cucinare le buone erbe
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Riconoscere e cucinare
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le buone erbe
Guide praticheGuide praticheGuide praticheGuide pratiche
FILO DIRETTOGRATUIT
O CON
LESPERTO
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Le Guide pratiche di Vita in Campagna sono indispensabili sia per chi alleva animali o coltiva giardino, orto e frutteto da appassionato, sia per il professionista, che ha in queste attivit la sua fonte di reddito. Leggerle sar come avere un esperto al vostro anco, che comprende i problemi effettivi e vi indica come risolverli.
96 pagine, a colori, con testi di facile lettura ma esaurienti e completi.
Consultazione facilitata da tabelle esempli cative, disegni e fotogra e.
Un valido supporto tecnico e precise indicazioni operative.
Allinterno di questo volume le indicazioni per accedere al servizio di consulenza Filo diretto gratuitocon lesperto, grazie al quale possibile chiarire un dubbio o ricevere un suggerimento o un approfondimento in merito allargomento trattato nella Guida pratica.
9,90
Cosa hanno in comune piante come la bardana, la calendu-la, il cardo mariano, la malva, lortica, il tarassaco o la viola mammola? Sono alcune delle molte piante o erbe selvatiche che, comunemente diffuse in natura, si prestano al consumo alimentare. Intere, oppure le sole foglie o le sole radici, a seconda della specie, possono essere quindi raccolte in de-terminati periodi dellanno e cucinate tal quali come verdura cotta oppure come ingrediente di ottime pietanze.La natura ci mette a disposizione queste verdure nei cam-pi, sul ciglio delle strade di campagna e nei boschi incolti, in gran quantit nella bella stagione ma anche durante i mesi invernali. Un tempo presenza abituale sulle tavole, sono oggi meno diffuse ed un peccato visto che le verdu-re spontanee, oltre a essere buone, sono spesso ricche di sostanze nutritive, particolarmente vitamine e soprattutto sostanze antiossidanti, quali i polifenoli e tantissimi altri composti, molti dei quali con effetti medicinali.In questa Guida pratica insegniamo a riconoscere e racco-gliere alcune tra le pi diffuse erbe selvatiche commestibili. A ciascuna viene dedicata una approfondita scheda illu-strata, in cui si descrive dove raccoglierla, quando e quali parti utilizzare, come impiegarla in cucina e conservarla, quali sono le sue propriet nutrizionali e medicinali. Non si tralasciano note di curiosit, storia e folclore e, soprattutto, si consigliano diverse appetitose ricette.
Adolfo Rosati si appassionato al mondo vegetale fi n da bambino, quan-do dalla nonna contadina impar a rico-noscere le erbe spontanee mangerecce. Tale passione lo ha accompagnato poi attraverso gli studi: perito agrario, lau-reato in Scienze agrarie, dottore agrono-
mo e dottore di ricerca. stato ricercatore presso lIstituto sperimentale per lorticoltura di Pontecagnano, Salerno, presso lUniver-sit di Davis, California (USA) e, attualmente, lo presso il CRA, Centro di ricerca per lolivicoltura e lindustria olearia, sede distaccata di Spoleto (PG).Si sempre dedicato a studi e ricerche di etnobotanica, in particolare sulluso edule delle piante spontanee, te-nendo anche corsi e conferenze sullargomento. La sua fi losofi a a riguardo pu essere riassunta nel seguente quesito: Perch distruggere come infestanti delle pian-te spontanee perfettamente eduli, per coltivare al loro posto, con dispendio di tempo, lavoro, denaro e impat-to ambientale, altre piante dagli stessi usi?.
EDIZIONI LINFORMATORE AGRARIO Le Guide pratiche di Vita in Campagna trattano di
vivere la campagna
orto
giardino
frutteto
alimentazione/salute
animali
Da oltre 25 anni la rivista Vita in Campagna lamico esperto che offre, mese dopo mese, tutti i consigli e le indicazioni per la coltivazione e la cura del proprio spazio verde, piccolo o grande che sia.
Orto, frutteto, vigneto, giardino, piccoli allevamenti, scelta delle attrezzature, turismo rurale, tutela dellambiente, medicina e alimentazione naturale, casa di campagna. Ecco i pi importanti argomenti trattati da Vita in Campagna, il mensile che non si sfoglia, ma si legge per imparare a fare.
Amaranto Bardana Borsa del pastore Calendula dei campiCardo mariano Casselle Chenopodio Cicoria selvaticaFinocchio selvatico Malva Ortica Portulaca Primula
Rucole selvatiche Stellaria Strigoli Tarassaco Viola mammola
Per conoscere la rivista e richiederne una copia gratuita visitate il sito www.vitaincampagna.it; troverete anche consigli pratici, risposte ai quesiti e potrete consultare la Banca dati online, dove sono archiviate tutte le informazioni fornite da Vita in Campagna dal 1997 a oggi.
(IVA inclusa)
ISBN 978-88-7220-262-3
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Riconoscere e cucinare
le buone erbe
Guide praticheGuide pratiche
Amaranto Bardana Borsa del pastore Calendula dei campiCardo mariano Casselle Chenopodio Cicoria selvaticaFinocchio selvatico Malva Ortica Portulaca Primula
Rucole selvatiche Stellaria Strigoli Tarassaco Viola mammola
2009 Edizioni LInformatore Agrario S.p.A.Prima edizione gennaio 2009
Coordinamento editoriale e redazionale: Silvana FranconeriCopertina, progetto gra co, impaginazione e redazione: MN&CG, MilanoStampa: Arena Progetti sas - Buttapietra (VR)
Riconoscere e cucinare le buone erbeISBN 978-887220-262-3
Tutti i diritti riservati:All rights reserved:Edizioni LInformatore Agrario S.p.A.Via Bencivenga-Biondani, 1637133 Veronawww.informatoreagrario.it
Stampato in Italia nel gennaio 2009 Printed in Italy, january 2009
Adolfo Rosati
Un particolare ringraziamento a mia moglie, Darcy Gordon, per il prezioso contributo nellideazione e realizzazione delle ricette.
Adolfo Rosati
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Sommario
Perch raccogliere e utilizzare le piante spontanee commestibili ............... 6
Le schede delle piante trattateLamaranto ................................................................................................. 8La bardana ................................................................................................14La borsa del pastore..................................................................................19La calendula dei campi ............................................................................. 23Il cardo mariano ....................................................................................... 27Le casselle................................................................................................ 32Il chenopodio ........................................................................................... 36La cicoria selvatica ................................................................................... 42Il nocchio selvatico ................................................................................. 47La malva ................................................................................................... 53Lortica ..................................................................................................... 58La portulaca ............................................................................................. 63La primula ................................................................................................ 68Le rucole selvatiche .................................................................................. 72La stellaria ............................................................................................... 76Gli strigoli..................................................................................................81Il tarassaco............................................................................................... 84La viola mammola. ................................................................................... 90
Indice alfabetico delle ricette ................................................................... 96
ALTRI NOMI DELLE PIANTE TRATTATE
Amaranthus retro exus vedi amaranto
Arctium lappa vedi bardana
Arctium minus vedi bardana
bubbolino vedi strigoli
Bunias erucago vedi casselle
Calendula arvensis vedi calendula dei campi
calendula spontanea vedi calendula dei campi
cannatedda vedi strigoli
Capsella bursa-pastoris vedi borsa del pastore
cardo di Santa Maria vedi cardo mariano
cardo lattato vedi cardo mariano
carletti vedi strigoli
cascellore vedi casselle
Chenopodium album vedi chenopodio
Cichorium intybus vedi cicoria selvatica
coietti vedi strigoli
dente di leone vedi tarassaco
Diplotaxis erucoides vedi rucola selvatica
Diplotaxis muralis vedi rucola selvatica
Diplotaxis tenuifolia vedi rucola selvatica
erba di Pietro vedi primula
erba porcellana vedi portulaca
Eruca sativa vedi rucola selvatica
farinello vedi chenopodio
ore delle chiavi vedi primula
Foeniculum vulgare vedi nocchio selvatico
foje vedi strigoli
grisolon vedi strigoli
lappa vedi bardana
Malva sylvestris vedi malva
pisciacane vedi tarassaco
piscialletto vedi tarassaco
Portulaca oleracea vedi portulaca
primavera vedi primula
primaverina vedi primula
Primula vulgaris vedi primula
schioppetti vedi strigoli
scupitin vedi strigoli
Silene vulgaris vedi strigoli
Silybum marianum vedi cardo mariano
sof one vedi tarassaco
Stellaria media vedi stellaria
sportavecchia vedi casselle
Taraxacum of cinale vedi tarassaco
Urtica dioica vedi ortica
viole vedi viola mammola
Viola odorata vedi viola mammola
Viola tricolor vedi viola mammola
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Sommario
Perch raccogliere e utilizzare le piante spontanee commestibili ............... 6
Le schede delle piante trattateLamaranto ................................................................................................. 8La bardana ................................................................................................14La borsa del pastore..................................................................................19La calendula dei campi ............................................................................. 23Il cardo mariano ....................................................................................... 27Le casselle................................................................................................ 32Il chenopodio ........................................................................................... 36La cicoria selvatica ................................................................................... 42Il nocchio selvatico ................................................................................. 47La malva ................................................................................................... 53Lortica ..................................................................................................... 58La portulaca ............................................................................................. 63La primula ................................................................................................ 68Le rucole selvatiche .................................................................................. 72La stellaria ............................................................................................... 76Gli strigoli..................................................................................................81Il tarassaco............................................................................................... 84La viola mammola. ................................................................................... 90
Indice alfabetico delle ricette ................................................................... 96
ALTRI NOMI DELLE PIANTE TRATTATE
Amaranthus retro exus vedi amaranto
Arctium lappa vedi bardana
Arctium minus vedi bardana
bubbolino vedi strigoli
Bunias erucago vedi casselle
Calendula arvensis vedi calendula dei campi
calendula spontanea vedi calendula dei campi
cannatedda vedi strigoli
Capsella bursa-pastoris vedi borsa del pastore
cardo di Santa Maria vedi cardo mariano
cardo lattato vedi cardo mariano
carletti vedi strigoli
cascellore vedi casselle
Chenopodium album vedi chenopodio
Cichorium intybus vedi cicoria selvatica
coietti vedi strigoli
dente di leone vedi tarassaco
Diplotaxis erucoides vedi rucola selvatica
Diplotaxis muralis vedi rucola selvatica
Diplotaxis tenuifolia vedi rucola selvatica
erba di Pietro vedi primula
erba porcellana vedi portulaca
Eruca sativa vedi rucola selvatica
farinello vedi chenopodio
ore delle chiavi vedi primula
Foeniculum vulgare vedi nocchio selvatico
foje vedi strigoli
grisolon vedi strigoli
lappa vedi bardana
Malva sylvestris vedi malva
pisciacane vedi tarassaco
piscialletto vedi tarassaco
Portulaca oleracea vedi portulaca
primavera vedi primula
primaverina vedi primula
Primula vulgaris vedi primula
schioppetti vedi strigoli
scupitin vedi strigoli
Silene vulgaris vedi strigoli
Silybum marianum vedi cardo mariano
sof one vedi tarassaco
Stellaria media vedi stellaria
sportavecchia vedi casselle
Taraxacum of cinale vedi tarassaco
Urtica dioica vedi ortica
viole vedi viola mammola
Viola odorata vedi viola mammola
Viola tricolor vedi viola mammola
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Riconoscere e utilizzare le buone erbe CASSELLE
sopravvento. Quando, poi, le altre erbe prendono il sopravvento, le casselle si fanno notare per i loro fi orellini gialli che appaiono qua e l in mezzo alla vegetazione mista.
LE PARTI CHE SI RACCOLGONO E LUSOLintera pianta. Delle casselle si usa la pianta intera, tagliata al col-letto (a livello del terreno), prima della formazione dello scapo fi ora-le, che appare dalla primavera a fi ne estate. Le piante nate in tarda estate o autunno fi oriscono lanno successivo e sono disponibili tutto linverno. Se ne fa uso come verdura cotta. In questa fase diffi cile riconoscere le casselle in quanto la forma delle foglie (roncinata) e della pianta intera (a rosetta) tipica di molte specie. Imparate a distinguerla alla fi oritura e quando si for-mano i semi, per poi memorizzare la consi-stenza e la forma delle foglie.
Le foglioline giovani. Raccolte sempre prima della formazione dello scapo fi orale, si possono aggiungere alle insalate miste.
La radice. Delle casselle si usa anche la radice (quanto prima la si raccoglie pi te-nera ) cotta o cruda, in insalata o in mi-nestre, passate di verdura o altro. Cruda, ha il sapore (ma non la forma) del ravanel-lo (della stessa famiglia, quella delle Cruci-fere) ed buona anche mangiata da sola. Se raccogliete le radici, assicuratevi prima che siano abbastanza tenere, tagliandole col coltello. Se sono trop-po dure o fi brose prelevate la sola parte aerea recidendo la pianta al colletto (alla base delle foglie). Se raccogliete anche le radici, vi
Le casselleOriginarie dellambiente mediterraneo, crescono in tutta Italia sui terreni lavorati, dal mare alla montagna. In cucina si consuma la pianta intera, le singole foglie tenere, le radici e i ori. Volendo, possibile effettuarela raccolta dei semi e distribuirli nel proprio ortodalla primavera allautunno.
Le casselle (Bunias erucago), conosciute anche come cascellore, a se-conda dei luoghi, sono piante comuni e rustiche. Di origine medi-terranea, sono diffuse in tutta Italia sui terreni lavorati, dal mare alla montagna. Possono crescere (valorizzandoli) su suoli marginali a bas-sa fertilit e tollerano i suoli calcarei e sassosi. Quando i terreni ven-gono lavorati, inclusi quelli di campagna abbandonati da molti anni, poco dopo compaiono le casselle, magicamente. Probabilmente i se-mi sono presenti nel terreno in grande quantit e aspettano sapien-temente per anni loccasione per svilupparsi, senza perdere la ger-minabilit. Appena il terreno viene lavorato, germinano alla prima pioggia abbondante, formando le tipiche rosette di foglie schiacciate a terra, prima che altre specie a portamento pi eretto prendano il
Pianta annuale o biennale con ti-pica forma a rosetta (A), facilmen-te confondibile con molte altre specie (quasi sempre commesti-bili) daspetto simile. In genere, le casselle, una volta tagliate al colletto, si arricciano per ver-so il basso formando come una palla (B). Dalla rosetta di foglie si sviluppa il fusto che presenta macchioline violacee (C) e porta ori gialli (D), con quattro petali disposti a croce, tipici della fami-glia delle Crucifere. Sui fusti sono presenti poche e piccole foglioli-ne che sono intere e non ronci-nate come quelle della rosetta basale.
A B
C D
ALCUNI CENNI DI STORIA E FOLCLORE
Il nome Bunias del genere botanico pare derivi dal greco bounias, che signi ca rapa pelosa, oppure dal greco buons che invece signi ca collina a indicare i luoghi dove crescono in prevalenza le casselle. Il nome speci co erucago indica invece la somiglian-za delle foglie a quelle dellEruca sativa, una delle rucole coltivate.Le casselle, conosciute in Garfagnana con il nome di sportavecchia, sono tra le molte specie selvatiche raccolte e consumate (e per questo de nite erbi boni) in questa re-gione. Sono preparate come verdura lessata, da sole o meno, ma anche, in particolare, nella minestrella di Gallicano. Questultima, una zuppa primaverile, preparata pre-valentemente con erbe spontanee bollite (20-30 specie), nemente triturate e aggiunte ad aglio, lardo e fagioli. Questa minestrella si consuma con i mignecci, vale a dire delle focacce di granoturco non lievitate.
Il nome del genere, Bunias, deriva dal
greco e signi ca collina, indicando
lambiente di difusione.
>
Pulire sul posto le casselle raccolte consente di risparmiare tempo prezioso in cucina.
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Riconoscere e utilizzare le buone erbe CASSELLE
sopravvento. Quando, poi, le altre erbe prendono il sopravvento, le casselle si fanno notare per i loro fi orellini gialli che appaiono qua e l in mezzo alla vegetazione mista.
LE PARTI CHE SI RACCOLGONO E LUSOLintera pianta. Delle casselle si usa la pianta intera, tagliata al col-letto (a livello del terreno), prima della formazione dello scapo fi ora-le, che appare dalla primavera a fi ne estate. Le piante nate in tarda estate o autunno fi oriscono lanno successivo e sono disponibili tutto linverno. Se ne fa uso come verdura cotta. In questa fase diffi cile riconoscere le casselle in quanto la forma delle foglie (roncinata) e della pianta intera (a rosetta) tipica di molte specie. Imparate a distinguerla alla fi oritura e quando si for-mano i semi, per poi memorizzare la consi-stenza e la forma delle foglie.
Le foglioline giovani. Raccolte sempre prima della formazione dello scapo fi orale, si possono aggiungere alle insalate miste.
La radice. Delle casselle si usa anche la radice (quanto prima la si raccoglie pi te-nera ) cotta o cruda, in insalata o in mi-nestre, passate di verdura o altro. Cruda, ha il sapore (ma non la forma) del ravanel-lo (della stessa famiglia, quella delle Cruci-fere) ed buona anche mangiata da sola. Se raccogliete le radici, assicuratevi prima che siano abbastanza tenere, tagliandole col coltello. Se sono trop-po dure o fi brose prelevate la sola parte aerea recidendo la pianta al colletto (alla base delle foglie). Se raccogliete anche le radici, vi
Le casselleOriginarie dellambiente mediterraneo, crescono in tutta Italia sui terreni lavorati, dal mare alla montagna. In cucina si consuma la pianta intera, le singole foglie tenere, le radici e i ori. Volendo, possibile effettuarela raccolta dei semi e distribuirli nel proprio ortodalla primavera allautunno.
Le casselle (Bunias erucago), conosciute anche come cascellore, a se-conda dei luoghi, sono piante comuni e rustiche. Di origine medi-terranea, sono diffuse in tutta Italia sui terreni lavorati, dal mare alla montagna. Possono crescere (valorizzandoli) su suoli marginali a bas-sa fertilit e tollerano i suoli calcarei e sassosi. Quando i terreni ven-gono lavorati, inclusi quelli di campagna abbandonati da molti anni, poco dopo compaiono le casselle, magicamente. Probabilmente i se-mi sono presenti nel terreno in grande quantit e aspettano sapien-temente per anni loccasione per svilupparsi, senza perdere la ger-minabilit. Appena il terreno viene lavorato, germinano alla prima pioggia abbondante, formando le tipiche rosette di foglie schiacciate a terra, prima che altre specie a portamento pi eretto prendano il
Pianta annuale o biennale con ti-pica forma a rosetta (A), facilmen-te confondibile con molte altre specie (quasi sempre commesti-bili) daspetto simile. In genere, le casselle, una volta tagliate al colletto, si arricciano per ver-so il basso formando come una palla (B). Dalla rosetta di foglie si sviluppa il fusto che presenta macchioline violacee (C) e porta ori gialli (D), con quattro petali disposti a croce, tipici della fami-glia delle Crucifere. Sui fusti sono presenti poche e piccole foglioli-ne che sono intere e non ronci-nate come quelle della rosetta basale.
A B
C D
ALCUNI CENNI DI STORIA E FOLCLORE
Il nome Bunias del genere botanico pare derivi dal greco bounias, che signi ca rapa pelosa, oppure dal greco buons che invece signi ca collina a indicare i luoghi dove crescono in prevalenza le casselle. Il nome speci co erucago indica invece la somiglian-za delle foglie a quelle dellEruca sativa, una delle rucole coltivate.Le casselle, conosciute in Garfagnana con il nome di sportavecchia, sono tra le molte specie selvatiche raccolte e consumate (e per questo de nite erbi boni) in questa re-gione. Sono preparate come verdura lessata, da sole o meno, ma anche, in particolare, nella minestrella di Gallicano. Questultima, una zuppa primaverile, preparata pre-valentemente con erbe spontanee bollite (20-30 specie), nemente triturate e aggiunte ad aglio, lardo e fagioli. Questa minestrella si consuma con i mignecci, vale a dire delle focacce di granoturco non lievitate.
Il nome del genere, Bunias, deriva dal
greco e signi ca collina, indicando
lambiente di difusione.
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Pulire sul posto le casselle raccolte consente di risparmiare tempo prezioso in cucina.
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CASSELLE Riconoscere e utilizzare le buone erbe Riconoscere e utilizzare le buone erbe CASSELLE
anche sfruttare qualche suo fi orellino, aggiungendolo nellinsalata, anche se questa pianta presenta pochi e radi fi ori e non facile rac-coglierne in abbondanza come per altre Crucifere. Durante la fi oritu-ra potete ancora raccogliere qualche foglia da aggiungere a pezzetti alle minestre, mentre non pi il caso di raccoglierne in abbondanza per la verdura cotta.
LA CONSERVAZIONEQuando si ha la fortuna di trovare le casselle, vale la pena di cuocerle e mangiarle subito. Se proprio ne avete molte, conviene lessarle e poi conservarle per qualche giorno in frigorifero, oppure congelarle in forma di palline monodose di verdura cotta, come per altre verdure.
LE PROPRIET NUTRITIVE E MEDICINALII frutti (silique) rotondeggianti delle casselle venivano usati nella medicina popolare contro lidropisia (gonfi ori dovuti ad accumu-lo di liquido sottopelle o in altre cavit). Oggi questo impiego non pi sfruttato.
LA RICETTA Minestra di foglie e radici di cassellePer 4 persone: piante intere di casselle, cipol-la, olio o burro, panna da cucina, pastina da minestra, sale. Lavate bene le casselle e tagliate una man-ciata di foglie crude a pezzettini. Cuocete il resto delle casselle in acqua bollente non salata fi no al giusto grado di cottura, pi o meno croccante secondo i gusti. Scolate le casselle e recuperate la loro acqua di cottu-ra, quanta ne serve per la minestra, facendo attenzione che non rimangano granellini di terra nel fondo della pentola. Rimettete la pentola al fuoco con olio o burro e fate roso-lare la cipolla tritata. Aggiungete la verdura cotta tagliata a pezzi. Versatevi sopra lacqua ancora calda recuperata dalla cottura. Se ne-cessario frullate il tutto e salate quanto ba-sta. Dopodich aggiungete le radici delle cas-selle tagliate a rotelline sottili (1), poi versate la pastina e, un minuto prima che la cottura sia ultimata, aggiungete le foglie crude trita-te. Unite la panna e spegnete il fuoco: la mi-nestra pronta (2). Chi volesse un piatto pi leggero, pu eli-minare la panna e usare olio extravergine di oliva invece del burro.
conviene comunque separarle dalle rosette di foglie e metterle in buste separate, altrimenti la terra delle radici sporca la verdura, al-lungando notevolmente il tempo necessario a pulirla. Per lo stes-so motivo, vi conviene mondare subito la verdura da terra e foglie gialle o secche: un minuto in pi perso durante la passeggiata vi risparmia 10 minuti di tedioso lavoro di pulizia in cucina e, a quel punto, il vostro raccolto necessiter solo di un risciacquo!
LIMPIEGO IN CUCINALe casselle si usano classicamente per farne dellottima verdura cot-ta. A differenza di altre piante di aspetto simile, non ultima la cicoria selvatica, le casselle non sono amare (se raccolte prima della fi ori-tura) e anzi dolciastre, tanto pi quanto pi c freddo. Come molte altre Crucifere, incluse le rape, infatti, con il freddo si addolciscono.
Cos le casselle raccolte dautunno, dopo le prime gelate, sono migliori di quelle raccol-te durante lestate. La verdura cotta di casselle ricorda vaga-mente il sapore del cavolo, ortaggio al qua-le sono imparentate (stessa famiglia), e si presta benissimo per farne un contorno a s stante dal sapore particolarmente gra-devole. Questa verdura cotta pu essere utilizzata anche come ripieno in stufati, cannelloni, frittate e in tutti i modi in cui usereste gli spinaci, la cicoria o altre ver-dure. Una frittata di casselle cotte, maga-ri ripassate in padella, e patate lesse un piatto tanto delizioso quanto completo. Prima di cuocere le casselle, lavatele bene, perch tra le foglie e soprattutto al colletto si accumulano facilmente terra e sassoli-ni. Se necessario separate le foglie tra loro, scomponendo la rosetta, per poterle lavare fi no alla base del picciolo o, almeno, fate-vi scorrere il getto dellacqua. Lasciando la
verdura a bagno qualche minuto prima di la-varla per fare ammorbidire il terreno aderente alle foglie, facilitere-te il lavaggio. Se volete aggiungere qualche foglia di casselle allinsalata, prima di cuocere i cespi raccolti separate le foglioline pi tenere e conserva-tele crude. La radice delle casselle, se raccolta su piante giovani, abbastanza tenera da poter essere consumata sia cruda sia cotta. Tagliata a rotel-line sottili, la si pu mettere nelle insalate, alle quali conferisce croc-cantezza. Oppure, sempre a rotelline, la si pu impiegare nella mine-stra, magari al posto della pastina. Se avete trovato (o riconosciuto) le casselle solo alla fi oritura, potete
I ori della casselle danno origine a frutti di forma tipica (nel particolare).
Preparazione della minestra di fogliee radici di casselle.
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CASSELLE Riconoscere e utilizzare le buone erbe Riconoscere e utilizzare le buone erbe CASSELLE
anche sfruttare qualche suo fi orellino, aggiungendolo nellinsalata, anche se questa pianta presenta pochi e radi fi ori e non facile rac-coglierne in abbondanza come per altre Crucifere. Durante la fi oritu-ra potete ancora raccogliere qualche foglia da aggiungere a pezzetti alle minestre, mentre non pi il caso di raccoglierne in abbondanza per la verdura cotta.
LA CONSERVAZIONEQuando si ha la fortuna di trovare le casselle, vale la pena di cuocerle e mangiarle subito. Se proprio ne avete molte, conviene lessarle e poi conservarle per qualche giorno in frigorifero, oppure congelarle in forma di palline monodose di verdura cotta, come per altre verdure.
LE PROPRIET NUTRITIVE E MEDICINALII frutti (silique) rotondeggianti delle casselle venivano usati nella medicina popolare contro lidropisia (gonfi ori dovuti ad accumu-lo di liquido sottopelle o in altre cavit). Oggi questo impiego non pi sfruttato.
LA RICETTA Minestra di foglie e radici di cassellePer 4 persone: piante intere di casselle, cipol-la, olio o burro, panna da cucina, pastina da minestra, sale. Lavate bene le casselle e tagliate una man-ciata di foglie crude a pezzettini. Cuocete il resto delle casselle in acqua bollente non salata fi no al giusto grado di cottura, pi o meno croccante secondo i gusti. Scolate le casselle e recuperate la loro acqua di cottu-ra, quanta ne serve per la minestra, facendo attenzione che non rimangano granellini di terra nel fondo della pentola. Rimettete la pentola al fuoco con olio o burro e fate roso-lare la cipolla tritata. Aggiungete la verdura cotta tagliata a pezzi. Versatevi sopra lacqua ancora calda recuperata dalla cottura. Se ne-cessario frullate il tutto e salate quanto ba-sta. Dopodich aggiungete le radici delle cas-selle tagliate a rotelline sottili (1), poi versate la pastina e, un minuto prima che la cottura sia ultimata, aggiungete le foglie crude trita-te. Unite la panna e spegnete il fuoco: la mi-nestra pronta (2). Chi volesse un piatto pi leggero, pu eli-minare la panna e usare olio extravergine di oliva invece del burro.
conviene comunque separarle dalle rosette di foglie e metterle in buste separate, altrimenti la terra delle radici sporca la verdura, al-lungando notevolmente il tempo necessario a pulirla. Per lo stes-so motivo, vi conviene mondare subito la verdura da terra e foglie gialle o secche: un minuto in pi perso durante la passeggiata vi risparmia 10 minuti di tedioso lavoro di pulizia in cucina e, a quel punto, il vostro raccolto necessiter solo di un risciacquo!
LIMPIEGO IN CUCINALe casselle si usano classicamente per farne dellottima verdura cot-ta. A differenza di altre piante di aspetto simile, non ultima la cicoria selvatica, le casselle non sono amare (se raccolte prima della fi ori-tura) e anzi dolciastre, tanto pi quanto pi c freddo. Come molte altre Crucifere, incluse le rape, infatti, con il freddo si addolciscono.
Cos le casselle raccolte dautunno, dopo le prime gelate, sono migliori di quelle raccol-te durante lestate. La verdura cotta di casselle ricorda vaga-mente il sapore del cavolo, ortaggio al qua-le sono imparentate (stessa famiglia), e si presta benissimo per farne un contorno a s stante dal sapore particolarmente gra-devole. Questa verdura cotta pu essere utilizzata anche come ripieno in stufati, cannelloni, frittate e in tutti i modi in cui usereste gli spinaci, la cicoria o altre ver-dure. Una frittata di casselle cotte, maga-ri ripassate in padella, e patate lesse un piatto tanto delizioso quanto completo. Prima di cuocere le casselle, lavatele bene, perch tra le foglie e soprattutto al colletto si accumulano facilmente terra e sassoli-ni. Se necessario separate le foglie tra loro, scomponendo la rosetta, per poterle lavare fi no alla base del picciolo o, almeno, fate-vi scorrere il getto dellacqua. Lasciando la
verdura a bagno qualche minuto prima di la-varla per fare ammorbidire il terreno aderente alle foglie, facilitere-te il lavaggio. Se volete aggiungere qualche foglia di casselle allinsalata, prima di cuocere i cespi raccolti separate le foglioline pi tenere e conserva-tele crude. La radice delle casselle, se raccolta su piante giovani, abbastanza tenera da poter essere consumata sia cruda sia cotta. Tagliata a rotel-line sottili, la si pu mettere nelle insalate, alle quali conferisce croc-cantezza. Oppure, sempre a rotelline, la si pu impiegare nella mine-stra, magari al posto della pastina. Se avete trovato (o riconosciuto) le casselle solo alla fi oritura, potete
I ori della casselle danno origine a frutti di forma tipica (nel particolare).
Preparazione della minestra di fogliee radici di casselle.
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