lucia cucciarelli formazione tutor progetti europei · legate alla formazione dei seguenti gruppi...

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Con il patrocinio di: Formazione TUTOR PROGETTI EUROPEI a cura di Lucia Cucciarelli Manuale N. 15 Ministero dell’ Istruzione dell’ Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per l’ Emilia-Romagna Direzione Generale Commisione Europea Rappresentanza a Milano Assessorato Scuola, formazione professionale, Università, lavoro e pari opportunità CITTADINANZA ATTIVA significato, obiettivi e criteri di valutazione del programma Comunitario SERN: Grunden och utvecklingen

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Page 1: Lucia Cucciarelli Formazione TUTOR PROGETTI EUROPEI · legate alla formazione dei seguenti gruppi di lavoro. Sulla base di una lettera di intenti firmata da 40 enti locali intenzionati

Con il patrocinio di:

Formazione

TUTOR PROGETTI EUROPEI

Lucia Cucciarelli

È ricercatrice presso l’Istituto Regionale di Ricerca Educativa EmiliaRomagna, nell’area documentazione, con responsabilità dicoordinamento dei progetti europei.Ha svolto numerosi incarichi ministeriali per l’attivazione di retiriguardanti:

• L’Educazione alla Salute • Lo sviluppo delle abilità comunicative nella relazione interpersonale• L’Educazione dei diritti Umani e lo sviluppo di moduli interculturali• l’Educazione degli adulti in particolare a bassa scolarità e l’uso delletecnologieDal 2000 coordina il progetto di formazione Tutor Europeo, collaboracon la DG EAC della Commissione Europea ed è Tutor del SummerTraining Course in Europrogettazione presso la Facoltà diGiurisprudenza dell’Università di Urbino.

Giornalista pubblicista dal 1990 ha realizzato numerosi programmiradiotelevisivi educational.

Cura i manuali “Tutor Europeo” disponibili on line sul sitohttp://www.europa.iav.it e la mailing list Europe che giornalmente informagratuitamente 9.500 associazioni, scuole e istituzioni in Italia e all’esterointerpretando l’autentico spirito di servizio alla comunità che apprende.

[email protected]

a cura di Lucia Cucciarelli

Manuale N. 15

Ministero dell’ Istruzionedell’ Università e della Ricerca

Ufficio Scolastico Regionaleper l’ Emilia-Romagna

Direzione GeneraleCommisione EuropeaRappresentanza a Milano

Assessorato Scuola, formazioneprofessionale, Università, lavoro e pari

opportunità

Luci

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CITTADINANZA ATTIVAsignificato, obiettivi e criteri di valutazione

del programma Comunitario

SERN: Grunden och utvecklingen

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A Padre Michele Casali perché il suo spirito europeo

ci accompagni sempre e

ai coraggiosi Ragazzi di Locri perché la loro cittadinanza sia sempre più attiva

Il manuale Cittadinanza Attiva è scaricabile dal sito http://www.europa.iav.it area materiali

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Indice

1. Significato e obiettivi del Programma Comunitario pag.5 2. Un esempio di Buone Pratiche: SERN pag.6 3. Le azioni del Programma Cittadinanza Attiva 2007 2013 -

Un nuovo programma ‘Cittadini per l’Europa’ pag.9 4. Crisi e spiragli di rinascita nella nuova Europa pag.11 5. Comunicare l’Europa pag.14 6. Cittadinanza attiva: La dimensione europea – europeo pag.19 7. Dal sito Active Citizenship alcune tappe dei percorsi che la

Società Civile sta costruendo pag.23 8. Carta della Cittadinanza Attiva - Charter of Active

Citizenship pag.26 9. L’Europa arriva in 8 mosse pag.28 10. Buone Pratiche Nazionali pag.31 11. Esempi di valutazione (Project Evaluation Form Non

governamental organisations) pag.34 12. Esempio di Piano di valutazione / example of evaluation Plan pag.41

Appendici

1. Il piano D della Commissione Europea pag.47 2. Il Comitato delle Regioni pag.65 3. Materiali dal T Kit ‘Active Citizenship’ prodotto dal

Council of Europe pag.91 4. Commissione Europea Segretariato Generale

‘CHI DECIDE IN EUROPA? pag.115 5. I gemellaggi pag.121

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1. CITTADINANZA ATTIVA significato e obiettivi del Programma Comunitario Mark Jorna attuale direttore dell’Unità Active Citizenship, una delle sette sezioni dell’appena costituita EA EAC, agenzia della Commissione Europea per lo sviluppo e il management dei progetti finanziati nell’area Education Audiovisual and Culture, ha spiegato che il futuro di questo settore si amplierà nel 2007 con l’offerta di numerosi bandi aperti non solo agli enti e alle associazioni di carattere europeo, alle ONG e in genere alle organizzazioni del volontariato sociale, ma anche a tutto il ventaglio di partecipazione istituzionale e civile dei cittadini dei 25 paesi dell’Unione e dei tre paesi nuovi candidati Romania, Bulgaria e Turchia. Il bacino delle immense riserve di energie intellettuali, culturali, di partecipazione alla vita della propria comunità attraverso un impegno che si può estendere in confini lontani, e l’esercizio di virtù civiche finora confinate in spazi comunali e nei limiti di un localismo a corto respiro, possono ora aprirsi ad avventure di scambio, confronto, dialogo e alle più svariate interazioni istituzionali. Sotto la denominazione di Town Twinning1, ovvero i gemellaggi fra città, si mettono in gioco nuove possibilità di costruire una vera democrazia allargata e partecipata a tutte le fasce di età, di reddito, di lavoro e a tutti coloro che sono portatori di interessi sociali. In un gioco delle parti che non è scontato e soprattutto può valorizzare antiche culture e tradizioni legate alla storia passata e recente di quel luogo, consentendo l’intreccio di situazioni di compatibilità e di futuro sostenibile con geografie fisiche e sociali di cui forse non si poteva neppure immaginare l’esistenza.

1 http://europa.eu.int/comm/dgs/education_culture/ activecitizenship/index_en.htm - 21k

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2. Un esempio di Buone Pratiche:SERN La RETE SERN2 è una nuova area di cooperazione nata di recente fra due regioni d’Europa lontane geograficamente, ma unite da una consonanza di intenti. Dai primi gemellaggi fra alcuni comuni della Svezia, si è generata una rete di città che comprende la capitale Stoccolma e la grande Goteborg, centri minori nella regione del Vastra Gotaland come Trollhattan, importanti comuni dell’Emilia (Parma, Reggio Correggio Modena) e praticamente tutta la leonina Romagna, terra di Etruschi, Bizantini e Passatori e adesso anche di Vichinghi. In questa cornice Forlì, Faenza, Rimini, Bagnacavallo, Lugo, Ravenna si trovano ora a lavorare con amici svedesi sui temi della violenza sulle donne (è appena nato un progetto Daphne) sulla sostenibilità ambientale di un turismo a forte impatto stagionale, sui metodi che le scuole dell’infanzia sempre più devono adottare e adattare a un’utenza multietnica, su un futuro di problematiche educative sempre più complesse e interrelate. La rete SERN ha creato cinque ambiti di libero scambio e di confronto progettuale: Educazione e Cultura, Welfare, Sviluppo sostenibile e Impresa e in questo modo un’autostrada si è aperta fra l’Italia e una delle aree scandinave dove il futuro multietnico e di innovative formule sociali si è già in parte realizzato. Ma come la ricca Svezia con le sue imprese internazionali SAAB, Volvo, Erickson e cantieri di ricerche tecnologiche avanzatissime guarda con interesse l’inventiva della nostra piccola e media impresa, così l’Emilia Romagna potrà contare su un laboratorio di innovazioni già avviate e su amministratori disponibili a progettare e a elevare la qualità delle soluzioni progettate in comune. La rete Sern ha un ordito fine, quello dei progetti di gemellaggio: i Town Twinning. Questa denominazione contraddistingue uno spazio progettuale molto vasto che nel futuro dei programmi di cittadinanza attiva si articolerà in varie azioni.

2 http://www.sern.eu

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Il Sern è la concretizzazione di un lungo processo di cooperazione e di scambio che si è instaurato fra Svezia e Italia, specialmente nel territorio dell’Emilia Romagna. L’idea di rafforzare le relazioni fra le due aree nasce da AICREE Emilia Romagna nell’estate 2002 e si realizza nella primavera successiva con l’organizzazione della conferenza Town Twinning Sweden Emilia Romagna che ottiene lo status di Progetti pilota da parte della Commissione Europea. Le fasi che hanno portato alla costituzione del Sern sono state le seguenti: ! Conferenza Town Twinning Sweden Emilia Romagna Bertinoro 2003 ! Creazione dei gruppi di contatto nazionali Primavera 2003 2004. Il

compito esenziale dei due gruppi era quello di dare continuità al processo di cooperazione e di fare da riferimento per le amministrazioni intenzionate a partecipare alla costituzione di una rete associativa.

! Approvazione della bozza di Statuto, Stoccolma Aprile 2004 ! Conferenza Active European Citizenship, Lulea Giugno 2004. Durante l’incontro sono state affrontate una serie di tematiche strettamente legate alla formazione dei seguenti gruppi di lavoro. Sulla base di una lettera di intenti firmata da 40 enti locali intenzionati a costituire il Network si è dato il via alla fase costitutiva con l’approvazione dello Statuto e la formazione di un Consiglio Direttivo. Nel gennaio 2005 le attività della rete hanno preso avvio formalmente.

Grunden och utvecklingen SERN år resultatet av en lång utbytes- och samarbetsprocess, som startat mellan Sverige och Italien, i synnerfbet i regionen Emilia-Romagna. Idén att stàrka banden mellan de två länderna och regiogerna föddes sommafren 2002 i AICCRE Emilia Romagna och

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inleddes följande vår genom konferensen Town Twinning Sweden Emilia Romagna, som desuttom fick status som ett pilotprojekt av Europeista Komisionen. Följande faser har föregått SERNs bildande:

! Town Twinning Sweden Emilia Romagna konferensen Bertinoro mars 2003 ! Bildandet av nationella kontakgruppen våren 2004. ! Dessa två gruppers främsta uppgift var att skapa en kontinuitet i samarbetsprocessen och fungera som referenspunkt för de myndigheter som hade för avsikt att vara med och bilda ett nätwerk. ! Godkännande av utkastet till stadgar, Stockolm, april 2004. ! Konferensen Active European Citizenship Luleå juni 2004.

Vid denn akonferens studerades en rad strategier som skulle ligga till grund för bildandet av de framtida arbetsgrupperna. Med en avsiktförklaring som grund, unterdecknad av 40 lokala myndigheter med det gemensamma målet att skapa nätverket, övergick man till den konstituerande fasen genom att godkänna stadgar och bilda en styrelse. Formellt startade nätverkets aktivitet i januari 2005.

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3.Le azioni del Programma Cittadinanza Attiva 2007 2013 Il nuovo programma ‘Cittadini per l’Europa’ La Commissione Europea ha adottato il 6 aprile 2005 la proposta 3 di un nuovo programma “Cittadini per l’Europa” 2007-2013. Questo programma sostituirà il programma corrente che sta per concludersi alla fine del 2006. E’ un contributo orientato ad una delle maggiori sfide dell’Unione Europea, nel senso di ricercare formule di dialogo tra i cittadini e l’Unione Europea. Il nuovo programma doterà l’Unione di strumenti per promuovere un’attiva partecipazione europea, mettere i cittadini al centro e offrire loro l’opportunità di assumere piene responsabilità di cittadini europei. Risponde alla necessità di migliorare la loro partecipazione nella costruzione dell’Europa e incoraggiare la cooperazione fra cittadini e le loro organizzazioni di diversi paesi per incontrarsi, agire insieme e sviluppare le loro idee in una dimensione Europea che superi la visione nazionale, pur nel rispetto delle diversità. Questi scambi interculturali contribuiranno a migliorare la conoscenza reciproca della cultura e della storia dei popoli europei. Contribuirà a scoprire radici comuni e a rinforzare le basi ci un comune futuro. Comprensione reciproca, solidarietà e il senso di appartenenza all’Europa sono i fattori portanti per il coinvolgimento dei cittadini e sono interpretati nelle tre differenti azioni del programma:

3 http://europa.eu.int/comm/dgs/education_culture/activecitizenship/new_programme_en.htm

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Azione I “Cittadini Attivi per l’Europa” coinvolge direttamente i cittadini, sia attraverso attività collegate al Town Twinning Gemellaggio fra Città o attraverso altri tipi di progetti fra cittadini. Azione II “Società Civile Attiva per l’Europa” è indirizzata alle organizzazioni della società civile aperte all’Europa, che ricevono sia sostegno strutturale sulla base del loro programma di lavoro o supporto a progetti transnazionali. Azione III “Insieme per l’Europa” sostiene eventi di grande visibilità, studi e strumenti di informazione, che si indirizzino all’utenza più vasta possibile attraverso le frontiere e facciano toccare con mano l’Europa. La proposta della Commissione Europea è stata sottoposta al Parlamento nell’Aprile 2005 e al Consiglio ed è stata esaminata e approvata secondo la procedura di co-decisione.

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4- Crisi e spiragli di rinascita nella nuova Europa4 Da portatrice di soluzioni l’Unione è diventata una minaccia e per uscire da questa crisi il futuro consiglio Europeo del giugno 2006 dovrà aprire degli spiragli di innovazione.5 La crisi aperta dal NO al Trattato istituzionale espresso dagli stati fondatori a creato uno shock nel mondo politico ma anche fra le organizzazioni attive sul piano europeo. I sindacati, le imprese e la società civile devono riflettere insieme alle questioni legate alla mondializzazione e al futuro della cooperazione europea. La crisi europea è profonda perché riguarda le relazioni dell’Europa con la mondializzazione, con le istituzioni europee (la governance), con le imprese multinazionali (il mercato), la diversità culturale e le nostre radici (il livello locale). Occorre trovare risposte che migliorino la gestione, ristabiliscano una fiducia, dimostrino che si possa sviluppare un modello sociale europeo, contribuiscano alla pace e facciano progredire la democrazia dentro e fuori l’Unione, promovendo anche il dialogo interculturale. Lo slogan che forse con poca fantasia i governi hanno adottato è l’acronimo TINA there is no alternative, ovvero percorriamo insieme l’unica alternativa possibile. La nuova forma di governance europea dipenderà non solo dai contenuti del Trattato costituzionale, ma anche dalle nuove forme associative dei cittadini e dal processo di cambio istituzionale. Questo passaggio è mancato nel momento dell’allargamento ai 25 ed è ancora quello che manca nella strategia di Lisbona e nella cooperazione euromediterranea.

4 Questo è il titolo che il Prof Andrea Pierucci, Docente di Organizzazione delle Istituzioni Europe all’Università Orientale di Napoli ha dato a un suo intervento presso il Ministro Frattini marzo 2006 a Bruxelles 5 I paragrafi che seguono si ispirano al lavoro Les citoyens face à l’Union européenne – Jean Claude Boual, Philippe D. Grosjean, Jacques René Rabier, Daniel Spoel, Raymond Van Ermen

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La società civile organizzata europea che milita per la pace e la cooperazione oggigiorno ha cinque missioni da compiere allo stesso tempo: 1. la Giustizia e la sicurezza nel senso che le organizzazioni della società civile si devono misurare con la limitazione delle risorse e quindi con la politica energetica, la crescita demografica, la necessità delle alleanze contro il terrorismo. Questo ultimo punto non può evitare di incontrarsi con una strategia fra i paesi dei tre mari: Mediterraneo, Caspio e Nero. 2. La solidarietà La società civile europea deve rimanere fedele a se stessa e prepararsi a nuove sfide, lavorando a un adattamento della nostra visione europea dei diritti fondamentali, focalizzati sull’individuo, a una visione che si fondi sulla solidarietà. 3. La democrazia partecipata In un contesto di globalizzazione economica e di disincanto politico la società civile organizzata deve ancora di più lavorare per un’Unione vicina ai cittadini e quindi per una democrazia rappresentativa e partecipativa. All’interno dell’Unione occorre creare uno spazio pubblico europeo per la realizzazione di referendum o consultazioni paneuropee, un passo importante che precede il voto a suffragio universale. E comunque la società civile deve impegnarsi in una rivoluzione democratica incoraggiando i cittadini a esercitare il loro doppio diritto di voto: alle urne e sul mercato, per i loro acquisti e investimenti per difendere e proteggere i loro diritti nell’ottica della globalizzazione. 4. l’innovazione secondo accordi Questa dipende infine non solo dalla ricerca, ma è anche il risultato di numerosi meccanismi di concertazione. Occorre riprendere il concetto di Innovation par accord introdotto nel consiglio Europeo di Feira. Il meccanismo della negoziazione come generatore di innovazione e di consenso (due obiettivi chiave per il

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progresso) deve includere un riflessione sulla missione del Comitato Economico e Sociale europeo e sui piani europei e nazionali, unitamente a quelli del comitato delle Regioni e delle associazioni nazionali dei Comuni, come luoghi di negoziazione dei poteri pubblici, imprese sindacati e società civile per una messa in opera degli accordi a livello decentrato. Questo riprende la visione di Robert Schuman e il cantiere da lui lasciato aperto.

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5 Comunicare l’Europa Il Piano d’azione della Commissione Europea Traduzione di L. Cucciarelli

La Comunicazione: un nuovo approccio “La buona comunicazione è vitale per un democrazia sana” Margot Wallstrom, Vice Presidente della Commissione http://europa.eu.int/comm/commission_barroso/wallstrom/press/key_en.htm La comunicazione in Europa deve essere a due strade: i politici devono ascoltare attentamente i cittadini e spiegare più chiaramente cosa sta facendo l’Unione Europea. La Commissione Europea ha fatto della comunicazione una delle sue priorità strategiche. Nel luglio 2005 si decise un Piano d’Azione per migliorare il modo in cui la Commissione doveva comunicare l’Europa. Questo prevede 50 passi che in pratica la Commissione deve compiere all’interno della sua organizzazione con partenza immediata.

1.Impegno politico e proprietà Tutta la Commissione e in particolare gli stessi commissari saranno attivamente coinvolti ! I commissari dovranno impegnarsi come i principali agenti della

comunicazione, sia nei media sia nelle visite ai paesi Europei ! Le priorità verranno stabilite nell’agenda della comunicazione,

con specifici piani di comunicazione per ogni argomento.

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2.Sezioni della Commissione Il pubblico ha il diritto ad essere informato e consultato sulle politiche europee. Così la comunicazione deve diventare parte integrale del lavoro quotidiano della Commissione e gli addetti alla comunicazione devono possedere più alta qualifica professionale.

! Le unità della comunicazione in tutti i dipartimenti della

Commissione dovranno collaborare in modo più stretto. ! Il personale della Commissione riceverà una formazione e un

aggiornamento specifici sulla comunicazione. ! Le consultazioni pubbliche dovranno essere pubblicizzate meglio. ! Le proposte politiche saranno redatte in un linguaggio chiaro. ! Verrà redatto un abstract delle proposte chiave per i non addetti ai

lavori.

3.La DG Comunicazione – un nuovo ruolo L’attuale direzione per la Stampa e la Comunicazione sarà riorganizzato e denominato DG Comunicazione. Fra i vari compiti dovrà

! Compilare l’agenda della comunicazione e i piani di

comunicazione, ! Raccogliere i feedback dai cittadini ! Tenere conto delle necessità di specifici gruppi ! Verificare l’impatto degli sforzi che la Commissione compie in

ordine alla comunicazione

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4.Il servizio del portavoce Il servizio del portavoce all’interno della DG Comunicazione avrà il compito di:

! Migliorare la qualità dei comunicati stampa ! Pubblicare un’agenda delle news ! Contrastare i dati falsi con maggiore efficienza

5.Going local (andare sul luogo): gli uffici di rappresentanza Gli uffici della Commissione - le rappresentanze - in ciascun paese agiscono come i suoi occhi, bocca e orecchie. Come parte di questo nuovo approccio essi svolgeranno le seguenti funzioni:

! Daranno un contributo per l’analisi delle opinioni a livello

nazionale. ! Identificheranno le modalità per raggiungere i gruppi chiave

attraverso i media regionali e locali. ! Tradurranno e adatteranno i messaggi della Commissione. ! Verificheranno più accuratamente l’impatto di questi messaggi. ! Forniranno un feedback alla Commissione ! Organizzeranno e gestiranno collegamenti e reti come Europe

Direct6

6 Modena Info Point Europa Piazza Grande, 17, 41100, MODENA (MO) - EMILIA ROMAGNA Telefono: 059/2032602, Fax: 059/2032595

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6.Migliore uso delle risorse La commissione impiega numerosi mezzi di comunicazione e verificherà come possano essere usati in modo più efficace. Per migliorare l’impatto di questi strumenti la Commissione dovrà:

! Migliorare la cooperazione con emittenti radio e TV ! Migliorare il servizio di agenzia delle notizie audiovisive

“l’Europa al satellite” ! Assicurare che il sito dell’Europa sia strutturato meglio, con un

focus sulle notizie e sulle priorità Europee ! Attrezzare l’Europa con un potente motore di ricerca e la capacità

di ospitare servizi nuovi e interattivi

La Commissione dovrà anche: ! assicurarsi che le pubblicazioni soddisfino i bisogni locali e si

incentrino sulle priorità ! decentralizzare il più possibile le pubblicazioni; ! assicurarsi che le pubblicazioni di base facilmente

comprensibili siano disponibili in tutte le lingue dell’Unione; ! sviluppare il servizio freephone degli Europe Direct per i

cittadini; ! incentrare il programma delle visite sui gruppi di destinatari

prioritari; ! offrire più formazione agli studenti della scuola di giornalismo e

ai reporter locali

Una comunicazione efficace richiede risorse, sia finanziarie che umane.

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La Commissione reimpiegherà le sue risorse immediatamente, fornendo più personale alle varie rappresentanze e assegnando nuovi compiti al personale direttivo. Assumerà anche esperti in comunicazione. Comunicare l’Europa adesso Potete trovare l’informazione on line su sito http://www.europa.ei.int E perché non chiamare gli Uffici Europe Direct? Trovate l’Ufficio più vicino Su http://europa.eu.int/comm/relays/ed_en.htm Avete domande particolari? Contattate i nostri operatori di Europe Direct Telefonando gratis allo 00 800 6 7 8 9 10 11

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6. Dal sito http://europa.eu.int/youth/active_citizenship/index_eu_it.html

Cittadinanza attiva: la dimensione europea - Europeo Cosa serve a un cittadino che voglia impegnarsi attivamente? Informazioni? Formazione? Sapere come fare? O dove? Nella sezione che segue, un'utile serie di collegamenti vi consentirà di reperire documenti, progetti e indirizzi di organizzazioni, da usare come strumenti per partecipare attivamente alla vita sociale. AVSO - Associazione delle organizzazioni di volontariato

Un ente che raccoglie le varie organizzazioni senza scopo di lucro nazionali e internazionali, impegnate nel lavoro volontario. Sul sito, gli indirizzi per accedere direttamente alle organizzazioni affiliate a livello europeo e nazionale. http://www.avso.org/en/about/about.htm [EN]

Educazione alla cittadinanza democratica Un sito del Consiglio d'Europa che offre una vasta biblioteca elettronica di articoli, documenti e progetti e, inoltre, fornisce informazioni sulle attività condotte a livello europeo e nazionale. Alcuni documenti sono reperibili in più lingue. http://www.coe.int/T/E/Cultural_Co-operation/education/E.D.C [EN]

Euractiv Le novità a livello UE, le posizioni politiche e gli attori, ovvero tutto ciò che serve a un cittadino informato per seguire gli sviluppi dell'agenda europea. Il sito offre notizie aggiornate, sezioni di approfondimento sulle diverse politiche e ricerche relative ai singoli paesi. È inoltre disponibile una guida ai diecimila enti ed organizzazioni più importanti dell'UE! http://www.euractiv.com [EN][FR][DE]

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Forum europeo della gioventù Nato per dare voce agli interessi dei giovani europei, il forum è la piattaforma che rappresenta le organizzazioni giovanili europee presso istituzioni internazionali, quali l'Unione europea e le Nazioni Unite, in relazione a questioni rilevanti per i giovani. Il sito contiene un elenco delle organizzazioni affiliate, oltre ad accurate informazioni sulle aree di lavoro delle stesse e sulle modalità tramite cui contattarle. http://www.youthforum.org [EN][FR]

Guida delle giovani per le pari opportunità in Europa A conclusione del progetto "Mobilitiamo i giovani per la pari opportunità in Europa", la Lobby europea delle donne ha elaborato una guida che può essere scaricata in formato PDF all'indirizzo indicato qui di seguito. http://ewl.horus.be/site/1abstract.asp?DocID=384&v1ID=&RevID=&namePage=&pag [EN][FR]

IDEA - Istituto internazionale per la democrazia e l'assistenza elettorale Articoli, pubblicazioni, analisi e studi su casi specifici in materia di processi di costruzione della democrazia nel mondo, prodotti da questo istituto, attivo in Africa, America Latina e regione caucasica, che collabora allo sviluppo delle istituzioni e della democrazia nel mondo. Seguendo la procedura di registrazione, è possibile ricevere informazioni aggiornate su attività e progetti. http://www.idea.int [EN]

Idealist.org: per chi cerca un'organizzazione senza scopo di lucro Più di 350.000 organizzazioni senza fini di lucro impegnate nel volontariato e nel lavoro sociale di comunità, raccolte in un'unica enorme banca dati e classificate per paese e per area di lavoro. È anche possibile aggiungere il profilo della propria organizzazione. http://www.idealist.org/if/idealist/en/AdvancedSearch/Org/default [EN]

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Il Parlamento e il cittadino: La Posta del cittadino Avete mai pensato di chiedere qualcosa al Parlamento europeo? In questo sito, troverete la casella postale cui inviare la richiesta. Il portale, infatti, è stato creato proprio per consentire ai cittadini di comunicare con il Parlamento e di accedere a tutti i documenti pubblici, sia del Parlamento che delle altre istituzioni europee. http://www.europarl.eu.int/parliament/public/staticDisplay.do?id=48&languag

Il Parlamento europeo della gioventù Sei giovane? Studi in Europa? Ti interessano le questioni che riguardano la società in cui vivi? Allora questa organizzazione può interessarti, poiché essa vuole aiutare i giovani a conoscere meglio le questioni europee. Ogni anno il Parlamento europeo della gioventù organizza una serie di eventi internazionali per giovani provenienti da 25 paesi europei, offrendo a un gran numero di essi l'opportunità di esprimere direttamente la propria opinione. http://www.eypej.org

Amici della Terra Tenetevi informati sulle campagne legate a tematiche di urgenza sociale ed ecologica del nostro tempo. Diventate membri attivi unendovi al gruppo più vicino a voi. http://www.amicidellaterra.it [EN][IT]

Associazione per la pace Questa organizzazione si occupa in particolare dell’educazione alla pace tra i giovani, promuovendo valori quali la tolleranza, la lotta contro il razzismo http://www.assopace.org [IT]

Città Invisibile Questo gruppo si impegna con progetti e iniziative nella promozione del libero accesso alle informazioni e l'utilizzo democratico delle tecnologie della rete. Leggete le storie e i commenti e partecipate in prima persona. http://www.citinv.it [IT]

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Enti locali per la pace Rete di comuni, province e regioni in Italia impegnati nella promozione della pace, i diritti umani e la cooperazione internazionale. E’ possibile unirsi a loro o scoprire se il proprio comune aderisce alla rete: in caso contrario, perché non cercare di coinvolgerlo! http://www.entilocalipace.it/default.asp [IT]

In movimento Sito di informazione e comunicazione per garantire lo scambio e il sostegno tra ONG e reti. Informazioni utili sui servizi e le risorse per partecipare ai forum ed esprimere la propria opinione sui diversi temi. http://www.inmovimento.it [IT]

Indymedia Gruppo di organizzazioni, centri sociali, radio, media e giornalisti che offrono un’informazione indipendente e obiettiva sugli eventi nazionali. La partecipazione è aperta a tutti, verificate come diventare membri. http://italy.indymedia.org [IT]

Lista etica Organizzazione senza scopo di lucro per la promozione del terzo settore. Sul sito vi potete unire gratuitamente alle attività del gruppo. Una mailing list e una newsletter mettono in contatto fra loro gli interessati nel settore. http://www.listaetica.org [IT]

Melting Pot Europe Sito web del progetto “Melting Pot” per la promozione dei diritti di cittadinanza. Controllate le diverse sezioni per informazioni pratiche su tematiche giuridiche, servizi territoriali, iniziative e campagne, e richiedete on-line suggerimenti e consulenza. http://www.meltingpot.org [EN][FR][IT]

Unimondo Un portale interculturale per lo sviluppo sostenibile. Partecipate attivamente alle campagne e alle altre attività promosse sul sito. http://www.unimondo.org/reteurg [EN][IT]

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7- 7. Dal sito Active Citizenship alcuni percorsi che la Società Civile sta costruendo http://www.activecitizenship.net/home.html

European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia (EUMC) Call for Tender - Establishment and operation of national focal points in Croatia and Turkey

that will network with governmental, non-governmental and research organisations in order to collect reliable data, conduct research and studies on racism, xenophobia and antisemitism. Deadline: 24 April

Call for Proposals DG Communication - Financial support for initiatives emanating from European organisations to promote public participation in

debates on topics of European interest as provided by the European Commission’s Plan D for Democracy, Dialogue and Debate. Deadline 24 April

Call for Proposals DG Sanco - Programme of Community Action in the field of Public Health (2003-2008)

The Commission has launched the Call for Proposals 2006 to implement the priority actions defined in the Work Plan 2006 of the Public Health programme (2003-2008). Deadline: 19 May 2006

DG Employment Call for Proposals VP/2006/001 "Industrial Relations and Social Dialogue" - Deadlines: 1st March and 1st September 2006

EU-wide consultation process on mental health - The Green Paper: "Promoting the Mental Health of the Population. Towards a Strategy on Mental health for

the European Union aims to launch a public consultation on how better to tackle mental illness and promote mental wellbeing in the EU, in line with the mandate for action at Community level. If confirmed, the initiative should lead to the development of a Commission proposal for an EU-strategy on mental health in late 2006. Contributions in the context of this consultation process should be sent to the Commission by 31 May 2006. For more info

Call for Proposals DG EAC N° 25/05 ‘Promotion of Active European Citizenship’ Meetings between citizens Citizenship" Support to Town Twinning Actions Citizens Meetings 2006 DEADLINES: 15 November 2005; 1 February 2006; 3 April 2006; 1 June 2006. To know more

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Call for Proposals DG EAC n° 24/05 ‘Promotion of Active European Citizenship’ Meetings between citizens Support to Town Twinning Actions - Conferences, Training Seminars and Information Campaigns 2006 DEADLINES: 17 October 2005; 1 March 2006. To know more

Funding

The European Commission started the debate on the objectives and budgetary resources for the period 2007-2013. You may find more information in the financial framework contents in http://europa.eu.int/scadplus/leg/en/lvb/l34004.htm European Commission Official Journal: It is a daily journal where many though not all of the calls for proposals are published in the C series. It is definitely worth checking it out by clicking on this link

For the lastest Opportunities for tenders and call for proposals from the European Commission external aid projects check out this web page

World Bank Group Development Marketplace www.developmentmarketplace.org/ here you can find different opportunities and grants available to civic organizations working in the area of development.

Call for expression of interest

Professional formation

The Human Rights Education Association (www.hrea.org) is presently offering

specialized courses via distance education on the following: Research and Evaluation in the NGO Sector, Project Development and Management in the NGO Sector and Introduction to the European System of Human Rights Protection and Promotion. For more information you can vist their web page

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New on-line course: "Gender and Conflict Transformation" (in English) / The Network University, Amsterdam, The Netherlands. For more information, please see: www.netuni.nl/intro_courses/index_gender_conf.html or contact: [email protected] / For scholarship information, please email: [email protected]

Certificate in Nonprofit Management offered by Mount Ida College: It is a onsite and online program for nonprofit board members as well as nonprofit chief executives and individuals interested in becoming nonprofit managers.To view more information concerning this exciting opportunity, click on this link below.

Johns Hopkins University Certificate in Nonprofit Studies Program is now accepting applications for the 2003-2004 Semesters. Develop and enhance the knowledge and practical skills you need to run a successful organization. The Certificate in Nonprofit Studies Program (CNS) builds on the University’s internationally renowned Center for Civil Society Studies. CNS brings a new approach to nonprofit management training, one that emphasizes the strategic position and distinctive character of nonprofit operations and the collaborative nature of modern problem solving. You can also apply the Certificate to a Hopkins MBA program with nonprofit concentration. For more information see www.jhu.edu/~cns/.

John Hopkins University Institute for Policy Studies: for other Education, Training and Capacity Building activities check out this page www.jhu.edu/~ccss/education.html

Training courses

Web-Based Course: An Introduction to Corporate Social Responsibility (CSR): This is a new web-based course promoted by the World Bank Institute program on

Corporate Social responsibility(CSR) and Sustainable Competitiveness (www.csrwbi.org). It is designed to introduce CSR in both theory and practice, and help participants acquire a basic knowledge of how CSR can provide a foundation for achieving sustainable development. The course focuses on introducing the key elements of the policy and business environment that support CSR and how these elements function as an integrated system. The course is currently offered in English and is free of charge. All course materials are available online, and the course takes about 6-8 hours to complete, which can be taken according to each participant's own pace and schedule. elearning.worldbank.org or http://192.86.99.56/

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8. Carta della Cittadinanza Attiva - Charter of Active Citizenship7 http://www.activecitizenship.net/projects/project_survey_on_ the_ right_ of information.htm

Open Consultation on the European Charter of Active Citizenship

We invite all citizens' organizations, public institutions, social researchers and everyone interested in the issue of civic participation to comment on the European Charter of Active Citizenship. This consultation will remain open until April 30. Please download the European Charter of Active Citizenship

Participate in the Open Consultation

Project

The role of citizens and citizen organizations as actors of public policies in Europe has been constantly growing in the past 30 years. Nevertheless, neither the European Constitution nor the legal systems of national states recognize participation in policy making as a fundamental right of citizens. Therefore ACN together with the Active Citizenship Foundation (FONDACA) decided to promote the drafting of a European Charter of Rights on civic participation based on the Charter of Fundamental Rights and other relevant documents, which will state the rights and duties of citizen organizations participating in policy making. This project will be implemented with partner organizations from Austria, Czech Republic, Germany, Italy, Malta, Poland, Portugal, Romania, Slovenia and Turkey. The main activities include the collection of 50 best practices regarding civic participation in 10 New Europe participating countries; publication of the best practices and an on-line database using the ACN website; drafting of the Charter’s text in collaboration with the project partners, using as a basis the good practices identified along with previous researches of ACN on civic activism in Europe; discussion of the Charter’s draft in an interactive on-line forum; presentation and

discussion of the Charter in a European conference. The project will last for 12 months and is sponsored by the European Commission DG Education and Culture and Unicredito.

Best Practices of Civic Participation - Database The database will contain the Best Practices collected by our partners, in a total of 50 best practices. You will be able to consult it broadly or make selected researches.

Drafting the Charter

With the results of the analysis of the 50 Best Practices and the findings of the research carried out by the project team (a research on the official documents of the European institutions; on civic organisations’ papers and official documents and on existent studies and researches addressing the themes of civic participation, active citizenship, civil dialogue and participatory

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democracy and as well as Charters, Compacts and Conventions dealing directly or indirectly with the theme of citizens’ participation in the policy-making at local, national and international level) the team started drafting the Charter' contents. Several conceptual choices were done, the most important one concerning its title. The previous title was replaced by "European Charter of Active Citizenship". The 1st draft of the Charter was discussed in the partners in a meeting hold the 13th February.

Best Practices of Civic Participation - Database The database will contain the Best Practices collected by our partners, in a total of 50 best practices. You will be able to consult it broadly or make selected researches.

List of Partners

Country Organization

Austria: World of NGOs

Czech Republic: Consumers Defence Association of the Czech Republic

Germany: Sozialbüro Main-Taunus

Malta: Ghaqda-tal-Konsumaturi Poland: Association of Polish Consumers (APC)

Portugal: ANIMAR

Romania: Romanian Association for Consumer Protection (APC Romania)

Slovenia: Legal Information Centre for NGOs

Turkey Helsinki Citizens' Assembly

Moving towards a European Charter on Civic Participation: the contribution of Teresa Petrangolini, the Secretary General of Cittadinanzattiva, to the debate on the Civic Participation at European level that toke place during the 2nd National Convention on Subsidiarity: Starting with Citizens, organized by Cittadinanzattiva in Rome the 16-18 June.

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9. L’Europa arriva a scuola in otto mosse (da http://www.indire.it) Una recente comunicazione della Commissione rivolta ai Paesi membri pone in evidenza la necessità di accelerare l’iter del rinnovamento scolastico e formativo all’interno dell’Unione. In tal senso essa indica alcuni punti qualificanti che hanno il fine di agevolare il comune impegno. Gli otto punti chiave proposti dagli esperti della Commissione Europea per rilanciare il programma di lavoro 2010 e aventi per oggetto il potenziamento dei processi di istruzione e di formazione, indispensabili per tutti, ma particolarmente per quanti sono a rischio di emarginazione sociale, hanno suscitato un notevole interesse anche nel nostro Paese e sono meritevoli di qualche approfondimento.

The eight key competences identified include:

1. Communication in the mother tongue; 2. Communication in foreign languages; 3. Basic competences in maths, science and technology; 4. Digital competence; 5. Learning to learn; 6. Interpersonal, intercultural and social competences, and civic competence; 7. Entrepreneurship 8. Cultural expression.

These are underpinned by basic skills, and include ‘horizontal components’ such as critical thinking, creativity, the European dimension, and active citizenship. Taken together, they contribute to achieving personal fulfilment, active participation and improve a person’s employability.

Mi limito ad alcune rapide note di commento, osservando ab initio che si tratta di fattori educativi evidentemente interagenti dai quali il

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rinnovamento scolastico europeo non può in alcun modo prescindere e che connotano, peraltro, quella spinta propulsiva in atto nel nostro sistema formativo. Come non pensare, ad esempio, all’importanza dell’acquisizione di competenze approfondite nel settore scientifico e tecnologico? Basta riprendere le conclusioni dell’ultima indagine Pisa, Programme for International Student Assessment, che assegnava all’Italia una posizione di coda nella relativa graduatoria internazionale.

Né è ancora possibile giustificarsi con il riferimento all’ipoteca neoidealistica che confinava la scienza in un ruolo marginale, considerandola un insieme di schemi pratici il cui valore teorico e concettuale era minimo. Acquisita l’indubbia valenza costruttiva delle discipline scientifiche, la riflessione va intesa in senso più ampio perché non può che riguardare taluni inquietanti e drammatici aspetti della società odierna quali la disoccupazione, la riqualificazione professionale e il processo di integrazione dei tanti che nel nostro Paese cercano asilo e lavoro. Analoghe sono le considerazioni sulle competenze informatiche il mancato possesso delle quali, sia in re sia in prospettiva, costituisce un limite spesso insormontabile per la ricerca di un’occupazione.

La metodologia del ragionare e dell’apprendere occupa un posto di rilievo pedagogico nella nostra scuola, che spesso lamenta la mancanza di un seria impostazione di studio nei propri allievi. Si tratta di un problema complesso poiché l’insegnante, pur consapevole del fatto che l’intervento didattico è condizionato dai livelli individuali di apprendimento, deve adoperarsi affinché i propri alunni raggiungano in maniera ottimale i traguardi prefissati per i singoli ordini di scuola.

Si comprende dunque la necessità di una bussola che guidi e orienti gli studenti nei diversi ambiti del conoscere e dell’agire. In proposito, mi sembra che l’importanza attribuita a livello europeo al learning to learn

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vada oltre il frequentare la scuola, rappresentando un buon viatico per affrontare poi in maniera consapevole l’inserimento nel mondo del lavoro.

Un altro argomento di scottante attualità concerne l’acquisizione dell’attitudine imprenditoriale; si tratta di un’esigenza che, in linea con lo spirito del tempo, vuole sospingere i giovani, al termine di un determinato percorso di studi, ad avviare e gestire in prima persona un progetto di vita che possa anche includere attività economiche. A tal fine, occorre predisporre un più efficace collegamento fra le strutture scolastiche, le imprese e le associazioni industriali e artigianali, ma più in generale è necessario favorire nei giovani un abito mentale flessibile e adattabile al cambiamento epocale, denso di incognite e di rischi, ma pur sempre ricco di occasioni di crescita e di valorizzazione individuale.

Talune perplessità desta il concetto di “espressione culturale” il cui significato non è facilmente determinabile. Mi piace supporre che esso indichi la cultura in senso generale, ossia il potenziale intellettuale e civile di un determinato popolo, da sviluppare in sé e in dimensione europea. In tal senso si tratta davvero di un principio chiave e del tutto condivisibile.

Nessun dubbio sugli elementi trasversali, ciascuno dei quali è pienamente valido. Il pensiero critico, che è autonomia di giudizio e rifiuto del dogmatismo aprioristico; quello creativo inteso in funzione di antidoto rispetto a paradigmi umani poco appaganti; infine, la cittadinanza attiva come acquisizione di valori utilizzabili e praticabili e presa di posizione sui problemi che hanno per oggetto il bene comune.

Concludo: gli otto punti fondamentali e i collanti trasversali ad essi connessi definiscono l’essere della scuola europea, ma certamente caratterizzano il dover essere della stessa, un traguardo da raggiungere o forse una meta ideale cui tendere.

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10- Buone Pratiche Nazionali L’Educazione Interulturale e l’educazione alla cittadinanza sono oggi ricompresse nell`educazione alla cittadinanza globale L’educazione interculturale, così come l’educazione alla cittadinanza, sono oggi ricompresse nella più generale educazione alla cittadinanza globale, di cui Edgar Morin è sicuramente uno dei più illustri teorici. Nessuno come Edgar Morin ha infatti analizzato la necessità di dare ai giovani la consapevolezza insieme della propria identità complessa e dell’identità che li accomuna a tutti gli altri esseri umani, legando concentricamente le loro patrie - familiare, regionale, nazionale, europea- e integrandole nell’universo concreto della comune patria terrestre. Ci pare pertanto corretto e opportuno introdurre l’educazione alla cittadinanza globale, riportando in premessa la Prefazione di Edgar Morin al suo ultimo libro, Educare per l’era planetaria, redatto a più mani, e pubblicato in Italia nel 2004 dall’Editore Armando. L’era planetaria comincia tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVI con la scoperta dell’America da parte di Colombo, la circumnavigazione della terra da parte di Magellano e la scoperta copernicana secondo la quale la terra è un pianeta che gira attorno al sole. L’era planetaria si è sviluppata attraverso la colonizzazione, la schiavitù, l’occidentalizzazione e, quindi,attraverso la moltiplicazione delle relazioni e interazioni tra le differenti parti del globo. L’epoca detta della globalizzazione, comincia nel 1990, dà vita a un mercato mondiale e a una rete di comunicazioni estremamente ramificata su tutto il pianeta. Gli sviluppi scientifici, tecnici, economici promuovono un divenire planetario comune a tutta l’umanità e, al tempo stesso, minacce di morte nucleare e minacce di morte ecologica conferiscono all’umanità planetaria una comunanza di destino. E’ diventato di vitale importanza conoscere il destino planetario che viviamo, tentare di percepire e concepire il caos degli avvenimenti, delle interazioni e retroazioni, in cui si fondono e interferiscono i processi economici, politici, sociali, nazionali, etnici, religiosi, mitologici che tessono questo destino, sapere insomma chi siamo, ciò che ci accade, ciò che ci determina, ciò che ci minaccia, ciò che può illuminarci, avvertirci, e, forse, salvarci.

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Ora, nel momento in cui il pianeta ha sempre più bisogno di spiriti adatti a comprendere la loro complessità, i sistemi di insegnamento, in qualsiasi paese, continuano a frazionare e a separare conoscenze che dovrebbero essere collegate, a formare spiriti unidimensionali e riduttori, che privilegiano soltanto una dimensione dei problemi occultandone altre. La scienza economica in particolare,diventa regina e guida dei politici, non può concepire ciò che sfugge al calcolo, vale a dire le emozioni, le passioni,le gioie, i dolori, le aspettative, le speranze che sono l’essenza dell’esistenza umana. Anche la nostra formazione scolastica, universitaria,professionale, fa di noi politici ciechi e ci impedisce di assumere la nostra condizione, ormai necessaria di cittadini della Terra. Di qui la necessità vitale di “educare per l’era planetaria” e di chiarire il concetto stesso di era planetaria, nella sua prospettiva storica e nella sua complessità multidimensionale, indicando che nella crisi generalizzata del nostro secolo nascente c’è l’emergenza di un’infrastruttura di società-mondo che però non riesce a prendere vita. A livello europeo si è diffusa in questi ultimi anni la consapevolezza non solo dell’importanza dell’educazione alla cittadinanza, e della conseguente necessità di trasformare la vecchia educazione civica (generalmente limitata allo studio tradizionale del funzionamento del sistema politico del proprio Paese e della propria Costituzione), ma del fatto che oggi essa necessariamente assume le caratteristiche di educazione alla cittadinanza globale. I giovani crescono in un contesto sempre più globalizzato, e sanno istintivamente che cosa vuol dire essere cittadini del mondo, perchè è ciò che essi di fatto sono. Ma occorre una conoscenza e una comprensione più profonda, la consapevolezza che la cittadinanza anche a livello locale può essere realmente compresa solo se si conosce la rete di collegamenti internazionali in cui il locale è inserito. La dimensione globale dell’educazione alla cittadinanza non si limita quindi alla sola conoscenza degli altri Paesi o alla comprensione degli aspetti complessi delle questioni globali, per quanto importanti essi siano, come ad esempio lo sviluppo sostenibile, i conflitti. Essa riguarda anche la dimensione globale delle questioni locali. Essa è infatti parte: • del lavoro che facciamo • degli indumenti che indossiamo • del cibo che mangiamo

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• della musica che ascoltiamo • delle popolazioni e delle religioni presenti nelle nostre comunità • degli alunni delle nostre scuole La cittadinanza globale influenza le decisioni che dobbiamo continuamente prendere nella nostra vita quotidiana, da ciò che compriamo a dove andiamo in vacanza. Ci fa inoltre comprendere che i processi che si svolgono a livello locale si svolgono , a diversi livelli, nel resto del mondo, evidenziando similitudini e legami . Avere consapevolezza di cosa sia la globalizzazione significa anche capire qual sia l’impatto provocato dalla tecnologia dell’informazione, dalle nuove forme di commercio, dalla standardizzazione dei metodi di lavoro e delle organizzazioni sociali. Non va taciuto poi, che la dimensione globale all’educazione alla cittadinanza dà agli allievi strumenti per capire questioni come il razzismo, il rifugio politico, l’emigrazione, mettendoli in grado di avere un ruolo responsabile nella propria comunità, nel proprio Paese e rispetto a quanto accade nel mondo. Significa renderli consapevoli che la globalizzazione può essere un’opportunità o una minaccia, e che bisogna pertanto possedere quelle conoscenze e competenze che permettano di utilizzarne le opportunità e di affrontarne rischi e minacce. Nel 2005 la Commissione Europea ha proclamato il 2008 anno del dialogo interculturale, cercando di raggiungere i seguenti obiettivi: ! Aumentare la consapevolezza dei cittadini europei sull’importanza del

dialogo interculturale; ! Promuovere una migliore comprensione tra nuovi e vecchi Stati

Membri; ! Facilitare il dialogo tra comunità religiose ed etniche ! Combattere il razzismo, la xenofobia e le discriminazioni

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11-Project Evaluation Form Non-Governamental Organisations CALL FOR PROPOSALS ‘PROMOTION OF ACTIVE EUROPEAN CITIZENSHIP SUPPORT TO NON-GOVERNMENTAL ORGANISATIONS4 (EAC/68/04)

Project number : NGOs/2005/ 1. Coherence with the Objectives of the Programme (expressed in points 1 to 5 where 1=poor, 5=excellent) The programme seeks to strengthen the dialogue between the European Union and its citizens with a view to encouraging the emergence of an active and participatory European citizenship. Its objectives related to this specific call are: (a) To promote and disseminate the values and objectives of the European Union; (b) To bring citizens closer to the European Union and its institutions and to

encourage them to engage more frequently with its institutions; (c) To involve citizens closely in reflection and discussion on the construction of the

European Union; (d) To stimulate initiatives by the bodies engaged in the promotion of active and

participatory citizenship. SCORE

1a. How well does the proposal demonstrate coherence with the above overall objectives? (score 1 to 5)

TOTAL /5

2. Relevance to themes of the call for proposals (expressed in points 1 to 5). 1. Rights and duties relating to Citizenship of the European Union, with a purpose of better awareness, understanding and application; YES/NO 2. Foster ideas to support the integration of citizens residing in a Member State of which they are not nationals into the host society on a local level (including SCORE

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better access to education, training and employment); YES/NO 3. Reinforcing active citizenship on the basis and through the rights guaranteed by the Charter of Fundamental Rights of the European Union; YES/NO 4. Solidarity between generations, protection of children’s rights; YES/NO 5. Society of pluralism (tolerance, solidarity and respect for diversity) and non-discrimination. YES/NO 2a. How relevant is the proposal to one or more of the specified themes? (score 1 to 5)

TOTAL /5 3. Quality of the Work-Programme – assessed in relation to the following criteria (expressed in points 1 to 5). SCORE 3a. – the implementation plan? (score 1 to 5) 3b. – the relationships between project objectives and tasks? (score 1 to 5)

3c. – content of the anticipated results? (score 1 to 5) TOTAL /15

4. Anticipated impact Upon the Target Group(s) (expressed in points 1 to 5) SCORE 4a. From the evidence presented how well does the proposal demonstrate likely impact upon the immediate target group(s)? (score 1 to 5)

TOTAL /5 5. Potential Multiplier Effect (expressed in points 1 to 5) SCORE 5a. Does the proposal demonstrate a likely multiplier effect within the membership of the organisation(s) directly involved in the project? (score 1 to 5)

5b. Does the proposal demonstrate a likely multiplier effect to

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other organisations and/or citizens outside of the project? (score 1 to 5)

TOTAL /10 6. Cost / Benefit Assessment (expressed in points 1 to 5) SCORE 6a. In relation to the grant requested, how well is the grant justified in terms of the stated project action and outcomes? (score 1 to 5)

TOTAL /5 7. Create networks (expressed in points) SCORE 7a. Does the proposal help create networks of civil society organisations so that the opinions of civil society on European policies are communicated to those concerned and exchanged publicly? (score 1 to 5)

TOTAL /5 8. Quality innovative projects(expressed in points) SCORE 8a. Do you consider the proposal in any way innovative, aiming at creating new knowledge and understanding? (score 1 to 5)

TOTAL /5

Total Points : + + + + = / 55

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Given the limited financial resources available should this project be financed?

Indicate answer with ! or X

A. Yes. B. Yes if financial resources allow. C. No. Name (Evaluator) ………………………………… Date………………… Signature (Evaluator) ……………………………..

Overall conclusions of the evaluator :

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CALL FOR PROPOSALS ‘PROMOTION OF ACTIVE EUROPEAN CITIZENSHIP SUPPORT TO ASSOCIATIONS AND FEDERATIONS OF EUROPEAN INTEREST

2. Relevance to themes of the call for proposals (expressed in points 1 to 5). 1. Promote dialogue and reflexion concerning the ethical and spiritual values of European development; YES/NO 2. Develop links between ethics and politics with regard to the promotion of active European citizenship; YES/NO 3. The future of the Union and the promotion of its values internationally, particularly in the context of ongoing intercultural dialogue; YES/NO 4. Exploring the possibility of the development of a European identity which respects and builds on cultural diversity; YES/NO 5. Involving various ethnic and/or religious groups in Europe and aiming at promoting understanding, respect and tolerance between such groups. YES/NO SCORE

1. Coherence with the Objectives of the Programme (expressed in points 1 to 5 where 1=poor, 5=excellent) The programme seeks to strengthen the dialogue between the European Union and its citizens with a view to encouraging the emergence of an active and participatory European citizenship. Its objectives related to this specific call are: (a) To promote and disseminate the values and objectives of the European Union; (b) To bring citizens closer to the European Union and its institutions and to encourage them to engage more frequently with its institutions; (c) To involve citizens closely in reflection and discussion on the construction of the European Union; (d) To stimulate initiatives by the bodies engaged in the promotion of active and participatory citizenship.

SCORE 1a. How well does the proposal demonstrate coherence with the above overall objectives? (score 1 to 5)

TOTAL /5

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2a. How relevant is the proposal to one or more of the specified themes? (score 1 to 5)

TOTAL /5 4. Anticipated impact Upon the Target Group(s) (expressed in points 1 to 5) SCORE 4a. From the evidence presented how well does the proposal demonstrate likely impact upon the immediate target group(s)? (score 1 to 5)

TOTAL /5 5. Potential Multiplier Effect (expressed in points 1 to 5) SCORE 5a. Does the proposal demonstrate a likely multiplier effect within the membership of the organisation(s) directly involved in the project? (score 1 to 5)

5b. Does the proposal demonstrate a likely multiplier effect to other organisations and/or citizens outside of the project? (score 1 to 5)

TOTAL /10 6. Cost / Benefit Assessment (expressed in points 1 to 5) SCORE 6a. In relation to the grant requested, how well is the grant justified in terms of the stated project action and outcomes? (score 1 to 5)

TOTAL /5

3. Quality of the Work-Programme – assessed in relation to the following criteria (expressed in points 1 to 5). SCORE 3a. – the implementation plan? (score 1 to 5) 3b. – the relationships between project objectives and tasks? (score 1 to 5)

3c. – content of the anticipated results? (score 1 to 5) TOTAL /15

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8. Quality innovative projects(expressed in points) SCORE 8a. Do you consider the proposal in any way innovative, aiming at creating new knowledge and understanding? (score 1 to 5)

TOTAL /5

Total Points : + + + + + + =

/ 55

Overall conclusions of the evaluator : Given the limited financial resources available should this project be financed?

Indicate answer with ! or X

A. Yes. B. Yes if financial resources allow. C. No. Space reserved for the Commission Decision : ! Accepted YES/NO ! Rejected (reasons) :

7. Create networks (expressed in points) SCORE 7a. Does the proposal help create networks of civil society organisations so that the opinions of civil society on European policies are communicated to those concerned and exchanged publicly? (score 1 to 5)

TOTAL /5

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12 Buone Pratiche locali Esempio di Piano di valutazione / example of Evaluation Plan Monitoring and evaluation plan

For the purpose of optimising the monitoring and evaluation process we have identified, for the first year, these four basic phases:

control and monitoring of executive planning;

control and monitoring of the exploration/preparation/implementation of the participative forums;

final evaluation of the results obtained and of the project products.

Phase 1: Control/monitoring process of the executive planning and activities of coordination and management

This aims at ensuring that results are consistent and meet the goals set in the general project finalised and approved.

Therefore, we are going to provide and use operational tools such as check-lists (for an example of the type see the Check-List) that help identifying the aspects (requisites) which are useful to easily check the process to be undertaken: objectives, results to be achieved, responsibilities, necessary resources (human and instrumental), development methodologies, control activity, timing for the following activities: a) kick-off meeting, b) setting up of management bodies, c) administration management.

Phase 2: Control/monitoring process of exploration/preparation activities of the participative forums: it embraces the executive and logistic activities enabling to provide the material resources and operating conditions for the preparation of the participative forums

checking that identified resources are made available (eg. information and training material, working tools, involved staff …)

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checking the consistence of the material collected during the exploration phase

checking the extent of the circulation and exchange of material among all the transnational partners

evaluation of the validity of the processes set off

checking the extent of active participation of individuals/groups that are at risk of exclusion

periodical meetings of the activity coordinators to check the work in progress of the activities

Phase 3: Control/monitoring process of the implementation of the participative forums:

it includes executive and logistic activities enabling to provide the material resources and operating conditions to organise the participative forums

- checking that the identified resources are made available (eg. information and training material, working tools, involved staff …)

checking the extent of the circulation and exchange of information among all the transnational partners

evaluation of the validity of the processes set off

periodical meetings of the activity coordinators to check that the schedule of the activities is met

checking the extent of active participation of individuals/groups that are at risk of exclusion

checking the quality of the descriptive reports of the forums (description/reflection/in-depth study)

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Phase 4: Process of intermediate evaluation of the activities carried out. Evaluation focuses on the intermediate results of the project and includes the activities that allow to check the results obtained, their correspondence with what is established in the project, to evaluate the reaction/participation of the parties involved in the development of the activities, to evaluate the intermediate products of the project.

For this purpose we will provide the following evaluation tools:

evaluation of the intermediate activities/products

self-evaluation questionnaires

evaluation of the products obtained: web site, story book, final conference

The monitoring system will help ensuring a comprehensive evaluation of the project results as well as creating a data base useful for the on-going improvement to carry out the activities of the second year.

The process of evaluation described will also help checking the efficacy and efficiency of the tools and methodologies used.

Esempio di Piano di valutazione -

Al fine di ottimizzare il processo di monitoraggio e valutazione sono state identificate, per il primo anno dia attività, quattro fasi fondamentali:

controllo e monitoraggio della progettazione esecutiva;

controllo e monitoraggio delle attività di ricognizione/preparazione/realizzazione dei forum partecipativi;

valutazione intermedia dei risultati ottenuti e dei prodotti di progetto.

Fase 1: Processo di controllo/monitoraggio della progettazione esecutiva e delle attività di coordinamento e gestione

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Tale attività è volta a garantire che i risultati siano coerenti e soddisfino gli obiettivi espressi nel progetto di massima definito e approvato.

Pertanto per il controllo/monitoraggio si procede alla predisposizione e all’utilizzo di strumenti operativi quali liste di riscontro (esempio di tipologia vedi Lista di Riscontro) che consentano di identificare agevolmente gli aspetti (requisiti) utili al controllo del processo affrontato: obiettivi, risultati da ottenere, responsabilità, risorse necessarie (umane e strumentali), metodologie di sviluppo, attività di controllo, tempistica per le seguenti attività: a) kick-off meeting, b) costituzione organi di gestione, c) gestione amministrativa.

Fase 2: Processo di controllo/monitoraggio delle attività di ricognizione/preparazione dei forum partecipativi: investe le attività esecutive e logistiche che consentano di predisporre le risorse materiali e le condizioni operative per permettere la preparazione dei forum partecipativi

- verifica della messa a disposizione delle risorse individuate (es. materiale informativo e formativo, strumenti di lavoro, personale coinvolto …)

- verifica della coerenza dei materiali raccolti nella fase di ricognizione

- verifica del livello di circolazione e di scambio dei materiali tra tutti i partner transnazionali

- valutazione dell’adeguatezza dei processi avviati

- verifica del livello di partecipazione attiva di individui/gruppi a rischio di esclusione

riunioni periodiche tra i responsabili delle attività per verificare lo stato di avanzamento delle attività

Fase 3: Processo di controllo/monitoraggio delle attività di realizzazione dei forum partecipativi

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investe le attività esecutive e logistiche che consentano di predisporre le risorse materiali e le condizioni operative per permettere la realizzazione dei forum partecipativi

- verifica della messa a disposizione delle risorse individuate (es. materiale informativo e formativo, strumenti di lavoro, personale coinvolto …)

- verifica del livello di circolazione e di scambio delle informazioni tra tutti i partner transnazionali

- valutazione dell’adeguatezza dei processi avviati

- riunioni periodiche tra i responsabili delle attività per verificare il rispetto del calendario delle attività

- verifica del livello di partecipazione attiva di individui/gruppi a rischio di esclusione

- verifica della qualità dei rapporti descrittivi dei forum (descrizione/riflessione/approfondimento)

Fase 4: Processo di valutazione intermedia delle attività svolte. La valutazione riguarda gli esiti intermedi del progetto e comprende le attività che consentono di verificare i risultati ottenuti, valutare la reazione/partecipazione delle parti coinvolte nello sviluppo delle attività, valutare i prodotti intermedi del progetto stesso.

In tal senso saranno predisposti strumenti di valutazione quali:

valutazione degli obiettivi intermedi

questionari di autovalutazione

valutazione dei prodotti realizzati: sito web, story book, convegno finale

Il sistema di monitoraggio concorrerà a garantire sia una valutazione intermedia dei risultati di progetto sia la creazione di una raccolta dati utile

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per le attività di miglioramento continuo, utile per la realizzazione delle attività del secondo anno.

Il processo di valutazione descritto concorrerà anche all’attività di verifica di efficacia e di efficienza degli strumenti e metodologie utilizzate.

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Appendice 1

COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

Bruxelles, 13.10.2005 COM(2005) 494 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO

EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Il contributo della Commissione al periodo di riflessione e oltre: Un Piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito

1. INTRODUZIONE Al termine del Consiglio europeo del 18 giugno 2005 i capi di stato e di governo hanno adottato una dichiarazione sulla “ratifica del Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa”. Tale dichiarazione invitava a un “periodo di riflessione” in seguito all’esito negativo dei referendum sulla Costituzione europea svoltisi in Francia e nei Paesi Bassi. I capi di stato e di governo hanno indicato agli Stati membri quale tipo di dibattito potrebbe essere organizzato: il “periodo di riflessione servirà a consentire in ciascuno dei nostri paesi un ampio dibattito, che coinvolga i cittadini, la società civile, le parti sociali, i parlamenti nazionali e i partiti politici”. La dichiarazione suggerisce inoltre che le istituzioni europee dovrebbero “apportarvi il loro contributo; in tale ambito un ruolo particolare spetta alla Commissione”. Con la presente comunicazione si intende appunto rispondere all’invito dei capi di stato e di governo. La Commissione europea ha sostenuto con decisione la ratifica della Costituzione, aiutando tutti gli Stati membri nella realizzazione delle loro campagne d’informazione. Alcuni commissari si sono inoltre impegnati in prima persona nei vari dibattiti nazionali. La Commissione continua a ritenere che la Costituzione rappresenterebbe un importante passo in avanti nel processo teso a rendere l’Unione Europea più democratica,

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trasparente, efficace e forte agli occhi del mondo esterno, e si duole del fatto che nelle circostanze attuali una ratifica della Costituzione in tempi brevi appaia improbabile. La Commissione ritiene però che durante la sospensione del processo di ratifica sia inopportuno pregiudicare l’equilibrio globale raggiunto nella Costituzione con delle applicazioni frammentarie di parti del testo. Essa ritiene che il periodo di riflessione dovrebbe essere usato in primo luogo per lanciare un ampio e intenso dibattito sulle politiche europee. Qualsiasi visione del futuro dell’Europa dovrebbe basarsi infatti su una chiara coscienza delle necessità e aspettative dei cittadini. Questo è lo scopo del Piano D. 2. OBIETTIVI DEL PIANO D Con la proposta di un Piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito la Commissione non punta a un’operazione di salvataggio della Costituzione, bensì a lanciare un ampio dibattito tra le istituzioni democratiche dell’Unione europea ed i cittadini. Il piano va visto come complemento alle iniziative ed ai programmi già esistenti, o previsti, come quelli nel campo dell’istruzione, della gioventù, della cultura e della promozione della cittadinanza attiva in Europa. Il Piano D si affianca al Piano d’azione relativo alla comunicazione sull’Europa, destinato a perfezionare la presentazione delle attività della Commissione al mondo esterno, ed al Libro bianco sulla strategia di comunicazione e la democrazia, di prossima pubblicazione, che lancerà un processo di consultazione sui principi alla base della politica della comunicazione nell’Unione europea e sui campi di cooperazione con le altre istituzioni ed organi europei. Queste iniziative, insieme al Piano D, costituiscono un piano a lungo termine per rinvigorire la democrazia europea e contribuire alla nascita di un’autentica piattaforma europea in cui i cittadini ricevano le informazioni e gli strumenti per partecipare al processo decisionale e fare proprio il progetto europeo. Ripristinare la fiducia dell’opinione pubblica nei confronti dell’Unione europea

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Di fronte allo scemare della fiducia nei sistemi politici, la Commissione ritiene sia importante fare sì che la democrazia rappresentativa continui a coinvolgere i cittadini europei ed a raccoglierne la fiducia. Il più recente sondaggio Eurobarometro evidenzia che negli ultimi mesi il gradimento pubblico dell’Unione europea è in costante calo. Tutti gli indicatori sono scesi, che si tratti di fiducia, immagine o valutazione dell’appartenenza all’Unione. Un declino analogo si riscontra nell’approvazione pubblica e nella fiducia verso il processo politico nazionale. Se è vero che l’appartenenza all’Unione europea riscuote ancora il favore del 54% dei cittadini UE, l’immagine dell’Unione europea è andata invece costantemente peggiorando agli occhi dei cittadini, tant’è vero che oggi appena il 47% degli intervistati fornisce una risposta positiva. Il tasso di fiducia dei cittadini nell’Unione europea è sceso dal 50% dell’autunno 2004 al 44% della primavera 2005. Bisogna fare in modo che la gente sia cosciente del valore aggiunto garantito dall’Europa, e del fatto che ciascuno può influenzare le decisioni prese. Attualmente il 53% dei cittadini europei non crede che la propria voce conti all’interno dell’Unione europea2. Eppure, se interrogati sul ruolo che desiderano per l’Unione europea di qui a cinque anni, il 49% dei cittadini afferma di desiderare un ruolo più importante, mentre appena il 14% desidera vedere l’Europa meno coinvolta in settori politici chiave. Ciò indica la necessità di dare vita a un’Europa che ascolti di più i propri cittadini e sappia andare incontro alle loro aspettative. Questo è fondamentale, perché troppo spesso le istituzioni europee fanno da capro espiatorio per decisioni impopolari, e spesso sono percepite come remote entità burocratiche. Uno degli obiettivi principali del processo di riflessione dovrebbe essere quello di stimolare una comunicazione più accurata in merito alle attività dell’Unione europea. Mettere fine allo scaricabarile reciproco tra Stati membri ed istituzioni europee: ecco un importante traguardo che dobbiamo assolutamente inseguire. Il pubblico target e i moderni mass media La Commissione è convinta che il dibattito non debba essere limitato ai leader politici ed ai tradizionali soggetti in causa, e concorda con

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l’opinione dei capi di stato e di governo, secondo cui questi dibattiti dovrebbero coinvolgere “la società civile, le parti sociali, i parlamenti nazionali e i partiti politici” ma crede anche all’utilità di ascoltare determinati gruppi target che non sono stati raggiunti durante le campagne referendarie, come i giovani o i gruppi minoritari. Non bisogna infine dimenticare che i dibattiti saranno coronati da successo solo coinvolgendo nel processo i massmedia, soprattutto la televisione. Anche internet è di importanza fondamentale per stimolare il dibattito. Un impegno a lungo termine Il Piano D non è certo limitato al periodo di riflessione, ma rappresenta un esercizio da portare avanti per tutta la vita dell’attuale Commissione, e oltre. La crisi in corso può essere superata creando un nuovo consenso attorno al progetto europeo e ancorandolo alle aspettative dei cittadini. Dall’ascolto a un impegno rafforzato In ultima analisi il Piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito è un esercizio di ascolto, grazie al quale l’Unione europea potrà agire sulla base delle preoccupazioni espresse dai propri cittadini. L’obiettivo della Commissione è stimolare questo dibattito e puntare al riconoscimento del valore aggiunto che può essere assicurato dall’Unione europea. Infatti il processo di rinnovamento democratico comporta il riconoscimento del diritto dei cittadini a fare sentire la propria voce. 3. CONTRIBUIRE AI DIBATTI NAZIONALI 3.1. Organizzazione dei dibattiti nazionali Ovviamente gli Stati membri continuano ad essere i responsabili principali delle iniziative da lanciare in risposta all’appello per un periodo di riflessione. Tutti gli Stati membri si sono infatti impegnati a lanciare dei dibattiti nazionali di ampia portata sul futuro dell’Europa. La Commissione riconosce che in alcuni Stati membri è già in corso un ampio dibattito, ma rileva che in altri paesi esso deve viceversa ancora iniziare, mentre in altri ancori necessita di essere intensificato ed allargato. Da parte sua la Commissione è pronta ad imprimere ulteriore slancio alla discussione suggerendo un approccio comune e presentando le proprie

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idee sul modo in cui essa, in qualità di istituzione, potrebbe contribuire al dibattito. La Commissione ritiene che il proprio ruolo sia quello di assistere gli Stati membri nell’organizzazione dei dibattiti nazionali, piuttosto che di sostituirli. Essa collaborerà con i governi nazionali per contribuire all’organizzazione e al finanziamento di eventi mirati a promuovere il dibattito. Sarebbe opportuno che tali eventi coprissero tutto lo spettro delle opinioni politiche. Gli uffici di rappresentanza della Commissione negli Stati membri e gli uffici del Parlamento europeo svolgeranno un ruolo chiave nel fornire assistenza durante il periodo di riflessione. Anche il Parlamento europeo potrebbe svolgere un ruolo chiave nel dibattito nazionale, sia cooperando con le istituzioni nazionali che coinvolgendo singoli deputati europei. Non esiste un modello standard per l’organizzazione di dibattiti negli Stati membri. In alcuni di essi esistono infatti strutture, forum o piattaforme permanenti che si adoperano per svolgere regolarmente dibattiti su temi europei. In altri non vi è un sistema altrettanto organizzato per il dialogo e il dibattito. Modelli quali il National Forum in Irlanda o la piattaforma per l’Europa in Spagna potrebbero comunque offrire ispirazione agli Stati membri . Le assemblee parlamentari nazionali, regionali e locali hanno un ruolo specifico da svolgere nell’organizzazione e nella promozione dei dibattiti. I parlamenti nazionali fungono da tramite per assicurare un efficace controllo delle decisioni prese dai governi nazionali in merito ai temi europei. È vero che numerosi parlamenti nazionali rappresentano degli esempi di ottime pratiche, ma molto può essere ancora fatto per migliorare questa funzione di controllo. La Commissione è quindi desiderosa di sviluppare la propria cooperazione con i parlamenti nazionali anche al di là degli obiettivi prefissati per le relazioni tra la Commissione ed i parlamenti nazionali, la cui attuazione è iniziata all’inizio del 2005. Tali obiettivi ruotano intorno a tre temi principali - cooperazione; creazione di una rete effettiva; contatti con i popoli europei e con i loro rappresentanti eletti: conferire una voce più forte ai

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parlamenti equivale a dare una voce più forte ai cittadini europei – e comprendono una serie di azioni concrete, che vanno da una partecipazione ad alto livello alla COSAC (conferenza degli organi specializzati negli affari comunitari dei parlamenti nazionali) e alla conferenza dei presidenti delle Camere dei deputati dell’UE, alla determinazione delle esigenze dei parlamenti nazionali per il tipo d’informazione e le modalità di cooperazione, fino alla facilitazione dello scambio elettronico di informazioni relative all’UE tra i parlamenti nazionali. Al più presto la Commissione, in stretta cooperazione con il Parlamento europeo, e previa consultazione della presidenza di turno della conferenza dei presidenti delle Camere dei deputati dell’UE e della troika presidenziale della COSAC, inviterà i parlamenti nazionali degli Stati membri a partecipare a un forum a Bruxelles per discutere dei contributi dei parlamenti nazionali durante il periodo di riflessione, scambiarsi punti di vista sulle esperienze nazionali e le migliori pratiche e valutare eventuali cooperazioni ed azioni comuni con e/o sostegni da parte delle istituzioni UE durante tale periodo. 3.2. Contenuti Il Piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito prevede un processo strutturato per stimolare un dibattito pubblico sul futuro dell’Unione europea. Il contenuto politico del dibattito pubblico dovrebbe basarsi sull’approccio scelto alla fine del periodo di riflessione. Pur sforzandosi di predisporre un quadro comune, la Commissione riconosce pienamente che ciascun dibattito possiede le sue caratteristiche locali, regionali e nazionali. In ciascuno di essi verranno messi in risalto temi differenti, e l’importanza dell’Unione europea varierà a seconda del paese e dei contenuti politici oggetto della discussione. Pur tenendo conto delle rispettive specificità interne i dibattiti nazionali dovrebbero indirizzare l’attenzione dei cittadini sul futuro dell’Europa, analizzare le loro aspettative e discutere del valore aggiunto e dei benefici dell’azione comunitaria. Il dibattito dovrebbe quindi concentrarsi sulla maniera in cui l’Europa sta affrontando temi quali l’occupazione,

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l’economia, i trasporti, la lotta contro il terrorismo, l’ambiente, i prezzi del petrolio, le catastrofi naturali o la riduzione della povertà in Africa e altrove. I risultati di questi dibattiti dovrebbero aiutare le istituzioni europee, in particolare la Commissione, a definire meglio le proprie priorità. Questo processo dovrebbe assumere un andamento bidirezionale, in cui da una parte le informazioni sul ruolo dell’Europa vengono trasmesse ai cittadini per mezzo di traguardi e obiettivi concreti, e dall’altro si ascoltano le aspettative dei cittadini riguardo a ciò che dovrebbe essere fatto in futuro. Il dibattito potrebbe incentrarsi sui temi seguenti: • Lo sviluppo economico e sociale dell’Europa: la capacità dell’Europa di generare crescita e creare più posti di lavoro, sfruttando al massimo gli effetti della strategia concordata a Lisbona; i valori comuni su cui si basano i modelli economici e sociali in Europa; le riforme necessarie per affrontare la concorrenza planetaria e le condizioni per uno sviluppo sostenibile. • I sentimenti nei confronti dell’Europa e i compiti dell’Unione: partendo dai traguardi già raggiunti e dai benefici concreti apportati dall’Unione alla vita quotidiani dei cittadini (come la sicurezza dei prodotti alimentari, Erasmus, la moneta unica, la tutela dei consumatori, il mercato interno), il dibattito potrebbe incentrarsi su quello che secondo i cittadini dovrebbe essere fatto a livello locale e su quale dovrebbe essere secondo loro il futuro ruolo dell’Unione (sviluppo di uno spazio di giustizia, libertà e sicurezza, affrontare i cambiamenti climatici e le catastrofi naturali, ecc.). • Le frontiere dell’Europa e il suo ruolo nel mondo: la prospettiva di nuovi allargamenti, la capacità dell’Unione di assorbire nuovi membri, la sicurezza globale del continente, le relazioni con i suoi vicini o l’influenza dell’Europa a raffronto con quella di altre grandi potenze mondiali. Cosa si aspetta la gente dall’Europa in questo mondo globalizzato nel campo del commercio (ad esempio nel settore tessile), dell’ambiente (cambiamenti climatici), della mobilità (reti transeuropee), della sicurezza (partecipazione ad operazioni di mantenimento ella pace) e dello sviluppo (aiuti ai paesi in via di sviluppo, condono dei debitidel terzo mondo)? Va

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da sé che nel quadro del Piano D non vi sarà alcun limite allo spettro degli argomenti da trattare. A seconda dell’eco del dibattito e delle circostanze si dovrebbero infatti scegliere i temi più interessanti e scottanti. La Commissione è pronta, su richiesta degli Stati membri, a lavorare su questi temi.

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3.3. Il processo di feedback I dibattiti nazionali devono essere strutturati in modo tale da assicurare che i riscontri ricevuti possano avere un impatto diretto sull’ordine del giorno politico dell’Unione europea. L’esercizio di ascolto deve portare a chiari risultati di cui tenere conto alla fine del periodo di riflessione. Ciascuno Stato membro dovrebbe presentare alla Commissione ed alla presidenza del Consiglio, e pubblicare, un resoconto sintetico dei primi risultati scaturiti dal dibattito nazionale. Un primo esercizio di feedback dovrebbe svolgersi nell’aprile 2006 con l’obiettivo di trarre una prima serie di conclusioni. Il primo passo sarà l’organizzazione, da parte della Commissione, di una conferenza europea il 9 maggio 2006 (il 9 maggio è la “Giornata dell’Europa”), incentrata sul futuro dell’Europa, che vedrà il coinvolgimento della società civile, degli Stati membri, dei rappresentanti dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo, dei cittadini e di altre istituzioni e organi UE. La conferenza cercherà di trarre congiuntamente le principali conclusioni dal dibattito svoltosi a livello europeo e di fare il punto sulle attività generate dal dibattito transnazionale. Nel maggio 2006 la Commissione preparerà inoltre un documento contenente un riepilogo generale delle visite e dei dibattiti nazionali organizzati in tutta l’Unione. Ciò consentirà peraltro alla presidenza austriaca di indirizzare la preparazione dell’esercizio di inventario durante il Consiglio europeo del giugno 2006, come previsto nella dichiarazione dei capi di stato e di governo. 4. INIZIATIVE A LIVELLO COMUNITARIO La Commissione europea è pronta a svolgere un importante ruolo nel quadro dell’ampio dibattito sul futuro dell’Europa. Anche se non è questo il punto centrale del dibattito, la Commissione fornirà il proprio contributo per cercare di assicurare che le iniziative transfrontaliere vengano promosse e sostenute. L’organizzazione di alcuni eventi transfrontalieri di alto livello potrebbe contribuire ad aumentare la

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visibilità del processo ed a stimolare il coinvolgimento di nuovi soggetti nel processo decisionale europeo. Partnership con le istituzioni e gli organi europei La Commissione collaborerà con l’attuale e con la prossima presidenza, con il Parlamento europeo, con il Consiglio, con il Comitato delle regioni e con il Comitato economico e sociale europeo per stimolare il dibattito a livello europeo. La maggior parte di queste iniziative potrà essere intrapresa congiuntamente con il Parlamento europeo e con le altre istituzioni ed organi. La Commissione invita ciascuna istituzione od organo europeo a contribuire e discutere dei settori di cooperazione e di azione comune. L’iniziativa della Commissione cerca di ispirare i cittadini UE ad impegnarsi politicamente nel dibattito sul futuro dell’Europa, di pubblicizzare il valore aggiunto apportato dall’Unione europea e di incoraggiare i governi, i partiti politici e gli opinion makers a mettere il tema dell’Europa al centro dell’attenzione pubblica. Durante il periodo di riflessione dovrebbero essere prese le seguenti iniziative a livello comunitario. 4.1. Stimolare un più ampio dibattito pubblico 4.1.1. Visite di Commissari negli Stati membri La Commissione intende instaurare dei rapporti più diretti con i cittadini, ascoltare le loro preoccupazioni ed essere più visibile e presente nei dibattiti nazionali e regionali. Il presidente e/o il vicepresidente addetto alle relazioni istituzionali effettueranno una serie di visite in un numero possibilmente alto di Stati membri. Uno sforzo particolare verrà profuso durante i mesi a venire. Essi verranno accompagnati dal commissario proveniente dallo Stato membro in questione e, se del caso, da altri commissari. La Commissione raccomanda inoltre il coinvolgimento degli eurodeputati. Sono previsti incontri con i governi, i parlamenti nazionali, gli imprenditori e i leader sindacali, i rappresentanti della società civile, gli studenti, le autorità regionali e locali. Tra gli elementi chiave di ciascuna visita vi saranno degli eventi mediatici ed i contatti con la società civile.

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4.1.2. Disponibilità dei commissari nei confronti dei parlamenti nazionali I parlamenti nazionali sono l’anello della catena che deve assicurare un efficace controllo delle decisioni prese dai governi nazionali riguardo ai temi europei. Ribadiamo che la Commissione intende svolgere un ruolo attivo per stimolare il dibattito sui temi europei e accrescere la trasparenza riguardo al processo decisionale europeo in seno a tutti i forum politici. In aggiunta alla figura del vicepresidente addetto alle relazioni con i parlamenti nazionali, i singoli Commissari si sforzeranno di essere accessibili e disponibile per illustrare ai parlamenti nazionali le politiche della Commissione e i recenti sviluppi nell’UE. Sono in corso i contatti con i parlamenti nazionali per prendere gli accordi pratici del caso. 4.1.3. Rappresentanze aperte al pubblico Le rappresentanze della Commissione, che fungono da vetrina “nazionale” della Commissione, non sono abbastanza conosciute dalla maggioranza dei cittadini, che continuano a percepire la Commissione come un’istituzione lontana. La Commissione sta rafforzando il ruolo delle rappresentanze e intende farle conoscere al pubblico come punto d'informazione e di ascolto delle loro preoccupazioni in merito ai temi europei. Gli uffici delle rappresentanze sono sempre aperti al pubblico, e a intervalli regolari l Capo della rappresentanza (nonché, quando è possibile, i commissari) sarà disponibile per delle sessioni in cui risponderà alle domande del pubblico. Tali sessioni non saranno limitate alla capitale del paese. Anche il Parlamento europeo è invitato a fare altrettanto, visto che questi eventi andrebbero attentamente coordinati. 4.1.4. Utilizzare i centri “Europa in diretta” per gli eventi regionali La Commissione, in cooperazione con strutture di ospitalità locali e regionali, ha creato una rete decentralizzata di centri informativi. La rete offre a tutte le istituzioni e organi UE un prezioso strumento per comunicare sul terreno con i cittadini a proposito di Europa e per concretizzare l’approccio della Commissione verso le attività di comunicazione. Le rappresentanze sfrutteranno appieno la “nuova generazione” della rete dei centri “Europa in diretta” a sostegno del Piano D. Questi centri saranno il fulcro delle attività a livello regionale.

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4.1.5. Tavola rotonda europea per la democrazia La Commissione vuole entrare in contatto con quei cittadini, soprattutto tra i più giovani, che sono particolarmente interessati agli affari europei. L’obiettivo è quello di esplorare le modalità per vivacizzare il dibattito transfrontaliero, promuovere la cittadinanza attiva e sensibilizzare i cittadini sul tema del processo di integrazione europea. La Commissione collaborerà con i protagonisti della società civile per dare vita a una tavola rotonda europea per la democrazia, che vedrà riuniti cittadini di diversa estrazione per interagire e dibattere sui temi comuni europei. I risultati di queste tavole rotonde serviranno poi per organizzare riunioni in tutti gli Stati membri. 4.1.6. Ambasciatori europei di buona volontà Sarà fondamentale assicurare l’alto livello delle informazioni e delle azioni di comunicazione incentrate sulle nostre attività. Delle buone politiche devono essere accompagnate da iniziative valide e creative mirate a stabilire un contatto con il pubblico e con i mass-media. La Commissione cercherà di cooperare con gli Stati membri per organizzare una serie di eventi su base regionale insieme agli “Ambasciatori europei di buona volontà”, ispirandosi a modelli precedenti, come quelli utilizzati dalle Nazioni Unite, e all’esperienza dei referendum sull’adesione organizzati negli Stati membri. A questi eventi verranno invitate personalità ben conosciute e celebrità nazionali e locali del mondo della cultura, dell’economia, dello sport e di altri settori d’interesse del grande pubblico. Tali “ambasciatori” potrebbero attivarsi nello Stato membro di competenza, organizzando riunioni aperte, workshop o colloqui generali dedicati a specifici settori o programmi europei quali l’istruzione, la lotta alla povertà, la partecipazione alle elezioni, la ricerca e lo sviluppo, ecc.

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4.2. Promuovere la partecipazione dei cittadini al processo democratico 4.2.1. Promuovere una consultazione più efficace Negli ultimi anni la Commissione ha migliorato le proprie tecniche di consultazione sulle principali iniziative politiche. Vi è stato infatti un netto aumento di consultazioni con i principali soggetti in causa, in particolare attraverso i libri verdi e bianchi. Nel quadro di questo processo di ascolto la Commissione intende usare e migliorare gli strumenti esistenti per raccogliere le reazioni direttamente dai cittadini, dai consumatori e dalle imprese, in cooperazione con il Parlamento europeo e altre istituzioni. La Commissione promuoverà più efficacemente le proprie attuali procedure di consultazione al fine di riuscire a coinvolgere maggiormente i principali soggetti nazionali e regionali, come previsto dal piano d’azione sul miglioramento della comunicazione. 4.2.2. Sostegno ai progetti dei cittadini europei Per contrastare la scarsa partecipazione dei cittadini europei a sistemi politici percepiti come privi di legittimità, è necessario rafforzare, a tutti i livelli, il senso di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini nell’ideale europeo. Il programma “Cittadini per l’Europa” recentemente proposto per promuovere una cittadinanza europea attiva individua proprio questo punto come obiettivo principale. In alcuni Stati membri, a livello locale, sono inoltre sorti numerosi gruppi di cittadini, spesso coinvolti nel processo decisionale a livello regionale. La Commissione cercherà di sostenere le iniziative di gruppi di cittadini europei in modo da riunire, ogniqualvolta sarà possibile, uno spaccato rappresentativo di cittadini di tutte le regioni europee per discutere di specifiche questioni politiche. Tali gruppi, che si ispireranno a modelli analoghi esistenti negli Stati membri, rappresenteranno una potenziale fonte di feedback per i dibattiti europei. 4.2.3. Più trasparenza I cittadini europei hanno il diritto di pretendere istituzioni pubbliche efficienti, trasparenti e a disposizione del pubblico. Per questo la Commissione sostiene l’aumento della trasparenza a tutti i livelli delle istituzioni europee, e ha lanciato una propria iniziativa per la trasparenza

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europea. Per quanto riguarda il Consiglio, il Consiglio europeo di Siviglia ha deciso l’apertura delle riunioni del Consiglio al pubblico quando tale istituzione svolge la funzione di colegislatore. La decisione è stata formalizzata nelle norme procedurali del Consiglio. Le proposte principali vengono così presentate al pubblico, che può anche assistere alle votazioni e alle dichiarazioni di voto. Tuttavia questi impegni non sono ancora stati tradotti in pratica. Attualmente la presidenza britannica sta valutando una serie di opzioni per dare maggiore trasparenza alle procedure del Consiglio. La Commissione sostiene pienamente questa iniziativa della presidenza, che coincide in pieno con l’iniziativa per la trasparenza europea della Commissione stessa. 4.2.4. Rafforzare la partecipazione dei votanti Il calo della partecipazione alle elezioni politiche e amministrative ha incentivato l’impressione di una carenza di legittimità del processo politico. In particolare, alle ultime elezioni per il Parlamento europeo la quota di votanti è stata molto deludente. La Commissione proporrà alle altre istituzioni europee di riflettere insieme su come aumentare la quota di partecipazione alle elezioni europee ed ai referendum nazionali sui temi europei. Una particolare attenzione dovrebbe essere prestata alla partecipazione dei giovani e dei gruppi minoritari, nonché all’uso delle nuove tecnologie per aumentare la partecipazione. Per coordinare gli sforzi in questo settore si potrebbe pensare alla creazione di un gruppo di lavoro congiunto interistituzionale. 4.3. Strumenti per dare vita a un dialogo sulle politiche europee 4.3.1. Un Eurobarometro dedicato specificamente al futuro dell’Europa Il Piano D è un esercizio di ascolto e di dialogo. L’obiettivo finale della Commissione è essere in grado di trarre lezioni dalle preoccupazioni espresse dai cittadini. Questo aiuterà inoltre gli Stati membri a comprendere le preoccupazioni dei propri cittadini durante il periodo di riflessione.

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La Commissione presenterà un sondaggio Eurobarometro dedicato specificamente al futuro dell’Europa, con una valutazione delle opinioni dei cittadini riguardo al futuro del progetto europeo nonché del sostegno e delle aspettative dei cittadini riguardo alle politiche ed alle iniziative. 4.3.2. Internet Un numero crescente di esperienze dimostra che Internet è diventato un importante forum per il dibattito politico. Se la Commissione vuole svolgere un ruolo attivo nella moderazione del dibattito sul futuro dell’Europa essa dovrebbe sperimentare l’uso di tutti i mezzi di comunicazione interattivi adatti ad agevolare tale dibattito. La Commissione userà la più aggiornata tecnologia Internet per partecipare attivamente al dibattito e sostenere le proprie politiche nel ciberspazio, che è diventato un importante forum di dibattito e di formazione delle opinioni. 4.3.3. I principali gruppi target Come componente essenziale dell’esercizio di ascolto la Commissione dovrebbe ispirarsi a una buona pratica già in uso, quale il ricorso ai cosiddetti focus groups come primo passo verso l’apertura del processo di prestare particolare attenzione alle opinioni dei giovani. Ciò potrebbe aiutare gli Stati membri a rafforzare il processo di feedback nell’ambito dei dibattiti nazionali. La Commissione è pronta a fornire assistenza agli Stati membri per iniziare a lavorare su temi specifici insieme a dei focus groups. 5. FINANZIAMENTO Il dibattito ad ampio raggio sul futuro dell’Europa deve essere puntellato da un’adeguata assistenza finanziaria. La Commissione cercherà di assistere gli Stati membri e la società civile attraverso il sostegno di singole iniziative. All’inizio del 2005 sono stati stanziati nove milioni di euro a titolo della voce di bilancio PRINCE per il dibattito sul futuro dell’Europa (voce di bilancio 250302).

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Tutti gli Stati membri hanno ricevuto qualche forma di assistenza finanziaria, e nel corso del processo di ratifica sono già stati stanziati quasi sei milioni di euro. La Commissione ritiene che le risorse rimanenti dovrebbero essere usate per sostenere le iniziative degli Stati membri e della società civile. La Commissione sostiene quindi l’intenzione del Parlamento europeo di rendere disponibili altri sei milioni di euro per il 2006 a titolo della voce di bilancio PRINCE. 6. CONCLUSIONI I dibattiti nazionali sulla ratifica della Costituzione europea hanno evidenziato un immutato sostegno per l’appartenenza all’Unione europea, ma anche un crescente sentimento di distacco dal processo democratico. I capi di stato e di governo dell’Unione europea hanno pubblicato una dichiarazione in cui sottolineano la necessità di dare ascolto alle preoccupazioni dei cittadini e di consentire lo svolgimento di un ampio dibattito. Adesso è giunto il momento di ascoltare ed agire. La presente comunicazione illustra il contenuto e i temi previsti dal Piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito. Essa sottolinea il carattere nazionale del dibattito, ma raccomanda di aprire un processo di feedback strutturato e prospetta una serie di possibili iniziative da prendere a livello comunitario. Il Piano D deve cercare di chiarificare, approfondire e legittimare un nuovo consenso sull’Europa, di fare fronte alle critiche e di trovare soluzioni laddove le aspettative sono finora andate tradite. Alla luce di queste considerazioni la Commissione europea raccomanda agli Stati membri di: – fare i passi necessari per strutturare al più presto un dibattito nazionale in ciascun paese; – collaborare con la Commissione e con le altre istituzioni e organi per organizzare l’assistenza e i contributi da fornire al dibattito nazionale nella maniera più efficace possibile, anche con lo svolgimento di visite a livello nazionale;

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– entro il prossimo Consiglio europeo, concordare le modalità del processo di feedback per assicurare che le preoccupazioni e le aspettative dei cittadini possano rientrare e trovare riscontro nell’esercizio di inventario da svolgersi durante la presidenza austriaca.

2.2. Aprire le rappresentazioni della Commissione al pubblico: questo obiettivo sarà attuato dalle rappresentanze della Commissione tramite l'organizzazione frequente di sedute d'informazione e dibattiti pubblici. 2.3. Uso della rete “Europa in diretta" in eventi regionali: sarà attuato nel quadro del piano d'azione della Commissione relativo al miglioramento della comunicazione sull'Europa. 2.4. Tavola rotonda europea per la democrazia: sarà attuato in particolare con l’organizzazione di una tavola rotonda europea e con l'organizzazione di riunioni nazionali. 2.5. Ambasciatori di buona volontà dell'UE: sarà attuato nel quadro del piano d'azione della Commissione relativo al miglioramento della comunicazione sull'Europa.

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Appendice n.2 IL COMITATO DELLE REGIONi http://www.cor.eu.int/it/presentation/Role.htm

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Appendice n.3 T KIT ON EUROPEAN CITIZENSHIP PRODOTTO DAL CONSIGLIO D’EUROPA http://www.trainingyouth.net/INTEGRATION/TY/Publications/tkits/tkit7/1_citizenship.pdf

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Appendice n.4 Andrea Pierucci -Segretariato Generale della Commissione Europea – CHI DECIDE IN EUROPA Andrea Pierucci, in numerosi articoli e contributi, sottolinea l'argomento dei diritti civili e politici, come pure della piena applicazione delle direttive dell'Unione Europea: temi pesanti come macigni poiché rappresentano la sintesi di tutte le questioni per costruire un'Europa democratica, equilibrata e garante dei diritti di tutti i cittadini. Pierucci afferma che senza richiamare il patto sociale la cittadinanza richiama anzitutto il rapporto tra Stato, autorità e persone. Oggi però ci sono cambiamenti sostanziali, poiché il cittadino ha i suoi diritti, ma i suoi referenti politici sono frazionati". L’autore auspica il rapido superamento del "colloquio formale" tra Parlamenti nazionali e Parlamento europeo, passo assolutamente necessario per dare attuazione e risposta ai diritti fondamentali, ai diritti politici e ad una serie di questioni vitali come il lavoro, la disoccupazione, handicap, l’informazione radiotelevisiva. WHO DECIDES IN EUROPE The Institutions in the European Union 90% of the laws concerning economy are issued by the European Union or derive from its decisions; many matters, relating to our internal security, immigration, fundamental rights or agriculture, transports, environment or solidarity towards the poorest areas, are dealt with by the European Union, when a decisionat European level is more advantageous than many different national decisions. To do so, a democratic institutional system is needed – we wouldn’t like our laws to be decided by someone not elected by us – and also an efficient one. At the beginning of the European building up process, in the 50’s, things were easier: only six Member States, a quite easy international system and a few policies directly managed by the common institutions. Since then, and thanks to the success of the three initial European Institutions 1, the system has become more and more complex: more responsibilities, more Member States (up to 25 in 2004 and 27 in 2007), a more complicated international reality after the end of the division of the world into two blocks. That’s why, in 1986, a long series of

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institutional reforms began, among which the draft of the Treaty of European Parliament2, promoted by Altiero Spinelli in 1984, has been the forerunner. Now the Member States have decided that it is time for improvement, drawing up a Constitution establishing some rights and duties for the citizens and for the States and some rules about the running of the institutions. Essentially, what does this Constitution3 change? Rights A Charter of Fundamental Rights (TITLE II: FUNDAMENTAL RIGHTS AND CITIZENSHIP OF THE UNION), approved in Nice in 2000, will be part of the Constitution; apart from the rights guaranteed by the national Constitutions, there will be rights guaranteed at European level. An example: the “right to good administration” (art. II-41) and, then, the right to a compensation if there has been mismanagement. Besides, the civil society and its associations gain the right to make their voice heard (art. I-46) when interests and values are at stake; in practice, the representative associations and civil society will have to be systematically consulted in their sectors of interest. Also in case no organised structure exists, the interested civil society, if possible, should be consulted: in a word, the citizens. 1 European Coal and Steel Community (ECSC): European Atomic Energy Community, European Economic Community. 2 Resolution of the draft Treaty establishing the European Union, Official Journal No. C077 of 19/03/1984 page 0053, No. CELEX 519831P1200. 3 The text has been prepared by a Convention consisting of European and national MPs, by representatives of the governments and of the Commission; it was presented at the Thessaloniki European Council on 20th June 2003. Members of the Parliament and governmental representatives from the candidate countries were also invited. It will have to be approved by an Intergovernmental Conference (expected to finish by end December 2003), signed – soon

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Subsidiarity The principle of subsidiarity has been part of the Treaty at least since 1993 (Treaty of Maastricht). It invests the Union with the authority of taking action when it can do it better than the single States, or when the matter goes beyond the State’s competence: for example, environment or international commerce. There were two unsolved problems: the control over the respect of the principle itself (we know that the European institutions and the national ones tend to do more and more) and the one of the role of regional and local authorities. The Constitution provides them with two answers. The first one gives the Parliaments of the Member States (Protocol on the role of national Parliaments and on Subsidiarity) and the Committee of the Regions the power to send a warning message as regards measures not justified from the subsidiarity point of view. The second one recognises the role of regions and local authorities, as stated in the respective national Constitutions (art. I-5); the European Commission will have to take local autonomies into consideration whenever a new law or policy are involved, and to consult them to a large extent, through the Committee of the Regions or directly. It will also have to get the agreement from the responsible institutions for the implementation of a rule or a policy of the Union4: for example, about agriculture. This change is very important because it makes the Union’s system conform to the different national realities which have a federal, regional or, even, a political or administrative decentralized structure.

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The legislative decisions At last! The European laws (art. I-33) will have right to a name and they won’t be called directives or regulations anymore; still they can be framework laws (as the existent directives) or detailed ones (as the regulations). What’s more, the laws will always be enforced by codecision (art. I-22 and art. III-302), i.e. with the agreement of the Council of Ministers and of the European Parliament, elected by all the citizens. Until now, it was possible to escape an efficient parliamentary control on many subjects, since the Council, on those subjects, could decide almost by itself. The law scheme will therefore be significantly simplified and standardised. The Commission makes its suggestions and, after consulting the Committee of the Regions and the Economic and Social Committee, the Council and the Parliament, enforce them. Nonetheless, about some subjects, such as taxation, unanimity within the Council is still required: what will it happen then with 27 or 28 States? The Institutions There are three major changes: the composition of the Commission, the Presidency of the European Council and the way to reach majority within the Council. Up to now, the Commission consisted of one citizen for each Member State and two for the bigger five States. From 2009 the Commission shall consist of 16 persons, on the basis of a system of equal rotation between the Member States of origin of the Commissioners. From the beginning (but this had already been decided by the Treaty of Nice in December 2000) also the bigger States will have only one Commissioner. There is then a question: will the citizens of the States not having a Commissioner feel represented the same way in a more political Commission (the President will be elected by the European Parliament upon proposal of the European Council)? The European Council5 will have a President, a natural person, appointed for a two-year and a half period, while it is today chaired on a six-month basis rotation by a Member State. This will give more continuity to the works, but won’t it create difficulties with the President of the Commission? Too many cocks spoil the broth… . Finally, the vote within the Council will be positive if the majority of the Member States are in favour, on condition that those States represent, together, 60% of the citizens.

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The foreign policy The big European building yard of the future will be setting up a common foreign policy, especially as far as the relations with the United States are concerned. Today this aspect of the foreign policy does not work at all. The Constitution will contain an important reform: there will be a (art. I-27), chosen by the European Council but, at the same time, Vice-President of the Commission and therefore, part of that structure and submitted to the Parliament’s approval. He (or she) shall handle external relations and co-ordinate other aspects of the Union's external action; he (or she) will be in the position of making proposals to the Council and to put into practice its decisions about diplomatic policy. Unfortunately, the great reform, the decision by majority, has not been made. Enhanced cooperation Finally, the Constitution makes it easier for some States (art. I-43) to develop some policies, moving forward in the integration process, when it looks like it would take much longer to get this result for 25 or 27 States all together. The reform of the Treaties The method is unchanged: unanimity at the Intergovernmental Conference to prepare the texts of the reform and unanimity for the final approval. But there are two changes (Part IV: general and final provisions): all the important reforms will have to be discussed in a Convention – art. IV-7 par. 2) before the Intergovernmental Conference, and, second, in case there is no ratification of a new reform by a small number of States within a two-year time, the European Council will be in the position to take some measures, which are however still unknown (art. IV-7 par. 4).

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Appendice n.5 -Edith Genser project manager unità Active Citizenship EA EAC - GEMELLAGGI

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Siti Utili Presidenza Austriaca della UE http://www.eu2006.at/en/The_Council_Presidency/youth_and_education/participation.html

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Con il patrocinio di:

Formazione

TUTOR PROGETTI EUROPEI

Lucia Cucciarelli

È ricercatrice presso l’Istituto Regionale di Ricerca Educativa EmiliaRomagna, nell’area documentazione, con responsabilità dicoordinamento dei progetti europei.Ha svolto numerosi incarichi ministeriali per l’attivazione di retiriguardanti:

• L’Educazione alla Salute • Lo sviluppo delle abilità comunicative nella relazione interpersonale• L’Educazione dei diritti Umani e lo sviluppo di moduli interculturali• l’Educazione degli adulti in particolare a bassa scolarità e l’uso delletecnologieDal 2000 coordina il progetto di formazione Tutor Europeo, collaboracon la DG EAC della Commissione Europea ed è Tutor del SummerTraining Course in Europrogettazione presso la Facoltà diGiurisprudenza dell’Università di Urbino.

Giornalista pubblicista dal 1990 ha realizzato numerosi programmiradiotelevisivi educational.

Cura i manuali “Tutor Europeo” disponibili on line sul sitohttp://www.europa.iav.it e la mailing list Europe che giornalmente informagratuitamente 9.500 associazioni, scuole e istituzioni in Italia e all’esterointerpretando l’autentico spirito di servizio alla comunità che apprende.

[email protected]

a cura di Lucia Cucciarelli

Manuale N. 15

Ministero dell’ Istruzionedell’ Università e della Ricerca

Ufficio Scolastico Regionaleper l’ Emilia-Romagna

Direzione GeneraleCommisione EuropeaRappresentanza a Milano

Assessorato Scuola, formazioneprofessionale, Università, lavoro e pari

opportunità

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CITTADINANZA ATTIVAsignificato, obiettivi e criteri di valutazione

del programma Comunitario

SERN: Grunden och utvecklingen