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LEVANE E LE SUE ACQUE CLASSE 1B Istituto comprensivo Mochi anno scolastico 2016/2017 LEVANE E LE SUE ACQUE CLASSE 1B Istituto comprensivo Mochi anno scolastico 2016/2017 1

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LEVANE E LE SUE ACQUECLASSE 1B Istituto comprensivo Mochi anno scolastico 2016/2017

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LEVANE E LE SUE ACQUE

Nella zona tra Levane, Pergine, Laterina si trovano cinque fonti di acqua acidulo-ferruginosa ed effervescente.⦁ Tre di queste si collocano a Levane:⦁ La Nave dell'Inferno⦁ Acqua Borra⦁ Bagnolino dei Rachitici⦁ Tra Pergine e Laterina invece si trovano:⦁ Poggio Bagnoli⦁ Ponte RomitoIl significato di queste sorgenti nella cultura del nostro territorio è documentato da varie fonti: i ritrovamenti archeologici e le fonti orali e scritte. Da queste si è potuto ricostruire che fin dall'antichità, già dal tempo degli Etruschi e dei Romani, il culto delle acque era vivo nelle nostre zone. Infatti l'acqua, elemento fondamentale per la vita, rappresentava l'abbondanza e la fertilità. È per questo motivo che molte fonti vennero definite lattaie.

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LA NAVE DELL'INFERNO

La Nave dell'Inferno venne descritta già in un documento che risale al 1859. Qui si parla del sapore particolare e delle proprietà curative e benefiche della acque.Il passo della Nave venne chiamato così perché un tempo una barca permetteva di attraversare il fiume da una sponda all'altra.Il termine Inferno nel toponimo deriva dal fatto che le peculiarità geomorfologiche del tratto dell'Arno ricordano un luogo pericoloso e inquietante. Il corso del fiume, infatti, dalla diga attuale fino a Laterina, è stretto e tortuoso e scorre in un territorio formato prevalentemente da colline coperte di boschi con i fianchi scoscesi che scendono nelle acque dell'Arno.In tempi molto antichi venne realizzato, in prossimità di questo luogo, il Berignolo che arrivava fino a S.Giovanni Valdarno; lungo questo sorsero poi dei mulini ad acqua per macinare il grano e produrre farina. Il Berignolo arrivava fino all'attuale Piazza 20 Settembre di Montevarchi, chiamata anche Piazza dei Mulini.Gli antichi palazzi che in essa sorgono un tempo erano gli uffici dell'azienda che gestiva la produzione di farina. Il Berignolo è stato inoltre molto importante nello sviluppo successivo dell'economia della zona compresa tra Levane e Montevarchi, permettendo e favorendo la nascita dell'attività vivaistica.Intorno al 1957 in corrispondenza della Valle dell'Inferno è stata realizzata la diga per la produzione di energia elettrica.

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ACQUABORRA

Un documento del 1854 parla delle acque dell'Acqua Borra indicate per le loro proprietà terapeutiche nelle malattie del sistema cutaneo e circolatorio.⦁ Quest'acqua si caratterizza per le sue proprietà acidulo-ferruginosa: sa di ferro, è dissetante ed effervescente.⦁ Nel 1866 dettero vita ad una vera e propria attività estrattiva. La lavorazione avveniva attraverso queste fasi:⦁ Estrazione dell'acqua dalla polla attraverso pompe e tubature;⦁ Depurazione attraverso filtri;⦁ L'acqua veniva imbottigliata nei fiaschi e nelle bottiglie che erano etichettate a mano;⦁ Vendita a domicilio per il Valdarno e inviata soprattutto a Firenze.⦁ Uno dei momenti più fiorenti dell'attività risale al 1935, durante la guerra d'Africa, quando aumentò la richiesta e le esportazioni. Durante gli anni 50 lo stabilimento produttivo venne modernizzato attraverso l'uso di macchinari che sostituirono l'imbottigliamento manuale.⦁ Intorno al luogo dell'attività estrattiva vennero costruiti anche un ristorante ed una pista da ballo dove i levanesi trascorrevano il tempo libero nei giorni di festa.⦁ Il piatto tipico del ristorante era il "pollo alla Diavola", chiamato così perché molto piccante.

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BAGNOLINO DEI RACHITICI

Un documento che risale al 1834 parla dell'acqua di questo luogo, chiamato così perché un tempo gli abitanti della zona immergevano i bambini nelle acque al fine di curarli dalla malattia del rachitismo.

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FONTI LATTAIE

Il culto delle acque nacque nelle nostre zone già dal tempo degli etruschi e dei romani. L'acqua rappresentava l'abbondanza e la fertilità per cui si credeva che molte fonti avessero il potere di far produrre latte alla donna che allattava. Queste fonti vennero definite fonti lattaie e intorno a queste sorgenti, che generalmente si trovavano sulle colline nacquero delle chiese, come Santa Maria a Levane e Santa Maria in Valle a Laterina

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FONTI ORALI

⦁ L'acqua della nostra infanzia;⦁ Fine di un'epoca;⦁ Storia come la racconta il proprietario, il signor Menci;⦁ Il fontino;⦁ Caronte;⦁ La diga;

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L'ACQUA DELLA NOSTRA INFANZIA

"Scusi, mi da' un bicchiere d'Acquaborra?"Ovviamente il barista non capiva il tipo di richiesta, ma quando andavamo fuori da Levane per vacanza oper lavoro si faceva sempre questo errore perchè per noi Acquaborra era sinonimo di acqua gassata.Gassata non con l'aggiunta di anidrite carbonica, ma gassata naturalmente, perchè dalla polla esce acqua eanidrite carbonica contemporaneamente.L'acqua veniva imbottigliata dalla sorgente Romana, (che rimane un po' più vicina all'Arno) e dalla sorgenteLeona.Tra noi dell'Acquaborra c'erano come due partiti: chi comprava l'acqua alla Sorgente Romana, e chiinvece la comprava alla Sorgente Leona.La mia famiglia, vuoi per amicizia con "i' Luca", vuoi per vicinanza, si era sempre servita alla sorgenteLeona e l'acqua Romana non ci piaceva proprio: "troppo "scepita" - si diceva- non disseta".E di gas ce ne era abbastanza, da casa si sentivano spesso lebottiglie scoppiare durante la lavorazioneperché c'era troppo gas…..

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FINE DI UN'EPOCA

L'acqua della sorgente Romana non si imbottiglia più dai primi anni Ottanta e recentemente l'edificio della sorgente è stato diviso in quattro miniappartamenti uno dei quali, quello in basso che confina sulla strada ha la "cannellina" della sorgente.La sorgente Leona ha durato più a lungo, e quando fallì la Romana, rilevò tutte le bottiglie di vetro da litro e da due litri, e le casse, (per questo motivo non si riesce più a trovare bottiglie della sorgente Romana), ma dal 1984 non si imbottiglia più neppure la Leona perchè non è competitiva con il mercato.Oggi non si sfrutta più la sorgente neppure per produrre anidrite carbonica (se ne produceva un fusto la settimana!).Entrando dentro l'edificio della sorgente, si sente ancora l'odore di quando ci lavoravano: acqua fresca unita al sapor di colla che serviva per incollare le etichette (che il Luca attaccava tutte a mano con un pennellino…), comunque odore di buono.La polla della sorgente esiste ancora oggi, e' in una grotta vicino alla strada per andare all'Arno ai piedi del bosco, ai margini della Riserva Naturale di Bandella e Valle dell'Inferno. Vi si accede dopo aver percorso una galleria la cui temperatura è di 14° gradi sia d'estate che d'inverno.Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale i levanesi vennero a rifugiarsi proprio qui perchè era un luogo sicuro, ma gli abitanti avevano sempre utilizzato la grotta come frigorifero quando non esisteva nelle case. Alla sorgente si portavano i dolci con la crema perchè non andassero a male per il giorno dopo o lo sciroppo che in casa, al caldo si sciupava...Da circa un anno (2007) tutta la proprietà della sorgente, casa e pianelli sono stati acquistati dal sig. Rubeschi e messi in vendita.Ancora non hanno trovato un acquirente. Si parla di ristrutturare il tutto come agriturismo, ma il progetto è troppo costoso, oppure di dividere tutto in appartamenti.Forse questa sarà la fine più probabile e più vantaggiosa per il proprietario, ma anchela fine di un'epoca.

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STORIA COME LA RACCONTA IL S.MENCI

La sorgente all'Acquaborra esiste dal 1666 quando fu acquistata da alcuni signorotti del luogo perchè era medicamentosa per le bestie. A quei tempi i veterinari mandavano i contadini a prendere la poltiglia rossa che si forma intorno alla polla con i secchi, per darla alle bestie quando avevano "il calore".Ma anche le persone la bevevano, però il primo decreto per imbottigliarla risale solo al 1920.Prima di allora bisognava andare a berla nel piazzale della sorgente dove c'era una manetta che si apriva e le persone bevevano quest'acqua gassata che veniva servita con la Magnese Galeffi.Una volta l'Acquaborra era un vero e proprio luogo di villeggiatura, la domenica ci venivano a piedi le persone dei paesi vicini fino a San Giovanni, ma d'estate c'erano anche i villeggianti.Dopo aver bevuto si potevano mangiare i polli allevati "nei pianelli" e cucinati "alla diavola" presso il ristorante che c'era sopra alla Sorgente Leona o i pesciolini fritti appena pescati nell'Arno (dal mio bisnonno).E dopo aver mangiato si poteva anche ballare o attraversare l'Arno con il barcone, bere l'acqua ferruginosa del fontino oppure fare una girata "su per Arno" fino all'Ascione ( anche questo oggi non si può più fare perchè c'è la diga!).

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IL FONTINO

Il fontino butta continuamente acqua gassata dal sapore ferruginoso, dipinge tutto di rosso ai suoi piedi, si trova proprio vicino al greto dell'Arno dove una volta ci si imbarcava per attraversare l'Arno con il barcone; il tutto è in uno stato di estremo degrado anche se si trova dentro la riserva naturaleUna volta al fontino venivano a prendere l'acqua tutte le persone di Levane, la mettevano in bottiglie di vetro e la tappavano con tappi di sughero.Quando le biciclette cariche di bottiglie arrivavano qui davanti a casa, si dovevano fermare perché immancabilmente si stappavano le bottiglie….forse era trascorso il tempo necessario perché il gas acquistasse abbastanza forza per esplodere…o forse per colpa della curva….Tutti prendevano bottiglie sufficienti al fabbisogno giornaliero, perché era notorio che l'acqua "baca" e va ripresa nuova tutti i giorni.Oggi pochi ragazzi conoscono il fontino e quando assaggiano la sua acqua fanno le boccacce, ma una volta era famoso, ci venivano a bere anche persone importanti come Gino Bartali che mentre si allenava faceva sosta qui per bere. Una volta tirò le trecce alla mia nonna che era lungo la strada.

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CARONTE

Il ponte sull'Arno è stato costruito dopo la Diga dell'Enel, prima c'era un barcone con il fondo piatto che serviva per portare le persone "dilà d'Arno".Ci potevano salire, persone, biciclette, greggi e poi anche le prime macchine.Da una sponda e dall'altra dell'Arno c'era teso un cavo d'acciaio e sulla barca c'erano due pertiche che impedivano al barcone di cambiare direzione.Chi voleva attraversare doveva chiamare Renzo o Caronte che prendeva un cencio e con le mani spingeva la barca lungo il cavo"

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LA DIGA

La diga fu costruita nel 1954 nella gola della Valle dell'Inferno dall'ENEL.I lavori richiesero circa tre anni e vennero a costruirla operai da fuori. In casa nostra c'era in affitto una famiglia della Garfagnana formata da due sposini freschi freschi che ebbero qui la sua prima figliola, la Marina, e che

Diga di una cartolina illustrata negli anni ‘60

appena nata fu messa in braccio alla nonna mentre le donne accudivano la Giovanna ( la Giovanna è morta questo inverno).Avevano preso in affitto la stanza di dietro dove ora c'è il soggiorno, la

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cucina invece era in comune con la nostra famiglia.Con la costruzione della diga il nonno Amedeo non potè più andare a pescare con la barca.La barca ( che aveva fatto da sé) la teneva nel berignolo poco prima che si congiungesse con l'Arno perché l'Arno era molto capriccioso prima della costruzione della diga e spesso da un momento all'altro venivano delle belle piene che avrebbero portato via la barca.La diga ha due turbine, ma ne viene tenuta in funzione una sola. L'energia elettrica viene venduta ancora prima di essere prodotta, per cui se ne produce a richiesta. Le richieste arrivano da tutte le parti d'Italia.Da qualche anno l'Enel incoraggia delle giornate ecologiche con visita della diga e del lago. Infatti, dietro alla diga si è formato un lago artificiale di molti milioni di metri cubi di acqua che serve da riserva per la diga stessa.Dal 1996 in questo lago artificiale c'è la Riserva Naturale della Valle d'Inferno e Bandella.In questo lago vengono a svernare molti animali, come i gabbiani che dal mare risalgono il corso del fiume per trovare più caldo e riserva di pesce, i cormorani e gli aironi cinerini.La riserva Naturale ha aperto un'altra epoca nella nostra storia locale, dopo che la diga ne aveva chiusa una.

Queste due foto risalgono al 1958 quando la diga dell'Enel era in costruzione. La prima è vista da monte e la seconda da valle.(foto in bianco e nero che si trovano nelle sede Enel delle "Casine" all'Acquaborra)

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1.La valle dell'Inferno si chiama così perchè...

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a. ☐ dipende dalla struttura morfogeologica del terreno

b. ☐ è una zona in cui fa molto caldo

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2. Le fonti lattaie si chiamano così perchè...

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a. ○ erano fonti con i rubinetti in latta

b. ○ erano fonti le cui acque favorivano la produzione di latte alle neo mamme

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3. la diga è stata costruita nel

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a. ○ 1957

b. ○ 1967

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4. il "pollo alla Diavola" era...

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a. ○ un piatto tipico, servito nella Valle dell'Inferno

b. ○ un piatto molto piccante di origine spagnola

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5. prima della costruzione del ponte sull'Arno si passava all'altra riva...

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a. ○ con un barcone, guidato da Renzo, detto Caronte

b. ○ si noleggiava una barchetta

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6. la Riserva naturale della Valle dell'Inferno e Bandella è nata nel 1996

Indica se vero o falso

a. Vero

b. Falso

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