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Per prenotarlo scrivi a: [email protected]

Libro in uscita a Febbraio 2017

Breve estratto del Capitolo 2

“Perché è così difficile dire NO “

Empatia: quando è troppa sono guai!

L’ empatia1 è la capacità di mettersi nei panni dell’altro, di entrare ad

un livello così profondo di comunicazione con lui per cui sai metterti

nella sua situazione, nel suo sentire, nei pensieri, emozioni, sentimenti

che sta provando in quel momento.

L’ empatia non va confusa con la “sensibilità “: potresti essere

sensibile e piangere di fronte ad una foto di bambini denutriti in

Etiopia e tuttavia non essere capace di rinunciare alla felpa che volevi

acquistarti per fare loro una donazione.

Potresti essere dispiaciuta, addolorata per una tua amica che sta

soffrendo molto a causa della morte di suo padre e tuttavia non saper

rinunciare a un sabato sera in discoteca con i tuoi amici per passare la

sera con lei, ad ascoltarla, farle compagnia, sostenerla.

L’ empatia è più della sensibilità, poiché è a un livello più intenso di

connessione con i bisogni dell’altro, ti permette di mettere da parte

per un attimo il tuo modo di vedere e sentire le cose e di far entrare

dentro di te cosa sta sperimentando, pensando e sentendo l’altro,

tanto da spingerti ad agire, a metterci in gioco, a fare qualcosa per

1 Il termine empatia è stato coniato da Robert Vischer, studioso di arti figurative e di

problematiche estetiche, alla fine dell'Ottocento. Tale termine nasce perciò all'interno di un contesto

legato alla riflessione estetica, ove con empatia s'intende la capacità della fantasia umana di cogliere

il valore simbolico della natura. Vischer concepì questo termine come capacità di sentir dentro e di con-

sentire ossia di percepire la natura esterna, come interna, appartenente al nostro stesso corpo.

Rappresenta quindi la capacità di proiettare i sentimenti da noi agli altri e alle cose, che percepiamo.

Il termine empatia verrà utilizzato da Theodor Lipps, il quale lo porrà al centro della sua concezione

estetica e filosofica, considerandolo quale attitudine al sentirsi in armonia con l'altro, cogliendone i

sentimenti, le emozioni e gli stati d'animo, e quindi in piena sintonia con ciò che egli stesso vive e

sente (Fonte: www.wikipedia.org)

aiutarlo e cambiare la situazione. Con la sola sensibilità puoi

commuoverti e tirare via dritto, grazie all’ empatia allunghi la mano

verso l’altro, al di là che ti stia simpatico o antipatico, al di là di

qualsiasi giudizio morale nei suoi confronti.

Finita la seconda guerra mondiale, gli Alleati decisero di processare 21

gerarchi nazisti, per punirli delle atrocità commesse: il massacro di

uomini, donne, bambini nelle camere a gas, bruciati vivi, fucilati senza

alcuna pietà. Nel film “Il processo di Norimberga"2 l’avvocato Jackson

ascolta le confidenze del capitano Gustav Gilbert che, sorvegliando i

nazisti accusati nel penitenziario durante tutto il processo, aveva avuto

modo di interagire con loro, di conoscerli da vicino, come uomini

oltre che come militari.

Dopo un analisi sulle cause per cui questi uomini avessero commesso

tali atrocità, Jackson chiede a Gilbert “C’è qualcos’altro? “ . Dopo

qualche secondo di silenzio il capitano Gilbert continua la sua analisi

“Una volta le dissi che stavo cercando la natura del Male … credo di

essere riuscito a definirla: mancanza di empatia! L’ unica caratteristica

comune a tutti gli imputati, una reale incapacità di sentire ciò che

sentono gli esseri umani. Il Male è, io credo, l’assenza di empatia “3

Se è vero che siamo sempre più individualisti , stranieri persino ai

nostri vicini di casa, barricati dentro regole formali e deontologiche di

comportamento con cui giustifichiamo la nostra indifferenza e

freddezza nei rapporti umani, per cui tutti abbiamo un gran bisogno

di sviluppare la nostra capacità di essere empatici verso gli altri, d’altro

canto è altrettanto vero che se hai una predisposizione a entrare

troppo in empatia, a sentire intensamente i bisogni degli altri, a

mettere sempre prima le esigenze degli altri e in ultima fila le tue ,

allora ti sarai talmente messa nei panni dell’altro da perdere i tuoi, ti

sarai talmente sbilanciata dal tuo centro che non riconoscerai più il

2 Regia di Yves Simoneau, anno 2000 3 Vedi scena: entra in Facebook e cerca la pagina “L’ Eva del NO”, la trovi fra i video

tuo bisogno di dire NO e porre limiti, non ne sarai più capace.

Non a caso sono le persone che svolgono professioni d’ aiuto ad essere

maggiormente colpite dalla sindrome di burnout4, come assistenti

sociali, operatori sanitari e insegnanti, educatori, ma anche poliziotti,

sacerdoti.

Spesso queste persone vivono il loro lavoro come una “missione “,

per cui tendono a investire le proprie energie emotive anche al di là

di quanto richiesto dal proprio ruolo, non sapendo mantenere la

giusta distanza psicologica ed emotiva dalle persone sofferenti e in

difficoltà. Non riescono mai a distanziarsi dai problemi delle persone

a loro vicine.

Si sento sempre in colpa se non possono rendersi utili per qualcuno

che ha bisogno. Però cadono nel baratro che più che prendersi cura

dell’altro vogliono “salvarlo “, si fanno carico dei suoi malesseri e

problemi, cadono in un coinvolgimento emotivo così forte da arrivare

a depersonalizzarsi, per cui arrivano a logorarsi nel tempo, perdendo

la percezione della loro autentica identità, svuotandosi e perdendo le

forze, sia fisiche che mentali.

Una eccessiva empatia, invece, ti fa consegnare totalmente all’ altro,

perdendo i tuoi confini, non permettendoti più di riconoscere i tuoi

reali bisogni, per cui sarai incapace di dire NO e porre limiti per

assecondare le tue esigenze.

E così facendo la frittata è completa: non riconoscendo i tuoi bisogni

non saprai nemmeno distinguere i bisogni dell’altro!

4 In Inglese “bruciarsi “, il burnout è un esaurimento psichico, fisico ed emotivo che porta la persona

a vivere il proprio lavoro in maniera apatica, senza più interesse. Le cause del burnout sono molteplici:

sovraccarico di lavoro, senso di contraddizione fra quanto le regole dell’ambiente di lavoro

impongono e le reali necessità dei pazienti, mancanza di riconoscimento del valore del proprio

operato ecc… Qui prendiamo in esame la tendenza a farsi carico emotivamente dei problemi delle

persone in difficoltà, a causa della troppa empatia.

Molti dei tuoi sensi di colpa hanno origine dall‘ eccessiva empatia

verso l’altro:

- Se gli dico di NO ci rimarrà male (… e tu? )

- Se gli dico di NO non ce la farà da sola (… e tu? )

- Se gli dico di NO mi terrà il muso per settimane (… e tu? )

- Se gli dico di NO si sentirà abbandonato (… e tu? )

Una piccola dose di dispiacere perché l’altro ci rimane male, si

arrabbierà con te per un tuo NO, è anche normale che tu la provi,

altrimenti vorrebbe dire che non te ne frega nulla di lui o lei.

Ma tu non sei responsabile di come si sentono gli altri, in base alle

cose che gli dici o fai nei loro confronti, se a loro piace auto flagellarsi

e torturarsi.

Finché sarai sbilanciata nella troppa empatia metterai sempre gli altri

prima di te, continuerai a rimuginare per ore e ore, giorni, settimane

sul fatto di dire un NO oppure, dopo averlo detto, su cosa stanno

pensando o provando gli altri.

…continua

Breve Estratto del Capitolo 5

“Strategie ed Esercizi “

La tua stella cometa: i tuoi Valori

Chi sei? Perché fai quello che fai? Cosa ti guida nelle tue scelte più

importanti in modo da non tradire mai te stessa? Cosa ti spinge a non

scendere a compromessi pur di rispettare la tua dignità, la tua identità?

I tuoi Valori

Essi sono molto di più delle tue idee e delle tue convinzioni.

Le idee e le convinzioni partono dalla testa, i tuoi valori partono dal

cuore, dal tuo essere, dalla tua anima, sono lo specchio di ciò in cui

credi, di ciò per cui non scenderesti a compromessi o lo se fai ti limiti

il più possibile e comunque senza andare oltre un certo limite, perché

non ce la fai, è più forte di te! Un idea o una convinzione potresti

anche cambiarla nel tempo, non così i tuoi Valori, perché sono delle

credenze molto stabili, che hanno una radice profonda dentro di te e

guidano, come una stella cometa, i tuoi comportamenti, le tue scelte

in base a cosa reputi bene o male, giusto o sbagliato.

Non puoi permetterti di non aver chiari quali sono i tuoi Valori!

“Bastoni e pietre romperanno le mie ossa, ma io sarò sempre un uomo vero “

On the Nickel – Tom Waits

Sì perché se il tuo obiettivo è quello di diventare milionaria , e

sacrificando ogni grammo di energia delle tue cellule riesci a

raggiungere questo obiettivo , ma una volta arrivata hai l’amaro in

bocca , senti che ti manca qualcosa perché strada facendo hai

commesso qualche disonestà , hai trascurato le persone che ami , hai

ingannato un ‘ amica , allora prendi consapevolezza che hai tradito i

tuoi valori e quello che doveva essere un trionfo di felicità è la triste

scoperta che hai tradito te stessa nella tua parte più intima e autentica.

Quindi, ancor prima di definire un tuo obiettivo devi sapere quali

sono i Valori che guidano la tua vita e che sono a garanzia della tua

autentica felicità.

Altro punto fondamentale è che tu sappia, fra tutti i tuoi valori, il peso

di importanza che dai ad ognuno, in modo da stabilire una priorità

fra di essi.

Ad esempio potresti avere come valori l’amicizia e anche l’onestà: poi

un giorno ti accorgi di essere entrata in possesso di una banconota da

500 € falsa e la cosa ti scoccia parecchio perché sai che se la consegni

in banca li avrai persi quei soldi … e non sono mica pochi! Non ci

pensi più, fino a quando un giorno ti trovi a comprare un vestito in

un negozio di una tua cara amica e al momento di pagare … ehmmm

…beh, ti rendi conto che molto probabilmente, visto che la tua amica

in segno di fiducia non controllerà la banconota, quella potrebbe

essere davvero l’unica, irrepetibile occasione per non perdere quei

500 € … sì, no … sì, no … alla fine gli e li rifili … e fra saluti e abbracci

tutto fila liscio. Però poi a casa ti viene il magone, perché senti di aver

sbagliato nel stabilire la priorità fra due valori che reputi importanti.

Aver ben chiari quali sono i tuoi Valori e stabilire la loro priorità ti

porta a rafforzare la tua coerenza, la tua Unità fra Pensare / Sentire /

Agire che abbiamo definito essere il punto cardine su cui si basa la tua

forza per riuscire ad affermare i tuoi NO, porre limiti e a difenderti.

SPAZIO VITALE

Poiché i tuoi Valori definiscono il perimetro, l’area esistenziale dentro

cui stai bene, quel tuo spazio psicologico, emozionale, affettivo e

corporeo dentro cui ti senti nutrita, rispettata, amata e riconosciuta,

chiamiamo questa zona Spazio Vitale.

Normalmente si definisce come spazio vitale quella distanza entro la

quale ci sentiamo a nostro agio o disagio, salvezza o pericolo rispetto

alle persone e alle cose con cui ci relazioniamo. Oltre i 3 metri

abbiamo la percezione di essere in uno spazio pubblico, oltre 1, 20

metri in uno spazio sociale, oltre i 40 cm siamo in uno spazio

personale ed entro i primi 40 cm percepiamo di essere dentro il nostro

spazio intimo, detto anche spazio vitale.

Vedremo poi, nel capitolo dedicato alla difesa personale, quanto sia

fondamentale la percezione di questo spazio vitale dato dalla distanza

fisica delle altre persone: in caso di aggressione fisica è dato dalla

distanza entro la quale tu riesci ad anticipare, anche solo di mezzo

secondo, la mossa dell’altro, eliminando così il suo iniziale vantaggio

per essere partito all’attacco per primo. In caso di aggressione da

coltello o simili, il percepire qual ‘ è questa distanza può davvero

salvarti la vita!

Qui intendiamo delineare quella serie di confini, marcati dai Valori in

cui credi, che quando gli altri oltrepassano è bene tu intervenga all’

istante! Non farlo significa lasciare che l’invasore possa addirittura

accamparsi e mettere radici in quello spazio che per te è sacro.

Il tuo spazio vitale è quello spazio simbolico dentro il quale dai senso

e valore alla tua vita, al tuo modo di essere e di comportarti, alle tue

scelte piccole o grandi che siano ... il tuo spazio vitale definito dai

valori in cui credi marca quei confini che, se sei tu ad andarci oltre

senti che hai tradito la tua identità, se vengono oltrepassati dagli altri

avverti una vera e propria invasione, violenza o minaccia alla tua

essenza più intima e profonda.

Ti richiederà del tempo fare bene l’ esercizio qui di seguito , ma questo

farà la differenza fra te e tutte quelle che non lo fanno e poi

continuano ripetere sempre gli stessi errori , sempre le stesse dinamiche

relazionali , nonostante cambino lavoro continuano a essere sempre

la Cenerentola di turno , in azienda e a casa ( senza nemmeno il ballo

di mezzanotte ! ) mettendo sempre al primo posto il valore della

disponibilità a quello della libertà personale , ad avere storie d’amore

sempre con uomini che le squalificano, le tradiscono o addirittura le

picchiano perché , come disse una volta una donna arrivata in un

centro anti violenza “ Le botte di mio marito sono saporite “ 5

volendo mettere sempre e comunque al primo posto il valore della

famiglia a quello della propria dignità, e così via …

Per far chiarezza dentro di te su quali sono i valori in cui credi

profondamente immagina che tuo figlio un giorno ti chiedesse

“Mamma, che cos’è davvero importante per te nell’ amicizia? “E tu

rispondessi “Ricordati figlia mia, che per essere una vera amica devi

saper dimostrare di essere fedele e sincera, disposta a correre in aiuto

nel momento del bisogno, anche se questo vorrà dire rinunciare a

qualcosa! “ . O ancora che ti chiedesse “E nel lavoro? “E tu gli

rispondessi “Se vuoi essere stimata e considerata nel tuo lavoro

ricordati di essere sempre responsabile e soprattutto attenta alle

esigenze dei tuoi clienti! “

In questi esempi i valori che hai identificato essere fondamentali per

te sono la fedeltà, la sincerità, la disponibilità, la responsabilità e

l’altruismo.

Va da sé che se per te è di fondamentale importanza che in una

relazione di amicizia ci sia la sincerità e la disponibilità, quando gli altri

non terranno fede a questi principi verso di te, ti sentirai tradita nel

tuo intimo, avrai la netta percezione di aver subito una violenza, come

se quella persona fosse entrata in una delle aree più sacre della tua

identità e abbia compiuto un sacrilegio.

5 “ Crimini segreti : maltrattamento e violenza alle donne nelle relazioni di coppia “ di Giuliana Ponzio , Dalai Editore ( 2004 )

Esercizio

Definisci i tuoi valori 6

“Nella relazione di coppia è di fondamentale importanza per me …

1

2

3

4

5

“Nella relazioni di amicizia è di fondamentale importanza per me …

1

2

3

4

5

“Nelle relazioni famigliari è di fondamentale importanza per me …

Come Madre 1

2

3

4

5

6 Scrivi al massimo 3 parole per ogni punto.

Alcuni fra i Valori più comuni, sia nelle relazioni affettive che nel lavoro, sono: amicizia, onestà,

generosità, creatività, responsabilità, pazienza, costanza, sincerità, disponibilità, cooperazione, non

giudizio, amore, libertà, non violenza, salute, umiltà, cortesia, rispetto, ascolto, sicurezza, fedeltà,

successo, divertimento, fiducia, impegno, onore, felicità, giustizia, compassione, costanza, risolutezza

, solidarietà, gratitudine, curiosità, gioia, gratificazione, reciprocità, partecipazione, condivisione,

protezione, umiltà, perseveranza, spirito di avventura…

Come Figlia 1

2

3

4

5

Come Sorella 1

2

3

4

5

Come Nuora 1

2

3

4

5

Come Suocera 1

2

3

4

5

“Nel mio lavoro è di fondamentale importanza per me …

1

2

3

4

…continua

Guida introduttiva al corso di Difesa Personale

a cura di Matteo Signori

Per una consulenza individuale

personalizzata contattami a:

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Tel. 320.347.6069

Ecco le 2 paure più frequenti di una donna che non ha mai fatto un corso di Difesa Personale:

PAURA N° 1 “Non ho i muscoli…quindi sono debole! “

Sbagliato.

E se ti sembra strano quello che ti sto dicendo significa che non conosci il tuo corpo e che non hai mai fatto un corso di difesa personale. E’ vero che sei entri in uno scontro fisico con un uomo o una donna più grossi di te, una volta che hai ricevuto uno schiaffo o un pugno, li sentirai, eccome! Non per questo ti devi lasciar impressionare dalla loro maggiore altezza, maggior peso e massa corporea rispetto

alla tua, perché ci sono alcuni fattori che puoi usare per capovolgere la situazione a tuo favore! E’ dimostrato che chi è grosso e muscoloso (soprattutto chi fa palestra) è molto più lento nei movimenti di chi ha una costituzione normale o esile. E ti garantisco che in uno scontro fisico l’agilità, i riflessi e la velocità vincono di gran lunga sulla massa corporea. L’agilità, i riflessi e la velocità non te li trovi all’improvviso sul comodino quando ti alzi al mattino: devi allenarti un po’ per averli, devi imparare ad ascoltare il tuo corpo, devi imparare a dialogare con il tuo intuito e il tuo istinto. Ma basta davvero poco per acquisire queste capacità che ti rendono molto più forte e abile di un Ercole che basa la sua potenza solo sulla massa muscolare, ma è più impacciato e lento di te nei movimenti. Inoltre, a tuo favore gioca anche il fatto che l’altro, proprio perché ti vede più piccola ed esile di lui, tende a sottovalutarti e sentirsi invincibile…per poi rimanere completamente spiazzato e confuso dalla tua agilità e prontezza! Sottovalutare il nemico e sopravvalutare le proprie capacità è l’anticamera della sconfitta. Come del resto non lasciarsi impressionare e focalizzare l’Energia su ciò che si ha e non su ciò che manca, è l’anticamera della vittoria!

PAURA N° 2 “ Non sono capace di fare del male! “ Ho visto con i miei occhi donne e uomini imparare alla perfezione dal punto di vista motorio un tecnica di difesa personale e tuttavia renderla inefficace per la mancanza della giusta dose di “cattiveria“ da inserire in quel movimento.

Senza emozione il movimento è vuoto.

E’ come sparare a salve. Una persona buona d’animo e sensibile fa fatica ad accettare il fatto di dover provocare della sofferenza ad un'altra persona: ha come la percezione che se supera quella linea finirà per tradire sé stessa, la sua vera natura. Anch’io ero così: so come ci si sente. Anche sono un uomo, passerei tutto il tempo ad abbracciare gli altri per strada, anche se non li conosco. Quando mi sono titolato come Insegnante di Biodanza – Sistema Rolando Toro ho scritto la mia monografia proprio sull’ Abbraccio. Il mio sogno è di aprire un ristorante in cui tutti si abbracciano: vengono per nutrire il corpo con buon cibo e per nutrire l’anima con tanti abbracci…anche di persone che non si conoscono fra di loro! Di solito si dice che si abbraccia solo chi si conosce. Io dico proprio il contrario: finché non la abbracci non conoscerai mai quella persona.

Le persone sensibili e buone d’animo hanno un gran vantaggio rispetto agli altri: hanno naturalmente un alto livello di empatia. Sanno ascoltare l’altro, sanno percepire il suo disagio, sanno aiutarlo, sanno entrare in un feedback profondo e sincero. In una società sempre più individualista e menefreghista come la nostra, dimostrare una buona empatia è sicuramente un grande valore da coltivare. Ma nel momento in cu devi colpire duramente il tuo aggressore per salvarti la vita, almeno per quei 2 secondi, l’empatia la devi spegnere! Vale sempre il principio della difesa nella giusta proporzionalità, per cui non è che se uno ti dà una sberla tu lo devi accoltellare. Dico solo che per riuscire a non soccombere devi per forza colpire duramente il tuo aggressore quel giusto che ti basta per divincolarti, allontanarti subito e chiamare le forze dell’ordine. Ma quel colpo che dai deve essere pieno di rabbia, della tua sana aggressività: e per fare ciò devi superare quella linea, accettare di provocare una sofferenza all’altro, convinta che lo che stai facendo non perché sei cattiva, ma perché ne va della tua salute e della tua stessa vita!

...continua

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Ci vediamo in aula. Non vedo l’ora.

Ciao!

Matteo Signori