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1. UNA LEZIONE DI DIRITTO PUBBLICO:
Storia dello Stato italiano: la democrazia Repubblicana.
Le lezioni delle discipline giuridico-economiche, fatte con l’ausilio di
una LIM, diventano per gli alunni più semplici, chiare, comprensive, senza
perdere l’analiticità e l’esigenza di memorizzazione, caratteristiche di queste
discipline.
In questo capitolo verrà evidenziata una lezione in materia di
Cittadinanza e Costituzione con particolare riferimento alla storia dello Stato
italiano e alla democrazia Repubblicana.
Gli alunni, al termine della lezione, dovranno:
conoscere la natura di costituzione flessibile dello Statuto Albertino
contrapposta a quella rigida della Costituzione repubblicana;
conoscere le principali vicende storiche che nel 1946 portarono al
referendum istituzionale e alla scelta della Repubblica e alla nuova
Carta Costituzionale.
Per spiegare come si passa dalla monarchia alla Repubblica,
soffermandosi sulle vicende politiche e sui passaggi giuridici più che su
quelli storici, si sceglie di schematizzare, in primo luogo, i concetti di
referendum costituzionale, monarchia e Repubblica.
Tali concetti possono essere trasmessi all’alunno attraverso la
proiezione di slide che sintetizzano l’argomento e che aiutano l’insegnate ad
argomentare, seguendo un filo logico, la lezione. Eccone alcuni esempi:
MONARCHIA
FORMA DI STATO IN CUI UN RE, SIMBOLICAMENTE O DI FATTO, È A CAPO DELL’ESECUTIVO, NELLE VARIE FORME CHE STORICAMENTE SI SONO PRESENTATE (ASSOLUTA,
REPUBBLICA PARLAMENTARE
FORMA DI STATO IN CUI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, CHE NON È ELETTO DAL POPOLO MA DAL PARLAMENTO, SVOLGE DIVERSE FUNZIONI NELL’AMBITO DEI TRE POTERI E IL PARLAMENTO, ELETTO DAL POPOLO, È AL CENTRO DEL
COSTITUZIONALE, ILLUMINATA) SISTEMA POLITICOE VINCOLA L’ESECUTIVO AL MANTENIMENTO DELLA FIDUCIA ESPRESSA DAL PARLAMENTO.
REPUBBLICA PRESIDENZIALE
FORMA DI STATO IN CUI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, ELETTO DAL POPOLO, È A CAPO DELL’ESECUTIVO DI FATTO E DI DIRITTO.
REPUBBLICA SEMIPRESIDENZIALE
FORMA DI STATO IN CUI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, ELETTO DAL POPOLO, NOMINA UN CAPO DELL’ESECUTIVO, CHE, INSIEME AI SUOI MINISTRI, È LEGATO DA UN RAPPORTO DI FIDUCIA AD UN PARLAMENTO, ELETTO DAL POPOLO.
DI FATTO IL POTERE ESECUTIVO È SUDDIVISO TRA PRESIDENTE E PREMIER.
Inoltre, si possono utilizzare immagini dell’epoca a supporto della
spiegazione del docente, in modo tale da far calare l’ascoltatore nella realtà
del periodo in argomento. Nella fattispecie, la scelta esalterà gli elementi più
salienti.
Si ricorda che nel 1946, in Italia, si svolse il referendum istituzionale
per scegliere tra Monarchia e Repubblica. Per la prima volta alle urne furono
chiamate anche le donne. Le cittadine italiane acquistarono finalmente il
diritto di voto.
E, quindi, le seguenti fotografie appaiono quelle più rappresentative in
quest’ottica:
LA SCHEDA ORIGINALE DEL REFERENDUM COSTITUZIONALE
LE NEO ELETTRICI VERSO IL SEGGIO L’ESITO REFERENDARIO
Questa soluzione, evidentemente, garantirà al professore una platea più
interessata e la possibilità di stimolare una discussione costruttiva originata
dalle domande che, con molta probabilità, spontaneamente nasceranno negli
alunni allorquando noteranno la differenza tra il contesto sociale rievocato
attraverso le fotografie selezionate e quello in cui vivono.
Precedentemente gli italiani votavano a partire soltanto dalla maggiore
età, ma soprattutto votavano soltanto se erano maschi, anzi, nell’Italia delle
origini, cioè quella del 1861, votavano soltanto i cittadini maschi che
avessero raggiunto un certo reddito, che pagassero un certo importo di
tributi; poi votarono i cittadini maschi che, a prescindere dal reddito,
avessero un’istruzione, e cioè capaci di leggere e scrivere; poi, dal 1919,
poterono votare tutti i maschi, anche analfabeti. L’importante è ricordare che
i cittadini maschi arrivarono tutti gradualmente al voto entro il 1919 e le
cittadine italiane ventisette anni più tardi.
Il referendum si svolse e il responso fu, seppur di misura, in favore
della Repubblica; gli italiani non avevano perdonato alla monarchia dei
Savoia di essere rimasta inattiva, di non aver reagito allo strapotere di
Mussolini, di non aver fermato il fascismo quando restringeva i poteri dello
Stato intorno all’esecutivo. Questa inoperosità della Monarchia, questa
incapacità di gestire il processo costituzionale italiano, costò loro l’esilio e,
esiliati i Savoia, fu proclamata la Repubblica.
Ma non basta, mentre gli italiani sceglievano tra la forma monarchica e
quella repubblicana, furono anche nominati i membri dell’assemblea
costituente.
Costoro, eletti tra vari partiti, tra varie opinioni politiche culturali e
sociali, avevano il compito di scrivere una nuova carta costituzionale che
avrebbe preso il posto dello Statuto Albertino. I lavori dell’Assemblea
Costituente si conclusero il primo gennaio del 1948 quando entrò in vigore la
nuova Costituzione italiana, quella che abbiamo ancora oggi. Che tipo di
Costituzione è? Questa volta è una Costituzione rigida nel senso che a
differenza dello Statuto Albertino che era una Costituzione flessibile, la
nuova Costituzione è ai vertici della gerarchia delle fonti del diritto. Per
cambiare una norma costituzionale occorre una procedura speciale: occorre
una maggioranza speciale, occorrono due votazioni, occorre che sia passato
un intervallo di tempo tra la prima e la seconda, occorre che se nella seconda
il Parlamento, alla Camera e al Senato, non ottiene una maggioranza dei 2/3,
è possibile richiedere un referendum popolare per suffragare il cambiamento
costituzionale.
Quindi una Costituzione che mette al sicuro, attraverso procedure
parlamentari cariche e ricche di democrazia, i principi costituzionali e mette
al sicuro soprattutto i meccanismi di equilibrio tra i vari poteri dello Stato.
Che scelta fecero i nostri Costituenti in base alla Repubblica che si era
venuta a formare?
Conosciamo tre tipi di Repubblica fondamentalmente:
una Repubblica parlamentare;
una Repubblica presidenziale;
una Repubblica semipresidenziale;
Nella Repubblica parlamentare il Capo dello Stato ha un ruolo di
raccordo tra i poteri dello Stato, non ha un ruolo preciso all’interno di un
potere.
Nella Repubblica presidenziale, tipo quella degli Stati Uniti
d’America, il Capo dello Stato è anche il capo dell’esecutivo, cioè ha un
doppio ruolo.
Nella Repubblica semipresidenziale il Presidente della Repubblica è
eletto dal Popolo, ma a lui spetta il compito di nominare un Premier che deve
avere la fiducia di un Parlamento eletto anch’esso dal popolo.
La scelta dei nostri Padri Costituenti fu quella di una Repubblica
parlamentare, in quanto scottati, forse, dall’esperienza del fascismo appena
conclusa in cui l’esecutivo aveva di fatto soppiantato tutti gli altri poteri, non
vedevano di buon occhio un capo dell’esecutivo che fosse anche Presidente
della Repubblica.
Nella forma scelta, invece, il ruolo centrale nelle scelte politiche lo
esercita il Parlamento, in quanto è il Parlamento che dà la fiducia al
Governo, che elegge il Presidente della Repubblica che a sua volta nomina il
Capo del Governo e, su sua proposta, i Ministri della Repubblica e,
attraverso il meccanismo della democrazia rappresentativa, stabilisce le leggi
principali per il Paese.
2. UNA LEZIONE DI DIRITTO PUBBLICO:
Storia dello Stato italiano: la democrazia Repubblicana.
Le lezioni delle discipline giuridico-economiche, fatte con l’ausilio di
una LIM, diventano per gli alunni più semplici, chiare, comprensive, senza
perdere l’analiticità e l’esigenza di memorizzazione, caratteristiche di queste
discipline.
In questo capitolo verrà evidenziata una lezione in materia di
Cittadinanza e Costituzione con particolare riferimento alla storia dello Stato
italiano e alla democrazia Repubblicana.
Gli alunni, al termine della lezione, dovranno:
conoscere la natura di costituzione flessibile dello Statuto Albertino
contrapposta a quella rigida della Costituzione repubblicana;
conoscere le principali vicende storiche che nel 1946 portarono al
referendum istituzionale e alla scelta della Repubblica e alla nuova
Carta Costituzionale.
Per spiegare come si passa dalla monarchia alla Repubblica,
soffermandosi sulle vicende politiche e sui passaggi giuridici più che su
quelli storici, si sceglie di schematizzare, in primo luogo, i concetti di
referendum costituzionale, monarchia e Repubblica.
Tali concetti possono essere trasmessi all’alunno attraverso la
proiezione di slide che sintetizzano l’argomento e che aiutano l’insegnate ad
argomentare, seguendo un filo logico, la lezione. Eccone alcuni esempi:
MONARCHIA
FORMA DI STATO IN CUI UN RE, SIMBOLICAMENTE O DI FATTO, È A CAPO DELL’ESECUTIVO, NELLE VARIE FORME CHE STORICAMENTE SI SONO PRESENTATE (ASSOLUTA, COSTITUZIONALE, ILLUMINATA)
REPUBBLICA PARLAMENTARE
FORMA DI STATO IN CUI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, CHE NON È ELETTO DAL POPOLO MA DAL PARLAMENTO, SVOLGE DIVERSE FUNZIONI NELL’AMBITO DEI TRE POTERI E IL PARLAMENTO, ELETTO DAL POPOLO, È AL CENTRO DEL SISTEMA POLITICOE VINCOLA L’ESECUTIVO AL MANTENIMENTO DELLA FIDUCIA ESPRESSA DAL PARLAMENTO.
REPUBBLICA PRESIDENZIALE
FORMA DI STATO IN CUI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, ELETTO DAL POPOLO, È A CAPO DELL’ESECUTIVO DI FATTO E DI DIRITTO.
REPUBBLICA SEMIPRESIDENZIALE
FORMA DI STATO IN CUI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, ELETTO DAL POPOLO, NOMINA UN CAPO DELL’ESECUTIVO, CHE, INSIEME AI SUOI MINISTRI, È LEGATO DA UN RAPPORTO DI FIDUCIA AD UN PARLAMENTO, ELETTO DAL POPOLO.
DI FATTO IL POTERE ESECUTIVO È SUDDIVISO TRA PRESIDENTE E PREMIER.
Inoltre, si possono utilizzare immagini dell’epoca a supporto della
spiegazione del docente, in modo tale da far calare l’ascoltatore nella realtà
del periodo in argomento. Nella fattispecie, la scelta esalterà gli elementi più
salienti.
Si ricorda che nel 1946, in Italia, si svolse il referendum istituzionale
per scegliere tra Monarchia e Repubblica. Per la prima volta alle urne furono
chiamate anche le donne. Le cittadine italiane acquistarono finalmente il
diritto di voto.
E, quindi, le seguenti fotografie appaiono quelle più rappresentative in
quest’ottica:
LA SCHEDA ORIGINALE DEL REFERENDUM COSTITUZIONALE
LE NEO ELETTRICI VERSO IL SEGGIO L’ESITO REFERENDARIO
Questa soluzione, evidentemente, garantirà al professore una platea più
interessata e la possibilità di stimolare una discussione costruttiva originata
dalle domande che, con molta probabilità, spontaneamente nasceranno negli
alunni allorquando noteranno la differenza tra il contesto sociale rievocato
attraverso le fotografie selezionate e quello in cui vivono.
Precedentemente gli italiani votavano a partire soltanto dalla maggiore
età, ma soprattutto votavano soltanto se erano maschi, anzi, nell’Italia delle
origini, cioè quella del 1861, votavano soltanto i cittadini maschi che
avessero raggiunto un certo reddito, che pagassero un certo importo di
tributi; poi votarono i cittadini maschi che, a prescindere dal reddito,
avessero un’istruzione, e cioè capaci di leggere e scrivere; poi, dal 1919,
poterono votare tutti i maschi, anche analfabeti. L’importante è ricordare che
i cittadini maschi arrivarono tutti gradualmente al voto entro il 1919 e le
cittadine italiane ventisette anni più tardi.
Il referendum si svolse e il responso fu, seppur di misura, in favore
della Repubblica; gli italiani non avevano perdonato alla monarchia dei
Savoia di essere rimasta inattiva, di non aver reagito allo strapotere di
Mussolini, di non aver fermato il fascismo quando restringeva i poteri dello
Stato intorno all’esecutivo. Questa inoperosità della Monarchia, questa
incapacità di gestire il processo costituzionale italiano, costò loro l’esilio e,
esiliati i Savoia, fu proclamata la Repubblica.
Ma non basta, mentre gli italiani sceglievano tra la forma monarchica e
quella repubblicana, furono anche nominati i membri dell’assemblea
costituente.
Costoro, eletti tra vari partiti, tra varie opinioni politiche culturali e
sociali, avevano il compito di scrivere una nuova carta costituzionale che
avrebbe preso il posto dello Statuto Albertino. I lavori dell’Assemblea
Costituente si conclusero il primo gennaio del 1948 quando entrò in vigore la
nuova Costituzione italiana, quella che abbiamo ancora oggi. Che tipo di
Costituzione è? Questa volta è una Costituzione rigida nel senso che a
differenza dello Statuto Albertino che era una Costituzione flessibile, la
nuova Costituzione è ai vertici della gerarchia delle fonti del diritto. Per
cambiare una norma costituzionale occorre una procedura speciale: occorre
una maggioranza speciale, occorrono due votazioni, occorre che sia passato
un intervallo di tempo tra la prima e la seconda, occorre che se nella seconda
il Parlamento, alla Camera e al Senato, non ottiene una maggioranza dei 2/3,
è possibile richiedere un referendum popolare per suffragare il cambiamento
costituzionale.
Quindi una Costituzione che mette al sicuro, attraverso procedure
parlamentari cariche e ricche di democrazia, i principi costituzionali e mette
al sicuro soprattutto i meccanismi di equilibrio tra i vari poteri dello Stato.
Che scelta fecero i nostri Costituenti in base alla Repubblica che si era
venuta a formare?
Conosciamo tre tipi di Repubblica fondamentalmente:
una Repubblica parlamentare;
una Repubblica presidenziale;
una Repubblica semipresidenziale;
Nella Repubblica parlamentare il Capo dello Stato ha un ruolo di
raccordo tra i poteri dello Stato, non ha un ruolo preciso all’interno di un
potere.
Nella Repubblica presidenziale, tipo quella degli Stati Uniti
d’America, il Capo dello Stato è anche il capo dell’esecutivo, cioè ha un
doppio ruolo.
Nella Repubblica semipresidenziale il Presidente della Repubblica è
eletto dal Popolo, ma a lui spetta il compito di nominare un Premier che deve
avere la fiducia di un Parlamento eletto anch’esso dal popolo.
La scelta dei nostri Padri Costituenti fu quella di una Repubblica
parlamentare, in quanto scottati, forse, dall’esperienza del fascismo appena
conclusa in cui l’esecutivo aveva di fatto soppiantato tutti gli altri poteri, non
vedevano di buon occhio un capo dell’esecutivo che fosse anche Presidente
della Repubblica.
Nella forma scelta, invece, il ruolo centrale nelle scelte politiche lo
esercita il Parlamento, in quanto è il Parlamento che dà la fiducia al
Governo, che elegge il Presidente della Repubblica che a sua volta nomina il
Capo del Governo e, su sua proposta, i Ministri della Repubblica e,
attraverso il meccanismo della democrazia rappresentativa, stabilisce le leggi
principali per il Paese.
3. UNA LEZIONE DI DIRITTO PUBBLICO:
Storia dello Stato italiano: la democrazia Repubblicana.
Le lezioni delle discipline giuridico-economiche, fatte con l’ausilio di
una LIM, diventano per gli alunni più semplici, chiare, comprensive, senza
perdere l’analiticità e l’esigenza di memorizzazione, caratteristiche di queste
discipline.
In questo capitolo verrà evidenziata una lezione in materia di
Cittadinanza e Costituzione con particolare riferimento alla storia dello Stato
italiano e alla democrazia Repubblicana.
Gli alunni, al termine della lezione, dovranno:
conoscere la natura di costituzione flessibile dello Statuto Albertino
contrapposta a quella rigida della Costituzione repubblicana;
conoscere le principali vicende storiche che nel 1946 portarono al
referendum istituzionale e alla scelta della Repubblica e alla nuova
Carta Costituzionale.
Per spiegare come si passa dalla monarchia alla Repubblica,
soffermandosi sulle vicende politiche e sui passaggi giuridici più che su
quelli storici, si sceglie di schematizzare, in primo luogo, i concetti di
referendum costituzionale, monarchia e Repubblica.
Tali concetti possono essere trasmessi all’alunno attraverso la
proiezione di slide che sintetizzano l’argomento e che aiutano l’insegnate ad
argomentare, seguendo un filo logico, la lezione. Eccone alcuni esempi:
MONARCHIA
FORMA DI STATO IN CUI UN RE, SIMBOLICAMENTE O DI FATTO, È A CAPO DELL’ESECUTIVO, NELLE VARIE FORME CHE STORICAMENTE SI SONO PRESENTATE (ASSOLUTA, COSTITUZIONALE, ILLUMINATA)
REPUBBLICA PARLAMENTARE
FORMA DI STATO IN CUI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, CHE NON È ELETTO DAL POPOLO MA DAL PARLAMENTO, SVOLGE DIVERSE FUNZIONI NELL’AMBITO DEI TRE POTERI E IL PARLAMENTO, ELETTO DAL POPOLO, È AL CENTRO DEL SISTEMA POLITICOE VINCOLA L’ESECUTIVO AL MANTENIMENTO DELLA FIDUCIA ESPRESSA DAL PARLAMENTO.
REPUBBLICA PRESIDENZIALE
REPUBBLICA SEMIPRESIDENZIALE
FORMA DI STATO IN CUI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, ELETTO DAL POPOLO, È A CAPO DELL’ESECUTIVO DI FATTO E DI DIRITTO.
FORMA DI STATO IN CUI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, ELETTO DAL POPOLO, NOMINA UN CAPO DELL’ESECUTIVO, CHE, INSIEME AI SUOI MINISTRI, È LEGATO DA UN RAPPORTO DI FIDUCIA AD UN PARLAMENTO, ELETTO DAL POPOLO.
DI FATTO IL POTERE ESECUTIVO È SUDDIVISO TRA PRESIDENTE E PREMIER.
Inoltre, si possono utilizzare immagini dell’epoca a supporto della
spiegazione del docente, in modo tale da far calare l’ascoltatore nella realtà
del periodo in argomento. Nella fattispecie, la scelta esalterà gli elementi più
salienti.
Si ricorda che nel 1946, in Italia, si svolse il referendum istituzionale
per scegliere tra Monarchia e Repubblica. Per la prima volta alle urne furono
chiamate anche le donne. Le cittadine italiane acquistarono finalmente il
diritto di voto.
E, quindi, le seguenti fotografie appaiono quelle più rappresentative in
quest’ottica:
LA SCHEDA ORIGINALE DEL REFERENDUM COSTITUZIONALE
LE NEO ELETTRICI VERSO IL SEGGIO L’ESITO REFERENDARIO
Questa soluzione, evidentemente, garantirà al professore una platea più
interessata e la possibilità di stimolare una discussione costruttiva originata
dalle domande che, con molta probabilità, spontaneamente nasceranno negli
alunni allorquando noteranno la differenza tra il contesto sociale rievocato
attraverso le fotografie selezionate e quello in cui vivono.
Precedentemente gli italiani votavano a partire soltanto dalla maggiore
età, ma soprattutto votavano soltanto se erano maschi, anzi, nell’Italia delle
origini, cioè quella del 1861, votavano soltanto i cittadini maschi che
avessero raggiunto un certo reddito, che pagassero un certo importo di
tributi; poi votarono i cittadini maschi che, a prescindere dal reddito,
avessero un’istruzione, e cioè capaci di leggere e scrivere; poi, dal 1919,
poterono votare tutti i maschi, anche analfabeti. L’importante è ricordare che
i cittadini maschi arrivarono tutti gradualmente al voto entro il 1919 e le
cittadine italiane ventisette anni più tardi.
Il referendum si svolse e il responso fu, seppur di misura, in favore
della Repubblica; gli italiani non avevano perdonato alla monarchia dei
Savoia di essere rimasta inattiva, di non aver reagito allo strapotere di
Mussolini, di non aver fermato il fascismo quando restringeva i poteri dello
Stato intorno all’esecutivo. Questa inoperosità della Monarchia, questa
incapacità di gestire il processo costituzionale italiano, costò loro l’esilio e,
esiliati i Savoia, fu proclamata la Repubblica.
Ma non basta, mentre gli italiani sceglievano tra la forma monarchica e
quella repubblicana, furono anche nominati i membri dell’assemblea
costituente.
Costoro, eletti tra vari partiti, tra varie opinioni politiche culturali e
sociali, avevano il compito di scrivere una nuova carta costituzionale che
avrebbe preso il posto dello Statuto Albertino. I lavori dell’Assemblea
Costituente si conclusero il primo gennaio del 1948 quando entrò in vigore la
nuova Costituzione italiana, quella che abbiamo ancora oggi. Che tipo di
Costituzione è? Questa volta è una Costituzione rigida nel senso che a
differenza dello Statuto Albertino che era una Costituzione flessibile, la
nuova Costituzione è ai vertici della gerarchia delle fonti del diritto. Per
cambiare una norma costituzionale occorre una procedura speciale: occorre
una maggioranza speciale, occorrono due votazioni, occorre che sia passato
un intervallo di tempo tra la prima e la seconda, occorre che se nella seconda
il Parlamento, alla Camera e al Senato, non ottiene una maggioranza dei 2/3,
è possibile richiedere un referendum popolare per suffragare il cambiamento
costituzionale.
Quindi una Costituzione che mette al sicuro, attraverso procedure
parlamentari cariche e ricche di democrazia, i principi costituzionali e mette
al sicuro soprattutto i meccanismi di equilibrio tra i vari poteri dello Stato.
Che scelta fecero i nostri Costituenti in base alla Repubblica che si era
venuta a formare?
Conosciamo tre tipi di Repubblica fondamentalmente:
una Repubblica parlamentare;
una Repubblica presidenziale;
una Repubblica semipresidenziale;
Nella Repubblica parlamentare il Capo dello Stato ha un ruolo di
raccordo tra i poteri dello Stato, non ha un ruolo preciso all’interno di un
potere.
Nella Repubblica presidenziale, tipo quella degli Stati Uniti
d’America, il Capo dello Stato è anche il capo dell’esecutivo, cioè ha un
doppio ruolo.
Nella Repubblica semipresidenziale il Presidente della Repubblica è
eletto dal Popolo, ma a lui spetta il compito di nominare un Premier che deve
avere la fiducia di un Parlamento eletto anch’esso dal popolo.
La scelta dei nostri Padri Costituenti fu quella di una Repubblica
parlamentare, in quanto scottati, forse, dall’esperienza del fascismo appena
conclusa in cui l’esecutivo aveva di fatto soppiantato tutti gli altri poteri, non
vedevano di buon occhio un capo dell’esecutivo che fosse anche Presidente
della Repubblica.
Nella forma scelta, invece, il ruolo centrale nelle scelte politiche lo
esercita il Parlamento, in quanto è il Parlamento che dà la fiducia al
Governo, che elegge il Presidente della Repubblica che a sua volta nomina il
Capo del Governo e, su sua proposta, i Ministri della Repubblica e,
attraverso il meccanismo della democrazia rappresentativa, stabilisce le leggi
principali per il Paese.