la voce di mantova - speciale economia 2-2014

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di Gianni Fava

Assessore all’Agricoltura della Lombardia

Sommar io

Il futuro dell’agricoltura riparte dal Nord

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Editor iale

• Leoni Moto(pag. 2)

• Regione Lombardia(pag. 3)

• Martinelli pavimenti(pag. 4)

• Apindustria(pag. 5-7-9-10-11-13)

• Casa dello scampolo(pag. 6)

• Cons. Vini Mantovani(pag. 8)

• Coldiretti(pag. 14-15)

• Confagricoltura(pag. 16-17)

• Immergas(pag. 18)

• Confindustria(pag. 19-20-21)

• Confcommercio(pag. 22-23)

• Valle dei Fiori(pag 24-25)

• Confai(pag. 26-27)

• Confartigianato(pag. 28-29)

• Co.Di.Ma.(pag. 30-31)

• Upa(pag. 32-33)

• Unipeg(pag. 34-35)

• Fiera Millenaria(pag. 36-37)

• Autosì(pag. 38)

• Gem(pag. 39)

• Tras.mec(pag. 40)

• Replica(pag. 41)

• Cantina di Quistello(pag. 42-43)

• Sterilgarda(pag. 44-45)

• Perteghella(pag. 46-47)

• Apindustria(pag. 48)

Il futuro dell’agricoltura riparte dal Nord.Perché è grazie alle Regioni del Nord chela riforma della Pac ha preso per la primavolta una piega positiva nei confrontidelle produzioni zootecniche, innegabil-mente concentrate fra Lombardia, Emi-lia-Romagna, Veneto, Piemonte, FriuliVenezia Giulia, Valle d’Aosta e le Pro-vince Autonome di Trento e Bolzano.Nella trattativa nella Conferenza delleRegioni è stata trovata una compattezzache come unica finalità ha avuto quella disostenere il territorio principe dell’agri -coltura, abbandonando - e non era maisuccesso - ogni divisione ideologica e dipartito. Certo, è indiscutibile che si sa-rebbero potuto ottenere maggiori sod-disfazioni a Bruxelles, ma con le carteche avevamo in tavola, non si potevafare di più.L’agricoltura lombarda - e fra questequella mantovana è di certo una delle piùrappresentative e dinamiche - ha le cartein regola per affrontare le sfide del fu-turo, che sono l’export, ma anche latracciabilità, l’etichettatura, la trasparen-za. E ripresa dei consumi interni, ac-celerando in direzione di una valoriz-zazione dei prodotti tipici che in altriPaesi, attraverso un maggiore dialogo difiliera, riescono a sostenere. L’interpro -fessione dovrà fare in modo di riportareal proprio interno quella catena del va-lore che progressivamente in questi anniè scivolata verso la grande distribuzione.Serve coesione.Sono certo che il mondo agricolo sarà ingrado di cogliere le opportunità che il

prossimo Programma di sviluppo ruraledella Lombardia offrirà, secondo unaformula più innovativa, meno vincolanteo imbullonata a strutture eccessivamen-te burocratiche.Si parte nel 2015 col nuovo Psr, ma giàquest’anno sono state messe a dispo-sizione delle imprese agricole lombarderisorse non trascurabili, a partire dai 25milioni di euro per la modernizzazionedelle strutture e per le aree di montagna.Come consuetudine quest’anno PalazzoLombardia sosterrà l’anticipo della Pacper assicurare una liquidità anticipataalle aziende, in una fase dove l’accesso alcredito è spesso un percorso ostico.Anche la battaglia della Lombardia edelle Regioni del Nord per la revisionedella direttiva nitrati è aperta e i rapportiscientifici hanno scagionato l’agricolturadal ruolo di inquinatori, in cui altri evi-dentemente l’avevano relegata per trar-ne vantaggi di categoria.Per la prima regione agricola a livellonazionale e sicuramente una delle primea livello europeo in materia agroalimen-tare si aprono nuove opportunità, a par-tire da Expo che per la Lombardia si-curamente - per Mantova forse è menoscontato - sarà una vetrina per affermareuna leadership a livello mondiale pertipicità, qualità e salubrità. Dobbiamofare in modo, e questa sarà la missioneprioritaria, che il mondo rispetti i prodottidell’agroalimentare lombardo in un si-stema più ampio dove la contraffazionedeve diventare per tutti sinonimo di con-correnza sleale. Proviamoci compatti.

DIRETTOREAlessio Tarpini([email protected])

EDITOREVIDIEMME Società cooperativaPiazza Sordello, 12 46100 MANTOVATel. 0376/222266 - Fax 0376/320999

REDAZIONESabrina CavalliMaurizio PellegriniNicola Antonietti([email protected])

REGISTRAZIONETribunale di MantovaNr. 25/92 del 30.11.1992

PUBBLICITÀ LOCALEPUBLIVOCE S.R.L.Piazza Sordello, 12 - 46100 MANTOVATel. 0376/383655 - Fax 0376/225859

PUBBLICITÀ NAZIONALEOPQ S.R.L.Via G.B. Pirelli, 30 - 20124 MILANOTel. 02/66992511 - Fax 02/66992530

STAMPAARTI GRAFICHE PERSICO S.p.A.Via Sesto 14 - 26100 CREMONATel 0372 413141 - Fax 0372 457609

La rivista è stata chiusail giorno 12.06.14 alle ore 16

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Francesco Ferrari, presidente di Apindustria Mantova, ha scritto una letteraal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in occasione della ricorrenza del 1° Maggio

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Apindustr ia

La lettera

“Imprenditori e lavoratori:siamo tutti sulla stessa barca”

Francesco Ferrari, presidente Apindustria Mantova

Gli imprenditori sono abituati a te-nersi tutto dentro. E’ difficile che alzinola voce o piuttosto scrivano alle isti-tuzioni, abituati come sono a nonsentirsi ascoltati o rappresentati. Ep-pure Francesco Ferrari, presidente diApindustria, ha sentito il bisogno discrivere a Giorgio Napolitano in oc-casione della festa del 1° maggio perchiedergli di ricordare anche i suicididegli imprenditori a causa della crisiche sono da considerare al pari di tuttele altre vittime di incidenti sul lavoro.«Tutto è nato quando a Bergamo, alrientro da un viaggio di lavoro allequattro di mattina - racconta Fran-cesco Ferrari - ho visto una serie dicroci in una rotatoria che ricordavanogli imprenditori suicidi a causa dellacrisi. A quel punto ho cominciato ariflettere e ho deciso di scrivere alpresidente Napolitano, conoscendo lasua sensibilità e la sua attenzione altema delle morti sul lavoro».Il Presidente della Repubblica ha rac-colto l’appello di Ferrari citando alcunibrani della lettera e parlando “di sor-dità della nostra società come pos-sibile causa di gesti perfino estremi”,sottolineando di aver voluto racco-gliere la suggestione di assimilare isuicidi degli imprenditori agli incidentisul lavoro “a testimonianza di unadrammatica condivisione - da parte dititolari di imprese a conduzione fa-miliare soprattutto, e di lavoratori di-pendenti - dei colpi di una crisi chespesso lascia soli gli uni e gli altri”.Nella lettera di Francesco Ferrari silegge di come gli imprenditori italianisiano abituati alle crisi e non si sianomai fatti scoraggiare dalle difficoltà etuttavia la vera differenza è che oggi sivive in un Paese che lascia le aziendein balia di una burocrazia sorda alleistanze degli imprenditori e dei cit-tadini, di una tassazione ingorda esenza proporzionalità, di una politicache pensa solo a sé stessa.Il presidente Ferrari aveva già stig-matizzato i suicidi degli imprenditori

citandoli come una vera e propriatragedia durante la recente assembleadi Apindustria dove questo particolarepassaggio era stato sottolineato da

numerosi applausi e da una parte-cipazione commossa del pubblico.Quando muore un imprenditore è unatragedia per tutta la società. “Quandomuore un imprenditore, soprattutto inItalia dove le imprese sono piccole e aconduzione familiare, con lui muore lasua azienda – si legge nel testo dellalettera del Presidente Ferrari - e quan-do muore un’azienda, muore un pezzodi società e si crea un effetto simile aquello delle onde che si propaganoquando si getta un sasso in uno sta-gno: non si sa mai quanto lontanoarri vino”. Il presidente Ferrari ha inol-tre sottolineato come non sia un casoche l’appello parta da Mantova, pro-vincia di piccole e micro imprese, incui lavoratori e datori di lavoro sonospesso «sulla stessa barca». Le azien-de di piccole e medie dimensioni rap-presentano più dell’80% del totale del-le aziende e sono poco più di 200 leimprese che impiegano oltre centodipendenti.

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Banche e imprese: prove di dialogoper un credito a misura di PMIPer dialogare occorre avere la di-sponibilità ad ascoltare ma so-prattutto riuscire a parlare una lin-gua comune. Anche per questo stariscuotendo grande successo laseconda edizione del progetto Ita-ca, verso la meta del credito, mes-so in campo da Apindustria perassistere le aziende nell’ambitodel rapporto con gli istituti di cre-dito. Grazie alla collaborazionecon Alma Iura, centro studi ve-ronese, è stato organizzato un pro-getto che alterna incontri gratuiti ea pagamento su credito e din-torni.Oltre una sessantina sono state leaziende che dall’inizio del 2014hanno partecipato agli incontri e aiseminari in materia di lettura dellaCentrale rischi, di prodotti derivatie di valutazione delle condizioniapplicate nei rapporti di conto cor-rente bancario, senza dimenticarela redazione efficace del businessplan e il bilancio per non spe-cialisti.All’attività di formazione è stataaffiancata anche una serie di spor-telli operativi gratuiti per fornireun orientamento generale alleaziende sul tema del credito epoterle assistere con servizi ope-rativi laddove l’imprenditore sen-tisse l’esigenza di essere suppor-tato nel rapporto con i referentibancari per ottenere migliori con-dizioni o per attivare un nuovor a p p o rt o .Itaca, questo il nome evocativo delprogetto, sottolinea come il per-corso di acquisizione delle com-petenze passi per un’attività di mo-nitoraggio continuo e di crescitache non può mai dirsi conclusa. Glistrumenti efficaci per gestire il rap-porto con gli istituti di credito siconquistano anche attraverso ilconfronto tra le aziende e soprat-tutto un approfondimento che pas-sa attraverso l’analisi di casi praticie di una formazione che privilegial’aspetto concreto del fare rispettoa quello teorico dello spiegare.Come diceva Confucio: “Se ascol-to…dimentico, se vedo…ricordo,se faccio…i m p a r o”.

Apindustria prosegue anche nell’attività di confronto con le banche enella stipula o aggiornamento di convenzioni con condizioni di favoreper le aziende associate. In particolare per consentire un aggior-namento costante delle imprese dopo ogni firma di una nuovaconvenzione o rinnovo di un accordo esistente si è attivato un servizioinformativo denominato Flash credito.L’invio dell’informativa è previsto a mezzo fax ed e-mail oltre ad esserepubblicata sul sito dell’Associazione (www.api.mn.it) in modo daconsentire di verificare condizioni e agevolazioni in essere con quelparticolare istituto e per specifiche operazioni bancarie.

Convenzioni bancarie e informative

Nella foto in altoMassimo Rossi

e MaddalenaMandarà

durante unodegli incontri

di ItacaQui a latouna tavola

rotondasu creditoe dintorni

A p p r o fo n d i m e n t o

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Apindustr ia

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Apindustr ia

Logisticando 2014 e visiteaziendali: il caso Volkswagen

Eros Tugnoli, il formattore protagonistadi “A sette anni ho pilotato un jumbo”

Erica Gazzurelli, presidente GiovaniImprenditori di Apindustria, con Tugnoli

La logistica non è teoria ma pratica applicata eper questo i giovani imprenditori di Apindustriasono andati a toccare con mano uno degli esempidi eccellenza nella gestione del magazzino e dellescorte: la Volkswagen group di Verona. Oltre ven-ti imprenditori accompagnati da Luigi Supino(Supino srl), Alessandro Pacelli (Opta) e M a u ri z i oDavolio consulente per il progetto hanno potutorendersi conto di come funziona il “dietro leq u i n t e” del magazzino di un’azienda che è tra imigliori esempi di applicazione della logisticaalla attività di fornitura della ricambistica. Il pro-getto Logisticando 2014 proseguirà con altre vi-site ad aziende d’eccellenza nella convinzioneche il confronto è fondamentale per raccoglierestimoli e modelli da applicare e che proprio dalconfronto nascono nuove idee e sono le ideenuove che consentono di rimanere competitivi.

A 7 anni ho pilotato un jumboTeatro e formazione per i Giovaniimprenditori di Apindustria

Il gruppo di imprenditori che ha partecipato alla visita alla Volkswagen di Ve r o n a

“Quando pensiamo alla formazionel’immagine che viene in mente è quel-la dell’aula con docente, scrivania eallievi: in realtà occorre superare lalezione frontale e lavorare sull’inte -rattività e il coinvolgimento emozio-nale del pubblico” sottolinea E ri c aGazzurelli presidente del Gruppo Gio-vani di Apindustria Mantova mentre ciracconta l’ultima iniziativa realizzataallo Spazio teatrale Studio S.Orsola.“A sette anni ho pilotato un jumbo” èstato il titolo volutamente scherzoso eprovocatorio dell’evento che ha avutocome protagonista Eros Tugnoli, for-matore e consulente in materia divendita, e che ha visto la parteci-pazione di una ottantina di impren-ditori. L’iniziativa è stata realizzata incollaborazione con le aziende asso-ciate Sigla – Agenzia di comunica-zione, DiPiEmme Studio – internet,marketing e comunicazione, e l’Agen -zia per il Lavoro Randstad ed è natadalla volontà di portare sul palco-scenico il libro di Eros Tugnoli in-titolato “Va dove ti porta il budget” edi “g i o c a r e” con la metafora del volo,anzi del primo volo.

«Il teatro come strumento di forma-zione sta diventando una tradizioneper i giovani di Apindustria - ha sot-tolineato ancora la presidente EricaGazzurelli - e sono profondamented’accordo con Eros Tugnoli quandodice che queste esperienze servonosolo se ci lasciamo coinvolgere e ciinvita a far decollare i nostri sogni».I giovani imprenditori di Apindustriastanno lavorando ad un ciclo di ap-puntamenti formativi che metterannoa fuoco le competenze che oggi unimprenditore deve avere per poteraffrontare le difficoltà e le incertezze diun mercato che non offre più punti diriferimento.«Ritengo che una delle sfide con cuioggi si confrontano gli imprenditorisia quella di avere a disposizione “unacassetta degli attrezzi” da cui sce-gliere gli strumenti adatti ad affron-tare ogni situazione con un giustoequilibrio tra istinto e ragione - haconcluso Erica Gazzurelli - mi è pia-ciuta molto una frase che ho letto unp o’ di tempo fa “è l’intelletto, la ra-gione che cerca, ma è il cuore chet r ov a ”».

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Apindustr ia

Progetto Pmi Export 2.0Le istruzioni per l’uso

SERVIZIO TEM (Temporary Export Manager)Le aziende che per la prima volta si affacciano a nuovi Paesi spessomanifestano l’esigenza di essere accompagnate nel percorso diapprofondimento delle opportunità offerte dai mercati esteri. Perquesto Apindustria propone il progetto TEM, sigla che identifica ilTemporary Export Manager. Questo servizio si sta rivelando fon-damentale per tutte quelle aziende che vogliano acquisire il know-hownecessario ad attivare un efficace progetto di internazionalizzazioneed essere affiancate direttamente da un professionista in grado dioffrire un supporto personalizzato.

SERVIZIO EXPORT AUDITApindustria ha siglato una convenzione con CAD Mantova perpromuovere un servizio di EXPORT AUDIT per consentire alle aziende,grazie alle competenze del Dichiarante Doganale, di acquisire l’espe -rienza per svolgere gli adempimenti legati alle cessioni intraco-munitarie e alle esportazioni direttamente in azienda. Il servizio hal’obiettivo di trasmettere maggiore consapevolezza nel momento incui si dovesse affrontare la visita di controllo dell’Autorità doganale econsente di essere sempre aggiornati circa eventuali cambiamentiall’interno della normativa tecnica.

Detassazione del salariodi produttività: accordo traApindustria e Cgil-Cisl-Uil

I partecipanti a uno dei seminari di ApiPmi-Export

Da sinistra: LucaC a ra m a s c h i

e Italo Rebuzzidi Export piùper il servizio

TEM

Da destraFra n c e s c ae Claudia

Compostadi Cad Mantova

per il servizioExport Audit

Apindustria nel 2014 prosegue con il suoprogetto dedicato all’export per svilup-pare il grado di internazionalizzazione del-le aziende mantovane. L’obiettivo è quellodi fornire alle imprese sempre maggioriconoscenze e competenze non solo at-traverso seminari formativi ma anche consportelli di orientamento e servizi specifici.ApiPMI-Export, questo il titolo del pro-getto, punta ad offrire informazioni ag-giornate sulle opportunità e sui servizi

specifici per l’internazionalizzazione conu n’attività di formazione e supporto con-creto per le aziende. Tra i servizi attivatiricordiamo l’assistenza delle PMI nellastesura di progetti di internazionalizza-zione e la verifica del know-how aziendaleper affrontare i mercati esteri, senza di-menticare il monitoraggio e il controllodella correttezza delle operazioni di espor-tazione e importazione dal punto di vistadel dichiarante doganale. Grande succes-

so hanno riscontrato anche i numerosisportelli informativi attivati in particolareper fornire una panoramica e informazioniutili sulle opportunità di contributoall’export. Api PMI-Export 2.0 prevedeinoltre il lancio entro la fine del 2014 di unnuovo servizio commerciale export, natodagli stimoli e dalle richieste degli im-prenditori e che punta a creare importantiopportunità di sviluppo di nuovi contatti erapporti commerciali.

Grande soddisfazione per la stipuladell’accordo territoriale tra l’Associazionedelle Piccole e Medie Industrie di Man-tova e le Organizzazioni Sindacali Cgil-Ci-sl-Uil. In forza di tale accordo, le aziendeaderenti ad Apindustria Mantova (oltrecinquecento aziende per un totale di circa12.000 addetti) potranno stipulare ac-cordi sulla detassazione ai sensi delDPCM 19 febbraio 2014 in applicazionedelle norme contenute nella Legge diStabilità 2013. L’accordo consentirà perl’anno 2014 alle aziende, anche prive di

rappresentanza sindacale aziendale, diapplicare ai propri dipendenti le age-volazioni fiscali, a fronte di miglioramentidella produttività aziendale che conse-guano ad una diversa gestione degliorari osservati in azienda. Grazie a tale

intesa, tutte le aziende associate ad Apin-dustria potranno applicare la tassazioneagevolata del 10% su tutte le voci ac-cessorie della retribuzione riconducibiliad incrementi di produttività, qualità,redditività, innovazione od efficienza or-

Da sinistra: StefaniaTrentini e Giovanni

Acerbi (Apindustria)Massimo Marchini(Cgil), Marco Dal-

zoppo (Cisl), Fran-cesco Iurato (Uil)

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Apindustr ia11

Apienergia: cultura e formazione perrazionalizzare il consumo energetico

La firma dellaC o nve n z i o n etra Apindustriae Tea EnergiaDa sinistra: An-giolina Bompieri,Giovanni Capra eFrancesco Ferrariper Apindustria,Gilberto Soglianie Piero Falsinaper Tea Energia

»Da sempre il nostro obiettivo è far ri-sparmiare le aziende consorziate ottimiz-zando i contratti di fornitura, ma oggi que-sto aspetto non è più sufficiente” sotto -linea Giovanni Capra, presidente del Con-sorzio Apienergia. «I prezzi delle commo-dities energetiche sono in calo, il mercatodell’energia sta subendo forti contrazionidi volume perché mancano i consumi del-le aziende e tuttavia il costo delle bolletteenergetiche non diminuisce a causa deglioneri. Questa situazione non ci facilita nel-le scelte di una tipologia contrattuale o delfornitore - continua Giovanni Capra - man-ca infatti nei non addetti ai lavori una cul-tura di base che gli consenta di orientarsiin questa difficile materia e compito delConsorzio è proprio quello di fornire alleaziende gli strumenti per compiere le scel-te migliori».Proprio per questo il Consorzio Apiener-gia ha iniziato nel 2014 un percorso for-mativo in grado di accompagnare ed as-sistere le aziende nel razionalizzare in mo-do efficace il consumo energetico. «Il no-stro ruolo è quello di dare strumenti con-creti all’imprenditore in modo che possascegliere e prendere decisioni ponderatee informate» spiega Mattia Biroli, segre-tario del Consorzio Apienergia- dall’iniziodi quest’anno sono oltre ottanta le aziendeche hanno partecipato agli incontri sullevarie tematiche dell’energia: dalla gestio-ne efficiente degli impianti fotovoltaici inesercizio alla simulazione di un’ispezionedel GSE con i relativi controlli documen-tali, dall’illustrazione dei meccanismi tec-nici di richiesta dei Certificati Bianchi (TEE)alle tecnologie della cogenerazione ad al-ta efficienza».Attraverso gli incontri e la quotidiana at-tività di orientamento a favore delle azien-de del territorio l’obiettivo di Apienergia èdi rafforzare il proprio ruolo come punto diriferimento per le PMI del territorio in ter-mini di consulenza e di assistenza. «Oggiquello che ci distingue come Consorzionon è solo la ricerca del miglior prezzo edelle migliori condizioni ottenute nella ne-goziazione del contratto di fornitura,obiettivo fondamentale e imprescindibile- conclude il presidente Capra - bensì l’at -tenzione profusa da Apienergia alle sin-gole esigenze e necessità delle aziendecon un’attività di monitoraggio e controllotagliata su misura per il singolo consor-ziato dando un supporto tecnico, consu-lenziale e di orientamento a 360 gradi».

ganizzativa, in relazione a risultati ri-feribili all’andamento economico o agliutili dell’impresa. A titolo esemplifica-tivo, un operaio di un’azienda associata,avrà la possibilità di pagare solo il 10% diimposta sulla retribuzione ed eventualimaggiorazioni rispetto al precedente23%. Tale agevolazione spetta per i ti-tolari di reddito di lavoro dipendente nonsuperiore a 40.000 euro per tutte quellevoci retributive erogate a fronte di pre-stazioni “di ver se” da quelle rese in at-tuazione del regime di orario esistente inazienda prima della stipula dell’accordoterritoriale odierno. L’impresa, dal cantoproprio vede, da un lato ridotta la forbicefra costo del lavoro del proprio dipen-dente e sua retribuzione netta in busta edall’altro, la possibilità di introdurre, nelrispetto del CCNL applicato in azienda,miglioramenti della produttività azien-dale, risultato questo, giudicato posi-tivamente dagli imprenditori.

Molto affollato l’incontro organizza-to da Apindustria per capire come lenuove norme del cosiddetto “Jo b sact” incidano concretamente sull'at-tività quotidiana delle aziende. «Ilseminario è stato un’occasione diconfronto fondamentale per gli ope-ratori che hanno potuto approfon-dire le disposizioni introdotte dalgoverno Renzi per rivedere la di-sciplina del contratto a tempo de-terminato, l’apprendistato, l’iscrizio -ne dei lavoratori nelle liste di di-sponibilità, il DURC e i contratti disolidarietà. Relatori del seminariosono stati Andrea Lanfranchi e F l av i oPini (Area Impresa srl).

Jobs act: le novitàpresentate alle aziende

Il presidente di Apienergia Giovanni Capra ha espresso soddisfazione perl’accordo raggiunto con Tea Energia sia per le maggiori garanzie di prezzocompetitivo sia per la trasparenza delle condizioni contrattuali, di servizioe fatturazione. «Inoltre abbiamo fortemente voluto l’estensione degli scontianche ai consumi domestici dei titolari e soprattutto dei dipendenti delleaziende associate Apindustria - ha sottolineato il presidente Capra - inquesto modo diventano ancora più efficaci gli effetti della scontisticaprevista allargando al massimo il novero degli aventi diritto alle age-volazioni». Si tratta di una convenzione di primario rilievo territoriale conTea energia che offre condizioni economiche di favore in materia di gas edenergia elettrica, tutelando gli associati grazie alla trasparenza e ai servizipersonalizzati che Tea energia è in grado di garantire.

ACCORDO APINDUSTRIA-TEA ENERGIA

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Apindustr ia

Apindustria sceglie ConfimiUn progetto che dà nuova voce alle piccole e medie imprese

Il presidente Agnelli: “Alle aziendevanno dati servizi realmente utili”

Apindustria è definitivamente entratain Confimi, la Confederazione dell’In -dustria Manifatturiera italiana edell’Impresa Privata alla quale ade-riscono 20.000 imprese con 330.000addetti, per un fatturato aggregato dicirca 70 miliardi di euro. La scelta diConfimi nasce con l’obiettivo di darespazio ad un nuovo modo di fareassociazione e offrire una rappresen-tanza forte e compatta all’impresa ma-nifatturiera con l’obiettivo di crearelavoro, ricchezza e benessere per ilPaese. Confimi raggruppa le asso-ciazioni delle piccole e medie industriepiù importanti e vitali d’Italia e rap-presenta infatti un modo nuovo di fareassociazione, o meglio un ritornoall’antico ad un associazionismo fattodi strutture snelle e non autorefe-renziali, che vede nelle territoriali unaricchezza di idee da cui attingere esviluppare e non un serbatoio di quoteda sfruttare.«Abbiamo scelto di aderire alla sfidalanciata da imprenditori perbene, im-prenditori in sintonia con il nostromodo di vedere - sottolinea Fra n c e s c oFe rra ri , presidente di Apindustria - unmodo di lavorare fatto di obiettivi,programmi e soprattutto della pas-sione di persone che sono convinteche “senza imprese non c'è futuro.Fare associazione” per noi significa

semplicemente decidere in modo con-sapevole di stare insieme per coltivareun progetto comune nell’esclusivo in-teresse delle imprese».Gli obiettivi che CONFIMI IMPRESAvuole perseguire sono principalmenteincidere sul cuneo fiscale per abbat-tere il costo del lavoro più alto d’Eu -ropa e intervenire sull’IRAP e sul costoenergetico più alto del mondo.L'associazione di via Alpi si preparaquindi a una nuova stagione, che co-mincia proprio nell'anno in cui ri-

corrono i 25 anni dalla costituzione diquella che allora era Api Mantova eche in questi anni ha lavorato co-stantemente per affermare la centra-lità della piccola e media impresa, siasul territorio sia a livello nazionale.«Come ho avuto modo di ribadire difronte ai colleghi imprenditori, l'as-sociazione di Mantova resta quella disempre, con i suoi servizi di qualità econ il suo impegno a rappresentare lePmi di Mantova e del suo territorio atutti i livelli».

Presidente Paolo Agnelli, cosa rappresenta di nuovoConfimi?«Oggi è indispensabile che le associazioni datoriali sianoin grado di fornire servizi realmente utili alle aziende. Miriferisco innanzitutto al supporto nella gestione dellecrisi aziendali, nei processi di internazionalizzazione, disostegno nelle procedure di richiesta di credito e nellacompilazione più professionale dei bilanci. È necessarioridurre gli eccessi di autoreferenzialità; è necessario unosforzo comune per rivoluzionare vecchi modelli di ge-stione associativa. La nostra struttura ha invertito ilmodello organizzativo. Noi lo definiamo “a piramider ov e s c i a t a ”: la base della piramide sono i territori dove sisviluppano le politiche industriali, l’apice è la strutturanazionale che disegna l’interlocuzione istituzionale».Paolo Agnelli, presidente di Confimi Impresa con Ferrari (Apindustria)

Il nuovo Consiglio direttivo di Apindustria Mantova

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Coldiretti e la questione Nitrati“I fatti ci danno ragione”

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Coldiretti

«Si è realizzata finalmente quel-l’operazione-verità che Coldiretti hainseguito per anni sulla vicenda ni-trati. I dati emersi dallo studio ef-fettuato dall’ISPRA (Istituto superio-re per la protezione e la ricerca am-bientale) hanno smontato il castellodi falsità che per oltre 20 anni hamesso sotto accusa gli allevamentizootecnici, addossando esclusiva-mente ai reflui degli allevamenti laresponsabilità di inquinamento del-le acque da nitrati». E’ quanto af-ferma Paolo Carra, presidente di Col-diretti Mantova, al termine dell’in -contro che il Ministero dell’Agricol -tura ed il Ministero dell’Ambientehanno avuto nei giorni scorsi sull’ar -gomento.Risulta ormai chiaro come il coin-volgimento della fonte zootecnicasia del tutto trascurabile o minimomentre assume un diverso peso ilcontributo di altre sorgenti, in par-ticolare di quelle minerali e degli sca-richi civili. Se in Europa i dati ufficialiforniti dalla Commissione confer-mano come tra i paesi in cui le con-centrazioni massime registrate di ni-trati nelle acque attribuiscono allaGermania il ruolo di Paese maggiorinquinatore, nel nostro Paese occor-re ricercare fuori dall’agricoltura lecause del deterioramento della qua-lità delle acque, così come già l’ac -cordo del 2011 della Conferenza Sta-to Regioni aveva sancito, avviandola realizzazione di nuovi studi sullanatura e l’origine del superamentodei valori soglia.Occorre dunque apprezzare - precisaCarra - il lavoro del Ministro dellePolitiche Agricole Maurizio Martina

che insieme al Ministro dell’Ambien -te Gian Luca Galletti e la fattiva col-laborazione delle Regioni Lombar-dia ed Emilia Romagna, hanno rap-presentato l’ineludibile necessità diavviare già a partire dal Consiglioeuropeo dei Ministri dell’ambienteprevisto a Creta nel prossimo lugliola revisione del perimetro delle aree

vulnerabili.Vale la pena ricordare che nelle zonevulnerabili sono state imposte for-tissime limitazioni alle aziende zoo-tecniche quali, ad esempio, il dimez-zamento del carico potenziale di be-stiame per ettaro di superficie. Leconseguenza per l’agricoltura lom-barda sarebbero drammatiche poi-ché andremmo incontro al tracollodel settore, alla chiusura di moltis-sime aziende ed ad un drastico ri-dimensionamento di quelle soprav-vissute. Il letame ed i reflui zootecnicihanno sempre costituito un valoreper le imprese agricole rendendofertili i terreni della pianura padana.Oggi questi fertilizzanti organici ven-gono considerati alla stregua di ri-fiuti da smaltire, contrariamente aifertilizzanti chimici che per l’UnioneEuropea pare non siano un proble-ma. Mantova è la provincia lombar-da che conta più aree “vulnerabili”:ben 112.475 ettari su 168.658 ettari disuperficie agricola utilizzabile. Se-guono Brescia con 103.958 ettari,Cremona con 74.031 ettari, Bergamocon 32.246.«Abbiamo sempre respinto le dero-

ghe o le proroghe che avrebberoavuto il solo effetto di rinviare il pro-blema - continua Carra - e contestatotutti quelli che, come altre organiz-zazioni, sostenevano che la soluzio-ne al problema fosse quella di rea-lizzare centinaia di impianti a biogas.Coldiretti ha invece sostenuto findall’inizio che la direttiva era ingiustaed iniqua verso l’agricoltura. Abbia-mo portato la questione a livello na-zionale e da quando anche RegioneLombardia con il governatore Ma-roni e con l’assessore Fava si è schie-rata a difesa dei propri allevamenti,siamo decisamente più fiduciosi».È chiaro che, una volta risolto il pro-blema della delimitazione delle zonedefinite vulnerabili, sarà anche pos-sibile introdurre già a partire dal de-creto di revisione degli effluenti al-cune semplificazioni, con particola-re riguardo ai periodi temporali dellospandimento. Una disposizione cheha logiche essenzialmente burocra-tiche ma che dal punto di vista agro-nomico è assai discutibile.La nuova mappa nitrati della Lom-bardia ha lo scopo di mettere in si-curezza un settore che conta oltre 17mila allevamenti con un milione emezzo di bovini, di cui oltre 320mila aMantova e 4 milioni e mezzo di suini,di cui 1,2 milioni a Mantova all’in -terno di un sistema agroalimentareche in Lombardia garantisce 71 milaposti di lavoro, di cui 12 mila a Man-t ov a .«La nuova mappa nitrati – concludeCarra – garantirà la vita del sistemazootecnico lombardo e la correttagestione dei reflui sul territorio. Nondimentichiamo che le aree vulnera-bili applicate fino a oggi fanno ri-ferimento a una situazione di oltre 20anni fa, disegnata sulla carta da qual-che burocrate senza un adeguatosupporto tecnico-scientifico e senzaapprofondire se gli eventuali punticritici fossero dovuti agli scarichi in-dustriali e civili, più che all’agricol -tura». (nican)

Il presidente Paolo Carra: “Smontate le falsità che per oltre 20 anni hanno messo sottoaccusa gli allevamenti, dando ai reflui la responsabilità di inquinamento delle acque”

Il presidente Paolo Carra

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Le perplessità di Confagricoltura“È una PAC che non convince”

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Confagr icoltura

MANTOVA - Confagricoltura acco-glie con molta perplessità la pos-sibile attuazione della PAC propo-sta dal ministro per le PoliticheAgricole Maurizio Martina ma nonresta a guardare. Come ci ha spie-gato il presidente di Confagricol-tura Mantova Matteo Lasagna so -no numerose le iniziative già at-tuate finora e che verranno attuatesuccessivamente per aiutare le im-prese ad affacciarsi sui mercati, inparticolare quelli esteri, con mag-giore competitività e innovazione.La sfida e gli obiettivi futuri sonoquelli di migliorare la rete e l’in -tegrazione fra le imprese per ar-rivare ad una filiera davvero uni-ta.L’accordo raggiunto tra il ministroMartina e gli assessori regionalisull’attuazione della Pac 2014-2020ha diviso il mondo agricolo. Con-fagricoltura da che parte sta?«È una riforma che non ci convinceaffatto, decisamente poco pre-miante. Da Roma parlano di sceltedecisive per il futuro e il rilancio delcomparto, per noi si tratta di uncompromesso profondamente in-giusto. Come Confagricoltura emembri di Agrinsieme avevamoformulato diverse proposte, fra lequali quella di utilizzare al livellomassimo del 13 più 2 per cento laquota di massimale da destinare aipagamenti accoppiati settoriali.Ministro e assessori si sono invecefermati all'11 per cento, rinuncian-do a voler gestire una fetta im-portante di risorse e prevedendomisure che potrebbero essere difatto ininfluenti sui conti aziendali.Non solo. Probabilmente ci ritro-veremo a fare i conti con prov-vedimenti penalizzanti come unadisciplina dell'agricoltore attivo euna forte riduzione dei pagamentioltre determinate soglie, la cosid-detta degressività, che colpirà im-prese dinamiche e competitive checreano ricchezza e posti di lavoro.

Per quanto ci riguarda, sono man-cati il senso di responsabilità e lavolontà di costruire una propostaunitaria. Quello raggiunto non ècerto il miglior compromesso pos-sibile. Tutt'altro».Su quali fronti si sta concentrandol’impegno di Confagricoltura?«Diversi. Sicuramente stiamo ri-flettendo sul bisogno di imporsi sunuovi mercati in un contesto in cuila ripresa del settore agroalimen-tare sembra giocata quasi esclu-sivamente sull'export. Anche perquesto Confagricoltura Mantovaha organizzato un’iniziativa di am-pio respiro che ha visto nella nostraprovincia una delle venti tappe ita-liane toccate dal road show volutodalla Cabina di Regia per l’Italiainternazionale e coordinatodall’Ice, l’agenzia per la promo-zione all’estero e l’internazionaliz -zazione delle imprese italiane. Cistiamo impegnando per fornireagli operatori del settore strumentiutili per approcciare i mercati este-ri, ma anche aumentare il livello diinternazionalizzazione delle azien-de già presenti oltrefrontiera. Unaltro tema fondamentale è quello

dell’aggregazione, abbiamo recen-temente organizzato il seminario“L’impresa è fare rete” proprio perspiegare alle aziende le opportu-nità che possono nascere aggre-gandosi, sia in termini di com-petitività che di capacità innova-ti va».Qual è l’obiettivo più importanteoggi?«Sicuramente un collegamentoconcreto fra tutti i soggetti dellafiliera, quello che serve è condi-visione. Si parla tanto di integra-zione fra imprese, ma siamo de-cisamente lontani dal raggiunger-la. La qualità del made in Italy, chetutti ci invidiano, non deve essereclonabile, ma basarsi su un mo-dello condiviso da una filiera unita.Vantiamo produzioni di indiscussaqualità, ma tutti dobbiamo con-tribuire alla crescita del made inItaly. Nessuno escluso».

Nicola Antonietti

Il presidente Matteo Lasagna

Il presidente Matteo Lasagna piuttosto critico sull’accordo tra il Ministro Martinae gli assessori regionali all’agricoltura: “Raggiunto un compromesso ingiusto”

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Credito, Finanza, Confidi:focus per i nostri imprenditori

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Confindustr ia

Credito, Finanza, Confidi: Focus perl’i m p r e n d i t o r e” è un ciclo di incontrigratuito realizzato da Confidi Lom-bardia e dalle Confindustrie territo-riali con la collaborazione di Markup eil sostegno delle banche rete delGruppo UBI. Confidi Lombardia pro-pone questo breve ciclo di incontri intema di credito e finanza con l’obiet -tivo di fornire alle imprese indicazionigestionali e strategiche per la salva-guardia del loro equilibrio e della lorocapacità di credito sul mercato. L’ap -proccio scelto è molto pratico ed ope-rativo, con momenti meno tradizio-nali ed esperienze dirette.Il primo incontro, dal titolo “B a n ch e ,Rating, Credito: si può uscirne vivi?”si è svolto lunedì 16 giugno presso lasede di Confindustria Mantova ed havisto la partecipazione di Claudio M.

G ro s s i , Professore incaricato di Pro-grammazione e Controllo (Milano) eAnalisi Finanziaria (Piacenza). Unesponente di UBI Banco di Brescia hapoi approfondito la questione delMerito di credito in una banca con-centrandosi in particolare sul rating, isuoi parametri ed il suo impatto sullapolitica creditizia dell’azienda, men-tre un rappresentante della sede cen-trale di Confidi Lombardia ha inveceillustrato quali sono le opportunità disupporto che il confidi può offrireall’impresa, sia come servizi di ga-ranzia, sia di consulenza.Appuntamento a dopo l’estate per ilsecondo convegno sul tema “Impre -sa sana e affidabile: i 10 comanda-menti per ridurre al minimo i rischi didefault finanziario”, in programma,sempre presso la sede di Confindu-stria Mantova (via Portazzolo 9) ilprossimo 6 ottobre. Anche in questo

caso è previsto l’intervento di ClaudioM. Grossi, mentre un dirigente di UBIBanco di Brescia tratterà “Il rapportoimpresa /banca: come, cosa e quan-do comunicare con la banca?”. Se-guirà la testimonianza di un impren-ditore e la tavola rotonda.Gli incontri sono destinati a impren-ditori, responsabili amministrativi efinanziari e ai loro collaboratori. La

partecipazione è gratuita (previaiscrizione) e un attestato di frequenzaverrà rilasciato a chi partecipa a en-trambi gli appuntamenti.(Info e iscrizioni presso ConfidiLombardia - sede di MantovaLuca Pezzani - Tel. 0376 [email protected] Righi - Tel. 0376 [email protected])

Parte a Mantova un ciclo di incontri gratuito realizzato da ConfidiLombardia e dalle Confindustrie territoriali con la collaborazionedi Markup e il sostegno delle banche rete del Gruppo UBI

Confidi Lombardia riunisce oggi le risorse di nove confidi lombardi di emanazione confindustriale (Bergamo,Brescia, Como, Cremona, Lecco, Pavia, Varese, Sondrio e Mantova) cui si è aggiunta nel dicembre 2010 FidindustriaBiella, che opera sull’intero territorio piemontese. Tra i maggiori enti di garanzia italiani, per numero di soci - circa15.000 - e volume dell’operatività - nell’ultimo esercizio ha posto in essere circa 1.500 nuove operazioni, per unammontare di nuove garanzie pari a circa 81 milioni di euro - Confidi Lombardia è un intermediario vigilato da Bancad’Italia dal 2010 ed ha oggi la forza patrimoniale e la professionalità necessaria per stare a fianco delle PMI di frontealle numerose sfide del mercato finanziario.CONFIDI LOMBARDIA w w w. c o n f i d i l o m b a r d i a . i tDirezione Generale - Via Cefalonia, 56 – Brescia – 030.2428020 [email protected]

I grandi numeri di Confidi Lombardia

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PMI a partecipazione femminile:sostegno per l’accesso al credito

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Confindustr ia

Garanzie pubbliche e plafond bancari per iniziative di sviluppo delle imprese in rosa e delle lavoratriciautonome: “Ma perchè abbia successo è necessario che vengano individuate le giuste sine r g i e”Maria Cristina Bertellini, delegatoPiccola Industria di Confindustriaper i Rapporti con l'Europa, hapresenziato in rappresentanza diConfindustria, presso il Diparti-mento Pari Opportunità della Pre-sidenza del Consiglio, alla sotto-scrizione del Protocollo d’intesaper lo sviluppo e la crescita dell’im -prenditorialità e dell’autoimpiegofemminili.Con il Protocollo verranno attivatispecifici plafond bancari per nuoviinvestimenti e l’avvio di nuove at-tività che potranno beneficiare del-la garanzia dello Stato. Le bancheche aderiranno al Protocollo, in-dicheranno il plafond finanziariodedicato che potrà essere utilizzatoper la concessione di finanziamentiin relazione a specifiche linee diintervento:• “INVESTIAMO NELLE DONNE” –finanziamenti finalizzati a realizzarenuovi investimenti, materiali o im-materiali, per lo sviluppo dell’at -tività di impresa ovvero della liberaprofessione;• “DONNE IN START-UP” – finan -ziamenti finalizzati a favorire la co-stituzione di nuove imprese, ov-vero l’avvio della libera professio-ne;• “DONNE IN RIPRESA” – finan -ziamenti finalizzati a favorire la ri-presa delle PMI e delle lavoratriciautonome che, per effetto dellacrisi, attraversano una momenta-nea situazione di difficoltà.Prevista anche la possibilità di so-spensione del rimborso dei finan-ziamenti, per un periodo fino a 12mesi, in casi di maternità dell’im -prenditrice o della lavoratrice au-tonoma; grave malattia, anche delconvivente o dei figli anche adot-tivi; malattia invalidante di un ge-nitore o di un parente o affini entroil terzo grado conviventi dell’im -prenditrice o della lavoratrice au-tonoma.Per i finanziamenti sono previste

condizioni competitive rispetto allanormale offerta su operazioni si-mili e con lo stesso grado di rischio.Inoltre, beneficiando della garanziadella Sezione speciale “Pr e s i d e n z adel Consiglio dei Ministri - Dipar-timento per le pari opportunità” delFondo di garanzia per le Pmi infavore delle imprese a prevalentepartecipazione femminile, il costodel finanziamento potrebbe essereconseguentemente migliorato.Le associazioni firmatarie, da parteloro, forniranno alle imprese sup-porto informativo ed assistenza per

l’accesso agli strumenti previsti dalprotocollo.«Il protocollo sottoscritto - affermaMaria Cristina Bertellini - rappre-senta una grande occasione perfavorire e valorizzare la presenzafemminile. Si tratta di un puntod’avvio importante e perché possaavere successo è necessario chevengano individuate le giuste si-nergie, a livello territoriale, framondo associativo delle imprese esistema bancario al fine di conferireall’iniziativa la migliore attuazio-n e ».

Maria Cristina Bertellini, delegato Piccola Industria di Confindustria per i Rapporti con l'Europa

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Confcommercio

Per il presidente di Confcommercio Mantova riduzione fiscale e semplificazione sono le due priorità da perseguireper il rilancio di imprese e occupazione. Expo 2015 deve essere occasione concreta e tangibile di ripresa economica

Ercole Montanari: “Le riforme sonol’unica via per la ripresa del Paese”

Il presidente Ercole Montanari

La parola d'ordine per favorire la ri-presa è una sola: riforme. Ne è for-temente convinto il Presidente diConfcommercio Mantova E rc o l e

M o n t a n a ri , di ritorno dalla recenteAssemblea Generale 2014 della Con-federazione svoltasi a Roma lo scor-so 5 giugno. «L’Italia è ancora gra-vemente malata di bassa crescita,non è affatto fuori pericolo: le pro-spettive di ripresa sono deludenti esiamo ancora nella palude degli “ze -ro virgola” tanto per il Pil quanto per iconsumi. Questo vale tanto a livellonazionale che locale: come eviden-ziato dal Rapporto economico pro-vinciale del 2013 redatto dalla Came-ra di Commercio, l’anno che ci la-sciamo alle spalle è stato contrad-distinto da una crisi profonda.Lo stock delle imprese mantovane siè contratto per il secondo anno con-secutivo e la disoccupazione è salitaal 9,1%, vale a dire che nella nostraprovincia ci sono ben 17.400 personesenza un lavoro. Un discorso a parteva fatto per le imprese che operanonel settore del commercio, dei servizie del turismo, cresciute dello 0,6%: afine 2013 esse costituiscono oltre il48% del totale, giocando un ruolofondamentale nell’economia manto-vana. Una solidità che, tuttavia, èmessa a dura prova dalla contrazionedei consumi che ancora non accennaad allentarsi. Chi spera in una ripresasalvifica resterà deluso: ci dobbiamosalvare da soli facendo le riforme.Governo, Parlamento e politica de-vono agire con celerità, fermezza, ef-ficacia. Il primo fronte su cui inter-venire con urgenza è quello fiscale.Serve una riforma che, attraverso lariduzione generalizzata delle aliquotedell'Irpef, abbassi il carico fiscale, inparticolare quello sul lavoro, oggi in-compatibile con la crescita.E' poi necessaria una semplificazionea favore di imprenditori e contribuen-ti. In Italia infatti le tasse si pagano trevolte: prima come imposte, poi comeburocrazia e infine come incertezza.

Altra criticità è legata al credito. Ilsistema bancario continua ad esseretroppo rigido e timido, soprattuttonei confronti delle piccole e medieimprese. Chiediamo alle banche diritrovare il valore della prossimitàterritoriale con le imprese, confer-mando da parte nostra l'impegno allamaggiore diffusione della monetaelettronica a condizione che il costodelle transazioni venga allineato aiparametri europei.Per quanto riguarda invece il costodell'energia, Confcommercio Man-tova accoglie con favore e fiducia

l'annunciata riduzione del 10%, mal'importante è che vada a vantaggiodi tutte le imprese, indipendente-mente dal volume dei consumi, in-terrompendo una prassi discrimina-toria che ha caricato su una parte delsistema produttivo l'onere delle age-volazioni alle imprese cosiddetteenergivore. Sul fronte occupazione, ilpre-requisito per la sua crescita, oltrealla diminuzione del cuneo fiscale, èrappresentato da buone regole nelmercato del lavoro: aprire alla fles-sibilità significa aprirsi ad un'econo-mia che cambia e dare una spinta adun settore che ha bisogno di duttilitàcome il terziario.Quello che ci aspettiamo oggi dal Go-verno e dal Parlamento è una politicaeconomica che si muova per sottra-zione, ma non di risorse come è statafino a ieri, bensì di eliminazione degliostacoli all'attività delle imprese delcui ruolo strategico ci auspichiamofinalmente il pieno riconoscimento.In particolare per le imprese dei ser-vizi, del commercio e del turismo, peruna crescita che non sia episodicabensì strutturale.E' questa anche la grande intuizionedi Expo 2015: aver unito tutte le forzeproduttive del Paese intorno ad untema forte, di sviluppo duraturo. Solocosì l’esposizione universale riusciràad essere occasione concreta e tan-gibile della ripresa economica».

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Il cambio del nome porta bene.Confai Mantova, dal 1936 all’aprile2014 Apima, in effetti non ha mutatopelle. «Continuiamo a rappresen-tare le imprese di meccanizzazioneagricola del territorio e, ormai sem-pre più frequentemente, anche leaziende agricole, che si rivolgono anoi per i servizi», dichiara il pre-sidente Marco Speziali.Per Confai Mantova è senza dubbioun momento positivo, dal momen-to che il sindacato è riconosciutocome punto di riferimento per uncomparto, quello agricolo e dei ser-vizi di terziarizzazione nel primario,che sta meglio di altri settori, ma cheva pur sempre a corrente alternata.Fra i grandi problemi, innegabil-mente, l’elevato costo del gasolio(una preoccupazione, considerati iconsumi medi delle imprese agro-meccaniche), la burocrazia asfis-siante e le difficoltà di accesso alcredito, che non sono secondarieper quelle realtà che puntano a cre-scere, a diversificare l’attività inu n’ottica multifunzionale. Resta ilnodo, con riferimento proprio alleattività connesse, delle agroener-gie. «Confidiamo in una revisioneapprofondita del nuovo regime ditassazione, che così com’è stato in-dicato dal governo è un freno peru n’attività cresciuta notevolmentenegli ultimi anni e che attrae in-vestimenti importanti», sostieneSpeziali.Si può parlare invece di un’emer -genza crescente quella dei furti nel-la campagne, a danno di attrezza-ture, trattori, carburanti e persinomateriale da ufficio. «Già un anno faavevamo denunciato questo sce-nario - ricorda Speziali - che accantoal danno economico immediato ar-recano problemi a catena, dai ri-tardi nelle operazioni in campagna,ai costi per aumentare la sicurezza.In quest’ultimo periodo sembra chesi sia riacutizzato il fenomeno. Con-fidiamo nell’intervento del prefettoe delle forze dell’ordine, a tutela diuna categoria che per propria im-manenza vive una situazione di de-b o l e z z a ».Il fenomeno del contoterzismo è

sempre più in crescita. Lo dicono idati di vendita delle trattrici e deimezzi agricoli. «Se nel complessol’Italia mostra un segno negativo -riassume Sandro Cappellini, diret-tore di Confai Mantova e coordi-natore dell’organizzazione nazio-nale - le vendite di macchine conpotenza superiore a 240 cv hannototalizzato una crescita di oltre il 14per cento. Allo stesso modo sonorisultate in netta crescita le mieti-trebbiatrici (+13,9%), ormai oggettodi acquisto quasi esclusivo da partedelle imprese contoterziste. Dati daiquali emerge chiaramente che leimprese agromeccaniche sonoquasi le uniche che hanno conti-nuato a investire in tecnologia agra-ria, nonostante la crisi».Si intravede uno spiraglio per ri-solvere la questione ormai croni-cizzata della Direttiva nitrati. «Spe-riamo che il dinamismo dell’asses -sore lombardo Gianni Fava, che stacercando alleanze con le regioni e iPaesi d’Europa con problemi similiai nostri, come i Paesi Bassi, sia diesempio per altre amministrazioni,affinché si possano aprire finalmen-te prospettive più rosee per tutti - haauspicato Speziali -. Il mondo agro-meccanico rimane disponibile afarsi carico della costituzione di unaBorsa dei liquami al servizio dellezone vulnerabili, progetto da tempo

avviato in collaborazione con Ersafe Amministrazione Provinciale».Confai Mantova sollecita il Governoe il Parlamento per una più equavalorizzazione del comparto agro-meccanico, assimilando le impresedi meccanizzazione agricola a quel-le agricole. «Sarebbe un obiettivo asaldo zero per le casse dello Stato enon ha - afferma Speziali - comeunica motivazione l’accesso ai fon-di comunitari: esso si rende ormainecessario al fine di evitare che alcontoterzismo agrario si applichinocondizioni del tutto sfavorevoli ri-spetto al resto del mondo agricoloriguardo ad una serie di obblighi dilegge, come le normative vigenti inmateria di smaltimento dei rifiuti,messa in sicurezza dei depositi dicarburante, disposizioni antincen-dio: questi sono solo alcuni esempidelle ingiuste penalizzazioni che gliimprenditori agromeccanici si tro-vano a soffrire a causa di un in-quadramento giuridico che fa rife-rimento al comparto artigianale enon, come logicamente dovrebbeessere, a quello agricolo». Una ri-chiesta che oggi vede un frontecompatto della rappresentanza de-gli agromeccanici, grazie all’intesaa livello nazionale fra Confai e Uni-ma sancita dalla costituzione delCAI - Coordinamento Agromecca-nici Italiani.

Confai Mantova, sempre piùattrattive per il sistema agricolo

Il presidente Marco Speziali Il direttore Sandro Cappellini

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C o n fa i

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Artigiani e piccoli imprenditoriColpiti, ma ancora reattivi

Il presidente Lorenzo Capelli

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Confar tigianato

Gli artigiani e i piccoli imprenditori so-no stati profondamente segnati dallacrisi degli ultimi cinque anni. Tuttaviamanifestano anche straordinarie dotireattive. Certo, la recessione ha picchia-to duro e ha fatto selezione tra le azien-de. Ma molte hanno vissuto le difficoltàcome occasione per cambiare e perinnovare, altre hanno prodotti e clientinon sostituibili, e altre ancora hannostretto la cinghia e, pur di resistere,hanno ridotto i margini di profitto. Pur-troppo, a fronte degli sforzi e dei sa-crifici dei nostri imprenditori, conti-nuiamo a non vedere cambiamenti nel-le condizioni di contesto per agganciarela ripresa. Anzi. In tema di fisco, bu-rocrazia, credito, servizi pubblici, simoltiplicano i costi e gli ostacoli a ca-rico degli imprenditori.Il Governo Renzi ha indicato un per-corso utile ad uscire dalla palude dellacrisi, ma occorre mettere in campomaggiori risorse per permettere alleimprese di recuperare competitività erealizzare nuova occupazione. La sceltapositiva di tagliare la spesa pubblicaimproduttiva deve diventare l’inizio diuna svolta forte e duratura nel tempo.L’utilizzo della leva fiscale per sostenerei redditi più bassi è un primo segnaleche può determinare effetti positivi suiconsumi interni colpiti duramente dallalunga crisi, anche se rimane un gra-vissimo errore aver escluso da tale mi-sura i lavoratori autonomi e i titolari direddito d’impresa. Tuttavia occorre agi-re anche sul fronte della riduzionedell’Irap che grava sulle piccole impre-se, con l’innalzamento della franchigia.Così come vanno ridotti i costidell’energia a carico dei piccoli impren-ditori, oggi penalizzati da una iniquadistribuzione degli oneri in bolletta avantaggio delle grandi imprese ener-givore. Nonostante le misure per ac-celerare il pagamento alle imprese deidebiti da parte della Pubblica Ammi-nistrazione, devono essere rapidamen-te risolte le difficoltà burocratiche neimeccanismi di certificazione dei creditipregressi e vanno fatte rispettare le nor-me in vigore dal 2013, che impongono ipagamenti in 30 giorni. Sul fronte degliinterventi in tema di lavoro, registriamopassi avanti per semplificare e snellirele norme sulle assunzioni e sull’appren -distato.

Oggi, proprio gli artigiani e le piccoleaziende, profondamente radicati neiterritori di cui hanno garantito la coe-sione sociale ed economica, sono ri-masti da soli a presidiare il valore delvero made in Italy. E allora, a maggiorragione, bisogna ripartire dal modelloproduttivo della piccola impresa perrealizzare nuove scelte di sviluppo chepuntino a valorizzare la qualità dei no-stri prodotti e a difendere chi li realizza.Bisogna fare di più. Meno fisco, menoburocrazia, più credito sono tre leve

fondamentali sulle quali agire per ri-mettere in moto il sistema produttivo.Ridurre la pressione fiscale è una dellepriorità, se si pensa che oggi tutte letasse e imposte sulle aziende, pesanoper il 68,3% sugli utili lordi d’impresa, lapiù alta percentuale in Europa. Bisognapoi semplificare la burocrazia che alleaziende italiane costa 31 miliardi l’an -no, pari a 2 punti di Pil. Uno zaino pe-santissimo che portiamo tutti i giornisulla schiena. Quanto al credito, il pro-blema va affrontato sia potenziando glistrumenti di garanzia a sostegno dellepiccole imprese, sia pagando le decinedi miliardi di debiti accumulati nei con-fronti degli imprenditori dalle Pubbli-che amministrazioni e da altre aziendeprivate. Confartigianato Imprese Man-tova sarà al fianco degli artigiani e deipiccoli imprenditori per aiutarli a staredi più e meglio sul mercato. Questosignifica che gli imprenditori dovrannosempre più puntare su reti e tecnologiedigitali, fattori abilitanti per affermarsisu un mercato che è già globale pertutte le categorie. Quindi, mercato glo-bale, anche se si svolge all’interno deiconfini nazionali; digitale in tutte le sueaccezioni e versioni; rete come forma dicollaborazione necessaria che rompel’isolamento non più possibile per leimprese: questi tre elementi compon-gono la ricetta degli imprenditori diConfartigianato per guardare con fidu-cia al prossimo futuro.

Lorenzo Capelli (presidenteConfartigianato Imprese Mantova)

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C o. D i . M a

CO.DI.MA, dal 1975 in aiutoalle produzioni agricoleUn 2014 che si è aperto con nu-meri davvero importanti per ilCo.Di.Ma. ovvero il Consorzio diDifesa delle Produzioni Agricoledi Mantova, passando da 4300 a5500 soci dopo avere incorpo-rato, tramite fusione uno dei dueconsorzi di difesa di Cremona.L’ente, nato nel 1975 e quindiprossimo a compiere i qua-rant’anni di vita, si pone comefine quello di garantire la difesadelle produzioni agricole dalle av-versità e dai rischi - in particolarequello ambientale per le produ-zioni erbacee e arboree (alluvio-ne, colpo di sole, eccesso di neve,eccesso di pioggia, gelo e brina,grandine, sbalzi termici, siccità,venti sciroccali e venti forti), non-chè per serre e reti antigrandine

(grandine, trombe d'aria, neve,vento, uragani, fulmini) e quelloda malattia per le produzioni zoo-tecniche - e sta registrando con-sensi sempre più crescenti da par-te dei coltivatori: sono infatti oltrecinquemila le polizze sottoscritteper avversità atmosferiche su col-tivazioni e circa mille quelle re-lative alle produzioni zootecniche:« L’aspetto più importante che varilevato - ci spiega il direttore diCo.Di.Ma. Romano Giacomelli - èla convenienza. Allo stato attualenon esistono più contributi e fi-nanziamenti compensativi po-st-evento ma esiste la possibilità,per le aziende, di accedere a deifinanziamenti che consentono dicoprire fino all’80% del costocomplessivo di pratica e istrut-

toria di cui il consorzio si fa carico.Questi finanziamenti possono es-sere sia di tipo statale (fino al 15%del costo) che comunitario (fino al65%). Dove risiede la comodità difare una polizza tramite ilCo.Di.Ma? Basti pensare che ilconsorzio fa pagare il 50% a no-vembre dell’anno di sottoscrizio-ne e l’altro 50% a luglio dell’annodopo, mentre il contributo arrivaun mese prima del pagamentodella seconda rata.»Strumenti importati, fodamentaliper lo sviluppo delle aziende agri-cole e che stanno garantendo alConsorzio presieduto da Giovan -

ni Gorni un apprezzamento sem-pre più crescente da parte deisoci.

Nicola Antonietti

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Upa

Piccole e medie imprese:è finita l’epoca del microcosmo

«C’è un malessere silen-zioso che viene sottova-lutato. E’ il malessere diun microcosmo che nonfa rumore, lasciato alladeriva nella totale indif-ferenza. E’ il microco-smo delle piccole impre-se artigiane, annientatedalla voragine prodottadalla crisi economica.Ma l’urlo degli artigianiche non ce la fanno piùad andare avanti si per-de in una zona grigia chenon lascia segni parti-colari se non i titoli e leinchieste dei giornali cheva il merito di non spe-gnere la luce sui con-tinui suicidi di piccoli im-prenditori, lavoratori au-tonomi che hanno inter-rotto la storia della lorovita.Si sta lentamente e nellatotale indifferenza de-pauperando un tessutosociale ed economicounico.Creatività, ingegno, sa-pere, fanno parte di quelinestimabile patrimonioche si chiama artigiana-to.Gli esperti ci fanno no-tare che è finita l’epocadel piccolo è bello e ri-sulta inevitabile che lagrave crisi economicache attanaglia il Paeseprovoca una selezionenaturale con la conse-guenza che i più debolidevono soccombere senon sono in grado diinnovarsi, di strutturarsie fare massa critica. Itempi cambiano e si staprogressivamente an-dando verso un nuovomodello economico che

L’urlo degli artigiani che non riescono più ad andare avanti si perde in una zona grigia: sempre di più sisente parlare di suicidi imprenditori e lavoratori autonomi che hanno interrotto la storia della loro vita

secondo gli esperti lasciapoco spazio alle piccoleimprese per sopravvive-re se non riunendosi inrete d’impresa portandoavanti progetti comuni epuntando sui mercatiesteri con prodotti inno-vativi e di qualità.Per gli esperti è finital’era delle imprese fami-liari a bassa capitalizza-zione.Ma se il lavoro scarseg-gia, la banca taglia i fidi ,i crediti della pubblicaamministrazione e daicommittenti non arriva-no, se il denaro non cir-cola e aumentano gli in-soluti, hai voglia a dirgliagli artigiani che la colpaè da attribuire solo per-ché sono piccoli e nonpossono più reggere ilmercato globale.Puntiamo pure sulla rottadelle aggregazione di im-prese che non è una no-vità se pensiamo che l’ar -tigianato mantovano ne-gli anni ottanta e novanta

è stato all’avanguardia inLombardia con la nascitadi una trentina di con-sorzi artigiani.Tuttavia, se riteniamoche in questo Paese nonvale più la pena di scom-mettere sulla piccola im-presa perché l’economiae la finanza globale chie-de imprese strutturate edi grandi dimensioni(che scappano all’estero)e non sotto capitalizzatee guidate da governancefamiliari, allora per favo-re smettiamo una voltaper tutte di snocciolare isoliti numeri dell’econo -mia reale del nostro Pae-se rappresentata da quelsistema di 4.200.000 mi-cro piccole e medie im-prese che rappresentanoil 98,2% del tessuto pro-duttivo italiano che stan-no pagando il prezzo piùalto della crisi con con-seguenza della perdita diun capitale umano unicoal mondo.

Franco Bruno

Fra n c oBr uno

responsabiledell’UnioneP r ov i n c i a l e

Ar tigiani

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Upa33

Crisi: se crolla l’ar tigianatosi allarga il disagio socialeDal 2008 nel Mantovano hanno chiuso i battenti 1.300 imprese artigiane. Sono 60mila gliimprenditori che qualche mese fa hanno riempito Piazza del Popolo a Roma per manifestare

«I ceti medi spazzati viadalla crisi. Prova tangi-bile i 60 mila imprendi-tori artigiani e commer-cianti che hanno riempitoqualche mese fa Piazzadel Popolo a Roma permanifestare il loro disa-gio sociale. Un segnaleforte di come la crisi hacolpito il mondo del la-voro autonomo se con-sideriamo che negli ul-timi cinque anni 90 milaimprese artigiane hannochiuso i battenti. Bastipensare che nel manto-vano dal 2008 hannochiuso i battenti 1.300 im-prese artigiane. Mentrenel primo trimestre del2014 duecento impresehanno cessato l’atti vità.Se non rilanciamo la do-manda interna e allen-tiamo la morsa delle pro-cedure di austerità il si-stema delle imprese ar-tigiane corre il serio ri-schio di saltare definiti-vamente a prescinderedei temi caldi che riguar-

dano la burocrazia, la tas-sazione e il credito. Al-lora diciamo basta con iretaggi culturali, sull’in -fedeltà fiscale e dellascarsa propensione sullalogica solidale. Basta conle assurde contrapposi-zioni tra lavoro dipen-dente e indipendente.Basta alle solite litanieche impongono al nostrosistema economico im-prese a taglia forte. Bastacon la solita telenovelache le piccole impresesoffrono di “n a n i s m o” eche non sono propense afare sistema in rete edinnovazione. Sono tutteballe. Se agli artigianiviene concesso un ha-bitat favorevole e nonostile a prescindere delledinamiche impostedall’evoluzione del mer-cato, le imprese artigianehanno nella loro strut-tura genetica la forza dicompetere, di innovare,di fare aggregazione. Gliartigiani non possonopiù restare silenti sem-plicemente perché nonce la fa più. La politicadeve capire che il tessutoimprenditoriale diffuso èun patrimonio inestima-bile della nostra econo-mia, e se crolla diventeràdifficile risollevarci. Magli appelli degli artigianinon sono stati recepiti.Eppure la crisi delle pic-cole imprese, del crollodei consumi non sonoproblemi nuovi, se n’èparla da molto tempo.Non rimanere che atten-dere cosa farà il GovernoRe n z i .

Franco Bruno

Allam a n i fe s t a z i o n e

organizzatain piazza

del Popoloa Romahanno

par tecipatopiù di 60milaimprenditor i

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Gruppo Unipeg: le sceltesostenibili per fare impresa

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Unipeg

Autonomia energetica, riduzione delle emissioni e abbattimento dei consumi sono i tre punticardine che l’azienda (una realtà da oltre 500 milioni di fatturato) porta avanti da tempo

Unipeg, gruppo cooperativo da oltre 500 milioni difatturato nel 2013, leader in Italia nella macellazione elavorazione delle carni bovine, ha messo tra le prioritàdella sua attività lo sviluppo sostenibile.Per ridurre la propria impronta ecologica , Unipeg hascelto di pensare alla sostenibilità ad ogni passo delciclo produttivo. Così il percorso di sostenibilità am-bientale ha permesso a Unipeg di raggiungere l’au -tonomia energetica e ridurre, presso lo stabilimento diPegognaga, le emissioni climalteranti del 93% sulvettore energia elettrica, del 75% sul vettore energiatermica, e regalare così al pianeta un risparmio annuodi oltre 3.000 tonnellate di CO2, pari a quanto pro-ducono annualmente gli impianti di riscaldamento dicirca 860 famiglie italiane.Questi importanti risultati sono stati ottenuti grazie alprogetto Green Energy Farm, un polo energeticocostato 16 milioni di euro e realizzato da Unipeg pressolo stabilimento di Pegognaga, dove un impianto dibiogas e una centrale di cogenerazione produconoenergia dai sottoprodotti di macellazione e valorizzanoal meglio gli scarti di produzione. Oggi i due impianticoprono l’intero fabbisogno elettrico annuo dei 2stabilimenti Unipeg, pari a quasi 26 milioni di kW, egenerano un surplus di energia elettrica pari al 43% delfabbisogno.Oltre a ciò, Unipeg è impegnata nella tutela del beneacqua e nella riduzione del suo consumo, proprio perquesto ogni anno se ne recuperano e riutilizzano oltre11.000 metri cubi, mentre i 2 depuratori presenti negliimpianti produttivi assicurano il trattamento idricogiornaliero di una città di 82.000 abitanti.

Per quanto riguarda il tema rifiuti, il Gruppo Coo-perativo assicura un riciclo efficiente e una raccoltadifferenziata di qualità: nel 2012 ha avviato a recupero94.900 kg di ferro e acciaio, 790 kg di alluminio, 19.862kg di imballaggi in plastica, 33.000 kg di carta ecartone, che ora potranno diventare nuova materiaprima per produrre nuovi oggetti. Insieme al riciclo di3.670 kg di olio usato, la raccolta differenziata di questimateriali ha permesso di generare un risparmio am-bientale in termini di mancate emissioni di 224 ton-nellate di CO2. Anche l’autosmaltimento a km zerodegli scarti di lavorazione presso gli impianti di biogase di cogenerazione, ha permesso di creare benefici siaeconomici che ambientali e di ridurre il traffico vei-colare in uscita dallo stabilimenti di Pegognaga di oltreil 15%. La rendicontazione ambientale, che è sca-ricabile on line al sito www.unipeg.it/,? rappresentaper il Gruppo Unipeg un importante strumento didialogo con tutti gli stakeholder, per questo raccoglietutte le azioni concrete di impegno responsabile rea-lizzate in questi anni verso il territorio.

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Millenar ia

Fiera Millenaria, evento

che dura “tutto l’a n n o”Una Fiera Millenaria che dura “tut -to l’a n n o” e che si apre al ter-ritorio, nel senso letterale del ter-mine. L’appuntamento tradiziona-le di settembre, sia chiaro, è “li -m i t a t o” al periodo dal 6 al 14, maoltre alla “Millenaria” vera e pro-pria, l’ente fiera ha approntatoanche quest’anno un calendarioche da metà gennaio (quando èandata in scena la rassegna zoo-tecnica e di meccanizzazione agri-cola “B ov i m a c ”) arriva fino a di-cembre con ben diciassette eventiin programma: «A parte luglio eagosto i padiglioni della Fiera diGonzaga sono sempre caratteriz-zati da eventi di grande interesse erivolti fasce di pubblico tra le piùdisparate - ci dice Giovanni Sala,Presidente dell’Ente Fiera Mille-naria - Un esempio ci viene pro-prio dal mese di giugno, in cui èandata appena in scena la MostraScambio di auto, moto e ciclid’epoca, organizzata da ventottoanni dal Moto Club di Carpi e perla prima volta ospitata a Gonzaga.E che nelle giornate del 20, 21 e 22vedrà la prima edizione del MotorG.A.M.P. Show, curata dal soda-lizio Gonzaga Action Motor Po-wer, nato nel 2014. Due eventi chesolo apparentemente sembranosimili, ma che in realtà si rivolgonoa due target di pubblico ben di-versi». La diversificazione del pub-blico, la necessità continua di in-serire elementi innovativi ma sen-za snaturare eventi ormai con-solidati e apprezzati, il lavorodell’ente fiera è simile ad unacontinua “ricerca” per rendere laproposta sempre più accattivantee coinvolgente: «Per la Fiera Mil-lenaria abbiamo approntato unprogramma molto intenso - con-tinua Sala - Abbiamo pensato adun padiglione interamente dedi-cato ai bambini e stiamo lavo-rando con l’Associazione Manto-vana Allevatori per un nuovo spa-zio in cui riunire gli animali dacortile. E ovviamente non dimen-tichiamoci dello spazio di “Man -tova Golosa” il cui successo èormai stato riconosciuto e che in-

tediamo allargare ulteriormente».Uno spazio, quello della Mille-naria, che vuole essere vetrina pertutto un territorio, e che sta ri-chiamando espositori, e che staavviando collaborazioni anche aldi fuori del comune di Gonzaga,mettendo in gioco un’esperienza eun know how che non hannoeguali nella nostra provincia: «Pernovembre abbiamo deciso che or-ganizzeremo da soli il ChristmasVillage - conclude il Presidentedell’Ente Fiera - anche questo, or-mai, diventato un appuntamentoatteso da un pubblico sempre nu-m e r o s o ».

Nicola AntoniettiIl presidente Giovanni Sala

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A p p r o fo n d i m e n t o

GEM: da 40 anni i professionistidell’ufficio a vostra disposizione

Un’azienda in continua espansione

Aziende

«Per migliorare l’efficienza e la produttività - sottolinea l’ing. Grossi - ènecessario oggi dotarsi degli strumenti informatici idonei per gestireordini sempre più frazionati e con un mix di articoli molto vario, in tempibrevi». Negli ultimi anni, accanto alla cancelleria tradizionale, GEM hainserito nuove categorie di articoli per l’ufficio come l’arredo, lasegnaletica, l’antinfortunistica , i prodotti per la pulizia e l’igiene perfornire un servizio sempre più completo. Il catalogo elettronico sfo-gliabile può essere consultato all’indirizzo www.gemweb.it, catalogoXIII edizione. La Mission di GEM è proprio questa, essere il fornitore diriferimento per tutto quello che può servire in un ufficio, conservandoflessibilità e cortesia, nell’ottica della soddisfazione della clientela.

E’ da 40 anni che la GEM di Ro-manore di Borgoforte fornisceall’ingrosso prodotti di cancelleriaper piccole medie e grandi aziendee che fa dei prezzi bassi e dellaprofessionalità i suoi punti di forza.Gem (www.gemweb.it) nasce aMantova nel 1974 dalla volontà del-la famiglia Grossi, già da tempoimpegnata in questo tipo attività.G.E.M. è infatti l’acronimo di GrossiElio Mantova, il fondatore che in-traprese la rivendita di prodotti dicancelleria e cartotecnica a partire

dagli anni 50. A metà degli anni ‘80entra in azienda l’Ing. G a l e a z zoGrossi e l’azienda stabilisce sede emagazzino a Romanore di Borgo-forte, con uno sviluppo che via viaha aumentato la superficie copertasino a raggiungere gli attuali 2.000mq. Gem in quegli anni si espandeanche in provincia di Verona. Neglianni ’90 è il momento della terzagenerazione che entra nella gestio-ne aziendale con l’Ing. Giangaleaz -zo Grossi e successivamente ladott.ssa Giovanna Grossi.«E’ importante per noi ragionaresoprattutto in termini di servizio,professionalità e cortesia - raccontaGiangaleazzo Grossi - senza dimen-ticare naturalmente i prezzi bassi euna grande elasticità nel rispon-

dere alle esigenze delle aziende».Oggi la GEM ha un organico di 7dipendenti, 6 agenti tra le provincedi Mantova, Verona e Cremona ed èdotata di mezzi propri per le con-segne che consentono una eva-sione veloce degli ordini e una di-stribuzione mirata per venire in-contro alle richieste della clientelapiù esigente. L’azienda ha intrapre-so da tempo un processo di mo-dernizzazione con l’utilizzo di sof-tware gestionali e di logistica spe-cifici e con la creazione di un portaledi e-commerce con funzioni avan-zate dove i clienti possono auto-nomamente vedere i prezzi ed ef-fettuare ordini, pur mantenendo lacaratteristica flessibilità e disponi-bilità delle piccole realtà.

Giangaleazzo Grossi, titolare della GEM

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Il ricordo del fondatore

TRAS-MEC di Fontanella Grazioli:

un’azienda a misura di cliente

Silvio Zanelli: uomo e imprenditore

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Aziende

La Tras-mec srl di Fontanella Gra-zioli oggi rappresenta una realtàimportante nel settore dell’auto -mazione industriale e in particolarenella progettazione e realizzazionedi trasportatori per la movimen-tazione interna alle aziende (co-siddetti “ Convogliatori aerei”).«Abbiamo l’intenzione di portareavanti i progetti e gli obiettivi dinostro padre – raccontano Claudia

e Da n i e l a , le due figlie del titolare,oggi alla guida di Tras-mec srl in-sieme alla mamma Antonella - lodobbiamo a lui e soprattutto agliattuali dipendenti che hanno di-mostrato un attaccamentoall’azienda non comune».La Tras-mec srl (http://www.tras-mec.it/) ha un moderno stabilimen-to di circa 2000 metri quadrati doveprogetta ogni impianto di movi-mentazione interna su misura, rea-lizzando convogliatori con dimen-sioni e caratteristiche che rispon-dono alle esigenze del cliente. Oltrealla realizzazione di impianti com-pleti chiavi in mano, l'azienda ef-fettua interventi di modifica e ma-nutenzione di impianti già in usoanche se non di propria costru-zione.«Stiamo lavorando per costruire ilfuturo della Tras-mec impegnan-doci insieme alla squadra dei nostricollaboratori per realizzare progettiimportanti come quello dell’inter -nazionalizzazione e della certifica-zione aziendale, scelte fondamen-tali in una fase difficile come l’at -tuale» aggiungono all’unisono leneo-titolari con un entusiasmo da-to tanto dalla giovane età quantodall’esempio del padre.Il punto di forza dell’azienda man-tovana si riscontra anche nella qua-lità del servizio di manutenzionedegli impianti di movimentazione(effettuato anche su impianti rea-lizzati da altre aziende) ivi com-prese le operazioni di smantella-mento di vecchi impianti e di ri-montaggio del nuovo, con la pos-sibilità di fornire parti di ricambiodell'impianto o apportare modifi-che ai trasportatori anche se rea-lizzati su modelli non standard.

Silvio Zanelli, recentemente e prematuramente scomparso, costituisce laTras-mec srl nel 1978 come carpenteria metallica e si specializza nella pro-gettazione e realizzazione di trasportatori per la movimentazione interna apartire dal 1984. Il sig. Zanelli, da neo diplomato, entra prima come operaionell’unica azienda di Fontanella Grazioli - facendo la gavetta e imparando ilmestiere - per raccogliere poi la “sfida” di avviare un’attività propria. Dopo piu’di 35 anni di storia lavorativa amava ripetere che era orgoglioso di poterconsiderare i suoi collaboratori come un famiglia “a l l a r ga t a ”, e che la forzadell’azienda stava proprio in questa coesione. Tutti i suoi collaboratori, i fornitorie i clienti lo ricordano per le sue spiccate capacità di intraprendenza, per lalungimiranza e la visione con cui ha saputo rispondere al mercato, masoprattutto per l’umiltà, l’etica e l’umanità che gli hanno fatto sempre pri-vilegiare la valorizzazione della persona rispetto agli interessi economici,fidelizzando prima i suoi dipendenti e poi i suoi clienti.

La Tras-mec srldi FontanellaG ra z i o l i(nata nel 1978)si occupa dellaprogettazionee realizzazionedi “convogliator iaerei”

La famigliaZanelli

di Tras-mec srlDa sinistra:

Claudia Zanelli,Silvio Zanelli(il fondatore

recentementescomparso)

la moglieAntonella e

Daniela Zanelli

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Aziende41

Replica Sistemi: da 30 anniin prima fila sull’i n n ova z i o n eIl segreto di un’azienda vincente è riuscire a restare sulmercato continuando a puntare sull’innovazione e sulservizio al cliente. Per questo è da più di 30 anni cheReplica Sistemi (www.replica.it) consegue importantirisultati economico-finanziari caratterizzati da una cre-scita costante e significativa rappresentando il mo-dello delle medie aziende italiane di successo: qualità,specializzazione, passione, creatività.L’azienda mantovana è specializzata in particolare nellosviluppo di prodotti software completi e integrati contecnologie d’avanguardia per la gestione e il controllodella logistica di magazzino e dei trasporti a supportodella Supply Chain.«Il nostro miglior biglietto da visita sono i clienti esiamo orgogliosi di poter dire che oltre 1.000 aziende inItalia e all’estero hanno scelto i prodotti Replica Sistemi– sottolinea Francesca Guaschino, responsabile mar-keting – prodotti conosciuti per l’architettura softwareflessibile e facilmente configurabile ai parametri deisettori merceologici di ciascun cliente, in grado disupportare il processo di crescita e di internaziona-lizzazione in tutto il mondo».Replica Sistemi sviluppa prodotti su due linee integratetra loro e in particolare software di proprietà per lagestione dei processi logistici di magazzino, il controllodei costi di trasporto, l’ottimizzazione del traffico, delparco automezzi aziendale e la gestione di depositifiscali.«Tutti i nostri software usano le ultime tecnologiedisponibili come RFID, Voice, Mobile e sistemi di geo-localizzazione satellitare – aggiunge Francesca Gua-schino – in tal modo si riducono gli errori, si aumenta laproduttività e migliora il business delle aziende, ga-rantendo un rapido ritorno degli investimenti (ROI)».Oltre alla qualità dei prodotti Replica Sistemi garan-tisce ai clienti anche servizio e competenze instaurandorapporti consolidati di partnership.

A p p r o fo n d i m e n t o

Replica Sistemi Spa è la società del gruppo IT@lyspecializzata nello sviluppo di prodotti software per lagestione e il controllo della logistica e dei trasportiintegrati a soluzioni tecnologiche innovative e spe-cifiche suite per settori come quello vitivinicolo.Prodotto particolarmente interessante è l'ERP ErgoMobile Enterprise software gestionale disponibileanche in versione Mobile per le medie aziende converticalizzazioni per il settore edile e per il settorealimentare e bevande.Ricordiamo inoltre lo sviluppo recente sul mercatoturco con distribuzione anche nell'area del medi-terraneo dei prodotti software per la gestione e ilcontrollo della logistica.

Un gruppo internazionale

Francesca Guaschino, responsabilemarketing della Replica SistemiIn alto la sede e la strutturadell’azienda mantovana

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Cantina Sociale di Quistello:dopo l’innovazione, i nuovi mercatiLa grande innovazione è stata por-tata a compimento, ora è il momen-to di consolidare le scelte fatte epassare a raccogliere quanto si èseminato con pazienza negli anniscorsi: per la Cantina Sociale di Qui-stello il 2014 si annuncia come unanno tutt’altro che di transizione ri-spetto al successivo, in cui andrà inscena il grande appuntamentodell’Expo, bensì come un periododecisivo sotto tutti i punti di vista, daquello della produzione a quellodella commercializzazione. Ne èconvinto il presidente della CantinaSociale Luciano Bulgarelli: «Volen-do fare una previsione, su quelloche è possibile prevedere finora -dice - Stiamo assistendo a una buo-na vegetazione dei vigneti e quindisi stanno prospettando una buonaraccolta e una buona qualità. Ov-viamente è troppo presto per direche annata sarà, per il momentodiciamo che quella precedente si èconclusa con numeri più che sod-disfacenti: 60mila i quintali di uvache sono stati conferiti dai nostri170 soci e più di 38mila gli ettolitri divino prodotti».Numeri importanti che testimonia-no un lavoro di produzione attento ericompensato dai consumatori: «IlLambrusco continua ad avere untrend di consumo stabile e soprat-tutto fidelizzato - spiega Bulgarelli -Le indicazioni che ci arrivano da co-loro che comprano il nostro vino cidicono che il Lambrusco è un pro-dotto che piace. Del resto il Lam-brusco, insieme al Prosecco, è unvino che, anche in un periodo di“stasi” dei prezzi come quello at-tuale, riesce a mantenere un mer-cato attivo e senza “cali”».Un mercato attivo e fiorente nonsolo in Italia, ma anche in tantissimialtri paesi: oltre alla Spagna, dove ilLambrusco gode di una incredibilepopolarità e ad altri mercati già benavviati come quello statunitense emessicano, se ne stanno aggiun-gendo altri ricchi di grande poten-zialità, come quello dell’Est Euro-peo - in particolare Russia, Repub-blica Ceca e Slovacchia - e quellodella Cina che, per quanto ancora

“i n d e c i f r a b i l e” per via di un diversoapproccio all’elemento “v i n o”, sem-bra essere una delle nuove frontiereda esplorare per un prodotto che, do-po anni di paziente lavoro, è statoportato a un livello di eccellenza:«Credo che, dato il livello raggiunto,questo 2014 non sia l’anno dell’in -novazione, bensì quello del conso-lidamento - aggiunge Bulgarelli - Almomento ci siamo attestati su quat-tro diverse tipologie o linee di lam-brusco e credo che tutti i passi in-novativi siano stati finora fatti. Ov-viamente ora sta a noi consolidarequanto ottenuto e potenziare sempredi più la qualità che è poi l’elementoche incide maggiormente sulla sceltadel nostro potenziale cliente. In ognicaso il lavoro fatto finora è stato mol-to importante anche e soprattutto inchiave futura, e lo dimostra anche ilriconoscimento del Grappello Ruber-ti come vitigno autoctono». E proprioal Grappello Ruberti sarà dedicato unconvegno, che si svolgerà sabato 21giugno a Quistello cui parteciperà an-che il giornalista Paolo Massobrio.

Nicola AntoniettiDa sinistra: Massobrio e Bulgarelli

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Aziende

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Sterilgarda: ricerca, innovazione,professionalità e internazionalità

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Aziende

Fernando Sarzi, amministratoredelegato di Sterilgarda

Sterilgarda è leader nel settore lat-tiero caseario e in quello delle be-vande a base di frutta. Fondata nel1969, a Castiglione delle Stiviere,nel 2013 ha fatturato 329 milioni dieuro e impiega direttamente 280lavoratori. I canali di vendita Ste-rilgarda sono la GD, DO, Ho:Re.Ca.e l’industria alimentare. Ampia è lagamma dei prodotti alimentari cheoffre l’azienda ed proprio da qui cheiniziamo l’intervista a Fe rn a n d oSarzi, amministratore delegato diS t e r i l ga r d a .L’agroalimentare è uno dei pochisettori che ha saputo brillare no-nostante la grande crisi economica.Quali sono i prodotti “eccellenti”sui quali ha puntato Sterilgarda?«I nostri prodotti sono tutti eccel-lenti ma in questo momento unodei nostri fiori all’occhiello è il lattemicrofiltrato Uht. che ora è anchenel formato 3x250 ml in formatoEdge con tappo a vite. Il latte, pro-veniente al 100% da allevamenti ita-liani certificati, si rivolge a un targetampio che include le famiglie mo-derne, particolarmente attente aglisprechi, e tutti coloro che hannouno stile di vita dinamico. Un pro-dotto che prima non esisteva sulmercato e che ha fatto da apripistaad un'intera gamma di prodotti. Illatte microfiltrato offre, infatti, la ga-ranzia di massima sicurezza ali-mentare, maggiore shelf life delprodotto, pur mantenendo inalte-rato il gusto e le proprietà orga-nolettiche del latte. La gamma diquattro referenze comprende latteintero, parzialmente scremato,scremato e alta digeribilità».Quali sono gli elementi di compe-titività rispetto alle altre aziende?«Sterilgarda è sempre più proiet-tata verso l’export per cogliere nuo-ve opportunità di crescita. Si guar-da ai mercati oltreconfine, in par-ticolare a quelli più promettenti co-me le piazze del Far East. Il 2013 si èchiuso con un accordo di partner-ship che aprirà ai prodottidell’azienda mantovana specializ-zata nella lavorazione del latte ilmercato cinese. Sterilgarda pro-durrà infatti latte per Yili Group (In-

ner Mongolia Yili Industrial GroupCompany Limited), il più grandeproduttore lattiero-caseario cinesequotato alla borsa di Shanghai, chenei primi nove mesi dello scorsoanno ha registrato ricavi operativipari a 5,9 miliardi dollari».Dalla partnership con Alitalia all'e-spansione sul mercato cinese: qualisono gli obiettivi che vuole rag-giungere Sterilgarda?«La Cina è sicuramente il mercatoche in questo momento sta regi-strando la crescita più veloce. Yili,rappresentando il primo marchiodel settore caseario cinese, potràcontare sui nostri prodotti di altaqualità. Per quel che riguarda Ali-talia, poi, possiamo dire che rap-presenta un connubio vincente perla promozione della qualità made inItaly. La nostra linea di succhi infascia Premium è il risultato di unlungo lavoro di ricerca e innova-zione tecnologica e ci ha permessodi offrire ai consumatori una qualitàal top di gamma, ispirata dalle esi-

genze di benessere e della soste-nibilità ambientale. I succhi purejuice di Sterilgarda non contengo-no conservanti e zuccheri aggiunti,se non quelli contenuti naturalmen-te nella frutta, e si caratterizzano peril sapore naturale e fresco. Il pac-kaging elegante e innovativo nellasua praticità di utilizzo, è il nostrobiglietto da visita per i consumatoripiù esigenti».Progetti di espansione anche versoaltri paesi?«Sterilgarda sta capitalizzando glisforzi compiuti per internazionaliz-zare il core business ottenendo ot-timi risultati: il fatturato è salito dai310 milioni di euro del 2012 ai 329milioni di euro del 2013, con le ven-dite oltreconfine che hanno fatto se-gnare un +10 per cento. L’azienda hapartecipato alle più importanti fieredi settore in tutti i cinque continenti,con l’obiettivo di aprire nuove op-portunità di business, tra queste:Foodex di Tokyo, Fha a Singapore,PLMA ad Amsterdam, Thaifex aBangkok, World of India (Bangalo-re) e il Fancy Food di New York.Fulcro di questa strategia sono gliinvestimenti in tecnologia realizzatinegli ultimi anni per spingere sulpedale dell’innovazione di proces-so e di prodotto. Sterilgarda ha ri-voluzionato il settore lattiero con illancio del latte microfiltrato UHTavvenuto nel 2010. Grazie al knowhow acquisito, Sterilgarda si è im-posta come il punto di riferimentonazionale e internazionale per l’in -novazione nel settore lattiero ca-seario, ma anche in quello dei suc-chi di frutta in fascia premium con ilrecente lancio della linea di succhi espremute naturali ‘pure juice’».

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Aziende

L’industria molitoria Perteghella festeggiai 75 anni di attività ed insieme i 75 annidel suo presidente Romolo PerteghellaAccadono fatti che cambiano la vita,ora come un tempo. Succede che ilfalegname Attilio Perteghella, classe1889, e la moglie Maria Ines Lanfran-chi acquistino nel 1932 a Sarginescouna segheria/falegnameria con an-nesso mulino e proprio quest’ultimoappassioni tanto i nostri coniugi dadiventare mugnai a pieno titolo fino aportarli a rilevare il Molino Nuovo diSolarolo di Goito, lì con la sua ruota adacqua dalla notte dei tempi. La nuovaattività parte in una data ben precisa:era il 25 novembre 1939; due giornidopo, il 27, sarebbe nato Romolo Per-te g h e l l a , l’attuale Presidente. Malgra-do il periodo bellico l’attività si espan-de, tanto che negli anni dell’imme -diato dopoguerra il mulino viene am-pliato e dotato dei primi macchinarialimentati a corrente elettrica. La pro-duzione giornaliera raggiunge benpresto i 150 quintali. Nel mulino operatutta la famiglia, presenti già tre ge-nerazioni: anche i bambini hanno i lo-ro compiti specifici, pur affidati loro informa di prove di abilità e non comelavori gravosi al pari degli adulti, comesuccedeva fino a poco tempo prima.Nel 1948 la famiglia Perteghella ac-quista il Molino S. Caterina in ReggioEmilia: lì si trasferiscono Ezio e B ru n ocon le rispettive famiglie. Ma nel 1955il sedicenne Romolo e il fratello C a rl o ,di due anni più giovane, raggiungonononno Attilio a Solarolo e da qui simuoveranno solo il tempo utile perfrequentare la scuola di Arte Bianca aTorino. Nel 1961 il Molino Nuovo Per-teghella tocca il traguardo dei 250quintali prodotti al giorno.Saranno proprio Romolo e Carlo a farcompiere alla fine degli anni ‘60 il saltodi qualità dall’attività prettamente ar-tigiana all’industria molitoria. Via viavengono sperimentate innovazioniche poi si riveleranno strategiche,quali la distribuzione diretta ed il con-fezionamento automatizzato.Purtroppo questi anni sono segnatidalla prematura scomparsa, nel 1967,del padre Ezio che non potrà assistereall’ampliamento e ammodernamentodello stabilimento di Solarolo, com-

pletato nel 1972. Subito a seguire laproduzione tocca il picco impensabiledei 1000 quintali al giorno. Nel 1985entra in azienda il ventiquattrenne At -tilio, che già alla nascita aveva rice-vuto dal padre Romolo un’eredità im-portante: il nome del bisnonno, il mi-tico fondatore.Il mulino viene ancora trasformato epotenziato nel 1988 tanto da raggiun-gere i 1600 quintali di produzione gior-naliera. Ormai si può dire che dell’at -

mosfera del mulino tradizionale restiben poco; le normative e le certifi-cazioni dei processi di qualità rendonoobbligata l’omologazione anche inu n’attività antica quanto l’uomo. Tuttaintatta resta però quella passione verache vede al fianco di Attilio nella con-duzione dell’azienda la moglie More -na Coffani, i cugini Ezio e A n d re a , figlidi Carlo, entrati in azienda rispettiva-mente nel 1997 e nel 2002. Ed è giàpronta la quinta generazione, nellepersone dei figli di Attilio, Marica eDa n i e l e , e la figlia di Ezio, Anna. Ariprova che al Molino Nuovo di So-larolo di Goito la storia di famigliacontinua...

Il Molino Nuovo di Solarolo di Goito oggi, sede dell’Industria Molitoria Perteghella. Ma ilcomplesso di domani sarà ancora più imponente: i lavori di ampliamento sono appena iniziati

Una storia di famiglia checoincide con la nascitae lo sviluppo dell’a ff e r m a t aimpresa mantovana

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