kyoss concept- vetreria romagna 2009

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#vetreriaromagna #kyossconcept #advertising

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“Fra i due limiti astratto e reale, è compreso il numero infinito delle forme”

- Wassilij Kandinskij -

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STORIA

Vetreria Romagna nasce nel 1971 dallo spirito imprenditoriale della famiglia Romagna. All’ini-zio degli anni Novanta Giovanna, Ugo e Silvia Romagna entrano in azienda e proseguono il cammino iniziato da Sergio Romagna e Elvi Broccardo Romagna, attuale amministratore unico.Nata come piccola realtá locale, coniugando tradizione e innovazione, l’azienda ha saputo interpretare l’evoluzione del vetro in tutte le sue molteplici forme di applicazione.Vetreria Romagna utilizza il vetro in tutti i suoi innumerevoli usi e campi d’impiego, trasfor-mandolo nelle infinite forme che questo ma-teriale può assumere. Grazie all’esperienza e creatività, Vetreria Romagna realizza piani di qualsiasi spessore e forma, destinati a cucine, rivestimenti, mobili, tavoli da pranzo, tavolini da salotto e complementi di arredo con le più svariate tecniche, anche su disegno del cliente. Vetreria Romagna effettua anche la fornitura di porte, pareti divisorie ed espositori.In attività da 40 anni, la ditta è conosciuta ed apprezzata sia per la serietà commerciale sia per l’alta professionalità raggiunta e le lavo-razioni effettuate con attrezzature ed impianti dotati delle più moderne tecnologie. L’azien-da è attrezzata per seguire i propri clienti dalla progettazione alla realizzazione del manufat-to, per finire con la posa che viene effettuata dal personale specializzato.Oggi Vetreria Romagna si sviluppa su una su-perficie di 6000 mq, ed è diventata una delle realtá piú aggiornate, sofisticate e avanzate nella panoramica delle aziende vetrarie.La produzione è eseguita seguendo le pre-scrizioni delle norme UNI e CE.

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VISION & MISSIONVISION

Tecnologia e innovazione unite ad un’abi-le creatività ed all’ampia personalizzazione delle lavorazioni sono caratteristiche che da sempre contraddistinguono i prodotti di Vetre-ria Romagna ed il valore aggiunto che guida lo sviluppo dell’azienda.

MISSION

Piccolo o grande lavoro, lo standard qualitati-vo di esecuzione deve essere uno solo: quali-tà e soddisfazione del Cliente sono gli obiettivi che Vetreria Romagna si impone nel proprio lavoro.Vetreria Romagna rivolge una particolare at-tenzione al design di internI ed offre soluzioni d’arredo seguendo quelle che sono le richie-ste del Cliente o dell’Architetto.

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G.I.A. Firenze (Gemmology Institute of America)Realizzazione e installazione pareti divisorie eporte interne degli uffici

INNOVAZIONE E SERVIZI

INNOVAZIONE

Vetreria Romagna è sempre all’avanguardia, sia nell’aspetto tecnologico con impianti sem-pre nuovi, ma anche nell’aspetto gestionale e produttivo, arrivando ad automatizzare molte lavorazioni per poter dare prodotti sempre di ottima qualitá ma con tempi di consegna minimi. La vetreria dispone delle più moderne tecnologie industriali e di personale tecnico qualificato ed è in grado di seguire il Clien-te dalla fase di progettazione allo sviluppo e implementazione del prodotto finale in ve-tro. La produzione si avvale dei più sofisticati macchinari industriali che permettono di ef-fettuare lavorazioni come molatura, foratura, sabbiatura, tempera ed incollaggio. L’ufficio tecnico della vetreria, sempre a disposizione dei propri Clienti, è in grado di rispondere e soddisfare qualsiasi esigenza di consulenza e realizzazione, dalle vetrate isolanti alle vetrate divisorie per uffici, comunità ed enti pubblici e privati, ai vetri per arredamento quali porte, parapetti, ante, piani, schienali e mensole.

SERVIZI

I servizi forniti vanno dal calcolo del tipo di ve-tro da utilizzare alla realizzazione del prodotto finito, rispettando le prestazioni e le normative previste in caso di antiferita, anticaduta, an-tieffrazione e antiproiettile.Nel 1997 sono state rilasciate a Vetreria Ro-magna le concessioni del diritto d’uso del marchio UNI sulle vetrate isolanti: V03 e V015, e nel 2000 le concessioni del diritto d’uso del marchio UNI sulle vetrate isolanti: V172 e V173.

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DIATEX Villaverla (VI)Realizzazione e installazione

dei parapetti delle scalecon struttura acciaio

Abitazione privataFornitura ed installazionevetrocamera e parapetti

Centro benesserePareti divisorie satinate

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Abitazione privataParapetti per scale

Centro benesserePareti divisorie

Locale pubblicoPareti divisorie e banco barin vetro arancio e vetrina

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Tradizione ed esperienza, apertura verso le novità e competenza, tecnologia e formazio-ne oltre alla disponibilità a operare in traspa-renza e a sperimentare non solo tecnologie, ma anche strategie innovative, sono caratte-ristiche imprescindibili del lavoro e dei prodotti di Vetreria Romagna.Tutto ciò che viene prodotto in vetro, questo materiale nobile e duttile, simbolo di traspa-renza e levigata plasticità, viene gestito dalla nostra azienda con professionalità e compe-tenza, con l’intento di trovare soluzioni perso-nalizzate per ogni esigenza. I vetri sono prodot-ti industrialmente con un processo controllato che garantisce un elevato standard qualita-tivo. Siamo soliti operare sempre con la massima serietà e trasparenza, nel rispetto delle esi-genze della clientela e per un risultato sod-disfacente e di qualità. La vasta gamma di prodotti che offriamo è sempre selezionata tra i migliori materiali e realizzata con le più raffinate procedure tecniche.

Elenco prodotti:• Vetrocamera per uso civile, industriale e commerciale.• Porte, pareti divisorie, parapetti interamente realizzati in vetro.• Rivestimenti per mobili, mensole, tavoli, piani per cucine e per bagni, specchi.• Rivestimenti per pareti.

Sappiamo coniugare la sapienza artigianale con l’utilizzo delle più aggiornate strumenta-zioni tecniche e tecnologiche, per una pro-duzione ottimale e rispondente ai bisogni del cliente.

Vetreria Romagna lavora rispettando le più severe e restrittive normative previste da AS-SOVETRO e FEDERLEGNO.Le vetrate eseguite in ogni unità produttiva sono marcate CE ed essendo perfettamente in linea con quanto previsto dalle recenti nor-me UNI EN 1279/1-2-3-4-5-6, sono certificate dall’UNI in conformità alle norme suddette.

Centro Estetico IL TUO STILE (VI)Realizzazione ed installazione pareti divisorie,parapetti e gradini

PRODOTTI

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Parapetto scala con borchie in acciaio

Vetreria Romagna ha messo a disposizione il proprio know-how per importanti aziende quali:

- Il “Lingotto” di Torino: fornitura delle vetrate isolanti per la copertura in occasione di inter-venti di ripristino

- Centro Commerciale “Le Piramidi”, Torri di Quartesolo (VI): fornitura completa delle ve-trate isolanti per la realizzazione delle piramidi in vetro di copertura e delle pareti di ingresso

- Smart Center, Torri di Quartesolo (VI): fornitu-ra completa delle vetrate isolanti per la torre in vetro adibita allo stoccaggio delle vetture e delle vetrine del concessionario

- Aeroporto di Treviso: realizzazione di tutte le vetrate isolanti, delle strutture sporgenti, del manto di copertura e delle suddivisioni inter-ne in vetro

- Cittadella del Vino, Cantina Rotary, Mezzo-corona (TN): fornitura ed installazione delle facciate esterne in vetro, delle suddivisioni in-terne e dei parapetti

- Spidi Sport Meledo (VI): fornitura delle vetra-te per la copertura, delle facciate di rivesti-mento e dei tunnel di passaggio

- Museo ex Lanificio Rossi, Schio (VI): fornitura ed installazione di pareti interne ed esterne

- AC Hotel Milano: fornitura ed installazione di parapetti

- SO.GE.CO. Malo (VI): fornitura completa per la realizzazione di un palazzo di quattro pia-ni ad utilizzo commerciale/uffici, con pareti esterne in vetrata isolante tripla e rivestimento esterno in vetro stratificato autopulente

PORTFOLIO

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FRAGILI STORIE DI VETRO

IL VETRO NELLA PREISTORIA

L’uomo dell’era preistorica conobbe certa-mente il vetro come prodotto naturale, quale per esempio la lava solidificata e l’ossidiana, simile al vetro nero, che si trova in zone vul-caniche della Terra: molti oggetti degli uomini primitivi furono appunto ricavati dall’ossidia-na.

L’ARTE VETRARIA NELL’ANTICHITÀ

È certo comunque che i più antichi ogget-ti di vetro vennero fabbricati nella Fenicia e nell’Egitto. In Egitto sembra che l’arte della fusione del vetro sia nata nella 17a dinastia: in questo paese raggiunse un alto grado di perfezione. Sono stati ritrovati i resti di antiche vetrerie, che lavoravano le materie prime lo-cali, sabbia e soda naturale. I procedimenti e le sostanze usati erano noti solamente ai sa-cerdoti: era usata la tecnica della colatura negli stampi come quella dell’immersione di oggetti di terracotta, vasi per esempio, nella pasta vitrea fusa; diversi colori, come l’azzur-ro, il giallo, l’arancio venivano incorporati nel materiale vetroso a scopo decorativo. Custo-dita nel segreto l’arte vetraia non si trasmise in Grecia, gli stati che vollero utilizzarla dovette-ro ricorrere alle lusinghe e anche all’inganno per accaparrarsi i più abili artigiani. Durante il periodo ellenistico, la produzione di oggetti di vetro aumentò. Il centro più importante per la produzione del vetro era Alessandria: qui nac-que la tecnica di intagliare, a scopo decorati-vo, la superficie dell’oggetto in vetro.

Centro benesserePareti divisorie in vetro satinatocon disegno sabbiati

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IL VETRO NEL MEDIOEVO

Bisanzio portò la tecnica vetraria a un alto grado di sviluppo e conquistò il mercato ve-traio mondiale dominando per circa 500 anni; a Bisanzio fu inventato il sistema di sovrappor-re due strati di vetro di cui quello sottostante era ricoperto da un foglio d’oro che traspari-va in superficie. Durante l’epoca carolingia il vetro trovò impiego nelle finestre sotto forma di vetrate. Con l’invenzione dei listelli di piom-bo che servivano da supporto, si potevano formare figure come avviene nei mosaici. Nel XII e nel XIII secolo, con lo stile gotico, l’im-portanza delle vetrate colorate inserite nelle strutture architettoniche delle cattedrali si ac-crebbe. Contemporaneamente si ebbe una vasta produzione di: coppe, vasi, bicchieri e calici.

IL VETRO A VENEZIA, L’ISOLA DI MURANO

Caduta Bisanzio (1453), l’industria e l’arte del vetro continuarono a Venezia, dove avevano cominciato ad organizzarsi cinque secoli pri-ma. Nel 1291 la repubblica di Venezia ordinò il trasferimento di tutte le fornaci, funzionanti in centro storico, nell’isola di Murano per mo-tivi di sicurezza legati al timore di incendi. I prodotti dell’industria muranese acquistaro-no ben presto rinomanza mondiale. Venezia si era accaparrata i migliori artisti vetrai del mondo e ne era gelosissima: ogni loro ten-tativo di espatriare era severamente punito. Inizialmente celebre per la produzione di vetri per vetrate, tessere e conterie (perline di vetro per collane), Murano raggiunse nel XV secolo fama internazionale per la produzione di ve-tri soffiati dovuta ad artigiani specializzati di altissimo livello tecnico ed artistico. Nei secoli seguenti, perfezionato l’ impasto vitreo, fu pos-sibile ottenere oggetti mirabili per leggerezza aerea. Tipici di Murano i vetri “a reticello”, “al-l’avventurina”, “a ghiaccio”, “millefiori”, imitati in diversi paesi del mondo. Con la fine della repubblica veneziana la produzione di Mura-no venne quasi totalmente interrotta: rimase aperta solo qualche piccola officina. L’attività vetraria riprese in pieno nella seconda metà del XIX secolo: si formarono scuole per futuri maestri vetrai (famosa la famiglia dei Segu-so).

Centro benesserePareti divisorie in vetro satinato

con disegno sabbiati

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G.I.A. Firenze (Gemmology Institute of America)Realizzazione e installazione delle pareti divisorie

e delle porte interne degli uffici

DIATEX Villaverla (VI)Realizzazione e installazione delle

pareti delle scale

Espositore in vetro realizzato per vetrina

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Abitazione privataPareti divisorie con porte scorrevoli per bagno

IMEX (VI)Realizzazione e installazione pareti divisorie interne

Abitazione privataParapetto scale fissato in sospensionedall’alto

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IL “MATERIALE“ VETRO

Che cos’è questo materiale che si ottiene fondendo le sabbie formatesi durante milioni di anni d’erosione della crosta terrestre? Che cos’è il materiale che copre a profusione la luna di minuscoli frammenti simili a palline, intatti fino a quando i piedi dei primi astro-nauti vi camminarono dentro come morbida polvere? Furono gli astronauti a scoprire, con stupore, nel corso delle loro esplorazioni, che quelle palline erano vetro.Il vetro è una sostanza naturale, un liquido siliceo surraffreddato, cioè un liquido che di-viene solido senza possedere il suo normale punto di congelamento. Il vetro naturale si può trovare quasi ovunque nell’universo. Anzi a volte piomba sulla Terra dallo spazio, sotto forma di globuli di silice, di origine meteorica, che danno origine al vetro fondendosi nel ca-lore generato dal loro ingresso nell’atmosfera terrestre. Questi globuli si chiamano tectiti. Sul nostro pianeta il vetro a volte si forma per il ra-pido raffreddamento della lava vulcanica ad alto contenuto di silice. Anche il fulmine può produrre una specie di vetro, detta fulgorite, se colpisce del materiale metallico dentro la sabbia e durante questo processo fonde la sabbia stessa.La lavorazione del vetro per mano dell’uomo ha una lunga storia - più di quattromila anni - ma ancora oggi gli scienziati non conoscono l’esatta natura di questa sostanza enigmatica. Tutto quello che possono dire è che si ottiene fondendo determinati materiali e raffreddan-doli in modo da impedirne la cristallizzazione; si ottiene così un liquido surraffreddato tanto rigido, o di così alta viscosità, da possedere quasi tutte le proprietà di un solido.Ingrediente principale di quasi tutto il vetro è la silice, che può essere di sabbia, di cristalli di quarzo o flint. La silice pura, dato che vetri-fica o si trasforma in vetro fuso solo a 1700°C, si adopera solamente per vetri speciali alta-mente resistenti al calore. Per la maggior parte del vetro comunemente in uso, si aggiungono alla silice un fondente, in genere carbonato di calcio, e uno stabilizzante, come il calcare, il cui impasto si scioglie ad una temperatura più bassa, intorno ai 1450°C. A volte, per favorire la fusione si aggiunge an-che il vetro di scarto.Man mano che si riscaldano, i componenti grezzi gradatamente si decompongono, la-sciando uscire i gas e formando un liquido ribollente nel quale alla fine si scioglie ogni particella di silice. Sono molti i modi di lavo-rare questo liquido: stampandolo, soffiandolo,

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Museo Ex Lanificio ROSSI Schio (VI)Fornitura e installazione delle paretiinterne

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filandolo, gettandolo in forme e laminandolo, e sono moltissime le forme definitive che esso può assumere. Il vetro da vetrate e da lam-pade generalmente proviene da una lastra ottenuta da una fiasca di vetro fuso soffiato. La fiasca può venire modellata e tagliata, trasformata in cilindro o disco, assumendo le rigature, le bollicine e le variazioni di spessore tipiche di questo vetro. Fra tali vetri i più noti sono: il vetro cattedrale, colorescente, plac-cato, opalescente, Norman Glass o vetro a cassetta, nuovo antico, a disco e quelli scatu-riti dalla genialità di Louis Confort Tiffany, ossia il favrile, drapery, fractured e iridescente.Il raffreddamento definitivo, o tempera, è una parte cruciale nella lavorazione del vetro e deve essere graduale e controllato.Il vetro fabbricato soltanto con una mistura di silice, soda e calcare è trasparente ed incolo-re. Diversamente dai solidi come il legno e la tela dipinta, che riflettono la luce, la struttura molecolare del vetro consente all’energia lu-minosa di attraversarlo liberamente, così che in una lastra di vetro perfetta i raggi di luce entrano ed escono con la stessa angolazione, mantenendo inalterato il fulgore originale. Ma basta una variazione di spessore o delle mac-chioline nel vetro perché i raggi luminosi siano deviati, cosicchè queste diverse angolazioni, che concentrano o diffondono la luce, pos-sono creare scintillii e iridescenze sempre vari ed affascinanti. Per questa ragione il vetro da vetrate e lampade viene lavorato con proce-dimenti che favoriscano le imperfezioni.Per colorare il vetro bisogna aggiungere al-tre sostanze, che impediscano ad alcune lunghezze d’onda della luce di attraversarlo. Queste lunghezze d’onda respinte danno al vetro il suo colore. Probabilmente la prima vol-ta il vetro si colorò per caso, ma al tempo dei Romani si usavano già regolarmente rame e cobalto per ottenere il verde e l’azzurro. La chimica della colorazione del vetro è ancora oggi piuttosto complessa: molto dipende dal-la preparazione delle miscele e da come e quando, nel corso della fusione, il colore entra nell’impasto o sviluppa la sua tinta reale.Appare quasi miracoloso il fatto che l’uomo, con la sua ingegnosità, quasi agli albori della civiltà, abbia saputo lavorare, praticamente in tutte le sue forme, il vetro, questa sostanza mirabile che scintilla come un brillante e pos-siede l’iridescenza affascinante dell’opale. Anche a prescindere dalla storia o dall’imma-gine che la vetrata e la lampada ci sanno illu-strare e trasmettere, quel che ne fa un’opera d’arte inimitabile è la caratteristica di “gioiel-lo” che il vetro possiede.

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Centro benesserePareti divisorie con disegni eparapetti in acciaio

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Il vetro ha origini molto antiche e ancora oggi è difficile stabilire con certezza quale popo-lo possa vantarne la scoperta, che probabil-mente avvenne per invenzione fortuita. Secondo un’antica leggenda fenicia, traman-data da Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia” del 77 d.C., alcuni mercanti, tornando dall’Egitto con un grosso carico di carbonato di soda (detto anche “natrum” cioè salnitro), si fermarono una sera sulle rive del fiume Belo per riposare. Non avendo pietre a disposizione su cui collocare gli utensili per la preparazione delle vivande, presero alcuni blocchi di salni-tro e vi accesero sotto il fuoco che continuò a bruciare per tutta la notte. Al mattino i mercanti videro con stupore che al posto della sabbia del fiume e del carbona-to di soda vi era una nuova materia lucente e trasparente. La leggenda contiene delle ve-rità sulla composizione del vetro e sulla diffu-sione di questo materiale ad opera dei Fenici. Il vetro nasce dalla combinazione della silice, minerale contenuto nelle sabbie dolci, com-binata con la calce (carbonato di calcio); la fusione è favorita da una sostanza alcalina, la soda: quest’ultima era ricavata nell’antichità dalle ceneri delle alghe o di piante costiere. La sabbia del fiume Belo, in Fenicia, era mol-to adatta e ricercata per la fabbricazione del vetro. Inoltre, quasi sicuramente, furono i mercanti e navigatori Fenici a diffondere gli oggetti e le tecniche del vetro nel bacino del Mediterraneo.La più antica manifattura, che sorse nell’Asia occidentale, forse nelle regioni mitanniche o urriane della Mesopotamia, risale all’età del Bronzo, intorno alla metà del terzo millennio a.C. Probabilmente fu la naturale conseguen-za dell’impiego di smalti vitrei per la decora-zione di vasellame, tegole, oggetti vari e di altre tecniche di lavorazione della ceramica. I più antichi reperti archeologici sono costituiti da perline, sigilli, intarsi e placche. Le più antiche tecniche di lavorazione, infatti, permettevano soltanto la produzione di og-getti di piccole dimensioni, per lo più destinati ad usi rituali o a scopo ornamentale. I primi recipienti di vetro, provenienti da quest’area, risalgono invece ai secoli XVI e XV a.C., e si tratta prevalentemente di vasi a beccuccio.

LE ORIGINI DEL VETRO TRA LEGGENDA E REALTÀ

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Abitazione privataParapetto in vetro fissatocon profilo Inox

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UNA STORIA INFINITA

La scoperta e la diffusione del vetro rap-presentano una tappa fondamentale nel cammino dell’umanità. L’uso di questo affa-scinante e versatile materiale segna il punto di passaggio da uno stato primitivo ad una società evoluta, sia sotto il profilo economico che culturale.Creare oggetti in vetro per impieghi sempre più diversi è infatti espressione di cultura, rifles-so di un sistema di relazioni e di esperienze via via più complesse e diramate che denotano un continuo salto di qualità nella vita colletti-va e quotidiana: il vetro costituisce un indice sensibile e sicuro per misurare i vari stadi del progresso civile e il livello di evoluzione di un popolo.Nata dall’incontro felice fra la natura e la ge-nialità umana, questa prodigiosa materia ha consentito all’uomo di risolvere, senza rischi e con una formidabile duttilità di utilizzazioni, una miriade di problemi. Prodotto naturale per eccellenza, ha emanato, fin dalle origini, una sottile forza di attrazione per quel fascino ineffabile che gli è proprio, in parte dovuto alla sua vaga rassomiglianza con gemme prezio-se, di cui ha rappresentato, fin dalle epoche più antiche, un’imitazione perfetta. Ma soprattutto ha saputo mantenere una sor-prendente vitalità e una carica di giovinezza che non gli fa sentire il peso dell’età nonostan-te i suoi cinque millenni di storia. La più lonta-na citazione del vetro risale ai primordi della civiltà ed è contenuta nella Bibbia, nel libro di Giobbe (cap. XXVIII, v 17), dove il patriarca, spiegando il significato della vera sapienza, dice che “non può essere paragonata con le stelle colorate dell’India, né con la più prezio-sa pietra di sardonico, né con lo zeffiro e non la uguaglia né oro né vetro”. Il suo cammino sembra essere iniziato nel Me-dio Oriente, nel cuore della Mesopotamia, per poi diramarsi in Egitto, in Iran, in India, in Cina e soprattutto presso le antiche civiltà fiorite sulle sponde del Mediterraneo: gli Assiri e i Fenici, che ne rinnovarono le tecniche produttive e contribuirono alla diffusione di vetri trasparenti e soffiati di eccezionale purezza, e poi i Greci e i Romani che raggiunsero nell’arte vetraria un altissimo livello per qualità e varietà dei manufatti. A testimonianza di questa feconda attività produttiva ci è pervenuta una grande quan-tità di reperti archeologici: collane policrome,

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Centro benesserePareti divisoriein vetro satinato

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coppe, calici, unguentari e lacrimari dall’an-tico Egitto; anelli, bracciali, braccialetti e am-polle dai Fenici, da Rodi e da Lesbo; portaun-guenti di produzione egiziana nelle tombe etrusche; specchi, lastre di vetro per finestre e una ricca gamma di monili e contenitori dai Romani.Nell’antica Roma la civiltà del vetro ebbe una fioritura difficilmente immaginabile; furoreg-giavano i mosaici di pasta vitrea come pure i rivestimenti vetrificati per le camere delle abi-tazioni più ricche. Queste avevano specchi e finestre protette da lastre di vetro sul tipo di quelle rinvenute a Pompei.Il vetro ha prestato e presta la sua materia incontaminata a immagini ed espressioni di sogno, di fede, di magia e del mondo fantasti-co: basti pensare agli specchi fatati e parlanti, alle suppellettili sacre, alle solenni e fantasma-goriche vetrate delle cattedrali gotiche, alle sfere di cristallo che svelavano il destino, ai caleidoscopi, alle lenti ottiche che spalanca-no all’osservatore le porte dell’estremamente lontano o dell’infinitamente piccolo e così via. Senza contare la sua affascinante e quasi ma-gica proprietà di conservare nel tempo altre materie, preservandole dalla decomposizio-ne.La marcia trionfale del vetro è proseguita du-rante il Medioevo, il Rinascimento, l’età dei lumi, l’epoca moderna e contemporanea, senza conoscere soste, anzi, occupando spazi sempre più ampi di utilizzazione.Questo impareggiabile prodotto, grazie al suo sorprendente polimorfismo, vive una nuova giovinezza unendosi al servizio delle grandi istanze culturali e scientifiche del nostro tem-po: pensiamo, ad esempio, alle fibre ottiche nel campo delle telecomunicazioni, alla tecnologia spaziale, all’impiego nell’edilizia d’avanguardia, alle ricerche astronomiche, di bioingegneria e di medicina. Può contribuire a migliorare la qualità della vita perché riesce a far convivere assieme i valori dell’ecologia con le esigenze della tec-nologia. Il vetro ha la capacità di autorigene-rarsi col minimo dispendio di risorse, sfruttando quella ricchezza che è rappresentata dal ri-ciclaggio dei vetri dismessi: il vetro ha sempre creato nuovo vetro.Dall’antichità ad oggi si snoda un invisibile filo conduttore che si proietta verso il futuro: nei nostri oggetti vitrei si cela certamente un’infi-nitesima parte di quelli antichi, così come nei manufatti di domani si troverà una piccolissi-ma parte di quelli di oggi. Vincente sulla filoso-fia dell’ “usa e getta”, una storia infinita.

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ParapettiPorte scorrevoli e vetrocamera

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Centro benesserePareti divisorie

Abitazione privataScala a chiocciola con scaliniin vetro su struttura di metallo

Centro benesserePareti divisorie e doccia

in vetro satinto

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Abitazione privataPareti divisorie zona cucina/living

Abitazione privataParapetti stratificati di sicurezza con borchie di fissaggiosulla struttura della scala senza ulteriori strutture

Centro benesserePareti divisorie con disegni

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IL 900 DI VETRO

Il Novecento ha rappresentato un secolo di grande fermento artistico dove si sono molti-plicate esperienze e ricerche in tutti i settori dell’arte, dalla pittura alla scultura, dal design alla grafica, alla moda e, non da ultima, nel-l’arte del vetro. È il secolo che più di ogni altro ha saputo incidere una cesura definitiva fra la stanca ripetitività di un accademismo ormai estenuato e le nuove istanze del gusto, nate dalle ceneri del primo conflitto mondiale, dai nuovi modelli di vita, dalla ricerca di un rinno-vato linguaggio che in tutti i campi dell’uma-no operare, e quindi anche in quello dell’arte, ha portato una ventata travolgente di novità, dal Déco, al Razionalismo, all’astrattismo, mo-vimenti artistici ai quali aveva aperto la stra-da, alla fine dell’Ottovento, il Liberty, una vera rivoluzione della sensibilità e del linguaggio che spazia dall’architettura alla grafica, alle arti figurative, all’arredamento.Il vetro nel primo decennio del secolo XX in Italia non si connota per particolari novità: la produzione rimane assai legata alla rinascita ottocentesca con la riproduzione di opere e tecniche patrimonio del passato. Le vetrine muranesi appaiono insensibili alle sollecita-zioni dell’Art Nouveau che tanto peso aveva raggiunto nel mondo del vetro francese e sta-tunitense attraverso le opere di Gallé e Tiffany. Negli anni successivi nomi di prestigio come Barovier, Zecchin, Wolf Ferrari, Toso Borella e altri compongono il gruppo di innovatori di un’arte che ha sempre più richiamo.Gli anni venti sono ricchi di novità e di cambia-menti e anche a Murano i vecchi modelli sono abbandonati per uno stile più moderno, in sin-tonia con quei criteri di funzionalità ed essen-zialità riferiti agli interni e ai loro arredi. Un ruolo guida fondamentale è assunto da una nuova fornace, la Vetri Soffiati Muranesi di Cappellin

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Abitazione privataScala a chiocciola con scaliniin vetro su struttura di metallo

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Venini e C. avviata nel 1921 su iniziativa di Gia-como Cappellin, antiquario veneziano con galleria a Milano e Paolo Venini avvocato in Milano con origini a Fiumelatte (Varenna) ere-de di una famiglia che nel primo Ottocento possedeva una vetrina sul lago. Negli anni se-guenti, sono chiamati alla progettazione nomi importanti come Napoleone Martinuzzi, Carlo Scarpa, Giò Ponti, Tommaso Buzi, Pietro Chiesa e lo stesso Paolo Venini. La fine degli anni Tren-ta evidenzia un salto di qualità per la fornace Venini che, sotto la direzione di Carlo Scarpa, conia nuove sperimentazioni come i battuti, i tessuti finiti alla mola, i granulari, i difficoltosi incalmi, gli incisi, i fili, le pennellate, le macchie ed altri effetti che ancora oggi sono patrimo-nio della cultura maestri muranesi. Nel perio-do post-bellico le fornaci riprendono vigore, seguendo la nuova corrente del razionalismo che propugna principi di funzionalità. Nasco-no ulteriori tecniche come i saturini, i mille fili, i sidone, i parabolici, i mareschi e i graffiti. Nel 1953 Egidio Costantini istituisce il Centro studi Pittori dell’arte del Vetro, noto più tardi come La Fucina degli Angeli, con la finalità di avvici-nare all’arte del vetro nomi prestigiosi di artisti internazionali e italiani. La grande intuizione di questo intelligente e acuto maestro porta alle fornaci muranesi calibri quali Virgilio Gui-di, Bruno Severini, Fioravante Seibezzi, Bruno De Toffoli, Riccardo Licata, Georges Braque, Alexander Calder, Marc Chagal, Le Corbusier, Oskar Kokoschka, Fernand Léger, Henry Moo-re, Pablo Picasso, Jean Arp, Max Ernst e altri che contribuiscono a far conoscere attraver-so il vetro le nuove tendenze.Negli anni successivi passano dalle fornaci muranesi artisti e designer noti in tutto il mon-do: Tobia Scarpa, Toni Zuccheri, Tapio Wirkka-la, Thomas Stearns, Agostino Venturino, Angelo Fuga, James Carpenter, Ettore Sottsass, Fulvio Bianconi, Alessandro Mendini, Timo Sarpane-va, Barbara del Vicario, Alfredo Barbini, Flavio Barbieri, Lino Tagliapietre, Andries Dirk Copier, Maria Grazia Rosin, Ugo Nespolo, Gae Aulenti.

Centro benesserePareti divisorie

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Museo Ex Lanificio ROSSI Schio (VI)Fornitura e installazione

di pareti interne

Pareti divisorie in vetro con fissaggioa pavimento e soffitto in acciaio

su colonna tonda

Abitazione privataParapetto per soppalco con fissaggio

continuo sulla struttura della scala in acciaio

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Abitazione privataParapetto con borchie di fissaggio su struttura in legno

Centro BenesserePareti divisorie satinate

Cittadella del Vino, Cantina Rotary Mezzocorona (TN)Fornitura ed installazione delle facciate esterne in vetro,delle suddivisioni interne e dei parapetti.Ingresso all’auditorium

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DIPINGERE CON LA LUCE

Luce e materia incontrandosi hanno dato ori-gine a molte forme di arte figurativa. Una di queste è sicuramente l’arte delle vetra-te o del vetro historiato, la quale viene carat-terizzata e beneficiata dalla fonte luminosa: è l’unica forma d’arte che per ottenere i suoi effetti si affida totalmente alla luce naturale.Ogni altra forma artistica, dalla pittura alla scultura, all’arazzo, all’oreficeria, richiede di essere guardata con luce esterna e nel crear-la all’artista non si presenta nessun grave pro-blema: egli può dominare i colori e le forme sapendo che la reazione meramente fisica dell’occhio dello spettatore sarà quella che lui desidera.Nella vetrata, invece, l’artista deve controllare una forza potente, che deve essere trasmessa attraverso il suo intervento espressivo. Deve di-pingere con la luce stessa. La “trama” di una vetrata è soggetta ad una massa di stimoli in conflitto tra loro, a causa della condotta di-versa delle lunghezze d’onda dei diversi colori e della loro intensità nel momento in cui colpi-scono l’occhio.Nella vetrata l’artista crea zone di luce colo-rata, che si propongono come una sorta di musica luminosa, immediata nello spazio, resa viva dalle proprietà fisiche delle onde lumi-nose proprio come la musica è resa viva dal comportamento delle onde sonore. Come un grande compositore, il “musico” del-la vetrata sa come si comporteranno i vari “suoni” di luce passando attraverso colori di-versi. Sa come controllare l’irradiazione di de-terminate “corde” perché non prevalgano sul tema essenziale della composizione. Questa conoscenza è una sottile fusione tra norme pratiche e intuizione nel giustapporre le immagini colorate.

G.I.A. Firenze (Gemmology Institute of America)Realizzazione ed installazione delle pareti divisoriee delle porte interne degli uffici. Sala riunioni con pareti colorate

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Pensilina di coperturain vetro satinato

Particolare di pensilinain vetro satinato

con struttura di sostegno

Centro benesserePareti divisorie con disegni

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Centro BenesserePareti divisorie satinatezona piscina

Abitazione privataParapetto per scale conborchie di fissaggio

Abitazione privataparapetto scale con borchie di fissaggio

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LE PIÙ ANTICHE VETRATE DEL MONDO

La vetrata è fragile e l’uomo e la natura sono agenti distruttori. Fuoco, guerre, rivoluzioni, pu-ritani, restauratori e vandali, tutti hanno fatto la loro parte. Dobbiamo dunque essere grati del fatto che, nonostante tutti questi pericoli, qualche esemplare dell’XI e del XII secolo sia riuscito a sopravvivere, piuttosto che piangere sulla perdita di tante opere. La Germania ha l’onore di custodire intatte le più antiche finestre del mondo - nella Catte-drale dell’antica città di Augusta, fondata dai Romani nel I secolo d.C. in queste finestre, le cui vetrate sono della fine dell’XI secolo, ap-paiono cinque personaggi dell’Antico Testa-mento - Mosè, Davide, Daniele, Osea e Giona - unici rimasti di una serie più numerosa. Si tro-vano nel finestrato alto della navata, in quel-la che fu probabilmente la loro collocazione originaria, ma le loro incorniciature sono più tarde e forse più piccole del necessario, poi-chè alcune figure sembrano soffocate e altre mozzate. Sono ancora in corso di restauro e qualche pezzo di vetro, ad esempio dei ca-pelli, è stato sostituito.Anche prescindendo dall’antichità delle ve-trate, uniche di questa età, le figure, in stile romanico, sono monumentali e per se stesse grandiose. Sono gravi personaggi dell’Antico Testamento, che guardano fisso davanti a sé, con sguardo penetrante nonostante lo stra-bismo. Ognuno tiene in mano un rotolo con una iscrizione latina; ai piedi, disposti in obli-quo, hanno i calzari appuntiti, molto stilizzati, dei cavalieri medievali.Le vetrate di Augusta hanno toni in prevalen-za bruni, dorati, gialli, verdi e color vino. Questi furono i colori dominanti in molte chiese tede-sche, sia nel periodo romanico sia più tardi.Le figure di Augusta sono delineate con sicu-rezza e, nonostante la loro antichità, sono tut-t’altro che primitive, ma opera di artisti del ve-tro abili, esperti ed ispirati. La medesima abilità si trova nell’Abbazia di Tegernsee, dove fiorì un importante laboratorio di vetrate. Senza dubbio furono i monaci, che da Tegernsee si trasferirono ad Augusta nell’XI secolo, a porta-re con sé i segreti della loro tecnica. L’influsso dell’abbazia si estese in tutta la Baviera e ver-so ovest, fuori dei suoi confini.

Abitazione privataParapetto per scale con borchie di fissaggio

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VETRO E AMBIENTE

Il vetro è il materiale più adatto nella produ-zione di contenitori destinati all’uso alimenta-re. Esso è sicuramente un materiale igienico: non contiene sostanze tossiche ed è molto resistente al deterioramento.Le piccole quantità di componenti di vetro che si sciolgono nella soluzione contenuta sono prodotti inerti ed atossici, come sodio, calcio e silice, elementi comunemente pre-senti anche nelle acque minerali.Il contenitore in vetro può essere sterilizzato senza modificare la soluzione contenuta. Il ve-tro è un materiale adatto per conservare.Fra le tante qualità del vetro vi è anche l’as-senza di tossicità e la sua completa riciclabili-tà. Esso è un materiale inerte, cioè non conta-mina l’ambiente dal quale viene lentamente trasformato in silicati; non solo, ma esso è an-che un materiale ideale per bloccare com-ponenti pericolosi che possono essere fusi nel vetro e inertizzati nella sua struttura. A differen-za di altri materiali, può essere rifuso infinite volte conservando le sue proprietà. Il riciclo del vetro è un processo ecologico in tutti i suoi aspetti. Esso riduce la quantità di rifiuti da trat-tare o gettare in discarica, consentendo, oltre a ridurre il danno ambientale, un risparmio sui costi di trasporto e smaltimento dei rifiuti.La rifusione del rottame riduce, inoltre, la quantità di materie prime necessarie per la produzione, soprattutto di sabbie silicee e di carbonato di calcio, riducendo quindi i danni all’ambiente derivanti dallo sfruttamento del-le cave, a tutto vantaggio del territorio.Inoltre, riduce anche il consumo di energia; ogni tonnellata di rottame rifuso permette di

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risparmiare 1,2 tonnellate di materie prime e circa 100 Kg di combustibile. L’utilizzo di rotta-me di vetro nella miscela vetrificabile abbas-sa la temperatura necessaria alla fusione e di conseguenza occorrono minori quantità di combustibile per la fusione.Ormai siamo abituati a separare il vetro dagli altri rifiuti domestici e a deporlo nelle apposite campane. Da là il vetro viene trasportato in centri di trattamento, selezionato per colore, separato da altri materiali contaminanti (me-talli, ceramica), pulito, macinato in una mate-ria prima per la fusione, il rottame.Oltre al risparmio energetico, il rottame riduce l’inquinamento dovuto ai fumi di combustio-ne. Milioni di quintali di olio combustibile sono risparmiati ogni anno in Europa grazie al rici-clo del vetro; alcuni forni, usati per la produzio-ne di contenitori colorati, utilizzano oltre il 90% di rottame nella miscela vetrificabile. Inoltre è ridotta l’emissione di CO2, il gas che provoca l’effetto serra, in quanto viene eliminato il con-tributo di anidride carbonica derivante dalla decomposizione dei carbonati presenti nelle materie prime.Il vetro che non può essere completamente ri-ciclato per fusione (ad esempio gli schermi TV, il vetro colorato dei finestrini delle auto) trova altri impieghi. Esso è utilizzato nella produzione di fritte ceramiche, di fibre di vetro per l’isola-mento termico, come additivo nella produzio-ne di asfalti, ecc.La ricerca è oggi orientata a studi finalizzati al riciclo totale.Nel prossimo futuro in Europa tutto il vetro pro-dotto sarà interamente riciclato.

Centro BenesserePareti divisorie

zona piscina

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