l'espresso - il venditoredi isole

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26 luglio 2012 | | 67 66 | 26 luglio 2012 Mondo PERSONAGGI A ndare a vivere su una pro- pria isola. Un sogno assur- do? «Al contrario, in que- sti tempi di crisi l’isola è uno dei migliori investi- menti possibili». Parola di Farhad Vladi, 67 anni, nato in Germania, cit- tadinanza canadese, il più grande bro- ker di isole sul pianeta. Uno che ha venduto il suo primo atol- lo quarant’anni fa. Ed oggi è proprietario della Vladi Private Islands, con sedi ad Amburgo, Halifax e Shanghai. «Sì, sono un venditore di sogni», dice. «Sogni con palme e lagune. E soprattutto resistenti a qualunque tipo di crisi economica». E a “l’Espresso” spiega perché. Le isole si vendono bene anche in questi mo- menti di depressione? «Benissimo. Suonerà strano, ma la gra- ve crisi finanziaria è come una benefica burrasca che sta ripulendo a fondo il mercato delle isole». Cosa significa questa metafora? «Non tutto ciò che spunta dall’acqua è una vera isola. Sparse sui mari ci sono - per esempio a Capri o sulla Laguna veneta - isole di classe perché facilmente raggiungi- bili, con servizi e strutture. Ma gli arcipela- ghi pullulano anche di atolli che, quando la congiuntura tira, vengono spacciate da presunti broker per isole di qualità». L’attuale crisi insomma sta separando la crusca dal grano? «Esatto. Sembrerà cinico, ma le fasi di re- cessione scremano il mercato del lusso e ne riequilibrano i prezzi. Il costo delle isole che chiamo “le avventurose”, perché prive di infrastrutture o difficili, ora crol- lano; mentre quelle di qualità ritrovano il loro giusto valore. Anche sui mari la crisi fa da filtro per l’offerta e la domanda. Ma i clienti non mancano mai e i miei in par- ticolare si dimostrano resistenti a qualsia- si turbolenza dei mercati». Tradotto significa che di milionari ce ne sono sempre di più sul pianeta? «Sarà ingiusto, ma è proprio così: solo in Cina vivono oggi 31 mila milionari. E il dieci per cento di quella fetta di milionari sul pianeta s’interessa oggi con viva atten- zione a quel dieci per cento di isole di qualità che affiorano dai mari. Con il re- stante 90 per cento gli affari possono tra- mutarsi in un naufragio». Ci fa un esempio di un affare “naufragato”? «Nel 2000 ho acquistato un’isola al largo di Pana- ma per 75 mila dollari. Poco dopo l’ho venduta a un cliente il quale l’ha a sua volta ceduta per 3 mi- lioni di dollari. Ecco, per i clienti più ingenui il sogno di un’isola può tramutar- si in un Titanic. E anche in questo senso la crisi aiuta: ora quell’isola sulle coste di Panama piazzata a tre milioni sarà riscesa sui 250 mila dollari». Nel suo portafoglio quante isole di qualità ci sono? «Sparse su tutti i mari abbiamo un’offer- ta di 400 isole. Di queste, un centinaio di isole hanno dei prezzi assolutamente abbordabili. Ci sono isole nei fiordi scan- dinavi, sulle coste irlandesi o canadesi che si possono comprare spendendo tra i 100 e i 200 mila euro. Ma attenzione: anche per le isole più a buon mercato valgono le mie tre regole auree». Quali sono? «Il valore di un’isola dipende, prima di tutto, dalla risposta alla domanda: dov’è l’ospedale più vicino? La distanza dalla terraferma è il primo requisito. Gli altri due sono: il terreno è edificabile? I rap- porti di proprietà sono trasparenti?». Qual è l’isola più costosa e quale quella più a buon mercato tra quelle che tratta? «La gamma oscilla dai 30 mila ai 30 mi- lioni di euro. Un’isola come Buck nelle British Virgin Islands è un paradiso che, con le sue meravigliose ville e la natura spettacolare, vale tutti i 30 milioni richie- sti. Ma il valore di un’isola non è mai determinabile come quello di un appar- tamento o di un palazzo». Perché no? «La gente compra isole perché posseggono un valore simbolico molto forte. La com- ponente emotiva è incredibilmente rilevan- te: ho visto gente, stregata dalla bellezza di un’isola alle Bahamas, sborsare 120 milio- ni di dollari pur di possederla. Per me oggi 30 milioni di euro sono un tetto più che sufficiente per realizzare il sogno di un’iso- la di classe assoluta». Ma chi è oggi che versa queste somme per un’isola: sempre e solo artisti o star come Johnny Depp? «Anche molti manager e imprenditori realizzano questo sogno. Ad esempio abbiamo venduto per 32 milioni a Ber- nard Arnault, il proprietario di Vuitton, un’isola stupenda nelle Bahamas. Di re- cente poi Arnault l’ha ceduta all’Aga Kahn. Nelle Hawaii da poco Larry Elli- son , ceo del gruppo Oracle, ha comprato parti di Lainai, un’isola su cui vivono 3 mila persone, e che ogni anno richiama 60 mila turisti. Spesso l’isola si rivela anche un ottimo investimento se si pensa di entrare nel business del turismo». Storie romantiche come quelle di Marlon Brando col suo atollo Tetiaroa oppure Onassis con la sua Skorpios sono rare oggi? «No. David Copperfield appena può si ri- fugia nella sua Musha Cay. E il più famoso cabarettista tedesco, Dieter Hallervorden, ha comprato quindici anni fa un’isola mol- to bella in Bretagna. Dove trascorre ogni secondo libero». Conosce anche clienti italiani che vivono per le loro isole? «Certo, ad esempio lo stilista Ferragamo che ha comprato nei Caraibi un’isola dalle parti di Grenada». In quale dei cinque continenti tratta più isole: possibile che si parli sempre e solo di Caraibi, Bahamas o Seychelles? «Per fortuna non esistono solo i Caraibi: ricco di isole è tutto il Nord America, le coste australiane e della Nuova Zelanda. Nel Pacifico, le Fiji e la Polinesia francese. Ma un altro mercato ricco di offerte è l’Eu- ropa dell’ovest (vedi box nella pagina se- guente, ndr.). Anche se attualmente, specie in Europa, il mercato è un po’ stagnante». Il perché sembra evidente. «Con le insicurezze che gravano sull’euro, chi oggi possiede un’isola se la tiene stretta. La filosofia dei felici proprietari di isole è ora una sola: wait and see, aspetta e sta a vedere che cosa succederà». Almeno nella Grecia del profondo deficit e dove le isole sono state messe in vendita persino dallo Stato oggi il mercato sarà più dinamico, o no? «In teoria oggi potrebbe comprare quante isole vuole in Grecia. In offerta ne ho di meravigliose come Trinity Island, vicino ad Atene, per 18 milioni Foto: www.vladi-private-islands.de (3), R. Dahlquist - Design Pics / Corbis Il venditore DI ISOLE Ne ha 400 da piazzare. Da 30 mila a 30 milioni di euro. Dal Canada all’Italia. Parla il broker di un settore senza crisi COLLOQUIO CON FARHAD VLADI DI STEFANO VASTANO LANAI, NELLE HAWAII, APPENA COMPRATA DAL CEO DI ORACLE. SOTTO: SANT’ANTONIO, NELLA LAGUNA VENETA. ACCANTO AL TITOLO: TAIANA, POLINESIA E FARHAD VLADI

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L'espresso - Il venditoreDI ISOLE

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26 luglio 2012 | | 67 66 | 26 luglio 2012

Mondo Personaggi

Andare a vivere su una pro-pria isola. Un sogno assur-do? «Al contrario, in que-sti tempi di crisi l’isola è uno dei migliori investi-

menti possibili». Parola di Farhad Vladi, 67 anni, nato in Germania, cit-tadinanza canadese, il più grande bro-ker di isole sul pianeta.

Uno che ha venduto il suo primo atol-lo quarant’anni fa. Ed oggi è proprietario della Vladi Private Islands, con sedi ad Amburgo, Halifax e Shanghai. «Sì, sono un venditore di sogni», dice. «Sogni con palme e lagune. E soprattutto resistenti a qualunque tipo di crisi economica». E a “l’Espresso” spiega perché. Le isole si vendono bene anche in questi mo-menti di depressione?«Benissimo. Suonerà strano, ma la gra-ve crisi finanziaria è come una benefica burrasca che sta ripulendo a fondo il

mercato delle isole».Cosa significa questa metafora?«Non tutto ciò che spunta dall’acqua è una vera isola. Sparse sui mari ci sono - per esempio a Capri o sulla Laguna veneta - isole di classe perché facilmente raggiungi-bili, con servizi e strutture. Ma gli arcipela-ghi pullulano anche di atolli che, quando la congiuntura tira, vengono spacciate da presunti broker per isole di qualità».L’attuale crisi insomma sta separando la crusca dal grano?«Esatto. Sembrerà cinico, ma le fasi di re-cessione scremano il mercato del lusso e ne riequilibrano i prezzi. Il costo delle isole che chiamo “le avventurose”, perché prive di infrastrutture o difficili, ora crol-lano; mentre quelle di qualità ritrovano il loro giusto valore. Anche sui mari la crisi fa da filtro per l’offerta e la domanda. Ma i clienti non mancano mai e i miei in par-ticolare si dimostrano resistenti a qualsia-

si turbolenza dei mercati».Tradotto significa che di milionari ce ne sono sempre di più sul pianeta?«Sarà ingiusto, ma è proprio così: solo in Cina vivono oggi 31 mila milionari. E il dieci per cento di quella fetta di milionari sul pianeta s’interessa oggi con viva atten-zione a quel dieci per cento di isole di qualità che affiorano dai mari. Con il re-stante 90 per cento gli affari possono tra-mutarsi in un naufragio».

Ci fa un esempio di un affare “naufragato”?«Nel 2000 ho acquistato un’isola al largo di Pana-ma per 75 mila dollari. Poco dopo l’ho venduta a un cliente il quale l’ha a sua volta ceduta per 3 mi-lioni di dollari. Ecco, per i clienti più ingenui il sogno di un’isola può tramutar-si in un Titanic. E anche in questo senso la crisi aiuta: ora quell’isola sulle coste di Panama piazzata a tre

milioni sarà riscesa sui 250 mila dollari».Nel suo portafoglio quante isole di qualità ci sono?«Sparse su tutti i mari abbiamo un’offer-ta di 400 isole. Di queste, un centinaio di isole hanno dei prezzi assolutamente abbordabili. Ci sono isole nei fiordi scan-dinavi, sulle coste irlandesi o canadesi che si possono comprare spendendo tra i 100 e i 200 mila euro. Ma attenzione: anche per le isole più a buon mercato valgono

le mie tre regole auree».Quali sono?«Il valore di un’isola dipende, prima di tutto, dalla risposta alla domanda: dov’è l’ospedale più vicino? La distanza dalla terraferma è il primo requisito. Gli altri due sono: il terreno è edificabile? I rap-porti di proprietà sono trasparenti?». Qual è l’isola più costosa e quale quella più a buon mercato tra quelle che tratta? «La gamma oscilla dai 30 mila ai 30 mi-lioni di euro. Un’isola come Buck nelle British Virgin Islands è un paradiso che, con le sue meravigliose ville e la natura spettacolare, vale tutti i 30 milioni richie-sti. Ma il valore di un’isola non è mai determinabile come quello di un appar-tamento o di un palazzo».Perché no?«La gente compra isole perché posseggono un valore simbolico molto forte. La com-ponente emotiva è incredibilmente rilevan-te: ho visto gente, stregata dalla bellezza di un’isola alle Bahamas, sborsare 120 milio-ni di dollari pur di possederla. Per me oggi 30 milioni di euro sono un tetto più che

sufficiente per realizzare il sogno di un’iso-la di classe assoluta».Ma chi è oggi che versa queste somme per un’isola: sempre e solo artisti o star come Johnny Depp?«Anche molti manager e imprenditori realizzano questo sogno. Ad esempio abbiamo venduto per 32 milioni a Ber-nard Arnault, il proprietario di Vuitton, un’isola stupenda nelle Bahamas. Di re-cente poi Arnault l’ha ceduta all’Aga Kahn. Nelle Hawaii da poco Larry Elli-son , ceo del gruppo Oracle, ha comprato parti di Lainai, un’isola su cui vivono 3 mila persone, e che ogni anno richiama 60 mila turisti. Spesso l’isola si rivela anche un ottimo investimento se si pensa di entrare nel business del turismo».Storie romantiche come quelle di Marlon Brando col suo atollo Tetiaroa oppure Onassis con la sua Skorpios sono rare oggi?«No. David Copperfield appena può si ri-fugia nella sua Musha Cay. E il più famoso cabarettista tedesco, Dieter Hallervorden, ha comprato quindici anni fa un’isola mol-to bella in Bretagna. Dove trascorre ogni secondo libero».Conosce anche clienti italiani che vivono per le loro isole?«Certo, ad esempio lo stilista Ferragamo che ha comprato nei Caraibi un’isola dalle parti di Grenada».In quale dei cinque continenti tratta più isole: possibile che si parli sempre e solo di Caraibi, Bahamas o Seychelles?«Per fortuna non esistono solo i Caraibi: ricco di isole è tutto il Nord America, le coste australiane e della Nuova Zelanda. Nel Pacifico, le Fiji e la Polinesia francese. Ma un altro mercato ricco di offerte è l’Eu-ropa dell’ovest (vedi box nella pagina se-guente, ndr.). Anche se attualmente, specie in Europa, il mercato è un po’ stagnante».Il perché sembra evidente.«Con le insicurezze che gravano sull’euro, chi oggi possiede un’isola se la tiene stretta. La filosofia dei felici proprietari di isole è ora una sola: wait and see, aspetta e sta a vedere che cosa succederà».Almeno nella Grecia del profondo deficit e dove le isole sono state messe in vendita persino dallo Stato oggi il mercato sarà più dinamico, o no? «In teoria oggi potrebbe comprare quante isole vuole in Grecia. In offerta ne ho di meravigliose come Trinity Island, vicino ad Atene, per 18 milioni Fo

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Il venditore DI ISOLE

Ne ha 400 da piazzare. Da 30 mila a 30 milioni di euro. Dal Canada all’Italia. Parla il broker di un settore senza crisi

COLLOQuIO CON fArhAD vLADI DI STefANO vASTANO

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Mondo

di euro. Ma in pratica il mercato greco è bloccato».Come mai?«La burocrazia, il male endemico della penisola greca. Hai bisogno d’una marato-na di 32 permessi ministeriali per comprar-ti un’isola greca! Solo i greci emigrati negli Usa ce la fanno a superare questa tortura. Un normale cliente italiano o francese non ce la farà mai a comprarsi la sua Itaca».In Italia com’è la situazione?«Ho Sant’Antonio sulla Laguna veneta e Ravaiarina, presso Grado, in offerta. E poi Budelli, nell’arcipelago della Maddalena, in Sardegna. Il mercato italiano non è così fermo come quello greco, è gestito anzi in modo intelligente. Le autorità italiane sono molto esigenti con i permessi di edificabili-tà: una politica restrittiva per preservare il vostro patrimonio insulare».Spostiamoci in Asia.«Ho delle offerte in Giappone, un’isola anche a Sri Lanka, ma ci sono muri insupe-rabili sul mare asiatico: sulle Maldive, in Indonesia o nelle Filippine non compri, al massimo riesci solo ad affittare l’isola. Un blocco che ha a che fare con la sovrapopo-lazione in Asia: difficile cedere a stranieri terreni che scarseggiano per la popolazione indigena». e nella Cina dove ha da poco aperto un ufficio a Shanghai?«In Cina rilevare isole è tabù. Ma non vale il contrario: oggi sono i cinesi a comprare isole nel mondo. Il nostro ufficio a Shanghai ha da poco venduto a un cinese assai bene-

stante un’isola in Nova Scotia, Canada. E la cosa più bella è che questo cliente verrà a firmare l’atto d’acquisto con otto suoi amici cinesi, altrettanti potenziali clienti». Ma perché, se ho dei milioni di euro, dovrei comprarmi un’isola e non un palazzo?«Su un’isola hai un potere di cui non godrai mai in nessun palazzo in città: sull’isola controlli tutto il mondo circo-stante e, soprattutto, sei solo. Questo sentimento incredibile d’essere il re della tua vita te lo può dare solo la tua isola. E non è questo l’unico valore speciale che acquisti con un’isola».Quali altrI?«Da bambini ognuno di noi, dopo una litigata con i genitori, è corso a chiudersi in camera dopo aver sbattuto la porta al mondo. Ecco, chi compra un’isola vuole realizzare una volta per tutte questo profondo desiderio umano di starsene per conto suo». Insomma, l’isola è un investimento migliore del mattone?«Se investi nel mattone puoi realizzarci, se sei abile e fortunato, degli utili. Se in-vesti su un’isola la rendita garantita la ottieni in termini di maggiore qualità della vita. E nel lusso di poter vivere libe-ramente a contatto con la natura».Lei se l’è tolto questo sfizio?«Sì, la mia isola è in Nuova Zelanda. Dove ho costruito una casa per 250 mila euro. Con questa cifra che appartamento potrei comprarci a Roma, a Londra o a Berlino?». n

l’immaginazione gioca brutta scherzi. Se pensiamo a un’isola, ecco l’immagine tropicale delle palme, spiagge bianche e barriere coralline. «ma il mondo delle isole è più vario degli atolli tropicali», spiega Farhad vladi, «e il mercato più ricco resta quello in europa occidentale». nell’offerta della vladi Private islands un ruolo di primo piano hanno isolotti come Bukkholmen, tra i fiordi della norvegia. Caratteristica delle isole della Scandinavia è che (come ad esempio per trageroy)hanno il loro chalet e porticciolo. e, particolare non di poco conto, prezzi contenuti. Più care isole come oronsay, sulle più frastagliate coste scozzesi. la più famosa in quell’area è isle of gigha, l’isola che mick Jagger avrebbe voluto comprarsi (ma ancora oggi è di proprietà dei suoi 156 abitanti). affascinante il promontorio di ailsa Craig, altra isoletta scozzese di 16 chilometri (con tanto di faro). Richieste anche le verdissime Denish island o Coney nel pescoso mare d’irlanda. Più spettacolari, e molto più costose, invece l’ile illiec (fu il rifugio del pilota Charles lindbergh) o l’ile de Costaérès, perle della Bretagna con tanto di neogotico castelletto. l’altro più frequente errore è credere che le isole siano solo sul mare; ce ne sono di belle pure in mezzo a laghi e fiumi. una delle passioni di mister vladi sono isolotti come Schloss mauensee, al centro del lago blu di lucerna. un paradiso floreale

è Brissago: già Rilke e James Joyce rimasero incantati dal fascino di questo angolo sul lago maggiore. l’isola di Chantemesle si trova a soli 50 chilometri da Parigi. affiora dalle acque della Senna, e non è in vendita. ma uno dei suoi due magnifici chalet si può affittare.i prezzi delle isole in europa? Carbery island, l’isola di 121 mila metri quadrati in irlanda, costa 1,250 milioni di euro. già per la Ravaiarina occorrono 3,5 milioni e 4,5 milioni di euro per la sarda Budelli. noccioline rispetto ai 18 milioni che ci vogliono per trinity island, una delle perle del mare egeo. n

Paradiso Europa DI STefANO vASTANO

BuDelli, in SaRDegna, in venDita PeR 4,5 milioni Di euRo

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estate da leggere

Cosa portarsi in vaCanza:

i Consigli dei librai p. 81

profumo

senza tagli, monte

dei pasChi addio p. 114

quirinale

il Conflitto Con i pm

toCCa anChe il governo p. 30

Riti simbolici in comune e in chiesa. nozze all’esteRo. luna di miele su misuRa... mentRe lo stato nega

i diRitti e i paRtiti si dilaniano, inchiesta sui matRimoni gay fai-da-te. con una pRovocazione di paolo poli

e noi ci sposiamo lo stesso

settimanale di politica cultura economia - www.espressonline.it n. 30 anno lViii 26 luglio 2012