l’agenzia per la coesione territoriale, la macroregione e...

L’Agenzia per la Coesione Territoriale, la Macroregione e

l’evoluzione delle strategie per il Mezzogiorno

Amedeo Lepore, SVIMEZ – Seconda Università di Napoli Roma, 8 maggio 2014

Il Mezzogiorno

Il Seminario

Risorse per le politiche di riequilibrio economico e sociale

Quadro finanziario dell’Unione Europea (2000-2006)

Ripartizione dei fondi strutturali 2000-2006 2007-2013

1. Spagna 23,6% 1. Polonia 19,4%

2. Italia 12,4% 2. Spagna 10,2%

2. Germania 12,4% 3. Italia 8,3%

4. Grecia 10,7% 4. Rep. ceca 7,7%

5. Portogallo 9,7% 5. Germania 7,6%

6. UK 7,6% 6. Ungheria 7,3%

7. Francia 7,0% 7. Portogallo 6,2%

8. Polonia 4,8% 8. Grecia 5,9%

9. Irlanda 1,8% 9. Romania 5,7%

Per la “convergenza” (2007-2013):

-  Polonia: 19,2% (tutto il Paese)

-  Spagna: 7.6% (Sud e Centro-sud, Galizia, Asturie)

-  Rep. ceca: 7,5% (tutto il Paese, tranne Praga)

-  Ungheria: 6.6% (tutto il Paese, tranne Budapest)

-  Italia: 6,3% (Mezzogiorno)

-  Portogallo: 5,9% (tutto il Paese, tranne Lisbona)

-  Grecia: 5,7% (tutto il Paese, tranne la Grecia centrale e isole dell’Egeo)

-  Romania: 5,6% (tutto il Paese)

-  Germania: 4,6% (Länder orientali, tranne Berlino)

-  Slovacchia: 3,2% (tutto il Paese, tranne Bratislava)

Consuntivo della spesa dei fondi strutturali europei. All’interno della colonna i fondi disponibili (21 mld.), in cima alla colonna la percentuale

di spesa, al 31/12/2013 (45,7%). (Fonte: Commissione europea)

Risorse finanziarie disponibili per il periodo 2007-2013 (valori in milioni di euro)

Stato di attuazione della politica di coesione cofinanziata dai Fondi Strutturali in Italia

nel periodo 2010-2013

Dotazione totale di risorse, spesa certificata e tasso di realizzazione alla fine del 2013, per area geografica/regione (in milioni di euro)

Tasso di realizzazione per Regione alla fine del 2013 (rapporto % spesa certificata/dotazione)

L’Italia e i fondi europei

Proposta di zonizzazione 2014-2020

Le risorse assegnate all’Italia (2014-2020)

Allocazione dei fondi strutturali (2014-2020)

Ripartizione dei fondi europei (2014-2020)

GOVERNANCE

Sviluppo economico Valorizzazzione risorse umane Competitività dei territori

diretto indiretto

Servizi non finanziari Servizi informativi

Servizi comuni Formazione

Servizi di audit

Servizi finanziari Crediti Mutui Garanzie Società di capitalii Leasing factoring

Strutture intermediarie Agenzie per lo sviluppo Compagnie capitale di rischio Agenzie alta tecnologia

Infrastrutture locali Distretti industriali

Incubatori Parchi industriali

Clusters Parchi scientifici

Educazione scolastica e universitaria Formazione

Creazione posti lavoro Politiche integrative

Patti territoriali

Infrastrutture Contesto territoriale

Promozione industriale Attrattività investimenti

Recupero del territorio dal degrado Promozione regionale

Internazionalizz. turismo Clusters

Ricerca e innovazione Società dell’informazione

L’Agenzia per la Coesione Territoriale


! Con la conversione del decreto-legge n. 101/2013, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle Pubbliche Amministrazioni, è stata definitivamente varata l’Agenzia per la Coesione Territoriale.

L’Agenzia: Invitalia

L’Agenzia: i compiti (fondi strutturali e fondo per lo sviluppo e la coesione)

L’Agenzia: i compiti

L’Agenzia: lo Statuto

L’Agenzia: il direttore generale

L’Agenzia e il DPS nella transizione

L’Agenzia e il DPS

L’Agenzia: i poteri sostitutivi

L’Agenzia: regolamenti e comitato direttivo

Matrice delle tipologie delle Agenzie di sviluppo A

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Agenzia

in rete (o

regionale)

Agenzia

autonoma (o

locale) limitato elevato Grado di autonomia

Il ruolo e i diversi tipi di Agenzia

! L’Agenzia autonoma (o locale)

!  Opera a livello locale, con un elevato grado di indipendenza.

!  È dotata delle risorse necessarie alla promozione degli investimenti e dispone delle capacità umane e tecniche per operare in contesti territoriali particolari.

!  Compete con le altre Agenzie di sviluppo presenti sullo stesso territorio.

!  Esempi: WDA (Galles), SPRI (Paesi Baschi), ADA (Alsazia) [area a forte cultura regionalista].


! L’Agenzia integrata

!  Promuove un intero sistema-Paese, anche per attrarre investimenti dall’estero. Di solito, è di diretta emanazione del governo nazionale e presenta una struttura a rete, con rappresentanze nei principali territori del mondo.

!  Crea un’immagine propulsiva del Paese, facendo perno su alcuni elementi percepiti come fortemente positivi dai potenziali investitori.

!  Instaura rapporti forti con le Autorità centrali ed è adatta per Paesi omogenei in termini economici e culturali.

!  Esempi: IBB (Gran Bretagna), InvestinFrance (Francia), Kotra (Corea), Paiz (Polonia), ex-Sviluppo Italia, Invitalia.


! L’Agenzia ombrello

!  Ha operatività nazionale, ma limitata autonomia.

!  Opera in rete con le Agenzie di livello regionale, assolvendo funzioni di coordinamento. Le Agenzie regionali, a loro volta, operano in una situazione concorrenziale nell’attrazione di capitali, anche se cooperano tra loro attraverso l’Agenzia ombrello.

!  Promuove il Paese all’estero e attrae investimenti dall’estero.

!  Deve far sì che la concorrenza tra le Agenzie regionali operi per il successo del Paese.

!  Esempi: DATAR (Francia), Invest.UK (Gran Bretagna), NFIA (Olanda), ISA (Svezia), forse Invitalia.


! L’Agenzia in rete (o regionale)

!  È un’Agenzia di carattere regionale o locale, con limitata autonomia (a causa del controllo esercitato, spesso con una quota di maggioranza, dalle amministrazioni regionali), ed è collegata con l’Agenzia ombrello nazionale.

!  È in competizione con le altre del medesimo rango.

!  Esempi: CEI Piemonte ex-ITP, Milano Metropoli e Soprip, in Italia; Ouest Atlantique, in Francia; One, in Inghilterra.

L’Agenzia come dovrebbe essere

!  L’Agenzia per la coesione dovrebbe essere uno strumento di carattere nazionale, agile, ma dalle competenze certe, in grado di elaborare e attuare strategie di sviluppo, coordinare le policies regionali e sostituire gli enti inefficienti. Non dovrebbe limitarsi alla nuova programmazione 2014-2020, ma assumere un ruolo analogo a quello duraturo e ampio delle migliori esperienze europee.

!  Potrebbe essere istituita, facendo riferimento alle migliori esperienze della DATAR francese, della IDA irlandese e della WDA gallese, nonché provando a realizzare un mix di “Agenzia ombrello” (per il suo carattere nazionale e per il suo ruolo di coordinamento delle politiche regionali) e di “Agenzia integrata” (per il suo elevato grado di autonomia e per la rappresentanza di una reciprocità di interessi in un quadro unitario). Ma l’approfondimento su questo tema è proprio quello a cui la SVIMEZ deve dedicarsi a partire da oggi, per fornire un contributo concreto all’elaborazione del governo.

L’Agenzia come è

!  Dall’Agenzia, in ogni caso, si riparte, dopo un ventennio di assoluta mancanza di una visione nazionale di coesione e di sviluppo delle aree più arretrate, a cominciare dalla macro-regione meridionale: si tratta solo di un primo passo, ma una logica di riforma è cominciata a emergere e potrebbe, se seguita dai fatti, indirizzare le altre trasformazioni necessarie. Riesaminare, sia pure a grandi linee, i precedenti di una storia, le strategie e gli strumenti di sviluppo adottati in altri contesti, può contribuire a rendere più evidente l’esigenza di muoversi con decisione verso un orizzonte fatto di obiettivi molto impegnativi e complessi.

L’Agenzia: l’accordo di partenariato

L’Agenzia e il piano segreto

L’Agenzia e i fondi

L’Agenzia e l’accelerazione

L’Agenzia entro maggio (Delrio)

L’Agenzia e i problemi aperti

!  1) Si è in forte ritardo, in quanto l’istituzione dell’Agenzia sarebbe dovuta avvenire entro marzo (preceduta dall’emanazione dei regolamenti). Il cambio di Governo ha rallentato questa attività. L’ultimo atto del Ministro Trigilia è stato quello di trasferire al Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio le bozze di Statuto, i criteri di selezione per il bando (che dovrà predisporre il Formez) per l’assunzione di 120 unità che dovranno confluire nella struttura, quelli per la selezione del direttore e per il passaggio di 50 unità dal Dps alla Presidenza. Ma a oggi i decreti attuativi non sono stati ancora emanati e molti aspetti dell’attuazione dell’Agenzia sarebbero in via di revisione.


!  2) In relazione alla programmazione del nuovo ciclo di finanziamenti europei 2014-2020, il primo articolo dell’allegato inviato a Bruxelles il 22 aprile scorso spiega le novità del testo rielaborato da Delrio. L’impianto è quello di Trigilia, ma con alcune integrazioni. Sono stati, infatti, sviluppati alcuni punti per rispondere alle osservazioni (361 in tutto) che la Commissione europea aveva evidenziato sul testo inviato da Trigilia il 10 dicembre scorso, perché poco chiari o troppo approssimativi. Solo dopo aver ricevuto l’assenso definitivo, si potrà procedere alla ripartizione delle risorse tra le Regioni.


!  3) La riprogrammazione di fondi a rischio del ciclo 2007-2013, stimati in 5-6 miliardi è un’altra questione aperta. Il DPS sta lavorando quasi esclusivamente a questo, per spostare risorse su misure anti recessive, sulla scia di quanto già fatto da Trigilia, che durante il suo mandato ha riprogrammato risorse per circa 7 miliardi. Anche l’esito di questa attività dovrà essere verificato, per comprendere se si saranno superati i rischi di una consistente perdita di fondi europei.

La macroregione

La macroregione secondo Caldoro

La macroregione secondo Pittella

La Macroregione secondo Laterza

La Macroregione

La Macroregione

! Una macroregione per curare il Sud di Giorgio Ruffolo

!  La Svimez (Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno) è un’istituzione seria, autorevole, competente. Una di quelle che ci permettono di non disperare di questo paese. Pur nel suo linguaggio, per ormai lunga tradizione asciutto e discreto, il messaggio del suo ultimo rapporto (L’economia del Mezzogiorno) presentato in questi giorni, è particolarmente inquietante.

La Macroregione

!  Per il Mezzogiorno e per l’intero Paese. «L’Italia - ammoniva Giuseppe Mazzini - sarà quel che il Mezzogiorno sarà». L’immagine che emerge del Mezzogiorno in questo rapporto non fa bene sperare dell’uno e dell’altra. Condensiamola, questa immagine, in pochi tratti. Economica, sociale e (forse gli autori esiterebbero a definirla così) morale.

!  Il ritratto economico del Mezzogiorno è solitamente riassunto nel divario del prodotto pro capite rispetto al Centro Nord, che è rimasto sostanzialmente immutato negli ultimi trent’anni, attorno al 40 per cento. Negli ultimi otto anni però il Sud è cresciuto meno del Nord e il divario è aumentato.

La Macroregione

!  Il Sud, in cui vive un terzo degli italiani, produce un quarto del reddito nazionale. E resta il territorio arretrato più esteso e popoloso dell'area dell’euro. L’attuale crisi ha colpito il Mezzogiorno molto più severamente del nord: in un anno, una contrazione del 4,5% del suo reddito rispetto all’1,5%. Ormai da otto anni il Sud cresce meno del Nord.

!  L’industria meridionale ha subito colpi gravi (vedi Termini Imerese e Pomigliano d’Arco). Le risorse finanziarie destinate al Sud sono state in parte dirottate verso altre destinazioni. L’occupazione meridionale è diminuita tornando ai livelli di dieci anni fa. Il tasso di disoccupazione è salito al 12,5% al Sud contro il 5,9% al Nord. In venti anni 2milioni e 385 mila persone hanno abbandonato il Sud.

La Macroregione

!  Dal punto di vista del benessere, o piuttosto del malessere sociale, la qualità dei servizi pubblici (giustizia, sanità, istruzione, trasporti, servizi locali, ambiente, sicurezza) è peggiorata, così come la raccolta differenziata dei rifiuti inferiore dell’85% rispetto agli obiettivi. E gli infiniti tempi di attesa dei processi civili.

!  La povertà è nel Sud tre volte quella del Nord. Nemmeno una famiglia su quattro guadagna più di 3mila euro al mese contro il 42% delle famiglie al Nord. Last, not least, la criminalità. Gli indubbi successi nella lotta alle mafie le hanno scosse, ma tutt’altro che sgominate. Le perdite sono presto compensate dai nuovi afflussi.

La Macroregione

!  Non solo: le mafie si estendono al Nord. Come la Svimez afferma, quello della presenza mafiosa è l’unico divario territoriale che si sta colmando. Insomma, aveva ragione Mazzini. E anche l’altra presenza, degli imbroglioni piduisti, in forte espansione, sembra equamente ripartita tra Milano e Napoli. In sostanza che le due parti del paese si stanno separando economicamente e socialmente, soltanto la criminalità tende ad estendersi in tutto il paese. Perfettamente compatibile con una separazione politica. Anzi, per le mafie non c'è di meglio. Il Rapporto, però, non si limita a tracciare il desolante quadro. Diversamente dal riformismo chiacchierone, esso avanza le proposte di una radicale svolta della politica meridionalistica. Si tratta di tornare a una visione unitaria della “questione meridionale”.

La Macroregione

!  A un piano del Mezzogiorno e ad una Agenzia destinata a dirigere e a gestire progetti strategici: acque, rifiuti, difesa del suolo, infrastrutture strategiche. Una riedizione aggiornata della “Cassa” posta sotto il controllo di un Consiglio con i rappresentanti del Governo (Ambiente e Infrastrutture) e delle otto Regioni. Si ricostituirebbe così uno spazio di programmazione unitario del Mezzogiorno, una “macroregione”. La proposta si avvicina molto a quella, ancor più radicale, che è stata da me avanzata (discussa su queste pagine) che prevede una riforma costituzionale, con la formazione di uno Stato federale composto da due macroregioni (del Nord e del Sud), legate da un patto e mediate da un governo nazionale con un presidente della Repubblica eletto dal popolo.

La Macroregione

!  Il Rapporto Svimez costituisce un’occasione per realizzare una riforma costituzionale ispirata a un federalismo autenticamente unitario; per fare finalmente del problema meridionale una grande occasione di sviluppo per tutto il Paese e per l’Europa.

Giorgio Ruffolo www.ilmanifesto.it - 23.07.2010

L’Agenzia e la Macroregione

La macroregione

L’Agenzia e la Macroregione

La Macroregione

La Macroregione

!  Massimo Lo Cicero:

!  “Costruire macroregioni, capaci di riordinare la relazione tra apparati amministrativi e scelte autonome delle imprese, e delle organizzazioni non statali, è il terreno della prossima stagione politica. Le regioni attuali sono troppe e troppo diseguali tra loro. Le città sono la rete che rappresenta il reale tessuto locale del paese. E tre città, Milano, Roma e Napoli, che contano ciascuna circa quattro milioni di abitanti, sono i tre poli metropolitani che il paese dovrebbe riconoscere. Sono queste tre aree che dovrebbero essere riordinate e trasformate nel centro di gravità per le reti di comuni e di città, che le circondano”.

L’evoluzione delle strategie per il Mezzogiorno

La Cassa per il Mezzogiorno, l’Agenzia e la reltà attuale

!  Una riflessione sull’intervento straordinario può essere ripresa, non tanto per coltivare il ritorno al giardino dell’Eden della Cassa per il Mezzogiorno, quanto per comprendere il valore singolare di quell’esperienza, che ha trasformato il Sud e l’Italia nel suo insieme.

!  Nelle condizioni mutate della realtà odierna, non è possibile riproporre, sic et simpliciter, uno strumento analogo alla Cassa. Tuttavia, è tremendamente attuale l’esigenza di riordinare le politiche economiche e di fornire una nuova prospettiva al Paese. Dalla riscoperta di una storia colpevolmente negletta e abbandonata, come quella della Cassa per il Mezzogiorno, può venire lo stimolo a una nuova concentrazione degli sforzi, alla rigorosità dell’impegno, al coordinamento dei soggetti e all’efficacia dell’azione, per scongiurare il rischio di un declino definitivo e fondare sulla complementarietà degli interessi del Nord e del Sud un nuovo tentativo, anziché di separazione, di unificazione economica dell’Italia.

L’evoluzione delle strategie per il Mezzogiorno

! Alcuni spunti di riflessione:

!  Una nuova prospettiva europea

!  Le riforme costituzionali

!  Le politiche industriali (Stiglitz a Roma)

!  Una potente “autostrada” del futuro: la rete telematica e la banda larga

!  Il Mezzogiorno e l’inesistenza di un contrasto tra strategie macroeconomiche e iniziativa di riscatto del Sud, protagonismo attivo di nuovi soggetti, modernizzazione produttiva, sociale e delle istituzioni meridionali.

!  Contro il “declinismo”.

!  La centralità dello Stato e dell’impresa, per un nuovo Mezzogiorno.

Il Seminario precedente

Il Seminario di oggi

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