making industria romagna - settembre 2015
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Making Industria Romagna: magazine ufficiale di Confindustria RomagnaTRANSCRIPT
n . 2 - S E T T E M B R E 2 0 1 5
MAKINGI n d u s t r i a R o m a g n a
CONFINDUSTRIAROMAGNA
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RESHORINGIL RITORNO DELLA PRODUZIONE NEL BEL PAESE
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MAKINGI n d u s t r i a R o m a g n a
Raccolgo il testimone da Guido Ottolenghi partendo dai ringraziamenti per il grande impegno
che ha dimostrato nel ricoprire il ruolo di Presidente in questi primi otto mesi di Unione
Federativa Confindustria Romagna.
Assumo l’incarico con grande ottimismo e nel segno della continuità per la strada compiuta
fino ad oggi. I nostri organi direzionali e le nostre strutture organizzative stanno lavorando
assiduamente e con spirito costruttivo affinché il percorso di unione porti i risultati migliori.
L’obiettivo è la creazione di un sistema Romagna efficiente e altamente rappresentativo per
tutte le nostre aziende.
In questi primi mesi ci sono state occasioni che hanno dato la possibilità di confrontarci
sulle varie problematiche comuni da affrontare e risolvere e in futuro non mancheranno
nuove opportunità di incontro. Mi impegnerò, nel solco tracciato dal Presidente Ottolenghi,
affinché ci siano appuntamenti importanti per continuare a sviluppare il progetto che abbiamo
deciso di creare insieme, per parlare dei temi dell’attualità e dell’economia legati alle nostre
realtà. Verranno organizzati incontri del Comitato di Presidenza Federale, dei Consigli riuniti
e dei Comitati allargati che seguiranno passo dopo passo il percorso di unione. Punteremo
a coordinare sempre di più i nostri servizi cercando di renderli ancor di più professionali ed
economici e continueremo ad affiancare le nostre imprese affinché siano competitive a livello
mondiale.
Sono convinto che insieme ai colleghi Colonna ed Ottolenghi, agli organi direttivi e soprattutto
a tutti gli imprenditori associati, che sono i protagonisti di questa unione, sapremo diventare
una nuova importante realtà per rappresentare al meglio le imprese del nostro territorio e
promuovere una nuova fase di sviluppo per la nostra economia.
Paolo Maggioli
Presidente Confindustria Romagna
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Direttore responsabile
Carlo Serafini
Comitato di Redazione
Carlo Serafini, Massimo Balzani,
Marco Chimenti, Franco Raffi
Ufficio stampa
Forlì-Cesena: Matteo Grandi
Ravenna: M. Vittoria Venturelli
Rimini: Roberta Silverio
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Proprietario
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Unindustria Forlì-Cesena: Via Punta di Ferro, 2/9 - Forlì
Confindustria Ravenna: Via Barbiani, 8/10 - Ravenna
Unindustria Rimini: Piazza Cavour, 4 - Rimini
MAKINGI n d u s t r i a R o m a g n a
I T A L I A
CONFINDUSTRIAROMAGNA
7 Verso il ritorno della produzione nei paesi di origine
15 Sistemi Mapei per l’industria alimentare
17 Il ruolo dei privati per la competitività
19 Sviluppo dello scalo, studio di Nomisma
21 Un Festival per i settant’anni
29 Ricerca e innovazione per essere competitivi
35 La nascita di un mito
41 Le flange di Ferrari
43 Salbaroli, guide e turismo
45 Casa di Cura Montanari cent’anni e non li dimostra
47 Dalla torre più alta d’Italia al quartier generale di Google a Londra
47 Grafiche MDM: 90 Anni di non solo stampe
50 Sacim: cisterne di “Sartoria” dal 1920
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7MAKING Reshoring
La sempre maggiore richiesta di prodotti di alta qualità, politi-
che fiscali di semplificazione indirizzate a riattirare le aziende
in patria, l’aumento dei costi di produzione in precedenza
inferiori nei paesi (soprattutto Asia ed Europa dell’Est) scelti
per delocalizzare la produzione.
Questi alcuni fattori complici del reshoring, il fenomeno che
consiste nel riavvicinamento della produzione nei paesi di ori-
gine delle aziende.
Un fenomeno che interessa sia gli Stati Uniti, dove l’ammini-
strazione Obama ha messo in campo numerosi incentivi per
VERSO IL RITORNODELLA PRODUZIONENEI PAESI DI ORIGINE
IL FENOMENO DEL RESHORING COME NUOVA OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE. UNO SPUNTO DI RIFLESSIONE PER LE AZIENDE ROMAGNOLE DALL’EVENTO “LA LEZIONE INGLESE” DI CONFINDUSTRIA.
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9MAKING Reshoring
chi decide di tornare, sia l’Europa, con Italia ed Inghilterra
in prima linea. Infatti, Federazione ANIE e UniCLUB MoRe
Back-reshoring (centro di ricerca composto da docenti e ri-
cercatori delle Università di Catania, L’Aquila, Udine, Bologna
e Modena & Reggio Emilia) nel 2014 hanno presentato uno
studio realizzato fra le associate ANIE (imprese del settore
elettronico ed elettrotecnico) da cui è emerso che dal 2000
su 1200 socie, ogni dieci tre hanno deciso di intraprendere
processi di delocalizzazione all’estero e di queste una è già
ritornata in patria. Il 60% dei casi riguarda imprese di grandi
dimensione, oltre un terzo sono piccole.
Sempre UniCLUB, con dati aggiornati al 30 giugno 2015,
parla di 101 produzioni italiane rientrate. Seguono Gran Bre-
tagna (58), Germania (42) e Francia (24). Fra i motivi, come
già detto, l’aumento dei costi di manodopera, trasporti, lo-
gistica, rapporto euro/dollaro più favorevole, più attenzione
alla qualità e all’innovazione e, in particolare, la rivalutazione
dell’importanza del “Made in Italy”. I settori coinvolti vanno
dall’elettronica, alla moda e pelletteria. Nord ed Emilia Roma-
gna sono le zone più interessate.
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Ritornare a produrre nel paese di origine potrebbe quindi non
essere più un miraggio. Purché vi siano le giuste condizioni e
che si incrocino una serie di fattori determinanti, partendo da
azioni ed incentivi messi in campo dal governo. Il caso inglese
è indicativo come dimostrano i dati presentati nel seminario
“La lezione inglese” organizzato da Confindustria che si è
tenuto a Londra lo scorso luglio. E’ stato evidenziato che il
fattore principale del reshoring è sicuramente dovuto al costo
del lavoro che sta rapidamente aumentando in alcuni paesi
come la Cina e riducendo il vantaggio competitivo di produr-
re in queste aree. (In Cina: 25% in più il costo del lavoro negli
ultimi 2 anni - 13% in più il costo orario minimo per ogni ora
lavorata).
Come ha spiegato Daniel Kraus, Vice Direttore Generale
di Confindustria, l’Inghilterra è tra i paesi dove il reshoring
dell’attività manifatturiera è stato particolarmente importan-
te. Non è solo il costo del lavoro a riportare le produzioni in
Inghilterra, ma anche: i costi del trasporto, aumentati negli
ultimi 8 anni di oltre il 60%; le questioni legate alla qualità
della produzione; i rischi connessi alla sicurezza degli appro-
vigionamenti causati dalle prolisse supply chains; il bisogno di
sfruttare i benefici dei centri di innovazione; le richieste dei
clienti soddisfatte in tempi più brevi.
Uno studio della APMG evidenzia come la qualità delle pro-
duzioni sia migliore laddove esse sono realizzate in Inghilter-
ra (il 65% dei clienti inglesi considera il “Made in China” o
“Made in India” di qualità non comparabile).
Il 40% delle imprese europee intervistate si sono dimostrate
a favore del reshoring fin dal principio, mentre un terzo delle
aziende hanno ricollocato alcune delle loro attività nel merca-
to interno soltanto negli ultimi tre anni.
Come risultato di tutto ciò, dal 2011 si è avviato un processo
di reshoring che ha creato 1500 posti di lavoro ogni anno.
Reinventare il manifatturiero rappresenta la sfida del futuro
e l’obiettivo è favorire il passaggio dalla produzione di massa
alla customization/ clientelizzazione di massa. Tale trasforma-
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13MAKING Reshoring
zione permetterà sempre più ai produttori manifatturieri di
offrire una maggiore varietà di prodotti fortemente persona-
lizzati, con volumi minori di produzione e con margini più
elevati.
Inoltre, da non trascurare il Time To Market: le imprese in-
glesi, che hanno rilocalizzato le proprie produzioni, hanno
saputo sviluppare catene del valore meno convenzionali e più
flessibili sviluppando dei network con i fornitori più efficienti
e più tecnologicamente aggiornati.
Allo stesso tempo, molte imprese inglesi hanno reinventato
il loro modo di produrre introducendo nuove opportunità e
nuovi modelli di business. Si sono sviluppate tecnologie di
produzione e innovazioni digitali. Ne è conseguita nuova
domanda favorendo il miglioramento della qualità. Il futuro
quindi guarda ad introdurre stampanti 3D, nano-macchine
per ottenere produzioni virtuali che usano nuovi modelli de-
rivanti l’introduzione di nano tecnologie, nuovi materiali tec-
nologici (cyberg).
E’ importante sottolineare, quindi, che il processo di resho-
ring non è solo orientato al reshoring di posti di lavoro, ma
al reshoring di processi produttivi. Senza dimenticare che per
facilitare i processi di reshoring il ruolo del Governo è fonda-
mentale. Come ha sottolineato il Vicedirettore Kraus, nel caso
inglese il Governo ha introdotto il “Reshore UK” con lo scopo
di supportare le aziende inglesi che vogliono rientrare in pa-
tria. Nello specifico, ha favorito la creazione di aree di produ-
zione specializzate di cui l’Area Est della City è un esempio
e in queste ha favorito il miglioramento di infrastrutture. Ha
adottato, un regime fiscale più competitivo, permettendo di
far operare nell’area sia aziende che hanno ricondotto la loro
attività manifatturiera a Londra, sia nuove imprese high-tech
che possono migliorare la catena del valore delle imprese che
si sono rilocalizzate.
A ciò si aggiunge una maggiore disponibilità di tecnologie
di comunicazione più globali e più economiche. Inoltre, la
possibilità di disporre di internet veloce, comunicazione satel-
litare, videoconferenze di elevata qualità hanno reso econo-
micamente conveniente localizzarsi nelle aree tecnologiche.
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Partner di progettiche puntano in alto.
Da oltre 75 anni i prodotti Mapei migliorano la qualità del lavoro in cantieri edili piccoli e grandi. Un impegno
concretizzato da 66 stabilimenti nei 5 continenti, 18 centri principali di Ricerca & Sviluppo, oltre 800
ricercatori, una gamma di più di 1500 prodotti ed oltre 200 novità ogni anno. Questi “numeri” fanno di Mapei
il primo gruppo internazionale nei prodotti chimici per l’edilizia. Scopri il nostro mondo: www.mapei.it
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/mapeispa
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Partner di progettiche puntano in alto.
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concretizzato da 66 stabilimenti nei 5 continenti, 18 centri principali di Ricerca & Sviluppo, oltre 800
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In un momento particolarmente sensibile al tema dell’a-
limentazione grazie ad EXPO 2015, Mapei - da sempre a
fianco dei diversi protagonisti della filiera alimentare – ri-
conferma la sua proposta con soluzioni e sistemi per gli
ambienti dedicati all’industria alimentare, per migliorarne
l’igiene e per garantire la sicurezza all’interno degli am-
bienti di lavoro.
L’obiettivo principale è di offrire soluzioni durevoli, funzio-
nali, sicure e di rapida installazione.
Per questo Mapei ha studiato soluzioni e sistemi che si ap-
plicano ad ambienti diversi, come le resine epossidiche per
la realizzazione di superfici continue con una limitata ese-
cuzione di giunti, idonee in ambienti come quelli destinati
allo stoccaggio di prodotti alimentari o in ambienti sotto-
posti a forte aggressione di acidi organici.
La proposta di Mapei si estende anche agli ambienti sog-
getti a frequenti lavaggi, come quelli destinati alla lavo-
razione del pesce e delle carni, che richiedono un’elevata
resistenza chimica e meccanica, o alle cucine, sottoposte
ad abbondante vapore e che richiedono pertanto soluzioni
impermeabilizzanti.
Inoltre, Mapei offre soluzioni di ultima generazione per gli
ambienti destinati alla preparazione e all’imbottigliamen-
to di bevande. I formulati a base di poliuretano-cemento
di Mapei garantiscono ottime resistenze chimiche ed agli
shock termici dovuti a frequenti lavaggi, anche ad elevate
temperature.
Per gli ambienti soggetti ad alta aggressione di acidi orga-
nici, Mapei propone le malte per la stuccatura di fughe e
per le superfici piastrellate, che rappresentano valide so-
luzioni per resistere agli attacchi di elementi chimici ed
organici e alla formazione di muffe.
Il riempitivo epossidico batteriostatico Kerapoxy CQ,
con tecnologia BioBlock® che impedisce la formazione
di muffa in presenza di umidità, ha ottenuto la certifica-
zione dall’Università di Modena secondo la norma ISO
22196:2007 come stuccatura protetta dalla formazione e
proliferazione di microorganismi. Kerapoxy CQ permette
di realizzare pavimenti, pareti e tavoli da lavoro confor
SISTEMI MAPEI PERL’INDUSTRIA ALIMENTARE
MAKING Mapei
16 Mapei MAKING
mi al sistema HACCP e ai requisiti del regolamento CE n. 852/2004, sull’igiene dei prodotti alimentari. Batteriostati-co e facilmente pulibile, Kerapoxy CQ rende igieniche e sane le superfici piastrellate.
La famiglia di prodotti Mapefloor CPU, comprende una serie di rivestimenti specificatamente dedicati all’industria alimentare in accordo alle vigenti normative comunitarie inerenti all’igiene e alla sicurezza all’interno degli ambienti destinati alla lavorazione degli alimenti.La gamma Mapefloor CPU comprende formulati a base di poliuretano-cemento in grado di soddisfare tutti i requisiti richiesti in tali ambienti, quali la continuità delle superfici, l’elevata resistenza ai frequenti contatti con sostanze chimi-che, la facilità di pulizia, la resistenza a frequenti lavaggi ed agli shock termici. Questi formulati resinosi rispettano gli standard per l’utilizzo in ambienti alimentari, EN 1186, EN 13130 e prCEN/TS 14234, non-ché il Decree of Con-sumer Goods che rap-presenta la conversione delle direttive 89/109/EEC, 90/128/EEC e 2002/72/EC per contatti con generi alimentari. Per la sigillatura dei giunti presenti nelle pavimentazioni in resina e cementizie Mapei propone, tra le altre soluzioni, Mapeflex PU 45, sigillante e adesivo poliuretanico mo-nocomponente tissotropico, verniciabile, ad alto modulo elastico e a rapido indurimento. Mapeflex PU 45, è inoltre certificato dall’Istituto di Igiene di Varsavia e dal Water Quality Center Australiano come sigillante idoneo al contatto con l’acqua.
Negli ambienti destinati alla preparazione del cibo, come le cucine, spesso soggetti a frequenti lavaggi e a abbondante vapore, Mapei propone impermeabilizzanti e sistemi che permettono di creare una sorta di “catino impermeabile” in grado di garantire i più elevati standard di igiene e pu-lizia. A tal proposito, un prodotto specifico per locali quali cuci-ne collettive, birrerie, mattatoi, caseifici, prima della posa dei rivestimenti è sicuramente Mapegum EPX e Mape-gum EPX-T, resina epossidica per impermeabilizzazioni flessibili e resistenti agli agenti chimici.Inoltre, Mapei dispone di prodotti impermeabilizzanti che rispondono alle certificazioni internazionali sull’utilizzo di materiali negli impianti di adduzione di acqua destinata al consumo umano possono essere applicati in vasche, canali, serbatoi pensili e opere idrauliche per il contenimento di acqua potabile. È il caso, ad esempio, di Purtop 1000 membrana bicom-ponente a base di poliurea pura, caratterizzata da eccel-
lenti proprietà meccaniche, in particolare da allungamento
superiore al 350% ed elevato crack-bridging anche alle
basse temperature oltre a eccellenti resistenze ad agenti
chimici aggressivi.
Purtop 1000 è conforme ai requisiti del D.M. 174 del
6/4/2004, che disciplina l’impiego di materiali negli im-
pianti di adduzione di acqua destinata al consumo umano
e stabilisce il valore limite di sostanze rilasciate dai materiali
stessi nell’acqua definendolo come valore di “migrazione
globale”. Purtop 1000 è caratterizzato da un valore di “mi-
grazione globale” di molto inferiore al limite imposto dal
D.M. 174 del 6/4/2004.
Inoltre, Purtop 1000 è certificato in accordo alla norma
EN 1504-2 come prodotto per la protezione delle struttu-
re in calcestruzzo e, secondo la normativa CEN/TS 14416,
resiste alle penetrazioni
delle radici.
La vernice epossidica
bicomponente, Mape-
coat DW 25, è indicata
per il rivestimento di
superfici in calcestruzzo
e per resistere all’azio-
ne procurata da solu-
zioni sature e acidi debolmente aggressivi. Conforme al
D.M. del 6/4/2004 n. 174 Capo 2 art. 5, Mapecoat DW
25 può essere utilizzato negli impianti fissi di captazione,
trattamento, adduzione e distribuzione delle acque de-
stinate al consumo umano. Grazie alla sua conformità al
Regolamento (UE) 10/2011, Mapecoat DW 25 è idoneo
per la protezione di pavimenti nelle industrie alimentari in
aree adibite alla produzione o lavorazione degli alimenti,
serbatoi e condotte in calcestruzzo destinate al contatto
con agenti chimici debolmente aggressivi e di vasche per il
contenimento di acqua potabile.
Mapei, attenta alle esigenze dei ristoratori e dei supermer-
cati, che non possono permettersi di chiudere l’attività,
propone i sistemi Fast Track Ready per posare in poche ore
rivestimenti resilienti e tessili sulle pavimentazioni esistenti.
Inoltre Mapei ha messo appunto malte premiscelate a pre-
sa rapida e additivi cementizi a presa e indurimento rapidi
in grado di resistere a forti sollecitazioni di mezzi meccani-
ci, tipici degli ambienti commerciali.
I prodotti e le soluzioni Mapei, oltre ad essere certificati da
organismi accreditati e riconosciuti a livello internazionale,
contribuiscono alla salvaguardia dell’ambiente, della salute
degli applicatori e degli utilizzatori e supportano i proget-
tisti e i contractor a realizzare progetti innovativi certificati
Leed, Bream,ecc.
Per maggiori informazioni collegarsi al sito
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17
Nella giornata conclusiva del 1° Festival dell’Industria e dei
Valori d’Impresa, hanno fatto visita al Porto di Ravenna i
consigli di Unindustria Forlì-Cesena, Confindustria Ravenna
e Unindustria Rimini, al termine di una riunione tenutasi a
Marina di Ravenna sul processo di unione che porterà alla
nascita di Confindustria Romagna.
Durante la navigazione sul canale Candiano, sono state il-
lustrate le principali caratteristiche dello scalo ravennate: la
disponibilità di spazi e di accosti e la capacità di fornire ai
clienti la totalità dei servizi di cui necessita il traffico marit-
timo.
Sono state spiegate nel dettaglio anche le peculiarità dei
vari terminal.
In particolare, è stata evidenziata l’originalità del porto di
Ravenna, rispetto alla generalità dei porti italiani, in cui il
demanio ha la proprietà e la competenza delle acque e di
fasce di banchina larghe dai 20 ai 50 metri.
A Ravenna, quindi, tutti gli insediamenti retrostanti sono
privati anche patrimonialmente e realizzati con risorse to-
talmente private.
Inoltre, fino a un certo periodo, i privati si sono fatti carico
della realizzazione delle banchine.
Ovviamente sono privati anche tutti i mezzi operativi di ban-
china.
Il porto di Ravenna, nato come porto industriale negli anni
’50, è ormai diventato un porto principalmente commer-
ciale portuale in cui però sono ancora presenti importanti
industrie quali Marcegaglia, Versalis e Bunge.
Per l’incremento dello sviluppo del porto, ma anche per
il consolidamento dei traffici attuali, è stata sottolineata
IL RUOLO DEI PRIVATIPER LA COMPETITIVITà
DURANTE IL FESTIVAL DELL’INDUSTRIA, VISITA DEI CONSIGLI DI UNINDUSTRIA FORLì-CESENA, UNINDUSTRIA RIMINI E CONFINDUSTRIA RAVENNA ALLO SCALO MARITTIMO. IL RUOLO DEI PRIVATI NELLO SVILUPPO INFRASTRUTTURALE E DEI TRAFFICI
Il Presidente Ottolenghi, il vice presidente Tomaso Tarozzi, il direttore Generale di Confindustria Ravenna Marco Chimenti
MAKING Porto di Ravenna
18 Porto di Ravenna MAKING
l’importanza dell’approfondimento dei
fondali senza il quale i più diretti con-
correnti di Ravenna, Venezia in partico-
lare, stanno già erodendo quote impor-
tanti di traffico.
A questo proposito va rimarcato quan-
to ha ricordato agli intervenuti anche il
presidente di Confindustria Ravenna,
Guido Ottolenghi: “Il porto è una delle
principali industrie del territorio raven-
nate, dà lavoro a migliaia di famiglie,
e la sua competitività è legata ai suoi
fondali che da molti anni non vengono
adeguati alla concorrenza e che richie-
dono una maggiore attenzione”.
Durante la visita, gli imprenditori di Forlì
e Rimini hanno avuto modo di apprez-
zare direttamente le grandi potenzialità
dello scalo ravennate e la sua importan-
za per l’economia di tutto il territorio
non ancora completamente espressa.
TUTTI GLI INSEDIAMENTIRETROSTANTI SONOPRIVATI ANCHEPATRIMONIALMENTE EREALIZZATI CON RISORSETOTALMENTE PRIVATE
19MAKING Porto di Ravenna
SVILUPPO DELLO SCALOSTUDIO DI NOMISMA
La Sezione Porto di Confindustria Ravenna, ha promosso insieme ad altre rappresentanze del mondo por-
tuale, l’affidamento a nomisma di uno studio sulle potenzialità di sviluppo del porto di Ravenna: ciò sulla
base della condivisa convinzione della strategicità dello scalo per l’economia di un territorio che va ben
oltre i confini della provincia di Ravenna: a conferma di ciò, la circostanza che anche Confindustria Emi-
lia-Romagna ha deciso di partecipare fattivamente all’affidamento.
Una riflessione a tutto campo sul futuro dello scalo ravennate condotta da un soggetto oltremodo quali-
ficato come nomisma, che avrà tra i suoi focus la questione dei fondali: profondità e tempi di attuazione
dei lavori di escavo sono, infatti, notoriamente considerati strategici dagli operatori per la competitività
dello scalo.
Si tratta di un concreto contributo che la comunità portuale vuole offrire alla comunità per favorire la ri-
flessione intorno al futuro di questa fondamentale infrastruttura .
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Per tutto il mese di giugno e fino al 7 luglio 2015 si è tenuto
il 1° Festival dell’Industria e dei Valori d’Impresa, promosso da
Confindustria Ravenna.
“Le date avevano un significato preciso: il Festival, infatti, si
è svolto nell’ambito del 70° dell’Associazione Industriali che
fu fondata nel 1945 e il cui primo consiglio direttivo si tenne
il 7 luglio 1945”, commenta il Presidente di Confindustria
Ravenna, Guido Ottolenghi.
Il Festival, che ha coinvolto circa 80 aziende associate, ha pro-
posto una molteplicità di eventi a Ravenna, Faenza e Lugo,
sul litorale e in altre località del territorio provinciale, organiz-
zati da Confindustria e da numerose aziende associate, “nella
convinzione – aggiunge Ottolenghi - che la storia di Confin-
dustria è anche la storia delle imprese che la compongono”.
Il clou del programma è stato l’Assemblea 2015 di Confindu-
stria Ravenna sul tema “Impresa e Giustizia”, che si è tenuta il
12 giugno presso le Artificerie Almagià. Ospiti Michele Vietti,
già vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura,
Giorgio Squinzi presidente di Confindustria, Cosimo Maria
Ferri sottosegretario di Stato alla Giustizia.
Il Festival ha proposto tre iniziative pubbliche serali a Ravenna,
Faenza e Lugo dedicate alla cultura d’impresa. “Momenti di
riflessione collettiva sull’importanza del fare impresa, nei qua-
li si sono confrontati diversi punti vista: vi hanno preso parte,
infatti, non solo imprenditori ma istituzioni, mondo sindacale
e della scuola e altre voci della società civile”, spiega il diretto-
DEDICATE ALL’INDUSTRIA E AI VALORI D’IMPRESA, LE INIZIATIVE PER CELEBRARE LA FONDAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE INDUSTRIALIAVVENUTA NEL 1945
MAKING Festival Industria
Il Presidente Ottolenghi all’Assemblea di Confindustria Ravenna, inserita nel programma del 1° Festival dell’Industria e dei Valori d’Impresa
UN FESTIVAL PERI SETTANT’ANNI
22
re generale di Confindustria Ravenna, Marco Chimenti. Alla
serata di Ravenna ha preso parte Antonio Calabrò, responsa-
bile del gruppo Cultura di Confindustria.
Sempre tra gli eventi promossi dall’associazione, vi sono sta-
te tre mostre fotografiche a Ravenna, Faenza e Bagnacaval-
lo che hanno esposto foto d’epoca delle imprese associate,
testimoniando il loro costante impegno per lo sviluppo del
territorio.
Numerose le imprese associate che hanno deciso di aprire le
porte delle loro aziende alla cittadinanza e che hanno orga- Il presidente Squinzi intervistato dal direttorede Il Sole 24 Ore, Roberto Napoletano
OPEN DAyDI SUCCESSO
Alma Petroli
Centro Iperbarico
Eridania
Bucci Industries
Maria Cecilia Hospital
Marcegaglia
La Petrolifera Italo Rumena
23
nizzato anche altri eventi. Per entrambi, riferiamo in due box
a parte.
L’evento conclusivo del Festival è stato organizzato martedì 7
luglio dalla sezione turismo di Confindustria Ravenna presso
il ristorante La Campaza. Erano presenti le aziende che han-
no collaborato al Festival, i protagonisti delle tre serate sulla
cultura d’impresa, le aziende che operano nel settore turistico
che si sono presentate con percorsi di degustazione.
E anche i consiglieri di Unindustria Rimini e Unindustria For-
lì-Cesena, a Ravenna già dal pomeriggio per partecipare a
MAKING Porto di Ravenna
Tra gli eventi promossi in occasione del Festival, anche
tre mostre a Ravenna, Faenza e Bagnacavallo che
hanno esposto foto storiche delle imprese associate,
a testimonianza del loro costante impegno per lo
sviluppo del territorio. Ecco le aziende che hanno
fornito il loro materiale d’archivio.
Ravenna: Alma Petroli, Centro Iperbarico, Cosmi,
Gama Castelli, Itway, Sapir, Rosetti Marino,
Setramar, Tavar, Vinavil, Ferrari, Rana Diving, Image,
Publimedia Italia, Tcr, Gruppo Ormeggiatori del porto
di Ravenna, Versalis, Corpo piloti del porto, Tozzi,
La petrolifera Italo-Rumena, Matitegiovanotte,
Reclam Edizioni & Comunicazione, Micoperi, Mac
Port, Sigma4, Cabot, Polynt, Enel, Molino Spadoni,
Tuttifrutti.
Faenza: Stafer, Cisa, Faentia Consulting, Falc,
Mokador, Curti, Senzani Brevetti, Bucci Industries,
Randi Group, Vetriceramici.
Bagnacavallo: Dosi, Gamie, Marini, Diemme
Enologia, F.lli Montanari, Cortesi Luigi, Pucci,
Smurfit Kappa Italia, Liverani, Com.ercial Barcelona,
Maria Cecilia Hospital, Martignani
FOTO STORICHE PER TESTIMONIAREIL SOSTEGNO ALLO SVILUPPO
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25MAKING Porto di Ravenna
un importante incontro nell’ambito del percorso di fusione
delle tre associazioni territoriali romagnole di Confindu-
stria.
“Non posso che esprimere grande soddisfazione - com-
menta Ottolenghi - per i risultati del Festival al quale hanno
partecipato 80 aziende, con mostre, incontri con relatori
autorevoli, open day di grande interesse che hanno cer-
tamente contribuito a diffondere la nostra idea di cultura
industriale e attivato un dialogo tra imprese e cittadini.
L’evento di chiusura, organizzato dalla Sezione Turismo di
Confindustria, è stato dedicato a un settore trainante della
nostra economia romagnola. Il turismo e l’enogastronomia
sono un tratto distintivo del territorio, realtà strutturate,
con una importante ricaduta sul Pil. Doverosa, quindi, la
nostra attenzione”.
• ReclamEdizionieComunicazione:presentazio-
ne del “Ravenna Festival Magazine 2015”
• Agenzia Image progetti di comunicazione:
“consulenza sulle problematiche della comuni-
cazione di interesse aziendale”
• Matitegiovanotte.ravenna: “lifestyle trend fo-
recast”
• BucciIndustries:“70 anni di impresa nel ricordo
di Roberto Bucci”
• Ottima: “soluzione Erp per il controllo di ge-
stione”, “formazione finanziata per l’azienda
e i suoi dipendenti”, “soluzione gestionale per
amministrazione e gestione delle risorse uma-
ne”
• Matitegiovanotte.ravenna e Progetto Aroma:
“il social marketing per le aziende del settore
industriale”
• Fondazione commercialisti Ravenna e ODCEC
Ravenna, in collaborazione con Confindustria
Ravenna: “quote di genere nei cda e il ruolo
delle donne nello sviluppo economico e mana-
geriale delle imprese”
• Il Sestante: presentazione del libro “il futuro
non si prevede lo si inventa” e incontro con
l’autore Claudio Maffei
• PosteItaliane:“fare impresa a ...”
• Come si possono cogliere concretamente le
opportunitàfornitedall’industria4.0:incontro
con Porche Consulting srl
• Itway:“come si diventa una cybersecurity com-
pany”
EVENTI
RIFLESSIONI SULL’IMPORTANZA DI FARE IMPRESA
Il presidente Ottolenghi con Gilles Donzellini, presidente della sezione Turismo di Confindustria Ravenna
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le tre iniziative pubbliche serali tenutesi a Ravenna, Faenza e Lugo a cui hanno preso parte, tra gli altri, imprenditori, istituzioni e scuole
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29
Le imprese riminesi sono dinamiche e impegnate in Ricerca
e Innovazione: le medio-grandi aziende con tassi più elevati
rispetto alle piccole-medie che comunque risultano significa-
tivamente attive in particolare nell’innovazione di prodotto/
servizio, organizzativa e di marketing.
E’ questo il risultato dello studio “Ricerca e Innovazione: La
Chiave per aumentare la competitività” realizzato da Unindu-
stria Rimini e Università di Bologna - Campus di Rimini e diffu-
MAKING Innovazione
RICERCA E INNOVAZIONE PER ESSERE COMPETITIVI
IL RAPPORTO REALIZZATO DA UNINDUSTRIA RIMINI ED UNIVERSITA’ DI BOLOGNA-CAMPUS DI RIMINI ANALIZZA IL DINAMISMO DELLE AZIENDE DEL TERRITORIO
Presidente Paolo Maggioli
30
so nell’appuntamento annuale che l’Associazione dedica alla
presentazione del Bilancio Sociale Aggregato delle Imprese di
Uindustria Rimini e del Bilancio Sociale di Unindustria Rimini,
realizzati da anni con successo e la cui ottava edizione sarà
resa nota nel prossimo numero di Making.
Lo Studio Ricerca e Innovazione, analizza il livello e la natu-
ra di innovazione e ricerca delle imprese della provincia nel
biennio 2012-2013, coniugato con il grado di internaziona-
lizzazione e vuole gettare le basi per stimolare e sostenere,
specialmente le PMI, nel loro percorso di crescita sui mercati
mondiali.
Nell’analisi occorre fare una premessa: le innovazioni ven-
gono analizzate in un determinato biennio, per cui dall’in-
dagine non risultano innovatrici imprese che possono avere
introdotto innovazioni negli anni precedenti, o in quello in
corso, ma non nel 2012-2013. Occorre anche sottolineare la
peculiarità del periodo analizzato, caratterizzato da una pro-
fonda crisi economica e da deboli segnali di ripresa. Questo
ha sicuramente avuto un impatto sulle scelte strategiche delle
imprese.
Le imprese associate che hanno partecipato sono 168. Di
queste il 70% svolge attività di produzione, il 30% si occupa
di sevizi. Il 28% del campione opera nel settore metalmecca-
nico, mentre il 21% appartiene al terziario, seguono aziende
del settore industrie varie, agroalimentare, abbigliamento/
tessile ed edilizia.
Le piccole-medio imprese rappresentano il 47% del campio-
ne, le micro imprese sono il 26,8%, le medio grandi il 26,2%.
Oltre il 90% delle aziende campione supera i 5 anni di attivi-
tà, oltre il 60% ha più di 15 anni.
IL 46% DELLE 168 IMPRESE CAMPIONE INTRODUCE INNO-
VAZIONI DI PRODOTTO O SERVIZIO ED ESPORTA.
Quattro le tipologie di innovazione prese in esame: innova-
zione di prodotto/servizio, di processo, organizzativa, di mar-
keting.
La percentuale di imprese con internazionalizzazione e rispet-
tivamente innovazioni di processo, organizzative e di mar-
keting è sempre consistente, ma minore rispetto a quella di
prodotto/servizio (fra il 31 e il 35%). E’ interessante anche
osservare come la percentuale più bassa delle imprese (20%),
non risulta aver innovato e internazionalizzato nel periodo.
Una buona parte delle imprese risulta o innovatrice o presen-
te nei mercati internazionali.
INNOVAZIONE DI PRODOTTO/SERVIZIO. Il 63% del campio-
ne afferma di avere introdotto nuovi prodotti e/o servizi, il
Innovazione MAKING
Da sinistra P.Maggioli, P.Bianchi Assessore Regione Emilia Romagna, M. Pasquinelli Presidente Fondazione CARIM, J. Sadegholvaad Ass. Comune di Rimini, L. Cagnoli Presidente Uni.Rimini Spa
31
7,1% ha considerato la possibilità di introdurre innovazioni di
questo tipo, mentre il 29,9% non è stato coinvolto in lanci di
nuovi prodotti/servizi.
La dimensione aziendale fa la differenza: fra le medio-grandi
imprese, 4 aziende su 5 (il 71% del gruppo) hanno portato
sul mercato nuovi prodotti/servi-
zi.
Delle 94 imprese che esportano,
il 72,3% è stato coinvolta in in-
novazione di prodotto/servizio a
fronte del 18,1% che non è sta-
to interessato dal fenomeno. In
modo marcatamente opposto,
tra le 53 imprese che non hanno
esportato, la metà (50,9%) non
ha realizzato alcuna innovazione di prodotto/servizio.
Per circa una impresa su tre (31%) i nuovi prodotti/servizi
hanno contribuito per una quota non inferiore all’11% dei
ricavi. Inoltre, per oltre una impresa su dieci (11,5%), i lanci
di nuovi prodotti/servizi hanno inciso per oltre un quarto del
fatturato realizzato nell’anno 2013.
Per il 38,9% la commercializzazione di nuovi prodotti/servizi
ha inciso marginalmente sui ricavi complessivi. Il contributo
offerto da nuovi prodotti/servizi al fatturato dell’impresa è
positivamente associato con la partecipazione dell’impresa
sui mercati internazionali.
INNOVAZIONE DI PROCESSO.
L’innovazione di processo richie-
de che le imprese modifichino
i propri processi di produzione
o di creazione di servizi: questo
procedimento è molto impe-
gnativo, soprattutto dal punto
di vista strategico, quindi risulta
meno utilizzata (45,7%) rispetto
all’innovazione di prodotto. L’at-
tività d’innovazione aumenta con la crescita delle dimensioni
aziendali e il 55,4% di chi fa innovazione di processo è inter-
nazionalizzato.
INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA. Il 52,6% delle imprese ha
effettuato almeno una tipologia di innovazione organizzativa
e il tasso cresce con l’aumentare della dimensione d’impresa.
MAKING Innovazione
IL 46% DELLE 168 IMPRESE CAMPIONE INTRODUCE
INNOVAZIONI DI PRODOTTOO SERVIZIO ED ESPORTA.
In questa pagina e nella successiva: momenti dell’Assemblea di Presentazione dell’indagine Innovazione e del Bilancio Sociale
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L’internazionalizzazione, invece, sembra essere meno lega-
ta a questo tipo di innovazione: il 54,9% delle imprese che
hanno scambi commerciali con l’estero effettua cambiamenti
organizzativi, mentre tra quelle che non esportano la percen-
tuale scende al 48,2%.
INNOVAZIONE DI MARKETING. Alle imprese intervistate è sta-
to chiesto se hanno introdotto: modifiche significative nelle
caratteristiche estetiche e/o nel confezionamento dei prodot-
ti e/o servizi, nuove strategie di marketing per raggiungere
nuovi gruppi di clienti o segmenti di mercato, nuovi mezzi o
tecniche di promozione pubblicitaria, ecc. I risultati mostrano
che il 45,6% delle aziende ha attuato almeno uno di questi
interventi.
La maggior parte delle aziende impegnate nell’innovazio-
ne di marketing sono medio-grandi (il 64,9%). In relazione
all’export: tra le imprese che esportano i propri beni/servizi,
sette su dieci (73,7%) hanno applicato o considerato la pos-
sibilità di applicare nuovi metodi di marketing.
Inoltre, alle aziende campione è stato chiesto se avevano svol-
to una serie di attività collegate all’innovazione. L’acquisizio-
ne di macchinari, attrezzature, hardware e software è la più
frequente fra le imprese del campione: in particolare, le pic-
cole imprese fanno registrare il tasso d’adozione più elevato
(67,3%), seguite dalle medio-grandi imprese (59,5%) e dalle
unità che occupano meno di 10 addetti (56,5%).
Il 40,4% delle imprese svolge R&S (Ricerca e Sviluppo) spe-
rimentale all’interno dell’impresa: imprese medio-grandi
(62,2%), piccole (32,7%) e micro imprese (21,7%). L’attività
di progettazione/design è realizzata dal 37,6% del campione.
Il 32,7% investe anche in attività complementari all’innova-
zione, come la formazione, l’acquisizione di tecnologie e di
servizi di R&S.
Infine, considerando gli OSTACOLI si riscontrano fattori eco-
nomici (80,4%), la mancanza di fonti di finanziamento ester-
ne, mancanza di risorse finanziarie interne, il costo troppo
elevato delle innovazioni. Seguono i fattori legati alla dispo-
nibilità di informazioni e conoscenze (65,9%) e quelli legati
al mercato (63,2%).
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35MAKING Distretto calzature
L’Italia è il primo produttore calzaturiero dell’Unione Europea,
quarto al mondo per esportazione ma secondo per valore di
prodotto. Complessivamente, il settore delle calzature conta
più di 5000 aziende e dà lavoro a poco meno di 80000 per-
sone. La produzione è divisa in sette distretti collocati in sette
differenti regioni. A San Mauro Pascoli c’è il più piccolo, sia
per dimensioni che per numero di addetti, ma, curiosamente,
il più famoso.
La storia del distretto inizia intorno alla prima metà del 1800,
con un numero sempre maggiore di abitanti di San Mauro
che esercitano la professione di ciabattini davanti alla porta
di casa. Intorno agli inizi del 1900 i ciabattini passano dalle
semplici riparazioni a una prima fase di produttiva, cucen-
do calzature da vendere nei mercati locali. Con la 1° Guerra
Mondiale, San Mauro diventa fornitore dei commissari mi-
litari e chi produce scarpe è esonerato dall’obbligo di leva
militare. Allettati dall’esonero, molti giovani della zona ini-
ziano a lavorare come calzolai, permettendo la sopravvivenza
dell’attività durante la guerra. Nel 1° dopoguerra si formano
due cooperative di produzione di opposto schieramento po-
litico che però si uniscono poco dopo per fronteggiare la crisi
degli anni ’20. Il governo fascista patrocina l’unione e rinnova
al distretto la commissione per la produzione di scarpe per
l’esercito, principalmente scarponi per gli alpini. Le calzatu-
LA NASCITA DI UN MITO
36 Distretto calzature MAKING
UN VIAGGIO NELLA STORIA DI SAN MAURO PASCOLI, DISTRETTO DIVENTATOIL PUNTO DI RIFERIMENTO MONDIALE PER LA CALZATURA DI LUSSO
Giuseppe Zanotti durante una sua lezione al Cercal
re sono realizzate a mano fino al 1939, quando il governo,
convinto della necessità di una prima meccanizzazione del
settore, stanzia un fondo di 88000 Lire per l’acquisto di mac-
chinari. Con la fine della 2° guerra mondiale i ciabattini di
San Mauro Pascoli cercano di rimettere in piedi la cooperativa
esistente prima della guerra. In particolare, al Sig. Montanari,
un calzaturiero bolognese, va riconosciuto il merito di aver
recuperato quanto rimaneva dei macchinari e del materiale
per avviare una piccola fabbrica. L’attività ha risultati modesti
ma spinge diversi imprenditori di San Mauro a ripartire con la
produzione. Pollini in primis, ma anche Paganelli, Mazzotti, e
Zoffoli ricominciano a fare scarpe che si vendono nelle vicine
città di Forlì, Cesena e Rimini. Con il boom economico degli
anni ’50 il distretto vive un periodo di grande crescita. Nasce
la MIR MAR, il primo grande stabilimento di produzione cal-
zaturiera di dimensioni industriali, e si affermano aziende che,
confrontandosi sul mercato nazionale, pongono le basi del
distretto com’è oggi: Pollini, Zamagni, Casadei e Sergio Rossi.
È in questo periodo che la produzione si specializza sempre
di più, puntando verso un prodotto di fascia alta. Durante i
’60 il distretto si industrializza: le aziende si ampliano e diven-
tano maggiormente competitive, nel mercato entrano nuovi
imprenditori e si sviluppa un insieme di imprese sussidiarie
specializzate nella produzione di semilavorati. Cresce, inoltre,
la predominanza della calzatura da donna su uomo e bambi-
no. Verso la fine del decennio aziende come, Casadei, Pollini
e Sergio Rossi sono marchi affermati sul mercato nazionale e
iniziano a espandersi oltre i confini. Le calzature di San Mauro
arrivano in Francia, Belgio e Germania raccogliendo grande
apprezzamento. Gli anni ’70 coronano il successo del decen-
nio precedente con l’espansione nei mercati oltreoceano e il
riconoscimento del Made in Italy come sinonimo di eccellen-
za. Sono gli anni in cui si afferma Gimmi Baldinini, un giovane
intraprendente che, grazie alla qualità del suo prodotto, si
posiziona velocemente a fianco dei marchi sammauresi più
noti. Negli anni ’80 il distretto è legato ai marchi italiani di
moda più venduti al mondo e la scarpa di San Mauro Pascoli
diventa un prodotto di lusso che conquista anche il merca-
to giapponese e orientale. Gli anni ’90 cambiano l’assetto
del distretto: diminuisce il numero di aziende ma crescono
le dimensioni di quelle rimaste. Si afferma Giuseppe Zanotti
37MAKING Distretto calzature
Gimmi Baldinini Alberta Ferretti
col suo marchio Vicini. Il design ricercato e ardito di Zanotti
lo internazionalizza pressoché subito, facendogli riscuotere
grande successo soprattutto nel mondo dello show business
americano, e gli permette di raggiungere velocemente il posi-
zionamento degli altri marchi del distretto. A cavallo del nuo-
vo millennio, entra sul mercato anche Gianvito Rossi, figlio di
Sergio, con il suo marchio GGR. Le scarpe di Gianvito sono
contraddistinte da una qualità eccelsa e da una linea estrema-
mente elegante, tratti distintivi che da sempre caratterizzano
le produzioni Rossi e che permettono al designer di affermarsi
sui principali mercati globali nel giro di pochi anni.
Oggi il distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli è rappre-
sentato principalmente da sei grandi marchi apprezzati in
tutto il mondo: Baldinini, Calzaturificio Casadei, GGR, Pollini
(Alberta Ferretti), Sergio Rossi e Vicini (Zanotti). L’estro dei
titolari, le loro capacità imprenditoriali e l’eccellenza dei loro
prodotti hanno fatto del distretto il centro del mondo per la
scarpa di lusso. Lavorare su un prodotto di lusso ha permesso
a San Mauro di risentire degli effetti della crisi del 2008 meno
degli altri distretti e di recuperare velocemente le perdite eco-
nomiche. Inoltre, la prosperità del distretto è la base dello
sviluppo di diverse imprese che producono semilavorati e ac-
38
39MAKING Distretto calzature
Cesare Casadei
Sergio Rossi, in cattedra al Cercal
cessori utilizzati nel distretto stesso. Alcune di queste sono
leader nazionali e internazionali per il proprio settore. Giglioli
Production è un suolificio altamente tecnologico i cui prodotti
sono apprezzati per l’elevata qualità. Anche Fa.i.t. Adriatica
è un suolificio rinomato per la pregevolezza dei prodotti; la
produzione varia dalle zeppe di legno alle suole in cuoio, dalle
solette in texon ai fondi stampati. TGP Italia è invece leader
nella produzione di tacchi, specializzata in quelli di metallo.
Infine, il Formificio Romagnolo di Forlì è il primo produttore
in Italia di forme per le calzature, con laboratori di ricerca e
digitalizzazione del prodotto che ne fanno una manifattura
altamente innovativa.
San Mauro Pascoli è depositario di
un know how specifico, che ha per-
messo ai titolari dei grandi marchi di
trasformare in calzature le proprie
intuizioni. È un patrimonio di mae-
stranze e conoscenze, frutto di più
di un secolo di esperienza, che non
si può e non si vuole perdere. Per
preservarlo integro è nato il Cercal,
centro di ricerca e scuola internazio-
nale calzaturiera. Fondato nel 1984,
la sua Mission è preservare il know
how della ricerca, sia dal punto di
vista della progettazione che della
produzione. Il Cercal, il cui attuale
presidente è Cesare Casadei del Cal-
zaturificio Casadei, garantisce l’innovazione delle imprese,
tanto dei prodotti quanto delle strumentazioni. Allo stesso
modo, si occupa di garantire la formazione di chi già lavora
nel distretto, di chi vuole lavorarci e di chi intende sempli-
cemente apprendere il metodo di lavorazione di San Mauro
Pascoli. A inizio 2015, il Cercal ha avviato il progetto Cercal
Lab: un’iniziativa che prende spunto dai Fab Lab e che mette
a disposizioni laboratori, macchinari e tutor a chiunque voglia
sperimentare la realizzabilità di un progetto calzaturiero, nel-
la convinzione che sperimentare, anche facendo errori, sia il
modo più efficace per imparare.
40
C/ECONOMICOA) Valore della Produzione 2.353.786 B) Costi della Produzione -2.414.575 Differenza Valori e Costi Produzione -60.789 C) Proventi e Oneri Finanziari -115 D) Rettifiche di valore di att.finz.E) Proventi e Oneri Straordinari 73.750 Risultato prima delle Imposte 12.846 Imposte sul Reddito -11.469
UTILE DELL'ESERCIZIO 1.377 Elenco delle testate in concessione esclusiva: Il Rò Più-La Pulce-La Pulce Dei Buoni-Il Fè-
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ATTIVITA'B) Immobilizzazioni 48.174 C) Attivo Circolante 1.893.311 D) Ratei e Risconti Attivi 107.390
TOTALE ATTIVITA' 2.048.875 PASSIVITA'
A) Patrimonio Netto 27.712 B) Fondi per Rischi ed Oneri 423.562 C) Trattamento di Fine Rapporto 141.221 D) Debiti 1.418.120 E) Ratei e Risconti Passivi 38.260
TOTALE PASSIVITA' 2.048.875
Bilancio Publimedia Italia Srl al 31/12/2014
41
La Ferrari srl, nasce a Ravenna intorno al 1845 come Federico
di E. Ferrari e figlio, per poi trasformarsi nell’attuale assetto
societario nel 1990.
L’attività dell’azienda in origine si basava sulla commercializ-
zazione di articoli agricoli, ferramenta e utensileria al detta-
glio.
L’insediamento industriale nel territorio ravennate tra gli anni
60/70 portò gradualmente l’abbandono dei mestieri artigia-
nali, fu allora che l’imprenditore Alberto Ferrari implementò
le potenzialità dell’azienda, specializzandosi nella fornitura e
produzione di flange sia standard che a disegno, diventando
così fornitore di aziende di primaria importanza sul mercato
nazionale che internazionale.
Divenuta in pochi anni azienda leader nel settore, Ferrari srl
vuole offrire i migliori prodotti e servizi, con la missione azien-
dale di soddisfare le esigenze dei propri clienti perseguendo
i valori che da sempre la contraddistinguono: professionalità,
flessibilità, disponibilità, qualità.
Inoltre, sempre negli anni 60, la Ferrari srl divenne concessio-
naria Atlas Copco per le province di Ravenna, Forli, Cesena e
Rimini, rispondendo all’esigenza di fornitura di articoli tecnici
derivante da un settore industriale in forte espansione a cui
offre servizi di assistenza e vendita di prodotti, macchinari
(compressori, motocompressori, generatori, essiccatori ecc..).
L’entrata in azienda, nel 1990, delle figlie dell’imprenditore
portò l’incremento dell’attività di esportazione, il manteni-
mento delle maestranze assunte e l’ampiamento considere-
vole dell’organico degli anni a venire, rendendo necessario
cessare l’attività di vendita al dettaglio per occuparsi comple-
tamente del settore industriale.
Ad oggi la Ferrari srl è specializzata in due distinti settori:
* DIVISIONE FLANGE (flange in acciaio, raccorderia e valvo-
le);
* DIVISIONE ARIA (aria compressa, apparecchi di solleva-
mento, generatori di corrente, generatori di azoto ecc..).
Da 170 anni la famiglia Ferrari partecipa allo sviluppo eco-
nomico e all’innovazione del territorio, dando lavoro ai con-
cittadini ed offrendo servizi alla comunità nel rispetto dei va-
lori di onestà e serietà e di qualità che contraddistinguono gli
abitanti della Romagna.
LE FLANGEDI FERRARI
DALLA COMMERCIALIZZAZIONE DI ARTICOLI AGRICOLI, ALL’AVVIO DELL’ATTIVITà INDUSTRIALE
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43MAKING Aziende storiche
L’attività fu iniziata da Edoardo Salbaroli, che nel 1907 aprì
una cartoleria di fronte alla Basilica di S. Apollinare Nuovo;
ebbe subito un buono sviluppo per i molti acquirenti militari
in libera uscita dalla Caserma di Corso Garibaldi vicino a Porta
Nuova.
Successivamente, per l’aumento dei turisti venuti a Ravenna a
visitare i suoi monumenti, iniziò la produzione e la vendita di
cartoline e guide turistiche ancor oggi in essere; una delle pri-
me cartoline conservate risale all’anno 1928. Utilizzò, inoltre,
dei ragazzi che offrivano ai turisti, con una cassetta sostenuta
da una tracolla, cartoline, ricordini e oggettistica di Ravenna.
Nel 1945 la cartoleria riaprì in Via Cavour di fronte al palazzo
Guiccioli, poi Rasponi, dove rimase per oltre vent’anni allar-
gando la produzione ad ogni altro articolo turistico divenen-
do grossista di questo settore.
Nel 1960 Edoardo moriva e subentrava il nipote Paolo Pas-
santi, che proseguì l’attività mantenendo la stessa intestazio-
ne; nel 1975 la cartolibreria si spostò in Via Gamba al n. 16,
a pochi passi dalla Basilica di San Vitale. Nel 1980 la figlia
Patrizia si unì al padre nella conduzione dell’attività, contri-
buendo a far diventare Salbaroli il principale editore di Raven-
na di cartoline, guide ed oggettistica per turisti; attualmente
i soggetti delle cartoline di Ravenna edite e disponibili sono
oltre 500 e salgono a 600 comprendendo quelli delle spiagge
della costa ravennate e le pubblicazioni, disponibili in otto
lingue, sono più di 20.
Negli anni Salbaroli Editore sviluppa con successo il compar-
timento di oggettistica specializzata personalizzata. In parti-
colare, si occupa di progettare, realizzare e distribuire articoli
e gadget promozionali di pregio: ciascun oggetto può essere
personalizzato secondo le diverse esigenze, un’opportunità
unica per creare il ricordo perfetto del luogo visitato oppure
della vostra attività costruito nel rispetto dell’immagine coor-
dinata locale e a misura del vostro gusto.
In tanti anni ha conquistato la fiducia e la fedeltà di enti, mu-
sei e organizzazioni turistiche, sia locali che nazionali.
DA UNA CARTOLERIA APERTA NEL 1907 DI FRONTE ALLA BASILICA DI SANT’APOLLINARE NUOVO, è NATO IL PRINCIPALE EDITORE DI CARTOLINE E OGGETTISTICA PER IL TURISMO RAVENNATE
SALBAROLI,GUIDE ETURISMO
Giovane garzone di bottega aspetta i primi turisti davanti a Sant’Apollinare Nuovo
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RIMINI-RSM92.5-101-101.2-101.7-103
FORLÍ CESENA-RAVENNA103-91.1-90.8-94.6-94.2-106.4
BOLOGNA-IMOLA93-91.3-103
FERRARA105.8-93
PESARO URBINO90.5-90.6-90.7-91.1-96-101.7
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La Casa di Cura “ Prof. E. Montanari “ si trova a Morciano di Romagna, fondata nel 1913 dal Prof. Ernesto Montanari, chirurgo, ed è oggi la più antica Casa di Cura della Romagna. Da sempre svolge funzione di Ospedale civile come era in-tendimento del suo ed ancora oggi la Casa di Cura, coeren-temente con la propria storia e con il ruolo riconosciuto di Ospedale di Prossimità, tiene fede alla originaria missione provvedendo a fornire risposte appropriate alle esigenze del territorio della Valconca, coordinando ed integrando la pro-pria attività con l’Azienda USL della Romagna.Si è andata inoltre consolidando nel tempo una attività in fa-vore di pazienti provenienti da altre regioni, ed in particolare, dalla regione Marche. Ad oggi la mobilità attiva da tutte le regioni italiane si è ulteriormente intensificata anche grazie all’attività di chirurgia ortopedica (specializzata in protesi ar-ticolari e stabilizzazioni della colonna vertebrale) che affianca la chirurgia generale, oculistica, otorinolaringoiatrica, urolo-gica e bariatrica.L’ultimo ampliamento strutturale, iniziato nel 2002 e com-pletato nel 2005 ha portato al raddoppio delle superfici esi-stenti e ad un completo rinnovamento delle attrezzature e dei locali.La struttura attuale corrisponde ai requisiti normativi in vigo-re è accreditata con il SSN e certificata secondo le norme ISO 9001/2008.Attualmente la struttura ha 80 p.l. autorizzati, 30 di Medicina Generale e Lungodegenza, 50 di chirurgia polispecialistica (di cui 30 accreditati) ed un blocco operatorio dotato di tre mo-
derne sale. L’attività di Diagnostica per immagini, comprensi-va di TAC, RM ed ecografia è stata aggiornata con un sistema di raccolta immagini e referti in formato digitale (RIS-PACS) che permette la distribuzione ai pazienti di CD con immagini e referti firmati digitalmente.La refertazione digitale è stata adottata da tutto il Poliambu-latorio, che comprende le branche specialistiche di urologia, cardiologia, endocrinologia, dermatologia, ortopedia e trau-matologia, fisiatria, neurologia, oculistica, angiologia (eco-doppler), la densitometria ossea, urologia, chirurgia plastica, otorinolaringoiatria e il Laboratorio Analisi con punti prelievi. Anche le attività di Endoscopia, l’ambulatorio chirurgico e il Presidio ambulatoriale di Medicina fisica e Riabilitazione con i relativi box per le diverse tipologie di terapia fisica e la pa-lestra, sono presenti ed attive sia privatamente che in accre-ditamento.Il prossimo passo della Casa di Cura sarà terminare la co-pertura wi-fi della struttura e completare il processo di di-gitalizzazione delle informazioni sanitarie includendo anche il passaggio ad un cartella clinica elettronica integrata per i pazienti. Il passato ed il futuro si incontrano nell’attività della Casa di Cura.
MAKING Aziende storiche
CASA DI CURA MONTANARICENT’ANNI E NON LI DIMOSTRA
PROFESSIONALITà ED ALTA SPECIALIZZAZIONE IN ROMAGNA
Intervento luglio 1916, in primo piano il prof. Ernesto Montanari
La casa di cura ai primi del novecento
RIMINI-RSM92.5-101-101.2-101.7-103
FORLÍ CESENA-RAVENNA103-91.1-90.8-94.6-94.2-106.4
BOLOGNA-IMOLA93-91.3-103
FERRARA105.8-93
PESARO URBINO90.5-90.6-90.7-91.1-96-101.7
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LRRISTORANTE
S P E C I A L I T A’ P E S C E
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«La nostra partenza, nel secolo scorso, è quella di un fabbro e del suo laboratorio artigianale. Oggi siamo una famiglia di 150 persone. I nostri prodotti nascono dall’incontro fra la creatività degli architetti e la capacità tecnologica che ab-biamo sviluppato di plasmare e assemblare materiali diversi: un tailor-made di nuova generazione, definibile “artigianato industriale”». Così spiega Maurizio Focchi, vice presidente di Confindustria Emilia Romagna e AD del Gruppo Focchi di Ri-mini, fondato nel 1914 e specializzato nella progettazione e realizzazione di facciate esterne di edifici.«Negli anni, la collaborazione con i grandi progettisti di opere dal respiro internazionale ci ha offerto il privilegio di parteci-
pare alla realizzazione di edifici diventati i simboli del rinnova-mento architettonico e urbanistico nel mondo». Con Renzo Piano, per esempio, Focchi ha partecipato alla costruzione dell’aeroporto internazionale di Kansai a Osaka. «Le imprese italiane devono saper fare rete. Creando unioni virtuose che, messe insieme, funzionano meglio e portano innovazione. Nel progetto giapponese con Piano, per esempio, abbiamo coinvolto un’azienda italiana produttrice di carburatori da moto per fare le fusioni degli interni».Mentre a Milano il Gruppo Focchi sta ultimando l’abito della Torre Allianz Isozaki, l’edificio più alto d’Italia (202 mt), a Lon-dra ha terminato il nuovo centro direzionale in King’s Cross, di vetro e terracotta, voluto dal braccio immobiliare di Bnp Paribas dove avrà sede anche il quartier generale inglese di Google. Sempre nella capitale britannica, ha aperto il nuovo cantiere di lavoro Four Kingdom Street per un edificio dire-zionale, in zona Paddington, progettato dallo storico Studio Allies and Morrison Architects, mentre nell’antica Oxford, ha partecipato al progetto del campus universitario dello Studio Design Engeen che ha vinto il Sustainability Award e il RIBA Award 2014. Il Gruppo Focchi è una storia italiana di grande bellezza che sta contribuendo ad accrescere il prestigio del Made in Italy nel mondo. «Il trend principale è teso al ritorno verso una ricerca di verità, di spazi che rispondano ai bisogni di cambia-mento delle comunità, di sostenibilità ambientale e di boni-fica delle scorie del Novecento». Conclude Maurizio Focchi. «Etica e creatività riposizionano l’uomo al centro. Oggi più che mai, ogni imprenditore deve restituire alla società, e so-prattutto ai giovani, fiducia ed energia per un mondo più giusto e appassionante». www.focchi.it
MAKING Aziende storiche
DA OLTRE 100 ANNI IL GRUPPO FOCCHI ESPORTA BELLEZZA E COSTRUISCE IL FUTURO
DALLA TORRE PIù ALTAD’ITALIA AL qUARTIERGENERALE DI GOOGLE A LONDRA
Maurizio Focchi, AD Gruppo Focchi Spae vice presidente Confindustria Emilia Romagna
La Torre Allianz Isozaki CityLife di Milano, l’edificio più alto d’Italia (202 mt)
Da sinistra: La nuova libreria e “teaching room” nel campus dell’università di Oxford. Il nuovo centro direzionale in King’s Cross, a Londra: nuovo quartier generale inglese di Google. L’aeroporto di Kansai a Osaka, in Giappone, progettato da Renzo Piano.
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49MAKING Aziende storiche
GRAFICHE MDM:90 ANNI DI NON SOLO STAMPE
La storia di Grafiche MDM inizia nel 1925, quando Publio Marzocchi fonda la Società Tipografica Forlivese. Pur cam-biando nome in Grafiche MDM, la tipografia rimane sostan-zialmente una bottega artigianale fino al 1989, quando Sau-ro Casadei, un imprenditore del settore della carta, acquista le quote societarie di Marzocchi e diventa proprietario. Sei anni dopo, nel 1995, anche Danilo Casadei, figlio di Sauro e attuale titolare e amministratore delegato, entra in azienda. La strategia imprenditoriale della nuova proprietà è forte-mente orientata alla crescita e compie una serie di investi-menti per aumentare la competitività e aprire le porte a nuovi mercati. Una strategia che si rivela vincente. Al suo 90° an-niversario, Grafiche MDM è passata dall’essere una bottega con 7 addetti nel 1989, all’eccellenza industriale tipografica che è oggi, con il 30% di fatturato proveniente dell’estero e più di 50 dipendenti; un dato particolarmente interessante se si considera che in Italia il 94% delle aziende del settore ne conta meno di 10. Un’eccellenza testimoniata anche dalle
certificazioni Uni En Iso 9001 per la Qualità, Uni En Iso 14001 per l’Ambiente e la Certificazione FSC per l’utilizzo di carta proveniente esclusivamente da foreste controllate e gestite responsabilmente.“Per essere competitivi in un settore come il nostro è fon-damentale investire continuamente in nuove strumentazioni e nuovi software, questo è l’unico modo per continuare a crescere.” Racconta Danilo Casadei, che oltre a essere titola-re di Grafiche MDM è anche Presidente del Gruppo Giovani Industriali di Unindustria Forlì – Cesena. “Uno degli effetti della globalizzazione e dell’avvento del web è la progressiva riduzione della tiratura di ciò che si stampa; non solo riviste ma anche brochure, poster e via dicendo. Diversificare l’of-ferta e ampliare il proprio portafoglio prodotti per arrivare a nuovi mercati è diventato fondamentale. Oltre ad avere un piano macchine costantemente aggiornato, Grafiche MDM è strutturata in cinque reparti che seguono tutto il processo di lavorazione, dalla fase pre-stampa alla logistica del prodotto finito. Questo ci permette di rispondere alle esigenze di ogni clientela. Inoltre, grazie alla possibilità di seguire la lavorazio-ne via internet senza dover venire personalmente in azienda, possiamo lavorare con clienti in tutta Italia e all’estero. Gli stabilimenti non chiudono mai, nemmeno di notte. In que-sto modo forniamo assistenza in qualunque momento, un servizio fondamentale quando si lavora con clienti stranieri.”
FESTEGGIANDO IL 90° ANNIVERSARIO,DANILO CASADEI RACCONTA UNA
STORIA DI SUCCESSOFATTA DI INVESTIMENTI CONTINUI
E INNOVAZIONI
Danilo Casadei
50 Aziende storiche MAKING
SACIM nasce nel 1920 in Viale Oberdan 17 a Cesena, per opera di quattro carpentieri. Nel giro di poco, uno dei soci lascia l’attività e G. Molari, A. Ravegnani e L. Valzania, si spe-cializzano, nel 2° dopoguerra, nella costruzione di cisterne. Nel 1955, con l’aumento del carico di lavoro, SACIM ha la ne-cessità di spostarsi in uno stabilimento più grande in Via Car-lo Cattaneo 109, sempre a Cesena. Con gli anni ’60 arriva il primo ricambio generazionale della classe dirigente e inizia il processo di industrializzazione dell’impresa. SACIM continua a crescere ma, parallelamente, cambiano anche i metodi e le esigenze di lavorazione: con la razionalizzazione del traspor-to e l’aumento delle dimensioni dei rimorchi diventano più grandi anche le cisterne. Nel giro di qualche decennio, pur continuando a espandersi, anche lo stabilimento di via Cat-taneo mostra diversi limiti strutturali. A metà anni ’90, l’Ing. Paolo Molari, a guida dell’azienda, in accordo con il Comune di Cesena, inizia a cercare una nuova area dove trasferire l’at-tività mentre l’Ing. Francesco Molari, attuale Presidente del CdA e nipote di Paolo, entra in SACIM. Sarà proprio France-sco che, proseguendo sulla strada tracciata dal nonno e dallo zio, inaugurerà a breve la nuova sede in Piazzale Francesco Arcano 44, sempre a Cesena.“Bisogna sempre guardare le cose in positivo, è questa la chiave per fare impresa”, spiega l’Ing. Molari, Presidente di
SACIM e membro di Giunta di Federmeccanica. “La crisi ini-ziata nel 2009 e prolungatasi per diversi anni ci ha costret-to a fermare i lavori di costruzione della nuova sede, ma è stato uno stop temporaneo. Non potevamo aspettare che il mercato ripartisse quindi ci siamo riorganizzati per cercarne di nuovi. Negli anni ’90, l’80% dei ricavi proveniva dall’Italia e solo il restante 20% dall’estero. Oggi le percentuali sono invertite. Facciamo un prodotto tecnologicamente avanzato con un buon rapporto qualità prezzo e siamo competitivi in molti mercati perché non temiamo il confronto con i produt-tori locali. Al momento lavoriamo molto con il Nord Africa, il Medio Oriente e il Sudamerica, ma contiamo di arrivare anco-ra più lontano già nei primi mesi del 2016. Spostare un’intera industria è stato difficile ed estenuante, ma era necessario per continuare a garantire la qualità delle nostre cisterne, amplia-re le possibilità di customizzazione del prodotto e realizzare nuove proposte. Il nuovo stabilimento è stato costruito stu-diando accuratamente il flusso produttivo sui moderni con-cetti del lean thinking: abbiamo calcolato le esigenze future e eliminato le inefficienze della vecchia sede. Inoltre, proget-tandolo da zero, lo abbiamo adeguato immediatamente alle normative vigenti, mettendoci così in una posizione avvan-taggiata rispetto ai nostri competitor. Siamo un’industria che lavora a commessa e che ha fatto della customizzazione del prodotto il proprio punto di forza. Non è un caso se i nostri operai sono chiamati “i sarti delle cisterne”.
LA STORICA AZIENDA CESENATE FESTEGGIA I 95 ANNI INAUGURANDO LA NUOVA SEDE, NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE GUARDANDO AL FUTURO
SACIM: CISTERNE DI “SARTORIA” DAL 1920
Francesco Molari
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750 235.000 0
locali pubblici in cui è distribuito:
(HDQ High Diffusio Quality)
cinema multiplex in distribuzione esclusiva:
(CinemaCity/ Astoria Ravenna)
lettori stimati a settimana:
alberi abbattuti per stampare 24weekly:
il free press di fotonotizie più diffuso di Ravenna e Provincia
Questione di numeri.
esce il mercoledì, in HDQ, la diffusione di alta qualità
che rispetta persone e ambiente. La Natura ringrazia
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