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Venerdì, 23 Dicembre 2016 www.corrieredelmezzogiorno.it Natale TRA I CASTELLI, I NEBRODI E L’ALCANTARA U n Natale diverso all’insegna della natu- ra, del folclore, del relax e della gastro- nomia perché le regioni del sud come pochi altri luoghi trasmettono quel- l’aria tipica delle festività natalizie. Questo spe- ciale dedicato ai Castelli vuole essere un viaggio nel sud alla ricerca di luoghi unici e impareg- giabili, capaci di catturare quell’aria natalizia e quelle tradizioni tipiche di un periodo che la vi- ta frenetica di questi tempi non è riuscito anco- ra a scalfire. C’è sempre meno tempo da dedica- re ai regali e meno tempo per cucinare, ma il Natale in famiglia è una tradizione a cui nessu- no vuole rinunciare. Per chi invece, vuole visita- re l’isola fuori stagione, ora è l’occasione ideale per scoprire l’altro lato della Sicilia. L’isola è an- che al centro di una rivoluzione turistica, la Si- cilia nel 2016 ha registrato un boom di presenze che ora dovrà essere canalizzato per sfruttare al meglio questo flusso turistico. Non solo arte, archeologia e cultura, ma soprattutto l’icono- grafia di una tradizione simboleggiata dalla presenza in tutta l’isola, nonché in Calabria, di Presepi di diverse fogge e materiali come il le- gno, l’oro e l’argento. Interi paesi si trasformano per settimane in presepi viventi, dove gli abi- tanti animano le vie dei centri storici tra il suo- no delle zampogne e i canti delle Novene, spes- so commissionate da committenti privati ed eseguite all’interno delle loro abitazioni in prossimità del presepe, tutti diventano per un giorno attori inscenando antichi mestieri. Uno spettacolo all’aperto che merita di essere visto, così come merita di essere vissuto il cammino dei santuari. Un percorso tra le roccaforti del cristianesimo nel cuore dei Nebrodi e delle Ma- donie, o le passeggiate tra Natura e storia sulla Sila. E poi c’è la pasticceria siciliana che a Natale raggiunge il suo apice, le tavole sono un trionfo di dolci a base di pistacchio, mandorla, miele, cannella e zucchero, e ancora cioccolata, vani- glia e ricotta. Come la Cuccìa di Santa Lucia, che inaugura le festività natalizie, pietanza che è stata preparata per il 13 dicembre, insieme alle arancine. Senza dimenticare la nocciola dei Ne- brodi, la cui coltivazione permette la realizza- zione di pietanze che esaltano il gusto e che vi racconteremo in queste pagine per la prima grande festa dedicata alle nocciole. Altri dolci siciliani completano la variegata tradizione dolciaria come il buccellato di fichi, i mustazzuola, il torrone o la cedrata, ottenuto cucinando scorze tritate di cedri preparati con sciroppo e zucchero. A Modica le donne per Na- tale preparano ancora l’antichissimo dolce na- talizio della Contea di Modica, l’aranciata, per l’appunto, che può essere preparato utilizzando scorze d’arancia, cedri, limoni, mandarini e mandaranci. © RIPRODUZIONE RISERVATA Non solo consumismo C’è sempre meno tempo per i regali e meno tempo per cucinare, ma le feste in famiglia sono una tradizione a cui nessuno vuole rinunciare Le iniziative Sull’Isola interi paesi si trasformano per settimane in presepi viventi, dove gli abitanti animano i centri storici Sul web Si può visionare lo speciale Natale tra i Castelli, I Nebrodi e l’Alcantara sul sito www.corriere delmezzogiorno.it L’atmosfera della Sicilia di Roberto Chifari

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Venerdì, 23 Dicembre 2016 www.corrieredelmezzogiorno.it

NataleTRA I CASTELLI, I NEBRODI E L’ALCANTARA

U n Natale diverso all’insegna della natu-ra, del folclore, del relax e della gastro-nomia perché le regioni del sud comepochi altri luoghi trasmettono quel-

l’aria tipica delle festività natalizie. Questo spe-ciale dedicato ai Castelli vuole essere un viaggionel sud alla ricerca di luoghi unici e impareg-giabili, capaci di catturare quell’aria natalizia equelle tradizioni tipiche di un periodo che la vi-ta frenetica di questi tempi non è riuscito anco-ra a scalfire. C’è sempre meno tempo da dedica-re ai regali e meno tempo per cucinare, ma il Natale in famiglia è una tradizione a cui nessu-no vuole rinunciare. Per chi invece, vuole visita-re l’isola fuori stagione, ora è l’occasione idealeper scoprire l’altro lato della Sicilia. L’isola è an-che al centro di una rivoluzione turistica, la Si-cilia nel 2016 ha registrato un boom di presenzeche ora dovrà essere canalizzato per sfruttare almeglio questo flusso turistico. Non solo arte,archeologia e cultura, ma soprattutto l’icono-grafia di una tradizione simboleggiata dallapresenza in tutta l’isola, nonché in Calabria, diPresepi di diverse fogge e materiali come il le-gno, l’oro e l’argento. Interi paesi si trasformanoper settimane in presepi viventi, dove gli abi-tanti animano le vie dei centri storici tra il suo-

no delle zampogne e i canti delle Novene, spes-so commissionate da committenti privati edeseguite all’interno delle loro abitazioni inprossimità del presepe, tutti diventano per ungiorno attori inscenando antichi mestieri. Unospettacolo all’aperto che merita di essere visto,così come merita di essere vissuto il camminodei santuari. Un percorso tra le roccaforti del cristianesimo nel cuore dei Nebrodi e delle Ma-donie, o le passeggiate tra Natura e storia sullaSila. E poi c’è la pasticceria siciliana che a Natale

raggiunge il suo apice, le tavole sono un trionfodi dolci a base di pistacchio, mandorla, miele,cannella e zucchero, e ancora cioccolata, vani-glia e ricotta. Come la Cuccìa di Santa Lucia, cheinaugura le festività natalizie, pietanza che èstata preparata per il 13 dicembre, insieme allearancine. Senza dimenticare la nocciola dei Ne-brodi, la cui coltivazione permette la realizza-zione di pietanze che esaltano il gusto e che viracconteremo in queste pagine per la primagrande festa dedicata alle nocciole.

Altri dolci siciliani completano la variegatatradizione dolciaria come il buccellato di fichi, imustazzuola, il torrone o la cedrata, ottenutocucinando scorze tritate di cedri preparati consciroppo e zucchero. A Modica le donne per Na-tale preparano ancora l’antichissimo dolce na-talizio della Contea di Modica, l’aranciata, perl’appunto, che può essere preparato utilizzandoscorze d’arancia, cedri, limoni, mandarini emandaranci.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Non solo consumismoC’è sempre meno tempo per i regali e meno tempo per cucinare, ma le festein famiglia sono una tradizionea cui nessuno vuole rinunciare

Le iniziativeSull’Isola interi paesisi trasformanoper settimane in presepi viventi,dove gli abitanti animano i centri storici

Sul webSi può visionare lo speciale Natale tra i Castelli, I Nebrodi e l’Alcantara sul sito www.corrieredelmezzogiorno.it

L’atmosfera della Sicilia

di Roberto Chifari

PA2 Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno

L a Sicilia piace semprepiù soprattutto d’inver-no. L’isola non è solomare e un’eccellente tra-

dizione gastronomica ma èanche arte, storia, cultura e ar-cheologia. Lo dimostrano inumeri: l’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo ha ta-gliato il traguardo di 5 milionidi traffico passeggeri annuo,con un incremento registratodel 9% nel 2016. Questo ecce-zionale risultato è dovuto nonsolo al riconoscimento Unescodell’itinerario Arabo-Norman-no, ma anche ad una accre-sciuta vivibilità complessiva,che si traduce in maggiore at-trattività, per i palermitani ed ituristi che, sempre più nume-rosi, affollano luoghi pubblici,musei e teatri. «Un altro gran-de contributo all’internaziona-lizzazione di Palermo e dellasua area metropolitana - spie-ga il sindaco Leoluca Orlando -che hanno nell’aeroporto unessenziale punto di riferimen-to, e un ulteriore passo avantiper garantire a turisti e visita-tori un’adeguata accoglienza,segno che la città piace sem-pre di più». Bene anche il Por-to di Palermo che con l’arrivodelle grandi navi da crocieranel 2016 ha incrementato il vo-

lume totale di passeggeri. I recenti «Stati Generali del

Turismo» che si sono tenuti aTaormina hanno fotografato lasituazione attuale: l’obiettivo èdestagionalizzare, l’esigenza èpromuovere nuovi turismi cheallarghino l’offerta dell’isola. «È assolutamente necessariorafforzare la promozione turi-stica, la presenza sul web, la veicolazione di eventi culturalitramite info point e la coordi-nazione tra aeroporti e porti”,afferma l’assessore regionaleAnthony Barbagallo.

Non solo turismo ma ancheagroalimentare. L’isola fa datraino ad un settore in conti-

nua crescita: si giunge in Sici-lia soprattutto per mangiare ebere bene. Un esempio con-creto arriva da Pantelleria, laperla nera del Mediterraneo, èla culla dei capperi e del passi-to.

Ogni anno dall’isola vengo-no prodotti mille ettolitri diquesto vino dolce che vieneesportato in tutto il mondo.Oltre l’Italia che resta ancora ilmaggior consumatore, il pas-sito ha ormai superato i confi-ni europei sbarcando da tem-po negli Stati Uniti e in Cana-da. Chi lavora ogni giorno perfar conoscere il nome di Pan-telleria nel mondo è la cantina

«Siamo pronti – dichiara Sal-vatore Gino Gabriele, sindacodi Pantelleria - a impegnarcicon tutte le nostre forze permettere a disposizione dei vi-sitatori un’offerta che sia me-no dipendente dalla stagiona-lità. Pantelleria infatti, è fruibi-le in tutte le stagioni e il nostropreciso obiettivo è dare impul-so a un nuovo tipo di turismo,consapevole e responsabile,fondato sull’unicità dell’isola edella sua comunità che, concaparbietà e testardaggine, èriuscita a tramandare e preser-vare tecniche agricole millena-rie dal valore inestimabile».

«Dai primi dati emerge - di-ce il vicesindaco di PantelleriaAngela Siragusa - una crescitacompresa tra il 10-12% rispettoal 2015 dovuta da diversi fattoricontinenti che però premianoun lavoro che dura da anni. Pernoi la valorizzazione del terri-torio è la formula più imme-diata per attrarre turisti».

Insomma la Sicilia piaceperché è in grado di offrirequello che poche altre regioninon sono in grado di fare. Pec-cato che tanto si debba fare inmateria di trasporti, logistica epromozione del territorio.

R. C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Donnafugata che qui sull’isolaproduce il Ben Ryé.

«Per fare il nostro Ben Ryéservono quattro chili di uvaper ogni bottiglia di passito -racconta Antonio Rallo, presi-dente di Unionvini e wine-maker della cantina Donnafu-gata -. Fare vino qui è un’im-presa e non a caso si chiamaviticoltura eroica, qui gli albe-relli crescono riparati dal ven-to grazie ai muretti a secco co-struiti nei secoli. E il passito hafatto conoscere Pantelleria nelmondo. Oggi siamo riusciti adestendere la stagione estiva dagiugno a settembre e tanto al-tro si deve fare per far sì chesempre più turisti possano co-noscere questo angolo di para-diso. Il parco per esempio, èuna risorsa che dobbiamosfruttare meglio e che può es-sere l’occasione di rilancio».

Pantelleria sta cercando didestagionalizzare il periodoestivo, i flussi turistici sonoaumentati di circa il 10% ri-spetto allo stesso periodo del2015. A fornire il dato sono sta-ti gli uffici del Comune in oc-casione di Passitaly, la kermes-se dedicata ai vini passiti. Increscita le presenze di stranie-ri provenienti soprattutto dal-la Francia e dal Nord Europa.

Il trend

Non solo attrazione turistica. L’isola fa da traino ad un settore in continua crescita: si giunge in Sicilia soprattutto per mangiare e bere bene. Un esempio concreto arriva da Pantelleria, la perla nera del Mediterraneo, è la culla dei capperi e del passito.È un trendche sta crescendoanno dopo annoormai

La sfida

La cittàNella fotosoprauna vedutadi PalermoA sinistrail sindacodel capoluogoLeolucaOrlando

«Thank You», grazie, la parola che sta alla base delle relazioni umane. Una parola che è già un’opera d’arte di grandezza e semplicità. Un’opera che, sotto forma di piccoli mattoncini di plastica rossi, che è stata realizzata da alcuni bambini per il taglio del nastro di un progetto artistico/educativo che vede insieme la Farm Cultural Park di Favara e l’artista Pablo Dilet.Il Thank You di Pablo Dilet, realizzato con piccoli mattoncini di plastica, nasce infatti dalla necessità

di recupero di alcune parole che stanno perdendo parte del loro significato a causa della velocità della comunicazione. Parole che invece, anche sotto il profilo educativo, hanno necessità di essere parte integrante del processo di crescita. «La possibilità di trasmettere emozioni agli adulti e messaggi educativi per la crescita futura dei bambini è uno stimolo non solo artistico ma anche umano». (r.c.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La sorpresaIl progetto creativodi Farm Culturale Pablo Dilet

Turismo e cucina, è l’ora del boomPer le festività di Natale sono attesi migliaia di vacanzieri. Aeroporto: flussi in aumentoIl sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: «È il segno di un’importante crescita per l’isola»

Trekking, ecco l’itinerario per il capodanno di Alcara e NebrodiIl programma è un mix tra natura, arte e cibo. Previste escursioni anche al lago Biviere

C’ è chi ama trascorrere il proprioCapodanno in famiglia, chi inve-ce, al focolare domestico preferi-sce le vacanze lontano da tutto e

tutti. Qualunque cosa decidiate per le prossi-me festività natalizie potreste valutare lapossibilità di trascorrere il capodanno suiNebrodi. L’idea è dell’associazione «Vaicol-trekking Sicilia» che ha lanciato la nuovaedizione del capodanno fra il borgo di AlcaraLi Fusi e i Nebrodi. Un appuntamento che èormai diventato un must fra gli appassionatidi escursionismo e per il quale, per parteci-pare, occorre pensarci per tempo. E sì, per-ché sempre più visitatori e amanti della na-tura cercano qualcosa di diverso dal solito cenone con ricchi premi e cotillon e l’idea ditrascorrere alcuni giorni lontano da casa fagola un po’ a tutti.

Il programma è un mix fra natura, culturae cibo. Vi muoverete fra escursioni suggesti-

ve, fra cui quelle alle Rocche del Crasto (tra itrekking più belli di Sicilia), per proseguirealle cascate del Catafurco, oltre al bosco di Mangalaviti ed al lago Biviere.

Poi ci saranno le atmosfere che il borgo diAlcara, conosciuto ai più per i Grifoni ed il ri-

to del Muzzuni, sa regalare ai suoi visitatoried in ultimo un mix fra i sapori del territorioche sarà possibile gustare a tavola. Un’occa-sione per stare in montagna e per scoprire ilborgo che custodisce la grande colonia digrifoni siciliana ed anche il rito pagano piùantico d’Italia: il Muzzuni.

Se per l’ultimo dell’anno preferite qualco-sa di diverso, vi viene incontro il portale in-ternet Siciliaweekend.info, molto più diun’agenzia turistica e più simile ad una fuci-na di idee creative che realizza su carta e suformato digitale tutto ciò che ha a che fare con il mondo del turismo.

L’idea è del giornalista Dario La Rosa edell’architetto Adriano Alecci che hannomesso su un progetto creativo che vede pro-tagonista l’isola da mille contrasti e dalle al-trettante risorse. E se siete ancora indecisi sucosa fare durante le festività natalizie potre-ste prendere spunto proprio dalle idee sug-

gerite da Sicilia Weekend. Dai Nebrodi, ai Si-cani, dalla valle del Simeto alle bellezze di Ortigia, dal mare alla montagna l’isola sa re-galare emozioni uniche a chi decide di sco-prirla. Un esempio? Avete mai pensato di tra-scorrere il Natale in un vecchio mulino? InSicilia si può fare a Caronia, un appunta-mento diventato di culto. L’accoglienza delluogo trasforma questa giornata in una occa-sione per farsi gli auguri di natale in compa-gnia della natura.

Nel palermitano invece, tra Pizzo Cane,Pizzo Trigna e grotta Mazzamuto: è possibiletrascorre i giorni prima del Natale una gran-de area in cui radure si mischiano a paretirocciose ed in cui il cammino non è maiuguale. Insomma se state cercando qualcosadi diverso dalle solite tavole imbandite, sietenel posto giusto.

R. C.© RIPRODUZIONE RISERVATALa passione Piace molto ai turisti

I sapori

Tra le tappe ci sono le atmosfere che il borgo di Alcara, conosciuto ai più per i Grifoni ed il rito del Muzzuni, sa regalare ai suoi visitatori ed in ultimo un mix fra i sapori del territorio

Corriere del Mezzogiorno Venerdì 23 Dicembre 2016 PA3

Il fascino

F itto i l calendario dieventi proposto dall’Al-cantara Valley per il Na-tale 2016. Le associazio-

ni di promozione turistica deicomuni della Valle hanno ade-rito al progetto «Welcome toAlcantara Valley», patrocinatodal Parco fluviale dell’Alcanta-ra e ideato dal presidente dellaPro Loco di Giardini Naxos,Giuseppe Carmeni.

I comuni di tale comprenso-rio, come quelli di Castiglionedi Sicilia, Giardini Naxos, Mo-io Alcantara, Randazzo e Roc-cella Val Demone, supportate dall’Unpli Sicilia, hanno creatouna serie di eventi itineranti enatalizi che, partiti il 10 dicem-bre, si concluderanno il 9 gen-naio. A dare il via agli appunta-menti è stato il comune diMalvagna, in collaborazionecon la giovane Pro Loco direttada Jessica Mobilia, che sabato10 e domenica 11 dicembre haproposto la «3° sagra del Sui-no e delle Frittole» ed il «1° ra-duno delle zampogne dei ne-brodi». Domenica 18 dicem-bre, invece, in piazza munici-pio a Moio Alcantara si ètenuto la «1° Sagra del Cavol-fiore Rosso di Moio Alcanta-ra», organizzata dalla Pro Locoguidata da Antonella Foti conil patrocinio del comune.

Per l’occasione è stato possi-

bile degustare i prodotti dellatradizione contadina della pia-na di Moio. A Giardini Naxosdue mostre fotografiche aper-te fino al 9 gennaio pressol’hotel Hilton.

La Pro Loco diretta da Giu-seppe Carmeni allestirà infattiil reportage fotografico di VeraTerranova intitolato «100 gior-ni in Asia» e «Naxos Photo Ma-

rathon», dove verranno espo-ste le foto vincitrici di un con-corso fotografico.

Tanti anche i presepi viventiin scena il 26 dicembre: a Mal-vagna si potrà assistere al«Presepe vivente recitato», ri-proposto anche nelle giornatedel 1 e 7 gennaio, idem perquello allestito nel centro sto-rico medievale di Roccella Val-

demone con due repliche, ri-spettivamente il 30 dicembre eil 6 gennaio.

Infine, sempre il 26, a Casti-glione di Sicilia, nella signifi-cativa location del quartieredella Giudecca Ebraica si terràil presepe vivente con replica il3 gennaio. Per gli amanti dellapoesia a Randazzo, giovedì 29dicembre la Pro Loco, presie-

duta da Claudio Dilettoso, pro-porrà l’11° edizione di «Versi eparole nelle parlate galloitali-che di Sicilia», una rassegna dipoesie dialettali e in lingua ita-liana. In conclusione, il 6 gen-naio in piazza municipio aMoio Alcantara ci sarà il «Gio-co della pentolaccia» e, a se-guire, «A scacciugghiata», os-sia una degustazione di dolcitipici natalizi e «scacciugghie»(frutta secca tostata) abbinateal vino locale.

Grazie all’Unpli con il pro-getto «Welcome to AlcantaraValley», le Pro Loco della Vallestanno rafforzando la proprieattività di destagionalizzazio-ne, incominciando a faresquadra, a creare una rete ca-pillare che antepone l’interes-se del singolo per uno scopocomune nel bene dell’interoterritorio. Eventi come questi promuovono la cultura locale,le tradizioni, e i prodotti tipicidurante una stagione, comequella invernale, che tinge laValle Alcantara e la SiciliaOrientale di cromie uniche. Isuoi paesi e i piccoli borghi in-castonati tra le montagne sitrasformano così in presepinaturali dove il vulcano Etna dibianco vestito rende le scenedella natività ancor più sugge-stive. Tutte manifestazioni chenon affascinano soltanto gliabitanti dei luoghi ma anche itanti turisti che decidono ditrascorrere nelle località dellaSicilia le proprie vacanze diNatale

Venera Coco© RIPRODUZIONE RISERVATA

Castelbuono, cittadina sorta tra le mura del Castello dei Ventimiglia, continua ad indossare i panni della capitale provinciale dell’arte. Appena inaugurate due importanti mostre al Museo Civico e presso «Putia art gallery»: nell’ordine, la personale di Manfredi Beninati, tra i principali protagonisti italiani della scena artistica internazionale, e «Forme dell’impronta» di Michele Di Donato. Al Museo Civico la mostra di Beninati è curata da Laura Barreca e Valentina Bruschi e raccoglie una

selezione di opere dell’artista. Per l’occasione, inoltre, è presente un’installazione ambientale «site-specific» che reinterpreta una stanza trecentesca della fortezza che fu della nobile dinastia dei Ventimiglia. I riferimenti alla storia personale s’intrecciano con un’inclinazione al racconto cinematografico. Le fotografie firmate Di Donato, invece, porta in Putia l’atmosfera di città a-temporali, metafisiche, sospese e silenziose, in cui la presenza umana è solo intuitiva. (Ve. Co.)

Le mostreCastelbuonocapitaleprovinciale dell’arte

Alcantara Valley magia di NataleFino al 9 gennaio le manifestazioni religiose organizzate dalla Pro Loco di Giardini Naxos

I luoghiNella fotosopra a destraun’immaginedall’altodell’areaA sinistrauno dei presepiallestiti

I presepi

Tanti i presepi viventi in scena il 26 dicembre: a Malvagna si potrà assistere al «Presepe vivente recitato», riproposto anche nelle giornate del 1 e 7 gennaio, idem per quello allestito nel centro storico medievale di Roccella Valdemone con due repliche, il 30 dicembre e il 6 gennaio

Il 26, a Castiglione, alla Giudecca Ebraica presepe con replica il 3 gennaio

PA4 Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno

Corriere del Mezzogiorno Venerdì 23 Dicembre 2016 PA5

Gli eventi

I l Natale sui Nebrodi, unevento mitico-religioso do-ve le valenze devozionali erituali si fondono con quel-

le più pagane dei culti dionisi-aci e della tavola. Un percorsoche dalla marina di Brolo siinerpica lungo gli anfratti delmagico altopiano dell’Argi-musco. Le festività natalizie,qui, si immergono in anticheatmosfere e ci si può lasciarecullare dalle nenie suonate dinotte, lungo le viuzze dei tantipaesi-presepe dove gruppi difiguranti e musicisti, si anima-no davanti ai grandi falò, at-torno ai quali fanno festa i re-sidenti dei quartieri, delle vie,pronti ad accogliere i visitato-ri\viandanti, offrendo le tipici-tà del periodo.

Il pane appena sfornato, idolci, i salumi, dai prodotti ti-pici della Val di Sant’Angelo, aquelli dei boschi dell’entroter-ra «Cunsati» con il suino nerodei Nebrodi, addolciti dal vinoe ben assistiti dallo scacciu(noci, nocciole e mandorle,ma anche sementi, fave abbru-stolite, cannellina e pistacchi efichi secchi). Una delle tradi-zioni meglio conservate èquella «Du Tizzuni», ovveroaccendere i fuochi all’alba o altramonto, quando c’è la nove-

passati per le strade, suonan-do le nenie e ricevendo incambio, con un codazzo dibambini appresso, dolci, li-quori e vino. Da non perdere ipresepi viventi. A Piraino si ri-vive la natività, con uno storicopresepe vivente che viene rea-lizzato nell’incantevole centrostorico del paese. Piraino, èanche appellato come «Il Pae-se delle due torri», perché duesono le torri esistenti nel suo

del Santissimo. Ecce Homo.Alla fine della suggestiva scali-nata, infatti, si potrà visitare lagrotta della natività. Suggesti-vo quello di Montalbano Elico-na, mentre a Brolo, lungo levie del borgo medievale, il 18dicembre sono stati oltre 500 iragazzi che lo hanno animato.Proprio nel contesto di valo-rizzazione del borgo medieva-le di Brolo, ma in generale ditutti quelli del comprensorio, l’architetto Salvo Gentile, cheha curato la progettualità di Marevigliosa 2016, ha eviden-ziato l’importanza delle tradi-zioni. « Oggi – ha dichiaratoSalvo Gentile - la rivalutazionedi questi contesti come conte-nitori d’arte e di tradizioni, so-no la grande scommessa per ilfuturo, non solo turistico deiluoghi». Discorso a parte per ipresepi visionabili nelle diver-se chiese dei Nebrodi (dal XVfino alla metà del XVII secolo).Da non perdere l’Abbiata diNuciddi a Troina, come vuolela tradizione il 2 gennaio, inoccasione della Festa di SanBasilio. Una vera e propriapioggia di nocciole, alla finedelle celebrazioni, in onore diSan Silvestro monaco basilia-no compatrono di Troina, checade da un balcone antistantela Chiesa di San Silvestro, sullafolla. Le suggestioni di questieventi, sono splendidamentefermate, negli scatti di Nino Bartuccio.

Francesca Capizzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Arte, storia e religione sui NebrodiDa Natale a Capodanno: ecco tutti i percorsi organizzati per le celebrazioniSuggestiva la cittadina di Piraino, conosciuta come il «paese delle due torri»

L’attesa

Da non perdere l’Abbiata di Nuciddi a Troina, il 2 gennaio, in occasione della Festa di San Basilio. Una vera e propria pioggia di nocciole, alla fine delle celebrazioni,in onoredi San Silvestro monaco basiliano compatronodi Troina

territorio. Una al centro del-l’abitato, enorme, cilindrica,che si erge maestosa a domi-nare il panorama del paese.L’altra torre si trova nella fra-zione Gliaca, sulla sporgenzasul mare di una roccia, detta«Torre delle Ciavole» (XVIsec.) perché da secoli questiuccelli vi si annidano. La parteinteressata del paese saràquella che dall’antico PalazzoDucale conduce al Santuario

na. Tappa d’obbligo per l’avviodelle ritualità nebroidee è sta-ta Santa Lucia, il 13 dicembre.A Brolo, come in tutti i paesi, èdiffusa la tradizione di nonmangiare pane, sostituito dal-la cuccia o spruvia, come lachiamano a San Marco d’Alun-zio. Il 16 è iniziata la «novena».Già all’alba gli zampognaril’hanno annunciata, si sonosentiti e osservati nei costumitipici dei «Picuirara». Sono

I luoghiLe localitàsono moltoaffascinantie ogni annorichiamanoanchemigliaiadi turisti

In provincia di MessinaA Ficarra specialità gastronomiche nelle festività natalizieA Ficarra (Messina) durante il presepe vivente, il 3 gennaio, ci sarà anche la possibilità di degustare «specialità» gastronomiche del periodo, dalle frittole di maiale, alla trippa, ricotta fresca, biscotti duri e frinza, ma soprattutto degustazioni di tipico olio del paese, diciotto etichette per la sua promozione. A Ficarra, era tipica tra gli artigiani locali, la lavorazione della cera. Si facevano anche statuette sacre e

«bambinelli». Da qui il detto «ficcarsi ‘nfurna cannili». A San Fratello, il paese dei Giudei, da visitare i mercatini di Natale. Qui, è possibile trovare anche finiture per cavalli e selle di cuoio. A San Marco D’Alunzio, tra le manifestazioni tipiche quella del pellegrinaggio del Bambinello Gesu’, ospitato sino al 6 gennaio, dalle famiglie del paese per una notte. (f.c.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PA6 Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno

Non solo storia Ci sono strade che si percorrono per coniugare l’amore per l’ambiente con la fede e la necessità di ritrovare se stessi. Il cammino dei Santuari è uno di questi, si tratta di percorsi nei santuari più antichi della Sicilia. Organizzato dall’associazione «Amici del trekking sui Sicani», l’escursione si sviluppa intorno ai santuari di Santo Stefano Quisquina. E il cammino è un mix fra ambiente, arte e fede in un territorio ancora poco esplorato. I rilievi ed i

tratti di maggiore interesse che si attraversano sono: Pizzo San Calogero (a m 970 s.l.m.) con la chiesetta votiva, Serra Moneta con un eccezionale punto panoramico sulla cima (a m 1.188 s.l.m.), il Bosco della Quisquina con l’Eremo di Santa Rosalia, la «Quercia Grande», il punto panoramico sulla vetta (m. 1.156 slm) ed infine «la fattoria dell’Arte» dello scultore Lorenzo Reina con il Teatro di Andromeda. (r.c.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’eventoSui monti Sicanile escursionitra i santuari

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Così Pantelleria è anche l’isola del «ciaki ciuka»Per preparare la ricetta vengono utilizzate melanzane, zucchine, peperoni e cipolle

P antelleria non è solo l’isola dei capperi edel passito, ma possiede una ricca cucinache affonda le radici in una tradizione ga-stronomica che si tramanda di genera-

zione in generazione. È il caso del ciaki ciuka,non inganni la parola perché si tratta di una pie-tanza che richiama la tradizione dei paesi delNord Africa, da cui si suppone provenga, ma esi-stono anche delle varianti mediorientali. Un piat-to sicuramente povero le cui mescolanze tra levarie popolazioni ha portato ad una commistio-ne di sapori e aromi, con l’aggiunta di verdureche nella ricetta originale non esistevano: daicarciofi alle patate, dalle fave al cavolfiore.

Ognuno con la propria ricetta, ognuno con lapropria tradizione gastronomica. Per prepararequesta antica ricetta, le donne pantesche utiliz-zano numerosi ortaggi: melanzane, zucchine,peperoni, patate, pomodori, carote e cipolle, acui poi si uniscono i classici sapori mediterranei,quelli tipici di Pantelleria, quali i capperi, il basi-

lico e l’origano fresco, l’olio appena spremuto e lespezie che qui arrivano dal Maghreb. Una cotturalenta che richiede meticolosità e pazienza, per-ché lo scorrere del tempo serve a far insaporiretra di loro i vari ingredienti.

Lo sanno bene le donne di Pantelleria, la cui ri-cetta la custodiscono gelosamente. Come la cuci-

na della signora Maria Concetta Ferrandes che aPantelleria vive da sempre e che ama trasmettereattraverso i propri piatti la tradizione gastrono-mica pantesca.

«La preparazione delle spezie, la cura nel ta-glio delle verdure, nulla è lasciato al caso - rac-conta -. È il nostro piatto, che facciamo scoprire achi viene a visitare l’isola. Pantelleria è un’isola aperta e la cucina ne subisce il fascino delle variecontaminazioni. I capperi, per esempio, sonoquelli che utilizziamo nella cucina pantesca enella ciaki ciuka non possono mancare. La no-stra è una cucina casalinga che piace tanto ai turi-sti. Molti ci chiedono di provare il Cous Cous o iravioli salvia e menta ma si lasciano consigliareanche da noi».

Un piatto che è molto di più di una semplicepietanza, è la dimostrazione che il cibo unisce dove l’uomo divide.

R. C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

le materie prime del territoriotrasformandole in piccole de-lizie per il palato. «La noccioladi Tortorici è una risorsa cheoggi si sta perdendo - raccontaLidia Calà - mi rendo contoche è sempre più difficile riu-scire a trovare le nocciole, mail nostro territorio dovrebbevalorizzare maggiormente unapreziosa risorsa come la noc-ciola. La festa nasce dall’ideadi far conoscere i nostri pro-dotti, di far incontrare i pro-duttori ma soprattutto dallavoglia di far visitare Tortorici achi non la conosce. L’idea ècreare un turismo agroalimen-tare sui Nebrodi di cui Tortori-ci può essere la capitale, un

L a nocciola simbolo del-l’agroalimentare sicilia-no è stata la protagoni-sta di due giorni dedica-

ti al frutto che da secoli in Sici-l i a v i e n e c o l t i v a t o c o nparsimonia e attenzione nelcuore del parco dei Nebrodi.Tortorici, il piccolo comunedei Nebrodi in provincia diMessina, è la regina delle noc-ciole. E il paese dei Nebrodi hacelebrato la prima edizionedella «Festa della Nocciola»,due giorni per conoscere davicino la protagonista di tantespecialità gastronomiche. Ilprimo appuntamento organiz-zato dalla neonata Pro Locoche si chiama proprio «Cittàdella nocciola», ha voluto es-sere un riconoscimento per ilpaese che più di tutti ha inve-stito su questa ricchezza. Tor-torici con i suoi boschi, le stra-de che salgono su verso lamontagna e i noccioleti che siperdono a vista d’occhio è lapunta di diamante della pro-duzione dell’isola.

Dietro a questa idea di cele-brare la nocciola c’è una don-na tenace che investe ognigiorno sul proprio territorio. Lei si chiama Lidia Calà e qui aTortorici da anni gestisce lapasticceria «Dolce Incontro», che nel 2014 ha vinto il ricono-scimento Best in Sicily comemigliore pasticceria dell’isola. I visitatori hanno potuto degu-stare i piatti tipici a base dinocciola e assistere ai cookingshow i cui protagonisti sonostati gli chef Elio Bevacqua,Rosario Bontempo e AngelaArmeli, il panettiere ClaudioFavazzo e le creazioni di LidiaCalà che ama le nocciole e ilsuo lavoro. Perché con le noc-ciole non si fanno soltantocreme spalmabili, ma in Siciliale nocciole sono la base permolti dolci, e ancora, pastafresca, pasta reale di nocciole eil formaggio abbinato alla noc-ciola. Un’arte antica tramanda-ta di generazione in genera-zione, antica come le vecchienonne tortoriciane, che congrande sacrificio e dedizione raccoglievano, sin da piccole,

evento che possa negli anni es-sere un punto di riferimentoper tutta la zona. Qui ci sonotestimonianze di chiese delSeicento - prosegue -, il museoe il bellissimo museo della fo-tografia, ma alla cultura pos-siamo abbinare anche un va-riegata tradizione agroalimen-tare. Peccato che ciò che ab-b i a m o l o c u s t o d i a m ogelosamente senza farlo cono-scere agli altri. Quello che è mancato troppo spesso è la ca-pacità di fare rete perché tuttiinsieme siamo una forza, gra-zie a chi ha creduto in questoprogetto».

Roberto Chifari© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tortorici, la festa a sua maestà la nocciolaAgroalimentare, il paesino del Messinese ha organizzato il primo festival dedicato al fruttoI visitatori hanno degustato i piatti tipici e assistito ai cooking show con tre chef e panettieri

L’Opera dei Pupicon l’Orlando Furiosotra botteghe e arte

P er tutto il periodo delle festività natalizie tor-na l’Opera dei pupi, proclamata nel 2001 dal-l’Unesco Patrimonio orale e immateriale del-

l’umanità, e torna con la rappresentazione teatraledell’Orlando Furioso. Ancora oggi le peripezienarrate nel Furioso sono l’anima del Teatro dei pu-pi. I personaggi animati dalle file del «puparo», epoi, i pupi, già attori di legno dall’Ottocento, sal-gono sul palco tra i teatranti come i burattini, leombre, le marionette e i fantocci. Su questa scia ri-torna il «Natale dei Figli d’arte Cuticchio», chequest’anno si celebra proprio con l’Orlando Furio-so: fino al prossimo 8 gennaio, gli spettacoli con-durranno per mano in una Palermo viva e artigia-nale, il vero cuore fattivo della città. Gli artigiani divia Bara apriranno infatti le loro botteghe e pre-senteranno le creazioni, pensate tutte sulla falsari-ga dell’Orlando Furioso. In strada, una particolareluminaria riproporrà la quartina che apre il poema

ariostesco, richiamando lo spettacolodei pupi ed evocando in tal modo l’anti-ca tradizione popolare e illustre. «Il Fu-rioso è percorso da volute labirintiche,virate improvvise, andirivieni, paesaggiidilliaci o brumosi, possiede un’inesau-sta e geniale fantasia - spiega MimmoCuticchio - che si esprime attraversoideali come la lealtà, nella vita civile enel combattimento, l’astuzia, se al servi-zio di una causa non sempre nobile; poil’amicizia, la potenza di un amore, di unesercito, della natura e ancora la dispa-

rità tra ricchi e poveri. Fondamenti ideali e moralitradizionali e tuttavia universali, che riguardanotematiche contemporanee sulle quali si confrontae scontra giorno per giorno l’umanità. Primo fratutti, il tema della guerra, fonte di brutalità e fero-cia per quei corpi mutilati di vincitori e vinti chegiacciono sul campo di battaglia, terreno di unasfida eroica e tragica anche se “leale”». Conclude:«Percorrendo queste innumerevoli spirali del poe-ma, sono stati quindi scelti quattro episodi che fo-calizzano due temi fondamentali dell’opera diAriosto: l’amore e l’avventura. Ogni episodio è unasintesi di elementi contrastanti, che riflettono l’in-decifrabilità della vita. Ariosto ha rappresentatoquesto enigma attraverso l’episodio esemplaredella pazzia di Orlando: Astolfo deve raggiungerela luna, il mondo dell’utopia che contiene tutto ciòche di umano e stato smarrito sulla terra, per rista-bilire l’equilibrio perduto». (r.c.)

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Il personaggio Lidia Calà ha organizzato l’evento in Sicilia L'opera dei pupi

Corriere del Mezzogiorno Venerdì 23 Dicembre 2016 PA7

FascinoNella fotoil Castellodi Nelson,«tesoro»della Sicilia,uno deisimbolidell’isola

I luoghi

Il Castello di Maniacetra storia e turismoIl maniero si trova al confine con il comune di Bronte Edificato nel 1173 per volere della regina Margherita

I nomi

La dimoraè anche chiamata Abbaziadi Santa Maria di Maniaceo Duceadi Nelson

A lcuni la chiamano Ab-bazia di Santa Mariadi Maniace, altri Du-cea di Nelson, altri an-cora Castello di Nel-

son o Ducea di Maniace. Tantii nomi dati allo storico edificioche si trova al confine fra i co-muni di Bronte e Maniace, inprovincia di Catania. Il Ceno-bio di Maniace, dapprima ab-bazia benedettina, è nato nel1173 per volere della reginaMargherita di Navarra, mogliedi Guglielmo I di Sicilia, chel’ha fatto costruire per ricorda-re la battaglia vinta da GiorgioManiace contro i Saraceni.Guidata dall’abate franceseGuglielmo di Boris, l’abbaziaha visto l’alternarsi di benedet-tini, francescani, basiliani, fi-no a quando, nel 1799, il ReFerdinando I di Borbone donail castello insieme al vasto feu-do (quindici mila ettari di su-perficie) all’ammiraglio ingle-se Horatio Nelson per aver re-presso la cosiddetta rivoluzio-ne napoletana salvandogli lavita e il regno. Di mano in ma-no, le chiavi della Ducea sonoandate in possesso agli eredi

di Nelson, i Nelson Hood, vi-sconti di Bridport, che hannogestito la proprietà fino al1981, anno in cui è stata acqui-sita dal Comune di Bronte, at-traverso un finanziamentodella Regione Siciliana.

Nel corso degli anni ’90, ilcastello Nelson è stato ristrut-turato a fini museali ed utiliz-zato come centro conferenze, oppure come ricevimenti deimatrimoni e per numerosiconvegni. Ad oggi dell’impo-nente edificio, costituito da trestrutture principali (la dimoranobiliare dei duchi Nelson-Bridport i resti dell’antica Ab-bazia benedettina dedicata aMaria Santissima e la chiesettadi Santa Maria di Maniace) ri-mangono solo un grande par-co in stile inglese pieno dipiante secolari, le navate deltempio dedicato alla Madonnadalla regina Margherita, unportico gotico-normanno,l’icona bizantina della Odighi-tria (secondo la leggenda di-pinta da San Luca), due torret-te medievali ed una parte dellacinta muraria. E’ possibile an-cora ammirare nel cortile in-

o nulla le sembianze di unafortezza) è stata sede del co-mando militare nazista fino a quando gli anglo-americaninon la liberarono, tornandocosì di proprietà degli erediNelson-Bridport. Rispetto alsuo assetto originario, oggi ilmaniero, spazi verdi compre-si, si estende per quaranta mi-la metri quadrati di superficie,proprio perché l’imponentelatifondo è stato largamenteridotto per i timori della piùvolte annunciata riforma agra-ria degli anni ’50.

Infatti, è attraverso acquistiforzati, che i britannici impo-sero ai loro operai, l’acquistodi una parte della proprietàducale che così si ridusse dra-sticamente. Questo vero pezzod’Inghilterra in Sicilia, oggimusealizzato, ha resistito amolte vicende storiche e cata-strofi compreso il terremotoche l’11 gennaio 1693 che ha in-teressato la Sicilia Orientale eche fece crollare parti già fati-scenti del Castello, rovinando-ne la grande torre di difesaadiacente l’abside della chiesa.All’ombra di piante secolarinostrane ed esotiche (cipressi,palme, salici, frassini, ippoca-stani) o distesi nel verde pratoinglese contornato da glicini,rose e da una vecchissima edenorme magnolia sembra an-cora di sentire i suoni di coloroche l’hanno abitato negli ulti-mi secoli e reso una residenzaleggendaria, dove in lontanan-za aleggia la presenza altret-tanto maestosa del vulcano at-tivo più alto d’Europa.

Venera Coco© RIPRODUZIONE RISERVATA

agli inglesi e, proprio di fronteall’ingresso principale, fu co-struito un gruppo di case asse-gnate ai braccianti, chiamato«borgo Caracciolo», a ricordodel rivoluzionario napoletanoi cui propositi erano stati vani-ficati proprio da Nelson. Du-rante la Seconda Guerra Mon-diale, il Castello (impropria-mente nominato così daibrontesi e dai maniaciesi an-che se la sua struttura ha poco

terno la croce celtica dedicataall’ammiraglio Nelson, men-tre, nel parco si trova un picco-lo cimitero inglese costruitonel 1898.

I moti siciliani del 1848,quelli del governo rivoluziona-rio di Ruggero Settimo del1849, i fasci siciliani e i fatti diBronte del 1860 hanno interes-sato solo marginalmente laDucea che, invece, durante ilfascismo, è stata espropriata

A Messina riaperto il museoUna mostra sui luoghi e i miti del

Mediterraneo, che espone pezzi delMart di Rovereto, ha dato il via all’aper-tura del nuovo museo di Messina, unodei più grandi del Mezzogiorno. Il mu-seo ha riaperto con una nuova sistema-zione espositiva dopo la conclusione dei lavori di restauro della sede storicanella filanda Mellinghoff Barbera. Ilprogetto, finanziato con fondi europei

e realizzati con due cantieri aperti nel2013, ha ricavato uno spazio destinatoalle mostre temporanee e ha destinatoun’ala dell’antica filanda all’esposizio-ne di una grande patrimonio artistico.Sorto dopo il terremoto del 1908, il mu-seo contiene quasi ottomila opere d’ar-te e numerosi pezzi di architettura ur-bana sopravvissuti al terremoto, finoradepositati all’esterno della struttura.

Sorge sul versante nord del vulcano Etna, a 765 metri sul livello del mare, sull’ultimo ciglione lavico di una colata preistorica, erosa dalle acque del fiume Alcantara, la città di Randazzo è stata uno dei centri più importanti nella storia medievale siciliana, nonché un importante nodo strategico che collega la costa jonica e la costa tirrenica. Incastonata tra tre parchi, il Parco Regionale dell’Etna, quello dei Nebrodi ed il Parco

Fluviale dell’Alcantara, Randazzo offre contenuti ambientali e architettonici di rara bellezza, come «le Mura e le Porte», una cinta muraria di epoca sveva di circa tra chilometri, originariamente caratterizzata da otto torri e dodici porte. Ad oggi però dello splendore medievale dell’antica cittadina rimangono visibili soltanto una torre e quattro porte, Porta Aragonese, Porta San Martino, Porta San Giuseppe e Porta Pugliese. (Ve. Co.)

In tre parchiTra l’Etna e il marec’è Randazzo,città del Medioevo

PA8 Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno