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1 Le sentinelle dell’assoluto Leggi il brano, poi esegui gli esercizi. Suona la campana della Grande Chartreuse nella notte senza luci della valle del Guiers-Mort. I qua- ranta monaci escono dalle loro celle e scivolano silenziosi lungo le arcate del chiostro, diretti in chiesa. È mezzanotte e un quarto. Attorno il silenzio senza brividi e senza echi di una montagna rimasta in- tatta nei secoli, è quello che accolse san Bruno, quando fondò in questa selvaggia valle del Delfinato, a 25 chilometri da Chambéry, uno dei più severi Ordini claustrali: i Certosini. Era il 1084. Maître Bruno, nato a Colonia nel 1030, brillante direttore della scuola di teologia della cattedrale di Reims, famoso per i suoi studi e il suo insegnamento, ma anche per le sue denunce con- tro i potenti corrotti, decise di abbandonare tutto e di realizzare un sogno a lungo accarezzato nel clima arroventato della lotta per le investiture: diventare eremita. Rifiutò il vescovado di Reims, raggiunse Grenoble e qui con alcuni compagni prese la strada, incasto- nata nella roccia, che sale verso la montagna. Nove secoli fa come oggi. Fu la solitudine di questa valle aspra e selvaggia che conquistò l’intellettuale conteso dalle scuole teologiche di allora. Lassù Bruno e i compagni costruirono alcune capanne, collegate tra loro da un rudimentale chiostro, una piccola cap- pella e alcuni locali destinati alle riunioni comuni. Fu il primo nucleo di quella che nei secoli diventerà la Grande Chartreuse (Certosa). Distrutta nove volte da incendi e incursioni durante le guerre di reli- gione, l’attuale costruzione si compone di un corpo centrale con una sala capitolare per il capitolo ge- nerale, trentacinque celle tutte con le finestre che guardano sulla montagna, due chiostri (uno del XII secolo e l’altro del XVII secolo, che è uno dei più grandi del mondo, lungo ben 216 metri e largo 23), un refettorio (dove i monaci pranzano insieme la domenica e in alcune feste dell’anno, senza mai rom- pere il silenzio), un cimitero adiacente, che è un semplice prato cosparso di povere croci di legno. In una zona appartata, per non disturbare la vita del monastero, sono riuniti tutti gli edifici che ospi- tano i servizi: il mulino, il garage, la falegnameria e la fucina, la panetteria. Il cibo è povero e essenziale: niente carne, la mattina digiuno e, per due terzi dell’anno, la sera solo acqua e pane. Una volta alla set- timana, un giorno di astinenza. Durante l’Avvento e la Quaresima niente latte, né formaggio né pane. Il cuore della Chartreuse è la grande chiesa, severa e spoglia, secondo lo spirito certosino. Lì la comunità si riunisce per la Messa, per i vespri della sera e poi ancora per la preghiera notturna da mezzanotte e un quarto alle 2 e mezza del mat- tino. È allora, quando tutti noi dormiamo e le tenebre avvol- gono il mondo, che il colloquio con Dio si fa più intenso. Tutta la giornata claustrale ha questo fulcro incandescente dal quale fluiscono la forza e il coraggio per un’esistenza quotidiana vis- suta in totale solitudine. In que- ste ore, il certosino s’immerge attraverso Dio nella vita dei fra- telli rimasti nel mondo, ne acco- glie dentro il cuore le sofferenze e le attese, le battaglie e le spe- ranze. F. PAJER, La Religione. Umanità in ricerca © SEI 2011 on line Pag. 42 vol. 2 LABORATORIO La Grande Chartreuse.

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Le sentinelle dell’assolutoLeggi il brano, poi esegui gli esercizi.Suona la campana della Grande Chartreuse nella notte senza luci della valle del Guiers-Mort. I qua-ranta monaci escono dalle loro celle e scivolano silenziosi lungo le arcate del chiostro, diretti in chiesa.È mezzanotte e un quarto. Attorno il silenzio senza brividi e senza echi di una montagna rimasta in-tatta nei secoli, è quello che accolse san Bruno, quando fondò in questa selvaggia valle del Delfinato,a 25 chilometri da Chambéry, uno dei più severi Ordini claustrali: i Certosini. Era il 1084. Maître Bruno, nato a Colonia nel 1030, brillante direttore della scuola di teologia dellacattedrale di Reims, famoso per i suoi studi e il suo insegnamento, ma anche per le sue denunce con-tro i potenti corrotti, decise di abbandonare tutto e di realizzare un sogno a lungo accarezzato nel climaarroventato della lotta per le investiture: diventare eremita.Rifiutò il vescovado di Reims, raggiunse Grenoble e qui con alcuni compagni prese la strada, incasto-nata nella roccia, che sale verso la montagna. Nove secoli fa come oggi. Fu la solitudine di questa valleaspra e selvaggia che conquistò l’intellettuale conteso dalle scuole teologiche di allora. Lassù Bruno e icompagni costruirono alcune capanne, collegate tra loro da un rudimentale chiostro, una piccola cap-pella e alcuni locali destinati alle riunioni comuni. Fu il primo nucleo di quella che nei secoli diventeràla Grande Chartreuse (Certosa). Distrutta nove volte da incendi e incursioni durante le guerre di reli-gione, l’attuale costruzione si compone di un corpo centrale con una sala capitolare per il capitolo ge-nerale, trentacinque celle tutte con le finestre che guardano sulla montagna, due chiostri (uno del XII secolo e l’altro del XVII secolo, che è uno dei più grandi del mondo, lungo ben 216 metri e largo 23),un refettorio (dove i monaci pranzano insieme la domenica e in alcune feste dell’anno, senza mai rom-pere il silenzio), un cimitero adiacente, che è un semplice prato cosparso di povere croci di legno. In una zona appartata, per non disturbare la vita del monastero, sono riuniti tutti gli edifici che ospi-tano i servizi: il mulino, il garage, la falegnameria e la fucina, la panetteria. Il cibo è povero e essenziale:niente carne, la mattina digiuno e, per due terzi dell’anno, la sera solo acqua e pane. Una volta alla set-timana, un giorno di astinenza. Durante l’Avvento e la Quaresima niente latte, né formaggio né pane.Il cuore della Chartreuse è la grande chiesa, severa e spoglia, secondo lo spirito certosino. Lì la comunitàsi riunisce per la Messa, per i vespri della sera e poi ancora per la preghiera notturna da mezzanotte e unquarto alle 2 e mezza del mat-tino. È allora, quando tutti noidormiamo e le tenebre avvol-gono il mondo, che il colloquiocon Dio si fa più intenso. Tuttala giornata claustrale ha questofulcro incandescente dal qualefluiscono la forza e il coraggioper un’esistenza quotidiana vis-suta in totale so litudine. In que-ste ore, il certosino s’immergeattraverso Dio nella vita dei fra-telli rimasti nel mondo, ne acco-glie dentro il cuore le sof ferenzee le attese, le battaglie e le spe-ranze.

F. PAJER, La Religione. Umanità in ricerca © SEI 2011

on line� Pag. 42 vol. 2

LABORATORIO

La Grande Chartreuse.

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2 unità 2 il vangelo si diffonde in europa

«I monaci che, nella notte, pregano per tutti noi, sono le sentinelle dell’assoluto che ci sono state do-nate a difesa e garanzia della nostra salvezza eterna. Essi rappresentano, nel Corpo di Cristo che è laChiesa, le arterie che, silenziose e nascoste, permettono al sangue di vivificare tutti gli organi», midice, congedandomi, il monaco che mi ha fatto da guida quel giorno in cui anch’io sono salita sullamontagna sulle orme di Bruno e dei suoi compagni.

M. BONANATE, «Famiglia Cristiana» 48/1993

a. Rintraccia e sottolinea nel testo alcuni termini tipici, come: chiostro, eremita, sala capi-tolare, capitolo generale, cella, refettorio, digiuno, astinenza, vespri, claustrale.

b. Conosci il significato di questi termini? Se qualche termine ti è nuovo, cercane il signifi-cato su un dizionario e annotalo qui:1. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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2. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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3. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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c. Dopo la lettura del brano, riflettete in gruppi di tre o quattro per qualche minuto, scam-biandovi le opinioni su l’uno o l’altro di questi interrogativi:• Quale può essere la forza che anche oggi spinge alcuni uomini a vivere in solitudine e

preghiera?• Qualcuno dice che questi monaci sono «inutili» all’umanità. Che cosa ne pensate? • Silenzio assoluto, digiuni, solitudine, veglie notturne: eppure si moltiplicano le persone

che vi aderiscono. Quale sarà il loro segreto?Anche in Italia c’è una grande Certosa, nei pressi di Pavia. Se abiti nelle vicinanze, meritauna visita di classe.

Vita cristiana nel medioevoLeggi il brano seguente, poi rispondi alle domande.

La vita cristiana del laico, nel medioevo, è molto semplice e forseper questo è difficile da documentare. Gli stessi Concili si limitanoa dare prescrizioni minime per i semplici fedeli: come obblighi li-turgici, si imponeva di comunicarsi almeno a Pasqua, più tardianche a Natale e Pentecoste, di conoscere il Padre nostro e ilCredo, di frequentare la messa festiva. Come obblighi sul pianomorale, si tende a vietare la bigamia, i rapporti con le prostitute,i giochi turpi nei giorni di festa, i riti pagani e i sortilegi.La spiritualità del cristiano comune continua ad essere ali-mentata dalla devozione ai santi (veicolata dalle leggende sullaloro vita), e dalla devozione alle reliquie, spesso traslate, comenei casi particolarmente clamorosi di quelle di san Marco, sot-

tratte da Alessandria nel 629 e portate a Venezia, e di quelle disan Nicola, trafugate da Mira (1087) e conservate poi a Bari. Uno

spazio sempre più ampio acquista la devozione mariana.

F. PAJER, La Religione. Umanità in ricerca © SEI 2011

Ospitare i pellegrini, dal ciclo delle sette opere di misericordia, vetrata del rosone settentrionale, XIII secolo, Cattedrale di Friburgo in Breisgau.

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LABORATORIO 3

F. PAJER, La Religione. Umanità in ricerca © SEI 2011

Otteneva sempre notevole partecipazione la pratica del pellegrinaggio in Terra Santa o ai grandi santuaridella cristianità (Santiago di Compostela, Gargano, Monte san Michele, Loreto). Accanto a importantiiniziative caritative (ospitalità ai pellegrini, assistenza alle vedove, agli orfani e ai malati abbandonati)sopravvivono convinzioni e pratiche superstiziose di origine antica. Non può essere dimenticata la co-struzione di grandi e significative basiliche, come quella di sant’Ambrogio a Milano o quella di sanMarco a Venezia. Erano gli esempi più eloquenti di un’arte (romanico e, poi, gotico) di ispirazione cri-stiana che si era andata sviluppando da secoli dovunque nella Penisola e che toccava ormai vertici ar-tisticamente e socialmente di grande rilievo.

G. ALBERIGO, Il cristianesimo in Italia, Laterza, Roma-Bari

a. Ti sembrano molto pesanti gli obblighi liturgici a cui era tenuto il semplice cristiano? Perchéi Concili non potevano imporre obblighi più consistenti?

b. Gli obblighi morali fanno pensare a una società che, nonostante fosse formata da cristianibattezzati, era rimasta ancora pagana in molti costumi. Quali sono i costumi pagani elencati?

c. La devozione alla Madonna, ai santi, alle reliquie: questo tipo di pratica religiosa è statauna caratteristica dei cristiani medioevali, o perdura tutt’oggi? Con quali differenze tra ierie oggi?

d. Sapresti dire dove si trovano i quattro grandi santuari citati nel brano, che erano meta dipellegrinaggi? Osserva l’immagine: una santa apre la porta della chiesa a un pellegrino.Quali sono gli abiti di quest’ultimo?

e. Nella tua città o regione, ci sono monumenti risalenti alla cristianità medievale? Quali?Che cosa conosci della loro storia? Che significato hanno ancora per il nostro tempo?

Di che cosa si tratta?Osserva le immagini e prova a commentarle:

a. Di quale ambiente si tratta?b. Chi sono le persone protagoniste delle scene?c. Quali attività stanno svolgendo?d. Dai un titolo a ogni scena descritta dalle miniature.

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4 unità 2 il vangelo si diffonde in europa

F. PAJER, La Religione. Umanità in ricerca © SEI 2011

Ascoltare un predicatoreSe fossi stato ai tempi della diffusione del cristianesimo e se non conoscessi bene la reli-gione che questi nuovi predicatori stanno diffondendo, quali domande faresti per sapernedi più? E quali risposte otterresti? Immagina un dialogo tra un «pagano» e un cristiano nelII secolo d.C. Se ti è utile segui le domande:a. Dove ti trovi? In quale città del Mediterraneo?b. Chi sei: un ragazzo/a, un uomo/una donna adulti? Un sacerdote pagano?c. In quale contesto ti trovi: su una piazza? In una casa privata durante una cena? d. Come ha inizio il discorso?e. Quali sono le domande e le risposte che vi scambiate? Quali argomenti toccate? f. Quali sono i toni del discorso? Piani? Accesi?g. Come si conclude la vostra discussione?

L’arte romanicaIl monaco Rodolfo il Glabro, nativo della Borgogna, aveva viaggiato molto per l’Europa eaveva osservato un fatto curioso. Scrisse in una lettera: «Intorno al terzo anno dopo l’annomille, su quasi tutta la terra, soprattutto in Italia e in Francia, si cominciò a ricostruire le ba-siliche. Sembrava che il mondo, scuotendo via la sua vecchiaia, si coprisse di un biancomantello di chiese. I fedeli non si limitarono a ricostruire le cattedrali, ma restaurarono anchele chiese dei monasteri e persino le chiesette di paese».

Componi un breve testo intitolato: «Una chiesa racconta». Immagina che una chiesa co-struita 1000 anni fa si metta a raccontare la sua storia: chi l’ha costruita, persone umili e im-portanti che vi sono entrate, feste e cerimonie memorabili ecc.

Chiesa di Saint-Nectaire,

Alvernia, Francia.