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Le elezioni amministrative a Milano: cittadini, media e campagna
elettorale
Valeria Bianchi-Università di Torino
Il paper propone i primi risultati di una più ampia ricerca sulla campagna elettorale e sul voto alle
elezioni comunali di Milano del 5 giugno 2016, che ha l’obiettivo di studiare come la campagna
elettorale, l’esposizione ai media e le relazioni interpersonali degli elettori influiscano sulla
formazione delle opinioni politiche e sulla scelta di voto.
Il paper si basa su dati raccolti su un campione di elettori milanesi nelle tre settimane precedenti il
voto e nella settimana successiva alle elezioni. Attraverso quattro questionari online somministrati
settimanalmente a circa 200 elettori, sarà possibile indagare le dinamiche e i processi di formazione
delle opinioni e di trasferimento delle informazioni politiche. Questi dati saranno affiancati da dati
sul media coverage della campagna elettorale e da alcune interviste che permetteranno di
contestualizzare e approfondire le risposte degli elettori. Il paper attraverso dati di sondaggio,
prevalentemente descrittivi, ripercorrerà la campagna elettorale milanese, focalizzandosi sulla
percezione e sulla ricezione dei contenuti della campagna stessa da parte degli elettori. Dopo aver
mostrato alcuni dati sull’importanza del voto locale per i cittadini, saranno proposti alcuni dati sui
giudizi sui candidati da parte degli elettori e sulla loro agenda dei temi. Successivamente saranno
presentati alcuni dati sulle fonti di informazione utilizzate, sulla discussione politica e sulla
frequentazione di persone con diverse opinioni politiche. Questi primi risultati permetteranno
alcune riflessioni su come media e relazioni personali possano avere un ruolo nella selezione,
ricezione e rielaborazione dei contenuti della campagna.
1. Introduzione
Il 5 giugno più di 13 milioni di italiani sono stati invitati a eleggere i sindaci in 1342 comuni. Come
previsto, in numerose città nessun candidato ha ottenuto più del 50 per cento dei voti ed è stato
fissato il secondo turno il 19 giugno. In quella data più di 9 milioni di italiani sono stati chiamati al
voto, tra essi gli elettori di grandi città come Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli. La situazione
politica delineata dal voto delle comunali è apparsa abbastanza distante dallo scenario emerso dalle
ultime elezioni europee, quando il Pd del premier Renzi ottenne un risultato senza precedenti
raccogliendo oltre il 40% dei voti. Già i risultati del primo turno del voto comunale 2016 hanno
mostrato una battuta d'arresto del Pd e una buona prestazione del Movimento 5 Stelle, tendenza
confermata e accentuata dai risultati del secondo turno. I candidati del Pd hanno vinto a Bologna e
a Milano dove Beppe Sala ha battuto il candidato di centro-destra Stefano Parisi dopo un testa a
testa finale. I candidati del Movimento 5 Stelle hanno vinto a Torino dove con un risultato
sorprendente Chiara Appendino ha vinto contro il sindaco Pd uscente Piero Fassino, e come noto a
Roma, dove la candidata del Movimento 5 stelle Virginia Raggi ha ottenuto al secondo turno quasi
il 70% dei voti.
Questi risultati vanno sicuramente letti considerando la dimensione locale, le caratteristiche della
specifica tornata elettorale e le differenze tra i candidati. Tuttavia, è possibile abbozzare alcune
considerazioni di carattere generale, prendendo in primo luogo nota del buon risultato del
Movimento Cinque Stelle e delle difficoltà dei partiti tradizionali, e in particolare del Partito
Democratico (e interrogandosi su quale possa essere l’effetto sulla politica nazionale). La seconda
considerazione generale riguarda l'affluenza, dato che a livello nazionale gli astensionisti sono
risultati essere il "primo partito". Questi bassi livelli di partecipazione elettorale (62% nel primo
turno e il 51% nel secondo turno, con differenze locali) sono sicuramente legati a un "effetto
elezione di secondo ordine", ma devono anche essere inseriti in una generale tendenza di calo del
voto in Italia. E’ possibile infatti notare un significativo calo della partecipazione rispetto alle elezioni
comunali del 2011 (-5% nel primo turno). In questa tornata elettorale gli scenari competitivi sono
stati differenti nelle varie città, con differenze significative sia a livello di candidati che di campagna
elettorale che rendono, a mio parere, utili analisi sui singoli casi: questo paper si occuperà della
campagna elettorale di Milano.
1.1 Il voto a Milano
I cittadini di Milano sono stati chiamati al voto al termine di cinque anni di amministrazione di
centro-sinistra targata Giuliano Pisapia, eletto sindaco nel 2011 dopo due decenni di
amministrazioni di centro-destra. Gli anni di amministrazione Pisapia sono stati relativamente
tranquilli, senza grossi scandali e con una grande visibilità per Milano grazie ad Expo. Ciò nonostante
e nonostante buoni tassi di fiducia e di gradimento da parte dei cittadini, Pisapia ha deciso di non
ricandidarsi. Le elezioni hanno visto sfidarsi 9 candidati. Tra loro anche i candidati dei maggiori
partiti, Sala (centrosinistra), Parisi (centrodestra) e Corrado (M5S) e altri due candidati politicamente
abbastanza noti, Rizzo (storico esponente della sinistra milanese) e Cappato (Radicali).
I partiti di centro-sinistra hanno scelto il loro candidato a febbraio attraverso elezioni primarie a cui
hanno partecipato oltre 60mila elettori. Il vincitore delle primarie è risultato essere Beppe Sala con
il 42% dei voti. Sala si è presentato senza esperienze politiche pregresse, noto al grande pubblico
come Commissario di Expo. Il suo profilo è caratterizzato da una lunga carriera manageriale, (anche
se già in passato era stato a stretto contatto con l’amministrazione comunale, in qualità di city
manager del sindaco Moratti) ed è apparso come un candidato moderato, per molti più vicino
politicamente al premier Renzi che all'ex sindaco Pisapia. Il Movimento Cinque Stelle ha scelto il
proprio candidato attraverso primarie su Internet limitate ai membri del Movimento. La candidata
selezionata, Patrizia Bedori, si è ritirata dopo pochi mesi ed è stata sostituita da Gianluca Corrado,
avvocato estraneo alla politica, giunto terzo alle primarie con 643 voti. I partiti di centro-destra,
dopo mesi di incertezza hanno selezionato come loro candidato Stefano Parisi. Così come Sala, Parisi
ha un passato da manager (anch’egli fu city manager durante l’amministrazione Albertini) e
imprenditore. La sua è apparsa come una candidatura moderata, soprattutto se paragonata ad altri
nomi che erano circolati, ma comunque in grado di mettere d’accordo le forze politiche dell’area di
centrodestra. Dopo una campagna elettorale sulla carta lunga, ma entrata nel vivo solo nella fase
finale, con una crescente copertura mediatica e crescenti livelli di interesse e di conoscenza dei
candidati da parte degli elettori nelle ultime settimane, solo 5000 voti hanno diviso Sala (41,7%) da
Parisi (40,8%) al primo turno. Questo risultato è stato inaspettato per molti, visto il vantaggio di Sala
sul suo avversario a inizio campagna elettorale. Come noto poi, Beppe Sala è diventato sindaco di
Milano vincendo al secondo turno con il 51,7% dei voti al termine di un testa a testa per molti
dall’esito imprevedibile fino all’ultimo.
Nei prossimi capitoli, anticipati da una parte metodologica (Cap.2 ) saranno presentati una serie di
dati che potranno forse aiutare a leggere e comprendere meglio il voto a Milano. Questi dati
riguarderanno l’importanza del voto locale, la conoscenza e la valutazione dei candidati (Cap.3), i
temi della campagna elettorale e la loro posizione nell’agenda di candidati ed elettori (Cap.4), la
discussione politica e le cerchie sociali degli elettori (Cap.5).
2. Metodologia
In questo paper saranno presentati i primi dati di una ricerca più ampia che, considerando
prevalentemente fattori di breve periodo, mira a studiare come la campagna elettorale, i media e
le relazioni personali interagiscono nella circolazione e nella ricezione della comunicazione politica.
2.1 La base teorica
La ricerca trae origine dal lavoro di Lazarsfeld «The Peope’s choice» (1940) in cui sono esposti i
principali risultati della ricerca condotta durante la campagna presidenziale 1940. In quell’occasione
un gruppo di 600 persone residenti nella contea di Erie, Ohio, è stato intervistato mensilmente, per
sette volte, al fine di studiare la formazione e i cambiamenti nell’opinione pubblica dei
comportamenti politici e delle intenzioni politiche. I risultati hanno permesso di evidenziare lo
stretto legame tra voto e variabili sociodemografiche e la forte fedeltà politica degli elettori. Gli
effetti della campagna sono apparsi abbastanza limitati per quel che riguarda la conversione e più
significativi nel rinforzo delle opinioni pregresse e nel far emergere predisposizioni latenti,
soprattutto nei cittadini più coinvolti e informati, dando origine al paradigma degli “effetti minimi”.
Inoltre lo studio ha mostrato come l’influenza dei media sulla popolazione sia indiretta e passi
attraverso canali di influenza personale degli opinion leader, permettendo la formulazione della
teoria del flusso a due fasi di comunicazione (two step flow).
2.2 La raccolta dei dati
La raccolta dei dati per lo studio della campagna elettorale milanese si basa sulla stessa logica
longitudinale e prevede la somministrazione di un questionario online ad un campione di elettori
milanesi nelle quattro settimane che precedono il voto. Gli studi longitudinali, accompagnati da
un’analisi del coverage sembrano infatti essere uno dei migliori strumenti per tracciare i
cambiamenti dell’opinione pubblica e fornire una stima degli effetti della campagna, che possono
essere valutati considerando i fattori di lungo periodo e quelli legati al contesto. (Iyengar e Simon
2000). In queste prime elaborazioni sono stati utilizzati solo dati di sondaggio, anche se la ricerca
prevede una metodologia mista che combina dati panel, dati sul media coverage e interviste. I dati
delle websurveys sono stati ottenuti grazie ad un campione di circa 200 elettori, realizzato grazie a
studenti dell’Università Statale di Milano raggruppati in un laboratorio in cui ogni studente ha
identificato e gestito un gruppo di persone con diversi profili socio-demografici. Il campione ha
dovuto completare settimanalmente nell’ultimo mese di campagna elettorale un questionario. Il
primo è stato un questionario pre-elettorale, finalizzato a raccogliere informazioni sugli elettori,
sulle loro caratteristiche sociopolitiche e sulle loro abitudini. Il questionario era strutturato in
quattro sezioni: profilo sociodemografico, profilo politico, fruizione dei media e atteggiamenti e
opinioni sulle elezioni comunali. Il secondo e il terzo questionario miravano a raccogliere dati
sull’esposizione alla campagna, sui comportamenti e sui cambiamenti di opinioni degli elettori
durante la campagna. Entrambi erano strutturati in tre sezioni: discussione politica, fruizione dei
media e atteggiamenti e opinioni sulla campagna e sul voto. Attraverso l'ultimo questionario post
elettorale poi, sono stati raccolti dati sul voto, sulle sue motivazioni e sulle intenzioni di voto al
ballottaggio. Anche questo questionario era strutturato in tre sezioni: comportamento e motivazioni
di voto, discussione e reti sociali, opinioni sulla campagna elettorale. I questionari sono stati
sviluppati a partire dai questionari utilizzati da Lazarsfed in “The People’s choice” e dai questionari
utilizzati nelle survey del gruppo di ricerca Itanes (Italian National Election Studies), selezionando
alcune tra le variabili più utilizzate negli studi sulle campagne elettorali e sul voto; alcune di esse
sono state riadattate allo specifico contesto competitivo e alle finalità dello studio.
2.3 I dati usati in questo paper
In questo paper verranno presentati alcuni dati che permettono di descrivere alcune tendenze
generali della campagna. Si tratta dei primi dati disponibili, di carattere prevalentemente
descrittivo. Questi dati vanno letti come risultati preliminari, che nonostante possano indicare ed
evidenziare alcune tendenze devono essere trattati con cautela a causa della necessità di ulteriori
elaborazioni sul campione e sui dati stessi, al fine di sfruttarne la dimensione longitudinale. Inoltre,
come anticipato, questi dati dovranno essere inseriti in un paradigma teorico strutturato e integrati
con dati sul coverage e interviste.
3. Elettori, politica locale e campagna elettorale
La politica locale si differenzia per alcuni aspetti dalla politica nazionale, con diverse regole, canali
di comunicazione e caratteristiche proprie. Solitamente, inoltre la politica locale gode di una minor
attenzione da parte di media ed elettori. Nei paragrafi che seguono saranno presentati alcuni dati
che potranno essere utili per tentare di comprendere in che modo alla vigilia delle elezioni la
politica locale sia stata considerata dagli elettori e in che misura si distanziasse dalla politica
nazionale.
3.1 L’impatto della politica locale
A metà maggio, a meno di un mese dalle elezioni, una larga maggioranza degli elettori assegnava
una grande importanza al voto per le Comunali (fig.1).
Figura 1: importanza del voto comunale
Questo dato è coerente con quello relativo all'impatto percepito della politica locale: per l’86% degli
elettori considerati la politica locale ha molti effetti sulla vita della città nel suo complesso. Tuttavia,
quando la domanda è stata riferita all’impatto sul quartiere di residenza il dato è sceso al 77%, e al
68%, quando la domanda è stata riferita all'impatto della politica locale sulla propria vita.
Nonostante questi dati l'interesse per la politica non appare particolarmente elevato, come
mostrato nella figura sotto (fig.2) dove è possibile confrontare i livelli di interesse per la politica con
l'interesse per la politica locale, notando come quest’ultimo risulti più basso (57% vs 49%).
Figura 2: interesse politico (n=232)
3.2 Elettori e candidati
Alla luce dei dati mostrati fin ora, è interessante analizzare i dati sulla percezione della differenza
tra i candidati. Possiamo notare (fig. 3) che una parte considerevole di elettori non nota in generale
5%
9%
26%
60%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
per niente importante poco importante abbastanza importante molto importante
57%
49%
43%
51%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
politica nazionale politica locale
cittadini interessati cittadini non interessati
una grande differenza tra i candidati e che la distanza percepita tra i due candidati al ballottaggio,
Sala e Parisi, è ancora minore: oltre la metà degli elettori non percepisce tra di loro grandi differenze
(6% per niente, il 47% solo piccole differenze).
Figura 3: percezione della differenza tra I candidati (n=232, 103)
Cercando di comprendere le motivazioni di questa somiglianza percepita, può essere utile da un lato
considerare il fatto che i due candidati avevano molte caratteristiche simili, almeno sulla carta:
erano entrambi manager, erano entrambi politicamente moderati e avevano un profilo politico
simile. D'altra parte, però la somiglianza percepita dei candidati appare anche legata alla diffidenza
e alla lontananza dalla politica degli elettori. Infatti il 66% di coloro che non hanno fiducia nei partiti
non vede grandi differenze tra i candidati (per niente o solo piccole differenze), allo stesso tempo,
il 63% di coloro che hanno fiducia nei partiti percepiscono maggiori differenze tra i candidati (molto
o abbastanza differenti).
Figura 4: conoscenza e valutazione dei candidati (n=232)
11%
16%
35%
39%
47%
38%
6%
7%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Sala-Parisi
Tutti i candidati
Molto Abbastanza Poco Per niente
70%
31%
25%25%
47%
36%
5%
22%
38%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Corrado Parisi Sala
candidato non conosciuto valutazione negativa valutazione positiva
Se da un lato molti elettori percepiscono i candidati come simili, dall’altro è possibile notare
significative differenze nelle loro valutazioni e nella loro conoscenza dei candidati. I candidati dei
partiti “minori” a metà maggio, a meno di un mese dalle elezioni, erano sconosciuti alla maggioranza
(tra il 70 % e l’80%) degli elettori, ad eccezione di Rizzo, più conosciuto probabilmente a causa di
una lunga militanza e del suo ex ruolo di presidente Consiglio Comunale. Un dato abbastanza
significativo riguarda la quantità di persone (70%) che non conosceva il candidato del M5S, Corrado
(fig. 4). Possiamo anche notare che i due principali candidati Parisi e Sala, erano sconosciuti,
rispettivamente, a un elettore su tre e a uno su quattro. La figura mostra anche come Sala fosse il
candidato più conosciuto e quello con le migliori valutazioni. Questo dato è probabilmente legato
al ruolo di Sala in Expo. Il suo profilo moderato e vicino al mondo manageriale, tuttavia, sembra non
essere stato apprezzato dagli elettori che si sono autocollocati più a sinistra, che (oltre il 60%) gli
hanno assegnano valutazioni molto negative. Questo vantaggio di Sala in termini di conoscenza e di
valutazione sembra essere stato percepito dagli elettori intervistati, che per tutta la durata della
campagna, lo hanno indicano come vincitore atteso. (fig. 5).
Figura 5: percezione del vincitore atteso a tre settimane dal voto e dopo il primo turno (n=232, 103)
Sala secondo gli elettori intervistati ha condotto una buona campagna elettorale, godendo, secondo
la loro opinione di una maggiore visibilità sui media e di una copertura mediatica positiva (fig 6).
Questi dati devono essere confrontati con i dati reali sulla copertura dei media, ma in ogni caso
possono essere rilevanti a livello di percezione.
Figura 6: Media: visibilità e copertura mediatica favorevole (n=103)
71%
21%
8%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Sala Parisi Altri
47%
13%
40%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
Sala Parisi Non so
Può essere interessante notare come i dati sulla visibilità mutino in base alla fonte di informazione
principale scelta dagli elettori per informarsi sulla campagna elettorale. La percezione della visibilità
di Sala si attesta intorno alla media per chi ha scelto la Tv, è nettamente superiore (oltre il 70%) per
chi ha scelto internet e inferiore per chi ha scelto la discussione con persone vicine, la stampa o altre
fonti di informazione. La visibilità di Parisi pare maggiore a chi si è informato discutendo con amici
e parenti (43%) e inferiore a chi ha scelto internet (18%) e i giornali (14%). Differenze si possono
trovare anche considerando la favorability del coverage dei candidati. Sala sembra aver goduto di
una migliore copertura mediatica nelle risposte di coloro che si sono informati attraverso amici,
parenti e conoscenti in misura maggiore (67%) rispetto alle risposte di chi si è informato attraverso
internet (31%). Parisi ha goduto di un miglior coverage principalmente nelle risposte di chi si è
informato attraverso la Tv (22%) o attraverso contatti diretti con esponenti politici (20%). In
particolare poi, la percentuale di chi pensa che la copertura mediatica sia stata equilibrata è
maggiore tra chi si è informato attraverso internet (56%) rispetto a chi ha scelto la Tv (33%) o le
discussioni con le persone vicine (27%).
4. Temi e candidati
I temi discussi durante la campagna sono stati numerosi, selezionati frequentemente di volta in
volta dai candidati, a seconda del contesto e delle diverse tipologie di pubblico. Nonostante il
dibattito politico in diverse fasi della campagna si sia spostato su questioni nazionali, i temi locali
sono stati, nella percezione di oltre il 60% degli elettori piuttosto ben visibili.
4.1 Temi
Una buona parte della discussione politica è stata costituita da non-divisive issues: entrambi i
principali candidati hanno espresso la necessità di periferie più sicure, interventi per la mobilità e
per la gestione dell’edilizia popolare. Questo non significa che non ci sia stato conflitto tra i
candidati, sia sulle “ricette” da seguire per affrontare valence issues sia su temi specifici come la
costruzione della moschea o la riapertura di parte dei Navigli.
54%
23% 23%
49%
10%
41%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Sala Parisi Nessuno in particolare
candidato più visibile candidato con il miglior coverage
Analizzando la percezione degli elettori sui temi (che comunque dovrà essere confrontata con i dati
reali sulla copertura mediatica), (fig. 7) possiamo notare che per molti elettori non era presente un
tema centrale, soprattutto nelle prime fasi della campagna. Sicurezza e gestione dell’immigrazione
sembrano essere i problemi al centro della campagna elettorale per la maggior parte degli elettori
durante tutto il periodo considerato, raggiungendo quota 30% nella fasi finali. Possiamo inoltre
osservare il peso crescente delle questioni relative al traffico, alla mobilità e all'ambiente (7% nella
fase iniziale, 16% nelle fasi finali) e un ruolo significativo di politiche abitative e sociali.
Figura 7: Il tema principale nelle opinioni degli elettori (N=232, 140, 103)
Anche in questo caso la percezione del tema principale appare differente considerando le diverse
fonti di informazione degli elettori: il traffico e l’ambiente vengono maggiormente percepiti come
temi centrali da chi si è informato attraverso la televisione (24%) e i giornali (29%) rispetto a chi si è
informato attraverso la discussione con amici e parenti (13%) o contatti diretti con esponenti politici.
Per nessuno di coloro che si è informato attraverso discussioni con le persone vicine o contatti diretti
con i candidati il traffico è stato il tema centrale della campagna, che più degli altri hanno scelto le
politiche abitative e sociali (29%) e la sicurezza (57%). Sicurezza che invece appare meno centrale
agli elettori che si sono informati attraverso la tv (24%) e i giornali (29%). Infine in modo particolare
i lettori dei giornali non hanno identificato un tema centrale della campagna (57%).
I temi precedentemente individuati coincidono con le questioni centrali nella scelta di voto degli
elettori (nonostante le prevedibili differenze tra gruppi di diverso orientamento politico). Chiedendo
agli elettori di mettere in ordine di importanza una lista di dieci temi (fig.8), possiamo vedere che la
sicurezza della città è stato il tema più importante per quasi un quarto degli elettori e la grande
importanza delle politiche sociali.
Figura 8: I temi più importanti per gli elettori
51%
55%
36%
7% 6%
16%
25%22%
30%
11% 10%13%
6% 7%5%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
metà maggio fine maggio dopo il primo turno
nessuno traffico, ambiente sicurezza, immigrazione politiche abitative e sociali altro
Anche in questo caso si possono osservare delle differenze considerando le diverse fonti di
informazione. La sicurezza sembra essere stata più importante nella scelta di voto di chi si è
informato attraverso le discussioni con amici e parenti (38%) e meno centrale nella scelta di chi ha
usato internet (14%). Le politiche sociali paiono aver avuto più importanza per chi si è informato
attraverso i giornali (30%) o attraverso il contatto diretto con esponenti politici (38%), rispetto agli
elettori che si sono informati attraverso la Tv (12%). Il traffico invece è stato considerato più
importante da chi ha ricevuto informazioni principalmente dalla Tv (35%) e dai giornali (30%) e in
misura minore tra le altre persone.
4.2 Temi e candidati
Guardando i dati si può notare una corrispondenza tra i temi più popolari per gli elettori e gli
argomenti che sono stati percepiti come centrali nella campagna: resta da capire quanto questo sia
dovuto ad un effetto agenda e quanto ad una campagna effettivamente “vicina” alle priorità degli
elettori. Un dato interessante è legato alla issue ownership e riguarda il fatto che quando viene
chiesto agli elettori di indicare il tema principale della campagna di Sala vengono indicati diversi
temi, quando viene chiesto il tema centrale della campagna di Parisi indicano i temi della sicurezza
e dell'immigrazione. Gli elettori considerati, inoltre, identificano Sala come candidato in generale
più competente nell’affrontare i vari temi proposti (seguito da Parisi e poi da Rizzo e Corrado) fatta
eccezione per la sicurezza. Nella gestione di questo tema, le valutazioni di Sala e Parisi erano molto
simili: come abbiamo visto, la sicurezza era una questione centrale per gli elettori e un buon
posizionamento su questo tema potrebbe essere stato strategicamente importante per il candidato
di centro-destra.
Questa scelta potrebbe aver contribuito alla buona (anche se non abbastanza per vincere)
performance di Parisi. Come possiamo vedere qui sotto (fig. 9) gli elettori hanno giudicato la
campagna di Parisi la migliore; anche la campagna di Sala è stato giudicata positivamente, a
differenza di quella del candidato del M5S Corrado.
Figura 9: percezione della campagna elettorale condotta dai principali candidati (n=103)
12%11%
6%
22%
6%
20%
2%
13%
4% 4%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
5. Discussione politica e cerchie sociali
La ricezione e la rielaborazione dei contenuti della campagna da parte degli elettori sono legate ad
una serie di variabili delle caratteristiche dei messaggi politici e degli elettori. Varie tipologie di
informazione, in misura crescente personalizzata e personalizzabile, sono veicolate attraverso un
sistema composto da arene non sempre ben distinte. Ai media tradizionali si affiancano i “nuovi”
media e nascono nuovi spazi di discussione. Diversi modelli di trasmissione ed elaborazione di
contenuti politici sembrano essere frutto dell’interazione che sempre più si crea tra diverse fonti
informative (media e relazioni personali) e diversi canali di discussione (offline e online) che di volta
in volta assumono ruoli più o meno rilevanti.
5.1 La discussione politica
In generale possiamo notare (fig. 10) come gli elettori considerati discutano di politica
prevalentemente con gli amici (78%) e con la famiglia (73%) e in misura minore con i colleghi (20%).
Figura 10: i principali interlocutori nelle discussioni politiche
21%
86%
71%
79%
14%
29%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Corrado Parisi Sala
Ha condotto una buona campagna Non ha condotto una buona campagna
Questo dato tuttavia sembra subire delle variazioni al mutare dell’omogeneità politica delle cerchie
sociali dell’intervistato, come vedremo a breve.
5.2 Omogeneità e vicinanza politica delle persone frequentate
In generale le persone intervistate (47%) tendono a frequentare maggiormente (oltre la metà delle
persone frequentate) chi ha idee simili alle proprie, anche se possiamo notare (fig. 11) che solo una
piccola parte (24%) frequenta esclusivamente persone con idee simili o esclusivamente persone con
idee differenti (9%), frequentando invece persone con idee politiche, in diversa misura, eterogenee
(67%).
Figura 11: omogeneità politica delle cerchie sociali frequentati
L’orientamento politico delle persone frequentate sembra interagire con variabili che riguardano la
discussione politica, la partecipazione, e il consumo di informazione, concorrendo a determinare
vari modelli di informazione e di comportamento che dovranno essere studiati più nel dettaglio in
futuro. Da una prima analisi dei dati è possibile tuttavia notare alcune tendenze:
73%78%
20%
3%
15%9% 8%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Famiglia Amici Colleghi Vicini Conoscenti Membriassociazione
Sconosciuti
24%
67%
9%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
idee simili idee eterogenee idee differenti
1) Analizzando come alla frequentazione di persone con diversi gradi di omogeneità politica
corrispondano diverse modalità di discussione politica possiamo notare che:
Coloro che frequentano persone con idee politiche diverse dalle proprie sembrano essere in
generale meno inclini al confronto politico, preferendo relazionarsi con famiglia e amici.
Il gruppo di elettori che frequentano persone con idee politiche eterogenee discutono in
misura maggiore rispetto agli altri di politica, preferendo comunque le persone più vicine
come familiari, amici e colleghi.
Coloro che frequentano persone con idee politiche simili alle proprie discutono meno di chi
frequenta persone con idee politiche eterogenee con famiglia e amici, evitano il confronto
con i colleghi, ma appaiono essere l’unico gruppo che discute di politica con persone più
“lontane” come vicini di casa, conoscenti e sconosciuti.
Infine le persone che dichiarano di non conoscere l’orientamento politico della maggior
parte delle persone che frequentano sembrano discutere meno degli altri gruppi con le
persone vicine, preferendo la discussione politica con conoscenti e sconosciuti.
2) Nei vari gruppi, che frequentano persone con un orientamento politico più o meno simile al
proprio, ci sono delle differenze a proposito dell’intenzione o meno di votare (fig. 12). E’
possibile notare che la parte di campione a contatto con persone con opinioni politiche opposte
alle proprie, sia quello con più persone che dichiarano di non avere intenzione di andare a
votare. Specularmente coloro che sono circondati da persone con idee politiche simili appaiono
quasi tutti intenzionati a votare.
Figura 12: omogeneità politica delle cerchie e intenzioni di voto (n=232)
3) Considerando l’affidabilità delle diverse fonti di informazione può essere interessante osservare
che chi frequenta persone con orientamenti politici omogenei (simili o differenti dal proprio)
reputano affidabili le persone conosciute, il web e la televisione in misura maggiore di chi
frequenta persone con opinioni politiche eterogenee.
4) E’ inoltre possibile notare come alla frequentazione di persone con idee più o meno simili
corrispondano diverse percezioni dell’effetto di alcuni tipi di comunicazione politica sulla
propria scelta di voto. Gli elettori intervistati complessivamente hanno ritenuto più utili per la
propria scelta di voto in primo luogo le discussioni con le persone conosciute, seguite
dall’informazione ricevuta tramite i media e in misura minore le discussioni sui social network
25%17%
2%
75%83%
98%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
120%
cerchie omogenee e diverse dalleproprie idee
cerchie eterogenee cerchie omogenee euguali alle proprieidee
non voto voto
e la campagna elettorale nel suo insieme. Tuttavia chi frequenta persone con opinioni politiche
eterogenee ha affermato di essere stato maggiormente influenzato dai media rispetto a chi
frequenta prevalentemente persone con idee politiche omogenee. Coloro che frequentano
prevalentemente persone con opinioni politiche differenti dalle loro, più degli altri, si sono detti
influenzati nella scelta di voto dai social network e da discussioni politiche online. Infine è
possibile notare alcune differenze (fig.13) nella percezione degli effetti delle discussioni
politiche, che sembrano essere meno rilevanti per il gruppo di elettori che frequenta persone
con idee politiche eterogenee.
Figura 13: omogeneità politica delle cerchie sociali e percezione dell’effetto delle discussioni politiche sulla scelta di
voto
6. Conclusioni
Attraverso i dati presentati nel paper è stato possibile descrivere alcune caratteristiche degli elettori
e della campagna elettorale. Abbiamo visto come gli elettori sembrino avere sentimenti
ambivalente nei confronti della politica locale: da un lato assegnano un'importanza significativa al
voto locale (86%), ma dall’altro non si mostrano particolarmente interessati alla politica locale (49%)
e il loro livello di conoscenza dei candidati non è particolarmente elevato. Il candidato più noto ad
un mese dal voto era il candidato del centrosinistra Beppe Sala, probabilmente anche grazie ai suoi
precedenti impegni in Expo. Sala ha potuto contare su buoni livelli di conoscenza e su valutazioni
più positive dei suoi avversari (anche se non da parte degli elettori collocati politicamente più a
sinistra). La maggior parte degli elettori ha percepito Sala come vincitore atteso nel corso di tutta la
campagna elettorale e come candidato più visibile e con un miglior coverage mediatico. Tuttavia,
nell’opinione degli elettori la migliore campagna è stata quella condotta dal candidato di
centrodestra Stefano Parisi, che inoltre ha ottenuto buone valutazioni sulla sua capacità di gestire
la sicurezza che, come abbiamo visto, insieme alle politiche sociali e a mobilità/ambiente sono stati
i temi centrali della campagna e dell’agenda degli elettori. Questi dati, così come quelli sulla
percezione della campagna e dei candidati, a seconda della fonte di informazione degli elettori
subiscono delle variazioni, probabilmente sia per il legame tra fonte di informazione e variabili
sociopolitiche dell’elettorato che per differenti effetti di agenda dei vali canali di comunicazione.
50%
44%
50%50%
56%
50%
0%
10%
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30%
40%
50%
60%
frequentazioni politicamenteomogenee e diverse dalle proprie idee
frequentazioni eterogenee frequentazioni omogenee epoliticamente uguali alle proprie idee
si no
Abbiamo visto inoltre come amici e familiari siano gli interlocutori privilegiati per le discussioni
politiche ma di come questo dato subisca delle variazioni a seconda dell’omogeneità politica delle
cerchie sociali degli elettori. Il gruppo composto da chi frequenta persone con idee politiche
eterogenee discute di politica in misura maggiore rispetto agli altri gruppi, anche se principalmente
con le persone vicine. Parallelamente, chi è a contatto principalmente con persone di cui non
conosce l’orientamento politico o con opinioni opposte alle proprie discute di politica in misura
minore rispetto agli altri gruppi. Anche i cittadini che dichiarano di non avere intenzione di votare
sono più numerosi tra chi frequenta principalmente persone con idee politiche diverse dalle proprie.
Specularmente i cittadini che dichiarano di essere sicuri di recarsi alle urne sono più numerosi nel
gruppo di chi frequenta principalmente persone con idee politiche simili alle proprie. Alla vicinanza
e all’omogeneità politica delle persone frequentate sembrano corrispondere diverse opinioni e
diversi atteggiamenti verso i vari canali di informazione e comunicazione politica. I particolare questi
ultimi punti dovranno essere verificati e approfonditi attraverso analisi che mettano in relazione in
modo più organico il profilo sociopolitico degli elettori, la loro dieta mediatica e il ruolo delle
relazioni personali nella discussione e informazione politica. Altri aspetti da approfondire riguardano
la relazione tra la percezione dei contenuti della campagna da parte degli elettori e il loro effettivo
coverage mediatico. Inoltre, ulteriori elaborazioni saranno necessarie per cogliere la dimensione
temporale, cercando di ricostruire i processi di formazione delle opinioni e delle scelte di voto.