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IL MAROCCO

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IL MAROCCO

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l Nome completo: Regno del Maroccol Lingua ufficiale: arabol Capitale: Rabat (1.717.000 ab. / 2007) l Governo: monarchia costituzionale l Capo di governo: Abbas El Fassil Indipendenza: dalla Francia il 7 aprile 1956l Ingresso nell' ONU: 12 novembre 1956 l Superficie: 446,550 km² l Popolazione Totale (2007): 28.990.000 ab.l Densità: 70 ab./km² l Valuta: Dirham l PIL (2007): 5.150 $ l Prefisso tel.: 212 l Sigla autom.: MA l Inno nazionale: Hymne Cherifien

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I Paesi del Maghreb

Marocco, Algeria e Tunisia costituiscono il Maghreb (Occidente) in senso stretto.

L'Unione del Maghreb Arabo (al-ittihad al-maghreb al-arabi) è stata costituita il 17 febbraio 1989 a Marrakesh e unisce i paesi del cosiddetto Grande Maghreb: Libia, Tunisia, Algeria, Marocco, Mauritania.

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Il MaroccoUnico paese del Nordafrica a non essere mai stato vassallo dell’impero ottomano, il Marocco è governato dal 1631 dalla dinastia sunnita degli Alawiti*, che rivendicano una discendenza da ‘Ali e Fatima e il cui sovrano si dichiara amīr al-mu’minīn, titolo religioso oltre che politico.

È il paese più conservatore, dal punto di vista politico e religioso, di tutto il Nordafrica.

* da non confondere con gli Alawiti (o Alauiti) siriani, sciiti.

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• Elevata crescita demografica del Marocco dal 1961 al 2003.

• Il Marocco è il quarto paese africano di etnia araba per numero di abitanti, dopo l'Egitto, il Sudan e l'Algeria.

• La maggior parte della popolazione vive a ovest della catena montuosa dell'Atlante, che divide il paese del deserto del Sahara. Casablanca è il più importante porto e centro commerciale e industriale.

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Etnie

La popolazione marocchina è composta principalmente da due gruppi etnici: gli Arabi, che sono il 65% della popolazione (ovvero 23.000.000), e i Berberi, che sono invece il 33% (ovvero circa 10.000.000); è inoltre presente una consistente minoranza ebraica, la più numerosa del mondo arabo. Nel corso dei secoli i berberi e gli arabi si sono tra loro mescolati. A grandi linee, tuttavia, è possibile indicare nelle regioni pianeggianti e nelle grandi città la zona nella quale l'etnia araba costituisce la maggioranza, mentre nel Rif, nella catena montuosa dell'Atlante e nelle regioni meridionali quella berbera.

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Scendendo nel profondo sud è possibile trovare l'etnia "Sahrawi". Nelle città imperiali marocchine e nelle città costiere si trovano i discendenti dei moriscosdi Spagna (a loro volta discendenti dei mori di al-Andalus), espulsi a seguito della Reconquista, che sono stimati in 5 milioni in tutto il Marocco. Si concentrano soprattutto nelle città di Fes, Meknes, Rabat, Chefchaouen, Salé e Tétouan. Vi sono pure i gnawa, i discendenti degli schiavi neri deportati in Marocco nei secoli passati.

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Rimane irrisolta la questione sahrawi, il popolo che abita l’ex Sahara spagnolo (colonia spagnola dal 1884 al 1975, quando il Marocco ne rivendicò il possesso con la Marcia Verde).

Il Il Fronte Polisario, dall'abbreviazione spagnola di Frente Popular de Liberaciónde Saguía el Hamra y Río de Oro rivendica da allora l’indipendenza dal Marocco e ha dichiarato la nascita della Repubblica Araba Democratica Sahrawi il 27 febbraio 1976. Più volte il proclamato referendum per l’indipendenza è stato rimandato.

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La lingua ufficiale del Marocco è l'arabo classico. Circa il 40% della popolazione parla berbero come lingua madre oppure come prima o seconda lingua insieme al locale dialetto arabo. Il francese è di fatto la seconda lingua (non ufficiale) del paese. Una minoranza di marocchini nel nord del paese parla spagnolo come seconda lingua, mentre l'inglese sta rapidamente diffondendosi, grazie anche all'introduzione nei programmi scolastici.

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La musica spazia dallo stile nato nella Spagna musulmana alle tradizioni dei cantastorie berberi passando per la fusione contemporanea di musiche africane e francesi, pop e rock. Il rai (opinione) è originario dell'Algeria ma si sta affermando anche in Marocco; nonostante i suoi ritmi arabo-africani (deve molto alla musica beduina), è la musica maggiormente influenzata dagli stili occidentali.

La presenza dell'Islam ha fatto sì che in Marocco la danza si sia mantenuta lontana dagli aspetti eccessivi che caratterizzano quest'arte in molte altre nazioni africane (in teoria le donne musulmane non possono danzare); l'antica danza berbera in cerchio chiamata 'ahidous', per esempio, viene eseguita ancora oggi, ma grazie al cielo senza la decapitazione dei polli.

Le maroquinerie (articoli in pelle) erano molto apprezzate dai mercanti già nel XVI secolo. Molto importanti sono anche la produzione dei tappeti, delle ceramiche, dei gioielli, degli oggetti in ottone e la lavorazione del legno.

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Il piatto nazionale è il 'couscous', semola finemente macinata e cotta che di solito accompagna uno stufato di agnello e verdure. Viene servito con una salsa molto piccante chiamata 'harissa'. Un altro piatto molto diffuso è la 'tajine', un ottimo stufato di carne e verdure aromatizzato con erbe e spezie; prende il nome dal contenitore in cui cuoce, un basso piatto di terracotta con un alto coperchio di forma conica. Ne esistono innumerevoli varianti: alcune sono molto semplici, mentre in altre si aggiungono olive o uova, prugne e mandorle o altra frutta secca.Una specialità berbera è lo 'm'choui', un agnello intero arrostito all'aperto e condito con zafferano e peperoncino; di solito con il cuore e il fegato si preparano degli spiedini. Spesso viene cucinato in occasione delle feste.Il miglior piatto marocchino è forse la pastilla('bastaila' in arabo): si tratta di un miscuglio composto da carne di piccione, uova aromatizzate al limone, mandorle, cannella, zafferano e zucchero, il tutto racchiuso in diversi strati di una sfoglia detta ouarka.

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Un pasto marocchino non è completo senza il pane fresco, 'il sostegno della vita'. Nelle zone di campagna si fa colazione con qualche fetta di pane immersa nell'olio di oliva, accompagnata con tè alla menta dolce e caldo. Un'ottima alternativa è il pane inzuppato nell'olio di argan o di mandorla. Due dolci famosi sono le 'kaab el ghzal' (corna di gazzella), paste a forma di mezzaluna farcite con una delicata pasta di mandorle e coperte di glassa di zucchero, e le m'hancha (spire di serpente), paste piatte e rotonde cotte in forno, farcite con mandorle e coperte di glassa e cannella.La bevanda nazionale del Marocco è il tè alla menta ('atay' in arabo)

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La penetrazione europea in Marocco porta alla creazione di una inedita situazione: due protettorati vengono dichiarati nel 1912, uno francese centrale, e uno spagnolo, su una porzione molto meno ampia di territorio, nella fascia mediterranea e al sud.

Lo sfruttamento economico delle ricche terre, delle risorse minerarie (fosfati) e l’arrivo di migliaia di coloni francesi che si piazzarono sulle terre migliori e a capo delle imprese più redditizie, crearono le condizioni tipiche del dominio coloniale.

Operazioni di sbarco di pezzi d'artiglieria francesi a Rabat, 1911

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I Francesi basarono la loro politica coloniale sulla ricerca del consenso da parte dei berberi di contro agli arabi, di alcune tribù rispetto ad altre e sul controllo delle élite religiose e delle confraternite sufi (divide et impera).La prima forma di opposizione si concretizzò nella zona occupata dagli Spagnoli: la rivolta di ‘Abd al-Krim, un giovane insegnante, qādī(giudice) e giornalista, che giunse a proclamare (1923) uno Stato repubblicano autonomo nella regione del Rif, fu sconfitta nel 1926 dalla reazione congiunta di Spagna e Francia.

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Il Dahir (decreto) sui berberi del 1930, con il quale i Francesi tentarono di separare la comunità berbera da quella araba, paradossalmente determinò l’inizio di una consapevolezza politica nazionalistica unitaria: giornali, manifestazioni popolari, organizzazione di scuole islamiche, richiesta di nazionalizzazione delle industrie più importanti, banche, miniere, ed ancora richieste di libertà di espressione e di autonomia politica.

Nasce il partito Istiqlal(Indipendenza) nel 1943, molto vicino al sultano Muhammad V, fervente nazionalista e coraggioso oppositore dei Francesi.

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Nel 1953 il sultano fu costretto a dimettersi e andare in esilio in Madagascar e questa fu la scintilla che fece esplodere la rivolta.Un’ondata di violenza e terrorismo da parte dei marocchini e di repressione francese si scatenò sui leader dell’Istiqlal e del movimento tutto. Alla fine i Francesi dovettero cedere e firmare il trattato per il riconoscimento franco-spagnolo dell’indipendenza del Marocco, il 7 marzo 1956.

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Il vecchio sistema politico, la monarchia sceriffiana, non scompare nel passaggio all’indipendenza e la figura centrale continua ad essere quella del re, con Hassan II, figlio di Muhammad V, salito al trono nel 1961 e padre dell’attuale re Muhammad VI, che gli succede nel 1999.La figura centrale del re serve ancora oggi a equilibrare il potere suddiviso fra le fazioni di una struttura tribale e clientelare molto forte e complessa.Il nuovo sovrano ha saputo finora gestire l’ondata di opposizione attraverso una serie di concessioni e riforme più o meno sostanziali, fra le quali va citato il nuovo codice della famiglia, la Mudawwana, che ha migliorato sostanzialmente le condizioni della donna in Marocco.

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Il territorio di Ceuta fa parte del sistema doganale dell'Unione europea, e del sistema politico ed economico dell'Unione. La città è un porto franco. Il governo marocchino avanza pretese di integrazione nel Marocco, ma il governo della Spagna non ha mai effettuato alcun tipo di trattativa sulla materia. Ceuta è conosciuta per la sua natura cosmopolita, che ha contribuito ad incrementare il turismo in quell'area. Il confine terrestre tra Ceuta e l'entroterra marocchino è recintato e sorvegliato, allo scopo di contenere l'ingresso di migranti nell'enclave che, in quanto territorio metropolitano spagnolo, garantisce ulteriore libero accesso all’UE.