manuale di istruzioni 2012

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MANUALE DI ISTRUZIONI 2012 SEEGER BRIDGE ELASTIC SEEGER BAR RESINA-FILO-ARMATA OVERDENTURE

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ISTRUZIONI BONONIA IMPLANT SISTEM

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Page 1: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

MANUALE DI ISTRUZIONI

2012

SEEGER BRIDGEELASTIC SEEGER BARRESINA-FILO-ARMATA

OVERDENTURE

Page 2: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

INDICE1 BONONIA IMPLANT SYSTEM - INTRODUZIONE3 ATTACCO IN TITANIO O.T. EQUATOR - ISTRUZIONI D’USO4 IMPRONTE E MODELLI IN GESSO5 PLACCHETTE DI PROVA IN RESINA - STUDIO/LABORATORIO6 TRAVATE CON SOTTOSQUADRI - MONCONI IN TITANIO7 SEEGER BRIDGE - INSERZIONI DISPARALLELE - MOLLE SEEGER E MONCONI IN TITANIO9 CARICO IMMEDIATO - RESINA-FILO-ARMATA12 COSTRUZIONE PROVVISORIO - RESINA-FILO-ARMATA16 SEEGER BRIDGE - PONTI CIRCOLARI - MONCONI CALCINABILI - SISTEMA A19 SEEGER BRIDGE - TORONTO BAR MONCONI CALCINABILI - SISTEMA A20 PICCOLI PONTI - SISTEMA A22 SEEGER BRIDGE TORONTO BAR MONCONI IN TITANIO E GUAINA CALCINABILE - SISTEMA B23 MONCONI IN TITANIO CEMENTATI DIRETTAMENTE IN BOCCA AL PAZIENTE24 MONCONI CALCINABILI CON BASE E SPINOTTO QUADRATO NON ROTANTE25 PONTE CIRCOLARE SU IMPIANTI NOTEVOLMENTE DISPARALLELI27 TRASFORMAZIONE DI PROTESI, DA MOBILE A FISSA29 OVERDENTURE - ATTACCO IN TITANIO O.T. EQUATOR CON RIVESTIMENTO TiN31 MINI-MEDIO IMPLANT33 KIT STUDIO-LABORATORIO-STUDIO ATTACCHI CALCINABILI O.T. EQUATOR34 PIVOT O.T. EQUATOR - OVERDENTURE RADICI35 COMPONENTI E ACCESSORI

GLI ATTACCHI O.T. EQUATOR VENGONO COSTRUITI PER OGNI TIPO E MARCADI IMPIANTI IN COMMERCIO

Occorre essere precisi ed inviare i seguenti dati:- Marca e tipo dell’impianto

- Diametro dell’impianto- Altezza dell’abutment

H da 0,5 a 7 mm per impianti ad esagono interno, H da mm 1,7 a 7 per impianti ad esagono esterno

Per alcune marche di impianti gli ordini partono in giornata, per le marche meno cono-sciute gli ordini vengono evasi entro 3-4 giorni.

PER ORDINARE GLI ATTACCHI O.T. EQUATOR

Gli attacchi O.T. Equator vengono forniti anche in piccole quantità (due o tre pezzi) o in grandi serie direttamente alle case produttrici di impianti

Page 3: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

Un progetto del laboratorio di ricerca MIUR Rhein 83con la collaborazione della

Università di Modena e Reggio EmiliaFacoltà di Medicina e Chirurgia.

Dipartimento ad attività integrata di Chirurgie Specialistiche Testa-Collo.Centro ricerche e sviluppo di metodologie

diagnostico-terapeutiche in chirurgia ricostruttiva, implantoprotesi e materiali odontoiatrici.

Direttore Prof. Ugo Consolo

BONONIA IMPLANT SYSTEMBononia Implant System presenta una tecnica implantoprotesica nuova nata da un’evoluzione sferica, modificando la sfera O.T. Cap e creando l’attacco O.T. Equator. Si tratta di un pila-stro universale di ancoraggio protesico che consente di connettere sia dispositivi protesici fissi che rimovibili. Tale pilastro può essere impiegato su qualunque sistematica implantare e mira alla semplificazione delle procedure operative cliniche e tecniche. Spesso le case produttrici di impianti hanno sistematiche che prevedono l’impiego di componenti transmucose per le varie fasi realizzative di protesi fissa o rimovibile. Tali componenti sono spesso specifiche per ogni sistematica implantare, ogni produttore tende a scoraggiare l’impiego di pilastri non contemplati nel proprio catalogo chirurgico-protesico e ritiene rischioso l’impiego di componenti macchinati in Titanio di altre produzioni. Tuttavia appare discutibile come, nella pratica clinica, sia ritenuto accettabile riabilitare un paziente con pilastri protesici calcinabili da trasformare in fusioni a cera persa. La maggior parte dei protocolli operativi, inoltre, prevede l’impiego di vari pilastri provvi-sori specifici per le prime fasi di guarigione dei tessuti molli perimplantari che vengono sostituiti in seguito dai pilastri definitivi. La letteratura tende però a criticare le manovre di sostituzione dei pilastri implantari ed i continui svitamenti ed avvitamenti di questi pilastri per le potenzialità lesive della giunzione gengivale a livello del tragitto transmucoso che possono portare ad un incremento del riassorbimento osseo perimplantare. L’attacco O.T. Equator viene utilizzato in protesi fissa abbinato ad una molla elastica denominata Seeger che semplifica e migliora la con-nessione della protesi all’impianto. Un’altra caratteristica di questo abutment riguarda i problemi di sottosquadro e di divergenza fra gli impianti, che viene risolto senza ricorrere ad altri acces-sori tipo MUA, o senza dover costruire monconi paralleli fusi o prodotti Cad-Cam. Gli obiettivi ideali del pilastro implantare O.T. Equator transmucoso consistono nella semplificazione della procedura operativa grazie all’uso di un unico pilastro senza necessità di sostituzione durante l’intero trattamento. La sistematica concentra in un singolo pezzo avvitato le funzioni delle viti di guarigione, dei pilastri provvisori e dei pilastri definitivi, sia per i casi di overdenture, che nei casi di protesi fissa; ne consegue che tutte le sedute con il paziente e le operazioni intermedie (impronte, prova ed applicazione della protesi finita) vengono eseguite in pochi minuti grazie all’abutment O.T. Equator che si trova già avvitato sull’impianto. A questo ne deriva un impor-tante vantaggio biologico poiché il rispetto del collare transmucoso, fin dalla prima chirurgia e la successiva preservazione della giunzione connettivale ed epiteliale contribuiscono alla pre-venzione del riassorbimento osseo perimplantare. Infine, emerge un vantaggio protesico dato dalle varie soluzioni di ancoraggio sullo stesso pilastro con possibilità di modulare, nella protesi rimovibile, il grado di ritenzione, mentre nella protesi fissa permette al clinico alcune interessanti opzioni operative nel superamento dei disparallelismi implantari e nelle protesi Toronto Bridge ad elevata valenza estetica. Con l’impiego delle molle Seeger viene assicurata la stabilità della protesi fissa sull’impianto evitando lo svitamento delle viti e l’eventuale possibile rottura. Inoltre, gli accorgimenti tecnici abbinati alle molle Seeger alloggiate all’interno dei monconi, consentono l’inserzione di travate anche su impianti disparalleli fra loro di 45°-50°.

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Bononia Implant System è una nuova tecnica im-plantoprotesica universale. Dall’evoluzione sferica è nato O.T. Equator. Da un’evoluzione tecnica sono nate le molle Seeger Bridge ed Elastic Seeger Bar. Bononia Implant System è una sistematica implan-toprotesica completa dalla chirurgia alla protesi. Questo manuale è un protocollo e una guida per gli operatori, dentisti ed odontotecnici. Applicando sempre l’abutment O.T. Equator nelle fasi chirurgi-che e seguendo i consigli tecnici, si ottengono ri-sultati biologici importanti e si semplificano tutte le procedure con risultati tecnici di qualità.

BONONIA IMPLANT SYSTEM

(3) Tutte le procedure, compresa la consegna della protesi finita al paziente, sono estremamente semplici. La protesi provvisoria, fissa o mobile, è sempre ancorata all’attacco O.T. Equator ed è pratico rimuoverla dall’attacco per poi rimontarla dopo le impronte e le varie prove.

QUESTO MANUALE GUIDA GLI OPERATORI IN TUTTE LE FASI DALLA CHIRURGIA ALLA PROTESI(1) gengiva libera

attaccoemidesmosomialeattaccoconnettivo

(2)

(3)

(4)

(5)

(6)Tutte queste sedute in bocca al paziente, lavorando sempre sopra l’attacco O.T. Equator e non intervenendo mai all’interno degli impianti, vengono eseguite in tempi brevi dai 15 ai 30 mi-nuti ciascuna. Operando in questo modo si mantengono intatti i legamenti dei tessuti molli al Titanio che saranno una barriera a difesa dell’impianto sottostante.

Chi presenta una tecnica nuova, deve dimostrare di averla collaudata per alcuni anni presso professionisti qualificati, per assicurarsi della sua funzionalità ed efficacia.

Per comprendere e valutare l’efficacia di una nuova tecnica occorre fare delle attente valutazioni:- tener presenti le difficoltà incontrate quotidianamente con le tecniche abituali- cercare le soluzioni nelle nuove tecniche individuandone gli eventuali vantaggi

(6) Il montaggio del ponte finito viene fatto applicando una pressione per far scattare il seeger oltre l’equatore delle semisfere e bloccare il ponte agli attacchi O.T. Equator.

(1) Applicare sempre l’attacco O.T. Equator nelle fasi chirurgiche, non smontandolo più, in seguito si otterrà il legamento dei tessuti molli con il Titanio e si semplificheranno tutte le procedure protesiche future.(2) Anche durante il rilievo dell’impronta non si smonta l’attacco O.T. Equator dall’impianto, ma si inserisce il transfer sulla sfera dell’at-tacco.

(4) Il rilievo dell’articolazione centrica è un’operazione facilitata, perché viene fatta con delle placchette di prova in resina, stabilizzate sopra gli attacchi O.T. Equator con delle cappette elastiche ritentive.

(5) Anche la prova dei denti viene fatta con le placchette di prova stabilizzate sopra gli attacchi O.T. Equator, coinvolgendo il paziente e il dentista che valuteranno l’estetica, l’ingombro e le prove fone-tiche. Nella stessa seduta, o in una sucessiva, si può provare la travata fusa del ponte.

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BONONIA IMPLANT SYSTEMALCUNE PREROGATIVE E VANTAGGI NEI CONFRONTI DI ALTRE TECNICHE

L’attacco O.T. Equator è applicabile a tutti i tipi e marche di impianti, senza acquistare nuove attrezzature ma utilizzando quelle normalmen-te già in uso in studio e in laboratorio.

SEEGER E TOLLERANZETutte le case produttrici di impianti presentano gli accessori e le compo-nenti in Titanio costruiti con la massima precisione con tolleranze minime fra loro. Alcuni di questi particolari creano problemi al dentista e all’odon-totecnico che per progettare protesi su impianti disparalleli, debbono ri-correre a esecuzioni laboriose e a volte tecnicamente rischiose; in alcuni casi sono costretti a ritoccare manualmente dei particolari in Titanio mac-chinati meccanicamente per poterli assemblare fra loro. Per questo motivo sono nate le molle Seeger che hanno eliminato il contatto fra le componen-ti di connessione della protesi agli impianti, facilitando l’inserzione, miglio-rando e garantendo contemporaneamente la massima tenuta.

Le molle Seeger sono la novità più importante del sistema per-chè assicurano la passivazione e il bloccaggio della protesi. Le viti non si svitano e non si rompono.

In sottosquadri molto accentuati fra impianti si ottiene la stabilità con i soli Seeger senza le viti, semplificando la soluzione e preservando l’estetica.

Tempi di lavoro ridotti del 50% - 60%in studio e in laboratorio.

Con le cappette ritentive e i mini transfer a strap-po è possibile guidare e mantenere il perimetro gengivale.

Con i monconi extragrade si inseriscono protesi passive anche su impianti disparalleli fra di loro di oltre 50°

Con i Mini-Medio Implant si applicano protesi over-denture singole, protesi a barra Elastic Seeger e si sostituiscono denti singoli.

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ISTRUZIONI D’USOL’ABUTMENT - ATTACCO O.T. EQUATOR VA MONTATO SEMPRE NELLE FASI CHIRURGICHE

STUDIO DENTISTICOMONTAGGIO ATTACCO O.T. EQUATOR IN BOCCA AL PAZIENTEMontare sempre l’abutment O.T.Equator nelle fasi chirurgiche, al posto delle viti di guarigione, sia nella scopertura di impianti già osteointegrati che nell’implantologia a carico immediato, senza più rimuoverli. È con-sigliabile avvitare manualmente l’attacco all’impianto a fine corsa; strin-gere forte, svitarlo, tornare a stringere e avvitarlo di nuovo. Ripetendo questa operazione due-tre volte, si noterà che l’attacco sembra bloccato all’impianto. Questa manovra crea una specie di adattamento fra i filetti maschio e femmina della vite che in seguito difficilmente si sviterà. Dopo questa manovra, volendo si può serrare la vite con un dinamometro a 15 - 20 Newton.

Montando l’attacco O.T. Equator nelle fasi chirurgiche si ottiene l’accostamento e il legamento dei tessuti molli al Titanio. Questa sarà una barriera a futura difesa dell’impianto sottostante che, non avendo più comunicazione con l’esterno, non sarà soggetto ad infiltrazioni, anche perchè il foro filettato sulla testa dell’attac-co O.T. Equator è un foro chiuso.

gengiva libera

attaccoemidesmosomialeattaccoconnettivo

PER IL RILIEVO DELLE IMPRONTE ESISTONO TRE TIPI DI MONCONI TRANSFER PER IMPRONTARE

Transfer in Titanio con foro passante e vite di bloccaggio da avvitare all’attacco in bocca. Queste impronte vanno rilevate con un portaimpronte individuale preparato con fori passanti in corrispon-denza dei transfer. Questi fori verranno chiusi con cera morbida per contenere il materiale da impronta permettendo alle viti lunghe di passare oltre la cera e poter essere svitate per togliere l’impronta dalla bocca, quando il silicone si sarà rappreso.

Transfer in plastica a strappo per improntare che va montato sopra l’attacco O.T. Equator. In questo caso si possono usare un sili-cone e un portaimpronte standard. Usare l’inseritore blu per inserire il transfer sull’attacco in bocca.

CARICO IMMEDIATOMini Transfer in plastica a strappo per improntare in bocca al paziente dopo la chirurgia a carico immediato utilizzando come portaimpronta il ponte provvisorio provato in precedenza e scavato internamente lungo la cresta alveolare. Usare l’inseritore blu per inserire il Mini Transfer sugli attacchi O.T. Equator(Vedere anche protesi a carico immediato a pag. 10)

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Le tecniche che non prevedono il montaggio sulle fixture dopo la chirurgia dell’elemento di collegamento definitivo con la protesi, costringono in tutte le sedute successive, compresa la consegna della protesi finita, a smontare dall’interno dell’impianto i supporti di collegamento con la protesi, con i seguenti inconvenienti:- strappo dei legamenti fra Titanio e tessuti molli;- dolore e sanguinamenti che a volte richiedono l’anestesia- tempi lunghi delle prove dovute al montaggio e smontaggio delle protesi provvisorie e all’attenzione per non confondere i vari sup-porti creati su misura per ogni impianto.

O.T. EQUATOR: CONFRONTO CON ALTRE TECNICHE

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PREPARAZIONE IMPRONTE E MODELLI IN GESSO

LABORATORIO

Transfer in Titanio:Inserire nell’impronta con i transfer in Titanio l’analogo inox di O.T. Equator e bloccarlo dalla parte opposta dell’impronta avvitando la vite lunga.

Transfer in plastica a strappo:inserire prima l’analogo inox nella sede del transfer di plastica a strappo, poi inserire il tran-sfer nell’impronta.

CARICO IMMEDIATO:Mini Transfer in plastica a strappo Inserire prima l’analogo inox nella sede del Mini Transfer di plastica a strappo, poi inseri-re con attenzione il transfer nell’impronta. Per fermarlo si può usare una piccola quantità di colla. Colare il gesso con attenzione.

MODELLI IN GESSO CON ANALOGHI INOX O.T. EQUATORSviluppare con cura il modello in gesso rispet-tando le proporzioni acqua-polvere ed il tempo di presa consigliati dalle case produttrici.

CARICO IMMEDIATOI modelli vanno montati in articolatore prima di togliere l’impronta. Nei modelli in gesso, con gli analoghi inox O.T.Equator, non occorre cre-are gengiva in silicone o resina molle, perchè gli analoghi inox sono sempre in superficie e il gesso di contorno non si rompe durante la lavorazione.

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COSTRUZIONE PLACCHETTE DI PROVA IN RESINA CON CAPPETTE RITENTIVE O.T. EQUATOR

UNO DEI VANTAGGI ESCLUSIVI DI QUESTA SISTEMATICALABORATORIO(1) Inserire le cappette riten-tive (nere o gialle) all’interno dei contenitori inox, montarle sopra gli analoghi O.T. Equa-tor. (2) Costruire una piccola placchetta in resina che inglo-bi i contenitori. (3) Applicare un vallo di cera sulla placchet-te di prova in resina.

(1) (2)

STUDIO DENTISTICO

PLACCHETTE DI PROVA IN RESINA IN BOCCA AL PAZIENTE BLOCCATE SUGLI ATTACCHI O.T. EQUATOR

Grazie alla stabilità del-la placchetta in bocca al paziente, bloccata sopra gli attacchi O.T. Equator, sarà semplice per il den-tista rilevare le dimen-sioni verticali e centrica, senza errori.

MODELLI IN ARTICOLATORELABORATORIORiportati i dati gnatologici sull’arti-colatore, togliere dalla placchetta il vallo di cera. Sulla placchetta in resina montare dei denti prefabbri-cati in commercio, curare con pre-cisione la dimensione e l’estetica della protesi in prova, come fosse finita.

PLACCHETTE DI PROVA IN RESINA, PROVE FUNZIONALIED ESTETICHE IN BOCCA AL PAZIENTE

Grazie alla stabilità della placchetta, durante queste prove il paziente viene coinvolto e sarà in grado di valutare l’estetica e la fonetica ed avere un’idea precisa di come sarà il lavoro fi-nito.

Il dentista, non dovendo smontare l’attacco O.T. Equator, eseguirà queste prove con sicurezza e in pochi minuti. Seguendo le indicazioni del-la prova il lavoro potrà essere finito, come da progetto, con denti in resina, in composito o in ceramica.

STUDIO DENTISTICO

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(3)

Page 9: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

MODELLI IN ARTICOLATORE

PLACCHETTE DI PROVA IN RESINA, PROVE FUNZIONALIED ESTETICHE IN BOCCA AL PAZIENTE

PROGETTARE TRAVATE FISSE CON DIVERGENZE E SOTTOSQUADRI FRA IMPIANTI

Il sottosquadro fra impianti è frequente ed è una sfida quotidiana per gli operatori impegnati nella costruzione di manu-fatti protesici che soddisfino le richieste del clinico, prima fra tutte l’inserzione passiva della struttura sulle fixture.

Con il sistema Bononia Implant System si sono fatti progressi importanti ma, per risolvere alcuni casi particolari, que-sta tecnica va applicata con uno studio e un progetto appropriati ad ogni singolo paziente. Per superare i sottosquadri fra gli impianti e ottenere la passivazione delle travate, in laboratorio occorre progettare le protesi con una linea d’in-

serzione che varia per ogni progetto protesico.

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MONCONE IN TITANIO NORMO

MONCONE IN TITANIO EXTRAGRADE

MONCONE CALCINABILE

“A”

“B” “C”

(foto1)

(foto2) (foto3)

(foto4)

“A”“B”

Quando il disparallelismo sul modello si presenta a raggiera (foto 2), il progetto può essere più complesso. In questi casi, costruendo la travata si devono usare monconi in Titanio Extragrade (foto 3) e rivolgere la svasatura dei monconi in direzione dei sottosquadri; anche i Seeger inseriti nel moncone devono avere l’apertura della molla rivolta verso il sottosquadro. In questo progetto si è sempli-ficato il caso,riducendo a due le linee d’inserzione. La struttura andrà inclinata e inserita prima sulle fixture della linea “A” e successivamente su quelledella linea “B” (foto 4)

Quando esiste un disparallelismo accentuato fra sei o sette impianti, oc-corre usare i monconi Extragrade su tutti gli abutment con at-tacco O.T. Equator e selezionare solo alcuni abutment (quattro o cin-que) da connettere con i Seeger e le viti passanti. Nei restanti impianti (due o tre) il bloccaggio della travata viene affidato ai soli attacchi O.T. Equator con i Seeger, senza le viti passanti. In questi casi il proget-to va fatto distribuendo con equilibrio le viti e i Seeger (sarebbe sba-gliato progettare in un lato del ponte tutti Seeger con le viti e dal lato opposto mettere solo Seeger). Anche senza le viti, la stabilità delle molle Seeger assicura una buona tenuta, perché non sono sottoposte ad usura. Nei settori frontali il bloccaggio con i soli Seeger a volte ri-solve anche problemi estetici , dove il passaggio della vite sugli impian-ti molto divergenti deturperebbe l’estetica e potrebbe indebolire il dente.

Nei casi dove esistono dei sottosquadri disposti su linee rette (foto 1) si dovrà inserire la protesi finita prima sugli attacchi O.T. Equator disposti lungo la linea “A”, tenendo la pro-tesi inclinata in direzione delle divergenze degli impianti incisivi, in seguito comprimere la protesi in zona B e C e far scattare in posizione i Seeger oltre gli attacchi O.T. Equator.

I MONCONI IN TITANIO EXTRAGRADE SONO L’ALTERNATIVA A TECNICHE PRECEDENTI PIU’ COMPLICATE E COSTOSE

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INSERZIONI DISPARALLELEMOLLE SEEGER: COME E PERCHè FUNZIONANO

ALL’INTERNO DEI MONCONI NELLA PROTESI FISSA SEEGER BRIGDE

I MONCONI IN TITANIO PER PROTESI FISSASONO DI DUE TIPI

MONCONE IN TITANIO NORMO ø interno 3mm ø 3mm

MONCONE IN TITANIO EXTRAGRADE ø interno 3mmpiù svasatura di 0,67mm ø 3.67mm

SFERA DELL’ATTACCO O.T.EQUATOR ø esterno di 2,5mm

ø 2.5mm

MOLLA ELASTICA SEEGER CON MANICOPER PROTESI FISSA SEEGER BRIDGE

I MONCONI IN TITANIO NORMO per protesi fissa hanno un dia-metro circolare interno di 3 mm. La sfera dell’attacco O.T. Equa-tor ha un diametro esterno di 2,5 mm; durante l’assemblaggio della protesi sugli impianti questa intercapedine fra il moncone e l’attacco consente, in base al progetto protesico, di superare divergenze di 35°-40°.

LA SFERA DELL’ATTACCO O.T. EQUATOR, durante l’inserzione della protesi, non è mai centrata con il foro del moncone. La tolleranza circolare fra i due particolari in Titanio è di 0,25 mm in tutto il perimetro, quando la sfera, per motivi di disparallelismo, si trova tutta da un lato, dal lato opposto lo spazio fra la sfera e il moncone è di 0,5 mm.

I MONCONI IN TITANIO EXTRAGRADE con il diametro circolare inter-no di 3 mm più la svasatura Extragrade di 0,67 mm, vanno usati nei casi protesici con impianti molto disparalleli. La svasatura interna dei monconi (la cui direzione è indicata anche esternamente) va mon-tata in base al progetto e va allineata in direzione del sottosquadro dell’impianto dove la svasatura aumenta la tolleranza fra il moncone Extragrade e l’equatore della semisfera dell’attacco O.T. Equator, ottenendo la possibilità di inserzione della protesi anche con divergenze di oltre 50°.

ø 3mm

ø 3.67mm

Quando si monta il ponte sul modello o in bocca, per motivi di progetto e disparal-lelismo la sfera dell’attacco viene a trovarsi nella svasatura del moncone in Titanio Extragrade. Dalla parte opposta, la distanza della sfera dal perimetro circolare del moncone è di 0,67 mm. Quando la protesi è assemblata i Seeger nei monconi col-mano il vuoto fra semisfera e monconi dando posizione e stabilità alla protesi.

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Page 11: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

Durante l’inserzione della protesi sul modello, i monconi in Titanio con all’interno i Seeger incontrano le semisfere degli attacchi O.T.Equator che, essendo leggermente arrotondate in testa, ricevono la pressione della travata e favoriscono l’imbocco dei seeger. I Seeger, grazie a questa spinta, si allargano in punta e fanno scattare la travata in po-sizione, oltre gli attacchi. Essendo i Seeger leggermente elastici, in qualche altro punto del perimetro tendono a schiacciarsi leggermente fino a far scattare in posizione la travata del ponte. La memoria ela-stica permette ai Seeger di riprendere in poco tempo la loro forma e completare la tenuta.

Lo scatto del ponte attraverso gli attacchi O.T. Equator, per andare in posizione in bocca al paziente sopra agli impianti osteointegrati, non produce traumi. Una volta inserito il ponte con i Seeger ed avvitate le viti si ottiene la stabilità passiva. In rari casi, per l’eccesso di di-sparallelismo o per qualche minima imprecisione nella connessione, potrebbero rimanere piccole trazioni che sarebbero a carico del See-ger il quale in qualche punto potrebbe avere un contatto non passi-vo. Il Seeger, essendo leggermente elastico e mantenendosi ad una temperatura di circa 36 gradi a contatto con l’impianto osteointegrato (che è stabile nell’osso), è costretto a cedere e adattarsi in breve tempo fino a riprendere la sua funzione di elemento di passivazione.

PROVE DI LABORATORIO MONCONE IN TITANIO EXTRAGRADEDISPARALLELISMO FRA IMPIANTIDA 0° A 55°

(A) 1 attacco Equator su analogo a 0°.(B) 2 attacchi O.T. Equator su analoghi disparalleli di 55°.(C) Controparte con monconi in Titanio Extragrade con Seeger inseriti, notare l’apertura dei Seeger ri-volta in direzione del sottosquadro(D) Monconi in Titanio Extragrade durante l’inserzio-ne sugli attacchi O.T. Equator. (E) Monconi Extragrade inseriti sugli attacchi O.T. Equator con divergenza di 55°, oltre ai Seeger nei monconi, montando una sola vite sull’attacco a 0° i due particolari si bloccano in modo stabile senza possibilità di disassemblarsi.

(A) (B)

(C) (D) (E)

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Page 12: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

IMPLANTOLOGIA E PROTESI A CARICO IMMEDIATOCHIRURGIA E PONTE IN RESINA-FILO-ARMATA

Per l’implantologia a carico immediato la metodica Bononia Implant System prevede di preparare prima dell’intervento chirurgico una protesi semilavorata provvisoria, che va progettata e costruita ogni volta in base alla situazione del paziente. Qui presentiamo il caso di un paziente con quattro denti incisivi residui e due radici che verranno estratti. Occorrono due impronte in alginato, una superiore ed una inferiore ed un blocco di cera con i dati gnatologici per montare i modelli in articolatore. Viene preparato il ponte provvisorio semilavorato in resina. Questo ponte, finita la chirurgia con il paziente a riposo per due ore circa, viene costruito e finito in Resina-Filo-Armata e verrà fissato in bocca sopra agli attacchi O.T. Equator. Il paziente lascia la seduta con un ponte fisso robusto

igienico ed estetico che può rimanere in bocca per molto tempo (6-8 mesi ed oltre).

LABORATORIO Impronte in alginato, modelli in gesso e blocchi di cera.Modelli in articolatore. Montaggio denti in resina (prefabbricati in commercio) nelle zone edentule laterali.

LABORATORIO Viene costruita con resina trasparente una protesi parziale con placca palatale estesa.

STUDIO DENTISTICO Prima dell’intervento viene provato il provvisorio semilavorato,viene funzionalizzata e regolarizzata l’articolazione, limando con una fresa tutte le interferenze e i punti di contatto.

STUDIO DENTISTICO Viene rilevata e bloccata con precisione l’articolazione centrica con una chiave di resina autopolimerizzante. Questa chiave e la base della placca a contatto sul palato garantiscono di ritrovare i dati dell’articolazione dopo la chirurgia.

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Page 13: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

LABORATORIO Dopo la prova e la funzionalizzazione in bocca del provvisorio (mentre il dentista procede chirurgicamen-te) in laboratorio vengono estratti dal modello di gesso i denti incisivi e vengono montati dei denti in resina rispettando la linea precedente, ma migliorando l’estetica. Una volta completato in resina, il provvisorio viene svasato abbondantemente lungo tutta l’arcata dentale dove presumibilmente verranno inseriti gli impianti. In seguito verrà adattato e utilizzato anche come portaimpronte individuale.

STUDIO DENTISTICO Finito l’intervento chirurgico, estratti i denti e posizionati gli impianti, sui quali vengono avvitati gli abutment O.T. Equator di altezza adeguata ai tessuti molli, se-guendo il consiglio di avvitare, stringere e svitare l’attacco sull’impianto alcune volte, fino a sentirlo bloccato, si ottiene così quella specie di adattamento fra la vite femmina dell’impianto ed il filetto maschio dell’attacco, che in seguito difficilmente si sviterà. Inserire i Mini Transfer a strappo per improntare sopra gli attacchi O.T. Equator, usando l’apposito inseritore blu.Nei casi in cui sia possibile determinare l’altezza dell’abutment prima dell’intervento chirurgico si può ordinare un numero specifico di attacchi O.T. Equator.

STUDIO DENTISTICO In bocca, sopra i Mini Transfer, viene provato il ponte provvisorio che è stato svasato lungo la cresta alveolare e fungerà da portaimpronta individuale. Il provvisorio dovrà aderire al palato e, chiudendo la bocca, l’anta-gonista dovrà incrociarsi con la chiave occlusale in resina, marcata in precedenza dall’antagonista.

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KIT ASSORTIMENTO42 ATTACCHI

O.T. EQUATORABUTMENT H da 0,5 a 7mm

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STUDIO DENTISTICO Il provvisorio resterà macchiato di rossetto nei punti di contatto con i Mini Transfer. Nei punti macchiati si dovrà limare e ampliare maggiormente senza timori, se si dovesse rovinare qualche dente verrà riparato senza problemi durante la finitura. Riprovare il provvisorio in bocca prima di improntare.

STUDIO DENTISTICO Per Improntare utilizzare il ponte provvisorio con il palato, usando un materiale di posi-zione solido (elastomero) e far chiudere la bocca al paziente. La chiave in resina guiderà l’antagonista in posizio-ne e riuscirà a ritrovare con precisione l’occlusione centrica.

STUDIO DENTISTICO Provare e controllare bene che non vi siano interferenze fra i Mini Transfer ed il provvisorio. Una valida verifica (senza usare paste di controllo) può essere fatta sporcando i Mini Transfer con del rossetto per labbra. Riposizionare in bocca il provvisorio.

STUDIO DENTISTICO Il paziente riposa due ore circa in attesa del ponte provvisorio finito.

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Page 15: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

COSTRUZIONE DEL PROVVISORIO IN RESINA-FILO-ARMATA CON MONCONI IN TITANIO A FORI PASSANTI

LABORATORIO L’esecuzione del ponte provvisorio, in questo caso, risulta partico-larmente difficoltosa per i notevoli sottosquadri degli impianti. Si progetta di costruire il ponte e fissarlo in bocca al paziente su quattro impianti con il Seeger e la vite, mentre sui restanti due impianti sarà sufficiente bloccare il ponte con i soli Seeger senza la vite. Per colare il modello, inserire prima gli analoghi inox nei Mini Transfer, poi posizio-narli con attenzione nell’impronta. Per fermare in posizione i Mini Transfer nell’im-pronta si può usare della colla.

LABORATORIO Colare il modello con attenzione e montarlo in articolatore, usando un gesso a presa rapida. Control-lare che la chiave di resina incroci perfettamente con l’antagonista. Togliere dal modello il silicone eccedente in zona labiale e fare una mascherina di tutta l’arcata che sarà utile per valutare gli spazi e costruire l’armatura in Resina-Filo-Armata all’interno del provvisorio.

LABORATORIO Per costruire la struttura armata si procede utilizzando dei monconi in Titanio a fori passanti e del filo ortodontico ø 0.8 mm. Stemperare il filo sulla fiamma ed infilarlo nei fori dei monconi in Titanio, come se fossero delle perle. I monconi collegati dai fili d’acciaio e bloccati fra di loro all’interno con la resina, formano un’armatura intera, passiva e robusta

LABORATORIO Montare il primo moncone sopra l’analogo avvitando la vite al suo interno, piegare ed adattare il filo in corrispondenza dell’analogo prossimale, montare l’altro moncone e la vite e procedere così fino a completare il rinforzo in tutta l’arcata. Valutare gli spazi con la mascherina in posizione, limare ed adattare i monconi in Titanio. Eliminare il palato di resina nel provvisorio semilavorato, recuperare solo i denti in resina e posizionarli nella mascherina.

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Page 16: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

LABORATORIO Bloccati con il filo fra di loro tutti i monconi, dal lato palatale si è aggiunto all’armatura un filo supplemen-tare intero di diametro più grosso lungo tutta l’arcata per rendere più robusto que-sto ponte. Con la mascherina in posizio-ne, visto il notevole disparallelismo, le viti lunghe fuoriescono attraverso dei fori, fatti in loro corrispondenza nella mascherina in silicone.

LABORATORIO Zep-pare con resina autopo-limerizzante e cuocere in idromuffola. Finire e luci-dare il ponte in Resina-Filo-Armata.

LABORATORIO Si è notata, dopo la polimerizzazione in resina, la difficoltà nel togliere il ponte dal modello a causa delle notevoli divergenze degli attacchi O.T. Equator. Con una fresa si può creare, con molta attenzione, una svasatura all’interno del moncone in Titanio ed ottenere l’effetto moncone Extragrade per superare i sottosquadri e favorire l’inserzione del ponte in bocca. I Seeger vanno inseriti nei monconi all’interno della loro sede, ruotati con una punta con l’apertura in direzione della svasatura e dei sottosquadri. Questo ponte verrà fissato in bocca al paziente con i Seeger e le viti in quattro monconi, ma con i soli Seeger senza le viti negli altri due monconi.

LABORATORIO In produzione meccanica non è stato possibile costruire i monconi in Titanio con fori passanti con la svasatura Ex-tragrade. Montando il moncone in Titanio a fori passanti su impianti molto disparalleli, per favorire l’inserzione del ponte finito in Resina-Filo-Armata in bocca al paziente, l’odontotecnico può, con una fresa e con attenzione, creare la svasatura e rendere il perimetro nel pun-to del sottosquadro simile al moncone tipo Extragrade.

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Page 17: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

STUDIO DENTISTICODopo circa due ore, ponte provvisorio finito fissato in bocca al paziente, con solo quattro viti. In altri due attacchi, per assicurare la stabilità e l’estetica, sono stati inseriti i soli Seeger per evitare fori antiestetici. I fori labiali dei denti canini, risultato delle viti passanti, vengono chiusi con del composito di colore intonato ma leggermente diverso, per poterli individuare e riaprire quando si dovrà smontare il ponte.Inferiore,due impianti a carico immedia-to, piccolo ponte in resina-filo-armata.

Sugli impianti nei quali non viene montata la vite ma i soli Seeger, per una maggiore igiene si può chiudere il foro quadrato in testa all’attacco con del cemento provvisorio resinoso elastico fotopolime-rizzante, oppure avvitare la vite piccola di chiusura.

PONTI PROVVISORI IN RESINA-FILO-ARMATA ALCUNE INDICAZIONI

I ponti in Resina-Filo-Armata risolvono in modo semplice un proble-ma funzionale ed estetico. Lasciare lo studio con i denti fissi ed estetici in bocca ,finita la seduta chirurgica, è un risultato molto apprezzato dal paziente ed è altrettanto vantaggioso per il dentista che rivede il paziente dopo 8 giorni per togliere le suture (senza smontare il pon-te). Il tempo totale di queste sedute chirurgiche varia in media dalle 4 alle 5 ore (compreso il tempo in cui il paziente riposa in attesa del ponte provvisorio). Il paziente lascia lo studio con il ponte provvisorio, estetico e robusto, che rimarrà in bocca fino alla consegna del ponte definitivo.

Questi ponti provvisori vengono proget-tati in base alla situazione della bocca e le difficoltà variano ogni volta. Nel caso di un paziente edentulo portatore di una protesi mobile completa in resina, la stes-sa dentiera può essere riutilizzata trasfor-mandola in modo semplice in un ponte in Resina-Filo-Armata.

È importante in tutti i casi costruire il prov-visorio in resina semilavorato, adattarlo, rilevare l’articolazione prima della chirur-gia e bloccarla sempre con la chiave di resina, per ritrovare, dopo la chirurgia, la posizione e l’articolazione centrica.

Ponti in Resina - Filo - Armata:Arcata inferiore, 11 impianti con attacchi O.T.Equator. Mo-dello di gesso con mascherina in silicone, monconi con filo passante montati sopra agli analoghi, armatura con filo d’acciaio ø 0,8mm di bloccaggio di tutti i monconi, filo di rinforzo supplementare in tutta l’arcata. Ponte fissato in boc-ca al paziente sopra agli impianti con attacchi O.T.Equator. Visione, con lo specchio, delle viti piccole di fissaggio. X-grafia panoramica: si notano due ponti provvisori circolari (superiore applicato in precedenza).Il ponte inferiore in Re-sina - Filo - Armata, è stato applicato in ultima seduta. Entrambi i ponti verranno rimossi dopo l’osteointegrazione degli impianti.

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Quando si monta la protesi definitiva al paziente, questi ponti provvisori ven-gono conservati, perchè possono essere riutilizzati all’occorrenza in futuro.

Dott. P.Angelini

Prof. M.Cirulli

Dott. T.Grandi

Page 18: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

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SEEGER BRIDGESISTEMA A

Page 19: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

PROTESI FISSA SEEGER BRIDGEPONTI CIRCOLARI E TORONTO BAR CON MONCONI CALCINABILI

CONNESSIONE SISTEMA A

Moncone calcinabileVite lungaVite cortaSeeger biancoSeeger rosa - da lavoroAnalogo inoxBarra calcinabile di connessione

PONTE CIRCOLARE SU CINQUE IMPIANTI CON ATTACCHI O.T. EQUATOR AVVITATI. Il progetto preve-de il bloccaggio del ponte su quattro attacchi con i Seeger e le viti. Su un attacco molto divergente, dal quale fuoriu-scirebbe la vite inserita nella zona labiale del canino per stabilizzare la protesi, verrà montato il solo Seeger senza la vite.

Impronta rilevata con tran-sfer in Titanio con vite pas-sante lunga montati sugli attacchi O.T. Equator. Im-pronta con analoghi inox, bloccati con vite lunga pas-sante dalla parte opposta dell’impronta.

Modello in gesso, plac-chetta di prova in resina con cappette elastiche ri-tentive e vallo di cera per rilevare con stabilità la re-lazione centrica in bocca al paziente.

Placchetta di prova stabile in bocca al paziente, bloccata sugli attacchi O.T. Equator grazie alle cappette ritentive. Marcate nella cera le dimensioni vertica-le e centrica. Modelli in articolatore.

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PONTE CIRCOLARE CARICO DIFFERITO

Page 20: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

Fissati i modelli in articola-tore e ripulita dalla cera la placchetta di prova in resi-na, vengono montati i denti in resina. Questa prova in bocca, grazie alla stabilità, permetterà al paziente e al dentista di valutare oltre all’estetica, la fonetica e l’in-gombro della protesi, come se fosse finita.

In laboratorio viene fatta una mascherina per valutare gli spazi a disposizione e vengo-no montati i monconi calcina-bili per protesi fissa Seeger Bridge sopra agli attacchi O.T. Equator. Alcuni pezzi di barra calcinabile di connes-sione vengono tagliati e adat-tati tra i monconi.

Unire con resina i vari pezzi a pic-coli settori (per evitare retrazioni) aspettare la polimerizzazione di queste sezioni e procedere fino a completare l’unione dell’intera struttura. Finire la modellazione della travata con cera, adeguare con attenzione gli spessori alla lunghezza della travata.

I perni di colata van-no applicati in base alle esperienze per-sonali. Fusione sab-biata sul modello.

Fusione finita e lucidata. Fusione inserita sul modello con un solo Seeger per fermarla e facilitare la prova in bocca.

Prova della struttura fusa in bocca al paziente, il Seeger stabilizza la fusione in bocca al paziente e con-sente di avvitare le altre viti con fa-cilità e bloccare la struttura per con-trollarne la precisione.

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Page 21: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

Protesi finita, prima di inserire i Seeger pu-lire bene le sedi con l’apposita fresa. Una volta inseriti i Seeger, assestarli all’interno dei monconi fusi con l’apposito strumento a forma di sfera Equa-tor.

Ponte finito in articolatore. Ponte finito sul modello.

Ponte in bocca al pa-ziente. Il moncone del ponte sull’ impianto nel-la zona del canino è fis-sato solo con il Seeger senza la vite, perché l’inclinazione avrebbe compromesso l’estetica facendo fuoriuscire la vite al centro del dente in zona vestibolare. Ne-gli altri quattro impianti il ponte è fissato con i Seeger e le quattro viti corte.

Le viti corte contenute nella confezione NON vanno usate in laborato-rio, ma solo in bocca al paziente per fissare il la-voro finito.

SEEGER BRIDGE: SISTEMA A PONTE FISSO CIRCOLARE SU SEI IMPIANTIQuesti ponti circolari vengono costruiti con monconi calcinabili in monofusione. La struttura, pur essendo

robusta, è poco invasiva a tutto beneficio dell’igiene.

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Con la tecnica Seeger bridge si costruiscono anche ponti al Cad-cam, in Zirconio o in Titanio

Page 22: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

PROTESI FISSA SEEGER BRIDGEPONTI CIRCOLARI E TORONTO BAR CON MONCONI CALCINABILI

CONNESSIONE SISTEMA A

Moncone calcinabileVite lungaVite cortaSeeger biancoSeeger rosa - da lavoroAnalogo inoxBarra calcinabile di connessione

PROTESI FISSA TORONTO BAR CON MONCONI CALCINABILIImpronta rilevata con transfer a strappo in plastica

LABORATORIO Dopo la prova dei denti in bocca al paziente fare una mascherina e, sul modello, montare i monconi calcinabili sopra gli analoghi e fissarli con la vite lunga.

Tagliare porzioni di barra di con-nessione blu per unire i monconi. Fare piccole tacche sui monconi e sulle barre per assicurare la presa della resina.

Unire con resina i vari pezzi a piccoli settori (per evitare re-trazioni), aspettare la polime-rizzazione di queste sezioni e procedere fino a completare l’unione dell’intera struttura.

Completare con cera la mo-dellatura della travata sulla struttura calcinabile, rendere robusti gli spessori nei punti corrispondenti ai monconi cal-cinabili e prima delle estensioni (cantilever).

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Page 23: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

I perni di fusione vanno applicati in base alle esperienze personali. Fusione sabbiata, fusione finita e lucidata.

Fusione finita sul mo-dello. Pulire bene con l’apposita fresa l’allog-gio dei Seeger. Una volta inseriti i Seeger assestarli all’interno dei monconi fusi con l’appo-sito strumento a forma di sfera Equator, proce-dere e finire in resina.

Prima di consegnare la protesi al dentista, con-trollare che i Seeger non si siano schiacciati o rovinati durante la la-vorazione. In tal caso toglierli e sostituirli con dei nuovi.

Le viti corte contenute nella confezione NON vanno usate in laboratorio, ma solo in bocca al paziente per fissare il lavoro finito.

SEEGER BRIDGE: SISTEMA A PICCOLI PONTI CON MONCONI CALCINABILI

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4 Seeger e solo 3 viti

Page 24: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

SEEGER BRIDGESISTEMA B

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Page 25: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

PROTESI FISSA SEEGER BRIDGEPONTI CIRCOLARI E TORONTO BAR CON MONCONI IN TITANIO

E GUAINA CALCINABILE DI CONNESSIONE - SISTEMA BMONCONI IN TITANIO CEMENTATI ALLA GUAINA FUSA

Moncone in Titanio normo

AnalogoInox

Barra calcinabile di connessione

PROGETTO PROTESI FISSA SEEGER BRIDGE TORONTO BAR CON MONCONI IN TITANIO E GUAINA CALCINABILE

La travata viene progettata in base alla posizione e alla divergenza degli impianti. Si possono usare i monconi normo o extragrade. In questo progetto si utilizzeranno cinque monconi in Titanio normo.

I monconi in Titanio normo vengono montati sugli analoghi Equator e vengono fermati con le viti lunghe. Infilare le guaine calcinabili nei monconi. Tagliare a misuta delle porzioni di barra di connessione e fare delle piccole tacche con una fresa per rendere più sicuro il collegamento con la resina fotopolimeriz-zante.

Collegare con la resina i particolari, procedere a settori e fotopolimerizzare fino a costruire una travata di supporto robusta; se occorre, rinforzare con resina autopolimerizzante i punti di unione tra guaina e barra.

Verificare con la mascherina di silicone gli spazi a di-sposizione. Modellare e completare la struttura con cera sulla travata calcinabile. Mettere i perni di colata in base alle proprie esperienze. Controllare che all’in-terno delle guaine non sia rimasto nessun moncone e fondere.

Fusione sabbiata, fusione finita e lucidata. Per fissare con il cemento anaerobico i monconi alle guaine fuse, preparare della vaselina, dei mozzi-coni di frese usate oppure dei pezzi di perni di cera di diametro 2,5 mm.

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Guaina calcinabile

Vite lunga

Moncone in Titanio Extragrade

Page 26: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

Si decide di cementare i monconi in tre fasi, vengono montati i monconi in Titanio con Seeger inseriti sopra i primi due analoghi. Viene isolato con della vaselina l’inter-no dei fori passanti e vengono infilati i mozziconi di fresa.

Miscelato il cemento, si spalmano esterna-mente i monconi e i fori delle guaine. Si inserirà la fusione at-traverso i monconi in Titanio.

Inserita la fusione si tolgo-no i mozziconi di fresa che, sfilandosi, lasciano il foro pulito dal cemento. Infilan-do le viti lunghe si posiziona la travata. È bene mettere altre due viti lunghe nella parte opposta della travata per essere certi che la barra sia in posizione. A cemento indurito pulire le eccedenze e procedere alla cementa-zione degli altri monconi.

Una volta cementati tutti i monconi finire la protesi con denti in resina. Nel caso in cui il progetto preveda dei denti in ceramica, i monconi in Titanio vengono cementati alla travata a lavoro finito e ceramizzato.

SEEGER BRIDGE: MONCONI IN TITANIOCEMENTATI DIRETTAMENTE IN BOCCA AL PAZIENTE

In certi casi è possibi-le cementare e fissare i monconi alla protesi, in prova o finita, anche in bocca al paziente. In questo modo si è certi di ottenere la massima pre-cisione e passivazione.

SEEGER BRIDGE: PICCOLI PONTI MONCONI INTITANIO CEMENTATI SUL MODELLO

Anche nei piccoli ponti è pos-sibile cementare i monconi in Titanio alla protesi sul mo-dello o in bocca al paziente (in prova o finita): si è così certi di ottenere la massima precisione e passivazione.

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Page 27: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

MONCONI CALCINABILI CON BASE E SPINOTTOQUADRATO NON ROTANTE

TRANSFER IN PLASTICA A STRAPPO CON INNESTO INOXQUADRATO ANTIROTAZIONE

QUESTE COMPONENTI SERVONO PER PORTARE LA STESSA POSIZIONE E DIREZIONE DELL’ATTACCO O.T. EQUATOR DALLA BOCCA AL MODELLO

Transfer a strappo in plastica con innesto inox quadrato antirotazione per rilevare le impronte in bocca al paziente.

Moncone calcinabile con base e spinotto quadrato non rotante per costruire monconi fusi paralleli. Seeger rosa di lavoro con manico.

In casi particolari è possibile progettare protesi fisse su impianti molto disparalleli utilizzando i monconi con base calcinabi-le e spinotto quadrato.

Per colare l’impronta inserire prima l’analo-go nel transfer e poi inserirlo all’interno della sede nell’impronta facendo attenzione che la parete piatta del transfer coincida con la posizione nell’impronta.

I monconi calcinabili con spinotto quadrato ven-gono utilizzati per creare monconi fusi paralleliz-zati fra loro su cui cementare delle corone.

Mettere il Seeger rosa nell’apposito al-loggio della base calcinabile e inserirla sull’analogo. Far passare nel foro della base lo spinotto quadrato e ruotarlo fino a farlo entrare in posizione nel quadrato dell’analogo sottostante.

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Page 28: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

Bloccare con resina autopolimerizzante i due partico-lari, togliere le eccedenze esterne e modellare i mon-coni con cera. In questa protesi sono stati modellati dei monconi paralleli di solo supporto molto conici e senza pareti parallele fresate.

In base al progetto e al piano di inserzione si possono costruire anche monconi con pareti coniche parallele, fresate e graduate in base al disparallelismo.

PROGETTO DI UN PONTE CIRCOLARE SU IMPIANTI NOTEVOLMENTE DISPARALLELI

Il progetto prevede che sui tre impianti incisivi vengano utilizzati tre mon-coni calcinabili per protesi fissa Seeger Bridge che bloccheranno il ponte in bocca al paziente con i soli Seeger senza le viti. Sugli altri impianti verranno utilizzati i monconi calcinabili con base e spinotto quadrato, per modellare dei monconi di supporto fusi parallelizzati lungo la cresta al-veolare. Le corone del ponte verranno fissate in bocca al paziente sui monconi con del cemento provvisorio, per avere la possibilità in futuro di smontare il ponte.

Modellazione in cera dei monconi conici paralleli non fresati. Modello con punti di repere segnati a matita sul modello e riportati in fusione, per poter rimontare i monconi al loro posto dopo la fusione in modo pratico.

Modellare singolarmente con resina autopolimerizzante i cappucci sopra i monconi. Completare la modellazione della struttura in resina a piccoli settori, per evitare retrazioni. Aspettare la po-limerizzazione, unire i restanti settori e completare la modellatura con cera.

I perni di colata vanno distribuiti in base alle esperienze personali. Fusione sabbiata e lucidata.

Ponte finito con Seeger bianchi inseriti nei monconi incisivi. Ponte sul modello e visione estetica.

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Sabbiare e pulire bene l’interno dei monconi fusi, in-serire il Seeger rosa di lavoro nei monconi fusi e montarli sugli analoghi. Mascherina per vedere gli spazi a disposizione.

Page 29: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

MONTAGGIO DEL PONTE SUL MODELLO

Il ponte, con i monconi fusi e i Seeger bianchi inseriti, verrà montato sul modello sopra gli attacchi O.T. Equator, seguendo la linea di inserzione progettata. Tenendolo inclinato, il ponte si inserisce prima sui tre attacchi O.T.Equator incisivi, dove rimarrà bloccato con i soli Seeger. Le corone vengo-no compresse per inserirle sui monconi e mettere il ponte in posizione. Questa linea di inserzione, con il cemento (provvisorio) all’interno delle corone, va rispettata anche durante l’applicazione del ponte in bocca al paziente. Il cemento provvisorio consentirà, all’occorrenza, di smontare il ponte.

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Page 30: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

PREROGATIVE E VANTAGGI IN CONFRONTO AD ALTRE TECNICHE

DA PROTESI MOBILE A PROTESI FISSA IN MODO PRATICO ED ECONOMICO

Paziente portatore di protesi mobile inferiore ancorata a tre impianti ad esagono esterno con attacchi a sfera e su tre radici esauste da estrarre

Estratte le tre radici, viene inserito un impianto ad esagono internoin zona 43 sul quale viene avvitato un attacco O.T. Equator

Vengono smontati i tre attacchi a sfera dai tre impianti ad esagono esterno.Vengono avvitati i tre attacchi in Titanio O.T. Equator di altezza minima.

Viene rilevata la dimensione verticale e quella centrica in bocca al paziente, uti-lizzando il vallo di cera con placchetta di prova in resina. In laboratorio vengono montati i modelli in articolatore. Sulla stessa placchetta in resina di prova vengono montati i denti in cera, che verranno provati in bocca al paziente, con la placchetta

stabile inserita sopra gli attacchi O.T. Equator.

LABORATORIO

TRASFORMAZIONE DI PROTESI SU IMPIANTI

STUDIO DENTISTICO: PRESENTAZIONE DI UN CASO

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O.T.Equator,attacco per

esagonointerno

O.T.Equator,attacchi per esagoni esterni

Page 31: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

TRASFORMAZIONE DI UNA PROTESI SU IMPIANTI DA PROTESIMOBILE A PROTESI FISSA TIPO TORONTO

Fusione sul modello, Seeger montati all’interno dei monconi. Protesi finita.

STUDIO DENTISTICOProtesi inferiore definitiva. Protesi superiore provvisoria in resina-filo-armata,

in attesa della guarigione in zona incisiva, dove sono stati estratti i denti.

CONCLUSIONILa possibilità di adattare gli attacchi in Titanio O.T. Equator a ogni tipo di impianto, offre l’opportunità di proporre al paziente, già portatore di protesi mobile, di tra-sformare la protesi mobile in protesi fissa, con un progetto di lavoro pratico e poco costoso. Nel progetto sopra illustrato è stato sufficiente aggiungere un impianto (di marca e tipo diversi da quelli che già esistevano in bocca) per creare una piat-taforma bilanciata su cui costruire una protesi fissa. In alcuni casi, il progetto può

comprendere anche l’eventuale inserzione di più impianti.

PRIMA

DOPO

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Estratti i denti incisivi superiori, ponte provvisorio in resina-filo-armataInferiore, ponte definitivo con denti in composito.

Dott. T.Grandi

Page 32: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

ATTACCO O.T. EQUATOR TITANIO CON RIVESTIMENTO TiN PER PROTESI OVERDENTURE

PER PROTESI MOBILI ANCORATE A QUASIASI TIPO E MARCA DI IMPIANTI

O.T. Equator è l’attacco più piccolo attualmente in commercio. È un attacco a ritenzione rigida e va utilizzato seguendo le istruzioni d’uso. Per la sua dimensione l’attacco O.T. Equator è applicabile ad ogni protesi mo-bile in resina.

L’attacco in Titanio O.T. Equator con la sfera ritentiva rivestita al Tin ha una superficie protetta con una durezza di oltre 1600 Vi-ckers. L’attacco O.T. Equator è un attacco rigido senza resilienza. Non è indicato nel caso di protesi con un attacco singolo. Usando le cappette ritentive di vario colore e ritenzione, inserite nel conte-nitore inox, si ottiene la regolazione di tenuta della protesi mobile in rapporto al caso protesico.

Per ottenere una ritenzione resiliente con l’attacco O.T. Equator, utilizzare le cappette O.T. Cap Normo di Rhein 83, preferibilmente di colore rosa, giallo o verde inserite nei contenitori inox che si trovano anche nel listino O.T. Implant (BONONIA IMPLANT SY-STEM).

Come tutti gli attacchi, anche gli O.T. Equator hanno le loro caratteristiche particolari. Con l’attacco O.T. Equator si ottiene un ingombro minimo. L’ O.T. Equator va trattato come un attacco rigido di precisione e per essere sicuri di ottenere una buona funzionalità è consigliabile fissare con resina autopolimerizzante i contenitori inox con le cappette inserite direttamente in bocca al paziente.

Quando le protesi in resina al loro interno incorporano degli attac-chi in metallo, questi le rendono più fragili, aumentando il rischio di rottura. L’attacco O.T. Equator per la sua bassa dimensione verticale può essere applicato anche in casi di protesi in resina con articolazioni e dimensioni verticali molto basse, con pochi ri-schi di rottura.

È possibile costruire un rinforzo fuso, da incorporare all’interno del-le protesi in resina utilizzando i pre-fabbricati calcinabili O.T. Box large, con i quali si può modellare il rinfor-zo direttamente sul modello master senza duplicarlo in rivestimento. An-che nelle protesi con questo rinforzo fuso incorporato è possibile fissare il contenitore inox con le cappette direttamente in bocca al paziente.

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Page 33: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

L’attacco O.T. Equator presenta condizioni ideali per essere usato con successo, rispettando i consigli tecnici, grazie alle sue dimensioni e ri-tenzione: funziona bene in tutti quei progetti protesici dove minimo 3-4 impianti formano un tripode o un quadrilatero; in questi casi la protesi avrà una buona stabilità e anche le cappette avranno una durata molto più lunga.

L’attacco, compreso il contenitore e la cappetta ritentiva, risulta avere una dimensione ridotta ma una ritenzione rigida. Per rendere l’attacco O.T. Equator poco ingombrante si sono ottenuti dei risultati molto ritentivi, ma rigidi. La scelta dell’attac-co O.T. Equator va fatta in base a queste caratteristiche. Nei casi di protesi inferiori con due soli attacchi O.T. Equator su due impianti, vicini ed allineati fra di loro in zona mentoniera, si possono avere problemi quando il paziente mastica sui molari.

Quando due attacchi O.T. Equator sono in zona interforamina, per ottenere una ri-tenzione resiliente è consigliabile utilizza-re una cappetta normo O.T. Cap di Rhein 83 che offre la stessa tenuta, ma risulta essere più resiliente.

Per motivi di igiene è possibile chiudere il foro quadrato in testa alla sfera utilizzando le viti piccole di chiusura oppure dei cementi resinosi elastici fotopolimerizzanti.

GLI ATTACCHI O.T. EQUATOR VENGONO COSTRUITI PER OGNI TIPO E MARCADI IMPIANTI IN COMMERCIO

Occorre essere precisi ed inviare i seguenti dati:- Marca e tipo dell’impianto

- Diametro dell’impianto- Altezza dell’abutment

H da 0,5 a 7 mm per impianti ad esagono interno, H da mm 1,7 a 7 per impianti ad esagono esterno

Per alcune marche di impianti gli ordini partono in giornata, per le marche meno cono-sciute gli ordini vengono evasi entro 3-4 giorni.

PER ORDINARE GLI ATTACCHI O.T. EQUATOR

Gli attacchi O.T. Equator vengono forniti anche in piccole quantità (due o tre pezzi) o in grandi serie direttamente alle case produttrici di impianti

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Page 34: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

MINI-MEDIO IMPLANTIMPIANTI IN TITANIO MONOBLOCCO CON ATTACCO O.T. EQUATOR RIVESTITO AL TiN

I Mini-Medio Impianti sono impianti monoblocco con una vite au-tofilettante che entra scorrevolmente nell’osso. Il disegno e la va-sta superficie della vite favoriscono la tenuta primaria. L’attacco O.T. Equator rivestito al TiN ha una durezza in superficie di 1600 Vickers.

Il baricentro dell’attacco a basso livello gengivale non crea giochi di leva. Per le loro forme e dimen-sioni questi impianti non sono soggetti a rotture.

L’assortimento delle cappette con varie tenute consente di gestire la ri-tenzione delle protesi. Le cappette ritentive O.T. Equator vanno utilizzate sempre inserite nel contenitore inox. Queste cappette offrono una riten-zione rigida.

Per ottenere una ritenzione resiliente o ammortizzata si pos-sono usare le cappette O.T. Cap, in modo particolare nei casi dove il Mini-Medio Impianto viene utilizzato come attacco over-denture a carico immediato. Finita la chirurgia, quando si vuo-le stabilizzare la vecchia protesi del paziente, è opportuno nel primo periodo (due o tre mesi) montare le cappette verdi O.T. Cap molto morbide e resilienti.

Per motivi di igiene è possibile chiudere il foro quadrato in testa alla sfera utilizzando le viti piccole di chiusura oppure dei cementi resinosi elastici fotopolimerizzanti.

CONFEZIONEIMPIANTI

KIT FRESEAUTOCLAVABILE

CHIAVECHIRURGICA

SUPPORTOCHIAVE CHIRURGICA

PER CRICCHETTO

CRICCHETTO

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ø attacco 2,5mm

Page 35: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

MINI-MEDIO IMPLANTI MINI-MEDIO IMPLANT SONO IMPIANTI CHE PER LA LORO

STRUTTURA TROVANO VARIE APPLICAZIONI

CARICO IMMEDIATO: PROTESI COMBINATE ELASTIC SEEGER BAR

Prima della chirurgia viene provato il montaggio dei denti su base di cera. Finita la chirurgia e dopo l’inserzione dei quattro im-pianti, viene rilevata l’impronta. Si rettifica l’articolazione riutilizzando il vallo di cera che riporta i dati marcati nella seduta pre-cedente, viene scavata la cera nella zona gengivale del blocco di articolazione, dove sono stati inseriti gli impianti, che viene ribasato con cera morbida riscaldata in acqua calda. La cera raffreddata darà l’esatta posizione sul nuovo modello di gesso.

Nel vallo di cera, si riducono i bordi laterali fino a trovare l’appoggio della sola cresta alveolare (che non cambia mai e in ogni modello è sempre la stessa). Viene rimontato in articolatore il nuovo modello in posizione esatta. La protesi in resina può essere finita senza errori di articolazione.

Struttura a barra modellata utiliz-zando attacchi calcinabili a sfera O.T. Cap uniti con resina autopoli-merizzante.La struttura calcinabi-le modellata viene isolata (con un sistema nuovo) usando un foglio di teflon 0,2 mm per potervi co-struire sopra, in contemporanea, la sovrastruttura con componenti calcinabili. Struttura e sovrastruttura preparate per

fondere. Fusione sabbiata, fusione finita e lucidata. Con questo sistema si otten-gono fusioni con espansioni bilanciate e si risparmiano tempi di lavoro e materia-li. Struttura a barra sul modello, sovra-struttura fusa e mascherata, denti in re-sina rimontati utilizzando la mascherina.

Al contrario delle protesi fisse a carico immediato, che ricevono i carichi solo in direzione del piano di masticazione, queste protesi mobili combinate sono sollecitate anche in senso inverso quando il paziente rimuove la protesi mobile per pulirla. Nei primi tempi, per evitare o ridurre i traumi inversi al carico di masticazione, nelle protesi mobili vanno montate cappette O.T. Cap verdi molto resilienti e al paziente viene consigliato di togliere la protesi mobile una sola volta al

giorno. Per un certo periodo al paziente va prescritta una dieta a base di cibi morbidi.

Protesi finita in bocca al paziente. Per bloccare la barra sopra gli impianti inse-rire i Seeger (dal lato indicato) e avvitare i tappi di chiusura a vite.

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PER INFORMAZIONI PIù COMPLETE, CONSULTARE IL DVD

Page 36: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

CONFEZIONI PROMOZIONALIKIT STUDIO-LABORATORIO-STUDIO

KIT S.L.S. PROTESI A BARRA COMBINATA ELASTIC SEEGER A CARICO IMMEDIATO IN 24-72 ORE

Protocollo guidato dalla chirurgia implantare alla protesi per riabilitare un paziente edentulo

Il kit S.L.S. contiene un assortimento di compo-nenti e accessori per costruire e finire la prote-si, senza disguidi, in tre sedute (in 24 - 48 ore). Per applicare il sistema il dentista deve ordinare quattro MINI-MEDIO IMPLANT specificandone il diametro e la lunghezza. In alternativa, il dentista può usare quattro impianti di qualsiasi tipo e mar-ca in commercio e applicarvi sopra degli attacchi OT Equator compatibili, che vengono costruitisu misura all’ordine e vengono forniti abbina-ti al kit S.L.S. In questo secondo caso, se il chirurgo opera su impianti abitualmente uti-lizzati, ha già a disposizione tutta la strumen-tazione occorrente per l’intervento chirurgico

Il bloccaggio della barra sopra gli impianti avviene in modo passivo, anche su impianti molto disparalleli, grazie al sistema di bloccaggio Ela-stic Seeger. ATTENZIONE: questi seeger (senza manico) hanno un verso di inserzione, come illustra il di-segno, se usati dal lato opposto non funzionano.

Con questi kit si ottiene in modo organizzato una protesi Elastic Seeger Bar (come illustrato nella pagina precedente)

Nel Kit S.L.S. Azzurro si trovano le componenti per costruire la struttura a barra O.T. Bar multiuse.

Nel Kit S.L.S. Blu si trova-no le componenti per co-struire la struttura a barra con sfere O.T. Cap.

Sono disponibili anche attacchi calcinabili O.T. Equator per costruire delle strutture fuse a barra. Su questi attacchi, una vol-ta fusi, vanno montate le cappette riten-tive O.T. Equator che, per avere un buon funzionamento, vanno sempre inserite nei contenitori inox prefabbricati, da incorpo-rare nella resina o eventualmente anche da saldare alla sovrastruttura fusa.

ATTACCHI CALCINABILI O.T. EQUATOR

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Dott. G.Vaccaro

Page 37: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

OVERDENTURE RADICIPIVOT IN TITANIO O.T. EQUATOR CON RIVESTIMENTO TiN

ø 1,

8 m

m H

10

mm

ø 1,

7 m

m H

9 m

m

ø 1,

4 m

m H

7 m

mO.T. Equator pivot in Titanio + TiN è un attacco over-denture diretto per radici. La sua ridotta dimensione consente di stabilizzare protesi mobili anche in situa-zioni con spazi verticali ridotti.

Nel foro sulla testa dell’attacco si posso-no avvitare tutte le componenti della serie B.I.S. In casi particolari, vi è la possibilità di progettare delle barre di collegamento ELASTIC SEEGER fra più radici, o MINI-MEDIO IMPLANT e radici, in modo sem-plice e passivo.

I perni radicolari O.T. Equator in Titanio ri-vestiti al TiN vanno fissati con cementi de-finitivi (preferibilmente compositi) in radici sezionate a livello gengivale. Per calibrare il canale si possono usare frese del tipo Mooser.

L’assortimento di cappette ritentive offre vari gradi di elasticità e consente di gestire la riten-zione della protesi mobile in base al numero de-gli attacchi ed allo stato di salute delle radici. Per ottenere una ritenzione resiliente con l’at-tacco O.T. Equator utilizzare le cappette O.T. Cap Normo di Rhein 83, preferibilmente di colo-re rosa o giallo, inserite nei contenitori inox che si trovano anche nel listino O.T. Implant (BONONIA IMPLANT SYSTEM).

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Si Ringraziano per le immagini Cliniche prestate:Prof. S.BortoliniProf. A.NataliProf. M.Cirulli

Dott. G. VaccaroDott. T. Grandi

Dott. G.Vaccaro

Page 38: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

REF. KF

REF. MU35

REF. FP152

REF. FC19

REF. FC24

REF. M27

REF. M32

REF. B08

REF. B11

REF. B13

REF. B15

REF. CHC

REF. SCCK

REF. IM2708REF. IM2711REF. IM2713REF. IM2715

REF. IM3208REF. IM3211REF. IM3213REF. IM3215

REF. KRK

REF. TTVL

REF. TP2

REF. TPM2

REF. TPIQ2

REF. AI412REF. AI502

ø MM 4 REF. CMCø MM 5 REF. CM50C

ø MM 3,5 REF. CMTGLø MM 4 REF. CM40GLø MM 5 REF. CM50GL

REF. CMTFP

REF. SRM6

REF. SM6

REF. SBS6

REF. SRL6

REF. ACSES

REF.CMTB30FP

H 3 mm

H 1,8 mm

REF. STI

REF. VC

REF. VXL

REF. BCC2

REF. BOBL

ø MM 4 REF. MT40GL

REF. TCV

ø MM 3.5 REF. MTGL

ø MM 5 REF. MT50GL

ø MM 4 REF. MTSF

ø MM 4 REF. MCø MM 5 REF. M50C

REF. MBSQC

H

H

REF. CI2

REF. CBST4REF. CVF4

REF. CRS4

REF. CGE4

REF. CNL4

REF. P1810REF. P1709REF. P1407

REF. CC2D

REF. FM79

REF. ATT

REF. AT

REF. KA42

REF. FM910

REF. ACATT

REF. VPC

REF. CNI3

REF. CNBST6

REF. CNVE6

REF. CNRS6

REF. CNGE6

REF. AT-C2

REF. KPN

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ø MM 3,5 REF. MTSEGø MM 4 REF. MT40SEGø MM 5 REF. MT50SEG

Page 39: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012

REF. KQC125

REF. KQ125

REF. MBI

REF. SIDC

REF. SICS

REF. FSS

REF. ASSE

ACCESSORI DA UTILIZZARE CON MANICO UNIVERSALE BLU

CAPPETTE O.T. CAP NORMO

CAPPETTE O.T. CAP MICRO

TRANSFER A STRAPPODA IMPRONTA

ACCESSORI INOX

TRANSFER A STRAPPO DA IMPRONTA

DISPONIBILI SU RICHIESTA:- catalogo- manuale di istruzioni- listino- programma dei corsi mensili di protesi, in sede a Bologna, per odontoiatri ed odontotecnici- DVD video BONONIA IMPLANT SYSTEM- DVD video periodici di aggiornamento tecnico (solo per chi ha frequentato i corsi)

Informazioni tecniche ed assistenza telefonica0514208111

Fax: 0514214884e-mail: [email protected]

www.otdentalstudio-implant.com

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Page 40: MANUALE DI ISTRUZIONI 2012