maggie nelson - il saggiatore...2016/09/09  · maggie nelson è nata a san francisco nel 1973....

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Maggie Nelson GLI ARGONAUTI «La frase ti amo è simile all’argonauta che, durante il viaggio, rin- nova di continuo la sua nave senza cambiarne il nome.» Roland Barthes Cresciuta come la bambina più «normale» nella più tradizionale delle famiglie americane – quelle solo apparentemente felici, in cui i genitori inseguono il sogno pubblicitario della vita esempla- re –, Maggie Nelson sceglie di sposare l’artista transgender Harry Dodge, nato uomo in un corpo femminile, e di diventare madre grazie al dono della fecondazione assistita. Il concepimento, mo- mento generativo e dunque trasformativo per eccellenza, diventa l’occasione per parlare della propria esperienza e per esplorare con coraggio e determinazione ogni sfumatura della sua com- plessa sessualità, senza mai ostentare un nome preciso per i suoi sentimenti, senza nascondere le fantasie più proibite, rifiutando ogni inutile etichetta di genere, ogni sfuggente classificazione, e rivelandosi al pubblico in tutta la sua nudità di donna, di figlia, di madre. Di essere umano. Tra romantiche fughe notturne su Mulholland Drive, confessioni e difficili coming out, Gli Argonauti, diventato subito un caso edi- toriale in America, è il racconto di una bellezza perennemente in fuga, braccata, incompresa da un mondo che si finge civile, ma che non è ancora capace di abbandonare il retrivo sistema binario secondo il quale le cose o sono buone o sono cattive, o sono nor- mali o sono strane, inaccettabili: queer. Una bellezza travolgente, vera, che non si lascia afferrare. Opera indomabile che fonde narrazione e memoir, testimonianza intima e universale, privata e collettiva, Gli Argonauti è un auto- ritratto variopinto che rivela nel suo sfondo i dettagli nitidi del nostro tempo, un racconto lirico e potente che trae da un’espe- rienza straordinaria il più ordinario e assoluto dei desideri umani: quello di poter dire «Ti amo» con profondità e devozione, senza bisogno di declinare queste parole al femminile o al maschile. Ma, soprattutto, quello di vivere un amore che non soffochi nelle regole grammaticali dei pronomi. «Gli Argonauti è una coraggiosa rivendicazione politica del caos dell’esistenza.» Serena Danna, La Lettura Maggie Nelson è nata a San Francisco nel 1973. Scrittrice, poetessa e docente universi- taria, con Gli Argonauti ha ricevuto molti rico- noscimenti internazionali, tra cui la candidatu- ra al National Book Critics Circle Awards 2016. Traduzione di Francesca Crescentini € 19,00 pp. 224 IN LIBRERIA DALL’8 SETTEMBRE

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Page 1: Maggie Nelson - Il Saggiatore...2016/09/09  · Maggie Nelson è nata a San Francisco nel 1973. Scrittrice, poetessa e docente universi-taria, con Gli Argonauti ha ricevuto molti rico-noscimenti

Maggie NelsonGli ArGonAuti«La frase ti amo è simile all’argonauta che, durante il viaggio, rin-nova di continuo la sua nave senza cambiarne il nome.» Roland Barthes

Cresciuta come la bambina più «normale» nella più tradizionale delle famiglie americane – quelle solo apparentemente felici, in cui i genitori inseguono il sogno pubblicitario della vita esempla-re –, Maggie Nelson sceglie di sposare l’artista transgender Harry Dodge, nato uomo in un corpo femminile, e di diventare madre grazie al dono della fecondazione assistita. Il concepimento, mo-mento generativo e dunque trasformativo per eccellenza, diventa l’occasione per parlare della propria esperienza e per esplorare con coraggio e determinazione ogni sfumatura della sua com-plessa sessualità, senza mai ostentare un nome preciso per i suoi sentimenti, senza nascondere le fantasie più proibite, rifiutando ogni inutile etichetta di genere, ogni sfuggente classificazione, e rivelandosi al pubblico in tutta la sua nudità di donna, di figlia, di madre. Di essere umano.Tra romantiche fughe notturne su Mulholland Drive, confessioni e difficili coming out, Gli Argonauti, diventato subito un caso edi-toriale in America, è il racconto di una bellezza perennemente in fuga, braccata, incompresa da un mondo che si finge civile, ma che non è ancora capace di abbandonare il retrivo sistema binario secondo il quale le cose o sono buone o sono cattive, o sono nor-mali o sono strane, inaccettabili: queer. Una bellezza travolgente, vera, che non si lascia afferrare.Opera indomabile che fonde narrazione e memoir, testimonianza intima e universale, privata e collettiva, Gli Argonauti è un auto-ritratto variopinto che rivela nel suo sfondo i dettagli nitidi del nostro tempo, un racconto lirico e potente che trae da un’espe-rienza straordinaria il più ordinario e assoluto dei desideri umani: quello di poter dire «Ti amo» con profondità e devozione, senza bisogno di declinare queste parole al femminile o al maschile. Ma, soprattutto, quello di vivere un amore che non soffochi nelle regole grammaticali dei pronomi.

«Gli Argonauti è una coraggiosa rivendicazione politica del caos dell’esistenza.» Serena Danna, La Lettura

Maggie Nelson è nata a San Francisco nel 1973. Scrittrice, poetessa e docente universi-taria, con Gli Argonauti ha ricevuto molti rico-noscimenti internazionali, tra cui la candidatu-ra al National Book Critics Circle Awards 2016.

Traduzione di Francesca Crescentini

€ 19,00pp. 224

IN lIbrerIa dall’8 setteMbre

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Andrea Morstabiliniil demone meridiAnoUn demone si aggira da sempre per i regni incantati e deserti della letteratura. La sterminata legione dei personaggi più memorabili è inquietata, manipolata, combattuta da un fumo demonico: i fantasmi di Dante, di Shakespeare, di Hugo ne subiscono l’influsso, si piegano alla sua forza distorsiva, tentano esorcismi, soccombono. Il demone è la letteratura stessa. Ed è questo demone, la letteratura stessa, che affronta Andrea Morstabilini nel suo romanzo d’esordio.È una assai strana storia, di terrore e stupefazione, che si snoda nella vertigine di una lingua nutritasi delle più alte e perturbanti letterature, riedificate attraverso colpi di scena e visioni medianiche. La vicenda consiste nella scomparsa misteriosa delle mummie conservate sotto teca nel museo dedicato a Paolo Gorini, celebre scienziato ottocentesco operante in Lodi, che approntò una collezione anatomica di corpi sottoposti a processo conservativo, secondo segrete formule alchemiche. Da questa sparizione si scatena un vortice di accadimenti, una detection soprannaturale, le evocazioni spiritiche allestite con grimori da parte di due adolescenti, un viaggio al di là dell’aldilà, un sinodo di cadaveri che accusa l’imbalsamatore, un anziano sulfureo che introduce a uno stupefacente cimitero in vetro. Ci si trova a seguire il racconto di un Prospero carico di tutti i libri e di un Calibano che conosce tutte le carni, in forma di quest del male, che è demone meridiano, melancholia düreriana, in bilico tra sogno e follia, bramosia e perversione, inabissata in carceri piranesiane, suppurata di ornamenti barocchi, tanto meravigliosi quanto fugaci, un caleidoscopio che miscela tutti i cromatismi e le screziature.

«Gli spiriti, invocati dalle soffitte che infestano, dalle segrete, dalle strade di campagna dove travolti hanno trovato la morte, dalle case ai margini, dai crocicchi, dalle sacrestie, dalle torri campanarie, dai musei, dalle scuole, da dove finisce chi scompare, salgono in alto come portati da aure rapinose e sopra le nuvole tengono consesso con strigi e sirene alate e streghe e come poeti giuocano a palla colle teste da morto, fresche rosse di decapitazione.»

andrea Morstabilini è nato a Lodi nel 1983.Per il Saggiatore ha curato e tradotto Le mon-tagne della follia di H.P. Lovecraft (2015).

€ 19,00pp. 200

IN lIbrerIa dall’8 setteMbre

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Pierre Zaoui insegna filosofia all’Università di Parigi VII – Denis Diderot. È membro del Cen-tro internazionale per lo studio della filoso-fia francese contemporanea. Il Saggiatore ha pubblicato L’arte di scomparire (2015).

Traduzione di Cecilia Pirovano

€ 17,00pp. 376

IN lIbrerIa dal 15 setteMbre

Pierre Zaouil’Arte di essere feliciCome sopravvivere alle avversità e riscoprire il valore della vitaSentirsi disarmati di fronte a una delusione amorosa. Avere paura di non superare un esame. Chiedersi quando finalmente si addol-cirà il dolore del distacco. Ci sono occasioni in cui la sfortuna sembra farsi beffe di noi, gior-ni in cui le delusioni ci lasciano intorpiditi, frustrati; giorni in cui il mondo appare svuotato di senso. Come provare a essere felici nonostante le avversità? Come sopravvivere alla vita? Si può con-tinuare a vivere e ad amare, quando ci si scopre risucchiati nel turbine dei piccoli e grandi problemi dell’esistenza?Questo libro di Pierre Zaoui – una delle voci francesi più autorevoli del pensiero contemporaneo, già autore dell’Arte di scomparire – è un piccolo, irrinunciabile manuale di sopravvivenza: convinto che l’ultima ancora di salvezza contro l’assurdità dell’esistenza sia il pensiero, Zaoui ci guida in una passeggiata filosofica nei territori più impervi della vita, affacciandosi con coraggio persi-no sugli scoscesi precipizi davanti a cui tanto spesso i sedicenti «intellettuali» arretrano timorosi: l’amore e le sue vertigini, il ti-more della fine, il dolore del lutto. Con la sensibilità del flâneur, e insieme il rigore del grande filosofo, Zaoui procede per svolte improvvise e accostamenti subitanei, oscilla tra Nietzsche e Flau-bert, dirige il suo sguardo sui minuti dettagli del quotidiano che – sommersi dagli stimoli – non sappiamo più apprezzare: i piccoli momenti di tranquillità dell’anima, il piacere del silenzio, i fiori – i più belli – della generosità umana. Perché soltanto la filosofia, ci ricorda Zaoui, è in grado di cogliere la verità universale nascosta nei meandri di ogni singola esperienza, anche la più negativa. Con eleganza inconfondibile, L’arte di essere felici esalta il valore assoluto della vita e insegna al lettore non solo a convivere con le preoccupazioni quotidiane e i drammi più intimi, ma anche a sublimarli in un’idea di «vita superiore», più elevata, più intensa, più bella; una vita toccata dalla grazia dell’intelligenza, perché è l’intelligenza a regalarci il coraggio di essere felici.

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botho strauss è un drammaturgo, narrato-re, saggista e poeta tedesco. Fra le sue ope-re narrative ricordiamo Die Widmung (1977) e Paare, Passanten (1981); fra quelle tea-trali Bekannte Gesichter, gemischte Gefühle (1974), Gross und klein (1978), Kalldewey, Farce (1981) e Der Park (1983). Il Saggiatore ha pubblicato Origine (2015).

Traduzione di Agnese Grieco

€ 22,00pp. 208

IN lIbrerIa dal 22 setteMbre

Botho StraussmikAdoNell’oscurità soffocante di una camera, un vecchio scrittore soc-combe alla furia dei personaggi incompiuti che affollano le sue opere. Una donna scava con le unghie in un muro per plasmare il suo uomo ideale. Un uomo che ha sofferto il rapimento della mo-glie la ritrova – ma è sicuro che non si tratti della stessa persona. Quarantuno storie lapidarie, funamboliche, elusive, nel tentativo di fermare sulla pagina una contemporaneità reticente, che non può, o forse non vuole, essere detta. Quarantuno storie, quar-antuno personaggi, come i quarantuno bastoncini di una partita di mikado: basta sfiorarne uno e si spostano tutti, imprevedibil-mente, a mostrare quanto implausibile, e pericolosa, sia la fiducia nell’ordinamento razionale dell’esistenza, quanto tutti noi viviamo in perenne precipizio, in balia di eventi che non sappiamo inter-pretare, invischiati in una rete di rapporti e connessioni della cui estensione è impossibile avere piena contezza. È tuttavia solo in questa casualità – sembra suggerire l’ampio arazzo che, racconto dopo racconto, si intesse sotto lo sguardo del lettore – che pos-siamo restare abbagliati da lampi di verità e bellezza, fuggevoli come l’ironia sottile e commossa che anima le pagine, trapuntan-dole con un filo rosso che collega i diversi episodi in un tutto coeso e sorprendente.Botho Strauss, drammaturgo e scrittore fra i più importanti della Germania contemporanea, gioca con gli incastri, intreccia racconti e prospettive, confonde la percezione: le sue parole, precise, du-re, aprono crepe nella quarta parete dietro cui osserviamo queste vite altrui, così simili alle nostre. Mikado diventa allora una mod-erna Commedia umana, in cui l’imponente organizzazione à la Balzac cede il passo a un’inevitabile frammentarietà, correlativo dell’incertezza e del dubbio che hanno segnato il Novecento – e continuano a segnare il mondo contemporaneo.

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Roland BarthesAlbumInediti, lettere e altri scrittiAlbum è l’opera che racchiude e unifica tutto il corso della vita e del pensiero di Roland Barthes, con l’occa-sione del centenario della nascita dell’autore.Album è una raccolta di documenti e scritti inediti: dai testi giovanili che mai hanno visto la luce della stam-pa, composti quando Roland Barthes è un adolescente costretto in sanatorio, agli abbozzi dell’ultima opera, che non fa in tempo a compiere prima di essere, d’im-provviso, raggiunto dalla morte.Album è un epistolario che contiene molti epistolari: gli intensi scambi con Michel Foucault, Claude Lévi-Strauss, Jacques Lacan, Jacques Derrida, Louis Althus-ser, Maurice Blanchot, Jean Starobinski, Julia Kristeva, Georges Perec e gli altri grandi contemporanei, filo-sofi e artisti, con i quali Roland Barthes ha rapporti affettivi e avventure intellettuali; le lettere che rac-contano il lavoro febbrile e spesso disperato durante la gestazione delle sue opere; la corrispondenza che testimonia la contesa tra gli editori Gallimard e Seuil per pubblicarle.Più di tutto, Album è un arazzo di sorprese, attese, lut-ti, entusiasmi, incontri, tradimenti, ostinazioni, oblii, alleanze, delusioni, paure, sforzi, gioie, tempo perdu-to e ritrovato. Da teorico ha asserito la morte dell’au-tore – ucciso dalla sua stessa opera –, e invece Roland Barthes ha vissuto e vive, con la sua lungimirante inat-tualità; la sua unicità vera ed esemplare; il suo album di scritti, ritratti e frammenti dispersi ora riaccostati.

roland barthes (1915-1980) è stato professore di Semio-logia letteraria al Collège de France. Alcune tra le sue opere maggiori, composte dagli anni cinquanta agli anni settanta, sono Il grado zero della scrittura, Saggi critici, L’impero dei segni, Miti d’oggi, Barthes di Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso e La camera chiara.

Traduzione di Deborah Borca

IN lIbrerIa dal 22 setteMbre

Copertina disponibile in 4 diversi colori

€ 35,00 | pp. 496

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Hans Werner Henze (1926-2012) è stato unodei massimi compositori del nostro tempo. Fra i suoi lavori si ricordano le opere Boulevard Solitude, Der Prinz von Homburg, Elegy for Young Lovers, The Bassarids, We Come to the River, L’Upupa e l’opera per bambini Pollici-no; il balletto Undine, l’oratorio Das Floß der Medusa, i cinque Quartetti e le dieci Sinfonie.Ha vissuto per sessant’anni in Italia, dove hafondato il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano.

Traduzione di Lidia Bramani, Claudia Mari-nelli e Giuseppe Cospito

A cura di Gastón Fournier-Facio, Michael Kerstan ed Elena Minetti

€ 35,00pp. 608

Hans Werner HenzecAnti di viAGGioUna vitaNel novantesimo anniversario dalla nascita di Henze, il Saggiatore porta in libreria un’edizione arricchita e completamente aggior-nata di Canti di viaggio curata da Gastón Fournier-Facio, Michael Kerstan ed Elena Minetti.È stata una vita inquieta, quella di Hans Werner Henze, fra i più significativi compositori contemporanei e certo fra i più amati. La vita di un uomo posseduto dalla musica, fin dalla più tenera età; di un uomo che non ha mai smesso di ascoltare gli altri, e che agli altri ha fatto dono non solo della propria arte ma anche del proprio inesausto impegno civile, speso nella recisa contestazione di ogni ingiustizia. Fra queste pagine, in cui all’istanza memoriale si mescola incessantemente la riflessione musicale e politica, Henze si racconta con ironia e passione: dall’infanzia insofferente in Vestfalia alle ferite del nazismo, dalla caduta delle Torri Gemelle allo sdegno per le atrocità di Guantánamo, dall’amore mai pago per l’Italia ai lunghi soggiorni nella Cuba degli anni sessanta, in cerca di un paese da chiamare patria.I suoi Canti di viaggio accompagnano così un peregrinare infaticabile che attraversa interi continenti e un intero secolo, il Novecento: e ai luoghi, ai suoni, si accostano i volti: W.H. Auden, Ingeborg Bachmann – «una creatura di pura grazia e fascino, come se fosse nata da un usignolo» –, Luchino Visconti, Elsa Morante, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, con la sua «voce di un uomo che vive con grande fatica, sotto pressione, sempre in lotta». Da ogni incontro prende vita una comunione di intelligenze che porta a una composizione, in uno slancio umano e artistico che non sembra conoscere limiti, se non per superarli ogni volta. A Canti di viaggio il compositore ha affidato la sua postrema eredità: nutrito di una scrittura imprevedibile come la sua musica – una scrittura in cui si mescolano lirismo struggente e annotazioni telegrafiche, attenzione icastica al particolare e vaste visioni ideali –, questo memoriale non è solo la testimonianza diretta di uno dei più grandi intellettuali del xx secolo, ma anche, e soprattutto, una sinfonia in prosa capace di modulare tutte le note del sentimento.Con dei contenuti extra disponibili sul sito.

IN lIbrerIa dal 29 setteMbre

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Elio PagliaranilA rAGAzzA cArlA«Di là dal ponte della ferrovia / una traversa di viale Ripamonti / c’è la casa di Carla, di sua madre, e di Angelo e Nerina. // Il ponte sta lì buono e sotto passano / treni carri vagoni frenatori e man-drie dei macelli / e sopra passa il tram, la filovia di fianco, la gente che cammina / il camion della frutta di Romagna. // Chi c’è nato vicino a questi posti / non gli passa neppure per la mente / come è utile averci un’abitudine.»

Il Saggiatore prosegue nel progetto di riportare in libreria la gran-de poesia novecentesca e propone il libro più celebre di Elio Pa-gliarani, nume tutelare di una entusiasmante stagione poetica italiana, con una nuova prefazione di Aldo Nove. Scritta tra il 1954 e il 1957, e pubblicata integralmente nel 1960 sul Menabò di Vittorini, La ragazza Carla è l’opera che più di ogni altra ha saputo segnare, nel suo tempo, una frattura irreversibile con le resistenze del Postermetismo e il Neorealismo, e l’inizio della sperimentazione neoavanguardista, che ha raccolto le ur-genze e gli slanci innovativi di alcuni tra i più grandi poeti del Novecento, tra i quali Antonio Porta ed Edoardo Sanguineti.Poemetto narrativo e romanzo in versi, La ragazza Carla è il rac-conto singolare e collettivo di un’Italia che ha da poco supera-to i traumi della Seconda guerra mondiale e si lancia verso una crescita economica e sociale senza precedenti, ma piena di con-traddizioni e compromessi; ed è anche e soprattutto la storia del-la giovane Carla Dondi, della sua educazione sentimentaledella sua formazione da stenodattilografa alla scuola serale, del lavoro d’ufficio e dei primi amori, scanditi dal familiare linguaggio del quotidiano. In sottofondo, i rumori di Milano. Attraverso il ritmo ripetitivo e persistente dei versi, l’autore crea una melodia scono-sciuta ma irresistibile, inseguendo Carla nel suo percorso di cre-scita, scoperta ed emancipazione. La Ragazza Carla diviene così una storia esemplare: un modello di realismo oltre il realismo che ha ispirato le ricerche di uno dei più prolifici movimenti poetici italiani.Dal capolavoro di Pagliarani è stato tratto nel 2015 un film per la regia di Alberto Saibene.

elio Pagliarani (1927 – 2012) è stato un poeta e critico teatrale italiano, tra i princi-pali esponenti della neoavanguardia e uno dei protagonisti del Gruppo ‘63.

€ 16,00pp. 112

IN lIbrerIa dal 29 setteMbre