la didattica per competenze. questa sconosciuta! · nell’antichità, la trasmissione del sapere...
TRANSCRIPT
LA DIDATTICA PER COMPETENZE. QUESTA
SCONOSCIUTA! I dogmi del passato sono inadeguati a gestire il presente
Abraham Lincoln
A cura di Pasquale Annese
La sfida delle competenze
“Nel corso di un secolo quasi interamente vissuto, ho spesso creduto di trovarmi a una svolta epocale, poi non era vero niente; una svolta epocale si ha quando non cambiano solo le cose,ma anche le teste per capirle”
(Vittorio Foa, Passaggi,Torino, Einaudi 2000)
19402000
2020
TUTTO CAMBIA,CAMBIA ANCHE LA SCUOLA
?
Nell’antichità, la trasmissione del sapere avveniva
a bottega.
Guidato da un maestro l’allievo apprendeva attraverso l’osservazione del fare altrui e,
soprattutto, con il provare a fare.
In questo modo non si apprendevano soltanto conoscenze pratiche: basti pensare ai complessi calcoli astratti messi in atto dagli ingegneri del passato per innalzare le opere che ancora oggi
ammiriamo.
Con la diffusione della stampa il modo di imparare cambia totalmente:
dall’apprendimento esperienziale della bottega si passa a quello “simbolico”
mediato dal libro.
All’allievo viene ora chiesto di operare una ricostruzione mentale
del sapere.
Con l’avvento delle nuove tecnologie cambia
nuovamente il modo di imparare
Lo studente del terzo millennio è un soggetto in grado diaccedere alla conoscenza in modo AUTONOMO attraverso la rete internet.Il digitale gli offre poi la possibilità di superare le due dimensioni dellapagina e di aprirsi alla ricchezza comunicativa dei vari codici.
• Il PC reintroduce inoltre una
modalità di lavoro esperienziale, poichè non soltanto fornisce contenuti ma soprattutto dota lo studente degli strumenti per elaborarli.
• Il PC permette addirittura di
condividere l’atto creativo di ciascuno con altri utenti connessi in rete. Ciò incoraggia il lavoro di squadra e progetti collaborativi.
Se si accetterà di superare ilTESTO
come codice unico di apprendimento
AULA
come unico luogo di insegnamento
La conseguenza sarà una vera rivoluzione che, a catena, investirà l’organizzazione di:
TEMPI
LUOGHI
METODOLOGIE
Quali modelli metodologici e pedagogiciper le nuove generazioni?
Non vi è più da parte delle nuove generazioni una predisposizione a prescindere verso
la cultura, ma una visione utilitaristica dello studente:
Studio solo se mi serve!!!!!
Non più una tacita adesione ad un modello dato, ma la costruzione giorno per giorno
della propria esperienza.
Siamo di fronte ad un nuovo
UMANESIMO
La funzione della scuola non può
più essere quella di mera trasmissione del sapere, ma formare ogni persona sul piano
cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l’incertezza e la
mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri.
ED I DOCENTI?
Persi tra la nostalgia e l’impotenza
E GLI STUDENTI?
Cavalcano l’incapacità della scuola di essere ascensore sociale,
di dare realistiche prospettive ed aspettative al loro progetto di vita.
I RISULTATI INEGUALI DI UNA
GENERAZIONE COSTITUISCONO LE
OPPORTUNITA’ INEGUALI DELLA
SUCCESSIVA
LA SCUOLA CHE CAMBIA….LA SOCIETA’ E’ CAMBIATA
- Globalizzazione
- Velocità dell’informazione
- Concetto di ‘vicinanza’ ‘lontananza’
- Mutamenti indotti dalle nuove tecnologie
- Cambiamenti nei valori e comportamenti
GLI STUDENTI SONO CAMBIATI- Nativi digitali
- Lavorano per immagini più che per ascolto
- Abituati a ricevere informazioni in tempo reale
- Utilizzano stili e codici di apprendimento non più
ancorati al libro di testo ed alla lavagna
LA SCUOLA CHE CAMBIA….L’insegnamento/apprendimento è
ancoraancorato a vecchi modelli
- Ancorata al libro di testo cartaceo
- Con scarso utilizzo dei larning object
- Con deboli legami con gli interessi degli allievi
- Con poca attenzione agli stili cognitivi e di apprendimento degli allievi
- Con un sistema valutativo di tipo sommativo
- Con gli alunni che sono gli unici ad essere valutati
LA SCUOLA CHE CAMBIA….
I CAMBIAMENTI DEL 21° SECOLO imporrebbero una gestione dell’insegnamento/apprendimento :
- Centrata su quello che gli studenti SANNO, ma anche sulle loro POTENZIALITA’(valutazione prognostica)
- Fondata su curricolo integrato e interdisciplinare
- Con valutazioni atte a riconoscere competenze certificabili
- Anche in contesti ‘informali’(internet) e ‘non formali’ (azienda)
- Centrata sulla personalizzazione dell’apprendimento
- Centrata non più sul processo di ‘insegnamento’ (cosa deve fare il docente per insegnare),ma sul processo di apprendimento’ (cosa deve fare il discente per apprendere)
• In Italia il 20,6% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni esce dal sistema d’istruzione e formazione senza né una qualifica professionale, né un diploma, né la licenza media; (N.E.E.T)
• In Italia 19.000 allievi scompaiono dopo essersi iscritti al primo anno superiore (i cosiddetti FANTASMI!!! … che non vengono scrutinati); (DISPERSI)
OBBLIGO SCOLASTICO
• In Italia il dato delle BOCCIATURE è tra i più alti d’europa:
a) 18,2% di bocciati in media al 1° anno;
b) 13,1% di bocciati in media al 2° anno;
• Nell’ ISTRUZIONE PROFESSIONALE il dato delle bocciature si raddoppia:
a) 30,0% di bocciati nel 1° anno;
OBBLIGO SCOLASTICO
Il 17 dicembre 2009 la Conferenza unificata Stato Regioni ha dato parere
favorevole allo schema di Decreto Ministeriale sul
MODELLO DI CERTIFICAZIONE DEI SAPERI E DELLECOMPETENZE RELATIVE ALL’ASSOLVIMENTODELL’OBBLIGO DI ISTRUZIONE.
Il modello prevede che siano certificate le competenze definite nel nuovo
obbligo del 2007 varato dal ministro Fioroni:
QUATTRO ASSI CULTURALI
OTTO COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA
OBBLIGO SCOLASTICO
D.P.R. 22.6.2009 n.122
Considera la certificazione uno strumento molto importante “al fine di sostenere i processi diapprendimento, di favorire l‘orientamento per la prosecuzione degli studi, di consentire gli eventualipassaggi tra i diversi percorsi e sistemi formativi e l’inserimento nel mondo del lavoro” e in linea con leindicazioni dell’UE sulla trasparenza delle certificazioni, il suddetto modello risponde all’esigenzadi assicurare alle famiglie e agli studenti informazioni sui risultati di apprendimento declinati incompetenze.Tale certificato ha la finalità di misurare e certificare il livello raggiunto nell’ambito:
QUATTRO ASSI CULTURALI
OTTO COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA
OBBLIGO SCOLASTICO
CONSEGUENZE SUL PIANO DELLA VALUTAZIONE
ART. 1, comma 6
“Al termine dell'anno conclusivo della SCUOLA PRIMARIA, della SCUOLA SECONDARIA DI PRIMOGRADO, dell'adempimento dell'obbligo di istruzione ai sensi dell'articolo 1, comma 622, della legge27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, nonchè al termine del SECONDO CICLODELL'ISTRUZIONE, la scuola certifica i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun alunno, al finedi sostenere i processi di apprendimento, di favorire l'orientamento per la prosecuzione degli studi,di consentire gli eventuali passaggi tra i diversi percorsi e sistemi formativi e l'inserimento nelmondo del lavoro”.
la scuola certifica i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun alunnoLa certificazione delle competenze (vedi assi culturali) si basa sui parametri di traducibilità deltitolo di studio stabilito dall’EQF (quadro delle qualifiche europee)
D.P.R. 22.6.2009 N.122“Regolamento per la valutazione degli alunni”
La valutazione delle competenze da certificare in esito
all’obbligo di istruzione,
«è espressione dell'autonomia professionale propria della
funzione docente, nella sua dimensione sia individuale che
collegiale, nonché dell'autonomia didattica delle istituzioni
scolastiche» .
D.P.R. 22.6.2009 n.122, articolo 1-comma 2,
RUOLO DEL COLLEGIO DOCENTI
«I COLLEGI individuano le strategie piùappropriate per superare la frammentazione deisaperi degli attuali curriculi……. approfondendogli aspetti fondandi dei 4 ASSI CULTURALI checostituiscono la trama su cui si fondano lecompetenze chiave di cittadinanza» .
LINNE GUIDA
DPR 98/88/89 del 2010
RUOLO DEL COLLEGIO DOCENTI
R.BORTONE-Tra discipline, assi …. Una valutazione ad occhio e croce
RUOLO DEI CONSIGLI DICLASSE
La valutazione delle competenze da certificare inesito all’obbligo di istruzione
è effettuata dai CONSIGLI DI CLASSE per tutte lecompetenze elencate nel modello di certificato, alloscopo di garantirne la confrontabilità.
I CONSIGLI DI CLASSE utilizzano le valutazionieffettuate nel percorso di istruzione di ogni studente inmodo che la certificazione descriva compiutamentel’avvenuta acquisizione delle competenze di base, chesi traduce nella capacità dello studente di utilizzareconoscenze e abilità personali e sociali in contesti reali,con riferimento alle discipline/ambiti disciplinari checaratterizzano ciascun ASSE CULTURALE’.
D.P.R. 22.6.2009 n.122,
RUOLO DEI CONSIGLI DICLASSE
Allo scopo di evitare l’automatica corrispondenza tralivelli di competenza e voti numerici
i CONSIGLI DI CLASSE rendono coerenti, nella loroautonomia, i risultati delle predette valutazioni con lavalutazione finale espressa in decimi di cui all’articolo 1,comma 3, del decreto ministeriale n. 9/2010.
D.P.R. 22.6.2009 n.122
RUOLO DEI DIPARTIMENTI
DISCIPLINARI
DPR 15 marzo 2010 , n. 88
ART.8, comma 3
LINEE GUIDA - I BIENNIO(1.2.2)
I DIPARTIMENTI
Gli istituti tecnici definiscono, nella loro autonomia enel rispetto delle tutele contrattuali in materia diorganizzazione del lavoro, le modalità di costituzione dei dipartimenti e le regole per il loro funzionamento.
RUOLO DEI DIPARTIMENTI
D’ASSE
DPR 15 marzo 2010 , n. 88
ART.8, comma 3
LINEE GUIDA - I BIENNIO(1.2.2)
I DIPARTIMENTI
In particolare, nel primo biennio, i dipartimenti possonosvolgere una funzione strategica per il consolidamento, con ilconcorso di tutte le discipline, delle competenze di base per lalingua italiana, la lingua straniera e la matematica, per ilraccordo tra i saperi disciplinari e gli assi culturali previstidall’obbligo di istruzione e tra l’area di istruzione generale ele aree di indirizzo.
RUOLO DEI DIPARTIMENTI
D’ASSE
Quale collegamento tra DISCIPLINE e ASSI?
1°IPOTESI: ogni disciplina confluisce in un singolo ASSE
2°IPOTESI: ogni disciplina confluisce in più ASSI
R.BORTONE-Tra discipline, assi …. Una valutazione ad occhio e croce
GEOGRAFIA: va nell’asse storico-sociale o in quello scientifico-tecnologicoINFORMATICA: va nell’asse dei linguaggi, nell’asse matematico, o nell’asse scientifico tecnologico?
RUOLO DEI DIPARTIMENTI D’ASSE
Come coniugare VALUTAZIONE IN
DECIMI
e
VALUTAZIONE PER COMPETENZE
CONOSCENZE DISCIPLINARI
COMPETENZE D’ASSE
R.BORTONE-Tra discipline, assi …. Una valutazione ad occhio e croce
MODELLO
DI CERTIFICAZIONE MINISTERIALE
OBBLIGO SCOLASTICO
MODELLO DI CERTIFICAZIONE MINISTERIALE
OBBLIGO SCOLASTICO
La certificazione è prevista su tre livelli:
• livello avanzato
• livello intermedio
• livello di base
OBBLIGO SCOLASTICOE’ evidente che la certificazione dei 4 assi su 3 livelli, va a sovrapporsi allanormale valutazione in decimi su tutte le singole discipline.
6 LIVELLO DI BASE
7 E 8 LIVELLO INTERMEDIO
9 E 10 LIVELLO AVANZATO
Nel caso in cui il livello base non sia stato raggiunto, è riportata, per ciascun asse culturale, ladicitura LIVELLO BASE NON RAGGIUNTO. La relativa motivazione è riportata nel verbale delconsiglio di classe nel quale sono anche indicate le misure proposte per sostenere lo studente nelsuccessivo percorso di apprendimento.
ASSOLVIMENTO
Compiuti i 16 anni,
consegue la
promozione al 3°anno
PROSCIOGLIMENTO
Pur non avendo
conseguito la promozione al 3°
anno, al compimento del 16°anno
di età dimostri di aver osservato
per almeno 10 anni le norme
sull’obbligo scolastico*
*Regolarmente scrutinato, anche se bocciato
OBBLIGO SCOLASTICO
NORMATIVA
AREA DI ISTRUZIONE GENERALE
• E’ più ampia nel primo biennio dove, in raccordo conl’area d’indirizzo, esplica una importante funzioneorientativa;
• Decresce nel secondo biennio e nel quinto anno perlasciar spazio ad una preparazione più legata ai contestidi riferimento ed alle filiere produttive;
4
ASSI CULTURALI
8
COMPETENZE
CHIAVE DI
CITTADINANZA
OBBLIGO SCOLASTICO
1) ASSE DEI LINGUAGGI
2) ASSE MATEMATICO
3) ASSE SCIENTIFICO TECNOLOGICO
4) ASSE STORICO SOCIALE
I 4 ASSI CULTURALI
ASSE DEI LINGUAGGI (Discipline di riferimento)
LINGUA ITALIANA• Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione
comunicativa verbale in vari contesti
• Leggere comprendere e interpretare testi scritti di vario tipo
• Produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi
LINGUA STRANIERA• Utilizzare la lingua … (specificare la prima lingua studiata) per i principali scopi comunicativi ed operativi
ALTRI LINGUAGGI• Utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario
• Utilizzare e produrre testi multimediali
I 4 ASSI CULTURALI
ASSE MATEMATICO (Discipline di riferimento)
MATEMATICA E FISICA• Utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, rappresentandole anche sotto
forma grafica
• Confrontare ed analizzare figure geometriche, individuando invarianti e relazioni
• Individuare le strategie appropriate per la soluzione dei problemi
• Analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi anche con l’ausilio dirappresentazioni grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le potenzialità offerte daapplicazioni specifiche di tipo informatico
I 4 ASSI CULTURALI
ASSE SCIENTIFICO-TECNOLOGICO (Discipline di riferimento)
SCIENZE INTEGRATE , GEOGRAFIA• Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e
riconoscere nelle varie forme i concetti di sistema e di complessità
• Analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di energia apartire dall’esperienza
• Essere consapevoli delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e socialein cui vengono applicate
I 4 ASSI CULTURALI
ASSE STORICO-SOCIALE(Discipline di riferimento)
STORIA, DIRITTO ED ECONOMIA, RELIGIONE
• Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso ilconfronto fra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali
• Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei dirittigarantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente
• Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo delproprio territorio
I 4 ASSI CULTURALI
1. IMPARARE AD IMPARARE;
2. PROGETTARE;
3. COMUNICARE;
4. COLLABORARE E PARTECIPARE;
5. AGIRE IN MODO AUTONOMO E RESPONSABILE;
6. RISOLVERE PROBLEMI;
7. INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI;
8. ACQUISIRE E INTERPRETARE L'INFORMAZIONE;
Le 8 COMPETENZE CHIAVE DICITTADINANZA
1. IMPARARE AD IMPARAREAnche le indicazioni nazionali per il 1°ciclo la prevedono. Serve per affinare abilità:
COGNITIVE: acquisire nuove conoscenze
SOCIALI: entrare in relazione nel contesto sociale
METACOGNITIVE: conoscenza che ogni studente ha dei suoi processi cognitivi e la
regolazione degli stessi in funzione di scopi ed obiettivi precisi.
ESEMPIO: è possibile scoprire l’area del parallelogramma avendo studiato solo l’area del rettangolo?
SI: se ci concentriamo sul metodo e sul processo e non sul risultato!
Le 8 COMPETENZE CHIAVE DICITTADINANZA
R.BORTONE-Che ce ne facciamo delle competenze di cittadinanza
2. PROGETTARE
Ogni giovane deve essere in grado di utilizzare le conoscenze apprese per darsi
obiettivi significativi e realistici. Questo richiede la capacità di individuare priorità,
valutare i vincoli e le possibilità esistenti, definire strategie di azione, fare progetti
e verificarne i risultati.(Oggi molti giovani non conoscono la realtà, le proprie potenzialità e quelle offerte dal mondo del lavoro)
Le 8 COMPETENZE CHIAVE DICITTADINANZA
3. COMUNICARE
Ogni giovane deve poter comprendere i messaggi di genere e complessità diversi
nelle varie forme comunicative e deve poter comunicare in modo efficace
utilizzando diversi linguaggi.
(Oggi molti giovani hanno grosse difficoltà a leggere, comprendere e scrivere un testo in italiano)
Le 8 COMPETENZE CHIAVE DICITTADINANZA
4. COLLABORARE E PARTECIPARE
Ogni giovane deve saper interagire con gli altri
comprendendone i diversi punti di vista.
(Oggi molti giovani assumono spesso comportamenti superficiali ed individualistici forse perché in una società fortemente omologante non riconoscono il valore della diversità e dell’operare insieme agli altri)
Le 8 COMPETENZE CHIAVE DICITTADINANZA
5. AGIRE IN MODO AUTONOMO E RESPONSABILE
Ogni giovane deve saper riconoscere il valore
delle regole e della responsabilità personale.
(Oggi molti giovani agiscono in gruppo per non rispettare le regole e per non assumersi responsabilità)
Le 8 COMPETENZE CHIAVE DICITTADINANZA
6. RISOLVERE PROBLEMI
Ogni giovane deve saper affrontare e risolvere situazioni
problematiche.
(Oggi molti giovani tendono a spostare in avanti i problemi o a sottacerli per la situazione di malessere esistenziale che vivono legata anche all’incertezza del proprio futuro)
Le 8 COMPETENZE CHIAVE DICITTADINANZA
7. INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E SOLUZIONI
Ogni giovane deve possedere strumenti logico concettuali che gli consentano di
affrontare la complessità del vivere in una società globalizzata.
(La complessità richiede legami forti e solidi)
Le 8 COMPETENZE CHIAVE DICITTADINANZA
8. ACQUISIRE ED INTERPRETARE L’INFORMAZIONE
Ogni giovane deve poter acquisire ed interpretare criticamente l’informazione
ricevuta valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni.
(Oggi molti giovani sono recettivi passivi della mole di informazioni e messaggi perché sono sprovvisti di strumenti per decodificarli ed analizzarli)
Le 8 COMPETENZE CHIAVE DICITTADINANZA
Come si fa a sviluppare le COMPETENZE DISCIPLINARI
e contestualmente le COMPETENZE DI CITTADINANZA?
Le competenze di cittadinanza non sono qualcosa altro rispetto agli
insegnamenti disciplinari, ma devono star dentro gli stessi insegnamenti.
Ma questo impone strategie metodologico-didattiche e valutative ad oggi
inedite ed una consapevolezza da parte dei docenti che non è qualcosa in più
rispetto all’insegnamento disciplinare, ma qualcosa che lo attraversa
modificandolo.
LE COMPETENZE disciplinari e le COMPETENZE di cittadinanza
R.BORTONE-Apprendere ad apprendere la regina delle competenze
L’EQF
Usare l’EQF-European Qualification Framework, cioè il Quadro Europeo delle Qualifiche e
deiTitoli come strumento di riferimento per confrontare i livelli raggiunti dai cittadini europei
in una prospettiva di apprendimento permanente, nel rispetto degli impegni assunti nella
Conferenza di Lisbona 2000.
Il Quadro Nazionale delle Qualifiche e deiTitoli indica lo strumento di classificazione delle
Qualifiche e dei Titoli secondo una serie di criteri basati sul raggiungimento di livelli di
apprendimento specifici.
Cos’è L’EQF
L’EQF, in inglese EUROPEAN QUALIFICATION FRAMEWORK, è un
dispositivo di traduzione, una griglia di conversione e lettura che
consente di mettere in relazione e posizionare, in una struttura a otto
livelli, i diversi titoli (qualifiche, diplomi, certificati ecc.) rilasciati nei
Paesi membri; il confronto si basa sugli esiti dell’apprendimento.
Si tratta di una meta-struttura rispetto alla quale, su base volontaria, gli Stati membri sono chiamati a rileggere i propri sistemi di
istruzione e formazione, in modo tale che ci sia un collegamento tra i singoli sistemi nazionali di riferimento per i titoli e le qualifiche
e il Quadro europeo EQF. L’EQF non è quindi né una duplicazione a livello europeo dei sistemi nazionali,né tanto meno un tentativo
di imporre un’omogeneizzazione dei titoli e delle qualifiche a livello europeo.
L’EQF
LIVELLI CORRISPONDENZE
Livello I Licenza media
Livello II Certificazione biennio
Livello III Qualifica
Livello IV Esame di Stato
Livello V I.T.S.
Livello VI Laurea breve
Livello VII Laurea
Livello VIII Master
L’EQF
LESSICO DELL’EQF
COMPETENZEIndicano la comprovata capacità di usareconoscenze ed abilità in situazioni dicontesto quali personali, lavorative, sociali.Nell’EQF Sono descritte in termini diresponsabilità ed autonomia
CONOSCENZEIndicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Sono l’insieme di fatti, principi, teorie, pratiche, relative ad un settore di studio o di lavoro. Sono o teoriche o pratiche.
RISULTATI DI APPRENDIMENTODescrive ciò che un discente conosce, capisce ed è in grado di realizzare al termine di un processo d'apprendimento. I risultati sono
definiti in termini di conoscenze, abilità e competenze come definite nel
PECUP
ABILITA’Indicano la capacità di applicare le conoscenze per portare a termine e risolvere problemi. Possono essere COGNITIVE( uso del pensiero logico, intuitivo, creativo) o PRATICHE (uso di abilità manuali)
ARISTOTELE
Le radici del concetto di competenza si trovano nella RAZIONALITÀ PRATICA ARISTOTELICA:
a) competenza tecnico-pratica: dal progetto, attraverso la tecnica realizzativa, si giunge al prodotto finale;b) competenza etico-sociale: dal bene-fine individuato, tramite la saggezza pratica, si giunge a una azione umana positiva;c) la competenza esperta come eccellenza nella pratica considerata.
SENECANon esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
È competente la persona autonoma e responsabileche ha coscienza dei propri talenti e della propriavocazione, possiede un senso positivo dell’esistenza, entra in un rapporto amichevole con la realtà in tutte le sue dimensioni, di cui coglie i principali fattori in gioco, è inserito in forma reciproca nel tessuto della vita sociale in cui agisce sapendo fronteggiare compiti e problemi in modo efficace.
La competenza indica una caratteristica di natura etico-morale della persona, una disposizione positiva di fronte al reale.
LA SCUOLA DI ATENE
L’insegnamento nel contesto dell’approccio percompetenze, cessa di essere una “successionedi lezioni”, ma procede come “organizzazione eanimazione di situazioni di apprendimento”.
Le motivazioni principali per introdurre tale concetto nella pratica scolastica riguardano ingenere la constatazione che gli esiti dell’apprendimento scolastico sono spesso ridotti aconoscenze inerti e abilità standardizzate poco trasferibili. La critica ha sottolineato ilimiti di tale situazione, di fronte all’evoluzione economica, sociale e tecnologica odierna.
“Pertanto la nozione di competenza include componenti cognitive ma anche componentimotivazionali, etiche, sociali e relative ai comportamenti. Costituisce l’integrazione di trattistabili, risultati di apprendimento (conoscenze e abilità), sistemi di valori e credenze,abitudini e altre caratteristiche psicologiche” (Ocse – Pisa).
C’è però chi sottolinea il carattere eminentemente soggettivo della competenza che èsempre “personale” , perché collegata a forme di interiorizzazione, di motivazione, diriflessione e di azione del tutto individuali.
Da questo punto di vista si afferma che non esistono
“competenze disciplinari”, nel senso di competenze
caratterizzanti una disciplina.
PRIMA OSSERVAZIONE
E’ pericoloso sottovalutare il ruolo delle conoscenze o dei saperi fondamentali:a) nel promuovere la coltivazione della persona in molte sue qualità interiori limitandosi ad aspetti funzionali;b) nella soluzione di problemi (senza una base ben organizzate di conoscenze non basta un insieme di abilità procedurali)
SECONDA OSSERVAZIONE
Lo stato motivazionale di uno studente dipende in gran parte da:a) la percezione di avere la capacità di raggiungere un obiettivo e/o svolgere un compito ;b) il valore soggettivo attribuito a tale obiettivo e/o compito
CERTIFICAZIONE DI CONTESTI INFORMALI E NON FORMALI DI APPRENDIMENTO
Contesti formali
Apprendimento erogato in un contesto
organizzato e strutturato,specificamente
dedicato all'apprendimento, che di norma
porta all'ottenimento di qualifiche,
certificati o diplomi;
Contesti non formali
Sono esempi tipici di apprendimento
non formale la formazione impartita sul lavoro, l'apprendimento strutturato online (ad esempio con l'uso di risorse educative aperte)
Contesti informali
Apprendimento risultante dalle attività
legate alla vita quotidiana, alla famiglia o al tempo libero e non strutturato in termini di obiettivi di apprendimento. Esempi sono le lingue e le abilità interculturali acquisite durante il soggiorno in un altro paese; le abilità ITC acquisite al di fuori del lavoro, le abilità acquisite nel volontariato, nelle attività culturali e sportive, nel lavoro, nell'animazione socio educativa e mediante attività svolte in casa (ad esempio l'accudimento dei bambini);
CERTIFICAZIONE DI CONTESTI INFORMALI E NON FORMALI DI APPRENDIMENTO
D.Lgs. 13 del 16 gennaio 2013,
"Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione degliapprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazionedelle competenze", a norma dell'articolo 4, commi 58 e 68, della legge 28 giugno 2012, n. 92. Il Decreto è entratoin vigore il 2 marzo 2013.
Raccomandazione del Consiglio dell'Unione Europea del 20 dicembre 2012
Convalida dell'apprendimento non formale e informale del 20 dicembre 2012.
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Art. 2
Identita' degli istituti professionali
COMMA 1. L’identità degli istituti professionali sicaratterizza per una solida base di istruzione generale etecnico-professionale, che consente agli studenti disviluppare, in una dimensione operativa, saperi ecompetenze necessari per rispondere alle esigenzeformative del settore produttivo di riferimento,considerato nella sua dimensione sistemica per unrapido inserimento nel mondo del lavoro e perl’accesso all’università e all’istruzione e formazionetecnica superiore
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Art. 3
ISTITUTI professionali PER IL SETTORE ECONOMICOI
I percorsi degli istituti professionali per il settore dei servizi di
cui all’allegato B) si riferiscono ai risultati di apprendimento e
agli strumenti organizzativi e metodologici di cui ai punti 2.1
e 2.4 dell’allegato A) comuni a tutti i percorsi degli istituti
professionali e al profilo culturale specifico e ai risultati di
apprendimento di cui al punto 2.2 dell’allegato medesimo, in
relazione ai seguenti indirizzi:
• a. Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (B1)
• b. Servizi socio-sanitari (B2)
• c. Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera (B3)
• d. Servizi commerciali (B4)
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Art. 4
ISTITUTI PROFESSIONALI PER IL SETTORE TECNOLOGICO
I percorsi degli istituti professionali per ilsettore industria e artigianato di cuiall’allegato C) si riferiscono ai risultati diapprendimento e agli strumentiorganizzativi e metodologici di cui ai punti2.1 e 2.4 dell’allegato A) comuni a tutti ipercorsi degli istituti professionali e alprofilo culturale specifico e ai risultati diapprendimento di cui al punto 2.3dell’allegato medesimo, in relazione agliindirizzi:
• a) Produzioni industriali ed artigianali (C1);
• b) Manutenzione e assistenza tecnica (C2).
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Art.5, comma 2,
I percorsi di cui al comma 1 hanno la seguente struttura:
A un primo biennio articolato, per ciascun anno, in 660 ore di attività e
insegnamenti di istruzione generale e in 396 ore di attività e insegnamenti
obbligatori di indirizzo, ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione di
cui al regolamento adottato con decreto del Ministro della pubblica istruzione
22 agosto 2007, n. 139 e dell’acquisizione dei saperi e delle competenze di
indirizzo in funzione orientativa, anche per favorire la reversibilità delle scelte
degli studenti;
b) un secondo biennio articolato per ciascun anno, in 495 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale e in 561 ore di attività e insegnamenti obbligatori di indirizzo;
C) un quinto anno articolato in 495 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale e in 561 ore di attività e insegnamenti obbligatori di indirizzo, che consentano allo studente di acquisire una conoscenza sistemica della filiera economica di riferimento, idonea anche ad orientare la prosecuzione degli studi a livello terziario con particolare riguardo all’esercizio delle professioni tecniche;
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Art.5, comma 2,
lett.d)
Si sviluppano soprattutto attraverso metodologie basate su:
• la didattica di laboratorio, anche per valorizzare stili di apprendimento induttivi;
• l’orientamento progressivo, l’analisi e la soluzione dei problemi relativi al settore produttivo di riferimento;
• il lavoro cooperativo per progetti;
• La personalizzazione dei prodotti e dei servizi attraverso l’uso delle tecnologie e del pensiero creativo;
• la gestione di processi in contesti organizzati
• l’alternanza scuola lavoro
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Art.5, comma 3,
d) possono costituire, nell'esercizio della loro autonomia
didattica, organizzativa e di ricerca, senza nuovi
maggiori oneri per la finanza pubblica, DIPARTIMENTI,
quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti, per
il sostegno alla didattica e alla progettazione formativa;
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Art.5, comma 3,
e) possono dotarsi, nell'esercizio della loro autonomia
didattica e organizzativa, di un COMITATO TECNICO
SCIENTIFICO, senza nuovi e maggiori oneri per la finanza
pubblica, composto da docenti e da esperti del mondo del
lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e
tecnologica, con funzioni consultive e di proposta per
l'organizzazione delle aree di indirizzo e l'utilizzazione
degli spazi di autonomia e flessibilità; ai componenti del
comitato non spettano compensi ad alcun titolo;
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Le prove per la valutazione periodica e finale e per gli
ESAMI DI STATO di cui ai commi 1 e 2 sono definite in modo
da accertare, in particolare, la capacità dello studente di
utilizzare i saperi e le competenze acquisiti nel corso
degli studi anche in contesti applicativi.A tal fine, con riferimento a specifiche competenze relative alle aree di indirizzo, le commissioni di esame si possono avv alere diesperti del mondo economico e produttivo con documentata esperienza nel settore di riferimento.
VEDI SLIDE 115
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Art.5, comma 3,
f) possono stipulare con una specifica e documentata esperienzCONTRATTI D'OPERA CON ESPERTI DEL MONDO DEL LAVORO E DELLE PROFESSIONI a professionale maturata nel settore di riferimento, ai fini dell'arricchimento dell'offerta formativa e per competenze specialistiche non presenti nell'istituto.
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Il profilo educativo, culturale e professionale dell’allievo (PECUP),
indica le mete finali dei percorsi formativi in quanto caratteristiche che un giovane dovrebbe sapere e fareper essere l’uomo e il cittadino che è lecito attendersi da lui in questo momento della sua crescita globale. È il punto di convergenza dell’azione educativa e formativa della scuola e
si riferisce alla persona (non alle discipline ed ai loro contenuti) come soggetto unitario
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
ALL.A
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
RISULTATI DIAPPRENDIMENTO
(specifici del settore SERVIZI
ALL. A-2.2.
(specifici del settore
INDUSTRIA E ARTIGIANTO
ALL.A-2.3)
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
ALL.A
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALE RISULTATI DI
APPRENDIMENTO(comuni a tutti i percorsi-ALL.A 2.1)
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
ALL.A
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI COMPETENZE
(del settore tecnologico ALL.C)
AREA DI ISTRUZIONE GENERALE
(comune a tutti gli indirizzi del settore economico)
DPR 15 marzo 2010 , n. 87
ALL.B e C
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI COMPETENZE
(ALL.B e C)DPR 15 marzo 2010 , n. 87
ALL.B e C
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
LINEE GUIDA
LINEE GUIDA
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
LINEE GUIDA - I BIENNIO(1.5.1)
LAVORARE PER COMPETENZEUna competenza si sviluppa in un contesto nel quale lo studente è coinvolto,personalmente o collettivamente:
nell’affrontare situazioni
nel portare a termine compiti
nel realizzare prodotti
nel risolvere problemi, che implicano l’attivazione e il coordinamento operativo di quanto sa, sa fare, sa essere o sa collaborare con gli altri
LINBEE GUIDA
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
LINEE GUIDA - I BIENNIO(1.5.1)LAVORARE PER COMPETENZENaturalmente nei primi due anni si tratta di prodotti non particolarmente impegnativi come:
sintesi scritte di testi studiati, alle quali si possono accostare riflessioni personali,
esempi di applicazioni pratiche,
argomentazioni critiche o risultati di discussioni di gruppo (eventualmente in lingua straniera);
ricerca di applicazioni di concetti e principi matematici e/o scientifici a casi di vita quotidiana e/o tecnici;
individuazione di fondamenti concettuali che fanno da supporto a procedure e tecniche presentate nelle attività di indirizzo;
l’impostazione e la realizzazione di piccoli progetti che implichino l’applicazione di quanto studiato;
progettazione di protocolli di laboratorio o di semplici ricerche sperimentali;
LINEE GUIDA
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
LINEE GUIDA - I BIENNIO(1.5.2)
LAVORARE PER PROGETTI In generale la pedagogia del progetto è una pratica educativa che coinvolge gli
studenti nel lavorare intorno a un compito condiviso che abbia una sua rilevanza,
non solo all’interno dell’attività scolastica, bensì anche fuori di essa. Ad esempio:
produzione di uno spettacolo
pubblicazione di un giornale
preparare un viaggio o un’escursione
scrivere una novella
redigere una guida turistica che descriva un luogo o un oggetto d’arte
preparare una esposizione
girare un film o un video
progettare e realizzare un sito informatico
partecipare a un’azione umanitaria
Per questa ragione, la pedagogia del progetto è utile all’acquisizione di competenze complesse, perché dà agli
allievi l’abitudine di vedere i procedimenti appresi a scuola come strumenti per raggiungere degli scopi che possono
percepire e che stanno loro a cuore, anche nella vita extra scolastica.
LINEE GUIDA
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
LINEE GUIDA - I BIENNIO(1.5.3)
IL PROBLEMA DELLA VALUTAZIONEUna competenza si manifesta quando uno studente è in grado di
affrontare un compito o realizzare un prodotto a lui assegnato,
mettendo in gioco le sue risorse personali e quelle, se disponibili,
esterne utili o necessarie. Questo può essere più direttamente
collegato con uno o più insegnamenti, oppure riferirsi più
direttamente a un’attività tecnica e/o professionale. Comunque,
esso deve poter sollecitare la valorizzazione delle conoscenze,
delle abilità apprese e delle altre caratteristiche personali in
maniera non ripetitiva e banale. Di qui l’importanza di costruire un
REPERTORIO DI STRUMENTI E METODOLOGIE DI
VALUTAZIONE, che tengano conto di una pluralità di fonti
informative e di strumenti rilevativi.
LINEE GUIDA
IDENTITA’ DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI
LINEE GUIDA - I BIENNIO(1.5.3)
IL PROBLEMA DELLA VALUTAZIONEPer quanto riguarda, in generale, le fonti informative sulla basedelle quali esprimere un giudizio di competenza, possono essereClassificate secondo tre grandi ambiti specifici:
quello relativo ai risultati ottenuti nello svolgimento di un compito o nella realizzazione del prodotto;
quello relativo al processo con cui lo studente è giunto a conseguire tali risultati;
quello relativo alla percezione che lo studente ha del suo lavoro.
LINEE GUIDA
VEDI SLIDE
Elementi di debolezza
• Situazione di scarsa chiarezza e di ritardi nelle disposizioni ministeriali relative alla riforma;
• Sensazione di abbandono e di “sfruttamento” da parte dei docenti che provoca resistenza al cambiamento
• Abitudine all’individualismo, a mantenersi nei confini della propria disciplina
• Poca dimestichezza a lavorare in gruppo
Elementi di forza
Fanno parte del tessuto specifico dei Professionali/Tecnici:
• Dimestichezza con il concetto di competenze trasversali
• Dimestichezza, per alcune discipline, con una programmazione agganciata alla realtà (IFS, postqualifica ecc.)
• Abitudine ad attuare una valutazione formativa che tiene conto di competenze e processi di apprendimento, e non solo di risultati legati ai contenuti
L’ UDA deve sempre mirare almeno una competenza tra quelle presenti nel repertorio di riferimento
L’UDA prevede sempre compiti reali (o simulati) e relativi prodotti che i destinatari sono chiamati a
realizzare ed indica le risorse (capacità, conoscenze, abilità) che egli è chiesto di mobilitare per diventare
competente.
L’UDA prevede compiti che conducono a prodotti di cui egli possa andare orgoglioso e che costituiscono oggetto di una valutazione più attendibile.
Occorre selezionare i nuclei essenziali del sapere intorno ad un numero contenuto di compiti-prodotti, tali da sollecitare gli studenti a divenire competenti.
Le UDA sono autoconsistenti, ovvero stanno in piedi da sole poiché aprono e chiudono un ambito del sapere, segnalato anche dalle realizzazioni degli studenti.
Ogni attività formativa si svolge tramite UDA, ovvero per mezzo di lavori significativi, dotati di senso e di valore, che sollecitano lo studente ad imparare facendo
U.D.A.
1. DIPLOMA
2. CERTIFICATO ALLEGATO AL DIPLOMA (Art.26, c.7 e 8) ESAMI DI
STATO 2015/2016
CM. 252/19 aprile 2016
3. SUPPLEMENTO EUROPASS (Art.27)
4. CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE()
http://www.isfol.it/europass/supplementi-al-certificato/cs-licei
VALUTAZIONE
COMPETENZE D’ASSE
VALUTAZIONE
COMPETENZE DICITTADINANZA