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LA RIVISTA DEL COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA MAGGIO 2006

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Page 1: LA RIVISTA DEL COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA · 2018. 3. 13. · Corte Marin Sanudo,1 - 30174 Venezia-Mestre tel.041985313 - fax 041980941 - e-mail:sede@collegio.geometri.ve.it

LA RIVISTA DEL COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA

MAGGIO 2006

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Corte Marin Sanudo, 1 - 30174 Venezia-Mestretel. 041985313 - fax 041980941www.collegio.geometri.ve.it - e-mail: [email protected]

Anno 1 numero 1MAGGIO 2006

Pubblicazione bimestrale edita daCollegio dei Geometri

della provincia di Venezia

direttore responsabileGiambattista Marchetto

commissione stampaGiovanni Rizzo (presidente),

Daniela Brazzolotto (coordinatore),Michelangelo Brichese, Loredano Marcassa,

Francesco Melato, Andrea Sambo,Giovanbattista Smania, Adriano Vidotto

coordinamento editorialee progetto grafico

Charta Bureauvia Fondamenta, 2 - Dolo VE

tel. 0415128217 - fax [email protected]

stampaNovagrafica - Camponogara VE

registrazionenumero in attesa di registrazione

fotoarchivio del Collegio dei Geometri

della provincia di Venezia

Collegio dei Geometri

della provincia di Venezia

Sommario3

Collegio dei Geometridella provincia di Venezia

editorialeIl Collegio scegliela Responsabilità Sociale pag. 4

attività del collegioAl servizio di tutti i professionisti iscritti pag. 5

attività del collegioL’isola del ghetto:un incontro per un confronto pag. 6

sicurezzaAggiornamento sulla direttiva cantieri pag. 8

urbanisticaL’autolicenza edilizia pag. 10

normativaContratto preliminare pag. 14

professioneProject Management & il geometra pag 16

professioneGeometra libero Professionistao Extracomunitario pag. 18

catastoArrivano i reclamiall’Agenzia del Territorio pag. 19

estimoValori agricoli medi:l’aggiornamento per il 2006 pag. 20

pezzi di storia“Casoni”, una cultura in viadi estinzione da non dimenticare pag. 21

professione e satiraIl geometra Teo Teodolitee le semplificazioni burcratiche pag. 22

fatti e fattacciCosa avvenne... nell’aprile 1996 pag. 23

"Casone" dipinto dal geom. Paolo Bellini di Dolo

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Il Collegio sceglie la Responsabilità Sociale

estratto dalla relazione di Bilancio - anno 2006

“(…) Lo scenario europeo nel quale siamo chiamati oggi ad operare, è il luogo per promuovere in mododeciso e partecipativo il ruolo della nostra categoria nel contesto sociale.Per questo motivo il Collegio si propone di attuare una politica di gestione impostata sulla ResponsabilitàSociale. Se il porsi domande è connaturato all’essenza della natura umana, il Consiglio Direttivo delCollegio ha iniziato a riflettere sulla sostenibilità del proprio modo di operare e sul rapporto di scambiosociale con i propri portatori d’interessi (stakeholder).(…) Intendiamo avviare il processo di Responsabilità Sociale per una migliore integrazione territoriale, cer-cando di affermare un’etica professionale quale espressione del capitale intellettuale di tutti i geometri.Essere socialmente responsabili non deve intendersi come essere filantropi, bensì l’attivarsi per coniuga-re il rispetto dell’etica degli affari con le aspettative legittime degli stakeholder.Ecco che il Collegio si propone di concretizzare entro l’estate 2006 la Certificazione Etica SA 8000/2000,integrando il cammino già compiuto per la Certificazione di Qualità Iso 9001/2000. La politica orientata alla Responsabilità Sociale è basata sulla trasparenza. Il nostro Collegio rilancia il pro-prio impegno nel promuovere la qualità e la diffusione di quei valori che, per il loro contenuto di profes-sionalità, presentano un’innegabile connotazione “etica” nello svolgimento del nostro lavoro. Le soleconoscenze tecniche non sono sufficienti per la positiva evoluzione del mondo del lavoro, così come dellascuola e della formazione, in rapido cambiamento.Nell’agire, il Collegio rileva che la più forte connotazione etica è legata in primis alla scelta di partecipa-re come protagonista allo sviluppo sociale. Un impegno concreto che stiamo portando avanti nel tempoe che annovera tappe significative quali la convenzione con lo IUAV per il Centro Formazione Permanentedei Geometri, la partecipazione alla definizione di accordi territoriali nel comparto dell’edilizia, della sicu-rezza nei cantieri, della qualità abitativa.Tutti progetti intrapresi in sinergia con realtà territoriali che investono sulla figura del geometra non solocome depositario di conoscenze tecniche, ma anche come figura attenta e partecipe in modo attivo all'in-nalzamento della qualità della vita e allo sviluppo del territorio (…)”.

e d i t o r i a l e

Massimiliano De Martinpresidente Collegio dei Geometri della provincia di Venezia

4

SPECIALISTI IN RESTAURI - DIPINTURE - TERMOCOIBENTAZIONI

di Geom. Marino Vecchia

perizie tecniche con

> DIAGNOSI SULLO STATO DEI FABBRICATI

> RELAZIONE TECNICA SULL’INTERVENTO DI RECUPEROE SUI MATERIALI DA UTILIZZARE

> ANALISI DEI MATERIALI E PIANIFICAZIONEDELLE SOLUZIONI

> PREVENTIVO DELLE OPERE

30031 DDOOLLOO (Venezia)via Duca degli Abruzzi, 4tel. 041.5100296 - cell. 348.9033246

Deposito: Arino di Dolo (VE)via dell’Artigianato, 6/2tel/fax 041.5103732 - [email protected]

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Al servizio di tuttii pprrooffeessssiioonniissttii iissccrriittttii

a t t i v i t à d e l c o l l e g i o

5

Collegio dei Geometridella provincia di Venezia

VARIAZIONI REGISTRO TIROCINANTI

Seduta del Consiglio Direttivo del 01 MARZO 2006NUOVE ISCRIZIONIGeom. Bianco Simone via Bellini n. 74 30024 Musile di Piave VEGeom. Botosso Francesco via Marzabotto n. 17 30027 San Donà di Piave VEGeom. Gusso Nicola Francesco p.zza Clessidra n. 4 30021 Caorle VEGeom. Pavan Gianluca via Rovigo n. 6 30024 Musile di Piave VEGeom. Pavan Giulio via del Popolo n. 5 30029 S. Stino di Livenza VEGeom. Piccoli Giacomo via Raffaello n. 4 30027 San Donà di PiaveVEGeom. Simionato Giancarlo via Ballò n. 178 30035 Mirano - Ballò VERICONOSCIMENTO ATTIVITÀ TECNICA SUBORDINATAGeom. HANUN OMAR Via Ciceri n. 6 30027 San Donà di Piave VE

Seduta del Consiglio Direttivo del 20 MARZO 2006RICONOSCIMENTO ATTIVITA’ TECNICA SUBORDINATAGeom. Bozzato Riccardo via La Bassa n. 27 30016 JesoloVEGeom. Molinari sebastiano via Bissolati n. 6 30172 Venezia - Mestre

VARIAZIONI ALBO

Seduta del Consiglio Direttivo del 1 MARZO 2006NUOVE ISCRIZIONIGeom. Ballarin Maurizio via D. Cimarosa n. 19 30030 Robegano VEGeom. De Biasi Narciso via Orlanda n. 77 30030 Favaro-Campalto VEGeom. Polo Samuele via Valli n. 25 30033 Noale VEGeom. Rosatto Andrea via T. Edison n. 24/2 30014 Cavarzere VEGeom. Schiavo Stefania via Favalli n. 22 30030 Fossò VEANNULLAMENTO CANCELLAZIONEGeom. Lava Lorenzo via San Pio X n. 20 30020 Meolo VECANCELLAZIONIGeom. Lella Michele per trasferimento con decorrenza 13.02.2006

al Collegio di Rovigo

Seduta del Consiglio Direttivo del 20 MARZO 2006NUOVE ISCRIZIONIGeom. Bevilacqua Alessandro via Del Gazzato n. 23 30174 Venezia - MestreGeom. Lippolis Paolo via San Lazzaro n. 10 30027 San Donà di Piave VEGeom. Moro Alessandro via Aldo Moro n. 30 30020 Cinto Caomaggiore VEGeom. Trevisan Alberto via Cavalieri di Vittorio V.to 30030 Olmo di Martellago VECANCELLAZIONIGeom. Ballarin Boris per dimissioni volontarie con decorrenza 26.02.2006

I SERVIZI DEL COLLEGIO

- Ricevimento presidente e segretario

tutti i mercoledì mattina dalle 10.00 alle

12.30

- Consulenza legale con l'avvocato del

Collegio

il primo mercoledì di ogni mese dalle

10.00 alle 12.30

- Consulenza in materia di previden-

za (Cassa Geometri) con i delegati

Cipag - l’ultimo mercoledì di ogni mese

dalle 10.00 alle 12.30

- Consulenza Parcelle - l’ultimo mer-

coledì di ogni mese, previo appunta-

mento telefonico

Tutti i servizi sono gratuiti, previo appun-

tamento telefonico con la segreteria

tel. 041985313 - fax 041980941

e-mail:[email protected].

Orario di apertura della segreteria

martedì-venerdì dalle 9.30 alle 12.30. LIBRIDizionario Tecnico dell’Edilizia e dell’Architettura(recensione a cura di Giuseppe Fioretti)

La casa editrice Hoepli ha fatto propria un’idea del Collegio dei Geometri dellaProvincia di Bologna ed ha pubblicato il “Dizionario Tecnico dell’Edilizia edell’Architettura”.È un volume di facile consultazione, divalido supporto all’attività professionalee allo studio. Inoltre è uno strumento dicultura con una notevole quantità diinformazioni.Il volume, di 304 pagine, è diviso in duesezioni e un’appendice. Nella prima sezioneci sono 1.800 lemmi descritti in italiano eseguiti dalla traduzione in inglese. La secon-da parte è costituita dal glossario inglese-ita-liano con olre 1.900 voci. Infine l’appendicecon 200 termini illustrati con tavole a colori.In libreria si acquista con 29 euro.

IL POS È ON-LINE

Nel numero 0 di GEO LINK abbia-

mo dedicato un approfondimento

al protocollo d’intesa che fissa le

linee guida del Piano Operativo

per la Sicurezza (POS).

La modulistica per il POS è scarica-

bile on-line dal sito del Collegio

all'indirizzo http://www.colle-

gio.geometri.ve.it/sicurezza/modu

listica/home_ve.asp. L'accesso è

possibile per tutti gli iscritti che si

siano registrati nel sito. Per infor-

mazioni o chiarimenti contattare

la segreteria del collegio.

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L’isola del Ghetto:un incontro per un confrontoun itinerario culturale e un dibattito coni rappresentanti della Comunità Ebraica di Venezia

a t t i v i t à d e l c o l l e g i o

6

Il primo itinerario culturale promosso dal Collegio dei Geometri di Venezia si è svolto giovedì 23 febbraio, un appun-tamento al quale ho avuto il piacere di partecipare, così come molti altri miei colleghi appartenenti anche ad altriCollegi limitrofi alla nostra provincia. Un itinerario importante, denso di storia, tradizioni e cultura: la visita guida-ta al Ghetto di Venezia, a cui ha fatto seguito un dibattito al quale hanno partecipato, oltre agli esponenti delCollegio dei Geometri, anche alcuni rappresentanti della realtà ebraica.“Chai”, che in ebraico significa “Vita”, è il nome del museo ebraico parzialmente in fase di ristrutturazione che ci èstato illustrato in modo eccellente dalle guide a nostra disposizione per permetterci, in un’ora e mezza, di entrarein sintonia con una cultura in cui i dettami di una religione scandiscono tempi e modi di vivere di un’intera vita.All’interno del museo sono conservati oggetti, paramenti e tessuti utilizzati per i momenti liturgici e per le festivitàebraiche oltre ad una fornitissima libreria dove poter approfondire ogni aspetto dell’ebraismo.Non è mancata la visita a tre sinagoghe rappresentanti altrettanti momenti storici che hanno caratterizzato l’evolu-

zione delle diverse Comunità Ebraiche che, apartire dal 1516, si sono insediate tra ilGhetto Vecchio e Nuovo, evidenziando gliaspetti culturali delle varie “nazioni” prove-nienti da ogni parte del mondo.L’aspetto fondamentale di unicità, oltrepas-sato il sottoportico che divide la città diVenezia dal Ghetto, è la dimensione che ciappare scolpita negli edifici che, uno dopol’altro, sembrano raccontare la storia e lepassioni dei loro abitanti passando dal vec-chio ghetto con i suoi palazzi preziosi perarrivare al “Geto del rame”, ossia in unavera e propria isola, in cui gli ebrei furonoconfinati.Essere nell’isola mi fa comprendere nonsolo il limite territoriale definibile con losguardo, ma anche la sensazione di soffo-camento e di limitazione alla libertà diessere e di poter vivere ovunque.Il mio pensiero sulle persone all’internodi questo Ghetto Nuovo si fa partecipe diun modo di vivere fatto di estrema digni-tà nei gesti quotidiani, e comprendel’importanza della famiglia come puntofermo di formazione e di preghiera.Buno Zevi, in occasione della presenta-zione del testo La città degli ebrei, com-menta: “… L’insediamento nel ghetto èil primo modello di segregazione urba-nistica a vasta scala. Ma nel tessutoveneziano si converte un una partico-

di Daniela Brazzolotto

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lare “forma spaziale di identità” che era congruente con la volontà antica e più volte riconfermata di “accogliervigente di paesi lontani, che parlava lingue diverse, praticava altre religioni, viveva secondo abitudini differenti traloro”.Ecco allora che il dibattito aperto successivamente alla Sala Montefiore - alla presenza del presidente del Collegiodei Geometri della provincia di Venezia Massimiliano De Martin, dello scrittore Riccardo Calimani, dell’architettoAnna Chiarelli della Soprintendenza per i beni architettonici per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico edetnoantropologico di Venezia e Laguna e alla presenza del professore Umberto Fortis come moderatore -, è statoun’occasione per uno scambio di riflessioni sotto il profilo tecnico e culturale, al fine di poter apprendere dall’os-servazione del territorio del ghetto quale sia la misura da dare ad una edilizia abitativa per una degna qualità dellavita. Gli interventi si sono susseguiti a partire da un approfondimento storico-culturale dell’ebraismo, per concludersi conla presentazione delle fasi di ristrutturazione dei locali del museo. Ristrutturazione avviata con un monitoraggio ealcune indagini per consentire l’esecuzione di un progetto di consolidamento altamente puntualizzato e finalizza-to ad una rispettosa conservazione.Meritano particolare attenzione le parole che il rabbino capo Elia Ricchetti, in rappresentanza della ComunitàEbraica di Venezia, ci ha fatto pervenire a seguito della sua impossibilità ad essere presente all’incontro: […] da sem-pre esiste uno stretto legame tra il mondo ebraico e la dimensione, tra il mondo ebraico e gli spazi, tra il mondoebraico e la misurazione, o la costruzione o altro. […] perché l’ebraismo come sistema di vita e come vicenda stori-ca investe ovviamente ogni aspetto della vita ed ogni ambito della realtà. […] E’ significativo che un intero trattatodella Mishnà, ossia della prima raccolta degli insegnamenti normativi dei Maestri di Isdraele sia intitolato appunto“Middòth”, “Misure”. “Middòth”, continua il rabbino capo, vuol dire non solo “misure” ma anche “qualità”.Conclude dicendoci che “per avere buone qualità bisogna avere chiaro il senso della misuradi ciò che siamo, e che le stesse buone qualità vanno esercitate -con misura -, senza voler eccedere,senza imporsi, conoscendo ipropri spazi”.Meditando su “Misure” e“Qualità” ed allargandone lavisione al nostro quotidianonel quale siamo chiamati adefinire, con la progettazio-ne, gli spazi per l’uomo, tenia-mo in considerazione l’equorapporto tra libertà, territorioe le diverse tradizioni cultura-li che vi confluiranno.

Collegio dei Geometridella provincia di Venezia

Informazioni utiliIl museo è aperto dalla domenica al venerdì dalle ore 10.00 alle ore19.00 dal 1 giugno al 30 settembre. Resta chiuso il sabato e le festi-vità ebraiche. Dal museo partono con regolare frequenza visite gui-date alle sinagoghe. Per i gruppi è necessaria la prenotazione. Perinformazioni e prenotazioni telefonare allo 041715359 in orario d’a-pertura del museo (telefax 041723007).

Come si raggiunge il Ghettocon i mezzi ACTV n°1 e 82; si scende alla fermata S. Marcuola-Ghetto;a piedi da Piazzale Roma e dalla Stazione Ferroviaria; si segue la Listadi Spagna per raggiungere la Fondamenta Cannaregio (10 minuticirca); da S. Marco si segue la strada principale direttrice StradaNuova (40 minuti circa).

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Aggiornamentosulla direttiva cantieriPartiti a fine 2005 i primi tre corsidi formazione professionale

s i c u r e z z a

È ormai un dato di fatto che la nostra categoria puntimolto sulla formazione professionale, tanto che lamozione finale del recente ultimo congresso nazionalea Palermo conteneva proprio questo intento, dandoconseguentemente il mandato al CNG ad operare in talsenso (vedi riquadro).Come anche ripetutamente ricordato durante le assem-blee ed incontri di zona, il Collegio di Venezia sta con-cretamente operando nell'intenzione di migliorare laqualità e la formazione già da alcuni anni, anticipandoi tempi e gli organismi nazionali.A fine 2005 sono partiti proprio in Collegio per gliiscritti, i primi 3 corsi di aggiornamento professionaleaventi validità in termini di crediti formativi universita-ri, grazie ad un accordo sottoscritto tra lo IUAV diVenezia ed il Collegio. Tale accordo, è utile ricordare,oltre a riconoscere i crediti formativi qualifica la figuradel geometra diplomato al pari di docente universita-rio, tanto che alcuni colleghi terranno specifiche lezio-ni durante i corsi.Ad oggi (marzo 2006) sono ancora in fase di svolgi-mento il corso di 120 ore sulla SicurezzaCantieri (D.lgs 494/96 e succ.) al quale parte-cipano una trentina di iscritti ed il corso di120 ore sulla progettazione in zona sismicasecondo le recenti norme sugli “stati limi-te”. È invece terminato il corso di aggiorna-mento sulla direttiva cantieri di 30 ore, alquale hanno partecipato circa trenta colle-ghi che hanno assistito alle lezioni tenutedall'arch. Andrea Moro, dal geom.Massimiliano De Martin, dall'archCipriano Bortolato e dal dott. LuigiCipolla. Durante il corso sono state illu-strati e commentati i disposti legislativisuccessivi al decreto 494/96 per i qualisono stati precisati gli adempimenti inmateria di sicurezza ai quali fare da rife-rimento. Sono stati così oggetto di for-mazione in particolari il D.Lgs 528/99 edil D.P.R. 222/03. Tra le lezioni si ritieneinteressante evidenziare quella “prati-

La formazione sulla sicurezza nei cantieri è un tassello fondamentale

per i professionisti che operano direttamente nella direzione dei lavori

o assumo la responsabilità rispetto alla corretta applicazione

delle normative di riferimento

di Giovanni Rizzo

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Collegio dei Geometridella provincia di Venezia

ca” dove si è verificato un ponteggio metallico e l'uti-lizzo dei D.P.I. contro le cadute dall'alto. Per motivilogistici la lezione è stata gentilmente ospitata dalCentro Formazione Maestranze Edili di Mestre su deiponteggi messi gratuitamente a disposizione delladitta “Bisol”. Alcuni volontari hanno quindi indossatoimbragature ed elmetto e appesi alla corda di sicurez-za, vedi fotografie, hanno dato la possibilità di verifi-care di persona le problematiche connesse alla possibi-lità di trovarsi di fronte ad un'emergenza.Nella organizzazione dei corsi tutti è doverosa unacitazione al coordinatore Massimo Mastrantoni e altutor Fabio De Rossi che con la pazienza e la dedizionestanno collaborando egregiamente con il Collegio econ il personale della segreteria.

“Ponteggio visto a dicembre 2005 a Shanghay in Cinanon proprio conforme alle norme italiane

foto Stefano Barbieri”

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L'autolicenza edilizia

analisi degli articoli 19 e 20 della L. 241/1990riformulato dalla legge statale 80 del 2005

u r b a n i s t i c a

10

Il rapido accavallarsi di norme sia statali -specie sul procedi-mento, con le due leggi n. 15 e n. 80 del 2005- che regionalisull’urbanistica -la legge 11 del 2004 e il carosello di prorogheche l’hanno seguita- hanno creato un quadro di riferimentonormativo molto complesso, che si vorrebbe dipanare conun’esposizione che parte dalla normativa generale per giunge-re alla specifica disciplina dell’operare in campo edilizio.Profonde sono state le innovazioni apportate alla legge 241del 1990 prima dalla legge 15 del 2005, completata poi dal-l'art. 3 del DL 35 del 2005, a sua volta sostituto dalla nuovaformulazione ad opera della legge n. 80 sempre del 2005, conl’introduzione della nuova DIA dell’art. 19, acronimo che inluogo di denuncia d’inizio di attività sta per dichiarazione e sivedrà che si tratta di riforma di fondamentale importanza, econ l’introduzione dell’istituto generale del silenzio assenso adopera dell’art. 20. La disciplina dei due istituti paralleli è risultata strettamentecomplementare. L’uno, l'art. 19, riguarda il nuovo regime delleattività "protette", sostituendo l'originario articolo 19 dellalegge 241; l'altro, l'art. 20, il silenzio assenso. La DIA comedenuncia di inizio attività era già stato ripetutamente modifi-cata e riguardava i procedimenti di rilascio di titoli legittimantiall'esercizio di attività, per il quale fosse richiesto un controlloamministrativo ("autorizzazioni licenze abilitazioni nulla ostapermessi o altro atto di consenso comunque denominato"),"ad esclusione delle concessioni edilizie" e dei connessi atti dicontrollo paesaggistico c/o storico?artistico. I1 secondo ripren-de e riformula la disciplina del silenzio assenso.Attualmente le disposizioni in esame unificano tutte le mate-rie e tutti i procedimenti regolatori dei rapporti tra cittadino eP.A..

1 - principio ispiratore

L'interpretazione sistematica dell'innovazione presuppone unaprecisazione di carattere costituzionale, con richiamo del princi-pio generale di libertà dell'iniziativa economica privata garantitadal primo comma dell'articolo 41 della Costituzione.L'abrogazione del controllo preventivo sull'esercizio delle attivi-tà economiche di più rilevante "peso?rischio" sociale ?e vannoda quella edilizia, a quella commerciale, a quella ludica, cacciapesca, a quella imprenditoriale per determinate materie, daquelle esplodenti a quelle ecologiche? risponde a principi costi-tuzionali di altrettanta forza e cogenza, quale quello posto dal-l'articolo 2, secondo cui "la Repubblica richiede l'adempimentodei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e socia-le". In questo quadro, ben definibile del solidarismo responsabi-le, era ampiamente tempo che il cittadino uscisse ditutela/custodia e fosse chiamato a rispondere direttamente atutto campo del suo agire in conformità alla legge. E' del restolo stesso principio che ha portato all'abrogazione dei certificati,sostituiti dall'autocertificazione, dove il dichiarante si assume laresponsabilità anche penalmente sanzionata della veridicità diquanto afferma.L’autocertificazione delle situazioni giuridicamente rilevantitrova un limite nella privativa statale delle attività professionaliprotette nell'ambito dell'articolo 2229 e seguenti del codice civi-le, tutelate attraverso Ordini, Collegi e Albi (una settantinacirca). L’esclusione viene fatta derivare dal fatto che la liberaliz-zazione dell'accesso ad attività protette (per il cui esercizio èrichiesto in controllo preventivo) è limitato, dal primo inciso delprimo comma, all'attività "imprenditoriale, commerciale o arti-gianale".

di Ivone Cacciavillani

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11

Collegio dei Geometridella provincia di Venezia

2 - L'autolicenza

Per effetto della riforma, attualmente tutte le attività economi-che godono della generale libertà affermata in linea di principiodall'articolo 41.1 della Costituzione, pur restando assoggettatea controllo amministrativo quelle ad alto rischio sociale; la rifor-ma ridisciplina radicalmente le modalità del controllo.L’assoggettamento a privativa statale di talune attività, per il cuiesercizio viene richiesto l’intervento di professionista abilitato,trasferisce su quest’ultimo l’onere/legittimazione di dichiararnel’inizio, sul presupposto da lui accertato e certificato della suarispondenza al regime stabilitone dalla mano pubblica. Per que-sto pare pertanto corretto definire autolicenza il nuovo istituto,in cui la legittimazione deriva dalla dichiarazione dell’operatore,che peraltro dev'essere corredata "delle certificazioni e delleattestazioni normativamente richieste"; per quanto detto, lecertificazioni diverse dall'autocertificazione attestanti situazionio fatti personali sono rilasciate dagli esercenti attività professio-nali protette. E’ il caso, per limitarsi alla nostra materia, delladichiarazione di conformità del progetto edilizio alla normativavigente per 1'autolicenza di costruire, esaminata più oltre, o allacertificazione della natura dei rifiuti da stoccare rilasciata dalprofessionista chimico. Del resto risponde allo stesso principio disolidarismo responsabile attribuire all'opera di chi, per essereiscritto ad un Ordine/Collegio ha superato il vaglio della capaci-tà tecnica e della probità morale, ruolo certificatone valido e vin-colante anche per la P.A..Nel precedente assetto, il controllo esercitato dalla P.A. aveva lafunzione di rimuovere l'ostacolo frapposto dalla legge all'eserci-zio del diritto d'iniziativa economica, che già appartiene al sog-getto in forza del principio costituzionale: è il paradigma tradi-zionale dell'autorizzazione. Nel nuovo regime la totale respon-sabilità dell'esercizio dell'attività viene attribuita a chi l'esercita,restando alla P.A., che sul piano sostanziale continua ad eserci-tare le stesse funzioni di cui era e resta titolare secondo la rispet-tiva disciplina di materia, la possibilità solo impeditiva del suoinizio o interdittiva della sua protrazione.Il controllo attualmente attribuito alla P.A. (quale che ne sia l’or-gano a cui viene attribuito) sulle attività extraprofessionali pro-tette è soltanto la verifica della loro non contrarietà, soggettivao oggettiva, al rispettivo regime legale (non più della sua con-formità), donde la denominazione proposta di autolicenza. E'nella sostanza un nullaosta che s'invera per silenzio concluden-te della PA, perché non già di assenso anche tacito si tratta (eben si sa che l'atto tacito ha la stessa natura giuridica dell'attoespresso), bensì di ritenuta mancanza di ostacoli legali all'eserci-zio dell'attività; che resta tutta e solo di chi si determina adavviarla.La nuova denominazione è imposta anche da ragioni diacroni-che, di successione di leggi. Il silenzio assenso era già regolatodall'articolo 20 ?del quale costituiva addirittura la rubrica? dellalegge 241, ripetutamente novellato dai DPR n. 300 del 1992,407 e 411 del 1994. Esso si manteneva nello schema dell'auto-rizzazione rilasciata con atto tacito, previo controllo preventivodel possesso dei requisiti dell'esercitabilità. L'innovazione nonha funzionato "a monte", nel passaggio essenziale in cui lalegge demandava ad ulteriore intervento normativo regolamen-tare l'individuazione delle attività alle quali il nuovo procedi-mento (che voleva essere più snello ed efficace del sistema del-l'autorizzazione espressa) avrebbe dovuto applicarsi.L'innovazione attuale generalizza l'istituto, estendendolo a tuttele attività non professionali, rendendolo immediatamente ope-rativo e limitando l'intervento della P.A. al controllo meramentenegativo della mancanza di elementi ostativi. Non si può esclu-dere che questo nuovo intervento, così "liberalizzante", sia una

reazione stizzita del Legislatore a fronte dell'inanità dei ripetuticonati semplificativi, intervenuti nel corso degli anni Novanta.

2.1 - procedimentoL'intento di semplificare al massimo il procedimento di nullaostaè evidente, oltre che espressamente dichiarato, costituendo anzila principale finalità della riforma. Esso è reso manifesto dall'ul-timo inciso del primo comma, che fa divieto alla P.A. "compe-tente" di chiedere al privato dichiarante "informazioni o certifi-cazioni" contenute in atti già in suo possesso o da essa "diret-tamente acquisibili" presso altra P.A..

a) La dichiarazione d'inizio attività (prima DIA)I1 primo comma dell'articolo sostituisce l'articolo 19 della legge241, trasformando l'originaria denuncia in dichiarazione d'inizioattività. Il mutamento è di enorme portata: la denuncia del1992/1994 comunicava alla P.A. competente la determinazionedel soggetto di dare inizio all'esercizio di attività protetta; spet-tava alla P.A. di "verificare d'ufficio la sussistenza dei presuppo-sti e requisiti di legge", disponendo, "se dal caso il divieto diprosecuzione dell'attività". Era immediatamente operante: l'at-tività avrebbe potuto venire tosto avviata, con la possibilitàdell'Amministrazione di vietarne la prosecuzione; l'istituto nonvenne applicato. L'attuale dichiarazione ritma diversamente l'i-nizio dell'esercizio, attribuendo alla P.A. uno spazio (trenta gior-ni) di verifica della sua non ostatività, con potere preclusivo delsuo avvio.Sotto questo profilo la denuncia era più operativa dell'attualedichiarazione, ma l'intermezzo istruttorio è giustificato dall'e-stensione dell'istituto del silenzionullaosta a tutte le attività pro-tette, per alcune delle quali l'automatismo della denuncia avreb-be potuto creare qualche incongruenza; e fu forse la ,preoccu-pazione di escludere dal self executing della denuncia le attivitàbisognevoli di qualche istruttoria la causa della mancata attua-zione dell'istituto del silenzio assenso regolato dalla norme del1992/1994. Lo spazio di verifica ora attribuito alla P.A., pur limi-tato sia nel tempo (trenta giorni) che nell'ambito (obbligo dellaP.A. di acquisizione d'ufficio degli adempimenti mancanti), con-sente di precludere anche l'inizio di attività protette, il cui eser-cizio si riveli improprio o illegittimo.Passati i trenta giorni dalla denuncia d'avvio senza che sia per-venuto al dichiarante alcun atto di interdizione, l'attività puòessere iniziata, sempre sotto la totale responsabilità dell'interes-

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sato.

b) La denuncia d'avvio dell’attività (seconda DIA)Il secondo comma introduce l'istituto della denuncia dell'effetti-vo inizio (avvio) dell'attività preannunciata con la prima DIA.L'atto, la seconda DIA, fa scattare l'ulteriore termine, ancora ditrenta giorni, di interdizione della continuazione, ad ulterioregaranzia del pubblico interesse al corretto esercizio delle attivitàprotette, stabilito del primo comma per l'avvio. La seconda DIAattiva un secondo spazio di verifica, che sul piano del controllosi salda naturalmente col primo, dal momento che il presuppo-sto dell'interdizione della protrazione è lo stesso di quello inter-dittivo dell'inizio; ambedue possono consistere nell'accertatacarenza delle condizioni, modalità e/o fatti legittimanti all'eser-cizio.Il terzo comma assoggetta l'interdizione alla protrazione ad unacondizione la cui portata operativa va coordinata con le innova-zioni procedimentali introdotte dalla legge 15. Non pare infattidubitabile che l'atto interdittivo della protrazione equivalga, seposto in relazione alla denuncia d'inizio, ad un atto negativo, lacui emanazione dev'essere preceduta dalla comunicazione deimotivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, prescritta dall'arti-colo 10 bis della L. 241 /1990. L'interessato ha il termine (cheper la L. 15 era di dieci giorni) "fissato dall'Amministrazione, inogni caso non inferiore a trenta giorni", per eliminare gli ele-menti ostativi o per integrare gli elementi carenti.Per la seconda parte del terzo comma "è fatto comunque salvoil potere" di autotutela dell'Amministrazione sul proprio atto disilenzio?nullaosta, ai sensi degli articoli21 quinquies e noniesdalla legge 241 integrata dalla legge 15.L'ultimo inciso del terzo comma, sul dovere della P.A. di acquisi-re d'ufficio eventuali pareri necessari alle statuizione, risultascarsamente coordinato col principio procedimentale fissato dal-l'articolo 16 della legge 241, modificato dalla legge 127/1997,che già prevede la possibilità di prescindere dal parere non tem-pestivamente espresso. Esso opera soltanto per la riduzione deiquarantacinque giorni della legge 241/1990 ai trenta del DL epoi della L. 80.Le disposizioni dell'art. 19 trovano completamento nel comma2 bis dell'art. 21, che, nel completare le disposizioni sanziona-torie, precisa che restano ferme le attribuzioni di vigilanza, pre-venzione e controllo su attività soggette ad atti di consenso pre-visti da leggi vigenti". La precisazione legittima l'interventodell'Amministrazione titolare della funzione di controllo, inter-dittivo della prosecuzione di attività anche dopo la scadenza deltermine dalle rispettive DIA. La disposizione non è priva di con-tenuto precettivo, perché il decorso del termine dalla secondaDIA avrebbe potuto essere inteso come consunzione del relati-vo potere con conseguente acquisizione, da parte dell'agented'un titolo "omissivo", legittimante alla sua continuazione.Sarebbe stata interpretazione incongrua, o addirittura aberran-te, ma non del tutto implausibile. La formale previsione dellasopravvivenza delle preesistente funzioni di vigilanza, prevenzio-ne e controllo toglie ogni dubbio "lassistico".

3 – Il titolo abilitante al costruire

Non v'ha dubbio che la portata più incisiva delle innovazioni siaquella relativa alla materia urbanistica, da un trentennio ogget-to d'una tormentata, continua e non sempre coerente evoluzio-ne.

3.1 - Regime precedenteAnche brevi cenni d'inquadramento non possono prescindere

da un rilievo di fondo, del "divorzio" delle due materie(ma, alla luce della sistemazione istituzionale data dallasentenza della Corte Costituzionale n. 303 del 2003, al terminemateria nell'ambito della riforma costituzionale del titolo V, sidovrebbe tornare alla terminologia sandulliana e parlare disub?materie) urbanistica ed edilizia, col DPR 380 del 2001. Mentre la legge urbanistica n. 1150 del 1942, seguita datutte pressoché tutte le prime leggi regionali, disciplinava unita-riamente le due sub?materie, col DPR 380 del 2001 s'è avuta lanetta separazione dell'edilizia dall'urbanistica; alla determina-zione generalmente le Regioni si sono adeguate, talune provve-dendo ad emanare leggi solo urbanistiche, con riserva, taloraformale talaltra implicita, di separati interventi sull'edilizia; è ilcaso del Veneto, che con la "leggina" del 2003 n. 16 ha presoatto della disciplina statale della sola materia edilizia e con lasuccessiva legge n. 11 del 2004 si è limitato a disciplinare solol'urbanistica.Nell'impostazione del DPR 380 era nettala distinzione del titololegittimante al costruire, tra permesso di costruire (suc-cesso alla concessione e questa alla licenza edilizia del1942) e denuncia inizio attività (DIA), basata sulle dimensionidell'intervento. L'impostazione non si sottraeva al nominalismopiù greve; più che di dettaglio, le disposizioni continuavano adessere di cesello. L'articolo 1 0 del DPR enumera gli "interventisubordinati a permesso di costruire", avendo cura, alla lettera c,di definire autenticamente la "ristrutturazione edilizia", già defi-nita dal suo stesso articolo 3, a sua, volta ripetitivo delladefinizione data dall'articolo 31 della legge 457 del 1978.Definizioni, limiti, confini, fonti di diatribe infinite, dove più chei criteri giuridici imperava il doppio decimetro.Per contrappasso, l'articolo 22 (capo III), sempre del DPR 380,individua per via residuale gli interventi soggetti "solo" a DIA,tracciando anche (al comma 3°) il rapporto di alternativitàopzionale tra permesso di costruire e DIA, con utilizzazione diistituti tipicamente urbanistici (della "vecchia" urbanistica stata-le: "qualora siano disciplinati d a piani attuativi comunquedenominati"). Tutto questo ha creato enorme confusione, inrelazione proprio alla divaricazione della disciplina delle duematerie; dalla legislazione urbanistica regionale sono scomparsimolti degli istituiti: della legge urbanistica statale del 1 942 esono comparsi istituti nuovi, in particolare tutto il massiccio svi-luppo dell`urbanistica contrattata", fondata su accordi di pro-gramma che spesso innovano lo strumento generale (PRGcomunque diversamente denominato). Questa è la critica piùpesante che va mossa a quel DPR 380/2001: aver continuato,sull'alveo dell'esasperato dettaglio normativo diventato ormaiuna tabe dell'ordinamento urbanistico/ edilizio, ad utilizzare lar-gamente istituti dell'urbanistica statale, dalla quale non soloaveva dichiarato di voler prescindere, ma che, per effetto siadella riforma del titolo V sia dell'innovazione sistematica dallostesso introdotta, stava per essere massicciamente abbandona-ta dalla legislazione urbanistica regionale, fondata su principi edistituti: non di rado profondamente diversi da quelli, ai qualiesso continuava incoerentemente a riferirsi.

3.2 - nuovo regimeLa materia urbanistica non è regolata diversamente dalle altrematerie assoggettate al controllo pubblico preventivo.Anche in questo campo e nel quadro dei principi sopra esposti(e l'applicazione può essere considerata paradigmatica di tuttele fattispecie in cui opera la nuova disciplina), risulta evidenteche l'atteggiamento silente dell'Amministrazione (Comune) vadefinito silenzio nullaosta e nient'affatto silenzio assenso, per-ché esso non è in nessun caso assenso, né implicito né presun-to o presumibile, all'iniziativa del costruttore, bensì e solo presa

u r b a n i s t i c a

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d'atto della sua determinazione di costruire e della sua autocer-tificazione di conformità del progetto alla normativa vigente,lasciando al costruttore (nel cuoi novero si continua a compren-dere proprietario committente, impresa costruttrice e progetti-sta e direttore dei lavori) ogni responsabilità dell'iniziativa. Lesanzioni specifiche per la materia urbanistico?edilizia restanoinvariate ai sensi del secondo comma dell'articolo 21 della legge241.Ruolo essenziale per 1'inverarsi della silenzio?nullaosta è ladichiarazione del progettista legittimato secondo la normativavigente (appartenente ad uno dei sei Ordini/ Collegi che legitti-mano alla progettazione) della conformità del progetto urbani-stico (strumento attuativo d'iniziativa privata) e/o edilizio (pro-getto di costruzione) alla strumentazione vigente. Particolaredelicatezza acquista la sanzione anche penale prevista del primocomma dell'articolo 21 della legge 241, col rinvio all'articolo483 del codice penale, che punisce la falsità ideologica com-messa dal privato in un atto pubblico, che attribuisce alla certi-ficazione di conformità del progettista ruolo di atto vincolante,nella sua efficacia certificativa, per il Comune.

3.3 - Il coordinamento di apporti procedimentaliProblemi di particolare delicatezza comporta l'intervento urba-nistico?edilizio in ordine all'esercizio dei poteri di controllo affi-dati ad Amministrazioni diverse dal Comune, inerenti agli innu-merevoli vincoli esistenti sul territorio, da quello paesaggistico ostorico?artistico, a quello idrogeologico o di servitù pubbliche(idrauliche, militari e simili).Il paradigma che pare destinato a prevalere deriva dal coordina-mento del complicato gioco di inclusioni/ esclusioni del primocomma dell'articolo in esame, relative "alla tutela della salute,della pubblica incolumità, del patrimonio culturale e paesaggi-stico e dell'ambiente", con le disposizioni della legge 15, relati-ve alla conferenza di servizi regolata dagli articoli da 14 a 14quinquies. Non pare dubitabile che per interventi urbanistico ?edilizi richiedenti l'apporto di pareri, autorizzazioni o nullaostadi autorità diverse dal Comune, titolare diretto e immediatodalla funzione di controllo dell'uso del territorio, l'interessatopossa chiedere che la sua DIA sia esaminata in conferenza di ser-vizi ai sensi del comma 4° dell'articolo 14 della legge, con lapossibilità di veder risolti eventuali conflitti con le modalità pre-viste dall'articolo 14 quater.

Se si pone mente al fatto che tali speciali modalità di composi-zione di eventuali dissensi comprende la gestione dei vincolirelativi alla "tutela ambientale, paesaggistico?territoriale, delpatrimonio storico?artistico, alla tutela della salute e della pub-blica incolumità" (vale a dire relativi alla stragrande maggioran-za dei vincoli incidenti sull'esercizio di attività urbanistico?edili-zia), si avrà che anche le frequentissime controversie relative aquest'attività, da sempre al centro dell'aspro conflitto tra esi-genze di speditezza e di adeguatezza della tutela, sono destina-te a trovare soluzione in tempi ragionevoli, incomparabilmentepiù contenuti di quelli da sempre sofferti nella tormenta mate-ria.

4. L’innovazione sistematica

Come ripetutamente rilevato, le nuove disposizioni, pur tra nonpochi dubbi di legittimità costituzionale, hanno comportato unavistosa innovazione, che ben potrebbe essere definita una radi-cale rivoluzione, del previgente sistema di legittimazione all'e-sercizio di attività socialmente rilevanti e quindi assoggettate alcontrollo amministrativo. S’impone la radicale riconsiderazionedello stesso ruolo, o funzione, della PA in relazione a tale eser-cizio. Mentre infatti, nel precedente sistema, l'atto di legittima-zione all'esercizio dell'attività soggetta a controllo era sempre(più o meno ma sempre in qualche modo) discrezionaledell'Autorità competente, attualmente legittimante è la dichia-razione del privato della volontà di darvi inizio e la legittimità diquest'ultima dipende soltanto dalla sua rispondenza alla pro-grammazione datale dall'Autorità stessa. L'interessato deve solo dichiarare che l'attività che intendeavviare ed esercitare, nei limiti dichiarati, è legittima perchérispondente (conforme) alla programmazione datanedall'Amministrazione titolare della relativa funzione di controllo.Si tratta dell'unico elemento oggettivo, al di là dei requisiti sog-gettivi richiesti dalla legge; ma appare evidente che tale rispon-denza in tanto potrà esistere in quanto esista un atto di pro-grammazione dell'attività che l'interessato intende avviare.Il provvedimento di autorizzazione caso per caso viene sostitui-to dalla dichiarazione della sua conformità alla relativa pro-grammazione. Come dire che non può più esistere alcuna atti-vità soggetta a controllo pubblico, se non esiste un atto di pro-grammazione dei suoi limiti. Come dire ancora e conseguente-mente che, attualmente e per effetto della riforma, onere pri-mario dell'Amministrazione titolare della funzione di controllo èdi approntarne la programmazione, facendosi corretta interpre-te del pubblico interesse sotteso al suo assoggettamento al con-trollo; controllo che è sempre di stretta interpretazione, in quan-to lesivo del principio costituzionalmente garantito della libertàdi iniziativa economica privata.Ecco il ruolo rivoluzionario delle grandi riforme brevementeelencate: a) un ruolo nuovo della PA nel controllo delle attivitàprotette dalla privativa pubblica: essa deve/può solo approntar-ne i programmi, senza poter più poterne determinarne la possi-bilità e le modalità attuative con 1'autorizzazione rilasciata casoper caso; b) un nuovo ruolo del professionista abilitato che, conla sua dichiarazione di conformità, in pratica forma (rilascia) iltitolo legittimante al costruire, assumendosi la piena responsa-bilità (anche penalmente tutelata) della sua veridicità tecnica(conformità al Piano). Un uscire del sistema del piagnisteo allacaccia della benevolenza del Funzionario e/odell’Amministratore, per operare in modo professionalmentecorretto e a tutto campoFunzionerà? Dipende dalla coscienza professionale del profes-sionista.

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Contratto preliminare

n o r m a t i v a

Per un acquisto immobiliare sicuro seguireattentamente la normativa

ART. 6 DEL D.LGS. 122/2005CONTENUTI MINIMI DEL CONTRATTO PRELIMINARE

Secondo quanto dettato dall’art. 6 del Decreto Legislativo20 giugno 2005 n. 122 recante le "Disposizioni per la tute-la dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili dacostruire, a norma della legge 2 agosto 2004, n. 210" epubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 155 del 6 luglio 2005,si può ricavare il seguente schema tipo, diviso in due parti,la prima dove si articola il contratto e la seconda contenen-te gli allegati.

1- Il contratto preliminare e ogni altro contratto che siacomunque diretto al successivo acquisto in capo aduna persona fisica della proprietà o di altro dirittoreale su un immobile oggetto del presente decretodevono contenere: le indicazioni previste agli articoli2659, primo comma, n. 1), e 2826 del codice civile

Art. 2659 Nota di trascrizioneChi domanda la trascrizione di un atto tra vivi deve presen-tare al conservatore dei registri immobiliari, insieme con lacopia del titolo, una nota in doppio originale, nella qualedevono essere indicati:- il cognome ed il nome, il luogo e la data di nascita e ilnumero di codice fiscale delle parti, nonché il regime patri-moniale delle stesse, se coniugate, secondo quanto risultada loro dichiarazione resa nel titolo o da certificato dell'uffi-ciale di stato civile, la denominazione o la ragione sociale, lasede e il numero di codice fiscale delle persone giuridiche,delle società previste dai capi II, III e IV del titolo V del libroquinto e delle associazioni non riconosciute, con l'indicazio-ne, per queste ultime e per le società semplici, anche dellegeneralità delle persone che le rappresentano secondo l'at-to costitutivo; - il titolo di cui si chiede la trascrizione e la data del medesi-mo; - il cognome e il nome del pubblico ufficiale che ha ricevutol'atto o autenticato le firme, o l'autorità giudiziaria che hapronunciato la sentenza; - la natura e la situazione dei beni a cui si riferisce il titolo,con le indicazioni richieste dall'art. 2826.Se l'acquisto, la rinunzia o la modificazione del diritto sonosottoposti a termine o a condizione, se ne deve fare men-zione nella nota di trascrizione (2665). Tale menzione non ènecessaria se, al momento in cui l'atto si trascrive, la condi-zione sospensiva si è verificata o la condizione risolutiva èmancata ovvero il termine iniziale è scaduto.

Art. 2826 Indicazione dell'immobile ipotecatoNell'atto di concessione dell'ipoteca l'immobile deve esserespecificamente designato con l'indicazione della sua natura,

di Michelangelo Brichese

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del comune in cui si trova, nonché dei dati di identificazionecatastale; per i fabbricati in corso di costruzione devonoessere indicati i dati di identificazione catastale del terrenosu cui insistono:- la descrizione dell'immobile e di tutte le sue pertinenze

di uso esclusivo oggetto del contratto- gli estremi di eventuali atti d'obbligo e convenzioni urba-

nistiche stipulati per l'ottenimento dei titoli abilitativi allacostruzione e l'elencazione dei vincoli previsti

- le caratteristiche tecniche della costruzione, con partico-lare riferimento alla struttura portante, alle fondazioni,alle tamponature, ai solai, alla copertura, agli infissi ed agli impianti

- i termini massimi di esecuzione della costruzione, ancheeventualmente correlati alle varie fasi di lavorazione

- l'indicazione del prezzo complessivo da corrispondersi indanaro o il valore di ogni altro eventuale corrispettivo, itermini e le modalità per il suo pagamento, la specifica-zione dell'importo di eventuali somme a titolo di caparra;le modalità di corresponsione del prezzo devono essererappresentate da bonifici bancari o versamenti diretti suconti correnti bancari o postali indicati dalla parte vendi-trice ed alla stessa intestati o da altre forme che sianocomunque in grado di assicurare la prova certa dell'avve-nuto pagamento

- gli estremi della fideiussione di cui all'articolo 2- l'eventuale esistenza di ipoteche o trascrizioni pregiudi-

zievoli di qualsiasi tipo sull'immobile con la specificazione

del relativo ammontare, del soggetto a cui favore risulta-no e del titolo dal quale derivano, nonche' la pattuizioneespressa degli obblighi del costruttore ad esse connessi e, in particolare, se tali obblighi debbano essere adempiuti prima o dopo la stipula del contratto definitivo di vendita

- gli estremi del permesso di costruire o della sua richiesta senon ancora rilasciato, nonche' di ogni altro titolo, denun-cia o provvedimento abilitativo alla costruzione

- l'eventuale indicazione dell'esistenza di imprese appalta-trici, con la specificazione dei relativi dati identificativi

2- Agli stessi contratti devono essere allegati:

- il capitolato contenente le caratteristiche dei materiali dautilizzarsi, individuati anche solo per tipologie, caratteri-stiche e valori omogenei, nonche' l'elenco delle rifinituree degli accessori convenuti fra le parti

- gli elaborati del progetto in base al quale e' stato richie-sto o rilasciato il permesso di costruire o l'ultima variazio-ne al progetto originario, limitatamente alla rappresenta-zione grafica degli immobili oggetto del contratto, dellerelative pertinenze esclusive e delle parti condominiali

3. Sono fatte salve le disposizioni di cui al regio decre-to 28 marzo 1929, n. 499

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Il Project Management& il geometrauna nuova organizzazione nella gestionecomplessiva del progetto

p r o f e s s i o n e

Se assimiliamo uno studio professionale ad un’azienda e ilprogetto ad un prodotto/attività, è chiaro, che certificare ilsistema significa avere un’adeguata garanzia di certificare ilprogetto o prodotto.

Nel fornire risposte alle sollecitazioni ambientali, nel ciclo digenerazione del servizio/prodotto, le imprese e/o studi pro-fessionali, tendono ad accentuare la flessibilità ed a innova-re processi, strutture, prodotti e sevizi. Ciò richiede di affron-tare problemi complessi e di adottare soluzioni organizzati-ve che non contrastino con le strutture esistenti. A questoordine di problematiche dà il suo contributo la “gestione perprogetti” o Project Management che fornisce un insiemeintegrato di tecniche e metodologie capaci di governare levariabili dei processi complessi.Nel quadro di riferimento, di questa macro-programmazio-ne, si sviluppa la pianificazione economica/temporale e tec-nica della progettazione.Nel momento della progettazione preliminare, la commit-tenza (pubblica e/o privata) e il progettista devono fare uno

sforzo di approfondimento e di rinnovamento perché unbuon progetto preliminare consente di ottimizzare i proces-si decisionali anche nei due livelli di progettazione successi-vi, il definitivo e l’esecutivo.Tra notevoli difficoltà, la Committenza e l’Impresa si evolvo-no, modificando i loro comportamenti, per dotarsi di nuovistrumenti di gestione adatti ad ottimizzare le risorse dispo-nibili.Non può certo esimersi da questo processo di riorganizza-zione “aziendale” o “professionale” il Progettista LiberoProfessionista. Analizzando la figura del Progettista, si osser-va che nello svolgimento della sua attività, deve gestire con-temporaneamente una serie di incarichi che possono a tuttigli effetti essere considerati delle commesse, con obiettivi ditempi, costi e prestazioni definiti.Anzi, deve affrontare insieme due commesse:una interna , consistente nella gestione del proprio obietti-vo aziendale ;una esterna riguardante la realizzazione del progetto chesoddisfi le esigenze del cliente.

di Michelangelo Brichese

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via Santi Quirici 5 - 30010 Camponogara VEtel. 041462159 - fax 0415159812www.impresamancin.it - e-mail: [email protected]

Certificato: Q.01.511

La prefigurazione del risultato và intesa come attività chedefinisce l’oggetto della prestazione sotto vari aspetti, afavore della tutela della cittadinanza, perché ha rilevanza pervalutare l’impatto urbanistico, ambientale, culturale e socia-le dell’opera, nonché per verificare l’idoneità della stessarispetto alle esigenze di sicurezza, benessere e fruizione.L’anticipazione si propone di rappresentare l’idoneità delfuturo bene alle attese dello stesso in termini funzionali,mor-fologici,economici,temporali e gestionali.Ritornando alla riorganizzazione, il progettista nell’ottica dirapportarsi efficacemente con la committenza e con l’impre-sa, deve dotarsi di strumenti di programmazione e di gestio-ne della progettazione che possono utilizzare i criteri dellenorme del sistema di qualità e gli strumenti del ProjectManagement, senza per questo richiedere la certificazioneche , peraltro, potrebbe diventare elemento discriminantenelle scelte del Committente e degli Enti assicuratori. La cen-tralità del progetto ed i suoi contenuti, sempre più comples-si e specialistici, richiedono una molteplicità di competenzeprofessionali, sia sotto l’aspetto tecnico che quello economi-co/gestionale( fig. 1 ).Al committente per raggiungere l’obiettivo deve nominareuna sola figura, come unico responsabile incaricato svilup-pare e coordinare un progetto integrato, avvalendosi dellesingole competenze specialistiche.Ciò può sembrare, a prima vista, un opzione poco flessibile,ma per evitare costose incongruenze progettuali e onerosiritardi realizzativi, con perdite di prestazioni qualitative ed

economiche, è anche quella che dà piùgaranzie.La risposta, alla ricerca del committente,sono quei modelli di riferimento che riesco-no a definire a monte e formalmente le fun-zioni e le responsabilità di ognuno,l’organi-gramma, la gestione economica e quellacreativa per eccellenza per questa tipologiadi Associazioni Professionali.L’obbligo, della richiesta, della garanzia fide-jussoria alle imprese ( esempio il D.Lgs.122/05 ) e quello relativo alla polizza diresponsabilità civile professionale per i rischie i danni derivanti da carente progettazione,modificherà il comportamento dei vari atto-ri perché per pagare premi assicurativiaccettabili si dovranno dare garanzie diorganizzazione e competenza.L’impresa ha già valutato l’efficacia di questisistemi di gestione che sempre più si stannoaffermando nell’organizzazione aziendale. Ilcommittente deve recepirli attuando unanormativa che a questi criteri si è conforma-ta. Di conseguenza, anche il Progettistadeve adeguare in questo senso la propriaorganizzazione per la gestione del progetto.

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Il 16 Marzo 2006 le poste erano intasate dalle code verificatesi per la necessità degliextracomunitari di inviare in tempo utile la documentazione necessaria al fine di rego-larizzare la loro posizione di lavoratori immigrati irregolari (e sottopagati). Ci sono statemolte lamentele e strumentalizzazioni più o meno politiche per evidenziare la situa-zione di disagio dovuta alla necessità di accaparrarsi un posto nelle interminabili file ini-ziate il giorno prima, passando la notte con sistemazioni all’addiaccio pur di arrivare intempo allo sportello e spedire quanto necessario prima della chiusura dello stesso.Molte voci si sono levate per denunciare le condizioni disagiate ed inumane alle quali sisono sottoposti gli interessati pur di arrivare allo scopo.A quanti queste code ricordano la Legge 47/85, ovvero il “ Primo Condono edilizio” ,un vero e proprio “Terremoto Amministrativo”, le alzatacce di notte per recarsi all’uffi-cio tecnico erariale (catasto), ora ufficio del territorio, per guadagnarsi un posto in codeinterminabili, nella speranza di riuscire ad entrare, e fra le 9 e le 12 improrogabilmenteprotocollare qualche accatastamento, con il risultato molte volte di essere costretti aritornare a mani vuote per poi ripresentarsi il giorno dopo con la stessa prospettiva el’angoscia di qualche scadenza imminente !?!Troppo poco si è parlato di questi disagi, e si è saputo vedere solo una opportunità diguadagno, fra l’altro con striminzite parcelle pagate malvolentieri e molte volte disatte-se, invece di riconoscere in queste prestazioni un vero e proprio impegno sociale, cheha permesso ai cittadini di sanare i manufatti eseguiti abusivamente, dando così unvalore agli stessi. E di permettere allo Stato di monitorare il territorio, aggiornando larendita ai fabbricati con un conseguente introito maggiore. Quasi mai ci si ricorda diquanto fatto, è tutto passato nel dimenticatoio.E Quante volte il “povero geometra” si e’ dovuto arrangiare con il cliente poco facol-toso per far quadrare il bilancio con pochi denari, e quante volte si è dovuto sobbarca-re il lavoro più complicato, pedante ed umile, ovvero la classica “rogna” che colleghipiù blasonati hanno rifiutato, per poi sentirsi dire sempre a cose fatte dal cliente primadisperato “…che caro per due cartine…”.

Un cordiale saluto a tutti i Geometri… “Extracomunitari”

Geometra Libero Professionistao Extracomunitariouna testimonianza sugli “inconvenienti”del mestiere

p r o f e s s i o n e

di Francesco Melato

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Da qualche tempo, al piano terra di Riva

del Vin, in prossimità del salone per

visure e servizi vari, è in distribuzione il

modello redatto dall’Agenzia del

Territorio per raccogliere le segnalazioni

e i reclami relativi al servizio svolto.

Chi frequenta il catasto e conosce le dif-

ficoltà che spesso si incontrano nella

normale routine, ha sostanzialmente

due tipi di pensiero: il primo di netto

rifiuto, convinto dell’inutilità dell’inizia-

tiva; il secondo di sfogo, e viene forte la

tentazione di trasferire su carta tutte

quelle belle frasi a colori che spesso ci

passano per la mente. A fronte di que-

ste considerazioni è anche lecito chie-

dersi per quale motivo venga effettuato

questo spreco di carta: forse non cono-

scono le parolacce… ??!!

Non è proprio così. È lecito credere che

tutti, ma proprio tutti, comprese le

Pubbliche Amministrazioni, anche se

trasformate in Agenzia, debbano fare i

conti con il “Sistema Qualità”, che non

consente di escludere la “soddisfazione

del cliente” e obbliga ad effettuare ana-

lisi e misurazioni finalizzate ad un conti-

nuo miglioramento della propria attivi-

tà. Ovviamente, misurare attraverso

questionari o modelli la soddisfazione

del cliente/utente non è sufficiente, ma,

attraverso quelle che vengono chiamate

“verifiche ispettive interne”, devono

essere costantemente misurati e con-

trollati i “processi” delle varie attività e

non ultimo il “prodotto/servizio” finale.

I dati concreti e un continuo monitorag-

gio del ripetersi di alcune anomalie

(leggi “non conformità”) devono dare

anche l’indirizzo sulle azioni correttive e

preventive da mettere in pratica per far

sì che queste non si ripetano. Nel caso

di certificazione Iso, tutto questo è

materia di contrattazione con l’ente

certificatore per il mantenimento o

meno del mitico bollino.

Con queste prospettive, le nostre

segnalazioni, quindi, potrebbero essere

importanti, tenendo a mente alcune

indicazioni:

concentrarsi sulle “questioni”, evitando

di esprimere giudizi o dare facili soluzio-

ni (il nostro è pur sempre un solo punto

di vista);

cercare di esporre fatti concreti con rife-

rimenti concreti;

cercare di quantificare con numeri e

non con aggettivi o avverbi.

Ad esempio, se qualcuno volesse

lamentarsi per la coda allo sportello,

oltre ad indicarne il servizio, sarà utile

indicare il tempo d’attesa espresso chia-

ramente in minuti, affinché il dirigente

responsabile possa effettivamente ren-

dersi conto quante volte e di quanto

viene superata la soglia dei 20 minuti

d’attesa (limite considerato accettabile,

secondo recenti studi, per un concreto

rapporto di soddisfazione con l’utenza).

Arrivano i reclamiall’Agenzia del TerritorioL’Agenzia del Territorio mette a disposizioneuno stampato per "segnalazioni e reclami"

c a t a s t o

di Andrea Sambo

Collegio dei Geometridella provincia di Venezia

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La Commissione Provincia di Veneziaha approvato, con delibera del 30gennaio 2006, i Valori Agricoli Medivalidi per l’anno in corso.Pubblichiamo in questa pagina latabella nella quale si possono rilevare ivalori suddivisi per tipo di colture e lamappa con la suddivisione e definizio-ne delle regioni agrarie nella provinciadi Venezia.

Informazioni su www.provincia.venezia.it

la mappa della provincia di Venezia

Valori Agricoli Medi:l'aggiornamento per il 2006

e s t i m o

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PROVINCIA DI VENEZIAREGIONI AGRARIE

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Collegio dei Geometridella provincia di Venezia

I “casoni”: un modo di costruire del secolo scorso, facente parte della cultura contadina, povero ma sicuramente affascinan-te che purtroppo va scomparendo, sia per l’avvento di nuove metodologie e materiali più pratici e duraturi, sia per la scom-parsa degli abili artigiani costruttori, tanto che per il ripristino di uno dei pochi rimasti in località Corte di piove di Sacco, si èdovuto ricorrere a manovalanza proveniente dalla ex Jugoslavia.Sicuramente non sarebbe stato un lavoro problematico per (Kechi) Francesco Melato, nonno di chi scrive, che di professionecostruiva appunto i cosiddetti “casoni”, e per le riparazioni o, meglio, per il ripristino veniva definito con l’appellativo di “Busi”. In questa pagine e in copertina di questo numero di Geo Link ospitiamo l’interpretazione della cultura contadinadei “casoni di terra” vista dalcollega Paolo Bellini di Dolo,che ne ha gentilmente con-cesso l’utilizzo.

“Casoni”, fascino immutato e grande suggestioneespressione di una cultura in via di estinzione da non dimenticare

p e z z i d i s t o r i a

di Francesco Melato

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Il Sindaco, nell’intento di alleggerire le pastoie burocratiche,prima di dare l’imprimatur sulla nuova modulistica semplifi-cata per il permesso a costruire, aveva messo mano alle risor-se umane disponibili convocando la Commissione ComunaleGrandi Rischi. L’organico era composto dal TecnicoComunale, dall’assessore alle problematiche agrarie delleforeste vergini Dott. Margarito Arbusto, dal rappresentantedell’ASL Dott. Nefasto Sepulcri, dallo psicologo intercomu-nale Mece Conforti, dal rappresentante del ConsorzioAgrario di Zona perito agrimensore Meteo Rite e dalla osser-vatrice delle cantine Sociali riunite signora Maria Ombrettamaritata Ramandolo. Già che c’era, il Sindaco aveva aggiun-to il rappresentante della comunità cinese signor Ki Soj Mih.Dopo dieci riunioni la commissione aveva abbozzato a malapena una modesta serie di incombenze. Il nuovo modulo (con impaginazione grafica dello stilistaValentino) prevedeva che per farsi una casa era necessariopresentare: le impronte digitali della suocera, il Dna di tutta lafamiglia, l’esame del sangue del capomastro, l’elenco dellemalattie allergiche dell’idraulico, nonché le fotografie al natu-rale di tutti i partecipanti all’edificazione del fabbricato. Lefoto dovevano comprendere le immagini a tutto busto sia deicommittenti che degli appaltatori prima dell’inizio lavori, leistantanee dopo la presentazione della contabilità ad opereultimate e la relativa documentazione fotografica comparati-va da trasmettere contestualmente alla richiesta di abitabilità.Il geometra Teo Teodolite, dubitando seriamente sull’esitodell’iniziativa, stava recandosi in tenuta antisommossa e conbomboletta spray paralizzante dal Vice Tecnico Comunale perdiscutere civilmente (si fa per dire) un problema di pagamen-to oneri a seguito della avvenuta costruzione di un stenditoioper la biancheria corredato di ben quattro fili.L’Ufficio sosteneva che si trattava di una vera e propriacostruzione paragonabile, per certi versi, al futuro pontesullo stretto di Messina. Il Primo Assistente del Vice TecnicoComunale sosteneva che l’opera dovesse essere oggetto diverifica da parte degli uffici competenti sull’impatto ambien-tale e da parte dell’Ulss sul probabile percolamento dellabiancheria messa ad asciugare, che esponeva a fenomeni diinquinamento chimico, organolettico, batteriologico, conesito fatale per le graminacee, i grilli e le “topinare”. Durante il colloquio era nato un degheio: carte in aria, tonfi,considerazioni irripetibili sulle mogli sia dei progettisti che deitecnici comunali, ecc… Le persone che attendevano in anti-

Il Geometra Teo Teodolite ele semplificazioni burocratichele follie di un eroe oscuro con un gran senso dell’umorismo

p r o f e s s i o n e e s a t i r a

di Giovanni Smania

camera, con quanto avevano udito, potevano redarre sen-z’altro una edizione aggiornate del galateo di MonsignorGiovanni Dalla Casa.Il geometra Teodolite, opportunamente carburato, era passa-to poi all’Ufficio Tributi dov’era atteso dal famigerato funzio-nario Dott. De Carognis per contestare, a nome di un cliente,una imposta I.C.I. (Imbroglio Contro Indifesi). L’illustre buro-crate comunale, vanto e colonna portante della cassa pubbli-ca, aveva applicato la perversa tassa afferente terreni edifica-bili perché il retino della zona residenziale sbordava di ben 22centimetri dal mappale di pertinenza della casa. Tale misuraera stata comunicata dall’Ufficio Tecnico Comunale - sezioneRADAD (Rilievi Alta Definizione Aeree DemoscopicheOrtopediche), grazie ad opportuno rilievo satellitare.Dopo che l’Ufficio Tributi aveva lavorato con stampati e veri-fiche, proceduto a notifiche, diffide e ordinanze ecc..., l’im-posta da riscuotere raggiungeva a malapena i 5 euro. Peròcon gli arretrati, gli interessi, le penali, sanzioni, addizionalicomunali, provinciali, nazionali, europee, la soprattassa proalluvionati della Calabria, il contributo per i senza tetto deiterremotati di Messina e l’una tantum per le vittime dell’eru-zione del Vesuvio del 550 a.C., l’importo da pagare comples-sivo saliva a 5.175 euro e 26 centesimi.Anche qui nacque una discussione da restare negli annalidella Comunità Europea, in quanto Teodolite aveva assicura-to che intendeva presentare un ricorso sia alla Corte dell’AltaGiustizia di Strasburgo sia alla Corte Costituzionale dell’Aja,con spese legali a carico dell’Amministrazione Pubblica, acosto di far sequestrare il depuratore comunale e devolverlopoi in beneficenza alla Caritas Diocesana.Uscendo, il Geom. Teodolite si era accorto che sulla portadell’Ufficio Tributi e affini l’applicato di 3^ classe MenelaoBurlanda, primo assistente del Dott. De Carognis, avevaincollato un adesivo con un noto sofisma: “L’IGNORANTE SATUTTO, L’INTELLIGENTE SA POCO, IL SAGGIO SA NIENTE”.Con un pennarello indelebile il nostro Teo furtivamenteaveva aggiunto: “E IL MONA SA TUTTO!”.Il Tecnico Comunale, con il quale andò a prendere il caffè, gliconfidò in via riservata al Geom. Teodolite che l’Assessoreall’Igiene, per evitare possibili contagi di aviaria in paese,aveva proposto all’Amministrazione di togliere subito dallecase tutti gli orologi a cucù e i pappagalli dalle corsie di Casedi Riposo e Ospedali.

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1996Cosa avvenne...

nell’aprile 1996a cura di Andrea Sambo

f a t t i e f a t t a c c i

3 aprile 1996“la Gazzetta dello sport” storico quotidia-no con la carta di colore rosa con articoli enotizie dedicate ai soli sportivi (seduti inpoltrona) compie la bellezza di 100 anni.

3 aprile 1/996Dimissioni al completo per il Consiglio diAmministrazione Rai presieduto dallaSignora Letizia Moratti.

4 aprile 1996Ci sono voluti 18 anni, ma alla fine l’FBI arre-sta Theodore Kaczinsky, ritenuto l’unabom-ber con alle spalle almeno 16 attentati.

5 aprile 1996Palermo. 168 le udienze in 22 anni con ilrisultato di 10 anni di carcere per per l’exdirigente del SISDE Bruno Contrada. Erastato accusato di aver favorito le attività dialcuni boss mafiosi.

6 aprile 1996Polonia. Manifestazione autorizzata davan-ti ai cancelli di Aushwitz effettuata da mili-tanti di estrema destra. Proteste vivaci daparte di tutte le comunità ebraiche.

10 aprile 1996Bruce Springsteen si esibisce a Roma al“Santa Cecilia”, tempio della musica clas-sica. Aveva chiesto l’arena di Verona, magli era stata negata.

11 aprile 1996È guerra Israele - Libano. Bombardamentoduro su Beirut e migliaia di civili in fugadalle zone di confine.

16 aprile 1996Nell’ambito dell’inchiesta sulle tangentirelative ai lavori della metropolitana diMilano, l’onorevole Bettino Craxi vienecondannato a 8 anni e 3 mesi di carcere.

17 aprile 1996Momenti difficili per la famiglia reale bri-tannica: divorzio consensuale, ma moltochiacchierato, tra rossa Sarah ed il figliodella regina Andrea. Seguirà a breve,anche il divorzio tra Diana e Carlo.

18 aprile 1996Grave atto di terrorismo in Egitto: un com-mando di integralisti islamici uccide 18turisti di nazionalità greca.

21 aprile 1996Elezioni anticipate: vince l’Ulivo. Reazionepositiva anche in borsa.

26 aprile 1996Sono passati 10 anni dal disastro diChernobyl (Ucraina), ma i rischi sonoancora alti per la segnalazione dell’apertu-ra di nuove crepe. Non mancano le mani-festazioni da parte degli ambientalisti.

28 aprile 1996Problemi per Clinton. Dura ben quattroore l’interrogatorio per lo scandalo Whitewater, la speculazione immobiliare avve-nuta in Arkansas quando era governatore.

28 aprile 1996Quindicesimo scudetto per il Milan aggiu-dicato con due giornate di anticipo. Un belrisultato per una squadra che ha conosciu-to la serie B per due volte. Retrocedono:Bari, Torino, Cremonese e Padova.

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