m.o. 7 p.a.p. - asptrapani.it · piano aziendale della prevenzione 2016 - 2018 _____ ~ 1 ~...
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Regione Siciliana Assessorato della Salute
M.O. 1
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P.A.P. Piano Aziendale di Prevenzione
2016 - 2018
Prevenire per non dover curare
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Referente Piano Aziendale della Prevenzione 2016-2018 Dott. Francesco Di Gregorio
________________________________________________________________________________ A cura di: Dott.ssa Giuseppa Candela Dott.ssa Maria Pia Angelo Dott.ssa Leonarda La Russa Gruppo di monitoraggio e supporto tecnico ed amministrativo Dott.ssa Giuseppa Candela, dott. Sebastiano Corso, Dott. Vincenzo Nicastri, Dott. Francesco Vallone, Dott. Giuseppe Tranchida, Dott. Giuseppe Bianco, Dott.ssa Maria Pia Angelo e Dott.ssa Leonarda La Russa ________________________________________________________________________________ Documento di programmazione redatto con il contributo dei responsabili per Macro Obiettivi di seguito elencati:
Macro obiettivo 1 – Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili Dott. Giuseppe Valenti Dott.ssa Maria Pia Angelo Dott. Natalino Ferrara Dott. Giorgio Saluto Dott. Orazio Mistretta Dott. Nicolò Asta Dott.ssa Giuseppa Candela Dott. Roberto Mollica Dott. Ranieri Candura Macro obiettivo 2 – Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali Dott.ssa Brigida Novara Dott. Salvatore Bertolino Dott. Antonino Leggio Dott.ssa Angelina Galia Dott. Francesco Agresti Macro obiettivo 3 - Promuovere il benessere mentale nei bambini, adolescenti e giovani Dott.ssa Giovanna Mendolia Dott. Antonio Sparaco Dott. Francesco Lucido Dott. Orazio Mistretta Macro obiettivo 4 – Prevenire le dipendenze da sostanze e comportamenti Dott. Guido Faillace Dott. Vincenzo Trapani Macro Obiettivo 5 – Prevenire gli incidenti stradali e ridurre la gravità dei loro esiti Dott. Giuseppe Valenti Ing. Vincenzo Nicastri Dott. Orazio Mistretta Macro Obiettivo 6 – Prevenire gli incidenti domestici e i loro esiti
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Dott. Giuseppe Valenti Dott. Roberto Mollica Dott. Orazio Mistretta Macro Obiettivo 7 – Prevenire gli infortuni e le malattie professionali Dott. Nicolò Asta Dott. Francesco Vallone Dott.ssa Rosa Maria Caruso Dott. Francesco Pellegrino Dott.ssa Floriana Pulizzi Dott.ssa Maria Pia Angelo Dott. Leonardo Di Bella Dott. Giovanni Bertolino Ing. Nicola Gucciardi Macro Obiettivo 8 – Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute Dott. Nicolò Bonafede Dott. Giuseppe Tranchida Dott. Paolo Marascia Ing. Vincenzo Nicastri Dott. Vincenzo Polisano Dott.ssa Giuseppa Candela Dott.ssa Rosa Caruso Macro Obiettivo 9 – Ridurre la frequenza di infezioni/malattie infettive prioritarie Dott. Gaspare Canzoneri Dott. Stefano Giaramida Dott.ssa Giuseppa Candela Dott. Francesco Giurlanda Dott.ssa Maria Grazia Scrofani Dott. Orazio Mistretta Dott.ssa Carmela Maria Riggio Macro Obiettivo 10 – Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli Dott. Leonardo Di Bella Dott. Diego Todaro Dott. Matteo Cipponeri Dott. Roberto Messineo Dott. Giorgio Saluto Dott.ssa Candida Rubino __________________________________________________________________________ Ha inoltre collaborato: Dott.ssa Tiziana Scuderi __________________________________________________________________________ Formattazione testo e Grafica a cura di: Salvatore Zinna
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PREMESSA
Il Piano Aziendale della Prevenzione dell'ASP di Trapani è stato sviluppato in coerenza con gli obiettivi e le strategie delineate dal Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018 e dal Piano Regionale della Prevenzione (PRP) approvato con D.A n° 351/2016 rispettandone la vision ed i principi che devono improntare l’operato della sanità pubblica.
Costituisce non solamente un documento tecnico, ma anche un documento comunicativo utile per creare alleanze con le Istituzioni e le Associazioni del territorio alla base della trasversalità degli interventi, coniugando la complessità progettuale ad una semplicità espositiva per facilitarne la consultazione.
Il Dipartimento di Prevenzione, nell’attuazione delle linee programmate, costituisce il nodo strategico e l’asse portante garante di una forte e valida collaborazione tra le strutture impegnate nella promozione e nella tutela della salute dei cittadini assumendo un ruolo di regia sia delle funzioni di erogazione diretta delle prestazioni, sia di governance dei processi attraverso la rete di collegamenti fra stakeholders istituzionali e non che si vuole costruire e sviluppare.
La sfida che si affronta è il tentativo di amalgamare il difficile ma necessario orientamento tra obiettivi di salute e ristrettezze economiche attuali, tenendo conto della centralità della salute e dell’equità sociale, con l’applicazione rigorosa dei principi dell’evidenza scientifica.
Ci si augura che questo P.A.P., trasformando le attività progettuali in attività di sistema, possa produrre la massima qualità degli interventi e contribuire nel nostro territorio alla realizzazione di quel cambiamento culturale che riconosce alla prevenzione un ruolo fondamentale per la garanzia dello stato di salute intesa non solo come assenza di malattia, ma come condizione di benessere fisico, mentale e sociale.
Un sentito e sincero ringraziamento a tutti i referenti dei Gruppi di Lavoro ed alle Dott.sse Giuseppa Candela, Maria Pia Angelo, Leonarda La Russa, componenti del gruppo di coordinamento e controllo locale, per la fattiva collaborazione e la professionalità dimostrate.
Il Referente Aziendale PAP Direttore del Dipartimento di Prevenzione Dott. Francesco DI GREGORIO
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DESCRIZIONE SOCIO-DEMOGRAFICA DELL'ASP DI TRAPANI
Il profilo di salute della popolazione dell'ASP di Trapani, costituisce il punto di partenza per identificare nell'ambito degli obiettivi previsti dal Piano Regionale di Prevenzione, gli interventi da privilegiare a livello locale per la prevenzione e la promozione della salute.
Attraverso il ricorso alle fonti informative disponibili sul territorio provinciale, questa prima parte si propone di tracciare un profilo di salute “generale” della popolazione dell'ASP di Trapani che sarà articolato in quattro paragrafi: territorio ed economia, demografia, stato di salute e stili di vita.
Un altro paragrafo sarà dedicato agli infortuni sul lavoro.
Territorio ed economia
L’ambito territoriale dell’Azienda Sanitaria di Trapani coincide con quello della provincia di Trapani che possiede una estensione di 249,84 Kmq comprendendo anche l'arcipelago delle isole Egadi e l'isola di Pantelleria. Il territorio è per lo più collinare con rilievi che non raggiungono quasi mai i mille metri, è povero di importanti corsi d'acqua se si eccettua il Belice che segna anche il confine provinciale. Il clima è caratterizzato da temperature miti nei mesi invernali e da estati calde e prolungate, le
precipitazioni sono scarse e concentrate nei mesi invernali.
Il territorio presenta circa 67.000 ettari di terreno coltivati a vigneto costituendo la maggior superficie
coltivata a vite per singola provincia d'Italia con una produzione di 4-5 milioni di ettolitri di vino annui.
L'industria enologica rappresenta la più grande industria provinciale. La pesca costituisce un' altra attività
importante della provincia: il porto di Mazara del Vallo è uno dei principali d'Italia per quantità di pescato e
per naviglio armato. La presenza di importanti attività portuali a carattere peschereccio ha prodotto lo
sviluppo dell'industria legata al settore della conservazione e della refrigerazione del pescato.
La produzione di sale marino è ancora presente nei territori costieri di Trapani e Marsala seppur diminuita
nel tempo a vantaggio del sale minerale.
Altro settore importante è quello dell'estrazione del marmo che ha il suo polo a Custonaci dove sono
presenti diverse cave che esportano i prodotti in tutto il mondo.
In incremento, nell’ultimo periodo, l’attività legata al turismo che ha determinato la crescita di strutture
ricettive in tutto il territorio provinciale.
Demografia
Al 31/12/2015 il territorio dell'ASP di Trapani conta una popolazione di 436.296 ab (M= 212.856 F= 223.440) con una densità media di 177 ab/Kmq.
È suddiviso in 24 comuni di cui il più popoloso è Marsala con 83.068 ab (19% di tutta la provincia) e il meno popoloso è Poggioreale con 1.492 ab.
Gli stranieri costituiscono il 3,8 % della popolazione con valori compresi tra 7,8% a Campobello di Mazara e 1,2% a Vita.
Il 31% dei migranti è costituito da soggetti provenienti dalla Romania, il 29% da soggetti provenienti dalla Tunisia, il 6% dal Marocco e il restante 34% in prevalenza da popolazione dell’Africa subsahariana.
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La struttura della popolazione residente, per sesso e classi quinquennali di età, è rappresentata graficamente dalla “piramide dell'età”
L'età media della popolazione nell'anno 2015 è di 43,7 anni ( valore medio Sicilia 42,6)
Il Quoziente di natalità per 1000 è 7,9 ( Sicilia= 8,8).
Il grafico sottostante mostra il decremento del tasso di natalità dal 2002 al 2015 confermando il tasso di crescita naturale negativo pari al -2,5 per 1000 nel 2015. L’età media al parto è di 31,2 anni, mentre il numero medio di figli per donna è di 1,3.
Piramide dell'età della popolazione residente in provincia di Trapani (anno 2015)
-20000 -15000 -10000 -5000 0 5000 10000 15000 20000
0-4
5-9
10-14
15-19
20-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
50-54
55-59
60-64
65-69
70-74
75-79
80-84
85-89
90+
F
M
Quoziente di natalità: trend
0
2
4
6
8
10
12
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
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Il tasso di mortalità per 1000 è di 10,3 ( Sicilia =9,8)
I soggetti over 64 anni (indice di invecchiamento) rappresentano il 21,7% dell'intera popolazione (Sicilia = 19,6%), mentre l'indice di vecchiaia è di 147 anziani per cento giovani (Sicilia = 134) Entrambi gli indici risultano superiori alla media registrata in Sicilia.
Gli adulti in età lavorativa (15-64 anni) rappresentano il 65,8% della popolazione provinciale con un valore sovrapponibile al dato medio regionale.
L'indice di dipendenza strutturale pari a 54% indica che nella provincia ci sono 54 soggetti in età non attiva ogni 100 soggetti in età lavorativa, mentre l'indice di dipendenza anziani pari a 33%, valore più alto di quello medio regionale, indica che per ogni 100 soggetti in età lavorativa ( 15-64 anni) vi sono 33 soggetti anziani (over 64 anni).
Complessivamente la struttura demografica della provincia di Trapani mostra una popolazione tra le più vecchie della regione Sicilia. Questo dato giustifica anche la presenza in provincia di una forte rappresentanza di emigrati della Romania con funzioni per la maggior parte di badanti, ed esprime un bisogno di salute legato all'elevata prevalenza di malattie cronico degenerative, caratterizzanti l’età adulto avanzata.
Stato di salute
La speranza di vita alla nascita, cioè il numero di anni che un nuovo nato può sperare di vivere essendo nato in un dato anno e in un dato contesto, è internazionalmente riconosciuto, come uno dei più importanti indicatori dello stato di salute di una popolazione, infatti a determinarne il valore, concorrono i diversi determinanti sociali, ambientali e sanitari che definiscono la salute di una popolazione. In provincia di Trapani la speranza di vita alla nascita è di 79,8 anni nei maschi e 84,5 nelle femmine risultando superiore di 0,3 nei maschi e di 0,7 nelle femmine rispetto al dato medio della Sicilia. La mortalità generale nel 2015 è costituita da 4865 decessi di cui 2308 osservati nei maschi con un tasso grezzo di 1084 /100.000, e 2557 nelle femmine con un tasso grezzo di 1144 /100.000. In provincia di Trapani ogni 2 decessi 1 è dovuto a malattie dell’apparato cardiocircolatorio e ogni 4 decessi 1 è dovuto a malattia neoplastica. L’analisi della mortalità per cause conferma, ai primi posti le malattie dell’apparato cardiocircolatorio e i tumori, con un valore percentuale rispettivamente del 41% e del 23% di tutte le cause di morte; seguono le malattie dell’apparato respiratorio e quelle del sistema endocrino e metabolico. I tumori costituiscono la seconda causa di morte nella popolazione generale se si considerano tutte le fasce d’età, ma diventano la prima causa di morte nell’età adulto giovanile. Il monitoraggio della patologia oncologica effettuato dal Registro Tumori, mostra come la malattia interessa ogni anno in media circa 2000 soggetti e ha provocato nel 2015 1127 morti (M+F), mentre la prevalenza della malattia si stima intorno a 12000 casi. I tumori più diagnosticati nel sesso maschile sono quello del polmone, della vescica, della prostata e del colon retto, in quello femminile sono quello della mammella, del colon-retto, del corpo dell’utero, della tiroide. La lotta ai tumori responsabili di una alta percentuale di anni di vita persi per la popolazione colpita, passa attraverso la prevenzione primaria e secondaria.
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Distribuzione percentuale delle principali cause di morte anno 2015
Altre cause
23%
cardio circolatorio
41%
respiratorio
7%
malattie endocrine e
metaboliche
6%
tumori
23%
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Fonte Istat
Stili di vita
Esistono alcuni fattori di rischio in grado di influenzare concretamente e in modo negativo la durata della
vita dell' uomo, conoscere gli stili di vita di una popolazione consente di mettere in atto, laddove
necessario, misure preventive che possano invertire l'influenza di tali fattori.
Il fumo di sigaretta è riconosciuto fra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie
croniche cardiovascolari, respiratorie e neoplastiche e anche di numerosi altri disturbi e costituisce in Italia
la prima causa evitabile di morte prematura.
Dai dati provenienti dal Sistema di Sorveglianza PASSI Sicilia 2011-2014 emerge che il 58% dei 18-69enni
siciliani non fuma, mentre il 14% ha smesso di fumare. L’abitudine al fumo è più frequente nella fascia d’età
compresa tra 25-34 anni, nei maschi, nelle persone con titolo di studio di media inferiore, nelle fasce sociali
più deprivate.
In particolare in provincia di Trapani l’abitudine al fumo interessa il 26% del campione Passi mostrando un
valore percentuale leggermente più basso della media regionale. Questa abitudine sembra essere ben
radicata nei fumatori, infatti la percentuale di ex fumatori risulta tra le più basse (12%) al confronto con
quelle registrate nelle altre ASP siciliane e al dato medio regionale (16%). Questo dato sembra essere
Pop. residente al 01/01/2016
M F Tot
212.856 223.440 436.296
Provincia di Trapani Sicilia
% pop residente per fasce d'età
0-14 13,7% 14,5%
15-64 65,8% 65,8%
65+ 21,7% 19,6%
Età media 43,7 42,6
Tasso di natalità 7,9 8,8
Tasso di mortalità 10,3 9,8
Indice di invecchiameto 21,7 19,6
Indice di vecchiaia 147 134
Dipendenza strutturale 54 52
Dipendenza anziani 33 30
Speranza di vita(0-85+aa.) M 79,8 79,5
Speranza di vita(0-85+aa.) F 84,5 83,8
Informazioni demografiche: quadro sinottico
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coerente con la scarsa consuetudine da parte dei sanitari dell’ASP di Trapani di indagare circa l’abitudine al
fumo dei pazienti. Il dato del sistema Passi, infatti, mostra nell’ASP di Trapani il valore più basso registrato
in tutte le Asp della Sicilia.
La prevalenza del consumo di alcol, altro fattore di rischio per l'insorgenza di diverse patologie, differenzia
Trapani rispetto alle altre ASP siciliane per valori statisticamente significativi più alti rispetto alla media
regionale. In Sicilia, il consumo a maggior rischio è più frequente tra i giovani di età 18-24, tra gli uomini, tra
le persone con livello di istruzione medio-alto e tra quelle che non hanno difficoltà economiche.
In particolare in provincia, il consumo di alcool si registra a carico del 15% di persone intervistate, verso un
dato medio regionale che mostra valori intorno al 9%.
Dai dati provenienti dal Sistema di Sorveglianza PASSI Sicilia 2011-2014 emerge anche che la distribuzione
geografica della guida sotto l’effetto dell’alcol presenta differenze statisticamente significative tra le ASP
siciliane con valori per Trapani doppi rispetto alla media regionale (20% vs 10%).
Lo stato nutrizionale è un determinante importante delle condizioni di salute di una popolazione; anche
l’eccesso di peso rappresenta un fattore di rischio rilevante per le principali patologie croniche ed è
correlato con una riduzione di aspettativa e qualità di vita.
I dati Passi in Sicilia mostrano che l’eccesso ponderale è più frequente col crescere dell’età, negli uomini,
nelle persone con basso livello di istruzione e in chi ha difficoltà economiche.
La percentuale di persone con eccesso ponderale in provincia di Trapani risulta del 38%, valore inferiore in
maniera statisticamente significativa rispetto al dato regionale (50%).
Un regime alimentare ricco di frutta e verdura rappresenta un fattore protettivo, ma nella nostra provincia
l'adesione al five-a-day evidenzia valori tra i più bassi della regione 4% vs 8% della media regionale.
La sedentarietà è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, il diabete e i tumori. Praticare
esercizio fisico regolarmente induce numerosi benefici per la salute, tra i quali aumentare il benessere
psicologico, è inoltre importante per il rafforzamento osseo, per la perdita di peso, soprattutto se associato
alla riduzione di calorie e per il miglioramento della fitness cardiovascolare e muscolare.
Tra le ASP regionali la percentuale di sedentari varia dal 23% di Messina (valore significativamente più
basso della media regionale) al 56% di Catania (valore significativamente più alto della media regionale), in
questo contesto la provincia di Trapani si pone in una posizione medio bassa con una percentuale del 28%
rispetto al 43% circa del valore regionale.
Promuovere l'attività fisica come strumento di prevenzione rappresenta un aspetto di fondamentale
importanza su cui è necessario investire, ma in ambito sanitario gli operatori sanitari non promuovono
ancora sufficientemente uno stile di vita attivo tra i loro assistiti infatti la percentuale di persone a cui è
stato consigliato, da parte del medico, di svolgere attività fisica nella provincia, si attesta a valori intorno al
26% in linea con il dato regionale ma pur sempre basso.
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Infortuni sul Lavoro
Gli infortuni sul lavoro costituiscono ancora oggi un onere non indifferente, sia dal punto di vista
economico e assicurativo ma anche per i costi sociali e umani in termini di disabilità e morti evitabili.
Nel 2015 al servizio Presal sono pervenute 375 denunce di infortuni sul lavoro.
Il settore dove si registra la più alta percentuale di infortuni è globalmente rappresentato da quello
dell’artigianato con valori percentuali pari al 32,5% del totale degli infortuni.
Se si considera il solo settore dell’artigianato disaggregato per le diverse attività lavorative presenti, si vede
come la percentuale più elevata di infortuni si registra nel comparto dell’edilizia, dove gli infortuni
rappresentano il 35,2% di tutti quelli denunciati nel comparto dell’artigianato e con valori sovrapponibili al
dato medio regionale.
Distribuzione % degli infortuni sul lavoro pervenuti allo SPreSAL
nell' anno 2015
5,60
10,93
18,67
32,50
13,33
18,93
0
5
10
15
20
25
30
35
Agricoltura Artigianato:
metalmeccanici,
falegnami,
lavoarazione marmi
ecc.
Marittimo Servizi Sanità Altri comparti
Distribuzione percentuale degli inforuni nell 'Artigianato
Altri comparti
artigianato
64,8%
Edilizia
35,2%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
1
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MACRO OBIETTIVO 1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili.
PROGRAMMI REGIONALI
1.1 Programma Regionale di Promozione della salute e lotta a Tabagismo,
abuso di alcool, sedentarietà 1.2 Programma Regionale di promozione della salute a favore di soggetti a
rischio di MCNT 1.3 Programma Regionale FED 1.4 Programma di miglioramento degli screening oncologici
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Azione 1.1.1 – PRP 2014/2018 Definizione di accordi intersettoriali a livello aziendale
Razionale: Questo Programma si propone di investire nella prevenzione e nel controllo delle malattie croniche per migliorare la qualità della vita e del benessere degli individui e della società in generale, promuovendo stili di vita sani e agendo in particolare sui principali fattori di rischio delle malattie cronico - degenerative di grande rilevanza epidemiologica privilegiando logiche intersettoriali e trasversali, curando sia l'empowerment di comunità che gli interventi svolti in setting definiti (scuola, lavoro, ecc.) nonché quelli a vantaggio di gruppi a rischio. Il progetto è di per se stesso orientato al superamento e alla riduzione delle disuguaglianze infatti la natura del setting, la scuola, che, dopo quello domestico, costituisce per bambini e adolescenti l’ambiente in cui trascorrono universalmente la maggior parte della loro esistenza, indipendentemente dalle variabili di natura socio economica riconducibili al nucleo familiare. Inoltre la scuola costituisce base essenziale per la costruzione di una comunità scolastica in salute con il coinvolgimento di tutte le componenti (docenti, personale amministrativo, studenti e genitori) che con il loro contributo partecipato e fattivo permettono che si realizzi una migliore integrazione con le famiglie, con la comunità esterna e tra i giovani stessi. Il piano di azione intersettoriale di promozione della salute nei diversi ambiti intende raggiungere diversi settori di pianificazione territoriale quali Comuni, Terzo settore, Scuole, ACI, Coni etc.. Tali accordi con i suddetti partner, mediante stesura di protocolli d’intesa, saranno necessari per l’attuazione di diversi programmi previsti dal presente piano aziendale di prevenzione. Relativamente all’anno 2016, le principali attività si svilupperanno esclusivamente attraverso accordi con le istituzioni scolastiche.
Target: MIUR; Enti Locali; Terzo Settore
Setting: Istituzioni coinvolte
Gruppi d'interesse: Istituzioni; Associazioni
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA Dott.ssa Maria Pia Angelo Dipartimento di Prevenzione
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
1
Ridurre il carico
prevenibile ed
evitabile di
morbosità,
mortalità e
disabilità delle
malattie non
trasmissibili
1.1.1 Definizione di accordi intersettoriali a livello aziendale (Guadagnare salute/salute in tutte le politiche)
1.1.1.1
Stesura e realizzazione di un piano di azione intersettoriale di promozione della salute
1.1.1.1.1
Numero di accordi quadro intersettoriali
nazionali attivati e/o
mantenuti in
regione
1.1.1.1.2
Proporzione di ASP che hanno recepito gli accordi e/o gli
indirizzi regionali
Stesura e realizzazione di un piano di azione intersettoriale di promozione della salute da definire nell’ambito delle Azioni centrali di supporto al PNP di cui al Paragrafo 1.3 del Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Stesura e realizzazione di un piano di azione intersettoriale di promozione della salute
Numero di accordi quadro intersettoriali attivati e/con istituzioni.
Atti deliberativi ASP
Predisposizione di accordi da parte della Regione
Risultati attesi
R1 Redazione di un piano di azione intersettoriale di promozione della salute che coinvolge tutte le possibili integrazioni necessarie per i programmi del piano di prevenzione
R1 SI/NO
Protocolli d’intesa con istituzioni
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1
Istituzione del gruppo lavoro per la realizzazione e predisposizione dei protocolli d’intesa
Personale dedicato
Atti formalizzati
A1.2 Raccolta di adesioni da parte delle istituzioni coinvolte mediante modulistica standardizzata
Personale dedicato Atti d’ufficio
A1.3 Stipula protocolli intesa con scuole
Personale dedicato
A1.4 Pianificazioni delle azioni che la scuola svilupperà rispetto a specifiche di salute
Personale dedicato Report
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Tabella monitoraggio 5
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
Stesura e realizzazione di un piano di azione intersettoriale di promozione della salute
Proporzione di Istituti scolastici e /o istituzioni che aderiscono ai programmi del Piano Prevenzione N° di Istituti scolastici e /o istituzioni che applicano il modello
Numero di istituti scolastici aderenti/n. Istituti presenti N° di Istituti scolastici e /o istituzioni che applicano il modello /n.Istituti scolastici e Istituzioni presenti
Atti ASP
Protocolli
Intesa
0
0%
0%
5%
11%
15%
30%
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016 ASSUNZIONI
1.1.1 Definizione di accordi intersettoriali a livello aziendale (Guadagnare salute/salute in tutte le politiche)
1.1.1.1.1 Numero di accordi quadro Intersettoriali. 1.1.1.1.2 Proporzione di Istituzioni che hanno recepito gli accordi e/o gli indirizzi regionali.
50% delle ASP
1
0%
Predisposizione di accordi da parte della Regione
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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CRONOPROGRAMMA
Attività Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018
1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim
Istituzione del gruppo lavoro per la realizzazione e predisposizione dei protocolli d’intesa
Raccolta di adesioni mediante modulistica standardizzata
Stipula protocolli intesa con scuole
Pianificazioni delle azioni che la scuola svilupperà rispetto a specifiche di salute
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 16 ~
Azione 1.1.2 – PRP 2014/2018 Promozione dell’allattamento al seno
Razionale: Allattare al seno è il modo più naturale per continuare quel rapporto speciale e unico che si è creato tra madre e figlio, durante la gravidanza. È un momento ricco di emozioni, che crea un legame intenso aiutando entrambi a conoscersi e a crescere. L'adozione di corretti stili di vita in gravidanza e l'allattamento al seno sono i primi interventi preventivi di provata efficacia nei primi 1000 giorni di vita che rappresentano un periodo importantissimo per il futuro del bambino. Il latte materno, infatti, diversamente da quello artificiale, è l’alimento peculiare in grado di nutrire il neonato in modo completo e grazie alla presenza degli anticorpi materni, di proteggerlo da molte malattie e infezioni in quel periodo della vita caratterizzato da una immaturità del sistema immunitario. Inoltre, l’allattamento al seno consolida quel rapporto madre – figlio importante per porre le basi fisiche, cognitive e relazionali dell'esistenza di ciascun individuo che possono condizionare l'intero arco della vita. Alcuni studi mostrano che la pratica dell’allattamento aiuta la donna a perdere il peso accumulato durante la gravidanza, riduce il rischio di sviluppare osteoporosi, previene alcune forme di tumore al seno e all’ovaio. Altro vantaggio è costituito dalla gratuità e dalla semplicità della pratica. Le attività che si svolgeranno a livello aziendale, ai fini della sensibilizzazione all’allattamento, saranno
rivolte a tutte le neo mamme e donne in gravidanza a prescindere dallo stato sociale, etnia e religione.
Target: Donne in gravidanza; neo mamme
Setting: Ambulatori PLS; Consultori; Punti nascita
Gruppi d'interesse: Ambulatori PLS; Consultori; Punti nascita ASP; PLS
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA Dott. Natalino Ferrara Servizio Materno Infantile
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 17 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
1
Ridurre il carico
prevenibile ed
evitabile di
morbosità,
mortalità e
disabilità delle
malattie non
trasmissibili
1.1.2 Promozione dell’allattamento al seno
1.1.2.1
Aumentare i bambini in allattamento materno esclusivo fino al sesto mese (180 giorni di vita).
1.1.2.1.1
Prevalenza di bambini allattati al seno fino al sesto mese
Sviluppo di programmi e interventi volti a favorire l’allattamento al seno fino al sesto mese di vita
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Aumentare i bambini in allattamento materno esclusivo fino al sesto mese (180 giorni di vita).
Prevalenza di bambini allattati esclusivamente al seno fino al sesto mese
Report aziendali UOEPSA
Risultati attesi R1
Sviluppo di programmi e interventi volti a favorire l’allattamento al seno fino al sesto mese di vita
5% annuo di incremento
Report UOEPSA
ATTIVITÀ Indicatore
A1.1 A1.2 A1.3 A1.4 A1.5
Elaborazione scheda di segnalazione di allattamento al seno per la creazione di un flusso informativo Coinvolgimento PLS, per la sensibilizzazione all’allattamento e la partecipazione attiva al flusso informativo Coinvolgimento Consultori Familiari per la sensibilizzazione all’allattamento e la partecipazione attiva al flusso informativo Coinvolgimento Punti Nascita per la sensibilizzazione all’allattamento e la partecipazione attiva al flusso informativo Creazione e stampa opuscoli informativi
SI/NO Numero PLS coinvolti /numero PLS totali Numero Consultori coinvolti /numero Consultori totali Numero Punti nascita coinvolti /numero Punti nascita totali
SI/NO
UOEPSA Report Report Report UOEPSA
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 18 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per
la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016 Assunzioni
1.1.2 Promozione dell’allattamento al seno
1.1.2.1.1
Prevalenza di bambini
allattati al seno fino al
sesto mese di vita
+25%
10%
Disponibilità PLS
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Sviluppo di programmi /interventi volti a favorire l’allattamento al seno
Esistenza scheda di segnalazione di allattamento al seno
SI/NO
Numero PLS coinvolti
/numero PLS totali
Numero Consultori
coinvolti /numero
Consultori totali
Numero Punti nascita
coinvolti /numero Punti
nascita totali
UOEPSA
NO
SI
5%
25%
25%
SI
10%
50%
50%
SI
20%
100%
100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 19 ~
CRONOPROGRAMMA
Attività
Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018
1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim
Elaborazione scheda di segnalazione di allattamento al seno per la creazione di un flusso informativo
Coinvolgimento PLS, per la sensibilizzazione all’allattamento e la partecipazione attiva al flusso informativo
Coinvolgimento Consultori Familiari per la sensibilizzazione all’allattamento e la partecipazione attiva al flusso informativo
Coinvolgimento Punti Nascita per la sensibilizzazione all’allattamento e la partecipazione attiva al flusso informativo
Creazione e stampa opuscoli informativi
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 20 ~
Azione 1.1.3 – PRP 2014/2018 Promozione della salute in ambiente scolastico
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Giorgio Saluto Servizio Igiene degli alimenti e della Nutrizione
Dott. Giuseppe Valenti U.O.E.P.S.A.
Dott. Orazio Mistretta Dipartimento di Prevenzione
Razionale: Questa azione si sviluppa in uno dei setting privilegiati dalla Prevenzione Primaria e fortemente caratterizzata da risultati di provata efficacia e già lungamente sperimentati nella Regione Sicilia durante i precedenti piani regionali. Orientata alla acquisizione di sani e corretti stili di vita preconizzati dal programma nazionale Guadagnare Salute l’azione rappresenta la palestra più idonea in cui porre a proficuo esercizio i principi informativi /formativi del programma di promozione della salute. Oltre alla lotta al sovrappeso, al fumo, all’abuso di alcol, alla dipendenza di sostanze e alla sedentarietà, questa costituisce altresì la piattaforma operativa su cui convergono i principi sinergici del progetto regionale FED (educazionale alimentare univoca, accreditata, destinata a insegnanti, allievi, famiglie, operatori). Tali ambiti operativi di specifica formazione dovranno trovare spazio negli accordi stipulati con l’Ufficio Scolastico provinciale di riferimento. L’Unità Operativa di Educazione e Promozione della Salute insieme al S.I.A.N., per quanto di competenza, cureranno operativamente incontri informativi/formativi, privilegiando l’obiettivo di promuovere il potenziamento dei fattori di protezione (life skill, empowerment) e l’adozione di comportamenti sani (nei riguardi di: alimentazione, attività fisica, fumo e alcol, prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse) nella popolazione giovanile e adulta. Target: Insegnanti e alunni delle scuole di ogni ordine e grado, Genitori Setting: Istituzioni scolastiche Gruppi d'interesse: ASP, Scuola, Famiglie
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 21 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili
1.1.3 Promozione della salute in ambiente scolastico
1.1.3.1 Promuovere il potenziamento dei fattori di protezione (life skill, empowerment) e l’adozione di comportamenti sani (nei riguardi di: alimentazione, attività fisica, fumo e alcol) nella popolazione giovanile e adulta
1.1.3.1.1 Proporzione di Istituti scolastici che aderiscono (con almeno 80% delle classi) alla progettazione regionale specifica
Promuovere il potenziamento dei fattori di protezione e l’adozione di comportamenti sani, nei riguardi dell’alimentazione e dell’attività fisica con interventi informativi/formativi Promuovere l’adozione di comportamenti sani, nei riguardi del fumo e dell’alcol con interventi informativi/formativi
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Obiettivo Specifico
Promuovere il potenziamento dei fattori di protezione e l’adozione di comportamenti sani, nei riguardi dell’alimentazione e dell’attività fisica con interventi informativi/formativi nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute e coordinare gli interventi formativi interni sul programma regionale FED nelle scuole che aderiscono
Proporzione di scuole che aderiscono al programma specifico
Report di attività
Risultati attesi
R1 Realizzazione degli interventi informativi/formativi programmati sull’alimentazione e sull’attività fisica nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute
N. scuole con interventi informativi/formativi /N. scuole che hanno partecipato a OKkio alla Salute
Attestazioni delle attività Informative/formative svolte nelle scuole selezionate
Adesione delle scuole che hanno partecipato al Sistema di sorveglianza OKkio alla Salute
R2 Realizzazione degli interventi formativi interni sul programma regionale FED nelle scuole che hanno insegnanti educatori FED e aderiscono al programma FED
N. scuole con interventi formativi / N. scuole con educatori FED che hanno aderito al programma regionale FED
Attestazioni delle attività Informative/formative svolte nelle scuole selezionate
Adesione delle scuole
al programma FED
Obiettivo Specifico
Promuovere l’adozione di comportamenti sani nei riguardi del fumo e dell’alcol con interventi informativi/formativi nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza HBSC
Proporzione di scuole che aderiscono al programma specifico
Report di attività
Risultati attesi
Realizzazione degli interventi informativi/formativi programmati sul fumo e sull’alcol nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza HBSC
N. scuole con interventi informativi/formativi/ N. scuole che hanno partecipato a HBSC
Attestazioni delle attività Informative/formative svolte nelle scuole selezionate
Adesione delle scuole che hanno partecipato al Sistema di sorveglianza HBSC
Attività Mezzi Assunzioni
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 22 ~
A1.1 A1.2 A1.3 R1 A2.1 A2.2 R2
Elaborare programmi informativi/formativi rivolti a insegnanti e genitori secondo la progettazione regionale specifica Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute Realizzare incontri informativi/formativi con insegnanti e genitori e divulgare materiale informativo Realizzazione degli interventi informativi/formativi programmati sull’alimentazione e sull’attività fisica nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti scolastici che presentano insegnanti Educatori FED e aderiscono al programma Coordinare gli Educatori FED negli interventi formativi interni rivolti agli insegnanti, in modo da far convergere i principi sinergici del programma FED Realizzazione degli interventi formativi interni sul programma regionale FED nelle scuole che hanno insegnanti educatori FED e aderiscono al programma FED
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo
Adesione delle scuole Adesione delle scuole
Elaborare programmi informativi/formativi rivolti a insegnanti e alunni secondo la progettazione regionale specifica Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati che hanno partecipato al sistema di sorveglianza HBSC Realizzare incontri informativi/formativi con insegnanti e alunni e divulgare materiale informativo Realizzazione degli interventi informativi/formativi programmati sul fumo e sull’alcol nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza HBSC
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo
Adesione delle scuole
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 23 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma
Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018 Valore ASP al 31/12/2016
ASSUNZIONI
1.1.3 Proporzione di Istituti scolastici che aderiscono (con almeno 80% delle classi) alla progettazione regionale specifica
+ 20% Indicatore sentinella
+ 12%
Adesione degli Istituti scolastici alla progettazione specifica regionale
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica
Valori attesi
2016 2017 2018
Promuovere il potenziamento dei fattori di protezione e l’adozione di comportamenti sani, nei riguardi dell’alimentazione e dell’attività fisica con interventi informativi/formativi nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute e coordinare gli interventi formativi interni sul programma regionale FED nelle scuole che aderiscono
Proporzione di scuole che aderiscono al programma specifico
R1 N. scuole con interventi informativi-formativi /N. scuole che hanno partecipato a OKkio alla Salute R2 N. scuole con interventi formativi / N. scuole con educatori FED che hanno aderito al programma regionale FED
Attestazioni delle attività Informative/formative svolte nelle scuole selezionate
12%
12%
16%
16%
20%
20%
Promuovere l’adozione di comportamenti sani nei riguardi del fumo e dell’alcol con interventi informativi/formativi nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza HBSC
Proporzione di scuole che aderiscono al programma specifico
N. scuole con interventi informativi-formativi / N. scuole che hanno partecipato a HBSC
12% 16% 20%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 24 ~
CRONOGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Sett Ott Nov Dic
A1.1 Elaborare programmi informativi/formativi rivolti a insegnanti e genitori secondo la progettazione regionale specifica
X X X X X X
A1.2 Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute
X X X X X X X
A1.3 Realizzare incontri informativi/formativi con insegnanti e genitori e divulgare materiale informativo
X X X X
A2.1 Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti scolastici che presentano insegnanti Educatori FED e aderiscono al programma
X X X
A2.2 Coordinare gli Educatori FED negli interventi formativi interni rivolti agli insegnanti, in modo da far convergere i principi sinergici del programma FED
X X X X
A1 Elaborare programmi informativi/formativi rivolti a insegnanti e alunni secondo la progettazione regionale specifica
X X X X X X
A2 Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati che hanno partecipato al sistema di sorveglianza HBSC
X X X X
A3 Realizzare incontri informativi/formativi con insegnanti e alunni e divulgare materiale informativo
X X X X
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Azione 1.1.4 – PRP 2014/2018 Promozione della salute in ambiente di lavoro e comunità
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Giorgio Saluto Servizio Igiene degli alimenti e della Nutrizione
Dott. Giuseppe Valenti U.O.E.P.S.A.
Dott. Nicolò Asta S.Pre.S.A.L.
Razionale: Questa azione privilegia alcuni setting per una proficua attività di prevenzione primaria. L’UOEPSA dovrà attivare un percorso informativo supportato da idoneo materiale e adeguato calendario di incontri volti a perseguire l’obiettivo centrale 1. Ridurre i numero di fumatori nella popolazione nel rispetto degli indicatori previsti. Nell'ambito di tale piano informativo avrà privilegiata attenzione la tutela dal fumo passivo estendendo l'azione a tutti i setting interessati e misurando di volta in volta l'efficacia dell'intervento con gli ordinari strumenti di valutazione di gruppo. L'obiettivo centrale 2. Estendere la tutela dal fumo passivo prevede la vigilanza sulla corretta applicazione aziendale del POAT fumo e della osservanza delle normative vigenti in ambienti di lavoro. L'obiettivo centrale 3. Ridurre il consumo di alcol a rischio individua l'indicatore che misura la prevalenza di consumatori di alcol a rischio nella fascia di popolazione compresa tra 18 e 65 anni prevedendo a fine ciclo di validità del PRP un decremento pari al I0% rispetto al dato di base regionale di 9% (2013). Per quanto riguarda l'obiettivo centrale 4. Aumentare il consumo di frutta e verdura verranno recepiti gli indirizzi del tavolo tecnico regionale del Programma FED, in linea con le raccomandazioni di Guadagnare Salute. ln particolare verrà sostenuta e verificata l'adozione delle Linee Guida Regionali su "Ristorazione scolastica e Relativo merceologico" da parte di Comuni, Istituzioni Scolastiche, ecc. a garanzia della salute della collettività infantile e verrà offerto alle scuole (coinvolte nel FED e non) il concreto indirizzo tecnico su un disciplinare - tipo per l'inserimento di frutta e verdura e/o alimenti salutari nelle mense nel rispetto della food safety e security, privilegiando il consumo di prodotti a Km zero e di prodotti territoriali Locali. Verrà responsabilmente scoraggiato il consumo di bevande zuccherate prevedendone la graduale scomparsa nei distributori automatici presenti nelle scuole. Analoghe iniziative verranno condotte negli altri ambienti di vita e di lavoro assumendo come target la popolazione aperta. AI fine di tesaurizzare le positive esperienze maturate nel corso del progetto CCM 2013 OKkio alla Ristorazione che ha visto la regione Sicilia capofila impegnarsi efficacemente in un settore quale quello della ristorazione collettiva che offre ampi margini di miglioramento sia sotto il profilo qualitativo che nutrizionale producendo evidenti benefici di diretta ricaduta sulla salute pubblica, verrà favorito lo sviluppo di dinamiche di Rete funzionale tra i SIAN che operano nelle nove ASP del territorio. Le esperienze consolidate dai risultati del progetto appena concluso potranno essere cosi analogamente applicate e uniformemente ribadite nell’ambito provinciale secondo logiche omogenee e condivise, puntando all'incremento di incontri tra operatori di aziende di ristorazione collettiva (ARC), infittendo le attività di verifica qualitativa sul monitoraggio (es. ordini dì frutta, verdura, sali alternativi). Una particolare attenzione dovrà essere assegnata, nell'ambito del programma e in particolare di questa azione, proprio all'indiscriminato consumo di cloruro di sodio da parte della popolazione con l’obiettivo centrale 5. Ridurre il consumo eccessivo di sale da cucina il SIAN attiverà adeguati percorsi informativi integrati (anche concomitanti con analoghe iniziative di educazione alimentare) volti all'abbattimento dei livelli di consumo di cloruro di sodio nella popolazione anche attraverso l'orientamento all'uso di sali alternativi. In particolare dovrà essere promossa la sostituzione del sale comune con il sale iodato nell'ambito della ristorazione collettiva prevedendo il monitoraggio. Nell'ambito di questa azione l’obiettivo centrale 6. Aumentare l’attività fisica delle persone riveste un ruolo di privilegiata importanza, sia dal punto demografico (considerando che la popolazione regionale di over 65 anni è cresciuta negli ultimi dieci anni di circa il 2% per anno) che in termini di Salute per le rilevanze emerse nella Regione Sicilia. La strategia di favorire una continua attività fisica in tutta la
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 26 ~
popolazione si basa sulle evidenze scientifiche che ormai attestano in maniera incontrovertibile che l’attività fisica costituisce un fattore di protezione per l'insorgenza di patologie di diverso inquadramento nosografico, di natura acuta e cronica, a carico della seconda e terza età. Il percorso informativo/formativo dovrà far sì che entro il 2018 lo standard regionale si attesti sui livelli nazionali previsti. L’ASP, a tal proposito, potrà accendere rapporti di collaborazione operativa ad estrinsecazione locali con Enti e associazioni riconosciute e accreditate nel settore utili al promuovere attività fisica secondo criteri salutistici. Target: Popolazione generale, lavoratori, popolazione scolastica, personale sanitario Setting: ASP, Luoghi di lavoro, Luoghi pubblici, Scuole Gruppi d'interesse: ASP, Enti e Associazioni, Istituzioni scolastiche, Comuni, Ristorazione collettiva
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 27 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili
1.1.4 Promozione della salute in ambiente di lavoro e comunità
1.1.4.1 Ridurre i numero di fumatori nella popolazione 1.1.4.2 Estendere la tutela del fumo passivo attraverso la vigilanza sulla corretta osservanza delle normative vigenti in ambienti di lavoro 1.1.4.3 Ridurre il consumo di alcol a rischio 1.1.4.4 Aumentare il consumo di frutta e verdura 1.1.4.5 Ridurre il consumo eccessivo di sale da cucina 1.1.4.6 Aumentare l'attività fisica delle Persone
1.1.4.1.1 Prevalenza di fumatori nella popolazione 1.1.4.2.1 Prevalenza di persone che riferiscono che nel proprio ambiente di lavoro il divieto di fumo e sempre o quasi sempre rispettato 1.1.4.3.1 Prevalenza di consumatori di alcol a Rischio 1.1.4.4.1 Prevalenza di persone che consumano almeno tre porzioni di frutta e verdura al giorno 1.1.4.5.1 Prevalenza di soggetti che hanno ricevuto suggerimento da operatore sanitari per la riduzione di sale da cucina 1.1.4.5.2 Prevalenza di soggetti che hanno ridotto il consumo giornaliero di sale 1.1.4.6.1 Prevalenza di soggetti 18-69 anni fisicamente attivi 1.1.4.6.2 Proporzione di ultra 64nni fisicamente attivi
Promuovere l’adozione di comportamenti sani nei riguardi del fumo con interventi informativi presso Aziende Pubbliche e/o Private Campagna informativa sulla tutela dal fumo passivo in ambienti di lavoro Informazione e sensibilizzazione degli studenti della Scuola Secondaria di Secondo Grado per ridurre il consumo di alcol Aumentare il consumo di frutta e verdura (secondo le raccomandazioni di “Guadagnare Salute” e gli indirizzi del “Programma FED”) sensibilizzando con adeguati sistemi informativi Comuni, Istituzioni scolastiche, Aziende di ristorazione collettiva Ridurre il consumo eccessivo di sale da cucina e cibi salati sensibilizzando con adeguati interventi informativi i Comuni, le Istituzioni scolastiche, le Aziende di ristorazione collettiva Attività informative per promuovere l’aumento dell’attività fisica tra i giovani, gli adulti e gli anziani
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 28 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Obiettivo specifico
Promuovere l’adozione di comportamenti sani nei riguardi del fumo con interventi informativi presso Aziende Pubbliche e/o Private
Proporzione di Aziende Pubbliche e/o Private con interventi informativi
Report di attività
Risultati attesi
Realizzazione degli interventi informativi programmati sul fumo nelle Aziende Pubbliche e/o Private
N. Aziende con interventi informativi
Attestazioni delle attività Informative svolte nelle Aziende selezionate
Adesione delle Aziende Pubbliche e/o Private
Obiettivo Specifico
Tutelare dal fumo passivo in ambienti di lavoro con adeguate campagne informative
Proporzione di Aziende Pubbliche e/o Private con interventi informativi
Report di attività
Risultati attesi
Realizzazione delle campagne Informative programmate sulla tutela dal fumo passivo in ambienti di lavoro nelle Aziende Pubbliche e/o Private
N. Aziende con interventi informativi
Attestazioni delle campagne Informative svolte nelle Aziende selezionate
Adesione delle Aziende Pubbliche e/o Private
Obiettivo Specifico
Informazione e sensibilizzazione degli studenti della Scuola Secondaria di Secondo Grado per ridurre il consumo di alcol
Proporzione di scuole con interventi informativi effettuati
Report di attività
Risultati attesi
Realizzare gli interventi con gli studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado per ridurre il consumo di alcol
N. interventi informativi all’anno effettuati nelle scuole secondarie di secondo grado
Attestazioni degli interventi
Adesione delle scuole
Obiettivo Specifico
Aumentare il consumo di frutta e verdura e alimenti salutari (secondo le raccomandazioni di “Guadagnare Salute” e gli indirizzi del “Programma FED”) sensibilizzando con adeguati interventi informativi/formativi i Comuni, le Istituzioni scolastiche, le Aziende di ristorazione collettiva (ARC)
Proporzione di scuole, comuni, aziende di ristorazione collettiva coinvolti con adeguati interventi informativi/formativi
Report di attività
Risultati attesi
R1 Realizzazione di interventi informativi sul consumo di frutta e verdura e alimenti salutari nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute e/o sono coinvolte nel programma FED
N. scuole con interventi informativi / N. scuole che hanno partecipato a OKkio alla Salute
Attestazioni degli interventi
Adesione delle scuole
R2 Recepimento delle Linee guida Regionali “Ristorazione scolastica e relativo Merceologico” e/o di disciplinari – tipo da parte dei comuni e delle Istituzioni scolastiche per l’inserimento di frutta e verdura e alimenti salutari nelle mense
N. di Comuni che hanno ricevuto le Linee guida Regionali “Ristorazione scolastica e relativo Merceologico” e/o disciplinari - tipo / Totale Comuni ricadenti nell’ASP
Attestazione di avvenuto ricevimento
R3 Realizzazione di incontri informativi/formativi sul consumo di frutta e verdura e alimenti salutari (promozione della Dieta Mediterranea) agli operatori delle Aziende di Ristorazione Collettiva (ARC)
N. Incontri informativi/formativi all’anno con le Aziende di Ristorazione Collettiva
Attestazioni degli incontri
Collaborazione delle ARC
R4 Aderenza dei menù delle ARC ai principi della sana alimentazione basati sulla promozione dei prodotti tipici e/o locali e la promozione della Dieta Mediterranea (con inserimento, anche saltuario, di menù salutari stagionali)
N. Aziende di Ristorazione Collettiva con menù valutati / N. Aziende di Ristorazione Collettiva aderenti
R5 Acquisizione e verificai, tramite la rete SIAN – Aziende Ristorazione Collettive (ARC), dei dati su acquisto annuo da parte delle ditte di materie prime quali frutta e verdura
Report su dati di acquisto di frutta e verdura delle ARC nell’anno 2016 e nell’anno 2018
Relazione al DASOE Collaborazione delle ARC
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 29 ~
Obiettivo Specifico
Ridurre il consumo eccessivo di sale da cucina e cibi salati sensibilizzando con adeguati percorsi informativi i Comuni, le Istituzioni scolastiche, le Aziende di ristorazione collettiva in concomitanza con analoghe iniziative di educazione alimentare
Proporzione di scuole, comuni, aziende di ristorazione collettiva coinvolti con adeguati interventi informativi
Report di attività
Risultati attesi
R1 Realizzazione di interventi informativi sulla riduzione del consumo di sale da cucina e cibi salati nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute e/o sono coinvolte nel programma FED in concomitanza con interventi informativi sul consumo di frutta e verdura e alimenti salutari
N. scuole con interventi informativi / N. scuole che hanno partecipato a OKkio alla Salute
Attestazioni degli interventi
Adesione delle scuole
R2 Sensibilizzazione dei comuni e delle Istituzioni scolastiche alla riduzione del consumo eccessivo di sale da cucina e all’uso di sale iodato (campagna ministeriale poco sale ma iodato) nelle mense scolastiche, in concomitanza con la sensibilizzazione all’inserimento di frutta e verdura e alimenti salutari
N. di Comuni che hanno ricevuto insieme ai disciplinari - tipo su alimenti salutari materiale informativo specifico per le mense scolastiche / Totale Comuni ricadenti nell’ASP
Attestazione di avvenuto ricevimento
R3 Realizzazione di incontri informativi/formativi sulla riduzione del consumo eccessivo di sale da cucina e sull’utilizzo di sale iodato (campagna ministeriale poco sale ma iodato) agli operatori delle Aziende di Ristorazione Collettiva (ARC) in concomitanza con gli interventi sul consumo di frutta e verdura e alimenti salutari
N. Incontri informativi/formativi all’anno con le Aziende di Ristorazione Collettiva
Attestazioni degli incontri
Collaborazione delle ARC
R4 Divulgazione alle Aziende di Ristorazione Collettiva (ARC) delle campagne su promozione della riduzione del consumo eccessivo di sale da cucina WASH
Comunicazione per l’adesione a tutte le Aziende di Ristorazione Collettiva presenti nel territorio delle Campagne riduzione del consumo eccessivo di sale WASH
Attestazione di avvenuta comunicazione
R5 Acquisizione e verifica, tramite la rete SIAN – Aziende Ristorazione Collettive (ARC), dei dati su acquisto annuo da parte delle ditte di materie prime quali sale comune e sale iodato
Report su dati di acquisto di sale comune e sale iodato delle ARC nell’anno 2016 e nell’anno 2018
Relazione al DASOE Collaborazione delle ARC
Obiettivo Specifico
Attività informative per promuovere l’aumento dell’attività fisica tra i giovani, gli adulti e gli anziani
Proporzione delle Attività informative effettuate
Report di attività
Risultati attesi
R1 Realizzazione di interventi informativi per promuovere l’attività fisica presso le Scuole Secondarie di Secondo Grado
N. interventi informativi all’anno effettuati nelle scuole secondarie di secondo grado
Attestazione degli interventi
R2 Coinvolgimento dei MMG nelle campagne informativa per promuovere l’aumento dell’attività fisica
N. MMG coinvolti / totale MMG presenti nell’ASP
Attestazione del coinvolgimento dei MMG
R3 Organizzazione di attività informative per incrementare l’attività motoria e mantenere l’efficienza fisica negli adulti e negli anziani presso istituzioni e/o associazioni
N. attività informative all’anno
Attestazione delle attività Informative svolte
Attività Mezzi Assunzioni
A1 A2
Elaborare programmi informativi e materiale divulgativo Realizzare interventi informativi con divulgazione di materiale informativo
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo, Materiale divulgativo
Adesione delle Aziende Pubbliche e/o Private
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 30 ~
R Realizzazione degli interventi informativi programmati sul fumo nelle Aziende Pubbliche e/o Private che hanno aderito al programma
A1 A2 R
Elaborare materiale divulgativo Realizzare interventi informativi con divulgazione di materiale informativo Realizzazione delle campagne Informative programmate sulla tutela dal fumo passivo in ambienti di lavoro nelle Aziende Pubbliche e/o Private
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo, Materiale divulgativo
Adesione delle Aziende Pubbliche e/o Private
A1 A2 A3 R
Elaborare programmi informativi/formativi rivolti a studenti Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati Realizzazione degli interventi Informativi programmati per ridurre il consumo di alcol nelle scuole secondarie di secondo grado Realizzare gli interventi con gli studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo, Materiale divulgativo
Adesione delle scuole
A1.1 A1.2 A1.3 R1 A2.1 A2.2 R2
Elaborare programmi informativi/formativi rivolti a insegnanti e genitori secondo la progettazione regionale specifica Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute Realizzare incontri informativi/formativi con insegnanti e genitori e divulgare materiale informativo Realizzazione di interventi informativi sul consumo di frutta e verdura e alimenti salutari nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute e/o sono coinvolte nel programma FED Preparare materiale specifico Recapitare ai Comuni e alle scuole interessate per le mense scolastiche linee guida e disciplinari – tipo Recepimento delle Linee guida Regionali “Ristorazione scolastica e relativo Merceologico” e/o di disciplinari – tipo da parte dei comuni e delle Istituzioni scolastiche per l’inserimento di frutta e verdura e alimenti salutari nelle mense
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo
Adesione delle scuole
A3.1 A3.2 R3
Preparare programmi informativi e materiale divulgativo Realizzare interventi informativi con divulgazione di materiale informativo Realizzazione di incontri informativi/formativi sul consumo di frutta e verdura e alimenti salutari (promozione della Dieta Mediterranea) agli operatori delle Aziende di Ristorazione Collettiva (ARC)
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo, Materiale divulgativo
Collaborazione delle ARC
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 31 ~
A4.1 R4 A5.1 A5.2 R5
Valutazione dei menù delle Aziende di Ristorazione Collettiva (ARC) Aderenza dei menù delle ARC ai principi della sana alimentazione basati sulla promozione dei prodotti tipici e/o locali e la promozione della Dieta Mediterranea (con inserimento, anche saltuario, di menù salutari stagionali) Acquisire i dati di acquisto di frutta e verdura delle ARC nell’anno 2016 e nell’anno 2018 Inviare i dati al DASOE Acquisizione e verificai, tramite la rete SIAN – Aziende Ristorazione Collettive (ARC), dei dati su acquisto annuo da parte delle ditte di materie prime quali frutta e verdura
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo
Collaborazione delle ARC Collaborazione delle ARC
A1.1 A1.2 A1.3 R1 A2.1 A2.2 R2 A3.1 A3.2 R3 A4.1
Elaborare programmi informativi/formativi rivolti a insegnanti e genitori secondo la progettazione regionale specifica Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute Realizzare incontri informativi/formativi con insegnanti e genitori e divulgare materiale informativo Realizzazione di interventi informativi sulla riduzione del consumo di sale da cucina e cibi salati nelle scuole che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute e/o sono coinvolte nel programma FED in concomitanza con interventi informativi sul consumo di frutta e verdura e alimenti salutari Preparare materiale specifico Recapitare ai Comuni e alle scuole interessate per le mense scolastiche Sensibilizzazione dei Comuni e delle Istituzioni scolastiche alla riduzione del consumo eccessivo di sale da cucina e all’uso di sale iodato (campagna ministeriale poco sale ma iodato) nelle mense scolastiche, in concomitanza con la sensibilizzazione all’inserimento di frutta e verdura e alimenti salutari Preparare programmi informativi Realizzare interventi informativi con divulgazione di materiale informativo Realizzazione di incontri informativi/formativi sulla riduzione del consumo eccessivo di sale da cucina e sull’utilizzo di sale iodato (campagna ministeriale poco sale ma iodato) agli operatori delle Aziende di Ristorazione Collettiva (ARC) in concomitanza con gli interventi sul consumo di frutta e verdura e alimenti salutari Acquisizione del materiale informativo specifico
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo, Materiale divulgativo
Adesione delle scuole Collaborazione delle ARC
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 32 ~
A4.2 R4 A5.1 A5.2 R5
Divulgazione delle campagne informative WASH Divulgazione alle Aziende di Ristorazione Collettiva (ARC) delle campagne su promozione della riduzione del consumo eccessivo di sale da cucina WASH Acquisire i dati di acquisto di sale comune e sale iodato delle ARC nell’anno 2016 e nell’anno 2018 Inviare i dati al DASOE Acquisizione e verifica, tramite la rete SIAN – Aziende Ristorazione Collettive (ARC), dei dati su acquisto annuo da parte delle ditte di materie prime quali sale comune e sale iodato
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo
Collaborazione delle ARC
A1.1 A1.2 A1.3 R1 A2.1 A2.2 A2.3 R2 A3.1 A3.2 R3
Elaborare programmi informativi
Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati Realizzare incontri informativi con insegnanti e alunni divulgando materiale informativo Realizzazione di interventi informativi per promuovere l’attività fisica presso le Scuole Secondarie di Secondo Grado Preparare il materiale informativo Contattare i MMG presenti nei Distretti dell’ASP Coinvolgere con materiale informativo i MMG disponibili alla campagna informativa Coinvolgimento dei MMG nelle campagne informativa per promuovere l’aumento dell’attività fisica Preparare il materiale informativo da rivolgere ad adulti e anziani Realizzare interventi informativi divulgando materiale informativo presso istituzioni e/o associazioni Organizzazione di attività informative per incrementare l’attività motoria e mantenere l’efficienza fisica negli adulti e negli anziani
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo, Materiale divulgativo Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo, Materiale divulgativo
Adesione delle scuole Disponibilità MMG
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 33 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018 Valore ASP al 31/12/2016
1.1.4 1.1.4.1.1 Prevalenza di fumatori nella popolazione 1.1.4.2.1 Prevalenza di persone che riferiscono che nel proprio ambiente di lavoro il divieto di fumo e sempre o quasi sempre rispettato 1.1.4.3.1 Prevalenza di consumatori di alcol a Rischio 1.1.4.4.1 Prevalenza di persone che consumano almeno tre porzioni di frutta e verdura al giorno 1.1.4.5.1 Prevalenza di soggetti che hanno ricevuto suggerimento da operatori sanitari per la riduzione di sale da cucina 1.1.4.5.2 Prevalenza di soggetti che hanno ridotto il consumo giornaliero di sale 1.1.4.6.1 Prevalenza di soggetti 18-69 anni fisicamente attivi 1.1.4.6.2 Proporzione di ultra 64nni fisicamente attivi
-10%
+5%
-10%
+10% adulti +15% bambini
+5%
-30% (Prevalenza di soggetti di 3 anni e più che dichiarano di non prestare attenzione alla quantità di sale e/o al consumo di cibi salati)
+30%
+15%
Indicatore sentinella
-6%
Indicatore sentinella +3%
Indicatore sentinella -6%
Indicatore sentinella +5% adulti
+8% bambini
Indicatore sentinella +3%
Indicatore sentinella -18%
(Prevalenza di soggetti di 3 anni e più che dichiarano di non prestare attenzione alla quantità di sale e/o al consumo di cibi salati)
Indicatore sentinella
+18%
Indicatore sentinella +9%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 34 ~
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Promuovere l’adozione di comportamenti sani nei riguardi del fumo con interventi informativi presso Aziende Pubbliche e/o Private
Aziende Pubbliche e/o Private con interventi informativi
N. Aziende con interventi informativi
Attestazioni delle attività Informative svolte nelle Aziende selezionate
1 1 1
Tutelare dal fumo passivo in ambienti di lavoro con adeguate campagne informative
Aziende Pubbliche e/o Private con interventi informativi
N. Aziende con interventi informativi
Attestazioni delle campagne Informative svolte nelle Aziende selezionate
1 1 1
Informazione e sensibilizzazione degli studenti della Scuola Secondaria di Secondo Grado per ridurre il consumo di alcol
Scuole con interventi informativi effettuati
N. interventi informativi all’anno effettuati nelle scuole secondarie di secondo grado
Attestazioni degli interventi
2 3 4
Aumentare il consumo di frutta e verdura e alimenti salutari (secondo le raccomandazioni di “Guadagnare Salute” e gli indirizzi del “Programma FED”) sensibilizzando con adeguati interventi informativi/formativi i Comuni, le Istituzioni scolastiche, le Aziende di ristorazione collettiva (ARC)
Proporzione di scuole, comuni, aziende di ristorazione collettiva coinvolti con adeguati interventi informativi / formativi
R1 N. scuole con interventi informativi / N. scuole che hanno partecipato a OKkio alla Salute R2 N. di Comuni che hanno ricevuto le Linee guida Regionali “Ristorazione scolastica e relativo Merceologico” e/o disciplinari - tipo / Totale Comuni ricadenti nell’ASP R3 N. Incontri informativi/formativi all’anno con le Aziende di Ristorazione Collettiva R4 N. Aziende di Ristorazione Collettiva con menù valutati / N. Aziende di Ristorazione Collettiva aderenti R5 Report su dati di acquisto di frutta e verdura delle ARC nell’anno 2016 e nell’anno 2018
Attestazioni degli interventi Attestazione di avvenuto ricevimento Attestazioni degli incontri Attestazioni verifiche Relazione al DASOE
12%
70%
2
60% valutazioni
menù
SI Report iniziale
16%
80%
3
20%
90%
3
50% inseri
mento menù
SI Report Finale DASOE
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 35 ~
Ridurre il consumo eccessivo di sale da cucina e cibi salati sensibilizzando con adeguati percorsi informativi i Comuni, le Istituzioni scolastiche, le Aziende di ristorazione collettiva in concomitanza con analoghe iniziative di educazione alimentare
Proporzione di scuole, comuni, aziende di ristorazione collettiva coinvolti con adeguati interventi informativi
R1 N. scuole con interventi informativi / N. scuole che hanno partecipato a OKkio alla Salute R2 N. di Comuni che hanno ricevuto insieme ai disciplinari - tipo su alimenti salutari materiale informativo specifico per le mense scolastiche / Totale Comuni ricadenti nell’ASP R3 N. Incontri informativi/formativi all’anno con le Aziende di Ristorazione Collettiva R4 Comunicazione per l’adesione alle Campagne sulla riduzione del consumo eccessivo di sale - WASH alle Aziende di Ristorazione Collettiva R5 Report su dati di acquisto di sale comune e sale iodato delle ARC nell’anno 2016 e nell’anno 2018
Attestazioni degli interventi Attestazione di avvenuto ricevimento Attestazioni degli incontri Attestazione di avvenuta comunicazione Relazione al DASOE
12%
70%
2
30%
SI Report iniziale
16%
80%
3
60%
20%
90%
3
80% SI
Report Finale DASOE
Attività informative per promuovere l’aumento dell’attività fisica tra i giovani, gli adulti e gli anziani
Proporzione delle Attività informative effettuate
R1 N. interventi informativi all’anno effettuati nelle scuole secondarie di secondo grado R2 N. MMG coinvolti / totale MMG presenti nell’ASP R3 N. attività informative all’anno
Attestazione degli interventi Attestazione del coinvolgimento dei MMG Attestazione delle attività Informative svolte
1
2%
1
1
4%
1
1
6%
1
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 36 ~
CRONOGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Sett Ott Nov Dic
A1 Elaborare programmi informativi e materiale divulgativo
X X X X X X
A2 Realizzare interventi informativi con divulgazione di materiale informativo
X X X X
A1 Elaborare materiale divulgativo X X X X X X
A2 Realizzare interventi informativi con divulgazione di materiale informativo
X X X X
A1 Elaborare programmi informativi/formativi rivolti a studenti
X X X X X X
A2 Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati
X X X X
A3 Realizzazione degli interventi Informativi programmati per ridurre il consumo di alcol nelle scuole secondarie di secondo grado
X X X X
A1.1 Elaborare programmi informativi/formativi rivolti a insegnanti e genitori secondo la progettazione regionale specifica
X X X X X X
A1.2 Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute
X X X X
A1.3 Realizzare incontri informativi/formativi con insegnanti e genitori e divulgare materiale informativo
X X X X
A2.1 Preparare materiale specifico X X X X
A2.2 Recapitare ai Comuni e alle scuole interessate per le mense scolastiche linee guida e disciplinari – tipo
X X X X
A3.1 Preparare programmi informativi e materiale divulgativo
X X X X X X
A3.2 Realizzare interventi informativi con divulgazione di materiale informativo
X X X X
A4.1 Valutazione dei menù delle Aziende di Ristorazione Collettiva (ARC)
X X X X
A5.1 Acquisire i dati di acquisto di frutta e verdura delle ARC nell’anno 2016 e nell’anno 2018
X X X X X X
A1.1 Elaborare programmi informativi/formativi rivolti a insegnanti e genitori secondo la progettazione regionale specifica
X X X X X X
A1.2 Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati che hanno partecipato al sistema di sorveglianza OKkio alla Salute
X X X X X X
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 37 ~
A1.3 Realizzare incontri informativi/formativi con insegnanti e genitori e divulgare materiale informativo
X X X X
A2.1 Preparare materiale specifico X X X X X X
A2.2 Recapitare ai Comuni e alle scuole interessate per le mense scolastiche
X X X X
A3.1 Preparare programmi informativi X X X X X X
A3.2 Realizzare interventi informativi con divulgazione di materiale informativo
X X X X
A4.1 Acquisizione del materiale informativo specifico
X X X X X X
A4.2 Divulgazione delle campagne su promozione della riduzione del consumo eccessivo di sale WASH
X X X X
A5.1 Acquisire i dati di acquisto di sale comune e sale iodato delle ARC nell’anno 2016 e nell’anno 2018
X X X X X X
A1.1 Elaborare programmi informativi X X X X X X
A1.2 Contattare i Dirigenti scolastici degli istituti selezionati
X X X X X X
A1.3 Realizzare incontri informativi con insegnanti e alunni divulgando materiale informativo
X X X X
A2.1 Preparare il materiale informativo X X X X X X
A2.2 Contattare i MMG presenti nei Distretti dell’ASP
X X X X X X
A2.3 Coinvolgere con materiale informativo i MMG disponibili alla campagna informativa
X X X X X X
A3.1 Preparare il materiale informativo da rivolgere ad adulti e anziani
X X X X X X
A3.2 Realizzare interventi informativi divulgando materiale informativo presso istituzioni e/o associazioni
X X X X
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 38 ~
Azione 1.2.1 – PRP 2014/2018 Identificazione precoce e valutazione integrata dei soggetti in
condizioni di rischio aumentato per MCNT
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Valenti Giuseppe UOEPSA
Razionale: Nel nostro Paese le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) sono ritenute responsabili, in media del 92% dei decessi totali registrati, comprendenti malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie croniche e diabete. Negli ultimi decenni si è registrato un progressivo aumento della speranza di vita, ma a causa delle MCNT, che pesano per oltre il 75% sul carico di malattia globale, la speranza di vita libera da disabilità si attesta su valori molto più contenuti e simili per entrambi i sessi (circa 65 anni). Si stima che i costi delle MCNT si elevino al 70-80% del budget totale che i Paesi europei spendono per la salute, con aggravi difficilmente quantificabili, anche per le singole famiglie che impiegano importanti risorse per la cura e le attenzioni ai loro malati. Questi dati, peraltro, sono destinati a peggiorare soprattutto per la tendenza all’aumento dell’inattività fisica e l’aumento epidemico di sovrappeso e obesità o l’aumento dell’aspettativa di vita con il quale cresce parallelamente la probabilità di sviluppare tumori, malattie cardiovascolari e diabete. Individuare precocemente i soggetti che presentano fattori di rischio elevati per MCNT, significa ridurre il rischio di sviluppo delle medesime e quindi un significativo momento di prevenzione primaria con un basso investimento di risorse economiche contribuendo alla sostenibilità del SSN. Le azioni qui proposte si avvalgono di logiche di setting e di approcci individuali selettivi. Ancora una volta risulta prezioso il contributo del MMG, la cui attività si pone ad integrazione di quelle istituzionali.
Target: Popolazione
Setting: Ambulatori di MMG e specialisti
Gruppi d'interesse: ASP; Sindacati medici, operatori sanitari
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 39 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili
1.2.1 Identificazione precoce e valutazione integrata dei soggetti in condizioni di rischio aumentato per MCNT
1.2.1.1 Aumentare l'offerta di approccio comportamentale o farmacologico per le persone con fattore di rischio per MCNT 1.2.1.2 Adozioni di indirizzi regionali sulla promozione dell'esercizio fisico con patologie croniche Ridurre il consumo di alcol a Rischio
1.2.1.1.1 Realizzazione di uno studio di fattibilità a livello regionale di un programma di popolazione per l'identificazione precoce dei soggetti in fascia di età 45-60anni in condizioni di rischio aumentato per MCNT (entro 1 anno dall'avvio del PRP) 1.2.1.1.2 Adozione di un atto di indirizzo sulla promozione dell'esercizio fisico nei soggetti con patologie croniche (entro un anno dall'avvio del PRP) e loro attuazione (entro il 2018)
Adesione MMG e specialisti ambulatoriali all’obiettivo regionale Individuazione soggetti a rischio di MCNT a carico dei MMG
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 40 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec. 1.2.1.1. Aumentare l'offerta di approccio comportamentale o farmacologico per le persone con fattore di rischio per MCNT 1.2.1.2. Adozioni di indirizzi regionali sulla promozione dell'esercizio fisico con patologie croniche
Realizzazione di uno studio di fattibilità a livello regionale di un programma di popolazione per l'identificazione precoce dei soggetti in fascia di età 45-60anni in condizioni di rischio aumentato per MCNT (entro 1 anno dall'avvio del PRP) Adozione di un atto di indirizzo sulla promozione dell'esercizio fisico nei soggetti con patologie croniche (entro un anno dall'avvio del PRP) e loro attuazione (entro il 2018)
DASOE
Emanazione studio di fattibilità regionale
Risultati attesi 1.2.1.1
R1 Adesione MMG e specialisti ambulatoriali all’obiettivo regionale R2 Individuazione soggetti a rischio di MCNT a carico dei MMG
R1 N° MMG aderenti/N° totali MMG R2 N° soggetti segnalati/N° sogg. in carico ai MMG
Atti ASP Report MMG
Disponibilità MMG
Risultati attesi 1.2.1.2
R1 Adozione indirizzi regionali
ATTIVITÀ
Ob. Spec. 1.2.1.1
A1.1 Produzione di pacchetti formativi per MMG e specialisti ambulatoriali A1.2 Contatti con MMG
Ob. Spec. 1.2.1.2
A.1.1 Creazione modello report A1.2 Raccolta segnalazioni MMG
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 41 ~
Tabelle monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
ASSUNZIONI
1.2.1 Identificazione precoce e valutazione integrata dei soggetti in condizioni di rischio aumentato per MCNT
1.2.1.1.1 Realizzazione di uno studio di fattibilità a livello regionale di un programma di popolazione per l'identificazione precoce dei soggetti in fascia di età 45-60anni in condizioni di rischio aumentato per MCNT (entro 1 anno dall'avvio del PRP) 1.2.1.1.2 Adozione di un atto di indirizzo sulla promozione dell'esercizio fisico nei soggetti con patologie croniche (entro un anno dall'avvio del PRP) e loro attuazione (entro il 2018)
SI
SI
3%
Emanazione studio di fattibilità regionale
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
1.2.1.1. Aumentare l'offerta di approccio comportamentale o farmacologico per le persone con fattore di rischio per MCNT 1.2.1.2. Adozioni di indirizzi regionali sulla promozione dell'esercizio fisico con patologie croniche
N° MMG aderenti/N° totali MMG N° soggetti segnalati/N° sogg. in carico ai MMG
UOEPSA
3%
5%
25%
8%
50%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 42 ~
Azione 1.2.2 – PRP 2014/2018 Offerta di consiglio breve a soggetti con fattori di rischio, nei
contesti sanitari appropriati. (Ambulatori, Consultori, Certificazioni, Medici Competenti, ecc.).
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA Dott. Giuseppa Candela Registro Tumori
Razionale: L'OMS nel rapporto “ Salute in tutte le politiche” recita: “i comportamenti dei cittadini possono essere efficacemente influenzati attraverso alleanze e partnership con politiche e interventi che hanno come obiettivi i vari ambienti e le comunità in cui la gente vive e lavora....” Le principali MCNT sono le malattie cardiovascolari, respiratorie, i tumori, il diabete che hanno in comune quattro fattori di rischio: fumo, abuso di alcool, cattiva alimentazione e inattività fisica. Qualsiasi attività volta a ridurre il “peso” dei fattori di rischio nella comparsa delle MCNT necessità della partecipazione attiva di quanti sono esposti agli stessi fattori. Ai fini del cambiamento “culturale” risulta importante pertanto la condivisione delle responsabilità tra operatori sanitari e cittadini attraverso strategie di empowerment. Target: Operatori sanitari, popolazione generale Setting: Ambulatori MMG e specialistici Gruppi d'interesse: ASP e MMG e Specialisti ambulatoriali e ospedalieri, formazione aziendale
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo Programma e/o Azioni
regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili.
1.2.2 Offerta di consiglio breve a soggetti con fattori di rischio, nei contesti sanitari appropriati. (Ambulatori, Consultori, Certificazioni, Medici Competenti, ecc.).
Dal sistema Passi
Implementare l'approccio comportamentale degli operatori sanitari nei riguardi dei soggetti con fattori di rischio di MCNT
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 43 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Offerta di consiglio breve a soggetti con fattori di rischio, nei contesti sanitari appropriati. (Ambulatori, Consultori, Certificazioni, Medici Competenti, ecc.).
PASSI
Risultati attesi
Implementare l'approccio comportamentale degli oper.sanitari nei riguardi dei soggetti con fattori di rischio di MCNT
Atti ASP
ATTIVITÀ
A1.1 A1.2 A1.3 A1.4
Programmazione formazione Realizzazione formazione rivolta ai MMG, specialisti ambulatoriali e ospedalieri su tematiche di comunicazione del rischio in sanità relativamente a fumo, obesità,alcool e attività fisica. Contatti con Direzioni Sanitarie P.O. ASP per stipula protocollo d'intesa con UOEPSA Inserimento nella relazione di dimissione ospedaliera di indicazioni sui benefici derivanti dalla correzione di fattori di rischio quali :fumo, obesità, alcool e inattività fisica.
Ufficio formazione Ufficio formazione protocollo d'intesa tra UOEPSA e Dir Sanitarie di PO Relazione dimissioni ospedaliere
Tabelle monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016 Assunzioni
1.2.2 Da sistema Passi
30 %
Tabella monitoraggio 6
Azioni Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Programmazione formazione Contatti con Direzioni Sanitarie P.O. ASP per stipula protocollo d'intesa con UOEPSA Realizzazione corsi formazione
Programma di corsi di formazione protocollo d'intesa tra UOEPSA e Dir Sanitarie di PO N° corsi realizzati /N° 6 corsi previsti
Si/No
SI/NO
SI
SI
0
50%
100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 44 ~
CRONOPROGRAMMA
Attività Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018
1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim
Programmazione formazione
Contatti con Direzioni Sanitarie P.O. ASP
Realizzazione corsi
formazione
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 45 ~
Azione 1.2.3 – PRP 2014/2018 Sviluppare programmi per promuovere e diffondere la pratica
dell’esercizio fisico, anche attraverso la prescrizione, nelle persone con patologie croniche
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA Dott. Roberto Mollica Igiene Pubblica
Razionale: Entro il 31 maggio del 2016 la Regione Siciliana emanerà un atto di indirizzo per le ASP sulla promozione dell’esercizio fisico nei soggetti con patologie croniche. Le aziende sanitarie ne cureranno l'attuazione secondo una dinamica applicativa omogenea che tenga conto anche, nella dovuta considerazione, gli aspetti più attuali ed efficaci dei modelli AFA (attività fisica adattata) rivolta alle categorie oggetto di specifico interesse e anche al target elettivo rappresentato da soggetti over 65 affetti da patologie croniche e/o da limitazioni funzionali. Potranno essere coinvolti a livello locale, attraverso selezione di pubblica evidenza e/o tramite sottoscrizione di rapporto convenzionale su protocolli di intesa di provata efficienza, stakeholder qualificati nel settore che andranno ad integrare o fornire in toto le attività previste in base ad adeguate azioni di programma e sotto la vigilanza delle ASP. Target: Soggetti con patologie croniche
Setting: Palestre; Centri sociali
Gruppi d'interesse: MMG; Specialisti ambulatoriali; stakeholder qualificati nel settore
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
1 Programma Regionale di Promozione della Salute a favore di soggetti a rischio di MCNT
1.2.3 Sviluppare programmi per promuovere e diffondere la pratica dell’esercizio fisico, anche attraverso la prescrizione, nelle persone con patologie croniche.
Adozione di indirizzi regionali sulla promozione dell’esercizio fisico nei soggetti con patologie croniche (entro un anno dall’avvio del PRP) e loro attuazione (entro il 2018)
Adozione di un atto di indirizzo sulla promozione dell’esercizio fisico nei soggetti con patologie croniche (entro un anno dall’avvio del PRP) e loro attuazione (entro il 2018)
Recepimento degli indirizzi regionali entro il 2016.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 46 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Sviluppare programmi per promuovere e diffondere la pratica dell’esercizio fisico, anche attraverso la prescrizione, nelle persone con patologie croniche.
Emanazione indirizzi regionali
Risultati attesi
R1 Recepimento degli indirizzi regionali
Provvedimento Regionale
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1
Iter amministrativo per recepimento linee guida regionali
Atto deliberativo ASP
Tabelle monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016 Assunzioni
1.2.3 Sviluppare programmi per promuovere e diffondere la pratica dell’esercizio fisico, anche attraverso la prescrizione, nelle persone con patologie croniche.
Recepimento Atto di indirizzo regionale
100%
SI
Emanazione indirizzi regionali
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
Adozione di indirizzi regionali sulla promozione dell’esercizio fisico nei soggetti con patologie croniche (entro un anno all’avvio del PRP) e loro attuazione (entro il 2018)
Recepimento atto di indirizzo regionale
Atti ASP
SI SI SI
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 47 ~
Azione 1.3 – PRP 2014/2018 Programma Regionale FED (Formazione, Educazione, Dieta)
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Giorgio Saluto Servizio Igiene degli alimenti e della Nutrizione
Dott. Giuseppe Valenti U.O.E.P.S.A.
Razionale: Approvato con D.A. Salute n° 2507 del 2013 il Programma FED nasce per contrastare l'incremento di incidenza e prevalenza nella Regione Sicilia di sovrappeso e obesità, specie nell'età infantile. Per questo propone una rivoluzionaria azione formativa intersettoriale che risponde a criteri di omogeneità, di credibilità scientifica, di verifica dei contenuti e di impostazione centralizzata con compiti di indirizzo e controllo tramite un tavolo tecnico regionale coordinato dal Servizio di Promozione della Salute del Dipartimento Attività Sanitarie. Il programma si propone, innanzitutto, di superare le pregresse criticità legate ad attività scollegate, spesso affidate a personale non qualificato, secondo programmi liberi e consumati a macchia di leopardo sul territorio regionale senza alcun coordinamento e verifica di temi e contenuti. Mette in campo, poi, un percorso formativo omogeneo e centralizzato destinato a quanti sono quotidianamente impegnati nel settore con trasversalità di metodi e contenuti. Al corso di primo livello segue un percorso formativo di secondo livello organizzato in contemporanea da tutte le nove ASP della Regione e rivolto a tutti gli stakeholder previsti dal provvedimento. A questa seconda fase orientata a qualificare Educatori FED partecipano attivamente tutti i formatori FED qualificati nel primo livello e inseriti quali docenti nei percorsi formativi allestiti da ogni ASP secondo un programma comune predisposto e controllato dal tavolo tecnico regionale e organizzato secondo un approccio multisettoriale a partire dall’Ufficio Scolastico Provinciale. Alla fase formativa di secondo livello segue quella di rete territoriale basata, anch’essa, su una serie programmata di incontri didattici tra i vari settori interessati (Scuola, ristorazione pubblica e collettiva, lavoro, mercati, ristoratori di pubblico esercizio, vending etc.) L'attivazione della rete territoriale del programma FED renderà possibili sinergie operative con il programma regionale Promozione della Salute e lotta a Tabagismo, abuso di alcol, sedentarietà e in particolare con le specifiche azioni che mirano ai seguenti obiettivi: Promozione della Salute in Ambiente Scolastico, Promozione della Salute in Ambiente di Lavoro e Comunità (Aumentare il consumo di Frutta e Verdura – Ridurre il consumo eccessivo di Sale da cucina – Aumentare l’Attività Fisica delle persone). Target: Popolazione generale, Personale sanitario, Popolazione scolastica, Operatori del Settore Alimentare, Operatori del Settore Agronomico Setting: ASP, Scuole, Ristorazione pubblica e collettiva, Luoghi pubblici, Attività Agro-alimentari Gruppi d'interesse: ASP, Area sanitaria, Area agronomica, Area scolastica, Aziende Agro-alimentari, Attività di ristorazione
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 48 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali
Azioni/Interventi
Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili
1.3. Programma Regionale FED (Formazione, Educazione, Dieta)
Applicazione Programma FED in tutte le ASP
Attivazione e consolidamento rete territoriale FED
Effettuazione dei corsi FED di secondo livello programmati dalla Regione per l’ASP Attivazione rete territoriale FED
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
ObiettivoSpecifico
Attivazione di un programma formativo e di una rete integrata territoriale FED
Attivazione e consolidamento rete territoriale FED
Esiti delle azioni ispettive
Risultati attesi
R1 Effettuazione dei corsi Fed di secondo livello R2 Attivazione e consolidamento rete territoriale FED
R1 N. corsi FED secondo livello realizzati/ N. corsi programmati dalla Regione per l’ASP R2 Attivazione Rete FED con coinvolgimento educatori FED
Verbali Formazione Attestazioni delle Attività progettuali svolte nei vari ambiti in conformità a quanto previsto dal Coordinamento regionale FED
Attività Mezzi Assunzioni
A1 A2
Formazione Fed di secondo livello Costituzione di reti operative territoriali in conformità a quanto previsto dal programma FED
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo, Personale integrativo
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 49 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018 Valore ASP al 31/12/2016
1.3 Attivazione e consolidamento rete territoriale FED
Consolidamento
Attivazione
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Attivazione di un programma formativo e di una rete integrata territoriale FED
Effettuazione dei corsi Fed di secondo livello Attivazione e consolidamento rete territoriale FED
N. corsi FED secondo livello realizzati/ N. corsi programmati dalla Regione per l’ASP
Verbali Formazione Attestazioni delle Attività progettuali svolte nei vari ambiti in conformità a quanto previsto dal Coordinamento regionale del programma FED
100% dei corsi programmati dalla Regione per l’ASP SI
100% dei corsi programmati dalla Regione per l’ASP SI
100% dei corsi programmati dalla Regione per l’ASP SI
CRONOGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Sett Ott Nov Dic
A1. Formazione Fed di secondo livello X X X X X X X X
A2 Costituzione di reti operative territoriali in conformità a quanto previsto dal programma FED
X X X X
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 50 ~
Azione 1.4.1 – PRP 2014/2018 Verifica effettiva istituzione U.O. Screening nelle ASP
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Ranieri Candura UOS CGS Dott.ssa Giuseppa Candela UOS Registro Tumori
Razionale Nell’Asp di Trapani i tre screening oncologici riconosciuti nei LEA sono stati perlopiù avviati in un momento di difficile accesso ad ulteriori risorse umane, il loro carico di lavoro è stato di fatto aggiunto a quello degli operatori e degli specialisti già attivi per la medesima patologia in fase clinica; ciò ha determinato il sovrapporsi di compiti con la puntuale prevalenza delle attività di diagnosi rispetto a quelle di prevenzione ed ad una sistematica fluttuazione della disponibilità di risorse umane. Si è reso pertanto necessario definire l’attuazione delle fasi indispensabili per gli screening potendo contare su risorse e tempi certi, al fine di migliorare la fase organizzativa e conseguentemente la loro compliance. La creazione delle UU.OO degli screening è volta a questo fine che rappresenta il punto di partenza per tutte le successive azioni di sviluppo ed implemento e per un aumento significativo dell’adesione, mirando a portare quest’ultima a livelli superiori a quelli attuali, ancora lontani dalle medie nazionali.
Target: Popolazione target screening
Setting: ASP
Gruppi d'interesse: Direzione Strategica, Direzioni di PO, Direzioni Distretti sanitari, Dipartimento di
Prevenzione e personale dipendente.
Criticità: scarsa disponibilità di personale adeguato e formato.
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori
Regionali
Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
1
Ridurre il carico prevenibile
ed evitabile di morbosità,
mortalità e disabilità nelle
MCNT
1.4.1 Verifica dell'effettiva istituzione delle UU.OO. Di screening nelle ASP
1.4.1.1
Presenza di sufficiente personale formato e dedicato, secondo le indicazioni del D.A. 1845/12
1.4.1.1.1
N° di UO
attiv./tot UO
previste
Individuazione del personale da dedicare alle UO esistenti e ancora da attivare per rispettare almeno i parametri di base del D.A. 1845/12
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 51 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Presenza di sufficiente personale formato e dedicato, secondo le indicazioni del D.A. 1845/12
N° di UO attiv./tot UO previste
Delibere aziendali
Risultati attesi
R1 Incremento del personale nelle UO esistenti per rispettare almeno i parametri di base del D.A. 1845/12 R2 Istituzione delle UO mancanti e individuazione del personale e del tempo dedicato per l'attività dell'UU.OO.
R1-R2 N° e tipologie delle figure professionali utilizzate/ N° e tipologie delle figure professionali utilizzate previste dal D.A. 1845/12 R2 Delibere di istituzione delle UU.OO mancanti
R1-R2 Ordini di servizio R2 Delibere aziendali
Individuazione da parte della Direzione Strategica Aziendale delle risorse umane da destinare per rispettare almeno i parametri di base del D.A. 1845/12
ATTIVITÀ Mezzi
A1. R1
Individuazione da parte della Direzione Strategica Aziendale delle risorse umane da destinare per rispettare almeno i parametri di base del D.A. 1845/12
R1 Ordini di servizio / Delibere
Incremento delle risorse umane
A1. R2
Avvio iter amministrativo necessario alla istituzione delle UU.OO. mancanti e individuazione del personale e del tempo dedicato per l'attività dell'UO.
R2 Delibere aziendali Ordini di servizio
Incremento delle risorse umane
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
Assunzioni
1.4.1 Verifica dell'effettiva istituzione delle UU.OO. Di screening nelle ASP
1.4.1.1.1 N° di UO attiv./tot UO previste
100%
100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 52 ~
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico
Indicatori Formula calcolo
Fonte verifica Valore al 2015 Valori attesi
2016 2017 2018
1.4.1.1 Presenza di sufficiente personale formato e dedicato, secondo le indicazioni del D.A. 1845/12
R1-R2 N° e tipologie delle figure professionali utilizzate/ N° e tipologie delle figure professionali utilizzate previste dal D.A. 1845/12
N° e tipologie delle figure professionali utilizzate/ N° e tipologie delle figure professionali utilizzate previste dal D.A. 1845/12
Delibere aziendali e/o ordini di servizio
UO_CGS
Med =1 Ass.San.= 1 Amm. = 1 Aus. = 1 UO_CC (non istituita) Med = 1 Ost. = 1 Td Amm.= 1 AusTec= 1 UO_MA (non istituita) Med =2 Td Tec Rad. 1 Td Amm.= 0 UO_CR (non istituita) Med =4 Td Inf. Prof. =3 Td Amm.= 0
UO_CGS Med =1 Ass.San.= 1 Amm. = 1 Aus. = 1 UO_CC Med = 1 Ost. = 1 Amm.= 1 AusTec= 1 UO_MA Med =2 Td Tec Rad. 1 Td Amm.= 1 UO_CR Med =4 Td Inf. Prof. =3 Td Amm.= 1
UO_CGS Med =2 Inform.=1 Ass.San.= 2^ Amm. = 2^ UO_CC Med = 2 Inf / Ost. = 2 Amm.= 1 AusTec= 1 UO_MA Med = 1 TP Med = 2 Td Tec Rad 2 TP Inf. Pr.=1 Amm.= 1 UO_CR Med =1 TP Med =3 Td Inf. Prof.=4 Td Amm.= 1
UO_CGS Med =2 Inform.=1 Ass.San.= 2^ Amm. = 2^ UO_CC Med = 2 Inf / Ost. = 2 Amm.= 1 AusTec= 1 UO_MA Med = 1 TP Med = 2 Td Tec Rad 2 TP Inf. Pr.=1 Amm.= 1 UO_CR Med =1 TP Med =3 Td Inf. Prof.=4 Td Amm.= 1
R2 Delibere di istituzione delle UU.OO mancanti
Numero UUOO istituite / Numero UUOO previste %
Delibere Aziendali
25% 100% 100%
con Personale
^ Il lieve aumento del personale rispetto a quanto previsto nel D.A. 1845/12 (1 unità) è in relazione alle dimensioni della popolazione .
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 53 ~
Azione 1.4.2 – PRP 2014/2018 Sensibilizzazione Medici di Medicina Generale
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Ranieri Candura UOS CGS Dott.ssa Giuseppa Candela UOS Registro Tumori
RazionaleI tre screening oncologici riconosciuti nei LEA hanno raggiunto in provincia di Trapani livelli di estensione soddisfacenti, ma nonostante il regime di gratuità non si arriva a determinare una svolta nei comportamenti della popolazione beneficiaria, continuando ad avere livelli di adesione inferiori alle aspettative e soprattutto a quelli richiesti dal Ministero. Alla base di ciò stanno molte considerazioni tra le quali anche il rapporto di fiducia con le istituzioni sanitarie ed un atavico atteggiamento di attesa. Più forte e fiduciario è invece, il rapporto dei cittadini con il proprio Medico di Medicina Generale (MMG) e quindi è logico arrivare ad essi per il tramite di questi ultimi diminuendo il numero dei soggetti non responders. Inoltre il MMG si pone come strumento importante anche per la pulizia delle liste, infatti in assenza di un’anagrafe assistiti collegata con l’anagrafe comunale risulta alto il numero di inviti che non raggiungono il cittadino nel proprio domicilio a volte diverso dalla stessa residenza.
Target: Popolazione target screening oncologici
Setting: Territorio, Distretti.
Gruppi d'interesse: ASP, MMG, Organizzazioni scientifiche e sindacali dei MMG, Ordine dei Medici.
Criticità: Tempi di contatto e dimestichezza dei MMG con il mezzo informatico.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 54 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali
Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità nelle MCNT
1.4.2 Sensibilizzazione Medici Medicina Generale
1.4.2.1. Collaborazione a pulizia liste e recupero non-responders
1.4.2.1.1 N° di MMG contattati /totale MMG
Invio file / listati ai MMG con ritorno e correzione del Database dello screening
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Collaborazione dei MMG per la pulizia liste e recupero non-responders
N° di MMG contattati /totale MMG
Fogli firma alle riunioni con MMG;
Risultati attesi
Attivazione di un flusso informativo tra CGS e MMG per pulizia liste e recupero non responders
N° flussi attivati/N° MMG contattati
Report tra MMG e CGS
Disponibilità MMG
ATTIVITÀ Mezzi Assunzioni
A1.
Riunioni con MMG tramite Distretti
Convocazioni -
Collaborazione dei Distretti Sanitari
A2.
Creazione/attivazione mail aziendali per MMG
A cura del CED
A3.
Preparazione liste assistiti e trasmissione elenchi a MMG
A4.
Formalizzazione del flusso di informazione da MMG a CGS
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 55 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
1.4.2 Sensibilizzazione Medici Medicina Generale
1.4.2.1.1 N° di MMG contattati /totale MMG
100%
30%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018
1.4.2.1 Collaborazione a pulizia liste e recupero non-responders
N° di MMG contattati
N° di MMG contattati /totale MMG
Firme in riunioni presso strutture Distrettuali
0 30% 60% 100%
N° mail attivate N° mail attivate/n°MMG
CED
0 30% 60% 100%
N° liste elaborate ed inviate
N° liste elaborate ed inviate/MMG
CGS 0 30% 60% 100%
Attivazione Flusso tra MMG e CGS
N° Flussi Attivati tra MMG e CGS/MMG
CGS no 30% 60% 100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 56 ~
Azione 1.4.3 – PRP 2014/2018 Correzione indirizzi
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Ranieri Candura UOS CGS Dott.ssa Giuseppa Candela UOS Registro Tumori
RazionaleL’anagrafe assistiti comincia ad invecchiare nello stesso istante in cui viene creata; gli indirizzi vengono modificati solo in presenza del cambio del MMG/PLS o di una prestazione, e, in quest’ultimo caso, non sempre; quindi i cambi di residenza non vengono spesso registrati. Lo scorrere dei mesi, quindi, determina inevitabilmente un progressivo incremento degli errori che si aggiungono a tutte quelle posizioni errate di base che già comportano una perdita fisiologica del 2-3% delle lettere inviate. Si rende necessario un aggiornamento periodico tramite incrocio con anagrafi più aggiornate (SOGEI) o tramite incrocio con le anagrafi comunali.
Target: Popolazione screening.
Setting: UOS Centro Gestione Screening , Ufficio Anagrafe ASP, CGS
Gruppi d'interesse: Ufficio Anagrafe ASP, CGS, Ditta gestore Database screening
Criticità: Approvazione spesa per effettuazione operazione di aggiornamento tramite Ditta esterna.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 57 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità nelle MCNT
1.4.3 Correzione indirizzi
1.4.3.1. Riduzione inviti inesitati
1.4.3.1.1 N° inviti inesitati /totale inviti
Aggiornamento anagrafica
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Riduzione inviti inesitati N° inviti inesitati /totale inviti CGS
Risultati attesi
R1 Acquisizione file con dati residenti per comune Aggiornamento anagrafe assistiti
Approvazione della spesa preventivata per l’effettuazione dell'aggiornamento da parte della Ditta gestore del Database dello screening
ATTIVITA’ Mezzi
A1.
Richiesta elenchi informatici alle Anagrafi comunali
Note di richiesta ai Comuni
CGS
A2.
Predisposizione atti amministrativi per individuazione e di assegnazione incarico per aggiornamento anagrafe screening
Delibera
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 58 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/Azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
1.4.3 Correzione indirizzi
1.4.3.1.1 N° inviti inesitati/totale inviti
2%
9%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo
specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018
1.4.3.1.
Riduzione inviti
inesitati
N° di inviti
inesitati
N° inviti
inesitati
/totale inviti
DASOE
9 % inesitati 9 % inesitati 2,5 % inesitati 2 % inesitati
CRONOPROGRAMMA
Attività
Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018
1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim
Richiesta elenchi informatici alle Anagrafi comunali
Predisposizione atti amministrativi per individuazione e di assegnazione incarico per aggiornamento anagrafe screening
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 59 ~
Azione 1.4.4 – PRP 2014/2018 Accordi con CUP Az. Ospedaliere
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Ranieri Candura UOS CGS Dott.ssa Giuseppa Candela UOS Registro Tumori
Razionale Prima dell’attivazione degli screening oncologici, nel nostro territorio, le prestazioni in prevenzione sono state garantite mediante il ricorso agli esami in esenzione di ticket per la popolazione in fascia d’età prevista (c.d. Legge Veronesi). Tali prestazioni fuori screening, oggi, di fatto duplicano il servizio erogato e fanno diminuire l’accesso agli screening stessi, diminuendone nel contempo la resa e l’efficacia, determinando anche un costo maggiore per contatto. Si rende necessario unificare le diverse modalità di accesso alle medesime prestazioni razionalizzando così i costi e migliorando la qualità del servizio reso. Nel nostro territorio non insistono Aziende Ospedaliere; è però necessario che, nelle fasce di età di appartenenza agli screening, le prestazioni finora erogate da altre strutture Aziendali per motivi di prevenzione oncologica, e dai privati, vengano convogliate nei circuiti degli screening.
Target: Popolazione target screening
Setting: CUP - Distretti
Gruppi d'interesse: MMG, utenti, Società scientifiche
Criticità: Affezione a prassi consolidate – Modifica (in alcuni casi) dei luoghi di effettuazione degli esami –
Consegna dei referti in tempi brevi – Effettuazione di eventuali esami di approfondimento a distanza di
tempo.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 60 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità nelle MCNT
1.4.4 Accordi con CUP Az. Ospedaliere
1.4.4.1 Riduzione test fuori screening
1.4.4.1.1 N° di A.O. con protocollo d’intesa/ totale AO
Sensibilizzazione dei MMG e accordi con i CUP per la riduzione test fuori screening
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Riduzione test fuori screening Indicatore Aziendale N° prestazioni in regime di esenzione (D0x)/ N° prestazioni in regime di esenzione (D0x) effettuate in precedenza
Flusso C e Flusso M
Risultati attesi
R1 Azzeramento ricette di prestazioni in esenzione (D02 – D03 – D04) per le fasce di età degli screening R2 Convogliamento degli esami precedentemente effettuati in altre sedi in regime di esenzione (D02 – D03 – D04) dentro le filiere degli screening.
R1 Riduzione/abolizione esami effettuati in esenzione ticket (D02 – D03 – D04)
Collaborazione da parte dei CUP Invio lettere ai MMG da parte delle Direz. Distrettuali o dalla Direzione Strategica Aziendale
ATTIVITÀ Mezzi
A1. R1
Invio ai MMG di nota informativa per abolizione delle prestazioni in regime di esenzione (D02 – D03 – D04)
Nota Direzione Strategica / Distrettuale ai MMG
A1 R2
Informativa agli utenti da parte di MMG per l'accesso ai canali degli screening
A2. R2
Invio informativa ai CUP per esami in itinere Nota Direzione Distrettuale ai CUP
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 61 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/Azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
1.4.4 Accordi con CUP Az. Ospedaliere
1.4.4.1.1 N° di A.O. con protocollo d’intesa/ totale AO
100% 0% ^
^ Non applicabile per assenza di Az. Ospedaliere nel territorio dell’ASP Trapani
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
1.4.4.1
Riduzione test fuori
screening
N° Convenzioni con Az.
Osp.
N° di A.O. con
protocollo d’intesa/
totale AO
DASOE 0^ 0^ 0^ 0^
N° ricette per richieste D02 – D03 – D04
Conteggio
Flusso C Flusso M
> 4.500 0
Dic. 2016
^ non sono presenti CUP di altre Az. Osp. nel territorio di pertinenza.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 62 ~
CRONOPROGRAMMA
Attività
Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018
1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim
Invio ai MMG di
nota informativa per
abolizione delle
prestazioni in
regime di esenzione
(D02 – D03 – D04
Informativa agli
utenti da parte di
MMG per l'accesso
ai canali degli
screening
Invio informativa ai CUP per esami in itinere
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 63 ~
Azione 1.4.5 – PRP 2014/2018 Adozione indirizzi regionali per introduzione al test HPV-DNA
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Ranieri Candura UOS CGS Dott. Natale Ferrara UOC Dip. Materno Infantile
Razionale Il cancro della cervice uterina è stato visto essere strettamente associato alla presenza di HP Virus; sono stati quindi sviluppati dei test in grado di definire l’eventuale presenza in atto e quindi di alto significato per la possibilità di sviluppo / presenza della patologia. Inoltre tale esame, oggettivo, rivela la presenza del virus in fase ancora più precoce, in totale assenza di lesioni, aumentando quindi l’intervallo utile per l’effettuazione del test successivo. Questo, legato alle criticità del pap test (difficoltà nella formazione di lettori esperti, parziale riproducibilità dell’esito del test e tempi di lettura) ha determinato una modifica sulla scelta del test di screening che, tra l’altro, determina un minor impegno del personale coinvolto nello screening. Questo test con la maggiore diffusione del suo utilizzo sta avendo una drastica riduzione dei costi, con ulteriore possibilità in fase di effettivo impiego quale test di I° livello.
Target: Utenti – Servizi di screening
Setting: Consultori – Anatomia Patologica -
Gruppi d'interesse: MMG, utenti, Società scientifiche
Criticità: Tempi di consegna dei referti –
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 64 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali
Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità nelle MCNT
1.4.5 Adozione di indirizzi regionali programmatori per lo screening per il ca. della cervice uterina introducendo il test HPV-DNA
1.4.5.1 Preparazione al passaggio al test HPV-DNA
1.4.5.1.1 Documento regionale si/no
Passaggio all’utilizzo del test HPV-DNA per le fasce d’età individuate
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Passaggio all’utilizzo del test HPV-DNA per le fasce d’età individuate
Documento regionale si/no DASOE Messa a punto del protocollo d’impiego da parte del tavolo tecnico regionale
Risultati attesi
R1 Ricezione documento ed adeguamento per l’utilizzo del test HPV-DNA per le fasce d’età 30-64
R1 Trasmissione documento
DASOE
Avvio dell'azione regionale entro il periodo previsto
ATTIVITÀ Mezzi
A1. R1
Attesa documento regionale
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/Azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
1.4.5 Adozione di indirizzi regionali programmatori per lo screening per il ca. della cervice uterina introducendo il test HPV-DNA
1.4.5.1.1 Preparazione al passaggio al test HPV-DNA
100% 0%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
1.4.5.1 Preparazione al passaggio al test HPV-DNA
1.4.5.1.1 Documento regionale si/no
DASOE
Si
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 65 ~
Azione 1.4.6 – PRP 2014/2018 Adozione del test HPV-DNA
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Ranieri Candura UOS CGS
Dott. Natale Ferrara UOC Dip. Materno Infantile
Razionale Il cancro della cervice uterina è stato visto essere strettamente associato alla presenza di HP Virus; sono stati quindi sviluppati dei test in grado di definire l’eventuale presenza in atto e quindi di alto significato per la possibilità di sviluppo della patologia. Inoltre tale esame, oggettivo, rivela la presenza del virus in fase ancora più precoce, in totale assenza di lesioni, aumentando quindi l’intervallo utile per l’effettuazione del test successivo. Questo, legato alle criticità del pap test (difficoltà nella formazione esperto, parziale riproducibilità dell’esito del test e tempi di lettura) ha determinato una modifica sulla scelta del test di screening che, tra l’altro, determina un minor impegno del personale coinvolto nello screening. Questo test con la maggiore diffusione del suo utilizzo ha subito una drastica riduzione dei costi, con ulteriore possibilità in fase di effettivo impiego quale test di I° livello.
Target: Utenti – Servizi di screening
Setting: Consultori – Anatomia Patologica -
Gruppi d'interesse: MMG, utenti, Società scientifiche
Criticità: Fiducia della popolazione nel nuovo test con tempistica allungata.
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità nelle MCNT
1.4.6 Adozione del test HPV-DNA
1.4.6.1 Screening con test I° livello HPV-DNA
1.4.6.1.4 N° donne screenate con test HPV /totale donne 30-64 aa.
Utilizzo del test HPV-DNA per le fasce d’età 30-64 aa.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 66 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Utilizzo del test HPV-DNA per le fasce d’età 30-64 aa.
N° donne screenate con test HPV /totale donne 30-64 aa.
DASOE Survey Gisci
Risultati attesi
R1 Utilizzo del test HPV-DNA per le fasce d’età individuate nella quota prevista per l’anno di avvio
R1 N° di test HPV utilizzati quali test di I° livello
DASOE Survey GISCI
Avvio dell’utilizzo del test HPV da parte della regione Che l’avvio del progetto avvenga entro il periodo previsto
ATTIVITÀ Mezzi
A1. R1
Secondo protocollo finale di utilizzo HPV test
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/Azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
1.4.6 Adozione del test HPV-DNA
1.4.6.1 Screening con test I° livello HPV-DNA
100% 20%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
1.4.6.1 Screening con test I° livello HPV-DNA
1.4.6.1.1 % donne screenate con test HPV /totale
N° donne screenate con test HPV /totale donne 30-64 aa.
DASOE
0 20% 60% 100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 67 ~
Azione 1.4.7 – PRP 2014/2018 Adozione di indirizzi regionali programmatori per il rischio
eredo-familiare di tumore alla mammella
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Ranieri Candura UOS CGS Dott.ssa Giuseppa Candela UOS Registro Tumori
Razionale Il 5%-7% dei cancri della mammella sono ereditari, dovuti ad alterazioni di geni (BRCA1-e/o BRCA2 ed altri, noti e non). Tale percentuale di tumori ereditari si sviluppa in famiglie ad alto rischio, ad esempio con almeno due casi di cancro mammario precoce (prima dei 40 anni), magari bilaterale, o in un maschio, o con un caso di cancro ovarico, sempre in parenti molto prossimi tra loro. La disponibilità di un test genetico, oggi costoso, e gli esami di approfondimento necessari in caso di esito positivo per l’eventuale diagnosi precoce impongono l’adozione di un protocollo razionale ed adeguato per un equo utilizzo.
Target: Donne di famiglie a rischio genetico.
Setting: Ambulatori di radiologia, ambulatorio di genetica individuato
Gruppi d'interesse: Operatori sanitari
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 68 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali
Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità nelle MCNT
1.4.7 Adozione di indirizzi regionali programmatori per il rischio eredo-familiare di tumore della mammella
1.4.7.1 Identificazione di percorsi per il rischio eredo-familiare di tumore della mammella
1.4.7.1.1 Documento regionale si/no
Adozione di protocollo per l’utilizzo di un test genetico per la popolazione a rischio di appartenenza a famiglia con rischio eredo-genetico
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Adozione di protocollo per l’utilizzo di un test genetico per popolazione a rischio di appartenenza a famiglia con rischio eredo-genetico
Documento regionale si/no DASOE
Risultati attesi
R1 Ricezione documento ed applicazione protocollo
R1 Trasmissione documento
DASOE
Messa a punto del protocollo d’impiego da parte del tavolo tecnico regionale Che il documento regionale venga prodotto in tempo utile
ATTIVITÀ Mezzi
A1. R1
Secondo documento regionale
A1. R2
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 69 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/Azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
1.4.7 Adozione di indirizzi regionali programmatori per il rischio eredo-familiare di tumore della mammella
1.4.7.1. Identificazione di percorsi per il rischio eredo-familiare di tumore della mammella
Si
Si
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
1.4.7.1. Identificazione di percorsi per il rischio eredo-familiare di tumore della mammella
N° di donne sottoposte a test genetico
N° di donne sottoposte a test genetico / donne screenate
DASOE
0 Si
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 70 ~
Azione1.4.8 – PRP 2014/2018 Adozione dei percorsi in tutte le ASP per il rischio eredo-
familiare di tumore alla mammella secondo programmazione regionale
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Ranieri Candura UOS CGS
Dott.ssa Giuseppa Candela UOS Registro Tumori
Razionale Il 5%-7% dei cancri della mammella sono ereditari, dovuti ad alterazioni di geni (BRCA1-e/o BRCA2 ed altri, noti e non). Tale percentuale di tumori ereditari si sviluppa in famiglie ad alto rischio, ad esempio con almeno due casi di cancro mammario precoce (prima dei 40 anni), magari bilaterale, o in un maschio, o con un caso di cancro ovarico, sempre in parenti molto prossimi tra loro. La disponibilità di un test genetico, oggi costoso, e gli esami di approfondimento necessari in caso di esito positivo per l’eventuale diagnosi precoce impongono l’adozione di un protocollo razionale ed adeguato per un equo utilizzo.
Target: Donne di famiglie a rischio genetico.
Setting: Regione, ASP
Gruppi d'interesse: DASOE, CGS
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali
Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità nelle MCNT
1.4.8 Adozione dei percorsi in tutte le ASP secondo programmazione regionale
1.4.8.1. Attivazione dei percorsi per il rischio eredo-familiare di tumore della mammella
1.4.8.1.1. N° donne sottoposte a consulenza genetica/ totale casi attesi
Utilizzo di un test genetico per popolazione a rischio di appartenenza a famiglia con rischio eredo-genetico
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 71 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Utilizzo di un test genetico per popolazione a rischio di appartenenza a famiglia con rischio eredo-genetico
N° donne sottoposte a consulenza genetica/ totale casi attesi
DASOE
Risultati attesi
R1 Ricezione documento ed applicazione protocollo
R1 Trasmissione documento
ASP
Disponibilità del test e del protocollo di utilizzo
ATTIVITÀ Mezzi
A1. R1
Attivazione dei percorsi come da documento regionale
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
1.4.8 Adozione dei percorsi in tutte le ASP secondo programmazione regionale
1.4.8.1.1
N° donne sottoposte a
consulenza genetica/ totale
casi attesi
Documento regionale
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
1.4.8.1. Attivazione dei percorsi per il rischio eredo-familiare di tumore della mammella
N° di donne sottoposte a test genetico
N° di donne sottoposte a test genetico / casi attesi
DASOE
0 2%
dei casi attesi 5% 10%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 72 ~
MACRO OBIETTIVO 2 Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali
PROGRAMMI REGIONALI
2.2 Programma di screening audiologico neonatale
2.3 Programma di screening oftalmologico neonatale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 73 ~
Programma 2.2
Screening audiologico neonatale
Premessa Con nota prot. n° 18839 del 1 marzo 2012, l’Assessorato della Salute della Regione Sicilia ha comunicato ai Direttori Sanitari delle Asp e delle Aziende Ospedaliere della Regione l’approvazione, con D.A. n° 3220 del 30.12.2010, del piano di prevenzione 2010/2012, nell’ambito del quale è prevista la diffusione dello screening uditivo neonatale su tutto il territorio regionale. Con nota prot. n° 19387 del 16 marzo 2012, il Direttore Sanitario Aziendale dell’ASP di Trapani ha individuato il dott. Giuseppe Alletto, direttore dell’U.O. TIN-Neonatologia del P.O. S. Antonio Abate, quale Referente Aziendale per il Coordinamento dell’attività di screening in tutti i punti nascita di pertinenza dell’Azienda. Con note n° prot. 30556 del 13 giugno 2013 e n° 35944 del 12 luglio 2013 la Direzione Sanitaria del P.O. S.A Abate ha individuato il dott. Giuseppe Alletto, direttore dell’U.O. TIN-Neonatologia del P.O. S. Antonio Abate, quale “referente progettuale” dell’Azione di PSN 2012 per l’ASP di Trapani. Razionale La perdita dell'udito è una delle più comuni anomalie congenite, presente con una frequenza di 1-3/1.000 neonati sani. Può avere conseguenze importanti in termini di sviluppo delle capacità comunicative, cognitive e socio-emotive riducendo il livello di istruzione e di occupazione in età adulta. In assenza di screening, l'età media alla quale viene identificato il deficit è pari a 30 mesi. Considerato che le cause dell’ipoacusia possono essere genetiche (60%), connesse a condizioni patologiche della madre durante la gestazione (rosolia, citomegalovirus, herpesvirus, toxoplasma), legate al parto (per es. asfissia) o relative a quanto accade nelle primissime ore di vita (per es. presenza di ittero grave del neonato o di infezioni virali e batteriche per le quali spesso si utilizzano antibiotici che sono a loro volta tossici per la coclea), si può affermare che l’esordio delle ipoacusie infantili avviene nella maggior parte dei casi in epoca prenatale o perinatale. Ciò rende particolarmente opportuna l’applicazione dello screening uditivo neonatale universale tramite il rilevamento delle emissioni otoacustiche (TEOAE). Nel condotto uditivo esterno si inserisce una sonda attraverso la quale si invia un suono che giunge alla coclea; la stessa sonda è in grado di registrare il segnale di ritorno emesso dalle cellule cocleari. La mancanza di tale segnale implica un’anomalia della funzione di tali cellule, che rappresenta, quasi sempre, il disturbo alla base della sordità neurosensoriale infantile. L’avvenuta registrazione del segnale di ritorno è invece la dimostrazione che il soggetto sottoposto all’indagine ha una normale capacità uditiva. La rapidità di esecuzione, l’assenza di fastidio e l’affidabilità rendono questo test uno strumento valido per lo screening delle ipoacusie in età neonatale. Il test di conferma della diagnosi è effettuato con lo studio dei potenziali evocati uditivi del tronco (ABR) e con indagini più sofisticate. Nella nostra regione la percentuale dei nati sordi è superiore a quella nazionale. La diagnosi precoce di sordità neonatale si avvale di tre livelli di intervento: Il 1° livello è di competenza neonatologica in quanto si colloca all’interno della “care” del neonato alla stessa stregua di altri controlli neonatologici, ma nulla osta che possa essere eseguito di raccordo con l’U.O./Servizio di ORL/Audiologia di questo presidio. Il 2° livello è individuato nella U.O./Servizio di ORL/Audiologia in cui l' Otorino o l’Audiologo può effettuare una otoscopia per la valutazione e rimozione di residui di vernice caseosa e l’effettuazione di un ABR con ricerca di soglia. Il 3° livello è individuato nella U.O./Servizio di ORL/Audiologia in cui può essere eseguita tutta quella batteria di test ritenuti opportuni per la diagnosi definitiva e l’avvio alla protesizzazione nonché la valutazione per l’eventuale impianto coclearie. Il test uditivo viene effettuato tramite rilevatore OAE MADSEN ACCUSCREEN –OTOMETRICS. In seconda giornata di vita del neonato viene consegnata ai genitori una brochure informativa contenente le notizie riguardanti il Test di Screening Universale Neonatale. La Procedura di Screening presso il Nido del P.O. dell’Ospedale di Trapani si basa sull’osservazione dei seguenti steps operativi.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 74 ~
Lo Screening (1° Test) deve essere espletato a circa 72 ore di vita in concomitanza con lo screening per i dismetabolismi. Nel caso in cui le otoemissioni siano presenti (“PASS”) in entrambi gli orecchi la procedura si conclude e il medico di turno trascrive sul cartellino di dimissione il risultato dello Screening Uditivo. Nel caso le otoemissioni siano assenti (“REFER”), in uno o entrambi gli orecchi, si ripete il test a 15-20 giorni di vita (2° Test) presso l’ambulatorio di neonatologia il secondo ed quarto martedì di ogni mese. Se anche il 2° Test sia “REFER”, per uno o entrambi gli orecchi, verrà contattato il Servizio Audiologico di questo P.O. (Centro di II livello: Audiometrista Lidia La Milia) e consegnato ai genitori una brochure con le istruzioni per gli esami di approfondimento e la data in cui il bambino li eseguirà. Gli esami di approfondimento di II livello devono essere eseguiti preferibilmente entro i primi tre mesi di vita. Target: Neonati non a rischio audiologico Setting: Nido dei centri nascita dell’ASP di Trapani (P.O. Trapani; P.O. Marsala; P.O. Castelvetrano; P.O Pantelleria; Casa di cura S. Anna) Gruppi d'interesse: Operatori sanitari delle UU.OO di Pediatria - Neonatologia dell’ASP di Trapani; specialisti otorinolaringoiatri dell’ASP di Trapani
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 75 ~
Azione 2.2.1 – PRP 2014/2018 Sensibilizzazione direzioni sanitarie di presidio
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Bertolino Salvatore U.O. Pediatria P.O. Marsala
Dott.ssa Novara Brigida U.O. Neonatologia P.O. Trapani
Dott. Leggio Antonino U.O. Pediatria P.O. Castelvetrano
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
2 Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali
2.2.1 Sensibilizzazione direzioni sanitarie di presidio
2.2.1.1 Collaborazione allo screening 2.2.1.2 Presenza referente di presidio
2.2.1.1.1 n. direzioni contattate/totale direzioni 2.2.1.2.1 n. referenti di Presidio/tot. Presidi
Attivazione del servizio
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
2.2.1.1 Collaborazione allo screening 2.2.1.2 Presenza referente di presidio
2.2.1.1.1 n. direzioni contattate/totale direzioni 2.2.1.2.1 n. referenti di Presidio/tot. Presidi
Regione
Risultati attesi
Individuazione dei referenti di presidio per il servizio di screening
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1 R
Si proseguono le attività già in essere
ASP
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 76 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/Azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
2.2.1 Sensibilizzazione direzioni sanitarie di presidio
2.2.1.1.1 n. direzioni contattate/totale direzioni 2.2.1.2.1 n. referenti di Presidio/tot. Presidi
100%
100%
100%
100%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Individuazione dei referenti di presidio per il servizio di screening
ASP
100% 100% 100% 100%
ASP 100% 100% 100% 100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 77 ~
Azione 2.2.2 – PRP 2014/2018 Predisposizione del servizio
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Bertolino Salvatore Pediatria/marsala
Novara Brigida Neonatologia/trapani
Leggio Antonino Pediatria/castelvetrano
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
2 Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali
2.2.2 Predisposizione
del servizio
2.2.2.1 Acuisto apparecchiatura 2.2.2.2 Formazione del personale
2.2.2.1.1 n. presidi con apparecchiatura/totale presidi 2.2.2.2.2 n. presidi con personale formato/totale presidi
Servizio di screening audiologico attivo già dal 2014 nei PP.OO. di Trapani, Marsala e Castelvetrano; dal 2015 in Clinica S.Anna.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 78 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
2.2.2.1 Acquisto apparecchiatura (rilevatore OAE) 2.2.2.2 Formazione del personale
2.2.2.1.1 n. presidi con apparecchiatura/totale presidi 2.2.2.2.2 n. presidi con personale formato/totale presidi
Risultati attesi
R1 dotare i punti nascita di strumentazione R2 R3 ecc
n. 4 rilevatori di fotoemissioni n. 4 stampanti di etichette
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1 A1.2 A1.3 R1
Predisposizione atti amministrativi per l’acquisto di n. 4 rilevatori OAE Predisposizione atti amministrativi per l’acquisto di n. 4 stampanti di etichette da collegare al rilevatore
A2.1 A2.2 A2.3 A2.4 R2
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 79 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/Azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2015
2.2.2 Predisposizione del servizio
2.2.2.1.1
n. presidi con
apparecchiatura/totale
presidi
2.2.2.2.2
n. presidi con personale
formato/totale presidi
100%
100%
100%
100%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi 2016 2017 2018 2019 2020
Dotare i punti nascita di strumentazione
n.1 rilevatore per otoemissioni e n. 1 stampante etichetta per punto nascita
100%
RAM
Cod attività Attività SPEMP Dipartimento di prevenzione
Distretto Sanitario Ufficio formazione
Sindaco
A1.1 ………
A1.2 ……..
A.1.3
A2.1
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 80 ~
CRONOPROGRAMMA
Attività
Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018
1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 81 ~
Azione 2.2.3 – PRP 2014/2018 Attivazione del servizio
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Bertolino Salvatore Pediatria/Marsala
Novara Brigida Neonatologia/Trapani
Leggio Antonino Pediatria/Castelvetrano
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
2 Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali
2.2.3 Attivazione del servizio
2.2.3.1 Esecuzione screening
2.2.3.1.1
n. totale neonati
testati/totale neonati
Continuazione del servizio
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 82 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
2.2.3.1 Esecuzione screening
2.2.3.1.1 n. totale neonati testati/totale neonati
Regione
Risultati attesi
Esecuzione test uditivo ai neonati non a rischio audiologico
2.2.3.1.1 n. totale neonati testati/totale neonati
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1 A1.2 R
Prosecuzione protocollo già attivo Stesura report
trasmessi on-line alla banca dati del dipartimento di prevenzione asp tp
Regione
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/Azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2015
2.2.3 Attivazione del servizio
2.2.3.1.1 n. totale neonati testati/totale neonati
100%
96%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi 2016 2017 2018 2019 2020
Esecuzione screening uditivo neonatale
n. totale neonati
testati/
totale neonati
Report inviato on line alla regione 96% 100% 100% 100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 83 ~
RAM
Cod attività Attività SPEMP Dipartimento di prevenzione
Distretto Sanitario Ufficio formazione
Sindaco
2.2 2.2.1 Asp trapani
TP 1
CRONOPROGRAMMA
Attività Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018
1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim
Trasmissione
al centro di
coordinament
o screening
oncologici e di
popolazione
del
dipartimento
regionale dei
reports
sull’attività di
screening
svolta nelle
UU.OO
dell’ASP di
Trapani
(PP.OO.
Trapani,
Marsala
,Castelvetrano
, Pantelleria) e
presso la
Clinica
Sant’Anna
con cadenza
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 84 ~
Programma 2.3 – PRP 2014/2018 Screening oftalmologico neonatale
Razionale Gli aspetti connessi alla cecità e all’ipovisione, soprattutto quando le patologia che ne sono
all’origine, sono già evidenti alla nascita o nei primi stadi di sviluppo della persona, rappresentano un serio
e complesso problema per il bambino, per la famiglia e per la società che ha l’obbligo di alleviare il disagio.
Le patologie, infatti, oltre determinare un danno specifico della funzione visiva, son in grado di interferire
con altri sistemi funzionali e di influenzare negativamente lo sviluppo delle capacità e dei normali percorsi
di apprendimento, ad esempio l’organizzazione del ritmo sonno-veglia, la strutturazione del rapporto
madre-figlio, le competenze oculomotorie, motorie e psichiche, le competenze cognitive, relazionali,
comunicative, linguistiche e l’apprendimento formale.
In Italia le indagini ISTAT affermano che circa 4,5 persone ogni 1.000 abitanti sono ipovedenti.
L’identificazione delle cause di danno funzionale o di ostacolo alla maturazione della visione quanto più è
precoce, tanto più garantisce possibilità di trattamento o di efficaci provvedimenti riabilitativi.
Tra i fattori di rischio ambientali figurano tutte le noxae che agiscono in un determinato momento del
periodo gestazionale. I fattori possono essere meccanici, fisici (radiazioni ionizzanti), chimici (es. farmaci)
immunologici, metabolici, endocrini, nutrizionali.
I fattori infettivi rivestono una particolare importanza e tra essi si annoverano patologie contratte dalle
donne durante la gravidanza e trasmesse verticalmente all’embrione, quali infezione da virus Rubeolico, da
Citomegalovirus e da Toxoplama. Nell’embriopatia rubeolica le patologie oculari sono la Cataratta, il
Glaucoma Malformativo, Anomalie Iridee, la Retinopatia ed il Microftalmo.
Nell’infezione da CMV sono la Corio-retinite centrale e la Cataratta; nell’embrio-fetopatia da toxoplasma si
ha la Corio-retinite necrotizzante centrale (maculopatia), Cataratta totale e Microftalmo.
La Cataratta Congenita è la più frequente delle anomalia congenite oculari: si stima che sia presente ogni
1600-2000 nati in vari gradi di opacità ed è responsabile di circa il 15% dei casi di cecità nell’infanzia,
essendo bilaterale in circa 2/3 dei casi.
Il Glauoma Congenito è una sindrome complessa e grave di natura malformativa relativamente rara,
colpendo all’incirca un soggetto ogni 10.000 nati vivi. È bilaterale nel 75% dei casi ed è annoverabile tra le
malattie genetiche oculari.
Il Retinoblastoma è il tumore maligno primitivo intraoculare più frequente dell’infanzia. È comunque
piuttosto raro colpendo all’incirca un bambino ogni 20.000 nati vivi. La fascia di età più colpita è tra la
nascita e i tre anni. Il Retinoblastoma può essere ereditario (1/3 dei casi) o congenito (2/3 dei casi). Se
precocemente diagnosticato e se seguiti i moderni protocolli terapeutici, ha una sopravvivenza del 90%.
La Retinopatia del prematuro (ROP) è presente nel 34% dei bambini con peso alla nascita inferiore a 1.250 g
e nel 46% di quelli con peso inferiore a 1.000 g. E’ una delle maggiori cause di cecità ed ipovisione nei paesi
industrializzati ed è in aumento in relazione al miglioramento della sopravvivenza negli alti prematuri.
Tra le Ametropie l’anomalia più frequente è la Ambliopia, quasi sempre monolaterale. Non è causa di
deficit visivo grave, in quanto soprattutto monolaterale, ma può essere causa di ipovisione e cecità quando
l’altro occhio subisce un danno permanente. Circa il 5% dei bambini è affetto da Ambliopia e quanto più è
precoce è l’età in cui viene diagnosticata, tanto maggiore è la possibilità di un trattamento efficace.
Da queste premesse appare abbastanza chiaro come sia fondamentale eseguire Test di Screening sin
dall’età neonatale al fine di evidenziare eventuali alterazioni del sistema visivo potenzialmente curabili, ma
altrettanto causa di danni visivi permanenti in caso di diagnosi tardiva.
Il Test che risponde ai criteri di alta sensibilità, di elevata specificità, di semplice esecuzione e con costi
contenuti è il Test del Riflesso Rosso (Red Reflex) o Test di Bruckner.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 85 ~
Consiste nell’osservare il fondo oculare dopo aver proiettato con un oftalmoscopio un fascio luce
nell’occhio del neonato attraverso tutte le parti normalmente trasparenti dell’occhio, e rilevare la presenza
simmetrica del Riflesso Rosso in entrambi gli occhi.
Per una corretta esecuzione dell’esame è opportuno procedere alla dilatazione delle pupille (midriasi) che
può essere ottenuta in maniera fisiologica tenendo il neonato in un ambiente in penombra per alcuni
minuti, oppure installando nell’occhio un collirio per dilatare il diametro pupillare (tropicamide, o
fenilefrina).
Il risultato dell’esame del Riflesso Rosso viene considerato “negativo” (Normal Red Reflex) quando i riflessi
di ambedue gli occhi, visti sia individualmente che contemporaneamente, siano equivalenti in colore,
intensità e chiarezza, mentre il suo esito è da considerare “positivo” sia quando il riflesso rosso è assente,
( Red Reflex Absent) sia quando esso rilevi opacità o macchie bianche (leucocoria) entro l’area di uno od
entrambi occhi (Red Reflex Abnormal).
Alcuni fattori, come muco, corpi estranei presenti nello strato sottile della lacrima, opacità corneali;
opacità dell’umore acqueo; alterazioni dell’iride, che compromettono l’apertura della pupilla; la cataratta;
opacità del vitreo; alterazioni retiniche, tumori o i colobomi corio-retinici sono in grado di determinare
un’alterazione del Riflesso Rosso.
Anche errori o ineguaglianze della rifrazione e lo strabismo possono determinare alterazioni o asimmetrie
del Riflesso Rosso. Anche differenti livelli di pigmentazione del fondo oculare in soggetti di diversa etnia
può dare variazioni significative del Riflesso Rosso.
Sostenibilità: Il test del Riflesso Rosso attualmente non viene eseguito nei punti nascita della provincia
Trapani.
I centri nascita sono presenti presso P. O. S. Antonio Abate di Trapani, P. O. P. Borsellino di Marsala, P.O.
Vittorio Emanuele II di Castelvetrano che ospita il punto nascita dell’ Ospedale Abele Aiello di Mazara del
Vallo e la Casa di cura Sant’Anna di Erice , attualmente il punto nascita di Pantelleria è chiuso.
Per garantire l’esecuzione a tutti i neonati dell’Asp Tp è necessario dotare i reparti della strumentazione
adatta, rinforzare il personale sanitario carente ed organizzare dei corsi di formazione degli operatori dei
centri nascita, degli oculisti che verranno necessariamente coinvolti sia in una prima fase di affiancamento,
che nei controlli successivi dei casi “positivi”.
Il progetto prevede l’esecuzione dello screening oftalmologico a tutti i neonati dell’ ASP Tp senza
distinzione di razza, religione, stato socio economico e culturale.
Punti di debolezza
- Indubbiamente la carenza delle risorse umane che si riscontra in tutte le U.O. di Pediatria, Neonatologia
dell’ASP TP condizioneranno la realizzazione dell’obiettivo progettuale.
- la difficoltà oggettiva dell’esecuzione dell’esame a neonati in seconda/terza giornata di vita.
- il necessario coinvolgimento degli oculisti: in una prima fase di affiancamento temporaneo per l’istruzione
dei pediatri e successivamente nei controlli dei neonati risultati positivi al test.
Tale coinvolgimento deve essere regolamentato da protocolli di intesa tra le U.O. Neonatologia/pediatria e
U.O Oculistica dei vari presidi ospedalieri.
Target: neonati sani non a rischio di cecità o ipovisione
Setting: centri nascita dell’ASP Trapani ambito provinciale
Gruppi d'interesse: personale sanitario P.O. con centri nascita
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Azione 2.3.1 – PRP 2014/2018 Sensibilizzazione direzioni sanitarie di Presidio
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott.ssa Galia Angelina U.O. Neonatologia TIN Nido TRAPANI
Dott. Agresti Francesco U.O. Oculistica MARSALA
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
2 Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali
2.3.1 Sensibilizzazione Direzioni Sanitarie di Presidio
2.3.1.1 Collaborazione allo screening 2.3.1.2 Presenza referente di Presidio
2.3.1.1.1 N° Direzioni contattate/ totale Direzioni 2.3.1.2.1 N° referenti di presidio/totale Presidi
Individuazione del referente del P.O. di Castelvetrano e coinvolgimento del punto nascita della CC S.Anna.
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
2.3.1.1 Collaborazione allo screening 2.3.1.2 Presenza referente di Presidio
2.3.1.1.1 N° Direzioni contattate/ totale Direzioni 2.3.1.2.1 N° referenti di presidio/totale Presidi
Regione
Risultati attesi
Individuazione del referente del P.O. di Castelvetrano e coinvolgimento del punto nascita della C.C. S.Anna.
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1 A1.2
Individuazione da parte del direttore Sanitario del P.O. di Castelvetrano, del referente dello screening Creare contatti con Direzione Sanitaria C.C. S. Anna per acquisire disponibilità ad effettuare lo screening
Atti amministrativi
Atti della direzione di PO dell'Osp. S.Antonio Abate di Tp
Asp Trapani
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 87 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/Azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018 Valore ASP al 31/12/2016
2.3.1 Sensibilizzazione Direzioni Sanitarie di Presidio
2.3.1.1.1
N° Direzioni contattate/
totale Direzioni
2.3.1.2.1
N° referenti di
presidio/totale Presidi
100%
100%
100%
100%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica
Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
Individuazione del referente del P.O. di Castelvetrano
e coinvolgimento del punto nascita della CC S.Anna.
Individuazione
referente Si/No
ASP nv
100,00%
Contattato con Dir Sanitaria CC S.Anna
Si/no
PO S.Antonio Tp
nv si
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Azione 2.3.2 – PRP 2014/2018 Predisposizione del Servizio
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott.ssa Galia Angelina U.O. Neonatologia TIN Nido TRAPANI
Dott. Agresti Francesco U.O. Oculistica MARSALA
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
2 Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali
2.3.2 Predisposizione del Servizio
2.3.2.1 Acquisto apparecchiatura 2.3.2.2 formazione del personale
2.3.2.1.1 N° presidi apparecchiature/ totale presidi 2.3.2.2.2 N° presidi con personale formato/totale Presidi
Dotare i punti nascita di strumentazione adeguata al carico di lavoro per punto nascita, formare il personale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 89 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
2.3.2.1 Acquisto apparecchiatura 2.3.2.2 formazione del personale
2.3.2.1.1 N° presidi apparecchiature/ totale presidi 2.3.2.2.2 N° presidi con personale formato/totale Presidi
Regione
Risultati attesi
Dotare i punti nascita di strumentazione
adeguata al carico di lavoro per punto nascita, e formare il personale
2 oftalmoscopi per punto nascita/ totale dei punti nascita Corsi formazione effettuati/2 previsti
Punti nascita ASP TP Ufficio Formazione ASP
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1 A2 A3 A4
Predisposizione atti amministrativi per acquisto oftalmoscopi
Realizzazione di pacchetto formativo per screening oftalmologico Realizzazione di protocolli d'intesa tra UO di Oculistica e UO di Neonatologia/Pediatria Affiancamento temporaneo di almeno 3 mesi tra Neonatologi/pediatri e oculisti
Delibere
ASP
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
2.3.2 Predisposizione del Servizio
2.3.2.1.1 N° presidi apparecchiature/ totale presidi 2.3.2.2.2 N° presidi con personale formato/totale Presidi
100%
100%
25%
25%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Dotare i punti nascita di strumentazione adeguata al carico di lavoro per punto nascita, e formare il personale
2 oftalmoscopi per punto nascita/ totale dei punti nascita
Punti nascita
n.v 25% 100% 100%
Corsi formazione effettuati/2 previsti
Formazione
n.v 25% 100% 100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 91 ~
Azione 2.3.3 – PRP 2014/2018 Attivazione del Servizio
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott.ssa Galia Angelina U.O. Neonatologia TIN Nido TRAPANI
Dott. Agresti Francesco U.O. Oculistica MARSALA
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
2 Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali
2.3.3 Attivazione del Servizio
2.3.3.1 Esecuzione screening
2.3.3.1.1 N° neonati testati/totale neonati
Esecuzione del riflesso rosso alla dimissione dei neonati sani.
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob.
Spec.
2.3.3.1 Esecuzione screening
2.3.3.1.1
N° neonati testati/totale
neonati
Regione
Risultati
attesi
Esecuzione del riflesso rosso alla dimissione dei neonati sani.
N° neonati testati/totale neonati
Punti nascita ASP TP
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1
A2
A3
Redazione di un protocollo di U.O. Per esecuzione screening Attivazione registro screening oftalmologico Realizzazione di un Report
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
2.3.3 Attivazione del Servizio
2.3.3.1.1 N° neonati testati/totale neonati
100%
Il valore dell'indicatore per il 2016 non è prevedibile perchè strettamente legato alla realizzazione delle azioni 2.3.2.1 Acquisto apparecchiatura e 2.3.2.2 Formazione del personale
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica
Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
Esecuzione del riflesso rosso alla dimissione dei neonati sani.
N° neonati testati/totale neonati
Report punti nascita
nv 50% 100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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MACRO OBIETTIVO 3 Promuovere il benessere mentale nei bambini,
adolescenti e giovani
PROGRAMMI REGIONALI
3.1 Programma regionale di prevenzione del disagio psichico infantile, adolescenziale e giovanile (ASP/Scuola)
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Azione 3.1.1 – PRP 2014/2018 Promozione e potenziamento dei fattori di protezione (life skill, empowerment) adozione di comportamenti sani (alimentazione, attività fisica, fumo e alcool) nella popolazione giovanile e adulta
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dr.ssa Giovanna Mendolia D.S.M
Dott. Antonio Sparaco U.O.S. C.A.A.P.DSM
Dott. Orazio Mistretta Medicina Scolastica
Razionale: La diffusione di smartphone estremamente potenti di ultima generazione, dell’internet mobile e la possibilità di essere sempre connessi stanno determinando cambiamenti di straordinaria rilevanza sociale e culturale. Le piattaforme digitali sono ormai parte integrante della vita quotidiana di noi tutti e dei minori in particolare. I digital media stanno cambiando gli stili di vita, le modalità e i contenuti dell’apprendere, i processi di socializzazione, le forme della socialità e le relazioni, i codici affettivi e sentimentali, le categorie di tempo e spazio, lo scenario pubblico e privato dei cittadini, le modalità per l’esercizio della cittadinanza. Nell’ ”era Biomediatica” (Censis) emergono nuove opportunità, nuovi rischi e sempre più diffusi fenomeni di rabbia, “hate Speech”, aggressività, violenze e prepotenze online e offline. La vita sociale, le relazioni, i sistemi simbolici, le identità vengono costruite non solo nell’esperienza quotidiana ma sempre di più in quella online. E’ un cambiamento epocale, “antropologico”, un mutamento sociale che pone sfide che non possono essere eluse o rinviate ma che vanno affrontate con forza e impegno a partire da un uso positivo, consapevole, sicuro, responsabile, critico e creativo dei media e delle piattaforme digitali da parte di bambini, adolescenti, genitori e da una sensibilizzazione rivolta ai docenti ed alle famiglie protagonisti di un percorso comune di partecipazione e costruzione di nuove modalità di promozione del benessere. Alla luce delle indicazioni del PNP e del PRP 20014-2018 (Accountability dell’organizzazione e sostenibilità della prevenzione) appare ancor più necessario, pertanto, rinforzare sinergie, alleanze e patti educativi tra soggetti istituzionali e del no profit volte a porre in essere azioni cooperative per la prevenzione dei fenomeni di violenza tra pari e di genere, prepotenze, bullismo, cyberbullismo, sexting, web reputation, violazione della privacy, grooming, internet addiction, solitary-arousal activity, partners–arousal activities, che possono avere effetti negativi importanti sulla salute ed il benessere dei ragazzi, avviando allo stesso tempo percorsi di sviluppo delle competenze per la cittadinanza digitale attiva e consapevole, della cultura e delle life skills per il XXI secolo. In tal senso, e con riferimento ad una importante letteratura scientifica internazionale, (Health-Promoting Media Literacy Education Research) sono state avviate da più di dieci anni nel territorio provinciale numerose progettualità a cura dei diversi servizi dell’ASP 9 Trapani (Coordinamento Az.le Attività Prevenzione D.S.M., Osservatorio Infanzia e Adolescenza, Rete Aziendale Infanzia Adolescenza e Famiglia) volte a promuovere salute nei soggetti in età evolutiva in un’ottica di sinergia e trasversalità degli interventi attraverso l’integrazione formale intra-aziendale (costituzione in ognuno dei distretti sanitari provinciali di gruppi di lavoro distrettuali Rete Infanzia Adolescenza e Famiglia e operativa attraverso la coprogettazione ed implementazione condivisa di specifici interventi sulle life skills nei soggetti in età evolutiva. Particolare attenzione è stata altresì posta all’integrazione socio sanitaria con la istituzione ed attivazione di cinque gruppi di lavoro interistituzionale ubicati presso i Distretti Socio Sanitari della Provincia denominati “Gruppi di lavoro Area Tutela Minori e Famiglie” ed agli accordi formali di collaborazione attraverso Protocolli d’intesa sottoscritti dalla ASP 9 Trapani con il MIUR USR Sicilia Ufficio XI Ambito Territoriale per la Provincia di Trapani volti a sostenere i bambini e gli adolescenti nel loro percorso di crescita , promuovendone la salute e il benessere in un’ottica bio-psico-sociale, in una prospettiva proattiva, di prossimità, partecipata ed olistica rivolta agli stili di vita delle nuove generazioni “touchscreen” ed agli adulti di riferimento (famiglie e scuola). Quanto sopra espresso è ribadito dal PRP 2014-2018 che ravvisa la necessità di azioni sinergiche in
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 95 ~
considerazione della “molteplicità dei determinanti che agiscono sulla salute mentale,” e della “responsabilità di promuoverla e di prevenire il disagio coinvolgendo più attori, dentro e fuori il Servizio Sanitario, con un approccio globale, sistemico, integrato e coordinato. Diventa quindi fondamentale la collaborazione del sistema sanitario con quello sociale e con il mondo della scuola”. L’azione presente, in continuità di quanto finora realizzato, ed in collegamento con l’azione “Promozione della salute mentale per l'empowerment personale contro i fattori di rischio violenza di genere” contenuta nel presente PAP, vuole avviare percorsi di alfabetizzazione digitale, affettiva e relazionale accompagnando bambini e adolescenti verso un comportamento responsabile e creativo nell’utilizzo dei Nuovi Media intesi non solo come strumenti ma come linguaggio e cultura del benessere, sviluppando la consapevolezza, il pensiero critico, la capacità di discernimento nel proprio relazionarsi attraverso la rete e sensibilizzando i ragazzi, le famiglie e i docenti ad un uso consapevole e responsabile dei nuovi media. Si vogliono altresì promuovere empatia e comportamenti prosociali fra i pari, improntati al rispetto reciproco e un clima relazionale positivo. Gli interventi saranno declinati attraverso la valorizzazione delle competenze orientata a sviluppare le risorse personali dei bambini e dei ragazzi mettendoli successivamente in grado di attivarsi per promuovere benessere per sé e la comunità in un’ottica di empowerment e autoefficacia che mettano i soggetti in grado di recuperare il sentimento del proprio valore e la padronanza della loro vita e di svilupparne le capacità di resilienza individuali e di gruppo. Altresì, nello stesso indirizzo operativo si configura la promozione della salute mentale per l’empowerment personale contro i fattori di rischio violenza di genere. La violenza di genere al di là delle semplici retoriche quotidiane, oggi è diventato un fenomeno che ha
bisogno di interventi pluridisciplinari ed urgenti. A livello planetario, ma anche del nostro paese, dal 2010
ad oggi sono aumentati i femminicidi, e le violenze sui bambini con c.a.150 donne uccise ogni anno, in
pratica una vittima ogni due giorni. A rilevarlo è l'Eures nel secondo rapporto sulle violenze in Italia, che
elenca le statistiche degli omicidi volontari e atti di violenza in cui le vittime sono donne e bambini.
L'epidemiologia delle patologie correlate, ci impongono azioni specifiche sanitarie e non, per arginare danni
psicofisici irreparabili.
Target: Popolazione scolastica istruzione primaria e secondaria di primo e secondo grado Setting: Scuole, Luoghi pubblici Gruppi d'interesse: Rete Aziendale Infanzie, Adolescenze e famiglie, Gruppi di lavoro interistituzionale Area Tutela Minori e famiglie Distretti Sociosanitari 50, 51, 52 ,54, 55, MIUR USR Sicilia Ufficio XI Ambito Territoriale per la Provincia di Trapani Centro di Supporto Territoriale Provincia di Trapani, Associazioni Non Profit, CeSVop, Pastorale per la Famiglia e Pastorale Giovanile Diocesi Trapani, Pastorale per la Famiglia e Pastorale Giovanile Diocesi Mazara, Tribunali, Procure, Questura
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
3 Promuovere il benessere mentale nei bambini, adolescenti e giovani
3.1.1 Promozione e potenziamento dei fattori di protezione (life skill, empowerment) adozione di comportamenti sani (alimentazione, attività fisica, fumo e alcool) nella popolazione giovanile e adulta
3.1.1.1 Rafforzare le capacità di resilienza e promozione di processi di empowerment personali e sociali
Proporzione di istituti scolastici che aderiscono (con almeno l’80% delle classi) alla progettazione regionale specifica inserita nei programmi integrati di promozione della salute
Strategie integrate ed interistituzionali per avviare in ambito scolastico percorsi di alfabetizzazione digitale, affettiva e relazionale accompagnando bambini e adolescenti verso un comportamento responsabile, sicuro e creativo nell’utilizzo dei Nuovi Media e Internet. Formazione ed informazione per i gruppi target per implementare l'empowerment personale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 97 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Rafforzare le capacità di resilienza e promozione di processi di empowerment personali e sociali
Proporzione di istituti scolastici che aderiscono (con almeno l’80% delle classi) alla progettazione regionale specifica inserita nei programmi integrati di promozione della salute
Protocolli, convenzioni scuola/ASP
Risultati attesi
R.1 Programmi integrati ed interistituzionali realizzati in ambito scolastico con percorsi di alfabetizzazione digitale, affettiva e relazionale per accompagnare bambini e adolescenti verso un comportamento responsabile, sicuro e creativo nell’utilizzo dei Nuovi Media e Internet. Formazione ed informazione per i gruppi target per implementare l'empowerment personale
n.ro istituti scolastici coinvolti/n.ro istituti scolastici
ASP
ATTIVITÀ Mezzi Indicatori
1.1. Costituzione gruppo di lavoro AT Trapani, CTS Trapani e ASP Trapani secondo indicazioni Protocollo D’Intesa
Personale dedicato
Documentazione istituzionale e verbali gruppo di lavoro
1.2
Individuazione Scuole destinatarie interventi, Individuazione in ogni Istituto del referente: animatore digitale o docente referente. Attivazione in ogni Istituto di un gruppo di lavoro integrato Scuola/ASP/Genitori.
Personale dedicato
Documentazione istituzionale, protocolli d’intesa, piano di lavoro
1.3 Sottoscrizione protocollo intesa e piano di lavoro annuale
Personale dedicato Protocollo d’intesa
1.4 Eventi condivisione comunitaria progettualità implementate
Personale dedicato Eventi
1.5 Workshop: Ri_Medi@mo #Insieme: Genitori, Docenti, & ASP 9TP
Hardware e software / Personale dedicato
Attestazione scuole
1.6 Workshop: Ri_Medi@mo #Bambine&Bambini Hardware e software/Personale dedicato
Attestazione scuole
1.7 Workshop: Ri_Medi@mo # Ragazze e Ragazzi Hardware e software Personale dedicato
Attestazione scuole
1.8 Workshop: Ri_Medi@mo # Peer_educator (adulti e minori)
Hardware e software Personale dedicato
Attestazione scuole
1.9 Contatti tra D.S.M. E professionisti degli Enti coinvolti
1.10 Istituzione di gruppi di lavoro per implementare l'empowerment personale
Collaborazione Prefettura, Tribunale, Questura, MIUR
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 98 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
3.1 3.1.1.1.1 50% 10% Istituti scolastici che aderiscono alla progettazione
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Avviare percorsi di alfabetizzazione digitale, affettiva e relazionale accompagnando bambini e adolescenti verso un comportamento responsabile, sicuro e creativo nell’utilizzo dei Nuovi Media e Internet intesi non solo come strumenti ma come ambiente, linguaggio e cultura per la promozione del benessere e del rispetto reciproco, supportando altresì le competenze genitoriali, dei docenti e degli adulti di riferimento in materia di uso sicuro e responsabile dei nuovi media e di Internet.
Costituzione gruppo di lavoro AT Trapani, CTS Trapani e ASP Trapani secondo indicazioni Protocollo D’Intesa
= 1 gruppo di lavoro Provinciale
Documentazione istituzionale e verbali gruppo di lavoro
1 1 1
Attivazione in ogni Istituto di un gruppo di lavoro integrato Scuola/ASP/Genitori.
= >1 gruppo di lavoro integrato Scuola/ASP/Genitori. = >10% istituti scolastici della Provincia
Documentazione istituzionale e protocollo intesa
=
>10% = >20% = >30%
Sottoscrizione protocollo intesa e piano di lavoro annuale
SI/NO
SI SI SI
Eventi condivisione comunitaria progettualità implementate
SI/NO
SI SI SI
n.ro Workshop realizzati per i minori
= >1 Workshop = >10% istituti scolastici della Provincia
Attestazione scuole
= >10% = >20%
n.ro di workshop per docenti e genitori e adulti di riferimento
= >1 Workshop = >10% istituti scolastici della Provincia
Attestazione scuole
= >10% = >20%
Prodotti multimediali
= >1 Prodotto multimediale = >10% istituti scolastici della Provincia
Gruppo di lavoro AT Trapani, CTS Trapani e ASP Trapani secondo indicazioni Protocollo D’Intesa
= >10% = >20%
Contatti tra D.S.M. E professionisti degli Enti coinvolti e flussi di notifica
SI/NO
SI SI SI
2 N° incontri formativi /anno
2 6 6
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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CRONOGRAMMA ATTIVITA’ Anno 2016 Rischi
Ge Fe Mar Ap Ma Gi Lu Ag Set Ot No Dic
A1.1 Costituzione gruppo di lavoro AT Trapani, CTS Trapani e ASP Trapani secondo indicazioni Protocollo D’Intesa
A1.2 Individuazione Scuole destinatarie interventi, Individuazione in ogni Istituto del referente: animatore digitale o docente referente. Attivazione in ogni Istituto di un gruppo di lavoro integrato Scuola/ASP/Genitori.
Mancata adesione target minimo scuole x 2017 =>10%
A1.3 Sottoscrizione protocollo intesa e piano di lavoro annuale
A1.4 Eventi condivisione comunitaria progettualità implementate
A1.5 Workshop: Ri_Medi@mo #Insieme: Genitori, Docenti, & ASP 9TP
A1.6
Workshop: Ri_Medi@mo #Bambine&Bambini
A1.7
Workshop: Ri_Medi@mo # Ragazze e Ragazzi
A1.8
Workshop: Ri_Medi@mo # Peer_educator (adulti e minori)
A1.9 Contatti tra D.S.M. E professionisti degli Enti coinvolti e flussi di notifica
A.10 2 N° incontri formativi /anno
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 100 ~
Azione 3.1.2 – PRP 2014/2018 Definizione di percorsi per la presa in carico precoce dei soggetti
in età preadolescenziale adolescenziale e giovanile a rischio di disagio mentale
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Giovanna Mendolia DSM Dott. Antonio Sparaco C.A.A.P.DSM
Razionale Negli ultimi anni si è assistito a un abbassamento della soglia d’età per quanto riguarda gli esordi delle patologie psichiatriche. In conseguenza di ciò, i servizi deputati alla tutela della salute mentale dell’età evolutiva si sono dedicati al miglioramento della qualità dell’offerta sanitaria focalizzando l’attenzione sull’individuazione precoce del disagio, per migliorare la tempestiva presa in carico del soggetto per evitare la fissazione del sintomo e l’insorgenza di patologie croniche e invalidanti. Il target di questa azione sono gli adolescenti e preadolescenti e le rispettive famiglie, in presenza di segnali di forte disagio.
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali Obiettivi
Indicatori Regionali
Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
3 Promuovere il benessere mentale nei bambini, adolescenti e giovani
3.1.2 Definizione di percorsi per la presa in carico precoce dei soggetti in età preadolescenziale adolescenziale e giovanile a rischio di disagio mentale
3.1.2.1 Identificare tempestivamente i soggetti con problemi emozionali e/o comportamentali e di disagio sociale
3.1.2.1.1 Proporzione soggetti in età preadolescenziali adolescenziali e giovanili con sintomi psichiatrici e, o DCA presi in carico entro un anno dall'insorgenza dei sintomi
Migliorare l’identificazione precoce del disagio nella fascia preadolescenziale per una tempestiva presa in carico
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 101 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Identificare tempestivamente i soggetti con problemi emozionali e/o comportamentali e di disagio sociale
N.P.I.
Risultati attesi
Miglioramento delle competenze degli operatori nell’individuazione precoce del disagio adolescenziale e preadolescenziale per una tempestiva presa in carico attraverso l’ Implementazione della formazione specifica aziendale
n. soggetti adolescenziali e preadolescenziali presi in carico
N.P.I.
ATTIVITÀ Mezzi
3.1.1 Formazione operatori Personale dedicato Formazione
3.1.1 Contatti tra servizi NPI, Scuole, Enti locali Personale dedicato SISM
3.1.2 Attivazione procedure per la presa in carico di adolescenti e preadolescenti con disturbi psichiatrici
Personale dedicato Linee guida
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
3.1.2 3.1.2.1.1 Proporzione soggetti in età preadolescenziali adolescenziali e giovanili con sintomi psichiatrici e, o DCA presi in carico entro un anno dall'insorgenza dei sintomi
100% (due scuole per anno)
50%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 102 ~
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
3.1.2.1 Identificare tempestivamente i soggetti con problemi emozionali e/o comportamentali e di disagio sociale
Copertura Formativa
n. soggetti formati/totale soggetti da formare
Report aziendale
N R 50% 90% 100%
Creazione flussi di notifica
NO Si Si
n. incontri formativi /anno
N.R. 0 1
CRONOGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Contatti tra servizi NPI, Scuole, Enti locali X X X
A1.2 Attivazione procedure per la presa in carico di adolescenti e preadolescenti con disturbi psichiatrici
X X x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 103 ~
MACRO OBIETTIVO 4 Prevenire la dipendenza da sostanza e comportamenti
PROGRAMMI REGIONALI
4.1 Programma regionale di prevenzione abuso di sostanze (Sert/Scuole)
4.2 Programma regionale di prevenzione delle dipendenze senza sostanza
4.3 Applicazione delle Linee Guida sulla prevenzione del GAP
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 104 ~
Azione 4.1.1 – PRP 2014/2018 Applicazione e sviluppo di accordi di collaborazione ASP/Scuola
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Guido Faillace U.O. Ser.T. Alcamo Dott. Vincenzo Trapani UO Ser.T. Alcamo
Razionale: Le dipendenze da sostanze costituisce un’attuale realtà drammatica e di forte impatto sociosanitario, sia per le vittime che determina sia per il configurarsi di un senso di impotenza quasi fatalistico che si diffonde sempre di più nell’opinione pubblica per l’aumento di soggetti con gravi problemi di dipendenza. Dalla relazione al Parlamento 2015 risultano oltre 120.000 persone in cura per problemi di droghe e alcool nei SERT. In Sicilia dai dati in possesso al DASOE, gli utenti dei SERT con problematiche legate all’uso di droghe sono oltre 12.000 e per dipendenza da sostanze alcooliche (Flusso SIND) oltre 1.500. Dal censimento dei servizi per dipendenza da droghe ed alcool risulta che la Sicilia ha una copertura territoriale del 100% assicurata esclusivamente dai SERT. La domanda di prevenzione, assistenza e cura è notevolmente aumentata rispetto al 2014. Nuove tipologie di droghe sono state individuate e sottoposte a sequestri sul territorio regionale e nello specifico la provincia di Trapani, risulta la prima in Italia per sequestri di cannabinoidi e suoi derivati (hashish) operati dalle FF.OO. su imbarcazioni provenienti dal Mediterraneo (Africa). Altro dato emerso dalla Relazione è l’età di inizio di uso di droghe ed alcool negli adolescenti, che si attesta tra i 10 gli 11 anni di età. Alla luce di queste considerazioni, si propone un intervento che incrementerà il contatto tra i servizi territoriali per il trattamento delle dipendenze e la popolazione, soprattutto quella giovanile, con particolare attenzione alle fasce di deprivazione economica e senza distinzione di sesso, razza, religione, attraverso campagne di diffusione della prevenzione ed informazione alle dipendenze patologiche specialmente nei luoghi di aggregazione formali ed informali dei giovani.
Target: scuole, popolazione generale, con particolare attenzione alla popolazione a rischio, gruppi giovanili
a rischio di devianza.
Setting: SERT, Scuole, Comunità.
Gruppi d'interesse: Operatori SERT, Insegnanti, Polizia Postale, FF.OO., Volontariato, Enti locali, Prefettura.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 105 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
4 Prevenire la dipendenza da sostanza e comporta menti
4.1.1 Applicazione e sviluppo di accordi di collaborazione ASP/ Scuola
4.1.1.1 Aumentare la percezione del rischio e l’empowerment degli individui
4.1.1.1.1 Proporzione di Istituti scolastici che aderiscono alla progettazione regionale specifica inserita nei programmi integrati di promozione della salute.
Migliore identificazione dei soggetti a rischio e maggiore sensibilizzazione da parte degli operatori sanitari, insegnanti, alunni sulla prevenzione dell’uso, abuso dipendenza da droghe e da sostanze alcoliche.
R1 – Interventi itineranti di prevenzione primaria sulle fasce di popolazione a rischio (life skills education e peer education) e Distribuzione di materiale informativo sulle principali sostanze d’abuso R2 – Percorsi formativi sul tema delle dipendenze rivolti agli istituti scolastici
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 106 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec. 4.1.1.1
Aumentare la percezione del rischio e l’empowerment degli individui
Numero di istituti scolastici che aderiscono al programma
Atti deliberativi
Risultati attesi
Migliore formazione degli operatori sanitari e degli insegnanti, per aumentare nella popolazione scolastica la percezione del rischio e l’empowerment relativamente all’uso abuso dipendenza da droghe e da sostanze alcoliche.
Vedi indicatori di processo
Attestati
ATTIVITÀ Mezzi Indicatori
4.1.1
Lettera di intenti di adesione ai protocolli di intesa tra ASP Trapani/MIUR Trapani come previsto nell’azione 1.1.1
Personale dedicato SI/NO
4.1.2 Contatti tra SERT, Scuole e Dirigenti scolastici per la costituzione di una rete di collaborazione
Personale dedicato N. di accordi stipulati con istituti scolastici che aderiscono con almeno l’80% delle classi/istituti scolastici contattati
4.1.3
Realizzazione pacchetti formativi per istituti scolastici
Personale dedicato SI/NO
4.1.4 Incontri informativi con popolazione scolastica (11-18 anni)
n. incontri effettuati/n. incontri programmati
4.1.5 Formazione operatori sanitari n. incontri effettuati/n. incontri programmati
4.1.6
Istituzione Giornata sulla Prevenzione delle dipendenze patologiche rivolta alla popolazione generale
Personale dedicato SI/NO
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 107 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
4.1.1 Applicazione e sviluppo di accordi di collaborazione ASP/ Scuola
Percentuale di istituti scolastici aderenti all’attività di prevenzione
50%
30% delle scuole attive sul
territorio
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Valore al 2015
Valori attesi 2016 2017 2018
Aumentare la percezione del rischio e l’empowerment degli individui
Lettera di intenti di adesione ai protocolli di intesa tra ASP Trapani/MIUR Trapani come previsto nell’azione Contatti tra SERT, Scuole e Dirigenti scolastici per la costituzione di una rete di collaborazione Realizzazione pacchetti formativi per istituti scolastici Incontri informativi con popolazione scolastica (11-18 anni) Formazione operatori sanitari Istituzione Giornata sulla Prevenzione delle dipendenze patologiche rivolta alla popolazione generale
SI/NO N. di accordi stipulati con istituti scolastici che aderiscono con almeno l’80% delle classi/istituti scolastici contattati SI/NO n. soggetti formati SI/NO
N.R.
30% 50%
90%
50%
100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 108 ~
CRONOPROGRAMMA
Attività Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018
1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim
Lettera di intenti di
adesione ai
protocolli di intesa
tra ASP
Trapani/MIUR
Trapani come
previsto nell’azione
1.1.1
Contatti tra SERT,
Scuole e Dirigenti
scolastici per la
costituzione di una
rete di
collaborazione
Formazione
operatori sanitari
Realizzazione
pacchetti formativi
per istituti scolastici
Istituzione Giornata
sulla Prevenzione
delle dipendenze
patologiche rivolta
alla popolazione
generale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 109 ~
Azione 4.3.1 – PRP 2014/2018 Applicazione delle Linee Guida sulla prevenzione del GAP
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Guido Faillace U.O. Ser.T. Alcamo Dott. Vincenzo Trapani U.O. Ser.T. Alcamo
Razionale: In Italia si assiste ad una crescita del gioco d’azzardo legato ad un fenomeno di dipendenza che sta avendo un impatto sempre maggiore sui sistemi sanitari e sociali, soprattutto per il carico di costi umani e sociali delle malattie e delle morti direttamente e indirettamente correlate al problema. Dai dati raccolti risultano oltre 600 persone in cura per problemi di GAP (Gioco Azzardo Patologico) nella Regione Sicilia. Le ricadute sociali, sanitarie ed economiche di quella che è ormai considerata una vera e propria “patologia” nel nostro tempo sono innumerevoli. Si assiste in questi ultimi anni a una riduzione dei consumi familiari con una minore possibilità economica per le famiglie che risparmiano persino sui generi alimentari e sui medicinali mettendo a rischio la propria salute e dall’altra all’incremento costante del fatturato sul gioco d’azzardo. Dal censimento dei servizi per il GAP la Sicilia ha una copertura territoriale del 60%. La domanda di assistenza raccolta dal Help Line Gioca Responsabile di FederSerd è di oltre 500 soggetti che non hanno trovato assistenza, quindi serve attivare un processo che possa migliorare il livello di assistenza alle persone con problematiche legate al gioco d’azzardo. E’ opportuno quindi attuare delle strategie preventive ed ampio spettro da intraprendere in ambito preventivo nelle comunità, tenendo conto degli stili di vita e degli atteggiamenti a rischio per arginare tale fenomeno. La Regione Sicilia con D.A. n 495/2015 ha previsto delle Linee guida di prevenzione del GAP da applicare in tutte le Asp . Il Piano di Prevenzione deve essere rivolto ai Professionisti ed agli Operatori dei Servizi per le Dipendenze, Servizi Sociali comunali, Privato Sociale accreditato, Operatori del Volontariato, Forze dell’Ordine, Enti Locali e Prefettura. Target: popolazione, giovani/adulti Setting: Comunità , Scuole Gruppi d'interesse: Scuole, gestori di ricevitorie, operatori socio sanitari, FF.OO, Volontariato, Enti locali, Prefettura.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 110 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
4 Prevenire la dipendenza da sostanza e comportamenti
4.3.1 Applicazione delle Linee Guida sulla Prevenzione del GAP
4.3.1.1 Ridurre il numero di soggetti esposti che evolvono in forme di GAP conclamato
4.3.1.1.1 Atti deliberativi di recepimento del DA N 495/2015
Migliore identificazione dei soggetti a rischio e maggiore sensibilizzazione da parte degli operatori sanitari sulla prevenzione del Gioco d’Azzardo patologico
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Ridurre il numero di soggetti esposti che evolvono in forme di GAP conclamato
Monitoraggio qualitativo e documentativo dell’applicazione delle Linee guida DA495/2015
Atti deliberativi
Risultati attesi
Migliore identificazione dei soggetti a rischio e maggiore sensibilizzazione da parte degli operatori sanitari sulla prevenzione del Gioco d’Azzardo patologico
N° esercizi censiti Delibera aziendale istituzione Tavolo Tecnico GAP; Materiale informativo su prevenzione GAP; N° di eventi realizzati
ATTIVITA’ Mezzi Indicatori
1.1
Contatti tra SERT, Scuole, Enti locali, FF.OO, Prefetture, Associazioni di Volontariato accreditate per la costituzione di una rete di collaborazione
Personale dedicato N. di contatti realizzati con Enti
e Associazioni
1.2
Verifica e creazione di rapporti di collaborazione ASP Trapani/MIUR Trapani
Protocollo di Intesa tra DSM e MIUR Trapani
SI/NO
1.3
Costituzione Tavolo Tecnico provinciale prevenzione GAP
Delibera aziendale istituzione Tavolo Tecnico GAP
SI/NO
1..4 Formazione operatori SERT/DSM, FF.OO., volontariato accreditato, enti locali, scuole, prefetture
Corsi di formazione n. soggetti formati
1.5
Attività di prevenzione specifica rivolta alla popolazione scolastica nella fascia d’età 11-18 anni (scuole medie e superiori)
Personale dedicato n° incontri effettuati/n°
incontri programmati
1.6 Istituzione Giornata sulla Prevenzione del GAP Personale dedicato SI/NO
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 111 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
Azione 4.2.1 Atto Deliberativo ASP del
D.A. N 495/2015 Trapani
100% 100%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Valore al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Ridurre il numero di soggetti esposti che evolvono in forme di GAP conclamato
Contatti tra SERT, Scuole, Enti locali, FF.OO, Prefetture, Associazioni di Volontariato accreditate per la costituzione di una rete di collaborazione
N. di contatti realizzati con Enti e Associazioni
Verifica e creazione di rapporti di collaborazione ASP Trapani/MIUR Trapani
SI/NO
Costituzione Tavolo Tecnico provinciale prevenzione GAP
SI/NO
Formazione operatori SERT/DSM, FF.OO., volontariato accreditato, enti locali, scuole, prefetture
n. soggetti formati
50% 90% 100%
Attività di prevenzione specifica rivolta alla popolazione scolastica nella fascia d’età 11-18 anni (scuole medie e superiori)
n° incontri effettuati/n° incontri programmati.
N.R 2 2
Istituzione Giornata sulla Prevenzione del GAP
SI/NO
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 112 ~
CRONOPROGRAMMA
Attività Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018
1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim 1 trim 2 trim 3 trim 4 trim
Contatti tra SERT, Scuole, Enti locali, FF.OO, Prefetture, Associazioni di Volontariato accreditate per la costituzione di una rete di collaborazione
Verifica e creazione di rapporti di collaborazione ASP Trapani/MIUR Trapani
Costituzione Tavolo Tecnico provinciale prevenzione GAP
Formazione operatori SERT/DSM, FF.OO., volontariato accreditato, enti locali, scuole, prefetture
Attività di prevenzione specifica rivolta alla popolazione scolastica nella fascia d’età 11-18 anni (scuole medie e superiori)
Istituzione Giornata sulla Prevenzione del GAP
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 113 ~
MACRO OBIETTIVO 5 Prevenire gli incidenti stradali e ridurre la gravità dei loro
esiti
PROGRAMMI REGIONALI
5.1 Programma di prevenzione degli incidenti stradali interistituzionale (ASP, Prefetture, Comuni, Scuola, Polizia Stradale)
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 114 ~
Macro Obiettivo 5
Azione 5.1.1– PRP 2014/2018 Azione 5.1.2– PRP 2014/2018
Azione 5.1.3– PRP 2014/2018 Azione 5.1.4– PRP 2014/2018
Razionale: Gli incidenti stradali sono un problema di sanità pubblica mondiale perché capaci di incidere
fortemente sullo stato di salute provocando morte ed esiti invalidanti dal pesante impatto socio
economico.
L’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite, nel Piano d’azione per la sicurezza stradale 2011-2020, indica che ogni anno circa 1,3 milioni di persone, di cui più della metà non sono né passeggeri, né conducenti di veicoli, muoiono per incidente stradale e all’incirca tra i 20 e i 50 milioni di persone sopravvivono agli incidenti stradali con conseguenti traumi e handicap. Gli incidenti stradali nel mondo sono una delle prime tre cause di morte nella fascia di popolazione compresa tra i 5 e i 44 anni di età. Come a più livelli noto, alcuni dei principali determinanti, sono costituiti da fattori di rischio individuali che favoriscono l’evento incidente stradale quali: le condizioni di salute, l’età, l’assunzione di farmaci compromettenti l’attenzione, l’equilibrio e i riflessi. Altri fattori di rischio sono riconducibili a stili di vita che comportano consumo dannoso di alcol e sostanze psicotrope e a scorretti comportamenti alla guida (utilizzo dei cellulari, disattenzione, eccessiva velocità, mancato utilizzo dei sistemi di protezione, inosservanza delle norme del codice della strada). In Sicilia nel triennio 2010-2013 i decessi per incidenti stradali da veicolo a motore rappresentano una delle prime cause di morte in termini di anni di vita persi soprattutto nella fascia di età giovanile 15-24 anni. Il tasso di mortalità è pari a 46,9 per milione di abitanti. Le cifre riferite al numero dei ricoveri ed agli anni di vita perduti, ma anche pesanti considerazioni sulla disabilità e l’evidenza della potenziale influenza da parte della prevenzione primaria, inducono a considerare questo problema tra le priorità sanitarie a livello regionale. Dati ISTAT, mostrano che in Sicilia in media ogni anno si verificano oltre 14000 incidenti con circa 21000 feriti ed oltre 300 morti. Inadeguato in Sicilia appare in particolare il ricorso ai presidi per la sicurezza stradale con forti differenze rispetto al resto del Paese. I dati della Sorveglianza PASSI 2011/2014 mostrano che in Sicilia, solo il 77% degli intervistati che utilizza l’auto, usa la cintura anteriore. Questa percentuale si abbassa al 66% nella Provincia di Trapani. L’uso della cintura posteriore è poco frequente, solo il 9% dei siciliani intervistati. Questo valore raggiunge la percentuale più bassa nella Provincia di Trapani (1%). Per quanto riguarda l’uso del casco, il dato medio siciliano si attesta intorno ai valori dell’89% ma scende al 67% nella Provincia di Trapani. Nel 2014 il 26% degli intervistati PASSI siciliani dichiara di avere difficoltà o di non utilizzare o di non avere sulla macchina alcun dispositivo di sicurezza per i bambini, confermando la Sicilia come la Regione con la percentuale più alta di uso inadeguato/non uso di dispositivi di sicurezza per bambini di tutto il pool nazionale. Sempre il sistema PASSI, mostra relativamente alla guida sotto l’effetto dell’alcool, i valori più alti della Sicilia, nella provincia di Trapani: 20% vs 9% media regionale, mentre i controlli sistematici con etilotest risultano ancora poco praticati dalle FF.OO.. In questo contesto epidemiologico, risultano importanti, il potenziamento e la continuità degli interventi già messi in atto fino ad oggi ed aventi come riferimento aziendale l’UOEPSA e come interlocutori, scuole, FF.OO., scuole di guida, Enti locali etc..
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 115 ~
Azione 5.1.1 – PRP 2014/2018
Percorsi formativi/informativi su popolazione e sul setting scuola (allievi/insegnanti)
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA Dott. Orazio Mistretta Medicina Scolastica Ing. Vincenzo Nicastri Accreditamento
Target: insegnanti, studenti (6-18 anni) e allievi autoscuole
Setting: scuole e autoscuole
Gruppi di interesse: istituzioni scolastiche, autoscuole, enti locali, polizia stradale
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
5 Prevenire gli incidenti stradali e ridurre i loro esiti
5.1.1 Percorsi formativi/informativi sulla popolazione e sul setting scuola (allievi/insegnanti)
5.1.1.1
Ridurre il numero di decessi per incidenti stradali
5.1.1.1.1
Tassi di decessi per incidente stradale
Predisposizione di un pacchetto formativo/informativo rivolto alle scuole ed autoscuole
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 116 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
5.1.1.1 Ridurre il numero di decessi per incidenti stradali
Tassi di decessi per incidente stradale
Rilevazione ACI/ISTAT
Risultati attesi
Percorsi formativi/informativi rivolti alla popolazione scolastica ed agli allievi delle autoscuole
Attestazioni direzioni didattiche
Attestazioni responsabile autoscuole
ATTIVITA’ Mezzi Indicatori
A1.1 A1.2 A1.3
Contatti con le Direzioni scolastiche scuole dell’obbligo inferiori e superiori Raccordo con servizi ASP (SERT) Programmazione e realizzazione incontri nella scuole
Personale dedicato
N° incontri effettuati nelle scuole/ N° incontri programmati
Disponibilità delle direzioni didattiche
A1.4 A1.5
Contatti con i gestori autoscuole Produzione e divulgazione di materiale di materiale informativo
Personale dedicato Slide Locandine Brochure
Disponibilità dei gestori autoscuole
A1.6 Incontri formativi nelle autoscuole N. di incontri effettuati nelle autoscuole
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
Assunzioni
5.1.1 Percorsi formativi/informativi su popolazione e sul setting scuola (allievi/ insegnanti);
Tasso decesso per incidenti stradali
-20%
Disponibilità Scuole ed Autoscuole
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 117 ~
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Ridurre il numero di decessi per incidenti stradali
Numero classi incontrate Numero di autoscuole coinvolte
Report UOEPSA N. 50 classi
N. 60 classi
N. 70 classi
N. 80 classi
Cronoprogramma
2016 2017 2018
GENNAIO Incontri nelle scuole e autoscuole
Incontri nelle scuole e autoscuole
FEBBRAIO Incontri nelle scuole e autoscuole
Incontri nelle scuole e autoscuole
MARZO Incontri nelle scuole e autoscuole
Incontri nelle scuole e autoscuole
APRILE Incontri nelle scuole e autoscuole
Incontri nelle scuole e autoscuole
MAGGIO Costituzione gruppo operativo
Incontri nelle scuole e autoscuole
Incontri nelle scuole e autoscuole
GIUGNO Redazione programma attività
LUGLIO Creazione materiale informativo
AGOSTO Creazione materiale informativo
SETTEMBRE Contatti con le scuole ed autoscuole
OTTOBRE Contatti con Polizia Municipale/Polizia Stradale
Incontri nelle scuole e autoscuole
Incontri nelle scuole e autoscuole
NOVEMBRE Incontri nelle scuole e autoscuole
Incontri nelle scuole e autoscuole
Incontri nelle scuole e autoscuole
DICEMBRE Incontri nelle scuole e autoscuole
Incontri nelle scuole e autoscuole
Incontri nelle scuole e autoscuole
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 118 ~
Azione 5.1.2 – PRP 2014/2018
Campagne informative attraverso mass media a livello Regione/ASP
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA
Target: Insegnanti; studenti; popolazione generale; personale sanitario
Setting: Scuole; Autoscuole; Aule formazione
Gruppi d'interesse: Istituzioni scolastiche; Associazioni autoscuole; Enti locali; Servizi ASP
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
5 Prevenire gli incidenti stradali e ridurre i loro esiti
5.1.2 Campagne informative attraverso mass media a livello Regione/ASP
5.1.2.1
Ridurre il numero di ricoveri per incidente stradale
5.1.2.1.1
Tasso di ricovero per incidente stradale
Piano di comunicazione aziendale per la promozione dei comportamenti adeguati atti a ridurre gli incidenti stradali
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 119 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
5.1.2.1 Ridurre il numero di ricoveri per incidente stradale
Tasso di ricovero per incidente stradale
SDO
Risultati attesi
Piano di comunicazione aziendale per la promozione dei comportamenti adeguati atti a ridurre gli incidenti stradali
ATTIVITÀ Mezzi Indicatori
A2.1 A2.2 A2.3 R2
Creazione materiale informativo Stampa materiale Distribuzione materiale
Personale dedicato Slide, Locandine, Brochure
A3 R3
Creare un gruppo di lavoro costituito da sanitari e personale ufficio stampa aziendale per l'elaborazione di report da pubblicare sul sito aziendale.
N° comunicazioni effettuate su sito WEB
Disponibilità del personale a collaborare
A4 R4
Creare contatti con le reti locali N° accessi reti locali
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azioni Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
5.1.2 Campagne informative attraverso mass media a livello Regione/ASP
Tasso ricovero incidenti stradali
-10%
Ind sentinella
-10%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
5.1.2.1 Ridurre il numero di ricoveri per incidente stradale
Realizzazione materiale informativo e corsi di formazione
Report UOEPSA
Creazione dépliant
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 120 ~
Cronoprogramma
2016 2017 2018
GENNAIO Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
FEBBRAIO Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
MARZO Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
APRILE Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
MAGGIO Costituzione gruppo operativo
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
GIUGNO Redazione programma attività
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
LUGLIO Creazione materiale informativo
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
AGOSTO Creazione materiale informativo
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
SETTEMBRE Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
OTTOBRE Produzione di pacchetti formativi per gli operatori sanitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
NOVEMBRE Contatti con reti locali Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
DICEMBRE Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Distribuzione materiale informativo e divulgazione spot pubblicitari
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 121 ~
Azione 5.1.3 – PRP 2014/2018
Attivazione di tavoli tecnici regionali interistituzionali
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA
Target: Istituzioni
Setting: Istituzionale
Gruppi d'interesse: Istituzioni scolastiche; Enti locali, Polizia Stradale
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
5 Prevenire gli incidenti stradali e ridurre i loro esiti
5.1.3 Attivazione di tavoli tecnici regionali interistituzionali
5.1.3.1
Aumentare i soggetti con comportamenti corretti alla guida
5.1.3.1.1
Proporzione di soggetti che utilizzano dispositivi di sicurezza per adulti e bambini
Istituzione di tavolo tecnico aziendale interistituzionale con coinvolgimento di ACI, enti locali, polizia stradale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 122 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
5.1.3.1 Aumentare i soggetti con comportamenti corretti alla guida
Proporzione di soggetti che utilizzano dispositivi di sicurezza per adulti e bambini
PASSI
Risultati attesi
Istituzione di tavolo tecnico aziendale interistituzionale con coinvolgimento di ACI, enti locali, polizia stradale .
SI/NO
ATTIVITÀ Mezzi Indicatore
A1.1
Contatti e formalizzazione di atti amministrativi per istituzione tavolo tecnico
Personale dedicato SI/NO
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
5.1.3
Proporzione di soggetti che utilizzano dispositivi di sicurezza per adulti e bambini
+50%
Da sistema PASSI
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
5.1.3.1 Aumentare i soggetti con comportamenti corretti alla guida
Istituzione di tavolo tecnico aziendale interistituzionale
SI/NO Atti istituzionali SI SI
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 123 ~
Azione 5.1.4 – PRP 2014/2018
Attivazione di protocolli d’intesa tra ASP e Istituzioni non sanitarie
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA
Target: Istituzioni
Setting: Istituzionale
Gruppi d'interesse: Istituzioni scolastiche; Enti locali, Polizia Stradale, ACI
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
5 Prevenire gli incidenti stradali e ridurre i loro esiti
5.1.4 Attivazione di protocolli d'intesa tra ASP e istituzioni
5.1.4.1
5.1.4.1.1 Guida sotto effetto dell'alcol (% di persone che dichiarano di aver guidato un'auto o una moto, negli ultimi 30 giorni, entro un'ora dall'aver bevuto due o più unità di bevande alcoliche
Integrazione attiva di qualificati operatori delle altre istituzioni (Scuola, Comuni, Polizia Stradale) con gli operatori dell’ASP attraverso specifici protocolli d’intesa
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 124 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
5.1.3.1 Aumentare i soggetti con comportamenti corretti alla guida
Guida sotto effetto dell'alcol (% di persone che dichiarano di aver guidato un'auto o una moto, negli ultimi 30 giorni, entro un'ora dall'aver bevuto due o più unità di bevande alcoliche
PASSI
Risultati attesi
R1 Attivazione protocolli d’intesa interistituzionali
R1 N. protocolli attivati
Atti istituzionali
Disponibilità Istituzioni
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 A1.2 A1.3
Contatti con Istituzioni scolastiche, Enti locali, Polizia Stradale, ACI Redazione protocolli d’intesa Attivazione interventi congiunti
Personale dedicato
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 125 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programmaazione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
5.1.4 Attivazione di protocolli d'intesa tra ASP e istituzioni
5.1.4.1.1 Guida sotto effetto dell'alcol (% di persone che dichiarano di aver guidato un'auto o una moto, negli ultimi 30 giorni, entro un'ora dall'aver bevuto due o più unità di bevande alcoliche
-30%
Non rilevabile
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
5.1.3.1 Aumentare i soggetti con comportamenti corretti alla guida
N. Protocolli d’intesa attivati Atti istituzionali 1 2 3
Cronoprogramma
2016 2017 2018
GENNAIO
FEBBRAIO Protocollo d’intesa
MARZO Protocollo d’intesa
APRILE Protocollo d’intesa
MAGGIO Costituzione gruppo operativo Protocollo d’intesa
GIUGNO Redazione programma attività Protocollo d’intesa
LUGLIO
AGOSTO
SETTEMBRE Contatti con Istituzioni
OTTOBRE Contatti con Istituzioni
NOVEMBRE Contatti con Istituzioni
DICEMBRE Protocollo d’intesa
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 126 ~
MACRO OBIETTIVO 6 Prevenire gli incidenti domestici e i loro esiti
PROGRAMMI REGIONALI
6.1 Programma di prevenzione degli incidenti domestici
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 127 ~
Azione 6.1.1– PRP 2014/2018 Azione 6.1.2– PRP 2014/2018
Azione 6.1.3– PRP 2014/2018 Azione 6.1.4– PRP 2014/2018
Razionale: Per incidenti domestici si intendono tutti gli incidenti che possono comunemente accadere
all’interno delle mura domestiche propriamente dette, compresi quelli avvenuti nell’ambito delle
pertinenze dell’abitazione (cortili, garage, spazi condominiali etc).
Nella fascia d’età inferiore ai 15 anni, traumatismi intracranici, fratture e contusioni, avvelenamenti, ustioni, rappresentano le diagnosi più frequenti di morbosità. Nella fascia d’età superiore ai 65 anni, nell’ambito dei traumatismi domestici, un peso considerevole è costituito dalle fratture del collo del femore ma anche da quelle interessanti altri distretti ossei; considerevole è anche la frequenza di lussazioni e distorsioni. Dall’analisi della letteratura emerge che la maggioranza degli incidenti domestici interessa bambini e anziani. Le politiche di contrasto sono quindi rivolte alla prevenzione e alla riduzione dei rischi in queste fasce d’età. E’ stato descritto che i bambini più a rischio per infortunistica domestica appartengono a famiglie svantaggiate, con un solo genitore o con genitori molto giovani con livello di istruzione basso e che vivono in abitazioni di dimensioni inadeguate o sovraffollate. In Sicilia da fonte ISTAT risulta un quoziente di 9/1000 persone che hanno subito un incidente domestico, tra i più bassi del paese, ma è verosimile che l’incidenza del problema sia molto più rilevante e che lo stesso possa essere effettivamente sottostimato. Appare opportuno pertanto rafforzare gli attuali sistemi di rilevazione in parte attivati in aree pilota e utilizzare al meglio i flussi informativi correnti già disponibili in funzione di una sorveglianza di popolazione su tali aspetti, al fine di monitorare l’efficacia di interventi per il contenimento dell’incidenza del fenomeno che è ancora oggi uno dei principali problemi di sanità pubblica a livello nazionale. Categoria da privilegiare per gli interventi di prevenzione, è quella dei bambini, per i quali le cadute rappresentano la causa preponderante degli incidenti domestici verificatisi in questa fascia d’età, raggiungendo mediamente il 75% dei casi. Particolare attenzione inoltre, va posta ai bambini al di sotto dei 4 anni, per i quali gli incidenti sono dovuti prevalentemente ad avvelenamenti, ustioni e caustici. In età pediatrica, il 16% delle morti in casa sono secondarie a ustioni, più della metà delle quali relative a bambini fino a 4 anni di età. Il fenomeno cala in maniera sensibile dai 5 anni in poi. Resiste il dato attestante che l’1% di tutte le morti in età pediatrica è dovuto a ustioni. In Italia muoiono circa 400 persone l’anno per ustioni e oltre il 70% di esse si verifica in ambito domestico. Per la rilevanza del fenomeno, il legislatore ha voluto normare con la Legge n. 493 del 3 dicembre 1999 recante: “Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici” e contestualmente istituire il sistema di sorveglianza nazionale sugli infortuni negli ambienti di civile abitazione, dettando le Linee Guida il 18 gennaio 2005.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 128 ~
Azione 6.1.1 – PRP 2014/2018
Promozione della cultura della sicurezza e dei corretti stili di vita nella popolazione con particolare attenzione alle categorie a
maggior rischio
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA
Target: Insegnanti; genitori; soggetti anziani
Setting: Scuole; centri anziani
Gruppi d'interesse: Istituzioni scolastiche; Enti locali; Associazioni anziani, UOEPSA
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
6 Prevenire gli incidenti domestici e i loro esiti
6.1.1 Promozione della cultura della sicurezza e dei corretti stili di vita nella popolazione con particolare attenzione alle categorie a maggior rischio
6.1.1.1
Ridurre gli incidenti domestici e del tempo libero
6.1.1.1.1
Tasso di incidenza degli incidenti domestici seguiti da ricovero per fasce d'età e genere
Incrementare le conoscenze sui fattori di rischio e sulla cultura della sicurezza in casa per la fascia della prima infanzia e dei soggetti anziani
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 129 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Ridurre gli incidenti domestici e del tempo libero
Tasso di incidenza degli incidenti domestici seguiti da ricovero per fasce d'età e genere
SDO
Risultati attesi
R1 Incrementare le conoscenze sui fattori di rischio e sulla cultura della sicurezza in casa per la fascia della prima infanzia R2 Incrementare le conoscenze sui fattori di rischio e sulla cultura della sicurezza in casa per la popolazione anziana
R1 N. Incontri con insegnanti e genitori R2 N° incontri effettuati con anziani
UOEPSA
UOEPSA
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 A1.2 A1.3 A1.4 A1.5 R1
Contatti con le Direzioni Didattiche Incontri con insegnanti Incontri con genitori a scuola Incontri con donne incinte e neo mamme Creazione di materiale informativo
Personale dedicato
Disponibilità delle direzioni didattiche
A2.1 A2.2 R2
Contatti con Centri Anziani Incontri con gruppi di anziani
Personale dedicato
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 130 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016 Assunzioni
6.1.1 6.1.1.1.1 Tasso di incidenza degli incidenti domestici seguiti da ricovero per fasce d'età e genere
-25%
N. R.
Disponibilità alla modifica sistema flussi SDO
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al 2015
Valori attesi 2016 2017 2018
6.1.1.1 Ridurre gli incidenti domestici e del tempo libero
N. incontri con insegnanti e genitori Produzione materiale informativo
Attestazioni direzioni didattiche UOEPSA
50
SI
60
SI
80
SI
N. incontri con soggetti anziani
UOEPSA 0 2 4 6
Cronoprogramma
2016 2017 2018
GENNAIO Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole
FEBBRAIO Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole
MARZO Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole
APRILE Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole
MAGGIO Costituzione gruppo operativo Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole
GIUGNO Redazione programma attività
LUGLIO Creazione materiale informativo
AGOSTO Creazione materiale informativo
SETTEMBRE Contatti con le scuole
OTTOBRE Contatti con le scuole Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole
NOVEMBRE Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole
DICEMBRE Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 131 ~
Azione 6.1.2 – PRP 2014/2018
Promozione dell'attività fisica nell'anziano
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA Dott. Roberto Mollica Igiene Pubblica
Target: Soggetti anziani ultra 64enni
Setting: Palestre; Centri sociali
Gruppi d'interesse: Servizi ASP; Stakeholder qualificati nel settore; Associazioni anziani; Centri di Medicina
dello Sport; Esperti di psicologia dello sport; Associazioni di volontariato; Enti di promozione sportiva
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
6 Prevenire gli incidenti domestici e i loro esiti
6.1.2 Promozione dell'attività fisica nell'anziano
6.1.2.1
Aumentare il livello di attività fisica negli ultra 64enni
6.1.2.1.1
Proporzione di ultra-64enni fisicamente attivi sopra il 40° percentile
Realizzare gruppi di benessere e di promozione dell’attività fisica e di cammino per persone della fascia di età over 64
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 132 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Aumentare il livello di attività fisica negli ultra 64enni
Proporzione di ultra-64enni fisicamente attivi sopra il 40° percentile
PASSI d’Argento
Risultati attesi
R1 Realizzato almeno un gruppo di benessere e di promozione dell’attività fisica per persone della fascia di età over 64 R2 Realizzato un gruppo di cammino per persone della fascia di età over 64
R1 SI R2 SI
Relazioni UOEPSA
ATTIVITA’ Mezzi
A1.1 A1.2 A1.3 A1.4 A1.5 R1
Contatti con Associazioni anziani Contatti con Centri Sociali Contatti con Università della terza età Bando per istruttori e palestre Costituzione gruppo operativo
Personale dedicato
A2.1 A2.2 A2.3 A2.4 R2
Contatti con Associazioni anziani Contatti con Università della terza età Contatti con Enti Locali per percorsi urbani Costituzione gruppo operativo
Personale dedicato
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 133 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
6.1.2 6.1.2.1.1 Proporzione di ultra-64enni fisicamente attivi sopra il 40° percentile
PASE = 90%
N.R.
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
6.1.2.1 Aumentare il livello di attività fisica negli ultra 64enni
Creazione gruppi di benessere
Numero di gruppi creati
Relazione UOEPSA
1 2 3
Creazione gruppo di cammino
Numero di gruppi creati
Relazione UOEPSA
1 1 2 3
Cronoprogramma
2016 2017 2018
GENNAIO Attività gruppi
FEBBRAIO Organizzazione gruppo benessere Attività gruppi
MARZO Organizzazione gruppo di cammino Attività gruppi
APRILE Attività gruppi Attività gruppi
MAGGIO Costituzione gruppo operativo Attività gruppi Attività gruppi
GIUGNO Redazione programma attività Attività gruppi Attività gruppi
LUGLIO Creazione materiale informativo Attività gruppi Attività gruppi
AGOSTO Creazione materiale informativo Attività gruppi Attività gruppi
SETTEMBRE Contatti con associazioni anziani Attività gruppi Attività gruppi
OTTOBRE Contatti con Centri Sociali Attività gruppi Attività gruppi
NOVEMBRE Contatti con Università della terza età Attività gruppi Attività gruppi
DICEMBRE Bando per istruttori e palestre
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 134 ~
Azione 6.1.3 – PRP 2014/2018
Formazione alla sicurezza domestica per operatori sanitari MMG e PLS e degli educatori scolastici e dei collaboratori familiari
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA Dott. Orazio Mistretta Medicina Scolastica
Target: Insegnanti; Operatori sanitari; MMG; PLS; Familiari; Care giver
Setting: Aule Formazione
Gruppi d'interesse: Istituzioni scolastiche; ASP; Associazioni Medici e Paramedici; Case di cura e di
accoglienza
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
6 Prevenire gli incidenti domestici e i loro esiti
6.1.3 Formazione alla sicurezza domestica per operatori sanitari MMG e PLS e degli educatori scolastici e dei collaboratori familiari
6.1.3.1
Aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei rischi e delle misure di prevenzione attuabili nella popolazione generale a rischio, nei genitori e nei care giver
6.1.3.1.1
Adeguamento del sistema di sorveglianza (Passi- Passi D'argento- Okkio alla salute entro 2 anni)
Realizzare un progetto formativo rivolto al personale sanitario e care giver
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 135 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
6.1.3.1 Aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei rischi e delle misure di prevenzione attuabili nella popolazione generale a rischio, nei genitori e nei care giver
6.1.3.1.1 Adeguamento del sistema di sorveglianza (Passi- Passi D'argento - Okkio alla salute entro 2 anni) 6.1.3.1.2 Misurazione della percezione del rischio (PASSI- PASSI d’argento entro 5 anni)
DASOE
Risultati attesi
R1 Eventi formativi destinati al personale sanitario e parasanitario dipendente, MMG e PLS R2 Incontri formativi per educatori scolastici, collaboratori familiari e care giver
R1 N° corsi ASP effettuati R2 N° incontri effettuati
Verbali ufficio formazione Attestazioni
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 A1.2 A1.3 R1
Creare contatti con ufficio formazione Asp Produzione di pacchetti formativi per gli operatori sanitari Diffusione dei pacchetti in occasione di incontri programmati nelle ASP
Personale dedicato
Disponibilità Uff. Formazione
A2.1 A2.2 A2.3 A2.4 R2
Creare contatti con Direzioni Didattiche Produzione di pacchetti informativi/formativi per i docenti, familiari e care giver Produzione brochure da distribuirsi presso farmacie, ambulatori MMG, poliambulatori ASP, Enti Locali Incontri con docenti, genitori
Personale dedicato Slide/video Locandine Brochure
Disponibilità delle direzioni didattiche
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 136 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
6.1.3 Formazione sicurezza domestica: operatori sanitari, MMG e PLS, degli educatori scolastici e dei collaboratori familiari
Adeguamento del sistema di sorveglianza (Passi - Passi d’Argento, Okkio alla salute entro 2 anni).
100%
N.R.
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
Progetto formativo rivolto al personale sanitario
n. corsi di formazione
Atti Aziendali 0 1 2 2
Incontri con docenti, genitori
n. incontri
1 2 2
Cronoprogramma
2016 2017 2018
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole
APRILE
MAGGIO Costituzione gruppo operativo Progetto formativo Progetto formativo
GIUGNO Redazione programma attività
LUGLIO Creazione materiale informativo
AGOSTO Creazione materiale informativo
SETTEMBRE Contatti con le scuole
OTTOBRE Contatti con l’Ufficio Formazione Progetto formativo Progetto formativo
NOVEMBRE Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole Incontri nelle scuole
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 137 ~
Azione 6.1.4 – PRP 2014/2018
Sostegno ai flussi informativi basati sui dati rilevati dal CAV con procedura standard
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Giuseppe Valenti UOEPSA
Target: Operatori U.O. di Pronto Soccorso
Setting: U.O. di Pronto Soccorso
Gruppi d'interesse: ASP
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
6 Programma regionale di prevenzione degli incidenti domestici
6.1.4 Sostegno ai flussi informativi basati sui dati rilevati dal CAV con procedura standard
6.1.1.4 Migliorare la conoscenza del fenomeno degli avvelenamenti in ambiente domestico
6.1.1.1.4 Potenziamento in tutte le ASP dei flussi informativi strutturati per la conoscenza degli avvelenamenti in ambiente domestico
Utilizzare il SINIACA dei pronto soccorso degli ospedali individuati, per la ricognizione degli incidenti domestici
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 138 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Migliorare la conoscenza del fenomeno degli avvelenamenti in ambiente domestico
Potenziamento in tutte le ASP dei flussi informativi strutturati per la conoscenza degli avvelenamenti in ambiente domestico
Relazione ASP
Risultati attesi
R1 Utilizzo del SINIACA dei pronto soccorso degli ospedali individuati nel piano operativo per la ricognizione degli incidenti domestici R2 Report sul fenomeno degli avvelenamenti in ambiente domestico
R1 N° SINIACA nei P.S./N° P.S.
R2 SI/NO
Relazione ASP
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 A1.2 A1.3 A1.4 R1
Contatti con Dirigenti Pronto Soccorso Corso formativo per operatori P.S. Istallazione software SINIACA Creazione flusso informativo co UOEPSA
Personale dedicato
Disponibilità U.O. di Pronto Soccorso
A2.1 R2
Produzione report
Personale dedicato
Disponibilità U.O. di Pronto Soccorso
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 139 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
ASSUNZIONI
6.1.4
6.1.4.1.1 Potenziamento in tutte le ASP dei flussi informativi strutturati per la conoscenza degli avvelenamenti in ambiente domestico
100%
Relazione
Disponibilità U.O. di Pronto Soccorso
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Sostegno ai flussi informativi basati sui dati rilevati dai dati CAV con procedura standard
Potenziamento dei flussi informativi strutturati per la conoscenza degli avvelenamenti in ambiente domestico
N° SINIACA nei P.S./N° P.S.
PP.OO. 0
Report
ASP
Report
ASP
Report
ASP
Cronoprogramma
2016 2017 2018
GENNAIO Flussi informativi Flussi informativi
FEBBRAIO Flussi informativi Flussi informativi
MARZO Flussi informativi Flussi informativi
APRILE Flussi informativi Flussi informativi
MAGGIO Costituzione gruppo operativo Flussi informativi Flussi informativi
GIUGNO Redazione programma attività Flussi informativi Flussi informativi
LUGLIO Flussi informativi Flussi informativi
AGOSTO Flussi informativi Flussi informativi
SETTEMBRE Presentazione programma SINIACA ai Dirigenti dei Pronto Soccorso.
Flussi informativi Flussi informativi
OTTOBRE Corso per operatori Flussi informativi Flussi informativi
NOVEMBRE Attivazione flussi informativi Flussi informativi Flussi informativi
DICEMBRE Flussi informativi Flussi informativi Flussi informativi
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 140 ~
MACRO OBIETTIVO 7
Prevenire gli infortuni e le malattie professionali
PROGRAMMI REGIONALI
7.1 Programma regionale di prevenzione degli infortuni e malattie professionali in edilizia
2014-2018
7.2 Programma regionale di prevenzione degli infortuni e malattie professionali in agricoltura
e selvicoltura 2014-2018
7.3 Piano Regionale di Prevenzione sui cancerogeni occupazionali e i tumori professionali:
attività 2014-2018
7.4 Piano Regionale di prevenzione su stress da lavoro correlato 2014-2018
7.5 Programma regionale di prevenzione degli infortuni, derivanti dall'utilizzo di macchine e
impianti tramite il sistema delle verifiche periodiche espletate dai soggetti istituzionali ed
abilitati 2014-208
7.6 Piano Regionale di prevenzione 2014-2018: promozione della salute e sviluppo
competenze in materia SSL nel contesto scolastico
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 141 ~
Azione 7.1.1 – PRP 2014/2018 Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi
informativi attivati
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dr Nicolò Asta S.PRE.S.A.L
Dott. Francesco Vallone S. PRE.S.A.L.
Razionale La necessità di monitorare i rischi ed i danni da lavoro è riconosciuta dallo stesso Piano Nazionale di Prevenzione che include queste attività nel MO 7.1. Tali flussi informativi vengono utilizzati per la programmazione delle attività di vigilanza, cercando di coprire in modo omogeneo i 24 comuni della provincia, al fine di una azione preventiva finalizzata alla riduzione degli infortuni gravi e/o mortali e delle malattie professionali. Il comparto edile nell’ambito della Provincia di Trapani trova occupati 113.000 lavoratori (dati istat 2013) e rimane nonostante numerose iniziative di prevenzione il comparto ove si verificano più infortuni sul lavoro anche gravi e mortali. Considerata la presenza tra i lavoratori del comparto edile di elementi deboli per età, genere e nazionalità, sarà attenzionata l’applicazione della normativa prevenzionistica nei confronti dei predetti soggetti con particolare riferimento alla formazione e informazione. Processi comunitari attesi: miglioramento delle condizioni di lavoro, riduzione degli infortuni sul lavoro, nonché emersione di malattie professionali. Target: Aziende del comparto edile
Setting: Asp e cantieri edili.
Gruppi di interesse: Committenti, R.L. RUP, tecnici, progettisti, CSP, CSE, Imprese esecutrici ed affidatarie
etc..
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 142 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
7 Prevenire gli infortuni e le malattie professionali
7.1 Programma Regionale di prevenzione degli infortuni e malattie professionali in edilizia 2014/2018 7.1.1 Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi informativi attivati
7.1.1.1 Produzione di report regionale annuale relativo
7.1.1.1.1 Report annuale su numero d i cantieri ispezionati /numero notifiche preliminari dell’anno precedente Monitoraggio articoli violati
Report attività vigilanza effettuata dall’ASP
7.1.1.1.2 Report annuale relativo al rapporto numero di cantieri con violazioni sotto minimo etico e numero di cantieri ispezionati
Report
7.1.1.1.3 Report annuale relativo al rapporto numero di violazioni di tipo organizzativo/numero totale di violazioni
Report
7.1.1.2 Acquisizione notifiche online
7.1.1.2.1 Realizzazione sistema informativo per acquisizione notifiche online
Competenza Regionale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 143 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
7.1.1.1
Produzione di report regionale annuale relativo Report annuale su n°
cantieri ispezionati/n°
notifiche preliminari
dell’anno precedente
Report annuale relativo al
rapporto n° cantieri con
violazioni sotto minimo
etico/n° cantieri
ispezionati
Report relativo al rapporto
n° violazioni di tipo
organizzativo/n° totale di
violazioni
Report
Report
Report
Risultati
attesi
Report attività vigilanza effettuata dall’ASP
N° cantieri ispezionati/n°
notifiche preliminari anno
precedente
Report
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 Attività di vigilanza sul 15% nei cantieri edili sulla
base delle notifiche pervenute nell’anno
precedente
Personale S.Pre.S.A.L.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 144 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.1.1 7.1.1.1.1 16% 15%
7.1.1.1.2 report report
7.1.1.1.3 report report
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte
verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
7.1.1.1 Produzione di report regionale annuale relativo
7.1.1.1.1 Report annuale: (numero di cantieri ispezionati /numero di notifiche preliminari dell’anno precedente)
cantieri ispezionati /notifiche preliminari anno precedente
REPORT
n° 171/ 1490
15 %
16 %
16 %
7.1.1.1.2 Report annuale relativo al rapporto: ( numero di cantieri con violazioni sotto minimo etico e numero di cantieri ispezionati)
REPORT
N R
7.1.1.1.3 Report annuale relativo al rapporto: (numero di violazioni di tipo organizzativo/numero totale di violazioni)
REPORT
N R
7.1.1.2 Acquisizione notifiche on-line
7.1.1.2.1 Realizzazione sistema informativo per acquisizione on-line
N R
Obiettivo regionale inerente l’informatizzazione
Obiettivo regionale inerente l’informatizzazione
Obiettivo regionale inerente l’informatizzazione
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 145 ~
CRONOPROGRAMMA Azione 7.1.1 Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi informativi attivati
ATTIVITÀ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1
Attività di vigilanza nei cantieri edili
x x x x x x x x x x x x
CRONOPROGRAMMA
Azione 7.1.1 Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi informativi attivati
ATTIVITÀ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1
Attività di vigilanza nei cantieri edili
x x x x x x x x x x x x
CRONOPROGRAMMA
Azione 7.1.1 Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi informativi attivati
ATTIVITÀ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1
Attività di vigilanza nei cantieri edili
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 146 ~
Azione 7.1.2 – PRP 2014/2018 Sorveglianza sanitaria nelle imprese ispezionate
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dr Nicolò Asta U.O.C. S.PRE.S.A.L
Dr.ssa Rosa Maria Caruso U.O.C. S. PRE.S.A.L.
Dr Francesco Pellegrino U.O.C. S.PRE.S.A.L
Dr.ssa Floriana Pulizzi U.O.C. S. PRE.S.A.L.
Razionale Perseguire, attraverso la vigilanza sull’operato del medico competente, l’obiettivo di garantire una corretta sorveglianza sanitaria a tutti i lavoratori. Attenzione alle disuguaglianze: l’elaborazione di azioni preventive potrà essere effettuata in seguito all’individuazione, dall’analisi dei dati, di elementi deboli per età, genere e nazionalità che operano nel settore edile. Target: Aziende del comparto edile Setting: Asp, cantieri edili. Gruppi di interesse: operatori comparto edile
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 147 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli
infortuni e le
malattie
professionali
7.1 Programma Regionale di prevenzione degli infortuni e malattie professionali in edilizia 2014/2018 7.1.2 Sorveglianza sanitaria nelle imprese ispezionate
7.1.2.1
Verifica della sorveglianza sanitaria nelle imprese ispezionate in coerenza con l’all. 3B art. 40
7.1.2.1.1
Percentuale delle
imprese ispezionate con
verifica della
sorveglianza sanitaria
Sorveglianza sanitaria delle aziende ispezionate
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec. 7.1.2.1
Verifica della sorveglianza sanitaria nelle imprese ispezionate in coerenza con l’all. 3B
Percentuale di imprese ispezionate con verifica della sorveglianza sanitaria
Report Già richiesta password all’INAIL per accesso al portale al fine di consultare allegato 3B
Risultati attesi
Sorveglianza sanitaria delle aziende ispezionate
N° sorveglianze sanitarie/n° aziende ispezionate
Report
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 A1.2
Acquisizione delle cartelle sanitarie e di rischio dei lavoratori presenti al momento dell’ispezione in cantiere. Verifica coerenza POS/DVR con Protocollo sanitario
Personale medico S.Pre.S.A.L. Personale medico S.Pre.S.A.L.
Report Report
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 148 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018 Valore ASP al 31/12/2016
7.1.2 7.1.2.1.1
50%
30%
Tabella 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
7.1.2.1 Verifica della sorveglianza sanitaria nelle imprese ispezionate in coerenza con l’all. 3B
Percentuale delle imprese ispezionate con verifica sorveglianza sanitaria
Verifica sorveglianza/ canteri ispezionati
Report
N.P 30%. 40% 50%
CRONOGRAMMA Azione 7.1.2 Sorveglianza sanitaria nelle imprese ispezionate
ATTIVITÀ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1
Acquisizione delle cartelle
sanitarie e di rischio dei
lavoratori presenti al
momento dell’ispezione in
cantiere
x x x x
A1.2
Verifica coerenza POS/DVR
con Protocollo sanitario
x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 149 ~
CRONOGRAMMA Azione 7.1.2 Sorveglianza sanitaria nelle imprese ispezionate
ATTIVITÀ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1
Acquisizione delle cartelle
sanitarie e di rischio dei
lavoratori presenti al
momento dell’ispezione in
cantiere
x x x x x x x x x x x x
A1.2
Verifica coerenza POS/DVR
con Protocollo sanitario
x x x x x x x x x x x x
CRONOGRAMMA Azione 7.1.2 Sorveglianza sanitaria nelle imprese ispezionate
ATTIVITÀ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1
Acquisizione delle cartelle
sanitarie e di rischio dei
lavoratori presenti al
momento dell’ispezione in
cantiere
x x x x x x x x x x x x
A1.2
Verifica coerenza POS/DVR
con Protocollo sanitario
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 150 ~
Azione 7.1.3 - PRP 2014/2018 Promozione attività di coordinamento tra enti
COMPETENZA
REGIONE
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7 Prevenire gli infortuni e le malattie professionali
7.1 Programma Regionale di prevenzione degli infortuni e malattie professionali in edilizia 2014/2018 7.1.3 Promozione attività di coordinamento tra enti
7.1.3.1. Realizzazione di accordi di collaborazione con gli enti ed altre istituzioni anche al fine di produrre soluzioni di sicurezza e /o promuovere lo sviluppo di modelli di organizzazione e gestione in ambito ex art 51 D. lgs.81/08
7.1.3.1.1 Accordo di collaborazione o revisione accordo di collaborazione precedente
Applicazione accordo di collaborazione ISTITUITO nell’ambito del gruppo di lavoro regionale e coordinamento nazionale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 151 ~
Azione 7.1.4 – PRP 2014/2018 Promuovere e favorire l’adozione da parte delle imprese di
buone prassi e percorsi di responsabilità sociale
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dr Nicolo’ Asta S.PRE.S.A.L
Dott. Francesco Vallone S.PRE.S.A.L
Dott.ssa Maria Pia Angelo DIPARTIMENTO di PREVEZIONE
Razionale Promuovere e favorire l’adozione da parte delle imprese di buone prassi e percorsi di responsabilità sociale quale strumento di diffusione di comportamenti virtuosi per lo sviluppo delle imprese e per la riduzione del fenomeno infortunistico e nel contempo la prevenzione dell’insorgenza di malattie professionali. Attenzione alle disuguaglianze: sapere riconoscere le diversità che caratterizzano la popolazione del comparto e che possono determinare eterogeneità nell’apprendimento e favorire l’attuazione di misure dedicate.
Target: Aziende del comparto edile
Setting: Asp e cantieri edili.
Gruppi di interesse: tecnici, progettisti, CSP, CSE, Imprese esecutrici ed affidatarie etc..
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 152 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro
Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli
infortuni e le
malattie
professionali
7.1.4 Promuovere e favorire l’adozione da parte delle imprese di buone prassi e percorsi di responsabilità sociale
7.1.4.1
Realizzazione di iniziative di assistenza, informazione, formazione rivolti ai soggetti della prevenzione
7.1.4.1.1
N° di iniziative di
informazione,
formazione ed
assistenza per ogni
ASP
Realizzare n° 3 iniziative
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec. 7.1.4.1
Realizzazione di iniziative di assistenza, informazione, formazione rivolti ai soggetti della prevenzione
N° di iniziative Report
Risultati attesi
Realizzare n° 3 iniziative
N° iniziative
Report
ATTIVITÀ Mezzi Indicatori
A1.1 A1.2 A1.3 A1.4
Attivazione di uno sportello rivolto agli operatori del settore Realizzazione di materiale informativo Realizzazione di un evento formativo rivolto agli operatori del settore
Personale Dedicato Personale Dedicato Personale dedicato
Soggetti assistiti Soggetti informati Soggetti formati
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 153 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.1.4 7.1.4.1.1
3
3
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valori attesi
2016 2017 2018
7.1.4.1 Realizzazione di iniziative di assistenza, informazione, formazione rivolti ai soggetti della prevenzione
N° di iniziative di informazione, formazione ed assistenza per ogni ASP
Report
3 3 3
CRONOGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Attivazione di uno
sportello interattivo
rivolto agli operatori del
settore
x x x x
A1.2 Realizzazione di materiale
informativo
x x x x
A1.3 Realizzazione di un evento
formativo rivolto agli
operatori del settore
x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 154 ~
CRONOGRAMMA Azione 7.1.4 Promuovere e favorire l’adozione da parte delle imprese di buone prassi e
percorsi di responsabilità sociale
ATTIVITA’ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Attivazione di uno
sportello interattivo
rivolto agli operatori del
settore
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Realizzazione di materiale
informativo
x x x x x x x x x x x x
A1.3 Realizzazione di un evento
formativo rivolto agli
operatori del settore
x x x x
CRONOGRAMMA Azione 7.1.4 Promuovere e favorire l’adozione da parte delle imprese di buone prassi e
percorsi di responsabilità sociale
ATTIVITÀ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Attivazione di uno
sportello interattivo
rivolto agli operatori del
settore
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Realizzazione di materiale
informativo
x x x x x x x x x x x x
A1.3 Realizzazione di un evento
formativo rivolto agli
operatori del settore
x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 155 ~
Azione 7.1.5 - PRP 2014/2018 Adozioni di atti di indirizzo regionale finalizzati a garantire
uniformità e trasparenza nell’attività di vigilanza e controllo e loro monitoraggio
COMPETENZE
REGIONE
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7 Prevenire gli infortuni e le malattie professionali
7.1 Programma Regionale di prevenzione degli infortuni e malattie professionali in edilizia 2014/2018 7.1.5 Adozioni di atti di indirizzo regionale finalizzati a garantire uniformità e trasparenza nell’attività di vigilanza e controllo e loro monitoraggio
7.1.5.1 Elaborazione di procedure / Linee di indirizzo per omogeneizzare l’attività di vigilanza con particolare riferimento alla sicurezza nei lavori su copertura.
7.1.5.1.1 Linee di indirizzo/procedure
Applicazione linee di indirizzo Redatte nell’ambito del gruppo di lavoro regionale e coordinamento nazionale
7.1.5.2 Organizzazione di corsi di formazione per gli operatori dei servizi delle AASSPP
7.1.5.2.1 N° corsi di formazione/anno
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 156 ~
Azione 7.1.6 - PRP 2014/2018 Comunicazione, Formazione e Assistenza
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
DR ASTA NICOLO’ S.PRE.S.A.L
DOTT. VALLONE FRANCESCO S.PRE.S.A.L.
DOTT.SSA ANGELO MARIA PIA DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
Razionale La cultura della sicurezza sul lavoro è da sempre elemento fondamentale per la consapevolezza e la capacità del lavoratore di prendersi cura della propria salute sul luogo di lavoro. È costante pensiero per i datori di lavoro, che la formazione venga percepita come adempimento normativo ed economico, tralasciando il mero effetto educativo e sociale dell’individuo con l’ambiente di lavoro. Oltre all’attività di vigilanza e controllo occorre promuovere, iniziative informative e formative nei confronti del sistema di prevenzione aziendale e dei loro protagonisti (datori di lavoro, dirigenti, RSPP, Coordinatori etc). Inoltre si ritiene necessario sviluppare dei percorsi formativi specifici rivolti agli uffici tecnici comunali e ai cantieri relativi agli spettacoli ,fiere e ai lavori di coperture; La diffusione delle “Buone pratiche” di sicurezza assumono sempre di più un ruolo strategico per la promozione della salute e sicurezza nei cantieri e se adeguatamente applicate potranno contribuire in modo significativo all’abbattimento degli infortuni e malattie professionali. Bisogna altresì sensibilizzare gli organi paritetici ed enti bilaterali, gli ordini e collegi professionali e associazioni di categoria al fine di renderli partecipi nella diffusione e sviluppo della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e attraverso collaborazioni di rappresentanze imprenditoriali diffondere anche nei soggetti autonomi, la cui sorveglianza sanitaria e di formazione è facoltativa. Infine occorre promuovere negli istituti scolastici con indirizzo tecnico con particolare riferimento al settore edilizia la formazione della sicurezza all’interno dei curricula degli studenti. Il settore edile rappresenta uno dei comparti produttivi in cui si riscontrano maggiori infortuni gravi e malattie professionali. Il piano regionale edilizia si pone come obiettivo quello di contribuire a contrastare tali fenomeni, riducendo la mortalità e disabilità, rispetto ad altri. Target: aziende del settore edili, istituti tecnici scolastici e professionali , enti pubblici Setting: ambienti di lavoro, ASP, istituti tecnici scolastici e professionali Gruppi d'interesse: datori di lavoro, lavoratori, collegi e ordini professionali, medici competenti, RSPP e rappresentanti d’imprese, enti bilaterali e studenti istituti tecnici e professionali.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 157 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli
infortuni e le
malattie
professionali
7.1 Programma Regionale di prevenzione degli infortuni e malattie professionali in edilizia 2014/2018 7.1.6 Comunicazione, formazione e assistenza
7.1.6.1
Assistenza formazione/informazione del piano regionale edilizia, in linea con gli obiettivi del piano nazionale edilizia e del piano nazionale della prevenzione 2014/2018
7.1.6.1.1
Numero di soggetti della prevenzione nel settore edile (datori di lavoro, dirigenti, preposti, lavoratori, lavoratori autonomi, RSPP e ASPP, RLS, Coordinatori, direttori dei lavori, progettisti, committenti, responsabili lavori/rup etc) Informati/assistiti a seguito di specifica richiesta ai Servizi di Prevenzione delle ASP 7.1.6.1.2
Numero di iniziative e /o
incontri
informativi/formativi nelle
scuole superiori e
professionali a sostegno
dello sviluppo della cultura
della sicurezza all’interno
dei curricula scolastici
Promuovere la cultura della sicurezza con assistenza, informazione, formazione a tutti i soggetti della sicurezza e nelle scuole
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 158 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Assistenza formazione/informazione del piano
regionale edilizia, in linea con gli obiettivi del
piano nazionale edilizia e del piano nazionale
della prevenzione 2014/2018
Numero dei soggetti della
prevenzione nel settore
edile (datori di lavoro,
dirigenti, preposti,
lavoratori, lavoratori
autonomi, RSPP e ASPP,
RLS, coordinatori, direttori
dei lavori, progettisti,
committenti, responsabili
lavori/rup, etc)
informati/assistiti a
seguito di specifica
richiesta ai Servizi di
Prevenzione delle Asp.
Numero di iniziative e/o
incontri
informativi/formativi nelle
scuole superiori
professionali a sostegno
dello sviluppo della cultura
della sicurezza all’interno
dei curricula scolastici
Totale soggetti
informati, formati
assistiti
N° totale di
formati/informati
Risultati
attesi
Promuovere la cultura della sicurezza con assistenza, informazione, formazione a tutti i soggetti della sicurezza e nelle scuole.
n. eventi realizzati
n. di soggetti coinvolti
ATTIVITÀ Mezzi Indicatori
A1.1
Attività di assistenza, informazione e formazione
Personale dedicato
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 159 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018 Valore ASP al 31/12/2016
7.1.6 7.1.6.1.1 Report report
7.1.6.1.2 Report report
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
7.1.6.1. Assistenza formazione/informazione del piano regionale edilizia, in linea con gli obiettivi del piano nazionale edilizia e del piano nazionale della prevenzione 2014/2018
7.1.6.1.1 Numero dei soggetti della prevenzione nel settore edile (datori di Lavoro, dirigenti, preposti, lavoratori, lavoratori autonomi, RSPP e ASPP, RLS, coordinatori , direttori dei lavori, progettisti, committenti, responsabili dei lavori/rup, etc) informati assistiti a seguito di specifica richiesta ai servizi di Prevenzione delle ASP 7.1.6.1.2 Numero di iniziative e/o incontri informativi/formativi nelle scuole superiori professionali a sostegno dello sviluppo della cultura della sicurezza all’interno dei curricula scolastici
report
report
report
report
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 160 ~
CRONOGRAMMA
ATTIVITÀ 7.1.6.1. Assistenza formazione /informazione del piano regionale edilizia, in linea con gli obiettivi del piano nazionale edilizia e del piano nazionale della prevenzione 2014/2018
Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 x x x
CRONOGRAMMA Azione 7.1.6 Comunicazione, formazione e assistenza
ATTIVITÀ 7.1.6.1. Assistenza formazione /informazione del piano regionale edilizia, in linea con gli obiettivi del piano nazionale edilizia e del piano nazionale della prevenzione 2014/2018
Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 x x x x x x x x x x x x
CRONOGRAMMA
Azione 7.1.6 Comunicazione, formazione e assistenza
ATTIVITÀ 7.1.6.1. Assistenza formazione /informazione del piano regionale edilizia, in linea con gli obiettivi del piano nazionale edilizia e del piano nazionale della prevenzione 2014/2018
Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 161 ~
Azione 7.2.1 - PRP 2014/2018 Realizzazione campagne informative, formazione e assistenza
operatori dei Servizi
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Nicolò Asta U.O.C. S.Pre.S.A.L. Dott.ssa Floriana Pulizzi U.O.C. S.Pre.S.A.L. Dott. Francesco Pellegrino U.O.C. S.Pre.S.A.L.
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli
infortuni e le
malattie
professionali
7.2. Programma Regionale di prevenzione degli infortuni e malattie professionali in agricoltura e selvicoltura 2014/2018 7.2.1 Realizzazione campagne informative, formazione e assistenza operatori dei servizi
7.2.1.1
Promuovere percorsi formativi che favoriscano omogeneità di valutazione da parte del personale ispettivo
7. 2.1.1.1
Corsi di formazione e
aggiornamento operatori
dei Servizi delle AA.SS.PP
Partecipazione personale S.PRE.S.A.L. ai corsi di formazione regionale dedicati
Trattasi di Obiettivo Regionale.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 162 ~
Azione 7.2.2 – PRP 2014/2018 Controlli aziende agricole, monitoraggio utilizzo prodotti fitosanitari e verifiche macchine ed attrezzature agricole
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dr Nicolò Asta U.O.C. S.Pre.S.A.L. Dr.ssa Floriana Pulizzi U.O.C. S.Pre.S.A.L. Dr Leonardo Di Bella U.O.C. S.I.A.N.
Razionale Il settore agricolo si caratterizza per l’elevata frequenza di infortuni gravi e mortali soprattutto derivanti dall’utilizzo di macchine agricole vetuste e non a norma. L’indicizzazione di questi infortuni mostra una graduale diminuzione anche se permangono superiori alla media di altri comparti. Invece per quanto attiene le malattie professionali denunciate e riconosciute nel comparto il fenomeno è in aumento per malattie osteoarticolari, mentre le malattie tumorali oggetto di denuncia, pur essendo in aumento, sono sicuramente sottostimate. Appare necessario inoltre valutare l’impatto dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari quali responsabili di effetti acuti e cronici sulla salute dei lavoratori. Infine risulta necessario effettuare controlli anche tra i rivenditori di macchine nuove ed usate al fine di verificare, in particolare in quest’ultimo caso, l’adeguamento dei requisiti di sicurezza. Le azioni del piano pertanto sono mirate al miglioramento delle condizioni di sicurezza e salute dei lavoratori in agricoltura principalmente attraverso sia l’attività di controllo sull’applicazione della normativa che sulla promozione della cultura della prevenzione attraverso informazione, formazione ed assistenza. Sapere riconoscere le diversità che caratterizzano la popolazione lavorativa e che possono comportare eterogeneità nell’esposizione ai fattori di rischio e nella probabilità di ammalarsi e favorire l’attuazione di misure di prevenzione dedicate. Target: delle azioni sono aziende agricole, lavoratori autonomi, controterzisti, aziende di commercio e riparazione di macchine agricole, rivenditori di prodotti fitosanitari. Setting: ASP, aziende che operano nel settore agricolo. Gruppi d'interesse: Datori di lavoro, lavoratori autonomi e non, medici competenti.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 163 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
7 Prevenire gli infortuni e le malattie professionali
7.2.2 Controlli aziende agricole, monitoraggio utilizzo prodotti fitosanitari e verifiche macchine ed attrezzature agricole
7.2.2.1 Predisporre piani di controllo delle aziende prevedendo un coinvolgimento di altre UU.OO del Dipartimento di prevenzione o di altri enti
7.2.2.1.1 Percentuale di controlli nelle aziende agricole
Ispezionare n° 42 aziende agricole - il 7 % coinvolgendo altre UU.OO
7.2.2.2 Promuovere attività di prevenzione finalizzate alla verifica di macchine ed attrezzature da lavoro presso i rivenditori, le officine meccaniche ed i centri di taratura delle irroratrici
7.2.2.2.1. Numero di punti di rivendita di macchine agricole controllate/totale punti di rivendita
Controllare il 5% dei punti di rivendita, officine meccaniche e centri di taratura delle irroratrici del territorio provinciale (e almeno 4-5 fiere)
7.2.2.3 Predisporre attività di prevenzione finalizzate alla gestione del rischio chimico e monitoraggio utilizzo prodotti fitosanitari
7.2.2.3.1 Numero di controlli sulle procedure di utilizzo fitosanitari e relativo monitoraggio
l’80% delle aziende agricole ispezionate
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 164 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec. 7.2.2.1
Predisporre piani di controllo delle aziende prevedendo un coinvolgimento di altre UU.OO del Dipartimento di prevenzione o di altri enti
Percentuale di controlli nelle aziende agricole
report
Risultati attesi
Ispezionare n° 42 aziende agricole e il 7 % coinvolgendo altre UU.OO
N° aziende ispezionate/totale aziende da ispezionare
report
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 A1.2
Programmare l’attività di vigilanza nelle aziende agricole tenendo conto che dovranno essere controllate n° 42 aziende agricole di cui una percentuale coinvolgendo le altre UU.OO Dipartimentali al fine di gestire il rischio chimico e monitorare l’utilizzo di prodotti fitosanitari Creare contatti tra il Servizio Pre.S.A.L. e le UU.OO. del Dipartimento di Prevenzione o di altri enti.
Personale S.Pre.S.A.L. e di altre UU.OO del Dipartimento
Personale S.Pre.S.A.L. e di altre UU.OO del Dipartimento
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob.Spec. 7.2.2.2
Promuovere attività di prevenzione finalizzate alla verifica di macchine ed attrezzature da lavoro presso i rivenditori, le officine meccaniche ed i centri di taratura delle irroratrici
Numero di punti di rivendita macchine agricole controllate /totale punti rivendita
Report
Risultati attesi
Controllare il 5% dei punti di rivendita, officine meccaniche e i centri di taratura, del territorio provinciale
Numero di punti di rivendita macchine agricole controllate /totale punti rivendita
Report .
ATTIVITÀ Mezzi
A2.1 Programmare l’attività di vigilanza presso rivenditori, le officine meccaniche ed i centri di taratura delle irroratrici
Personale dedicato Report
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 165 ~
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec. 7.2.2.3
Predisporre attività di prevenzione finalizzata alla gestione del rischio chimico e monitoraggio prodotti fitosanitari
Numero di controlli sulle procedure di utilizzo fitosanitari e relativo monitoraggio
Report su attività di prevenzione effettuata
Risultati attesi
l’80% delle aziende agricole ispezionate
numero di aziende agricole controllate/42 aziende agricole ispezionate
% di aziende agricole controllate
ATTIVITA’ Mezzi Indicatori
A3.1 Programmare attività di vigilanza nelle aziende agricole per monitoraggio rischio chimico e prodotti fitosanitari
Personale dedicato
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.2.2 7.2.2.1.1 7.2.2.2.1 7.2.2.3.1
55 5%
100%
42 5%
80%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 166 ~
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
7.2.2.1 Predisporre piani di controllo delle aziende prevedendo un coinvolgimento di altre UU.OO del Dipartimento di prevenzione o di altri enti 7.2.2.2 Promuovere attività di prevenzione finalizzate alla verifica di macchine ed attrezzature da lavoro presso i rivenditori, le officine meccaniche ed i centri di taratura delle irroratrici 7.2.2.3 Predisporre attività di prevenzione finalizzate alla gestione del rischio chimico e monitoraggio utilizzo prodotti fitosanitari
Percentuale di controlli nelle aziende agricole
Percentuale di aziende agricole / (n° aziende agricole da PRP)
Report aziendale
39 42 48 55
Numero di punti di rivendita di macchine agricole controllate/totale punti di rivendita
Percentuale di punti vendita controllati/totale punti vendita della provincia
Report aziendale
N.R. 5% 5% 5%
Numero di controllo sulle procedure di utilizzo fitosanitari e relativo monitoraggio
N° controlli procedure di utilizzo fitosanitari/n° aziende sottoposte a vigilanza
Report aziendale
N.R.
80%
90%
100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 167 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Programmare l’attività di vigilanza nelle aziende agricole
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Creare contatti tra il Servizio Pre.S.A.L., l’U.O.C. SIAN e il Dipartimento Veterinario
x x x x
A2.1 Attività di vigilanza presso rivenditori, officine meccaniche ed i centri di taratura delle irroratrici
x x x x
A3.1
Programmare attività di vigilanza nelle aziende agricole per monitoraggio rischio chimico e prodotti fitosanitari
X
X
X
X
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 168 ~
CRONOPROGRAMMA Azione 7.2.2 Controllo aziende agricole, monitoraggio utilizzo prodotti fitosanitari e verifiche
macchine ed attrezzature agricole
ATTIVITÀ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Programmare l’attività di vigilanza nelle aziende agricole
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Creare contatti tra S.Pre.S.A.L. e le UU.OO. del Dipartimento Di Prevenzione e/o altri enti
x x x x x x x x x x x x
A2.1 Programmare l’attività di vigilanza presso rivenditori, officine meccaniche ed i centri di taratura delle irroratrici
x x x x x x x x x x x x
A3.1 A3.2 A3.3
Programmare attività di vigilanza nelle aziende agricole per monitoraggio rischio chimico e prodotti fitosanitari Attività formativa per uso e vendita prodotti fitosanitari (PAN) Promozione e assistenza alla formazione nelle scuole superiori e professionali di indirizzo agrario
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 169 ~
CRONOPROGRAMMA Azione 7.2.2 Controllo aziende agricole, monitoraggio utilizzo prodotti fitosanitari e verifiche
macchine ed attrezzature agricole
ATTIVITÀ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Programmare l’attività di vigilanza nelle aziende agricole
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Creare contatti tra S.Pre.S.A.L. e le UU.OO. del Dipartimento Di Prevenzione e/o altri enti
x x x x x x x x x x x x
A2.1 Programmare l’attività di vigilanza presso rivenditori, officine meccaniche ed i centri di taratura delle irroratrici
x x x x x x x x x x x x
A3.1 A3.2 A3.3
Programmare attività di vigilanza nelle aziende agricole per monitoraggio rischio chimico e prodotti fitosanitari Attività formativa per uso e vendita prodotti fitosanitari (PAN) Promozione e assistenza alla formazione nelle scuole superiori e professionali di indirizzo agrario
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
X X X
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 170 ~
Azione 7.3.1 – PRP 2014/2018
Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi informativi attivati
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. ssa Rosa Maria Caruso U.O.C. SPRESAL Dott. Francesco Pellegrino U.O.C. SPRESAL
Razionale Le patologie tumorali rappresentano in Sicilia la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e in base ad un criterio condiviso dal mondo scientifico il 4% di tutti i nuovi casi è attribuibile, nei paesi industrializzati , all’esposizione professionale. Sulla base di questi dati ogni anno dovremmo attenderci in Sicilia 877 nuovi casi di tumori correlati al lavoro mentre i dati pubblicati dall’INAIL nei rapporti regionali indicano solo 100 casi, in massima parte mesoteliomi pleurici, ciò conferma il fenomeno della sottonotifica dei danni da esposizione occupazionali ad agenti cancerogeni comportando una pesante sottovalutazione dei problemi pregressi , ma anche di quelli attuali, sui quali si deve agire intraprendendo azioni di prevenzione in quei comparti lavorativi in cui l’esposizione ad agenti cancerogeni è ancora presente quali edilizia, agricoltura, lavorazione del legno, trasporti ferroviari e marittimi, sanità pubblica e privata. L’approfondimento delle conoscenze sui tumori professionali potrà essere in futuro migliorato dal pieno utilizzo del programma MALPROF, OCCAM e dai dati del registro tumori della provincia e dal ReNaM. Occorre programmare delle attività di intervento che nell’arco dei tre anni possano consentire il raggiungimento degli obiettivi specifici. Target : Aziende con rischio cancerogeno. Setting: ASP, Aziende presenti in provincia con rischio cancerogeno. Gruppi d'interesse: ASP, INAIL e lavoratori esposti a rischio cancerogeno.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 171 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli
infortuni e le
malattie
professionali
7.3 Piano Regionale di Prevenzione sui cancerogeni occupazionali e i tumori professionali- attività 2014-2018 7.3.1 Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi informativi attivati
7.3.1.1
Anagrafe aziende con rischio cancerogeno attuale qualificato e analisi casi di tumori professionali
7.3.1.1.1
Anagrafe aziende
registrazione
percentuale denunce
malattie professionali
esaminate
Attivare un sistema di archiviazione informatizzato di aziende con rischio cancerogeno. Valutazione delle denunce tumori professionali pervenute allo S.Pre.S.A.L.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 172 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
7.3.1.1 Anagrafe aziende con rischio cancerogeno attuale qualificato e analisi casi di tumori professionali
Anagrafe aziende Registrazione percentuale denunce malattie professionali esaminate
INAIL, DASOE, Report aziendale
Risultati attesi
Attivare un sistema di archiviazione informatizzato di aziende con rischio cancerogeno. Valutazione delle denunce tumori professionali pervenute allo S.Pre.S.A.L.
Registrazione percentuale denunce di tumori professionali esaminate
INAIL, DASOE, Report aziendale
ATTIVA’ Mezzi
A1.1 R1
Accedere ai dati INAIL relativi all’esposizione ad agenti cancerogeni nelle aziende
Personale dedicato Stipula protocollo d’intesa con INAIL
A1.2 R1
Istituire un flusso di notifica con le aziende con rischio cancerogeno in relazione all’obbligo stabilito dall’art. 243 del D. Lgs.81 del 2008 e lo SPRESAL
Personale dedicato Report Collaborazione Aziende
A2.1 R2
Registrazione dei tumori professionali utilizzando l’applicativo web MAPROLOC
Personale dedicato Report Acquisto Access 2010
A2.2 R2
Valutazione dei casi di tumore professionale secondo il sistema MAL.PROF.
Personale dedicato Report
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 173 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine
del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.3.1 7.3.1.1.1
100% > 90% (registrazione tumori
professionali )
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore
al 2015
Valori attesi 2016 2017 2018
7.3.1.1
Anagrafe aziende
con rischio
cancerogeno attuale
qualificato e analisi
casi di tumori
professionali
Anagrafe aziende
Dati INAIL
N° aziende inserite in database con rischio cancerogeno/ totale aziende presenti provincia di Trapani
INAIL e DASOE
N.R. 25% 50% 100%
Registrazione percentuale denunce malattie professionali esaminate
N° denunce tumori esaminati professionali/N° totale tumori professionali segnalati allo SPRESAL
REPORT AZIENDALE % % %
%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 174 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITA’ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Accedere ai dati INAIL relativi all’esposizione ad agenti cancerogeni nelle aziende
x x x
A1.2 Istituire un flusso di notifica con le aziende con rischio cancerogeno in relazione all’obbligo stabilito dall’art. 243 del D. Lgs.81 del 2008 e lo SPRESAL
x x x
A2.1 Registrazione dei tumori professionali utilizzando l’applicativo web MAPROLOC
x x x
A2.2 Valutazione dei casi di tumore professionale secondo il sistema MAL.PROF.
x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 175 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Accedere ai dati INAIL relativi all’esposizione ad agenti cancerogeni nelle aziende
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Istituire un flusso di notifica con le aziende con rischio cancerogeno in relazione all’obbligo stabilito dall’art. 243 del D. Lgs.81 del 2008 e lo SPRESAL
x x x x x x x x x x x x
A2.1 Registrazione dei tumori professionali utilizzando l’applicativo web MAPROLOC
x x x x x x x x x x x x
A2.2 Valutazione dei casi di tumore professionale secondo il sistema MAL.PROF.
x x x x x x x x x x x x
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Accedere ai dati INAIL relativi all’esposizione ad agenti cancerogeni nelle aziende
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Istituire un flusso di notifica con le aziende con rischio cancerogeno in relazione all’obbligo stabilito dall’art. 243 del D. Lgs.81 del 2008 e lo SPRESAL
x x x x x x x x x x x x
A2.1 Registrazione dei tumori professionali utilizzando l’applicativo web MAPROLOC
x x x x x x x x x x x x
A2.2 Valutazione dei casi di tumore professionale secondo il sistema MAL.PROF.
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 176 ~
Azione 7.3.2 – PRP 2014/2018
Promozione di azioni mirate ad eliminare, ove possibile, l’agente a rischio o l’esposizione all’agente e per l’emersione del
fenomeno tecnopatico con l’incremento delle segnalazioni di denunce delle malattie da lavoro
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. ssa Rosa Maria Caruso U.O.C. SPRESAL Dott. Francesco Pellegrino U.O.C. SPRESAL
Razionale Anche se i dati ISTAT rilevano negli ultimi trent’anni una riduzione del numero di lavoratori esposti ad agenti cancerogeni in ambienti di lavoro vi sono ancora comparti quali edilizia, agricoltura, lavorazione del legno ,metal meccanica dove è necessario conoscere e valutare gli effetti dannosi determinati dall’esposizione di agenti cancerogeni sui lavoratori ed intraprendere azioni di prevenzione. Pertanto per valutare l’entità dei danni da esposizione occupazionale ad agenti cancerogeni è necessario creare un registro dei lavoratori esposti a cancerogeni e attivare un sistema di flussi informativi tale da garantire la disponibilità c/o lo SPRESAL dell’elenco dei lavoratori che hanno ottenuto i benefici previdenziali per l’amianto in base alla legge 257/92 e di quelli attualmente esposti. Una conoscenza più approfondita viene dal sistema di sorveglianza MAL.PROF, dal 2010 attivo c/o lo SPRESAL di Trapani, dal registro Re.Na.M. e dalle segnalazioni di sospette malattie professionali . La legge regionale n°10 del 2014 ha previsto norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto e l’Assessorato ha avviato la sorveglianza sanitaria in tale fascia di popolazione, realizzando tramite l’INAIL un elenco di lavoratori ex esposti a fibre di amianto . L’ ASP di Trapani , consapevole che l’amianto costituisce ancora oggi un rischio per la salute sia nei luoghi di vita che di lavoro, intende implementare i registri tumori Re.Na.M e di creare un data base di lavoratori con pregresse esposizioni occupazionali al fine di rilevare i casi di mesotelioma maligni incidenti nella provincia di Trapani ed avviare programmi di sorveglianza epidemiologica con successiva presa in carico dei lavoratori ex esposti.
Target: aziende con rischio cancerogeno.
Setting: ASP, Aziende presenti in provincia con rischio cancerogeno.
Gruppi d'interesse: lavoratori esposti ad agenti cancerogeni ed ex esposti a fibre di amianto.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 177 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli
infortuni e le
malattie
professionali
7.3 Piano Regionale di Prevenzione sui cancerogeni occupazionali e i tumori professionali- attività 2014-2018 7.3.2 Promozione di azioni mirate ad eliminare, ove possibile, l'agente a rischio o l'esposizione all'agente e per l'emersione del fenomeno tecnopatico con l'incremento delle segnalazioni di denunce delle malattie da lavoro
7.3.2.1
Sorveglianza sanitaria degli ex esposti secondo protocollo del coordinamento interregionale e implementazione di Registri Tumori: ReNaM e ReNaTuNs
7.3.2.1.1
Percentuale
lavoratori ex
esposti sottoposti
a sorveglianza
sanitaria/ totale
lavoratori esposti
e valutazione
incremento
ottenuto mediante
ricerca attiva
Presa in carico degli ex -esposti e avvio della sorveglianza sanitaria
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 178 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Sorveglianza sanitaria degli ex esposti secondo protocollo del coordinamento interregionale e implementazione di Registri Tumori: ReNaM e ReNaTuNs
Percentuale lavoratori ex esposti sottoposti a sorveglianza sanitaria/ tot lavoratori esposti e valutazione incremento ottenuto mediante ricerca attiva
INAIL
Risultati attesi
Presa in carico degli ex -esposti e avvio della sorveglianza sanitaria
N° lavoratori ex esposti presi in carico
Report
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 R1
Sottoporre a sorveglianza sanitaria secondo protocollo concordato al tavolo tecnico regionale
Personale dedicato
Report Collaborazione con ambulatori di pneumologia e di radiodiagnostica
A1.2 R1
Convocazione lavoratori ex esposti ad amianto c/o ambulatorio SPRESAL
Personale dedicato
Report
A2.1 R2
Creazione data base lavoratori ex esposti ad amianto
Personale dedicato
Report
A2.2 R2
Realizzare un protocollo d’intesa con INAIL per accedere all’elenco aziende con rischio cancerogeni
Personale dedicato
Stipulare protocollo intesa tra Spresal e Inail
Protocollo d’intesa tra SPRESAL ed INAIL
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 179 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.3.2 7.3.2.1.1
+ 10% 10%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi 2016 2017 2018
7.3.2.1 Sorveglianza sanitaria degli ex esposti secondo protocollo del coordinamento interregionale e implementazione di Registri Tumori: ReNaM e ReNaTuNs
Percentuale lavoratori ex esposti sottoposti a sorveglianza sanitaria/ tot lavoratori esposti e valutazione incremento ottenuto mediante ricerca attiva
N° lavoratori ex esposti sottoposti a sorveglianza/ Totale lavoratori ex esposti
INAIL e Report
10% + 10% + 10% + 10%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 180 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Sottoporre a sorveglianza
sanitaria secondo protocollo
concordato al tavolo tecnico
regionale
x x x
A1.2 Convocazione lavoratori ex
esposti ad amianto c/o
ambulatorio SPRESAL
x x x
A2.1 Creazione data base
lavoratori ex esposti ad
amianto
x x x
A2.2 Realizzare un protocollo
d’intesa con INAIL per
accedere all’elenco aziende
con rischio cancerogeni
x x x
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Sottoporre a sorveglianza
sanitaria secondo protocollo
concordato al tavolo tecnico
regionale
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Convocazione lavoratori ex
esposti ad amianto c/o
ambulatorio SPRESAL
x x x x x x x x x x x x
A2.1 Creazione data base
lavoratori ex esposti ad
amianto
x x x x x x x x x x x x
A2.2 Realizzare un protocollo
d’intesa con INAIL per
accedere all’elenco aziende
con rischio cancerogeni
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 181 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Sottoporre a sorveglianza
sanitaria secondo protocollo
concordato al tavolo tecnico
regionale
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Convocazione lavoratori ex
esposti ad amianto c/o
ambulatorio SPRESAL
x x x x x x x x x x x x
A2.1 Creazione data base
lavoratori ex esposti ad
amianto
x x x x x x x x x x x x
A2.2 Realizzare un protocollo
d’intesa con INAIL per
accedere all’elenco aziende
con rischio cancerogeni
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 182 ~
Azione 7.3.3 – PRP 2014/2018 Vigilanza e controllo sull’adozione di misure di prevenzione e protezione da parte
delle imprese nei comparti con presenza nota di cancerogeni
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. ssa Rosa Maria Caruso U.O.C. SPRESAL Dott. Francesco Pellegrino U.O.C. SPRESAL
Razionale Le attività previste nel 2016 per l’azione 7.3.3 riguardano l’adozione da parte dello SPRESAL di atti di indirizzo regionale finalizzati a garantire uniformità e trasparenza nell’attività di vigilanza e controllo attraverso l’utilizzo di check- list di controllo ad uso degli interventi ispettivi in azienda. Lo SPRESAL collaborerà con il tavolo tecnico regionale ed inoltre intende predisporre un sistema di raccolta per elaborare e analizzare i dati relativi alla sorveglianza sanitaria per esposizione lavorativa a sostanze cancerogene trasmessi dai medici competenti, in ottemperanza all’art.40 D.Lgs e presenti sul sito INAIL. La valutazione di questi dati consentirà di individuare le aziende prioritarie in cui effettuare interventi di vigilanza. Target: aziende con rischio cancerogeno Setting: ASP, Aziende presenti in provincia con rischio cancerogeno Gruppi d'interesse: Datori di lavoro, RSPP, lavoratori, Medici competenti
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 183 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli
infortuni e le
malattie
professionali
7.3 Piano Regionale di Prevenzione sui cancerogeni occupazionali e i tumori professionali- attività 2014-2018 7.3.3 Vigilanza e controllo sull’adozione di misure di prevenzione e protezione da parte delle imprese nei comparti con presenza nota di cancerogeni
7.3.3.1
Riduzione dei tassi di frequenza infortunistica con atti di indirizzo regionali per dare uniformità alla vigilanza e controllo delle aziende e delle imprese nei comparti con presenza di cancerogeni
7.3.3.1.1
Percentuale
numero aziende
ispezionate/totale
aziende
7.3.3.1.2
Percentuale di
inchieste per
malattie
professionali
tumorali
effettuate sul
totale delle
denunce per
tumori
7.3.3.1.3
Produzione Check-
list di controllo per
interventi ispettivi
in azienda
20 % aziende ispezionate/n° aziende 80% delle inchieste per malattie professionali tumorali effettuate sul totale delle denunce per tumori pervenute allo SPRESAL Recepimento da parte del servizio delle check list prodotte a livello regionale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 184 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Riduzione dei tassi di frequenza infortunistica con atti di indirizzo regionali per dare uniformità alla vigilanza e controllo delle aziende e delle imprese nei comparti con presenza di cancerogeni
7.3.3.1.1 Percentuale numero aziende ispezionate/totale aziende 7.3.3.1.2 Percentuale di inchieste per malattie professionali tumorali effettuate sul totale delle denunce per tumori 7.3.3.1.3 Produzione Check-list di controllo per interventi ispettivi in azienda
Stipulare protocollo intesa tra Spresal e Inail e report aziendale Report Applicazione Check-list Regionale
Creazione anagrafe aziende dati Inail con rischio cancerogeno Creazione Check-list regionale
Risultati attesi
80% delle inchieste per malattie professionali tumorali effettuate sul totale delle denunce per tumori pervenute allo SPRESAL 20 % aziende ispezionate/n° aziende
N° denunce pervenute Spresal e n° aziende ispezionate
report
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 R1
Inchiesta di malattia professionale in caso di esposizione a sostanze cancerogene
Personale dedicato
Report
A1.2 R1
Analisi segnalazioni/denunce di malattie professionali pervenute allo SPRESAL
Personale dedicato Report
A1.3 R1
Vigilanza e controllo aziende con presenza di cancerogeni
Personale dedicato Report
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 185 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione
Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.3.3 7.3.3.1.1
40% 20%
7.3.3.1.2
100% 80%
7.3.3.1.3
Produzione e condivisione di check-list nazionale
Istituzione tavolo tecnico regionale
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
7.3.3.1 Riduzione dei tassi di frequenza infortunistica con atti di indirizzo regionali per dare uniformità alla vigilanza e controllo delle aziende e delle imprese nei comparti con presenza di cancerogeni
7.3.3.1.1 Percentuale numero aziende ispezionate/totale aziende 7.3.3.1.2 Percentuale di inchieste per malattie professionali tumorali effettuate sul totale delle denunce per tumori 7.3.3.1.3 Produzione Check-list di controllo per interventi ispettivi in azienda
N° aziende ispezionate/ numero aziende N° inchieste malattie professionali tumorali/ totale denunce pervenute
REPORT REPORT
N.R.
20% 80% Istituzione tavolo tecnico regionale
30 % 90% Proposte regionale per l’emanazione di check-list
40 % 100% Produzione e condivisione di Check-list Nazionali
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 186 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITA’ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Inchiesta di malattia
professionale in caso di
esposizione a sostanze
cancerogene
x x x
A1.2 Analisi segnalazioni/denunce
di malattie professionali
pervenute allo SPRESAL
x x x
A1.3 Vigilanza e controllo aziende
con presenza di cancerogeni
x x x
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Inchiesta di malattia
professionale in caso di
esposizione a sostanze
cancerogene
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Analisi segnalazioni/denunce
di malattie professionali
pervenute allo SPRESAL
x x x x x x x x x x x x
A1.3 Vigilanza e controllo aziende
con presenza di cancerogeni
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 187 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Sottoporre a sorveglianza
sanitaria secondo
protocollo concordato al
tavolo tecnico regionale
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Convocazione lavoratori ex
esposti ad amianto c/o
ambulatorio SPRESAL
x x x x x x x x x x x x
A2.3 Creazione data base
lavoratori ex esposti ad
amianto
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 188 ~
Azione 7.3.4 – PRP 2014/2018
Formazione, informazione, assistenza operatori dei servizi, lavoratori esposti, RLS, Datori di lavoro, igienisti, medici
competenti, associazioni ed enti di categoria
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott.ssa Rosa Maria Caruso U.O.C. SPRESAL Dott. Nicolò Asta U.O.C. SPRESAL Dott. Giovanni Bertolino U.O.C. SPRESAL
Dott.ssa Maria Pia Angelo Dipartimento di prevenzione
Razionale La formazione, informazione ed assistenza nei confronti di tutti i soggetti della prevenzione (Operatori dei Servizi, lavoratori esposti, RLS, Datori di lavoro, igienisti industriali, medici competenti, associazioni ed enti di categoria) costituisce da alcuni anni una priorità importante per il Servizio al fine di incrementare la conoscenza e la consapevolezza del ruolo. L’obiettivo principale è quello di migliorare le capacità di riconoscimento del rischio da cancerogeni e degli eventuali danni alla salute ad esso correlato e volto quindi a diffondere l’adozione di buone prassi, comportamenti sicuri e percorsi di responsabilità sociale. Target: Aziende pubbliche e private della provincia. Setting: ASP, Aziende pubbliche e private, associazioni ed enti di categoria. Gruppi d'interesse: operatori dei servizi, lavoratori esposti, RLS, Datori di lavoro, igienisti, medici competenti, associazioni ed enti di categoria
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 189 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli
infortuni e le
malattie
professionali
7.3 Piano Regionale di Prevenzione sui cancerogeni occupazionali e i tumori professionali- attività 2014-2018 7.3.4 Formazione, informazione, assistenza operatori dei Servizi, lavoratori esposti, RLS, Datori di lavoro, igienisti ,medici competenti, associazioni ed enti di categoria
7.3.4.1
Promozione della qualità delle informazione/formazione dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni e RLS 7.3.4.2 Formazione operatori SPRESAL
7.3.4.1.1
Numero di iniziative di
informazione , formazione
ed assistenza
7.3.4.2.1
Numero di operatori
formati delle AA.SS.PP.
Incrementare la conoscenza e diffondere l’adozione di buone prassi da parte dei soggetti della prevenzione attraverso la promozione di iniziative ad essi rivolte Formazione operatori S.Pre.S.A.L. per corsi dedicati
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Promozione della qualità delle informazione/formazione dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni e RLS
Numero di iniziative di informazione, formazione ed assistenza
Report regionale
Risultati attesi
Incrementare la conoscenza e diffondere l’adozione di buone prassi da parte dei soggetti della prevenzione attraverso la promozione di iniziative ad essi rivolte
Soggetti formati
report
Produzione di linee guida regionali
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 R1
Attivazione sportello informativo rivolto a lavoratori esposti ed RLS
Personale dedicato
Report attività
A1.2 R1
Incontro con associazioni datoriali, di categoria e ordini professionali
Personale dedicato Report
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 190 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
7.3.4.2 Formazione operatori SPRESAL
Operatori formati
attestati
Risultati attesi
formazione operatori S.Pre.S.A.L per corsi dedicati
N° operatori formati
attestati
ATTIVITÀ Mezzi
A2.1 R2
Partecipazione operatori Spresal corsi di formazione
CEFPAS
attestati
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione
Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.3.4 7.3.4.1.1
4
2
7.3.4.2.1
3 operatori 3 operatori
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
7.3.4.1 Promozione della qualità delle informazione/formazione dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni e RLS
Numero iniziative di informazione, informazione /anno
spresal
N R 2 3 4
7.3.4.2 Formazione operatori SPRESAL
Operatori Spresal formati
attestati
N R 3 3 3
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 191 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Attivazione sportello
informativo rivolto a
lavoratori esposti ed RLS
x x x
A1.2 Incontro con associazioni
datoriali, di categoria e
ordini professionali
x x x
A2.1 Partecipazione operatori
Spresal corsi di formazione
x x x x x x x x
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Attivazione sportello
informativo rivolto a
lavoratori esposti ed RLS
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Incontro con associazioni
datoriali, di categoria e ordini
professionali
x x x x x x x x x x x x
A2.1 Partecipazione operatori
Spresal corsi di formazione
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 192 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITA’ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Attivazione
sportello informativo
rivolto a lavoratori
esposti ed RLS
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Incontro con
associazioni
datoriali, di categoria
e ordini professionali
x x x x x x x x x x x x
A2.1 Partecipazione
operatori Spresal
corsi di formazione
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 193 ~
Azione 7.4.1 – PRP 2014/2018
Monitoraggio dei rischi e dei danni del lavoro e dei sistemi informativi attivati
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott.ssa Rosa Maria Caruso U.O.C. S.PRE.S.A.L
Dott. Nicolò Gucciardi DIREZIONE SANITARIA
Razionale Nell’analisi dei rischi professionali la comunità europea sta manifestando un crescente interesse per la valutazione dello stress negli ambienti di lavoro. Un importante contributo nell’attivazione di misure di protezione e di controllo dello stress lo ha dato il D.L.gs 81/08 all’art.17 comma 1 dove indica di valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza, includendo, accanto ai rischi fisici, chimici e biologici anche i cosiddetti rischi psico- sociali o da stress lavoro-correlato, per garantire ai lavoratori condizioni di lavoro gradevoli e uno stato di benessere sia fisico che psichico. A tal fine l’ASP di Trapani si propone di monitorare lo stato effettivo di benessere organizzativo presente nelle aziende, mediante questionari, onde verificare se la metodica seguita per la valutazione del rischio stress lavoro correlato è: redatta secondo i contenuti dell’accordo quadro europeo dello 08/10/2004, adeguata alle effettive condizioni presenti negli ambienti di lavoro e quali misure sono state adottate per contrastare lo stress.
Target: delle azioni sono: aziende private
Setting: ASP e aziende di vari comparti produttive private della provincia di Trapani.
Gruppi d'interesse: datori di lavoro, RSPP, RLS, medici competenti, lavoratori, associazioni di categoria.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 194 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
7 Prevenire gli infortuni e le malattie professionali
7.4 Piano Regionale di Prevenzione su stress da lavoro correlato 2014-2018 Azione 7.4.1 Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi informativi attivati
7.4.1.1 Produzione report regionale di attività ed elaborazione check-list per studio segnalazioni malattie professionali stress lavoro correlato
7.4.1.1.1 Report annuale 7.4.1.1.2 Istituzioni tavoli tecnici e proposte regionali
Monitorare le condizioni di benessere e di salute organizzativa delle aziende private della provincia di Trapani
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Produzione report regionale di attività ed elaborazione check-list per studio segnalazioni malattie professionali stress lavoro correlato
REPORT ANNUALE INAIL - DASOE
Risultati attesi
Monitorare le condizioni di benessere e di salute organizzativa delle aziende private della provincia di Trapani
report
n. aziende monitorate
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 R1
Inviare questionari in tema di rischio stress lavoro correlato
Personale dedicato questionari
A1.2 R1
Selezionare dalla banca dati Inail un campione di aziende di vari comparti produttivi e con diverso n° di dipendenti a cui inviare questionario sullo stress
Personale dedicato Banca dati INAIL Stipulare protocollo intesa tra INAIL e SPRESAL
A1.3 R1
Studiare le segnalazioni/ denunce di malattie da lavoro correlate per rischio stress e lavoro correlato
Personale dedicato Segnalazioni pervenute
Check- list regionali
A1.4 R1
Diffusione di materiale informativo in tema di rischio SLC per le aziende e medici competenti
Personale dedicato materiale informativo
Linee guida regionali
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 195 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.4.1 7.4.1.1.1 7.4.1.1.2
SI SI
SI SI
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
7.4.1.1 Produzione report regionale di attività ed elaborazione check-list per studio segnalazioni malattie professionali stress lavoro correlato
Report annuale Questionari
N° questionari stress ricevuti/ n° totale di questionari inviati
INAIL DASOE
N R SI SI SI
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 196 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Inviare questionari in tema
di rischio stress lavoro
correlato
x x x
A1.2 Selezionare dalla banca dati
Inail un campione di aziende
di vari comparti produttivi e
con diverso n° di dipendenti
a cui inviare questionario
sullo stress
x x x
A1.3 Studiare le segnalazioni/
denunce di malattie da
lavoro correlate per rischio
stress e lavoro correlato
x x x
A1.4 Diffusione di materiale
informativo in tema di
rischio SLC per le aziende e
medici competenti
x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 197 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITA’ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Inviare questionari in tema di rischio stress lavoro correlato
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Selezionare dalla banca dati Inail un campione di aziende di vari comparti produttivi e con diverso n° di dipendenti a cui inviare questionario sullo stress
x x x x x x x x x x x x
A1.3 Studiare le segnalazioni/ denunce di malattie da lavoro correlate per rischio stress e lavoro correlato
x x x x x x x x x x x x
A1.4 Diffusione di materiale informativo in tema di rischio SLC per le aziende e medici competenti
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 198 ~
CRONOPROGRAMMA ATTIVITÀ Azione 7.4.1 Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi
informativi attivati
ATTIVITÀ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Inviare questionari in tema
di rischio stress lavoro
correlato
x x x x x x x x x x x x
A1.2 Selezionare dalla banca dati
Inail un campione di aziende
di vari comparti produttivi e
con diverso n° di dipendenti
a cui inviare questionario
sullo stress
x x x x x x x x x x x x
A1.3 Studiare le segnalazioni/
denunce di malattie da
lavoro correlate per rischio
stress e lavoro correlato
x x x x x x x x x x x x
A1.4 Diffusione di materiale
informativo in tema di
rischio SLC per le aziende e
medici competenti
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 199 ~
Azione 7.4.2 - PRP 2014/2018 Diffusione materiale Informativo/Divulgativo per le Aziende
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
REGIONE
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7 Prevenire gli infortuni e le malattie professionali
7.4 Piano Regionale di prevenzione su stress da lavoro correlato 2014/2018 7.4.2 Diffusione materiale Informativo/divulgativo per le aziende
7.4.1.1. Produzione report regionale di attività ed elaborazione check list per studio segnalazioni malattie professionali stress lavoro correlato
7.4.1.1.1 Report annuale
Obiettivo regionale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 200 ~
Azione 7.4.3 – PRP 2014/2018
Realizzazione di iniziative informative/formative nei confronti di aziende, associazioni, figure aziendali della prevenzione
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott.ssa Rosa Maria Caruso U.O.C. S.Pre.S.A.L. Dott. Nicolò Gucciardi Direzione Sanitaria
Razionale Le attività previste nel 2016 per l’azione 7.4.3 riguardano essenzialmente il livello regionale. Lo SPRESAL ASP di Trapani, in linea con l’accordo quadro europeo sullo stress lavoro correlato, segue le indicazioni predisposte dal Gruppo di coordinamento regionale, costituito nella Regione Sicilia dal 2015, per lo stress lavoro correlato e il benessere organizzativo. Il gruppo di coordinamento non solo ha il compito di coordinare ed attivare idonei interventi ma anche di predisporre “Linee guida per la valutazione del rischio stress lavoro correlato e la promozione del benessere organizzativo nelle aziende”. La valutazione del rischio stress prevede il ricorso a metodologie specifiche e a figure professionali adeguatamente formate, all’utilizzo dei diversi strumenti richiesti quali check list e questionari. Nel 2016 si è riunito un tavolo tecnico c/o il DASOE costituito dai Direttori SPRESAL o delegati delle nove ASP siciliane onde concordare una metodologia comune per effettuare adeguatamente e in modo omogeneo il monitoraggio della valutazione e gestione del rischio stress da parte delle aziende. Target: delle azioni sono: aziende private Setting: ASP e Aziende private della provincia di Trapani. Gruppi d'interesse: datori di lavoro, RSPP, RLS, medici competenti, lavoratori, associazioni di categoria.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 201 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli infortuni
e le malattie
professionali
7.4 Piano Regionale di prevenzione su stress da lavoro correlato 2014/2018 7.4.3 Realizzazione di iniziative informative/formative nei confronti di aziende, associazioni, figure aziendali della prevenzione
7.4.3.1
Effettuazione di
incontri e corsi di
formazione
7.4.3.2
Realizzazione corsi
formazione per gli
operatori della
regione
7.4.3.1.1
Numero iniziative
7.4.3.1.2
Numero di operatori
SPRESAL formati per
ASP
Realizzazione incontri formativi Partecipazione corsi formazione operatori SPRESAL
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Effettuazione incontri e corsi di formazione Realizzazione corsi di formazione per gli operatori delle Regione
Numero di iniziative Numero di operatori SPRESAL formati per ASP
n. incontri Attestati
Risultati attesi
R1 Realizzazione incontri formativi nei confronti di aziende e figure aziendali della prevenzione R2 Formazione operatori SPRESAL
N° incontri formativi Operatori Spresal Formati
Numero soggetti formati N° operatori
ATTIVITA’ Mezzi
A1.1 R1
Coinvolgimento aziende e le figure della prevenzione e associazioni di categoria e ordini professionali per l’effettuazione di incontri formativi.
Personale dedicato Numero soggetti formati
A2.1 R2
Partecipazione operatori Spresal corsi di formazione
CEFPAS attestati
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 202 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.4.3 7.4.3.1.1
7.4.3.2.1
4
3
2
3
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al 2015 Valori attesi
2016 2017 2018
7.4.3.1 Effettuazione incontri e corsi di formazione 7.4.3.2 Realizzazione corsi di formazione per gli operatori delle Regione
N° iniziative
n. incontri
1 2 3 4
N° operatori
Spresal formati
per ASP
n. operatori formati 3 3 3
3
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Coinvolgimento aziende e le
figure della prevenzione e
associazioni di categoria e
ordini professionali per
l’effettuazione di incontri
formativi.
x x x
A2.1 Partecipazione operatori
Spresal corsi di formazione
x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 203 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Coinvolgimento aziende e le
figure della prevenzione e
associazioni di categoria e
ordini professionali per
l’effettuazione di incontri
formativi.
x x x x x x x x x x x x
A2.1 Partecipazione operatori
spresal corsi di formazione
x x x x x x x x x x x x
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Coinvolgimento aziende e le
figure della prevenzione e
associazioni di categoria e
ordini professionali per
l’effettuazione di incontri
formativi.
x x x x x x x x x x x x
A2.1 Partecipazione operatori
spresal corsi di formazione
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 204 ~
Azione 7.4.4 - PRP 2014/2018 Produzione Atti di indirizzo Regionali per dare uniformità alla
vigilanza e controllo e loro monitoraggio in relazione a valutazione dello stress lavoro correlato
GRUPPO DI LAVORO
Nome e Cognome Funzione U.O./Servizio di appartenenza
REGIONE
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7 Prevenire gli infortuni e le malattie professionali
7.4 Piano Regionale di prevenzione su stress da lavoro correlato 2014/2018 7.4.4 Produzione Atti d indirizzo regionali per dare uniformità alla vigilanza e controllo e loro monitoraggio in relazione a valutazione dello stress e lavoro correlato
7.4.4.1. Interventi di Audit sulle modalità di attuazione dell’obbligo di valutazione dello stress lavoro correlato in azienda
7.4.4.1.1 Numero di interventi di Audit
Obiettivo regionale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 205 ~
Azione 7.6.1 – PRP 2014/2018 Attività formative che favoriscano l’introduzione della cultura
della salute e sicurezza nei curricula delle scuole di ogni ordine e grado, anche attraverso partenariati con USR/USP/Istituti
Scolastici
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. ssa Maria Pia Angelo Dipartimento Prevenzione
Dott. Giovanni Bertolino U.O.C. S. PRE.S.A.L.
Dott. Nicolo’ Gucciardi Direzione Sanitaria
Dott. Nicolo’ Asta U.O.C. S. PRE.S.A.L.
Razionale Da sempre in Italia la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro costituisce una tematica tra le più sviluppate nell’ambito della politica sociale dell’Unione Europea. Si è sviluppato negli anni un corpus legislativo comunitario in materia di sicurezza sul lavoro e grazie ad esso ora è possibile costruire una strategia che miri al rafforzamento di una cultura della prevenzione. Con la formazione si mira ad ottenere la promozione, lo sviluppo e l’aggiornamento, attraverso un processo di apprendimento consapevole delle tre dimensioni del sapere “conoscere, capacità e saper essere”. La cultura della sicurezza deve essere patrimonio non solo del tecnico, ma dell’intera collettività. Per affrontare in modo opportuno i rischi che si incontrano negli ambienti di vita e di lavoro è necessaria un’adeguata educazione alla salute ed alla sicurezza degli studenti di oggi che saranno professionisti, datori di lavoro e dirigenti e che costituiscono terreno fertile per la diffusione di tali tematiche. La scuola è il luogo ideale per promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e sviluppare il valore della prevenzione ed insegnare agli studenti i principi della sicurezza personale e collettiva. Il progetto pertanto si propone di fornire agli studenti degli istituti superiori e professionali un’opportunità di crescita culturale, da spendere in una futura attività lavorativa o in un successivo percorso di formazione. Il progetto prevede la realizzazione di protocolli d’intesa con gli istituti superiori e professionali della provincia che aderiranno all’attività formativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro coinvolgendo gli studenti delle classi dell’ultimo triennio degli istituti superiori con incontri formativi e informativi e diventare curriculum per gli stessi. Misure di contrasto alle disuguaglianze: Considerato che la scuola costituisce per sua natura il luogo ove si tende al superamento delle diseguaglianze sociali, l’inserimento nei curricula scolastici dei percorsi formativi educativi tesi ad accrescere la materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, contribuisce al recupero preventivo della disparità di competenze oggi affidate alla formazione specifica post inserimento lavorativo. Target di questa azione: sono tutti gli istituti superiori e professionali presenti nella provincia di Trapani. Setting: Istituti Superiori e professionali Gruppi d'interesse: dirigenti scolastici
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 206 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro
Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli
infortuni e le
malattie
professionali
7.6 Piano regionale di prevenzione 2014-2018 – promozione della salute e sviluppo competenze in materia SSL nel contesto scolastico Azione 7.6.1 Attività formative che favoriscano l’introduzione della cultura della salute e sicurezza nei curricula delle scuole di ogni ordine e grado, anche attraverso USR/USP/ Istituti scolastici
7.6.1.1
Realizzazione di
protocolli d’intesa con
gli istituti di scuola
superiore a sostegno
della cultura della SSL
in tutte le componenti
umane presenti nella
scuola
7.6.1.1.1.
Stipula accordo
/prosecuzione proroga
accordo precedente
Promuovere la cultura della sicurezza nelle scuole per poter spendere nella futura attività lavorativa
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Realizzazione di protocolli d’intesa con tutti gli istituti superiori e professionali per promuovere la cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro da poter spendere nella futura attività lavorativa
Stipula degli accordi Numero di adesioni degli Istituti superiori
Risultati attesi
Promuovere la cultura della sicurezza nelle scuole per poter spendere nella futura attività lavorativa
n. accordi stipulati Numero adesioni
ATTIVITA’ Mezzi
A1.1 R1
Realizzazione protocolli d’intesa con istituti superiori e professionali in tutte le componenti umane presenti nella scuola e prosecuzione protocolli d’intesa interistituzionali
Personale dedicato Adesioni ai protocolli d’intesa
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 207 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.6.1 7.6.1.1.1 1 1
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
7.6.1.1 Realizzazione di protocolli d’intesa con gli istituti di scuola superiore a sostegno della cultura della SSL in tutte le componenti umane presenti nella scuola
7.6.1.1.1 Stipula accordo /prosecuzione proroga accordo precedente
Stipula di accordi/ su totale istituti superiori
Adesioni protocolli
N R 1 1 1
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITA’ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Realizzazione protocolli d’intesa con istituti superiori e professionali in tutte le componenti umane presenti nella scuola e prosecuzione protocolli d’intesa interistituzionali
x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 208 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITA’ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Realizzazione protocolli d’intesa con istituti superiori e professionali in tutte le componenti umane presenti nella scuola e prosecuzione protocolli d’intesa interistituzionali
x x x x x x x x x x x x
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITA’ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Realizzazione protocolli d’intesa con istituti superiori e professionali in tutte le componenti umane presenti nella scuola e prosecuzione protocolli d’intesa interistituzionali
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 209 ~
Azione 7.6.2 – PRP 2014/2018 Progettazione di interventi educativi e informativo/formativi
nell’ambito delle singole discipline e dei piani dell’ offerta formativa (POF), favorendo percorsi interdisciplinari, così come
previsto dall’art.11 del D.Lgs.81/2008 anche a sostegno della formazione del personale docente e non docente
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. ssa Maria Pia Angelo Dipartimento Prevenzione
Dott. Giovanni Bertolino U.O.C. S. PRE.S.A.L.
Dott. Nicolo’ Gucciardi Direzione Sanitaria
Dott. Nicolo’ Asta U.O.C. S. PRE.S.A.L.
Razionale Il progetto si propone di promuovere la cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nei giovani, futuri lavoratori, degli istituti superiori e professionali. Si tratta di rendere partecipi i futuri lavoratori e datori di lavoro dei principi di conoscenza delle problematiche , dei rischi e delle modalità di intervento in materia di sicurezza nei luoghi lavoro, così da creare le premesse per un futuro esercizio di una responsabilità consapevole quale presupposto irrinunciabile di un’efficace prevenzione in ambienti di lavoro che individua questi comparti come a maggior rischio. I contenuti della formazione saranno declinati in relazione all’indirizzo dell’Istituto e comprenderanno gli elementi caratterizzanti la futura attività lavorativa. I docenti saranno personale dedicato Dipartimento Prevenzione e Direzione sanitaria, formatori della sicurezza, che tratteranno in ambito curriculare i temi della sicurezza e salute dei luoghi di lavoro. Inoltre considerato che la scuola costituisce per sua natura il luogo ove si tende al superamento delle diseguaglianze sociali, l’inserimento nei curricula scolastici dei percorsi formativi educativi tesi ad accrescere la materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, contribuisce al recupero preventivo della disparità di competenze oggi affidate alla formazione specifica post inserimento lavorativo. Target di questa azione: istituti superiori scolatici e professionali presenti nella provincia di Trapani. Setting: istituti scolastici Gruppi d'interesse: docenti, studenti, dirigenti scolastici e personale Ata.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 210 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro
Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
7
Prevenire gli
infortuni e le
malattie
professionali
7.6 Piano regionale di prevenzione 2014-2018 – promozione della salute e sviluppo competenze in materia SSL nel contesto scolastico 7.6.2 Progettazione di interventi educativi e informativo/formativi nell’ambito delle singole discipline e dei piani dell’ offerta formativa (POF), favorendo percorsi interdisciplinari, così come previsto dall’art.11 del D.Lgs. 81/2008 anche a sostegno della formazione del personale docente e non docente.
7.6.2.1 Realizzazione di iniziative regionali e provinciali e/o incontri formativi ed informativi percorsi interdisciplinari così come previsto dall’art.11 del D. Lgs. 81/2008
7.6.2.1.1 Numero di istituti scolastici che aderiscono alle iniziative in percentuale con report attività
Promuovere la cultura della sicurezza nelle scuole per poter spendere nella futura attività lavorativa
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Realizzazione di iniziative regionali e provinciali e/o incontri formativi ed informativi percorsi interdisciplinari così come previsto dall’art.11 del D.Lgs.n 81/2008
7.6.2.1.1. Numero di istituti scolastici che aderiscono alle iniziative in percentuale con report attività
Numero di persone formate
Risultati attesi
Promuovere la cultura della sicurezza nelle scuole per poter spendere nella futura attività lavorativa
% di istituti scolasti che aderiscono alle iniziative
Numero di iniziative
ATTIVITA’ Mezzi
A1.1 R1
Realizzazione di pacchetti e di incontri informativi/formativi con tutto il personale della scuola
Personale dedicato Dipartimento Prevenzione e Direzione sanitaria
n. di soggetti formati
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 211 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
7.6.2 7.6.2.1.1 10% degli istituti scolastici 5% degli istituti scolastici
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
7.6.2.1 Realizzazione di iniziative regionali e provinciali e/o incontri formativi ed informativi percorsi interdisciplinari così come previsto dall’art.11 del D. Lgs. 81/2008
7.6.2.1.1. Numero di istituti scolastici che aderiscono alle iniziative in percentuale con report attività
Totale istituti scolastici / numero di istituti che aderiscono alle iniziative
Numero di eventi formativi
0 5% 7% 10%
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITA’ Anno 2016
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Realizzazione di pacchetti e di incontri informativi/formativi con tutto il personale della scuola
x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 212 ~
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2017
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Realizzazione di pacchetti e di incontri informativi/formativi con tutto il personale della scuola
x x x x x x x x x x x x
CRONOPROGRAMMA
ATTIVITÀ Anno 2018
G F M A M G L A S O N D
A1.1 Realizzazione di pacchetti e di incontri informativi/formativi con tutto il personale della scuola
x x x x x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 213 ~
MACRO OBIETTIVO 8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose
per la salute
PROGRAMMI REGIONALI
8.1 Piano Regionale di Prevenzione 2014-2018: intervento su REACH/CLP
8.2 Programma Regionale per il controllo dei problemi di salute rilevanti nelle aree a rischio ambientale/SIN
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 214 ~
Azioni 8.1.1 – 8.1.2 – PRP 2014/2018 Implementazione dell’applicazione dei Reg. REACH e CLP nel territorio provinciale: vigilanza, informazione alle imprese e
formazione degli operatori
nome e cognome u.o./servizio di appartenenza
Dott. Vincenzo Polisano U.O.C. S.Pre.S.Al.
Razionale: L’aspetto formativo ed informativo, in materia di REACH e CLP, l’interconnessione tra differenti tematiche di settore (prodotti fitosanitari, cosmetici, biocidi, detergenti), la trasversalità per il largo uso di sostanze chimiche/miscele/articoli negli ambienti di vita e di lavoro.
L’attuazione della specifica formazione finalizzata all’acquisizione delle competenze necessarie per l’esecuzione dei controlli ufficiali, sia riportando a cascata i contenuti dei training ECHA/FORUM fino ad oggi riproposti a livello nazionale, che la normativa di settore inerente l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, in relazione anche alle “aree vulnerabili” del territorio provinciale, e la corretta gestione/impiego di biocidi, di prodotti cosmetici e detergenti. L’avvio di un processo di formazione degli operatori dei Servizi Pubblici sui temi della Sicurezza Chimica, con la finalità di sensibilizzare, assistere e supportare le imprese utilizzatrici di sostanze/miscele (DU), anche in relazione alle indicazioni suggerite dall’ECHA. Destinatari privilegiati di questa informazione/comunicazione sono i Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione aziendali (RSPP), individuati giustamente come soggetti che lavorano a fianco dei Datori di Lavoro, con competenze tecniche di supporto. L’implementazione dell’attività di controllo sul territorio provinciale per l’applicazione dei regolamenti REACH e CLP. Target: Ispettori REACH Setting: Aree download users territorio ASP Gruppi di interesse: ECHA, Regione, Gruppo Tecnico Regionale REACH, Dipartimento di Prevenzione dell’ASP, Aziende dei vari comparti, RSSP, ASPP, datori di lavoro.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 215 ~
QUADRO LOGICO Regionale/azienda di riferimento
Macro obiettivo Programma e/o azioni regionali
Obiettivi regionali Indicatori regionali Principali azioni/interventi
aziendali 2016
8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute
8.1.1 Implementazione dell’applicazione dei regolamenti REACH e CLP nel territorio regionale: vigilanza e controllo tramite rete regionale ei suoi gruppi tecnici regionali REAH 8.1.2 Formare gli operatori dei servizi pubblici sui temi della sicurezza chimica per informare il mondo produttivo
8.1.1.1 Vigilanza e controllo su territorio regionale in materia di REACH e CLP su sostanze/miscele contenute nelle sostanze chimiche/miscele, in genere, pericoloso e non 8.1.2.1 Formare gli operatori dei servizi pubblici sull’applicazione del REACH e CLP alla gestione delle sostanze chimiche pericolose in genere 8.1.2.2 Informare consulenti/responsabili aziendali ( RSPP) addetti, alla gestione e all’utilizzo di sostanze chimiche pericolose in genere
8.1.1.1.1 Piano Regionale Controlli (PRC) 8.1.1.1.2 Attività di vigilanza come da PRC in numero di ispezioni effettuate/ispezioni programmate in percentuale 8.1.2.1.1 Corsi di formazione per operatori di servizi pubblici 8.1.2.2.1 N° iniziative/eventi territoriali e regionali di informazione/assistenza /formazione
Vigilanza; informazione alle imprese; formazione agli operatori.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 216 ~
QUADRO LOGICO aziendale
Strategia e logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Obiettivi Specifici
Vigilanza e controllo su territorio regionale in materia di REACH e CLP su sostanze/miscele contenute nelle sostanze chimiche/miscele, in genere, pericoloso e non
8.1.1.1.1 Piano Regionale Controlli (PRC) 8.1.1.1.2 Attività di vigilanza come da PRC in numero di ispezioni effettuate/ispezioni programmate in percentuale 8.1.2.1.1 Corsi di formazione per operatori di servizi pubblici 8.1.2.2.1 N° iniziative/eventi territoriali e regionali di informazione/assistenza/formazione
Regione
Individuazione da parte della direzione strategica di una unità professionale: chimico
Risultati attesi
R1: maggiore conoscenza dei regolamenti e maggiore percezione/consapevolezza del rischio chimico da parte delle imprese R2: conoscenza approfondita degli ispettori della sicurezza chimica; capacità di valutare il rischio chimico di un’azienda, della validità delle SDS ed eventuali scenari di rischio
chimico
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1
Implementazione dell’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP nel territorio provinciale
ispettori esclusivi REACH-CLP per dedicare il giusto tempo alla materia e la vigilanza
Gruppo di lavoro regionale; Autorità Competente Regionale.
chimico
A1.2 informazione alle imprese corsi e brochure gruppo di lavoro regionale - ACR
chimico
A1.3 formazione degli operatori corsi CEFPAS e master gruppo di lavoro regionale – ACR
-
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 217 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2015
8.1 Piano Regionale dei Controlli 80 % ispezioni previste da PRC n° 3 aziende controllate
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo
Fonte verifica
Valori al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018 2019 2020
implementazione dell’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP nel
territorio provinciale
P.N.C. P.R.C.
-
Gruppo di lavoro
regionale A.C.R.
n° ispez. In
rapporto al P.R.C.
n° ispez. In
rapporto al P.R.C.
n° ispez. In
rapporto al P.R.C.
n° ispez. In
rapporto al P.R.C.
n° ispez. In
rapporto al P.R.C.
n° ispez. In
rapporto al P.R.C.
informazione alle imprese
P.N.C. P.R.C.
Linee guida Ministero
-
Gruppo di lavoro
regionale A.C.R.
- Attività informativa/divulgativa con corsi e fornitura
brochure.
formazione agli operatori
Linee guida Ministero
-
Gruppo di lavoro
regionale A.C.R.
-
Formaz. CEFPAS
MASTER
Formaz CEFPAS
Formaz. CEFPAS
Formaz. CEFPAS
CRONOPROGRAMMA ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Ge Fe Mar Ap Ma Gi Lu Ag Set Ot No Dic
A1.1 vigilanza
n° ispez. In
rapporto al
P.R.C.
n° ispez. In
rapporto al
P.R.C.
n° ispez. In
rapporto al
P.R.C.
n° ispez. In
rapporto al
P.R.C.
mancata raggiung.to dei controlli per presenza ispettori occupati in attività S.Pre.S.A.L.
A1.2 informazione alle imprese
Campagna informativa nei confronti dei RSPP delle imprese con corsi e fornitura brochure
mancati fondi
A1.3 formazione degli operatori
Almeno un corso di formazione entro dicembre 2016
Non disponibilità del CEFPAS
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 218 ~
Azione 8.2.1 – PRP 2014/2018
Rafforzare i rapporti interstituzionali
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Nicolò Bonafede U.O.C. SIAV
Dott.Giuseppe Tranchida U.O.C. SIAV
Dott. Paolo Marascia U.O.C SIAV
Ing. Vincenzo Nicastri U.O.S. Accreditamento Istituzionale
Razionale: L’intervento si prefigge di migliorare e intensificare i rapporti interistituzionali tra enti che a livello regionale e territoriale contribuiscono sul tema delle relazioni ambiente e salute. A livello territoriale verranno costituiti gruppi di coordinamento aziendale con competenze multidisciplinari integrati da Arpa e rappresentanze delle istituzioni con competenza ambientale (focal point).Il sistema del focal point avrà il compito di fornire un riferimento locale visibile di tipo informativo e operativo per l’evacuale coordinamento di attività di epidemiologiche locali e di indagini sul campo. Sotto tale profilo i focali point saranno caratterizzati da potenzialità informative dal punto di vista epidemiologico e della lettura integrata dei dati sanitari e ambientali sia attraverso gli strumenti informativi messi a punto a livello regionale si attraverso fonti aggiuntive, come campionamenti, survey, o indagini ad hoc attivate sul territorio.
Target: di questa azione dipendenti delle strutture ASP, ARPA, IZS.
Setting: ASP, ARPA, IZS.
Gruppi d'interesse: Direzioni e responsabili UU.OO.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 219 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute.
8.2.1 Rafforzare i rapporti interistituzionali
8.2.1.1 Realizzare attività di supporto alle politiche ambientali di miglioramento qualità dell’aria, acqua e suolo secondo il modello salute in tutte le politiche.
8.2.1.1.1 Disponibilità di rapporti di attività intra e interistituzionale per la programmazione integrata per la tematica ambiente e salute 8.2.1.2.1 Disponibilità di rapporti di attività delle reti integrate di referenti in ambito sanitario per la tematica ambiente e salute
Istituzione e realizzazione di attività atte allo svolgimento e al supporto di politiche ambientali volte al miglioramento della qualità dell’aria, acqua e suolo, secondo standard previsti dalla normativa vigente. In particolare verranno istituite delle apposite commissioni multidisciplinari composte da personale specializzato appartenente all’Arpa, alle Asp, IZS, al fine di poter redigere linee di indirizzo per il miglioramento degli standard della qualità di aria, acqua e suolo
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Realizzare attività di supporto alle politiche ambientali di miglioramento qualità dell’aria, acqua e suolo secondo il modello salute in tutte le politiche.
Disponibilità di rapporti di attività intra e inter istituzionali per la programmazione integrata per la tematica ambiente e salute
DASOE
Risultati attesi
Istituito focal point composto da personale specializzato con competenze sanitarie e ambientali a supporto delle autorità locali con responsabilità decisionali al fine di poter redigere linee di indirizzo per il miglioramento degli standard della qualità di aria, acqua e suolo
Disponibilità dei soggetti coinvolti
ATTIVITA’ Mezzi Indicatore
A1.1 R1
Predisposizione Atto deliberativo costituzione focal point
Personale dedicato
SI/NO
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 220 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
8.2.1 8.2.1.1.1
100% 100%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte
verifica Valore al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018
8.2.1.1 Realizzare attività di supporto alle politiche ambientali di miglioramento qualità dell’aria, acqua e suolo secondo il modello salute in tutte le politiche.
Delibera istituzione focal point
SI/NO
ASP
N R 100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 221 ~
Azione 8.2.2 – PRP 2014/2018 Rafforzare la sorveglianza epidemiologica ambiente/salute
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Nicolò Bonafede U.O.C. SIAV
Dott.Giuseppe Tranchida U.O.C. SIAV
Dott. Paolo Marascia U.O.C. SIAV
ing. Vincenzo Nicastri U.O.S. ACCREDITAMENTO
Razionale Le politiche sulla salute e le politiche ambientali si devono integrare strettamente per offrire alle popolazioni condizioni ottimali di sviluppo sociale ed economico. L’ambiente di vita è un determinante rilevante di salute; consolidate evidenze scientifiche in tema di impatto sanitario dei determinanti ambientali forniscono prove convincenti di rischio per la salute (inquinamento dell’aria, residenza in aree o siti contaminati, consumo di acqua contaminata, esposizione a rumore, a radiazioni ionizzanti) e sospetti di possibili effetti (campi elettromagnetici). Per gran parte delle esposizioni ambientali nella Regione Sicilia non sono disponibili stime corrette di esposizione e di impatto sulla salute, ma sono presenti solo alcune esperienze specifiche, limitate nello spazio e nel tempo e manca una visione complessiva dell’impatto sanitario dei rischi ambientali. È quindi necessario investire risorse umane in questo settore e allo stesso tempo potenziare le attività interdisciplinari e i rapporti inter-istituzionali, stipulando accordi per la collaborazione inter-istituzionale tra chi si occupa di ambiente e chi si occupa di salute, che necessita di strumenti in grado di integrare i dati epidemiologici e ambientali disponibili (in combinato con eventuali altri dati di contesto di tipo demografico e socio-economico) che consentano lo studio dell’intero ciclo di esposizione in un territorio (dalla caratterizzazione ambientale alla valutazione del rischio e dell’impatto sull’ambiente e sulla salute umana), al fine di orientare la valutazione degli impatti e le decisioni in un’ottica integrata che non tralasci aspetti-chiave dell’azione di prevenzione. Questo Programma si articola in due azioni finalizzate al miglioramento delle conoscenze sui rapporti tra determinanti ambientali ed effetti sulla salute e alla gestione coordinata di problematiche salute-ambiente (accertate o presunte) attribuibili all’inquinamento ambientale, attraverso l’adozione di atti di indirizzo regionali, basati su modelli e relazioni interistituzionali per la valutazione degli impatti sulla salute dei fattori inquinanti, definiti a livello locale. Tra le attività principali sono previste la formalizzazione di accordi fra le istituzioni regionali competenti in ambito sanitario e ambientale e la costituzione di un gruppo di lavoro regionale Ambiente-Salute che curerà la realizzazione del programma, ed in particolare: - progettazione, pianificazione e realizzazione di studi di epidemiologia ambientale sull’esposizione
a contaminanti ambientali cui sono esposti gruppi di popolazione, individuati in seguito all’aggiornamento delle conoscenze esistenti (studi datati);
- implementazione di un sistema informativo integrato ambiente-salute che prevede la rilevazione sistematica di indicatori ambientali, sanitari e di altri fattori non sanitari con implicazioni o effetti sulla salute, armonizzati ai medesimi livelli di riferimento spazio-temporali, aggiornati con periodicità prefissata;
- predisposizione dei suddetti atti di indirizzo regionali per la gestione coordinata di problematiche sanitarie, accertate o presunte, attribuibili all’inquinamento ambientale.
Target: popolazione generale, con particolare attenzione alla popolazione a rischio Setting: ASP Gruppi d'interesse: Asp, Arpa, IZS
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 222 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute.
8.2.2 Rafforzare la sorveglianza epidemiologica ambiente/salute
8.2.2.1 Migliorare la conoscenza del rapporto inquinanti ambiente /salute attraverso il monitoraggio degli inquinanti ambientali cui è esposta la popolazione ed il potenziamento della sorveglianza epidemiologica.
8.2.2.1.1 Esistenza di accordi inter istituzionali (arpa,izs,registri patologia ed altro) per progettazione, pianificazione e realizzazione di studi di background per contaminanti ubiquitari 8.2.2.1.2 Rapporti degli studi realizzati di conseguenza (ultimo biennio)
Rafforzamento della rete costituita dai seguenti sistemi: RENCAM, SDO, RERAM, Registro Tumori, Sistema di sorveglianza sulle malformazioni
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Migliorare la conoscenza del rapporto inquinanti ambiente /salute attraverso il monitoraggio degli inquinanti ambientali cui è esposta la popolazione ed il potenziamento della sorveglianza epidemiologica.
Accordi istituzionali (arpa,izs, registri patologia e altri) per progettazione pianificazione e studi di background
DASOE
Risultati attesi
Rafforzamento della rete costituita dai seguenti sistemi: RENCAM, SDO, RERAM, Registro Tumori, Sistema di sorveglianza sulle malformazioni
Individuazione risorse umane dedicate
ATTIVITÀ Mezzi
A1 A2 A3 R1
Ricognizione personale da dedicare ai sistemi di rilevazione Attività formativa per il personale individuato Istituzione protocollo operativo
Personale dedicato
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 223 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
8.2.2 8.2.2.1.1
SI
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte
verifica Valore al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018
8.2.2.1 Migliorare la conoscenza del rapporto inquinanti ambiente /salute attraverso il monitoraggio degli inquinanti ambientali cui è esposta la popolazione ed il potenziamento della sorveglianza epidemiologica
Ricognizione personale da dedicare ai sistemi di rilevazione Attività formativa per il personale individuato Istituzione protocollo operativo
SI/NO SI/NO SI/NO
ASP
N R
SI
SI
SI SI
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 224 ~
Azione 8.2.3 – PRP 2014/2018 Introdurre strumenti di valutazione di impatto sanitario (VIS)
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Nicolò Bonafede U.O.C. SIAV
Dott.Giuseppe Tranchida U.O.C. SIAV
Dott. Paolo Marascia U.O.C. SIAV
Ing. Vincenzo Nicastri U.O.S. ACCREDITAMENTO
Razionale: Il riferimento principale per la de nizione della VIS è il documento di consenso elaborato nel 1999 a Gothenburg dall’European Centre for Health Policy attraverso una consultazione di esperti convocati dal Centro Europeo per la Politica Sanitaria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, che recita: “La Valutazione di Impatto sulla Salute è una combinazione di procedure, metodi e strumenti con i quali si possono stimare gli effetti potenziali sulla salute di una popolazione di una politica, piano o progetto e la distribuzione di tali effetti all’interno della popolazione” (ECHP WHO, 1999). Il documento aiutava a dare una prima sistematizzazione ai molti stimoli provenienti da diverse istituzioni internazionali, non solo quelle che si occupano di valutazioni.La novità della VIS risiede nel proporre un percorso integrato e procedure elaborate per effettuare valutazioni improntate al rispetto dei valori di fondo cui la VIS si ispira: democrazia, equità, sviluppo sostenibile e uso etico delle prove scienti che (Bianchi, 2008). Un percorso che per essere realistico e non solo declaratorio è imperniato su alcune caratteristiche niente affatto scontate: la consultazione di tutti i soggetti potenzialmente coinvolti e la necessità di intraprendere un dialogo informato e consapevole; il coinvolgimento dei decisori e la richiesta di assunzione di responsabilità; l’esame delle alternative esistenti per massimizzare gli effetti positivi sulla salute e minimizzarne quelli negativi; la proposta di strumenti di valutazione e monitoraggio nel corso del tempo degli effetti previsti. Il tutto da realizzarsi in modo multidisciplinare, non solo in termini di approccio ai problemi ma anche e soprattutto per quanto riguarda l’operatività, che va basata sull’uso di una varietà di competenze strettamente legata alla speci ca situazione. Quando si progetta l’applicazione di una VIS il primo passo porta a ri ettere proprio sulle premesse, perché diverse impostazioni guidano verso l’inclusione di aspetti diversi, o a dare ad essi diverso peso. Una forte attenzione all’equità ad esempio porterà ad esaminare in particolare i determinanti sociali di salute e come vengono in uenzati dal progetto in esame. Le raccomandazioni ai decisori verteranno su come evitare o mitigare gli effetti, diminuendo le diseguaglianze di salute. Un’attenzione maggiore alla sostenibilità porterà ad esaminare in modo preferenziale le alternative in termini di consumo di risorse, di uso del territorio, di conservazione della biodiversità. E’ del tutto evidente che, anche se i valori non sono posti volutamente in competizione, unaTarget di questa azione è la popolazione generale, con particolare attenzione alla popolazione a rischio. Maggiore o minore consapevolezza del loro legame con le scelte può comportare scenari anche molto diversi tra loro. E’ per questo che la VIS pone molta attenzione al legame tra chi è incaricato delle valutazioni e coloro cui sono dirette, con l’obiettivo dichiarato di mantenere i valori strettamente connessi agli scopi della valutazione e alla dimensione etica. Una volta concordato che gli obiettivi di fondo della VIS sono di valutare gli impatti misurabili presentando le alternative per evitarli o minimizzarli, promuovere l’equità, coinvolgere la comunità ascoltandone le esigenze e rafforzandone il potere decisionale, la questione chiave è quella di come perseguirli. Le diverse possibilità dipenderanno prima di tutto dalle scelte etiche, non solo nell’attuazione degli interventi, ma nella selezione degli elementi da prendere in considerazione nell’analisi. La VIS, mettendo al centro della propria missione e delle proprie procedure la salvaguardia e la promozione della salute, si misura innanzitutto con una delle dicotomie più eminenti della politica, quella tra individuo e comunità, offrendo criteri secondo i quali ispirare la condotta pubblica e orientare le scelte politiche. La
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salute riguarda al contempo la sfera intima dell’uomo e quella collettiva della comunità nella quale egli vive, in misura e qualità diverse, a seconda di come e quanto essa sia considerata in sé come valore: un tema che nel suo complesso si presta come pochi altri ad essere declinato secondo categorie che riguardano la comunità. In questo scenario la metodologia della VIS si avvale di diverse competenze disciplinari in campo epidemiologico, ambientale, tossicologico, medico, sociologico, statistico, di comunicazione e partecipazione e altro ancora. Tale multidisciplinarietà arricchisce il patrimonio di conoscenze ed è condizione per far sì che le decisioni siano accompagnate dal miglior esito possibile. In questa prospettiva la Valutazione di Impatto sulla Salute si propone come un’opportunità in cui gli stakeholder, coloro che etimologicamente hanno una posta in gioco, hanno la possibilità di essere coinvolti nei processi decisionali. Target: Enti e le Amministrazioni che hanno il compito di vigilare e valutare il VIS
Setting: ASP, Enti regionali e locali
Gruppi d'interesse: Asp, Enti locali e regionali
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute
8.2.3 Introdurre strumenti di valutazione di impatto sanitario (VIS)
8.2.3.1 Sviluppare percorsi e strumenti interdisciplinare per la valutazione preventiva degli impatti sulla salute delle modifiche ambientali
8.2.3.1.1 Atti di indirizzo regionale per la valutazione integrata sulla salute che comprenda strumenti in supporto sia dei valutatori che dei proponenti
Applicazione degli indirizzi regionali
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 226 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Sviluppare percorsi e strumenti interdisciplinari per la valutazione preventiva degli impatti sulla salute delle modifiche ambientali
Atti di indirizzo regionale per la valutazione integrata di impatto sulla salute che comprenda strumenti in supporto dei valutatori e dei proponenti
DASOE
Risultati attesi
Applicazione degli indirizzi regionali
ATTIVITÀ Mezzi
A1 R1
Recepimento linee di indirizzo regionale
Atti formali
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
8.2.3 8.2.3.1.1
SI
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 227 ~
Azione 8.2.4 – PRP 2014/2018 Advocacy e gestione del rischio a livello territoriale
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Nicolò Bonafede U.O.C. SIAV
Dott.Giuseppe Tranchida U.O.C. SIAV
Dott. Paolo Marascia U.O.C. SIAV
Ing. Vincenzo Nicastri U.O.S. ACCREDITAMENTO
Razionale: Il PNP 2014-18 riconosce l’importanza fondamentale, nel monitoraggio e nella valutazione dei risultati, dell’uso dei sistemi informativi e di sorveglianza, promuovendoli e valorizzandoli per il necessario e corretto funzionamento di tutte le funzioni che ne derivano (conoscenza, azione, governance ed empowerment). Nell’ambito delle strategie per la definizione delle priorità d’intervento e nel monitoraggio dei macroobiettivi del Piano 2014-18 viene raccomandata una sistematica promozione, sviluppo e utilizzo delle valutazioni quantitative e pertanto dei flussi informativi a questo finalizzati. Nell’ottica di valutare non solo l’andamento del Piano, ma anche il guadagno in salute della nostra popolazione, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili, appare importante una lettura il più possibile integrata del flusso di dati disponibili. A livello regionale sono presenti numerosi sistemi informativi sia in ambito sociale e sanitario, sia in riferimento a fenomeni demografici e a dati ambientali, geografici e territoriali; in particolare sono disponibili numerose banche dati complete e costantemente aggiornate. Nella prospettiva di lavorare in modo integrato e trasversale, vi è la necessità di sviluppare attività specifiche, che vengono di seguito esplicitate, distinguendo tra sistemi di sorveglianza già attivi e consolidati e sistemi che necessitano di sviluppi e innovazione. E’ necessario rafforzare il ruolo e la responsabilità previste e mantenere un forte raccordo con gli organi di sanità pubblica, (asp,Distretti, Dipartimenti di Prevenzione, registro tumori) per creare forma di compartecipazione e offrendo canali di discussioni e orientamento per affrontare situazioni sociali complesse. Si ritiene inoltre necessario garantire le funzioni proprie di Sanità Pubblica alle ASP riguardo la tutela della salute collettiva in ambiti di vita e di lavoro anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali ai sensi dell’art. 7 del D.lgs 229/99, in primo luogo attraverso i dipartimenti di prevenzione e le atre strutture preposte attraverso forme di responsabilizzazione degli stessi come strutture tecnico funzionali dell’Azienda preposta alla tutela della salute. Target: di questa azione sono gli enti e le ASP, Dipartimenti di Prevenzioni, Distretti Setting: ASP, Distretti Gruppi d'interesse: Asp, Distretti
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 228 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute.
8.2.4 Advocacy e gestione del rischio a livello territoriale
8.2.4.1 Sviluppare modelli relazioni inter-istituzionali per la valutazione degli impatti sulla salute dei fattori inquinanti
8.2.4.1.1. Atti di indirizzo regionale per la gestione delle problematiche (accertate o presunte) attribuibili all’inquinamento ambientale
Atto deliberativo costituzione gruppo di coordinamento aziendale multidisciplinare per la gestione delle tematiche relative al rischio ambientale con coinvolgimento dei Dipartimenti di Prevenzione medico e Veterinario
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Sviluppare modelli relazioni inter-istituzionali per la valutazione degli impatti sulla salute dei fattori inquinanti
Atti di indirizzo regionale per la gestione di problematiche sanitarie attribuibili all’inquinamento ambientale.
DASOE
Risultati attesi
Atto deliberativo costituzione gruppo di coordinamento aziendale multidisciplinare per la gestione delle tematiche relative al rischio ambientale con coinvolgimento dei Dipartimenti di Prevenzione medico e Veterinario
ATTIVITÀ Mezzi
A1 R1
Predisposizione Atto deliberativo
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 229 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
8.2.4 8.2.4.1.1
100%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte
verifica
Valori attesi
2016 2017 2018
8.2.4.1 Sviluppare modelli relazioni inter-istituzionali per la valutazione degli impatti sulla salute dei fattori inquinanti
Delibera
SI/NO
SI
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 230 ~
Azione 8.2.5 – PRP 2014/2018 Formazione e informazione
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Nicolò Bonafede U.O.C. SIAV
Dott.Giuseppe Tranchida U.O.C. SIAV
Dott. Paolo Marascia U.O.C. SIAV
Ing. Vincenzo Nicastri U.O.S. ACCREDITAMENTO
Razionale: L'equità, l'integrazione e la partecipazione sono voci fondamentali e principi ispiratori nella stesura del Piano Regionale di Prevenzione. L'equità è il primo valore cardine, costituisce un criterio guida per dare risposte efficaci alle diseguaglianze presenti nel tessuto sociale, risposte importanti per individuare strategie differenziate, proporzionate e mirate ai differenti bisogni. L'integrazione delle politiche è strategica perché la promozione del benessere richiede interventi capaci di coinvolgere e mobilitare risorse diverse ricercando l'integrazione delle politiche sociali con le politiche sanitarie, ambientali, urbanistiche, formative, culturali in una visione della salute, risorsa di vita, in cui le condizioni del vivere e il benessere dei cittadini sono il risultato della partecipazione dell'intera società. La salute è il risultato dell'azione di tutta la comunità: cittadini, decisori, SSN possono condividere scelte orientate alla salute solo se hanno consapevolezza dei rischi e della concreta possibilità di cambiare. Ecco perché è fondamentale impostare il discorso di promozione della salute sullo sviluppo di reti e di alleanze: le condizioni del vivere e le abitudini quotidiane risultato dell'azione di tutta la società, il lavoro sui comportamenti quindi, non può che essere interistituzionale, interdisciplinare, interprofessionale, trasversale a diversi settori. Gli interventi con maggiori possibilità di successo sono quelli che prevedono la collaborazione tra i settori diversi della società: Amministrazioni locali, Istituzioni, Organizzazioni, Associazioni varie (agroalimentari, sportive, volontariato, parrocchie) presenti sul territorio. Il programma Comunità in Salute porrà le basi per tale collaborazione grazie alla stesura di protocolli inter-istituzionali e favorirà la programmazione condivisa necessaria per rendere i protocolli operativi. Secondo i dati dell'OMS in Italia il 75 % delle morti e delle condizioni di grave disabilità sono provocate da patologie croniche non trasmissibili (MCNT). Il 75% delle risorse sanitarie in Italia come in Europa è utilizzato per la cura dei pazienti affetti da queste patologie. Morire giovani o convivere con una malattia cronica o una disabilità ha delle ripercussioni economiche, sia sulle famiglie sia sulla società, che sono così gravate da spese sanitarie, da riduzione di guadagni, da pensionamenti prematuri e da maggiore necessità di assistenza sociosanitaria. Questi fattori, a loro volta, possono generare quelli che vengono definiti “fattori di rischio intermedi” (ipertensione arteriosa, glicemia elevata, ipercolesterolemia, sovrappeso e obesità). Nel loro insieme questi fattori di rischio, associati ad altre cause non modificabili come l'età o la predisposizione genetica, sono responsabili della maggior parte dei decessi per malattie croniche in tutto il mondo. Nel nostro Paese, e nella nostra Regione, i fattori di rischio modificabili si distribuiscono in maniera molto differente tra la popolazione; essi non sono solo causati da comportamenti e scelte individuali, ma sono profondamente legati ad una influenza sociale che facilita l'adozione di stili di vita nocivi per la salute. Ecco perché ogni intervento di prevenzione e promozione della salute deve tenere conto della conoscenza dei fattori di rischio e dei determinanti sociali. Ruolo strategico per incrementare questa conoscenza e renderla parte del processo di programmazione, riveste dunque la valutazione ed i sistemi di sorveglianza sugli stili di vita. In Sicilia è attiva da anni la sorveglianza avviata con l'obiettivo di effettuare un monitoraggio a 360° sullo stato di salute della popolazione adulta italiana. L’attività di prevenzione promuovere azioni finalizzate a facilitare comportamenti salutari nella popolazione attraverso la promozione di stili di vita sani a partire dalla incentivazione della promozione dell'allattamento al seno e proseguendo con l'azione integrata e
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coordinata sui quattro fattori di rischio modificabili (fumo, comprendendo anche il fumo passivo, alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica ) responsabili da soli del 60 % della perdita di anni di vita in buona salute. L’azione si svilupperà con interventi specifici sulla popolazione generale finalizzati al contrasto dei fattori di rischio. Prioritari saranno gli interventi di sensibilizzazione, informazione e formazione degli operatori sanitari delle ASP sulla base di indirizzi Nazionali e Regionali. Particolare evidenza va riservata all'aspetto formativo degli operatori sanitari al fine di individuare in ogni azienda un coordinamento che consenta di programmare e realizzare le attività di contrasto in un ottica multidisciplinare. Utile a tal proposito l'integrazione dei vari servizi (Dipartimento di Prevenzione, U.O. ospedaliere, SERD, MMG, altri Servizi sanitari territoriali) nella costruzione di un offerta diversificata che comprenda interventi di I livello ( minimal advice o counseling breve). Compito del Sistema Sanitario è promuovere stili di vita sani affinché il cittadino sia sempre più protagonista e capace di intervenire in modo informato sulla salute propria e collettiva, nel segno dei principi generali promossi dall'OMS in particolare con la Carta di Ottawa del 1986 e con i pronunciamenti successivi. Il Sistema Sanitario stesso deve promuovere il passaggio da una prevenzione basata sui rischi ad una promozione attiva dei cosiddetti "Determinanti di Salute". Secondo la definizione dell’OMS “Lo stile di vita consiste in un modo di vivere impostato secondo modelli di comportamento identificabili, che sono frutto dell’azione reciproca delle caratteristiche proprie di un individuo, delle interazioni sociali con le condizioni di vita di carattere socioeconomico e ambientale. Questi modelli di comportamento vengono continuamente interpretati e vagliati in situazioni sociali diverse e non sono quindi immobili, bensì soggetti al cambiamento”. Uno degli strumenti per promuovere il rinforzo o l’adozione di sani stili di vita è rappresentato dal counseling motivazionale breve. L’acquisizione di competenze di counseling motivazionale breve, e di conoscenze sull’importanza dei sani stili di vita nella relazione con la salute individuale, permette a tutti i professionisti sanitari di riflettere sul proprio stile comunicativo e far fronte con maggiore consapevolezza e con strumenti più adeguati ai momenti comunicativi che si offrono nel contatto con le persone e che sono parte integrante del loro intervento professionale e non più delegabili ad altri. Obiettivo di quest’azione sarà di dotare i professionisti del settore sanitario di conoscenze e strumenti per promuovere i sani stili di vita attraverso il colloquio motivazionale breve.
Target: ASP, MMG e PLS
Setting: ASP
Gruppi d'interesse: operatori sanitari
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute.
8.2.5 Formazione e informazione
8.2.5.1 Sviluppare le conoscenze tra gli operatori della salute e dell’ambiente MMG e PLS, sui temi di integrazione ambiente salute della valutazione di impatto e di danno sanitario e della comunicazione del rischio
8.2.5.1.1. Definizione di un curriculum formativo
Elaborazione di curriculum formativo
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Sviluppare le conoscenze tra gli operatori della salute e dell’ambiente MMG e PLS, sui temi di integrazione ambiente salute della valutazione di impatto e di danno sanitario e della comunicazione del rischio
Definizione di un curriculum formativo
Risultati attesi
R1. Elaborazione di curriculum formativo per gli operatori della salute e dell’ambiente sui temi di valutazione di impatto e di danno sanitario e comunicazione del rischio
ATTIVITÀ Mezzi
A1 A2
Redazione e distribuzione degli opuscoli informativi sui rischi trattati Realizzazione corsi di formazione rivolti agli operatori sanitari ASP, MMG e PLS
Pc portatili dedicati e video proiettori per la formazione
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
8.2.5
8.2.5.1.1
100%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte
verifica Valore al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018
8.2.5.1 Sviluppare le conoscenze tra gli operatori della salute e dell’ambiente MMG e PLS, sui temi di integrazione ambiente salute della valutazione di impatto e di danno sanitario e della comunicazione del rischio
Corsi effettuati
SI/NO
ASP
nr
nr
SI
SI
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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AZIONE 8.2.6 – PRP 2014/2018 Comunicazione del rischio
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Nicolò Bonafede U.O.C. SIAV
Dott.Giuseppe Tranchida U.O.C. SIAV
Dott. Paolo Marascia U.O.C. SIAV
ing. Vincenzo Nicastri U.O.C. ACCREDITAMENTO
Razionale: Comunicare sul rischio significa occuparsi di questioni che hanno a che fare con la salute e la sicurezza (nella doppia accezione di safety e security) delle persone (e dell’ambiente), e con le conoscenze, gli atteggiamenti e i comportamenti. Spesso si tratta di questioni controverse, rispetto alle quali i fatti e le conoscenze scienti che sono incerte o insufFicienti a sedare timori e paure “irrazionali”; a volte si tratta di questioni che chiamano in causa lo stile di vita e attivano resistenze al cambiamento; altre volte si tratta di questioni che esplodono improvvisamente richiedendo l’adozione tempestiva e diffusa di specifiche misure precauzionali. Per ognuna di queste situazioni la comunicazione sul rischio ha obiettivi diversi delineando diverse tipologie comunicative. In ogni caso comunicare sul rischio significa confrontarsi con questioni complesse, di fronte alle quali la soluzione apparentemente più ovvia e razionale – accettare il messaggio degli esperti in materia – spesso risulta di difficile attuazione. Alcune ragioni di queste difficoltà a effettuare scelte razionali riguardano direttamente la maniera in cui noi percepiamo i rischi. Altre hanno a che fare in senso più generale con il modo in cui le persone gestiscono i processi di conoscenza e interagiscono nel mondo sociale.Le persone tendono a utilizzare i termini “pericolo” e “rischio” come sinonimi. In realtà si tratta di due concetti correlati ma distinti. Il pericolo rappresenta un oggetto o un evento che può provocare danni a chi ne viene in contatto. Il fuoco, le radiazioni, i batteri sono esempi di pericoli. Il rischio, invece, è una perdita o un danno potenziale di gravità variabile determinati dall’esposizione al pericolo. Tuttavia può capitare che si usino i due termini in modo intercambiabile.Il rischio può essere considerato come probabilità di fare/subire danni di una certa entità in relazione all’esposizione al pericolo. Questa probabilità può essere misurata in termini oggettivi tramite il calcolo delle probabilità. In questi termini il rischio viene definito con la formula: R = P × G (Rischio = Probabilità x Gravità) dove R è il rischio che si vuole oggettivamente definire, P è la probabilità di venirne a contatto e G indica la gravità del danno o le sue conseguenze. Diversamente, si può parlare di rischio in termini soggettivi, facendo riferimento al rischio percepito dagli individui. In questo caso la formula diventa: R= Hazard + outrage2 dove R è il rischio che si definisce soggettivamente come conseguenza della valutazione del pericolo (hazard) ma anche delle emozioni suscitate (outrage). Secondo Sandman (1993), la componente hazard è il frutto di una valutazione “da esperti” probabilistica, tipica del risk assessment. Tuttavia tale valutazione probabilistica è influenzata dall’outrage, che è l’elemento chiave che le persone utilizzano per stimare il rischio. Le persone pensano più facilmente di essere in pericolo se sono turbate; se non lo sono, possono trovarsi in una situazione di pericolo, senza rendersene conto.Una comunicazione del rischio può quindi essere orientata alla rassicurazione quando il pericolo effettivo è basso ma la popolazione è molto preoccupata, all’allertamento quando il pericolo effettivo è alto e la paura della popolazione è bassa. Quando il pericolo effettivo è elevato e lo è anche la paura nella popolazione, la situazione diventa critica e la comunicazione è analizzata a gestire efficacemente la crisi. La percezione del rischio è l’esito di un processo psicologico complesso che chiama in causa una pluralità di variabili. Ne richiamiamo alcune, che ci appaiono importanti, per la rilevanza che hanno in rapporto alla comunicazione del rischio. Il contenuto affettivo associato al rischio. La centralità della dimensione emotiva nella spiegazione della percezione del
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rischio caratterizza i modelli teorici elaborati nell’ ambito della prospettiva “rischio come emozione” (risk as feelings perspective), secondo cui le risposte a un rischio dipendono in parte da in conseguenze legate alle emozioni provate. Il rischio viene percepito e valutato sulla base della sommatoria di due valori: quello razionale legato al pericolo e quello emotivo generato dalla preoccupazione. In base a questo meccanismo, rischi che hanno una analoga componente di pericolo sono percepiti in modo differente se la componente di offesa è maggiore in uno dei due. Maggiore è l’outrage, maggiore è il rischio percepito, anche di fronte a pericoli oggettivamente più piccoli. La letteratura, in particolare attraverso il paradigma psicometrico, ha elencato una serie di caratteristiche del rischio che sistematicamente ne influenzano la percezione (De Marchi, Pellizzoni e Ungaro, 2001; Savadori e Rumiati, 2005; Slovic, 2010). La più importante è la capacità di evocare reazioni viscerali di paura o addirittura terrore: un rischio terrificante (dreadful) di solito è un rischio poco comune con il quale non si ha familiarità. Una fonte di rischio nuova, di cui non si ha esperienza diretta, porta a una sovrastima della sua pericolosità. Per esempio gli studi mettono in luce che i rischi delle radiazioni sono considerati più gravi rispetto agli incidenti domestici. Connessa alla familiarità, la caratteristica della conoscenza personale e scientifica associata a un rischio ne in conseguenza la percezione. Ancora più importante della conoscenza, tuttavia, vi è la volontarietà di assunzione. I rischi assunti volontariamente, per esempio il fumo o l’abbronzatura al sole, sono percepiti più bassi dei rischi imposti, come per esempio l’installazione di un’antenna radio. Va osservato che la percezione del rischio è maggiore all’aumentare del grado di esposizione personale al rischio, una caratteristica che segnala quanto gli effetti potenziali di un’attività o tecnologia mettano a repentaglio l’incolumità personale. La gravità percepita del rischio aumenta anche all’aumentare del numero di persone potenzialmente coinvolte dal pericolo ossia il grado di esposizione collettiva. Inoltre rispetto alle vittime vi è un effetto che porta le persone a sovrastimarne i rischi: la vittima identificabile. Attività o tecnologie che arrecano danni a persone conosciute, che hanno un nome, sono percepite come più rischiose rispetto ai casi in cui le vittime sono riportate genericamente. Pare che questo effetto sia legato all’empatia che si riesce a stabilire con una vittima identificabile. Se i danni potenziali sono osservabili, allora aumenta il rischio percepito di un’attività o tecnologia. Per esempio i danni legati all’inquinamento dovuto al traffico non sono immediatamente visibili. In questi casi emissioni inquinanti possono essere respirate giorno dopo giorno, senza che ciò desti una particolare preoccupazione. Inoltre, poiché gli effetti di tale esposizione non sono immediati, la percezione del rischio è diminuita. In ne se gli effetti dell’attività o tecnologia riguardano le generazioni future, queste sono percepite come più rischiose rispetto ad attività che hanno effetti limitati nel tempo. Il grado di pericolosità percepita delle emissioni inquinanti è maggiore se si pensa al danno provocato nei bambini. Il modo in cui le persone elaborano le informazioni. Le persone elaborano le informazioni utilizzando scorciatoie di pensiero, le cosiddette euristiche, che consentono di economizzare le risorse cognitive, esponendo però il giudizio a distorsioni sistematiche. In pratica, le persone, per potere prendere decisioni rapide, utilizzano procedure semplificate, che non rispettano tutti i passaggi del ragionamento logico. Così facendo, però, incappano più facilmente in errori, e lo fanno sistematicamente. L’euristica della disponibilità è utilizzata per valutare la probabilità (o la frequenza) di un evento e dunque anche per stimare il rischio; si basa sulla facilità e rapidità con cui vengono in mente esempi che fanno riferimento alla categoria di giudizio in questione. Può essere influenzata dalla salienza personale degli eventi (le persone ritengono più probabili eventi che sono capitati a loro o ai loro conoscenti) o dalla particolare “immaginabilità” di un evento specifico: ad esempio le persone valutano come cause di morte più frequenti eventi drammatici come le esplosioni o gli atti terroristici rispetto a eventi meno drammatici, come le malattie cardiovascolari.Le distorsioni sistematiche delle stime di probabilità di un evento, e dunque anche del rischio, non avvengono soltanto per rendere semplici processi complessi: hanno luogo anche per ragioni motivazionali, come preservare l’immagine di sé e tutelare la propria autostima (Renner, Schuz e Sniehotta, 2008). Una distorsione sistematica di questo tipo è l’ottimismo irrealistico, una tendenza in base alla quale il rischio assunto volontaria- mente o rispetto al quale si presume di avere un certo controllo è sottostimato rispetto al rischio percepito come non controllabile. Il modo in cui il rischio viene rappresentato consensualmente in un determinato con- testo socioculturale. La percezione del rischio è un processo che non ha luogo soltanto nella “mente” delle persone, ma avviene all’interno di contesti sociali e relazionali, ed è costruito in modo consensuale all’interno di uno stesso gruppo sociale. Il rischio non è solo percepito: è rappresentato attraverso la comunicazione pubblica, ed è ricostruito attraverso le interazioni discorsive. La “materia” di cui è fatto (informazioni scienti che, probabilità, cognizione, emozioni), il carattere potenzialmente inquietante, richiedono che l’oggetto “rischio” sia elaborato e trattato dai membri di una
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comunità o gruppo sociale in modo da essere ricollocato in un sistema di conoscenze preesistenti, utile ad affrontare la realtà, sebbene fondato su scorciatoie di pensiero tipiche del senso comune. Le rappresentazioni sociali così elaborate (Palmonari e Emiliani, 2009) permettono agli atteggiamenti e alle posizioni individuali sul rischio di ricollocarsi in un sistema di conoscenza condiviso, che le ancora a valori e significati sociali, legittimandoli. La comunicazione del rischio fa parte di quelle comunicazioni di tipo tecnico o scientifico che hanno lo scopo di informare, educare o persuadere i riceventi. Rispetto alla comunicazione tecnica o scientifica, tuttavia, la comunicazione del rischio riguarda, appunto, l’incertezza associata a un possibile esito negativo e mira a raggiungere uno specifico cambiamento. Gli scopi di tale tipo di comunicazione possono essere molto diversi tra loro: motivare le persone ad adottare determinate precauzioni, stimolare la popolazione a raggiungere un determinato consenso rispetto a decisioni da prendere, tranquillizzare rispetto a un rischio o al contrario allertare i destinatari, sollecitando un adeguato grado di preoccupazione e di azione. La scelta di comunicare il rischio può dipendere, in qualche caso, anche da ragioni non strettamente legate alla gestione del rischio come i vincoli normativi. Ad esempio le norme italiane di recepimento delle direttive Comunitarie “Seveso” stabiliscono che le popolazioni esposte devono essere informate sui seguenti aspetti: esistenza ed entità dei fattori di rischio; misure adottate per minimizzarli; condotta da tenere nel caso si veri chi un incidente. La responsabilità della comunicazione del rischio in questo caso è condivisa tra il gestore di un impianto (che deve fornire le informazioni sul rischio all’ente locale) e gli enti locali, tenuti a informare la popolazione generale. Target: dipendenti delle strutture ASP, distretti ed enti interessati Setting: ASP Gruppi d'interesse: personale sanitario e attori coinvolti
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QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute.
8.2.6 Comunicazione del rischio
8.2.6.1 Comunicare il rischio in modo strutturato e sistematico
8.2.6.1.1 Aziende sanitarie che hanno recepito le linee guida
Recepimento con formale atto deliberativo delle linee guida regionali
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Comunicare il rischio in modo strutturato e sistematico
Aziende sanitarie che hanno recepito le linee guida
DASOE
Risultati attesi
Recepimento con formale atto deliberativo delle linee guida regionali
ATTIVITÀ Mezzi
A1.1 R1
Atto deliberativo di adozione delle linee guida regionali
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
8.2.6 8.2.6.1.1 100%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte
verifica Valore al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018
8.2.6.1 Comunicare il rischio in modo strutturato e sistematico
Delibera
SI/NO
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Azione 8.2.7 – PRP 2014/2018 Gestione problematica amianto sulla popolazione
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. ssa Rosa Maria Caruso S.Pre.S.A.L. Dott.ssa Giuseppa Candela UOS Registro Tumori
Razionale: L’Italia è stata fino alla metà degli anni 80 il secondo maggiore produttore europeo di amianto in fibra dopo l’Unione Sovietica. Il bando dell’amianto risalente al D. Lgs 257 del 92 e la lunga latenza dell’insorgenza del mesotelioma inducono a ritenere che, le conseguenze in termini di sanità pubblica del massiccio utilizzo dell’amianto nel nostro paese, non possono considerarsi esaurite. Tuttavia non può essere scontato il ruolo della sorveglianza epidemiologica per la prevenzione primaria , che è in relazione con la possibilità di occasioni di esposizione ancora in atto. Oggi sono certamente cessate tutte le attività che comportano l’uso diretto , come materia prima, di amianto, ma rimane la presenza del materiale sia in ambienti di vita (manufatti, rifiuti, edilizia residenziale)sia in ambiti lavorativi ( soprattutto laddove lo stesso è stato utilizzato per la coibentazione e non rimosso ) maggiormente coinvolti in provincia di Trapani sono: i comparti edilizia ,metalmeccanica e cantieri navali. Nasce la necessità , in assenza di specifiche misure di prevenzione primaria e di controllo dell’esposizione, di dar vita a sistemi di registrazione dei casi di mesotelioma con modalità di ricerca attiva e di analisi tramite interviste delle modalità di esposizione. La regione Sicilia nel 98 ha istituito il registro regionale siciliano dei mesoteliomi assegnando la responsabilità di gestire la registrazione all’Osservatorio Epidemiologico Regionale e al Registro Tumori di Ragusa. Il D.A. N° 2167 del 24/11/2003 specifica ulteriormente la struttura del Centro Operativo Regionale ( COR). I n ognuna delle nove province siciliane vengono individuati i Referenti del registro regionale dei mesoteliomi. La legge regionale n°10 del 2014 ha previsto norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto e l’Assessorato ha avviato la sorveglianza sanitaria in tale fascia di popolazione, realizzando tramite l’INAIL un elenco di lavoratori ex esposti a fibre di amianto. L’ ASP di Trapani , consapevole che l’amianto costituisce ancora oggi un rischio per la salute sia nei luoghi di vita che di lavoro, intende potenziare il proprio contributo al Re.Na.M anche attraverso l'utilizzo delle informazioni provenienti dal Registro tumori di popolazione attivo nell'ASP e creare un data base di lavoratori con pregresse esposizioni occupazionali al fine di evidenziare possibili correlazioni tra esposizione occupazionale e casi di mesotelioma maligno incidenti nella provincia di Trapani ed avviare programmi di sorveglianza epidemiologica con successiva presa in carico dei lavoratori ex esposti. Target: ex lavoratori esposti a fibre di amianto. Setting: comparto edilizia, cantieri navali, trasporto ferroviario. Gruppi d'interesse: Referenti aziendali, Medici Competenti, personale oncologia e chirurgia toracica, INAIL, INPS.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute
8.2.7 Gestione problematica amianto sulla popolazione
8.2.7.1 Contribuire alla conoscenza dell’impatto della problematica amianto sulla popolazione
8.2.7.1.1 Disponibilità dei dati sugli ex esposti ai COR
Potenziare il registro regionale dei mesoteliomi . Identificare i lavoratori ex esposti
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Contribuire alla conoscenza dell’impatto della problematica amianto sulla popolazione
Disponibilità dei dati sugli ex esposti ai COR
DASOE ( COR )
Risultati attesi
R1 Presenza di un database ex esposti a fibre di asbesto aziendale R2 Migliore sistema di sorveglianza epidemiologica del mesotelioma
R 1 database aziendale R2 N° questionari somministrati / totale notifiche casi di mesoteliomi
ASP
Spresal Registro Tumori
ATTIVITA’ Mezzi
A1.1 R1
Creare protocolli intesa con INAIL ed INPS
Personale dedicato INAIL ed INPS
A1.2 R1
Selezionare dagli archivi INAIL ed INPS provinciali i soggetti ex esposti ad amianto per realizzazione anagrafe
A2.3 R1
Istituire un flusso di notifica dei casi di mesoteliomi con i reparti di oncologia, pneumologia e il Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’ASP
format notifica Collaborazione reparti di pneumologia ed oncologia
A2.2 R2
Interviste al soggetto o convivente per informazioni di anamnesi familiare e residenziale e trasmissione dati al COR
Questionari
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
8.2.7 8.2.7.1.1
100%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
8.2.7.1 Contribuire alla conoscenza dell’impatto della problematica amianto sulla popolazione
R 1 database aziendale
no SI SI SI
Creazione flussi di notifica
no Si Si
Si
R2 N° questionari somministrati / totale notifiche casi di mesoteliomi
100%
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AZIONE 8.2.8 – PRP 2014/2018 Adozioni di interventi per la prevenzione e la riduzione delle esposizioni
in un ottica di appropriatezza e di sostenibilità delle azioni
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Nicolò Bonafede U.O.C. SIAV
Dott.Giuseppe Tranchida U.O.C. SIAV
Dott. Paolo Marascia U.O.C. SIAV
Ing. Vincenzo Nicastri U.O.S. Accreditamento Istituzionale
Dott. Orazio Mistretta U.O.C. SIAV
Dott. Leonardo Zichichi U.O.C. Dermatologia
Razionale: L’ambiente di vita è un determinante rilevante di salute che tocca vari aspetti: l’aria, l’acqua, i suoli, gli agenti chimici ivi presenti e quelli fisici (radiazioni ionizzanti, non ionizzanti – campi elettromagnetici, rumore) per molti dei quali si sono accumulate prove convincenti di rischio per la salute (inquinamento dell’aria, residenza in aree o siti contaminati, consumo di acqua contaminata, esposizione a rumore, a radiazioni ionizzanti) e sospetto di effetti possibili per altre (campi elettromagnetici). I rischi legati alle varie esposizioni citate sono ben conosciuti, e sono ricapitolati anche nel PNP, senza necessità di una ridefinizione su scala regionale, per la quale necessita invece una caratterizzazione più precisa dell’esposizione. Non esistono infatti stime corrette di esposizione e di impatto sulla salute nella nostra Regione per gran parte delle esposizioni ambientali citate. Vi sono numerose esperienze specifiche limitate nello spazio (singole città o aree) e nel tempo, in alcuni casi non aggiornate, in altri mancanti del tutto, e manca una visione complessiva e completa dell’impatto sanitario dei rischi ambientali a livello regionale, e della conoscenza della localizzazione regionale dei principali problemi. In passato sono state usate stime nazionali o internazionali per documentare la rilevanza del problema, ma senza definire quantitativamente e puntualmente in modo corretto la dimensione regionale del rischio per la salute umana e animale per molti agenti ed inquinanti. Sugli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico sono stati aggiornati recentemente i rischi per la città di Torino (periodo 2006-2010) e si dispone di stime nazionali tramite il progetto EPIAIR applicabili al resto della Regione; per gli effetti a lungo termine sono disponibili i risultati degli studi di coorte del progetto ESCAPE pubblicati tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, che coinvolgeva anche una coorte torinese, anch’essi utilizzabili per la stima a livello regionale. Per i siti contaminati di interesse nazionale presenti in Regione (Balangero, Casale Monferrato, Valle Bormida, Serravalle Scrivia, Pieve Vergonte) sono disponibili i risultati dello studio nazionale SENTIERI con misura dei rischi di mortalità a livello comunale e sono disponibili approfondimenti sub-comunali per alcuni altri siti (Spinetta Marengo, Serravalle Scrivia); mancano informazioni su altre aree di interesse regionale. Sul rumore vi sono state esperienze di studio degli effetti in aree aeroportuali (Progetti europeo HYENA e ENNAH, nazionale CCM SERA) che hanno permesso di conoscere in dettaglio i livello di rischio per varie categorie di esposizione. Inquinamento indoor La qualità dell’ambiente indoor è un importante determinante di salute sia perché i livelli di inquinamento dell’aria indoor sono maggiori rispetto a quelli outdoor per numerose classi di inquinanti, sia per la prolungata permanenza della popolazione all’interno degli ambienti chiusi (fino al 90% del proprio tempo), e per il fatto che i gruppi più vulnerabili trascorrono negli ambienti chiusi una percentuale di tempo anche più elevata rispetto al resto della popolazione. Si stima che in Europa l’inquinamento indoor sia responsabile del 4,6% delle morti per tutte le cause e del 31% delle inabilità espresse in DALY nei bambini da 0 a 4 anni di età (Valent et al., Lancet, 2004). Circa il 13% dei casi di asma dei bambini europei è
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correlabile a un eccesso di umidità negli edifici (2009, WHO guidelines for indoor air quality: dampness and mould).Evidenze di efficacia degli interventi previsti. Lo strumento proposto, affiancato da azioni di formazione verso i progettisti (soggetto proponente) e i tecnici delle amministrazioni locali (ente autorizzante), può portare ad una riduzione se non ad un annullamento dell'incidenza della problematica Radon sugli edifici di nuova realizzazione. Impatto sulle disuguaglianze. Tale tipo di approccio, basato sulla valutazione degli impatti ambientali e della stima dell’impatto sanitario, ha come scopo la riduzione delle disuguaglianze di salute informando i responsabili politici/decisori circa l’esistenza di una particolare situazione di rischio, fornendo la stima del possibile impatto sanitario; il disporre di tali informazioni consentirà di indirizzare le scelte politiche e la programmazione del territorio nella consapevolezza dei possibili impatti sanitari e, se del caso, raccomandare e/o incentivare le azioni mitigative.L’aumento delle conoscenze del fenomeno in provincia di Trento fornirà strumenti e indicazioni per la pianificazione territoriale, con ricadute possibilmente positive in termini di salute per la popolazione generale; lo stesso strumento permetterà inoltre di indirizzare opportune azioni mitigative e compensative del rischio.Infine, estendendo a una più larga fascia di persone l’accesso a informazioni sui rischi potrà favorire una maggiore consapevolezza, una corretta percezione e possibili azioni correttive applicabili dal singolo cittadino. Sistemi di sorveglianza impiegati per programmazione, monitoraggio e valutazione. Il monitoraggio dell’attività dovrà prevedere la formulazione di un calendario di lavoro, con definizione degli obiettivi, della metodologia di indagine da adottare, rendicontazione (trimestrale o semestrale, a seconda della complessità del tema esaminato) e la produzione di reportistica al termine della mappatura del rischio (pubblicazioni, quaderni di lavoro, ecc).L’evidenza dell’efficacia del lavoro, nello specifico verrà valutata sulla base di parametri quali: percentuale di territorio indagato; condivisione dei risultati ottenuti da parte di Enti locali (percentuale di Comuni che adotteranno iniziative di comunicazione alla popolazione generale sul tema Radon) e cittadini (aumento della sensibilità sul tema Radon).Nel territorio trentino, come nel resto d'Italia, si effettuano misure puntuali dei livelli indoor di gas Radon nei luoghi di lavoro interrati e seminterrati (per obbligo normativo), nei luoghi pubblici (scuole, asili, Comuni) e nelle abitazioni private (su iniziativa private). Non esiste, a oggi, un’elaborazione sistematica delle misurazioni del parametro Radon su base geografica pubblica alla quale i soggetti interessati possano fare riferimento. Lo sviluppo di una mappa di probabilità di superamento di un determinato livello di concentrazione di Radon potrebbe costituire uno strumento utile a fini preventivi, riducendo i costi degli interventi per un’eventuale azione di risanamento/mitigazione.I servizi di prevenzione delle ASP, in particolare il Servizio Igiene e Sanità Pubblica, dedicano da sempre tempo e risorse al controllo dei rischi collegati all’ambiente indoor (domestico, strutture ricettive, scolastiche, socio-assistenziali, ricreative, carcerarie, ecc.). I rischi attinenti la sicurezza strutturale ed impiantistica, la sicurezza e salubrità degli oggetti che vengono a contatto delle persone (vestiario, giocattoli, attrezzature di uso domestico, ecc.), l’inquinamento chimico, fisico e biologico, i comportamenti individuali e/o organizzativi, sono affrontati attraverso le tradizionali e consolidate attività di vigilanza e controllo (valutazioni progettuali, autorizzazioni, ispezioni, campionamento). Tra queste attività, tuttavia, si trovano pratiche ormai obsolete, difficilmente sostenibili e probabilmente inutili, da superare a favore di nuove modalità di prevenzione coerenti con i contenuti del PNP e basate sulla informazione della popolazione, formazione dei professionisti, promozione di buone pratiche, gestione del rischio. Si intende sviluppare le seguenti strategie:
formare gli operatori del Sistema Sanitario Nazionale, delle Agenzie Regionali per l’Ambiente (ARPA), il personale scolastico, gli Amministratori e gli altri professionisti coinvolti (architetti, ingegneri, costruttori, ecc.) sulle buone pratiche per il miglioramento dell’ambiente indoor;
promuovere l’abbandono delle pratiche inutili e riorientare i sistemi di vigilanza e controllo in base alla graduazione del rischio, ridimensionando il tasso di ritualizzazione degli interventi ed elevando invece la capacità di cogliere i mutamenti e l’insorgere di nuovi rischi;
supportare il quadro conoscitivo in relazione al rischio radon. L’abitato e gli edifici sono sempre stati una materia centrale nelle attività della sanità pubblica. I medici igienisti hanno individuato nei requisiti igienico-sanitari della casa, nell’approvvigionamento dell’acqua, nella raccolta e nello smaltimento delle acque reflue e dei rifiuti e nella pianificazione urbanistica quelli che oggi definiremmo “determinanti” ambientali di salute ed hanno dedicato gran parte del loro impegno professionale allo studio e alle soluzioni di queste problematiche. Con il passaggio da una società di tipo
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rurale ad una di tipo industriale l’uomo ha cambiato il suo stile di vita, trascorrendo negli ambienti chiusi la quasi totalità del suo tempo. Tale cambiamento ha influenzato i criteri di progettazione degli spazi di vita e a livello teorico si sono andate affermando la consapevolezza e la necessità di un maggior comfort negli ambienti chiusi. Tuttavia negli ultimi anni, a fronte di questa accresciuta consapevolezza e nonostante i progressi e le conoscenze in campo edilizio e tecnologico, paradossalmente gli ambienti di vita, nella stragrande maggioranza dei casi, sono diventati sempre meno consoni alle esigenze individuali, inadeguati per dimensioni, pro- porzioni, materiali e apparecchiature, insalubri per ubicazione, esposizione, modalità, tecniche e materiali di costruzioni ed anche poco confortevoli. L’abitazione contemporanea è, purtroppo, del tutto inadeguata alla complessità delle funzioni e dei fenomeni che interagiscono nell’abitare, in quanto non si adatta alle necessità degli individui e delle comunità, ma ne modella le abitudini al suo schema e non si interessa allo stato dell’ambiente (Paolella, 2004). C’è anche da rilevare come le soluzioni individuate finora (ad es. l’installazione sistematica di impianti di condizionamento) per far fronte ai problemi determinati dai cambiamenti climatici, e, in particolare, dal caldo estivo nelle città, non sembrano molto razionali dal momento che comunque produrranno un ulteriore aumento della temperatura e dell’inquinamento, un eccessivo consumo di energia elettrica e favoriranno lo stazionamento forzato dentro le abitazioni soprattutto per gli anziani e i bambini, per la cui salute sono indispensabili il movimento, l’aria aperta e pulita e la socializzazione. Per ciò che riguarda la biocompatibilità (bios = vita), l’igiene ed il comfort, l’attuale situazione degli ambienti abitativi risulta sempre più critica: gli edifici ad uso abitativo sono quasi sempre inseriti in contesti poco salubri a causa dell’inquinamento atmosferico, acustico, elettromagnetico e della mancanza di verde. La pianificazione degli spazi pubblici dovrebbe essere tesa a ridurre l’estensione delle superfici costruite (lasciando intorno alla città una ‘cintura verde’ e progettando una rete di strade ‘verdi’ che con- sentano ai cittadini di vivere meglio la città) e a realizzare aree ricreative per rendere gli spazi urbani sicuri, rispondenti alle esigenze dei cittadini e stimolanti per la vita sociale. Nello scenario attuale la costruzione di edifici, quartieri, città decontestualizzati dall’ambiente in cui sono inseriti, induce gravi effetti psicologici: i problemi più diffusi nei centri abitati sono il sovraffollamento, che favorisce l’anonimato, la solitudine, l’atteggia- mento di difesa dall’altro con riduzione di empatia e solidarietà (P. Rognini, 2007).In passato le abitazioni erano autocostruite tenendo conto dell’esposizione al sole, delle correnti d’aria, dei materiali più adatti e delle esigenze della famiglia. Oggi non si usano più questi criteri perché le case il più delle volte sono costruite da imprese che per il proprio profitto mirano più alla quantità delle abitazioni prodotte che alla loro qualità e in questo modo l’aspetto igienico passa in secondo piano: gli spazi di vita sono assolutamente ridotti e poco funzionali (tanto che si verificano più spesso incidenti domestici), gli edifici sono orientati senza tenere conto dell’esposizione al sole e alle correnti d’aria (tanto da richiedere necessariamente sistemi spinti di riscaldamento e raffrescamento) e i materiali utilizzati spesso sono peri- colosi per la salute. Alla luce di studi condotti in Italia ed all’estero risulta che i luoghi chiusi presentano una concentrazione di sostanze inquinanti anche più elevata rispetto a quella misurata all’aperto, con conseguente peggioramento della qualità dell’aria indoor (IAQ). Tutto ciò comporta effetti fortemente negativi sulla salute umana venendosi a configurare quella che prende il nome di ‘Sindrome da Edificio Malato’ per indicare una serie di disturbi della salute connessi al soggiorno abituale in edifici insalubri. Bisogna anche considerare i cambiamenti demografici che si sono verificati nel nostro paese con una percentuale di popolazione anziana che sfiora il 25% e con un conseguente aumento delle disabilità croniche. La necessità di un ambiente di vita confortevole ha particolare importanza per gli anziani ed i portatori di handicap: la progettazione di edifici deve prevedere criteri di accessibilità per garantire una migliore fruibilità anche da parte di questi attori sociali che troppo spesso ancora risentono di una ridotta possibilità di accesso e fruizione degli spazi di vita. Se si considera che nelle società sviluppate le persone trascorrono il 90% del proprio tempo in ambienti chiusi e che il 50% della popolazione mondiale vive ‘stipata’ nei principali centri urbani-industriali si può facilmente comprendere la portata del problema per la sanità pubblica. Nell’affrontare questa problematica bisogna anche tener conto dei numerosi interessi economico-finanziari che si nascondono dietro il mercato immobiliare e che rendono difficile qualsiasi azione che vada nella direzione di un’attenzione particolare alla qualità, all’ambiente e alla salute. La biocompatibilità degli edifici è un aspetto fondamentale, ma non sufficiente. La composizione dei caratteri dell’edificio deve essere rivolta al miglioramento delle condizioni complessive del sistema ambientale all’interno del quale si inserisce e la cui qualità è strettamente connessa al benessere dell’individuo (eco- compatibilità). Tra i settori responsabili dell’impiego dei combustibili fossili l’energia impiegata nel settore residenziale e terziario, composto per la
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maggior parte di edifici, rappresenta oltre il 40% del consumo finale di energia. Essendo questo settore in espansione, i suoi consumi di energia e quindi le sue emissioni di biossido di carbonio sono destinati ad aumentare. Per questi motivi il settore edilizio deve avere un ruolo centrale nell’attuazione di politiche di sviluppo sostenibile e di risparmio energetico per il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. Risulta quindi importante sperimentare sistemi di ecogestione degli edifici con l’obiettivo di minimizzare i consumi energetici e contribuire al miglioramento della qualità ambientale e alla prevenzione dei danni alla salute. Un edificio ecocompatibile (oikos = casa, in senso lato ambiente) inserito in un contesto salubre, costruito con materiali sicuri per la salute e progettato per usufruire al meglio delle fonti luminose e delle correnti d’aria non può ancora essere considerato ecocompatibile. Per esserlo deve essere il più possibile autosufficiente dal punto di vista energetico, dotato di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, di sistemi per il recupero delle acque e per la riduzione e differenziazione di rifiuti, costruito con materiali riciclabili (art.37 LR 1/2005).Tenendo conto che l’uomo utilizza annualmente il 20% in più delle risorse naturali che la terra può pro- durre innescando un ‘debito ecologico’ da cui è difficile ‘rientrare, l’ecocompatibilità diviene un aspetto fondamentale nella costruzione degli edifici in quanto la riduzione dell’impatto ambientale, e quindi il miglioramento della qualità dell’ambiente, è un vantaggio per la salute dell’intera collettività. Per questi motivi lo sviluppo di soluzioni per un’edilizia sostenibile si fa sempre più urgente e necessario. Sensibilizzazione al corretto uso della telefonia cellulare Utilizzare i telefoni mobili è diventata una consuetudine. Il fenomeno è dilagante e la metà degli utilizzatori è rappresentata da bambini e giovani adulti. Si stanno inoltre diffondendo nelle case, negli uffici e nelle aree pubbliche (dagli aeroporti, alle aree urbane, alle scuole) altre tecnologie wireless per l'accesso a internet ad alta velocità. La diffusione a livello planetario dell'uso di telefoni mobili ha sollevato, sia nella popolazione generale sia nel mondo scientifico, preoccupazioni riguardo ai possibili rischi per la salute legati ai campi elettromagnetici ad alta frequenza (Cem-Rf) da questi generati, soprattutto in relazione all'insorgenza di tumori cerebrali. Sulla base delle vigenti normative di omologazione di tali apparati, ogni dispositivo mobile ha un Sar caratteristico (tasso di assorbimento specifico di energia), che deve essere reso noto dalla casa produttrice. A fronte di un limite massimo di 2 W/kg (limite fissato dall'Icnirp per esposizione di testa e tronco e adottato dalle norme di omologazione dei cellulari), i cellulari possono arrivare a livelli di oltre 1,5 W/kg (Figà Talamanca, 2012). Numerosi studi condotti principalmente da Hardell del Dipartimento di Oncologia University Hospital di Örebro in Svezia, hanno evidenziato incrementi di rischio statisticamente significativi e consistenti in particolare per astrocitomi e neurinomi del nervo acustico dopo 10 anni o più di latenza o di uso continuato di cellulari analogici e digitali. Un gruppo di ricercatori canadesi (Deadman, Infante) ha evidenziato che l'esposizione della madre durante la gravidanza a campi elettromagnetici a Rf incrementa il rischio di sviluppo di leucemia nei bambini tra 0 e 9 anni. Tali ricerche confermerebbero il fatto che il feto e i neonati siano molto più vulnerabili degli adulti, come accade per numerosi altri fattori di rischio. Alcuni studi condotti da un gruppo di ricercatori (Divan HA, Kheifets L, Obel C, et al) dell'Università di Ucla (Los Angeles – CA) hanno di recente evidenziato che l'esposizione prenatale e postnatale dei bambini ai campi elettromagnetici emessi dai cellulari è associato a un incremento significativo di problemi comportamentali e disturbi psichiatrici e neurologici in età scolare. Sebbene questi studi necessitino ancora di conferme gli autori hanno comunque posto l'attenzione su una maggiore suscettibilità del feto e dei bambini piccoli e non solo su effetti di tipo cancerogeno, ma anche su altre patologie, soprattutto a carico del sistema nervoso. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) ha classificato i Cem-Rf come “possibili cancerogeni per l'uomo” in relazione all'insorgenza di glioma e neurinoma del nervo acustico. Altri aspetti importanti sono le relazioni tra uso del telefono in automobile e rischio di incidenti stradali. E' stato riportato un aumento fino a 4 volte del rischio, legato non solo all'impedimento fisico, ma anche alla distrazione (Mc Evoy, 2005), e uso dei cellulari in ore notturne e sintomi di stanchezza/distraibilità/problemi di apprendimento negli adolescenti (Van den Bulck J.) La tutela dei bambini: istruzioni per l'uso. Una maggiore vulnerabilità dei bambini ai Cem Af da telefoni mobili è stata ipotizzata in considerazione del lungo periodo di esposizione potenziale che i bambini hanno davanti a sé e soprattutto sulla base delle differenze biologiche tra bambini e adulti. In età pediatrica infatti, il sistema nervoso centrale è in crescita, fino ai 18 anni i tessuti ossei, come il cranio, hanno spessori minori, il tessuto cerebrale conduce meglio e ha un maggior assorbimento di energia a Rf da Tm a causa del maggior tenore idrico e dell'elevata concentrazione ionica (Kheifets et al, 2005; Figà Talamanca, 2012). Pertanto appare giustificata
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l'applicazione del principio di precauzione. La risoluzione 1815/2011 del Consiglio d'Europa raccomanda espressamente di adottare tutte le misure ragionevoli per ridurre l'esposizione dei bambini e dei soggetti giovani a Cem, specialmente a Rf da telefoni cellulari; ridurre i livelli di esposizione soprattutto nelle zone di permanenza (scuole, zone residenziali, nei parchi gioco etc); segnalare le aree wireless con indicazioni sui possibili effetti sulla salute; prediligere le reti cablate e regolare severamente l'uso del telefonino dentro le scuole; introdurre una chiara etichettatura che indichi la presenza di microonde o campi elettromagnetici, la potenza di trasmissione o il Sar del dispositivo e qualsiasi rischio per la salute connesso con l'utilizzo; promuovere campagne di informazione. Numerosi enti e istituzioni nazionali e internazionali (tra i principali l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i Ministeri della Salute inglese, canadese, tedesco, francese e, nel 2011, quello italiano) hanno emanato utili raccomandazioni al fine di ridurre l'esposizione a Cem-Rf generati da telefoni mobili. Esposizione ad agenti fisici: UV È necessario definire un programma articolato di prevenzione che, pur scontando la difficoltà legata all’enorme numero di esercizi presenti nel territorio piemontese, dovrà comunque cercare di assicurare verifiche rappresentative della situazione nelle singole ASP. Appare quindi indispensabile garantire la prosecuzione dei controlli sinora svolti per le attività di vigilanza, già consolidate e programmate secondo le esigenze locali, nel contempo dovrà essere assicurato un controllo sistematico, concordato con la struttura preposta dell’ARPA, finalizzato alla misurazione delle effettive emissioni delle apparecchiature presenti in almeno un centro estetico per ciascuna ASP della Regione. Occorre però ricordare che la sola attività di vigilanza non è da ritenersi sufficiente per una prevenzione efficace in questo settore. Affinché si diffonda maggiormente tra gli utenti di questi centri estetici e tra gli stessi operatori la consapevolezza dei possibili rischi per la salute connessi all’utilizzo di queste apparecchiature, devono essere avviate attività di formazione ed educazione alla salute affinché, nell’ambito di un approccio al consumo più consapevole, possa essere assicurato il massimo rispetto delle condizioni di sicurezza. La Radiazione Ultravioletta (RUV) appartiene al sottoinsieme delle Radiazioni Elettromagnetiche Non Ionizzanti (NIR, Non Ionizing Radiation) e occupa la regione spettrale da 100 a 400 nanometri (nm) a cui corrispondono energie dei fotoni comprese fra 12,4 e 3,1 (eV) rispettivamente. Detta regione spettrale è stata ulteriormente suddivisa dalla Commissione Internazionale de l’Eclairage (CIE) in tre bande contigue, denominate: − UVA (400÷315 nm, 3,1÷4 eV), − UV-B (315÷280 nm), (4÷4,4 eV) − UV-C (280÷100 nm, 4,4÷12 eV) Nella letteratura medica, soprattutto, si riscontrano anche limiti di banda differenti da quelli stabiliti dalla CIE. Alle volte la regione UV-B si estende da 280 a 320 nm e la regione UV-A è ulteriormente suddivisa in UV-A2 (320÷340 nm) e UV-A1 (340÷400 nm). L’occhio e la pelle sono i due “bersagli critici” nell’esposizione alla radiazione Ultravioletta. La qualità degli effetti, la loro gravità, o la probabilità che alcuni di essi si verifichino dipendono dalla esposizione radiante, dalla lunghezza d’onda della radiazione e, per quanto riguarda alcuni effetti sulla pelle, dalla fotosensibilità individuale che è una caratteristica geneticamente determinata. Considerati dal punto di vista del loro decorso temporale gli effetti prodotti sull’occhio e sulla pelle possono essere suddivisi in: a) effetti a breve termine o da esposizione acuta con tempi di latenza dell’ordine di ore, giorni; b) effetti a lungo termine o da esposizione cronica con tempi di latenza di mesi, anni. In generale per ciascun effetto acuto è possibile stabilire “la dose soglia” al di sotto della quale l’effetto non si verifica. La maggior parte degli effetti a lungo termine hanno natura diversa dagli effetti acuti e la loro probabilità (carcinoma cutaneo) o la loro gravità (fotoinvecchiamento della pelle) è tanto maggiore quanto più è elevata la dose accumulata dall’individuo. Parametri di valutazione del rischio e valori limite La quantità utilizzata ai fini protezionistici per quantificare il rischio di insorgenza di danno per patologie fotoindotte della pelle è l’Esposizione radiante efficace o Dose efficace, Heff, definita dalla relazione: Heff = λ tλ E(λ,t) S(λ)dλdt = t Eeff (t) dt [Jeff/m2 ] Dove:
• E (λ, t)= irradianza spettrale [W.m-2.nm-1] • S(λ)= Spettro di azione dell’efficacia spettrale della radiazione, ai fini del rischio di danno biologico
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Eeff(t)= Irradianza efficace (irradianza spettrale ponderata con la curva di ponderazione definite dallo spettro di azione. Sono stati definiti differenti spettri di azione in reazione agli effetti biologici di interesse . La reazione cutanea ad UV che è stata meglio studiata e descritta in termini dose-risposta è l’eritema. Lo spettro di azione per induzione di eritema è stato standardizzato dalla CIE (Commission International d’Eclairage), e viene correntemente impiegato anche come curva di ponderazione per altre patologie della pelle fotoindotte, quali i tumori cutanei. La “Dose Minima per l’Eritema” (MED) viene impiegata per descrivere le potenzialità della radiazione UV nell’indurre la formazione dell’eritema e 1 MED viene definita come la dose di UV efficace in grado di provocare un arrossamento percettibile della pelle umana non precedentemente esposta al sole. Comunque, poiché le persone non sono ugualmente sensibili alla radiazione UV a causa delle differenti capacità di autodifesa della pelle (pigmentazione), 1 MED varia fra le popolazioni europee in un intervallo compreso fra 200 e 500 ( J/m2). Nella tabella 2 è possibile consultare i valori di MED per differenti tipi di pelle secondo le norme DIN-5050. La dose minima Heff per induzione di eritema dipende dal fototipo del soggetto esposto. Per soggetti caucasici debolmente pigmentati tale dose è nell’intervallo 60 to 300 Jeff/m2.Target di questa azione dipendenti delle strutture ASP,enti locali e popolazione. L’Indice UV è un indice che basandosi sulla posizione del sole, sulla nuvolosità prevista, sull'altitudine, sui dati dell'ozono, predice l'intensità della radiazione ultravioletta solare giornalmente. La scala dell'indice UV va da un minimo di 1 ad un massimo di 12, più l'indice è alto, più forte è l'intensità degli UV. Le strategie individuate per contrastare i fattori di rischio sopra citati, tenendo conto delle attività già previste nell’ambito dei piani verticali di settore, sono di seguito riportate:
1. Al fine di supportare le Amministrazioni nella valutazione degli impatti sull’ambiente e, quindi, sulla salute, è fondamentale l’implementazione di strumenti che facilitino l’integrazione tra i servizi ambientali e sanitari sul territorio. In relazione alle valutazioni preventive degli impatti sulla salute è necessario mettere a punto strumenti che siano in grado di integrare i dati epidemiologici e ambientali disponibili (in combinato con eventuali altri dati di contesto di tipo demografico e socio-economico) al fine di orientare la valutazione degli impatti e la presa di decisione in un’ottica integrata che non tralasci aspetti-chiave dell’azione di prevenzione. Al tempo stesso è necessario che i proponenti dei progetti oggetto di valutazione abbiano a disposizione strumenti in grado di orientarli nella messa a punto di studi di impatto ambientale che tengano in adeguata considerazione i potenziali impatti di salute degli interventi proposti. È necessario inoltre disporre di linee di indirizzo operative per azioni appropriate rispetto al livello di rischio ambientale e sanitario ipotizzato, per una corretta comunicazione dei dati ambientali e sanitari e di una regia competente e autorevole della risposta istituzionale. Sebbene negli ultimi decenni si sia assistito a una rapida espansione delle metodologie di studio e di ricerca circa le relazioni tra esposizioni ambientali ed esiti sanitari, ancora oggi la valutazione degli impatti sanitari delle modificazioni ambientali indotte dalle politiche settoriali soffre di una mancanza di integrazione e sistematicità. L’attivazione di programmi intersettoriali basati su solide prove di efficacia può rappresentare, quindi, un elemento di forte innovazione nella programmazione nazionale e regionale. In questo contesto l’attuazione del DL 207/2012 e del DM 24/04/2013 mette a disposizione delle amministrazioni strumenti per poter indirizzare le azioni volte a mitigare, attraverso il riesame delle AIA, il rischio sanitario e ambientale nelle aree interessate dagli stabilimenti di preminente interesse pubblico al fine di accelerarne il risanamento sanitario e ambientale. Al tempo stesso è necessario migliorare le conoscenze ambientali con misurazioni che restituiscano elementi per individuare il livello di fondo (background) di alcuni contaminanti prioritari per le esposizioni della popolazione. Target: popolazione esposta a rischio Setting: ASP e distretti sanitari Gruppi d'interesse: Operatori del sistema sanitario e ambientale, amministrazioni locali, progettisti, generalità della popolazione.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 249 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute.
8.2.8 Adozione di interventi per la prevenzione e la riduzione delle esposizioni in un ottica di appropriatezza e di sostenibilità delle azioni.
8.2.8.1 Promuovere le buone pratiche in materia di sostenibilità ed eco-compatibilità nelle costruzioni /ristrutturazioni anche in relazione al rischio radon 8.2.8.2 Sensibilizzare la popolazione sul corretto uso delle telefonia cellulare 8.2.8.3 Sensibilizzare la popolazione soprattutto i giovani e i professionisti coinvolti sui rischi legali all’eccessiva esposizione a radiazioni UV
8.2.8.1.1 Approvazione di linee guida per orientare i regolamenti edilizi in chiave eco-compatibile 8.2.8.2.1 Interventi di promozione del corretto uso dei telefoni cellulari con particolare attenzione al target di età pediatrica 8.2.8.3.1 Interventi informativi alla popolazione in particolare ai giovani e giovanissimi sui rischi legati all’eccessiva esposizione agli UV
1)Recepimento linee guida regionali per l’avvio del monitoraggio delle buone pratiche 2)Campagna di formazione per educare a un corretto utilizzo dei telefoni cellulari 3) Campagna di informazione sulle problematiche legate ai raggi UV
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 250 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
1)Promuovere le buone politiche in materia di sostenibilità ed eco-compatibilità nelle costruzioni /ristrutturazioni anche in relazione al rischio radon 2) Sensibilizzare la popolazione sul corretto uso delle telefonia cellulare 3 )Sensibilizzare la popolazione soprattutto i giovani e i professionisti coinvolti sui rischi legali all’eccessiva esposizione a radiazioni UV
1) Approvazione di linee guida per orientare i regolamenti edilizi in chiave eco-compatibile
2) Interventi di
promozione del corretto uso dei telefoni cellulari con particolare attenzione al target di età pediatrica
3) Interventi informativi
alla popolazione in particolare ai giovani e giovanissimi sui rischi legati all’eccessiva esposizione agli UV
DASOE
Risultati attesi
1)Recepimento linee guida regionali per l’avvio del monitoraggio delle buone pratiche 2)Campagna di formazione per educare a un corretto utilizzo dei telefoni cellulari 3) Campagna di informazione sulle
problematiche legate ai raggi UV
ATTIVITA’ Mezzi Indicatori
A1 R1 A2.1 A2.2 R2 A3.1 A3.2 A3.3
Attuazione linee di indirizzo regionale Realizzazione di protocolli d’intesa con dirigenti scolastici, PLS, ARPA Realizzare una campagna di formazione rivolta alla popolazione scolastica ed alle famiglie Istituzione tavolo tecnico tra ASP, categorie professionali (estetisti, parrucchieri, dermatologi) Realizzazione di un pacchetto formativo rivolto agli operatori Corsi di formazione per operatori Realizzazione di pacchetti formativi per responsabili lavoratori outdoor (agricoltori, muratori, marinai…) Corsi di formazione per responsabili lavoratori outdoor
SI/NO n. protocolli n. incontri realizzati SI/NO SI/NO n. corsi SI/NO n. corsi
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 251 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
Azione 8.2.8 8.2.8.1.1 8.2.8.2.1 8.2.8.3.1
SI 100% 100%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte
verifica Valore al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018
8.2.8.1 Promuovere le buone politiche in materia di sostenibilità ed eco-compatibilità nelle costruzioni /ristrutturazioni anche in relazione al rischio radon 8.2.8.2 Sensibilizzare la popolazione sul corretto uso delle telefonia cellulare 8.2.8.3 Sensibilizzare la popolazione soprattutto i giovani e i professionisti coinvolti sui rischi legali all’eccessiva esposizione a radiazioni UV
attuazione linee di indirizzo regionale protocolli d’intesa campagna di formazione tavolo tecnico pacchetto formativo per operatori corsi di formazione pacchetti formativi per responsabili lavoratori outdoor corsi di formazione per responsabili lavoratori outdoor
si/no n. protocolli d’intesa n. incontri si/no si/no n. corsi si/no n. corsi
n r
n.r si
n.r. 1 1/distretto si si 1/distretto si 1/distretto
si 1 1/distretto si si 1/distretto si 1/distretto
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 252 ~
MACRO OBIETTIVO 9 Ridurre la frequenza di infezioni/malattie infettive
prioritarie
PROGRAMMI REGIONALI
9.1 Consolidamento del sistema di sorveglianza delle malattie infettive con particolare riguardo alla sorveglianza speciale su Morbillo e Rosolia congenita. Ampliamento della copertura della popolazione regionale con anagrafe vaccinale informatizzata anche ai fini dei target previsti di percentuali di copertura
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 253 ~
Azione 9.1.1– PRP 2014/2018 Consolidamento della sorveglianza epidemiologica e integrazione
delle fonti Razionale: Una efficace sorveglianza epidemiologica serve non solo a quantificare le malattie, ma è indispensabile per conoscere i determinanti, i rischi e soprattutto la valutazione dell’impatto degli interventi di prevenzione, ma per risultare veramente efficace le rilevazioni dei dati devono essere continue, regolari e semplici. È necessario che inoltre vengano attivati dei sistemi informativi omogenei sia nell’ambito del setting aziendale che nelle varie articolazioni del Servizio Sanitario Nazionale della nostra Regione e sia nei vari gruppi d’interesse a vario titolo interessati.. Il contrasto alla diffusione delle malattie infettive prevede quel complesso di interventi integrati, più volte citati, che comprendono la corretta informazione ed educazione dei soggetti, la promozione della immunizzazione attiva e la profilassi per i soggetti esposti, la tempestività e la qualità delle diagnosi, l’appropriatezza e la completezza dei trattamenti terapeutici, il monitoraggio degli esiti degli interventi e dei loro eventuali eventi avversi. Al fine di realizzare i superiori interventi integrati sono necessarie le risorse umane professionali dedicate che ci si propone di formare a questo scopo pianificando una rete di attribuzioni di responsabilità nell’ambito dell’organizzazione del Servizio SPEMP.
Obiettivo Specifico 9.1.1.1
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Gaspare Canzoneri U O C SPEMP
Dott Stefano Giaramida U.O.S Igiene e sanità pubblica C/vetrano
Target: Sistema sanitario Setting: Dipartimento di Prevenzione Gruppi d'interesse: personale Sanitario UOC SPEMP
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 254 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
9 Ridurre la frequenza delle infezioni /malattie infettive prioritarie
9.1.1 Consolidamento della sorveglianza epidemiologica e integrazione delle fonti
9.1.1.1 Aumentare la frequenza di identificazione e caratterizzazione dell’agente patogeno per le malattie prioritarie
9.1.1.1.1 Proporzione di casi di morbillo rosolia notificati per i quali è stato svolto l’accertamento in laboratorio 9.1.1.1.2 Proporzione di casi di morbillo e di rosolia notificati per il quale è stato svolto l’accertamento di laboratorio per la genotipizzazione virale
Pianificazione delle procedure aziendali per la corretta gestione dell’identificazione e caratterizzazione dell’agente patogeno
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
9.1.1.1 Aumentare la frequenza di identificazione e caratterizzazione dell’agente patogeno per le malattie infettive prioritarie
9.1.1.1.1 9.1.1.1.2
DASOE
Risultato attesi
Pianificazione delle procedure aziendali per la corretta gestione dell’identificazione e caratterizzazione dell’agente patogeno
Report
SPEMP
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1 A1.2 A1.3 A1.4 R
Attribuire ai referenti degli uffici d’Igiene Pubblica comunali la gestione di tutte le fasi del processo: dalla notifica all’inchiesta epidemiologica Attribuzione al responsabile distrettuale degli uffici d’Igiene Pubblica tutte le fasi del campionamento Individuazione di un referente del Servizio SPEMP per il trasporto dei campioni al laboratorio regionale di riferimento Incontri formativi con i referenti comunali e distrettuali
Direttiva servizio SPEMP Direttiva servizio SPEMP Ordine di servizio Corsi di formazione
Atti servizio SPEMP
Assegnazione di personale e mezzo di trasporto dedicato
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 255 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
9.1.1.1
9.1.1.1.1 proporzione di casi di morbillo rosolia notificati per i quali è stato svolto l’accertamento in laboratorio 9.1.1.1.2 Proporzione di casi di morbillo e di rosolia notificati per il quale è stato svolto l’accertamento di laboratorio per la genotipizzazione virale
>80%
>80%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
Pianificazione delle procedure aziendali per la corretta gestione dell’identificazione e caratterizzazione dell’agente patogeno
Direttiva servizio SPEMP
SI
SI
Direttiva servizio SPEMP
Si
SI
Ordine di servizio
Si
SI
Corsi di formazione
SI SI
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 256 ~
CRONOGRAMMA ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Ge Fe Mar Ap Ma Gi Lu Ag Set Ot No Dic
A1.1
A1.2
A1.3
A1.4
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 257 ~
Obiettivi Specifici 9.1.1.2 - 9.1.1.3
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott Gaspare Canzoneri U. O. C. SPEMP Dott Stefano Giaramida U.O.S Igiene e Sanità Pubblica C/vetrano
Target: Sistema sanitario Setting: Dipartimento di Prevenzione ICT, P.O. pubblici e privati Gruppi d'interesse: personale Sanitario UOC SPEMP e altri presidi sanitari ASP pubblici e privati MMG, PLS,
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
9 Ridurre la frequenza /malattie infettive prioritarie
9.1.1 Consolidamento della sorveglianza epidemiologica e integrazione delle fonti
9.1.1.2 Informatizzare i sistemi di sorveglianza per le malattie infettive in modo interoperabile 9.1.1.3 Aumentare le segnalazioni delle malattie infettive da parte degli operatori sanitari ( MMG, medici ospedalieri, laboratoristi)
9.1.1.2.1 Proporzione di notifiche inserite nel sistema informative per le malattie infettive/malattie infettive da fonte SDO 9.1.1.3.1 Proporzione di casi di malattia batterica invasiva notificati per i quali è stato svolto l’accertamento di laboratorio e per i quali esiste una diagnosi etiologica
Aumentare le segnalazioni di malattie infettive da parte di tutti gli operatori sanitari anche con l’attivazione di una rete informatica Aziendale (intranet)
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 258 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
9.1.1.2 Informatizzare i sistemi di sorveglianza per le malattie infettive in modo interoperabile 9.1.1.3 Aumentare le segnalazioni delle malattie infettive da parte degli operatori sanitari ( MMG, medici ospedalieri, laboratoristi)
9.1.1.2.1
9.1.1.3.1
DASOE
Assegnazione di mezzi tecnologici e personale dedicato.
Risultato atteso
Aumentare le segnalazioni di malattie infettive da parte di tutti gli operatori sanitari anche con l’attivazione di una rete informatica Aziendale (intranet)
SPEMP
Assegnazione di mezzi tecnologici e personale dedicato
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1 A1.2 A1.3 A1.4
Diffusione della “ cultura “ della notifica delle malattie infettive ai MMG, PLS e personale sanitario dei P.O. e ambulatori specialistici anche attraverso specifici corsi di formazione professionale. Contati con responsabile UO ICT finalizzati a utilizzare la piattaforma informatica del servizio Vaccinale anche come piattaforma di notifica informatizzata per le malattie infettive. Utilizzo pagina Web “Vaccinazioni “ per diffusione cultura notifica Estendere all’azione 9.1.1.3 la pianificazione delle procedure aziendali per la corretta gestione dell’identificazione e caratterizzazione dell’agente patogeno previste per l’azione 9.1.1
Corsi di formazione specifici Materiale informativo
Attestati corsi di formazione Atti SPEMP
Assegnazione di adeguati mezzi tecnologici e personale dedicato Attivazione rete intranet da parte ICT
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 259 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
9.1.1.2 Informatizzare i sistemi di sorveglianza per le malattie infettive in modo interoperabile
9.1.1.2.1 Proporzione di notifiche inserite nel sistema informative per le malattie infettive/malattie infettive da fonte SDO
100% 100%
9.1.1.3 Aumentare le segnalazioni delle malattie infettive da parte degli operatori sanitari ( MMG, medici ospedalieri, laboratoristi
9.1.1.3.1 Proporzione di casi di malattia batterica invasiva notificati per i quali è stato svolto l’accertamento di laboratorio e per i quali esiste una diagnosi etiologica
>50%
>50%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
Aumentare le segnalazioni di malattie infettive da parte di tutti gli operatori sanitari anche con l’attivazione di una rete informatica Aziendale (intranet)
Attivazione rete intranet aziendale
SI/NO
SI SI
Corsi di formazione Corsi effettuati/corsi previsti(6)
50%
N° comunicazioni su sito WEB
2/anno 50%
Indicatori azione 9.1.1
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 260 ~
Obiettivo Specifico 9.1.1.4
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott Gaspare Canzoneri U.O.C. SPEMP Dott Stefano Giaramida U.O.S Igiene e Sanità Pubblica C/vetrano
Target : Servizio Sanitario Nazionale Setting: Ospedali , UOC Malattie Infettive, Laboratorio Analisi, SPEMP Gruppi d'interesse: Personale Sanitario delle UOC di cui al setting
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
9 Ridurre la frequenza di infezioni /malattie infettive prioritarie
9.1.1 Consolidamento della sorveglianza epidemiologica e integrazione delle fonti
9.1.1.4 Ridurre i rischi di trasmissione delle malattie infettive croniche o di lunga durata (TBC, HIV).
9.1.1.4.1 Proporzione di casi di TBC polmonare e infezione tubercolare latente persi nel follow-up 9.1.1.4.2 Proporzione di nuove diagnosi da HIV late presenter (CD4 <350/IL indipendentemente dal numero di CD4/soggetti con nuova diagnosi di HIV
Potenziare i servizi territoriali di pneumologia su base distrettuale finalizzate al monitoraggio del follow-up dei soggetti affetti da TBC Pianificazione delle procedure aziendali per la corretta gestione del paziente sia in termini di sorveglianza epidemiologica sia in termini terapeutici.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 261 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
9.1.1.4 Ridurre i rischi di trasmissione delle malattie infettive croniche o di lunga durata (TBC, HIV).
9.1.1.4.1 9.1.1.4.2
Direzione Sanitaria Aziendale
Risultati attesi
Potenziare i servizi territoriali di pneumologia su base distrettuale finalizzate al monitoraggio del follow-up dei soggetti affetti da TBC Pianificazione delle procedure aziendali per la corretta gestione del paziente sia in termini di sorveglianza epidemiologica e di prevenzione sia in termini terapeutici
Atti Report
Staff della Direzione Sanitaria per la sorveglianza e il controllo della TBC
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1 A1.2 A1.3 A1.4 A1.5
Attribuire ai referenti di specifiche strutture distrettuali la gestione di tutte le fasi del processo: dalla notifica all’inchiesta epidemiologica al counseling e alla terapia Attribuzione al referente distrettuale degli uffici Incontri formativi con i referenti comunali e distrettuali Predisporre gli atti per l’acquisto dei test specifici di laboratorio per la ricerca del virus HIV delle persone a rischio e per tutti gli accessi alle strutture sanitarie in anonimato Costituzione gruppo di lavoro tra le UOC Laboratorio Analisi – Malattie Infettive – SPEMP . Applicare le eventuali apposite direttive, finalizzate all’individuazione dei soggetti che all’anamnesi presentano esposizione all’HIV , che la Direzione Sanitaria Aziendale determinerà di adottare
Direttiva del servizio Direttiva servizio
Assegnazione di personale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 262 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
9.1.1.4
9.1.1.4.1 Proporzione di casi di TBC polmonare e infezione tubercolare latente persi nel follow-up 9.1.1.4.2 Proporzione di nuove diagnosi da HIV late presenter (CD4 <350/IL indipendentemente dal numero di CD4/soggetti con nuova diagnosi di HIV
<50%
<50%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
Ridurre i rischi di trasmissione delle malattie infettive croniche o di lunga durata (TBC, HIV).
Direttiva Direzione Sanitaria Aziendale
si
Direttiva Servizio specifico territoriale
Si
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 263 ~
Obiettivo Specifico 9.1.2.1
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott Gaspare Canzoneri U.O.C. SPEMP Dott Stefano Giaramida U.O.S Igiene e Sanità Pubblica C/vetrano
Target: Operatori del servizio vaccinale Setting: Servizio Vaccinale
Gruppi d'interesse : MMG ,PLS, Anagrafe Comunale
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
9 Ridurre la frequenza di infezioni /malattie infettive prioritarie
9.1.1 Consolidamento della sorveglianza epidemiologica e integrazione delle fonti
9.1.2.1 Completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali interoperabili a livello regionale e nazionale tra di loro e con altre basi di dati (malattie infettive, eventi avversi, residente/assistiti)
9.1.2.1.1 Proporzione della popolazione regionale coperta da anagrafe regionale informatizzata
Copertura vaccinale informatizzata per tutta l’ASP di Trapani riversando i dati delle vaccinazioni effettuate negli anni precedenti sul “Cruscotto Anagrafe Vaccinale“, a partire dall’anno 2007 ad oggi
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 264 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
9.1.2.1 Completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali interoperabili a livello regionale e Nazionale tra di loro e con altre basi di dati (malattie infettive, eventi avversi,residenti/assistiti)
Proporzione della popolazione regionale coperta da anagrafe regionale informatizzata
DASOE
Dotazione ai centri delle strumentazioni adeguate
Risultato attesi
R1 Completamenti dell’informatizzazione dell’anagrafe vaccinale sul “Cruscotto Anagrafe Vaccinale“ dell’ASP di Trapani dall’anno 2007 ad oggi
DASOE
Tempestività di intervento da parte dell’U.O. ICT
ATTIVITÀ Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1 A1.2 A1.3
Censimento dotazioni e strumentazioni delle reti informatiche Rafforzamento delle competenze informatiche delle risorse umane disponibili attraverso la formazione continua in rapporto alla evoluzione dei software utilizzati e dei calendari vaccinali Monitoraggio periodico dell’informatizzazione sui centri vaccinali a cura del Servizio SPEMP
Personale dedicato Corsi di formazioni inerenti l’informatizzazione dell’anagrafe vaccinale Individuazione di una equipe di lavoro e di controllo per il supporto dell’Anagrafe vaccinale”
Rafforzamento risorse umane Dotazione ai centri distrettuali e periferici delle strumentazioni necessarie o mancanti a seguito di verifica
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 265 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice obiettivo Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
9.1.2.1
9.1.2.1.1 Proporzione della popolazione regionale coperta da anagrafe regionale informatizzata
100%
80%
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018 9.1.2.1 Completare L’informatizzazione delle anagrafi vaccinali interoperabili a livello regionale e Nazionale tra di loro e con altre basi di dati (malattie infettive,eventi avversi,residenti/assistiti
Corsi di formazione
n. corsi effettuati /n. corsi previsti
Atti Servizio SPEMP
1 2 2
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 266 ~
Azione 9.1.4 – PRP 2014/2018 Comunicazione per la popolazione generale e specifici
sottogruppi, formazione per gli operatori sanitari sulle priorità di prevenzione identificate
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Gaspare Canzoneri SPEMP Dott.ssa Giuseppa Candela UOS Registro Tumori
Razionale Nel mutamento complessivo del panorama delle vaccinazioni, nel corso degli ultimi anni, la
comunicazione ha assunto un ruolo sempre più rilevante. Promuovere le vaccinazioni è diventato oggi un
lavoro a tempo pieno per tutti gli operatori sanitari coinvolti ed è necessario inserire le strategie di
comunicazione in un piano più ampio, dove la promozione delle vaccinazioni entri a far parte di una
strategia globale che miri a promuovere il concetto di prevenzione nel suo insieme e ad aumentare il livello
di fiducia generale nella sanita pubblica. In un momento storico come quello che stiamo vivendo dove gli
attacchi alle vaccinazioni sono sempre più frequenti promuovere le vaccinazioni e dunque diventata una
necessità per la sanita pubblica e gli operatori sanitari che, in prima fila come fonte di informazione
privilegiata per i genitori (Heininger, 2006; Stefanoff, 2010; Schmitt, 2007; Lopalco, 2010), hanno oggi la
necessita di diventare efficaci comunicatori (Gagnon, 2009). Sulla base di queste premesse riteniamo che
un adeguato piano di comunicazione aziendale con finalità di corretta gestione e informazione sui vaccini
debba svilupparsi su due livelli. Un primo livello è quello di privilegiare l'informazione/formazione dei
sanitari perchè “ fonte privilegiata” nella comunicazione in tema di vaccinazioni, la migliore conoscenza dei
problemi connessi alle vaccinazioni aumenta infatti le capacità di comunicare e può tradursi in un aumento
della compliance dei pazienti alla pratica vaccinale. Il secondo livello è quello dell'informazione alla
popolazione generale e a quella scolastica attraverso lo sviluppo di pacchetti informativi specifici, con un
linguaggio adeguato al target dell’intervento, per far comprendere le nozioni scientifiche di base, il
razionale, l’importanza e la sicurezza delle vaccinazioni alla popolazione, in modo da aumentarne
l’accettazione. Gli stessi pacchetti informativi rivolti alla popolazione potranno essere utilizzati per
comunicazioni da diffondere attraverso i mass media. Il piano di comunicazione aziendale si avvarrà infatti
anche di interventi da effettuarsi sul sito web aziendale e sulle reti locali; infine il vaccino-day, già descritto
nell'azione 9.1.3.1, sarà utilizzato come un momento di comunicazione importante rivolto alla popolazione
generale.
Targe : personale sanitario, popolazione generale, popolazione scolastica.
Setting: ASP, Scuole, Luoghi pubblici, reti televisive locali
Gruppi d'interesse: MMG, PLS, Operatori sanitari ASP, Club service
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 267 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
9
Ridurre la
frequenza di
infezioni/malatt
ie infettive
prioritarie
9.1.4 Comunicazione per la popolazione generale e specifici sottogruppi,formazione per gli operatori sanitari sulle priorità di prevenzione identificate
9.1.4.1
Pianificare la comunicazione finalizzata alla corretta gestione e informazione sui vaccini e sulle malattie prevenibili mediante vaccinazione
9.1.4.1.1
Esistenza di un programma
di comunicazione basato
sulla evidence per la
gestione della corretta
informazione sui vaccini ai
fini della adesione
consapevole
Elaborazione di un piano di comunicazione aziendale sulle vaccinazioni
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
9.1.4.1 Pianificare la comunicazione finalizzata alla corretta gestione e informazione sui vaccini e sulle malattie prevenibili mediante vaccinazione
Esistenza di un programma di comunicazione basato sulla evidence per la gestione della corretta informazione sui vaccini ai fini della adesione consapevole
DASOE
Risultati attesi
R1 Eventi formativi destinati al personale sanitario e parasanitario dipendente per aumentare le competenze specifiche in tema di vaccinazioni e comunicazione R2 Incontri formativi rivolti alla popolazione scolastica e ai familiari in tema di vaccinazioni R3 Campagne di comunicazione sulle vaccinazioni a mezzo sito Web aziendale R4 Accesi nelle TV locali in occasione della campagna di vaccinazione antinfluenzale.
R1 N° corsi ASP effettuati/ N° corsi programmati R2 N° incontri effettuati nelle scuole/ N° incontri programmati R3 N° comunicazioni effettuate su sito WEB /atteso 6 R4 N° accessi reti locali/ atteso 10
Verbali ufficio formazione
Attestazioni direzioni didattiche
sito web aziendale
reti locali
ATTIVITA’ Mezzi
A1.1 A1.2 A1.3 R1
Stabilire con l’ Ufficio formazione dell’ Asp una programmazione adeguata di incontri formativi da destinarsi al personale sanitario . Produzione di pacchetti formativi da utilizzare durante gli incontri formativi
Personale dedicato
Potenziamento risorse umane SPEMP
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 268 ~
Realizzazione di brochure linee-guida da mettere a disposizione dei sanitari.
A2.1 A2.2 A2.3 A2.4 R2
Creare contatti tra SPEMP e Direzioni Didattiche Produzione di pacchetti informativi/formativi per i docenti, alunni e genitori Incontri con docenti e alunni delle scuole secondarie superiori finalizzati alla informazione/formazione sui vaccini Utilizzare il Vaccino-day, attività già prevista nell'azione 9.1.3.1 come un momento di comunicazione rivolto alla popolazione generale
Personale dedicato Slide
Locandine Brochure
Disponibilità delle direzioni didattiche Disponibilità dei Sindaci
A3 R3
Creare un gruppo di lavoro costituito da sanitari e personale ufficio stampa aziendale per l'elaborazione di report sulla attività vaccinale aziendale da pubblicare sul sito aziendale.
Disponibilità del personale a collaborare
A4 R4
Creare contatti con le reti locali
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018
Valore ASP al 31/12/2016
9.1.4 9.1.4.1.1
Esistenza di un programma
di comunicazione basato
sulla evidence per la
gestione della corretta
informazione sui vaccini ai
fini della adesione
consapevole
si si
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 269 ~
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al 2015
Valori attesi
2016 2017 2018
9.1.4.1 Pianificare la comunicazione finalizzata alla corretta gestione e informazione sui vaccini e sulle malattie prevenibili mediante vaccinazione
R1 N° corsi ASPeffettuati/ N° corsi programmati
Verbali ufficio formazione
R2 N° incontri effettuati nelle scuole/ N° incontri programmati
Attestazioni direzioni didattiche
R3 N° comunicazioni effettuate su sito WEB /atteso 6
sito web aziendale
R4 N° accessi reti locali/ atteso 10
reti locali
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 270 ~
Azione 9.1.3 – PRP 2014/2018
Promozione della immunizzazione attiva e interventi di
prevenzione primaria e secondaria
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott. Gaspare Canzoneri U.O.C. SPEMP Dott.ssa Giuseppa Candela UOS Registro Tumori Dott. Stefano Giaramida U.O.S. Igiene e Sanità Pubblica C/vetrano
Razionale Nonostante le vaccinazioni costituiscano il mezzo più efficace per la prevenzione delle malattie trasmissibili e l'esistenza nella regione Sicilia di un calendario vaccinale che prevede l'offerta gratuita della gran parte dei vaccini, pur tuttavia, l'adesione alle vaccinazioni risulta ancora oggi non soddisfacente e il raggiungimento di una efficace copertura, sufficiente a garantire il controllo delle malattie prevenibili con vaccino, sia nella popolazione generale che in quella a rischio per patologia /status, si pone come una meta difficile da raggiungere. Le cause della bassa adesione possono essere ricercate nelle campagne di disinformazione praticate dagli anti vaccinisti, nella scarsa consapevolezza della collettività sull'importanza della vaccinazione, nella scarsa disposizione del personale sanitario a sottoporsi alle vaccinazioni, nella convinzione errata della scomparsa o dellanon gravità di alcune malattie infettive. In particolare i dati dell'ASP di Trapani sulle vaccinazioni nelle popolazioni a rischio (6 mesi-64 anni) sono riferibili esclusivamente alla vaccinazione antiinfluenzale e nel 2015 mostrano una copertura nella popolazione a rischio, stimata pari a 55.404 sogg, del 28,1%. Tale dato, scaturisce da un denominatore costruito esclusivamente sul quantitativo dei soggetti a rischio comunicato al Servizio di epidemiologia dai MMG e PLS che hanno partecipato all'ultima campagna antinfluenzale, non ci informa sulle coperture relative alla vaccinazione antipneumococcica, su quelle relative alle vaccinazioni previste per il personale sanitario e para-sanitario, e nulla ci dice sulle coperture della vaccinazione MPR nelle donne fertili ecc, come l'obiettivo regionale impone. Per pianificare in maniera più adeguata la rilevazione del dato utile per l'indicatore regionale l'ASP di Trapani si propone di creare un'anagrafe dei soggetti a rischio per patologia e un'anagrafe del personale dipendente vaccinato, infatti non si può stabilire una percentuale di copertura in assenza di un denominatore. Saranno per questo utilizzate diverse fonti: database distrettuale esenzioni ticket, flussi di notifica istituiti ad hoc tra MMG, PLS, Medici competenti ASP e servizio di epidemiologia. Per aumentare le informazioni sulle vaccinazioni e contrastare in maniera adeguata le politiche antivacciniste, ci si propone di effettuare incontri formativi/informativi con il personale sanitario e il “Vaccino-day” con la popolazione generale con l'intento grazie ad una manifestazione di piazza di coinvolgere anche i gruppi più difficili da raggiungere. Ulteriore sensibilizzazione sarà effettuata attraverso le relazioni di dimissione ospedaliera che conterranno le indicazioni terapeutiche alle vaccinazioni correlate con la patologia del paziente. Target: popolazione generale, con particolare attenzione a quella a rischio, personale sanitario Setting: ASP, Scuole, Luoghi pubblici Gruppi d'interesse: MMG, PLS, Medici Competenti, Direzioni di PO, Direzioni Distretti sanitari.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 271 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
9
Ridurre la
frequenza di
infezioni/mala
ttie infettive
prioritarie
9.1.3 Promozione della immunizzazione attiva e interventi di prevenzione primaria e secondaria
9.1.3.1
Aumentare la copertura vaccinale e l'adesione consapevole nella popolazione generale e in specifici gruppi a rischio (oper. Sanitari,adolescenti, donne in età fertile, pop. difficile da raggiungere, migranti, gruppi a rischio per patologia)
9.1.3.1.1
Copertura vaccinale in
specifici gruppi a rischio
per patologia /status
9.1.3.1.2
Coperture vaccinali per
le vaccinazioni previste
dal PNPV e tasso di
rifiuti
Migliore identificazione dei soggetti a rischio e maggiore sensibilizzazione da parte degli operatori sanitari sulla vaccinazione dei soggetti nelle fasce a rischio
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec.
Aumentare la copertura vaccinale e l'adesione consapevole nella popolazione generale e in specifici gruppi a rischio (oper.Sanitari,adolescenti, donne in età fertile, pop. difficile da raggiungere, migranti, gruppi a rischio per patologia)
Copertura vaccinale in specifici gruppi a rischio per patologia /status
DASOE
Risultati attesi
R1 Anagrafe sanitaria per identificare i soggetti a rischio per patologia ed effettuare le chiamate attive R2 Database dello stato vaccinale degli operatori sanitari dipendenti per l'effettuazione delle chiamate attive R3 Aumentata conoscenza e utilizzo delle vaccinazioni da parte degli operatori sanitari e della popolazione generale per la prevenzione delle malattie infettive e diffusive
R1 N° soggetti inseriti in database soggetti a rischio/ totale pop a rischio N° notifiche pervenute al Servizio Spemp di sogg a rischio già vaccinati da parte dei MMG, PLS / totale pop a rischio R2 N° sogg vaccinati / totale operatori sanitari dipendenti N° incontri effettuati a livello distrettuale con i MMG e PLS e con il personale sanitario dipendente. Realizzazione VACCINO-DAY distrettuale.
Delibera aziendale istituzione anagrafe sanitaria sogg a rischio Banca dati SPEMP Protocollo tra sigle sindacali MMG e PLS e ASP Notifica da parte del Medico competente Verbali incontri Materiale informativo
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 272 ~
ATTIVITA’ Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1 R1
Creare contatti tra SPEMP e Distretti Sanitari
Personale dedicato
Personale dedicato negli uffici E.Ticket distrettuali
A1.2 R1
Selezionare dagli archivi delle esenzioni ticket presenti a livello distrettuale i soggetti a rischio per patologia per realizzazione anagrafe
A1.3 R1
Istitutuire un flusso di notifica dei soggetti a rischio di patologia vaccinati dai MMG, PLS e il Servizio di Epidemiologia dell'ASP
format notifica Collaborazione MMG
A2.1 R2
Verificare lo stato vaccinale del personale sanitario e trasmettere i dati al servizio di Epidemiologia dell'ASP (medici competenti )
Istituzione di un flusso di notifica
Format notifica
A3.1 R3
Realizzare incontri con il personale sanitario su tematiche inerenti le vaccinazioni e l'applicazione del calendario vaccinale
Power -point Brochure
Attestati
A3.2 R3
Inserire nella relazione di dimissione ospedaliera di indicazione terapeutica alle vaccinazioni previste per i soggetti a rischio.
protocollo d'intesa tra Dip di Prev e Dir Sanitarie di PO
A3.3 R3
Istituire VACCINO-DAY Personale dedicato
Tabelle monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso
per la fine del 2018
Valore ASP al
31/12/2016
Azione 9.1.3 9.1.3.1.1
9.1.3.1.2
95% < 95%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 273 ~
Tabelle monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015 Valori attesi
2016 2017 2018
9.1.3.1 Aumentare la copertura vaccinale e l'adesione consapevole nella popolazione generale e in specifici gruppi a rischio (oper. Sanitari,adolescenti, donne in età fertile, pop. difficile da raggiongere, migranti, gruppi a rischio per patologia)
Copertura vaccinale
in specifici gruppi a
rischio per patologia
/status
N° sogg a rischio
vaccinati/
popolazione a
rischio
Report aziendale
N R 30% 75% 95%
Creazione flussi di notifica
NO Si Si
Si
N° notifiche pervenute al Servizio Spemp di sogg a rischio già vaccinati da parte dei MMG, PLS e / totale pop a rischio
N.R. 50% 100%
N° sogg vaccinati / totale operatori sanitari dipendenti
N.R. 50% 100%
N° incontri formativi /anno
N.R. 2 6 6
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 274 ~
Azione 9.1.5– PRP 2014/2018
Rafforzamento della capacità di risposta alle emergenze infettive
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza Dott Gaspare Canzoneri U O C SPEMP Dott.ssa Giuseppa Candela U.O.S. Registro Tumori
Razionale: In applicazione della Decisione della Commissione Europea (N. 1082/2013/EU), la Regione Siciliana deve pianificare e sviluppare piani generali di preparazione e di gestione di emergenze infettive. E’ necessario un protocollo operativo che si adatti, resti valido e applicabile per ogni eventuale ulteriore futuro fenomeno emergenziale; contestualmente, si condivide che sia anche previsto un piano di comunicazione, basato sulla reale percezione del rischio, che sia chiaro, completo e differenziato per diversi target della popolazione della nostra provincia (cittadini , forze dell’ordine, operatori sanitari, ONG e altre figure istituzionali operanti sul territorio).
Target: popolazione generale
Setting: territorio provinciale
Gruppi d'interesse: ASP, ONG, FF.OO
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
9 Ridurre la frequenza /malattie infettive prioritarie
9.1.5 Rafforzamento della capacità di risposta alle emergenze infettive
9.1.5.1 (all.3) Predisporre piani nazionali condivisi tra diversi livelli istituzionali per la preparazione e la risposta alle emergenze infettive
9.1.5.1.1 Esistenza di piani e protocolli regionali attuativi dei piani nazionali
In attesa di direttive regionali
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 275 ~
Azione 9.1.6 – PRP 2014/2018 Coordinamento ed integrazione fra diversi livelli istituzionali nella attuazione di interventi di prevenzione, nel periodico ritorno informativo a tutti i livelli e nel monitoraggio sistematico interventi mirati a prevenire antibiotico-resistenza e infezioni correlate all'assistenza: campagne informative e formative
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Gaspare Canzoneri U.O.C.SPEMP
Dott. Francesco Giurlanda U.O.C. Direzione Medica di Presidio “S. Antonio Abate”
Dott.ssa Maria Grazia Scrofani Dipartimento del Farmaco
Dott.ssa Carmela Maria Riggio U.O.C. Rischio Clinico
Dott. Orazio Mistretta Medicina Scolastica
Razionale: Negli ultimi decenni la comparsa di nuovi modelli di assistenza e l’uso di metodiche diagnostiche e terapeutiche sempre più invasivi hanno comportato un aumentato rischio di circolazione di microrganismi tra ospedale, strutture residenziali e domicilio e la comparsa di nuove infezioni prima non conosciute, che possono trasmettersi in ambito assistenziale da un paziente all’altro. Le infezioni correlate all’assistenza ICA rappresentano la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria. La resistenza dei batteri agli antibiotici è infatti un fenomeno in progressivo incremento in tutto il mondo, come dimostrato anche da recenti episodi di cronaca nazionale. L’OMS ha evidenziato un vasto e rapido sviluppo delle resistenze agli antibiotici ed agli altri agenti antimicrobici in ogni regione del mondo tanto da rappresentare una minaccia reale per la salute pubblica. Pertanto ribadisce la necessità di creare una rete sinergica che coordini a livello globale il monitoraggio delle antibiotico-resistenze e la condivisione dei dati, nonché l’importanza di una corretta formazione degli operatori sanitari e informazione alla popolazione generale per orientare correttamente le abitudini di utilizzo degli antibiotici. Il Ministero della Salute, con nota prot. n. 4968 – P del 26/02/2013 ha emanato la Circolare sulla “Sorveglianza e controllo delle infezioni da batteri produttori di carbapenemasi (CPE)”, la quale ribadisce l’importanza di misure di controllo da adottare a livello locale regionale per contrastare attivamente il fenomeno ed attiva la sorveglianza su tutto il territorio nazionale delle batteriemie da Klebsiella pneumoniae e Escherichia coli produttori di Carbapenemasi. Tuttavia, ad oggi si riscontra nell’Azienda Sanitaria di Trapani una sostanziale incompletezza ed insufficienza del sistema di sorveglianza. Pertanto, considerato che le ICA hanno un costo sia in termini di salute che economici, si rende necessario pianificare ed istituire una rete di sorveglianza al fine di mettere in opera tutte le misure necessarie ed efficaci per ridurre al minimo il rischio di complicanze infettive. L’ASP si avvarrà del supporto tecnico del Laboratorio di Sanità Pubblica per quanto concerne i controlli microbiologici ambientali.
Target: Soggetti ospedalizzati nei presidi ospedalieri dell’Azienda Sanitaria e nelle Cliniche convenzionate
Setting: Presidi ospedalieri dell’Azienda Sanitaria e Cliniche convenzionate
Gruppi d'interesse: Pazienti ricoverati, CIO Aziendale e GG.OO., referenti aziendali rischio clinico, laboratori
di microbiologia, operatori clinici.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 276 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
9 Ridurre la frequenza di infezioni/malattie infettive prioritarie
9.1.6 Coordinamento ed integrazione fra diversi livelli istituzionali nella attuazione di interventi di prevenzione, nel periodico ritorno informativo a tutti i livelli e nel monitoraggio sistematico interventi mirati a prevenire antibiotico-resistenza e infezioni correlate all'assistenza: campagne informative e formative
9.1.6.1 Migliorare la qualità della sorveglianza delle infezioni invasive da enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPE)
9.1.6.1.1 Proporzione di aziende sanitarie in cui è stata attivata la sorveglianza delle CPE
Recepimento delle direttive contenute nella Circ. Ministero della Salute del 26.02.2013 “Sorveglianza e controllo delle infezioni da batteri produttori di carbapenemasi (CPE)” e realizzazione di linee guida
9.1.6.2 Monitorare il consumo di antibiotici in ambito ospedaliero e territoriale
9.1.6.2.1. Restituzione delle informazioni relative al consumo di antibiotici nelle aziende sanitarie
Report
9.1.6.3 Promuovere la consapevolezza da parte delle comunità nell’uso degli antibiotici
9.1.6.3.1 Esistenza di un programma regionale di comunicazione basato sulla evidence per aumentare la consapevolezza nell’uso degli antibiotici
Campagne di informazione sull’uso corretto degli antibiotici alla popolazione
9.1.6.4 Definire un programma di sorveglianza e controllo delle infezioni correlate all’assistenza
9.1.6.4.1 Disponibilità di informazioni sull’andamento delle infezioni correlate all’assistenza in tutte le aziende sanitarie
Programmazione di linee guida da parte del CIO Aziendale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 277 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec. 9.1.6.1
Migliorare la qualità della sorveglianza delle infezioni invasive da enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPE)
Proporzione di aziende sanitarie in cui è stata attivata la sorveglianza delle CPE
DASOE
Risultati attesi
Recepimento delle direttive contenute nella Circ. Ministero della Salute del 26.02.2013 “Sorveglianza e controllo delle infezioni da batteri produttori di carbapenemasi (CPE)” e realizzazione di linee guida
Produzione di report sulle CPE nell’ASP di Trapani
ASP
Attività Mezzi Indicatori Fonti di verifica
9.1.6.1
A1: Individuazione nell’ambito dei PP.OO. di un referente per la sorveglianza A2: elaborazione linee guida A3: Attivazione sistema informatizzato dedicato A4: Formazione operatori
Atti aziendali Atti aziendali Software Corsi formazione
Si/No Si/No Si/No N. corsi
ASP
ASP
ASP
ASP
Strategia e Logica dell’intervento
Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob. Spec. 9.1.6.2
Monitorare il consumo di antibiotici in ambito ospedaliero e territoriale
9.1.6.2.1 Restituzione annuale delle informazioni relative al consumo degli antibiotici alle aziende sanitarie
Produzione di report
Risultati attesi
Report annuale sull’uso degli antibiotici e sull’antibiotico-resistenza e miglioramento delle conoscenze da parte del personale sanitario ospedaliero e territoriale sull’uso appropriato degli antibiotici
Si/no DPS SERIVIZIO FARMACEUTICO
Attività Mezzi Indicatori Fonti di verifica
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 278 ~
9.1.6.2
A1: Produzione di report sul consumo degli antibiotici nell’Azienda a carico del Dipartimento del Farmaco A2: Creazione del flusso sull’antibiotico resistenza nei PP.OO. A3: Formazione operatori
Atti aziendali Atti aziendali Corsi formazione
Si/No Si/No N. corsi
ASP
ASP
ASP
Strategia e Logica dell’intervento
Indicatori
Fonti di verifica
Assunzioni
Ob. Spec. 9.1.6.3
Promuovere la consapevolezza da parte della comunità nell’uso degli antibiotici
Esistenza di un programma regionale di comunicazione basato sulla evidence per aumentare la consapevolezza nell’uso degli antibiotici
DASOE
Risultati attesi
Piano di comunicazione aziendale sull’uso consapevole degli antibiotici
Attività
Mezzi Indicatori
Fonti di verifica
Attività A1: Realizzare campagna di comunicazione rivolta a promuovere la consapevolezza da parte della popolazione nell’uso degli antibiotici A2: Realizzare una campagna di formazione rivolta agli operatori sanitari, MMG e farmacisti per promuovere la consapevolezza dei professionisti sanitari e modificarne i comportamenti
1: interventi educativi
2: interventi educativi
Numero di eventi formativi
Numero di eventi formativi
ASP
ASP
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 279 ~
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob.
Spec.
9.1.6.4
Definire un programma di sorveglianza e controllo delle infezioni correlate all'assistenza
Disponibilità di informazioni
sull’andamento delle infezioni
correlate all’assistenza in tutte
le aziende sanitarie
DASOE
Risultati
attesi
R1 Istituzione CIO Aziendale e Gruppi Operativi per il controllo ICA R2 Applicazione Linee guida e/o protocolli per il controllo ICA da parte del personale sanitario interessato all’interno delle UU.OO. ospedaliere R3 Audit ICA e Report semestrali ASP Trapani - Sistema di sorveglianza periodico per il controllo Infezioni ospedaliere R4 – Utilizzo sito web aziendale per comunicare implementazione Linee Guida e Protocolli
N. infezioni ospedaliere/ P.O. N. UU.OO. che applicano i protocolli /N delle UU. OO ospedaliere N. audit /N delle UU. OO coinvolte
N. comunicazioni effettuate /N.
Presidi Ospedalieri
Direzione Strategica U.O.C. Rischio Clinico Aziendale U.O.C. Rischio Clinico Aziendale UO.C. Rischio Clinico Aziendale
Attività Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1.1
A1.2
A1.3
Delibera Direzione Generale costituzione CIO e
Gruppi Operativi PP. OO.
Definizione di un Programma per il controllo
Infezioni Ospedaliere Correlate presso i PP. OO.
con il LSP di Trapani
Realizzazione e Implementazione Linee Guida o
Protocolli per la gestione delle Infezioni
Ospedaliere
Direzione Generale- Ufficio
Delibere
Direzione Sanitaria Aziendale
Componenti CCIO Aziendale
U.O.C. Rischio Clinico Aziendale
Direttore
Generale
Direttore
sanitario
Aziendale
Direttore
U.O.C. Rischio
Clinico
Aziendale
A2.1
A2.2
Audit e Report semestrale per il controllo delle
infezioni ospedaliere presso i PP.OO
Utilizzare il sito web aziendale per pubblicare e
divulgare Linee-Guida e Protocolli per la gestione
delle infezioni a tutto il personale sanitario
U.O.C. Rischio Clinico Aziendale
U.O.C. Facility Management
Direttore
U.O.C. Rischio
Clinico
Aziendale
Direttore
U.O.C. Facility
Management
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 280 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma/azione Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la fine del 2018 Valore ASP al
31/12/2016
9.1.6.1 9.1.6.1.1 100% SI
9.1.6.2 9.1.6.2.1 100% 50%
9.1.6.3 9.1.6.2.1 50% 30%
9.1.6.4 9.1.6.4.1 SI SI
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valori attesi
2016 2017 2018
9.1.6.1 Migliorare la qualità della sorveglianza delle infezioni invasive da enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPE
Individuazione nell’ambito dei PP.OO. di un referente per la sorveglianza elaborazione linee guida Attivazione sistema informatizzato dedicato Formazione operatori
Si/No Si/No Si/No N. corsi
ASP
ASP
ASP
ASP
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 281 ~
9.1.6.2 Moitorare il consumo di antibiotici in ambito ospedaliero e territoriale
Produzione di report sul consumo degli antibiotici nell’Azienda a carico del Dipartimento del Farmaco Creazione del flusso sull’antibiotico resistenza nei PP.OO. Formazione operatori
Si/No Si/No N. corsi
ASP
ASP
ASP
9.1.6.3 Promuovere la consapevolezza da parte della comunità nell’uso degli antibiotici
Campagna di comunicazione per la popolazione Campagna di comunicazione per operatori sanitari
n. eventi n. eventi
ASP ASP
9.1.6.4 Definire un programma di sorveglianza e controllo delle infezioni correlate all'assistenza
Istituzione CIO Aziendale e Gruppi Operativi per il controllo ICA Applicazione Linee guida e/o protocolli per il controllo ICA da parte del personale sanitario interessato all’interno delle UU.OO. ospedaliere Audit ICA e Report semestrali ASP Trapani - Sistema di sorveglianza periodico per il controllo Infezioni ospedaliere Utilizzo sito web aziendale per comunicare implementazione Linee Guida e Protocolli
- N. infezioni ospedaliere/ P.O.
- N. UU.OO. che applicano i protocolli /N delle UU. OO ospedaliere
N. audit /N delle UU. OO coinvolte N. comunicazioni effettuate /N. Presidi Ospedalieri
Direzione Strategica U.O.C. Rischio Clinico Aziendale
U.O.C. Rischio Clinico Aziendale
UO.C. Rischio Clinico Aziendale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 282 ~
MACRO OBIETTIVO 10 Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza
alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli.
PROGRAMMI REGIONALI
10.1 Piano Pluriennale Integrato dei Controlli (Sicilia) anche a sviluppo
interdisciplinare per la prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterenaria
10.2 Piano Regionale Pluriennale di costruzione del corretto rapporto uomo/animale/ambiente
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 283 ~
4. Programmazione delle singole Azioni
Macro Obiettivo 10 Piano Regionale Integrato dei Controlli in Sicilia (PRIC Sicilia) anche a sviluppo interdisciplinare per la prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria.
Macro Obiettivo 10 Piano Regionale Pluriennale di Costruzione del Corretto Rapporto Uomo/animale/Ambiente.
10.1.a Adozione di un protocollo di intesa con le forze dell'ordine per la pianificazione ed il coordinamento dei controlli sulla filiera alimentare.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Di Bella Leonardo U.O.C. SIAN
Dott. Todaro Diego
Dott. Cipponeri Matteo U.O.C. SIAOA
I protocolli d’intesa che la Regione dovrà stipulare con le Forze dell’Ordine sono finalizzati, a livello locale, alla programmazione dei controlli congiunti, anche alla luce della nota del Direttore Generale del Ministero della Salute n. 3186 del 03/02/2012. I Servizi SIAN e SIAOA daranno applicazione agli stessi, non appena disponibili
10.1.b Adozione di un protocollo di intesa con l’Ass.to Reg.le Agricoltura la pianificazione ed il coordinamento dei controlli fitosanitari nelle matrici
alimentari e negli alimenti per animali.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Di Bella Leonardo U.O.C. SIAN
Dott. Todaro Diego
Dott. Cipponeri Matteo U.O.C. SIAOA
I protocolli d’intesa che la Regione dovrà stipulare con l‘Assessorato all‘Agricoltura sono finalizzati, a livello locale, alla programmazione deì controlli congiunti, anche al fine di una corretta applicazione del disposto della legge 116/2014. I Servizi SIAN e SIAOA daranno applicazione agli stessi, non appena disponibili
10.1c Attività di ricognizione presso le AASSPP finalizzata a conoscere la tipologia di SI utilizzato, lo stato di implementazione e/o di adeguamento alla “Masterlist 852”, lo stato di allineamento degli archivi cartacei a quelli
informatici, lo stato di alimentazione del SINVSA.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Di Bella Leonardo U.O.C. SIAN
Dott. Todaro Diego
Dott. Cipponeri Matteo U.O.C. SIAOA
L’attività di controllo di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà all‘invio di relazione su input della Regione
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 284 ~
10.1.d Costituzione e funzionamento Gruppo di lavoro regionale Sistemi Informativi in "Sicurezza Alimentare.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Di Bella Leonardo U.O.C. SIAN
Dott. Cipponeri Matteo U.O.C. SIAOA
L’attività non è ribaltabile – Si procederà alla partecipazione alle riunioni convocate dalla Regione
10.1.e Adozione di specifica disposizione per l'adeguamento delle anagrafiche alla "Masterlist 852.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Di Bella Leonardo U.O.C. SIAN
Dott. Todaro Diego
Razionale. Con nota prot. n. 41973 del 11/05/2016 il DASOE – Servizio 4° Sicurezza alimentare - ha
trasmesso la comunicazione che il Dipartimento Pianificazione Strategica sta procedendo al trasferimento
delle somme relative al finanziamento del Macro Obiettivo n. 2.10 del PRP relativamente, al
“Completamento e potenziamento dei sistemi anagrafici in sicurezza alimentare”.
Target: Adeguamento della tipologia delle attività degli O.S.A. ai codici MasterList 852.
Setting: Servizio Alimenti Origine Animale e Servizio Igiene Alimenti e Bevande;
Gruppi di Interesse: Regione, Autorità Competente Locale ed Operatori del Settore Alimentare.
Quadro Logico dell’intervento:
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali
Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
10 Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli.
Adozione di specifica disposizione per l’adeguamento delle anagrafiche alla Masterlist 852
Adozione di specifica disposizione per l'adeguamento delle anagrafiche alla"Masterlist 852
Disposizione regionale
La linea progettuale oggetto della presente individua per l’A.S.P. (SIAOA – SIAN) due attività:
a) Individuazione percorsi e soluzioni per l’implementazione ed adeguamento alla Masterlist 852 (Indicatore individuato “Adeguamento alla Masterlist 852);
b) Allineamento degli archivi cartacei a quelli informatici.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 285 ~
Quadro Logico aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob1: Processo di aggiornamento della formazione per gli operatori amministrativi, i T.D.P. ed i Dirigenti Medici che utilizzano “Gevisan”, con supporto all’individuazione e soluzione di anomalie ed all’allineamento dati; R1: Aggiornamento del personale che opera su Gevisan
N. di eventi formativi effettuati / n. di eventi formativi programmati * 100
Ob2: Circostanziato programma di acquisto di attrezzature informatiche e materiale di consumo per l’implementazione del caricamento ed allineamento dati, il trasferimento e la stampa degli stessi ed il pieno utilizzo dell’archivio in “cloud” anche durante l’attività di Controllo Ufficiale. R2: Implementazione attrezzature
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1: Formazione assistita degli operatori R1: Implementazione delle capacità operative. A2: Procedure di acquisto R2: Implementazione della dotazione informatica
Software Gevisan
CRONOGRAMMA Ob. Spec
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Ge Fe Mar Ap Ma Gi Lu Ag Set Ot No Dic
A1
A2
Formazione
Acquisti
x x x
x
Vincolato
finanziamento e
procedure
acquisto
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 286 ~
10.1.f Verifiche ispettive per accertare il pieno rispetto nell’utilizzo della Masterlist
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si darà l’adesione agli accertamenti richiesti
10.1.g Rivisitazione e miglioramento dell’anagrafica degli Operatori del Settore dei Mangimi Inserimento nel Sistema Informativo Nazionale per la gestione delle anagrafiche degli OSM (piattaforma SINVSA) di tutti i nuovi operatori del settore dei mangimi (OSM) riconosciuti a partire dal 2015 e trasferimento delle anagrafiche preesistenti in possesso di Regioni e P.A. secondo le tempistiche e le modalità dettate dal Piano Nazionale Alimentazione Animale 2015-2017.
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Roberto Messineo Servizio Igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche
Razionale: Le attività riconosciute degli operatori del settore dei mangimi, ai fini della loro rintracciabilità,
devono essere registrate in appositi elenchi presso l’autorità competente come previsto dal Reg. CE
183/2005. Questi elenchi in passato erano soltanto su formato cartaceo, mentre oggi per un
aggiornamento e miglioramento dell’anagrafica degli operatori riconosciuti è previsto l’inserimento nel
sistema SINVSA.
Target: il consumatore finale che, attraverso il consumo dei prodotti di origine animale delle produzioni
zootecniche come latte e derivati, uova, carne e pesce d’acquacoltura, fa parte della popolazione target
interessata.
Setting: I S.I.A.P.Z. delle Unità Territoriali del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria della Provincia di
Trapani, gli Enti Locali quali gli Uffici amministrativi ed i Suap., il D.A.S.O.E. .
Gruppi d'interesse: gli stabilimenti che fabbricano e producono mangimi ai fini della commercializzazione;
gli agricoltori che coltivano prodotti destinati all’alimentazione zootecnica; gli allevatori che somministrano
mangimi ai propri animali sia che essi li producano in ambito aziendale sia che li comprino; i trasportatori, i
rivenditori, i depositi, gli intermediari di mangimi.
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli.
Rivisitazione e miglioramento dell’anagrafica degli operatori del settore dei mangimi
Completare la migrazione sul Sistema SINVSA di Tutti gli operatori riconosciuti ai sensi dell'art. 10 del Reg. CE 183 del 2005
Popolamento del sistema SINVSA – implementazione dell'anagrafe degli operatori del settore dei mangimi con l'inserimento degli stabilimenti riconosciuti
aggiornare l’anagrafica degli operatori del settore dei mangimi della provincia di Trapani con conseguente rintracciabilità degli stessi e quindi maggiori garanzie per il consumatore di prodotti di origine zootecnica
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 287 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob1: Completare la migrazione sul Sistema SINVSA di
tutti gli operatori riconosciuti ai sensi dell'art. 10 del
Reg. CE 183 del 2005
Sistema SINVSA
R1:Implementazione del sistema SINVSA per la
gestione degli OSM riconosciuti
Numero di nuovi
operatori del settore dei
mangimi inseriti su
SINVSA/numero di nuovi
operatori
Sistema SINVSA
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1: Inserire sul sistema SINVSA tutti gli OSM
riconosciuti;
R1: disporre di una banca dati degli operatori del
settore mangimi riconosciuti ai fini della loro
rintracciabilità
Sistema SINVSA
CRONOGRAMMA Ob. Spec
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Ge Fe Mar Ap Ma Gi Lu Ag Set Ot No Dic
A1 Inserire sul sistema SINVSA tutti gli OSM
riconosciuti; x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 288 ~
10.1.h Inserimento o trasferimento massivo degli operatori del settore Post primario sul Sistema SINVSA Inserimento nel Sistema Informativo
Nazionale per la gestione delle anagrafiche degli OSM (piattaforma SINVSA) di tutti i nuovi operatori del settore dei mangimi (OSM)registrati a partire dal 2015 e trasferimento delle anagrafiche preesistenti in possesso
di Regioni e P.A. secondo le tempistiche e le modalità dettate dal Piano Nazionale Alimentazione
Animale 2015-2017.
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Roberto Messineo Servizio Igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche
Razionale: Ai fini della rintracciabilità dei mangimi, è necessario che tutti gli operatori del settore post-
primario (depositi e intermediari di mangimi, trasportatori, distributori e allevatori che acquistano il
mangime e lo distribuiscono ai propri animali) vengano registrati presso l’Autorità competente in appositi
elenchi come previsto dal Reg. CE 183/2005. Questi elenchi in passato, come quelli degli operatori del
settore dei mangimi, erano soltanto su formato cartaceo, oggi per avere un’anagrafica sempre aggiornata,
e un’immediata fruibilità delle informazioni, è previsto l’inserimento nel sistema SINVSA.
Target: il consumatore finale che, attraverso il consumo dei prodotti di origine animale delle produzioni
zootecniche come latte e derivati, uova, carne e pesce d’acquacoltura, fa parte della popolazione target
interessata.
Setting: I S.I.A.P.Z. delle Unità Territoriali del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria della Provincia di
Trapani, gli Enti Locali quali gli Uffici amministrativi ed i Suap., il D.A.S.O.E.
Gruppi d'interesse: gli allevatori che acquistano il mangime e lo somministrano ai propri animali, i
trasportatori, i rivenditori, i depositi e gli intermediari di mangimi.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 289 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli.
Inserimento o trasferimento massivo degli operatori del settore post-primario sul sistema SINVSA
Completare l'inserimento puntuale o il trasferimento massivo in SINVSA di tutti gli operatori del settore post-primario registrati ai sensi dell'art. 9 del reg. CE 183 del 2005
Popolamento del sistema SINVSA – implementazione dell'anagrafe degli operatori del settore dei mangimi con l'inserimento degli operatori del settore post-primario registrati
Implementare l’anagrafica degli operatori del settore post-primario registrati della provincia di Trapani con conseguente rintracciabilità degli stessi e quindi maggiori garanzie per il consumatore di prodotti di origine zootecnica
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob1: Completare la migrazione sul Sistema SINVSA di tutti gli operatori del settore post-primario registrati ai sensi dell'art. 9 del reg. CE 183 del 2005
Sistema SINVSA
R1: Implementazione del sistema SINVSA di tutti gli operatori del settore post-primario registrati ai sensi dell'art. 9 del reg. CE 183 del 2005
Numero di operatori del settore post-primario registrati inseriti su SINVSA/numero di operatori
Sistema SINVSA
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1:Inserire sul sistema SINVSA gli operatori del settore post-primario registrati. R1: disporre di una banca dati degli operatori del settore post-primario registrati ai fini della loro rintracciabilità
Sistema SINVSA
CRONOGRAMMA Ob. Spec
ATTIVITA’ Anno 2016 Rischi
Ge Fe Mar Ap Ma Gi Lu Ag Set Ot No Dic
A1 Inserire sul sistema SINVSA tutti gli Operatori del
settore post primario registrati; x x x x x x x x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 290 ~
10.1.i Elaborazione ed adozione di un piano regionale di Emergenza integrato con le componenti sanitarie e non sanitarie
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà ad assicurare lo svolgimento degli eventuali dei piani su disposizione regionale
10.1.l Verifica di campo (fase di test) del piano di emergenza adottato in sicurezza alimentare
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà ad assicurare lo svolgimento degli eventuali dei piani su disposizione regionale
10.1.m Verifica di campo (fase di test) del piano di emergenza adottato in sanità veterinaria
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà ad assicurare lo svolgimento degli eventuali dei piani su disposizione regionale
10.1.n adozione e attuazione del piano regionale allergeni
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Di Bella Leonardo U.O.C. SIAN
Dott. Todaro Diego
Dott. Cipponeri Matteo U.O.C. SIAOA
Razionale: La Commissione europea ha emanato la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 89 del 10 novembre 2003 che in Italia è stata recepita con il decreto legislativo n. 114 dell’8 febbraio 2006 e successive modifiche e integrazioni. Il decreto introduce una lista di sostanze considerate allergeniche da citare obbligatoriamente in etichetta, qualora vengano utilizzate nella preparazione del prodotto alimentare. Nella sezione III del suddetto decreto vengono indicati come allergeni alimentari i cereali contenenti glutine (grano, segale, orzo, avena, farro, kamut), i crostacei, le uova, il pesce, le arachidi, la soia, il latte, la frutta a guscio (mandorle, nocciole, noci comuni, anacardi, pistacchi, noci del Queensland, noci pecan, noci del Brasile), il sedano, la senape, il sesamo e tutti i prodotti da essi derivati, l’anidride solforosa ed i solfiti in concentrazioni superiori a 10 mg/l espressi come SO2 e l’acido glicirrizico o il suo sale d’ammonio. La direttiva n. 142 del 2006 ha aggiunto altri 2 prodotti alla lista e precisamente il lupino ed i molluschi con i prodotti da essi derivati.
Target: Al consumatore finale in generale ed ai soggetti allergici in particolare.
Setting: SIAN, SIAOA e territorio della Provincia di Trapani, per quanto di competenza dell’ASP.
Gruppi di interesse: Autorità Competente, Operatori del Settore Alimentare, popolazione in generale.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 291 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
Rafforzare le attività
di prevenzione in
sicurezza alimentare e
sanità pubblica
veterinaria per alcuni
aspetti di attuazione
del Piano Nazionale
Integrato dei Controlli.
Elaborazione,
adozione ed
attuazione di un
Piano regionale
Allergeni
Rilevare alimenti
contenenti allergeni
(non dichiarati in
etichetta o in quantità
superiore alle
concentrazioni
previste).
Percentuale di non
conformità rispetto al
campione programmato.
Effettuazione dei
campionamenti secondo
cronoprogramma del
P.R.I.S.
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob.: Effettuazione del 100% dei campioni previsti dal
PRIS.
N. Campioni effettuati/n. di
campioni programmati * 100
Reportistica
R: Logica di rientro, con riduzione eventuali non
conformità
Percentuale di campioni
non conformi
Reportistica
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A : Campionamenti di matrici di origine animale e
vegetale
R: Rapporti di prova dei campioni
Attrezzature e risorse umane IZS Sicilia
CRONOGRAMMA Ob. Spec
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Ge Fe Mar Ap Ma Gi Lu Ag Set Ot No Dic
A Campionamenti di matrici animali e vegetali x x x x x x x x x x x x ///
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 292 ~
10.1.o adozione e attuazione di un programma regionale integrato celiachia
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Giorgio Saluto Servizio Igiene degli alimenti e della Nutrizione
Razionale: Determinate categorie di cittadini vivono una condizione di vulnerabilità a causa delle intolleranze alimentari e della difficoltà a reperire alimenti idonei alle proprie necessità. È quindi strategico elevare la correttezza e la completezza dell'informazione circa i contenuti e le proprietà degli alimenti favorendo scelte alimentari consapevoli e perseguendo una strategia che favorisca la disponibilità di alimenti che rispondano alle loro esigenze. Per raggiungere l'obiettivo specifico di aumentare l'offerta di alimenti idonei a soggetti Intolleranti, ivi comprese le persone celiache, è stato elaborato il seguente programma. Target: Popolazione generale e persone affette da celiachia, Operatori del Settore Alimentare. Setting: Scuole, Mense delle strutture scolastiche ed ospedaliere e mense pubbliche o convenzionate, Centri di cottura. Gruppi d'interesse: A.S.P., Operatori sanitari, Associazioni di categoria, Operatori del Settore Alimentare.
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
10 Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli
10.1.12 Elaborazione, adozione e attuazione di un programma regionale integrato celiachia
10.1.12.1 Aggiornamento delle informazioni inerenti il numero dei celiaci e delle mense 10.1.12.2 Interventi per agevolare l’accesso delle persone affette da celiachia nelle mense delle strutture scolastiche ed ospedaliere e mense pubbliche o convenzionate 10.1.12.3 Formazione ed aggiornamento professionale degli OSA, con particolare riferimento agli addetti alla produzione e somministrazione
10.1.12.1.1 Invio corretto e completo, entro il 15 maggio di ogni anno, del flusso informativo ministeriale relativo a mense e celiaci 10.1.12.2.1 Bando regionale per l’erogazione di contributi 10.1.12.3.1 Programma integrato di formazione/informazione regionale per gli operatori del settore alimentare che preveda almeno 5 eventi formativi all’anno
Flussi inviati entro il 31 Marzo Regione Effettuare 5 corsi
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 293 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
ObiettivoSpecifico
10.1.12.1 Aggiornamento delle informazioni inerenti il numero dei celiaci e delle mense
Invio corretto e completo, entro il 31 Marzo di ogni anno, del flusso informativo ministeriale relativo a mense e celiaci
DASOE Servizio 4
Risultati attesi
Invio corretto e completo, entro il 31 marzo di ogni anno, del flusso informativo ministeriale relativo a mense e celiaci
Invio del flusso informativo ministeriale relativo a mense e celiaci entro la data stabilita
Rendicontazione alla Regione
ObiettivoSpecifico
10.1.12.2 Interventi per agevolare l’accesso delle persone affette da celiachia nelle mense delle strutture scolastiche ed ospedaliere e mense pubbliche o convenzionate
Divulgazione del Bando regionale per l’erogazione di contributi
Pubblicazione del bando da parte della Regione
Risultati attesi
Divulgazione del Bando regionale per l’erogazione di contributi
Comunicazione ai 24 comuni della Provincia del Bando regionale
Attestazione di avvenuta comunicazione
ObiettivoSpecifico
10.1.12.3 Formazione ed aggiornamento professionale degli OSA, con particolare riferimento agli addetti alla produzione e somministrazione ed informazione di altri settori della popolazione oltre agli OSA
Programma integrato di formazione/informazione aziendale per gli operatori del settore alimentare che preveda almeno 5 eventi formativi all’anno
Programmazione dei corsi secondo il programma regionale
Risultati attesi
Almeno 5 eventi formativi all’anno per gli operatori del settore alimentare ed informazione di altri settori della popolazione oltre agli O.S.A.
N. eventi formativi effettuati / N. eventi formativi programmati
Verbali di presenze e attestati rilasciati
Attività Mezzi Assunzioni
A1. R1
Raccolta ed elaborazione dei flussi informativi relativi alle mense ed ai celiaci dei 6 Distretti Invio corretto e completo alla Regione dei flussi informativi
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo
A2 R2
Invio ai 24 comuni della Provincia del Bando regionale per l’erogazione di contributi Divulgazione del Bando regionale
Personale dedicato
A3. R3.
Eventi informativi/formativi per gli operatori del settore alimentare ed informazione e distribuzione di materiale informativo da destinare anche ad altri settori della popolazione oltre agli operatori del settore alimentare Almeno 5 eventi informativi/formativi all’anno per gli operatori del settore alimentare ed informazione di altri settori della popolazione oltre agli OSA
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo, Materiale divulgativo e campagne informative, Personale integrativo
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 294 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per
la fine del 2018 Valore ASP al 31/12/2015
10.1.12 10.1.12.1 Aggiornamento delle informazioni inerenti il numero dei celiaci e delle mense 10.1.12.2 Interventi per agevolare l’accesso delle persone affette da celiachia nelle mense delle strutture scolastiche ed ospedaliere e mense pubbliche o convenzionate 10.1.12.3 Formazione ed aggiornamento professionale degli OSA, con particolare riferimento agli addetti alla produzione e somministrazione
Invio flussi Pubblicazione bando Formazione/informazione per gli osa
Flussi anno 2015 inviati entro il 31 Marzo 2016 Nessuna pubblicazione del bando Effettuati 3 corsi
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 295 ~
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula
calcolo Fonte verifica
Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
10.1.12.1
Aggiornamento delle
informazioni inerenti il
numero dei celiaci e
delle mense
Invio corretto e
completo, entro il 31
Marzo di ogni anno,
del flusso
informativo
ministeriale relativo a
mense e celiaci
Rendicontazio
ne alla
Regione
Flussi anno
2015 inviati
entro il 31
Marzo 2016
Flussi
inviati
entro il 31
Marzo
Invio flussi
anno 2016
entro il 31
Marzo 2017
salvo nuove
disposizioni
regionali
Invio flussi
anno
2017 entro il
31 Marzo 2018
salvo nuove
disposizioni
regionali
10.1.12.2 Interventi
per agevolare
l’accesso delle
persone affette da
celiachia nelle mense
delle strutture
scolastiche ed
ospedaliere e mense
pubbliche o
convenzionate
Divulgazione del
Bando regionale per
l’erogazione di
contributi
Invio ai 24
comuni della
Provincia del
Bando
regionale
Attestazione di
avvenuta
comunicazione
Nessuna
pubblicazione
del bando
divulgazion
e del
Bando
regionale
se
pubblicato
dalla
Regione
divulgazione
del Bando
regionale se
pubblicato
dalla Regione
Divulgazione
del Bando
regionale
se pubblicato
dalla Regione
10.1.12.3 Formazione
ed aggiornamento
professionale degli
OSA, con particolare
riferimento agli
addetti alla
produzione e
somministrazione ed
informazione di altri
settori della
popolazione oltre agli
OSA
Programma integrato
di
formazione/informazi
one aziendale per gli
operatori del settore
alimentare che
preveda almeno 5
eventi formativi
all’anno per gli O.S.A.
N. eventi
formativi
effettuati agli
OSA/
N. eventi
formativi
programmati
agli OSA
Verbali di
presenze e
attestati
rilasciati
Effettuati
3 corsi
O.S.A.
Effettua
re 5
corsi
O.S.A.
Effettuare
5 corsi
O.S.A.
Effettuare 5
corsi O.S.A.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 296 ~
CRONOGRAMMA Obiettivi Specifici
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Sett Ott Nov Dic
A1. Raccolta ed elaborazione dei
flussi informativi relativi alle
mense ed ai celiaci dei 6 Distretti
X X X
A2 Invio ai 24 comuni della Provincia
del Bando regionale per
l’erogazione di contributi X X X X
Nessuna
pubblicazione del
bando da parte
della Regione
A3 Eventi informativi/formativi per gli
operatori del settore alimentare
ed informazione e distribuzione di
materiale informativo da
destinare anche ad altri settori
della popolazione oltre agli
operatori del settore alimentare
X X X X
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 297 ~
10.1.p adozione attuazione di un piano regionale sale iodato (con rendicontazione al Ministero della Salute entro il 31 marzo di ogni anno).
Nome e Cognome U.O./Servizio di appartenenza
Dott. Giorgio Saluto Servizio Igiene degli alimenti e della Nutrizione
Razionale: Il PNP individua espressamente la carenza nutrizionale di iodio quale problema di salute pubblica rilevante, poiché gli effetti negativi, che possono interessare tutte le fasi della vita, risultano più gravi durante la gravidanza, l’allattamento e l’infanzia Al fine di perseguire l'obiettivo specifico di ridurre là frequenza dei disordini da carenza iodica ed i relativi costi socio-sanitari sono state adottate le seguenti azioni. Target: Popolazione generale, Operatori del Settore Alimentare Setting: Scuole, Mense delle strutture scolastiche ed ospedaliere e mense pubbliche o convenzionate, Centri di cottura. Gruppi d'interesse: A.S.P., Operatori sanitari, Operatori del Settore Alimentare.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 298 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
10 Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli
10.1.13 Elaborazione ed adozione di un piano regionale di controllo ufficiale sale iodato
10.1.13.1 Rilevare presenza/assenza di sale iodato presso ipermercati e centri cottura 10.1.13.2 Verificare il tenore di iodio nel sale arricchito
10.1.13.1 Percentuale di punti vendita e centri cottura che utilizzano sale iodato 10.1.13.2.1 Numero e percentuale di campioni di sale iodato non conformi, rispetto a quelli programmati
Flussi inviati entro il 31 Marzo Flussi inviati entro il 31 Marzo
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 299 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
ObiettivoSpecifico
10.1.13.1 Rilevare presenza/assenza di sale iodato presso ipermercati e centri cottura
Report su Numero e percentuale di punti vendita e centri cottura, rispetto al campione programmato, che utilizzano sale iodato
Esiti delle azioni ispettive
Risultati attesi
Rilevare la presenza/assenza di sale iodato presso ipermercati e centri cottura nella percentuale programmata di strutture da controllare
N. Rilievi sale iodato/ N. Ipermercati ispezionati N. Rilievi sale iodato/ N. centri di cottura ispezionati
Rendicontazione delle azioni ispettive effettuate
ObiettivoSpecifico
10.1.13.2 Verificare il tenore di iodio nel sale arricchito
Report su Numero e percentuale di campioni di sale iodato non conformi, rispetto a quelli programmati
Esiti delle analisi
Risultati attesi
Verificare il tenore di iodio nel sale arricchito nella percentuale programmata di campionamenti da effettuare
N. campioni effettuati/ N. campioni programmati
Rendicontazione dei campionamenti effettuati
Attività Mezzi Assunzioni
A1. R1
Controllo presso ipermercati e centri cottura della presenza/assenza, utilizzo/non utilizzo di sale iodato Rispetto delle percentuali programmate di strutture da controllare
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo
A2 R2
Campionamento e verifica del tenore di iodio nel sale arricchito Raggiungimento delle percentuali programmate di campionamenti da effettuare
Personale dedicato, Attrezzature e materiale di consumo
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 300 ~
Tabella monitoraggio 5
Codice programma Indicatore Regionale Valore Regione atteso per la
fine del 2018 Valore ASP al 31/12/2015
10.1.13 10.1.13.1 Rilevare presenza/assenza di sale iodato presso ipermercati e centri cottura 10.1.13.2 Verificare il tenore di iodio nel sale arricchito
Controllati i punti di vendita considerati Controllati i centri di cottura presenti Effettuati i campioni programmati
100% dei controlli programmati 100% dei campioni programmati
Tabella monitoraggio 6
Obiettivo specifico Indicatori Formula calcolo Fonte verifica Valore al
2015
Valori attesi
2016 2017 2018
10.1.13.1 Rilevare presenza/assenza di sale iodato presso ipermercati e centri cottura
Report su Numero e percentuale di punti vendita e centri cottura, rispetto al campione programmato, che utilizzano sale iodato
N. Rilievi sale iodato/ N. Ipermercati ispezionati N. rilievi sale iodato/N. Centri di cottura ispezionati
Rendicontazione delle azioni ispettive effettuate
100% dei controlli programmati
100% degli ipermercati ispezionati 100% dei centri cottura ispezionati
100% degli ipermercati ispezionati 100% dei centri cottura ispezionati
100% degli ipermercati ispezionati 100% dei centri cottura ispezionati
10.1.13.2 Verificare il tenore di iodio nel sale arricchito
Report su Numero e percentuale di campioni di sale iodato non conformi, rispetto a quelli programmati
N. campioni effettuati/N. campioni programmati
Rendicontazione dei campionamenti effettuati
100% dei campioni programmati
Effettuare il 100% dei campioni
Effettuare il 100% dei campioni
Effettuare il 100% dei campioni
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 301 ~
CRONOGRAMMA Obiettivi Specifici
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Sett Ott Nov Dic
A1. Controllo presso ipermercati e centri
cottura della presenza/assenza,
utilizzo/non utilizzo di sale iodato
X X X X X X
A2 Campionamento e verifica del tenore
di iodio nel sale arricchito X X X X X X X X X X X X
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 302 ~
10.1.q programmare ed implementare una corretta politica per la prevenzione dei disordini della carenza iodica.
Verrà assicurato l’adempimento della programmazione regionale appena la stessa sarà emanata
10.1.r elaborazione, adozione ed attuazione di un programma regionale di formazione su metodi, tecniche ed organizzazione del controllo ufficiale
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Di Bella Leonardo U.O.C. SIAN
Dott. Todaro Diego
Razionale: Ai sensi dell’art. 6 del Reg. CE 882/04, l'autorità competente assicura che tutto il suo personale che esegue controlli ufficiali:
a) riceva, per il proprio ambito di competenza, una formazione adeguata che gli consenta di espletare i propri compiti con competenza e svolgere i controlli ufficiali in modo coerente. Tale formazione copre, a seconda dei casi, gli ambiti di cui all'allegato II, capo I;
b) si mantenga aggiornato nella sua sfera di competenze e riceva, se del caso, un'ulteriore formazione su base regolare;
Target: Gli operatori del SIAN e del SIAOA che effettuano i Controlli Ufficiali Setting: SIAN, e personale del Dipartimento Veterinario che effettua Controlli Ufficiali, Ufficio Formazione Aziendale, Cefpas. Gruppi di Interesse: SIAN, personale del Dipartimento Veterinario che effettua Controlli Ufficiali ed Operatori del Settore Alimentare.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 303 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli.
Elaborazione, adozione ed attuazione di un Piano regionale di Formazione su metodi, tecniche ed organizzazione del Controllo Ufficiale
Formare adeguatamente in merito malle tecniche dell’organizzazione del Controllo Ufficiale il personale coinvolto nel controllo ufficiale Mantenimento della formazione del personale precedentemente formato sugli argomenti del primo percorso.
Percentuale di personale formato per il corso base previsto dall’accordo/personale afferente ai servizi dell’Autorità Competente. Rilevare la percentuale di personale coinvolto nei controlli ufficiali, in precedenza formato sugli argomenti del primo percorso.
Formazione ed aggiornamento di tutto il Personale che effettua il Controllo Ufficiale
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob1.: Formazione del personale che effettua Controlli Ufficiali Ob.2: Mantenimento della formazione del personale che effettua Controlli Ufficiali.
Percentuale di personale formato per il corso base previsto dall’accordo/personale afferente ai servizi dell’Autorità Competente Rilevare la percentuale di personale coinvolto nei controlli ufficiali, in precedenza formato sugli argomenti del primo percorso.
Relazione sull’attività formativa aziendale Report dei Controlli Ufficiali
R1: Avvenuta formazione R2: Mantenuta formazione
Partecipazione del personale coinvolto nei progetti formativi
Ufficio Formazione
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1: Espletamento Formazione R1: Valutazione efficacia ed efficienza dei Controlli Ufficiali A2: Mantenimento formazione R2: Rivalutazione dell’efficacia ed efficienza dei Controlli Ufficiali
Collaborazione delle risorse umane e finanziarie che l’Azienda e la Regione mettono a disposizione dell’Ufficio Formazione Aziendale e del Cefpas.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 304 ~
CRONOGRAMMA Ob. Spec
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Ge Fe Mar Ap Ma Gi Lu Ag Set Ot No Dic
A1
A2
Espletamento Formazione (già effettuato)
Mantenimento Formazione
x
x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 305 ~
10.1.s Implementazione di una procedura di audit unica e univoca.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Di Bella Leonardo U.O.C. SIAN
Dott. Todaro Diego
Razionale: L’art. 10 del Reg 882/04, nell’ambito delle attività, tecniche e metodi di controllo individua l’audit come: un esame sistematico e indipendente per accertare se determinate attività e i risultati correlati siano conformi alle disposizioni previste, se tali disposizioni siano attuate in modo efficace e siano adeguate per raggiungere determinati obiettivi. Target: Operatori del Settore mangimi, degli alimenti, degli allevamenti e della zootecnia. Setting: SIAN e Servizi del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria. Gruppi di interesse: Autorità Competente, Operatori del Settore Alimentare ed Allevatori.
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o
Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi
Aziendali 2016
Rafforzare le attività
di prevenzione in
sicurezza alimentare e
sanità pubblica
veterinaria per alcuni
aspetti di attuazione
del Piano Nazionale
Integrato dei Controlli.
Implementazione
di una procedura
di audit unica ed
univoca
Redazione della procedura
di Audit a copertura dei
Settori dei Mangimi, degli
Alimenti, della Salute e del
Benessere degli animali
Adozione della
procedura di Audit
Implementazione ed
aggiornamento procedure
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 306 ~
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob.: Implementazione ed aggiornamento della procedura di Audit
Adozione procedura implementata
Controllo Interno
R: Avvenuta implementazione della procedura Audit
Miglioramento dell’efficacia degli Audit
Valutazione efficacia/efficienza
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A: Revisione procedure in essere R: Miglioramento della Procedura di C.U.
Personale del Servizio
CRONOGRAMMA ATTIVIÀ Ob. Spec
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Ge Fe Mar Ap Ma Gi Lu Ag Set Ot No Dic
A: Revisione procedure in essere
x
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 307 ~
10.1.t elaborazione, adozione, attuazione del programma regionale di audit.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Di Bella Leonardo U.O.C. SIAN
Dott. Todaro Diego
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà all' adesione all’ audit su input della Regione
10.1.u Rafforzamento del sistema della farmacosorveglianza.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Messineo Roberto SIAPZ
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà ad Assicurare il corretto svolgimento dell'eventuale piano regionale
10.1v miglioramento e integrazione delle capacità di laboratori regionali
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott.ssa CANDIDA RUBINO Lab. di Sanità Pubblica
Razionale: Come da Reg. ( CE ) 882/2004 e da Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, un sistema di controllo che si occupa di sicurezza alimentare non puo prescindere da una rete laboratoristica ben organizzata ed efficiente ma soprattutto accreditata alla norma ISO 17025 Target: Implementazione dei parametri analitici accreditati dal Laboratorio di Sanità Pubblica Setting: Servizio Igiene Alimenti e Bevande, Servizio Igiene degli Ambienti di Vita Gruppi di interesse: Regione, Autorità Competente Locale.
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 308 ~
QUADRO LOGICO Regionale/aziendale di riferimento
Macro Obiettivo
Programma e/o Azioni regionali
Obiettivi Regionali
Indicatori Regionali Principali Azioni/Interventi Aziendali 2016
Prevenire e/o ridurre a livelli accettabili i rischi e quindi i pericoli per gli esseri umani legati all’ingestione di alimenti
Predisposizione procedura tecnica per la conta microbica a 30° C negli alimenti
Quadro Logico Aziendale
Strategia e Logica dell’intervento Indicatori Fonti di verifica Assunzioni
Ob1.: Accreditamento parametro conta microbica a 30° secondo la UNI/EN/ISO 4833:2004. R1: Implementazione parametri di prova accreditati Ob2: Processo di aggiornamento della formazione del personale sanitario del Laboratorio di Sanità Pubblica sull' evoluzione delle metodiche molecolari applicate alle analisi microbiologiche. R2: aggiornamento del personale Ob3: Circostanziato programma di acquisto di attrezzature sanitarie atte allo svolgimento di analisi di biologia molecolare e relativo materiale di consumo R3: Implementazione attrezzature e parametri di competenza del Laboratorio di sanità Pubblica
Procedura tecnica per la conta microbica a 30° N. di eventi formativi effettuati/n. di eventi formativi programmati*100
Mezzi Fonti di verifica Assunzioni
A1: accreditamento Conta Microbica 30°C
R1: Implementazione parametri di prova accreditati
A2: Formazione operatori
R2: Implementazione delle capacità operative
A3: Procedure di acquisto
R3: Implementazione della dotazione di attrezzature
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 309 ~
CRONOGRAMMA Ob. Spec
ATTIVITÀ Anno 2016 Rischi
Ge Fe Mar Ap Ma Gi Lu Ag Set Ot No Dic
A1
A2
A3
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Mancato
finanziamento
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 310 ~
10.1.z attuazione di piani di sorveglianza in popolazioni di animali selvatici.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Todaro Diego
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà ad assicurare lo svolgimento degli eventuali dei piani su disposizione regionale
10.2.a attuazione di una campagna pluriennale di informazione nei riguardi della popolazione/utenza target.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Todaro Diego
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà ad assicurare lo svolgimento dei piani su disposizione regionale
10.2.b attuazione di una campagna pluriennale di formazione nei riguardi del personale dei Servizi Veterinari e degli Enti locali.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Todaro Diego
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà ad assicurare lo svolgimento dei piani su disposizione regionale
10.2.c riorganizzazione del sistema anagrafico regionale per la gestione dell’anagrafe canina (ACRES).
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Todaro Diego
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà ad assicurare la riorganizzazione su disposizione regionale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 311 ~
10.2.d aggiornamento e implementazione dell’anagrafe delle strutture di ricovero presenti inSicilia.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Todaro Diego
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà ad assicurare l'aggiornamento e l'implementazione su input della Regione
10.2.e approccio verso l’etologia canina.
Cognome e Nome U.O. di appartenenza
Dott. Todaro Diego
L’attività di competenza regionale non è ribaltabile – Si procederà ad assicurare lo svolgimento dei piani su input della Regione
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 312 ~
5. Quadro per il monitoraggio del PAP
Codice e Programma Azione/obiettivo specifico Indicatore Regionale Valore atteso per la fine
del 2018 Valore ASP 31/12/2016
Eventuale assunzione
10: Piano Regionale Integrato dei Controlli in Sicilia (PRIC Sicilia) anche a sviluppo interdisciplinare per la prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria
10.1.a: Predisposizione ed adozione di un protocollo di intesa con le forze dell'ordine per la pianificazione ed il coordinamento dei controlli sulla filiera alimentare.
Adozione di n. 2 protocolli per l’intervento integrato (n.1 nel 2016 e n.1 nel 2017).
Attuazione protocollo secondo indicazioni regionali
Adozione protocollo regionale
10.1.b: Predisposizione ed adozione di un protocollo di intesa con l'Ass.to Reg.le Agricoltura ed eventualmente con l’Ass.to Reg.le per il Territorio e l’Ambiente per la pianificazione ed il coordinamento dei controlli fitosanitari nelle matrici alimentari e negli alimenti per animali;
Adozione di n. 2 protocolli per l’intervento integrato (n.1 nel 2016 e n.1 nel 2017).
Attuazione protocollo secondo indicazioni regionali
Adozione protocollo regionale
10.1.c: Attività di ricognizione presso le AASSPP finalizzata a conoscere la tipologia di SI utilizzato, lo stato di implementazione e/o di adeguamento alla "Masterlist 852", lo stato di allineamento degli archivi cartacei a quelli informatici, lo stato di alimentazione del SINVSA (Sistema Informativo Nazionale Veterinario e Sicurezza Alimentare).
Predisposizione di report specifico (2015);
Adozione Direttiva Regionale
10.1.d: Costituzione e funzionamento Gruppo di lavoro regionale Sistemi Informativi in "Sicurezza Alimentare" (2015)
verbali di riunione
Partecipazione tavoli tecnici
10.1.e: Adozione di specifica disposizione per l'adeguamento delle anagrafiche alla "masterlist 852”
Disposizione regionale – vedi nota prot. 41973 – Servizio 4 – del 11/05/16
Adeguamento Master List effettuato
Implementazione sistema informativo – Adeguamento Master List
10.1.f: Verifiche ispettive (2017 e 2018)
100% Adeguamento delle anagrafiche gestite dalle Autorità competenti alla “Masterlist regolamento CE 852/2004”
10.1.g: Rivisitazione e miglioramento dell’anagrafica degli Operatori del Settore dei Mangimi.
Popolamento del Sistema SINVSA – Implementazione dell’anagrafe degli Operatori del Settore dei Mangimi con l’inserimento degli
100% delle attività riconosciute
100% delle attività riconosciute
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 313 ~
stabilimenti riconosciuti (2017)
10.1.h: Inserimento o trasferimento massivo degli operatori del settore postprimario sul Sistema SINVSA.
Popolamento del Sistema SINVSA – Implementazione dell’anagrafe degli Operatori del Settore dei Mangimi con l’inserimento degli stabilimenti riconosciuti (2017)
100% delle attività riconosciute
50% delle attività riconosciute
10.1.i: Elaborazione ed adozione di un piano regionale di Emergenza integrato con le componenti sanitarie e non sanitarie e gli eventi straordinari
Elaborazione ed adozione di un piano regionale di Emergenza integrato con le componenti sanitarie e non sanitarie.
Attuazione direttive regionali ed attuazione piano locale.
Aggiornamento componenti Unità di crisi – Nota prot. Serv. 4° n. 41929 del 11/05/2016
10.1.l: Verifica di campo (fase di test) del piano di emergenza adottato in sicurezza alimentare.
Svolgimento di almeno un evento esercitativo di scala regionale, in applicazione del piano di emergenza, riguardante la sicurezza alimentare
Partecipazione all’evento
In attesa di disposizioni
10.1.m: Verifica di campo (fase di test) del piano di emergenza adottato in sanità veterinaria.
Svolgimento di almeno un evento esercitativo di scala regionale, in applicazione del piano di emergenza, riguardante una malattia animale
Partecipazione all’evento
In attesa di disposizioni
10.1.n: elaborazione, adozione e attuazione di un piano regionale allergeni;
percentuale di non conformità rispetto al campione programmato
100% campionamento programmato
100% campionamento programmato
10.1.o: elaborazione, adozione e attuazione di un programma regionale integrato celiachia
Invio corretto e completo entro il 15 maggio di ogni anno del flusso informativo ministeriale relativo a mense e celiaci Programma integrato di formazione/informazione regionale per gli operatori del settore alimentare che preveda almeno 5 eventi formativi l’anno
10.1.p: elaborazione, adozione e attuazione di un piano regionale sale iodato
Percentuale di punti vendita e centri cottura che utilizzano sale iodato Numero e percentuale di campioni di sale iodato non conformi rispetto a quelli programmati
10.1.q: programmare ed implementare una corretta politica per la prevenzione dei disordini da carenza iodica
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 314 ~
10.1.r: elaborazione, adozione ed attuazione di un programma regionale di formazione su metodi, tecniche ed organizzazione del controllo ufficiale.
1) Percentuale di
personale formato per il corso base previsto dall’accordo, sul totale del personale afferente ai Servizi dell’Autorità competente (corso base);
2) Rilevare la percentuale di personale coinvolto nei controlli ufficiali in precedenza formato sugli argomenti del primo percorso (corso base);
100%
100%
100%
100%
10.1.s: implementazione di una procedura di audit unica e univoca.
10.1.t: elaborazione, adozione, attuazione del programma regionale di audit.
10.1.u: rafforzamento del sistema della farmacosorveglianza.
1) adozione di iniziative finalizzate alla implementazione del Sistema Informativo Nazionale per la tracciabilità del farmaco veterinario redazione di un nuovo piano su base pluriennale 2) realizzazione di n.2 eventi di sensibilizzazione/formazione /informazione, rivolto ai portatori di interesse, ivi compresi distributori (ingrosso e dettaglio), veterinari prescrittori e del controllo ufficiale;
Assicurare il corretto svolgimento dell’eventuale piano regionale Assicurare la partecipazione agli eventi
Assicurare il corretto svolgimento dell’eventuale piano regionale Assicurare la partecipazione agli eventi
10.1.v: miglioramento e integrazione delle capacità di laboratorio.
1) report e/o relazione sui
laboratori presenti nella Regione Siciliana. Anno 2015
2) adozione di un provvedimento per la riorganizzazione della rete dei laboratori e per l’integrazione in una piattaforma unica di gestione dei dati e delle informazioni concernenti i mangimi, gli alimenti, la salute e il benessere degli animali, anche con riferimento alle zoonosi, alle malattie trasmesse con gli alimenti (specie di origine animale) e alle malattie idrodiffuse. Anno 2016.
3) protocollo di intesa tra aziende sanitarie e Istituto Zooprofilattico Sperimentale per l’adozione di un set diagnostico
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 315 ~
standardizzato e relative procedure ai fini dell’implementazione del sistema di allerta e sorveglianza delle malattie zoonotiche di origine alimentare. Anno 2017
4) Documentazione (verbale o report) attestante il riesame e l’aggiornamento della capacità di laboratorio in funzione delle esigenze regionali. Anno 2018.
10.1.z: attuazione di piani di sorveglianza in popolazioni di animali selvatici
provvedimento di approvazione del piano (2017)
Assicurare lo svolgimento degli eventuali piani di sorveglianza
Assicurare lo svolgimento degli eventuali piani di sorveglianza
10.2 Piano Regionale Pluriennale di Costruzione del Corretto Rapporto Uomo/animale/Ambiente.
10.2.a: attuazione di una campagna pluriennale di informazione nei riguardi della popolazione/utenza target.
realizzazione di una campagna di informazione e sensibilizzazione entro il 2017.
Assicurare lo svolgimento dei piani
Assicurare lo svolgimento dei piani
10.2.b: attuazione di una campagna pluriennale di formazione nei riguardi del personale dei Servizi Veterinari e degli Enti locali.
corsi di formazione/aggiornamento in numero di almeno due per anno di riferimento del piano.
Assicurare lo svolgimento dei piani
Assicurare lo svolgimento dei piani
10.2.c: riorganizzazione del sistema anagrafico regionale per la gestione dell’anagrafe canina (ACRES).
proporzione di cani identificati ed iscritti all'anagrafe regionale e restituiti al proprietario rispetto al numero di cani catturati
Assicurare la riorganizzazione su disposizione della regione
Assicurare la riorganizzazione su disposizione della regione
10.2.d: aggiornamento e implementazione dell’anagrafe delle strutture di ricovero presenti in Sicilia.
proporzione di controlli effettuati rispetto al numero di canili/rifugi censiti sul territorio.
Assicurare l’aggiornamento e l’implementazione su disposizione della regione
Assicurare l’aggiornamento e l’implementazione su disposizione della regione
10.2.e: approccio verso l’etologia canina.
rapporti annuali a partire dal 2017.
Assicurare lo svolgimento dei piani
Assicurare lo svolgimento dei piani
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 316 ~
6. Tabella indicatori di monitoraggio
Azioni Obiettivo specifico
Indicatore Fonte
verifica Formula calcolo
Valore di partenza al 2016
Valore attesi
2016 2017 2018 2019 10.1.a Adozione di un protocollo di intesa con le forze dell'ordine per la pianificazione ed il coordinamento dei controlli sulla filiera alimentare
Adottare piani di controllo/monitoraggio integrati per la gestione del rischio biologico, fisico e chimico (ambientale e tecnologico) nelle matrici alimentari e negli alimenti per animali, nell'ottica dell'integrazione tra sanità pubblica, ambiente e agricoltura.
Adozione di n°2 protocolli sottoscritti
Verbali di riunione Conferenze di servizio Verifica efficacia controlli ufficiale congiunti dopo adozione protocolli
Nessun protocollo sottoscritto dalla Regione
Adottare e mettere in
atto i protocolli
sottoscritti dalla
Regione
Adottare e mettere in
atto i protocolli
sottoscritti dalla
Regione
Adottare e mettere in
atto i protocolli
sottoscritti dalla
Regione
Adottare e mettere in
atto i protocolli
sottoscritti dalla
Regione
10.1.b Adozione di un protocollo di intesa con l’Ass.to reg.le Agricoltura la pianificazione ed il coordinamento dei controlli fitosanitari nelle matrici alimentari enegli alimenti per animali
Adottare piani di controllo/monitoraggio integrati per la gestione del rischio biologico, fisico e chimico (ambientale e tecnologico) nelle matrici alimentari e negli alimenti per animali, nell'ottica dell'integrazione tra sanità pubblica, ambiente e agricoltura.
Adozione di n° 2 protocolli
Verbali di riunione Conferenze di servizio Verifica efficacia controlli ufficiale congiunti dopo adozione protocolli
Nessun protocollo sottoscritto dalla Regione
Adottare e mettere in
atto i protocolli
sottoscritti dalla
Regione
Adottare e mettere in
atto i protocolli
sottoscritti dalla
Regione
Adottare e mettere in
atto i protocolli
sottoscritti dalla
Regione
Adottare e mettere in
atto i protocolli
sottoscritti dalla
Regione
10.1c Attività di ricognizione presso le AASSPP finalizzata a conoscere la tipologia di SI utilizzato, lo stato di implementazione e/o di adeguamento alla “Masterlist 852”, lo stato di allineamento degli archivi cartacei a quelli informatici, lo stato di alimentazione del SINVSA
Conoscere lo stato dell’arte dei SI in uso per l’adozione di eventuali azioni
Riparto somme – Nota prot. Servizio 4° - n. 41973 del 11/05/2016
SIAN/Gevisan
80% MasterList 70% allineamento
archivi
Invio
relazione trimestrale
Invio
relazione
Invio
relazione
Invio
relazione
10.1.d Costituzione e funzionamento Gruppo di lavoro regionale Sistemi Informativi in "Sicurezza Alimentare
Valutare punti di forza, punti di debolezza e criticità e condividere soluzioni, monitorando con cadenza quadrimestrale lo SAL per il
verbali di riunione
Partecipato ad una
riunione
Partecipazione ai lavori
Partecipazione ai lavori
Partecipazione ai lavori
Partecipazione ai lavori
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
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~ 317 ~
funzionamento e l'adeguamento dei SI
10.1.e Adozione di specifica disposizione per l'adeguamento delle anagrafiche alla "Masterlist 852”
Fissare regole uniche, conformi alla disposizione ministeriale, per comportamenti univoci nell'intero territorio regionale
Riparto somme – Nota prot. Servizio 4° - n. 41973 del 11/05/2016
SIAN/Gevisan
80% allineamento MasterList e
70% allineamento archivi
cartaceo/informatici
Allineament
o alla disposizione
regionale
Allineament
o alla disposizione
regionale
Allineament
o alla disposizione
regionale
Allineament
o alla disposizione
regionale
10.1.f Verifiche ispettive per accertare il pieno rispetto nell’utilizzo della Masterlist
Accertare il pieno rispetto nell'utilizzo della Masterlist 852
Adeguamento delle anagrafiche gestite dalle Autorità competentialla “Masterlist regolamento CE852/2004
Adozione
disposizione regionale
Adozione
disposizione regionale
Adozione
disposizione regionale
Adozione
disposizione regionale
10.1.g Rivisitazione emiglioramento dell’anagrafica degliOperatori del Settore dei Mangimi Inserimento nel Sistema Informativo Nazionale per la gestione delleanagrafiche degli OSM (piattaforma SINVSA) di tutti i nuovi operatori del settore dei mangimi (OSM) riconosciuti a partire dal 2015 e trasferimento delle anagrafiche preesistenti in possesso di Regioni e P.A. secondo le tempistiche e le modalità dettate dal Piano Nazionale Alimentazione Animale 2015-2017
Completare la migrazione sul Sistema SINVSA di tutti gli Operatori riconosciuti ai sensi dell’articolo 10 del Reg Ce n. 183 del 2005
Popolamento del Sistema SINVSA –Implementazione dell’anagrafe degli Operatori del Settore dei Mangimi con l’inserimento degli stabilimenti riconosciuti
Zero%
100%
100%
100%
100%
10.1.h Inserimento o trasferimento massivo degli operatori del settore Postprimario sul Sistema SINVSA Inserimento nel Sistema Informativo Nazionale per la gestione delle anagrafiche degli OSM (piattaforma SINVSA) di tutti i nuovi
Completare l’inserimento puntuale o il trasferimento massivo in SINVSA di tutti gli operatori del settore postprimario registrati ai sensi dell’articolo9 del Regolamento n.183 del 2005
Popolamento del Sistema SINVSA–Implementazione dell’anagrafe degli Operatori del Settore dei Mangimi con l’inserimento degli operatori del settore postprimario registrati
Zero%
50%
75%
100%
100%
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 318 ~
operatori del settore dei mangimi (OSM)registrati a partire dal 2015 e trasferimento delle anagrafiche preesistenti in possesso di Regioni e P.A. secondo le tempistiche e le modalità dettate dal Piano Nazionale Alimentazione Animale2015-2017
10.1.i Elaborazione ed adozione di un piano regionale di Emergenza integrato con le componenti sanitarie e non sanitarie
Gestire le emergenze epidemiche veterinarie e non e gli eventi straordinari
Predisposizione di piani operativi integrati di intervento per la gestione delle emergenze/eventi straordinari
Precedente
delibera Unità di crisi
Aggiorname
nto componenti Unità di crisi – Nota prot. Serv. 4° n. 41929 del
11/05/2016
Adozione
piano operativo secondo direttive regionali
Adozione
piano operativo secondo direttive regionali
Adozione
piano operativo secondo direttive regionali
10.1.l Verifica di campo (fase di test) del piano di emergenza adottato in sicurezza alimentare
Svolgimento di almeno un evento esercitativo di scala regionale, in applicazione del piano di emergenza, riguardante la sicurezza alimentare
Partecipare
alle verifiche di campo del
piano di emergenza
Partecipare
alle verifiche di campo del
piano di emergenza
Partecipare
alle verifiche di campo del
piano di emergenza
Partecipare
alle verifiche di campo del
piano di emergenza
10.1.m Verifica di campo (fase di test) del piano di emergenza adottato in sanità veterinaria
Svolgimento di almeno un evento esercitativo di scala regionale, in applicazione del piano di emergenza riguardante una malattia animale
Partecipazio
ne all’evento
esercitativo
Partecipazio
ne all’evento
esercitativo
Partecipazio
ne all’evento
esercitativo
Partecipazio
ne all’evento
esercitativo
10.1.n adozione e attuazione del piano regionale allergeni
Rilevare alimenti contenenti allergeni (non dichiarati in etichetta o in quantità superiore alle concentrazioni previste);
percentuale di
non conformità rispetto al campione
programmato
Rapporti di prova IZS Sicilia
N° di
campioni non
conformi/ totale
campioni effettuati *
100
Effettuati il 100%
dei campioni
100%
campioni programmat
i
100%
campioni programmat
i
100%
campioni programmat
i
100% campioni pro-grammati
4% (SIAOA) – 0% (SIAN) di campioni non conformi
% di campioni
non conformi da
verificare
% di campioni
non conformi da
verificare
% di campioni
non conformi da
verificare
% di campioni
non conformi da
verificare
10.1.o adozione e attuazione di un programma regionale integrato celiachia
Obiettivo 1 aggiornamento delle informazioni inerenti il numero dei celiaci e delle mense
Indicatore 1: invio corretto e completo, entro il 31 marzo di ogni anno, del flusso informativo ministeriale relativo a mense e celiaci.
100%
100%
Invio flussi entro il 31
marzo
Invio flussi entro il 31
marzo
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 319 ~
Obiettivo 2: interventi per agevolare l'accesso delle persone affette da celiachia nelle mense delle strutture scolastiche ed ospedaliere e mense pubbliche o convenzionate Obiettivo 3: formazione ed aggiornamento professionale degli OSA, con particolare riferimento agli addetti alla produzione e somministrazione;
Indicatore 2: bando regionale per l'erogazione di contributi Indicatore 3: programma integrato di formazione/informazione regionale per gli operatori del settore alimentare che preveda almeno 5 eventi formativi all'anno
Effettuare 5 corsi
10.1.p: adozione attuazione di un piano regionale sale iodato (con rendicontazione al Ministero della Salute entro il 31 marzo di ogni anno).
Obiettivo 1: rilevare presenza/assenza di sale iodato presso ipermercati e centri cottura Obiettivo 2: verificare il tenore di iodio nel sale arricchito;
Indicatore 1:
percentuale
di punti
vendita e
centri cottura,
rispetto al
campione
programmalo,
che utilizzano
sale iodato;
Indicatore 2:
numero e
percentuale
di campioni
di sale iodato
non conformi,
rispetto a
quelli
programmati
10 controlli
punti vendita
5 controlli ristorazione
collettiva
20 controlli
punti vendita
100 % centri cottura 5% dei
ristoratori incremento del 10% di
consumo di sale iodato
30 controlli
punti vendita
50 % delle mense
scolastiche con cucina
10% dei ristoratori
10.1.q: programmare ed implementare una corretta politica per la prevenzione dei disordini della carenza iodica
Disporre, avviare
e verificare il
flusso
informativo per
la comunicazione
delmonitoraggio
del Tsh
neonatale al
Ministero della
Salute ed
all’Osservatorio
Nazionale ISS
Implementazi
one di un
flusso
informativo
per la
Comunicazion
e del
monitoraggio
del Tsh
neonatale
Direttiva regionale per l’implementazione del flusso informativo del Tsh Attivazione del flusso all’ISS secondo il format in uso, monitoraggio e rilevamento eventuali anomalie
100%
0%
adozione direttiva regionale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 320 ~
Verifica del flusso e soluzione di eventuali Anomalie
10.1.r: elaborazione, adozione ed attuazione di un programma regionale di formazione su metodi, tecniche ed organizzazione del controllo ufficiale
Obiettivo 1: formare adeguatamente in merito alle tecniche ed all'organizzazione del controllo ufficiale il personale coinvolto nei controlli ufficiali (corso base); Obiettivo 2: mantenimento della formazione per il personale precedentemente formato sugli argomenti del primo percorso;
Indicatore 1: Percentuale di personale formato per il corso base previsto dall'accordo, sul totale del personale afferente ai Servizi dell'Autorità competente (corso base); Indicatore 2: rilevare la percentuale di personale coinvolto nei controlli ufficiali in precedenza formato sugli argomenti del primo percorso (corso base);
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
10.1.s Implementazione di una procedura di audit unica e univoca
Redazione della procedura di audit a copertura dei settori dei mangimi, degli alimenti, della salute e del benessere degli animali
Adozione della
procedura di
audit
SIAOA e Sanità
Animale dispongono di
procedure
SIAN dispone di procedura
Implementazione ed aggiornamento procedure
Implementazione ed aggiornamento procedure
Implementazione ed aggiornamento procedure
Implementazione ed aggiornamento procedure
10.1.t: elaborazione, adozione, attuazione del programma regionale di audit
Obiettivo 1: sottoporre ad audit almeno il 20% delle AASSPP all'anno
Obiettivo 2: sottoporre ad audit almeno il 20% all'anno dei sistemi di controllo di cui al "Country Profile Italia";
Indicatore 1: rilevare la percentuale di AASSPP sottoposta ad audit ogni anno; Indicatore 2: rilevare la percentuale dei sistemi di controllo di cui al "Country Profile Italia" ogni anno;
adesione
all’audit di sistema o di
settore richiesto
dalla Regione
adesione
all’audit di sistema o di
settore richiesto
dalla Regione
adesione
all’audit di sistema o di
settore richiesto
dalla Regione
adesione
all’audit di sistema o di
settore richiesto
dalla Regione
10.1.u Rafforzamento del sistema della farmacosorveglianza
Obiettivo 1:
Aggiornamento
del Piano
Pluriennale della
farmacosorveglia
nza
Indicatore 1: Adozione di iniziative finalizzate alla implementazione del Sistema Informativo Nazionale per la tracciabilità del farmaco veterinario, ivi compresa la redazione di un nuovo piano su base pluriennale
Assicurare il
corretto svolgimento dell'eventua
le piano regionale
Assicurare il
corretto svolgimento dell'eventua
le piano regionale
Assicurare il
corretto svolgimento dell'eventua
le piano regionale
Assicurare il
corretto svolgimento dell'eventua
le piano regionale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 321 ~
Obiettivo 2: Miglioramento del sistema di gestione delle prescrizioni
entro il 2016 Indicatore 2: realizzazione di n.2 eventi di sensibilizzazione/formazione/informazione, rivolto ai portatori di interesse, ivi compresi distributori (ingrosso e dettaglio), veterinari prescrittori e del controllo ufficiale
Assicurare la
partecipazione e il
coinvolgimento ad
eventi di sensibilizzaz
ione formazione, informazion
e
Assicurare la
partecipazione e il
coinvolgimento ad
eventi di sensibilizzaz
ione formazione, informazion
e
Assicurare la
partecipazione e il
coinvolgimento ad
eventi di sensibilizzaz
ione formazione, informazion
e
Assicurare la
partecipazione e il
coinvolgimento ad
eventi di sensibilizzaz
ione, formazione, informazion
e
10.1v : miglioramento e integrazione delle capacità di laboratori regionali
Obiettivo 1:
Individuazione
della
complessiva
capacità di
laboratorio
regionale in
materia di analisi
sui mangimi,
sugli alimenti,
sulla salute e sul
benessere degli
animali
Obiettivo 2:
Individuazione e
attuazione di una
governance del
sistema
regionale dei
laboratori
pubblici a
supporto del
controllo
ufficiale.
Obiettivo 3:
Sviluppare
protocolli di
collaborazione
tra
ospedali/laborat
ori di
Indicatore 1:
report e
relazione sui
laboratori
presenti nella
Regione
siciliana anno
2015
Indicatore 2:
adozione di un
provvediment
o per la
riorganizzazio
ne della rete
die laboratori
per la
integrazione in
una
piattaforma
unica di
gestione dei
dati e delle
concernenti i
mangimi, gli
alimenti, la
salute e il
benessere
degli animali,
anche con
riferimento
alle zoonosi,
alle malattie
trasmesse con
gli alimenti
(specie di
origine
animale) e alle
malattie
idrodiffuse.
Anno 2016
Indicatore 3:
Protocollo di
intesa tra
aziende
sanitarie e
IstitutoZoopro
flattico
Sperimentale
Relazione
predisposta
dalla Regione
Disposizione
regionale
Protocollo di
intesa
secondo
indicazioni
regionali
Adeguamento del processo di pianificazione die campionamenti
Disposizione regionale
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 322 ~
diagnostica/sorv
eglianza umana e
laboratori
deputati alla
diagnostica/sorv
eglianza nel
settore
alimentare e
veterinario
Obiettivo 4:
Assicurare un
'appropriata
capacità di
laboratorio della
rete dei
laboratori
pubblici
per l’adozione
di un set
diagnostico
standardizzato
e relative
procedure ai
fini
dell’implemen
tazione del
sistema di
allerta e
sorveglianza
delle malattie
zoonotiche di
origine
alimentare.
Anno 2017
Indicatore 4:
Documentazio
ne (verbale o
report)
attestante il
riesame e
1'aggiornamen
to della
capacità di
laboratorio in
funzione delle
esigenze
regionali.
Anno 2018
Documentazio
ne in possesso
di LSP che
attesta le
capacità di
laboratorio
LSP accreditato per le acque destinate
al consumo umano, per la parte
microbiologica di alcune matrici alimentari e gli alimenti prima
infanzia a base di latte
10.1.z attuazione di piani di sorveglianza in popolazioni di animali selvatici
Elaborare un
piano di
sorveglianza in
popolazioni
animali
selvatiche nei
riguardi di
Influenza aviaria,
West
NileDisease,
Brucellosi e
Turbercolosi
Provvediment
o di
approvazione
Assicurare
lo svolgimento
degli eventuali piani di
sorveglianza
Assicurare
lo svolgimento
degli eventuali piani di
sorveglianza
Assicurare
lo svolgimento
degli eventuali piani di
sorveglianza
Assicurare
lo svolgimento
degli eventuali piani di
sorveglianza
10.2.a: attuazione di una campagna pluriennale di informazione nei riguardi della popolazione/utenza target.
Accrescere la sensibilità della popolazione generale Sui temi del rapporto Uomo/Animali/Ambiente
realizzazione di una campagna di informazione e sensibilizzazione entro il 2017.
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
10.2.b: attuazione di una campagna pluriennale di formazione nei riguardi del personale dei Servizi Veterinari e degli Enti locali.
Migliorare le conoscenze e le competenze del personale
corsi di formazione/aggiornamento in numero di almeno due per anno di riferimento del piano.
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
10.2.c: riorganizzazione del sistema anagrafico regionale per la gestione dell’anagrafe canina
Allineare tutte le province dell’isola verso un unico standard di gestione e funzionamento del sistema
proporzione di cani identificati ed iscritti all'anagrafe regionale e restituiti al proprietario
Assicurare la
riorganizzazione su
disposizione della
Regione
Assicurare la
riorganizzazione su
disposizione della
Regione
Assicurare la
riorganizzazione su
disposizione della
Regione
Assicurare la
riorganizzazione su
disposizione della
Regione
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 323 ~
(ACRES). anagrafico (ACRES)
rispetto al numero di cani catturati
10.2.d: aggiornamento e implementazione dell’anagrafe delle strutture di ricovero presenti in Sicilia.
Regimentare un sistema di aggiornamento, Anche mediante geolocalizzazione, sulla Rete e sul funzionamento Delle strutture di ricovero presenti nella regione, anche ai fini del governo Del sistema di controllo
proporzione di controlli effettuati rispetto al numero di canili/rifugi censiti sul territorio.
Assicurare
l’aggiornamento e
l’implementazione su
disposizione della
Regione
Assicurare
l’aggiornamento e
l’implementazione su
disposizione della
Regione
Assicurare
l’aggiornamento e
l’implementazione su
disposizione della
Regione
Assicurare
l’aggiornamento e
l’implementazione su
disposizione della
Regione
10.2.e: approccio verso l’etologia canina.
Avvio di un sistema istituzionalizzato di studio etologico del cane morsicatore mediante avvio di uno studio pilota
rapporti annuali a partire dal 2017.
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
Assicurare
lo svolgimento
dei piani
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 324 ~
INDICE
PREMESSA pag. 3 MACRO OBIETTIVO 1 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili pag. 11
Programma/Azione 1.1.1 Definizione di accordi intersettoriali a livello aziendale pag. 12
Programma/Azione 1.1.2 Promozione dell’allattamento al seno pag. 16
Programma/Azione 1.1.3 Promozione della salute in ambiente scolastico pag. 20
Programma/Azione 1.1.4 Promozione della salute in ambiente di lavoro e comunità pag. 25
Programma/Azione 1.2.1 Identificazione precoce e valutazione integrata dei soggetti in condizioni di rischio aumentato per MCNT pag. 38
Programma/Azione 1.2.2 Offerta di consiglio breve a soggetti con fattori di rischio, nei contesti sanitari appropriati. (Ambulatori, Consultori, Certificazioni, Medici Competenti, ecc.). pag. 42
Programma/Azione 1.2.3 Sviluppare programmi per promuovere e diffondere la pratica dell’esercizio fisico, anche attraverso la prescrizione, nelle persone con patologie croniche pag. 45
Programma/Azione 1.3 Programma Regionale FED (Formazione, Educazione, Dieta) pag. 47
Programma/Azione 1.4.1 Verifica effettiva istituzione U.O. Screening nelle ASP pag. 50
Programma/Azione 1.4.2 Sensibilizzazione Medici di Medicina Generale pag. 53
Programma/Azione 1.4.3 Correzione indirizzi pag. 56
Programma/Azione 1.4.4 Accordi con CUP Az. Ospedaliere pag. 59
Programma/Azione 1.4.5 Adozione indirizzi regionali per introduzione al test HPV-DNA pag. 63
Programma/Azione 1.4.6 Adozione del test HPV-DNA pag. 65
Programma/Azione 1.4.7 Adozione di indirizzi regionali programmatori per il rischio eredo-familiare di tumore alla mammella pag. 67
Programma/Azione 1.4.8 Adozione dei percorsi in tutte le ASP per il rischio eredo-familiare di tumore alla mammella secondo programmazione regionale pag. 70
MACRO OBIETTIVO 2 Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali pag. 72
Programma 2.2 Screening audiologico neonatale pag. 73
Programma/Azione 2.2.1 Sensibilizzazione direzioni sanitarie di presidio pag. 75
Programma/Azione 2.2.2 Predisposizione del servizio pag. 77
Programma/Azione 2.2.3 Attivazione del servizio pag. 81
Programma 2.3 Screening oftalmologico neonatale pag. 84
Programma/Azione 2.3.1 Sensibilizzazione direzioni sanitarie di Presidio pag. 86
Programma/Azione 2.3.2 Predisposizione del Servizio pag. 88
Programma/Azione 2.3.3 Attivazione del Servizio pag. 91
MACRO OBIETTIVO 3 Promuovere il benessere mentale nei bambini, adolescenti e giovani pag. 93
Programma/Azione 3.1.1
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 325 ~
Promozione e potenziamento dei fattori di protezione (life skill, empowerment) adozione di comportamenti sani (alimentazione, attività fisica, fumo e alcool) nella popolazione giovanile e adulta pag. 94
Azione 3.1.2 Definizione di percorsi per la presa in carico precoce dei soggetti in età preadolescenziale adolescenziale e giovanile a rischio di disagio mentale pag. 100
MACRO OBIETTIVO 4 Prevenire la dipendenza da sostanza e comportamenti pag. 103
Azione 4.1.1 Applicazione e sviluppo di accordi di collaborazione ASP/Scuola pag. 104
Azione 4.3.1 Applicazione delle Linee Guida sulla prevenzione del GAP pag. 109
MACRO OBIETTIVO 5 Prevenire gli incidenti stradali e ridurre la gravità dei loro esiti pag. 113
Programma 5.1 pag. 114
Azione 5.1.1 Percorsi formativi/informativi su popolazione e sul setting scuola (allievi/insegnanti) pag. 115
Azione 5.1.2 Campagne informative attraverso mass media a livello Regione/ASP pag. 118
Azione 5.1.3 Attivazione di tavoli tecnici regionali interistituzionali pag. 121
Azione 5.1.4 Attivazione di protocolli d’intesa tra ASP e Istituzioni non sanitarie pag. 123
MACRO OBIETTIVO 6 Prevenire gli incidenti domestici e i loro esiti pag. 126
Azione 6.1.2 Promozione dell'attività fisica nell'anziano pag. 131
Azione 6.1.3 Formazione alla sicurezza domestica per operatori sanitari MMG e PLS e degli educatori scolastici e dei collaboratori familiari pag. 134
Azione 6.1.4 Sostegno ai flussi informativi basati sui dati rilevati dal CAV con procedura standard pag. 137
MACRO OBIETTIVO 7 Prevenire gli infortuni e le malattie professionali Pag. 140
Azione 7.1.1 Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi informativi attivati pag. 141
Azione 7.1.2 Sorveglianza sanitaria nelle imprese ispezionate pag. 146
Azione 7.1.3 Promozione attività di coordinamento tra enti pag. 150
Azione 7.1.4 Promuovere e favorire l’adozione da parte delle imprese di buone prassi e percorsi di responsabilità sociale pag. 151
Azione 7.1.5 Adozioni di atti di indirizzo regionale finalizzati a garantire uniformità e trasparenza nell’attività di vigilanza e controllo e loro monitoraggio pag. 155
Azione 7.1.6 Comunicazione, Formazione e Assistenza pag. 156
Azione 7.2.1 Realizzazione campagne informative, formazione e assistenza operatori dei Servizi pag. 161
Azione 7.2.2 Controlli aziende agricole, monitoraggio utilizzo prodotti fitosanitari e verifiche macchine ed attrezzature agricole Pag. 162
Azione 7.3.1 Monitoraggio dei rischi e dei danni da lavoro e dei sistemi informativi attivati pag. 170
Azione 7.3.2 Promozione di azioni mirate ad eliminare, ove possibile, l’agente a rischio o l’esposizione all’agente e per l’emersione del fenomeno tecnopatico con l’incremento delle segnalazioni di denunce delle malattie da lavoro pag. 176
Azione 7.3.3 Vigilanza e controllo sull’adozione di misure di prevenzione e protezione da parte delle imprese nei comparti con presenza nota di cancerogeni pag. 182
Azione 7.3.4
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 326 ~
Formazione, informazione, assistenza operatori dei servizi, lavoratori esposti, RLS, Datori di lavoro, igienisti, medici competenti, associazioni ed enti di categoria pag. 188
Azione 7.4.1 Monitoraggio dei rischi e dei danni del lavoro e dei sistemi informativi attivati pag. 193
Azione 7.4.2 Diffusione materiale Informativo/Divulgativo per le Aziende pag. 199
Azione 7.4.3 Realizzazione di iniziative informative/formative nei confronti di aziende, associazioni, figure aziendali della prevenzione pag. 200
Azione 7.4.4 Produzione Atti di indirizzo Regionali per dare uniformità alla vigilanza e controllo e loro monitoraggio in relazione a valutazione dello stress lavoro correlato pag. 204
Azione 7.6.1 Attività formative che favoriscano l’introduzione della cultura della salute e sicurezza nei curricula delle scuole di ogni ordine e grado, anche attraverso partenariati con USR/USP/Istituti Scolastici pag. 205
Azione 7.6.2 Progettazione di interventi educativi e informativo/formativi nell’ambito delle singole discipline e dei piani dell’ offerta formativa (POF), favorendo percorsi interdisciplinari, così come previsto dall’art.11 del D.Lgs.81/2008 anche a sostegno della formazione del personale docente e non docente pag. 209
MACRO OBIETTIVO 8 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute pag. 213
Azioni 8.1.1 – 8.1.2 Implementazione dell’applicazione dei Reg. REACH e CLP nel territorio provinciale: vigilanza, informazione alle imprese e formazione degli operatori pag. 214 Azione 8.2.1 Rafforzare i rapporti interstituzionali pag. 218
Azione 8.2.2 Rafforzare la sorveglianza epidemiologica ambiente/salute pag. 221
Azione 8.2.3 Introdurre strumenti di valutazione di impatto sanitario (VIS) pag. 224
Azione 8.2.4 Advocacy e gestione del rischio a livello territoriale pag. 227
Azione 8.2.5 Formazione e informazione pag. 230
Azione 8.2.6 Comunicazione del rischio pag. 234
Azione 8.2.7 Gestione problematica amianto sulla popolazione pag. 239
Azione 8.2.8 Adozioni di interventi per la prevenzione e la riduzione delle esposizioni in un ottica di appropriatezza e di sostenibilità delle azioni pag. 243
MACRO OBIETTIVO 9 Ridurre la frequenza di infezioni/malattie infettive prioritarie pag. 252
Azione 9.1.1 Consolidamento della sorveglianza epidemiologica e integrazione delle fonti pag. 253
Azione 9.1.4 Comunicazione per la popolazione generale e specifici sottogruppi, formazione per gli operatori sanitari sulle priorità di prevenzione identificate pag. 266
Azione 9.1.3 Promozione della immunizzazione attiva e interventi di prevenzione primaria e secondaria pag. 270
Azione 9.1.5 Rafforzamento della capacità di risposta alle emergenze infettive pag. 274
Azione 9.1.6 Coordinamento ed integrazione fra diversi livelli istituzionali nella attuazione di interventi di prevenzione, nel periodico ritorno informativo a tutti i livelli e nel monitoraggio sistematico interventi mirati a prevenire antibiotico-resistenza e infezioni correlate all'assistenza: campagne informative e formative pag. 275
MACRO OBIETTIVO 10 Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli pag. 282
Azione 10.1.f Verifiche ispettive per accertare il pieno rispetto nell’utilizzo della Masterlist pag. 283
Azione 10.1.h
Piano Aziendale della Prevenzione 2016 - 2018
_________________________________________________________________________________________
~ 327 ~
Inserimento o trasferimento massivo degli operatori del settore Post primario sul Sistema SINVSA Inserimento nel Sistema Informativo Nazionale per la gestione delle anagrafiche degli OSM (piattaforma SINVSA) di tutti i nuovi operatori del settore dei mangimi (OSM)registrati a partire dal 2015 e trasferimento delle anagrafiche preesistenti in possesso di Regioni e P.A. secondo le tempistiche e le modalità dettate dal Piano Nazionale Alimentazione Animale 2015-2017 pag. 283
Azione 10.1.i Elaborazione ed adozione di un piano regionale di Emergenza integrato con le componenti sanitarie e non sanitarie Pag. 290
Azione 10.1.o Adozione e attuazione di un programma regionale integrato celiachia pag. 292
Azione 10.1.p Adozione attuazione di un piano regionale sale iodato (con rendicontazione al Ministero della Salute entro il 31 marzo di ogni anno) pag. 297
Azione 10.1.q Programmare ed implementare una corretta politica per la prevenzione dei disordini della carenza iodica pag. 302
Azione 10.1.r Elaborazione, adozione ed attuazione di un programma regionale di formazione su metodi, tecniche ed organizzazione del controllo ufficiale pag. 302
Azione 10.1.s Implementazione di una procedura di audit unica e univoca pag. 305
Azione 10.1.t Elaborazione, adozione, attuazione del programma regionale di audit pag. 307
Azione 10.1.u Rafforzamento del sistema della farmacosorveglianza pag. 307
Azione 10.1v Miglioramento e integrazione delle capacità di laboratori regionali pag. 307
Azione 10.1.z Attuazione di piani di sorveglianza in popolazioni di animali selvatici pag. 310
Azione 10.2.a Attuazione di una campagna pluriennale di informazione nei riguardi della popolazione/utenza target pag. 315
Azione 10.2.b Attuazione di una campagna pluriennale di formazione nei riguardi del personale dei Servizi Veterinari e degli Enti locali Pag. 310
Azione 10.2.c Riorganizzazione del sistema anagrafico regionale per la gestione dell’anagrafe canina (ACRES) pag. 310
Azione 10.2.d Aggiornamento e implementazione dell’anagrafe delle strutture di ricovero presenti inSicilia pag. 311
Azione 10.2.e Approccio verso l’etologia canina pag. 311