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MENSILE DELL’ASILO DEI NONNI S. Giovanni Paolo II - Coccolia Anno XI N° 04 Aprile 2019

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MENSILE DELL’ASILO DEI NONNI

S. Giovanni Paolo II - Coccolia

Anno XI N° 04

Aprile 2019

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Cooperativa Sociale a.r.l. - ONLUS

Benedetta Bianchi Porro

Sede: Coccolia (RA) Via Ravegnana 737

Presidente: Luisa Corazza

Vice-Presidente: Francesco Bruni

Consiglieri: Marina Cambiuzzi

Mariasilvia Monterastelli

Giuseppe Russo

“LA VOCE DEI NONNI”

Mensile dell’Asilo dei Nonni - S. Giovanni Paolo IICentro Diurno e Comunità Alloggio

Via Ravegnana, 737 | Coccolia (RA)Tel. 0544 569177 | Fax 0544 239947

e-mail: [email protected] site: www.asilodeinonni.eu

Direttore Responsabile

Giuseppe Russo

Redattori

Laura Bertoni

Luisa Corazza

Daniela Elleri

Clara Mughini

Daniela Ronconi

Giuseppe Russo

Don Paolo Szymusiak

Pubbliche Relazioni

Luciana Guardigli

Stampa e Grafica

Tipografia GE.GRAF srlV.le 2 Agosto, 583 - Bertinoro (FC)

T. 0543 448038 - [email protected]

www.gegraf.it

in questo numero

Lettera di Pasqua 3

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀa cura di LUISA CORAZZA

”Ogni spirito che confessa Gesù Cristo...” 4

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONIa cura di LAUBER

Abril domelaznov | Aprile 2019 18Racconti per grandi e piccini 21Il modo di dire del mese 23

L’ANGOLO DELLE NEWS

Via libera alla sostenibilità con modo vegan e green 25Nuova Zelanda da imitare per evitare esaltazioni 27

L’ANGOLO DELLA STORIA

Alessandro Magno sepolto vivo, conferme sulla morte 29

L’ANGOLO DELL'ASTRONOMIA

Alleluja, il buco nero è stato fotografato! 34

L’ANGOLO DELL'ARTE

OTTOCENTO L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini 33

L’ANGOLO DELLA MEDICINA

Usa, sperimentato con successo un “vaccino”... 35

L’angolo dell’umorismo 36

GALLERIA FOTOGRAFICA

I compleanni 37

L’angolo degli aforismi 38

L’angolo degli annunci 39

La posta del direttore 42

In copertina: “Lo Stagno delle Ninfee”Claude Monet (1899)

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S. Pasqua 2019

Carissimi nonni, personale direttivo e di servizio, familiari e soci. Anche quest’anno un’altra Pasqua da vivere!Se Pasqua vuol dire passaggio ogni giorno che viviamo è un passaggio nel quale siamo impegnati a scegliere.Cosa scegliere? Scegliere di camminare e come camminare per “credere e vedere”.Credere e vedere che cosa? Vedere coloro che camminano a fianco nostro preoccupati di salvaguardarci dalle eventuali domande che si sviluppano lungo il nostro cammino e aiutarci ad assaporare la presenza di chi ci accompagna.Ma chi ci accompagna? Un compagno fedele invisibile ai nostri occhi ma non al cuore… È Gesù di Nazareth morto e risorto. Pasqua quindi ci fa godere la presenza di questo amico che dopo tre giorni di giacenza nel sepolcro è resusci-tato garantendo la resurrezione al genere umano.Questa realtà eccezionale, Credo della Chiesa e quindi anche mio, mi spinge ad augurarvi buona e serena Pasqua, Fratelli, coraggio! Lui è risorto per ottenere la nostra resurrezione.Questa è la forza che nel servizio ai nonni ci permette di non cadere in tristezza senza luce, quando uno di essi si addormenta per sempre e noi lo vediamo solo con gli occhi del cuore.Buona Pasqua ancora a tutti. Oggi viviamo questo passaggio con delle tappe gioiose di fraternità e speranza che vogliamo godere pienamente e permanentemente, lasciando da parte incomprensioni, errate interpre-tazioni, accuse infondate, dubbi.È Pasqua, Fratelli, ma ogni giorno è Pasqua qui nella nostra struttura come ogni giorno è Natale! Sì, perché il ciclo della vita è “nascita-pellegrinaggio alias vita terrena, morte e rinascita al cielo”.Questo è il Credo che caratterizza la nostra Cooperativa che ha due figli l’Asilo dei Nonni e la Residenza Tabor.Due strutture in cui si vive la scuola alla prossimità, alla condivisione, alla collaborazione, all’accompagna-mento: qui ciascun operatore impara a vivere nel servizio ai nonni con pazienza e costanza. Purtroppo non sempre si è riconosciuti da qualche familiare e amico dei nostri ospiti che azzardano giudicare episodi che si verificano nelle strutture dipingendoli di nero; a questi fratelli ricordo che tutti noi, operatori e parenti dei nonni, siamo una famiglia sulla stessa barca e nessuno può remare contro, altrimenti si affonda.La navigazione è tranquilla quando da parte dei familiari c’è il riconoscimento del lavoro svolto, c’è il rispetto ed incoraggiamento palese e non pretese assurde, aggressività e critiche negative ed ultimamente anche sul personale infermieristico, peraltro ben preparato e cosciente in materia.Ricordiamoci che la struttura prevede nello Statuto la presenza di una sola infermiera, noi ne abbiamo due, e competenti, perché laureate in infermieristica.Allora impegniamoci a far decollare da questa Pasqua di Resurrezione un rapporto fraterno e amicale che fortifichi tutti nel buon senso, nella buona convivenza e nel doveroso riconoscimento a chi lavora per il bene dei nonni.

Buona Pasqua! Luisa Corazza Presidente

Lettera di Pasqua

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È un versetto tratto dal capitolo 4 della 1° let-

tera di Giovanni che se lo leggiamo integral-

mente prendiamo atto che parla di Gesù, ma

uscito da Dio e venuto nella carne.

Non basta ripeterlo perché chi non riconosce

Gesù, l’unto di Dio, uscito da Lui, non è da Dio.

Stiamo ben attenti perché in questo mondo

i cui abitanti non accettano di essere figli del

Padre Celeste, che inventano disegni di leggi

dal pulpito dell’ignoranza e pretendono la loro

approvazione, costoro sono i falsi profeti!

Offrono abbagli di felicità, immettono idee

confuse negli adulti e nei giovani, spengono

la luce della fede, la speranza e l’amore gene-

rando caos e smarrimento spirituale.

Allora cosa pretendono di proclamare? Un va-

demecum per la felicità dell’uomo del 3000:

Dio è inutile perché la vita, l’amore e la pace si

raggiungono senza di Lui, la libertà viene ot-

tenuta abbandonando la morale cristiana re-

trograda ed eliminando la responsabilità per-

sonale.

Ecco il perché di una società liquida dove “tut-

to è così come vi pare” dove regna “la legge

dello scarto”, dell’ ”usa e getta”, di “quel che è

mio è mio”, e “quello che è tuo è mio”.

Non dobbiamo ignorare che le star del cine-

ma, della moda, del Parlamento, non si pon-

“Ogni spirito che confessa Gesù Cristo venuto nella carne è...” (1Gv4,2)

Giovanni Bellini - Trasfigurazione di Cristo (1455 - 1460)

4 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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gono forse come guida sulla strada dell’appa-rire e giudici della vita buona del Vangelo che definiscono retrogrado?Esse non sono forse guide per la via dell’egoi-smo, dell’egocentrismo, dell’arrivismo, della trasgressione, dell’opportunità del cinismo e dell’indifferenza?

Il profeta autentico annuncia sempre Gesù e il suo Vangelo e segnala senza mezzi termini ciò che contraddice la verità di Dio.Così Ezechiele in 23,25-32: “Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri, oracolo del Si-gnore, che li raccontano e traviano il popolo con menzogne e millanterie. Io non li ho in-

viati, né ho dato loro alcun ordine; essi non gioveranno affatto a questo popolo. Oracolo del Signore”.Quanto sono lontani da Giovanni che nel ver-setto 7 del capitolo 4 scrive “Carissimi, amia-moci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque è stato generato da Dio conosce Dio….”.Dunque l’amore nasce dal cuore di Dio per abitare nel nostro. È una realtà così grande e profonda da emozionare e ammutolire in quanto solo i poeti e gli innamorati parlano bene dell’amore e della sua bellezza… Dell’a-more di Dio parlano solo i mistici e coloro che lo vivono in sé.

M. Minniti (Caravaggista ‘500) Gesù risuscita il figlio della vedova di Naim

5APRILE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Riprendendo il versetto che dà il via all’ar-gomento che svolgo, Giovanni spiega che ci sono due generi di spiriti: quello che procede da Dio e quello che non è da Dio.Uno spirito viene da Dio quando le nostre azio-ni rispecchiano l’amore di Dio per i nostri fra-telli: ”Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità”(1Gv.3,18).Ricordiamoci che la verità e l’amore vanno sempre insieme e non sopportano di essere separati.

L’amore senza verità è vuoto, ingannatore, e immiserisce la persona amata; la verità detta senza amore può distruggere.Lo spirito viene da Dio e le nostre azioni ri-specchiano l’amore di Dio per i nostri fratelli (1Gv. 3,18) e non viene da Lui se neghiamo che Gesù “è venuto nella carne” cioè se non

lo riconosciamo veramente uomo, poiché è fondamentale credere nell’incarnazione per capire che “il Padre” ha mandato “il suo figlio” come salvatore del mondo (1 Gv.4,2-14).

È sempre stato, ma oggi come oggi, c’è un pullulare di spiritualità, a volte molto attraen-ti, ossia svariate religioni, sette e nuovi culti; come fare per non esserne fagocitati?

Tiepolo - Martirio di S. Agata (1736)

Raffaello - Visione di Ezechiele (1518 ca.)

6 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Esaminare il loro messaggio ed individuare su cosa ci vogliono convincere:a) Ci aiutano ad amare Dio e il prossimo?b) Confermano la nostra fede in Gesù Cristo,

veramente Dio e veramente uomo?c) Riconoscono che Gesù ci salva dal peccato

e dalla morte?d) Proclamano Gesù Cristo morto e risorto?

Se rispondiamo sì, allora si tratta di santi pro-feti, se rispondiamo no, allora dobbiamo stare attenti!....

Gesù “è venuto nella carne”, allora la carne non è cosa cattiva; essa è stata creata da Dio, è stata assunta dal Figlio di Dio, ed è trasfigu-rata dall’azione vivificante dello Spirito Santo.

Allora cosa è la carne se non la condizione di creatura; ed il corpo il mezzo, lo strumento, tramite il quale l’uomo si esprime su questa terra.

La carne, ovvero il nostro corpo, va giusta-mente amata.Dice Sa Paolo in EF 5,28-29: “Così anche i ma-riti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chies…”Ezechiele 36,26 dice ricordando le promesse del Signore: “Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”, tenero ed acco-gliente.

Filippo e l’Eunuco etiope nero, primo ebreo convertito al Cristianesimo

7APRILE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Il profeta ci comunica che Dio scolpisce la sua legge d’amore nei nostri cuori donandoci il Suo spirito.Cose meravigliose succederebbero se ci la-sciassimo riempire dello Spirito di Dio e gli permettessimo di trasformare i nostri cuori in modo che tutte le nostre azioni traessero ori-gine dall’Amore di Dio.Ma come lasciare che Dio ci doni un cuore e uno Spirito nuovo, pieno del suo amore? Leggendo con apertura del cuore e costanza la Sua Parola e unendosi ad una comunità di fede.Se vogliamo un mondo migliore abbiamo bi-sogno che l’amore di Dio sia radicato nei no-stri cuori e orienti la nostra vita. Andare sem-pre avanti! Sempre!

I beati, i santi, i martiri di tutti i tempi sono le creature che hanno lasciato aperto il loro cuore per accogliere la Parola vivendola nel-la loro carne.Ricordo Sant’Antonio, San Francesco, San Martino, i martiri cinesi, i vietnamiti, gli Apo-stoli, San Paolo, Sant’Ignazio, Benedetta Bian-chi Porro (che sarà canonizzata il 14 settem-bre 2019), San Riccardo Pampuri e poi La Pira, sindaco di Firenze, Pier Giorgio Frassati, Olive-ri, ed i più recenti Chiara Corbella ecc.Perché li cito? Per incoraggiarci a seguirli con la nostra vita nelle scelte quotidiane in quan-to erano gente come noi, gente comune, ma che avevano scelto di vivere nella loro carne la Parola.Con l’espressione “loro carne” designo la condizione di creatura e definisco il corpo quale strumento mediante il quale essi e noi ci esprimiamo su questa terra.La Bibbia non considera la carne cosa cattiva: perché uscita dalle mani e dalla mente di Dio, e assunta dal Figlio suo e trasfigurata dall’azio-ne vivificante dello Spirito Santo dopo essere

stata corrotta dal peccato di superbia dei no-stri progenitori. Perciò essa va amata , perché è il nostro corpo e San Paolo lo ha descritto chiaramente.

La carne, oltre il corpo, può indicare la stessa persona difatti San Paolo in 2 Cor. 7,5 scrive : ”Quando siamo giunti in Macedonia, la no-stra carne non ha avuto sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati”.Se poi leggiamo il salmo 119,120 constatiamo che il salmista sospira “A te Signore, anela la mia carne”.Se leggiamo 2 Cor. 10,3: “In realtà, noi viviamo nella carne”e in Gal.2,20 “E questa vita che vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio…” e in Fil. 1,24: “Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero cosa scegliere”.Lo stesso evangelista Giovanni afferma che “(Gesù) ……è venuto a vivere nella carne”. (1 Gv.4,2)L’accezione più comune a cui ci appelliamo è quella per definire la creatura fragile “Ogni carne è come l’erba che fiorisce..e sec-ca”(Is.10,6-7)E allora come la risolviamo? Noi uomini da soli, essendo carne, siamo incapaci ed impo-tenti ad entrare nel regno di Dio. Difatti San Giovanni lo attesta senza mezzi termini; “ciò che è nato dalla carne è carne, e ciò che è nato dallo Spirito è Spirito”. (Gv.3,6)L’uomo da solo non è in grado di conoscere la realtà divina, non per niente Gesù disse a Pietro: “Non il

sangue né la carne te l’hanno rivelato” (Mt.16,17); San Paolo scrive che se l’uomo pre-tendesse di farlo, dimostrerebbe di essere “un sapiente secondo la carne”. (1Cor.1,26) San Giovanni Evangelista in 6,63 conferma: Giotto - Giudizio Universale - Affresco ( 1306 ) - Cappella degli Scrovegni, Padova

8 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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San Paolo in proposito spiega molto bene questa realtà, e di conseguenza agisce non secondo la carne (2 Cor.10,20), anche se av-verte in sé la lotta tra la carne e lo spirito che lo induce a dire: “Con la mente servo la legge di Dio, invece con la carne la legge del pec-cato”. (Rm.7,25)

Poi incalza “quelli che vivono secondo la car-ne, pensano alle cose della carne… però i de-sideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. Infatti i desideri della carne sono in ri-volta contro Dio, perché non si sottomettono alla legge… Quelli che vivono secondo la car-ne non possono piacere a Dio” (Rm.8,5-8).Esorta perciò: ”Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi deside-ri” (Rm.13,14).

“Infatti è solo lo spirito che vivifica; la carne

non giova a nulla”.

Già Geremia 17,5 dichiara: ”Guai all’uomo che

confida nell’uomo, e che fa della carne il suo

sostegno e il suo cuore si allontana da Dio”.

Molti sono i fatti di cronaca che dimostrano

come l’uomo che ha confidato nell’uomo è

rimasto con “la polvere in mano”: “Sarà come

un tamerisco nella steppa; non vedrà vivere il

bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in

una terra di salsedine, dove nessuno può vive-

re”(Ger.17,6).

Andrea Mantegna - Martirio di San Sebastiano (1481)

Sassoferrato (XVII sec.) - S. Lucia

9APRILE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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In Galati 5,19-21 elenca le opere della carne che tutti conosciamo: “fornicazioni, impurità, libertinaggio, idolatria, stregoneria, inimicizia, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidia, ubriachezza, orge, e cose del gene-re….; chi li compie non erediterà il regno di Dio”.

I media ci presentano questi frutti negativi compiuti da tanti beniamini dei nostri giorni, e li propone come conquiste, li osanna e li pre-senta come conquiste mentre gli autori ven-gono proposti come modelli vincenti.

San Paolo dice che la carne è sede delle pas-sioni e del peccato e si pronuncia così anco-ra dopo 2000 anni: “Quando eravamo nella carne, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti di morte” (Rm.7,5), ma prontamente ci incoraggia affermando che il peccato è stato vinto da Cristo, il quale pren-dendo “questo corpo di carne” (Cor.1,22), “ha condannato il peccato nella stessa car-ne” (Rm.8,3), lasciando a noi il dovere di non confidare mai nella carne, ma nella sua forza Vittoriosa.

In Galati 6,8 chiosa così “Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito raccoglierà vita eterna”Eh, sì un vero progetto di vita che in una so-cietà liquida come la nostra trova ampio cam-po di lotta e sofferenza ma con il Suo aiuto ne usciremo trionfanti perché lo Spirito è vita.

Ha ragione Papa Francesco quando ci ha illu-minato parlando dei “santi della porta accan-to” perché le sue parole ci invitano ad agire, a non lasciarsi turbare dall’indifferenza, a ricer-care l’avventura della crescita spirituale.Ora ricordo che il sociologo Zygmunt Bauman ha scritto che “senza la presenza dei santi, non saremmo umani, essi ci mostrano la via, ci di-mostrano che incamminarci è possibile, sono fitte della coscienza per noi che vogliamo o non sappiamo imboccare la via e seguirla”.

Sempre Papa Francesco ci ha destabilizzati un po’ tanto quando ha parlato dei “santi della porta accanto” che non sono super eroi ma uomini che nel loro cammino di vita non per-dono mai il tracciato di Gesù, quello indica-to nel percorso delle beatitudini che sono la mappa per far entrare nel cuore la Parola che

I 21 martiri egiziani cristiani copti uccisi dall’ISIS il 18 maggio 2015 in una spiaggia della Libia per apostasia avendo rifiutato di convertirsi all’ISLAM. Le loro ultime parole: “Oh Signore Gesù, Dio mio!”

10 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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poi si concretizza così: “Essere poveri nel cuo-re, reagire con umile mitezza; saper piangere con gli altri; cercare la giustizia con fame e sete; guardare e agire con misericordia; man-tenere il cuore pulito da tutto ciò che sporca, seminare pace attorno a noi; accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci pro-curi problemi”.Proprio questi sono i segni principali della santità di oggi e di ieri e i loro testimoni “aiuta-no Dio a portare avanti il mondo”. Ce ne sono tanti oggi, dice il papa, vivono tra noi scono-sciuti ma ci sono.

E per capire ancora meglio sono quelli che nella loro”carne” vivono le beatitudini e sono “carne” che si lascia vivificare dallo spirito.A questa “carne viva” è riservato il Regno dei Cieli. Quando? Alla fine del mondo quando

verrà il Figlio dell’uomo a giudicarla e a sepa-rare “i capri dagli agnelli”.Una delle prime realtà rivelate dalla Bibbia ri-guarda l’uomo che per aver peccato è sogget-to alla morte; Ma lo stato di morte, sarà tran-sitorio e per grazia divina, l’uomo, la carne, risorgerà per non più morire.Questa verità annunciata nel Vecchio Testa-mento, è diventato il centro della fede cristia-na, dopo che Gesù stesso è risorto, come pri-mizia dei risorti dai morti.Nel Credo recitiamo “…la resurrezione della carne, la vita eterna. Amen”.Il Signore è l’unico padrone della vita e della morte: “Egli fa morire e fa vivere, fa scendere negli inferi e risalire “ (1Sam 2,6,e Dt 32,29).Altri versetti che ripetono la stessa realtà “Egli salva dalla fossa la tua vita”, (Sal.103,4) e “non abbandona la vita nel sepolcro” (Sal.16,10).

Ilya Repin - Risurrezione della figlia di Giairo - San Pietroburgo / Museo di Stato Russo

11APRILE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Caravaggio - Resurrezione di Lazzaro (1609)

12 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Altre conferme le abbiamo quando leggiamo nel Libro dei Re (1 Re17,17-23) e 2 Re 4,33 e 13,21 che Elia ed Eliseo fanno resuscitare al-cuni morti perché Dio confermava con questi miracoli di essere veramente il padrone della morte e il Dio della vita.

Poi nel libro di Daniele 12,2 è scritto “Molti di coloro che vivono nella polvere della terra, si sveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per l’infamia eterna”.Anche nel libro dei Maccabei, gli ebrei che su-bivano il martirio per la loro fede, affrontavano la morte dicendo al carnefice: “Tu scellerato, ci togli dalla vita presente, ma il Re dell’Univer-so, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna”( 2 Mac.7,9,e vv 11,23).

Questa chiara testimonianza della resurrezio-ne dei corpi diventava sempre più patrimonio prezioso del giudaismo, specie dei Farisei e di altri fedeli.

Con la risurrezione di Cristo il problema del-la risurrezione è stato risolto.Egli durante la sua vita aveva annunciato che sarebbe venuta l’ora in cui la voce di Dio avrebbe risvegliato chi giaceva nei sepolcri, quanti avevano fatto il bene per una risurre-zione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna (Gv.5,28-29).In Giovanni 6,40-44 è riportato che Gesù ave-va aggiunto che chi crede nel Figlio ha la vita eterna e “….io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.Quindi noi risusciteremo perché Gesù è ri-sorto.

Pieter Lastman (1583-1633) - Giona e la Balena

13APRILE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Ulteriore conferma ce lo dà San Paolo in Ro-mani 8,11 “Lo stesso Dio che ha risuscita-to Gesù dai morti, risusciterà anche voi, per mezzo del suo Spirito che abita in voi”.

Anche nell’Apocalisse è descritta la risurre-zione dei morti: “Tutti compariranno dinanzi al giudice supremo; sia i buoni che i cattivi, e ciascuno sarà giudicato secondo le sue ope-re” (Ap.20,13).

Ricordiamoci però che il Battesimo ci ha resi partecipi della morte e risurrezione di Gesù.La vita nuova scaturita dal Battesimo è vita da risorti, perché il Battesimo, “da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere con Cristo”(Ef.2,5)

Ci avviciniamo alla Pasqua e in tutta la storia del mondo non esiste annuncio più grandio-so e più gioioso di questo “Gesù Nazareno, il crocefisso, è risorto!”(Mt.28,5-6; Mc.16,6; Lc.24,6).

La nostra fede cristiana poggia su questo straordinario evento, se così non fosse stato, cioè se non fosse risorto, tutta la nostra fede crollerebbe.

Il racconto nel Vangelo della sua risurrezione, cioè della resurrezione della sua carne, è la cronaca fedele dell’evento con il quale il Pa-dre ha voluto manifestare che Gesù era vera-mente il suo inviato, che aveva insegnato la verità, che aveva operato i miracoli con la sua potenza e che aveva annunciato agli uomini il suo disegno di salvezza.Per essere più sintetici possiamo dire che la risurrezione è il sigillo che Dio aveva usato per confermare l’opera di Gesù.

Risorgendo nella sua carne, nella sua uma-nità, Gesù veniva costituito “Figlio di Dio con potenza”(Rm.1,4), “Signore e Cristo” (At.2,36), “capo e salvatore (At.5,31), “giudice dei vivi e dei morti” (At.10,42;Rm.14,9), diventando così il “Signore della gloria” (1 Cor. 2,8).

Jacopo da Ponte (il Bassano) - Ultima Cena (1542)

14 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Jacopo da Ponte (il Bassano) 1510 - Il martirio di Santa Caterina d’Alessandria

15APRILE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Così egli è stato esaltato ed è stato chiamato Kirios = Signore, che è al di sopra di ogni altro nome (Fil. 2,9).

Gesù durante la sua vita terrena aveva annun-ciato più volte la sua risurrezione. Non aveva forse detto ai farisei “Distruggete questo tem-pio e in tre giorni lo riedificherò” (Gv. 2,19).Gli apostoli capirono quanto aveva detto solo dopo la sua resurrezione, il corpo era il santuario e non il grande tempio di Gerusa-lemme. Fu in quel momento che gli apostoli credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù (Gv. 2,21-22).

Quando gli scribi e i farisei gli avevano chiesto un segno che dimostrasse la sua messianici-tà, aveva risposto: “Una generazione perver-sa e adultera pretende un segno? Ma “nessun segno le sarà dato, se non quello di Giona profeta. Giona buttato in mare fu inghiottito dalla balena e rimase nel suo ventre, per tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo re-

sterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (Mt.12,39-40; Lc. 11,29-30).

Gesù in diverse occasioni aveva preannunciato che avrebbe sofferto, riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e dopo tre giorni sarebbe resuscitato.Gesù parlava apertamente ma i discepoli “si domandavano che cosa volesse dire risuscita-re dai morti”(Mc.9,10).

Gesù affermava ciò per porre la sua resurre-zione come la pietra di paragone che avrebbe confermato senza ombra di equivoco la sua divina autorità e la sua stessa natura divina.San Paolo in particolare dimostra che Gesù è la primizia e la causa efficace della risurrezio-ne dei morti (1Cor.15,3-8; 11,20).Dopo la risurrezione Gesù appare tante vol-te e durante molti giorni nei quali gli apostoli lo vedevano e lo toccavano, mangiavano con Lui.

Papa Francesco battezza 28 bambini nella Cappella Sistina

16 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Sì noi uomini siamo stati introdotti nel regno di una vita che non conosce tramonto.

Noi siamo già entrati in questa vita nuova con il Battesimo che, facendoci morire alla morte ci fa rimanere con Cristo per vivere sempre con Lui: siamo pertanto “nuove creature”, “uomi-ni nuovi”, “membra vive di Cristo risorto”.

La sua resurrezione è inserita perciò nella nostra vita, come lievito trasformante, come forza, come bussola che orienta, per cui tutti siamo attorno al Risorto come attorno al no-stro centro.

Auguri fratelli, Cristo è risorto. Veramente ri-sorto!

Buona Pasqua! Alleluja!Luisa

Difatti fin dal primo giorno della Pentecoste, il mistero della risurrezione di Cristo è il centro della predicazione degli apostoli, essendo esso il fondante della fede cristiana (At.2,22-35).Pietro ne fa la sua confessione di fede dinanzi al Sinedrio e parla di Gesù crocifisso, morto e risorto.

Ma la stessa confessione viene poi fatta da Fi-lippo all’eunuco etiope, da Paolo ai Giudei e ai pagani. In sintesi è il Vangelo della salvezza annunziato a tutti.Risorgendo Gesù ha concluso la sua opera di rivelazione e di redenzione dando inizio alla nuova era della storia umana.

Con la sua Pasqua, la notte spirituale dell’u-manità, segnata dal peccato, dal dolore, dalla disperazione e dalla morte è stata distrutta dal germe dell’immortalità e di luce trasferito nel suo seno dalla pienezza di vita di risorto.

Tempio dI Gerusalemme

17APRILE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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ABRIL DOMELAZNOV Aprile 2019

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

Sono fioriti i lillà, il caprifoglio profuma l’aria della sera, nei boschi spiccano bianche isole di fiori di ciliegio, gli alberi del viale si rivesto-no di tenero verde, i merli foderano di morbide piume i loro nuovi nidi, le erbe dei prati gioca-no con le nuove famiglie di coniglietti nati da poco e incredibilmente belli: nell’aria il profu-

mo amaro del biancospino avvolge la lana dei pioppi. Nell’aia una chioccia mostra orgoglio-sa alle margherite e alle prime lucertoline che accarezzano i ranuncoli del prato i suoi nuovi morbidi pulcini. Nei laghetti dei grandi parchi le anatre e i candidi cigni si rincorrono sciando sull’acqua.

18 LA VOCE DEI NONNI | 04

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Sulla via Ravegnana le siepi si rivestono di gli-cini violetti e nel parco dell’Asilo dei Nonni si può ammirare un tappeto di margherite che fa da coreografia al gazebo pieno di grappoli di glicine. È aprile, è primavera e tutta la natura è uno spettacolo di indescrivibile bellezza.

PRIMAVERA BRILLA NELL’ARIA

Primavera d’intorno brilla nell’aria e per li campi esulta,sì che a mirarla intenerisce il core.Odi greggi belar, muggire armenti;gli altri augelli contenti a gara insiemper lo libero ciel fan mille giri pur festeggiando il lor tempo migliore.

G. Leopardi

Quand che la rama la j è fiurida la doja la i é fnidaQuando il ramo è fiorito il dolore (reumatico) e finito.È questa certamente una bella notizia per i no-stri nonni ai quali si può assicurare anche che…quand che e canta e meral a sem fura da l’in-veranquando canta il merlo siam fuori dall’inverno. Però il proverbio dice anche per tutto aprile non ti scoprire.

I fiori vanno piantati in aprile perché fiorisce anche il manico del badile.Se vuoi cocomeri grossi come un barile, pian-tali il primo giovedí d’aprile.Se piove il venerdí santo, piove maggio tutto quanto.

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

Gazebo del glicine e tappeto di margherite a forma di cuore nel parco dell’Asilo dei Nonni

19APRILE | 2019

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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Qualche papavero rosseggia fra il grano che, dopo il freddo dell’inverno, sta crescendo velo-cemente: il chiccolino della famosa filastrocca ha mantenuto la promessa!

CHICCOLINO

Chiccolino dove stai?Sotto terra non lo sai?

E là sotto non fai nulla?Dormo dentro alla mia culla.

Dormi sempre, ma perché?Voglio crescer come te.

E se tanto dormirai, Chiccolino che farai?Una spiga metterò, tanti chicchi ti darò !

IN QUESTO MESE VIENE LA PASQUA

In questo periodo una volta in campagna pas-sava il prete a benedire le case, era sempre accompagnato da un bambino che aveva una sportina nella quale metteva uova e ciambel-line che le massaie davano per ringraziare. Il Sabato Santo si andava in chiesa a benedire le uova avvolte in un fazzolettino ricamato e si mangiavano la mattina di Pasqua. Quando ero bambina c’erano già le uova di cioccolato e io non vedevo l’ora di aprire il mio per vedere la sorpresa: c’era sempre un anellino o un por-tachiavi. Il mio vicino fece trovare nell’uovo di Pasqua alla sua ragazza l’anello di fidanzamen-to: ne parlò tutto il paese!

La domenica prima di Pasqua è la DOMENI-CA DELLE PALME e si andava a prendere l’ulivo benedetto che si conservava con grande cura. Una parte veniva appesa alla immagine sacra che c’era sopra i letti e restava lì fino all’anno successivo, un po’ veniva bruciato per profu-mare la stanza dei bachi da seta durante la dor-mita (era il primo deodorante per ambienti ), se ne bruciava un po’ per disinfettare le camere dei bimbi malati e, durante i temporali per al-lontanare grandine e fulmini, se ne piantava un rametto in mezzo ai seminati per proteggere i raccolti.

CANTO DI PASQUA

Senti… Canta una fonte l’armonia,dolce di Pasqua. Come canta bene!e un usignolo le fa compagnia.

Senti… Cantano i rami dei frutteti,cantano i fiori di pesco e le verbene;è Pasqua, oggi non hanno più segreti.

Senti… Cantano insieme le campanedal monte alla cerulea pianura;ci porta il vento le voci lontane.

Ascolta… C’è una voce nel tuo cuore,come una fonte di dolcezza pura:«È Pasqua, è Pasqua, è risorto il Signore!».

Luisa Nason

20 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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RACCONTI PER GRANDI E PICCINI

Il Pettirosso(Leggenda popolare)

Mamma uccello, così come faceva ogni gior-no, lasciò nel nido i suoi piccoli per andare a procurar loro il cibo. Mentre era in volo, vide sulla cima di un monte tre croci e tanta gente. Curiosa, si avvicinò e sulla croce centrale vide inchiodato un uomo con una corona di spine in testa: era Gesù.

Fu presa da una grande tristezza nel vedere tanta cattiveria e cercò il modo di alleviare una sofferenza così grande. Si posò allora vicino alla testa di Gesù e col becco cercò di staccare la spina più grande. Ci riuscì, ma il suo petto si macchiò di sangue. Tornò al nido, raccontò ai figli quello che aveva visto e, mentre li abbrac-ciava, macchiò di rosso anche il loro petto. Da quel giorno in poi, quegli uccellini si chiamano “pettirosso“, in ricordo del gesto generoso di quella mamma.

25 APRILE - FESTA DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO

Il 25 aprile è la FESTA DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO, si festeggia la fine della secon-da guerra mondiale. 72 anni fa tutti pensarono che il mondo non sarebbe più stato attraversa-to da guerre, razzismi, violenze terribili, invece siamo costretti ad assistere continuamente a “interventi umanitari”, ad azioni di guerra ipo-critamente chiamate “missioni di pace” e, ne-gli ultimi giorni a Roma nella borgata di Tor-re Maura, ad episodi di insofferenza e di vera guerriglia urbana di tutti contro tutti.

Alcuni residenti di quel quartiere sono insorti contro l’arrivo di 77 rom che dovevano esse-re inseriti in un centro di accoglienza, presi-diando l’ingresso della struttura con mazze da baseball, minacciando i nuovi venuti con frasi come “Scimmie, vi bruciamo vivi”, incendiando cassonetti e auto e distruggendo e pestando IL PANE che doveva arrivare agli ospiti della strut-tura.

21APRILE | 2019

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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Sono episodi che ci parlano di povertà, di in-sofferenza, di disperazione, di mancanza di principi di solidarietà. Si moltiplicano i “nemici”, c’è il rifiuto del “diverso”, impera il detto PRIMA GLI ITALIANI.

Queste frasi ricordano altre frasi che imperver-savano nel 1938. È necessario ricordare ancora un testo famosissimo di un’altra terribile epoca tornato improvvisamente attuale: Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi erano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato, perché mi erano fastidiosiPoi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente, io non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e..Non c’e-ra rimasto nessuno a protestare….

Ora anche il pane è elemento divisivo e va di-strutto se è destinato ai migranti o ai rom “Do-vete morire di fame” si è sentito urlare a Torre Maura. Il pane che da sempre è considerato l’alimento principe e “sacro” e si diceva che chi ha pane e vino sta meglio del suo vicino; pane e vino fanno un bel bambino; niente è buono come il pane…

PAN A E’ PAN

A j’aven una campagna che la fa unor ala Rumagna;

a j aven di cuntaden che e’ lavor il sa fè ben;

a j aven dl’uva, de gran… mo e’ ven cumpagna e’ pan

arivend ala zitè i jo ì ha cambiè identitè.

Quand e’ pan us faseva in cà cun fadiga, tot il sa,

us magneva par una smana. Quel d’adess us impaltana

he pè fat cun la calzena. Cosa ai met int la farena

che se l’avanza alè par dman un e’ magna gnaca e’ can?!

Una volta i brazadel i’era e’ sogn ad tott i burdell:

i scrucleva e int e’ cafè l’era un past propi da re!

Pruvì adess!? L’è un tira e mola che a smulghei i fa la cola!

J i ha fat di studi sora mo parò, c’sai tirè fura?

Al so me quell che i ha cunclus: j’è pracis… sol int’e’bus.

Par adess me a vegh a bè parchè ormai u m’è avnu sed,

mo fra poch as avdiren: stetra volta? A scorr de’ ven!!!

Liberamente tratta da: “La gulpê di scavezz” di Tommaso Piazza

22 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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Lauber traduce come può… :

PANE AL PANEAbbiamo una campagna che fa onore alla Romagna ed ovunque puoi trovare contadini che il lavoro lo san fare, Abbiamo l’uva, abbiamo il grano… ma il vino come il pane arrivando là in città han cambiato identità.Quando il pane si faceva in casa, con fatica come si sa, si mangiava per un settimana.Quello di adesso fa un tira e molla che par fatto con la colla.Cosa ci metton nella farina che se avanza per domani non lo mangia neanche il cane?!Una volta le ciambelline erano il sogno di tutti i bambini, croccanti e nel caffè eran cibo proprio da re. Provate adesso: è un tira e molla che a mollo fan la colla.Hanno studiato questo fenomeno:alla fine han concluso che di uguale han solo il buco!Per adesso vado a bere, ma sto via solo un pochino:quest’altra volta parlo del vino!!

UN PANE GRANDE GRANDE

S’io facessi il fornaio vorrei fare un pane così grandeda sfamare tutta la gente che non ha da mangiare.Un pane più grande del sole dorato e profumato come le viole.Un pane così verrebbero a mangiarloi poveri, i bambini, i vecchietti, gli uccellini.Sarà una data da studiare a memoria:un giorno senza fame,il più bel giorno di tutta la storia.

G. Rodari

IL MODO DI DIRE DEL MESE

L’ha durmí de cant di piHa dormito dalla parte dei piediSi dice di chi non dimostra gran rapidità nel capire il senso del discorso o nell’intuire una situazione. Basterebbe dire CHE DORME; ag-giungere che ha dormito dalla parte dei piedi è un rafforzativo alla condizione negativa. Nel-le famiglie numerose spesso mettevano due bambini nello stesso letto: uno dai piedi ed uno dalla testa, e forse quello che dormiva ai piedi del letto riposava peggio ed il giorno appariva un po’ assonnato.

L’ha e’ zarvel inaquarí (ha il cervello annacqua-to) era anche questo un detto per sottolineare la scarsa capacità di chi aveva difficoltà a com-prendere al volo le situazioni e di uno così si diceva anche l’ha magné dl’oca (ha mangato dell’oca).

Altro modo dire per indicare chi capisce poco è no avé l’inzegn ad stê dret: non avere l’inge-gno di stare in piedi cioè non capire assoluta-mente niente.

Ci si consola però col detto chi capess padess (chi capisce patisce). Le persone intelligenti sono solitamente anche molto sensibili e spes-so soffrono nel vedere le manchevolezze degli altri viene quasi da dire: beata ignoranza!

Liberamente tratto da: “Detti e proverbi romagnoli” di N. Mario Maiolani

Cari amici ricordate che ….La voglia di guarire aiuta a rifiorire.

Bon temp, salute e quatren i ‘n stofa mai.Bel tempo, salute e quattrini non stancano mai.

23APRILE | 2019

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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Fiorin di glicine che le siepi colori, con “La Voce dei Nonni”

mi passano i dolori, del presente mi tiene informato

e mi aiuta anche a ricordare il mio passato.La voglia di guarire aiuta a rifiorire.

Auguri a tutti

Lauber

24 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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L’ANGOLO DELLE NEWS

Non c’e che dire, che sia un fatto di moda può esserlo però c’è in atto una sollecitazione a dif-fondere attraverso il “fashion“, una nuova cul-tura rispettosa dell’ecosistema.

L’Italia sta portando avanti la moda eco-soste-nibile e non “cruelty free.”

Molti brand negli ultimi anni stanno proponen-do abiti, scarpe e accessori esclusivamente ve-gan e green. Un famoso esempio è la “Scotti Vegan Shoes“, attiva dal 2013 il cui marchio è stato creato da Enrico “Chicco” Scotti, testa e cuore della società “Meno di Zero” che lo ge-stisce per produrre scarpe da donne e da uomo 100% italiane, create a mano da abili artigiani con materiali naturali rinnovabili. Il loro lavo-ro procura l’impatto ambientale e sociale delle scarpe “Meno di zero”.

Si sa che lo stile italiano è cercatissimo ed ap-prezzato in tutto il mondo e lui, “Chicco” Scotti, giovane uomo di 43 anni, con laurea in econo-mia, ha pensato di aggiungere un quid al tradi-zionale comfort delle scarpe vegan perché ciò che vedeva in giro non lo soddisfaceva.

Così ha organizzato un team di piccoli labora-tori artigiani lombardi e toscani (Pavia, Vigeva-no, Mantova e Pistoia).

Racconta di aver cercato ispirazione da altre creazioni dei grandi vegani brand del mondo, e finalmente nel 2016 è riuscito a creare la prima collezione autunno - inverno con modelli dal design interessante e dai prezzi accessibili. Poi nella collezione successiva ha aggiunto all’in-terno delle scarpe un nuovo tipo di fodera con materiale traspirante, antibatterico e “privo di

VIA LIBERA alla sostenibilità con modo VEGAN e GREEN

25APRILE | 2019

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emissione di Co2” derivato dalla lavorazione dei cereali.

Lo Scotti Vegan Shoes sono scarpe certificate, rispettose dei protocolli sull’ambiente (Ecola-bel Eu e Isa 9001), approvate da organizzazioni validissime quali la Pata e Lav, il cui progetto “Animal Free Fashion” gli ha riconosciuto il mi-glior livello di valutazione etico, il rating etico VVV+, concesso solo alle aziende di moda che non utilizzano nelle proprie collezioni materiali animali, come lana, seta, pelle, piume, pellicce.

Grande successo a Los Angeles per Scotti nel-la prima edizione della Vegan Fashion Week di Los Angeles o alla sfilata di Londra che ha ri-

cevuto l’estate scorsa i più creativi designers di moda cruelty free (designer della moda libera crudele).

Scotti racconta che la sua azienda è partita da zero, come start up, investendo solo qualche decina di migliaia di euro, anno dopo anno le vendite sono aumentate parallelamente al fat-turato, in percentuale, a doppia cifra.

Il 90% delle vendite sono on line e il 10% al det-taglio. Estendersi all’estero è presto anche se il numero dei clienti è in aumento negli Stati Uniti,Cina, Francia, Germania.

Ch.Lc

26 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DELLE NEWS

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L’ANGOLO DELLE NEWS

Il 15 marzo la Nuova Zelanda, a Christchurch, ha vissuto una tragica realtà. Un killer ha attac-cato due moschee provocando 50 morti e fe-rendone altrettante.

Come se non fosse sufficiente l’azione crimi-nale, l’assassino ha registrato la strage, e ha po-stato il video lungo 17 minuti su Facebook: 200 persone hanno visto in diretta il massacro. Le due persone che lo hanno condiviso prima che il social lo eliminasse, sono state incriminate e ad esse si aggiungeranno altre quando verran-no individuate.

Ma non basta! Ben 4000 persone lo hanno vi-sto sul suo profilo prima che i tecnici riuscisse-ro ad eliminarlo mentre le visioni sono cresciu-te a 1 milione e mezzo nelle successive 24 ore.

Che squallore! La morte fa successo! Chi ucci-de fa successo. Basta guardare i nostri telegior-nali, interviste ecc. Il pericolo è anche un altro: l’imitazione dei gesti folli o per condivisione del desiderio di notorietà, o per constatazione del-la analoga motivazione che porta a giustiziare, o per plagio psicologico.

Difatti abbiamo avuto in Italia il periodo degli infanticidi e dei femminicidi verificatesi dopo un primo episodio pubblicizzato, amplificato, innalzato agli onori dei media.

Che dire poi dei processi che i giornalisti im-prontano in diretta, dei servizi di reportage an-che a volte alterati, le foto degli attori con i loro di dati anagrafici dati in pasto ai lettori?

Questi assetati di notizie si incollano al video,

NUOVA ZELANDAda imitare per evitare esaltazioni

27APRILE | 2019

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comperano i giornali che propinano notizie an-che falsate per aumentare la curiosità e quindi la vendita.

Questo a nostro demerito ma il primo ministro della Nuova Zelanda, Jacinta Arden, successa la tragedia, ha detto che il criminale voleva ot-tenere molte cose, una di queste la notorietà, ma lei proprio non gliela avrebbe data tacendo il suo nome.

Inoltre, ha fatto altro, ha chiesto ai media di ci-tare il nome delle persone che avevano perso la vita e di ignorare quello del loro assassino.

Cosa che non si sa, ma interessante, è che il sistema legale neozelandese prevede, in alcuni casi, “la soppressione dell’identità” delle per-sone in base al “Criminal Procedure Act 2011” quando è a rischio la sicurezza o la difesa del Paese.

L.C.Z.

28 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DELLE NEWS

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L’ANGOLO DELLA STORIA

Nuove ricerche corroborano la tesi del decesso apparente causato da un batterio.

Una fine ingloriosa per uno dei condottieri più

importanti della storia. Un nuovo studio avreb-

be, con ragionevole probabilità, rivelato le

cause della morte di Alessandro Magno, ipo-

tizzando come il generale macedone sarebbe

stato addirittura sepolto vivo.

Pare che Alessandro Magno, le cui imprese ci

sono tramandate da fonti letterarie (storici gre-

ci e romani) e da fonti archeologiche (soprat-

tutto i resti delle imponenti città che fece co-

struire fino alla valle dell’Indo), non sia morto

per un omicidio o per abuso di alcool, come

invece si era ipotizzato in precedenza.

Recenti ricerche, condotte dalla canadese

Katherine Hall, docente della Dunedin School

of Medicine di Otago, in Nuova Zelanda, antici-

pate nei mesi scorsi ma solo adesso conferma-

te ufficialmente hanno stabilito che il sovrano

fu colpito dalla sindrome di Guillain-Barrè, un

raro disturbo, contro cui il sistema immunitario

nulla può fare e che colpisce il sistema nervoso

periferico.

La malattia, dovuta a un’infezione intestinale

del batterio Campylobacter pylori, si manife-

stò su Alessandro con estrema violenza: pri-

ma lo paralizzò, e gradualmente gli impedì di

muoversi, parlare e, infine, respirare.

ALESSANDRO MAGNO sepolto vivo, conferme sulla morte

29APRILE | 2019

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L’analisi delle forme di vita batteriologica nelle

zone vicino alla confluenza tra il Tigri e l’Eu-

frate, dove sorgeva l’antica Babilonia (oggi in

Iraq), luogo del decesso di Alessandro nel 323

a. C., ha mostrato ancora ai nostri tempi e a

maggior ragione in antichità la forte presenza

di quel tipo di batteri. Tutto sarebbe iniziato,

secondo i ricercatori, dopo una notte brava,

in cui il generale bevve quasi sei litri di vino,

come dicono anche i suoi maggiori biografi

(Arriano e Appiano). E il giorno dopo rincarò la

dose, bevendo una quantità analoga di alcolici.

Dopo altre 24 ore, intensi spasmi addominali

colpirono Alessandro ormai moribondo: co-

stretto a letto, fu dichiarato morto dopo 11

giorni.

Lo studio ha rivelato anche un altro inquietante

particolare: il grande combattente sarebbe sta-

to addirittura sepolto vivo.

Dopo appunto 11 giorni - lo dicono sempre

le opere storiche su Alessandro - i suoi respi-

ri, infatti, sarebbero diventati così impercettibili

da far pensare a un decesso. Un decesso, che

però non c’era ancora stato: l’azione del bat-

terio intestinale è letale, ma molto lenta e ini-

zialmente causa morte apparente.

Questa ipotesi è supportata dal fatto che il cor-

po di Alessandro non mostrava segni di de-

composizione nei giorni successivi alla mor-

te: «Una cosa incredibile per i suoi soldati, che

proprio in virtù di quelle dinamiche pensava-

no che Alessandro fosse un Dio. Alla luce della

moderna biologia invece capiamo il perché: la

tardiva decomposizione fu un effetto del bat-

terio appena contratto e ingigantito dalle ab-

bondanti bevute», spiegano i ricercatori neo-

zelandesi.

Il sovrano macedone venne dunque inserito

nel sarcofago a lui destinato prima del dovuto,

a morte apparente, e poi preparato per la se-

poltura, in una tomba sicuramente monumen-

tale, che ad oggi non è stata ancora trovata e

che tutti ritengono essere ad Alessandria.

Sulla figura di Alessandro Magno sono stati

scritti centinaia di saggi e diversi romanzi sto-

rici: eletto re a soli 20 anni, a 32 aveva conqui-

stato un impero che si estendeva dalla Grecia

alla Persia, fino a comprendere parte della Valle

dell’Indo (oggi tra Pakistan e India). Dopo la sua

morte, l’impero venne suddiviso tra i suoi ge-

nerali: solo con l’Impero romano verrà creato

un regno esteso quanto quello macedone sot-

to Alessandro.

Fonte: A. Malnati /Quotidiano.net/

30 LA VOCE DEI NONNI | 04

L’ANGOLO DELLA STORIA

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L’ANGOLO DELL’ASTRONOMIA

Event Horizon Telescope (EHT), un consorzio internazionale tra più ra-diotelescopi, è riuscito per la pri-ma volta a osservare direttamente l’ ”ombra” del buco nero supermas-siccio che si trova al centro della ga-lassia M87 (Virgo A), a 55 milioni di anni luce da noi. L’annuncio è stato fatto dal team di ricerca di EHT, che ha inoltre mostrato un’immagine del buco nero, la prima a essere realiz-zata nella storia dello studio di que-ste misteriose regioni dello Spazio.

Albert Einstein avrà giubilato nel “regno dei più” quando finalmente i suoi colleghi astronomi sono riusciti a fotografare il buco nero.

Più che buco nero essi hanno fotografato la sua ombra cosmica perché il buco nero, ma ce ne sono tanti altri, per propria natura non può essere visto. Einstein nel 1919 aveva affermato la teoria della relatività che sosteneva: ”lo spazio non poteva più essere considerato indifferente alla presen-za di materia, ma da questa poteva essere cur-vato”.

Durante l’eclisse totale del sole nel 1919 si vide che lo spazio vicino al disco del sole oscurato era curvo e la luce delle stelle, passando nelle vicinanze, seguiva una traiettoria curva e non dritta.

Oggi il fenomeno viene reso visibile dal poten-te telescopio spaziale Hubble le cui immagini mostrano come la forma di lontane galassie

ALLELUJA, il buco nero è stato fotografato!

31APRILE | 2019

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si stravolge quando la loro luce attraversa un ammasso di galassie più vicine, chiamato len-te gravitazionale, alterano lo spazio circostante con la loro massa.Il buco nero è allora la conseguenza più estre-ma della teoria difatti quando la massa di un oggetto è talmente concentrato da supera-re un limite chiamato raggio di Schwarschild, lo spazio si curva al punto da impedire sia alla materia che alla luce di uscire.Ma non basta perché se qualcosa si avvicina “entro tre volte il raggio citato” assume un mo-vimento a spirale e finisce nel buco nero per sempre.

Col passare del tempo si sono accorti che esi-stono due categorie di buchi neri:

a) quelli con una massa una decina di volte su-periore a quella del nostro sole e

b) quelli “super” la cui massa è equivalente a centinaia o forse milioni di soli.

Questi soli stanno al centro di tutte le galassie comprese la nostra e la loro presenza è svelata dal moto vorticoso delle stelle vicino, come la nostra Via Lattea, o da getti di gas ad altissima temperatura che costituiscono “il fenomeno di accrescimento” del buco nero a spese del gas circostante.

Dunque gli astronomi avevano verificato da molti anni la presenza nel cosmo di questi og-getti strani senza riuscire a fotografare da vici-no il bordo di un buco nero, cioè il sopranno-minato orizzonte oltre al quale il gas e la luce, una volta entrati non riescono uscire più.Il risultato che abbiamo visto sui media ha ri-chiesto due anni di lavoro necessari per ana-lizzare i dati e confrontarli con le previsioni te-oriche. Alleluja! Il risultato lascia senza parole : abbiamo visto il bordo del buco nero, l’ombra scura generata dalla luce che lo sfiora e che ne definisce il contrario.È perciò un’immagine al negativo che confer-ma senza ombra di dubbio la giustezza delle previsioni di Einstein.

L. C.

Albert Einstein

Il radiotelescopio ALMA in Cile (The Yomiuri Shimbun via AP Images)

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L’ANGOLO DELL’ ASTRONOMIA

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L’ANGOLO DELL’ARTE

Mostra ideata e promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e organizzata da Civitas Srl in collaborazione con il Comune di Forlì

Un appuntamento con l’arte da non mancare

OTTOCENTOL’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini

FINO AL 16 GIUGNO 2019 - MUSEI SAN DOMENICO

Ci dispiace aver appreso solo adesso della mo-stra del pittore romagnolo CESARE CAMPO-RESI (Meldola 1869 - Forlì 1944) nel suo 150° anno della nascita, tenutasi all’Oratorio di San

Sebastiano a fianco dell’area Musei San Do-menico dal 13 al 28 aprile 2019 e della quale mostriamo qui di seguito le foto di due dipinti floreali.

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L’ANGOLO DELL’ARTE

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L’ANGOLO DELLA MEDICINA

Secondo gli studiosi, alcuni tra i primi pazienti sottoposti al test hanno mostrato segni completi di guarigione

Un vaccino sperimentale contro il cancro è stato sperimentato con successo in un ristret-to numero di pazienti affetti da linfoma. Lo ha rivelato uno studio pubblicato oggi dalla rivista scientifica Nature Medicine.

I ricercatori del Mount Sinai Hospital di New York hanno testato il trattamento in undici pa-zienti. I risultati sono stati così incoraggianti da coinvolgere i pazienti di un altro ospedale af-fetti da cancro al seno e alla gola.

Secondo gli studiosi, alcuni tra i primi pazienti

sottoposti al test hanno mostrato segni com-

pleti di guarigione che durano per mesi e per-

fino anni. Il trattamento, come ha spiegato

Joshua Brody, direttore del programma di im-

munoterapia per linfoma, viene chiamato “vac-

cino” proprio perché crea un sistema di immu-

nizzazione per combattere la malattia: il corpo

riconosce i tumori e si prepara ad attaccarli.

In tre pazienti la scomparsa di tumori, anche in

zone del corpo non trattate direttamente con

le radiazioni, è stata completa. “La scomparsa

da zone non trattate è uno dei risultati più inte-

ressanti”, spiega Silvia Formenti, responsabile

di oncologia e radiologia alla Weill Cornell di

New York, che non ha lavorato al progetto ma

sta seguendo un percorso simile.

Fonte: rainews

Usa, sperimentato con successoUN “VACCINO” CONTRO IL CANCRO

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L’ANGOLO DELL’

UMORISMO

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CRONACA DI VITA QUOTIDIANA ALL’ASILO DEI NONNI

I COMPLEANNICon i nostri migliori auguri e…. ad multos annos!

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L’ANGOLO DEGLI

AFORISMI

Il cane possiede la bellezza senza la vanità,la forza senza l’insolenza, il coraggio senza la ferocia.E tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi.

Lord Byron

Piedi, perché li voglio se ho ali per volare?Frida Kahlo

Dai ad ogni giornata la possibilità di essere la più bella della tua vita.Mark Twain

Mi piace piangere nell’oceano, perché solo qui le mie lacrime sembrano piccole.

Nelson Mandela Muntz

La vita è ciò che ti accade mentre sei occupato fare altri progetti.John Lennon

Ricorda, oggi è il domani di cui ti preoccupavi ieri.

Dale Carnegie

l’aforisma del mese

Gli ultimi anni di vita sono come la fine di una festa in mascheraquando le maschere vengono tolte.

Cesare Pavese

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L’ANGOLO DEGLI NNUNCI

ALBA LOMBARDI

LUISA TURCI

Sono ritornati alla “Casa del Padre”

Ospiti della Comunità Alloggio

La Direzione ed il Personale dell’Asilo dei Nonni - S. Giovanni Paolo II porgono sentite condoglianze ai fraterni amici congiunti dei nostri carissimi ospiti.

Una S. Messa in suffragio è stata celebrata nella cappella dell’Asilo dei Nonni

GINO NADIANI

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Vini DOC, DOCG, classici della RomagnaChardonnay, Sauvignon bianco e Cabernet

Az. Agr. Colombina di Garofoli LucianoVia Trò Meldola, 1541 • 47032 Loc. Fratta Terme • Bertinoro (FC)

tel./fax +39 0543 460658 • mail: [email protected] • www.colombina.it

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Sull’Argine destro del fiume Montone (linea di confine tra la provincia di Ravenna e quella di Forlì), nel cuore rurale della Romagna, da oltre 200 anni sorge l’antica Trattoria da Luciano.

Un tempo osteria di passaggio e luogo di ristoro frequentata da viandanti e birocciai, grazie alla sapiente conduzione famigliare di padre Luciano, madre Mina e le figlie Nadia e Sandra, la trattoria da Luciano è oggi punto di riferimento per tutti gli amanti della miglior cucina della tradizione romagnola.

Unica quanto rara, custode di sapori autentici ormai dimenticati e di una saggia esperienza, la cucina propone i piatti della tradizione con un pizzico di genuina creatività: la sfoglia per la preparazione della pasta si tira ancora a mano e i sughi si preparano con ore ed ore di paziente lavorazione, con materie prime freschissime, pro-venienti esclusivamente dal bacino locale.

La verde campagna antistante, l’orto con le verdure, il pollaio all’aperto, le caprette, le oche e i pulcini sono la cornice di questo angolo di Romagna dove si respira quella famigliarità che fa sentire ogni ospite come a casa propria.

Così, come per incanto, ad ogni piatto ritroverai gli antichi sapori di una volta. Quelli della tua infanzia, quando la nonna in cucina tirava la sfoglia con uova di giornata.

Scritto da MARIO...un Cliente della Trattoria da Luciano

Trattoria da“Luciano”

Via Fiume Montone, 1 - Ponte Vico - 48026 Russi (RA)Tel./Fax 0544 58 13 14 - Cell. trattoria 340 72 42 771 (dalle 9,00 alle 20,00)

www.trattoriadaluciano.it

• uscita da Ravenna seguire indicazioni Russ-Prada

• da Faenza per Prada (via Provinciale)

• da Forlì per Villafranca (via Lughese) prodeguire fino alla Trattoria

N.B. per i satellitari NON seguire via Montone 1

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LA POSTA DEL DIRETTORE

Carissimi lettrici e lettori,

l’Asilo dei Nonni ancora in lutto per la dipartita di due carissimi nonni: Alba e Gino recentemente ritornati alla “Casa del Padre”.

Una Pasqua più contenuta nei festeggiamenti quella di quest’anno ma per chi crede come tutti noi nel-la Resurrezione del Signore, il dolore per la perdita del proprio congiunto o dei carissimi amici, che d’un tratto scompaiono ai nostri occhi, è attenuato dalla speranza che, come Cristo, anch’essi resusciteranno nella gloria della vita eterna.

A tal proposito, Vi invito a leggere o rileggere atten-tamente, la lettera di Pasqua della nostra Presidente che, tra i vari importanti temi trattati, fa riferimento a questa “realtà eccezionale”, a questo “Credo” della Chiesa e nostro: “Cristo è resuscitato garantendo la resurrezione al genere umano. Lui è risorto per otte-nere la nostra resurrezione” e continua la Presidente: “Questa è la forza che nel servizio ai nonni ci per-mette di non cadere in tristezza senza luce, quando uno di essi si addormenta per sempre e noi lo vedia-mo solo con gli occhi del cuore.”

Lascio a voi meditare su questo importante e pro-fondo messaggio della nostra carissima Luisa, un “unguento” che lenisce il dolore per le nostre ferite.

Accenno brevemente al Pranzo di Pasqua di quest’an-

no che ha goduto della presenza del Vicario Gene-rale emerito Mons. Dino Zattini della Diocesi di Forlì/Bertinoro e ha visto la nutrita presenza di famigliari e amici dei nostri carissimi nonni.

Grazie per la Vostra partecipazione!

Come previsto, il violinista “Vlad Iftode” ha delizia-to i commensali con la sua magistrale esecuzione di brani musicali ed i suoi virtuosismi che lo stanno consacrando quale uno tra i migliori violinisti di oggi. Sia Vlad che gli altri due componenti del “Trio” sono stati ripetutamente applauditi!

Nel darVi appuntamento al prossimo numero per le foto del “Pranzo di Pasqua” mi permetto, come ogni anno, rinnovarVi l’invito alla devoluzione del 5 x mille nella prossima dichiarazione dei redditi. Come sape-te, non costa nulla e la Vostra devoluzione ci aiuterà nel far fronte alle ingenti spese di esercizio del nostro Centro.

Per offrire il Vostro 5 per mille, basterà che firmiate nell’apposita casella dedicata al sostegno delle On-lus e indichiate il nostro codice fiscale 02244610396 sotto la Vostra firma.

Vi ringrazio di cuore anche a nome del Direttivo e soci della Cooperativa Benedetta Bianchi Porro.

Un affettuoso abbraccio,Giuseppe Russo

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Centro Diurno Assistenziale e Comunità Alloggio

ASILO DEI NONNIS. GIOVANNI PAOLO IIVia Ravegnana, 737 - COCCOLIA (RA)Tel. 0544 569177 - Fax 0544 239947

e-mail: [email protected] site: www.asilodeinonni.eu