natle in allegrezza - iisscosmai.gov.it · • chi • • ama • •dormire ... a chi non aspetta...
TRANSCRIPT
E’ Natale ogni volta che
sorridi a un fratello e gli
tendi una mano.
E’ Natale ogni volta che
rimani in silenzio per
ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta che
non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta che
speri con quelli che di-
sperano nella povertà fi-
sica e spirituale.
E’ Natale ogni volta che
riconosci con umiltà i
tuoi limiti e la tua debo-
lezza.
E’ Natale ogni volta che
permetti al Signore di
rinascere per donarlo
agli altri.
di Madre Teresa di Cal-
cutta
ADDOBBI SPECIALI...
In Svezia a Natale le
case vengono addobbate
con dei tulipani rossi
mentre in Finlandia co-
voni di grano vengono
appesi a dei pali con
noci e semi. Il palo vie-
ne messo nel giardino e
serve per dare da man-
giare agli uccelli. È tra-
dizione in Alaska porta-
re come in una proces-
sione una stella fissa ad
un albero. In molte case
le porte vengono addob-
bate con ananas, come
simbolo di ospitalità. In
Russia del fieno è spar-
pagliato sui fiori e sulle
tavole.
“Sol…(idarietà)” Rispondere ad un sorriso,
partecipare al dolore
di un vittima dell’ingiustizia,
capire chi soffre per fame,
per odio o per amore profondo,
aiutare a capire chi ancora
non riesce a concepire la fratel-
lanza, condividere il pensiero del
diverso, penetrare a fondo
nell’animo di chi non riesce a
comunicare, gioire col mondo al
sorgere del sole…
Questa è la nuova solidarietà!
A volte la vita e' dura, ma con
un gesto di umanità e solidarie-
tà, si può donare un paio di
ali..a chi ha ancora voglia di
volare.
E’ Natale
NATLE IN ALLEGREZZA
»A «
• chi •
• ama •
• dormire •
• ma si sveglia •
• sempre di buon •
• umore, a chi saluta •
• ancora con un bacio, a •
• chi lavora molto e si diverte di •
• più, a chi va in fretta in auto ma •
• non suona ai semafori, a chi arriva •
• in ritardo ma non cerca scuse, a chi spegne •
• la televisione per fare due chiacchiere, a chi è •
• felice il doppio quando fa la metà , a chi si alza
presto •
• per aiutare un amico, a chi ha l’entusiasmo di un
bambino •
• e pensieri da uomo, a chi vede nero solo quando è
buio •
A chi non aspetta Natale
per essere
migliore
Natale è stare tutti
insieme in famiglia.
Natale è regalare un sorriso a
chi è triste.
Natale è aiutare un compa-
gno che non ha capito, in
difficoltà.
Natale è fare di tutto per
dare una casa a chi non ce
l’ha.
Natale è dare da mangiare a
chi il cibo non ce l’ha.
Natale è una festa bellissima
se tutti possono festeggiarlo.
Dirigente Scolastico: Prof. Donato Musci
IISS “S. COSMAI”
“ NATALE in
Sol…(idarietà)”
Redazione a cura della
Prof.ssa M. Matilde Amato
Per tradizione l’8 dicembre è il giorno che
gli italiani dedicano agli addobbi natalizi. Un
giorno di festa per allestire l’albero, mettere
le luci e preparare la propria dimora per il
Natale. Tra le tante idee di riciclo creativo
eccone una che vi aiuterà ad inserire un tocco
di originalità tra palline e campanelle
sull‘albero di Natale. Il materiale da utiliz-
zare è nelle vostre case sicuramente, sono i
cotton fioc. Seguendo poche istruzioni ecco
come realizzare una decoro molto particola-
re, prendete una pallina di polistirolo, poi
munitevi di cotton fioc e immergete la parte
dell’ovatta nella colla vinilica e passate il
bastoncino nella porporina, così da farlo
diventare brillante, eseguite l’operazione per
altri 15 pezzi e inseriteli nella pallina bianca.
Con uno spil-
lo, poi, inseri-
te del nastro,
così che pote-
te appendere
il vostro ad-
dobbo e illu-
minate le
vostre feste.
Dicembre avanza lentamente
portando il gelo, le giornate
sempre più buie e soprattutto la
dolce aria natalizia.
Da sempre associamo il mese di
dicembre al Natale. Molti pensano
che il Natale sia solo una festa
come tutte le altre, oppure una
festa dove per divertirsi bisogna
ubriacarsi o andare a ballare in
discoteca; questa generazione
sempre più superficiale e
aggressiva, sta uccidendo tutti i
valori, per i quali secoli fa è
successo qualcosa di veramente
speciale che ci ha permesso di
festeggiare questa festività.
Essendo una persona
tradizionalista e credente, penso
che alcuni valori non dovrebbero
andare persi. Ogni anno vedo
persone che preparano alberi di
Natale, addobbano le loro case,
strade, scuole, ma tutta questa
gente dentro è vuota, triste. Per le
strade, possiamo notare che ci
sono persone che camminano a
testa bassa, con occhi spenti, che
ad ogni passo osservano
meccanicamente le vetrine dei
negozi; ragazzi, adulti sempre più
materialisti, che pensano a cosa
regalare ai propri genitori,
fidanzati, nipoti e non a regalargli
una carezza o un sorriso in più;
bambini che preferiscono passare
questa festività davanti a un
videogioco e non a guardare i
cartoni animati della Walt Disney,
cantare canzoni natalizie o recitare
una poesia dopo pranzo.
Questa è la dimostrazione che la
società di oggi è sempre più chiusa
e materialista. Dove soni finiti la
gioia, l’allegria, le canzoni di
Natale per le vie del centro, i
cenoni con la famiglia, gli auguri
affettuosi e non freddi come quelli
che si mandano tramite messaggi?
In fondo basta poco per rivivere
emozioni ed essere felici, perché,
in fin dei conti, ci accorgiamo che
sta per arrivare il Natale da quelle
piccole cose che inizialmente
potranno sembrare banali, ma che
faranno la differenza, e non dalle
pubblicità dei panettoni o dalle
vetrine dei negozi . Stefania Mastrapasqua III^D
Decorazioni per l’albero di Natale
La pace guardò in basso
e vide la guerra,
"Là voglio andare" disse la pace.
L'amore guardò in basso
e vide l'odio,
"Là voglio andare" disse l'amore.
La luce guardò in basso
e vide il buio,
"Là voglio andare" disse la luce.
Così apparve la luce
e risplendette.
Così apparve la pace
e offrì riposo.
Così apparve l'amore
e portò vita […]
Quando ero piccola festeggiavo il Natale in
famiglia. Io e i miei genitori andavamo a casa
dei miei nonni materni oppure erano loro a
venire da noi. Però, col passare degli anni,
dopo la perdita di mia madre, tutto è cambiato.
Attendo il Natale con ansia, ma so che non
avrò più regali quel giorno, come quando ero
piccola. Oggi è un giorno come tutti gli altri e
lo sarà anche il 25 Dicembre. Ormai, non cre-
do più nel Natale perché il vero Natale, per
me, era quando passavo le giornate con mia
madre a giocare e scherzare insieme, oppure a
passeggiare per i negozi, solo io e lei.
Era Natale ogni giorno che la vedevo felice,
ogni qualvolta mi sedevo a tavola e preparava
per tutti, senza far notare la stanchezza sul
viso.
Provo ancora rabbia per averla persa!
Era Natale quando c’era lei..
Grazia Di Benedetto III^D
L. Housman
PACE, AMORE, LUCE
NATALE DEGLI AFFETTI
Il vero significato del NATALE
Il racconto della Stella di Natale
In un piccolo villaggio messicano viveva
una bambina di nome Altea. Giunse la notte
di Natale e tutti andarono in chiesa con un
piccolo dono per Gesù. Solo Altea rimase a
casa perché non aveva nulla da donargli.
All'improvviso apparve un angelo.
«Perché sei così triste?» chiese alla bambi-
na.
"Perché non ho nulla da portare a Gesù!"
rispose Altea. Allora l'angelo le disse: "Tu
hai una cosa molto importante da donare a
Gesù: il tuo amore. Raccogli le frasche che
crescono ai bordi della strada e portale in
chiesa. Vedrai, il tuo dono sarà il più bello
di tutti."
Altea fece come le aveva detto l'angelo e
depose un mazzo di frasche davanti
all’altare. Mentre la bambina pregava le
frasche si trasformarono in una pianta mera-
vigliosa con foglie verdi e rosse: era nata la
Stella di Natale. I testi della I^- II^ - III^ D so-
no stati curati dalla prof. ssa
Grazia Coppolecchia.
Stava arrivando il Natale e nel castello di Babbo Natale
si discuteva sul da farsi per portare i regali ai bambini
buoni. Però un elfo esclamò: “Babbo Natale c’è un
grande problema, a New York non credono al Natale e
tu devi fare qualcosa perché se no non potremmo parti-
re per portare i regali ai bambini buoni”. Babbo Natale
senza esitare si preparò per partire ma si portò insieme
il suo elfo di fiducia. La sera stessa partì e in un attimo
arrivò a New York, nascosero la slitta, si cambiarono e
arrivarono in città, videro un albero immenso pieno di
luci e palline tutte colorate, tanti addobbi natalizi per
tutta la città. Allora Babbo Natale disse: “Elfo allora mi
hai mentito?”, l’elfo allora rispose: “Babbo Natale io
non ti ho mentito anzi andiamo a vedere nei negozi
cosa pensano di Babbo Natale”.
Babbo rispose: “Hai ragione andiamo subito senza
perdere tempo”. Allora entrarono in un negozio di gio-
cattoli e chiesero alle persone: “Cosa ne pensate del
Natale?” Queste risposero: “Noi del Natale pensiamo
solo che è una festa che non serve a niente e Babbo
Natale è solo un’invenzione per tenere i bambini con-
tenti”.
Un altro rispose: “A me, il Natale sta o non sta è la
stessa cosa”. Babbo Natale e l’elfo andarono via molto
turbati e appena usciti dal negozio, Babbo Natale disse:
“Non avrei mai pensato che pensavano ciò del Natale,
allora qua dobbiamo pensare qualcosa per fargli cam-
biare idea ”. Per la strada incontrarono due bambine da
sole, allora Babbo Natale incuriosito chiese:” Bambine,
che ci fate da sole in giro?”. Le bambine risposero:
“Siamo scappate dall’orfanotrofio in cui stavamo e non
sappiamo dove andare e abbiamo paura di andare da
sole per le strade”.
Allora Babbo Natale disse: “Perché non venite con
noi?”.
Le bambine, fidandosi del signore, gli risposero: “Va
bene veniamo con te”. Allora tutti insieme andarono
verso il bosco per andare alla slitta e le bambine inizia-
rono a spaventarsi, però Babbo Natale gli rispose: “
Con noi non dovete mai avere paura”. Le bambine vi-
dero tra gli alberi qualcosa che si illuminava e capirono
che quei due signori non erano due signori normali, ma
erano persone magiche e in quel momento capirono il
perché di tutte quelle domande che facevano sul Natale.
Poi Babbo Natale spiegò loro perché era venuto a
New York e le bambine rimasero stupite e andarono a
chiamare tutta la città per far vedere la slitta magica e
non appena tutti l’ebbero vista , rimasero stupiti e chie-
sero scusa a Babbo Natale .
Il vecchio rispose: “Non vi preoccupate, ora che avete
visto, credete nel Natale, sempre!” . Poi Babbo Natale
si vestì e salì sulla slitta salutando tutti e augurando a
tutti un bellissimo Natale.
Da quel momento tutte le persone credono nel Natale.
Rosangela Ribatti I ^ D
MANGIARE 12 CHICCHI D’UVA.
In Spagna c’è la tradizione di mangiare alla mezzanotte dodici chicchi d’uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio ( il principale è quello di Puerta del Sol a Madrid)
APRIRE LA PORTA DI CASA
In Russia, dopo il dodicesimo rintocco, si apre la porta di casa per far entrare l’anno nuovo
SI SPARANO I BOTTI A CAPODANNO
Allontanano le forze e gli spiriti maligni che si scatenano nel momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno.
SI MANGIANO LE LENTICCHIE A MEZZANOTTE
Favoriscono l’abbondanza e la ricchezza.
SI LANCIANO I COCCI A NEZZANOTTE
Si elimina il male fisico e morale accumulato nell’anno trascorso.
SI MANGIA L’UVA PASSA
Porta soldi in abbondanza
E’ IMPORTANTE LA PRI-MA PERSONA CHE SI INCONTRA PER STRADA
Incontrare un vecchio o un gobbo è di buon augurio, mentre se si incontrerà un bam-bino o un prete si avrà disgrazia.
CI SI BACIA SOTTO IL VISCHIO
Il bacio sotto al vischio con la persona amata porterà amore per tutto l’anno. Il vischio è una pianta benaugurale.
A … Babbo Natale
Al giorno d’oggi il Natale ha acquistato un
significato diverso da quello originario, infatti,
si sono persi quei valori che facevano di que-
sta festa un momento speciale.
Il Natale, purtroppo, è diventato come tutte le
altre feste, un business fatto di consumo e
spreco più che di sentimentalismo. Questo ci
dimostra che si vive in un mondo ricco di
ipocrisia, egoismo e menefreghismo basato sul
materialismo delle cose.
Durante questa festa tutti i bambini scrivono
ad un famoso ed immaginario personaggio
“BABBO NATALE”, chiedendo tanto e tutto.
Tra le migliaia di lettere che arrivano a questo
Babbo di tutto il mondo, non ce n’è nemmeno
una che non abbia come richiesta qualcosa che
si possa acquistare nei negozi.
Beh, dato che nessuno tra grandi e piccoli è
riuscito a scrivere una lettera che parli della
voglia di ricevere per Natale tanto amore,
tanta gioia, tanta felicità, e tutti quei valori che
migliorano la vita, ho deciso di scriverne una
io:
“ Caro Babbo Natale,
Io sono una ragazza di 17 anni che ti scrive
per parlarti e raccontarti un po’ di cose. Pur-
troppo, questa festa non è più una VERA
grande festa, ha perso qualsiasi significato per
me e per molta altra gente. Non si festeggia
più la nascita di Gesù e l’amore verso la pro-
pria famiglia, ma l’acquisto dei regali. Non
esiste più la voglia di stare a casa seduti a
tavola con tutti i parenti ad aspettare l’arrivo
della mezzanotte per mettere nella capanna il
bambin Gesù tutti insieme: nonni, nipoti,
mamme, papà, zii e cugini. L’arrivo della
mezzanotte segna solo il momento di aprire i
regali. Il regalo che vorrei io è quello che tutto
tornasse come prima, che si ristabilisse il vero
significato del Natale e il motivo per cui lo si
festeggia.
Un sogno che forse, un giorno non lontano, si
possa avere la pace e la felicità di tutte le
persone che in questo momento soffrono, il
sogno di un mondo migliore libero da qualsia-
si male, da qualsiasi egoismo e da qualsiasi
odio…
Un sogno che tu non potrai mai realizzare, un
regalo che non potrò mai ricevere perché tu sei
la fantasia dell’uomo. Non potrà mai realizzar-
si il mio sogno?Perché? Sai darmi una rispo-
sta?...
Milioni di persone non se la pongono questa
domanda, ma milioni di ragazzi come me, SI!
E anche se lo sappiamo, non lo vogliamo
ammettere… il perché della guerra, dell’odio,
dell’egoismo, della morte, del dolore,
dell’ingiustizia, della povertà e di mille altri
dolori.
Io la conosco la risposta a tutto questo: E’
L’UOMO….
E’ l’uomo che suscita la guerra, è l’uomo che
odia, è l’uomo che è egoista, è l’uomo la causa
di morte, è l’uomo che provoca il dolore, è
l’uomo che è ingiusto e finchè l’uomo non se
ne renderà conto, non si realizzerà mai il MIO
SOGNO; il mio desiderio è che tu diffonda
questo mio messaggio.
Valentina Di Gioia III^ D
PENSANDO AL NATALE
TRADIZIONI ED USANZE DI FINE ANNO
OCCORRENTE:
Palline, campane, stelle di polistirolo cera bianca e/o colorata polvere brillantinata (glitter) dorata o argentata perline strass decorazioni di vario tipo (fiori, stelle, gocce), forma e colore cannotiglia fine e doppia passamaneria larga non più di 0,5 cm circa spilli da cucire fiori e foglie natalizie di stoffa o artificiali
SVOLGIMENTO: Sciogliere la cera ad una fonte di calore affinchè sia facilmente modellabile sulle palline o campane o stelle di polistirolo, cospargerle con polvere brillantinata o completamente o in parte in modo da creare un disegno; poi lungo tale disegno, secondo la propria creatività, è possibile decorare o con la canottiglia o con la passamaneria. Infine alla sommità inserire 1/3 spilli con cui fermare sia i fiori e le foglie natalizie sia il gancio con cui si appenderà l’addobbo così ottenuto. (a cura di nonna Anna)
I LAVORI DELLA NONNA
L’AGRIFOGLIO
(adattamento teatrale di una breve favola) NARRATORE:- (Fabio di Pin-to) La pastorella si sveglia all'im-provviso. In cielo v'è una luce nuova: una luce mai vista a
quell'ora. La giovane pastorella si spaventa: e si avvicina alla bellissima volta celeste. Dall'alto
giunge il canto soave degli Angeli. (CANTO) PASTORELLA:- (Simona Pari-si) Tanta pace non può venire che di lassù! NARRATORE:- sorride tranquil-lizzata la pastorella CORO: -Bhee, bhee, NARRATORE: Le pecorine, a sua insaputa guardano stupite la pastorella. Ecco sopraggiungere molta gente che, a passi affrettati, si dirige verso la grotta. PASTORELLA :- Dove andate? NARRATORE:- risponde, per tutti, una giovane donna.
DONNA: - (Angela Mangini)
Non lo sai? È nato il figlio di Dio: è sceso quaggiù per aprirci le
porte del Paradiso. PASTORELLA :- anch'io voglio vedere il Figlio di Dio!
NARRATORE:- A un tratto, si
sente turbata: tutti recano un dono, soltanto lei non ha nulla da
portare a Gesù.
Triste e sconvolta, ritorna alle sue pecore.
PASTORELLA :- Non ho nulla;
nemmeno un fiore; che cosa si può donare quando si è così poveri?
NARRATORE:- La ragazza non
sa che il dono più gradito a Gesù è il suo piccolo cuore buono. PASTORELLA :- Ahi! Tanti
spini stanno pungendo i miei poveri piedi nudi.
NARRATORE:- Allora la pasto-
rella si ferma, guarda in terra ed esclama meravigliata:
PASTORELLA - Oh, È una
pianta di agrifoglio, dalle foglie lucide e spinose.
CORO (Gloria)
NARRATORE:- Il coro di Angeli sembra avvicinarsi alla terra; c'è
tanta festa attorno. Come si può
resistere al desiderio di correre dal Santo Bambino anche se non
si ha nulla da offrire?
PASTORELLA –Ah! un ramo d'agrifoglio sarà il mio omaggio! NARRATORE:- ecco avvicinarsi
alla grotta la pastorella. Felice e confusa si rivolge al bambino
sorridente che sembra aspettarla.
Ma che cosa avviene? Le gocce di sangue delle sue mani, ferite dalle
spine, si trasformano in rosse
palline, che ella ha colto per Gesù. CORO:-Da quella notte di
mistero, l'agrifoglio viene offerto, in segno di augurio, alle persone
care. …. Tutta la notte nevicò, e il mondo,
come una grande nave che fa
acqua, parve immergersi piano piano in questo mare bianco. A
noi pareva di essere entro la gran-
de nave: si andava giù, nei brutti sogni, sepolti a poco a poco, pieni
di paura ma pure cullati dalla
speranza in Dio. DONNA:- E la mattina dopo, il
buon Dio fece splendere un mera-
viglioso sole d’inverno sulla terra candida, ove i fusti dei pioppi
parevano davvero gli alberi di una
nave pavesata di bianco”.
(a cura degli alunni
della I odontotecnico in
collaborazione con la
prof.ssa Marta Gadale-
ta)
Tornando al firmamento Senza indugiar, cercarono
L'albergo poveretto
Que' fortunati, e videro, Siccome a lor fu detto,
Videro in panni avvolto,
In un presepe accolto, Vagire il Re del Ciel.
Dormi, o Fanciul; non piangere;
Dormi, o Fanciul celeste: Chi nato sia non sanno;
Che in quell'umil riposo,
Che nella polve ascoso, Conosceranno il Re..
A.Manzoni
,
IL NATALE (recitazione a cura di Ilaria
Vallarelli) Qual masso che dal vertice
Di lunga erta montana, Abbandonato all'impeto
Di rumorosa frana,
Per lo scheggiato calle
Precipitando a valle,
Batte sul fondo e sta; Là dove cadde, immobile
Giace in sua lenta mole;
Né, per mutar di secoli, Fia che riveda il sole
Della sua cima antica,
Se una virtude amica In alto nol trarrà:
Tal si giaceva il misero
Figliol del fallo primo, Dal dì che un'ineffabile
Ira promessa all'imo
D'ogni malor gravollo, Donde il superbo collo
Più non potea levar.
Ecco ci è nato un Pargolo, Ci fu largito un Figlio:
Le avverse forze tremano
Al mover del suo ciglio: All'uom la mano Ei porge,
Che si ravviva, e sorge
Oltre l'antico onor. O Figlio, o Tu cui genera
L'Eterno, eterno seco;
Qual ti può dir de' secoli: Tu cominciasti meco? Oggi Egli è nato: ad Efrata,
Vaticinato ostello, Ascese un'alma Vergine,
La gloria d'Israello,
Grave di tal portato: Da cui promise è nato,
Donde era atteso uscì.
La mira Madre in poveri. Panni il Figliol compose,
E nell'umil presepio
Soavemente il pose; E l'adorò: beata! L'Angel del cielo, agli uomini
Nunzio di tanta sorte, Ma tra i pastor devoti,
Al duro mondo ignoti,
Subito in luce appar L'allegro inno seguirono,
NATALE IN SPAGNOLO
-Andrès: Hola Laura! Como
estas? -Laura: Estoy muy bien y tu?? -Andrès: Estoy mal.. -Laura: Porquè? -Andrès: Porque la Navidad se ha convertido en una fiesta para intercambiarse regalos ....y eso es muy triste.... -Laura: Si è vero..comunque io sono Italiana mi capisci??? -Andrès: Si si ti capisco. Co-munque ritornando al discorso di prima penso che ormai il Natale abbia perso tutti i valori, non è più una vera e propria festa. La gente si basa sul mate-rialismo delle cose e non più sul sentimentalismo. -Laura: Eh già, hai proprio ragione. Infatti si attende la mezzanotte solo per i regali e brindare; ma quando ero più piccola, io e i miei fratelli, a-spettavamo con ansia la nascita di Gesù e non l’arrivo di BAB-BO NATALE. -Andrès: Beh cosa fai a Natale? -Laura: Sicuramente andrò a casa di mia nonna come ogni anno; ci riuniamo con tutti i parenti. E tu? Andrès: Quest’anno passerò un Natale diverso. Ritornerò nel mio paese d’origine: LA SPA-GNA. -Laura: Sono contenta per te, sono sicura che ti divertirai molto. Ora vado, ci sentiamo presto J J Andrès: Va bene, ci sentiamo. Hola amiga! J J
Di Gioia V. e D. Bianchi II^ D
NATALE SENZA TE
Vorrei passare il mio Natale con una persona a me cara: MIA MADRE!!
Il mio Natale non è più lo stesso da quando lei non c'è, lei mi rendeva speciale il Natale. Anche
se ero piccola, di lei ho tanti ricordi indimenticabili. Mi ricordo bene l'ultimo regalo che mi ha
fatto: il cicciobello con il carrozzino. Lei in realtà festeggia con me il Natale perche lei è andata
via fisicamente ma, non dal mio cuore. A volte quando sbaglio e sono rimproverata da mia zia
penso che lei lo avrebbe fatto diversamente perché lei era mia madre e sapeva come sono fat-
ta. Quando mi succede qualcosa, vorrei lei accanto per poterle raccontare TUTTO e siccome
mimanca piango perché è l'unico sfogo. LEI è LA MIA VITA, SEMPLICEMENTE LA MIA
MAMMA.
Tra Spagna, Italia and England
Fabio:Ciao Rafael come stai?
Rafael:Yo stoy bien,y tù?
Fabio:Non ci lamentia-
mo,grazie
Roger:Hello!
Fabio: Buongiorno Roger
Roger: Do Where we pass the
Christmas day?
Rafael:Yo paso la Navidad
con mi familia
Fabio: Io passerò il natale con
tutti i miei parenti
Roger: I go to London to pass
the Christmas day with my
grandfather.
Rafael: Tu abuelo es muy vie-
jo ?
Roger: My grandfather is
eight-two years old.
Drriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Fabio: Roger, Rafa è suonata la
ricreazione devo tornare in
classe,buona giornata.
Rafael: Adiòs amigos, buenos
dìas
Roger: Hello boy! ,good morn-
ing
Francesco Soldani
II^ D
Era il 1917, uno dei terribili
anni della prima guerra mon-
diale. Sulle trincee spirava un
vento gelido e c'era tanta neve.
I soldati si muovevano cauti, la
notte era senza luna, ma sere-
na, tutti avevano tanta paura di
incontrare pattuglie nemiche,
perché il nemico era lì davanti
a loro.
Ad un tratto il caporale italiano
disse sotto voce: "è NATO!".
<<EH?>> rispose un altro sen-
za afferrare l'allusione.<<Deve
essere la mezzanotte passata,
perbacco è la notte di Natale!.
Al mio paese mia moglie e mia
madre saranno già in chiesa>>.
Un altro compagno osser-
vò:<<Guardate là, c'è una grot-
ta. Andiamo dentro un momen-
to, ci ripareremo dal vento>>.
Entrarono nella grotta e il più
giovane del gruppo si tolse
l'elmetto, si sfilò il passamon-
tagna e si inginocchiò in un
cantuccio. Il caporale rimase
all'entrata e voltò le spalle
all'interno con fare superiore;
questo solo perché aveva gli
occhi pieni di lacrime.
Il più vecchio del gruppo si
tolse i guantoni, raccolse un pò
di terra umida e manipolandola
qualche minuto le diede la for-
ma approssimata di un bambi-
nello da presepio.
delle stelle riflessa dalla neve.
Prese l'elmetto, all'interno vi
pose un fazzoletto e sopra vi
adagiò il bambinello di terra.
Si scorgeva appena nella fioca
luce delle stelle riflessa dalla
neve. Il caporale, trascurando
ogni prudenza, prese dalla
tasca un mozzicone di cande-
la, l'accese e la pose vicino
alla culla. Poi sottovoce uno
di loro iniziò a recitare il
"padre nostro"e tutti lo segui-
rono.
Il raccoglimento durò anche
dopo la preghiera. Nessuno
voleva spezzare l'atmosfera
che si era creata.
"FRAHLICHE WEIHNA-
CHTEN"(BUON NATALE) -
sentirono i soldati italiani
dirsi alle spalle con tono sog-
ghignante.
Una pattuglia austriaca li ave-
va presi alla sprovvista. Con
le armi puntate stavano all'en-
trata della grotta. I soldati
scattarono in piedi, poi con
dolcezza dissero ai loro nemi-
ci <<buon natale>>! I nemici
abbassarono le armi e guarda-
rono la povera culla. Erano tre
giovani e avevano bisogno
anche loro di un po’ di prese-
pio, anche se povero. Si guar-
davano confusi, poi si segna-
rono e incominciarono a can-
tare "STILLE NACHT" , la
bella melodia natalizia che
tutti conoscevano.
Tutti si unirono al coro anche
se cantavano in lingue diver-
se. Poi quando fu terminata
l'ultima nota del canto,il capo-
rale si avvicinò a uno dei ne-
mici e gli porse la mano che
l'altro strinse con calore.
Tutti fecero altrettanto augu-
randosi il Buon Natale.
Uno degli austriaci estrasse
dalla tasca una scarpetta da
neonato e la pose vicino al
bambinello.
Immediatamente il suo pen-
siero andò a suo figlio, che
aveva visto solo nascere e che
ora aveva solo 3 anni.
Sussurò con voce rotta:"
BUON NATALE Marco,un
giorno tornerò e sentirò la tua
voce gridare: PAPA'..".
Aurora Aliazzo III ^ D
ACCADEVA A NATALE
Cantar io voglio la Santa Allegrezza di Dio bellezza a maggior dignità
s'è incarnato in la Vergine Pia lasciando a Maria la Verginità.
Con amor tanto quando volle lo Spirito Santo
Quando gravida fosti o Regina il cielo divino facesti stupir
quando l'intese Giuseppe devoto cercava un loco per partorir.
Con umil gergo, con Maria cercava l'albergo
Che certa gente l'avesse condotta in luogo illustre fu fallimento
Non vi furon palazzi ne sale ma in misera stalla fuor di Betlem.la fè l'entrata la famiglia così addolorata.
San Giuseppe Patriarca sovrano stese la mano per coglier del fieno,
ed ei non visto, con mano pia fè il letto a Maria tutto sereno,
dove depose la bellezza di tutte le rose.
Quando Maria in presepio stava fra due animali la si trovava
e l'asinello che era perfetto s'inchinava a quel bel pargoletto
e quel gran bove col suo fiato gli dava calore. Al suonar della mazzenotte....... s'apriron le porte dell'alto del ciel
e col favor dello Spirito Santo con suoni e canti partorì sul fien
nacque il bambino il Re del cielo Sovrano e Divino.
Allor discesa dal cielo in terra la musica bella si fe sentir
e on organi e gran sinfonia la profezia si sentiva dir
Gloria ed onore è nato il Messia il Dio Redentore.Chi non ha visto la luna e le stelle si lucide e belle che il ciel
lumino?
E i pastori che in campagna stavano accorti dal parto ognun s'allegro
dicevan tutti Cristo è nato per nostra salute.
Un pastorino con un agnellino lo porge al Bambino con gran devozione
e i compagni che furono arrivati dicevan beati quest'orazione:
Con forme tali Stanotte è nato fra due animali.
Una stella dal ciel più lucente Tre magi d'Oriente si manda a chiamar,
Subitamente montarono in sella, e presso una stella san ben camminar,
Son tre corone Che al Bambino portavano doni.
Arrivati di Erode al palazzo, con tutto quollazzo si voller posar
ma per la stella che allor disparve da quelle parti non voller passar,
perchè Erode era un Re falso un Re traditore.
Si partrono i tre potenti pensoso e in silenzio ognun camminò,
E con un corso reale perfetto, giunti a Betlemme ognun si fermò
con voglie buone cavalcarono le tre corone.
Arrivati Gaspar, Baldassarre, Melchior fer l'etrata ognun si prostrò
Chi d'incenso, di mirra, chi d'oro al bambino lasciarono un dono.
Per salvazione Dio lor dette la benedizione.
Abbiamo inteso da molte persone che al vecchio Simeone l'andò ad offrir
subitamente in braccio sel vide predisse a Maria che avea da partir Tormento atroce ed alla fine morire in croce.
Volle Iddio venire al mondo con feste, giocando e con allegria
ma alla fine fu trafitto in croce avanti a Maria con pena atroce.
Per redenzione dell'umana generazione.
Ue la Patròene ue la Patròene iess'u chènistre de re còese bòene..
Ue la Patròene ue la Patròene iess'u chènistre de re cèese bòene....
Buon Natale 2013!