manuale sistema di lavaggio - sadi chemical · costo del detersivo, a seconda delle dimensioni e...

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INDICE

Introduzione………………………………………………………………………………pag. 3 Consigli preliminari………………………………………………………………………" 4 Fasi del procedimento di lavaggio………………………………………………………." 5 Impianti con centraline - Problemi tovagliato…………………………………………." 6 Parametri consigliati…………………………………………………………………….." 6 Il candeggio………………………………………………………………………………." 8 La neutralizzazione - gli Additivi - gli Ausiliari………………………………………." 14 CONTROLLI ANALITICI IN LAVANDERIA………………………………………" 19 Controllo del cloro………………………………………………………………………..." 20 Controllo dell'alcalinità……………………………………………………………………" 24 Determinazione dell'0 2 attivo……………………………………………………………." 25 Determinazione del ferro nell'acqua………………………………………………………" 26 Controllo del ph nel prelavaggio - lavaggio - risciacquo…………………………………" 27 Determinazione ph sulla biancheria………………………………………………………" 28 Durezza dell'acqua………………………………………………………………………..." 29 Controllo del ph con fenolftaleina……………………………………………………….." 30 Determinazione del carico utile di una lavatrice…………………………………………" 31 Danni sulla biancheria…………………………………………………………………" 32 Procedimenti di lavaggio………………………………………………………………" 39

Lavaggio della biancheria

SADI CHEMICAL S.R.L.

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INTRODUZIONE

La scelta del prodotto e del procedimento adeguato dipende dall'impianto, dal tipo di acqua, dal tipo di lavatrice ( Lavacentrifuga o lavatrice convenzionale ), dal grado di sporco della biancheria e dal grado di qualità che si desidera ottenere. Non è quindi possibile stabilire e consigliare con sicurezza matematica i prodotti ed i procedimenti definitivi, senza una preventiva valutazione dei diversi parametri sopra accennati. In linea di massima, in presenza di acqua depurata ( 2 - 5° F ) tutti i detersivi sono validi. In presenza di acqua dura ( > 25° F ) la scelta deve cadere su SADI SPECIAL - SADI SPECIAL COLOR come prodotti specifici. Come prodotti completi su - SADI WASH - SADI WASH SUPER - LB12 , magari associati ad SADI TENS. Nel lavaggio del tovagliato s'impiegano sempre in prelavaggio SADI SPECIAL - SADI SPECIAL COLOR - SADI SPECIAL ECOL. Tabelle di dosaggio che riguardano i settori lavanderie industriali, ospedali e istituti, alberghi e ristoranti, hanno soltanto un carattere orientativo e possono subire adattamenti all'atto pratico. Il prezzo d'acquisto del detersivo non deve essere l'unico fattore determinante ai fini della scelta, poiché il costo del detersivo, a seconda delle dimensioni e della organizzazione della lavanderia, indice dal 3 al 5% sulla voce "Costo totale lavaggio biancheria". Un detersivo dal prezzo più elevato che consente, grazie alla sua qualità superiore, di attuare un procedimento semplice, in tempi più brevi e quindi a parità di impianto, di ottenere una produzione più elevata, permetterà di conseguire una sensibile riduzione sulle altre voci di costo quali: - acqua - energia - personale - ammortamento impianti, biancheria, ecc. Grande importanza deve essere ovviamente riservata al risultato pratico del lavaggio, che consiste nella pulizia e perfetta deodorazione, smacchiatura, grado di bianco, tatto morbido e, non ultima la massima conservazione della biancheria, che costituisce sempre un patrimonio considerevole. I dosaggi riportati nelle tabelle sono relativi all'impiego di acqua depurata (2-5° F). In presenza di acqua non depurata con durezza superiore ai 20-25° F, si dovrà aumentare il dosaggio di un gr/kg. per ogni grado francese di durezza in più oltre i 25° F, tenendo presente anche la qualità del prodotto impiegato.

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CONSIGLI PRELIMINARI

Il carico di biancheria in una lavatrice è un fattore di primaria importanza perché è strettamente legato all'azione meccanica. Nelle lavatrici industriali con carichi da 50 a 350 kg. di biancheria, le indicazioni riportate dal produttore sono quasi sempre esatte. Diversamente, le piccole lavatrici a cesto unico, non sempre vengono vendute per la reale capacità di biancheria con la quale dovrebbero essere caricate. Teoricamente si determinano le capacità misurando in cm. Il volume del tamburo, dividendo poi il risultato per 12 (biancheria normalmente sporca); oppure per 14 (biancheria molto sporca) e dividendo successivamente il tutto per 1000: R x R x 3,14 x H _____________ : 1000 = kg. di biancheria (carico utile) 12 La quantità di biancheria più o meno esatta può essere determinata nel seguente modo: introdurre nel cesto panni asciutti finche tutto lo spazio del tamburo non viene occupato dalla biancheria, senza effettuare pressione forzata con le mani. La capacità corrisponderà al 1:12 / 1:14 nel caso si volesse controllare il peso di questa biancheria introdotta manualmente.

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FASI DEL PROCEDIMENTO DI LAVAGGIO Fase Temperatura Azione AMMOLLO freddo * pretrattamento di tutti gli sporchi PRELAVAGGIO CON media (40-50° C) * eliminazione specifica degli sporchi proteici CANDEGGIO * parziale asportazione degli altri sporchi

• smacchiatura con il cloro LAVAGGIO alta (85° C) * completamento dell'eliminazione di tutti gli sporchi nel periodo iniziale e intermedio

• candeggio, cioè eliminazione delle macchie, nel periodo

finale ad alta temperatura (cioè nel caso si utilizzi un prodotto completo)

RAFFREDDAMENTO progressivamente * necessario per le fibre sintetiche e miste, per evitare TERMOGRADUALE decrescente rispetto pieghe permanenti alla temperatura finale di lavaggio RISCIACQUI freddi * eliminazione residui detersivo e sporco AMMORBIDIMENTO freddo * nell'ultimo risciacquo. Conferisce una mano morbida alla biancheria, riduce le cariche elettrostatiche, facilita la stiratura NEUTRALIZZAZIONE freddo * nell'ultimo risciacquo. Evita l'ingiallimento durante la DELL'ALCALINITA' stiratura e la facilita (Ph = 5,5 - 6) NEUTRALIZZAZIONE freddo * nell'ultimo risciacquo. Neutralizza tracce di cloro (se è DEL CLORO (CON stato utilizzato ipoclorito nel 1° risciacquo) per POST BISOLFITO- preservare la biancheria TIOSOLFATO)

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IMPIANTI CON CENTRALINE Solitamente troviamo una vasca di 1000-1500 lt. Sia per il PRELAVAGGIO che per il LAVAGGIO, oppure una sola vasca; inoltre esistono contenitori dell'IPO, BISOLFITO, ACIDI, H2/O2 e SADI OXI che possono essere diluiti o concentrati (solitamente diluiti in rapporto 1:2 o 1:3). Con SADI SPECIAL/COLOR non andremo mai oltre i 60 gr/lt. Altrimenti, anche per effetto della temperatura in centralina (40 / 50°C), il tensioattivo non ionico tende a separare. Si evita questo inconveniente preparando una centralina sia di PRELAVAGGIO che di LAVAGGIO insieme a SADI TENS EXTRA in proporzione di: DET. SPEC. 3-4 parti SADI TENS EXTRA 1 parte Dopo una - due ore anche a 50°C. la centralina risulta limpida senza separazione. PROBLEMI INERENTI IL TOVAGLIATO Con tessuti incrostati l'unto fissato non può essere eliminato. Si deve procedere a una disincrostazione con SADI CAL oppure con acido acetico diluito (pag 15). L'unto di difficile eliminazione si può risolvere in diversi modi. Se con normali procedimenti non si ottiene risultato, si può aggiungere in prelavaggio il SADI TENS SUPER oppure SADI BASIC 5-7 gr/kg. : PRELAVAGGIO : PROD. SPEC. SADI TENS SADI BASIC 5-7 gr/kg. LAVAGGIO : PROD. SPEC. CANDEGGIO : NORMALE Con SADI TENS EXTRA si può avere formazione di schiuma. Non ci si fa caso. PARAMETRI CONSIGLIATI Sia con lavatrici di piccole dimensioni (kg. 7-50) che con lavatrici industriali (fino a kg. 400) il rapporto di bagno nelle varie fasi, deve essere il seguente: AMMOLLI Rb 1:6/1:7 LIVELLI ALTI PRELAVAGGIO Rb 1:4 LIVELLO BASSO RB 1:5 LIVELLO MEDIO (per biancheria ospedaliera) LAVAGGIO Rb 1:4 LIVELLO BASSO CANDEGGIO Rb 1:4 (meglio LIVELLO BASSO / LIVELLO MEDIO Rb 1:5) RISCIACQUI Rb 1:6/1:7 LIVELLI ALTI Il tempo di contatto nelle varie fasi deve essere il seguente: AMMOLLI 2-3' di permanenza dopo aver raggiunto il livello alto PRELAVAGGIO 8-15' " " una volta raggiunta la temperatura di 45-55°C. LAVAGGIO 8-15' " " una volta raggiunta la temperatura di 85-90°C. CANDEGGIO 8-10' " " una volta raggiunta la temperatura di 45-50°C. RISCIACQUI 2-3' cadauno, una volta raggiunto il livello del bagno. L'ultimo risciacquo deve essere più lungo per consentire ai neutralizzanti di agire più uniformemente. Per lavatrici piccole si consigliano 5-6 risciacqui. Per lavatrici industriali si consigliano 4 risciacqui con una centrifuga intermedia di 1' ad alta velocità, dopo il primo risciacquo. CENTRIFUGA 8-12' Dipende dalla velocità massima periferica del tamburo della lavatrice.

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Il dosaggio dei detersivi deve essere il seguente: Secondo il grado di sporco 25-30 gr/kg. con durezza fino a 25° F. Con maggiori durezze: 1 gr/kg. per ogni grado di durezza francese in più. Ad esempio: 45°F. = 45 gr/kg. di detersivo in lavatrici con il prelavaggio caldo (40-50° C) per almeno 10' il dosaggio dovrà essere il 60% del totale. Esempio: Totale 25gr/kg. Prelavaggio = 15 gr/kg. Lavaggio = 10 gr/kg. In lavatrici con il prelavaggio freddo, il dosaggio dovrà essere il 10-20%, al massimo, del totale: il restante 90% sarà introdotto nel lavaggio caldo (85° C)

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IL CANDEGGIO

Lo scopo del candeggio è quello di eliminare le macchie di sostanze coloranti contenute per esempio nel caffè, thè, vino, sugo, pomodori, frutta, ecc.. Chimicamente il candeggio si realizza mediante lo sviluppo di ossigeno attivo e di cloro attivo, cioè attraverso un processo ossidativo che ossida, distrugge e in definitiva, sbianca le macchie di sostanze coloranti. I candeggianti chimici che trovano impiego in lavanderia sono: ° PERBORATO ( sviluppano ossigeno sottoforma molecolare, ( attivo per tutte le macchie ° SADI OXI ( eccetto quelle di sugo di pomodoro ( anche unto ) ° ACQUA OSSIGENATA ° IPOCLORITO DI SODIO ( sviluppano ossigeno attivo sottoforma atomica , ( molto più reattivo contro ° SADI SAN ( contro qualsiasi macchia organica(eccetto quelle di unto) Diverso comportamento hanno gli sbiancanti ottici, la qui presenza nei detersivi non ha lo scopo di eliminare le macchie, ma quello di aumentare il grado di bianco dei tessuti. CANDEGGIO CON PERBORATO Si effettua generalmente con il prodotto di lavaggio (prodotto completo, contenente circa 25-30% di perborato generalmente al 10% di ossigeno) . L'ossigeno si sviluppa a partire da 60° C. e raggiunge l'optimum a temperatura di 85-90° C., per cui è sufficiente rimanere a questa temperatura per alcuni minuti (8-10' ) dopo un riscaldamento graduale , con un esatto rapporto di carico e di bagno, per ottenere un perfetto risultato di candeggio .

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Il candeggio con prodotto completo presenta il vantaggio di una facile manualità: assenza di errori applicativi; l'azione si esercita nella fasi finale del ciclo quando ormai le altre componenti del detersivo hanno staccato ed emulsionato la maggior parte dello sporco. Inoltre, il perborato non distrugge i candeggianti ottici , per cui rimane inalterato quel bel grado di bianco così gradito sulla biancheria. Il perborato in lavaggio agisce anche da neutralizzante dei residui di cloro provenienti da candeggio con ipoclorito effettuato nel prelavaggio insieme al prodotto specifico. Il perborato distrugge tutte le macchie organiche; non completamente quelle di sugo. CANDEGGIO CON SADI OXI Ha le stesse caratteristiche dell'acqua ossigenata. Viene considerato disinfettante alla dose di cc. 10 /Kg. già a 40° C. S'impiegano i medesimi dosaggi. Ha il vantaggio d'iniziare lo sviluppo di ossigeno attivo già a 35° C. E' quindi più adatto dell'acqua ossigenata negli impianti continui poiché non rimangono più tracce sul tessuto prima del passaggio al mangano. Il prodotto è leggermente acido e quindi abbassa il normale pH di un determinato prodotto quando ne è associato. Esempio: LAVAGGIO = SADI SPECIAL 15 GR./KG. ( PH SENZA SADI OXI = 10,5 + SADI OXI 10 GR./KG. ( PH CON SADI OXI = 9-9,5 Questo abbassamento di pH non determina una diminuzione della capacità lavante del detersivo. Come l'acqua ossigenata SADI OXI agisce da anticloro. SADI OXI distrugge tutte le macchie organiche; non completamente quelle di sugo.

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CANDEGGIO CON ACQUA OSSIGENATA L'acqua ossigenata ( o perossido di idrogeno ) si trova in commercio in soluzione incolore e deve essere conservata in recipienti ben chiusi ed al riparo dalla luce e da fonti di calore, in quanto si decompone nel tempo sviluppando ossigeno. Il candeggio con acqua ossigenata si effettua generalmente nella fase di lavaggio, introducendola a temperatura non superiore a 50° C., riscaldando poi fino a 85-90° C., per rimanervi qualche minuto sino a completo sviluppo dell'ossigeno. E' disponibile a diverse concentrazioni , che si esprimono in vari modi , ad esempio: a) in volumi di ossigeno b) in grammi di ossigeno attivo. Per ottenere un perfetto candeggio, tenendo conto della buona conservazione della biancheria, è sufficiente raggiungere nel bagno di lavaggio una concentrazione di ossigeno attivo tra 0,1 gr / lt. E 0,2 gr / lt. In pratica, disponendo di H 2°2 a 120 volumi ( corrispondenti a 172 gr / lt. Di 0 o 2 ), sono sufficienti da 2 a3 cc. Di acqua ossigenata per ogni kg. di biancheria. PER BIANCHERIA OSPEDALIERA cc. 8-10/ kg. L'acqua ossigenata distrugge tutte le macchie organiche; non completamente quelle di sugo. Si usa in pratica negli impianti con centraline di dosaggio automatico.

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CANDEGGIO CON IPOCLORITO DI SODIO L'ipoclorito di sodio si trova in commercio in soluzione acquosa, di colore giallastro, dal caratteristico odore di cloro. La sua concentrazione si esprime generalmente in gradi Beumè e varia da 1 a 26. Per determinare velocemente il contenuto di cloro attivo nell'ipoclorito commerciale , viene impiegato l'aerometro Beumè, che misura la densità. Per maggior sicurezza e precisione, si ricorre all'analisi chimica ( vedi parte dei Controlli Analitici ), poiché la densità viene influenzata da sostanze estranee ( cloruro sodico ). E' poco stabile, si altera all'aria rapidamente e deve essere conservato in recipienti chiusi, scuri ed in locali non riscaldati. La sua azione candeggiante è dovuta al suo potere ossidante, per cui lo sporco e le macchie presenti sulle fibre vengono eliminate per ossidazione con ossigeno sotto forma atomica. La stessa azione si esercita sulla cellulosa delle fibre e pertanto, ai fini della buona conservazione dei tessuti, è importante attenersi a dosaggi contenuti e seguire correttamente le modalità di impiego. Dosaggi consigliati per soluzioni di ipoclorito al 12-15% ( 24-25° Baumè ) : ° Federe - asciugamani cc. 8/ kg. 8 - 10' 45 - 55° C. ° Tovagliato bianco cc. 10/ kg. 8 - 10' 45 - 55° C. ° Tovagliato colorato cc. 5 / kg. 8 - 10' 45 - 55° C. ° Lenzuola cc. 2 - 3 kg. 8 - 10' 45 - 55° C. Per soluzione al 6% tipo candeggina si consiglia di raddoppiare le dosi di cui sopra. L'ipoclorito deve essere impiegato in intervalli di pH fra 9 e 10,5. Ph bassi danneggiano la fibra perché il cloro si sviluppa velocemente. Con Ph elevati (12 - 13 ) il cloro si trattiene nel bagno. Non deve essere superata la temperatura di 60° C. altrimenti avviene una trasformazione chimica con sviluppo di Biossido di cloro, molto più ossidante dell'ossigeno che viene ceduto a 45 - 55° C.

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N.B. L'ipoclorito è sconsigliato nel trattamento della biancheria ospedaliera: 1° Fissa lo sporco organico formando Cloramine. Per eliminare queste sostanze è poi necessaria una quantità doppia dello stesso ipoclorito. 2° Fissa le macchie di Clorexidina ( nomi commerciali: SADI ecc.. ) che sono disinfettanti impiegati dai medici per lavarsi le mani ed anche per altri impieghi ospedalieri. Si sostituisce l'ipoclorito con i sistemi in cui viene impiegato SADI OXI. Inoltre l'ipoclorito non è richiesto nelle lavanderie ospedaliere in quanto la biancheria deve raggiungere il massimo numero di lavaggi. Viene impiegato solo nei trattamenti di biancheria infetta come epatite virale, AIDS, ECC.. Bastano pochi ml / lt. Di cloro attivo per distruggere qualsiasi batterio infetto. 1° - Candeggio in prelavaggio ( consigliato nelle piccole lavatrici ) L'ipoclorito viene introdotto in macchina in aggiunta al detersivo di prelavaggio. Questo sistema viene usato dove si desidera effettuare un doppio candeggio: con ipoclorito nel prelavaggio e con il prodotto completo nel successivo lavaggio ( contenente perborato ) . Si ottiene un doppio effetto di candeggio, senza che il cloro si in condizioni di pregiudicare gli imbiancanti ottici; inoltre il perborato si comporta anche come neutralizzante degli eventuali residui di cloro provenienti dal prelavaggio.

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2° Candeggio nel primo risciacquo ( consigliato nelle grosse lavatrici industriali Dopo aver scaricato il bagno caldo di lavaggio, si introduce ipoclorito nel primo risciacquo. Il candeggio avviene a temperatura da 45 a 55° C. su biancheria dalla quale il detersivo ha ormai quasi completamente eliminato lo sporco. Con questo procedimento, gli sbiancanti ottici di cui è ricco il detersivo di lavaggio, possono essere distrutti dal cloro, diminuendo il grado di bianco. Con solo risciacqui in acqua, il cloro attivo non viene eliminato e per tanto si rende necessaria l'aggiunta nell'ultimo risciacquo di sostanze riducenti anticloro quali il tiosolfato sodico, il bisolfito oppure il Post. Se il cloro residuo non viene neutralizzato, la temperatura del mangano concentrerebbe questo residuo distruggendo il tessuto. 3° Candeggio con SADI SAN E' ipoclorito di sodio in forma solida. Il principio attivo è il Dicloro Isocinaurato contenuto anche nei prodotti tipo L'impiego di SADI SAN è esente dai rischi che si corrono con l'ipoclorito di sodio, da parte di personale non specializzato. Si effettua il candeggio nelle identiche condizioni dell'ipoclorito. I dosaggi sono inferiori: ° Ospedaliera 3 - 4 gr / kg. 8 - 10' 45 - 55° C. ° Biancheria da camera 5 gr / kg. 8 - 10' 45 - 55° C. ° Tovagliato 8 - 10 gr / kg. 8 - 10' 45 - 55° C. N.B. Non tutte le macchie si distruggono con l'ipoclorito. Si effettua una verifica lasciando cadere sopra la stessa macchia qualche goccia di ipoclorito concentrato. Se dopo la macchia tende a scomparire significa che può essere eliminata con il normale candeggio. Ricordarsi di risciacquare bene il tessuto analizzato.

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LA NEUTRALIZZAZIONE - GLI ADDITIVI - GLI AUSILIARI

Il concetto della neutralizzazione deve essere considerato una garanzia per il buon passaggio della biancheria al mangano, in particolare per i mangani ad elevata produzione oraria ( più di un rullo - temperatura delle conche 180° C - Vapore 10 - 12 Bar ) . Notevoli difficoltà come macchie gialle, plissettaggi della biancheria, si determinano nel caso di risciacqui non perfetti. L'impiego di un neutralizzante dell'alcalinità è particolarmente utile nei casi in cui il lavaggio e risciacqui vengono effettuati completamente con acqua depurata che, meno facilmente dell'acqua dura, asporta i residui di detersivo. D'altra parte, utilizzando acqua non depurata, vi è il rischio che la parte attiva - saponi da acidi grassi - formi precipitati con i sali calcari contenuti nell'acqua stessa. Il ph ideale è 5,5 - 6 prima del passaggio al mangano. Ph 7 ( neutralità ) si raggiunge dopo il passaggio al mangano sulla biancheria asciutta. - Acido acetico In commercio sono disponibili soluzioni a diverse concentrazioni. In lavanderia viene fornito acido acetico in concentrazione variabile fra il 60 e 80%. L'acido acetico è il neutralizzante ideale da impiegarsi in lavanderia poiché, essendo un acido organico, non è per nulla aggressivo nei confronti delle fibre nelle normali concentrazioni d'impiego. Ravviva i colori della biancheria colorata. La concentrazione deve essere tale da portare la biancheria, dopo la centrifugazione, ad un ph = 5,5 - 6 .

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L'acido acetico è anche un ottimo disincrostante della biancheria. Non è consigliabile l'impiego di SADI CAL con biancheria fortemente incrostata. Il calcare costituisce "l'impalcatura" del tessuto. Sciogliendo immediatamente il calcare, con l'azione meccanica in lavatrice, si rischia di distruggere il tessuto. In casi eccezionali si consiglia l'impiego di acido acetico, se non altro per mostrare al cliente che non era possibile l'asportazione di macchie untuose a causa del calcare su tessuto. Si prepara una soluzione con una parte di acido acetico concentrato ( 60 - 80% ) e 20 parti di acqua. Si agita e si immerge il tessuto per 10 - 15 ore. Si effettuano 2 - 3 risciacqui e poi si lava con qualsiasi detersivo. Sorprendentemente ogni macchia grassa verrà rimossa ed il tessuto assumerà le sue caratteristiche originali. - Acido formico Ha un aspetto incolore, di odore pungente particolare. In commercio si trova in diverse concentrazioni, ma generalmente in lavanderia viene fornito a titoli varianti fra 75 - 85%. Data la resa più elevata dell'acido formico, nell'ultimo risciacquo si impiegano concentrazioni inferiori rispetto all'acido acetico, nell'ordine di 1,5 gr / kg., che permette di ottenere un ph finale della biancheria attorno al valore 5,5 - 6. Non è gradito sulla biancheria ospedaliera poiché i sali dll'acido formico possono dare disturbi sull'epidermide che ne viene a contatto.

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- Bisolfito di sodio E' un prodotto bivalente, cioè agisce come neutralizzante dell'alcalinità e come anticloro. Si trova in commercio in cristalli, in polvere granulare secca, oppure in soluzione. Generalmente si considera solo anticloro. Il prodotto solido è inodore, mentre quello liquido odora con anidride solforosa. E' solubile in acqua, meglio se tiepida, dando una reazione leggermente acida. Il bisolfito sodico commerciale solido - denominato anche Metabisolfito o pirosolfito - contiene ordinariamente 60 - 62% di anidride solforosa. Quello in soluzione a 38 - 40% Bè contiene 24 - 25% di anidride solforosa. In lavanderia sarebbe ideale disporre di bisolfito liquido in quanto lo si può aggiungere direttamente ai bagni, senza quindi dover preparare di volta in volta la soluzione. Le dosi d'impiego sono: Da 1 a 2 gr / kg. per quello solido ( ( Come anticloro Da 2 a 5 cc / kg per quello liquido ( Ricordiamo di non abbondare nel dosaggio per evitare sgradevoli odori di zolfo e notevoli quantità di sali residui sulla biancheria. - Tisolfato di sodio Poco usato; chiamato anche Iposolfito di sodio. Si presenta sottoforma di cristalli incolori, solubili in acqua ed ha proprietà esclusivamente anticloro. Qualora occorresse neutralizzare anche l'alcalinità residua, dato che il tiosolfato non è miscibile con acido acetico o acido formico, si consiglia di introdurre prima il tiosolfato nel penultimo risciacquo. Nell'ultimo risciacquo, introdurre l'acido.

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Nel caso di impianti che completano le centraline, è sconsigliabile miscelare il tisolfato con acido poiché è facilmente separabile dallo zolfo, che rende opalescenti le soluzioni e quindi scarsamente attive. Nella pratica il tisolfato è poco utilizzato essendo preferito il bisolfito di sodio. Come anticloro il tisolfato ha una resa maggiore, per cui il dosaggio si aggira intorno ad 1 gr / kg. -Bifluoruro d'ammonio Viene impiegato raramente. In commercio si presenta come sale in cristalli, con odore pungente. Viene talvolta impiegato come neutralizzante in dose di 1 gr / kg. di biancheria Il ph del bagno si stabilizza intorno al valore 5,5 - 6. Si consiglia di scioglierlo con acqua calda prima di introdurlo nell'ultimo risciacquo. Il bifluoruro d'ammonio è impiegato anche come prodotto antiruggine, con il seguente procedimento: Bifloruro d'ammonio = 10 - 15 gr / kg. 20' a freddo - indi risciacquare 2 - 3 volte ed effettuare un normale lavaggio. SADI FINALE E' un prodotto neutralizzante dell'alcalinità e dei residui di cloro. E' anche un ammorbidente come SADI MORBIDO. Si impiega nell'ultimo risciacquo, anche in impianti di lava continue, nella dose di 10 gr / kg.

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SADI MORBIDO SUPER E' un prodotto ammorbidente 6 volte più concentrato di SADI MORBIDO. In proporzione se ne usa solo 1 / 6 rispetto alla quantità di SADI MORBIDO. SADI OXI E' un concentrato di perborato al 35% di ossigeno attivo stabilizzato e viene associato ad un prodotto completo per aumentare la quantità di ossigeno attivo alle alte temperature ( 85° C. ) . E' indicato nel lavaggio di sporchi organici ( biancheria ospedaliera ) in dose di 5 gr / kg. insieme al prodotto completo. Associato ad un prodotto tipo SADI SPECIAL E SADI SPECIAL COLOR la dose è di 10 gr / kg. Difficilmente SADI OXI riesce ad eliminare una macchia di sugo. SADI CAL E' consigliato generalmente per disincrostare le macchie lavatrici. Tuttavia è possibile l'impiego nel trattamento della biancheria se la stessa presenta una debole incrostazione calcarea e non ha subito un eccessivo numero di lavaggi. Disincrostazione lavatrici: Gr. 100 / lt. SADI CAL 20' a 50° C. Risciacquare a fondo. Disincrostazione biancheria Gr. 30 - 50 /lt. Oppure 120 - 200 gr / kg. a Rb 1:4 10' a 40° C. 3 - 4 risciacqui Normale lavaggio.

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CONTROLLI ANALITICI IN LAVANDERIA

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CONTROLLO DEL CLORO

Si impiegano le strisce bianche delle cartine amido-iodurate L'ipoclorito si utilizza: 1° - nel Prelavaggio a 40 - 50° C 2° - nel 1° Risciacquo a 40 - 50° C dopo il lavaggio. Nel 1° caso non è consigliabile effettuare il successivo lavaggio a 90° C con residui di cloro provenienti dal Prelavaggio. Per questo motivo s'impiega un prodotto completo in lavaggio, il cui Perborato neutralizza immediatamente qualsiasi residuo di cloro attivo. Nel 2° caso, nell'ultimo risciacquo, non devono esservi residui di cloro, poiché al mangano, a 180° C, il tessuto di cotone verrebbe notevolmente degradato chimicamente a causa della forte ossidazione. Si consigliano quindi gr. 10 / kg. di SADI FINALE ( contiene anticloro ) oppure gr. 2 / kg. di bisolfito sodico in polvere. E' bene quindi controllare nel 1° caso, la presenza di residui di cloro nel lavaggio a 90° C e, nel 2° caso, nel bagno dell'ultimo risciacquo. Si immerge la striscia bianca nel bagno da controllare. Se esiste una colorazione azzurra, anche tenue, significa che il cloro è ancora presente. E'possibile verificare la presenza del cloro sul tessuto o nel bagno dell'ultimo risciacquo, impiegando l'Orto-Tolidina che è sensibilissima e vira al marrone anche in presenza di soli 2 ppm di cloro attivo. Come anticloro nell'ultimo risciacquo, sia in lavatrice che in lavacontinua, s'impiega il Bisolfito.

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Determinazione della concentrazione dell'ipoclorito Il metodo più esatto si effettua con il TisolfatO sodico. Tuttavia è possibile misurare l'ipoclorito, appena consegnato, attraverso la determinazione della densità della soluzione con l'aerometro Beaumè. Non si deve dimenticare che il cloro perde il contenuto in clorattivo se viene lasciato in ambienti caldi o esposti all'azione dei raggi solari ultravioletti, pur mantenendo intatta la densità originale. Nel cilindro da cc. 100 si introduce la soluzione di IPOCLORITO. Indi si cala all'interno dello stesso cilindro l'aerometro Beumè, il quale tenderà a galleggiare, fermandosi in un determinato punto della scala su di esso riportata e che corrisponde alla superficie della soluzione di cloro. Si legge e si confronta la densità ottenuta in gradi Beaumè (° Bè ) con il % in volume di cloro attivo, riportato nella seguente tabella:

1. % VOLUME CLORO ATTIVO

GR/ LT. CLORO ATTIVO ° BEUME'

6,4 7,6 9,02 10,3 11,2 12,9 14,7 15,9 17,7 18,7

65 78 92 105

121 ( 122 ( OK 123 (

132 150 162 180 190

13 15 17 19 21 23 25 26 28 30

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Titolazione dell'ipoclorito

Soluzione concentrata: Il contenuto in gr/ lt C1 -2 Attivo corrisponde di raro alla concentrazione % riportata sull'etichetta dei fusti. In lavanderia industriale è da considerare ottimale un contenuto di 100 - 150 gr / lt di cloro attivo. TITOLAZIONE Con l'aspira-liquidi si prelevano cc. 10 esatti di soluzione concentrata versandoli in pallone da cc. 1000 che viene portato a volume con acqua distillata. Si agita diverse volte. Si prelevano cc. 10 dalla soluzione preparata e si versano in una beuta da cc. 100 Si aggiungono cc. 10 di ACIDO SOLFORICO 10% + cc.10 di POTASSIO IODURO 10%. Si forma colorazione marrone. Si titola con TIOSOLFATO DI SODIO N/10 fino a colorazione giallo / paglierino. Si aggiungono poche gocce di salda d'amido ( una punta di spatola di amido si scalda con cc. 5 di acqua fino a soluzione ) e si forma una colorazione azzurro intenso. Si continua la titolazione con TISOLFATO / 10 : fino a completa scolorazione. CALCOLO: cc. TISOLFATO N / 10 consumati x 35,5 = gr / lt. CLORO ATTIVO. Si confronta con la percentuale riportata in tabella. ( pag. 6 ) N. B. Preparazione TISOLFATO N / 10: introdurre il contenuto della fiala in pallone da cc. 1000 e portare a volume con acqua distillata. Agitare.

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CONTROLLO DEL CLORO ATTIVO NEL CANDEGGIO

La quantità di cloro attivi dipende da diversi fattori indipendentemente dalla dose impiegata di ipoclorito. Un candeggio ottimale si effettua con 0,25 - 0,4 gr / lt. Di cloro attivo. Dopo 5 - 7 ' ne rimangono 0,05 - 0,1 gr / lt. Il prelievo iniziale si effettua dopo 1 - 1,5' che è stato introdotto l'ipoclorito nel bagno di candeggio. TITOLAZIONE Si prelevano cc. 10 dal bagno di candeggio e si versano in beuta da cc. 100. Si aggiungono cc. 10 di ACIDO SOLFORICO 10% + cc. 10 di POTASSIO IODURO 10%. Si forma colorazione marrone. Si titola con TIOSOLFATO N / 100* fino a color giallo / paglierino. Si aggiungono poche gocce di salda d'amido e si forma una colorazione di azzurro intenso. Si continua la titolazione con TISOLFATO N / 100 fino a completa scolorazione. CALCOLO: cc. TISOLFATO N / 100 consumati x 0,0355 = gr / lt. Cloro attivo nel bagno di candeggio. * N. B. Preparazione TISOLFATO N / 100: cc. 10TISOLFATO N / 10 si versano in pallone da cc. 100. Si porta a volume con acqua distillata. Si ottiene TISOLFATO N / 100.

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CONTROLLO DELL'ALCALINITA'

E' un procedimento analitico che si effettua in modo particolare sulle lavacontinue, per verificare come agisce nelle varie camere di Prelavaggio - Lavaggio - Candeggio. E' utile quando si deve tarare la sonda di un Inoltre è possibile risalire alla concentrazione in gr / lt, di un determinato prodotto se si conosce la percentuale di alcalinità riferito all'ossido di sodio ( Na 2 - 0 ). TITOLAZIONE DELL'ALCALINITA' ESPRESSA COME Na 2 - 0 Si prelevano cc. 10 esatti dal bagno di lavaggio. Si introducono in beuta da cc. 100. ( Si aggiungono 1 - 2 gocce di acqua ossigenata nel caso fosse un bagno di candeggio con cloro in quanto quest'ultimo distrugge il colore dell'indicatore metilarancio ). Si aggiungono 2 gocce di METILARANCIO e quindi si titola con ACIDO CLORIDRICO N / 10 fino a comparsa di colore rosso cipollino. CALCOLO: cc. ACIDO CLORITICO N / 10 consumati x 0,31 = gr / lt. Na 2- 0 Se, ad esempio, titoliamo un bagno di SADI SPECIAL che esprima alcalinità del 45% il calcolo sarà il seguente. CALCOLO ( esempio ) : cc. HC1 N / 10 consumati x 31 = gr / lt. Di SADI SPECIAL nel bagno. N. B. Le percentuali in Na 2 - 0 dei vari prodotti, possono cambiare nelle diverse produzioni; quindi si consiglia di chiedere informazioni al laboratorio di Meda.

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DETERMINAZIONE DELL'0 - 2 ATTIVO

E' possibile ricercare la quantità di ossigeno attivo nei bagni di candeggio con PERBORATO, ACQUA OSSIGENATA, SADI SPECIAL. TITOLAZIONE Si prelevano cc. 10 esatti del bagno di candeggio e si aggiungono a cc. 10 di ACIDO SOLFORICO 10% in una beuta da cc. 100 Si titola con PERMANGANATO N / 100 fino a comparsa di una colorazione rosa persistente. CALCOLO: cc. PERMANGANATO N / 100 consumati x 0,008 = gr / lt. 0 - 2 ATTIVO. Il contenuto in 0 - 2 ATTIVO si può controllare con il KIT MERCK COD.10011 però si devono effettuare diluizione 10 - 15 volte tanto con acqua distillata. N.B. Le soluzioni di PERMANGANATO devono essere preparate al momento. Non è possibile trasportarle in macchina perché si deteriorano subito.

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DETERMINAZIONE FERRO NELL'ACQUA

In lavanderia non sono tollerati utilizzi di acqua con contenuto in Ferro superiore a 0,1 mg / lt, per i noti fenomeni di catalisi fra perossidi ( Perborato, SADI OXI, Acqua Ossigenata ) e ferro. Determinazione - Si riempiono con l'acqua da analizzare le due provette ( A e B ) precedentemente lavate ed asciugate. - Nella provetta B si aggiungono 5 gocce di reattivo Fe - AN ( C ) ( il contenitore D è ricambio ) e si agita. - Dopo 3' si osserva all'interno della provetta B la colorazione formatasi che va confrontata con la scala cromatica relativa alla provetta A. - Si legge il valore del contenuto in Ferro in mg / lt. Sulla scala (F).

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CONTROLLO DEL Ph NEL

PRELAVAGGIO - LAVAGGIO - RISCIACQUO

S'impiegano le cartine MERCK COD. 9535 Ph 0-14. A seconda del tipo del prodotto impiegato il pH del prelavaggio e lavaggio può variare da 9 a 12. Nel caso dell'ultimo risciacquo il Ph deve essere 7 dopo 5-6 risciacqui. Con l'aggiunti di un neutralizzante tipo SADI FINALE od acido acetico il pH deve essere uguale a 5,5-6. Si immerge una striscia nel bagno di prelavaggio/ Lavaggio od in quello dell'ultimo Risciacquo. Successivamente, dopo pochi secondi si confronta il valore con quello riportato sulla scala cromatica ( vedi confezione ).

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DETERMINAZIONE PH SULLA BIANCHERIA

Si impiega la soluzione MERCK COD. 9175 pH= 4-10. Prima della stiratura al mangano è importante una verifica del pH sulla biancheria. Con mangani ad uno o più rulli, il pH deve essere = a 5,5-6. Durante la stiratura il pH aumenta di 1-1,5 gradi, portandosi a 7 ( Neutralità ). Questo evita ingiallimenti del tessuto come pure arricciamenti fra conca e mollettone. Si raggiunge pH = 5,5-6 introducendo nell'ultimo Risciacquo: gr. 10 / kg. di SADI FINALE od acido acetico o Formico all'80% di concentrazione. Si cala sulla biancheria umida, prima della stiratura, 1 goccia di soluzione pH = 4-10 e poi si confronta la colorazione con il cartoncino che riporta la scala cromatica relativa ai valori pH.

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DUREZZA DELL'ACQUA

Si impiega il KIT MERCK COD. 11104/1-2 indicante i grammi di carbonato di calcio in 100 litri d'acqua ( Gradi Francesi ). Si riempie la provettina a segno ( cc. 5 ) con l'acqua da analizzare. Si calano 2 gocce dell'indicatore colore verde scuro. Si agita leggermente. Si calano diverse gocce, molto lentamente, della soluzione incolore fino a raggiungere una colorazione da rosso/amaranto a verde. Il numero di gocce consumate viene poi moltiplicato per il fattore 1,79: Gocce consumate x 1,79 = ° F ( Gradi Francesi ) Esempio: N° 24 gocce consumate x 1,79 = 42,96° F

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CONTROLLO DEL pH CON FENOLFTALEINA

La fenolftaleina è una soluzione alcolica all'1% e vira ad una colorazione rosso/cardinale quando si supera il pH = 8,2 ed è qundi notevolmente superiore al pH = 7 ( Neutralità ) che si deve raggiungere dopo la stiratura al mangano. Superando il punto di neutralità si verificano i noti inconvenienti come: l'ingiallimento della biancheria e le plissettature. Inoltre, la biancheria non perfettamente neutralizzata, può provocare arrossamenti o piaghe da decubito sull'epidermide. Negli ospedali la biancheria deve essere perfettamente neutra ( pH = 7 ). Si calano 2-3 gocce di Fenolftaleina sul tessuto umido, immediatamente prima della stiratura al mangano. Se dopo la stiratura si verifica una colorazione rosso/cardinale, anche tenue, ciò significa che la biancheria non è neutra. Si rimedia aggiungendo nell'ultimo Risciacquo: - gr. 10 / kg. di SADI FINALE - cc. 2 / kg. di Acido Acetico o Formico all'80%.

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DETERMINAZIONE DEL CARICO UTILE DI UNA LAVATRICE

Si ottengono risultati scadenti di lavaggio anche perché le lavatrici vengono rimpite oltre il normale carico consigliato dai produttori. Viene così a mancare l'azione meccanica. Il carico utile di una lavatrice deve essere: Rc = 1:12 e precisamente: ogni kg. di biancheria deve occupare un volume di 12 dm 3. Con il metro flessibile si misura in cm. Il volume del cestello e poi si divide per 12000. R X R X 3,14 X H = Kg. di biancheria ( carico utile ) 12000 Generalmente le lavacentrifughe industriali riportano su apposite targhette il giusto carico di biancheria, anche se il Rapporto di carico è inferiore a 1:12 Nelle lavatrici di piccole dimensioni, a cesto unico, deve essere effettuata questa misurazione, poiché è importante attenersi al Rapporto di carico 1:12.

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DANNI SULLA BIANCHERIA

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Danni meccanici Si presentano sottoforma di strappi, lacerazioni, fori o tagli. Le cause sono innumerevoli ed in parte dipendono dall'attenzione che il personale di lavanderia presta nel suo compito. Basti pensare alla biancheria ospedaliera ed agli oggetti che in essa vengono dimenticate: pinzette, aghi, lamette, fiale, che, sottoposti all'azione meccanica, provocano danni alla biancheria. Per la biancheria alberghiera possiamo ricordare ciò che può provocare una lametta da barba di un cliente poco premuroso o un po’ distratto. Nelle cucine degli alberghi si asciugano alcune volte coltelli, forchette e cucchiai in asciugamani o tovaglioli, o si asciugano bicchieri con orli rotti. Tutto ciò provoca strappi, lacerazioni, tagli e fori, che potrebbero essere evitati e che secondo le statistiche rappresentano il 25% dei danni che si riscontrano sulla biancheria. Alla categoria dei danni meccanici appartengono anche quelli causati dalla cattiva attenzione del personale che manipola la biancheria: sono i cosi detti " danni per difetto di cura ". Possono essere provocati durante il trasporto della biancheria dai vari reparti. Durante la centrifugazione per sovraccarico di biancheria in modo che la stessa esercita un'eccessiva pressione contro il coperchio; dalla cattiva disposizione della biancheria che deve essere sempre raccolta e mai tesa perché, per la forza centrifuga, ogni corpo tende ad allungarsi e quindi strapparsi, in modo particolare un capo di biancheria delicato, como può essere una camicia sintetica o una spugna, che tendono facilmente a lacerarsi. Anche il tempo di centrifugazione deve essere controllato, come pure il carico della lavatrice che può rendere difficoltosa la chiusura degli sportelli.

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Danni chimici Si verificano quando i tessuti vengono in contatto con liquidi corrosivi. Ogni fibra ha un particolare comportamento quando viene a contatto con un composto chimico. Ad esempio la lana non resiste agli alcali e il cotone, come tutte le fibre vegetali, non resiste agli acidi. Infatti la lana si lava in bagno neutro e il cotone in bagno alcalino. In lavanderia può anche succedere che la biancheria venga appoggiata per terra dove, poco tempo prima, era stato versato del ipoclorito o acqua ossigenata concentrata. Nella biancheria ospedaliera capita di trovare macchie di medicinali che hanno un'azione corrosiva. Anche nei reparti può essere appoggiata sul pavimento che è appena stato pulito con un detergente acido oppure con ipoclorito. Ognuna di questa azioni corrossive non si rivela instantaneamente ma sempre dopo il lavaggio, per cui la colpa cade irrimedialmente sul detersivo, che per la maggioranza dei casi è innocente. Infatti con la temperatura l'azione corrosiva viene facilitata ed il latente viene messo in evidenza. Parlando di danni chimici non dobbiamo dimenticare che ogni capo di biancheria proviene da un tessuto e che questo subisce diversi trattamenti: la disgrezzatura - la mercerizzazione - il candeggio la tintura. Durante questi trattamenti il tessuto subisce trasformazioni fisico-chimiche; se sono ben controllate, possono diminuire oltremodo la resistenza dello stesso e quindi si può imputare al lavaggio di avere danneggiato il capo di biancheria. E' chiaro che dopo un determinato numero di lavaggi il capo di biancheria può prestare usare che, all'esame di laboratorio, risultano essere di natura chimica, ma che non sono da imputare al lavaggio. Per questo motivo si consiglia di eseguire un esame analitico prime di iniziare il lavaggio di biancheria nuova.

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Danni per colori che stingono Ogni colorante impiegato per la tintura del tessuti, possiede particolari solidità che sono relative alle affinità dello stesso verso una determinata fibra. Vi sono molti coloranti che sono solidi al lavaggio, altri al candeggio, ecc. In particolare esistono sostanze coloranti che hanno una buona solidità al cloro, come per es. I'indatrene e i Naftoli. In pratica , durante la tintura dei tessuti, si possono impiegare miscele di coloranti che hanno solidità specifiche diverse. Ciò in alcuni casi può provocare incovenienti durante il trattamento di questi tessuti, se la scelta dei coloranti impiegata non è stata effettuata in modo adeguato. Va ricordato inoltre che alcune tinte vengono combinate con coloranti di solidità inferiore ( coloranti diretti ) allo scopo di portare il tessuto esattamente alla tinta desiderata. In modo particolare il trattamento dei tessuti stampati va minuziosamente controllato perché con questo tipo di tintura è facile riscontrare i sopra citati incovenienti.

Comportamento verso il perborato Attualmente si può considerare che il 90% delle sostanze colorati impiegate abbiamo un'ottima solidità al Perborato. In particolare citiamo coloranti Indatrene, che in teoria dovrebbero, essendo coloranti di riduzione, aumentare la loro solidità sul tessuto.

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Comportamento verso gli imbiancanti ottici Il cloro attivo è un forte smacchiante nei riguardi delle così dette macchie magre. Agisce quindi attivamente anche nei confronti delle tinte di qualsiasi intensità presenti sul tovagliato colorato. Possono verificarsi dopo pochi lavaggi dei seri cambiamenti di nuances. Per tovagliato bianco si consiglia un dosaggio di ipoclorito al 12-15% di gr. 10/kg. Per il colorato, il dosaggio massimo dovrà essere di gr. 5/kg. A queste concentrazioni le macchi di sugo subiranno una discreta ossidazione. Eventuali residui di macchie verranno facilmente assorbiti dalla colorazione del tessuto. Comportamento verso gli imbiancanti ottici E' noto che la presenza di questi composti nei detersivi moderni non ha lo scopo di eliminare le macchie sul tessuto ma quello di aumentare il grado di bianco ed eventualmente di migliorare la brillantezza della tinta. Presentano un'affinità chimica verso le fibre. Sulle tinte pastello molto tenue, l'imbiancante ottico può esercitare una ulteriore diminuzione dell'intensità della tinta per effetto ottico. E' questo un inconveniente che si verifica normalmente solo durante i primissimi lavaggi dei capi colorati. In pratica, l'imbiancante ottico può dare qualche incoveniente anche su biancheria bianca, nei casi in cui in lavatrice venga tenuto un rapporto di bagno eccessivamente basso, oppure un carico di biancheria troppo elevato. Un incoveniente che frequetemente si verifica trattandosi di biancheria colorata, è lo scorrimento del colore durante la centrifugazione, dove per forza centrifuga la tinta passa da zone colorate a zone bianche. Si consiglia l'impiego di SADI SPECIAL COLOR e come attivante SADI TENS. Danni chimici da ipoclorito Se l'ipoclorito viene impiegato ad alta temperatura ( 85° C ) Dopo pochi lavaggi il tessuto diventa fragile come carta. Si verifica il medesimo inconveniente quando s'impiega ipoclorito nel I° risciacquo in condizioni normali e poi non vengono neutralizzati i residui di cloro attivo nell'ultimo risciacquo. Se l'ipoclorito concentrato cade sulla biancheria asciutta, dopo pochissimi minuti la parte del tessuto che ne è venuta a contatto, è irrimediabilmente degradata. Questo incoveniente può accadere se i prodotti di prelavaggio vengono introdotti in lavatrice senza la presenza dell'acqua. In corrispondenza dei buchi le fibre sono fragili, mentre all'interno il tessuto ha una maggior tenacità.

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Danni chimici da ferro Il ferro è un nemico delle fibre cellulosiche poiché catalizza lo sviluppo di ossigeno delle sostanze ossidanti come Perborato, ossigeno delle sostanze ossidanti come Perborato, ossigenata, SADI OXI ed anche ipoclorito. Sulla biancheria può essere presente: 1° esteso in modo uniforme 2° in microparticelle Ricordiamo che l'acqua di una lavanderia deve avere un contenuto massimo di 0,1 mg/lt. Di ferro, altrimenti si consiglia l'impiego di un deferrizzatore. In condizioni di forti quantità di ferro sulla biancheria, la durata dei tessuti è inferiore ai normali standard e proporzionali alla quantità di metallo esteso in modo uniforme. Nel 2° caso, la presenza di micro particelle può causare piccoli fori, di forme sempre quadrata. Possono essere piccole scaglie di ferro che provengono dalle tubazioni dell'acqua forse troppo depurata e quindi corrosiva. Nella maggioranza dei casi queste particelle provengono dal vapore diretto. L'addolcimento dell'acqua con le resine, provoca la trasformazione dei sali di calcio in sali di sodio. Se l'acqua contiene dei Bicarbonati di calcio, essi si trasformano in Bicarbonato di sidio che, riscaldato in caldaia a più di 100°C libera anidride carbonica e carbonato di sodio. Quest'ultimo si combina con l'acqua liberando altra anidride carbonica che rende acido fino a pH = 4,5-5, tutto il vapore soprattutto in presenza di ossigeno. L'aggressività nei confronti delle tubazioni metelliche viene paragonata a quella degli acidi minerali, come cloridrico e solforico. Per questo motivo, si deve consigliare al cliente di rivedere tutto l'impianto termico che necessiterà sicuramente di essere additivato da sostanze alcalinizzanti tipo Idrazina e Cicloesilammina. Sulla biancheria ospedaliera spesso osserviamo presenza di ferro in scagliette a causa del vapore a pH acido che corrode le tubazioni dell'immissione diretta nelle lavatrici. In determinazione reparti ( Pediatria ) viene spruzzato il vapore che deve essere esente da sostanze volatili e di dubbio effetto cancerogeno come le Cicloesilammine che sono i normali additivi oggi impiegati nelle caldaie.

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Danni termici Sono danni che si presentano sottoforma di bruciature. Sappiamo che una fibra tessile resiste fino a una certa temperatura, oltre la quale comincia la sua distruzione per bruciamento o per fusione. Abbiamo più volte detto che il cotone e tutte le fibre vegetali in genere possono essere lavate alla bollitura ed asciugate al mangano fino alla temperatura di 180°C. Per quanto riguarda invece le fibre sintetiche, esse possono essere lavate alla temperatura di 60-70° C, eccezione fatta per il poliestere che può raggiungere temperature più elevate. Questo diverso comportamento delle fibre dipende dal tasso di umidità pari all'8%. Mentre tutte le fibre sintetiche assorbono una percentuale molto inferiore. Questo fatto dovrebbe essere tenuto presente durante la produzione e la confezione dei tessuti che dovranno subire trattamenti di lavaggio e stiratura diversi. Ad esempio, un tessuto formato dalla combinazione rayon ed orlon ( il primo tessuto artificiale e l'altro un tessuto sintetico ) passato al mangano ad una temperatura di 180° C. subirà la fusione dell'orlon ma non del rayon. Danni provocati dalla luce Si riscontrano generalmente sui tessuti molto esposti alla luce solare. Indipendentemente dal tipo di fibra, la luce solareesercita un'azione catalitica accelerando la distruzione del manufatto. In particolare su tessuti tinti, la luce del sole, oltre a sbiadire il colore, provoca - per azione catalitica - la distruzione del colorante che libera l'acido corrispondente con conseguenza di fori in prossimità del colore. Danni biologici Il danno più frequente è la formazione di muffa dovuta ad eccessiva umidità che provoca, all'interno della fibra, un processo di fermentazione dello sporco presente. Per ovviare a questo incoveniente, si può ricorrere ad antimuffa, che previene la formazione della stessa, oppure entro certi limiti, si può tentare di eliminare la muffa trattando la biancheria con apposite soluzioni di ipoclorito concentrato. Se è fresco si distugge facilmente. Se invece ha più giorni, la dose di cloro dovrà essere raddoppiata ed anche triplicata. Errori di produzione del manufatto Sotto questa voce vanno ricordati i difetti di tessuto che derivano dalle irregolarità di titolo e di filato che non solo conferiscono un brutto aspetto al manufatto, ma soprattutto diminuiscono la resistenza dello stesso. L'irregolarità di torsione del filato e difetti di mercerizzazione.

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PROCEDIMENTI DI LAVAGGIO

RISTORANTI ED ALBERGHI: Lavatrici piccole 10 + 15 kg. biancheria. Dosi da 2 a 20-25° F. Lenzuola LAVAGGIO: PRO. COMPL. 10-15 gr/kg. 15' a 85° C. 5 RISC.: SADI FINALE 10 gr/kg. ( Acido Acetico 2 cc/kg. Sadi morbido 5 gr/kg. ) Federe - Asciugamani - Tovagliato - Camici bianchi PRELAV. : SADI SPECIAL 10-15 gr/kg. 15' a 40-60° C. LAVAGGIO: SADI WASH SUPER 10-15 gr/kg. 15' a 85° C. 5 RISC.: SADI FINALE 10-15 gr/kg. ( Acido Acetico 2 cc/kg. Sadi morbido 5 gr/kg. ) Eventualmente in PRELAVAGGIO: CANDENS 10cc/kg. o SADI SAN 5-7 gr/kg.

TUTE E MILITARI PRELAV. : SADI SPECIAL 10-15 gr/kg. 10-15' a 50° C. LAVAGGIO: SADI SPECIAL 10-15 gr/kg. 10/15' a 70° C. 5 RISC. : SADI FINALE 10 gr/kg. Acido Acetico 2 cc/kg. Sadi morbido 5 gr/kg. )

LAVANDERIE INDUSTRIALI: Lavatrici da 50-400 kg. ( 0-12° F. ) Lenzuola sporche PRELAVAGGIO: SADI SPECIAL 8-10 gr/kg. 10' a 50° C. LAVAGGIO: PROD. COMPL. 8-10 gr/kg. 10' a 85° C. 4 RISC. : SADI FINALE 10 gr/kg. ( Acido Acetico gr 2/kg. ( Sadi morbido gr. 5/kg. )

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segue lavanderie industriali Tovagliato molto sporco PRELAVAGGIO: SADI SPECIAL 10-15 gr/kg. 10' a 60° C. LAVAGGIO: SADI SPECIAL 10-15 gr/kg. 10' a 85° C. CANDEGGIO: CANDENS 10 gr/kg. ( Bisolfito 1 gr/kg. Acido Acetico 2cc./kg. ) Tovagliato normalmente sporco LAVAGGIO: SADI SPECIAL 15-20 gr/kr. 17' a 85° C. CANDEGGIO: come sopra RISCIACQUI: come sopra Tovagliato con centraline PRELAVAGGIO: SADI TENS 3-5 gr/kg. ( ( 10' a 50° C. SADI BASIC 8-10 gr/kg. ( LAVAGGIO: SADI TENS 3-5 gr/kg. ( ( 10' a 85° C. SADI BASIC 8-10 gr/kg. ( CANDEGGIO: come sopra RISCIACQUI: come sopra Tovagliato con forte presenza di unto PRELAVAGGIO: SADI BASIC 8 gr/kg. 10' a 50° C. oppure A 85° C. LAVAGGIO: SADI TENS 10 gr/kg. 10' a 85° C. CANDEGGIO: come sopra RISCIACQUI: come sopra Tovagliato colorato PRELAVAGGIO: SADI SPECIAL 10 gr/kg. ( ( 10' a 40° C. IPOCLORITO 3-5 cc/kg. ( LAVAGGIO: PROD. COMPL. 10gr/kg. 10' a 80° C. 4 RISCIACQUI: SADI FINALE 10gr/kg. ( Acido Acetico 2cc/kg. Sadi morbido 5 gr/kg. )

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Segue lavanderie Industriali Tovagliato colorato poco solido al candeggiante ottico PRELAVAGGIO: SADI SPECIAL COLOR 8-10 gr/kg. 10' a 50° C. LAVAGGIO: SADI SPECIAL COLOR 8-10 gr/kg ( ( 10' a 85° C. SADI OXI 5-10 cc/kg. ( 4 RISCIACQUI SADI FINALE 10 gr/kg. ( Acido Acetico 2cc/kg.) Recupero tovagliato bianco e colorato ATTENZIONE! Non fattibile su biancheria incrostata PRELAVAGGIO: SADI BASIC 25 gr/kg. 15' a 85° C. LAVAGGIO: SADI TENS 25 gr/kg. 15' a 85° C. 1-2 RISCIACQUI CANDEGGIO: IPOCLORITO 5-10 cc/kg. 10' a 50° C. 3 RISCIACQUI: SADI FINALE 10 gr/kg. ( Acido Acetico 2 cc/kg. Bisolfito 1 gr/kg. )

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BIANCHERIA OSPEDALIERA: Sistema Sadi San Disinfezione: entrata H 2 o fredda + SADI SAN 3-4 gr/kg. x 7-10' A 50-60° C. 4 RISCIACQUI X 2' cadauno ULTIMO RISC.: Acido Acetico 2 cc/kg. Sadi Finale 10 gr/kg. Sangue - feci - orine - Geriatria 2-4 AMMOLLI 2' PRELAVAGGIO: SADI SPECIAL 7-10 gr/kg. 10' a 50° C. LAVAGGIO: SADI SPECIAL 7-10gr/kg. SADI OXI 10 gr/kg. 8-10 a 85° C. 4 RISCIACQUI: SADI FINALE 10 gr/kg. ( Acido Acetico 2cc/kg. )

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LANA- SINTETICHE ( carico lavatrice = - 20% Biancheria LAVAGGIO SADI LANA 25 gr/kg. 8' 30° C. Livello alto 3-4 RISCIACQUI: SADI MORBIDO 10 gr/kg. Acido Acetico 2 cc/kg. TRATTAMENTO ANTIRUGGINE 1) più diffuso: * ACIDO OSSALICO IN CRISTALLI 15-20 gr/lt. Oppure 60-80 gr/kg. * 20 ' a 40-50° C. * 3-4 RISCIACQUI * SUCCESSIVO LAVAGGIO 2) meno diffuso: * BIFLORURO ACIDO DI AMMONIO 10-15 gr/kg. * 20 ' a freddo * 3-4 RISCIACQUI * SUCCESSIVO LAVAGGIO

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TRATTAMENTO DEL TOVAGLIATO CON AMIDO 1) IN LAVACENTRIFUGA * Amido di Mais ( Sadi Amido ) gr.50/lt. * Scaldare a 60-80°C sotto agitazione * Trattamento normale: cc. 100 soluz./ kg. Bianch. = 5 gr./kg. nell'ultimo risciacquo * Trattamento sostenuto: cc. 150 soluz./kg. Bianch. = 7,5 gr/kg. 2) IN LAVACONTINUA * Amido di Mais ( Sadi Amido ) gr 40/lt. In centralina a 80° C. Con vapore diretto regolato da termostato e sotto continua agitazione * Trattamento normale: cc. 100 soluz./kg.Bianch. = 4 gr/kg. * Trattamento sostenuto: cc. 200 soluz./kg. Bianch. = 8 gr/kg. N. B. La soluzione si prepara giornalmente