joe dispenza-l'effetto placebo nel corpo cap4

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l'incredibile potere della mente..

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    caPItolo 4

    l e f f e t t o P l a c e b o n e l c o r P o

    Nel 1981, in una fresca giornata di settembre, otto uomini tra i settanta e gli ottantanni salirono su un paio di furgoni e si di-ressero al monastero di peterborough, nel New Hampshire, due ore a nord di boston. Dovevano partecipare a un ritiro di cinque giorni in cui gli era stato chiesto di fingere sulla loro et, dichia-rando almeno ventidue anni in meno. Il ritiro era organizzato da una squadra di ricercatori capeggiata da ellen langer, psicologa di Harvard, che la settimana successiva avrebbe portato un altro gruppo di otto anziani nello stesso posto. agli uomini del secon-do gruppo il gruppo di controllo avrebbe chiesto di rievocare ricordi risalenti a ventidue anni prima, senza per chiedere loro di fingere di avere unet inferiore.

    Quando gli uomini del primo gruppo arrivarono al monastero, si trovarono circondati da vari tipi di stimoli ambientali che li aiu-tarono a rivivere il periodo in cui erano pi giovani. Sfogliarono vecchi numeri di Life e del Saturday Evening Post, guardarono film e programmi televisivi che andavano per la maggiore nel 1959, ascol-tarono perry como e Nat King cole alla radio. parlarono anche di eventi attuali, come fidel castro che prende il potere a cuba, la visita negli Stati Uniti del premier russo Nikita Krusciov e persino le prodezze della star del baseball Mickey Mantle e del grande pu-gile floyd patterson. tutti questi elementi erano stati astutamente pianificati per aiutare i soggetti a immaginare di essere davvero di ventidue anni pi giovani.

    Dopo i cinque giorni di ritiro, i ricercatori effettuarono parecchi rilevamenti e confrontarono i dati con quelli emersi dalle analisi effettuate prima della sperimentazione. I corpi degli uomini di en-trambi i gruppi erano fisiologicamente pi giovani, sia sul piano strutturale, sia su quello funzionale, ma i soggetti del primo gruppo (che avevano finto di essere pi giovani) presentavano migliora-

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    menti pi significativi di quelli del gruppo di controllo, che aveva solo rievocato i ricordi.59

    I ricercatori riscontrarono cambiamenti nellaltezza, nel peso e nellandatura. Gli uomini erano pi alti grazie alla postura pi eretta, le articolazioni erano pi flessibili e le dita si erano allungate perch lartrite era diminuita. La vista e ludito erano migliorati. La presa era pi salda. La memoria si era affinata e avevano otte-nuto punteggi pi alti nei test cognitivi (il primo gruppo aveva migliorato i punteggi del 63 per cento, rispetto al 44 per cento del secondo). In cinque giorni, quegli uomini erano letteralmente rin-giovaniti, proprio davanti agli occhi dei ricercatori.

    Langer rifer: Alla fine dello studio, giocavo a calcio con un toc-co leggero, ma comunque a calcio con quegli uomini, alcuni dei quali avevano smesso di usare il bastone.60

    Com accaduto? evidente che quegli uomini sono riusciti ad accendere i circuiti cerebrali in grado di riportare alla mente la loro identit di ventidue anni prima, e la chimica del corpo magica-mente ha risposto. Non si sono limitati a sentirsi pi giovani, ma lo sono diventati, come dimostrano le scrupolose misurazioni ef-fettuate. Il cambiamento non si verificato solo nella mente, bens nel corpo. Ma che cosa accaduto a livello fisico per produrre una trasformazione cos stupefacente? A quale fattore possiamo attribu-ire tutti quei cambiamenti misurabili nella struttura fisica e nella funzionalit? La responsabilit da attribuire ai geni, che non sono cos immutabili come si pensa. Quindi soffermiamoci ad analizzare cosa sono i geni e come agiscono.

    Demistificare il DNaImmagina una scala o una cerniera che si avvolge a spirale e avrai unidea abbastanza verosimile dellacido desossiribonucleico (me-

    59. E. J. Langer, La mente consapevole. Corbaccio editore., Milano, 2008; E. J. Langer, In senso antiorario. Corbaccio editore, 2010.60. C. Feinberg, The Mindfulness Chronicles: On the Psychology of Possi-bility, Harvard Magazine (settembre-ottobre 2010), http://harvardmagazine.com/2010/09/the-mindfulness-chronicles.

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    glio noto come DNa). Il DNa, che immagazzinato nel nucleo di ogni cellula vivente del nostro corpo, contiene le informazioni grezze, o le istruzioni, che ci rendono quelli che siamo (anche se, come scopriremo presto, queste istruzioni non costituiscono un rigido modello che le nostre cellule dovranno seguire per tutta la vita). ogni met della cerniera del DNa contiene acidi nucleici corrispondenti che, insieme, vengono chiamati coppie di base e sono circa tre miliardi per cellula. I gruppi di lunghe sequenze di questi acidi nucleici vengono chiamati geni.

    I geni sono piccole strutture peculiari. Se dovessi estrarre il DNa dal nucleo di una cellula del tuo corpo ed estenderlo da un capo allaltro, sarebbe lungo circa un metro e ottanta. Se prendessi tutto il DNa contenuto nel tuo corpo e lo estendessi da un capo allal-tro, arriverebbe fino al Sole e tornerebbe indietro centocinquanta volte.61 Ma se prendessi tutto il DNa dei quasi sette miliardi di individui che vivono sul pianeta e lo accartocciassi, occuperebbe uno spazio piccolo quanto un granello di riso.

    Il nostro DNa usa le istruzioni impresse allinterno delle sue singole sequenze per produrre proteine. Proteina deriva dal greco proteion, che significa di primaria importanza. le proteine sono le materie prime che il corpo utilizza per costruire non solo strutture tridi-mensionali coerenti (la nostra anatomia), ma anche per svolgere le complesse funzioni e interazioni che formano la nostra fisiologia. Il corpo, di fatto, una macchina che produce proteine. le cellule dei muscoli producono actina e miosina, quelle della pelle producono collagene ed elastina, le cellule immunitarie producono anticorpi, quelle della tiroide producono tirosina, alcune cellule dellocchio producono cheratina, le cellule del midollo osseo producono emo-globina e quelle pancreatiche producono enzimi come la proteasi, la lipasi e lamilasi.

    tutti gli elementi prodotti da queste cellule sono proteine. esse hanno la funzione di controllare il nostro sistema immunitario, di-gerire il cibo, guarire le ferite, catalizzare le reazioni chimiche, sup-

    61. J. Medina, The Genetic Inferno: Inside the Seven Deadly Sins. cambridge University press, 2000, p.4.

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    portare lintegrit strutturale del nostro corpo, fornire molecole so-fisticate per la comunicazione tra cellule e fare molto altro ancora. In sintesi, le proteine sono lespressione della vita (e della salute del nostro corpo). osserva la figura 4.1 e vedrai una rappresentazione molto semplificata dei geni.

    La CeLLuLa

    Figura 4.1. questa una rappresentazione molto semplificata di una cellula e del dna contenuto allinterno del suo nucleo. Il materiale genetico, quando si estende in singoli filamenti, somiglia a una cerniera o a una scala attorcigliata chiamata elica del dna. I pioli della scala sono gli acidi nucleici accoppiati, che fungono da codici per la produzione di proteine. Una particolare estensione e

    sequenza del filamento di dna si chiama gene e si esprime quando produce una proteina. le cellule del corpo producono diverse proteine che servono sia per la

    struttura, sia per la funzionalit dellorganismo.

    Nei sessantanni trascorsi da quando i ricercatori James Watson e francis crick scoprirono la doppia elica del DNa, ha continuato

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    a prevalere quello che Watson, in un numero di Nature62 uscito nel 1970, defin il dogma centrale, ovvero che i geni di un individuo determinano tutto. Quando spuntavano delle prove contradditto-rie, i ricercatori tendevano a liquidarle come mere anomalie allin-terno di un sistema complesso.63

    oggi, a distanza di quarantanni, la teoria del determinismo gene-tico ancora dominante nella mentalit della gente comune. Molte persone condividono lidea errata che il nostro destino genetico sia predeterminato e che, se abbiamo ereditato i geni di certe forme tumorali, di malattie cardiache, del diabete o di altre patologie, non possiamo farci nulla, cos come non possiamo cambiare il colore dei nostri occhi o la forma del naso (se non ricorrendo alle lenti a contatto colorate e alla chirurgia plastica).

    le notizie riportate dai media rafforzano questa convinzione sugge-rendo di continuo che certi geni causano una determinata patolo-gia o malattia. ci hanno programmato a credere che siamo vittime della nostra biologia; pensiamo che i geni esercitino un potere asso-luto sulla salute, sul benessere e sulla personalit e che siano addi-rittura loro a governare le vicende umane, determinando le nostre relazioni interpersonali e plasmando il futuro. Ma davvero siamo quel che siamo e facciamo quel che facciamo perch siamo nati cos? Questa concezione il segnale di come il determinismo ge-netico sia profondamente radicato nella nostra cultura; inoltre essa prevede che esistano geni per la schizofrenia, per lomosessualit, per la leadership e cos via.

    Sono tutte convinzioni datate, che si fondano su vecchie teorie. In-nanzitutto, non esiste un gene per la dislessia n uno per i disturbi dellattenzione o per lalcolismo: non tutte le condizioni di salute o le variazioni fisiche sono associate a un gene. e in tutto il pianeta, le persone affette da una malattia genetica come il diabete di tipo 1, la sindrome di Down o lanemia falciforme sono meno del 5

    62. f. crick, central Dogma of Molecular biology, Nature, vol. 227, n. 5258: pp. 561563 (1970).63. M. Ho, Death of the central Dogma, comunicato stampa dellInstitute of Science in Society (9 marzo 2004), http://www.i-sis.org.uk/DcD.php.

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    per cento. Il restante 95 per cento, se sviluppa delle malattie, si am-mala a causa del proprio stile di vita e dei propri comportamenti.64 Viceversa, non tutti coloro che nascono con i geni associati a una patologia (per esempio il morbo di alzheimer o il cancro al seno) finiscono per svilupparla. I nostri geni non sono come delle uova che prima o poi si schiuderanno. Non funzionano cos. bisogna chiedersi, invece, se un gene che portiamo gi stato espresso e cosa stiamo facendo per segnalargli di accendersi o spegnersi.

    Una svolta fondamentale si verificata quando gli scienziati sono riusciti a mappare il genoma. Nel 1990, allinizio del progetto, i ri-cercatori si aspettavano di scoprire che abbiamo centoquarantamila geni diversi. avevano pensato a quel numero perch i geni pro-ducono proteine e sovrintendono alla loro produzione, e il corpo umano produce centomila proteine diverse, oltre a quarantamila proteine regolatrici che servono a produrne altre. Gli scienziati che hanno mappato il genoma umano si aspettavano di trovare un gene per ogni proteina, ma alla fine del progetto, nel 2003, sono rimasti sbalorditi poich hanno scoperto che in realt il corpo umano ha solo 23.688 geni.

    Nella prospettiva del dogma centrale di Watson, quel numero non sufficiente a creare i nostri corpi complessi e a farli funzionare, n tantomeno a mantenere lefficienza del cervello. e allora, se non sono contenute nei geni, da dove arrivano tutte le informazioni richieste per creare cos tante proteine e perpetuare la vita?

    64. S. c. Segerstrom, G. e. Miller, psychological Stress and the Human Im-mune System: a Meta-analytic Study of 30 Years of Inquiry, Psychological Bulletin, vol. 130, n. 4: pp. 601630 (2004); M. S. Kopp, J. Rthelyi, Where psychology Meets physiology: chronic Stress and premature MortalityThe central-eastern european Health paradox, Brain Research Bulletin, vol. 62, n. 5: pp. 351367 (2004); b. S. Mcewen, t. Seeman, protective and Damaging effects of Mediators of Stress. elaborating and testing the concepts of allosta-sis and allostatic load, Annals of the New York Academy of Sciences, vol. 896: pp. 3047 (1999).

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    Il genIo deI tUoI genIla risposta a questa domanda ha fatto nascere una nuova teoria: i geni devono lavorare insieme in una cooperazione sistemica in modo tale che, allinterno della cellula, molti vengano espressi (ac-cesi) o soppressi (spenti) allo stesso tempo; la combinazione dei geni che vengono accesi in un dato momento a produrre tutte le diverse proteine da cui dipende la vita. Immagina una fila di luci intermittenti sullalbero di Natale: alcune si accendono e altre si spengono. o pensa al panorama di una citt di sera, con le luci delle case accese o spente con il passare delle ore.

    tutto questo non accade in modo casuale, ovviamente. lintero ge-noma o filamento del DNa sa bene quello che sta facendo ogni parte e opera in una modalit interconnessa che segue una sua pre-cisa coreografia. ogni atomo, molecola, cellula, tessuto e apparato del corpo funziona a un livello di coerenza energetica che equivale al modo dessere intenzionale o non intenzionale (conscio o incon-scio) della personalit individuale.65 perci chiaro come i geni possano essere attivati (accesi) o disattivati (spenti) dallambiente esterno alla cellula, che in alcuni casi lambiente interno al corpo (il modo dessere emotivo, biologico, neurologico, mentale, ener-getico e persino spirituale), mentre in altri lambiente esterno al corpo (traumi, temperatura, altitudine, tossine, batteri, virus, cibo, alcol e cos via).

    I geni, infatti, sono classificati in base al tipo di stimolo che li ac-cende e li spegne. per esempio, i geni che dipendono dallesperien-za o dallattivit si accendono quando viviamo esperienze insolite, apprendiamo nuove informazioni e guariamo. Questi geni produ-cono sintesi proteiche e messaggeri chimici che istruiscono le cellu-le staminali a trasformarsi nel tipo di cellula che in quel momento serve a guarire. tra poco parleremo meglio delle cellule staminali e del loro ruolo nei processi di guarigione.

    I geni che dipendono dal comportamento si accendono in periodi di agitazione emotiva, in presenza di stress o anche quando suben-

    65. J. l. oschman, trauma energetics, Journal of Bodywork and Movement Therapies, vol. 10, n. 1: pp. 2134 (2006).

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    trano diversi livelli di consapevolezza (per esempio sognando). for-niscono un collegamento tra i pensieri e il corpo, ovvero formano la connessione tra corpo e mente. Questi geni ci permettono di comprendere come possiamo influenzare la nostra salute adottando stati mentali e corporei che promuovano il benessere, la resilienza fisica e la guarigione.

    Gli scienziati ora ritengono possibile che la nostra espressione ge-nica fluttui addirittura di secondo in secondo. le ricerche rivelano che i pensieri, le emozioni e le attivit cio le scelte, i comporta-menti e le esperienze hanno profondi effetti curativi e rigeneranti sul corpo, come dimostra lo studio condotto sugli uomini in ritiro nel monastero. perci i tuoi geni subiscono linfluenza delle tue interazioni con la famiglia, gli amici e i colleghi, delle tue pratiche spirituali, delle tue abitudini sessuali, dellattivit fisica che svolgi e del tipo di detergenti che utilizzi. le ricerche pi recenti mostrano che il 90 per cento dei nostri geni si attiva cooperando con i segnali provenienti dallambiente.66 e se lesperienza ad attivare un buon numero di geni, ci significa che la nostra natura influenzata dalla nostra educazione. allora perch non imbrigliare il potere di queste idee e fare tutto il possibile per migliorare la nostra salute e limitare al minimo la dipendenza dalle prescrizioni mediche?

    come scrive il dottor ernest Rossi in The Psychobiology of Gene Expression [la psicobiologia dellespressione genica], i nostri stati mentali soggettivi, i nostri comportamenti motivati dalla coscienza e la nostra percezione del libero arbitrio possono modulare lespres-sione genica per ottimizzare la salute67 Secondo le teorie scientifi-che pi recenti, gli individui possono alterare i loro geni nellarco di una singola generazione. Se il processo di evoluzione genetica pu durare migliaia di anni, un singolo gene pu modificare con successo la sua espressione in pochi minuti, grazie allacquisizione

    66. K. Richardson, Che cos lintelligenza. einaudi, 1999, cit. in. e. l. Rossi, The Psychobiology of Gene Expression: Neuroscience and Neurogenesis in Hypnosis and the Healing Arts . W. W. Norton and company, 2002, p. 50.67. e. l. Rossi, The Psychobiology of Gene Expression: Neuroscience and Neuroge-nesis in Hypnosis and the Healing Arts. W. W. Norton and company, 2002, p. 9.

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    di un nuovo comportamento o di una nuova esperienza, per poi essere trasmesso alla generazione successiva.

    utile immaginare i nostri geni non come tavolette di pietra sulle quali stato inciso solennemente il nostro destino, ma come magaz-zini che contengono enormi quantit di informazioni codificate, o come immense biblioteche piene di possibilit per lespressione delle proteine. Ma quando vogliamo utilizzare quelle informazioni, non possiamo ordinarle con la stessa semplicit con cui unazienda ordina una merce dal magazzino. come se non sapessimo cosa contiene il nostro deposito n come accedervi, perci finiamo per utilizzare solo una piccola percentuale di ci che veramente di-sponibile. Infatti esprimiamo solo l1,5 per cento del nostro DNa, mentre il restante 98,5 per cento giace dormiente nel corpo. Gli scienziati lo chiamano DNa di scarto, ma non materiale inuti-le: gli studiosi non sanno ancora come viene utilizzato, ma hanno appurato che almeno in parte esso sia responsabile della produzio-ne di proteine regolatrici.

    In realt, i geni contribuiscono alle nostre caratteristiche, ma non le determinano scrive il dottor Dawson church in Medicina epi-genetica. Gli strumenti della mente conscia comprese le convin-zioni, le preghiere, i pensieri, le intenzioni e la fede hanno una correlazione molto pi forte con la salute, la longevit e la felicit di quanta ne abbiano i geni.68 Il fatto che, cos come il nostro corpo molto pi di un sacco di carne e ossa, i nostri geni sono molto pi che semplici informazioni depositate.

    la bIologIa dellesPressIone genIca ora esaminiamo il modo in cui vengono attivati i geni. (I fattori responsabili dellattivazione sono molteplici, ma ai fini della nostra discussione sul rapporto corpo e mente, ci limiteremo a delineare i tratti essenziali.)

    68. D. church, Medicina epigenetica. Felicit e salute attraverso la trasformazione consapevole del DNA. edizioni mediterranee, 2008.

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    Quando un messaggero chimico (per esempio un neuropeptide) che proviene dallesterno della cellula arriva nel punto dattracco e attraversa la membrana cellulare, si fa strada verso il nucleo, dove incontra il DNa. Il messaggero chimico modifica o crea una nuova proteina; poi il segnale che ha trasportato si traduce in uninfor-mazione allinterno della cellula. Dopodich, linformazione entra nel nucleo della cellula attraverso una piccola finestra e, a seconda del contenuto del messaggio relativo alla proteina, cerca un cromo-soma specifico (un frammento delle spire del DNa che contiene molti geni), proprio come si cerca un certo libro tra gli scaffali di una biblioteca. ogni filamento rivestito di un involucro proteico che agisce da filtro tra linformazione contenuta nel filamento e il resto dellambiente intracellulare. affinch il codice del DNa venga selezionato, linvolucro deve essere rimosso o disfatto, pro-prio come il libro scelto tra gli scaffali della biblioteca deve essere aperto per poterlo leggere. Il codice genetico del DNa contiene informazioni che attendono di essere lette e attivate per creare una particolare proteina. un deposito potenziale di informazioni co-dificate che necessitano solo di essere aperte. puoi immaginare il DNa come un serbatoio di ingredienti potenziali che attendono istruzioni per costruire le proteine, che regolano e sostentano ogni aspetto della vita.

    Quando la proteina seleziona il cromosoma, lo schiude rimuo-vendo linvolucro esterno che ricopre il DNa. a quel punto, unaltra proteina regola e predispone unintera sequenza di geni allinterno del cromosoma (immaginala come un capitolo di un libro) affinch sia letta per intero, dallinizio alla fine. Quando il gene esposto e linvolucro proteico rimosso e letto, la proteina regolatrice produce un altro acido nucleico, chiamato acido ribo-nucleico (RNa).

    ora il gene espresso o attivato. lRNa esce dal nucleo della cellula per assemblarsi in una nuova proteina in base al codice che traspor-ta. la proteina creata dal gene ora pu costruire, assemblare, intera-gire, ripristinare, mantenere e influenzare molti aspetti diversi della vita, sia allinterno che allesterno della cellula. la figura 4.2 ti offre una visione generale del processo.

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    segnaLe epigenetiCo

    Figura 4.2a. la figura 4.2a mostra il segnale epigenetico mentre entra nel sito recettoriale della cellula. quando il messaggero chimico interagisce con la membrana cellulare, viene inviato un altro segnale, sotto forma di una nuova

    proteina, al nucleo della cellula affinch selezioni una sequenza di geni. Il gene ha gi un rivestimento proteico che lo protegge dallambiente esterno e che va

    rimosso per essere letto.

    seLezione geniCa

    Figura 4.2b. la figura 4.2b mostra come viene aperto linvolucro proteico che avvolge la sequenza genica del dna, in modo che unaltra proteina, chiamata proteina regolatrice, possa schiudere e leggere il gene in un punto specifico.

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    Lettura deL gene

    Figura 4.2C. la figura 4.2c mostra come la proteina regolatrice crea unaltra molecola, chiamata rna, che organizza la traduzione e la trascrizione del

    materiale geneticamente codificato in una proteina.

    produzione deLLa proteina

    Figura 4.2d. la figura 4.2d mostra come avviene la produzione della proteina. lrna assembla una nuova proteina a partire da singoli ammassi proteici chiamati

    aminoacidi.

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    come un architetto trae da un progetto tutte le informazioni ne-cessarie per costruire una struttura, cos il corpo ricava dai cromo-somi del DNa tutte le informazioni necessarie per creare molecole complesse che ci mantengono in vita e garantiscono la nostra fun-zionalit. Ma prima di leggere il progetto, larchitetto deve estrarlo dal tubo e srotolarlo. fino a quel momento, solo uninformazione latente che attende di essere letta. lo stesso vale per la cellula: il gene inerte fino a quando non viene rimosso linvolucro proteico e la cellula decide di leggere la sequenza genica.

    fino a qualche tempo fa gli scienziati credevano che al corpo ser-vissero solo le informazioni (il progetto) per cominciare a costruire, perci molti di loro si concentravano su quelle. prestavano scarsa attenzione al fatto che tutta la catena di eventi comincia con un segnale proveniente dallesterno della cellula che, di fatto, respon-sabile della scelta dei geni selezionati dalla cellula allinterno della sua biblioteca. Quel segnale, come sappiamo, include i pensieri, le scelte, i comportamenti, le esperienze e le emozioni. perci chiaro che se puoi cambiare questi elementi, puoi anche determinare la tua espressione genica.

    lePIgenetIca: In che modo noI comUnI mortalI PossIamo agIre come deISe i geni non predeterminano il nostro destino, e se davvero con-tengono unenorme biblioteca di possibilit che aspettano soltanto di essere prelevate dagli scaffali e lette, cosa ci permette di accedere a quelle potenzialit, che potrebbero esercitare un grande effetto sulla nostra salute e sul nostro benessere? Di sicuro sono riusciti ad accedervi gli anziani sottoposti alla sperimentazione nel monastero, ma come hanno fatto? la risposta data da un nuovo campo di studi chiamato epigenetica.

    Epigenetica significa letteralmente sopra il gene. Il termine si ri-ferisce al controllo esercitato sui geni non da ci che accade allin-terno del DNa, bens dai messaggi provenienti dallesterno della cellula; in altre parole, dallambiente. Questi segnali inducono un metile (o gruppo metilico, composto da un atomo di carbonio le-gato a tre atomi di idrogeno) ad attaccarsi a un gene in un punto

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    specifico, e questo processo (chiamato metilazione del DNA) uno dei processi principali che accendono o spengono un gene. (anche altri due processi, la modificazione covalente degli istoni e lRNA non codificante producono lo stesso effetto, ma ai fini della nostra di-scussione non necessario analizzarli nel dettaglio.)

    lepigenetica ci insegna che in realt non siamo condannati dai nostri geni e che un cambiamento nella coscienza pu produrre alterazioni fisiche nel corpo, sia a livello strutturale, sia funzionale. possiamo modificare il nostro destino genetico, accendere i geni che vogliamo e spegnere quelli che non vogliamo, intervenendo sui vari fattori ambientali che li programmano. alcuni di quei se-gnali arrivano dallinterno del corpo, come le emozioni e i pensieri, mentre altri derivano dalla risposta del corpo allambiente esterno, come il tasso di inquinamento o la luce del sole.

    lepigenetica studia tutti i segnali esterni che dicono alla cellula cosa fare e quando, osservando sia le fonti che attivano, o accen-dono, lespressione genica (regolazione verso lalto), sia quelle che la sopprimono, o spengono (regolazione verso il basso), oltre alle dinamiche energetiche che regolano il processo della funzionalit cellulare istante per istante. lepigenetica suggerisce che, anche se il nostro codice genetico resta immutato, in un unico gene sono pos-sibili migliaia di combinazioni, sequenze e variazioni sistematiche (proprio come sono possibili migliaia di combinazioni, sequenze e schemi di reti neurali nel cervello).

    considerando lintero genoma umano, le possibili variazioni epige-netiche sono talmente numerose milioni e milioni da far girare la testa solo a pensarci. lo Human epigenome project [progetto per lepigenoma umano] avviato nel 2003 quando volgeva al termi-ne lo Human Genome project [progetto per il genoma umano], attualmente in corso in europa69 e alcuni ricercatori hanno dichia-rato che, quando sar ultimato, far sembrare lo Human Genome project un gioco da ragazzi70 tornando allesempio della progetta-

    69. Si veda http://www.epigenome.org.70. J. cloud, Why Your DNa Isnt Your Destiny, Time Magazine (6 gennaio 2010), http://content.time.com/time/magazine/article/0,9171,1952313,00.

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    zione di un edificio, noi possiamo cambiare il colore della facciata, il tipo di materiali usati, le dimensioni della costruzione e persino il posizionamento della struttura creando un numero quasi infinito di variazioni senza mai modificare il progetto iniziale.

    Un ottimo esempio di epigenetica allopera riguarda due gemelli identici che hanno esattamente lo stesso DNa. Se accogliamo li-dea del determinismo genetico, secondo la quale tutte le malattie sono genetiche, allora i gemelli identici dovrebbero avere la stessa espressione genica. Ma i gemelli non sempre manifestano la stes-sa malattia nello stesso modo, e a volte uno dei due presenta una malattia genetica che laltro non svilupper mai. I gemelli possono avere geni identici ma esiti diversi.

    Uno studio condotto in Spagna lo illustra perfettamente. I ricer-catori del laboratorio di epigenetica del cancro al cNIo (centro nazionale per gli studi oncologici) di Madrid hanno analizzato qua-ranta coppie di gemelli identici di et compresa tra i tre e i settanta-quattro anni. Hanno scoperto che i gemelli pi giovani che avevano stili di vita simili e avevano passato pi anni insieme mostravano anche modelli epigenetici simili, mentre i gemelli pi anziani, in particolare quelli che avevano stili di vita diversi e avevano passato meno anni insieme, avevano anche modelli epigenetici diversi.71 I ricercatori hanno scoperto che i geni espressi diversamente in una coppia di gemelli cinquantenni erano il quadruplo dei geni espressi diversamente in una coppia di gemelli di tre anni.

    I gemelli erano nati con un DNa identico, ma quelli che condu-cevano stili di vita differenti (e vite diverse) con landare del tempo erano arrivati a esprimere i loro geni in modo molto diverso. per ricorrere a una similitudine, i gemelli pi anziani erano come copie esatte dello stesso modello di computer. Sui computer erano stati installati gli stessi programmi di partenza ma, con landare del tem-po, ciascuno dei due aveva scaricato programmi aggiuntivi molto

    html#ixzz2eN2Vcb1W.71. M. f. fraga, e. ballestar, M. f. paz, et al., epigenetic Differences arise During the lifetime of Monozygotic twins, Proceedings of the National Aca-demy of Sciences USA, vol. 102, n. 30: pp. 1060410609 (2005).

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    diversi. Il computer (il DNa) rimane lo stesso, ma le sue funzioni e il modo in cui viene usato possono variare in misura sostanziale a seconda dei programmi che una persona ha scaricato (le variazioni epigenetiche). cos, quando formuliamo pensieri e proviamo emo-zioni, il nostro corpo risponde con una formula complessa di varia-zioni e alterazioni biologiche, e ogni esperienza preme i pulsanti di vere e proprie modificazioni geniche allinterno delle nostre cellule.

    Questi cambiamenti possono verificarsi a una velocit notevole. In soli tre mesi, trentuno uomini con un basso rischio di cancro alla prostata sono riusciti a regolare verso lalto quarantotto geni (per lo pi legati alla soppressione del tumore) e a regolare verso il basso 4.532 geni (per lo pi legati alla progressione del tumore) seguen-do un regime intensivo basato su una particolare alimentazione e stile di vita.72 Nel corso della sperimentazione, condotta dal dot-tor Dean ornish alla University of california di San francisco, gli uomini hanno ridotto il peso, lobesit addominale, la pressione sanguigna e il profilo lipidico. ornish ha notato: Non si tratta solo di riduzione dei fattori di rischio o di prevenzione di eventi spiace-voli. Questi cambiamenti possono verificarsi cos in fretta che non bisogna aspettare anni per vederne i benefici.73

    ancora pi impressionante la quantit di cambiamenti epigene-tici riscontrati nellarco di sei mesi in uno studio condotto in Sve-zia su ventitr persone in leggero sovrappeso, uomini sani che, da una vita relativamente sedentaria, sono passati a svolgere esercizi di spinning e aerobica non pi di due volte alla settimana. I ricercatori dellUniversit di lund scoprirono che i soggetti avevano operato alterazioni epigenetiche su settemila geni: quasi il 30 per cento di tutti i geni del genoma umano!74

    72. D. ornish, M. J. Magbanua, G. Weidner, et al., changes in prostate Gene expression in Men Undergoing an Intensive Nutrition and lifestyle Inter-vention, Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 105, n. 24: pp. 83698374 (2008).73. l. Stein, can lifestyle changes bring out the best in Genes, Scienti-fic American (17 giugno 2008), http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=can-lifestyle-changes-bring-out-the-best-in-genes.74. t. Rnn, p. Volkov, c. Davegrdh, et al., a Six Months exercise Interven-

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    Queste variazioni genetiche possono addirittura essere trasmesse a figli e nipoti.75 Il primo ricercatore che riuscito a dimostrarlo stato il dottor Michael Skinner, allora direttore del center for Reproductive biology [centro di biologia riproduttiva] della Wa-shington State University. Nel 2005, Skinner condusse una ricerca esponendo ai pesticidi un gruppo di tope gravide.76 I figli maschi delle madri esposte riportarono tassi di infertilit molto pi alti e una produzione di sperma inferiore, con alterazioni epigenetiche in due geni. Queste stesse alterazioni erano presenti anche nel 90 per cento circa dei maschi di ognuna delle quattro generazioni suc-cessive, anche se nessun topo di queste generazioni era mai stato esposto ai pesticidi.

    le esperienze vissute nel nostro ambiente esterno, per, sono solo uno dei fattori in gioco. come abbiamo visto, anche il significato che assegniamo a quelle esperienze implica una serie di reazioni fisi-che, mentali, emotive e chimiche che attivano i geni. Il modo in cui percepiamo e interpretiamo i dati recepiti dai nostri sensi, che siano reali o meno, e il significato che attribuiamo a quelle informazioni producono rilevanti cambiamenti biologici a livello genetico. cos, i nostri geni interagiscono e intrattengono rapporti complessi con la nostra coscienza consapevole. potremmo dire che il significato influisce continuamente sulle strutture neurali che influenzano la nostra essenza a livello microscopico, la quale a sua volta influenza la nostra identit a livello macroscopico.

    lo studio dellepigenetica ci porta anche a chiederci: che cosa accade se nellambiente esterno non cambia nulla? che cosa accade se facciamo sempre le stesse cose con le stesse persone esattamente alla stessa ora tutti i giorni, vivendo cos le medesime esperienze,

    tion Influences the Genome-Wide DNa Methylation pattern in Human adi-pose tissue, PLOS Genetics, vol. 9, n. 6: p. e1003572 (2013).75. D. chow, Why Your DNa May Not be Your Destiny, LiveScience (4 giugno 2013), http://www.livescience.com/37135-dna-epigenetics-disease-research.html; si veda anche la nota 12.76. M. D. anway, a. S. cupp, M. Uzumcu, et al., epigenetic transgeneratio-nal actions of endocrine Disruptors and Male fertility, Science, vol. 308, n. 5727: pp. 14661469 (2005).

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    che generano le solite emozioni, che istruiscono gli stessi geni in modo identico?.

    potremmo dire che, finch guardi la vita attraverso le lenti del pas-sato e reagisci alle circostanze con la stessa architettura neurale e con il medesimo modo di pensare, ti proietti verso un destino ge-netico molto specifico e predeterminato. Inoltre, le tue convinzioni su te stesso e sulla tua vita, e le scelte che compi di conseguenza, continuano a inviare messaggi sempre identici agli stessi geni.

    Solo quando la cellula si accende in un modo nuovo, con unin-formazione diversa, pu creare migliaia di variazioni nello stesso gene per riscrivere una nuova espressione di proteine, attivando il processo in grado di cambiare il corpo. forse non sei in grado di controllare tutti gli elementi del mondo esterno, ma puoi gestire molti aspetti di quello interno. le convinzioni, le percezioni e il modo in cui interagisci con lambiente esterno influiscono su quel-lo interno, che pur sempre lambiente esterno della cellula. ci significa che tu non la biologia preprogrammata hai in mano le chiavi del tuo destino genetico. Si tratta solo di trovare quella che entra nella serratura giusta per sprigionare il tuo potenziale. e allora perch non considerare i geni per quello che realmente sono? fornitori di possibilit, risorse di potenzialit illimitate, un sistema codificato di comandi personali; in verit, non sono altro che strumenti di trasformazione, che letteralmente significa cam-biamento di forma.

    lo stress cI costrInge a vIvere In modalIt dI soPravvIvenzalo stress una delle maggiori cause di cambiamento epigenetico, perch allontana il tuo corpo dal suo equilibrio. Ne esistono tre forme: lo stress fisico (trauma), lo stress chimico (tossine) e lo stress emotivo (paura, preoccupazione, senso di sopraffazione e cos via). ogni tipo di stress pu innescare pi di millequattrocento reazio-ni chimiche e produrre pi di trenta ormoni e neurotrasmettitori. Quando si scatena la valanga di ormoni dello stress, la mente in-fluenza il corpo attraverso il sistema nervoso autonomo e tu speri-menti la pi intensa connessione tra corpo e mente.

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    Ironia della sorte, allorigine la condizione serviva per favorire la-dattamento. tutti gli organismi in natura, inclusi gli esseri umani, sono programmati per gestire momenti di stress a breve termine in modo da avere le risorse per affrontare situazioni di emergenza. Quando avverti una minaccia nel tuo ambiente esterno, il sistema nervoso simpatico (un sottosistema del sistema nervoso autono-mo) innesca la reazione di lotta o fuga, cos il battito cardiaco accelera, la pressione sanguigna aumenta, i muscoli si contraggono e si sprigiona una raffica di adrenalina e cortisolo in tutto il corpo per prepararti a fuggire o ad affrontare il nemico in uno scontro diretto.

    Se vieni inseguito da un branco di lupi affamati o da una squadra di guerrieri violenti, e tu riesci a correre pi veloce di loro, il tuo cor-po torner allomeostasi (la sua normale condizione di equilibrio) dopo che ti sarai messo in salvo. questo il modo in cui il nostro organismo congegnato per operare quando viviamo in modalit di sopravvivenza. Il corpo si allontana dal suo equilibrio, ma solo per brevi periodi, finch il pericolo passato. almeno cos era nel progetto originario.

    la stessa cosa accade nel mondo moderno, anche se il contesto di solito leggermente diverso. Se qualcuno ti taglia la strada quando guidi in tangenziale, magari ti spaventi per un attimo ma, appena ti accorgi che sei incolume e la paura di fare un incidente passata, il tuo corpo torna alla normalit, a meno che quella non sia solo una delle innumerevoli situazioni stressanti che ti sono capitate in quella giornata.

    Se sei come la maggioranza delle persone, una sfilza di situazioni snervanti innesca continuamente dentro di te la reazione di lotta o fuga, tenendoti lontano dalla tua omeostasi per gran parte del tempo. forse nellarco della giornata lautomobile che ti taglia la strada lunica situazione che davvero mette in pericolo la tua vita, ma guidare nel traffico per andare al lavoro, limpellenza di una relazione importante da preparare, il litigio con tua moglie o con tuo marito, lestratto conto della carta di credito che hai trovato nella casella della posta, lhard disk del computer che si rotto e il nuovo capello bianco che hai notato guardandoti allo specchio

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    continuano a far circolare nel tuo corpo ormoni dello stress per la maggior parte del tempo.

    combinate al ricordo di esperienze stressanti che hai vissuto in passato e allaspettativa di quelle che vivrai in futuro, tutte queste fonti di nervosismo a breve termine si fondono in uno stress a lun-go termine. benvenuto nella versione contemporanea del vivere in modalit di sopravvivenza.

    Nella modalit di lotta o fuga, lenergia che sostiene la vita si mo-bilita affinch il corpo possa scappare o combattere. Ma quando non c un ritorno allomeostasi (perch continui a percepire una minaccia), lenergia vitale si perde nel sistema. Se lenergia viene incanalata altrove, il tuo ambiente interno ne ha a disposizione di meno per far crescere e riparare le cellule, per progetti di costruzio-ne cellulare a lungo termine e per i processi di guarigione. le cellule si chiudono, non comunicano pi tra loro e diventano egoiste. Non c tempo per occuparsi di manutenzione ordinaria (tanto meno per fare migliorie); il momento di difendersi. ogni cellu-la bada solo a se stessa, perci la comunit collettiva delle cellule che lavorano insieme si frantuma. Il sistema immunitario e quello endocrino (tra gli altri) si indeboliscono: i geni delle loro cellule, infatti, sono compromessi, quando i segnali contenenti le informa-zioni che provengono dallesterno si spengono.

    come vivere in un paese in cui il 98 per cento delle risorse desti-nato alla difesa e non resta nulla per le scuole, le biblioteche, la ma-nutenzione stradale, i sistemi di comunicazione, la produzione del cibo e cos via. le strade si riempiono di buche che nessuno ripara. le scuole soffrono per i tagli ai finanziamenti, perci gli studenti finiscono per imparare di meno. I programmi di assistenza sociale rivolti ai poveri e agli anziani vengono sospesi. e non c abbastanza cibo per nutrire la popolazione.

    allora non c da meravigliarsi se lo stress a lungo termine stato collegato allansia, alla depressione, ai problemi digestivi, alla per-dita di memoria, allinsonnia, allipertensione, alle malattie cardia-che, agli ictus, al cancro, allulcera, allartrite reumatoide, alle sin-dromi influenzali, allaccelerazione dei processi di invecchiamento,

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    alle allergie, al dolore fisico, alla stanchezza cronica, allinfertilit, allimpotenza, allasma, agli squilibri ormonali, alle eruzioni cuta-nee, alla caduta dei capelli, agli spasmi muscolari e al diabete, per nominare solo alcuni tra i disturbi pi diffusi (tutti, tra laltro, de-rivanti da cambiamenti epigenetici). Nessun organismo in natura progettato per sopportare gli effetti dello stress a lungo termine.

    Molti studi offrono prove lampanti di come le istruzioni epigene-tiche per la guarigione si chiudano nelle situazioni di emergenza. per esempio, i ricercatori dellohio State University Medical cen-ter hanno scoperto che pi di centosettanta geni (molti dei quali producono proteine per facilitare il giusto tipo di guarigione da una ferita) sono compromessi dallo stress, tanto che cento di essi si chiudono completamente. I ricercatori hanno riscontrato che le ferite dei pazienti stressati hanno impiegato il 40 per cento in pi del tempo per guarire e che lo stress ha deviato lequilibrio genomico in favore dei geni che codificavano proteine responsabi-li dellarresto del ciclo cellulare, della morte e dellinfiammazione delle cellule77 In un altro studio, condotto sui geni di cento citta-dini di Detroit, sono stati isolati ventitr individui che soffrivano di stress postraumatico78. Questi soggetti hanno manifestato varia-zioni epigenetiche sei/sette volte superiori a quelle degli altri, molte delle quali implicavano compromissioni del sistema immunitario.

    I ricercatori dellaIDS Institute dellUniversit della california, hanno scoperto non solo che lHIV si diffondeva pi facilmente nei pazienti pi stressati ma anche che, quanto pi alti erano i livelli di stress del paziente, tanto pi debole era la sua risposta ai farmaci antiretrovirali. I farmaci erano quattro volte pi efficaci nei pazien-ti relativamente calmi, rispetto a quelli che, in base alla pressione sanguigna, al tasso di sudorazione e al battito cardiaco a riposo,

    77. S. Roy, S. Khanna, p. e. Yeh, et al., Wound Site Neutrophil transcriptome in Response to psychological Stress in Young Men, Gene Expression, vol. 12, n. 46: pp. 273287 (2005).78. M. Uddin, a. e. aiello, D. e. Wildman, et al., epigenetic and Immune function profiles associated with posttraumatic Stress Disorder, Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 107, n. 20: pp. 94709475 (2010).

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    risultavano pi stressati.79 Sulla base di queste scoperte, i ricercatori hanno concluso che il sistema nervoso ha un effetto diretto sulla replicazione virale.

    anche se in origine la reazione di lotta o fuga era altamente adat-tiva (perch favoriva la sopravvivenza dei primi essere umani), ora chiaro che, quanto pi a lungo il sistema di sopravvivenza resta attivato, tanto pi a lungo il corpo sottrae le risorse che servono a creare condizioni di salute ottimali. alla fine, quindi, il sistema diventa disadattivo.

    leredIt delle emozIonI negatIveMentre continuiamo a produrre gli ormoni dello stress, generiamo una moltitudine di emozioni negative che creano dipendenza, tra cui rabbia, ostilit, aggressivit, competizione, odio, frustrazione, paura, ansia, gelosia, insicurezza, senso di colpa, vergogna, tristez-za, depressione, disperazione e senso di impotenza, per nominarne solo alcune. Quando ci focalizziamo su pensieri collegati a ricordi spiacevoli oppure a terribili scenari futuri, escludendo tutto il re-sto, impediamo al corpo di ripristinare la sua omeostasi. Siamo capaci di innescare la risposta dello stress solo con il pensiero. Se laccendiamo e non riusciamo pi a spegnerla, finiamo per svilup-pare qualche tipo di malattia che pu essere un raffreddore o un cancro perch i geni continuano a regolarsi verso il basso con un effetto domino, fino al compimento del nostro destino genetico.

    per esempio, se riusciamo a prefigurare uno scenario futuro, possi-bile e noto, e poi ci focalizziamo su quel pensiero escludendo tutto il resto anche solo per un istante, il corpo inizia a cambiare a livello fisiologico per prepararsi a quellevento. Nel presente, il corpo sta gi vivendo in quel futuro noto. come conseguenza di questo fe-nomeno, il processo di condizionamento comincia ad attivare il sistema nervoso autonomo, che crea in modo automatico le sostanze

    79. S. W. cole, b. D. Naliboff, M. e. Kemeny, et al., Impaired Response to HaaRt in HIV-Infected Individuals with High autonomic Nervous System activity, Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 98, n. 22: pp. 1269512700 (2001).

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    chimiche dello stress corrispondenti. cos che la connessione tra corpo e mente opera a nostro svantaggio.

    Quando questo accade, i tre elementi delleffetto placebo sono in perfetta simmetria. per prima cosa, iniziamo a condizionare il cor-po a scatenare una raffica di adrenalina per ricaricarci di energia. Se riusciamo ad associare una persona, una cosa o unesperienza vis-suta in un particolare momento e luogo della nostra realt esterna a quella raffica di sostanze chimiche dentro di noi, cominciamo a condizionare il corpo ad attivare quella risposta gi solo pensando allo stimolo ricevuto. con landar del tempo, riusciremo a condi-zionare il corpo a ricordarsi di quello stato emotivo al solo pensiero che si verifichi una situazione potenziale con una persona o cosa in qualche momento e luogo. Se ci aspettiamo un esito futuro in base allesperienza del passato, allora laspettativa dellevento, quando la accogliamo emotivamente, altera la fisiologia del corpo. e se asse-gniamo un significato ai comportamenti e alle esperienze, la nostra intenzione consapevole andr a sostegno del risultato, cos il corpo cambier o meno in base a ci che pensiamo di sapere su noi stessi e sulla nostra realt.

    a prescindere da quanto sei convinto che lo stress della tua vita sia giustificato o legittimo, gli effetti che esso produce sul corpo non sono mai vantaggiosi o benefici per la salute. Il tuo corpo crede di essere inseguito da un leone, di stare in bilico su un dirupo o di dover lottare contro un gruppo di cannibali inferociti. ecco alcuni esempi di studi scientifici che hanno dimostrato gli effetti dello stress sul corpo.

    I ricercatori dellohio State University college of Medicine hanno misurato quanto incide lo stress sulla velocit di guarigione delle ferite lievi, eloquente indicatore dellattivazione genica, e hanno confermato che le emozioni legate allo stress scatenano risposte or-monali e geniche.80 a un gruppo composto da quarantadue coppie sposate sono state praticate piccole bolle da suzione e poi, per tre

    80. J. Kiecolt-Glaser, t. J. loving, J. R. Stowell, et al., Hostile Marital Interac-tions, proinflammatory cytokine production, and Wound Healing, Archives of General Psychiatry, vol. 62, n. 12: pp. 13771384 (2005).

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    settimane, sono stati monitorati i livelli delle tre proteine comu-nemente espresse nella guarigione delle ferite. Gli studiosi hanno chiesto alle coppie di intrattenere una conversazione neutrale per avere una linea di riferimento e poi di parlare di un argomento che in precedenza aveva scatenato una lite coniugale.

    I ricercatori hanno scoperto che, dopo aver parlato del litigio, i li-velli di proteine legate alla guarigione risultavano leggermente sop-pressi (i geni quindi erano regolati verso il basso). la soppressione era pi sensibile intorno al 40 per cento nelle coppie in cui la discussione era sfociata in un conflitto significativo, inasprito da commenti sarcastici, critiche e schiaffi morali.

    le ricerche documentano anche leffetto inverso: ridurre lo stress con emozioni positive innesca cambiamenti epigenetici che mi-gliorano la salute. Due studi fondamentali, condotti dai ricercatori del benson-Henry Institute for Mind body Medicine, che fa capo al Massachusetts General Hospital di boston, hanno osservato gli effetti prodotti sullespressione genica dalla meditazione, che no-toriamente induce stati di calma o addirittura di beatitudine. Nel primo studio, condotto nel 2008, venti volontari hanno ricevuto una formazione su varie pratiche mente-corpo (tra cui diversi tipi di meditazione, yoga e preghiere ripetitive) che portano al rilassa-mento, ossia a uno stato fisiologico di profondo riposo (discusso nel capitolo 2).81 I ricercatori hanno anche seguito diciannove sog-getti che da tempo praticavano queste tecniche su base quotidiana.

    alla fine del periodo di studio, i novizi mostravano un cambiamen-to in 1.561 geni (874 regolati verso lalto per favorire la salute e 678 regolati verso il basso per ridurre lo stress); inoltre avevano ridotto la pressione sanguigna e la velocit del battito cardiaco e della respi-razione. I praticanti esperti, invece, avevano espresso 2.209 nuovi geni. Molti dei mutamenti genetici implicavano il miglioramento della risposta del corpo allo stress psicologico cronicizzato.

    81. J. a. Dusek, H. H. otu, a. l. Wohlhueter, et al., Genomic counter-Stress changes Induced by the Relaxation Response, PLOS ONE, vol. 3, n. 7: p. e2576 (2008).

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    Il secondo studio, condotto nel 2013, ha dimostrato che sollecitare la risposta di rilassamento aveva prodotto cambiamenti significativi nellespressione genica gi dopo una sessione di meditazione sia tra i principianti, sia tra i praticanti esperti (anche se questi ultimi ne avevano tratto benefici maggiori).82 I geni che si erano regolati verso lalto comprendevano quelli coinvolti nelle funzioni del siste-ma immunitario, nel metabolismo energetico e nella secrezione di insulina, mentre i geni che si erano regolati verso il basso compren-devano quelli legati alle infiammazioni e allo stress.

    Studi come questi sottolineano con quanta rapidit possiamo cam-biare i nostri geni. per questo che leffetto placebo pu produrre modificazioni fisiche nellarco di pochi istanti. Nei seminari che tengo in giro per il mondo, io e i miei colleghi abbiamo assistito a cambiamenti significativi e immediati nella salute dei partecipanti gi dopo una sola sessione di meditazione: hanno attivato nuovi geni in altri modi solo con il pensiero.

    Quando viviamo in modalit di sopravvivenza, con la reazione allo stress sempre attivata, possiamo focalizzarci solo su tre cose: il no-stro corpo fisico (Sto bene?), lambiente (Dove posso essere al sicuro?) e il tempo (Per quanto tempo ancora questa minaccia graver su di me?). concentrarci sempre su questi tre aspetti ci rende meno spi-rituali, meno consapevoli e meno attenti, perch ci induce a essere assorbiti dai noi stessi e focalizzati sul nostro corpo, sulle cose ma-teriali (cosa possediamo, come viviamo, quanto denaro abbiamo e cos via) e su tutti i problemi che sperimentiamo nellambiente esterno. Questa condizione ci porta a essere ossessionati dal tem-po a prepararci al peggior scenario possibile in base a esperienze traumatiche che abbiamo vissuto in passato perch il tempo non mai abbastanza e sembra che tutto ne richieda troppo.

    perci potremmo dire che gli ormoni dello stress, non solo indu-cono le cellule del corpo a diventare egoiste e ad assicurare la mera sopravvivenza, ma spingono anche noi a essere pi individualisti

    82. M. K. bhasin, J. a. Dusek, b. H. chang, et al., Relaxation Response In-duces temporal transcriptome changes in energy Metabolism, Insulin Secre-tion, and Inflammatory pathways, PLOS ONE, vol. 8, n. 5: p. e62817 (2013).

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    e materialisti, in quanto definiamo la realt solo con i nostri sen-si. finiamo per sentirci staccati da ogni nuova possibilit, perch quando non usciamo mai dallo stato di emergenza cronica, quella mentalit da prima io che pervade tutti i nostri pensieri si rafforza e si perpetua, portandoci a diventare pi egocentrici e centrati su noi stessi. In ultima analisi, il nostro io si definisce come un corpo che vive in un determinato ambiente e in un dato momento.

    come hai appena appreso e come comprenderai meglio tra poco, la verit che in una certa misura tu puoi controllare la tua ingegneria genetica attraverso i pensieri, le scelte, i comportamenti e le emo-zioni. come Dorothy nel Mago di Oz, che, senza saperlo, aveva gi dentro di s il potere di cui era in cerca, anche tu sei dotato di un potere che forse non sapevi di possedere: si tratta delle chiavi che possono liberarti dalle catene che ti tengono legato alle limitazioni della tua espressione genetica.