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Xxxx Xxx La storia di un prodotto naturale di vasto impiego che si è rivelato fatale di Carmen C. Piras L’amianto, quando utilità fa rima con letalità L’amianto (o asbesto, dal greco “incorruttibile”) è un minerale strutturato in forma di lunghe fibre, flessibili, morbide, adatte alla filatura e alla tessitura. È ignifugo e isolante, resistente al calore, agli agenti chimici, fisici e agli sforzi meccanici e, proprio in virtù di queste proprietà, è stato ampiamente utilizzato in passato, in differenti campi, per la realizzazione di oltre 3.500 prodotti. Oggi nella maggior parte dei Paesi è bandito, in quanto si è rivelato essere la causa di patologie respiratorie che hanno provocato la morte nei decenni scorsi di numerosi lavoratori esposti, soprattutto tra i minatori e gli addetti alla produzione dei manufatti contenenti asbesto: un altro caso in cui la natura non ci è stata amica.

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Page 1: L’amianto, - Consorzio INCA Homepage Xxx Oltre 4.500 anni di storia Con amianto, o asbesto, si indica una serie di minerali silicati di origine naturale (vedi tabella) che possono

Xxxx Xxx

La storia di un prodotto naturale di vasto impiego che si è rivelato fatale

di Carmen C. Piras

L’amianto, quando utilità fa rima con letalità

L’amianto (o asbesto, dal greco “incorruttibile”) è un minerale strutturato in forma di lunghe fibre, flessibili, morbide, adatte alla filatura e alla tessitura. È ignifugo e isolante, resistente al calore, agli agenti chimici, fisici e agli sforzi meccanici e, proprio in virtù di queste proprietà, è stato ampiamente utilizzato in passato, in differenti campi, per la realizzazione di oltre 3.500 prodotti. Oggi nella maggior parte dei Paesi è bandito, in quanto si è rivelato essere la causa di patologie respiratorie che hanno provocato la morte nei decenni scorsi di numerosi lavoratori esposti, soprattutto tra i minatori e gli addetti alla produzione dei manufatti contenenti asbesto: un altro caso in cui la natura non ci è stata amica.

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Oltre 4.500 anni di storiaCon amianto, o asbesto, si indica una serie di minerali silicati di origine naturale (vedi tabella) che possono presentare struttura “asbestiforme”: cristalli in forma di lunghe fibre con rapporto spessore/lunghezza di circa 1:20. Il vasto utilizzo di questo ma-teriale nel recente passato per applicazioni civili e industriali si deve al suo assorbi-mento acustico, alla sua resistenza alla tra-zione, al fuoco, al calore, alla degradazione chimica, alle proprietà di isolante elettrico e termico e, non ultimo, al basso costo. Dall’antichità a oggi ci sono giunte nume-

r o s e testimonianze riguardanti l’uso

di questo materiale, che ha trovato stori-camente una vasta gamma di impieghi per le sue peculiari proprietà chimico-fsiche. Il primo utilizzo risale, infatti, al 2500 a.C. in Finlandia, dove l’amianto (antofillite) di un deposito locale veniva adoperato per rinforzare utensili di argilla e manufatti in ceramica.Anche gli antichi Romani e i Persiani, sep-pero sfruttare le proprietà di questo ma-teriale che veniva utilizzato per ottenere delle ceneri più pure e chiare con cui av-volgere i cadaveri da cremare.

Tra i vari impieghi, può vantare anche quelli per scopi terapeutici, il medico Boe-zio nel 1600 lo includeva nella formulazio-ne di unguenti per la cura delle ulcerazioni delle gambe, la scabbia e le vene varicose.Alla fine del diciassettesimo secolo, in Russia venne avviata la fabbricazione di sottili fogli di amianto (crisotilo) estratto dai Monti Urali e furono, inoltre, indivi-duati numerosi depositi in Sud Africa, Ca-nada e Russia.Proprio da questo periodo cominciò l’uti-lizzo industriale dell’asbesto su larga scala; negli Stati Uniti come isolante termico e in Italia per la produzione di tessuti.Nel 1901, grazie all’austriaco Ludwig

Hotschelk, nacque il cemento-amianto, ma-teriale che ha trovato applicazione in nume-rosi ambiti, forse più noto con il nome com-merciale di eternit® (dal latino “aeternitas”, eternità).La Seconda guerra mondiale aprì nuove strade all’uso dell’amianto che trovò mol-teplici applicazioni anche in ambito belli-co, grazie alle sue proprietà di materiale ignifugo e di isolante termico.Negli anni successivi, l’asbesto divenne via via sempre più diffuso come ignifugo e isolante termoacustico e per la realizza-zione di tegole, lastre ondulate o piane per coperture, serbatoi, silos, raccordi, gron-daie, canne fumarie, comignoli, condotte d’aria, rivestimenti di tubature, pavimen-

Storia dell’amianto Tra utilità e letalità

nome Formula chimica Origine del nome

Actinolite Ca2(Mg,Fe)5Si8O22(OH)2 dal greco: “pietra raggiata”

Amosite (Mg,Fe)7Si8O22(OH)2

dall’abbreviazione di “Asbestos Mines of South Africa”, nome commerciale dei minerali grunerite e cummingtonite

Antofillite (Mg,Fe)7Si8O22(OH)2 dal greco: “garofano”

Balangeroite (Mg,Fe3+,Fe2+,Mn2+)42Si16O54(OH)40da Balangero, località in Provincia di Torino, in cui veniva estratto

Crisotilo Mg3Si2O5(OH)4 dal greco: “fibra d’oro”

Crocidolite Na2Fe2+3Fe3+2Si8O22(OH)2dal greco: “fiocco di lana”, varietà fibrosa del minerale riebeckite

Tremolite Ca2Mg5Si8O22(OH)2 dal nome della Val Tremola, in SvizzeraFonte dati: Wikipedia (it)

Fibre ottenute dalla lavorazione dell’amianto.

Minerale di crisotilo estratto nel-lo Swaziland (Sud Africa); è il tipo di amianto più utilizzato per applicazioni civili e industriali.[Immagine: Aangelo, Wikipedia Commons, 2007]

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Storia dell’amianto Tra utilità e letalità

ti, mezzi di trasporto (nelle frizioni, freni, guarnizioni e come rivestimento di treni, navi, autobus), quadri

elettrici, pareti, tetti, funi, corde, avvolgimenti, tes-suti, tute, grembiuli, guanti

protettivi (destinati a cate-gorie professionali esposte a

elevate temperature e aventi la possibilità di venire in contatto con

parti infuocate), coperte, tappezzerie, tap-peti, tende, materassi, imbottiture, vernici, mastici, carta, cartoni di rivestimento, filtri,

elettrodomestici (asciugacapelli, forni, stu-fe, ferri da stiro).

La pericolosità dell’amianto

La prima morte documentata dovuta all’uso di amianto risale al 1906. Fu però solo negli anni Sessanta che diversi studiosi comincia-rono a intravedere una relazione tra l’espo-sizione professionale a questo materiale e la comparsa di gravi patologie polmonari, in massima parte a carico dei minatori e degli addetti alla produzione dei manufatti che lo contengono. A dimostrarlo per la prima vol-ta il medico statunitense Irving J. Selikoff (1915-1992), che, dopo aver condotto uno studio su 17.800 lavoratori, riuscì a confer-mare l’ipotesi che l’esposizione all’asbesto provocasse l’insorgenza di patologie a ca-rico dell’apparato respiratorio. Oltre alla fibrosi interstiziale parenchimale (negli ani-mali il parenchima rappresenta i tessuti fun-zionali di un organo), o asbestosi, l’amianto può causare tumori con diverse localizza-zioni e, nei casi più gravi, mesotelioma (il mesotelio è uno strato cellulare con funzio-ne di epitelio che avvolge le grandi cavità sierose) e carcinoma polmonare.L’insidiosità delle patologie da amianto sta nel fatto che i primi sintomi compaiono solo circa 10 anni dopo la prima esposi-zione e diventano ben evidenti solo dopo 20, quando risulta difficile, se non addi-rittura impossibile, intervenire con terapie efficaci. I fattori principali responsabili del rischio associato all’esposizione a questo materiale sono: la concentrazione, la solu-bilità, la lunghezza, la forma e il diametro delle fibre inalate.Diversamente da quanto qualcuno possa pensare, il danno da amianto è di natura principalmente meccanica, fisica e non chimica. I vari tipi di amianto possono pre-sentare fibre con due differenti forme geo-metriche: troviamo i serpentini, che com-prendono il solo crisotilo (dal greco “fibra d’oro”), e gli anfiboli (dal latino “amphi-bolus”, ambiguo), a cui appartengono gli altri sei della tabella riportata ad inizio articolo. Questi ultimi sono decisamente meno diffusi rispetto al primo che rappre-senta la forma di amianto decisamente più utilizzata in passato dall’industria, ma sono i più pericolosi. Infatti, il crisotilo, avendo una struttura incurvata e meno rigida, rag-giunge più facilmente le vie aeree, dalle quali, però, viene più facilmente rimosso grazie all’apparato mucociliare. Invece, gli anfiboli, essendo meno flessibili, vengono rimossi con maggior difficoltà e, quindi,

PATOlOGiE POlMOnARi DA AMiAnTO L’asbestosi è una patologia respiratoria cronica caratterizzata da fibrosi interstiziale polmonare diffusa e dalla presenza dei cosiddetti corpi asbestosici, costituiti da fibre di asbesto ricoperte da materiale di natura proteica contenente ferro (probabilmente originato dalla ferritina dei macrofagi), i quali derivano dal tentativo dei globuli bian-chi di fagocitare le fibre di amianto.

Normalmente il processo di formazione della fibrosi inizia nelle vicinanze dei bron-chioli respiratori e dei dotti alveolari, per andare successivamente ad interessare alve-oli adiacenti. In questo modo viene alterata la normale architettura del polmone che, nelle zone interessate, assume un caratteristico aspetto a favo d’api. Da un punto di vista sintomatologico, una delle prime manifestazioni della patologia è la dispnea; ini-zialmente essa si presenta in seguito a sforzi o affaticamento, mentre - col progredire della malattia - appare anche a riposo. La patologia può poi restare stabile o evolversi, arrivando alla morte nei casi più gravi.

Il mesotelioma maligno è una patologia tumorale che interessa prevalentemente la pleura, la membrana sierosa di rivestimento dei polmoni, o il peritoneo, la membrana di rivestimento degli organi addominali. La sintomatologia è causata da una compres-sione dei visceri a contatto con la massa tumorale e si presenta con un versamento emorragico, affanno, tosse e febbre. Il decorso della malattia è molto rapido e con-duce inevitabilmente al decesso. Questa malattia è estremamente rara nella popola-zione generale ed è strettamente associata all’esposizione professionale all’asbesto.

Il carcinoma polmonare si manifesta principalmente in lavoratori di industrie mine-rarie di asbesto e il fumo di sigaretta ne amplifica notevolmente il rischio. Anche in questo caso, il decorso è rapido con esito, purtroppo, infausto.

Antofillite, il primo amianto uti-lizzato a scopo manufatturiero di cui esiste documentazione stori-ca. Fibre di viste al microscopio elettronico a scansione. [Immagine: United States Geolo-gical Survey, 2006]

Aspetto macroscopico di mi-nerale di antofillite ritrovato a Västmanland in Svezia.[Immagine: Didier Descouens, Wikipedia Commons, 2010]

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Storia dell’amianto Tra utilità e letalità

possono depositarsi a livello polmonare, dove innescano una sequenza di eventi in-fiammatori e inducono, in alcuni casi, l’ini-ziazione del processo cancerogeno.Le fibre con diametro inferiore a 0,5 μm (micrometri) possono raggiungere gli alve-oli polmonari, dove causano l’attivazione del sistema immunitario locale e provoca-no una reazione infiammatoria da corpo estraneo. I macrofagi le fagocitano e sti-molano i fibroblasti a produrre tessuto con-nettivo, causando una fibrosi interstiziale. In maniera simile può essere danneggiata la pleura, la doppia membrana sierosa che ricopre i polmoni. Generalmente fibre di lunghezza di circa 2 μm possono provocare asbestosi; quelle lunghe 5 μm possono provocare mesote-lioma e fibre più lunghe di 10 μm, cancro polmonare; le più grandi sono lunghe fino a 50 μm circa.Normalmente le fibre di asbesto si depo-sitano a livello della biforcazione delle piccole vie aeree, dove viene stimolata la risposta del sistema immunitario. I macro-fagi, attivati da fattori chemiotattici e me-diatori fibrogenici, sono in grado di fago-citare completamente ed eliminare le fibre più corte, mentre quelle più lunghe vengo-no inglobate solo parzialmente. Questo fa sì che queste cellule dell’immunità, così danneggiate, non riescano più a lasciare gli alveoli polmonari, dove liberano mediatori

dell’infiammazione che attivano altre cel-lule immunocompetenti e stimolano la de-posizione di fibre collagene causando, infi-ne, infiammazione interstiziale polmonare generalizzata e fibrosi interstiziale.La pericolosità dell’asbesto è dovuta anche alla liberazione di specie radicaliche tos-siche che si generano durante il processo infiammatorio. A ciò, possono contribui-re ulteriormente sostanze potenzialmen-te nocive adsorbite sulle fibre di asbesto, quali, ad esempio, cancerogeni contenuti nel fumo di tabacco; il rischio di contrarre carcinoma polmonare in soggetti esposti congiuntamente ad amianto e fumo di siga-rette è aumentato di ben 55 volte, rispetto a individui esposti al solo amianto.La concentrazione di fibre inalate è un fat-tore determinante per il rischio di manife-stare le patologie sopra citate, specialmen-te se l’esposizione è prolungata nel tempo; tuttavia, teoricamente, una sola fibra di amianto può permettere l’instaurarsi di processi patologici polmonari.

La messa al bandoNonostante attualmente il rischio correla-to all’esposizione all’amianto sia perfet-tamente noto e diversi Paesi ne abbiano definitivamente bandito l’utilizzo (Unione europea, Arabia Saudita, Australia, Argen-tina, Cile, Giappone e molti altri), questo

Vecchia copertura ondulata per tetti in eternit.

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Storia dell’amianto Tra utilità e letalità

minerale viene ancora estratto e utilizzato in diversi nazioni, prima tra tutte la Russia (con 925mila tonnellate prodotte nel 2005), Cina, Canada, India e Brasile.Inoltre, essendo stato lungamente impie-gato per una moltitudine di applicazioni, non stupisce la possibilità che l’asbesto sia tuttora presente, magari sotto forma di eter-nit, in edifici, impianti industriali, cantieri navali. In questi casi, la sua presenza non è di per sé pericolosa; lo diventa, però, in se-guito al possibile deterioramento del mate-riale, con conseguente liberazione nell’aria di fibre che possono essere inalate.Nei suoi numerosi impieghi, l’amianto è stato utilizzato in diverse forme, a cui è associato un diverso grado di rischio per la salute a seconda delle caratteristiche di friabilità del materiale:

• eternit, o cemento-amianto, impiegato specialmente per la realizzazione di tubi, tetti ondulati o piastre; contiene al massimo il 15% di amianto ed è un materiale compatto e poco friabile.

• amianto floccato, usato come materia-le ignifugo e isolante termoacustico; contiene amianto in percentuale va-riabile tra il 60% e il 100% e risulta essere friabile e poco compatto.

La friabilità, il cattivo stato di conservazio-ne, la facilità di accesso e la mancanza di rivestimenti e protezioni sono tra i princi-pali fattori che accrescono la probabilità di rilascio di fibre nell’ambiente.

Negli edifici in cui tuttora sia presente amianto, è possibile intervenire con oppor-tune procedure di bonifica. Il metodo da utilizzare viene stabilito in base a diversi fattori: friabilità, spessore, peso, localizza-zione del sito. Le procedure per la bonifica sono fondamentalmente tre:

- 1) Rimozione. È il metodo più sicuro, che permette di eliminare

ogni possibilità di suc-cessive esposizioni a tale materiale. Tut-tavia, questa pro-cedura è abbastanza

costosa e compor-ta la produzione di grosse quantità di

rifiuti tossici e poten-zialmente pericolosi. Si tratta, inoltre, di un

procedimento complesso che deve essere effettuato

da personale specializzato. Infatti, una rimozione non

corretta può causare un’ul-teriore dispersione di fibre

nell’aria e, quindi, aumentare le proba-bilità di contaminazione dell’ambiente e di contrarre patologie polmonari.

- 2) Confinamento. Viene effettuato mediante l’installazione di una bar-riera di separazione tra l’amianto e le aree occupate dell’edificio. Questo procedimento è utile nel caso in cui si possa accedere facilmente all’amian-to, ma comporta la necessità di con-trollare regolarmente l’integrità della struttura protettiva.

- 3) Incapsulamento. Questo metodo prevede il trattamento dell’asbesto con appositi materiali di rivestimento che inglobino le fibre evitandone la di-spersione. Generalmente viene utiliz-zato per materiali poco friabili. Anche in questo caso è necessario verificare periodicamente che l’incapsulamento rimanga in buono stato e non venga danneggiato, ad esempio da infiltra-zioni di acqua, le quali appesantiscono il rivestimento e ne facilitano il distac-co, o da altri fattori come le attrezzatu-re sportive installate nelle palestre.

La situazione in ItaliaL’Italia è uno dei Paesi più colpiti al mon-do da malattie da amianto, con un valore di mortalità che si aggira attorno a 4.000 all’anno; particolarmente elevati sono i de-cessi registrati nelle province di Genova, Gorizia, La Spezia, Livorno, Massa Carra-ra, Pistoia, Siracusa, Taranto, Trieste, sedi di porti e cantieri navali e, caso particola-re, Alessandria. Pur non essendo facciata sul mare, quest’ultima provincia ospitava nei pressi di Casale Monferrato una delle maggiori fabbriche produttrici di eternit, rimasta attiva per circa 80 anni. Purtrop-po, tenendo conto del fatto che le diverse patologie richiedono un lungo periodo di latenza prima di manifestarsi (nel caso dei tumori anche 25-50 anni), il picco massimo di mortalità non sembra ancora essere stato raggiunto.Fortunatamente il rischio legato all’esposi-zione all’amianto è stato riconosciuto dai nostri legislatori e il suo impiego è stato bandito nel 1992 (Legge n. 257/92, “Nor-me relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”). Questa è stata la prima leg-ge emanata a tutela dei lavoratori e ha por-tato benefici sia per quelli impiegati nelle miniere, sia per altri operatori che aves-sero contratto le tipiche patologie dovute all’esposizione. A seguire sono state emesse altre norma-tive relative alla dismissione dell’amianto

Una semimaschera da lavoro con filtro HEPA, un filtro assoluto atto a rimuovere microrganismi e particolato.[Immagine: Haragayato, Wikipe-dia Commons, 2005]

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e alla tutela della salute. Tra queste il De-creto Ministeriale n. 248/04 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio (“Regolamento relativo alla determinazio-ne e alla disciplina delle attività di recupero dei prodotti e beni di amianto e contenenti amianto”), il D.M. 14 Dicembre 2004 del Ministero della Salute (“Divieto di instal-lazione di materiali contenenti amianto intenzionalmente aggiunto”) e il Decreto Legge 81 del 9 Aprile 2008 (“Attuazione dell’art.1 della Legge n°123 del 3 Ago-sto 2007 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, con particolare riferimento al Capo III “Pro-tezione dai rischi connessi all’esposizione all’amianto”, art. da 246 a 265).Grazie al quadro normativo attuale, l’espo-sizione all’amianto rimane un problema perlopiù limitato ai lavoratori delle impre-se di demolizione e agli addetti alla rimo-zione dell’amianto. È fondamentale che questi lavoratori utilizzino appositi dispo-sitivi di protezione individuale, quali tute, galosce, guanti e maschere, sottoponendosi a controlli medici periodici.

Sostituire l’amiantoDopo la messa al bando dell’amianto si è cercato di introdurre nuovi materiali natu-rali e sintetici che lo potessero sostituire nelle sue innumerevoli applicazioni.Diversi tentativi sono stati fatti con ma-teriali quali fibre di vetro e lana di roccia (isolamenti termici e acustici in campo edi-le, mezzi di trasporto, filtri), fibre cerami-che (guarnizioni e tessuti antifiamma), ma-teriali composti da fibre di vetro e metalli, prodotti in fibre di cellulosa o polimeri sin-tetici quali polipropilene, poliacrilonitrile, polivinilcloruro.Tuttavia, non sempre questi materiali si sono rivelati efficaci quanto l’amianto e, in alcuni casi, i rischi derivati dall’esposizio-ne a lungo termine, ne hanno notevolmente limitato l’utilizzo come possibili sostituti dell’asbesto.

Carmen C. PirasChimico

Storia dell’amianto Tra utilità e letalità

Amianto anche nell’arte. Una scultura in eternit raffigurante una danzatrice attribuita ad Alexan-der Gonda (1967), conservata nei giardini della Casa di Eternit a Berlino.[Immagine: Rolf Nemitz, Wikipedia Commons, 2008].

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