la voce di calvisano - febbraio 2013

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“La PASQUA non è semplicemente una festa tra le altre, è la FESTA DELLE FESTE... È la GRANDE DOMENICA, preceduta dalla Settimana Santa che in Oriente è chiamata LA GRANDE SETTIMANA. Il mistero della Risurrezione nella quale Cristo ha annientato la morte, permea della sua potente energia tutto il nostro vecchio tempo”. “Gesù con l’Ultima Cena ha dato alla pa- squa ebraica il suo significato definitivo. La Pasqua è il passaggio di Gesù al Padre attraverso la Sua morte e la Sua risurre- zione”. “II memoriale della Pasqua non è sol- tanto il ricordo degli avvenimenti del pas- sato, ma la proclamazione delle meravi- glie di Dio che ha compiuto per gli uomini” (dal Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 1169 - 1340 - 1363). La festa di Pasqua risale ad antichissime usanze dei pastori nomadi in relazione del cambiamento annuale dei territori adibiti a pascolo ed è strettamente collegata con pratiche esorcistiche per prevenire e pro- teggere le greggi da influssi maligni e dia- bolici. Nella tradizione ebraica riferita al “Vecchio Testamento”, la spiegazione popolare del termine ebraico di “Pasqua” prende il significato di “passare oltre” o “Risparmiare” con preciso riferimento all’evento dell’Esodo dall’Egitto (Es 12,21 - 23). All’epoca di Gesù era per gli Ebrei la fe- sta principale dell’anno, una grande festa di pellegrinaggio a Gerusalemme che so- vrastava le pur grandi feste di Pentecoste e dei Tabernacoli. Dato il gran numero di pellegrini che af- fluivano nella capitale, la folla si radunava anche sui tetti (ampi terrazzi delle case) e nei cortili. Veniva celebrata in piccoli gruppi di al- meno dieci persone ed iniziava la sera, dopo il tramonto, del Nisan (plenilunio del mese di marzo/aprile). Era la commemorazione della libera- zione dalla schiavitù di Egitto e gli elementi del pasto (agnello, erbe amare e pane non lievitato) interpretavano alla lettera l’antico cerimoniale della storia dell’Esodo. Nei Vangeli Sinottici (Matteo, Marco e Luca) l’ultima cena di Gesù fu proprio un banchetto pasquale, mentre l’Evangelista Giovanni fa coincidere la morte di Gesù con l’uccisione nel tempio degli agnelli pa- squali, stabilendo così una correlazione tra Gesù, vittima sacrificale per la reden- zione del mondo, e l’Agnello pasquale che “toglie il peccato dal mondo”. Col Venerdì di passione ha così inizio la Nuova Pasqua di cui la comunità cristiana attende il compimento con il ritorno glo- rioso e definitivo di Cristo sulle nubi per giudicare i vivi e i morti. Nel frattempo la UNA COMUNITÀ IN DIALOGO Editore don Gabriele Facchi - Dir. resp. Gabriele Filippini - Aut. Trib. Bs n. 31/97 del 7/8/97 - Anno XXVII - N° 236 Fotocomposizione: GraficaCM - Bagnolo Mella (BS) - Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS) FEBBRAIO 2013 L A V O C E D I C A L V I S A N O (Segue a pagina 2) PASQUA: FESTA DELLE FESTE Raffaello: Risurrezione di Gesù.

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Bollettino della parrocchia di Calvisano

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Page 1: La Voce di Calvisano - Febbraio 2013

“La PASQUA non è semplicemente unafesta tra le altre, è la FESTA DELLE FESTE...È la GRANDE DOMENICA, precedutadalla Settimana Santa che in Oriente èchiamata LA GRANDE SETTIMANA.

Il mistero della Risurrezione nella qualeCristo ha annientato la morte, permeadella sua potente energia tutto il nostrovecchio tempo”.

“Gesù con l’Ultima Cena ha dato alla pa-squa ebraica il suo significato definitivo.La Pasqua è il passaggio di Gesù al Padreattraverso la Sua morte e la Sua risurre-zione”.

“II memoriale della Pasqua non è sol-tanto il ricordo degli avvenimenti del pas-sato, ma la proclamazione delle meravi-glie di Dio che ha compiuto per gli uomini”(dal Catechismo della Chiesa Cattolica,paragrafo 1169 - 1340 - 1363).

La festa di Pasqua risale ad antichissimeusanze dei pastori nomadi in relazione delcambiamento annuale dei territori adibitia pascolo ed è strettamente collegata conpratiche esorcistiche per prevenire e pro-teggere le greggi da influssi maligni e dia-bolici.

Nella tradizione ebraica riferita al“Vecchio Testamento”, la spiegazionepopolare del termine ebraico di “Pasqua”prende il significato di “passare oltre” o“Risparmiare” con preciso riferimentoall’evento dell’Esodo dall’Egitto (Es 12,21- 23).

All’epoca di Gesù era per gli Ebrei la fe-sta principale dell’anno, una grande festadi pellegrinaggio a Gerusalemme che so-vrastava le pur grandi feste di Pentecoste edei Tabernacoli.

Dato il gran numero di pellegrini che af-fluivano nella capitale, la folla si radunavaanche sui tetti (ampi terrazzi delle case) enei cortili.

Veniva celebrata in piccoli gruppi di al-meno dieci persone ed iniziava la sera,dopo il tramonto, del Nisan (plenilunio delmese di marzo/aprile).

Era la commemorazione della libera-zione dalla schiavitù di Egitto e gli elementidel pasto (agnello, erbe amare e pane nonlievitato) interpretavano alla lettera l’antico

cerimoniale della storia dell’Esodo. Nei Vangeli Sinottici (Matteo, Marco e

Luca) l’ultima cena di Gesù fu proprio unbanchetto pasquale, mentre l’EvangelistaGiovanni fa coincidere la morte di Gesùcon l’uccisione nel tempio degli agnelli pa-squali, stabilendo così una correlazionetra Gesù, vittima sacrificale per la reden-

zione del mondo, e l’Agnello pasquale che“toglie il peccato dal mondo”.

Col Venerdì di passione ha così inizio laNuova Pasqua di cui la comunità cristianaattende il compimento con il ritorno glo-rioso e definitivo di Cristo sulle nubi pergiudicare i vivi e i morti. Nel frattempo la

UNA COMUNITÀ IN DIALOGOEditore don Gabriele Facchi - Dir. resp. Gabriele Filippini - Aut. Trib. Bs n. 31/97 del 7/8/97 - Anno XXVII - N° 236

Fotocomposizione: GraficaCM - Bagnolo Mella (BS) - Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS)

FEBBRAIO 2013

LA VOCE DICALVISANO

(Segue a pagina 2)

PASQUA: FESTA DELLE FESTE

Raffaello: Risurrezione di Gesù.

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Page 2: La Voce di Calvisano - Febbraio 2013

sua lunga attesa, un cammino di vigilanza e di amore verso la Lucedel mondo, è sintetizzata dall'intensa e ardente “Veglia Pasquale”che ripercorre tutte le tappe fondamentali della Storia della sal-vezza.

La Pasqua è la festa delle feste perché si celebra la vittoria diGesù sulla morte e sul peccato. Cristo è risorto dai morti. Con lasua morte ha vinto la morte! Con il mattino di Pasqua inizia “L’ERANUOVA” per tutta l'umanità.

Cristo ha tuttavia bisogno della nostra testimonianza simile aquella delle pie donne e degli Apostoli, donne e uomini concreti.

Il Risorto stabilisce con noi un nuovo rapporto fatto di contatto,di comunione e di condivisione. Gesù non è un fantasma e tantomeno noi siamo degli esaltati. Sul suo Corpo Glorioso porta an-cora i segni della Passione, come l’umanità redenta porta ancorale piaghe del peccato.

Ormai quel Corpo Risuscitato è corpo della potenza dello Spi-rito Santo e partecipa in pienezza alla vita divina della Trinità: Egliè L’UOMO CELESTE. Tuttavia Cristo Risorto non si manifesta almondo ma solo ad alcuni testimoni scelti davanti al popolo.

Tutte le verità, anche le più inaccessibili allo spirito umano, tro-vano il senso e la loro giustificazione in Cristo Risorto, prova defi-nitiva della Potenza e dell’Amore di Dio.

Egli nel Mistero pasquale con la sua morte ci ha liberato dal pec-cato e con la sua Risurrezione ci apre la via di una NUOVA VITA:Cristo Risorto è principio e sorgente della nostra futura risurre-zione.

Il Vivente ormai siede alla destra del Padre con il suo corpoumano trasformato e glorificato che, attraverso la passione, lamorte e la risurrezione, ha inaugurato il suo Regno che non avràmai fine. Auguro a tutti che la Pasqua del Signore sia l’inizio di unavita veramente nuova e porti tanta gioia.

Il Parroco Don Angelo Gabriele Facchi

LA VOCE DI CALVISANO 2

(Segue da pagina 1)

Battesimo 13 gennaio 2013.

Battesimo 27 gennaio 2013.

Federico Barocci: “Noli me tangere” (Non mi toccare).

ANAGRAFE PARROCCHIALE

Battesimi (2012)

33) Chioda Samueledi Marco e Sisti Elisa 34) Gorni Saradi Fausto e Berselli Gloria

(2013)

1) Rubino Fabrizio Damianodi Giuseppe e Narra Giuliana Maria2) Boselli Melissadi Claudio e Papuja Natalia

Tornati alla casa del Padre (2012)

47) Tomasoni Guerino di anni 71 44) Picinelli Umberto di anni 72 45) Pesci Maria Angela di anni 93 46) Archetti Natalina di anni 84

(2013)

1) Zani Lino di anni 81 2) Cè Domenico di anni 79 3) Reghenzi Santina di anni 68 4) Zerz Rosa di anni 87 5) Minghini Natalina di anni 82

Foto BrunelliFoto Brunelli

Battesimi 26 dicembre 2012.

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Page 3: La Voce di Calvisano - Febbraio 2013

3 LA VOCE DI CALVISANO

FEBBRAIO

SACRI TRIDUIPREGHIERE PER I DEFUNTI

Giovedì 6 febbraioVenerdì 7 febbraio Sabato 8 febbraio

13 Mercoledì – Mercoledì delle ceneriGiorno di astinenza e digiunoPerdonaci, Signore: abbiamo peccato

Il mercoledì delle Ceneri apre il tempo della Quaresima.Il nome ha origine dall’usanza di cospargere la frontedei fedeli con le ceneri, ricavate bruciando i rami d’ulivobenedetti l’anno prima nel corso della “Domenica dellePalme”. La semplice, ma coinvolgente liturgia di questogiorno, conserva un duplice significato che è esplicitatonelle formule d’imposizione: “Ricordati che sei polvere,e in polvere ritornerai” e “Convertitevi, e credete al Van-gelo”. Anzitutto sono segno della debole e fragile con-dizione dell'uomo. Le ceneri, infatti, altro non sono chel’uomo, ancor prima della sua creazione, quando nonc’erano ancora né la forma né la sostanza, ma solo ce-nere, che Dio ha plasmato e a cui ha dato vita. Le cenerisono anche segno esterno di chi si pente del proprioagire malvagio e decide di “scrollarsi di dosso” i propripeccati per convertirsi e cambiare vita. È tempo d’ascolto della Parola di Dio, di conversione, dipreparazione, di riconciliazione con Dio e con i fratelli,di ricorso più frequente alle “armi della penitenza cri-stiana”: la preghiera, il digiuno e l’elemosina. Il digiuno, in particolare, significa l’astinenza dal cibo,(ogni venerdì) ma comprende anche altre forme di pri-vazione per una vita più sobria, con l’aiuto di Dio, diastenerci dal male e di vivere del Vangelo. Non digiunaveramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio. È il tempo favorevole per ravvivare in noi il dono del Bat-tesimo e far in modo che la nostra vita recuperi gli im-pegni di questo Sacramento, che è alla base del nostroessere cristiani. Nel Battesimo si realizza quel grande mistero per cuil’uomo, morto al peccato, è reso partecipe della vitanuova in Cristo Risorto e riceve lo Spirito di Dio che harisuscitato Gesù dai morti.Siamo dunque attenti a cogliere l’invito di Cristo a se-guirlo in modo più deciso e coerente per abbandonarel’uomo vecchio che è in noi, per giungere rinnovati allaPasqua e poter dire con san Paolo “non vivo più io, maCristo vive in me”.

Mercoledì 13 febbraioS. Messa con imposizione delle ceneri

alle ore 9.00 – 16.30 – 20.00

14 Giovedì - Santi Cirillo, monaco e Metodio, VescovoPatroni d’Europa Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo

GIORNATE DI PREGHIERA PER LA BEATA CRISTINA:

Giovedì 14 febbraio: • Ore 10.00 – S.Messa.• Ore 16.00 – S.Rosario presso la casa natale della B. Cristina.• Ore 18.00 – Processione.• Ore 18.30 – S.Messa.

Domenica 17 febbraio:• Ore 8.00 – 10.00 – 11.00 – 18.30: S.Messa.• Ore 16.00 – nella Chiesa Parrocchiale: concerto dei cori di Calvisano, Mompiano e Montirone.

SPECIALE INIZIATIVE PER LA QUARESIMA

Per i ragazzi: • Via Crucis ogni lunedì alle ore 16.15 nella Chiesa della Di-sciplina. • Una stazione davanti alla croce dell’oratorio, ogni venerdìe sabato alle ore 14.30.• iniziative a favore della Caritas, cassette per le missioni oaltri aiuti.

Per i gruppi parrocchiali: • Lectio Divina (preparazione della Messa domenicale con itesti propri) nei giorni:– Mercoledì 20 febbraio alle ore 20.30– Mercoledì 27 febbraio alle ore 20.30– Mercoledì 6 marzo alle ore 20.30– Mercoledì 13 marzo alle ore 20.30– Giovedì 21 marzo dopo la S. Messa delle Quarantore

Per tutti:• Via Crucis ogni domenica alle ore 16.00 nella Chiesa dellaDisciplina.• Via Crucis alle ore 20.00 nei villaggi secondo il seguenteprogramma:– 22 febbraio – Villaggio Marcolini– 1 marzo – Villaggio Beata Cristina– 8 marzo – Villaggio I° Maggio– 15 marzo – Via Polini e dintorni

CALENDARIO LITURGICO PASTORALE

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Page 4: La Voce di Calvisano - Febbraio 2013

17 Domenica - I DOMENICA DI QUARESIMAResta con noi, Signore, nell’ora della prova

21 Giovedì - San Pier Damiani, Vescovo e dottore della ChiesaNel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto

22 Venerdì - Cattedra di San Pietro, apostoloIl Signore è il mio pastore: non manco di nulla

23 Sabato - San Policarpo, vescovo e martireBeato chi cammina nella legge del Signore

24 Domenica - II DOMENICA DI QUARESIMAIl Signore è mia luce e mia salvezza

MARZO3 Domenica - III DOMENICA DI QUARESIMAIl Signore ha pietà del suo popolo

4 Lunedì - San Casimiro L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente

7 Giovedì - Sante Perpetua e Felicita, martiriAscoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore

8 Venerdì - San Giovanni di Dio, religiosoIo sono il Signore, tuo Dio: ascolta la mia voce

9 Sabato - Santa Francesca Romana, religiosaVoglio l’amore e non il sacrificio

10 Domenica - IV DOMENICA DI QUARESIMAGustate e vedete com’è buono il Signore

17 Domenica - V DOMENICA DI QUARESIMAGrandi cose ha fatto il Signore per noi

18 Lunedì - S. Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dott. ChiesaCon te, Signore, non temo alcun male

19 Martedì - SAN GIUSEPPE, SPOSO DELLA B. V. MARIAIn eterno durerà la sua discendenza

GIORNATE EUCARISTICHE Giovedì 21 marzo:• Ore 7.30 – S.Messa.• Segue Adoraz. Eucaristica fino alle 20.00 (secondo i turni del giovedì).• Ore 20.00 – S.Messa.

Venerdì 22 marzo:• Ore 8.00 – Celebrazione delle Lodi.• Segue Adorazione Eucaristica fino alle ore 9.00.• Ore 9.00 – S.Messa.• Ore 15.00 – Adorazione per i ragazzi.• Ore 16.30 – S.Messa.

Sabato 23 marzo:• Ore 8.00 – Celebrazione delle Lodi.• Segue Adorazione Eucaristica fino alle ore 9.00.• Ore 9.00 – S.Messa.• Ore 15.00 – Adorazione per i ragazzi.• Ore 18.00 – Vespri.• Ore 18.30 – S.Messa.

23 Sabato – San Turibio de Mogrovejo, VescovoIl Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge

SPECIALE SETTIMANA SANTA24 marzo Domenica delle Palmee della Passione di Nostro Signore Gesù Dio mio, Dio mio,perché mi hai abbandonato?

• Ore 8.00 – S.Messa.• Ore 10.30 – Al Chiostro di Padre Pio: benedizione degli ulivie processione verso la Chiesa parrocchiale per la celebra-zione della S.Messa.• Ore 16.00: Via Crucis nella Chiesa della Disciplina. • Ore 18.30 – S.Messa.

25 marzo - Lunedì SantoIl Signore è mia luce e mia salvezza

• Ore 8.00 – Celebrazione delle Lodi e adorazione Eucaristica.• Ore 9.00 – S.Messa.• Ore 10.00 – S.Messa alla Casa di Riposo.• Ore 20.00 – Via Crucis preparata dai gruppi parrocchiali perle vie del paese.

26 marzo - Martedì SantoLa mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza

• Ore 7.30 – S.Messa.• Ore 20.30 – Confessioni dei giovani a Visano.

27 marzo - Mercoledì SantoO Dio, nella tua grande bontà, rispondimi

• Ore 7.30 – S.Messa.• Ore 20.30 – Confessioni per tutti.

28 marzo - Giovedì Santo – Cena del SignoreIl tuo calice, Signore, è dono di salvezza

• Ore 8.00 – Celebrazione delle Lodi.• Ore 15.20 – S.Messa alla Casa di Riposo.• Ore 16.00 – S.Messa con presentazione dei cresimandi allacomunità.• Ore 20.00 – S.Messa con presentazione dei cresimandi allacomunità.• Ore 21.00 – Adorazione per tutti.• Ore 22.00 – Adorazione per i giovani.

29 marzo - Venerdì Santo - Passione del SignorePadre, nelle tue mani consegno il mio spirito

• Ore 8.00 – Celebrazione delle Lodi.• Ore 10.00 – Adorazione per i ragazzi delle elementari e dellemedie e consegna delle cassettine per le missioni.• Ore 15.00 – Celebrazione della Passione di nostro SignoreGesù e bacio del crocifisso.• Ore 20.00 – Via Crucis e bacio del crocifisso.

LA VOCE DI CALVISANO 4

CALENDARIO LITURGICO PASTORALE

Ore 14.30 PRIMA CONFESSIONEdei ragazzi di quarta elementare.

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Page 5: La Voce di Calvisano - Febbraio 2013

5 LA VOCE DI CALVISANO

CALENDARIO LITURGICO PASTORALE

30 marzo - Sabato Santo

• Ore 8.00 – Celebrazione delle Lodi.• Seguono le confessioni per tutta la giornata.• Ore 10.00 – Adorazione per i ragazzi delle elementari e dellemedie.• Ore 21.00 Veglia Pasquale e celebrazione dei battesimi.

31 marzo - Domenica di PasquaResurrezione di Nostro Signore GesùQuesto è il giorno che ha fatto il Signore:rallegriamoci ed esultiamo

• Ore 8.00 – 10.00 – 11.00 – 18.30: S.Messa.• Ore 18.00 – Vespri solenni.

Cristo è risorto. È veramente risorto!

ALLELUIA

“Se Cristo non è risorto,vana è la vostra fede

e voi siete ancora nei vostri peccati.Ora, invece, Cristo è risorto dai morti,

primizia di coloro che sono morti.Perché, se per mezzo di un uomo

venne la morte, per mezzo di un uomoverrà anche la risurrezione dei morti”.

(1 Cor 15,17-20)

“Questo è il giorno fatto dal Signore,rallegriamoci ed esultiamo in esso”.

(Sal 118, 24)

APRILE7 Domenica - II DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIARendete grazie al Signore perché è buono:il suo amore è per sempre

FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIAIl disegno essenziale, riprodotto in questaimmagine è stato mostrato a una suora po-lacca che si chiamava Faustina Kowalska inuna visione del 22 febbraio 1931 nella celladel convento dove viveva. «La sera, standonella mia cella - scrive suor Faustina - vidi ilSignore Gesù vestito di una veste bianca:una mano alzata per benedire mentre l’altratoccava sul petto la veste, che ivi legger-mente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno el'altro pallido (...) Dopo un istante, Gesù mi disse: Dipingiun'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto:

“Gesù confido in Te”.In questo giorno è possibile ottenere l’indulgenza plenariaalle seguenti condizioni: Confessione, Comunione Eucari-stica, recita del Padre nostro, del Credo e di altre preghiere se-condo l’intenzione del Sommo Pontefice, con l’animo distac-cato dall’affetto di qualunque peccato.

8 Lunedì – ANNUNCIAZIONE DEL SIGNOREEcco, Signore, io vengo per fare la tua volontà

11 Giovedì - San Stanislao, vescovo e martireAscolta, Signore, il grido del povero

13 Sabato - San Martino I, papa e martireSu di noi sia il tuo amore, Signore

14 Domenica - III DOMENICA DI PASQUA89a Giornata nazionale per l’Università CattolicaTi esalterò, Signore, perché mi hai risollevato

21 Domenica - IV DOMENICA DI PASQUA - (Gesù Buon Pastore)50a Giornata mondiale di Preghiera per le VocazioniNoi siamo suo popolo, gregge che egli guida

23 Martedì - San Giorgio e Sant’Adalberto, vescovo, martiriGenti tutti, lodate il Signore

24 Mercoledì - San Fedele da Sigmaringen, sacerdote e martireTi lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti

25 giovedì – S. MARCO EVANGELISTACanterò in eterno l’amore del Signore

26 aprile – San Giovanni Piamarta, sacerdoteTu sei mio figlio, oggi ti ho generato

28 Domenica – V DI PASQUABenedirò il tuo nome per sempre, Signore

29 Lunedì – Santa Caterina da Siena,vergine e dottore della Chiesa, Patrona d’Italia e d’EuropaBenedici il Signore, anima mia

30 Martedì – S. Pio V, PapaI tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno

CALENDARIO DEI RITIRI PER I RAGAZZI/E DEL CATECHISMO

• 4a elementare - 2 marzo• 5a elementare - 2 febbraio e 7 aprile• 1a media - 9 febbraio• 2a media - 16 febbraio• 3a media - 23 febbraio

APPUNTAMENTI PER I GENITORI E I BAMBINI DI PRIMA ELEMENTARE

24 febbraio 2013 alle ore 9.0017 marzo 2013 alle ore 9.0014 aprile 2013 alle ore 9.00

12 maggio 2013 alle ore 9.00

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Page 6: La Voce di Calvisano - Febbraio 2013

LA VOCE DI CALVISANO 6

Riuniti attorno al nostro Vescovo, noi partecipanti al XXIX Si-nodo diocesano sulle Unità pastorali, coscienti e lieti di rappre-sentare i laici, i sacerdoti e i consacrati della Chiesa bresciana, neldesiderio di camminare insieme, dedichiamo un pensiero allacittà e a tutti i Comuni della diocesi. È un pensiero carico di af-fetto, simpatia e fraterna amicizia verso tutte le donne e gli uominiche vivono e operano in questa terra bresciana.

II nostro impegno sinodale ha riguardato il futuro della mis-sione della nostra Chiesa bresciana, prospettando una rinnovataazione pastorale basata sulla comunione, collaborazione e cor-responsabilità fra le varie comunità parrocchiali. Vogliamo con-dividere il nostro sguardo al futuro con tutti, anche con coloro chesi sentono lontani dalla vita ecclesiale, ma che hanno a cuore ilbene comune, il sereno domani delle generazioni più giovani,orizzonti di pace, giustizia, progresso e lavoro per tutti.

Cogliamo questa occasione per esprimere pubblica gratitudineper gli esempi di civiltà, umanità, dedizione professionale e one-stà che troviamo al di fuori delle esperienze ecclesiali. Come cat-tolici, praticanti e impegnati nelle parrocchie e nelle aggregazionio istituzioni ecclesiali, ci sentiamo vicini e partecipi alla vita e allequotidiane vicende di tutti i nostri concittadini, particolarmente inquesto tempo di grave crisi economica, sociale e culturale.

Raccogliendo volentieri una preziosa eredità che ci viene da unpassato lontano e recente, possiamo dire che essere cattolici nonci impedisce di essere cittadini italiani che vogliono il bene e la li-bertà di tutti (Giuseppe Tovini). Ribadiamo volentieri, pur consa-pevoli dei nostri limiti, che la nostra appartenenza ecclesiale nonrallenta ma rafforza la coscienza della nostra responsabilità civile.Fedeli alla Dottrina sociale della Chiesa, vogliamo essere cittadinionesti e liberi, leali e rispettosi della legalità, dediti con passioneal bene comune della nostra città e dei nostri paesi.

È in nome di questo indissolubile legame che ci sentiamo, nel-l'attuale e difficile stagione, singolarmente vicini a tutte le fami-glie, ai lavoratori e ai giovani che soffrono a causa della crisi eco-nomica. E, con indistinta solidarietà, guardiamo alle famiglie distranieri che, venuti da lontano con le loro diversità di cultura e difede, sono ormai nostri concittadini che partecipano allo sviluppodel nostro territorio.

Per queste ragioni dobbiamo sentirci tutti più uniti e in un rap-porto di dialogo costante e costruttivo, arricchendoci gli uni gli al-tri dei nostri specifici contributi, nel percorrere in particolare tre

sentieri che possono portarci a migliori previsioni e situazioni. Prima di tutto il sentiero, tanto raccomandato anche dal Magi-

stero della Chiesa, del rinnovamento sociale che presuppone ne-cessariamente una visione vera e alta della politica: un servizioalla comunità, svolto con onestà, saggezza, disinteresse, compe-tenza, scelte illuminate e condivise.

In secondo luogo la salvaguardia e la promozione del valoredella famiglia, cellula della società e piccola Chiesa domestica.Credenti e non credenti abbiamo la necessità e il dovere di pro-muovere il ruolo della comunità familiare che è il fondamentodelle relazioni sociali.

Infine non possiamo tacere il valore dell’educazione in un mo-mento di emergenza che preoccupa per il futuro dei nostri gio-vani. Nella terra bresciana che ha donato all’Italia e all’Europa, unpatrimonio di idee e strumenti per l'educazione delle giovani ge-nerazioni, questa dimensione rimane una priorità per tutti.

Facciamo nostra la convinzione di Giuseppe Tovini, pubblicoamministratore, sposo e genitore: i figli senza la fede non sarannomai ricchi, con la fede non saranno mai poveri.

Il nostro saluto vi giunga rammentando le parole di GiovanniPaolo VI ai bresciani, ribadite anche da Benedetto XVI: E tu Bre-scia, fidelis fidei et iustitiae, riscopri il patrimonio di ideali che co-stituisce la tua ricchezza più vera, e sarai capace di essere centrovivo di irradiazione della nuova civiltà, la civiltà dell’amore, au-spicata dal tuo grande figlio Paolo VI.

Brescia, 9 dicembre 2012

Messaggio dal Sinodo diocesano alla società bresciana

“Cristiani non si nasce, ma si diventa” (Tertulliano)

… E il cammino di fede può durare un’intera vita.Con una lettera indirizzata a tutti i sacerdoti della Diocesi, il no-

stro Vescovo Mons. Luciano Monari, ha fornito chiarimenti su al-cuni aspetti concernenti il cammino di Iniziazione Cristiana dei Fan-ciulli e dei Ragazzi (ICFR). Questo progetto educativo s’inserisce inun contesto socio – culturale in continua evoluzione che ha sicura-mente sovvertito la scala dei valori.

Fino ad oggi i sacramenti del Battesimo, dell’Eucaristia e dellaConfermazione erano ricevuti nel contesto di una vita familiare perlo più già orientata a Cristo, sostenuti da un percorso catechisticodi preparazione.

Ora, invece, si parla di crisi dell’iniziazione cristiana dei fanciulliproprio perché la fede occupa una posizione del tutto marginale. Cisono famiglie che non chiedono più il Battesimo per i loro bambini;ragazzi battezzati che non accedono più agli altri sacramenti dell’i-niziazione e se vi accedono, non poche volte disertano la Messa do-menicale; altri, infine, dopo aver ricevuto il sacramento della Con-fermazione scompaiono dalla vita ecclesiale.

Occorre promuovere la maturazione di fede e soprattutto bisognaintegrare tra loro le varie dimensioni della vita cristiana: conoscere,celebrare e vivere la fede. L’iniziazione cristiana dei fanciulli inter-pella la responsabilità originaria della famiglia nella trasmissionedella fede. La parrocchia deve offrire ai genitori gli elementi essen-

ziali che li aiutino a fornire ai figli l’“alfabeto” cristiano attraverso unappropriato cammino di formazione ed evangelizzazione.

La partecipazione alla Messa domenicale va anche propostacome momento essenziale della preparazione ai sacramenti. È l’Eu-caristia il sacramento che, continuamente offerto, non chiude un’e-sperienza, ma la rinnova ogni settimana.

Quello che il nostro Vescovo vuole promuovere è un percorso chesi articola in due tappe: un cammino catechistico tradizionale, se-guito da un itinerario di tipo catecumenale. In un primo tempo sitratta quindi di trasmettere i contenuti della fede cristiana in mododiverso in base all’età e alle capacità cognitive per raggiungere uncerto livello di conoscenza. Segue il cammino catecumenale che,attraverso le celebrazioni e le esperienze di servizio e di carità, ren-dono concreto il nostro essere cristiani. All’interno di quest’orienta-mento è stata operata una scelta ben precisa anche con riferimentoai sacramenti: la Cresima che conferma e rafforza la grazia del Bat-tesimo introduce al banchetto eucaristico e pertanto è stata propo-sta e sperimentata la celebrazione unitaria di questi due sacra-menti. Non siamo in grado di stabilire ora se le innovazioni appor-tate nella catechesi rispondano esattamente alle aspettative, lostesso Vescovo manifesta le sue perplessità, solo l’esperienza con-sentirà di perfezionarle.

Mariarosa Mori

CalviFEBB13 31-01-2013 13:08 Pagina 6

Page 7: La Voce di Calvisano - Febbraio 2013

7 LA VOCE DI CALVISANO

Un presepio per CalvisanoQuest’anno il presepio si è arricchito di

nuovi significati e mi piacerebbe poterlicondividere con voi, per far perdurare al-meno un po’ il benessere che il Natale cilascia. Innanzitutto abbiamo assaporatola gioia della condivisione, a partire dallascelta del luogo dove approntarlo. Unacondivisione fatta di suoni gioiosi, di co-lori e di relazione, che è il segreto che ilBambin Gesù ha voluto condividere connoi. È nato e morto per questo. Ama ilprossimo tuo come te stesso: in questa oc-casione, posizionando statue, alberi e ca-panna, abbiamo avuto il privilegio di re-spirare l’amore. L’amore fatto di sorrisi, disuperamento delle differenze, dei rancoripassati.

I primi a descrivere la Natività sono glievangelisti Luca e Matteo. Nei loro brani c'èla sacra rappresentazione che a partire dalmedioevo prenderà il nome latino di prae-sepium che vuoI dire mangiatoia. Si narrainfatti dell’umile nascita di Gesù come ri-porta Luca “in una mangiatoia perché nonc'era per essi posto nell’albergo”. L’albergoin cui “non c’era posto” per una madre inprocinto di partorire (e nessuno le cedetteil suo) simboleggia il nostro egoismo,mentre la “mangiatoia” dove Maria “de-pose” il Bambino appena nato è l’invito amettersi nei panni di coloro che si trovanoin grande difficoltà, generosità nell’aiutarechi è nel bisogno. Un importante messag-gio che il presepio di Calvisano ha tra-

smesso è l’appartenenza alla comunità,sapore a volte dimenticato ma così impor-tante per una vita sana e serena. È belloappartenere alla nostra comunità, è unpoco sentirsi al sicuro ed allo stesso temposentirsi responsabili degli altri.

Ed il sagrato della chiesa è il simbolodell’appartenenza, oltre che alla comunitàcalvisanese, anche alla comunità cristianocattolica, che ora come non mai ha biso-gno di un fermo riconoscimento. E questoè un altro significato importante, il ricono-

scimento. Attorno al presepio ci ricono-sciamo fedeli, ci scambiamo gli auguri:senza riconoscimento saremmo perduti.

E allora ricordiamo questo momentocon la grazia che proprio il Natale ognianno ci dona, come un miracolo che si èrinnovato cresciuto e sigillato da questaopera che San Francesco d’Assisi mise inatto per primo. Il Santo volle far conoscereGesù, il Figlio di Dio. come bambino, come

vero figlio di uomo. Nel bambino nellastalla di Betlemme, si può, per così dire,toccare Dio e accarezzarlo. Francesco havoluto far rivive l’umanità di Gesù, il bam-bino, perché in questo essere bambino sirende chiara l’umiltà di Dio. Dio è diven-tato povero. Il suo Figlio è nato nella po-vertà della stalla. Nel bambino Gesù, Diosi è fatto dipendente, bisognoso dell’a-more di persone umane, in condizione dichiedere il nostro amore.

Guardiamo con gratitudine a questa tra-dizione che ci stringe in un momento dipace ed armonia.

Che il raggio di luce che illumina la no-stra capanna raggiunga i vostri cuori.

a cura di Ivana Tratta

Chi di noi non conosce S. Antonio,almeno attraverso i detti, le filastroc-che, i riti come la benedizione deglianimali, che la cultura popolare haconsegnato alla tradizione?

Nell’immaginario cristiano evocauna figura mitica, un eroe dell’ascesi,un austero eremita fuggito dal mondoe rifugiatosi nel deserto. Ma ci siamomai documentati un po’ più attenta-mente? Vale la pena di farlo, sollecitatidall’appena trascorsa ricorrenza.

Storicamente non fu il primo mo-naco, anche se, sia in Oriente che in

Occidente, molti monaci riconobbero in lui un padre per la suafama di santità. le notizie della sua vita si sono diffuse soprattuttograzie alla biografia (Vita Antonii) scritta dal vescovo di Alessan-dria d’Egitto Atanasio che lo aveva avuto come collaboratore nelcontrasto all’eresia ariana.

Antonio era nato a Coma (odierna Qumans) in Egitto, intornoal 251 d.c. da agiati agricoltori cristiani. Rimasto orfano non an-cora ventenne ed erede di un consistente patrimonio, sente benpresto il richiamo della parola evangelica e vi si adegua rigorosa-mente distribuendo ai poveri i suoi beni e mettendosi alla scuoladi un anziano anacoreta che viveva in solitudine, preghiera, po-vertà e castità. Egli vuoi fare del suo cuore la dimora del Signore,conquistare una purezza e una maturità spirituale che gli con-sentano di vincere la forza del male. Non fu una facile lotta e il suobiografo racconta che il demonio lo tentò nei modi più fantasiosie feroci senza tuttavia distoglierlo dalla grotta dove si era ritiratoe dove visse per vent’anni.

Ma la solitudine non fu sterile isolamento: la fama della suasantità attirava gente dal villaggio, ed egli sapeva consolare, esor-tare, ricomporre dissidi, tanto che “lo chiamavano amico di Dio elo amavano taluni come figlio, altri come fratello”. Quando nel 311l’imperatore Massimino diede inizio alla persecuzione incarce-rando molti cristiani di Alessandria, Antonio, solidale con la suaChiesa, lasciò il deserto per confortare i fratelli nella fede, dispo-sto a testimoniarla anche con il martirio.

Terminata la persecuzione, tornò all’eremitaggio, ma rimasepunto di riferimento eguida spirituale dei nu-merosi seguaci contri-buendo all’espansionedell'anacoretismo (mo-naci eremiti), operandoguarigioni e liberazionidal demonio.

Visse i suoi ultimianni nel deserto dellaTebaide dove pregandoe coltivando un piccoloorto per il proprio so-stentamento, morì acirca 106 anni nel 357, il17 gennaio, giorno incui la Chiesa continua acelebrarne la memoriaproponendoci il suostraordinario esempiodi santità ascetica e nelcontempo operosa.

Si ringraziano i volontari che hanno contribuito, laProvincia, la Pro Loco, i ragazzi del ricreativo, Gi-gio, La Betulla, Novalux e Tercomposti.

Il Santo eremita davanti alla sua grotta inmezzo agli animali.

17 gennaio: Sant’Antonio Abate

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Nello scorso numero ci eravamo soffermati sull’infanzia diGesù, guidati dal libro del papa. In questo numero sempre guidatida Benedetto XVI nel libro “GESÙ DI NAZARET. - DAL BATTESIMOALLA TRASFIGURAZIONE” vedremo i punti salienti della vitapubblica.

In questo volume sono trattati il Battesimo, le tentazioni, i di-scorsi, i discepoli, le grandi immagini di San Giovanni, la profes-sione di fede di Pietro e la Trasfigurazione, con una conclusionesulle affermazioni di Gesù su se stesso. L’autore parte spesso daun testo o da un evento della vita di Gesù per interrogarsi sul suosignificato per le generazioni future e per la nostra generazione.In questo modo il libro diventa una meditazione sulla figura sto-rica di Gesù e sulle conseguenze del suo avvento per il tempo pre-sente. Egli mostra che, senza la realtà di Gesù, fatta di carne e disangue, «il cristianesimo diviene una semplice dottrina, un sem-plice moralismo e una questione dell’intelletto, ma gli mancano lacarne e il sangue» (p. 270).

«La situazione è drammatica per la fede, se è vago il volto diColui che la fonda». Non è fare del terrorismo teologico. No. Ilcaso è veramente serio: perché il cristianesimo non è una listadi dottrine o di precetti; è una storia, anzi una Persona, appuntoGesù di Nazaret. A differenza, ad esempio, dell’Islam: per unmusulmano il centro della fede è Allah, non Maometto. Ma an-che a differenza dell'ebraismo: Jacob Neusner - citato dal Papacome ‘grande erudito ebreo’ - nella sua Disputa immaginaria traun rabbino e Gesù, si figura che, al termine di una lunga gior-nata al seguito di Gesù, il rabbino gli chiede se Gesù insegni lestesse cose degli ebrei. Neusner: «Non precisamente, maquasi». «Che cosa ha tralasciato?». «Nulla». Che cosa ha ag-giunto allora?». «Se stesso». E’ questa equiparazione di Gesùcon Dio il motivo di fondo della differenza con l’ebraismo ma an-che con tutte le religioni. Ma negli ultimi anni si è insinuata lacultura del sospetto che il Gesù della Chiesa non rassomiglie-rebbe affatto a quello dei Vangeli, e che quindi sarebbe tutto unatruffa o un imbroglio.

Penso che un titolo appropriato del libro poteva essere anche:Gesù di Nazaret, ieri e oggi. E questo perché l’autore passa confacilità dalla considerazione dei fatti che riguardano Gesù all’im-portanza di quest’ultimo per i secoli seguenti e per la nostraChiesa. Il libro è pieno di allusioni a problematiche contempora-nee. Per esempio, parlando della tentazione nella quale dal de-monio viene offerto a Gesù il dominio del mondo, egli affermache il «suo vero contenuto diventa visibile quando constatiamoche, nella storia, essa prende continuamente una forma nuova.L’Impero cristiano ha cercato molto presto di trasformare la fedein un fattore politico per l’unità dell’Impero… La debolezza dellafede, la debolezza terrena di Gesù Cristo doveva essere sostenuta

dal potere politico e militare.Nel corso dei secoli questa ten-tazione – assicurare la fede me-diante il potere – si è ripresen-tata continuamente» (p. 59).Questo genere di considera-zioni sulla storia successiva aGesù e sull’attualità, conferi-scono al libro un’ampiezza e unsapore che altri libri su Gesù, ingenere più preoccupati dalla di-scussione meticolosa dei solievent i del la sua vi ta, nonhanno. Vediamo alcuni branisignificativi:la tentazione:

“Della natura della tentazionefa parte la sua apparenza mo-

rale: (ll diavolo) non ciinvita direttamente acompiere il male, sa-rebbe troppo rozzo. Fafinta di indicarci il me-glio: abbandonare final-mente le illusioni e im-piegare efficacemente lenostre forze per miglio-rare il mondo. Si pre-senta, inoltre, sotto lapretesa del vero reali-smo. Il reale é ciò che siconstata: potere e pane.A confronto le cose diDio appaiono irreali, unmondo secondario dicui non c’é veramentebisogno.

È in gioco Dio: é veroo no che Lui é il reale, larealtà stessa? É Lui il Buono o dobbiamo inventare noi stessi ciòche é buono? La questione di Dio é la questione fondamentale,che ci conduce al bivio dell’esistenza umana. Che cosa deve fareil salvatore del mondo o che cosa non deve fare? E questa la do-manda sottesa alle tentazioni di Gesù.

In esse si rispecchia la lotta interiore di Gesù per la sua mis-sione, ma nello stesso tempo affiora anche la domanda su ciò checonta davvero nella vita degli uomini. Qui appare chiaro il noc-ciolo di ogni tentazione: rimuovere Dio, che di fronte a tutto ciòche nella nostra vita appare più urgente sembra secondario, senon superfluo e fastidioso. Mettere ordine da soli nel mondo,senza Dio, contare soltanto sulle proprie capacità, riconoscerecome vere solo le realtà politiche e materiali e lasciare da parteDio come illusione, é la tentazione che ci minaccia in moltepliciforme” (pp.50-51).La guarigione é una dimensione essenziale della missione apo-stolica, della fede cristiana in genere. Eugen Biser qualifica il cri-stianesimo addirittura come una «religione terapeutica» – una re-ligione del guarire. Compreso con la necessaria profondità, ciòesprime l’intero contenuto della «redenzione». Come l’esorcismoscaccia la paura per i demoni e affida il mondo, che proviene dallaRagione dî Dio, alla ragione dell'uomo, così anche l’atto del gua-rire per mezzo del – potere di Dio é allo stesso tempo un invito acredere in Dio – e a usare le forze della ragione per il servizio dellaguarigione. Sempre si intende una ragione ad ampio spettro, chepercepisce Dio e quindi anche riconosce l’uomo come unità dicorpo e anima. Chi vuole veramente guarir l’uomo, deve vederlonella sua interezza e deve sapere che la sua definitiva guarigionepuò essere solo l’amore di Dio” (pp.211-212).la parabola del buon samaritano

“Dobbiamo dare aiuti materiali e dobbiamo esaminare il nostrogenere di vita. Ma diamo sempre troppo poco. se diamo solo ma-teria. E non troviamo anche intorno a noi l’uomo spogliato e mar-toriato? Tutto ciò riguarda noi e ci chiama ad avere l’occhio e ilcuore di chi è prossimo e anche il coraggio dell’amore verso chi éprossimo. Perché – come detto – il sacerdote e il levita passaronooltre forse più per paura che per indifferenza. Dobbiamo partiredal nostro intimo, imparare di nuovo il rischio della bontà; nesiamo capaci solo se diventiamo noi stessi interiormente «buoni»,se siamo interiormente «prossimi» e se abbiamo poi anche losguardo capace di individuare quale tipo di servizio, nel nostroambiente e nel raggio più esteso della nostra vita, è richiesto, cie possibile e quindi ci é anche dato per incarico” (p. 236)

[a cura di A. Tomasoni]

La storia di Gesù ieri e oggi: la vita pubblicaCosa ha detto e fatto veramente? Sono solo storie del passato

o hanno un’importanza per la mia vita? È tutto provato quello che ci raccontano?

Icona raffigurante la scena del Buon samaritano.

La figlia di Giairo.

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NOTIZIE DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA BONALDI...I fatti nostri... raccontati a voi

I Benefattori della scuola dell’infanzia “Bonaldi”Un po’ di storia

La Scuola dell’infanzia Augusto Bonaldi da quasi 140 svolge lapropria attività educativa a favore dei bambini di Calvisano. Essanacque dallo slancio di alcuni benefattori che vollero garantire aipiccoli, più deboli ed indifesi, un ambiente nel quale, insieme al-l’assistenza, potessero ricevere un’educazione basata su solidiprincipi morali.

Nel corso di tutti questi anni l’Asilo ha conosciuto varie vicende,ben illustrate nel bel volume “130 anni al servizio di bambini(1876-2006)”. Attualmente, esso è una Fondazione con persona-lità giuridica di diritto privato, iscritto in un apposito registro re-gionale. Scopo della Fondazione, che non ha fini di lucro, è la ge-stione della Scuola dell’infanzia che persegue l’obiettivo, in colla-borazione con le famiglie, di favorire la formazione della perso-nalità dei bambini che la frequentano.

La Fondazione è retta da un Consiglio di Amministrazione com-posto da 5 membri, che svolgono la propria attività in modo deltutto gratuito.

Un po’ di economiaSotto il profilo economico, la scuola si regge soprattutto sulle

rette pagate dalle famiglie, cui seguono i contributi dello Stato edel Comune. Il contributo chiesto agli utenti è tra i più bassi dellaProvincia.

La crisi economica che da alcuni anni attanaglia il nostro Paesesi è fatta sentire anche alla Scuola Materna. È ad essa che va at-tribuita la dolorosa, ma inevitabile chiusura dell’Asilo Nido diMalpaga che ha privato la nostra comunità ed i suoi bambini diun’importante offerta formativa in quanto esso non si limitava adun mero servizio di custodia, ma aveva una finalità educativa, af-fidata a personale qualificato.

Nonostante questo sacrificio, il bilancio dell’Ente è ancora insofferenza perché il Consiglio di Amministrazione, negli ultimianni, ha scelto di limitare il più possibile gli aumenti delle rette pernon caricare di ulteriori oneri le famiglie, già provate dalla durarecessione economica. Accanto all’incremento dell’azione forma-tiva (è stata inserita l’8a Maestra, aumentato il tempo prolungato,garantita l’attività estiva nel mese di Luglio), il Consiglio ha ridottoal minimo le spese, senza attendere la spending review dispostadal Governo nazionale.

Ritorno alle originiVolendo perseverare nell’intento di contenere il più possibile le

rette di frequenza per scongiurare il pericolo che qualche famiglianon mandi il bambino a scuola per motivi economici, il Consigliodi Amministrazione ha deciso di ritornare alle origini, fidandosulla notoria generosità dei calvisanesi e di potenziali benefattori.

A tale riguardo, sono state individuate due proposte:A. Istituzione del Registro dei benefattori nel quale saranno iscrittiprivati, società, enti ed associazioni che doneranno alla scuola inmodo continuativo, oppure anche una tantum un importo in de-naro od in natura di almeno € 500,00. Il registro è perpetuo e, per-tanto, il nome dei benefattori sarà tramandato ai posteri;B. Viene costituito il Circolo dei Benefattori nel quale entrerannoa far parte coloro che intendono impegnarsi, sulla parola, per undato numero di anni, ad effettuare una donazione costante a fa-vore della Scuola (€ 5/10.000 all’anno). I benefattori che entre-ranno a far parte del circolo saranno costantemente informati sul-l’andamento della scuola sulla base di un patto di gentlemenagreement concordato tra il Consiglio dei Amministrazione ed icomponenti del Circolo. Anche in questo caso, il nome dei bene-fattori sarà iscritto in un apposito documento affinché rimangamemoria indelebile dell’impegno profuso.

In entrambi i casi si tratta di un bel gesto di generosità, muni-fico esempio per le generazioni presenti e per quelle future.

Chi, senza impegno, volesse maggiori ragguagli è invitato a ma-nifestare il proprio interesse ai membri del Consiglio di Ammini-strazione, i cui componenti sono Aristide Attanasio (Presidente),dott. Solazzi Giuseppe (Vicepresidente), Don Gabriele Facchi,dottoressa Bignotti Cristina ed Ezio Patti; alla Direttrice, dotto-ressa Inverardi Rita, od al segretario della Fondazione, dott. Mo-lesini Nicola. È possibile anche indirizzare una lettera in sede(viale Stazione, 26), oppure una mail all’indirizzo [email protected] Da considerare altresì che il donante godrà di benefici fi-scali. (da verificare)

Siamo certi che a Calvisano non mancheranno persone buonee disponibili che, al pari dei primi benefattori, sapranno rispon-dere con generoso slancio alle proposte illustrate, finalizzate agarantire anche a coloro che sono economicamente meno fortu-nati il diritto a beneficiare di adeguate opportunità educative eformative.

Sono cambiati i tempi, mutati i bisogni, ma la solidarietà versoi più piccoli rimane sempre un intramontabile dovere morale. Do-potutto, i loro sogni sono il nostro scopo.

Il c.d.a. della scuola dell’infanzia

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Eccoci insieme per raccontare un po’cosa è stato fatto durante il periodo del-l’Avvento nella Casa dei nostri nonni.

La sera del 7 dicembre è stata organiz-zata una bellissima cena di Natale con inonni e i loro parenti. L’atmosfera era ma-gica grazie agli addobbi e ai fiocchi di neveche cadevano dal cielo da ore e ore. Du-rante la serata è stata organizzata una pic-cola lotteria con un bel cesto in palio; inol-tre abbiamo anche ascoltato con grandepiacere tre bambine che hanno cantato pernoi dei canti di Natale, accompagnate daMauro con la chitarra.

Per il giorno di Santa Lucia, grande sor-presa per i nostri nonni! Sono venuti a tro-varci il Mago Giuliano e i suoi clown.Siamo rismasti tutti un po’ stupiti dalla suamagia, ma la vera magia è stata vedere tuttigli ospiti sorridere grazie al contagioso

buon umore dei pagliacci.Il 21 dicembre, invece, abbiamo accolto

nel nostro salone ben 60 bambini dellaScuola dell’Infanzia. Tutti con i loro grem-biulini colorati e tanta voglia di farci ascol-tare un piccolo assaggio della loro recitanatalizia. Correvano e scappavano da tuttele parti, regalando ad ogni nonno un pic-colo pensierino. Due giorni dopo, il 23 di-cembre, sono venuti a trovarci i bambinidel Baby coro di Calvisano. Tutti quanti infila indiana. hanno rallegrato la nostra do-menica con canzoni di Natale.

Alla Vigilia sono stati fatti gli auguri daparte di tutta l’amministrazione della Casadi Riposo. Nel pomeriggio, dopo la SantaMessa, sono stati consegnati bellissimi re-gali ad ogni nonno, da parte della nostraamica Alice.

Queste meravigliose feste natalizie si

sono concluse con la visita dei nostri avi-sini e degli attori del Teatro7, i quali oltre afarci gli auguri per un felice anno nuovo, cihanno fatto ridere con le loro scenette dia-lettali, sempre apprezzatissime. La gior-nata si è conclusa con un brindisi e tantidoni per ogni ospite. Grazie a tutti coloroche, con la loro presenza, hanno portatoun sorriso ad ogni nonno. Credo che il re-galo più bello in assoluto sia la gioia chetrasmettono attraverso piccoli gesti comeun sorriso, una carezza o uno sguardo.Tutti i nostri nonni possiedono qualcosa digrande ed io ho capito che anche il loro si-lenzio è ricco di emozioni e se lo si ascolta,riempie il cuore di gioia. Concludo ringra-ziando ogni nonno per avermi accolta conentusiasmo e fiducia, e per avermi fatto vi-vere un sereno Natale in loro compagnia.

Alice

Incontri ed eventi alla Casa di riposo

Festa di Santa Lucia all’Oratorio di Calvi-sano con la Caritas Parrocchiale e tradizio-nale scambio di Auguri “Al Capriccio”.

Sabato 15 dicembre presso l’Oratorio si èrinnovato, con l’ormai consolidata disponibi-lità della Caritas Parrocchiale, un incontroconviviale per festeggiare l'arrivo di Santa Lu-cia. Come ogni anno dopo la Santa Messa ce-lebrata da Don Gabriele, i disabili con i lorofamigliari sono stati ospiti, presso l’ex con-vento delle Suore Canossiane per la tradizio-nale cena e consegna dei doni. Ed è congrande ammirazione da parte di tutti noi, ap-partenenti al gruppo “Il Sorriso”, che ognianno verifichiamo e apprezziamo la sensibi-lità e la disponibilità che la Caritas Parroc-chiale riserva nei nostri confronti.

L’emozionante attesa per l’arrivo della

Santa Lucia da parte dei nostri ragazzi, il bat-ticuore ma nello stesso tempo la gioia nel po-terla vedere e toccare, la serenità di tutti noi,sono dimostrazioni di gratitudine e ricono-scenza verso tutti coloro che con impegno econcretezza fanno in modo che tutto sia or-ganizzato alla perfezione per la buona riu-scita della festa.

Ci fa particolare piacere menzionare unafrase che la Caritas ha scritto nell’articolopubblicato su “La Voce di Calvisano” edizioneDicembre 2012 che afferma: “Il 15 dicembreci sarà un incontro con i nostri amici del Sor-riso. Prepareremo una serata in loro compa-gnia e come sempre saremo noi a riceveremolto più di quello che daremo, dalla lorogioia e semplicità”. Il 21 dicembre invece,presso il Ristorante - Pizzeria “Al Capriccio”,si è rinnovato l’incontro conviviale con tutticoloro che hanno sostenuto, idealmente econcretamente, la nostra Associazione. Gra-zie alla sensibilità della Sig.ra Franceschi Pa-squa, titolare del ristorante, i nostri invitati egli associati hanno potuto gustare piatti tipicidel luogo e passare alcune ore in serena com-pagnia. La serata è stata aperta con il discorsodi benvenuto da parte del nuovo PresidenteBinosi Luciano e si è conclusa con lo scambiodei tradizionali auguri. Pertanto un doverosoe significativo ringraziamento va a tutti coloro

che, con sensibilità e attenzione, ci permet-tono e ci coinvolgono in iniziative promosse afavore di persone meno fortunate. Inoltre unringraziamento particolare va rivolto al Sig.Mori Bruno, per la disponibilità e per la suaprofessionale opera, offerta nel realizzare edaggiornare un sito Internet interamente dedi-cato al nostro gruppo. Il sito, visitabile da tutti,è: http://i1sorriso.webnode.it/(imp.te/fi-nale). A tutta la Comunità di Calvisano, rivol-giamo i nostri migliori auguri di Buon Anno eche sia un nuovo anno ricco di consapevo-lezza, gioia, entusiasmo, pace e amore, per-ché faccia riscoprire all’umanità quei valoricristiani, fondamentali per il nostro futuro eper il futuro dei nostri figli.

Sam

L’Associazione “Il Sorriso” ringrazia

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27 Dic. 2012 / 4 Gen. 2013 Che belle le vacanze natalizie... Tutti le aspettiamo con ansia: re-

lax, cenoni, ricchi pranzi, regali, ancora cenoni e ancora regali... Così, circondate dal solito e monotono consumismo delle feste,

ci siamo chieste se due ventenni non avessero il dovere di darsi unpo' da fare e tentare di vivere il Natale in maniera insolita, aprendomeglio gli occhi sul mondo che ci circonda e, magari, regalandoqualche sorriso a chi purtroppo non conosce né i “monotoni ce-noni” né “i numerosi regali”.

Venendo a conoscenza dell’esperienza che l’Associazione Na-zionale “Il Giardino delle Rose Blu” ripete ormai da quattro anni inBosnia Erzegovina, (in collaborazione con l'omonima FondazioneInternazionale), abbiamo dato inizio alla nostra piccola, grande av-ventura.

La missione, della durata di otto giorni, aveva come primo obiet-tivo l’animazione dei vari reparti dell’Ospedale di “Drin”, un istitutoa lunga degenza per disabili e malati psichiatrici di ogni età, neipressi di Sarajevo.

In una terra ancora fortemente provata dalle ferite della guerra,purtroppo l’attenzione a queste persone è ancora molto ridotta e ipazienti, oltre a disporre di spazi insufficienti, non ricevono le at-tenzioni necessarie, a causa della mancanza di personale e di vo-lontari.

Ecco perché una carezza, un sorriso o una semplice stretta dimano riescono ad accendere una luce negli occhi sofferenti di unbambino, un adulto o un anziano, in cerca di un po’ di affetto, (cheprobabilmente gli è stato negato dai parenti a causa della condi-zione in cui si trova).

Inoltre, le ferite lasciate dalla guerra scoppiata nel 1992, in tuttala ex-Jugoslavia, hanno aggravato la situazione di emarginazionedei pazienti e ne hanno aumentato il numero: molte famiglie, oltreai problemi di povertà e distruzione, hanno dovuto affrontare con-seguenze come la sindrome PTSD (disturbo da stress post-trau-matico), che spesso andava a peggiorare condizioni di stabilitàmentale già precarie.

Ancora oggi sono numerose le famiglie in uno stato di forte di-

sagio economico; per questo “Il Giardino delle Rose Blu”, dopo avercostatato la scarsa emissione di aiuti da parte delle istituzioni lo-cali, ha creato un progetto chiamato “Il Ponte del Sorriso”, per so-stenere le famiglie più bisognose, seguendole da vicino attraversoi volontari, che visitano periodicamente i bambini adottati a di-stanza. (Grazie alla generosa offerta di una famiglia Calvisanese,una bambina è stata aggiunta al progetto durante quest’ultima per-manenza dei volontari in Bosnia).

Ma le emozioni non sono finite qui! Dopo aver toccato con manoi problemi di emarginazione attorno alla moderna Sarajevo, ormaiquasi completamente ricostruita, ecco che, con sole tre ore di viag-gio, ci siamo ritrovate catapultate in una realtà lontana anni luce: ilpiccolo villaggio di Cerska, nei pressi di Serbrenica, una delle cittàtristemente ricordate per le stragi della guerra. Qui “Il Giardino delleRose Blu” organizza, da quattro anni, un campo estivo di anima-zione per circa 150 bambini e ragazzi che, felici di rivedere i loroanimatori italiani anche in un periodo insolito, si sono recati ascuola, accettando con piacere giocattoli e abiti donati.

Come qualcuno ha detto durante il campo “... è sempre difficiletrovarsi davanti a persone o bambini sofferenti, ti paralizza un po';ma poi ti accorgi che tu devi solo lasciarti andare e nient'altro, per-ché stanno già facendo tutto loro...” Infatti, le numerose difficoltànella comunicazione (praticamente sempre, solo non verbale),nella capacità di mettersi in gioco e un po’ in ridicolo, (magari conun naso rosso e qualche scarabocchio in viso), hanno reso que-st'esperienza ancora più speciale ed unica, restituendoci gli sforzidei primi giorni in sorrisi e lacrime di felicità; perché quando ungruppo di 45 persone provenienti dalle più disparate regioni ita-liane, (se non addirittura da paesi come Brasile e Croazia), con di-verse età, idee ed esperienze, si trova nello stesso luogo e con lostesso grande obiettivo di solidarietà, allora sì che è davvero Natale!

Vidimo se, Sarajevo! (A presto Sarajevo!) (Cogliamo l’occasione per invitare ognuno di voi, (di qualunque

età), alle prossime esperienze! Troverete molte informazioni sulsito dell’associazione www.ilgiardinodelleroseblu.com).

Francesca T. e Francesca F.

“Sarajevo: un inverno che non finisce...”

Anche quest’anno, in occasione del Concerto di Natale del 26dicembre, dopo i due cori parrocchiali Santa Cecilia e Il Cantico,il gruppo di bambini del Baby Zecchino si è esibito con cinquecanti natalizi: “Il Primo Natale”, “Se la gente usasse il cuore”, “Na-tale è nell’aria”, “Cantano gli angeli” e “Feliz Navidad”. E, ancorauna volta, il gruppo di piccoli cantanti ha accolto con piacere l’in-vito del coro Il Cantico per unirsi nell’esibizione di “Deck the hall”e “È Natale ancor” (del maestro Pietro Treccani).

Il piccolo coro si è inoltre recato, per il terzo anno consecutivo,presso la Casa di Riposo “Beata Cristina” di Calvisano, per augu-rare Buon Natale a tutti i nonni che vi abitano. Un ringraziamento

speciale va quindi alle educatrici e ai volontari della struttura, perla calorosa accoglienza e la disponibilità, sempre dimostrate, inogni occasione. Il GRAZIE più grande, però, è per tutti i nostri pic-coli cantanti che hanno partecipato con impegno ed entusiasmoanche a quest’ultimo appuntamento e, naturalmente alle loro fa-miglie. Cogliamo inoltre l’occasione per invitare tutti i bambini(dai 3 anni in su), all’edizione primaverile del Baby Zecchino:un’altra serie di incontri ricchi di giochi ritmici e musicali, con lenuove canzoni dello Zecchino d’Oro 2012. Presto le date dei nuoviappuntamenti!!!

Sara, Francesca e Alessia

Natale in musica... e non solo!

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LA VOCE DI CALVISANO 14

Si tratta di una tela raffigurante la Beata Cristina Semenzi di Calvisano, “rac-contata” nell’attimo estatico immediatamente successivo all’essersi trafitta unpiede con un grosso chiodo, ad imitazione di uno dei patimenti della croce. Ilquadro fu commissionato a Lodovico (o Ludovico) Gallina, bresciano, il 18 set-tembre 1777, con contratto stipulato fra il pittore stesso e la Comunità di Calvi-sano, tramite mediazione di Padre Francesco Paratico e del Nobile Faustino Le-chi, con un tempo di stesura dell’opera stimato in cinque anni ed un prezzo dicommissione pattuito in cento quaranta Zecchini, più le spese, pagabili in trerate (con l’aggiunta di un eventuale premio di diciotto Zecchini alla consegna,qualora l’opera fosse stata giudicata bella).

Il Gallina (Brescia 1752; Venezia 1786 -ma la enciclopedia Treccani ne data lamorte al 1787-) era al tempo considerato un buon Maestro. Formatosi alla scuolaveneziana, era infatti capace di quei tipici luminismi, in parte presenti anchenella parte superiore del nostro dipinto. Sapeva inoltre far emergere un gusto co-loristico e una ricchezza compositiva che piacevano. Morì però troppo prema-turamente per riuscire a collocarsi nel novero dei grandi. In questo dipinto hadato certamente una buona dimostrazione della sua mano, ancorchè ritengo ab-bia forse ecceduto proprio nella parte raffigurante Cristina, la cui immagine, evi-dentemente inginocchiata dalla parte sinistra, non pare però dimensionarsi alglobale dell’opera.

L’espressa intenzione dei committenti era di collocare la tela quale pala perl’altare dei Santi, quindi nella sua attuale sistemazione: a coprire una splendidalipsanoteca in legno dorato, contenente molte reliquie (“custodia” artistica cheandava scoperta solo saltuariamente, alla presenza di un rappresentante dellaComunità che possedeva la chiave del “deposito”, essendo il Comune stesso de-putato al rispetto del culto delle Sacre Reliquie, almeno fino a tutto o quasi il1800. Le Reliquie, come dice la tabella affissa presso l’altare, nella Parrocchiale,furono “procurate dal concittadino abate Teodoro Schilini; vennero collocate congrande solennità nella Chiesa precedente l’attuale, nel 1654. Busti e teche sonodel secolo XVII. Altare e soasa in marmo sono opera di Giuseppe Biasio di Bre-scia, 1770-71”).

Foto 1= visione globale della tela del Gallina; Foto 2= la lipsanoteca lignea (oggicoperta); Foto 3= l’altare settecentesco

L’immagine fondante il dipinto è ben conosciuta nel nostro paese: trattasi del-l’episodio sopra citato della vita terrena della Beata, che veste l’abito agostiniano,“steso” pittoricamente nella sua parte inferiore. Lo “scuro” dell’abito, e che ico-nicamente è comunque parte fondante di tanta della parte inferiore del quadro,non contribuisce certo a dar luce al resto del dipinto, meno presente, infatti, nellamemoria, anche del fedele. Nella parte superiore del lavoro è raffigurata sempreCristina, ma nella gloria del cielo, incoronata di alloro da un angelo e vestita inabito dai colori chiari, che esalta l’aspetto, quasi diafano, di un corpo che ha unqualcosa di una trasparenza tale da collocarsi bene nel posto e nel carosello diangeli che la circonda. Ecco: qui la mano dell’artista si esalta e … ottiene! Foto-graficamente (fot o A) pongo questo “inserto” in rapporto immediato con la partedel dipinto che più è densa di significato, rappresentando l’attimo estatico dellatrafissione del piede da parte della Beata, ritratta (e qui si nota la forza descrittivadel Gallina) con un viso molto epressivo, sostenuta nel suo sforzo da quella fi-gura angelica femminile (rappresentante la forza di volontà e la concessione digrazia) che regge lo stesso crocifisso, non a caso indicandocelo poiché fonte diispirazione del gesto stesso della Beata. (Vedi foto B; al centro del manto di Cri-stina si evidenziano ancora le tracce di uno strappodella tela).

Foto A= Cristina nella gloria del cielo, viene incoro-nata d’alloro da un angelo; Foto B= estasi di Cristina

Cenni di storia localela pala del Gallina, a soggetto la Beata Cristina

Sono forse meno conosciuti anche altri particolari presenti nel dipinto. Ri-tengo valga quindi la pena di soffermarsi, anche fotograficamente, su alcuni diessi, se non altro per riuscire a leggere la tela nella sua globalità, non senza primaevidenziare come essa sia stata oggetto di un riuscito restauro, effettuato pochianni orsono, che ha impedito il deteriorarsi e lo scollarsi di alcune parti pitto-rico-coloristiche della parte inferiore, “cotte” dal centenario calore dei ceri ono-rifici. La pulitura del velo pittorico ha portato quindi in luce alcuni degli aspettiluministici di cui ho detto. Nell’occasione si è inoltre venuti a ritendere in modocorretto la tela e a suturare un evidente strappo, che si posizionava circa nellaregione centro-medio bassa dell’opera, creatosi durante gli spostamenti cui erastata sottoposta, a partire dalla metà degli anni ottanta (con varie collocazionila più adeguata delle quali è stata probabilmente quella che la vedeva nellachiesa della Disciplina). Motivo iniziale di tali spostamenti fu la necessità di pro-cedere ad alcuni interventi di restauro alla chiesa. Venendosi a “scoprire” la li-psanoteca di cui ho dianzi detto, di cui si era persa “memoria visiva”, si pensòdi lasciare quella alla contemplazione dei fedeli, non riposando il quadro delGallina nella collocazione per la quale era nato. Oggi si è invece addivenuti aduna intenzione diversa, e filologicamente corretta.

Nella parte inferiore del dipinto, sono presenti alcuni inserti di sicuro interesseFoto 1) Ci si interroga sulla morte e sul senso delle cose terrene. Che senso ha lanostra corsa in questo mondo, se abbiamo un destino segnato? Ed ecco la ri-sposta: è meglio donarsi, ad imitazione di Cristina. Il cranio posto sul libro dellepreghiere (con evidenza iconica al suo essere molto utilizzato) è il messaggio; lastrada, la via dritta, è nella preghiera. Il mazzo di rose che si colloca al fiancodella scena ora descritta è un chiaro simbolo onorifico ma anche il ricordo di unepisodio della vita della Beata (il miracolo delle rose). Sullo sfondo è presente,quale momento ulteriore di onore, una urna per oli, forse (meno probabilmente)leggibile anche quale turibolo o incensiere.Foto 2) Ecco la firma del Gallina, con la data che oggi leggiamo 1799, e tracce diuno stemma che penso rappresentasse originariamente la comunità commit-tente, terra di origine della Beata (lo stemma di Calvisano è presente in moltedelle opere che la raffigurano). Noterete subito che c’è qualcosa che “non torna”tra le date dell’opera e della morte dell’autore. Non faccio ulteriori commenti senon ipotizzare un errore occorso in fase di restauro (oggi o in altra epoca?). Lostemma è appoggiato ad un “tronco di colonna” o capitello, sovrastato da unasfera: il mondo, ma inteso come creazione, quindi la perfezione, la divinità. (Diquesto inserto non presento immagine fotografica particolare ma lo si può co-munque notare nel globale dell’opera).

Foto 1= interrogazione sul senso della morte e della vita; Foto 2= firma dell’au-tore, data e tracce di stemma calvino

E a conclusione del presente articolo pongo quattro altri momenti fotograficidi dettaglio, sui quali però non mi dilungo ulteriormente.

Foto 3= il martello nella mano della Beata (qui, come nell’immagine seguente,sono evidenti la densità e lo spessore della patina pittorica)

Foto 4= il piede trafittoFoto 5= la Croce ed il Crocifisso (simbolo ed imitazione)Foto 6= (questa croce non fa parte della tela ma ne diviene momento inte-

grante, attraverso la lettura della scritta che riporta, e che è lo stesso “perché” delgesto di Cristina): stupenda croce lignea, posta al vertice del tabernacolo del-l’altare, con scritta “in hoc signo vinces” (“con questo segno vincerai”, di co-stantiniana memoria). Pietro Treccani

CalviFEBB13 31-01-2013 13:10 Pagina 14

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Natale dello sportivoSi è svolto la sera di lunedì 17 dicembre il

consueto appuntamento annuale con la ce-lebrazione del Natale dello sportivo. La se-rata si è svolta con la celebrazione della S.Messa alle ore 20.00 presieduta dal nostroparroco Don Gabriele alla quale hanno par-tecipato molti atleti facenti parte delle variesocietà gruppi sportivi presenti sul territoriocalvisanese. Al termine della Messa, cisiamo ritrovati all’Oratorio per un piccolorinfresco ed il consueto scambio di auguri.Cogliamo l’occasione, a nome del GruppoSportivo, di augurare a tutti un felice 2013!!!

Piano di studioÈ stato approvato dal Comune di Calvi-

sano, assessore all’Istruzione Marco Rocco,il piano al diritto allo studio 2012-2013. Ilpiano coinvolge una popolazione scolasticache va dal Nido di Malpaga (affidato all’As-sociazione Don Bosco) con potenzialità 10utenti alle due Scuole Materne di Viadanacon 61 utenti e Mezzane con 29 utenti, allaScuola Materna, ente autonomo “A. Bo-naldi” con 171utenti, le Scuole elementaridel capoluogo con 346 scolari e di Viadanacon 80 alunni e la Scuola media con 277studenti.

Alcune novità riguardano il trasporto de-gli alunni: un nuovo scuolabus comunaleaffiancato da un mezzo fornito da un’a-zienda privata. Il costo di gestione del ser-vizio è stimato circa 114 mila euro: ai 170utenti giornalieri verranno garantite l’assi-stenza sui mezzi e una cinquantina diescursioni didattiche. Le tariffe a loro caricooscilleranno tra i 25 e 42 euro in base allefasce Isee. I contributi versati alla scuola pa-ritaria “A. Bonaldi” saranno di 25.000 europer circa 170 alunni mentre 77.000 alle se-zioni statalizzate. Sarà garantito il serviziopre-scuola ed il nuovo servizio “Piedibus”con 85 piccoli utenti seguiti e controllati da26 volontari sulle linee attivate nel capo-luogo e a Viadana: scolari e volontari sonodotati di sistemi distintivi sponsorizzati.Buona la rispondenza delle famiglie alle op-portunità della “Dote Scuola” con 238 do-mande (per 391 alunni) per il sostegno delreddito e 14 domande per il merito.

Spettacoli nataliziNella bella sala della comunità, punto di

riferimento importante per la condivisionedi valori sociali, culturali, civili, abbiamo as-sistito, in occasione delle feste natalizie, adue splendidi spettacoli dei ragazzi discuola media e degli alunni delle terze ele-mentari. Il primo è stato un applauditissimoconcerto musicale con la presenza di 113ragazzi con i loro strumenti: flauto, pia-noforte, tromba... solisti o in coro. Ci hannodeliziato per la bellezza di brani musicali,

ispirati in parte al Natale, preparati con lamassima cura dai ragazzi e dai loro inse-gnanti. Lo spettacolo “L’Incantesimo di Na-tale” delle terze elementari è stato bellis-simo e particolarmente coinvolgente per lanaturalezza e la gioiosa partecipazione deipiccoli attori e cantori. E se all’inizio ci si po-teva chiedere: ma cosa hanno a che fare unastrega, folletti e pipistrelli, alla festa della“Luna storta” con la nascita di un Bambinoche è entrato nel mondo danzando i passidell’amore? Invece il messaggio natalizioarriva puntuale: tutti possono diventarebuoni grazie all’aiuto di chi ci è vicino evuole il nostro bene, come la strega che di-venterà la Befana dispensatrice di doni e fe-licità ai bambini del mondo.

Anche altre classi della scuola elemen-tare, nella palestra, hanno intrattenuto ge-nitori e parenti con graziosi spettacoli conaddobbi, canti, poesie natalizie, esercizi dipsico-motricità, per concludere con glialunni delle quinte con uno spettacolo na-talizio all’insegna della multiculturalità,motivo costante e vivo del loro percorsoeducativo, che fa delle differenze una pre-ziosa ricchezza da vivere nel segno del ri-spetto, dell’uguaglianza e della fraternità; ibellissimi canti, che si sono susseguiti nellevarie lingue degli alunni, sono stati la piùbella espressione del messaggio di Natale.

MO.I.CA.Nel 1982 nasceva a Calvisano l’idea del

Movimento Casalinghe: trent’anni di attivitàe conquiste per dare dignità alla “donna dicasa” grazie a MO.I.CA. (movimento ita-liano casalinghe) fondato da Tina Leonzi, il-lustre bresciana che ne è ancora la massimaespressione.

Il movimento ebbe inizio l’11 novembre1982 dopo un intenso lavoro preparatorio,con l’impegno di Tina Leonzi, che ricorda leprime discussioni, riflessioni e condivisionisui diritti delle casalinghe insieme agli amicil’avvocato Stefano Minelli e la moglie Vel-leda Mereghetti nella loro abitazione di Cal-

visano, Villa Nember, fin dal lontano 1974.Il Movimento, che nacque quasi in con-

trapposizione al femminismo, è l’unica or-ganizzazione italiana, in questo campo, diispirazione cristiana, propone per le casa-linghe la promozione spirituale e culturale,il riconoscimento giuridico e una conse-guente politica socio-economica.

L’attività della casalinga continua ad es-sere una tematica affinché la donna e la so-cietà nel suo complesso abbiano la consa-pevolezza dell’importanza del ruolo di talelavoro, con la stessa dignità e valore dellealtre attività.

Visita presepiTempo di Natale, tempo di presepi: quelli

preparati in casa, nelle Chiese, all’aperto. Ètempo di visitare anche quei presepi, inpaesi più o meno vicini, che per tradizionesono così caratteristici e suggestivi. E i fedelisi mettono in cammino come i Magi che “alveder la Stella provarono una grande gioia”.

Come ogni anno il Gruppo Amici di S. Pa-dre Pio, coordinato da Enrico Rosa con lacollaborazione dei coniugi Tomaselli, haproposto nel pomeriggio dell’Epifania, do-menica 6 gennaio, una visita ad alcuni si-gnificativi presepi della nostra provincia.Sono state scelte le rappresentazioni di Nu-volera, dove il presepe vivente si snoda peri sentieri della collina in un ambiente tipica-mente rustico, con le sue tradizioni, co-stumi, arnesi, lavori e strumenti d’epoca,con il coinvolgimento dei suoi abitanti.

Una partecipazione corale, all’insegna diricreare un ambiente originale e suggestivo,si accompagna l’inquietudine del cuoreumano sempre in ricerca, e quella nostalgiache provò S. Francesco nel primo presepe,realizzato a Greccio, di stringere tra le brac-cia, seppur idealmente, quel Dio fatto Bam-bino. Ed è subito scambio di sensazionigioiose ed emozioni profonde. La visita èproseguita presso gli altri due presepi diGavardo e Manerba, di tipo tradizionale,pur nella loro bellezza.

15 LA VOCE DI CALVISANO

CRONACHE BREVI a cura di Piera D’Adda

MARIALILIAVIOLA

31.1.201231.1.2013

Ogni giorno ci accompagna il ricordo dellatua dolcezza e serenità e questo ci confortae ci dà la forza di accettare la tua perdita.

Ti vogliamo bene. I tuoi cari

FRANCOFIOLINI

26.3.200826.3.2013

Ti ricordiamo sempre con tanto affetto.I tuoi cari

CalviFEBB13 31-01-2013 13:10 Pagina 15

Page 16: La Voce di Calvisano - Febbraio 2013

I punti caldi sono, in Africa, Darfur, Libia, Mali, Nigeria, Pun-tland, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica delCongo, Somalia, Somaliland; in Asia, Afghanistan, Birmania-Myanmar, Pakistan; in Europa, Cecenia, Daghestan; in MedioOriente, Iraq, Israele, Siria, Turchia, Yemen; in America, Colom-bia, Messico.

Di fronte a questa spaventosa realtà, che spesso ci sfugge per-ché trova poco spazio nei nostri mass media, papa Benedetto XVIparte dalla beatitudine evangelica per dare la sua definizione dipace: essa “concerne l’integrità della persona umana ed implicail coinvolgimento di tutto l’uomo. È pace con Dio, nel vivere se-condo la sua volontà. È pace interiore con se stessi, e pace este-riore con il prossimo e con tutto il creato”.

La pace passa per il riconoscimento e il rispetto delle veritàiscritte da Dio nel cuore di ogni persona, ne è quindi “precondi-zione” lo “smantellamento della dittatura del relativismo” e, allafine, esige di “proporre e promuovere una pedagogia della pace”,che miri alla “costruzione di una convivenza fondata sulla verità,sulla libertà, sull'amore e sulla giustizia”.

I nostri tempi, osserva il Papa, sono contrassegnati “dalla glo-balizzazione, con i suoi aspetti positivi e negativi, nonché da san-guinosi conflitti ancora in atto e da minacce di guerra”. “Allar-mano i focolai di tensione e di contrapposizione causati da cre-scenti diseguaglianze fra ricchi e poveri, dal prevalere di una men-talità egoistica e individualista espressa anche da un capitalismofinanziario sregolato” e “sono pericolosi per la pace quei fonda-mentalismi e quei fanatismi che stravolgono la vera natura dellareligione, chiamata a favorire la comunione e la riconciliazione tragli uomini”.

“E tuttavia, le molteplici opere di pace, di cui è ricco il mondo,testimoniano l’innata vocazione dell’umanità alla pace”. Questa“vocazione” è fondata sulle verità del diritto naturale. Primo puntoè quindi il “riconoscimento di essere, in Dio, un'unica famigliaumana… ove si riconoscono sinceramente secondo verità e giu-stizia, i reciproci diritti e i vicendevoli doveri”.

È la ricerca del “bene comune”. La via della sua realizzazionepassa anzitutto per il rispetto per la vita umana, “considerata nellamolteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento,nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale”. Accanto al noad aborto ed eutanasia, c’è la difesa e la promozione della fami-

glia “rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente aforme radicalmente diverse di unione”.

“Tra i diritti umani basilari, anche per la vita pacifica dei popoli,vi è quello dei singoli e delle comunità alla libertà religiosa… Pur-troppo, anche in Paesi di antica tradizione cristiana si stanno mol-tiplicando gli episodi di intolleranza religiosa, specie nei confrontidel cristianesimo e di coloro che semplicemente indossano i se-gni identitari della propria religione”.

Ma la promozione della pace passa anche per i diritti e i do-veri sociali. Tra quelli oggi maggiormente minacciati vi è il dirittoal lavoro. Servono quindi “coraggiose e nuove politiche del la-voro per tutti” e “un nuovo modello di sviluppo”, che sostituiscaquello prevalso negli ultimi decenni che “postulava la ricercadella massimizzazione del profitto e del consumo, in un’otticaindividualistica ed egoistica, intesa a valutare le persone solo perla loro capacità di rispondere alle esigenze della competitività.In un'altra prospettiva, invece, il vero e duraturo successo lo siottiene con il dono di sé, delle proprie capacità intellettuali, dellapropria intraprendenza, poiché lo sviluppo economico vivibile,cioè autenticamente umano, ha bisogno del principio di gratuitàcome espressione di fraternità e della logica del dono”. Concre-tamente, «l’operatore di pace si configura come colui che in-staura con i collaboratori e i colleghi, con i committenti e gliutenti, rapporti di lealtà e di reciprocità. Egli esercita l’attivitàeconomica per il bene comune, vive il suo impegno come qual-cosa che va al di là del proprio interesse, a beneficio delle gene-razioni presenti e future».

«È poi fondamentale ed imprescindibile la strutturazione eticadei mercati monetari, finanziari e commerciali..., in modo da nonarrecare danno ai più poveri. La sollecitudine dei molteplici ope-ratori di pace deve inoltre volgersi a considerare la crisi alimen-tare, ben più grave di quella finanziaria».

Occorre, in conclusione, “rinunciare alla falsa pace che pro-mettono gli idoli di questo mondo e ai pericoli che la accompa-gnano, a quella falsa pace che rende le coscienze sempre più in-sensibili, che porta verso il ripiegamento su se stessi, verso un'e-sistenza atrofizzata vissuta nell’indifferenza. Al contrario, la pe-dagogia della pace implica azione, compassione, solidarietà, co-raggio e perseveranza”.

Monica Gavazzi

Messaggio del Santo Padre Benedetto XVIper la celebrazione della 46a Giornata Mondiale della Pace, 1° gennaio 2013:

Beati gli operatori di pace

L’immagine,tratta dal sitodi “Peace reporter”,è impressionante,e purtropponon del tuttoaggiornata:documentai conflitti in atto oggi,che coinvolgonocirca 60 Statie 376 gruppidi miliziani.

CalviFEBB13 31-01-2013 13:10 Pagina 16