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La gestione deglistrumenti finanziari e i rapporti con le banche

Varese, Centro Congressi Ville Ponti 8 maggio 2009

Relatore: Alberto PedroliResponsabile Direzione Crediti Corporate di

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La gestione degli strumenti finanziari e i rapporti con le banche

Obiettivo:condurre qualche riflessione al fine di consentire ad una PMI di conoscere le logiche sottostante all’erogazione del credito e quindi di poter migliorare i rapporti con le proprie banche.

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Agenda:• 15/9/2009

• “Open day” tra i razionali di erogazione del credito da parte delle banche

• “Momentum” delle imprese

• Come ottimizzare il rapporto con la propria banca: qualche suggerimento.

15/9/2009Chapter 11

Lehman Brothers(rating AA)

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• Il mondo ha ultimato il risveglio, iniziato con la vicenda dei “mutui sub-prime” nel luglio 2007, da un “limbo” virtuale nel quale tutto era possibile. Si è ricordato che le Banche, al di là dei paracadute normativi, sono soggetti economici e pertanto potenzialmente insolventi.

• Il mondo finanziario, in particolare, ha toccato con mano gli effetti della crisi di liquidità (compresa la temuta corsa allo sportello o “bank run” per ritirare i depositi).


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La crisi di liquidità si è manifestata nei suoi tratti caratteristici:• Immediato contagio: ogni banca è depositante presso altre banche (canale di propagazione è la rete interbancaria), e non si fida più (o si fida meno) delle corrispondenti presso le quali deposita la propria liquidità (rischio di credito)• Costringe gli intermediari a cedere a sconto attivitàfinanziarie non liquide e pregiate (titoli e prestiti fatti a primarie aziende) con impatti economici negativi.• Può condurre all’insolvenza intermediari che non trovano fondi per coprire i loro impegni a breve

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• Può comportare una restrizione del credito ai debitori finali, con conseguenze immediate sull’economia reale. • Rende incandescenti i prezzi (tassi) a breve e brevissimo del mercato monetario• Condiziona gli equilibri gestionali di Tesoreria evolvendoli da una spirale virtuosa (ciascuna banca presta le riserve in eccesso, che innesca un meccanismo di moltiplicatore bancario) ad una involutiva (mantenimento di posizioni fortemente liquide).

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Spread medi applicati sugli scambi interbancari (eur ibor) a 3 mesi

Inizio “sub-prime”

Default Lehman

Fonte Ecb

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Dati aggiornati al 31/3/2009 – Fonte Ecb

M0 (o base monetaria), comprende la moneta legale, ossia le banconote e le monete metalliche che per legge devono essere accettate in pagamentoM1 (o liquidità primaria), che comprende M0 più tutte le altre attività finanziarie che come la moneta possono fungere da mezzo di pagamento (essenzialmente i depositi in conto corrente, se trasferibili a vista mediante assegno); M2 (o liquidità secondaria), che comprende M1 più tutte le altre attività finanziarie che, come la moneta, hanno elevata liquidità e valore certo in qualsiasi momento futuro (essenzialmente i depositi bancari e d'altro tipo, ad esempio quelli postali, non trasferibili a vista mediante assegno); M3, che comprende M2 più tutte le altre attività finanziarie che come la moneta possono fungere da riserva di valore (ad esempio i titoli a reddito fisso con scadenza a breve termine, come i BOT italiani).

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Interventi BCE

Euro ECB Interest RatesRelease Date Expected Previous Announced05-Feb-09 2.00% 2.00% 2.00%05-Mar-09 1.50% 2.00% 1.50%2-Apr-09 1.00% 1.50% 1.25%

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La velocità di uscita

Pil (var %) 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

USA 2,0 1,1 -3,3 -0,4 1,5 1,8 1,6

Japan 2,4 -0,7 -5,5 0,1 0,7 1,2 1,2

UK 3,0 0,7 -4,1 -0,1 1,1 1,8 2,0

Italia 1,5 -1,0 -4,2 0,0 0,8 1,1 1,2

Uem (16 paesi) 2,6 0,7 -3,7 0,1 1,0 1,5 1,6

Ue (27 paesi) 2,9 0,7 -3,7 0,2 1,1 1,7 1,7

Cina 11,4 9,0 6,6 7,8 8,1 7,9 8,3

India 9,3 7,4 5,1 4,4 4,6 4,9 5,1

America Latina 5,6 5,0 -2,1 0,7 1,7 2,2 2,5

Prometeia – Aprile 2009

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“Open Day” tra i razionali di erogazione del credito da parte delle banche

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Premessa:1.L’istruttoria nella concessione/gestione del credito viene svolta dalle Banche in ottica di amministrazione dei propri attivi creditizi.2. L’istruttoria si fonda su modelli di valutazione che traducono la base informativa disponibile sull’azienda, per il tramite dell’Analisi Fondamentale, in valutazioni efficaci, cioè affidabili e dimostrabili.

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Base informativa:

1.Analisi strategica2.Analisi storica3.Informazione patrimoniale4.Piani prospettici5.Imprenditore/management6.Rating

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Domanda: Quali risposte ha elaborato ed elabora l’azienda rispetto al suo quadro di riferimento strategico?

1. Analisi strategica:• Quadro macroeconomico• Quadro di settore• Analisi delle risorse e delle competenze di base e distintive a livello di A.S.A.(area strategica di affari) e a livello corporate (complessivo di azienda)

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Relazioni umane Tecnologia

informatica

Risorse immateriali intangibili

Leve del valore collegate alle

competenze distintive

InnovazioneLeve del valore collegate alle

competenze di base

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Sensitivitàdel contesto macroecono

mico

Struttura del

settore

Posizione nel ciclo di

vitaNuovi

concorrenti

Livello di innovazio

ne

Prodotti sostitutiv

i

Potere degli

acquirenti

Potere dei

fornitori

Leve del valore collegate alle condizioni di ambient e

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Ratio:• L’esame viene condotto in senso storico e tendenziale;• eventuali nuovi disegni strategici devono essere misurabili negli effetti che presumibilmente impatteranno.•Nessun modello, neppure quello proposto, è in grado di rappresentare e catturare tutte le leve strategiche del valore • Per ogni settore merceologico è possibile identificare delle leve del valore fondamentali e delle leve del valore guida• L’analisi ci conduce a cogliere eventuali peculiarità (fattori critici di successo o criticità) nelle strategie poste in atto.

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Domanda: Quale risultati ha conseguito nella storia l’azienda?

2. Analisi storica:• Contabili (bilanci riclassificati ed indici)• Economici (contabilmente inespressi – es.

plusvalori)• Finanziari (rendiconti e indici relativi; centrale dei

rischi; rapporti con banche; status quo finanziario)

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Domanda: qual’è il profilo delle dotazioni dell’azienda?

3. Informazioni patrimoniali:• “fair value” e grado di liquidabilità dell’attivo fisso• esplicitazione delle attività e passività finanziarie e

relativi fair value• Intangibili specifici e loro valorizzazioni


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Intangibile: due osservazioni

• L’intangibilità di talune delle più importanti attivitàdi una azienda rende molto più difficile capire quanto essa realmente “valga”.

• La maggior parte delle aziende non ha le informazioni e gli strumenti di controllo richiesti per una efficace gestione e valutazione degli intangibili.

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Intangibile specifico: (semplificando molto) deve essere

1.All’origine di costi attuali e di utilità prolungata nel tempo2.Misurabile nel suo valore3.Trasferibile, cioè cedibile a terzi, sia pure a certe condizioni e talvolta congiuntamente ad altri beni materiali o immateriali.

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Valore di libro/patr. netto

Plusvalori patrimoniali

Intangibili specifici

Avviamento(intangibili Generici)

redditività

valo

re

badwill

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Domanda: Quali sono i piani e le visioni dell’azienda per il futuro?

4. Piani pluriennali:• Piani formalizzati (corredati anche di analisi

strategiche)• Piani desunti (ovvero realizzati a partire da

colloqui con la clientela)

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I piani vengono fatti oggetto di:• verifica degli assunti econometrici sottostanti• verifica della capacità di implementazione da parte dell’organizzazione, della dirigenza, dell’imprenditore• Analisi delle sensitività alla luce di configurazioni di diversi scenari ipotizzati (pessimo, medio, ottimo).

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Analisi della sensitività (o “stress test”):• metodologia di modificazione dinamica dei risultati ipotizzati a partire da variazione positiva/negativa degli scenari ipotizzati.• consente di valutare quando un piano diventa insostenibile e brucia cassa (contingency) e di confidenza (piena sostenibilità del piano);• è concettualmente applicabile in senso predittivo anche per identificare i livelli di bep.

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Domanda: Chi è l’artefice di tutto ciò?

5. L’imprenditore e il Suo management• Storia e correlazioni con i risultati storici aziendali• Visione del contesto attuale e futuro• Missione in corso di realizzazione (sue declinazioni)• Valutazione dell’adeguatezza in relazione alla realizzazione dei piani prospettici tracciati o alla soluzione di eventuali patologie aziendali identificate.

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Il Sistema bancario è impegnato, per disposto normativo volto al recepimento dell’Accordo Internazionale “Basilea 2”, a misurare il rischio connesso a tutti gli ambiti di attività, al fine di giungere a verificare l’adeguatezza del patrimonio posto a presidio dei rischi stessi.La tecnicalità di misurazione per la rischiosità delle attività creditizie è il rating.

6. Rating

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6. RatingE’ uno “shaker” nel quale vengono elaboratii contenuti dell’analisi fondamentale condotta secondo i razionali illustrati (bilancio, piani prospettici, ambiti qualitativi e intangibili), integrati dai riscontri andamentali di rapporto.Nasce una scala, i gradini della quale (il numero dipende dal sistema che il singolo istituto si è dato) rappresentano livelli di maggiore e minore validitàfondamentale e andamentale.

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Andamentale di rapporto:•E’ la pesatura qualitativa con il quale la Banca recepisce il flusso di lavoro destinatole dall’azienda.•Tiene conto, tra l’altro, di sconfinamenti, % di insoluti, Anticipi scaduti, CR sconfinata/anomala.•Sovente rating fondamentali ottimi sono “demoliti”da irregolarità andamentali, con significativo degrado del merito complessivo.

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Le Banche sono chiamate – ad integrazione del processo di rating - in ogni caso ad elaborare una istruttoria quali-quantitativa.Qualora il rating fornisca una valutazione che l’istruttore non condivide, si applica il principio di prevalenza dell’uomo sulla macchina; il rating viene sottoposto a “over-ride ”, e viene ridefinito manualmente.

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Un tema oggi particolarmente “caldo” èrappresentato dalla “trasparenza” verso il cliente della valutazione di rating (c.d. disclosure ); ciò apre alle tematiche di una discussione in atto a livello ABI-Confindustria-Governo:• modalità della comunicazione (quando, come)• diffusione “comprensibile” dei modelli di elaborazione sottostanti

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Momentum delle imprese

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• Il 30/9/2008 si è chiuso un esercizio difficile ma tutto sommato ancora positivo per volumi esitati (petrolio a 150 $, cambio Euro/Usd sino a 1,59 del 23/4/2008)• L’1/10 se ne è aperto un altro, le dinamiche del quale le aziende italiane non avevano maisperimentato.• Un trimestre ha condizionato il risultato dell’intero esercizio 2008• Qualche “segnalino” a partire da aprile 2009….(per alcuni è purtroppo solo chiamata al riassortimento di magazzino -?-)

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Dinamiche riscontrate:• Crollo intersettoriale ordinativi nell’ordine del 20,30,40,50%• Livelli di punto di pareggio “saltati”• Storie e geometrie di mercato completamente sconvolte• Cassa aziendale soggetta a “consumo” e non più a “produzione”/mantenimento• Livelli occupazionali non sostenibili.• Tempistica di uscita dalla crisi: non definibile.

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Reazione a “macchia di leopardo”:• gestione della contingenza con particolare attenzione alla finanza (cassa)• Strutturazione e attivazione di piani di revisione strategico-organizzativi volta alla dismissione di attivi non strategici e di capacità produttiva eccedente, per adeguare i livelli di punto di equilibrio (dimagrimento), con orizzonti di implementazione molto brevi• Semplificazione del “catalogo prodotti”

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Zoom sulle imprese della Provincia di Varese

Dati desunti dallo studio “Effetti della crisi finanziaria e rapporto Banca” a cura dell’Univa, realizzato su di un campione statistico multisettoriale di 124 imprese con

6.250 addetti

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Oltre il 70% delle aziende del campione dichiara che il primo trimestre 2009 ha fatto registrare una riduzione di volumi e produzione rispetto al IV trimestre 2008. Il consensus per il trimestre in corso è di ulteriore peggioramento per il 50% ca del campione selezionato.

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Quali aggiustamenti nel mondo delle imprese a seguito della crisi?

1. Investimenti: riduzione : in genere le capacità produttive sono molto abbondanti; margini da automazione decrescenti.aumento: filiera servizio/logistica; “vera” innovazione; produttivitàcomplessiva integrata tra più aziende.

2. Costi: riduzione : variabilizzazione dei costi contraendo le risorse impiegate; fine della guerra per accaparrarsi “talenti” emergenti.Aumento: costi di controllo; valore della stabilità

3. Innovazione: riduzione :Aumento: Unica vera leva di creazione di valore a lungo termine; focus su prodotto, processo, mercato, filiera…

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Come ottimizzare il rapporto con la propria banca:qualche suggerimento

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Fonte: Univa “Effetti della crisi finanziaria e rap porto banca

Che cosa le aziende di Varese annotano quale comportamento delle Banche in seno alla crisi:• I rapporti sono peggiorati (ca 60% del campione)

Di questo 60% il • 55% ca rileva innalzamento degli spread• 59% ca rileva allungamento tempistiche di delibera e maggiore rigore, oltre alla richiesta di documentazione integrativa• il 31% ca rileva riduzione di affidamenti/maggiore rigore/richieste di garanzie integrative

Richieste alle banche:• Prossimità al territorio• Valorizzazione del rapporto

interpersonale• Condivisione delle necessità

ed elasticità negli interventi• Valorizzazione del ruolo dei

Confidi• Mantenimento dei livelli di

affidamento• Maggior trasparenza nelle

valutazioni e nei costi esposti

Richieste al Sistema:• Rispetto dei termini di

pagamento della P.A.• Trasparenza Rating• Patrimonializzazione

aziende (Detassazione utili reinvestiti, maggiore deducibilità degli Oneri finanziari, Rivalutazione Patr. Imm.re, rafforzamento flussi finanziari verso aziende che si ricapitalizzano

• Rafforzamento Confidi42

I desiderata delle aziende in materia creditizia:


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Bisogni primari delle imprese in questo momento di contingenza

• “bep” non rispettato• Livelli occupazionali eccedenti• Cassa aziendale in assorbimento ad opera della gestione ordinaria• Abbondanza di linee di smobilizzo crediti (fatturato -30%...)• Affrancamento della posizione finanziaria con conversione di linee di b.termine a medio• Possibile necessità di ulteriore provvista, preferibilmente a medio termine.

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Situazione nella quale si trovano le banche

• Dei 5 pilastri di analisi ne vivono 2 ½, ovvero: 1. Imprenditore2. piani prospettici3. (1/2) status quo finanziario/patrimoniale

I rimanenti “pilastri” oggi non forniscono aiuto efficace, riferendosi a “epoche” economiche che, come detto, passate.

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Bisogni primari delle banche :Avere di fronte un imprenditore che:

•diagnostica in modo compiuto lo stato di crisi, la perimetra, e traccia delle linee di intervento;• stabilizza i flussi ponendo rimedio all’emorragia di cassa, dando respiro al business nel suo complesso;• agisce sulle leve del valore al fine di ottimizzare il profilo della sua azienda.

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Diviene fondamentale per le banche godere oggi del più aggiornato strato informativo possibile, che consenta risposte articolate alle seguenti domande: • Che cosa fa l’azienda per fronteggiare la crisi (contingenza)• Che cosa farà l’azienda per affrontare la crisi (revisione strategico-organizzativa, se necessaria/opportuna)• In che condizioni versa la Tesoreria ed il portafoglio ordini.

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La scommessa è vincibile coniugando le reciproche necessità dell’impresa e della banca, nella COMUNICAZIONE.

Questa deve essere sistematica, informativa, documentale.

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Da un lato la Banca deve condividere i risultati dei propri processi di istruttoria, evidenziando quali siano i punti di forza e di vantaggio, ma anche le criticità e le incoerenze. Con questo si traduce il concetto di “rispetto” verso la clientela. Amerebbe, d’altro canto, ricevere informativa privilegiata dall’impresa.

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L’azienda riteniamo debba comunicare alla banca tutta l’attività che la vede impegnata nella definizione strategica, nella visione prospettica, nelle difese di contingenza, nelle consuntivazioni (anche parziali, soprattutto in questa fase economica).Deve però pretendere che la banca si abitui a comunicare a sue volta le ragioni tecniche di ogni diniego, ma anche le motivazioni degli assensi, e soprattutto proponga fattive soluzioni alle problematiche riscontrate.

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In questo circolo virtuoso le banche giungono a conoscere esattamente dove si colloca oggi l’azienda, e questa interagisce sugli aspetti del proprio profilo che creano difficoltà alle banche.

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Il sistema bancario è ben conscio dell’inopportunità, in questa contingenza, del procedere ad un generalizzato “credit crunch”.Il motivo risiede nel fatto che oggi non è una singola azienda interessata dalla contingenza, bensì l’intero sistema (del quale le stesse banche fanno parte).

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Auspicio finale:

Questa crisi passerà.

Se da questa contingenza banche e imprese trarranno una nuova modalità di comunicazione derivante dalla riacquisita consapevolezza reciproca di essere “Sistema”, questa crisi (in tutta la sua gravità) non sarà venuta invano.

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