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LA PERIODIZZAZIONE IL CONCETTO “Non vi è storia senza cronologia” (Mosé di Corene, Storia degli Armeni 2, 82); cfr. la sentenza di Enrico Besta a Gianpiero Bognetti; «pensare la storia è certamente periodizzarla» (B. Croce, Teoria e storia della storiografia). Periodizzazione come procedimento di individuazione di eventi, strutture, fenomeni e loro collocazione in fasi cronologicamente distinte. Il singolo segmento temporale è dunque caratterizzato da elementi peculiari e originali. Finalità principali della ripartizione: rappresentare il cambiamento storico a fini didattici (ignoranza prodotta dall’insegnamento a-cronologico della storia, necessità del ricorso alla cornice dello spazio e del tempo, per far sì… semplicemente che lo studente/lettore si orienti!) o interpretativi, individuando continuità e rotture, che possono avvenire ai più vari livelli compreso quello religioso, storic-artistico ecc. ALTRE MODALITA’ DI PERIODIZZAZIONE: IL CASO DELL’ARCHEOLOGIA (difformità rispetto a altre tipologie, centralità del fattore tecnologico, connessioni con lo stadio di sviluppo del territorio: stratigrafia e cronologie relative; datazioni mediante tecnologie avanzate come C-14, cronologie certe, più che esatte o assolute, loro uso per la datazione della ceramica quando contiene residui

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Page 1: LA PERIODIZZAZIONE IL CONCETTO Non vi è storia senza cronologia (Mosé di Corene, Storia degli Armeni 2, 82); cfr. la sentenza di Enrico Besta a Gianpiero

LA PERIODIZZAZIONE

• IL CONCETTO

• “Non vi è storia senza cronologia” (Mosé di Corene, Storia degli Armeni 2, 82); cfr. la sentenza di Enrico Besta a Gianpiero Bognetti; «pensare la storia è certamente periodizzarla» (B. Croce, Teoria e storia della storiografia).

• Periodizzazione come procedimento di individuazione di eventi, strutture, fenomeni e loro collocazione in fasi cronologicamente distinte. Il singolo segmento temporale è dunque caratterizzato da elementi peculiari e originali.

• Finalità principali della ripartizione: rappresentare il cambiamento storico a fini didattici (ignoranza prodotta dall’insegnamento a-cronologico della storia, necessità del ricorso alla cornice dello spazio e del tempo, per far sì… semplicemente che lo studente/lettore si orienti!) o interpretativi, individuando continuità e rotture, che possono avvenire ai più vari livelli compreso quello religioso, storic-artistico ecc.

• ALTRE MODALITA’ DI PERIODIZZAZIONE: IL CASO DELL’ARCHEOLOGIA (difformità rispetto a altre tipologie, centralità del fattore tecnologico, connessioni con lo stadio di sviluppo del territorio: stratigrafia e cronologie relative; datazioni mediante tecnologie avanzate come C-14, cronologie certe, più che esatte o assolute, loro uso per la datazione della ceramica quando contiene residui vegetali; cronologia tipologica, classificazione delle anfore e dinamiche commerciali)

A.Carandini, Storie della Terra, Einaudi, Torino 1991; A. Carandini, Archeologia e cultura materiale, De Donato, Bari 1979; A. Guidi, I metodi dell’archeologia, Laterza, Roma-Bari 1994; C. Renfrew - P. Bahn, Archeologia. Teorie,

metodi,pratica, Zanichelli Editore, Bologna 1995

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Bibliografia essenziale sul problema della periodizzazione storica

B. Croce, Teoria e storia della storiografia, Adelphi, Milano 1989 (orig. 1915)

D. Ribeiro, Il processo civilizzatore. Tappe dell’evoluzione socio-culturale, trad.it., Milano 1973

P. Ricoeur, Tempo e racconto, Jaca Book, Milano 1986-1987

K. Pomian, L'ordine del tempo, Einaudi, Torino 1992

M. Geyer-C. Bright, World History in a Global Age, “The Amer. Histor.Review, 195, 1034-1060

A. Schiavone, La Storia spezzata. Roma antica e Occidente moderno, ed. Laterza, Roma-Bari 1996

S. Guarracino, Le età della Storia. I concetti di Antic, Medievale, Moderno e Contemporaneo, Mondadori, Milano 2001

E. Breisach, Historiography: ancient, medieval, & modern terza edizione, Chicago-Londra:

The University of Chicago Press, 2006

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Ancora sul senso del periodizzare

Nonostante la sua unicità e universalità, la “scomposizione” è prezioso esercizio esegetico perché serve a dare ordine agli eventi (in senso lato), riconoscendone elementi caratterizzanti comuni, e a procedere a generalizzazioni che permettano di cogliere le specificità di singoli periodi (l’esercizio più difficile, cfr. slide seguente), istituzioni e dinamiche politiche, forme mentali, strutture economiche, sviluppi culturali e così via.

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La periodizzazione (aspetti generali)

Periodizzazioni:

-1)i ritmi sono diversi a seconda della prospettiva assunta (strutture sociali, economia, amministrazione, mentalità);2)ogni storico ne può elaborare una sulla base della sua

sensibilità

Il problema maggiore nasce dalla ricerca di una grande epoca storica, laddove si tratta di considerare una morfologia complessa, un aggregato di fattori e di elementi caratterizzanti a vari livelli o si privilegia una novità epocale (la tradizionale

periodizzazione della storia umana è quella basata sui quattro èvi: antico, medievale, moderno e contemporaneo, si veda p.es. S. Guarracino, Le età della storia. I concetti di Antico, Medievale, Moderno e Contemporaneo, Milano 2001 e già K. Pomian, L’ ordine

del tempo, trad. it., Torino 1992)

Le sotto-periodizzazioni (divisione in momenti storici all'interno di un'epoca più ampia)

La periodizzazione meno contestabile e “oggettiva” risiede nella individuazione di scansioni e cesure istituzionali, costituite in sostanza dalla forma di governo

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Longue durée

La periodizzazione non può limitarsi alla semplice suddivisione di grandi epoche. L’elemento convenzionale di questo dato è rappresentato dalla scelta di episodi storici di particolare rilevanza, in genere eventi politico-militari, che però non corrispondono quasi mai al trascorrere lento, ai tempi lunghi (longue durée) delle cosiddette strutture.

Il concetto di struttura, elaborato dalla scuola della rivista Annales ESC (oggi Annales Histoire, Sciences sociales), si fonda sull’osservazione dei cicli dell’economia, dei lenti mutamenti delle mentalità e delle psicologie collettive, e trascura invece come meno significativo l’aspetto evenemenziale della storia, e tutto sommato la stessa pratica storiografica del periodizzare. Così il 476, o il 1492, possono essere usati in quanto griglie puramente indicative ma il loro effettivo significato ha suscitato ampie discussioni.

Per la cosiddetta longue durée: lettura di J. Le Goff, La nuova storia, trad. it. Milano 1980, p. 32.

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Carattere unitario e universale della storia: tre citazioni

• Storia come flusso continuo delle vicende umane — Storia universale di cui ogni segmento cronologico, ogni realtà e ogni situazione geopolitica, sociale, culturale, religiosa è indispensabile alla comprensione del tutto e tutto è in un modo o nell’altro rapportabile a quanto precede e costituisce il presupposto di quanto segue. D’altra parte i livelli di pertinenza e i modi operativi secondo i quali tale interrelazione si configura cambiano

Con Eduard Meyer (in Kleine Schriften, 1902 = 19243) si può partire dall’assunto che: «la storia dell’antichità

non è altro e non può essere altro che parte dell’unica storia universale, e di ciò non dovrebbero mai dimenticarsi né gli storici dell’antichità né gli storici del mondo moderno».

Marc Bloch (Apologia della storia): il tempo reale degli storici «è, per natura, un continuum; Ma è anche continuo cambiamento. Dall'antitesi di questi due attributi sorgono i grandi problemi della ricerca storica»

Ph. Ariès, (Histoire des populations françaises , Paris 1971, p. 14 : «Le relazioni esistenti tra due epoche consecutive non esauriscono tutte le aderenze di ciascuna di queste epoche con l’insieme della storia....Possiamo capire il francese di oggi senza rifarci alle tracce lasciate dalla civiltà greco-romana, senza risalire ancora più lontano, alle antichissime tradizioni agrarie del nostro territorio ?...Il nazismo tedesco non può essere compreso nella sua originalità con un semplice richiamo all’evoluzione del XIX secolo: bisogna risalire molto più indietro. Siamo completamente immersi nel passato, ripercorriamo tutte le fasi di quel passato, senza che la sua lontananza esaurisca la freschezza delle nostre solidarietà».

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Proposte periodizzanti degli autori antichi: alcuni esempi

- Polibio sull'imperialismo romano (“Quasi tutto il mondo è stato assoggettato e è caduto in nemmeno cinquantatre anni interi sotto il dominio unico dei romani): 219-167 a.C.

- Sallustio sulla genesi della crisi repubblicana (146 a.C.)

- Diodoro sulla trasformazione dell'impero mediterraneo retto col terrore (146-133 a.C.)

- Appiano di Alessandria sull'ingresso della violenza nell'agone politico romano (133 a.C.)

- Tacito su “principato e libertà” sotto Traiano (98 d.C.)

- Aurelio Vittore sulla provincializzazione dell'Italia (Diocleziano e Massimiano, epoca tetrarchica)

- Melitone di Sardi (in Eus.HE IV 26, 7-8), sulla coincidenza tra regno di Augusto e nascita di Gesù come provvidenziale intersezione tra impero e chiesa

- Cronografia cristiana (centrata sull'evento fondamentale e storico della vita di Gesù, da cui acquista senso e si modifica il tempo storico in un “prima” e in un “dopo”)

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La periodizzazione della storia romana (G. Salmeri, La periodizzazione della storia romana imperiale e l’emergere del sé, in “Storica” 1999; A. Giardina, Esplosione di tardoantico, in “Studi Storici” 1999; A. Marcone, La periodizzazione storiografica e i suoi problemi, in “Le età del cinema” (XIV Convegno Internazionale di studi sul cinema), Udine 2008, pp. 23-29)

Criterio politico-istituzionale (tradizionale). Principali periodi:

a)Roma monarchicab)Età repubblicanac)L’età imperiale: l’alto imperod)L’età imperiale: tardo impero (in Occidente)

EXCURSUS: La nozione di tarda antichità (tardoantico)

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Età monarchica (753-509 a.C. in cronologia tradizionale)

Problemi di attingere alla conoscenza di Roma arcaica legati alle fonti (consapevolezza già antica), ruolo dell’archeologia, importanza della fase etrusca della monarchia, relazioni della storia romana nel quadro dei contesti italico, etrusco e magno-greco. Istituzioni della monarchia

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Il Niger Lapis

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Età repubblicana (509-31 a.C.)

Res publica caratterizzata, in una prospettiva “costituzionale”, dalla triade Senato,

magistrature, assemblee popolari (comizi);

Sviluppo della città in impero: problema dell’adeguamento delle strutture politiche

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Senato, magistrature e popolo in età repubblicana

• Senato (300 membri, accesso tramite esercizio di una carica senatoria; 600 membri dalla tarda repubblica; auctoritas, indirizzo dei magistrati e responsabilità generali di direzione dello stato mediante senatus consulta)

• Magistrature senatorie (questura, edilità, pretura, consolato; potestas e imperium; dittatura e censura; tribunato della plebe; cursus collegialità, annualità, cursus honorum)

• Assemblee popolari (comizi curiati, comizi centuriati, comizi tributi: evoluzione nel tempo di ruoli e peso politico)

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Progressive modificazioni strutture politiche: il caso della pretura

• Praetores

Originariamente uno (creato nel 366 per Livio), nel 242 creazione di un secondo praetor (peregrinus), mentre il primo viene denominato allora urbanus

4, a seguito della conquista e provincializzazione di Sicilia e Sardegna

6, a seguito della conquista e provincializzazione della Hispania con la creazione di due nuove province

8 con Silla (80a.C.) e successivi aumenti con Cesare, fino a 16

• Secondo Cicerone (De legibus III 8) era questo il nome dei primi magistrati repubblicani: Regio imperio duo sunto, iique <a> praeeundo iudicando consulendo praetores iudices

consules appellamino. Militiae summum ius habento . Erano dotati di imperium, ma avevano anche significative competenze giudiziarie e processuali.

• Competenze originariamente “vice consolari”

• Con l’assetto posto a sei, quattro andavano fuori, due agivano a Roma

• L’aumento sillano si deve all’entrata in uso dell’affidamento a promagistrati delle province

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Iscrizione di Lucio Mummio dopo la presa di Corinto (146 a.C.)

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Alto e “medio” impero (31 a.C.-284 d.C.)

Transizione “lunga” dalla Roma repubblicana alla Roma del Principato, dall’assetto posteriore alla guerra sociale e a Pompeo sino all’età Flavia (Vespasiano, Tito e Domiziano); centralità della formazione dei poteri civili, militari e religiosi augustei; lex de imperio Vespasiani; Senato e cavalieri; sviluppi costituzionali e politici a partire dagli Antonini; “crisi” del III secolo e ripresa: verso il tardo impero

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Plutarco, Vita di Pompeo 25

(...) Questa legge [67 a.C.] gli riconosceva autorità sul mare sino alle colonne d'Ercole e dovunque sulla terraferma, entro un raggio di quattrocento stadi dal mare.... Aveva inoltre diritto di scegliersi personalmente quindici legati all'interno del senato cui rimettere parte del comando; di prendere tutto quel denaro che gli pareva dal tesoro pubblico e dall'appalto delle imposte (...)

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Poteri 'costituzionalmente' definiti:

• Tribunicia potestas

• Imperium proconsulare (maius)

• Pontificato massimo

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Attribuzioni a valenza 'carismatica'

• Auctoritas

• Augustus

• Pater patriae

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Res Gestae Divi Augusti, cap. 34

In consulatu sexto et septimo, postqua[m b]el[la civil]ia extinxeram, per consensum universorum [po]tens re[ru]m om[n]ium rem publicam ex mea potestate in senat[us populi]que R[om]ani [a]rbitrium transtuli.Quo pro merito meo senat[us consulto Au]gust[us appe]llatus sum et laureis postes aedium mearum v[estiti] publ[ice coronaq]ue civica super ianuam meam fixa est, [et clu]peus [aureu]s in [c]uria Iulia positus, quem mihi senatum po[pulumq]ue Rom[anu]m dare virtutis clement[iaequ]e iustitiae et pieta[tis cau]sa testatu[m] est per [e]ius clupei [inscription]em. Post id tem[pus a]uctoritate [omnibus praestiti, potest]atis au[tem n]ihilo ampliu[s habu]i quam cet[eri, qui m]ihi quoque in ma[gis]tra[t]u conlegae f[uerunt]

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Ara Pacis

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Lex de imperio VespasianiBibl.: La Lex de imperio Vespasiani e la Roma dei Flavi, Atti del Convegno Roma, 20-22

novembre 2008

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Bibliografia essenziale sulla transiziione repubblica—principato

W. Eck, Augusto e il suo tempo, trad.it. Bologna 2000K. Galinski, Augustan Culture, Princeton 1996K. Galinski (ed.), Age of Augustus, Cambridge 2005A. Gara-D. Foraboschi (a cura di), Ιl triumvirato costituente alla fine della repubblica romana, Como 1993 E. Lepore, Il princeps ciceroniano e gli ideali politici della tarda repubblica, Napoli 1954 Chr. Meier, Res publica amissa. Eine Studie zu Verfassung und. Geschichte der spaeten roemischen Republik, Wiesbaden 1966. M. Pani (a cura di) Continuità e trasformazioni fra repubblica e principato: Istituzioni, politica, società, Atti dell'Incontro di studi (Bari,gennaio 1989), Bari 1991 K. Raaflaub-M. Toher (eds.), Between Republic and Empire, Berkeley-Los Angeles 1990R. Syme, La rivoluzione romana, trad.it. Torino 1962

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Tardo impero (285-476 d.C. oppure 285-568 d.C.)

Fondamentale in ambito amministrativo e militare il riassetto dioclezianeo-costantiniano; rivoluzione religiosa e suoi riflessi istituzionali; Chiesa e Stato; i barbari; l’Oriente bizantino.

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I tetrarchi (PiazzaS. Marco, Venezia)

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Lessico e periodizzazione storiografica: il caso della tarda

antichità

Basso impero, Tardo impero, Tarda antichità (Late Antiquity, Spätantike, Antiquité Tardive). Tardo impero come epoca autonoma rispetto al prima (rapporto col III secolo) e al dopo (Medioevo), distinzioni regionali, ruolo “liberatorio” dell’archelogia, elefantiasi del tardo antico

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Amministrazione tardoantica (iconografia)

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Amministrazione tardoantica (iconografia)

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Dignitario tardoantico (dittico eburneo)

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Bibliografia sulla nozione di 'Tardoantico' e sul problema della transizione tardoantico/altomedioevo

P. Athanassiadi, Antiquité tardive: construction et déconstruction d'un modèle historiographique , «Antiquité Tardive» 14 (2006), 311-324

R. Bianchi Bandinelli, Roma e la fine dell’arte antica. L’arte dell’impero romano da Settimio Severo a Teodosio I, Milano 19884

G.W. Bowersock, P. Brown, O. Grabar, eds., Late Antiquity: a Guide to the Post-Classical World, Princeton 1999

P. Brown, Il mondo tardo antico. Da Marco Aurelio a Maometto, trad. it. Torino 1974

S. Gasparri, Tardoantico e alto Medioevo: metodologie di ricerca e modelli interpretativi, in S. Carocci (a cura di), Il Medioevo (secoli V-XV). VIII. Popoli, poteri, dinamiche, Roma 2006, 27-61, scaricabile anche in Reti Medievali, http://www.retimedievali.it/

A. Giardina, Esplosione di tardoantico, in «Studi Storici» 40 (1999), 157-180

J.H.W.G. Liebeschuetz, The Decline and Fall of the Roman City, Oxford 2001

A. Marcone, A Long Late Antiquity? Considerations on a Controversial Periodization , «Journal of Late Antiquity» 1 (2008), 4-19

AA.VV., Gli “spazi” del tardoantico, in «Studi Storici» 45 (2004), 5-46 (discussione a più voci)

D. Vera, La società del basso impero. Guida storica e critica, Roma-Bari 1983

B. Ward-Perkins, La caduta di Roma e la fine della civiltà, trad. it. Roma-Bari 2008