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NUMERO 9 NUMERO 9 NUMERO 9 NUMERO 9 NUMERO 9 PROPOSTA PER LA PARTECIPAZIONE E L'INFORMAZIONE PROPOSTA PER LA PARTECIPAZIONE E L'INFORMAZIONE PROPOSTA PER LA PARTECIPAZIONE E L'INFORMAZIONE PROPOSTA PER LA PARTECIPAZIONE E L'INFORMAZIONE PROPOSTA PER LA PARTECIPAZIONE E L'INFORMAZIONE SETTEMBRE 2006 SETTEMBRE 2006 SETTEMBRE 2006 SETTEMBRE 2006 SETTEMBRE 2006 la PARROCCHIA la PARROCCHIA . . . . . «Scandalo della Speranza» Don Nando, io lo ricordo così Don Nando, io lo ricordo così: ....anni ’60... ai centri estivi del- l’Opera Diocesana «Madonna dei bambini» in Chiavari, alla Rotonda, non esitava ad attaccare un carretto al suo fragilissimo motorino, per “scarrozzare” i bambini da un punto all’altro del cortile interno; in questo modo faceva divertire i piccoli ed aiutava noi giovanissime assistenti che, oltre un limitato spazio e un po’ di inventiva nei giochi, non aveva- mo altro a disposizione. ... anni 70... Campeggio a Massa Marittima.. ...durante i viaggi di trasferimento effettuati sulla tortuosa Via Aurelia, sempre attento a notare se qualche ragazzo o assistente fosse in difficol- tà. Nei giorni precedenti i turni di campeggio, instancabile nell’orga- nizzare ogni minima cosa per rende- re piacevole il soggiorno... ... Mai nelle prime file, all’ora della refezio- ne, sempre preoccupato che i suoi ragazzi e i suoi giovani avessero quanto e più del necessario... ... Impegnato fuori sede, con tempi e modi strettissimi, approfittava di una delle tante telefonate per fare gli auguri di Buon Onomastico alle “Lu- cia” “Anna” “Luigi” ... che si trova- vano di turno al centralino telefoni- co... ... Quando una delle tante giovani, allora occupate al Villaggio, era in dolce attesa, ti faceva sentire, pas- sandoti accanto, quasi in punta di piedi, la sua partecipazione gioiosa e riverente per il miracolo della vita che tu portavi in grembo... ... anni 90... dopo la vendita della Tenuta di Pian dei Mucini a Massa Marittima, a me che gli chiesi se non fosse dispiaciuto di aver lascia- to quei luoghi dove tanto lavoro era stato fatto, mi rispose: “Anna, io mi attacco al bene, non ai beni”. ... Ultimo regalo ... Ogni parola pronunciata dal suo letto di soffe- renza, ma soprattutto queste: “Il Rosario deve essere la preghiera del cristiano, anche una mamma che prepara il pranzo per i suoi bambini, può recitarlo”. Grazie don Nando di essermi vissu- to accanto negli anni della mia gio- vinezza, sono certa di potermi ri- volgere a te, in ogni momento della mia vita... Anna g Il nostro Carlo Bo, nel 1957, intitolava così un suo prezioso libro dedicato al tema della speranza. In ottobre, dal 16 al 20, si terrà a Verona il quarto Convegno ecclesiale con il tema “Testimoni di Gesù Risor- to, speranza del mondo”. Durante l’an- no pastorale trascorso ci siamo prepa- rati nella catechesi-adulti seguendo la “Traccia di riflessione” suggerita dal- la CEI. Quanto scriveva allora Carlo Bo ritengo sia attualissimo oggi. «La forza della speranza cristiana è rico- noscibile dal fatto che non è bendata come un simulacro della fortuna, ma si nutre di luce, dal camminare con gli occhi aperti. Dal gettare lo sguardo nel buio della tomba per aspettare un altro tempo come la chiave della verità». In una intervista pubblicata su ‘Avveni- re’ il 31 Dic. 2000 sempre Carlo Bo diceva: “Il problema drammatico del- la civiltà che si affaccia col nuovo secolo sarà il poter ritrovare le ragioni ultime di quei valori che consentono una vita umana e umanisticamente motivata che tenga conto non solo della cose visibili, ma anche, e soprat- tutto di quelle invisibili. Il grande com- pito dei cristiani e degli uomini di buona volontà sarà fare un po’ di spazio nel materialismo e nel consu- mismo globalizzati per ritrovare un’idea condivisibile delle cose supe- riori”. Ci fa bene rileggere questa pa- gina nella situazione nella quale ci troviamo: “La sorte dell’umanità ap- pesa ad un filo; la società nell’ansia seminata dal terrorismo; la ricerca della verità turbata dalla pressione del rela- tivismo; il comportamento non più inquadrabile in un minimo di morali- tà; una corsa al consumismo che lascia assai perplessi per un futuro dal punto di vista economico.”(Intervista di Av- venire-8.8- a Mgr. Rabitti) “Nulla ap- pare veramente stabile, solido, defini- tivo. Privi di radici, rischiamo di smar- rire anche il futuro. IL dominante sentimento di fluidità è causa di diso- rientamento, incertezza, stanchezza e talvolta persino di smarrimento e disperazione”.(Cfr. Traccia n1) Il Con- vegno di Verona è la risposta richiesta dal nostro Carlo Bo, è la terapia, il regalo che i cristiani possono dare al mondo, è la Speranza con quei segni di testimonianza che la manifestano e la comunicano. Il documento che rac- coglie le riflessioni dei gruppi di stu- dio sui diversi ambiti previsti indica già l’orientamento che avrà il Conve- gno: affettività, lavoro e festa, fragili- tà umana, tradizione, cittadinanza. Sono stati fissati anche alcuni obietti- vi prioritari tra cui: mettere in contatto il Vangelo con la vita degli uomini e donne di oggi, aiutare le persone a giudicare e scegliere con discerni- mento, senza assumere acriticamente modelli e stili di pensiero e di vita mutuati dalla cultura dominante, in- vestire sulla educazione delle coscien- ze con riferimento alle sfide e alle prospettive della modernità. E’ importante che prendiamo parte al Convegno con interesse, se non altro attraverso i servizi dei ‘media’. E’ indispensabile che abbiamo a rifiuta- re qualsiasi forma di rassegnazione alle situazione deprimenti e logoranti, e apriamo invece il cuore determinan- do una revisione di pensiero e di vita. Il Convegno è “un appello, dice ancora Mgr. Rabitti, agli uomini di cultura, politici, educatori, comunicatori... ma anche ai laici dei carismi semplici: mamme, padri, operai, impiegati, com- mercianti, sportivi, di coltivare un in- timo senso di responsabilità che li ren- da intrinsecamente evangelizzatori e costruttori di un mondo nuovo là dove essi vivono, parlano e testimoniano, ogni metro quadrato dovrebbe essere preso in carico dal laico che lo abita per essere permeato dal Vangelo, per esse- re lievitato dal Regno di Dio”. E desi- dero concludere ancora con un testo(22Aprile ’62) del nostro Carlo Bo: “Non lasciamo che il nostro di- scorso si spenga sotto il muro delle ombre, rimettiamo il mondo (quello perduto e quello che stiamo perdendo) nelle mani della Speranza. Rimettia- mo, se ci è possibile i ricordi dilanianti, i richiami senza risposta. La Pasqua dovrebbe essere consumata in questo senso: come la vittoria della speranza attiva, forte, responsabile, sulle spe- ranze mobili, passive, strappate come premi della fortuna. Dare un senso alla nostra vita e nutrirlo di volontà e di fiducia, ecco il primo segno della Spe- ranza”. Il Parroco g

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«Scandalo della Speranza» Don Nando, io lo ricordo così

Don Nando, io lo ricordo così:....anni ’60... ai centri estivi del-l’Opera Diocesana «Madonna deibambini» in Chiavari, alla Rotonda,non esitava ad attaccare un carrettoal suo fragilissimo motorino, per“scarrozzare” i bambini da un puntoall’altro del cortile interno; in questomodo faceva divertire i piccoli edaiutava noi giovanissime assistentiche, oltre un limitato spazio e un po’di inventiva nei giochi, non aveva-mo altro a disposizione.... anni 70... Campeggio a MassaMarittima.....durante i viaggi di trasferimentoeffettuati sulla tortuosa Via Aurelia,sempre attento a notare se qualcheragazzo o assistente fosse in difficol-tà. Nei giorni precedenti i turni dicampeggio, instancabile nell’orga-nizzare ogni minima cosa per rende-re piacevole il soggiorno... ... Mainelle prime file, all’ora della refezio-ne, sempre preoccupato che i suoiragazzi e i suoi giovani avesseroquanto e più del necessario...... Impegnato fuori sede, con tempie modi strettissimi, approfittava diuna delle tante telefonate per fare gliauguri di Buon Onomastico alle “Lu-

cia” “Anna” “Luigi” ... che si trova-vano di turno al centralino telefoni-co...... Quando una delle tante giovani,allora occupate al Villaggio, era indolce attesa, ti faceva sentire, pas-sandoti accanto, quasi in punta dipiedi, la sua partecipazione gioiosae riverente per il miracolo della vitache tu portavi in grembo...... anni 90... dopo la vendita dellaTenuta di Pian dei Mucini a MassaMarittima, a me che gli chiesi senon fosse dispiaciuto di aver lascia-to quei luoghi dove tanto lavoro erastato fatto, mi rispose: “Anna, io miattacco al bene, non ai beni”.... Ultimo regalo ... Ogni parolapronunciata dal suo letto di soffe-renza, ma soprattutto queste: “IlRosario deve essere la preghieradel cristiano, anche una mammache prepara il pranzo per i suoibambini, può recitarlo”.

Grazie don Nando di essermi vissu-to accanto negli anni della mia gio-vinezza, sono certa di potermi ri-volgere a te, in ogni momento dellamia vita... Anna g

Il nostro Carlo Bo, nel 1957, intitolavacosì un suo prezioso libro dedicato altema della speranza.In ottobre, dal 16 al 20, si terrà aVerona il quarto Convegno ecclesialecon il tema “Testimoni di Gesù Risor-to, speranza del mondo”. Durante l’an-no pastorale trascorso ci siamo prepa-rati nella catechesi-adulti seguendo la“Traccia di riflessione” suggerita dal-la CEI. Quanto scriveva allora CarloBo ritengo sia attualissimo oggi. «Laforza della speranza cristiana è rico-noscibile dal fatto che non è bendatacome un simulacro della fortuna, masi nutre di luce, dal camminare con gliocchi aperti. Dal gettare lo sguardo nelbuio della tomba per aspettare un altrotempo come la chiave della verità». Inuna intervista pubblicata su ‘Avveni-re’ il 31 Dic. 2000 sempre Carlo Bodiceva: “Il problema drammatico del-la civiltà che si affaccia col nuovosecolo sarà il poter ritrovare le ragioniultime di quei valori che consentonouna vita umana e umanisticamentemotivata che tenga conto non solodella cose visibili, ma anche, e soprat-tutto di quelle invisibili. Il grande com-pito dei cristiani e degli uomini dibuona volontà sarà fare un po’ dispazio nel materialismo e nel consu-mismo globalizzati per ritrovareun’idea condivisibile delle cose supe-riori”. Ci fa bene rileggere questa pa-gina nella situazione nella quale citroviamo: “La sorte dell’umanità ap-pesa ad un filo; la società nell’ansiaseminata dal terrorismo; la ricerca dellaverità turbata dalla pressione del rela-tivismo; il comportamento non piùinquadrabile in un minimo di morali-tà; una corsa al consumismo che lasciaassai perplessi per un futuro dal puntodi vista economico.”(Intervista di Av-

venire-8.8- a Mgr. Rabitti) “Nulla ap-pare veramente stabile, solido, defini-tivo. Privi di radici, rischiamo di smar-rire anche il futuro. IL dominantesentimento di fluidità è causa di diso-rientamento, incertezza, stanchezza etalvolta persino di smarrimento edisperazione”.(Cfr. Traccia n1) Il Con-vegno di Verona è la risposta richiestadal nostro Carlo Bo, è la terapia, ilregalo che i cristiani possono dare almondo, è la Speranza con quei segnidi testimonianza che la manifestano ela comunicano. Il documento che rac-coglie le riflessioni dei gruppi di stu-dio sui diversi ambiti previsti indicagià l’orientamento che avrà il Conve-gno: affettività, lavoro e festa, fragili-tà umana, tradizione, cittadinanza.Sono stati fissati anche alcuni obietti-vi prioritari tra cui: mettere in contattoil Vangelo con la vita degli uomini edonne di oggi, aiutare le persone agiudicare e scegliere con discerni-mento, senza assumere acriticamentemodelli e stili di pensiero e di vitamutuati dalla cultura dominante, in-vestire sulla educazione delle coscien-ze con riferimento alle sfide e alleprospettive della modernità.E’ importante che prendiamo parte alConvegno con interesse, se non altroattraverso i servizi dei ‘media’. E’indispensabile che abbiamo a rifiuta-re qualsiasi forma di rassegnazionealle situazione deprimenti e logoranti,e apriamo invece il cuore determinan-do una revisione di pensiero e di vita.Il Convegno è “un appello, dice ancoraMgr. Rabitti, agli uomini di cultura,politici, educatori, comunicatori... maanche ai laici dei carismi semplici:mamme, padri, operai, impiegati, com-mercianti, sportivi, di coltivare un in-timo senso di responsabilità che li ren-da intrinsecamente evangelizzatori ecostruttori di un mondo nuovo là doveessi vivono, parlano e testimoniano,ogni metro quadrato dovrebbe esserepreso in carico dal laico che lo abita peressere permeato dal Vangelo, per esse-re lievitato dal Regno di Dio”. E desi-dero concludere ancora con untesto(22Aprile ’62) del nostro CarloBo: “Non lasciamo che il nostro di-scorso si spenga sotto il muro delleombre, rimettiamo il mondo (quelloperduto e quello che stiamo perdendo)nelle mani della Speranza. Rimettia-mo, se ci è possibile i ricordi dilanianti,i richiami senza risposta. La Pasquadovrebbe essere consumata in questosenso: come la vittoria della speranzaattiva, forte, responsabile, sulle spe-ranze mobili, passive, strappate comepremi della fortuna. Dare un senso allanostra vita e nutrirlo di volontà e difiducia, ecco il primo segno della Spe-ranza”. Il Parroco g

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Dal cantiere di Ferdinando Bregante

Corsi di Cultura per la Terza EtàIX Anno Accademico 2006/2007

Ho appreso da un esimio professore di geriatria che la 3° età cronologicamenteinizia a 65 anni. Questo dato non è rigoroso, ha affermato il professore,perché ci sono persone di 50 anni e anche più giovani che, per mancanza diinteressi e di relazioni sociali, si possono già considerare appartenenti alla3° età.Il professore, dopo una dotta relazione, ha trattato della “lotta” per unabuona qualità della vita che si può sintetizzare nell’osservanza di tre puntifondamentali:

1) Alimentazione adeguata2) Attività fisico-motoria adatta3) Attività intellettuale che si può realizzare in diversi modi ma soprattutto frequentando Corsi di Cultura.

Le mie amiche-collaboratrici ed io crediamo e sappiamo, per esperienzavissuta in questi anni, che i Corsi per la Terza Età, mentre offrono stimoliintellettuali e culturali, sono altresì occasione di arricchimento di rapportiumani, momenti di socializzazione molto importanti contro il rischio dellasolitudine e della emarginazione. ProgrammaINAUGURAZIONE DEL NUOVO ANNO ACCADEMICOProlusione della Prof.ssa Lina Aresu. Tema: “Iconolatria”.DANTE – LA DIVINA COMMEDIACanti tratti dal ParadisoARTEIntroduzione alla pittura genovese del ‘600Percorso visivo delle opere d’arteSCIENZEL’astronomia nel ParadisoLa crescita vegetale nel Mondo. La mitologia delle piante.CONOSCERE IL TERRITORIOI francesi in Liguria: Sestri Levante e Trigoso nel periodo napoleonicoColori e silenzi delle Cinque Terre… e dintorniSTORIALa Sindone, un reperto affascinanteLa vita quotidiana della buona moglie, a Parigi, nel Medio EvoLETTERATURA STRANIERADonne nella letteratura franceseLa società e la cultura del periodo elisabettianoLETTERATURA ITALIANAGrazia DeleddaMEDICINAMalattie polmonari emergentiMUSICALa voce degli strumentiLe voci concertatePreparazione alle Opere della stagione lirica al Teatro Carlo FeliceLINGUE STRANIEREInglese e spagnoloINFORMATICACorsi in via di definizioneArrivederci a settembre! Francesca Magrini g

Festeggiamenti patronali delSanto Cristo e di S.Maria di Nazareth

In questi ultimi spiccioli d’estate sono incorso tra le due baie i festeggiamenti inonore di Santa Maria di Nazareth, titolaredella Basilica, e del miracoloso Santo Cri-sto. È l’angolo stretto tra due mari, illumi-nato a festa, dove si legge e ancora si vivela storia sempre nuova di quel Sacro Le-gno portato dall’onda sulla nostra spiag-gia. La storia millenaria di quella SacraImmagine che si è fatta compagna di viag-gio del nostro vivere quotidiano, nel tes-suto di antiche miracolose memorie ches’intrecciano con la storia del Sestrese, untempo dedito alla pesca, poi al ritmo di unlaminatoio e ultimamente aperto al turi-smo e al commercio. Attività diverse mapur sempre legate a un datore di vita chemai delega a terzi la speranza e la certezzaa quanti sanno ascoltare e attuare la Parolache viene dall’Alto. Le ricorrenze di SantaMaria di Nazareth e del Santo Cristo, inprogramma rispettivamente domenica 10

settembre e domenica 17 settembre, sa-ranno precedute da un triduo di prepara-zione. Nell’ambito di tali festività inprogramma per domenica 10 settembrela “Festa degli anziani” con una S.Messa,momento di gioia e fraternità per tutti glianziani nel campetto parrocchiale, men-tre mercoledì 13 sarà celebrata nel po-meriggio una S.Messa e il Sacramentodegli Infermi. Sarà presente alle celebra-zioni del S.Cristo il Vescovo diocesanoMons. Alberto Tanasini. Saranno propostianche due momenti artistico/culturali: unconcerto del Coro Segesta il 10 settembree una conferenza presso i Bagni Liguria lasera del 13 settembre, tenuta dal giornalistade “Il Timone” dott. Rino Cammilleri sultema: “Apparizioni Mariane nella storia”.Le celebrazioni del S.Cristo si conclude-ranno la notte del 17 con uno spettacolopirotecnico che “incendierà” tutta la baia. rab. g

ALCUNE NOTIZIE UTILIIscrizioni:a settembre tutti i martedì egiovedì dalle ore 17 alle 18Durata dei Corsi: da Ottobre aMaggio

Orario delle lezioni:martedì dalle ore 16 alle ore 18.15lingue stranieregiovedì dalle ore 16 alle ore 17.30cultura generaletutti i corsi di musica iniziano alleore 15.30

Quota di iscrizione: euro 70,00Inaugurazione dei Corsimartedì 3 ottobre 2006 alle ore16,00 presso la “Sala Puntod’Incontro”,Via E. Fico, 55 – Sestri Levante

Sede dei Corsi e delle iscrizioni:Via Sertorio n° 12 – primo piano– Sestri Levante

(segue dal n° 8) All’inizio del nuovoanno Tonino riprende a frequentare inparrocchia il corso di catechismo per lapreparazione al grande incontro conGesù: la prima Comunione. Sono neces-sari tre anni di frequenza per essere am-messi al Sacramento dell’Eucaristia; eun impegno molto importante di sabatopomeriggio ed il ragazzo vi si dedicavolentieri e con la massima serietà. Lasignora Marisa, amica della nonna, hainiziato già lo scorso inverno a darglilezioni di musica. Quindi Tonino desi-dera proseguire lo studio di questa artededicando un pomeriggio alla settimanaalle lezioni, esercitandosi poi a casa sullatastiera del pianoforte della mamma, lostesso che lei aveva imparato a suonarefin dalla prima fanciullezza. Il giovedìpomeriggio proseguirà come lo scorsoanno l’allenamento sul campo di calciocon la sua squadra. Tra la scuola e le altreattività la giornata di Tonino è piena,come quella di un giovane lavoratore. Iltempo per svagarsi un poco è ridotto allasola domenica. Subito dopo la SantaMessa si ritrova con i compagni chieri-chetti e gli amici per scambiarsi quattrochiacchiere e fare un giro in bicicletta sullungomare della città. Poi col suo fratel-lino, che ha quasi un anno, trascorre il

LA VITA: Amore e ... (La storia di Tonino, una fiaba vera)pomeriggio insieme ai genitori in cam-pagna o al mare, se il tempo lo permette.Per il primo compleanno ormai vicino diPinuccio la mamma pensa di organizza-re una festicciola nell’intimità familia-re. Con i suggerimenti della nonna pre-para una torta dolce alla casalinga per ilpranzo di domenica, così sarà presenteanche papà. Il piccolo si esercita a sof-fiare per spegnere la candelina, ed ècontento di giocare in questo modo cheper lui è una novità.Alla data fissata la mamma prepara tuttoper la festa; la torta però con la candelinala tiene nascosta nella dispensa. Al ter-mine del pranzo è il momento del dolce:Tonino e la mamma si alzano e vanno indispensa, accendono la candelina e por-tano la torta in tavola davanti a Pino chesorpreso incomincia a battere le maninee a soffiare senza riuscire a spegnere lacandelina. Intanto il babbo scatta le fotoa ricordo dell’avvenimento. Alla finedopo tanti tentativi la candelina si spe-gne fra gli applausi di tutti e le risatecompiaciute del piccolo, che col ditinoassaggia la dolce panna spalmata sullatorta. La mamma allora col coltello ta-glia le parti e pone nel piattino del bimbola fetta più grande. Tanta è la sua gioia einizia a gustarsi la torta prendendola col

cucchiaino che gli porge la mamma. Maintorno alla sua boccuccia si forma l’aure-ola con dei grandi baffi bianchi e Toninosi a scompiscia dalle risate, mentre lanonna se lo coccola beata e cerca diaiutarlo a leccarsi i baffi. La festicciola siconclude con l’apertura della bottiglia dispumante e anche Pinuccio ne beve unsorso mostrando di gradire assai la nuovabevanda che ha un gusto diverso dal latte.Nel pomeriggio la famigliola al completosi concede una passeggiata in riva al mare,che è sempre bello ammirare anche nelperiodo invernale. Dopo il tramonto delsole si rientra in casa, perché fa piuttostofreddo. Tonino deve riordinare i quadernied i libri di scuola per il giorno dopo equindi con papà seguirà i risultati delladomenica sportiva. Il piccolo Pino, dopole fatiche di quella giornata tutta dedicataa lui, sente il peso della stanchezza e lepalpebre si chiudono. Il lettino è pronto elo aspetta. La mamma premurosa lo pre-para col suo bel pigiamino nuovo e, dopoil bacio della buona notte alla nonna albabbo e al fratello, lo solleva sulle bracciae lo mette a letto col suo orsacchiotto. Conun bacio sonoro sulle guance lo ricopre delsuo piumino e lo lascia sognare... la torta ela candelina che non voleva spegnersi.(continua...) Giovanni Merciari C.V.S.g

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VENTI RIGHE di Francesco Baratta

"Il rapporto tra morale, economia e solidarietà globale"L’uomo è l’autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale.All’economia però non è affidato il fine della realizzazione dell’uomoe della buona convivenza umana, ma un compito parziale: la produzione,la distribuzione e il consumo di beni materiali e di servizi. Questo è insintesi il rapporto tra morale ed economia dettato dal “Compendiodella dottrina sociale della Chiesa”. E allora perché nell’eradell’economia globale vi deve ancora essere una tendenza all’aumentodelle disuguaglianze, sia tra Paesi avanzati e Paesi in via di sviluppo,sia all’interno dei Paesi industrializzati o post industrializzati?E perché alla crescente ricchezza economica resa possibile dai processi diglobalizzazione si accompagna ancora una crescita della povertà relativa?Il Compendio sollecita la comunità internazionale perché conferiscaun carattere vincolante agli impegni a favore dello sviluppo, che nonè solo un’aspirazione, ma un diritto il quale, come ogni diritto, implicaun obbligo.“Lo sforzo di concepire e realizzare progetti economico-sociali capacidi favorire una società più equa e un mondo più umano rappresentaoggi una sfida aspra, ma anche un dovere stimolante, per tutti glioperatori economici”. Cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio per lagiornata Mondiale della Pace 2000.Concludendo: L’economia è la formazione della ricchezza e il suoincremento progressivo, in termini non soltanto quantitativi, maqualitativi: tutto ciò è moralmente corretto se finalizzato allo sviluppoglobale e solidale dell’uomo, vicino e lontano, di pelle bianca, giallao nera, e delle società in cui egli vive ed opera..

L’amico padano pensava di trovare nel “carruggiu de l’ôu”, un filare di oreficeriedi Valenza o quanto meno botteghe di preziosi monili e invece scopre nella breve ViaGaribaldi, a ridosso tra Via XXV Aprile e il lungomare, soltanto alcune dimore, unantiquario, un parrucchiere e laggiù, nell’angolo, il retrobottega di un ristorante.Dove sono finite le pepite d’oro? Sul piede di guerra, il vecchio mainollo mugugna:“Da queste parti non ci sono mai state galline dalle uova d’oro. L’unica nostra“miniera” per tirare avanti alla meno peggio l’abbiamo sempre trovata faticosamen-te in mezzo al mare.” Risposta secca e un po’ risentita dove possiamo però trovarenella parola “miniera’’ il perché un giorno lontano questa via dedicata all’eroe deidue mondi è stata battezzata “u carruggiu de l’ôu”. È praticamente la storia di un“oro” di transito, di anello di congiunzione tra questo angolo di Sestri e le anticheminiere di Libiola , ricche di manganese e di rame, nonché, come da dicerie, di unfilone d’oro. Era infatti il periodo in cui il minerale estratto da una società inglese,la “Libiola Cooper Mining Company”, nata nel XIX sec., trasportava il minerale daSanta Vittoria al porto di Sestri e lo posteggiava nell’attuale Via Garibaldi, prima diessere imbarcato per i porti inglesi di Swansea e Newcastle. Un carruggio dunque senzapretese, una porta di servizio per l’«illustre» minerale, o un “posteggio” riservato perquesta importante miniera sfruttata sin dall’antichità e che conobbe dalla metà dell’Ot-tocento sino ai primi decenni del secolo scorso la sua massima produttività. Tracce di undorato passato che ancora oggi troviamo “scritto” nel volto di un modesto rione e nellareale attribuzione di una via della grande metropoli. In un carruggio tra i “mazanghin”della vecchia Sestri e in una via del centro londinese, la via “Libiola street”.Turismo da sbarazzo Quando il tempo fa i capricci e il mare e la spiaggiarifiutano il bagnante, non avventurarti nel centro storico. Rischi un naufragio.L’onda dell’ospite ti travolge. Dicono è colpa dello sbarazzo. Sarà. Certo è chesbarazzo o meno, l’ammucchiata è tale che tu non cammini ma “navighi”, comebarca senza timone sbattuta da venti contrari. Non cercare un amico, un volto diSestri. Non è gente quella all’incrocio dei Quattro Canti o all’ingorgo di Via dellaChiusa con il caruggio, dove un tempo c’era l’antica bottega della Ribagna e il sarto/cronista Favilli con il fido Febo. È “carne in scatola” Simmental dai mille gusti ecrema abbronzante. All’orizzonte qualche nuvola. Una bella “ramata” nonguasterebbe. rab. g

La sera del 15 Agosto, a Varese Ligure, una discreta folla è radunata per quello che saràil grande evento: L’elisir d’amore di Gaetano Donizzetti.Gli occhi sono puntati al cielo, perché, là in fondo, ci sono alcuni nuvoloni che nonpromettono nulla di buono. Infatti, proprio all’orario d’inizio, piove un po’, ma nessunosi allontana. Si aspetta e ognuno, a suo modo, cerca di non pensare e sperare per il meglio.Nel frattempo tutti hanno avuto modo di gustare le scenografie di Mario Rocca, soloapparentemente semplici; in realtà, per dare profondità e varietà, è utilizzato un sapienteuso della distorsione prospettica: sorprende la bellezza del risultato e della stilizzazione.Ecco, finalmente entra il pianista Emanuele De Lucchi, giovanissimo, accompagnato dalmaestro Canzio Bucciarelli (regia e concertazione). La scelta di un accompagnamentomusicale essenziale, solo pianoforte, si dimostra vincente perché permette alle singolevoci di emergere in tutta la loro pienezza. L’opera comincia in sordina, ma presto è chiaroche siamo davanti ad un insieme di protagonisti con caratteri ben definiti e decisi, pur nelrispetto della musica donizzettiana. In particolare una sottile e simpatica vena di ironiacaratterizza tutto lo svolgersi dell’opera, permettendo con questa sottolineatura digustare meglio gli intenti dell’autore. Splendide le prestazioni dei personaggi salienti,Nemorino (Emanuele D’Agnano), Adina (Sabrina Vitali), Belcore (Bruno Pestarino),Dulcamara, di una simpatia inarrivabile, (Andrea Porta), Giannetta (Claudia Cesarano).Va sottolineata la qualità altissima del coro Monilia e Yanuensis diretto da FabrizioGhiglione. Anche i costumi, semplici ed essenziali (creati da Isadora Bucciarelli), sonoassolutamente aderenti al carattere dei personaggi. Il risultato è grandioso: alla fine dellarappresentazione una folla “felice” e “gioiosa” applaude con calore per il privilegio diessere stata spettatrice di una rappresentazione che merita certamente il titolo di“evento”. Giampiero Barbieri g

Una serata piena di gioia. Finalmente!

Il Circolo ACLI Antonianoorganizza una gita sociale a l’Aquila, Napoli e Roma –con udienza papale - dal 19 al 27 Settembre.Per informazioni rivolgersi all’Ufficio del Circolo o all’incaricatoTel. 0185-482150 oppure Cell. 3295336555.

Quello che Sestri sente per Dina Bellottiè stato ancora una volta dimostrato nellamattina del 24 luglio, a due anni dallascomparsa della pittrice. La Chiesa diSanta Maria di Nazareth è colma digente in commossa preghiera in suosuffragio. Uno della maina dice: “Erauna di noi. Una sorella”. Parole sempli-ci che racchiudono il sentimento di tutti.Di quanti attraverso di lei guardano aimmagini dei loro cari, del loro sorriso,delle loro tipiche espressioni. DellaBellotti non soltanto dunque il ricordolimitato alla sua vocazione artistica,giunta ad alti livelli e ai massimi verticiin Vaticano, ma al fatto che la Dinafaceva dei suoi capolavori un costanteringraziamento al Creato, un qualcosada porgere a un fratello, a una comunità,e in particolare a questo angolo delTigullio che sentiva e voleva suo.Proprio in quest’angolo di mare tra San-t’Anna e la punta dell’Isola, il suo cuoree la sua sensibilità si sono fermati ungiorno per interpretare quella scenaevangelica dove Gesù si fa addiritturapescatore tra i pescatori. Siamo alla“Pesca Miracolosa”, opera tra le piùammirate nella collezione Vaticana, in-sieme a quelle dei maggiori protagoni-sti dell’arte contemporanea, da Picassoa Chagall, Modigliani, Messina, De Chi-rico, Matisse, etc. “È nostro Signore - ciaveva confidato un giorno la pittrice -vicino all’uomo nel momento della fati-ca, presente come fratello, amico e con-fidente”. Immagine di un Cristo nell’at-to di sorreggere la rete, la rete del nostrovissuto quotidiano, “quasi a garantireche non c’è da temere e che non si devetemere quando c’è Lui vicino”. Tra letante opere di prestigio possiamo intra-vedere in questo assunto quel salto diqualità. quel “ponte” tra il mondo arti-stico e il sentimento religioso che, comecitava lo storico Carlo Chenis - permet-

Papa Ratzingher unito alla gente di Sestri nelricordo di Dina Bellotti

te di incarnare il divino e la via dell’amore inun contesto temporale verso straordinari ap-prodi nel trascendente. Questo “ponte” è statopiù volte ribadito dall’Arcivescovo JosephClemens, in passato segretario di Papa Bene-detto XVI, giunto espressamente dalla SantaSede, insieme al vescovo di Graz Mons. Kap-pelari, e a una delegazione austro/tedesca com-prendente lo stesso presidente del senato au-striaco. Nella sua omelia il vescovo Clemensha tracciato la figura della nostra “pittrice deipapi” colti nel forte respiro dell’uomo. Daisentimenti di bontà, pensosità e alto senso diresponsabilità di Papa Paolo VI, al volto sor-ridente di Papa Albino Luciani, agli atteggia-menti di Papa Giovanni Paolo II, spesso ac-compagnato da quella immagine della “Stelladell’Evangelizzazione” dipinta dalla Bellottiper i suoi viaggi lungo le strade del mondo.“Un abbraccio della Madre Celeste al suoBambino - diceva la pittrice - che vuol esserel’abbraccio a una umanità che, anche inconsa-pevolmente, sente il bisogno di una forzaevangelizzatrice”. Numerosi inoltre i quadrifatti dalla Bellotti a Papa Ratzinger, quandoancora era cardinale, ed è proprio dalla vocedel Santo Padre, in vacanza in Val d’Aosta,che arrivano parole che scuotono l’assembleadei fedeli. “Sono in mezzo a voi sestresi - diceil Papa - nel ricordo della cara Dina”. Tomaso Rabajoli g

U “carruggíu de l'ôu”

SETTEMBRE 2006SETTEMBRE 2006SETTEMBRE 2006SETTEMBRE 2006SETTEMBRE 2006�. ��������. ��������. ��������. ��������. ������� ������ ������������� ������������� ������������� ������������� �������la PARROCCHIAla PARROCCHIA

TURNITURNITURNITURNITURNI F F F F FARMACIEARMACIEARMACIEARMACIEARMACIEinizio-fine turno settimanale ore 8,3026/08 02/09 LIGURE02/09 09/09 CENTRALE già Raffo09/09 16/09 INTERNAZIONALE16/09 23/09 COMUNALE23/09 30/09 INTERNAZIONALEPROPRIETÀ:PROPRIETÀ:PROPRIETÀ:PROPRIETÀ:PROPRIETÀ:Parrocchia S. Antonio - Sestri LevanteVia Sertorio, 12 - Tel. 0185/41.583Autorizz. Trib. n. 7/88 del 13/2/1988DIRETTORE RESPONSABILEDIRETTORE RESPONSABILEDIRETTORE RESPONSABILEDIRETTORE RESPONSABILEDIRETTORE RESPONSABILE:TOMASO RABAJOLI

STAMPA:STAMPA:STAMPA:STAMPA:STAMPA: GRAFICA PIEMME - CHIAVARI

ARCHIVIO

S. ANTONIOS. ANTONIOS. ANTONIOS. ANTONIOS. ANTONIOFeriali: 7,30 - 9,30 - 18,30Festivi: 7 - 8,30 - 10 - 12 - 18,30Vespri: prefestivi e festivi 18,10S. MARIA DI NAZARETHS. MARIA DI NAZARETHS. MARIA DI NAZARETHS. MARIA DI NAZARETHS. MARIA DI NAZARETHFeriali: 9 - 18Festivi: 8 - 9,30 - 11 - 18S.PIETRO IN VINC.S.PIETRO IN VINC.S.PIETRO IN VINC.S.PIETRO IN VINC.S.PIETRO IN VINC. Dom. 8,00FRATI CAPPUCCINIFRATI CAPPUCCINIFRATI CAPPUCCINIFRATI CAPPUCCINIFRATI CAPPUCCINIFeriali: 8Festivi: 8,30 - 10,30CAPPELLA OSP.CAPPELLA OSP.CAPPELLA OSP.CAPPELLA OSP.CAPPELLA OSP. Dom. 15,30

ORARIO S.MESSE ORARIO S.MESSE ORARIO S.MESSE ORARIO S.MESSE ORARIO S.MESSE

I NOSTRI DEFUNTIAZZARI Germana nata il 18/8/1925deceduta il 2/7/2006ASTERINI Mario nato il 17/12/1910deceduto il 10/7/2006GANDOLFO Luigi nato l’8/9/1910deceduto il 13/7/2006ACCATINO Emj nata l’11/2/1923deceduta il 15/7/2006CISANA Mario nato il 19/8/1919deceduto il 19/7/2006PINI Orsola nata il 17/3/1920deceduta il 23/7/2006FAZZINI Ida nata il 9/9/1923deceduta il 23/7/2006BIXIO Andrea Angelo nato il15/2/1923 deceduto il 6/8/2006La comunità parrocchiale elevapreghiere di suffragio per i caridefunti e chiede al Signore ilconforto per i familiari.La registrazione dei dati deidefunti della nostra parrocchia nonè aggiornata; si sollecitano ifamiliari ad affrettarsi perconsentire la pubblicazione econservarne il ricordo.HANNO DONATO ALLA CHIESAACCATINO Emj € 500I.M. di ASTERINI Mario i figli € 200I.M. di Mario CISANAla famiglia € 100I.M. di PNI Orsola € 300GANDOLFO Luigi € 1000I.M. di Ida FAZZINI i figli € 100D’URSO Barbara € 5AZZARI Germana € 50I.M. di FAZZINI Idala famiglia € 100ANTICHI Cesarina € 20Famiglia IANNELLO € 50SE.LE.MAR. € 100Amici dell’organo € 100N.N. € 50BOSSO Adelaide € 100Felicita MARTINIS € 50I.M. del tipografoGuido MOZZINI € 40PEDRETTI di Parma € 30Lina ed Emanuele ADAGO in occa-sione del 50° di matrimonio € 50N.N. in onore di San Padre Pio € 50N.N. € 500N.N. i.o. della B.V.Immacolata € 50In memoria diAndreino BIXIO € 1000In suffragio diGiuseppe e Sergio PRATO € 50N.N. € 50A SOSTEGNO DEL MENSILE LAPARROCCHIAN.N. € 20

RICORDA IN SETTEMBRE1 ven. PRIMO VENERDI’ del MESE

h.21,00 Gruppo Liturgia4 lun. h.17,30 Serata al mare, pizza e giochi per tutti i ragazzi6 merc. h.21,00 Riunione catechisti9 sab. h.16,00 Confessione per fanciulli e ragazzi13 merc. h.21,00 Riunione C.P.P.20 merc. h.21,00 Redazione mensile25 lun. h.20,30 Preghiera mariana in chiesa

L’estate è stata segnata dal tempo propizio dei campi scuola,occasione per vivere la bellezza della fraternità e della crescitaalla luce della parola che Dio rivolge alla nostra vita. Ilcammino di collaborazione promosso durante l’anno tra leparrocchie di Sant’Antonio, San Bartolomeo, Santa Maria diNazareth e Santo Stefano del Ponte è sfociato nella propostadei campì, organizzati con un’attenzione alle diverse fasced’età. I bambini di quinta elementare, a Barbagelata, hannoseguito un percorso segnato dallo slogan “Un amico delcuore”, guardando all’amicizia con Gesù, che ci apre anchea vivere in modo nuovo le nostre amicizie di tutti i giorni. Laprima e seconda media a Belpiano ha riflettuto sul tempo(prendendo spunto nel titolo dalla trasmissione tv “Chetempo che fa? “): un tema che ha aiutato i ragazzi a rifletteresul tempo che viviamo come occasione di incontro con Dioe con gli altri, non solo come qualcosa che spesso sembrasfuggirci, presi dai mille impegni. ‘Freedom” è stata la parolache accompagnato a Viola Saint Gréé il gruppo di terzamedia: l’esperienza della libertà come spazio per la pienarealizzazione della nostra esperienza, nell’approfondimentodella chiamata di Dio e della parola che ci rivolgono lepersone che ci vogliono bene. I “giovanissimi”, di prima eseconda superiore, si sono lasciati interrogare a San Giacomodi Roburent dai “Sogni”: qual è il sogno (desideri, aspirazio-ni, progetti, domande) della mia vita? Come nutre le miegiornate? Qual è il sogno di Dio per la mia vita? Quale spaziohanno gli altri nei miei sogni? Un grazie particolare va rivoltoai giovani animatori che hanno accompagnato con generositài ragazzi nelle diverse settimane e alle cuoche (Clelia, Renza,Rita, Ernestina, Livia, Anna, Enrica) che con grande spiritodi servizio hanno prestato la loro opera. Ogni estate i campisi contraddistinguono come esperienze significative, purpresentando fatiche concrete sia per i ragazzi che per glieducatori. Cosa hanno di così speciale queste esperienze?Provo a sintetizzarlo in cinque parole.INSIEME - Innanzitutto la bella esperienza di collaborazio-ne tra le parrocchie, nella preparazione e nell’attuazione deicampi. Lo scambio tra i cammini delle diverse comunità, nonsempre facile, ha arricchito durante le giornate trascorse siagli educatori che i ragazzi, perché ha “messo in circolo”nuove idee e proposte. Inoltre i ragazzi hanno sperimentato alcampo che non si può vivere solo per conto proprio, guardan-do ai propri interessi. Ciascuno è stato chiamato a uscire dalproprio guscio e anche dalle solite amicizie: a volte ciò èpiacevole, più spesso è faticoso, ma rimane sempre un’oppor-tunità arricchente per sé e per gli altri.EDUCARE - Il campo è un’esperienza “forte” per i giovaniche sono chiamati ad accompagnare i più piccoli in unpercorso educativo che porti a scoprire (o riscoprire) la gioiadell’incontro con Gesù. Non viene chiesta la presenza di unsuper- animatore esperto su tutto e su tutti, ma di un educatoreche assieme ad altri educatori accompagna, indica, propone,richiama, cerca l’incontro, cresce facendo crescere. Senzache nessuno si erga a “mito” ma, insieme con gli altri, cerchiil vero bene del ragazzo, conoscendolo e amandolo.BUON CLIMA - Non è la baldoria il clima vincente, neppurel’esuberanza di emozioni che caratterizza i cuori dei nostriragazzi. Vincente è quel clima dove ciascuno è attento aglialtri, dove si ha cura del silenzio, della ricerca del dialogo,dell’ascolto di ciò che è bello e profondo. Il buon clima nasceanche dalle regole condivise e rispettate, dai valori e dallesensibilità proposti e condivisi tra animatori e ragazzi, dalrispetto e dalla valorizzazione della diversità. E da un diver-timento che nasce e cresce nella semplicità e nella bellezzadello stare insieme, senza cercare per forza gli eccessi.GESÙ - Senza sconti, cercare di guidare i ragazzi a conoscerela bellezza di una vita segnata dalla parola di Gesù. Proporrela Sua figura, con la certezza che ha qualcosa di vero e grandeper la nostra vita. Puntualmente confermati dal fatto che,dopo aver letto una pagina del Vangelo o conosciuto untestimone della fede, si rimane immancabilmente toccati,coinvolti, illuminati. Siamo davvero convinti che senza l’in-contro con Gesù ogni conoscenza, ogni esperienza è ancoratroppo povera per rispondere alle attese più profonde diciascuno di noi.CONTINUITÀ - Più che una certezza, è un desiderio. E’ unaparola che va oltre la settimana delcampo. Sempre la proponiamo,non sempre si concretizza. La con-tinuità non può ridursi a qualcheserata trascorsa mangiando la piz-za o vedendo le foto del campo.Continuità vuol dire aver a cuorecon la stessa passione i nostri ra-gazzi durante tutto l’anno pastora-le, cercando una seria collabora-zione tra le comunità parrocchialie le famiglie, senza improvvisare,ma cercando di seguire un proget-to - studiato, scelto e condiviso -che guardi davvero a una matura-zione nella fede. Don Alberto g

BILANCIO ECONOMICO DELLAFESTA DI S. ANTONIO

IntroitiOfferte per il pane di S.Antonio € 2173,00Offerte da bussola S. Antonio € 746,00Pesca di beneficenza € 1250,00Totale introiti € 4169,00

EsborsiEnel fornitura straordinaria € 309,33Manifesti per festa S. Antonio e 50,00Spese per affissione € 12,75Addobbo Chiesa (Sanguineti) € 480,00Illuminazione (Quarantelli) € 1150,00Fiori per festa S.Antonio € 207,00Pane S. Antonio € 195,00,Spese per il Culto € 425,00Spese inerenti alla Festa € 751,00Totale esborsi € 3580,08

Si ringraziano i F.lli Marto per il prestito dellabatteria per l’Arca di Sant’Antonio.

Campi Scuola Estivi

Coordinate bancarieParrocchia S.Antonio Sestri L.Deutsche BankABI 3104CAB 32230C/C 130109

Belpiano

Viola Saint Gréé

Montemoggio

S.Giacomo di Roburent