le immagini tradotte

8

Click here to load reader

Upload: diabasis-edizioni

Post on 05-Jul-2015

291 views

Category:

Documents


3 download

DESCRIPTION

Dal cinema all'arte contemporanea, dall'architettura alla fotografia, dalla videoarte al videogioco, passando per il digitale e internet, il libro suggerisce diverse piste lungo le quali ritrovare i diversi significati delle immagini della nostra contemporaneità. All'interno di un orizzonte culturale segnato dall'acceso dibattito sul postmoderno, le diverse forme d'arte si sono incessantemente confrontate con la loro storia e gli artisti hanno assunto posizioni teoriche di rilievo espresse dagli usi, dai passaggi e dalle trasformazioni cui hanno sottoposto le immagini. Il volume intende indagare i regimi di flessibilità cui sono state e sono adattate le immagini nella cultura visiva degli ultimi trent'anni. I saggi sono preceduti da una prefazione di Linda Hutcheon, una delle massime studiose delle questioni legate al postmoderno e all'adattamento.Link al libro: http://urly.it/13o4

TRANSCRIPT

Page 1: Le immagini tradotte

Collana del Dipart imento dei Beni Cultural i e del lo Spettacolo Univers i tà degl i Studi di Parma

R i c e r c h e d i S / C o n f i n e

· 1 ·

Page 2: Le immagini tradotte

In copertinaPAO, Through the looking glass,

opera realizzata in occasione della mostra Oltre lo specchio, a cura di E. Modena, 2010Courtesy Galleria Prospettiva d’arte, Milano

Progetto grafico e copertinaBosioAssociati, Savigliano (CN)

La traduzione della Prefazione di Linda Hutcheon è di Michele Guerra

ISBN 978 88 8103 761 2

© 2011 Edizioni Diabasisvia Emilia S. Stefano 54 I-42121 Reggio Emilia Italiatelefono 0039.0522.432727 fax 0039.0522.434047

www.diabasis.it

Page 3: Le immagini tradotte

D I A B A S I S

Le immagini tradotteUsi Passaggi Trasformazioni

A cura diCristina Casero e Michele Guerra

Prefazione di Linda Hutcheon

Page 4: Le immagini tradotte
Page 5: Le immagini tradotte

Le immagini tradotteUsi Passaggi Trasformazioni

A cura di Cristina Casero e Michele Guerra

Prefazione, Linda Hutcheon

Nota dei curatori

A come autore, Elisabetta Longari

Fotografando immagini.Come la fotografia diventa simulacro, Cristina Casero

Vedere quasi la stessa immagine, Michele Guerra

Altrove e qui. L’immagine cinematografica nella video-installazionecontemporanea, Kevin McManus

Riappropriarsi della storia dell’arte, Elena Di Raddo

Capolavori nel mercato delle immagini: tra dissacrazione e analisi criticaVanja Strukelj

Esposizioni e allestimenti come strumento critico, Francesca Zanella

Maps and Legends. Il videogioco e il progetto dell’immagineMarco Scotti

Per un’analisi ipermediale del film, Adriano Aprà

Le immagini

Indice dei nomi

7

9

10

32

46

63

78

96

109

123

141

153

161

Page 6: Le immagini tradotte

Ringraziamenti

Per la gentile concessione delle riproduzioni delle immagini si ringraziano Catherine Belloy, IvoBonaccorsi, Caterina Boetti, Stefania Del Nero Formenti, Bettina Della Casa, Paola Di Bello,Gabriele Di Matteo, Flavia Fossa Margutti-MART, Museo d’arte moderna e contemporaneadi Trento e Rovereto, Jean Claude Freymond-Guth, Zurigo, Jean-Pierre Gabriel, FrancescoGarutti, Jean Luc Godard, Marian Goodman Gallery-New York, Douglas Gordon, FedericoLuger, Claire Morens-Fondazione Musei Civici di Venezia, Giulio Paolini, Elodie Pong, An-nig Rajmondi, Elena Salza-Fondazione Alighiero Boetti, Anne Marie Sauzeau-Archivio Ali-ghiero Boetti, Suzanne Tordjman.

Page 7: Le immagini tradotte

Prefazione

Le immagini tradotte. Usi Passaggi Trasformazioni, curato da Michele Guerrae Cristina Casero, offre ai lettori uno sguardo d’insieme e indagini più mirate sucome oggi le diverse forme d’arte rivisitino audacemente – e in tal modo tra-sformino – le immagini del passato. Il terreno estetico di questo libro è costitui-to dal mondo postmoderno degli ultimi trent’anni, un terreno ricco di esempi,per ogni arte, di tutte le forme di tale recupero: citazione (ironica e non), paro-dia, adattamento, rimediazione, e molto altro.

Nel 1980, alla Biennale di Venezia si tenne la prima Esposizione Internazio-nale d’Architettura; come è noto, si trattò di una di quelle esposizioni critiche che– come mostra in questo libro Francesca Zanella – sono in grado di creare di perse stesse un discorso. In questo caso fu un discorso postmoderno di “presenzadel passato”: all’Arsenale, la Strada Novissima aveva reso visibile ciò che CharlesJencks avrebbe scritto in modo così convincente a proposito della “doppia codi-ficazione” estetica del passato nel presente. Come ora sappiamo, questo atteg-giamento si avviava a diventare una delle forme dominanti dell’impegno di tuttele arti rispetto alla storia artistica, culturale e politica. La successiva architetturapostmoderna di Paolo Portoghesi e di Aldo Rossi, tra gli altri, ha incarnato in ma-niera ironica e flamboyant la storia di questa arte, facendosi beffe – con ironia enondimeno seriamente – del rifiuto del passato dell’architettura modernista e ditutto il suo bagaglio decorativo. Così facendo, l’architettura spianò la strada e fe-ce davvero da modello alle altre arti – dalla pittura alla fotografia, dal cinema al-l’opera, dalla narrativa al teatro.

Questa sensazione di “déjà vu” e nel contempo di “non proprio” che tali for-me ricche di echi invocavano, fu determinante nella successiva teorizzazione delpostmodernismo, sia come forma positiva di un riepilogo culturale vibrante dalpunto di vista artistico, sia – non sorprendentemente – come variante negativa,cioè derivativa, non originale – della stessa. Ad ogni modo, in questo volume, è lalettura positiva – e più produttiva – a dominare, dallo studio di Michele Guerra sulcinema autoriflessivo, a quello di Elena Di Raddo sulla relazione “post-produtti-va” degli artisti con la storia della loro arte.

All’interno di un’estetica romantica, evidentemente, l’intenzionalità e la consa-pevolezza di questo tipo di recupero del passato furono viste inevitabilmente comel’opposto della “vera” creatività, innovativa, impulsiva, frutto dello sforzo di ungenio-creatore. E all’interno di un’estetica modernista, questa rievocazione del pas-

Page 8: Le immagini tradotte

sato fu vista – anziché come uno slancio in avanti – come un qualcosa di conserva-tore e retrogrado. Ma, come il tempo avrebbe dimostrato, la mancanza di nostal-gia e la forte presenza dell’ironia lavorarono a difesa di questa sorta di predatored’archivi postmoderno attaccato sia dai tardo-romantici che dai tardo-moderni.La ricollocazione e dunque la reinterpretazione che anche procedono dalla ricon-testualizzazione del passato nel presente, come suggeriscono qui sia Cristina Caseroche Vanja Strukelj, hanno condotto a molte e feconde riletture critiche.

Con l’avvento della tecnologia digitale e il passaggio dalla riproduzione mecca-nica alla riproduzione elettronica, sono sorte nuove e importanti complicazioniideologiche, legate sia alle arti stesse che alla loro ricezione critica. La nuova facilitàdi riproduzione – la possibilità di inserire duplicati perfetti in nuovi contesti – hafatto emergere tutta una serie di questioni inedite. Il recupero del passato è diven-tato “appropriazione” – vale a dire è diventato oggetto del contendere in ambitopolitico, legale ed etico. Sia nella musica con la campionatura, che nel cinema colfound footage, ci sono oggi vere e proprie sfide alle onerosissime leggi sul copyrightdel mondo capitalista, così come a quelle romantiche concezioni di “autorialità” equindi di proprietà. Invece di creare oggetti “nuovi” o originali, gli autori sembre-rebbero intendere oggi il loro compito come volto a farci vedere di nuovo, cioè acambiare il modo in cui vediamo ciò che già esiste e che può essere copiato, comemostra qui Elisabetta Longari. Forme analoghe di spostamenti materiali, com’è ilcaso del collage, hanno avviato tale sfida, ma il passaggio ai nuovi media ha reso iprestiti intertestuali ubiqui e per questo tanto più potenzialmente forti e critici, co-me osserva Kevin McManus nella sua analisi sulle video-installazioni contempo-ranee che utilizzano i film come “ready-made” al fine di decostruire quella grandeillusione di coerenza e continuità che è propria del mezzo cinematografico.

Del resto, la cultura occidentale ha sempre preso in prestito immagini, o perdirla diversamente, ha sempre raccontato le stesse storie in modi differenti. Perquesta ragione gli adattamenti sono sempre esistiti, sia che il passaggio avvenisseda storie raccontate oralmente attorno al fuoco a versioni scritte e stampate neilibri, sia che riguardasse mondi cinematografici visti in una sala e trasformati in vi-deogiochi “eterocosmici” esperiti davanti allo schermo di un computer – que-stione di cui si occupa qui Marco Scotti.

Ed oggi, come ci spiega Adriano Aprà, possiamo studiare in modo estrema-mente agevole ed elegante le fasi di composizione delle immagini grazie allatecnologia digitale e alla sua capacità di trasferire dati visivi e sonori on-line,aprendo a nuove possibilità di discussione.

Ciò che questo libro ci dimostra – nel suo studio di “usi, passaggi, trasforma-zioni” – è che oggi il dialogo intertestuale, che si voglia o meno chiamare post-moderno, è vivo, anzi prospera nella nostra età globalizzata ed elettronica. E noi,per questo motivo, siamo culturalmente più ricchi.

Linda HutcheonUniversity of Toronto

Prefazione8