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Il caso di Andrea La situazione di Andrea è sempre stata
particolare.Fin dalla classe seconda primaria
le maestre hanno riferito a sua mamma le
difficoltà che sovente incontrava nel mondo
della matematica. Scriveva i numeri
scambiando le decine con le unità e viceversa
e la situazione è peggiorata quando in classe
stato introdotto il calcolo scritto. Il risultato non
era mai giusto sia per i problemi sopra descritti
sia per le difficoltà a incolonnare in modo
corretto anche semplici numeri a due cifre. Gli
errori di riporto poi giunto in quarta classe
sono aumentati a tal punto da non poter
sfuggire nemmeno alle prese in giro dei
compagni. A scuola la maestra e a casa la
mamma gli ripetevano sempre che era
sbadato che doveva stare molto più attento se
voleva essere un bravo scolaro ma dopo aver
sentito queste frasi Andrea pensava solo:” non
sono capace di fare nulla non valgo niente
forse semplicemente non sono intelligente e
con i miei compagni“ fino a che Andrea non ha
detto a sua mamma non mi piace proprio la
matematica non ci riesco ogni sforzo è inutile
Andrea era solo in quarta classe primaria!
Discalculia evolutiva
La discalculia evolutiva è un disturbo che interessa la produzione o la comprensione delle quantità, il saper riconoscere i simboli numerici, il saper eseguire le operazioni aritmetiche di base.
È possibile distinguere due differenti profili di deficit
quello relativo alle alterazioni nella componente di cognizione numerica basale ,ad esempio subitizing, quantificazione, comparazione, seriazione e strategie di calcolo a mente )
quello caratterizzato da debolezza nelle procedure esecutive del calcolo
Il problema principale in soggetti con discalculia
associata a dislessia è il conteggio veloce e
accurato: questa particolare difficoltà, a cascata,
determinerebbe problemi nell’eseguire addizioni
o utilizzare adeguate strategie di calcolo.
L’ICD 10 presenta il disturbo del calcolo come caratterizzato da prestazioni sostanzialmente inferiori a quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto nella capacità di calcolo, misurata con test standardizzati somministrati individualmente .
L’anomalia deve interferire in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività di vita quotidiana che richiedono capacità di calcolo .
Si parla cioè di abilità di base per apprendere il calcolo e si escludono problematiche che coinvolgono abilità più complesse come affrontare procedimenti di tipo algebrico, lo studio della trigonometria e della geometria.
COSA OSSERVARE?
I sintomi da osservare per orientarsi all’interno del disturbo del calcolo sono dunque:
incapacità di comprendere i concetti di base di particolari operazioni
mancato riconoscimento dei simboli numerici
difficoltà ad allineare correttamente i numeri o a inserire decimali
difficoltà a organizzare per iscritto il calcolo
incapacità ad apprendere il calcolo a mente e i fatti numerici.
In realtà sono da osservare anche altri sintomi
che definiscono con precisione le abilità di
cognizione numerica basale
essere in grado di contare per contare, anche
all’indietro
leggere scrivere correttamente i numeri
riconoscere la quantità a colpo d’occhio,
comparazione tra quantità
L’età minima in cui è possibile porre diagnosi di
disturbo specifico del calcolo coincide con il
completamento della terza classe di scuola primaria.
l’analisi dei disturbi della cognizione numerica
invece richiede un’individuazione precoce di soggetti
a rischio tramite la valutazione di eventuali ritardi
nell’acquisizione di abilità inerenti alle componenti di
intelligenza numerica ,possibile già in eta’prescolare
:capacità di conteggio ,conoscenze lessicali
semantiche sintattiche.
Dalla diagnosi di discalculia vanno escluse le
difficoltà di soluzione dei problemi matematici.
Cosa possono fare la
scuola e genitori
Fin dalla scuola dell’infanzia,famiglia e
insegnanti possono facilitare lo sviluppo di
una competenza numerica attraverso
l’esposizione del bambino a una serie di giochi
che lo portino a confrontare quantità ,
aggiungere, togliere , dividere o prendere più
volte gli elementi.
Durante i primi anni della scuola primaria è
sempre bene supportare l’insegnamento della
matematica con del materiale concreto tangibile
per il bambino e all’occorrenza anche
manipolabile.
Alla luce del grande coinvolgimento delle
competenze visuo-spaziali è bene che i numeri
trovino inizialmente una facile e immediata
rappresentazione attraverso l’utilizzo di una linea
dei numeri
Bisogna considerare inoltre che il bambino è in possesso del più prestigioso strumento analogico di supporto del calcolo : le mani !l’automatizzazione dei calcoli entro il 5 e il 10 è fondamentale per un corretto insediarsi delle strategie di calcolo a mente.
il bambino, dopo aver acquisito la capacità di utilizzare velocemente le dita, con esercizi del tipo aggiungi uno, togli uno, ecc. riuscirà progressivamente a crearsi una corretta rappresentazione mentale
è necessario che scuola e famiglia adottino una linea comune e condivisa di insegnamento.
Per l’acquisizione delle tabelline insegnanti e genitori dovranno insistere affinché queste non vengano imparate a memoria come filastrocca quanto piuttosto che gli alunni comprendono il significato di prendere 2,3,4 per uno stesso numero :anche in questo caso può essere utilizzato del materiale concreto
Importante che tutti gli strumenti compensativi dispensativi siano quanto più possibile costruiti da loro stessi in ambito riabilitativo : proprio gli stessi strumenti poi dovranno essere utilizzati in classe in modo tale che essi abbiano un personalissimo materiale di lavoro nel quale sapranno orientarti agevolmente.
Inoltre l’insegnante può anche creare esercizi mirati, volti a esercitare alcune delle abilità coinvolte nel processo di calcolo e problem solving.
Secondo le linee guida per i DSA gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria e che sollevano l’alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo.
la definizione in linea con quella generale di ausilio può essere estesa a tutti i BES compresa anche la disabilità:
un display braille per un alunno cieco, un sistema ingrandente per un ipovedente, un Supporto mnemonico per un alunno con deficit di memoria, un sistema di scrittura alternativo in caso disabilita’ motoria rientra indubbiamente tra gli strumenti compensativi.
La compensazione in
matematica Parlando di difficoltà o disturbi in ambito matematico si
pensa subito alla calcolatrice o altri supporti per il
calcolo… in realtà la gamma di supporti compensativi
è molto più ampia e può comprendere molti oggetti e
strumenti diversi come formulari, tabelle di
conversione, schemi di supporto, guide…
fondamentali sono le strategie compensative che
spesso gli alunni sviluppano da soli come quelle
diffusissime basate sul supporto delle dita o su sistemi
di calcolo considerate a volte poco ortodossi ma che
funzionano
Il primo criterio di valutazione da considerare è l’efficacia di strumenti e strategie compensative devono veramente compensare cioè bilanciare il disturbo o la difficoltà
abbiamo tre domande
esistono strumenti compensativi in grado di rispondere a queste esigenze?
sussistono nel caso specifico le condizioni perché effettivamente funzionino ?
sono convenienti?
Gli strumenti compensativi
da usare devono esistere
Sarebbe ingenuo pensare che per ogni disabilità, disturbo o
difficoltà ci sia qualcosa in grado di svolgere un ruolo
compensativo come un enorme farmacia che offre rimedi per
tutto.
Parlando di DSA abbiamo effettivamente qualche probabilità
in più di individuare un sistema di questo tipo perché la
specificità del disturbo facilita ,anche se non garantisce
l’individuazione di una risorsa compensativa.
Se la difficoltà di calcolo va oltre, ad esempio, la semplice
esecuzione delle operazioni e, come spesso succede,
coinvolge il problem solving, la calcolatrice serve a poco.
Gli strumenti compensativi
devono funzionare
L’efficacia degli strumenti dipende solo parzialmente dallo
strumento stesso mentre determinante risulta il contesto d’uso e
soprattutto, nel caso di tecnologie compensative e altri strumenti più
complessi, le competenze individuali del soggetto.
Per questo parliamo di competenze compensative :
per compensare una difficoltà con uno strumento in particolare se è
complesso e flessibile come il computer , non basta una generica
conoscenza e abilità d’uso, ma serve proprio la padronanza di chi lo
sa usare in modo maturo e critico, piegandolo alle proprie esigenze.
Se pensiamo ad esempio alla lettura con la sintesi vocale,
competenza significa essere capaci davvero di leggere in modo attivo,
non solo di ascoltare in modo passivo.
Ovviamente anche le competenze compensative
si possono acquisire ma occorre pianificare un
percorso di formazione perché e’ assolutamente
irrealistico pensare che si sviluppino
autonomamente.
Sia il decreto attuativo di sui DSA che le
annesse Linee guida hanno chiaramente
specificato che e’ compito della scuola
promuovere queste competenze e questo
principio può certamente essere esteso a tutte le
situazioni di BES.
Gli strumenti compensativi
devono essere convenienti Per convenienza si inte intende il bilancio tra controindicazioni che possiamo prevedere, contenere, ridurre, governare ed effetti positivi .
Molti svantaggi legati all’uso dei sistemi compensativi derivano dall’idea della concessione straordinaria che li accompagna.
l’uso della calcolatrice, ad esempio, non può essere solo compensativo destinato solo a chi ha un pdp, ma può diventare un normale strumento didattico da usare, ad esempio, per verificare la correttezza di un calcolo fatto a mano .
gli strumenti compensativi individuati in un pdp si possono usare all’esame di Stato sia del primo che del secondo ciclo e questo vale anche per gli alunni con BES individuati autonomamente dalla scuola!!!
La calcolatrice
La calcolatrice è considerata lo strumento compensativo per antonomasia in caso di discalculia.
in realtà per un’efficace uso compensativo della calcolatrice e ‘ necessario che il disturbo sia effettivamente circoscritto al calcolo.
per tenere meglio sotto controllo le operazioni e non solo un operatore alla volta e il risultato finale come nelle comuni calcolatrice da tavolo, sono utili calcolatrici multi righe su pc o tablet, che mostrano sullo schermo l’ intero calcolo
quando risulta faticosa ed incerta l’acquisizione di automatismi, come nel caso delle tabelline , possono essere usati semplici supporti mnemonici di vario tipo come la tavola pitagorica oppure meccanismi meccanici come il tubo pitagorico o cine estetici come la famosa strategie di calcolo con le dita delle tabelline del 6 7 8 9 .
evitare invece le filastrocche in rima e in generale strategie che funzionano solo per alcune tabelline, perché poi è facile confonderle quando si applicano.
sono strumenti compensativi anche formulari tabelle con le regole e schemi visivi con i nomi delle figure geometriche delle loro parti mappe che aiutano a classificare correttamente figure solide