la voce della nord speciale coppa italia (1)

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LAZIO - JUVENTUS NOI VOGLIAMO 11 LEONI SPECIALE COPPA ITALIA

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LA SIRIA SOVRANA. ESEMPIO POLITICOpag. 10

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SPECIALE COPPA ITALIA - LAZIO VS JUVENTUS 1LAZIO - JUVENTUS

NOI VOGLIAMO

11 LEONI

SPECIALE

COPPA ITALIA

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AVANTI CURVA NORD, IL PRIMO OBIETTIVO DELLA STAGIONE e’ VICINO! ALL’ANDATA ABBIAMO GIOCATO ALLA

PARI CON LA JUVENTUS, SQUADRA CHE IN ITALIA RAPPRESENTA IL TOP: IL PAREGGIO IN RIMONTA CI DEVE

DARE FIDUCIA, SIA PER OGGI CHE PER IL RESTO DELLA STAGIONE. DOPO LA GARA DI MARTEDi QUELLO FALSO

COME I SUOI CAPELLI HA AVUTO PURE IL CORAGGIO DI RECRIMINARE... MA SE C’ERA UNA SQUADRA CHE

DOVEVA PROTESTARE, QUELLA ERAVAMO NOI. STASERA C’e’ UNA FINALE DA CONQUISTARE, UNA FINALE CHE

SI DISPUTERa’ ALL’OLIMPICO E CHE VOGLIAMO ASSOLUTAMENTE RAGGIUNGERE: PER QUESTO SARa’ IMPOR-

TANTE SOSTENERE I RAGAZZI PER TUTTI I 90 MINUTI E SE NECESSARIO ANCHE DI PIu’!

LA VOCE DELLA CURVA

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A TORINO C’ERANO 156 PERSONE PRESENTI. ERA INFRASETTIMANALE, D’ACCORDO; ERA UNA SERALE, OK;

e’ INVERNO E FA FREDDO, LO SO; INOLTRE IL GRUPPO NON VA IN TRASFERTA IN ITALIA PER PROTESTA

CONTRO LA TESSERA DEL TIFOSO. MA DOVE STA IL RESTO DEI LAZIALI, DOVE SONO QUELLE MIGLIAIA DI

TIFOSI CHE LA TESSERA L’HANNO SOTTOSCRITTA? IO CAPISCO CHE LA SITUAZIONE SIA DIFFICILE, CHE I

PERIODI SONO CAMBIATI E CHE LA CRISI STIA FACENDO DANNI SERI, MA NON CI SI PUo’ RITROVARE IN

APPENA 156 PERSONE PER UNA SEMIFINALE DI COPPA IN CUI ANNI FA AVREMMO RIEMPITO IL SETTORE!

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LA SOCIETa’ QUANDO PUo’ CI STA VENENDO INCONTRO, I PREZZI IN CAMPIONATO SONO GLI STESSI DI DUE

ANNI FA, SIAMO SECONDI IN CLASSIFICA, IN SEMIFINALE DI COPPA ITALIA E AI SEDICESIMI DI EUROPA

LEAGUE, EPPURE MOLTI TIFOSI CONTINUANO A NON VENIRE ALLO STADIO! SARANNO ATTRATTI DALLA CO-

MODITa’ DELLA PAY-TV, NON HO ALTRA SPIEGAZIONE. E IN CERTI CASI SPECIFICI POTREI PURE CAPIRLO,

MA NON CERTO PER LA MAGGIORANZA.

IL PROBLEMA e’ CHE QUI MANCA IL RICAMBIO GENERAZIONALE, MANCANO I GIOVANI. A TORINO VOLEVA-

MO ANDARE LO STESSO, SEPPUR SENZA TESSERA, MA CONTI ALLA MANO SAREMMO STATI AL MASSIMO

100 O 200, CON LA PROSPETTIVA DI ANDARE INCONTRO AD UNA PROBABILE DIFFIDA. CHE SENSO AVEVA?

I NAPOLETANI CHE SONO ANDATI A FIRENZE POI SONO TUTTI ENTRATI, SEPPUR SENZA TESSERA...MA

ERANO 9.000!

QUI INVECE CHI PUo’ PARTIRE NON LO FA, E SENZA RENDERSENE CONTO SCEGLIE LA COMODITa’ INVE-

CE DI TIFARE PER LA LAZIO: INFATTI LE TRASFERTE FACILI, GUARDA CASO, POI SE LE FANNO TUTTI…

FORTUNATAMENTE ANCHE QUALCUN ALTRO SI STA ACCORGENDO CHE BISOGNA ALMENO RIVEDERE IL

MECCANISMO DELLA TESSERA DEL TIFOSO, SE NON SOPPRIMERLA DEL TUTTO. DI RECENTE LO HA DETTO

ANCHE IL CAPO DELLA POLIZIA MANGANELLI. I DIVIETI AD ANDARE IN TRASFERTA E LE PROTESTE COME

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LA NOSTRA, EVIDENTEMENTE, STANNO INIZIANDO A FAR DIMINUIRE IL GIRO DI INTROITI DELLE SOCIETa’…

A NOI BASTEREBBE ANCHE SOLO ELIMINARE L’INFAME ARTICOLO 9, MA FINCHe’ LE COSE RESTANO COSi’

NOI NON CI PRESTIAMO AL LORO GIOCO.

A PROPOSITO DI DIFFIDE, HO VISTO CHE A MONTERVINO, GIOCATORE DELLA SALERNITANA, HANNO DATO

2 ANNI DI DASPO E 6 GIORNATE DI SQUALIFICA PER L’ESULTANZA A DIR POCO ECCESSIVA AVUTA DOPO UN

GOL SEGNATO CONTRO L’AVERSA NORMANNA. ORA, COME SAPETE IO SONO CONTRO IL DASPO AI TIFOSI,

FIGURIAMOCI AI GIOCATORI. PERo’ SE GLIELO DAI, POI NON HA SENSO CHE FINITA LA SQUALIFICA SPORTI-

VA QUELLO POSSA TORNARE A GIOCARE, PERCHe’ COSi’ SI SBAGLIA DUE VOLTE.

COME AVETE LETTO SULL’ULTIMO NUMERO, GLI 8 CELERINI CHE QUASI 8 ANNI FA HANNO RESO INVALIDO

AL 100% PAOLO SCARONI, L’ULTRAS DEL BRESCIA MALMENATO ALLA STAZIONE SENZA MOTIVO, SONO STATI

TUTTI ASSOLTI IN PRIMO GRADO. e’ UNA VICENDA BRUTTISSIMA, UNA VERGOGNA CHE RIPORTA ALLA LUCE

TUTTI I MISFATTI DI CUI SI SONO RESI RESPONSABILI I SERVI DELLO STATO. NON e’ IL PRIMO, NON SARa’

L’ULTIMO PURTROPPO… A PENSARCI BENE, GABRIELE e’ STATO L’UNICO AD AVERE UN PO’ DI GIUSTIZIA.

MA SE NON FOSSE STATO PER LA MOBILITAZIONE DELLA FAMIGLIA E DELLA GENTE LAZIALE, PROBABIL-

MENTE NEMMENO LUI AVREBBE AVUTO UNA SENTENZA EQUA. LO STATO DIMOSTRA ANCORA UNA VOLTA

CHE AI SUOI SERVITORI e’ CONCESSA LA LICENZA DI UCCIDERE: SE LO FAI INDOSSANDO UNA DIVISA, COME

SOSTENEVA IL FINALE DI “ARANCIA MECCANICA”, HAI LA GARANZIA DI RESTARE IMPUNITO.

FABRIZIO “DIABOLIK”

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LAZIOJUVENTUS

Il primo round della sfida fra pesi massimi per la finale di Coppa Italia non ha avuto vincitori nel punteggio, ma ha il sapore del successo per gli uomini di Petkovic. La Lazio ha saputo “incassare” i colpi dei bianconeri e l’ha fatto soffrendo meno rispetto al confronto di campionato.

Fatta eccezione per l’inizio di gara e la parte centrale del secondo tempo, i biancocelesti hanno tenuto testa alla Juventus nella zona nevralgica del campo, coprendo bene gli spazi e riuscendo ad alzare il proprio baricentro. Hernanes è sgusciato via con eleganza dalla morsa di Vidal, Mauri ha disturbato Pogba in fase di ripiegamento e ha assistito Floccari (altra prova positiva per il centravanti calabrese) in fase di ripartenza. Le due squadre, schierate in modo speculare, hanno dato vita a una partita molto tattica, quasi una gara di scacchi. Nella seconda frazione di gara Petkovic ha mosso più volte le sue pedine, alternando lo schieramento difensivo a tre con la linea a quattro. Preziosissimo l’apporto di Cana, che ha avuto il merito di sapersi sdoppiare fra difesa e centrocampo, dando anche il cambio a uno spento Ledesma come regista arretrato. I frequenti cambi di assetto tattico si stanno conferman-do l’arma vincente di mister Petkovic, abilissimo a cucire il vestito migliore per la Lazio in base alle occasioni e agli invitati. C’è ancora da migliorare per farsi trovare sempre pronti nella lettura delle gare, anche in considerazione del fatto che per quasi tutto il girone di andata il tecnico bosniaco-croato ha scelto prevalentemente il 4-1-4-1. In tal senso, non può sfuggire che i due gol incassati a Palermo e le ravvicinate occasioni da gol per Vidal siano coincise con delle voragini difensive forse riconducibili a cambi di modulo repentini. A Palermo e anche a Torino alcuni interpreti biancocelesti hanno, infatti, faticato a recepire subito i nuovi compiti tattici, ma è comprensibile che alcuni sincronismi nell’interpre-tazione di differenti sistemi di gioco non siano ancora stati assimilati del tutto.Ciò che conforta e induce a guardare al futuro con fiducia, sta nel fatto che, partita dopo partita, emerge la predisposizione della Lazio a cercare di dettare le regole del gioco, anzichè subirle passivamente per tutto l’arco della gara. Esemplificativo in tal senso notare come Conte, dopo aver preparato il cambio fra Peluso e Vucinic (pochi secondi prima del gol del laterale sinistro), abbia poi scelto De Ceglie per arginare l’inserimento sulla destra di Candreva. Insomma, questa Lazio sta ac-quisendo il carisma di chi impone all’avversario le sue mosse, costringendolo a porvi rimedio e non viceversa. Il percorso di crescita dell’undici biancoceleste merita di trovare la sua consacrazione nella finale di Coppa Italia. Per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno di un Olimpico battagliero, come ha chiesto Petkovic. Grazie al gol di Mauri, possiamo partire con un leggero vantaggio, ma sarebbe rischioso e contropro-ducente giocare per lo 0-0. Bisognerà sfruttare gli spazi che verosimilmente potrebbe concedere la Juventus, costretta a cercare il gol e quindi portata a sbilanciarsi.Sarà importante gestire bene il possesso palla, provando a colpire i bianconeri sugli esterni e bisogne-rà fare molta attenzione agli inserimenti offensivi di Vidal e Marchisio. La prospettiva della finale del 26 maggio intriga, e non soltanto perché potrebbe garantire la certezza di un posto in Europa League. Basta dare uno sguardo alle altre semifinaliste per capire che questa finale potrebbe diventare molto più di una finale…

(Giampaolo Iacobellis)

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PRO Prefisso del momento. Dalla “Pro Lazio” di Petkovic alla Pro Patria. Storie diver-se. Di inizio anno. Domanda iniziale:

ma cosa hanno in comune, oltre al prefisso sul nome, queste due squadre? A sentire la stam-pa che si sta scatenando in questi giorni, i mali oscuri di queste due nobili squadre sono le due

tifoserie. Becere, razziste e pronte all’ululato scimmiesco quando si trovano di fronte un giocatore di colore. Poco importa se, nella Lazio, giocatori come Konko e Ciani sono applauditi ogni domenica. Poco importa se Cavanda e Onazi, giovani di belle speranze, sono supportati e incitati ogni volta che scendono in campo. No.Quello che conta è andare con il lanternino ad ascoltare i cori contro Ibarbo. A tendere l’orecchio ogni volta che un avversario di colore della Lazio tocca il pallone per sentire se i cattivoni in Nord emettono versi da zoo. Quello che conta è mettere Juan in prima pagina mentre inti-

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ma ai tifosi biancoazzurri che lo fischiano di stare zitti. Quello conta. Conta il gesto di Boateng, che durante un’inutile amichevole contro la Pro Pa-tria, scaglia il pallone contro i tifosi avversari, rei di averlo coperto di fischi (vedi pag. 4). Andandose-ne dal campo e portandosi dietro i suoi compa-gni. Orgogliosi del gesto fatto. Poco importa che un giocatore della Pro Patria corra appresso al Boa per chiedergli di ripensarci. Perché, per lui, è un onore giocare quell’amichevole contro il club più titolato del mondo. Conta il gesto di un giocatore che diventa un pe-ricoloso precedente e che viene bissato qual-che giorno dopo dai giocatori del Casale, durante un incontro proprio contro la Pro Patria. Catego-ria “Berretti”. I fatti raccontano che, sul 2 a 0 per la Pro Patria, il giocatore della squadra di casa, il Casale, Fabiano Ribeiro segnala ai suoi com-pagni un insulto razzista subito da un avversario.I giocatori, sulle orme del grande gesto compiuto da Boateng, decidono che basta così. La partita deve finire in quel momento. L’arbitro? Non esiste. Almeno per prendere certe decisioni. E l’ “anti-razzismo fai da te” diventa una moda pericolosa. Perché risulta ingestibile. Per la cronaca, però, il Casale ottiene la sconfitta a tavolino. Perché il fat-to non sussiste. E perché l’arbitro, in assenza di telecamere, è l’unica persona preposta a decidere se è il caso di interrompere o meno la partita.Inutile dire che, in seguito ai gesti di Boateng e di Ribeiro, la solita stampa perbenista si è sca-tenata in una crociata per eleggere ad eroi i due giocatori e per mettere di nuovo sotto la lente d’ingrandimento eventuali situazioni simili. Puntualmente trovate in Lazio Cagliari e nei fi-schi ad Ibarbo. Stop. Chiusura del cerchio. Solita equazione “Tifosi Lazio = razzisti”. Che dire? Mi chiedo perché venga dato risalto solo agli ululati contro i giocatori di colore e mai, per fare un esempio, ai cori dove si da del gay a questo o quel giocatore.. E poi mi chiedo come mai non si riesce a capire che l’ululato, per il tifoso,

come già scritto su queste pagine, vuole essere solo un elemento di disturbo per deconcentra-re l’avversario e non un insulto razzista. D’altron-de, sarebbe assurdo che una tifoseria che esulta ai goal e ai contrasti di un guerriero come Ciani o applaude le discese sulla fascia di una gazzella come Konko, possa contraddirsi quando si tratta degli avversari. E allora cosa c’è dietro? Chi scri-ve ci vede solo un perbenismo qualunquista da quattro soldi.Della serie “Sbatti il mostro in prima pagina”. Meglio se biancoceleste. Lo stesso qua-lunquismo che impedisce a qualcuno di chie-dere ai giocatori di colore dell’Udinese cosa si prova ad avere come compagno di squadra un giocatore (Danilo) condannato ad un anno di carcere in Brasile per aver dato della “scimmia” ad un avversario. Sarebbe curioso capire perché i suoi compagni non si rifiutano di giocare con lui. Un “mostro” accertato dai fatti. O sarebbe cu-rioso sapere se Boateng avrebbe fatto lo stessa cosa durante una finale di Champions. E sarebbe ancora più curioso sapere se Ribeiro si sarebbe ritirato con il Casale in vantaggio e non sotto di due goal in casa. Ma queste sono domande che lasciano il tempo che trovano. Perché la madre dei benpensanti è sempre incinta. E con la penna sempre piena di inchiostro. E credo anche che il signor Boateng, oltre a prendersi dall’Italia, i nostri soldi e le nostre veline, debba anche saper accettare il rovescio della medaglia. Quello che porta ad essere bersa-glio di ululati, fischi e antipatie varie. E, soprattut-to, a fare il forte con i forti. E non il gigante con i moscerini. In amichevole. Perché così sono tutti bravi. A prendersi applausi e inviti all’Onu.Domanda finale che lascio a voi: quale tifoseria insulterebbe volutamente un giocatore di colore sapendo di andare incontro ad una sanzione e ad una sconfitta a tavolino?A che Pro?Patria Nostra. La Lazio.

(Alessandro Aquilino)

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La Curva Nord è la casa degli ultras lazia-li. Per definizione l’ultras è un rivoluziona-rio. Quale rivoluzionario non può dimenti-

care le questioni interne ed estere che riguardano i popoli e le nazioni libere. E la Siria è una di queste. Proprio su questi principi nasce il comi-tato Italia-Siria, sostenitore della sovranità delle nazioni e degli uomini liberi ed è proprio a tutti gli uomini liberi che il comitato cerca di far aprire gli occhi verso situazioni che meritano attenzione. Si dice che la curva è lo specchio della società e allora è importante che ognuno di noi ab-bia un’idea di ciò che accade non solo in Italia,

ma in tutto il resto del mondo. E la Siria è un buon punto di partenza… Da due anni a questa parte, ormai, la ”Primavera Araba” ha raggiunto anche la Siria. Così, dopo Tunisia, Egitto e Libia, la classica ondata di atti terroristici e mistificazioni giornalisti-che provenienti dall’asse atlantica Occidentale ha colpito il popolo siriano e il legittimo governo Al Assad. Si contano più di cinquantamila morti dall’inizio del conflitto. La maggior parte dei quali innocenti civili. Ma, in realtà, in Siria non è in atto una guerra civile, come i mass media liberali pro-fessano. In Siria è in atto una guerra tra il gover-no, il popolo e l’esercito siriano da un parte e un gruppo di terroristi provenienti da ogni angolo della Terra (perfino dall’Australia) armati e finanzia-ti da Lega Araba, Turchia, Kuwait dall’altra. Parole non solo nostre ma testimoniate anche e soprat-tutto dall’Onu stessa. Una guerra che mira a far dimettere il presidente Assad (regolarmente eletto dal popolo) in quanto scomodo leader di governo alleato dell’Iran di Ahmadinejad e della Russia di

Putin. Senza considerare l’appoggio diretto, espli-cito, militare ed economico fornito dalla Siria a molti gruppi di Liberazione Palestinese impegnati nella guerra contro il decennale invasore israelia-no. Tra l’altro la Siria nel 2011 ha dato inizio ad una grande opera energetica in accordo con l’Iran stesso e l’Iraq per la costruzione di un gasdotto di enorme portata. Insomma, un paese davvero sovrano questa Siria. Sovrano economicamente, politicamente, energeticamente e militarmente. Un paese avanguardista rispetto all’Italia delle banche. Scomodo per il Nuovo Ordine Mondiale che mira a sottomettere tutte le nazioni

e i popoli del globo per un governo unico di con-trollo universale. Un progetto che mira a mettere il potere nelle mani di pochi ricchi uomini dell’Alta Finanza. E così, tutti questi motivi hanno spinto la Nato, gli Stati Uniti e Israele ha dichiarare guerra alla Siria. Seppur in maniera, per ora, indiretta e tramite “governi fantoccio” a loro vicini (vedi Ku-wait e Turchia). Inutili le mediazioni diplomatiche dell’Onu atte a far dimettere il Presidente Al Assad a favore di un governo provvisorio di transizione. Inutili i continui attacchi terroristici che da più di due anni stanno mettendo in ginocchio migliaia di famiglie siriane private dei propri familiari ingiu-stamente da un gruppo di stranieri armati. Inutili le divulgazioni delle bugie mediatiche diffuse in tutto il mondo Occidentale da parte dei pennivendoli di regime impegnate a gettare calunnie sul governo Assad. Il Popolo, l’esercito e sopratutto il governo siriano non fanno un passo indietro. Da soli contro tutti (o quasi) stanno dimostrando al mondo come con la loro sovranità sta schiacciando l’ipocrisia,

LA SIRIA SOVRANAESEMPIO POLITICO

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la falsità e la viltà dell’asse atlantica. Da soli arre-stano e uccidono ogni giorno decine di terroristi legati ad Al Qaida e al fondamentalismo islamico facendo un vero e proprio favore al mondo e all’i-dea di giustizia globale. In realtà, però, non sono proprio rimasti soli. Go-dono comunque di appoggi e alleanze politiche non indifferenti. La Russia, l’Iran e la Cina infatti, hanno difeso, stanno difendendo e difenderanno con ogni mezzo il Presidente Assad quale rappre-sentante ultimo della sovranità politica ed econo-mica di un paese del Medio oriente (ormai quasi del tutto vendutosi agli interessi di Israele e degli

Stati Uniti). La Russia, soprattutto, fa sul serio più degli altri: è notizia recente che ha fornito, sotto corrispettivo futuro, nuovi carri armati all’esercito siriano per rinforzare la difesa del paese. Inoltre da giorni è in atto nel Mediterraneo la più grande esercitazione militare navale della storia con cen-tinaia di navi da guerra russe coalizzate con quel-le siriane. L’Italia, invece, da buon paese venduto all’asse occidentale, Usa-Israele, rimane fedele al progetto del Nuovo Ordine Mondiale propugnato da oscuri signori. Il Ministro degli Esteri Terzi, de-gno rappresentante del governo dei banchieri e

per carità anche degno erede dei suoi predeces-sori “più politici” ma sempre succubi del volere finanziario, ha da mesi esplicitamente espresso il proprio consenso ad un ipotetico attacco militare alla Siria, per la difesa, a suo dire, della pace mon-diale, della libertà popolare e della democrazia statale. In Italia, però, c’è anche chi non ha creduto a questo disegno di sottomissione mondiale.C’è chi non ha creduto alle mistificazioni giornali-stiche per rovesciare il governo Assad, dando vita dunque al Comitato Italia Siria che unisce oltre a militanti, scrittori, giornalisti ed intellettuali anche la comunità siriana in Italia vicina ovviamente al proprio legittimo Presidente. Grazie allo sforzo di tutte queste parti, il Comitato Italia Siria in un solo anno di attività ha portato avanti nelle piazze ita-liane di Roma, Milano e Firenze manifestazioni per la difesa della sovranità siriana che hanno visto la partecipazione di centinaia di persone. Portano avanti quotidianamente siti internet, blog e profili facebook per una contro informazione li-bera da vili interessi. Ha portato a firmare migliaia di persone da ogni angolo del paese la petizio-ne da presentare al governo e al Ministero degli Esteri italiani per la ripresa dei rapporti diplo-matici dei due paesi e l’interruzione dell’embargo. Ha ottenuto un’interrogazione parlamentare. Ha raccolto viveri e medicinali da consegnare a rap-presentanti del governo siriano tramite volontari (causa embargo imposto dal mondo Occiden-tale alla Siria). In poche parole, dunque, nell’era del mondo globalizzato,della società orwelliana, dello stato di polizia qualcosa sta cominciando ad andare storto per questo vigliacco progetto mondialista. Spiragli di voglia di Rivoluzione e di sovranità politica ed economica si cominciano ad intravedere. Che lo sappiano questi oscuri signori, questi uomini dell’Alta Finanza: verrà il giorno del riscatto politico delle nazioni libere e sovrane, ver-rà il giorno della Giustizia e della libertà tra popoli, verrà il giorno della Rivoluzione!!!

(Comitato Italia – Siria)

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MA CHI VE LOFA FARE?Quante volte ti hanno rivolto questa o

altre domande simili, magari aggiun-gendo anche il più classico “ma che

ti pagano?” giudicandoti quasi matto per la tua perseveranza nel seguire la Lazio in casa ed in tra-sferta? E quante volte hai provato a rispondere ma poi, sorridendo tra te e te, hai lasciato perdere, hai alzato le spalle e cambiato discorso?Ma come fai a spiegare a chi preferisce stare a casa sul divano come ci si sente ad andare a dor-mire e non riuscirci, contando le ore che ti sepa-

rano dalla partita. Alzarti dal letto e renderti conto che il tempo non passa mai, soprattutto quando ci sono partite importanti, e vorresti mandare avanti l’orologio per arrivare direttamente in zona stadio.E’ impensabile far capire cosa si prova a mettersi la sciarpa al collo, fregandosene delle previsioni meteo, perché pioggia, vento, neve, o bufera, tu comunque a prescindere vai a vedere la Lazio!Lo fai da sempre, da quando l’Europa era un mi-raggio passando agli anni d’oro di Cragnotti, fi-guriamoci se manchi adesso che la nostra Lazio

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è nei primi posti in campionato, avanti in Europa League e con questa semifinale di Coppa Ita-lia da vivere! Quando finalmente raggiungi i tuoi amici ti senti più tranquillo, più vivo! Hai davanti a te persone che provano le tue stesse emozioni ed il più delle volte non fanno domande perché or-mai ci si capisce con uno sguardo. Ed è fantastico stare nel pre partita fuori dallo stadio a parlare di Lazio con i Laziali, dividersi la birra e mangiare un panino freddo preparato prima a casa o prender-ne uno dai “paninari”; raccogliere qualche giornale se piove così a fine primo tempo ti siedi senza sporcarti e al limite se non lo trovi prenderai un foglio da qualcuno che è vicino a te.Oppure aspettare ed entrare perché magari qual-cuno potrebbe farsi vivo e se l’aria diventa “pesan-te” alzare un po’ quella sciarpa che indossi.Qualche volta l’hai vista da casa, perché malato o perché “costretto” ed è stata una sofferenza vera…che agonia! Non so quanti km a piedi mi sarò fatto quella volta che ero a casa, non ho idea di quanto posso aver alzato il volume per sentire i cori della mia gente che sapientemente venivano abbassati da cursori di parte e non so spiegare se

quando hanno inquadrato il nostro settore era più l’orgoglio di vedervi o la rabbia di non esserci, so solo che siamo belli perché anacronisticamente e romanticamente folli.Stasera abbiamo il dovere e l’onore di tifare an-che per chi non può esserci, rendiamoli orgogliosi, facciamoli sentire come se fossero qui con noi cantando, anzi urlando, anche per loro!Un domani sicuramente saremo meno presenti per ovvie ragioni di età, ma chiudendo gli occhi ci sembrerà di rivivere questi giorni, di sentire i nostri cori o rivedere stadi sperduti che magari non ci saranno più.Gonfieremo il petto ricordando lo spettacolo che abbiamo offerto con coreografie e striscioni o solo con il nostro modo di fare che ci ha sempre con-traddistinto, ci scapperà una risata pensando ai mille aneddoti e sulla faccia spunterà un ghigno pensando a quanti abbiamo visto di spalle allon-tanarsi in fretta.E allora non ce lo chiedete, ma fatevela voi questa domanda.Ma chi ve lo fa fare…a perdervi tutto questo?

(Marco Nano)

MA CHI VE LOFA FARE?

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Il Redditometro è lo strumento attraverso il quale il Fisco Italiano può stimare il nostro reddito presunto, sulla base delle spese

che abbiamo effettuato, grazie ad una serie di in-dici fissati a priori, e successivamente convocar-ci, per chiederci di giustificare lo scostamento tra spese effettuate e reddito dichiarato.Il redditometro, presente già dal 1973, è stato po-tenziato nel 2010, per entrare in vigore nel 2011.L’Agenzia delle Entrate può determinare il reddito complessivo di noi contribuenti, sulla base delle spese di qualsiasi genere sostenute nel corso del

periodo d’imposta.È poi compito del contribuente fornire la “prova contraria”, per dimostrare che il finanziamento del-le spese effettuate è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo d’imposta, con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte o con redditi che non concorrono alla formazione

del reddito imponibile.L’accertamento è ammesso quando il reddito pre-sunto risulta superiore di almeno il 20% rispetto a quello dichiarato (prima era il 25%).La determinazione del reddito viene effettuata tramite un calcolo basato su alcuni “indicatori di capacità contributiva”. In pratica, vengono consi-derate tutte le spese di un certo tipo che sono a conoscenza del fisco, le quali vengono moltiplicate per dei coefficienti legati alla “classe” attribuita al contribuente, sulla base di tre caratteristiche:• composizione famigliare (single, coppie con

e senza figli, monoparentali);• età (fino a 35 anni; 35-64 anni; oltre 65 anni);• area geografica (Nord, Centro, Sud).La moltiplicazione delle spese per i coefficienti de-termina l’entità del reddito presunto. Dopo averlo determinato, l’Agenzia delle Entrate invita il contri-buente a comparire di persona per giustificare lo

IL REDDITOMETROCOS’è E COME fUNZIONA

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SPECIALE COPPA ITALIA - LAZIO VS JUVENTUS 15

scostamento eventuale tra le spese ed il reddito, fornendo informazioni rilevanti ai fini dell’accerta-mento. Ad ogni contribuente viene data l’opportu-nità di controllare preventivamente la congruenza tra le proprie spese sostenute ed il reddito dichia-rato tramite Redditest, un software messo a pun-to dall’Agenzia delle Entrate.L’avviso di accertamento che l’Agenzia delle Entra-te emette, contiene l’intimazione a pagare - entro il termine di presentazione del ricorso - gli importi indicati, oppure il 50 per cento delle maggiori im-poste accertate - a titolo provvisorio - nel caso in cui si decida di ricorrere davanti alla Commissione tributaria.Dopo 30 giorni dal termine utile per il pagamento, la riscossione delle somme richieste viene affidata agli agenti della riscossione, senza notifica della cartella di pagamento (“riscossione coattiva”). Questa è la spiegazione tecnica, ma a livello mo-rale come la mettiamo? Certo indagini ed intrusio-ni a tappeto nella vita della gente non fanno mai piacere e richiamano alla mente usi e costumi di regimi del passato, però bisogna anche conside-rare che chi non ha nulla da temere e quindi la coscienza pulita non trarrà alcuno svantaggio da questi strumenti, mentre molti finti poveri che ad oggi evadono totalmente o quasi il fisco finiranno nella rete del sistema.Ora, in un mondo perfetto di questo dovremmo essere contenti, ma purtroppo il mondo perfetto non esiste, tantomeno in Italia, dove l’abuso di po-tere e le malversazioni da parte di Equitalia o simili sono all’ordine del giorno e dove troppo spesso i poveri cristi finiscono in croce mentre i papponi ammanicati girano in Ferrari, pagando tasse da barboni.Il rischio è quello di instaurare un clima di terrore fiscale che porterà ad una ulteriore contrazione dei consumi e sinceramente a questo rischio ci credo perché questi geni sono stati capaci di ra-dere al suolo il commercio sotto le feste di natale mettendovi a ridosso la seconda rata dell’IMU…roba da internarli nei centri d’igiene mentale.

Di certo però giudico molto più vergognoso il comportamento di molti nostri connazionali che in un periodo come questo si ostinano ad evadere il fisco dall’alto di redditi faraonici rispetto a quelli di chi stenta ad arrivare alla fine del mese, anche a causa della maggiore pressione fiscale dovuta in parte anche a questi comportamenti INFAMI. In-tendiamoci, non è che il debito pubblico italiano di-penda più di tanto dalla sola evasione fiscale, però se intanto tutti pagassero le tasse in maniera corretta una bella limata gliela si potrebbe dare, con benefici che ricadrebbero sulla collettività.

Come andrà con il redditometro non lo so, non si può proprio prevedere come verrà usato, però la-sciatemi sperare che si riveli uno strumento per-suasivo anziché punitivo, perché solo in quel caso sarà utile agli italiani onesti.Ad Maiora Curva Nord!

(Luca Skyblues)

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Cattolici contro Protestanti, Irlande-si separazionisti vs Scozzesi lealisti. Da sempre il derby dei derby, l’OLD

FIRM!!! Anche se la Scottish Premier League non è certo un campionato di primo livello, que-sta partita èsenza ombra di dubbio, la più affa-scinante e ambita d’Europa.I biglietti per assistere alla gara, sono pratica-mente soldout da sempre. Ibrox Park e Celtic Park, interamente abbonati con i loro 56.000 fe-delissimi ogni anno.Una città spaccata in due, dove i tifosi dei blues, con il loro motto “we Are the People” non si mischiano ai biancoverdi e dove, in un derby, ci furono 76 morti e 150 feriti nel 1961, per la troppa gente con casi di soffocamento. Oltre che contendersi la leadership cittadina, questi due club hanno da anni una lotta per il prestigio Nazionale in Europa. I Glasgow Rangers, sono nati nel 1872 e sono il club calcistico con più titoli nazionali al mondo, ben 54 coccarde. A far compagnia alle 5 stelle sul petto, anche 33 coppe scozzesi, 27 coppe di lega ed una Coppa delle Coppe vinta nel 1972. I

Celtic Glasgow, sono invece nati nel 1887 come club di sostegno alla comunità Cattolica Ir-landese. Ha vinto 43 scudetti, 35 coppe di Sco-zia, 14 coppe di Lega, e una Coppa dei Campio-ni nel 1967, diventando il primo club nella storia britannica a vincere la coppa con le orecchie. Se quindi, i due club, vivono e si nutrono di mol-ta storia e tradizione, anche i loro tifosi, ne ri-specchiano e riproducono altrettanta. Per quanto concerne il mondo del tatuaggio, i ragazzi in blu, usano tatuarsi la Union Jack (spesso accompagnata da quella Scozzese), la

TATUAGGI & TIFO(2A PUNTATA)

CELTIC GLASGOW VS GLASGOW RANGERS

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scritta Royal o la corona in segno di fedeltà al regno Unito Britannico, e alla religione prote-stante. E’ facile trovare sulla pelle dei sostenitori dei Rangers anche il bulldog, simbolo dei tifosi Anglosassoni e stile prettamente calcistico, ol-tre le iniziali del club, immagini come le 5 stelle accompagnate dalla scritta: il club più vincente al mondo! O il leone rampante, anche simbolo dei gemellati del Chelsea F.C. Molti si tatuano l’esterno stadio con la famosa cancellata blu e la scritta IBROX PARK a cornice dei tipici mattoncini anglosassoni. Popolarissimo trovare tatuato sul corpo dei tifosi Rangers, il ti-pico tifoso scozzese vestito con kilt e maglia dei Blues e immancabile cornamusa o il giocatore dei Rangers (spesso Gascoigne o Hateley) che, dopo un gol, inscena il suono del tipico flauto usato dai Lealisti durante la marcia orangista. Dalla parte dei Celtic Glasgow invece, i giovani e vecchi Cattolici, hanno il corpo tatuato con cro-

ci, draghi e cornici celtiche. La bandiera scoz-zese o la Union jack, viene sostituita da quella verde-bianco-arancione dell’ Irlanda. Si vedono sui corpi dei tifosi al Celtic Park, moltissimi ta-tuaggi, spessissimo schiene intere, raffiguranti il cerchio che formano i giocatori biancoverdi pri-ma di ogni inizio gara. Inutile dire che, la famosa Coppa dei Campioni del 1967, viene fieramente incisa sul corpo di molto Celtics. Altro soggetto tatuato è il Re indiscusso della storia dei Celtic Glasgow: il giocatore svedese Henrik Larsson che, con i suoi 174 gol in 221 gare giocate con la maglia a righe orizzontali, è ad oggi il bomber della storia del club. Quando i Rangers torneranno nella massima divisione, consiglio a tutti di andare a vedere e vivere l’Old Firm, almeno una volta nella vita. Gla-sgow è stupenda, e lì il derby, dura veramente 12 mesi l’anno.

(Francesco Cuomo)

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Ancora una volta non possiamo fare a meno di rilevare, in ossequio alla linea di controinformazione della nostra FAN-

ZINE, alterazioni a mezzo stampa di fatti di crona-ca di cui siamo stati diretti testimoni.Lo scorso 17 gennaio, sulla versione online della NAZIONE/AREZZO, è stato pubblicato un articolo (Bagarre sentenza spaccarotella a giudizio 5 ultras laziali), di cui non è dato conoscerne l’au-tore, nel quale viene trattato il “rinvio a giudizio”, per “oltraggio a magistrati in udienza”, di 5 “ultras” Laziali presenti alla lettura della sentenza di primo grado del processo al maiale che ha ucciso Ga-briele Sandri. L’articolo risulta insito di inesattezze, invenzioni e forzature varie, tali da far quantome-no dubitare sulla buona fede dell’autore e della sua deontologia come giornalista di cronaca giudizia-ria. Nei sottotitoli secondari dell’articolo, si parla di “caos scatenato dagli ultras laziali” nel piazzale antistante il tribunale di Arezzo. Nel corpo dell’arti-colo stesso, numerosi sono i riferimenti al clima di intimidazione in cui i giudici hanno dovuto leggere la sentenza, alla “cieca violenza degli ultras”, all’in-columità messa a repentaglio degli avvocati Molino e Bagattini, difensori della mano omicida.Chi era ad Arezzo quel 19 Luglio 2009 sa perfet-tamente come sono andati i fatti. L’articolo della Nazione, risulta soltanto un ulteriore tentativo di parte di infangare tutto ciò che indirettamente o

direttamente è correlato con il ricordo di Gabriele. Per chi non fosse stato presente, non è difficile far-sene un’idea oggettiva, scevra da condizionamenti mediatici, basta andare su youtube e digitare “sen-tenza primo grado spaccarotella”.Quel giorno ad Arezzo non c’erano gli Ultras, c’era-no gli amici di Lele, le persone che lo portano nel cuore, i ragazzi con cui condivideva la sua quotidia-nità, la sua goliardia, le sue delusioni, la sua allegria e le sue passioni, in primis la Lazio. In base a quale parametri chi ha scritto l’articolo può classificare l’essere un ultras? In base a quali elementi empirici, visivi, chi ha scritto l’articolo poteva essere a co-noscenza della Lazialità dei presenti al processo? I ragazzi mica avevano sciarpe e bandiere!!! Solo in base alla sua fantasia e alla sua volontà di dare una determinata piega al suo articolo, attuando in malafede una distorsione negativa di chi avrebbe voluto, per chi ha ucciso un suo amico, una pena esemplare che sancisse giustizia e fosse da monito verso ogni futuro abuso di potere.Alla lettura della sentenza ci fu la reazione, scon-tata ed umanamente comprensibile, di chi era presente per Gabriele, ma tale reazione si risolse semplicemente in quattro improbi gridati più ver-so gli avvocati difensori che la corte. Una reazione dettata da delusione, da dolore, da un senso d’im-potenza contro chi si era macchiato di un efferato reato e la faceva purtroppo franca: la vergognosa

STRUMENTALIZZAZIONIA MEZZO STAMPACI RISIAMO!

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sentenza di primo grado pronunciava la colpe-volezza per omicidio colposo e non volontario, la condanna di 6 anni, stava a significare che molto probabilmente spaccarotella non avrebbe visto le patrie galere neanche di passaggio.Mentre i giudici leggevano la sentenza, l’atteggia-mento di sfrontato giubilo da parte degli avvocati difensori, Molino e Bagattini e del loro entourage, anticipò il verdetto di “omicidio colposo”. Non fu l’intuizione giuridica di un giornalista presente in aula, come riportato dall’autore fantasma della Na-zione.Gli avvocati difensori esultarono come fossero ad un evento sportivo, perdendo di vista che sem-pre della morte di un ragazzo innocente di 26 anni si stesse dibattendo. Manifestarono tutta la loro sfrontatezza e in-sensibilità a pochi metri dalla fami-glia Sandri, gelata ed esterrefatta dal dolore e dalla de-lusione, ma digni-tosa e fiera nella sua compostezza. Come mai nella cronaca riportata della Nazione nulla è riportato in me-rito a tale atteggia-mento?! Come mai questo cronista da strapazzo non stig-matizza, alla stre-gua degli improbi lanciati, l’irriverente condotta della fi-glia di uno dei due avvocati anch’essa membro dell’entou-rage della difesa?! Chi ha seguito tutte le fasi dibattimenta-

li, come avrebbe dovuto fare il presunto cronista di cronaca giudiziaria, capisce benissimo di cosa stiamo parlando.In una situazione del genere, chiunque avesse Ga-briele nel cuore, non avrebbe potuto fare a meno di gridare la propria rabbia e il proprio sdegno verso esseri a cui l’aggettivo umani sarebbe una patetica forzatura. Ma a parte gli insulti, nessuna violenza ci fu, ne dentro ne fuori il tribunale. TAN-TO CHE IL PRESIDENTE NON SOSPESE NEAN-CHE L’UDIENZA, quindi figuriamoci quale fosse la reale portata dell’esigenza di ordine pubblico. Ma l’articolo della nazione parla di “Cieca furia degli Ultras”.Quel giorno cinque ragazzi amici di Gabriele e Cristiano e nostri fratelli, furono senza nessuna

difficoltà, dato il loro spessore in-tellettivo, indotti alla ragione dai carabinieri presen-ti in aula, che anzi si mostrarono più che comprensibili verso la reazione di sdegno, mal ce-lando essi stessi un sentimento di imbarazzo e disap-punto verso quanto era stato sentenzia-to e verso la con-dotta dei difensori dell’imputato.L’ identi f icazione dei ragazzi, senza nessuna resistenza degli stessi, avven-ne successiva-mente da parte del-la DIGOS di Roma presente ad Arezzo e non mediante i

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carabinieri, come ri-portato sempre dal “campione di cro-naca giudiziaria”. Inoltre, il presunto cronista, parla di “Rinvio a Giudizio” con udienza fis-sata il 23 maggio, commettendo un duplice errore: uno per sua ignoranza, l’altro per manifesta malafede e volontà di strumentalizzare la realtà dei fatti a vantaggio di chissà quale disegno per-sonale o di servili-smo professionale.In caso di conte-stazione di “OL-TRAGGIO A MAGISTRATI IN UDIENZA” non si parla di “rinvio a giudizio” bensì di “decreto di citazione diretta” (non è prevista la fase preliminare). E’ lecito che noi comuni cittadini possiamo ignorare un elemento di tale portata tec-nica, ma non lo è se ad ignorarlo sia un giornalista “che si ammanta di professionalità e competenze in cronaca giudiziaria”. L’udienza del 23 maggio, costituisce soltanto il rinvio dell’udienza fissata per il 23 ottobre 2012, causa sciopero degli avvocati. Ai ragazzi imputati, la notifica di “citazione diretta a giudizio” emessa dal PM è giunta già nel mese di aprile 2012. Quindi quanto riportato dalla Nazio-ne lo scorso mercoledì è una notizia di cronaca giudiziaria dello scorso aprile, cioè quasi 10 mesi fa. Perché soltanto oggi viene (ad arte, ci viene da scrivere) tirata fuori?! Che ci sia qualche interesse di parte o vicinanza tra il cronista della

Nazione e la difesa di spaccarotella o spaccarotella stes-so?!...La condanna in appello per “omi-cidio volontario” e confermata dalla cassazione a 9 anni e qualche mese è ormai di dominio pubblico. Ma sicu-ramente non tutti sanno che spacca-rotella sta scontan-do la pena presso il carcere milita-re di Santa Maria Capua Vetere e non in un carcere ordinario, nono-stante fosse stato radiato dalla Polizia di Stato all’indoma-ni della sentenza di condanna. Come dire, sicuramente

non un albergo a cinque stelle, ma nulla a che ve-dere con il regime carcerario a cui sarebbe stato sottoposto un povero comune a seguito di accer-tato omicidio volontario. Che si stia preparando, a livello mediatico, il terreno per ancor più tenui mo-dalità di espiazione pena ?!? Corona viene condan-nato a sette anni per estorsione, Speziale e Micale rispettivamente a 11 e 8 anni per omicidio prete-rintenzionale con un apparato accusatorio facente acqua da tutte le parti, spaccarotella a 9 per omi-cidio volontario compiuto nell’esercizio delle sue funzioni di tutore dell’ordine quindi in pie-no abuso di potere e gli viene concesso il privilegio del carcere militare anche non avendone nessun diritto. Meditate gente, meditate!!!

(Massi)

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“Notti Magiche”

Notti magiche si cantava nel ‘90...e noi siamo ancora qui ad in-seguire quel gol! La partita in notturna ha sempre il suo fascino,

forse perché per noi vecchi, era sinonimo di Coppa...di evento! Gli occhi dagli spalti acquistano un colore ed una luce diversa! Nelle sere di coppa ti senti ancor più pro-tagonista, ti senti il difensore della tua città ferma per l’e-vento che sta viven-do! Ancora ricordo

un Lazio-Juve di Coppa, dove una squadra Cenerentola quella sera sfidava una regina cattiva...ma soprattutto, dove una tifose-ria illuminò uno stadio come nessuno impianto d’illuminazione aveva mai acceso! Per questo noi non molleremo mai, perché noi vinciamo sempre...noi vinciamo esistendo!

CUORE CERVELLO Col cuore perchè vivi. Col cervello perchè veri! by Ale Eiaculazio

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L’UOMO PIù FORTUNATOSULLA fACCIADELLA TERRA

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Curvarolo

Sono una persona fortunata…lo dico da anni…

Lou Gehrig era un famoso giocatore di baseball. Giocava nei New York Yankees e morì nel 1941, a soli 38 anni, per un male incurabile che ancora oggi porta il suo nome (il morbo di Gehrig). Fu il primo giocatore a cui venne ritirato il numero di maglia (il 4) ed il giorno della cerimonia, davanti ad uno stadio gremito, pronunciò queste parole: “Aver giocato per gli Yankees e poter essere, ora, in questo Stadio, fanno di me l’uomo più fortunato sulla faccia della terra.”Questa frase detta in punto di morte ci fa capire che cosa immensa sia il senso di appartenenza. Quell’uomo stava per morire ma il solo fatto di aver giocato per la squadra della sua città lo rendeva felice e sereno.Io non voglio minimamente paragonarmi a lui ma quando penso a cosa voglia dire essere Tifoso della Lazio ho la sua stessa sensazione. Mi ritengo la persona più fortunata sulla faccia della terra. Si. Perché quello che ho non me lo potrà togliere nessuno e nessuno potrà mai comprarlo. La persona più ricca e potente di questo mondo non potrà mai provare quello che sento adesso, non potrà mai condividere il fremito che porto dentro, non potrà mai sapere cosa significhi uscire di casa per andare in una Casa ancora più bella.Quando la Lazio segna penso proprio a questo. Quanto è bello stare qui. Quanto è bello vedere corre-re il marcatore con le braccia aperte verso di me, verso di noi. Quanto è bello vedere tutta la squadra che lo insegue e poi lo sommerge di gioia, quanto è bello vedere in panchina chi esulta come noi.In quei momenti mi guardo intorno e vedo in tutti la stessa espressione. In tutti. Siamo i tifosi della Lazio. Una Comunità che si rinnova ma non cambia. In quale altro Stadio del mondo, a distan-za di più di venti anni, pensate di poter trovare le stesse persone negli stessi posti? In nessuno. Solo da noi! Solo da noi! E questo perché la nostra storia ci ha insegnato a stare sempre uniti per poter sopravvivere a tutti i tentativi di farci sparire.Ecco perché il Tifoso della Lazio non ti lascerà mai da solo e lo troverai sempre accanto a te, anche quando meno te lo aspetti.Io mi ritengo l’uomo più fortunato sulla faccia della terra per avere la possibilità di fare parte di un gruppo di persone splendide come voi. In tempi ben più bui di questo siamo sempre stati capaci di fare quadrato. E quando poi abbiamo contrattaccato non ce n’è stato più per nessuno. Roma…9 Gennaio 1900…Piazza della Libertà…Siamo uno splendido manipolo di fratelli nati tutti lì….Forza Lazio!

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AZIO

COPPA ITALIA - SEMIFINALE DI RITORNOSTADIO OLIMPICO - 29 GENNAIO 2013 - ORE 20:45F.C

. JUVENTUS22 federico Marchetti

1 Albano Bizzarri84 Juan Pablo Carrizo

5 Lionel Scaloni78 Luciano Zauri

33 Marius Stankevicius21 Modibo Diakite

29 Abdoulay Konko26 Stefan Radu19 Senad Lulic

20 Giuseppe Biava2 Michael Ciani

3 Andrè Dias39 Luis Pedro Cavanda

32 Cristian Brocchi27 Lorik Cana

24 Cristian Ledesma87 Antonio Candreva

7 Honorato Campos Ederson6 Stefano Mauri

15 Alvaro Gonzalez8 Anderson Hernanes

23 Ogenyi Eddy Onazi

11 Miroslav Klose18 Libor Kozak

10 Mauro Matias Zarate99 Sergio floccari

25 Antonio Rozzi

All. Vladimir Petković

S.S. LAZIO

Gianluigi Buffon 1Marco Storari 30Laurentiu Branescu 31 Andrea Barzagli 15Leonardo Bonucci 19Martin Caceres 4Giorgio Chiellini 3Paolo De Ceglie 11Stephan Lichtsteiner 26federico Peluso 13

Kwadwo Asamoah 22Emanuele Giaccherini 24Mauricio Isla 33Claudio Marchisio 8Luca Marrone 39Simone Padoin 20Simone Pepe 7Andrea Pirlo 21Paul Pogba 6Artura Vidal 23 Nicklas Bendtner 17Sebastian Giovinco 12Alessandro Matri 32fabio Quagliaella 27Mirko Vucinic 9

All. Antonio Conte

F.C. JUVENTUS