno 6 mesi, ma con un’ ottima riabilitazione e tanta preparazione si può tornare più in forma di prima!!! Vivendo per questo sport è difficile vedere degli aspetti positivi dell’infortunio, diciamo che avrò più tempo per stare vicino alla mia famiglia.” C’è una cosa che mi fa riflettere: non ce ne è stata una che abbia mollato! Sia che fosse una ragazzina sia che fosse una donna oltre i “Trenta” tutte aspettano il tempo minimo necessario (e spesso neanche quello) e poi subito di nuovo tavola attacchi e scarponi e via… Sono davvero orgogliosa di “quelle dello snowboard” di cui si parlava sul primo numero: per lo più nessuna fa l’atleta professionista e questi infortuni tolgono motivazioni, portano grossi problemi al lavoro, lasciano ricordi e dolori indelebili e al di fuori tutti chiedono “ Ma chi te lo fa fare? Questa volta allora smetti vero? Alla tua età non è meglio che la domenica fai i tortellini” No…Non è per niente meglio, forse chi non ha mai provato una passione così forte non puo’ comprendere l’emozione e l’urgenza che si prova a ritornare a fare snowboard dopo tanto tempo, lo stomaco chiuso, la paura, la voglia di rischiare… ma sì chissenefrega... mi butto... ecco ci risiamo... non se ne puo’ davvero uscire...

Edito“Sono davvero

orgogliosa diquelle dellosnowboard”

PHOTO DENIS PICCOLOWORDS ILENIA CAVALLINI

RIDER TANIA DE TOMAS

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EDITORDenis Piccolo, Paolo Salvatore, Cristian Murianni

DIRETTOREDenis Piccolo

[email protected]

COORDINAMENTO EDITORIALEChiara Grisorio

PHOTO EDITORCristian Murianni - Murio

[email protected]

ART DIRECTORGeorge Boutall

[email protected]

WEB LIKEMILK.COMNicolò Balzani / nicolò@jpgedizioni.comEnrico Santillo / [email protected]

PHOTO SENIORMargherita Borsano

DIRETTORE COMMERCIALEPaolo Salvatore

[email protected]

SEGRETERIA ABBONAMENTIMichaela Stefania

CONTATTI ESTERIMartina Minetti

FOTOGRAFI & FILMERDenis Piccolo, Murio, Andrea Rigano

Alessandro Killer Miniotti, Marco “Boiler” Boella, Arturo Bernardi,

Luca Benedet, Cristian Scalco, Alessandro BelluscioLuca Carta, Vasco Coutinho, Cyril,

Eric Bergeri, Creager, Giorgio De Vecchi,Matt Georges, Macho

THANXMartina Minetti, Litz, Giani Ramon, Marta Giani,

Fabrizio Bertone,Elbo&Matteo Storelli, la Fede, Jena, Dedde, Riccardo Miracoli, Antonio Sallustio, Diego.

EDITOREJPG edizioni

di Salvatore PaoloPiccolo Denis

Cristian MurianniVia Colle di Andromeda, 4

65016 MONTESILVANO (PE)Tel. (085) 9151471 - Fax (085) 9151230

P.IVA: 01875110684www.likemilk.com

[email protected]

STAMPAGrafiche Ambert

Via per Chivasso, 27Verolengo - TO

011.2495371

DISTRIBUZIONEFreePress

Jessie Girl Magazine rivista mensileregistrata al tribunale di Pescara

il 14/05/2003 al numero 173/5

COVERLisa Filzmoser

Photo Matt Georges

LIKE SNOW?LIKE SK8?

LIKE SURF?LIKEMILK.COM

YOUR DAILY DOSE OF RIDING

Crew

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HiEditoCollophoneContentsDarrah Reid-McleanSilvia BretagnaDisoriented CampLa Crisi - InterviewNikita WeekendEagle and TalonTrick SchoolChick on Board Roxy Chicks GamesBibi e NoemiTorah Jane BrightEllery Hollings-worthLongboard Grils Crew

California Shreddin’Lisa Filzmoser InterviewAbout Bliss PhotoshootPink GalleryProductsGood Sequence ShopRemember

SILJE NORENDALPHOTO MATT GEORGES

Contents

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Hai voglia di parlarci un pò di te?Ciao! Sono di Winniepeg, Manitoba, Canada. Ho vissuto a Whistler per 4 anni. Facevo la gin-nasta prima di diventare snowboarder e ho un gatto che si chiama Bowser. Sono abbastanza noiosa; vado in snowboard, faccio molto eser-cizio fisico e cerco di essere una buona persona.

Che tavola usi e da quanto tempo è che vai in snowboard?Uso una Nitro T1, 149 e la uso per tutto. Adoro quella tavola! Ho iniziato ad andare in snow-board quando avevo 14 anni quindi sono più o meno 8 anni che giro.

Sei nel team Nitro America. Potresti dirci qualcosa in più su questa marca e sui tuoi compagni di squadra?Il team Nitro è fantastico e sono contentissima di farne parte. Tutte le persone che ne fanno parte mi hanno aiutato tantissimo a migliorare. Credono molto nello snowboard e questo fa si che il loro talento si noti ovunque nel mondo.

Qual’è la cosa più bella dell’andare in snowbo-ard? Qual’è il tuo rapporto con la natura?La cosa più bella di andare in snowboard è la sensazione che provi quando chiudi bene un trick che provi da secoli. Un’altra cosa incredibile è riuscire a fare delle strutture che ti mettono paura o anche solamente l’emozione inspiegabile di girare in fresca.

Stai filmando in questo periodo?Per adesso ancora niente di serio ma siamo solo a Novembre. Ho in mente qualche viaggio da fare infatti non sto più nella pelle!

Ti senti più a tuo agio in park o preferisci una giornata in fresca?Adoro entrambi ma se devo proprio scegliere, preferisco una giornata in fresca. Non sai mai cosa può accadere ma sai benissimo che sarà una giornata fantastica. Ad ogni modo, mi trovo molto bene anche in park.

Lo snowboard è un buon modo per conosce-re molte persone. Questo ha avuto un certo riscontro nella tua vita? Ci sono dei riders che ti hanno influenzato da quando sei diventata una professionista?Una delle qualità più vantaggiose dello snow-board è proprio l’affluenza di persone che incontri. Ci sono molti riders che mi ispirano ma soprattutto i miei amici più cari con cui ho la possibilità di girare. Loro mi hanno fatto progredire incredibilmente da quando ho ini-ziato ed è bello poter vedere la gente con cui sei cresciuto girare il mondo.

Vuoi ringraziare qualcuno?Non potrò mai smettere di ringraziare Tonino. Mi mamma e tutti i miei amici!!!

“La cosa più belladi andare in snowboard

è la sensazione che provi quando chiudi bene un

trick che provi da secoli”

ITW CHIARA GRISORIO

Darrahreid-Mclean

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Raccontami come è nata la passione per lo ski.La passione per lo sci mi è stata trasmessa dalla mia famiglia. Ho iniziato a sciare a 3 anni, ho frequentato molti corsi della scuola di sci peró non ho mai fatto gare.

Quando hai iniziato con lo ski freestyle?Ho iniziato vedendo alcuni amici che provava-no a fare salti e capriole con gli sci e anchio ho voluto provare. Poi a natale i miei mi hanno re-galato un paio di sci da freestyle e da allora non ho piú smesso. Nel 2006 ho avuto la fortuna di entrare a far parte del team spia e ho iniziato a praticare questo sport in modo piú serio.

Chi sono le tue compagne di ski?Ci sono alcune ragazze che ogni tanto vengono a sciare con me (martina, francesca e veronica) ma di solito giro coi ragazzi dai quali vedo trick nuovi e posso provare a copiarli .

Lo ski freestyle è in piena evoluzione, pensi che sia solo una moda o diventerà una realtà?Al momento penso che sia un po una moda, si vede tanta gente in giro con sci da freestyle che peró esordisce solo con qualche curva in pista, peró penso che col tempo diventerà una realtà importante. Sempre piú ragazzini si stanno stufando di girare attorno ai pali e vogliono

provare qualcosa di diverso.

Cosa deve avere una ragazza in più di un ragazzo per affacciarsi a questo sport?Booo… intanto devi andare d’accordo con i ma-schi perché alla fine ti ritrovi sempre con loro. Forse non comportarti da principessa ti da una mano in questo. Poi magari come ragazza hai piú paura perciò un po di coraggio ti serve. Per il resto basta il divertimento e un bel gruppo di amici con cui girare!

Il tuo viaggio più incredibile, descrivimelo.Uno dei viaggi piú belli che ho fatto è stato la scorsa primavera in norvegia con Mitch. Anche se il tempo non era dei migliori, abbiamo girato tanto e mi sono davvero divertita molto.

Hai mai pensato di passare alla tavola?Si, ma Simon non mi lascia! Ogni tanto ci pro-vo ma no sono brava! E’ meglio se resto agli sci.

Nel tuo futuro che priorità ci sono?Sicuramente la cosa piú importante è di ri-prendere a sciare. Mi sono operata al ginocchio quest’ estate e ora sto ricominciando a girare. Poi il reso si vedrá, vorrei ripetere i contest che ho fatto la scorsa stagione.

“Sempre piú ragazzini si stanno stufando di

girare attorno ai pali e vogliono provare

qualcosa di diverso”

PHOTO & ITW DENIS PICCOLO

Silvia .Bertagna

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Camp di freestyle avanzato organizzato da ragazze per le ragazze. Mmmmh quando io e la Lele abbiamo cominciato a ragionarci sopra non avevamo le idee molto chiare: molto o poco avanzato? Chissà se avra’ successo e se ci sarà la voglia di mettersi un po’ piu’ in gioco...Beh’ alla partenza della funivia si sono presen-tate ragazze da tutta Italia da Roma a Venezia, anche una ragazza svedese. Con un’iscrizione assolutamente accessibile erano incluse le lezio-ni, la tessera per tutta l’estate dei mitici Gentle-mens con grigliata annessa, vari free drinks, un paio di guanti Bliss favolosi, 2 borse Ripcurl e la possibilita’ di partecipare al forum femminile nonche’ alla gara. Il sabato mattina ha inizio l’avventura, e veniamo accolte alla casetta dello snowpark della Val Senales da un super coach come Max Stampfl, dal filmer Pfossy e dalla Lele che ci farà le foto. Un po’ di riscaldamen-to, qualche flat tricks, poi ci siamo buttate dirette sul park, ci guardavamo continuamente, ascoltavamo i consigli del coach e noi stesse ci confrontavamo per migliorarci. Grazie proprio al clima molto easy si sono visti trick di buon livello, vari frontside, combo, cab270 sulla linea box, fs e bs 180, 360 chiusi alla perfezione con vari tentavivi di 5 e anche cab 5. Un po’ provate dalla mattinata ci siamo comunque ritrovate al

pomeriggio al laghetto dei Gentlemen... qual-cuna si e’ subito buttata sulla grigliata e altre hanno utilizzato i free drinks. Durante il mee-ting l’Eleonora ci ha esposto le novita’ sul tour di gare femminili a livello mondiale del quale si e’ discusso in un forum svoltosi a Barcellona a fine Maggio. Abbiamo poi discusso fra di noi per cercare di far crescere il movimento italiano soprattutto con uno sguardo al futuro, scambiandoci le nostre esperienze e raccoglien-do idee e iniziative sul da farsi nella stagione ventura e i risultati si sono visti, quest’anno gli eventi femminili sono notevolmente aumentati e coprono localita’ dal nord al sud. Dopodichè visto che la birra costava davvero poco alcune di noi hanno deciso di approfittarne spostan-dosi in seguito al Leos per mangiare e per il party... e qui stenderei un velo di mistero anche perche’ alcune ragazze al Leos non ci sono ne-anche arrivate... Domenica ancora camp anche se le fatiche si facevano sentire nelle gambe e nella testa, foto di gruppo, qualche chiacchiera e poi tutte di ritorno a casa. Proprio per l’en-tusiasmo che ha caratterizzato l’evento, per la voglia di creare gruppo tra le ragazze e perche’ sono convinta che girare insieme faccia fare progressi impensabili vi preannuncio che ci sara’ un disoriented camp 2 !!!!

“Quest’anno gli eventifemminili sono aumentati

e coprono localita’dal nord al sud”

PHOTO ELEONORA RAGGI WORDS ILENIA CAVALLINI

DisorientedCamp

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Si certo tutte ragazze, allieve, coach e organiz-zatrici; shakerale tutte insieme e ne esce un camp pieno di energia e per alcune poche ore di sonno. Tutte presenti al Gentlemens Park per fare qualche esercizio di riscaldamento con Max Stampfl per poi partire con le loro coach, Bea Franke e le Nikita Prorider Elena Koenz e Julia Baumgartner per andare a divertirsi in park o in pista. Tante run, non ci si fermava un minuto, chi sempre in park con Elena Koenz che dava due dritte su slides e jumps nelle aree easy e medium e chi tra pista e easy line con Bea. Eravamo sempre seguite, se non in certi momenti perseguitate da filmer e fotografi che cercavano di catturare quante più immagini possibili anche per l’utilissimo video analyzing, in presenza delle coach, che ci attendeva prima della cena. Non lasciavamo il Park nemmeno per mangiare. L’impeccabile organizzatrice Liane Stadler, si è adoperata con il superaiuto dei Gentlemens per farci arrivare addirittura il pranzo caldo e la merenda direttamente al park . Gran piatti di zuppa di verdura, acqua, tè caldo, vin brulè, pandoro, di tutto e di più. Il sabato hanno addirittura trovato il tempo per organizzare un gioco divertente: “indovina il peso del barattolo pieno di lecca lecca.” Arriva-te a valle intorno alle quattro di pomeriggio ci

aspettavano uno serie di svaghi: chi si godeva la birretta di ripiglio, chi una doccia calda, chi una scappatella in piscina per poi ritrovarci insieme al video analyzing e successivamente alla cena tanto attesa. Tutto ciò nell’accoglien-za dell’ hotel Zirm. Come in tutti i camp non poteva mancare il party del sabato sera. Nel nostro caso il Lipstick Party al Leo’s Pub, dove ad aspettarci c’era la premiere del video femmi-nile ‘Let’s Make Better Mistakes Tomorrow’ by Peepshow. Dj Boma era lì per farci ballare e una montagna di gadgets by Nikita ci capitavano continuamente tra le mani: adesivi, magliette, specchietti per il makeup, spille, ecc. Tutti a scatenarsi fino a notte fonda, chi con i bicchieri in mano e chi con i lipstick rossi a imbrattare le facce e i decoltè delle signorine. Per fortuna di alcuni e sfortuna di altri la giornata di dome-nica era annebbiata. La nebbia era molto fitta e non si vedeva neanche a trenta centimetri dal naso e quindi siamo scesi tutti dal ghiacciaio per pranzare con una generosa quantità di Gu-laschsuppe sempre offerto dall’organizzazione. E qui i giochi son finiti… dopo tanti saluti tutti a casa con un altro bel ricordo. Un ringrazia-mento va a Gentlemensriders, Fakieshop.com, United Sports distributore di Nikita Italia, Val Senales e Liane Stadler per tutti gli sbattimenti.

“Perseguitate da filmer e fotografi che cercava-no di catturare quante

più immagini possibili”

PHOTO HARALD WISTHALERWORDS ILARIA COLLINI

NikitaWeekEnd

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Siamo felici di incontrare le Eagle and Talon…Kim e Alice…queste ragazze hanno suonato stasera, hanno fatto giusto un breve show, 40 - 50 minuti…vogliamo dar loro la possibili-tà di presentare la band ed il loro lavoro di musiciste:

E’ la prima volta che suonate in Europa? ...In Italia?Alice: Questo è il primo concerto in Italia, in assoluto.

E quali sono le prime impressioni dopo lo show? Come avete trovato il pubblico?Alice: Il pubblico è stato veramente caldo, reattivo, in assoluta sintonia con noi, quando i suoni aumentavano e diminuivano, il pubblico ci stava dietro, ci aiutava a rendere l’atmosfe-ra…

Come avete trovato il fonico…visto e conside-rato che ero io?Alice: No comment…Il peggiore mai incontra-to…stiamo scherzando…

Bhè tenete presente che il check è stato fatto giusto 5 minuti prima di iniziare…Tuttavia, com’ è iniziato il tutto? Raccontateci la vostra breve storia…

Alice: Ci siamo incontrate a Los Angeles trami-te un sito web veramente grosso in America e a Los Angeles.Kim: Sai…stavo cercando un boyfriend e ho trovato lei…Alice: Solo che io le ho risposto…mi spiace non sono un uomo e non voglio essere il tuo ragazzo…

Veramente?Alice: NOOOOOOOO…in realtà Kim stava cercando una batterista.

Parlateci del vostro primo album?Kim: ‘Cares’…Mi piace molto il nostro primo album, perché sembra così innocente e sem-plice, mentre il secondo è molto difficile, più complicato…

Vi ho sempre pensate personalmente come un incrocio tra…gli Abba e le Babes In Toyland…questo terzetto femminile degli inizi anni 90. Conoscete?EAT: No non abbiamo mai sentito le Babes In Toyland, ma conosciamo gli Abba…li abbiamo ascoltati molto, ma ascolteremo anche le Babes In Toyland…

Voi invece come considerate la vostra musica, come la descrivereste?

“Non siamo musiciste a tempo pieno per il

momento, ma la maggior parte del nostro tempo lo trascorriamo a coltivare

la nostra musica”

PHOTO & ITW RIGABLOOD

Eagle andTalon

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Kim: se dovessi pensare a quale sezione in un negozio di musica apparterrebbe il nostro cd…Alice: Direi Rock Kim : Io credo…Post punk

Le vostre influenze?Alice: Del tutto bizzarre, in realtà. Kim ascolta tanta musica di vario genere, abbiamo entram-be un background classico, abbiamo ascoltato molto la musica classica sin da quando eravamo piccole, lei ama il rock classico, r n b, jazz…Kim: ascolto anche molto pop.

E cosa ne pensate di Daniel Johnston? Vi immaginerei fare una cover di ‘Speedin Mo-torcycle’…Alice: Neanche parlarne…Noi non facciamo cover e non abbiamo bisogno di trovarne una…non siamo contrarieKim: Però abbiamo un sacco di canzoni e in uno show possiamo suonarle tutte, sicchè non vi è proprio la necessità.Alice: semplicemente è un’opzione che non consideriamo quella di fare una cover.

Quanti album avete fatto?Alice: Abbiamo fatto 2 album, un EP e un LP, ‘Cares And Thracian’…questo che stiamo facen-do è il tour per l’album ‘Trachian’.

Kim: E questo è il primo tour in Italia che fac-ciamo come dicevamo prima e posso dire che l’Italia mi piace più della Germania.

Siamo veramente onorati…non siamo in competizione con la Germania, sappiamo di essere migliori, però siamo veramente onorati di sentire queste parole da voi…Alice: no a parte gli scherzi la Germania è veramente un paese interessante, il cibo è vera-mente buono.

Ragazze…ci sono altri topics sulla Germania, lontani mille miglia dal cibo, quindi cercate di ricordarvi che siamo in Italia ora, che questa è un’intervista italiana, evitiamo di mettere a confronto il cibo italiano con quello tedesco…è offensivo…qui riderebbero tutti…Kim: Certo che potremmo provare ad un concerto qui in Italia ad esordire con…il cibo in Germania è migliore che in Italia…sai che disastro…A parte tutto, il fatto è che io e il tour manager siamo vegetariani e in Germania ci sono molti ristoranti vegani…per questo ci piace molto.

Quali sono le vostre band preferite in assoluto? Ditemi quali dischi vi portereste in un’isola deserta…

Alice: Questa è una domanda veramente diffici-le…e te sei veramente una persona terribile…Kim: ‘Boys For Pele’ di Tori Amos, ‘Diamond Dogs’ di David Bowie

‘Diamond Dogs’ di David Bowie????Alice: ‘Blue’ di Joni Mitchell, credo…non ho mai pensato ai miei dischi preferiti…è diffi-cile…

Joni Mitchell???????? E cosa ne pensate dei Sex

Pistols?EAT: Non li conosciamo proprio, mai sentiti nominare…come si chiamano…sex, sex…che?

Si prendono gioco di noi…Alice: I vostri lettori penseranno…chi stanno intervistando???Comunque…altri gruppi che ci piacciono…Depeche Mode…molto.

E cosa ne pensate delle CocoRosie e quel tipo di scena?Alice: Non sono dentro a questo tipo di scena, mi piace il primo album delle CocoRosie, ma non mi piace il genere.

Come avete fatto ad organizzare questo grosso tour in Europa senza avere una distribuzione altrettanto grossa del vostro disco?Alice: Non abbiamo organizzato noi questo tour…Abbiamo un tour manager di un paese vicino Amburgo…lui lavora con un altro ragaz-zo e hanno messo in piedi questo tour assieme. Hanno diverse booking agencies e organizzano diverse date.

E in America come fate?Kim: In L.A. facciamo tutto da sole…telefo-niamo, mandiamo email…odiamo farlo…però organizziamo noi i concerti, abbiamo la nostra etichetta, quindi ci arrangiamo a fare tutto. Non viviamo di musica, ma ci prendiamo cura della nostra musica, e amiamo farlo, ma solo…qualche volta…quando le persone sono gentili con noi e non si prendono gioco di noi perché ci piace Joni Mitchell…

No…non volevo prendermi gioco di voi, stavo scherzando…Suonate spesso a New York?Kim: Suoniamo dappertutto a New York. La scena della Second Avenue, Sister And Brother Bar…ci sono un sacco di posti interessanti e ci piace veramente molto suonare a New York.Alice: Kim vorrebbe vivere a New York e ci abi-tava, io invece vorrei vivere a Budapest, quindi non sapremo cosa succederà…

Come mai avete deciso di vivere a Los Angeles e non a New York?Kim: Vivevo a New York, mi sono spostata a Los Angeles per vari motivi…Kim viveva li molti amici erano li, in più a Los Angeles c’è veramente una forte comunità orientata verso la scena musicale, ci sono tante persone che se-guono e supportano la musica in generale, tutti escono per andare a vedere concerti la sera, ci sono più possibilità musicalmente parlando.

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APPROACH. APPROCCIO. Essendo un kicker in fresca fai qualche speed check per capire inrun, tran-sizione e velocità. Quando ti senti pronta affronta il kicker leggermente a sinistra (destra per i goofy), sali sul dente con il peso sulle punte e le gambe piegate. TAKE OFF. STACCO. Dai l’impulso rotatorio

con le spalle portando lo sguardo sopra la spalla posteriore e contemporaneamente spingi con le gambe per guadagnare più stallo. MANEUVER. MANOVRA. Se hai staccato bene dovrai solo grabbare in indy e controllare la rotazione con la mano libera. LANDING. ATTERRAGGIO. A 3/4 di rotazione preparati

al landing che in neve fresca è la parte più delicata. Molla il grab e a differenza di un atterraggio in park con peso centrale su entrambe le gambe, cerca di spostare il baricentro sulla gamba posteriore e appoggiare la tavola evitando che il nose finisca sotto la neve. REMEMBER. RICORDA. Porta lo sguardo sopra la spalla posteriore durante lo stacco per evitare di corkare troppo e perdere il controllo della ro-tazione. In attarreggio porta il peso sulla gamba posteriore per evitare di impiantarti col nose e frullare nella neve. BEFORE & AFTER. E’ utile provare qualche bs360 in park per prendere confidenza. Distendi

la gamba anteriore in nosebone per essere ancora più stilosa.

Taniadetomasbs 360 indyTextENRICO CAVADA PhotoDENIS PICCOLOLocationARTESINA

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APPROACH. APPROCCIO + TAKE OFF. STACCO. Arriva sul dente a destra della struttura con il peso leggermente sulle punte e lo sguardo verso la struttura. Olla e prima di agganciare il box ruota le

gambe di 90° con la lamina dei talloni a valle, mentre con spalle e sguardo blocchi la rotazione in direzione opposta. MANEUVER. MANOVRA. Aggancia il box ammortizzando con le gambe e mantieni la posizionefino alla fine della struttura. LANDING. ATTERRAGGIO. A questo punto se hai lavorato bene di spalle basterà tornare con le gambe in posizione di riding (goofy destro avanti/ regular sinistro), piega

le ginocchia in atterraggio e il gioco è fatto. REMEMBER. RICORDA. Aggancia il rail con gambe e spalle in direzione opposta per evitare di continuare a ruotare sulla struttura e chiudere in fakie. BEFORE

& AFTER. Per capire il movimento dopo lo stacco si può provare qualche shifty su un semplice salto. Quando hai confidenza con il trick provalo su di un rail monotubo e l’equilibro sarà ancora più precario.

Oppure segui le gambe con spalle e sguardo per chiudere il trick in fakie.

Francescaferrarisfs boardslideTextENRICO CAVADA PhotoGEORGE BOUTALLLocationBARDONECCHIA

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Chick on BoardRoxy Chicks GamesDI MANUELA MARIANI

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Durante il week end del 19, 20 e 21 Febbraio si è svolta a Campo Felice la manifestazione femminile più attesa dell’anno: il Chicks on Bo-ard terza edizione “ Roxy Chicks’ Games”. Un evento che ha coinvolto 40 ragazze provenienti da tutta Italia. Il morale era alle stelle! Solo all’idea di riabbracciare, conoscere e condi-videre quest’occasione con tutte quelle rider era una sensazione incredibile. Non stavo più nella pelle!!! Le giornate di sabato e domenica sono state un susseguirsi di attività: camp con i maestri FISI Giovanna Serblin e Simone Capi-tani. Special guest per l’occasione Marco “Pina” Silvestre. Best trick e gara a team sotto l’occhio vigile di una giuria fantastica e di eccezione, composta da Elisa Tempini, Elisa Picchiotti e capeggiata da Ilenia Cavallini che per l’occasio-ne faceva anche da “coach manager”!! A vincere il best trick è stata Mariangela Giangiulio che si è portata a casa oltre ai complimenti di tutte, una bellissima tavola Volkl. La domenica si è svolto l’appuntamento più atteso; la gara a team. In quell’occasione ho deciso di staccare la spina, togliermi la veste di organizzatrice e partecipare al contest stimolato dall’insistenza delle stesse partecipanti del Chicks che hanno voluto condividere con me l’emozione di quel momento. Il format era questo: 6 team com-posti da 3 rider ciascuno in cui si sono contesi una prima fase di qualifiche per poi passare alle finali. La formula ad eliminazione consisteva nel duello di due componenti sul percorso “jibbing”preparato proprio per l’occasione. Il ricco montepremi di 1000 euro in soldi e i tantissimi premi messi in palio (zaini Roxy, Flux bindings, cuffie Skullcandy e mascherine Ashbury) sono stati suddivisi tra le prime 4 squadre vincitrici e le migliori rider. Il team composto da Giovanna Serblin, Alessia Poli e Manuela Mariani si è portato a casa il titolo di Best Team. Best rider in campo Giovanna Serblin, Jane Brunori e Domitilla Mattei.

Cosa vuol dire per te partecipare ad un contest tutto al femminile come il “Roxy Chicks’ Ga-mes” organizzato nel resort che frequenti ogni fine settimana? Quanto è stato importante e come hai vissuto quest’esperienza?Jane Brunori: Per me è stato bellissimo avere finalmente le ragazze con cui giro al nord nei vari meeting e opening/closing session tutte riunite qui al centro. Condividere con loro questa esperienza e mostrare il livello di organizzazione del centro per me è stato molto importante. Sono veramente contenta del risultato, la gara a team è stata emozionante e divertentissima, zero competizione e stress, ma solo tanto divertimento e una bella rimpatriata! Spero davvero di riuscire a ripetere anche l’an-no prossimo e colgo l’occasione per ringraziare tutte e tutti coloro che hanno contribuito a rendere il Chicks un evento così speciale!

Hai passato la maggior parte delle tue stagioni fuori dall’Italia girovagando tra America e Svizzera ed hai partecipato all’estero ad alcuni contest per sole donne, cosa ti ha lasciato una gara tutta italiana come il Chicks on Board?Domitilla Mattei: E’ vero, quest’anno ho tra-scorso l’intero inverno in Svizzera, e ho avuto l’occasione di partecipare ad alcune gare estere. Partecipare al Chicks on Board e’ ogni volta un piacere soprattutto per l’atmosfera rilassata ed un gruppo di ragazze motivate e pronte a divertirsi. E’ il secondo anno che partecipo ed e’ una bellissima occasione per “snowbordare” in Italia. Mi sono sempre trovata alla grande. Non ho notato grandi differenze con i contest stranieri, sia dal punto di vista organizzativo, che dalla grinta delle rider, e trovo sia sempre bello e stimolante partecipare ad eventi dedicati solo alle donne. Ci vediamo sicuramente l’anno prossimo!!!

L’infortunio alla schiena non ti ha permesso di partecipare alla gara, ma da sostenitrice della scena femminile italiana sei scesa ugualmen-te facendo il capo della giuria: cosa vorresti tenere e cosa miglioreresti del Chicks on Board 2010?Ilenia Cavallini: Be’ terrei buona parte del “Chicks on Board”, l’idea sicuramente inno-vativa che unisce il contest a tutta una serie di attività collaterali che aiuta a fare gruppo: camp per le meno esperte, il contest a squadre e individuale ,il limbo contest... nessuna si può sentire esclusa da un format del genere. Spero che sia l’inizio di altre iniziative simili che seguiranno nei prossimi anni. Butterei sicura-mente il meteo che non ci ha aiutato e che ha portato a una serie di conseguenze spiacevoli: temperature alte, acqua a catinelle, vento... un paesaggio surreale, la neve di conseguenza era poca e quasi ingestibile e purtroppo nonostante gli sforzi, il park non e’ potuto essere all’altezza di un evento cosi’ importante. Purtroppo le ragazze non hanno potuto esprimere le loro potenzialità al massimo.

Un contest a team è sicuramente diverso rispetto ad una gara singola. Un suggerimento per partecipare e vincere una gara a team...Alessia Poli: Stare bene e divertirsi con le altre compagne incoraggiandole e ridendo con loro. In fondo noi ci siWamo fatte anche delle grandi risate e quella è stata una cosa positiva che allenta la tensione e ti fa sentire ancora più parte del team...

Giovanna Serblin:Una gara di slopestyle a team unisce individualità di uno sport come lo snowboard, con il gioco di squadra tipico di altri sport. Occorre capire i punti di forza e i punti deboli di ogni rider. Personalmente quan-do sono in gara non guardo mai cosa fanno gli altri, mi deconcentra e preferisco concentrarmi sulla mia run e non farla per battere un’altra. Credo però che un atleta forte dovrebbe capire

i trick da fare anche a seconda di quelli dei suoi avversari. Ma alla fine bisogna avere fortuna!

Sei una delle rider più giovani che hanno partecipato al Chicks on Board. Confrontarti  con rider più grandi e con più esperienza, cosa ti ha lasciato e come hai vissuto quel momento con le tue compagne di squadra?Francesca Fazzi: E’ sempre bello per me par-tecipare alle gare, se sono solo di ragazze come il Chicks on Board è ancora meglio! Riguardo all’età diciamo che sono abituata ad essere sem-pre la più piccola! ma penso che quando si con-divide la stessa passione l’età non conta. Girare con ragazze più grandi mi stimola ancora di più perché so di avere ancora tanto tempo per mi-gliorare e posso imparare molto da loro! Inoltre aver partecipato a squadre è stato “fighissimo” anche perchè con le mie due compagne oltre alla stessa passione, c’è anche un bellissimo rapporto di amicizia che ci aiuta a “gasarci” a vicenda e imparando l’una dall’altra!

Anche tu quest’anno hai avuto la tua prima esperienza organizzativa in evento dedicato a sole donne. Che cosa ne pensi di un’organizza-zione come quella del Chicks on Board tutta al femminie?Elisa Picchiotti: Direi che il Chicks on Board è uno stimolo ed un esempio per tutte!! Mi sono ispirata moltissimo, per quanto riguarda l’orga-nizzazione, il format e soprattutto per ricreare la piacevole atmosfera che ho respirato durante quest’evento. Il Chicks è stata una carinissima occasione per “snowboardare” tutte insieme, conoscere molte ragazze che hanno la stessa passione, ma anche per avere un park intera-mente “riservato” alle donne!!! Girl power!! Per la prossima stagione spero proprio di riuscire ad avere una collaborazione con Manuela e il suo staff per far nascere una seconda tappa del Chcks in Toscana!!

Sei stata premiata come migliore rider del camp del gruppo principianti freestyle. Ti sei divertita e cosa ne pensi del camp del Chicks on Board?Rachele: Senza dubbio un’esperienza da ripete-re! Inizialmente esitavo sul fatto di partecipare o meno al camp. Da perfetta principiante ero intimorita anche solo dall’idea di dovermi avvicinare al park! E invece sono la prova che chiunque può partecipare ed io lo rifarò sicura-mente! Eh Eh. Il Chicks on Board è divertirsi, imparare, conoscere… che dire? Provare per credere!

Un ringraziamento in particolare va alla Roxy che è stato il main sponsor dell’evento poi a Volkl, Skullcandy, Ashbury, Flux bindings ed a tutti i media partner e i miei collaboratori.

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Ciao come stai? Parlaci un po di te...Bibi: Ciao a tutti sono Maria Delfina Maiocco per gli amici Bibi, sono nata il 27 marzo 1996 perciò ho 14 anni e vengo da Sauze d’Oulx(To)

Noemi: Sono Noemi Vallory e ho 15 anni. Frequento il secondo anno del liceo Formont di Oulx con indirizzo alberghiero. Abito in mezzo ai monti e per spostarmi qua e là uso la mia ape tutta piena di adesivi.

Da quanti anni vai in tavola? Parlaci un po del tuo snowboard club. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?Bibi: Vado in snow da 6 anni ed è da 4 che faccio freestyle. Il mio snowboard club è lo Snowplanet capitanato da Andrea Catti aka Sgnaffy, in questi giorni stiamo facendo prepa-razione atletica e tra poco si riparte alla grande tutti molto gasati per quest’inverno. Giriamo solitamente tutti i giorni escluso il lunedì. I vantaggi sono che viaggi molto, ti diverti in qualsiasi situazione e hai sempre intorno bella gente con cui girare. Gli svantaggi sono che devi perdere molti giorni di scuola e poi recu-perare tutto.

Noemi: Giro in tavola da più o meno 5 anni e il mio snowboard club si chiama 04. Il mio boss si chiama Stefano Senigaliesi e il club è

situato a Bardonecchia. Di vantaggi ce ne sono eccome! Anzi partiamo dai miei allenatori che sono Riky Suppo e Luca Sacco e si sa quanto si-ano stimati come maestri. In più lo snowboard club ti da l’opportunità di vivere il tuo resort al massimo ma avere anche la possibilità di girare quando ci sono le gare. Comunque per me non ci sono svantaggi.

Solitamente ti vediamo girare a Bardonecchia ma sappiamo che hai avuto la possibilità di partecipare al World Rookie Tour, parlaci un po di quell’esperienza e specialmente se c’e sta-ta un po di competizione tra te e tua cugina.Bibi: Ahhh il Rookie che bello mi hanno un pò cresciuto loro. Marco (l’organizzatore) è mio padre sulla sua carta d’identità, mi ha dovuto mettere sennò non sarei potuta andare in Ceck.Io e mia cugina siamo sempre gasate a girare insieme e non pensiamo mai che stiamo facen-do una gara...ci diciamo “alè” prima di partire e poi arriviamo alla fine della pista e ci mettiamo a ridere senza motivo! Siamo troppo sceme! Poi se ci vedete il giorno prima della gara siamo sul letto a mangiare patatine o al supermercato a comprarle.

Noemi: Devo dire che è stata un esperienza indimenticabile. Il World Rookie Fest è un

“Abito in mezzo ai monti e per spostarmi qua e

là uso la mia ape tutta piena di adesivi”

DI CHIARA GRISORIO

Bibi eNoemi

NOEMI VALLORY

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evento molto importante per noi giovani leve sopratutto perchè ci da la possibilità di girare con molti rider stranieri della nostra età. Ab-biamo la possibilità di confrontarci e imparare. Con Bibi non c’e nessun tipo di competitività anzi, ci divertiamo a girare assieme, ci gasiamo tantissimo e viviamo queste esperienze con lo scopo di divertirci.

Descrivici un po il tuo stile?Bibi: Penso di avere uno stile ultra easy. Non riesco a descrivermi perchè non mi piace molto vedermi nei filmati!Noemi: Non ho uno stile particolare, mi piacciono le cose semplici. Diciamo che sono abbastanza easy.

Raccontaci un po della tua prima reazione nel momento in cui ti hanno chiamato dicendo “Signorina, lei è ufficialmente entrata nel nostro team ”Bibi: Oh god stavo per svenire...era il mio so-gno fin da quando ho allacciato il primo boots, cerco di farli felici il più possibile e la Roxy è davvero un brand che si può chiamare sponsor.

Noemi: Premessa: Si possono dire le parolac-cie???? No perchè è stato tutto molto inaspet-tato. Mi ha scritto un messaggio Stefano (il boss dello snowboard club 04) dicendomi “C’è

il contratto Burton pronto da firmare, vieni in negozio”. Ovviamente incredula, non sapevo proprio cosa dire. Ho risposto così: “M**** sono gia li!”

Ti ispiri a qualche rider?Bibi: Mi ispiro anche a uno che non conosco e che ho visto fare un trick bello, o ai miei fratelli G. :) Mi piace molto Kjersty Buaas e sicuramen-te mi ispiro molto alla nostra Tania.

Noemi: Forse a Mads Jonsson. Comunque anche i miei compagni di squadra non sono da meno. Manuel Pietropoli e Giorgio Ciancaleoni sono due ottimi atleti.

Quali sono i tuoi hobbies?Bibi: Calcio, skate, basket, faccio un pò di tutto.

Noemi: Pescare le trote con le mani, so che sembra inusuale come cosa ma abito in mezzo ai monti quindi ci sta! Faccio un po di skate e ogni tanto vado in bici. Ah già, dimenticavo la cosa che amo di più: girare nel campo da cross con la mia ape!

Se avessi la possibilità di creare un evento legato allo snowboard in Italia, che tipo di evento/gara faresti?Bibi: Vorrei smuovere un pò di ragazze a par-tecipare alle gare...quindi proverei a creare un

evento per sole ragazze, slopestyle e pipe, con un pò di tappe in giro per l’Italia.

Noemi: Una gara stile Iuter games di sicuro. Gli Iuter Games non mi sembrano neanche una gara ma un modo di partecipare ad un evento tutti insieme e condividere l’amore per questo sport.

Quando pensi al futuro, cosa vedi?Bibi: Una porta ancora chiusa. Si aprirà al momento opportuno.

Noemi: Vorrei finire la scuola, questo è certo! L’unica cosa in cui credo tantissimo è lo snow-board e spero di poterlo fare per un bel po... anzi, per sempre!

Saluta, ringrazia o bacia chi vuoi tu!Bibi: My board, My Frienz, Noemi, my sponsor, lo ChefFabio, (Roxy, Nitro, Giro, Facciosnao, Level, Raiden, Fatality), Erika&Poldo, my crew, my BigFamily, Sig.Catti, my lovely rabbits and Carry. Grazie a tutti. JustLove

Noemi: Mia cuggi (Bibi),lo 04 snowboard club, Burton e Doors.

MARIA “BIBI” DELFINA MAIOCCO

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Nei suoi occhi vedi la quiete di chi vive la vita con spontaneità, naturalezza e umiltà... dai suoi occhi rimani rapito, intrappolato, tanto da non accorgerti nemmeno che stai intervi-stando la campionessa Olimpica di Half Pipe di Vacouver 2010. Torah Bright è seduta su un divano di un albergo di Tignes durante gli X Games 2010, risponde alle domande sempre sorridendo mentre il tempo in sua compagnia vola via leggero e troppo veloce. Dopo quasi un’ora di chiacchere ho come l’impressione di aver parlato con un angelo… d’oro come la sua medaglia olimpica. Ecco l’intervista della rider australiana in esclusiva per Jessie!

Ciao Torah, prova a dare qualche consiglio a tutte le riders su come progredire in pipe.È molto importante dedicare tempo alla tecnica base. Quando si imparano nuovi trick bisogna sempre ripartire da zero, dall’ABC in modo da progredire con consapevolezza e gradualità. Finché non si ha la sensazione di avere una buona transizione e dei buoni standard air non mi sento di consigliare di provare nulla di rischioso e di nuovo. Ribadisco che senza basi

ben consolidate non si va da nessuna parte!

Il tuo tricks preferito?Sinceramente è difficile da trovare, ma amo fare le curve in powder! Se devo trovare un freestyle trick direi FS 3, mi fa sentire bene e lo faccio sempre in totale scioltezza. In pipe invece tutti gli standard air.

Quali sono le differenze c’è tra gli X Games e le Olimpiadi, come è andata questa prima esperienza europea degli X Games?Le Olimpiadi sono il più grande contest del mondo, è l’evento sportivo per eccellenza, vin-cerlo è stato il massimo. La preparazione per il contest olimpico è stata dura ed estenuante, mi ha prosciugato moltissime energie sia psichiche che fisiche. Volevo essere presente a questi pri-mi X Games europei, anche se non ho potuto dare il 100% mi sono divertita ed è stato bello poter riderare un pipe come quello di Tignes.

Cosa è cambiato nella tua vita dopo la vittoria Olimpica?Sinceramente non lo saprei ancora! Sono stata molto impegnata, basti pensare che non sono

ancora riuscita a dormire una sera intera... o forse solo in aereo per venire fino a qui e tra una run del trainig e l’altra!

Cosa hai provato nell’immediato dopo la tua run a Vancouver?Ho dovuto aspettare che tutte la riders scen-dessero e facessero la loro run, ma sapevo che aver eseguito tutti i tricks che mi ero prefissata mi avrebbe permesso di conquistare il podio. Ero abbastanza colma e, a mano a mano che scendevano le altre ragazze, mi sentivo sempre più sicura del risultato. Credo che non sia stata la mia miglior run di sempre ma sufficiente per vincere l’ora olimpico, sono però certa di aver dato il meglio che potevo dare nella serata. La cosa più incredibile è stato poter festeggiare con i miei genitori, arrivati solo all’ultimo momento per farmi una sorpresa!

Cosa è per te la paura quando fai un trick nuovo?La paura è sempre al mio fianco, mi è utile per capire quali siano i miei limiti, mi fa capire fino a che punto posso spingermi e dove non andare oltre. Meglio conoscerla e calcolare i rischi che farsi male, come mi è già capitato e non voglio che ricapiti.

Come è possibile capire i propri limiti e fer-marsi prima di un incidente?Per me è fondamentale lavorare con mio fra-tello che è anche il mio allenatore e mi conosce meglio di qualsiasi altro, è lui che spesso mi dice come e dove spingermi, cosa fare per mi-gliorarmi... certe volte mi sprona e certa altre mi calma.

Tu sei una grande amante della powder, non hai pensato di filmare ed uscire dai muri del pipe?Quest’anno le mie energie sono state indiriz-zate alla realizzazione di una run olimpica da medaglia quindi non ho avuto il tempo di fare altro e non ho voluto partecipare a contest di slopestyle appunto per questo. Certo, adesso che le olimpiadi sono finite, magari il pros-simo inverno mi dedicherò di più a filmare, vedremo.

Cosa è per te lo snowboard, uno sport o un lavoro?Lo snowboard per me è quello che amo fare, è il mio lavoro ed è divertente. Grazie a Roxy col-laboro per creare la mia linea di abbigliamento e mi piace tantissimo lavorare per realizzare un capo d’abbigliamento! Forse farò questo da grande! Non sono andata la college ma ho preso un master in snowboard e ho imparato molte cose sulla vita.

Hai un sogno?Essere madre e moglie. (A breve si sposerà con il pro rider Jake Welch… uomo molto fortunato)

PHOTO & ITW DENIS PICCOLO

Torah Jane BrightPHOTO MATT GEORGESITW NICOLO’ BALZANI

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Che viaggio o contest non vedi l’ora di parte-cipare?Non vedo l’ora di andare in Nuova Zelanda. E’ uno dei posti più spettacolari del mondo in più avrò la possibilità di stare li un mese ed allenarmi.

Cambi il tuo setup se vai in pipe piuttosto che per i salti o per fare powder?Per il pipe e per i salti la tengo uguale mentre invece se devo andare in powder cambio gli scarponi e il mio passo è molto indietro.

Cosa non sanno i tuoi fans di te?Volevo essere un agente segreto da piccola.

Se qualcuno entrasse nella tua stanza in que-sto momento cos’è che noterebbe subito?Noterebbero sicuramente il disordine che c’è nella mia stanza dato che ormai vivo con la valigia sempre pronta. Ci sono vestiti che fuori-escono dalla mia borsa da snowboard.

Sei ad un appuntamento e vuoi fare bella figu-ra, dove lo porti?Sinceramente mi piace essere corteggiata. E’ compito del ragazzo far bella figura. Ad ogni modo non ci vuole tanto, basta che mi faccia divertire e sopratutto ridere.

Se potessi essere una pro in un altro sport, quale sarebbe?

Sono stata in moltissimi posti invernali per via dello snowboard quindi mi piacerebbe essere una surfista. Sarebbe bello poter visitare posti con onde enormi e ci andrei sicuramente con le mie amiche.

Hai due settimane a disposizione con un jet privato, dove andresti e con chi?Con i miei genitori, mio fratello, la mia miglio-re amica Camilla e altri amici. Andrei in Africa a fare il safari e poi dritta a Bali per prendere un pò di onde.

Come ti vedono le tue amiche quando balli?Una mia carissima amica è decisamente brava a ballare. E’ molto snodata infatti cerco di imparare da lei.

Se avessi l’opportunitò di suonare con qualun-que band, con chi suoneresti e perche?Tom Petty o Neil Young. Adoro la loro musica, posso ascoltarli per ore e rendermi partecipe al cento per cento.

Dopo una brutta giornata quale cd ascolti?Cat Stevens o Jack Johnson imparare da lei.

Hai una playlist di tre canzoni pronte per il tuo allenamento, quali scegli?Dire Straits – Walk of Life, Deer Tick – Hou-ston, TX e Creedence Clearwater Revival – Cotton Fields.

“Sarebbe bello poter visitare posti con onde

enormi e ci andreisicuramente con

le mie amiche”

BY DENIS PICCOLO

Elleryhollings-worth

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Longoboard Girls CrewDI CHIARA GRISORIO

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Come e quando è iniziata la tua passione per il longboard?E’ cominciato tutto più o meno un anno e mez-zo fa. Avevo un amico che andava in longboard e ogni volta che prendeva la tavola voleva che mi aggregassi a lui. Non è stato facile per me, non sono mai stata attratta dagli sport estremi. Il giorno che ho provato mi sono completamen-te innamorata di questo sport.

Quando hai sentito la necessità di formare una crew?Il problema è sempre stato a monte perchè non ho mai legato molto con le ragazze. Mi sentivo diversa perchè suonavo la batteria, facevo la tecnica del suono ed ero sempre circondata da ragazzi. Infatti, quando ho iniziato a girare in longboard ero sempre l’unica ragazza. Quindi ho deciso di creare una crew dal nulla. Il longboarding sembra uno sport individuale ma non lo è affatto! Avevo bisogno di creare una crew per attirare le ragazze verso questo sport.

Quali caratteristiche dovrebbe avere una ragazza per essere nella vostra crew?Noi accettiamo tutte, il livello non è impor-tante. L’unica componente che deve avere è ovviamente l’amore indiscusso per la tavola. Poi il resto viene da se!

Parlami delle tue amiche. Che tipe sono?Le mie amiche sono tutte diverse sia per quanto riguarda la loro personalità sia per quanto riguarda il loro stile. Ci sono avvocatesse, studentesse etc... che frequentano la nostra crew. Sono tutte molto coraggiose, indipendenti e sicure di loro. Le tredici ragazze che hanno skateato insieme nel video sono diventate molto legate fra loro. Posso solo dire che sono una più splendida dell’altra e che c’e un amore molto profondo tra di noi.

Come mai longboard o non skateboard? Anda-te anche in skate?Ho cominciato subito con il longboard anche se ho provato a skateare. Devo dire che mi sento più a mio agio con la mia tavola long. E’ subito nato un feeling particolare mentre con lo skate non ho mai sentito questa emozione.

Quante ragazze ci sono nella tua crew?Nella nostra crew spagnola siamo in 28 ma il team mondiale è di circa 40 membri. La cosa sorprendente è che ogni settimana c’e un mem-bro nuovo. Questo è un fattore molto positivo.

Che rapporto si è creato con le tue compagne?Ho instaurato un rapporto meraviglioso con tutte le mie compagne, siamo quasi come una famiglia. Ci sentiamo spesso, specialmente quando si tratta di andare a fare un po di skate. Con le ragazze che abitano a Madrid il rapporto è più affiatato e ci sentiamo quasi ogni giorno.

Il tuo più bel ricordo legato al long?Sicuramente è stato quando abbiamo filmato. E’ stato un momento magico e anche se non ci conoscevamo ancora abbiamo subito avuto un

legame forte. Diciamo che è stato tutto molto naturale.

Invece il più brutto?Non credo di averne uno in particolare. Certo, ho lividi e botte ovunque ma fa tutto parte del gioco. L’unico pensiero che ho è di continuare a progredire.

E’ molto pericoloso frecciare nelle strade?Andare in longboard per le strade ha ovvia-mente i suoi rischi, è per questo che mettiamo sempre il casco. Nel caso del video, dove si vedono immagini di noi senza protezioni, è perchè lo abbiamo girato di mattina presto. Solitamente skateiamo nei nostri spots o dove siamo sicure che non ci siano macchine. Sfrec-ciare nelle strade da una sensazione incredibile, fa vedere la città da un’altro punto di vista. Cerchiamo sempre conto dei rischi ma siamo abbastanza responsabili; non vogliamo che nessuno si faccia male.

Che tipo di sensazione e di emozioni ti regala una discesa alla massima velocità.Una delle emozioni a cui do più valore è proprio quella di poter stare da sola con la mia tavola. Mentre carvo sento che sto muovendo tutte le parti del mio corpo e che la tavola fa esattamente ciò che le dico di fare. E’ un po come danzare.

Cosa dici alle ragazze che hanno paura di sbucciarsi un pochettino e preferiscono passare le loro giornate in un centro commerciale?Cercherei di incoraggiarle a provare. Non deve per forza essere un longboard, basta che sia uno sport, prima o poi tutti trovano il proprio. La vita è fatta di cadute ma poi ci si rialza. La bellezza della vita è capire quali sono le nostre capacità e apprezzare tutto ciò che ci circonda. E’ proprio un peccato pensare che le nostre paure possano condizionare il nostro modo di affrontare la vita.

Fate anche dei viaggi per longboardare in altre città?Purtroppo non ho molto tempo per viaggiare perchè studio però ho intenzione di organizzare un viaggio con le mie compagne la prossima estate.Quando piove qual’è il vostro passatempo preferito?Sono una ragazza normalissima. Mi piace guardare i film e addormentarmi davanti alla televisione. La cosa positiva di Madrid è che il clima è ideale per andare in longboard perchè non piove molto. Cerchiamo di andare in long quasi tutti i giorni.

Progetti per il futuro?Il nostro progetto più grande è quello di con-tinuare ad incoraggiare le ragazze a scoprire questo sport. Il longboard non è uno sport per soli ragazzi! La nostra comunità continua a crescere e abbiamo intenzione di aumentare gli eventi e i contest.

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PHOTO DEAN BLOTTO GRAYWORDS SUSIE FLOROS

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KELLY CLARK

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Lo scorso Marzo, dieci delle migliori atlete Burton provenienti da tutto il mondo (USA, Canada, Giappone, Norvegia e Nuova Zelan-da) si sono imbarcate verso Bear Mountain, California per una sessione intensiva di solo snowboard durata quattro giorni. L’obiettivo era quello di raccogliere più immagini possibili che fossero all’altezza di cataloghi, riviste e anche editoriali. E’ stata una grandissima sorpresa avere due fotografi di fama internazionle quali Jeff Curtes e Dean “Blotto” Gray. Sono super contenta che alla fine è andato tutto per il meglio! Anzi, cerano anche due filmer ma la maggior parte dei meriti vanno sicuramente a Kelly Clark, Natasza Zurek, Hannah Teter, Spencer O’Brien, Ellery Hollingsworth, Maddy Schaffrick, Yuki Furihata, Rana Okada, Linn Haug e Shelly Gotlieb che sono state coloro che hanno ottenuto I risultati migliori.Solitamente, durante la stagione, abbiamo la possibilità di eseguire dei photoshooting che

avvengono durante lo svolgimento di qualche contest. Non succede mai di avere un gruppo vasto di persone, siamo sempre più o meno dai 2 ai 4 rider. A Bear eravamo in tantissime ma nonostante ciò abbiamo avuto degli ottimi esiti, anzi, questo ha soltanto portato dei buonissimi risultati per quanto riguarda la creatività e la diversità degli scatti. E’ stato pazzesco avere tutto il team insieme con lo stesso obiettivo: condividere la quotidianità in modo famigliare e vivere lo snowboard in primavera al massimo.“Il photoshooting è stato particolarmente appagante perchè cerano Blotto e Curtes che sono due maghi della fotografia. Durante l’anno partecipo a svariati contest e non ho mai il tem-po di fare qualche scatto con le ragazze. Questa è stata una buona opportunità per girare tutte assieme.”- Natasza Zurek“Anche se è molto divertente, non è per niente facile condurre uno shooting. Non ci sono limi-ti come nei contest, si può fare dove e come si vuole, in qualunque location”- Spencer O’Brien“E’ bello andare a Bear perchè le condizioni climatiche sono sempre ottimali e I ragazzi che gestiscono il park sono particolarmente dispo-nibili.” - Kelly ClarkAbbiamo scelto come location Bear Mountain per una serie di motivi ma principalmente perchè Bear Mountain è veramente un posto

stupendo. Tutti a Bear sono estremamente gentili ed è piacevole lavorare con loro. Bear è un resort situato nella solare California del sud, più o meno a 2 ore da Los Angeles. Se sei il tipo di snowboarder a cui piace il sole, lo shopping e un po di tempo dedicato anche al mare allora Bear è proprio la location perfetta, una sorta di paradiso. La California è proprio la Mecca dei boardsports. Credo sia inusuale vedere delle palme e a pochi minuti avere un panorama con-tornato da pini giganteschi pieni di neve. Sono arrivata un giorno prima degli altri per vedere che tutto fosse pronto. Nevicava abbastanza fitto e così ne ho approfittato per fare un po di sana powder! Mentre sfrecciavo giù dai boschi con la crew del posto, continuavo a sperare che il tempo cambiasse e che le nuvole sparissero. Fortunatamente, poco dopo, è uscita una gior-nata spettacolare!

Il giorno seguente ho guidato fino a LAX per andare a prendere la crew delle riders: Linn, Yuki, Rana, Natasza. Tutte ragazze che provengono da ogni parte del mondo (Cana-da, Norvegia, Giappone). Quando ho visto il gruppo entrare in macchina sapevo che sarebbe stato un viaggio interessante e che avremmo si-curamente tirato fuori il meglio di noi durante il photoshooting.

ELLERY HOLLINGSWORTH

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MADDY SCHAFFRICK

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SHELLY GOTLIEB

SPENCER O’BRIEN

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NATASZA ZUREK

RANA OKADA

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PHOTO MATT GEORGESITW CHIARA GRISORIO

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LA THUILE - ITALY

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Ciao Lisa come stai? E’ un ottimo brand, par-laci un po di questi 8 anni insieme al team.Grazie tutto bene. Si dal febbraio scorso faccio parte anche del Team Nikita Outerwear e ne sono veramente fiera. Sono sempre stata una fan di Nikita. Mi piace il loro stile; Heida e Ru-nar, i due fondatori del marchio Islandese, han-no incominciato un po’ per caso, perché non trovavano qualcosa che gli piacesse sul mercato e poi da cosa nasce cosa e sono diventati un brand internazionale. Entrambi sono snowbo-arder, surfer e skater perciò sanno esattamente cosa hanno bisogno le ragazze attive nei board sport. Sono veramente felice di far parte della famiglia Nikita.

Raccontaci qual’è la tua giornata tipo. Cosa succede quando suona la sveglia e quando cala il sole.Non ho veramente una giornata tipo, ma sicu-ramente appena sveglia faccio colazione con cereali e tè verde e mi preparo due panini per la montagna. In inverno, durante il periodo di filming, mi sveglio presto, mi trovo con la crew e incominciamo a cercare cliffs, drop o spot per costruire un kicker; cerco sempre di essere il più produttiva possibile solo il calar del sole o la visibilità può mandarmi a casa senza uno shots nel sacco. Una volta arrivata a casa dopo una giornata intensa sulla neve mi metto ai fornelli e cucino qualcosa, dopodiché mi rilasso sul divano per un po’ e vado a letto verso le dieci in modo da essere più fresca possibile la mattina seguente.

Sei Austriaca, volevo chiederti com’è la scena dello snowboard li? Siamo sempre affascinati dall vostra cultura ed il vostro rispetto nei confronti della montagna.La scena austriaca è molto grande e molto differenziata, negli ultimi anni sono nate molte film crew e ciò penso che sia positivo per il nostro sport. Innsbruck è naturalmente la capitale dello snowboard: una città con tutti i suoi confort in mezzo alle montagne che anche in estate offre un ventaglio di attività sportive come il downhill, arrampicate e passeggiate ecc. Per questi motivi da ormai alcuni anni mi sono trasferita ad Innsbruck come tanti dei miei amici snowboarder.

Com’è stato filmare con “La Famiglia”? Rac-contaci un po di retroscena. Parlaci anche un pò di loro...siamo curiosi.

La famiglia è una film crew nata tre anni fa, insieme abbiamo trascorso una miriade di bei momenti filmando nei pressi di Innsbruck. Dalla passata stagione filmo solamente con True Color Films, un progetto nato dalle idee di Alvaro e portato avanti da tutti i riders della crew. Io personalmente aiuto quotidianamen-te Alvaro a rispondere a tutte le e-mails, ad organizzare nuovi trips ecc. True Color Films è però un progetto esclusivamente online perciò abbiamo condiviso parte del nostro footage con La Famiglia… non pensiamo sia un problema!

L’anno scorso vivevo a Bardonecchia con Tania Detomas e Matteo “Whatza” Borgardt che hanno filmato con Arturo Bernardi, filmer di Random, com’è stato filmare con lui per “True Colors”?“I Ilke Tania e Matteo!” Tania è una rider for-tissima, mi piacerebbe tanto girare con lei, ma penso che sia in India questa stagione, se non mi sbaglio. Tornando alla domanda: Arturo è un filmer eccezionale, ha un talento innato per il filming e stimo molto il suo lavoro e in più è simpaticissimo: una delle persone più simpa-tiche che io conosca, con lui non ci si annoia mai. Penso tu sappia di cosa stia parlando.

Tra l’altro, in True Color c’è anche il tuo fidan-zato Alvaro Vogel. Che tipo di sensazioni hai provato a filmare con lui? È fantastico viaggiare e filmare con Alvaro. Gli anni scorsi ero spesso in giro senza di lui perché filmavamo per crew diverse, perciò mi godo questo momento e questa possibili-tà di filmare insieme. Alvaro è la persona di riferimento per True Color, ha sempre in mano la crew, è sempre molto positivo e riesce a ri-manere tranquillo anche quando siamo bloccati oltre oceano con un tempo schifoso per due settimane… non si lascia mai andare.

Assieme alla crew di “True Colors” avete fil-mato sia in Italia sia in Giappone. Come se la cavano le ragazze giapponesi sulla tavola?In Giappone non sono mai veramente andata a snowboardare con delle rider giapponesi, ma Kako, la proprietaria della pensione in cui al-loggiavamo è una rider super gasata. Ha più di cinquant’anni e va snowboardare ogni giorno. La sua posizione sulla tavola e il suo stile mi hanno lasciato veramente sbalordita.

Cosa pensi della scena snowboard in Italia?La scena italiana sembra abbastanza grossa e

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tantissima gente in Italia pratica sporti inverna-li e ciò è sicuramente positivo per le industrie. Le industrie italiane sembra sostengano bene i propri atleti, li si vede sempre di più anche all’estero.

Parliamo un pò delle tue caratteristiche. Come definisci il tuo stile di riding? Direi uno stile naturale.

Sei una ragazza che gira il mondo, qual’è il posto che ti ha ispirato più di tutti? Grazie allo snowboard ho visto veramente tantissimi posti fantastici. Il posto più bello per snowboardare è sicuramente l’ Interior BC, in Canada. In quella regione ci sono dei loadge in mezzo al nulla, lontani da tutto, non c’è un anima viva oltre alla tua crew, il tuo mini-gatto delle nevi e le motoslitte. È una figata. Sono molto contenta che quest’ anno andremo con True Color Films in un loadge del genere per due settimane…wow non vedo l’ora!

Ho visto recentemente un video che riguarda-va Marie Roy, rider Rome, che si è trasferita in una casa totalmente ecologica. Si potrebbe usare uno sport come lo snowboard che è a

contatto con la natura a 360° per sensibilizza-re sempre di più le masse. Tu che ne pensi? Si penso di si, anche lo snowboard può servire a sensibilizzare le masse, qualsiasi persona che collabora con i media può sensibilizzare le mas-se kantiano dei messaggi diretti o indiretti. Una casa come quella die Marie con un giardino del genere sarebbe il mio sogno.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Svelaci cosa bolle in pentola!Quest’anno filmerò sicuramente con True Color Films però dovete tenere gli occhi aperti perché una nuova produzione europea di ragazze sta nascendo… Stay tuned!

Vuoi ringraziare qualcuno?Ringrazio sicuramente la mia famiglia, i miei amici e tutti i miei sponsor che mi permettono di fare quello che faccio. Nikita , Artec, Smith, Vans, Planet Sports, Les Ettes, Dakine, Slytech e sicuramente www.truecolorfilms.com

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LA THUILE - ITALY

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LA THUILE - ITALY

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ANNI KUORTTI

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ARIANNA TRICOMI

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Dicono che per organizzare uno shooting ci si debba sputare sangue e sudore. Dicono che si sclera solo per mettere insieme tutte le rider del team. Dicono che si incrociano le dita sperando che il tempo sia perfetto. Dicono che il park deve essere a prova di bomba e shapato alla perfezione. Dicono che i fotografi devono avere esattamente in mente quello che vuoi tu. Beh, dicono tutti benissimo…..perchè, amiche mie, è andata proprio così!

Bisogna organizzare uno shooting nei minimi particolari qualche mese prima. Tra gare in calendario, eventi a cui le rider devono parteci-pare e condizioni della neve da non sottovalu-tare, è un impegno che porta via davvero molto tempo. Le nevicate scese durante l’inverno

avevano fatto presagire che aprile sarebbe stato un mese perfetto per spassarsela in park a fare un po’ di foto. Di neve in Valtellina ce n’era a palate, e il freddo non aveva la minima intenzione di andarsene per lasciare posto al tepore primaverile. Verso fine febbraio ho mandato una mail a tutte le atlete del mio team Bliss: Bibi Maiocco, Tania De Tomas, Arianna Tricomi, Anni Kuorti, Silvia Bertagna e Ane Enderud, erano state reclutate per l’8 aprile al rinomatissimo park di Livigno. Denis mi aveva detto che avrebbe mandato una sua fotografa per fare questo articolo, così abbiamo unito le cose. In attesa delle loro risposte ho chiamato Roby Trab, fotografo veterano di Level e di Max Perotti, per accordarci su quando vederci per organizzare il tutto. Roby penso che sia sempre stata una persona tranquilla, forse lo penso perché l’ho conosciuto solo nell’ultimo periodo, ma la sensazione che ti trasmette è quella. Lo vedi dalla sua espressione e dalla pazienza che ha quando ascolta quello che gli dici, dalla sicurezza che ti trasmette quando sei nel panico e non sai da che parte girarti. Lo guardi negli occhi e capisci subito che ha inteso perfetta-mente l’idea del lavoro che vuoi portare a casa e, sicuramente, molto meglio di quello che ti sei macchinosamente immaginata nella tua testa.

ANNI KUORTTI

ANNI KUORTTI

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Ci siamo incontrati a casa sua, comodità assoluta perché abita proprio di fronte alla mia a Bormio. La sua casa è meravigliosa, calda e accogliente proprio come lui. Le foto appese alle pareti raccontano la sua storia, raccontano quello che vede attraverso l’obbiettivo della sua macchina fotografica, che ormai è diventata un’estensione meccanica del suo occhio, del suo braccio e della sua mente. Insomma, percepisci che lui cattura tutto quello che la maggior parte delle persone comuni non riescono a vedere in una semplice inquadratura. Alla fine mi sono resa conto che c’era ben poco da decidere e di cui parlare; a Roby sono bastate poche parole per capire esattamente quello che volevo far uscire fuori dal lavoro di quel prossimo weekend. E’ bastato scambiarci opinioni, ma soprattutto ascoltare le sue, su cosa avremmo voluto e potuto fare, e il gioco era fatto.Pensavo che la parte più difficile di tutto quello che stavo organizzando ormai era passata, ma non avevo proprio capito che quella era solo la punta dell’iceberg. Ho cercato di capire cosa potevo catturare da ognuna delle mie atlete per far si che i tre giorni programmati di shooting rendessero il più possibile, così ho iniziato ad analizzarle una ad una. Sfortunatamente, e dico davvero sfortunatamente come nello storico

film di Banfi “occhio malocchio prezzemolo e finocchio”, sembrava essersi abbattuta un’epidemia di assenteismo sul mio team. La freeskier Ane Enderud si era fatta male alla schiena e non poteva alzarsi da letto almeno per un mese perché, a quanto ricordo, era cadu-ta in fresca e si sa che la schiena è una parte davvero troppo delicata per trascurarla. Bibi Maiocco aveva passato il turno per le finali dei World Rookie Fest, e sarebbe stato un sacrilegio non farla andare, dato che abbiamo così poche italiane rookie che spaccano in questo momento. Ed infine Silvia Bertagna, che a una settimana dall’inizio del nostro lavoro assieme si è fatta male al ginocchio e aveva la risonanza il sabato mattina. E tutti sappiamo benissimo quanto siano lunghe le liste d’attesa nei nostri ospedali per fare una visita!! Non scoraggiata da tutto ciò, ho augurato in bocca al lupo di pronta guarigione e di vittoria alle mie atlete e ho organizzato il tutto con le tre rider che avevo a disposizione, felice del fatto che sono davvero tre rider fortissime. Anni Kuorti è una rider Finlandese, davvero molto carina, ed è un piacere lavorarci assieme. Ho imparato a conoscerla tramite mail, perché abitando così lontana da me avrei avuto rare occasioni per vederla di persona, ma è entrata nel team

perché Max Perotti ha creduto fortemente in lei. Così avevo deciso di farla venire in Italia in aereo, perché ero sicura che con lei si sarebbe fatto un ottimo lavoro. Tania De Tomas è incredibile: con lei sai che porterai sempre a casa qualcosa, ed è davvero professionale nel suo lavoro. Arianna Tricomi è ancora giovane, ma ha tutte le qualità per diventare una campionessa. E’ determinata, “fuori di testa”, e ha uno stile che è davvero molto raro vedere in una donna che fa questo mestiere. Tutto era pronto e con impazienza aspettavo il giorno X. Finalmente il giovedì sera era arrivato, la mia casa era stata tirata a lucido perché avrei dovuto ospitare le riders e Margherita Borsano, fotografa di Jessie, accompagnata dalla sua compagna di viaggio Nimea. Il moroso era stato accuratamente sfrattato da casa per tre giorni e mandato in esilio a casa dei suoi genitori, non tanto lontano dato che abitano due piani sotto il nostro appartamento, con armi e bagagli. Tania veniva da Torino, così ha fatto un piccola sosta a Milano Malpensa a prendere Anni che arrivava con l’aereo partito da Kuusamo in Finlandia. Sono arrivate a Bormio a sera tarda, dieci minuti prima di Margherita e Nimea. Dopo aver preso posizione nei rispettivi letti e aver disfatto una minima

ANNI KUORTTI

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ARIANNA TRICOMI

TANIA DETOMAS

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parte dei bagagli, ci siamo riunite attorno al tavolo per decidere cosa fare l’indomani mattina e a che ora svegliarci. Nel mezzo della conversazione saltano fuori cioccolatini finlandesi portati da Anni, praticamente divorati in un paio d’ore, e un vaso di pasta rigorosamente tricolore portato dalla Marghe. Diciamo che la serata stava prendendo la piega giusta! Nell’aria si sentiva una strana sensazio-ne, a pelle ci piacevamo tutte e, quasi senza pensarci, eravamo talmente affiatate che non volevamo più darci la buonanotte. Volevamo star li, a chiacchierare tutta la serata, ma ormai si era davvero fatto tardi così ci siamo date appuntamento alle 8 della mattina successiva e poi dritte al park del Mottolino a Livigno. Dopo una colazione da campioni, Roby si è presenta-to sotto casa mia munito di furgone, ma con solo tre posti. Così, la Marghe ha preso la sua macchina e Tania andò a fare compagnia a Roby. Arrivate ai piedi della pista di Trepalle ci siamo trovate davanti ad una giornata spettacolare. Arianna Tricomi era li ad

aspettarci, pronta con i suoi sci in mano e i suoi occhialini della Smith che indossa sempre. C’era un sole che spaccava le pietre, il cielo era talmente azzurro e limpido che il passaggio di un Gipeto lo avresti visto a occhio nudo a chilometri di distanza. E poi c’era il park. La perfezione. La creatura che Mino Manzocchi aveva messo in piedi sfoderando tutta la sua arte e creatività. Anni non aveva mai visto niente del genere. In Finlandia non esistono park così, e ci sono voluti 5 o 6 giri affianco a salti e rail per capire cosa poteva andare bene per lei, e per far si che si potesse divertire allo stesso tempo. Così i ruoli erano stati ben definiti: Tania e Arianna avrebbero girato sul salto più grosso della linea XL, mentre Anni avrebbe sfoderato le sue armi su rail, botte e wall del jibbing park. Ho distribuito a ognuna di loro i guanti Bliss della prossima stagione, sottili e caldi per una miglior performance, ma soprattutto stilosi perché loro si dovevano sentire a loro agio, e nelle foto dovevano risaltare il più possibile. Una dopo l’altra hanno preso confidenza con le strutture e, vi giuro, non avevo mai assistito ad un affiatamento così grande fra ragazze. Si motivavano a vicenda, si parlavano, si consultavano. Erano ormai diventate una squadra, una cosa sola. Mino aveva mantenuto la sua promessa, il park era fatto ad hoc per rider del loro livello. Così la prima giornata era passata a suon di trick tirati da paura e di comparse da parte di altri riders Level, come gli internazionali Stefano Munari e Raffaele Cusini, e il nostrano Gregory Palmero. Dato che il primo giorno era stato davvero mol-to produttivo, abbiamo deciso di prenderci una pausa pomeridiana e andare a riposarci niente di meno che ai Bagni Vecchi di Bormio. Nessuna di loro si sarebbe aspettata uno spettacolo del genere. Fare il bagno e i fanghi dove un millennio prima lo fecero gli antichi romani, provoca una sorta di sensazione affascinante e rilassante allo stesso tempo. Così abbiamo cominciato a conoscerci meglio. Con Arianna non puoi annoiarti, lei riesce sempre a tirar fuori una battuta che ti mette il sorriso. Anni è di una dolcezza infinita e Tania riesce sempre a vedere un lato spirituale e filosofico in qualsiasi cosa. Per non parlare di Margheri-ta: lavora sodo per ottenere ciò che vuole e, diciamoci la verità, il suo lavoro lo sa fare davvero bene. Dopo 4 ore di bagni termali fino alle 7 e mezza di sera, l’unica cosa che ti va di fare è collassare nel letto e dormire più che puoi! Difatti, ci siamo ritrovate la mattina del sabato fresche come delle rose, e con fisici da “modelle” dovuti a ore e ore di scrub, massaggi, fanghi e vasche idromassaggio. L’appuntamento era sempre sotto casa mia, ma stavolta si è aggregato il Max Perotti con l’allegra combric-cola dei suoi bambini a seguito. Arrivati in park, Max aveva rigorosamente scordato il casco, così Mino gliene ha prestato uno rimasto

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li da un sacco di tempo: appena lo ha indossato abbiamo capito il perché! Roby ha passato la mattinata a fare foto a Anni nel jibbing park, dato che la mattina precedente si era focalizzato un po’ di più su Arianna e Tania sui jump. Anni aveva davvero preso confidenza con le strutture, che le hanno permesso di portare a casa un sacco di scatti davvero stupendi. La cosa bella che potevi notare a prima vista, e che se qualcuna di loro si trovava in difficoltà su una struttura, le altre correvano subito in aiuto. Questo atteggiamento lo vedi raramente fra donne, perché gelosia e invidia sono all’ordine del giorno fra il gentil sesso. Così scopri che non tutte cercano di fregarti, non tutte cercano di prendersi il merito per qualcosa che ha fatto un’altra, non tutte godono di una tua caduta, e non tutte ti invidiano quando chiudi qualcosa. Questo è il gentil sesso!! Nel pomeriggio, insieme a Raffaele Cusini e a Tribolls che ci facevano da ciceroni per le strade di Livigno, siamo andate a cercare qualche spot in street. Raffa ci ha guidati per mezz’ora finchè non siamo arrivate davanti a questa botte arruggini-ta e adagiata su un fianco. Era davvero un posto perfetto. A pochi metri da li c’era una casetta in legno scuro, dove ai suoi lati c’erano assi di legni impilate una sull’altra che hanno fatto da sfondo al nostro set fotografico. Di quel giorno ricordo molto bene le foto fatte accanto alla casetta. Non avevo mai assistito ad un servizio di “moda” prima d’ora, e la cosa mi è sembrata davvero affascinante. La Marghe ha tirato fuori tutto l’armamentario per fare foto. Come esiste il kit del piccolo chirurgo lei aveva il kit della piccola fotografa!! Dopo una prima session di lifestyle alla casetta siamo passate a costruire l’invito per la botte. Meno male che Raffa e Tribolls ci hanno dato una mano, perché la neve stava già mollando e faceva dav-vero fatica a tenere. Appena finito, i due baldi giovani ci hanno “mollate” nel mezzo della pianura di livigno e da li, come dice il buon Guido Meda, scatenate l’inferno! Arianna, dato che è una skier, ha provato per prima la velocità e, dopo vari tentativi, hanno optato per allon-tanarsi ancora di una decina di metri per la rincorsa. Le ore passavano e la neve dell’invito non aveva nessuna intenzione di reggere al sole cocente. Infatti, la botte si è rivelata più impe-gnativa di quello che pensavamo!! Tania è riu-scita a portare a casa un bellissimo scatto, come sa fare solo lei fra le snowboarder, massiccia e stilosa. Non so come, ma riusciva a tenere tirato un trick sulla botte per un numero inde-finito di secondi. Come quando vedi un film dove il protagonista si muove ma tutto quello che lo circonda sembra paralizzato e congelato, alla Matrix. La guardavamo con sguardo di ammirazione, cercando di carpire il suo segreto per avere, passatemi il termine, “due palle così” per fare quello che stava facendo. Una giornata del genere porta via tutte le forze che hai in

corpo: alle atlete perché girano tutto il giorno, e a chi organizza perché lo stress per far si che vada tutto quanto per il meglio non lascia posto alle forze che pian piano ti abbandonando. Così Gregory e Stefano, vedendoci spente, ci hanno obbligate ad uscire di casa per mangiare qualcosa tutti assieme. Si sa che Bormio è presa d’assalto durante i weekend, ma non trovare un buco libero in nessun ristorante mi è sembrato davvero eccessivo!! Così, abbiamo deciso di an-dare a mangiucchiare qualcosa per l’aperitivo, per tenere a bada la fame in attesa di un tavolo libero. Al bar Skianta c’era un sacco di gente, e la serata si prospettava davvero festaiola. Giu-liano ci ha accolto con i migliori drink che sa fare solo lui, e un’ora è volata. Dopo una cena a base di pizza e sciatt, siamo andati a far festa!. Birra e chiacchiere ci hanno accompagnate per tutta la serata, senza neanche preoccupar-ci dell’orario. La domenica mattina abbiamo dovuto salutare la Marghe e Nimea, perché dovevano fare ritorno a casa. Solo la sera ho scoperto che il navigatore, arrivate a Grosio, le ha fatto sbagliare completamente strada, si sono perse per le montagne valtellinesi, e dopo due ore sono ritornate a Bormio e hanno rifatto la strada dall’inizio! Come quando fai le equa-zioni di matematica, ma ti accorgi solo a più di metà che c’è un errore da qualche parte e la soluzione non sarà mai quella scritta sul libro! Così sono ripartite, ma stavolta con navigatore rigorosamente spento. La giornata l’abbiamo passata a fare foto in studio da Roby e nel garage di Max. Così, dopo un primo momento di imbarazzo da parte delle ragazze davanti all’obbiettivo, Anni ha acceso la musica nel suo iPhone e tutte e tre si sono scatenate in pose divertenti e alquanto improbabili. Il lunedì è stato un risveglio un po’ amaro. Marghe era già partita, e Tania e Anni erano dovute andarsene alle 6 perché quest’ultima aveva il volo alle 11 di mattina. La casa era un po’ vuota. Quello che ci teniamo strette di questo weekend è l’avere trovato delle bellissime persone, delle atlete professionali, e delle amiche davvero piacevoli. Insomma, un’esperienza che si ripeterà l’anno prossimo! I Glove You!

ANNI KUORTTI

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Questa foto fu scattata duran-te l’invitational di quarterpi-pe a Park City e rappresenta per me il culmine del primo viaggio negli States che io e

Romina intraprendemmo nel lontano 2001, ribattezzato anche “the lake of blood US Tour 2001”. Il nome era stato dato prima di partire e si trasformò un vero e proprio lago di sangue - ma andiamo con ordine. Eravamo a Park City per fare la gara pre-Olimpica e venimmo a sapere che c’era anche un  invitational  di quarter pipe. Romi disse: “dobbiamo partecipare”. Ok, mai fatta una gara di quarter, ma non importa, sarà diver-tente. Ora, io e Romi siamo femmine piuttosto determi-nate e quando si decide una cosa sì fà: in questo caso io non ero super motivata per-chè non avevo idea se sarei stata capace di girare ad un livello dignitoso, ma Romi non aveva il minimo dubbio e ci mettemmo subito al la-voro per accalappiarci due inviti. La cosa non si rivelò così semplice, nessuno ave-va intenzione di darci retta, tanto meno di dare due in-viti a ragazze italiane semi-sconosciute agli americani. Le porte ci si chiudevano in faccia una dopo l’altra e sembrava non esserci nes-suna soluzione finché non ci passò di fronte Dave Dun-can. Per chi non lo sapesse, Dave Duncan è una leggen-da nel mondo dello skate, un vero e proprio padrino, speaker di tutti gli eventi di action sport che contano, nonché al tempo caro ami-co dell’Alessia Follador, la quale era da un paio di anni che faceva risultatoni negli States nelle gare di boarder-cross. Bastò un “Hi Dave, I think we have a common friend, Alessia Follador!” per iniziare una conversa-zione amichevole che molto velocemente si trasformò in “dacceunamano” - insomma the italian way. Dave, ovviamente, non si tirò indietro dall’aiutare amici di amici e ci portò direttamente di fronte al capo della Federazione Ameri-cana che stava discutendo all’arrivo del pipe. Dave disse “Devi fare girare queste due”. Il Grande Capo ci squadrò dall’alto al basso e chiese: “Sarete in grado di fare un bello spettacolo?” e io, senza esitazione, gli strinsi la mano e replicai “ci puoi scommettere”. Il deal era fatto e lui si dileguò nella sera che incalzava. Guardai a destra: il quartepipe era alto almeno almeno 6 metri e mezzo. Sarei stata capace di arrivare al coping? L’avrei saputo domani, intanto era giunto il momento di tornare a casa a Salt Lake.  Il giorno successivo era una di quelle giornate per cui vale la pena vivere: il cielo era di un azzurro dopato, la luce forte e la temperatura giusta per

mantenere le strutture intatte e sufficiente per smollare la giacca in parten-za. La gara era in notturna ma il training si tenne a mezzogiorno. Dopo i primi tentativi incerti capii che l’unica cosa che dovevo fare era prenderla dritta senza speed check - e che era divertentissimo!! Nonostante la risalita fosse a piedi non smisi per un secondo di girare, era troppo divertente, roba da sorriso paralisi. In questo mio fomento delirante stranamente non notai se ci fossero fotografi o cosa. Ovvio E. Stone lo vedevo perchè era sopra al coping ma a parte lui non captai nessuna presenza - e dico strano perchè sono sempre stata molto brava a costruirmi delle relazioni con chi mi dava da campare. Comunque la gara andò benissimo, mi piazzai ter-

za dietro a Natasha Zurek e Kelly Clark e due giorni dopo mi spaccai il crociato anteriore. Quello fu  l’ini-zio di otto mesi passati fra sala operatoria e fisiotera-pia: un vero calvario per un semplice crociato. Il primo appuntamento dopo l’infortunio fu la gara invi-tational indoor dell’ISPO, anche quello un quarter che con mia grande sor-presa vinsi. Ero davvero di ottimo umore  perché  i mesi precedenti erano stati orrendi e mi ricordo che mentre ero a scambiare quattro parole con Carsten Kurmis (allora marketing manager Atomic) sul tavo-lo del suo stand vidi una ri-vista. Transworld Business. L’immagine aveva qualcosa di famigliare ma immedia-tamente mi riproverai per aver anche solo pensato di essere io quella in coperti-na. Ma aspetta, quello era il mio fleece Roxy, quello sul casco era l’adesivo K2 che io avevo ritagliato e so-pratutto, quello era il mio stile! Il cuore mi andava a mille e in nano secondo di lucidità riuscii a fare la cosa più sensata: ovvero guardare le note di coper-tina. C’era il mio nome. Panico. Emozione. Felici-tà. Come reagii? Iniziai a saltare come un canguro

per l’ISPO. Lo so che molti diranno che era solo Transworld Business ma alla fin fine ero la seconda donna europea a finire sulla copertina di una rivista americana e venire dopo Nicola Thost è sempre un onore. Ed era la copertina di una rivista americana, ovvero uno dei miei sogni di quando ho iniziato a fare snow. La cosa divertente è che la foto fu scattata da Kurt Hoy, che successivamente divenne editor in chief di transworld, e quando gli chiesi perché scelse proprio me mi rispose: “perché è una bella foto!”. Immaginatevi lo stupore quando l’anno dopo mi fu rifiutata la copertina di una rivista italiana perché avevo lo sponsor di tavole sbagliato, alla faccia del supportare i talenti locali. Comunque, grazie al cielo che esistono molti Kurt in questo mondo - basta solo andarli a cercare. 

remember

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Lisa Filzmoser ItwIssue 02 FreePress