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Le classi quarte della Scuola primaria di Montecarlo hanno analizzato varie figure femminili importanti per la storia della propria città. Donne che hanno lasciato una traccia indelebile nell’evoluzione storica di Lucca sia dal punto di vista culturale e politico-sociale che da quello più legato all’immaginario collettivo e popolare. Donne di cui i lucchesi parlano sempre : le guide raccontano le loro vicende ai turisti curiosi, i monumenti le celebrano, le feste le ricordano. i nonni narrano ai nipoti le loro storie…
Come abbiamo affrontato il
lavoro sulle donne di Lucca? In primo luogo visitando la città ed i
luoghi in cui loro hanno vissuto, aiutati da una guida turistica
specializzata sulla storia di Lucca. A scuola abbiamo ripreso le notizie ,
le informazioni ricevute, le foto e abbiamo ampliato la nostra ricerca, rielaborato immagini e testi creando
un piccolo opuscolo su “ Le principesse di Lucca” .
IL MIRACOLO DEL PANE
Una mattina era andata a fare la Santa Comunione nella vicina chiesa di San Frediano ed assorta nella preghiera non si era accorta che era tardi. Era quello il giorno in cui doveva fare il pane. Corse a casa tutta preoccupata per recuperare il tempo perduto, aprì la madia… il pane era già stato impastato e si doveva solo metterlo a cuocere. Quel pane lo avevano impastato gli angeli.
Zita era già così venerata in Toscana da essere citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia poco dopo la morte, facendo riferimento ad un magistrato di Lucca detto “anzian di santa Zita”, identificando Lucca con la donna che ancora non era stata canonizzata dalla Chiesa.
Santa Zita nacque dauna povera famiglia di Monsagrati, in diocesi di Lucca. Dall’età di dodici anni fu al servizio della nobile famiglia dei Fatinelli a Lucca. Contraddistinta da un forte senso del dovere, gioiosa ed umile di carattere, visse ammirevolmente gli ideali e le virtù evangeliche, ricevendo la stima dei suoi padroni ed essendo amata da tutti I Poveri che lei aiutava. Nel 1278 Zita morì. I Lucchesi vollero che le sue spoglie trovassero degna sepoltura nella basilica di San Frediano. Zita diventò Santa nel 1695.
Secondo la tradizione lei fece tanti miracoli… eccone alcuni!
IL MIRACOLO DELLA TRASFORMAZIONE DELL'ACQUA IN VINO
C’è un pozzo dove nel giorno della Festa della Santa i fedeli vanno a bere per devozione. Questo pozzo, situato accanto alla porta d’ingresso dell’antico palazzo Fatinelli è celebre non solo perché ad esso attingeva acqua Santa Zita, ma per un fatto miracoloso che si è compiuto.
Un giorno si presentò là un poverello. Era stanco e assetato. Zita andò al pozzo a porgergli da bere, fece un segno sull’acqua. Quell’acqua diventò gustosissimo vino che ristorò il viandante, il quale proseguì il suo cammino raccontando a tutti il prodigio con cui il Signore aveva premiato la carità della sua serva.
IL MIRACOLO DEL GREMBIULE PIENO DI FIORI E FRONDE
Zita era sempre pronta ad aiutare i poveri. Ogni giorno partiva per portare soccorso a domicilio a delle povere vedove e ai poveri del vicinato. Un giorno scese le scale con il grembiule pieno di pezzi di pane. Zita incontrò il suo padrone che, quel giorno, era di pessimo umore e le chiese cosa c’era nel suo grembiule. Zita rispose che c'erano rose, altri fiori e fronde. Quando il padrone le chiese di mostrarglielo dal grembiule caddero davvero fiori e fronde.
Santa Zita miracolosa
Va a servire una famiglia famosa
A 12 anni mentre cresceva
Tanti miracoli lei faceva
Quello del pane, quello del vino
Quello dell’acqua e del fiorellino
Sempre , ogni giorno in chiesa andava
E tutti i poveri lei aiutava
I suoi padroni le vollero bene
E lei da loro non patì pene
Poi la sua vita un giorno finì
Perché la morte la tradì
Oggi il suo corpo è in San Frediano
E così tutti la ricordiamo.
Santa Zita era piccola, bassa e magrolina
Lì dentro l’urna sembra una bambina.
Con il vestito lungo fino in fondo
E i capelli coperti da un velo rotondo.
Non so se fosse bella però era generosa
E dava ai poveri ogni sua cosa.
Faceva i servizi da un ricco signore
Puliva, stirava e pregava col cuore.
Se indietro nel tempo potessimo andare
Noi tutte insieme la vorremmo aiutare
Il corpo di S. Zita nella Basilica di S. Frediano
Il 27 Aprile festa dei fiori di S.Zita
Tu vedi lungi gli uliveti grigi Che vaporano il viso ai poggi, o Serchio, E la città dall’alborato cerchio, Ove dorme la donna del Guinigi… (Gabriele D’Annunzio)
C'era una volta a Lucca un signore di nome Paolo Guinigi : era giovane e
affascinante e governava tutta la città.
La prima moglie di Paolo era Caterina e aveva dieci anni, ma questa morì di
peste a undici anni.
La peste a quell'epoca era una malattia contagiosa e molto brutta.
L'amico di Paolo, Giovanni Sercambi, gli suggerì di cercare una moglie più
grande che potesse dargli dei figli.
Si fecero dunque consigliare dal duca Gian Galeazzo Visconti, che
conosceva molte donne nobili.
Il duca consigliò a Paolo la bellissima e giovane Ilaria Del Carretto, che
abitava in Liguria.
Le nozze tra Paolo Guinigi e Ilaria Del Carretto si celebrarono nel 1403 e
furono stupende: i festeggiamenti durarono tre giorni.
Il viaggio di nozze durò due mesi e Paolo portò Ilaria nei suoi territori.
Paolo era preoccupato perché molti dei suoi contadini erano poveri e Ilaria
gli consigliava di aiutarli: una buona idea fu quella di diffondere la
coltivazione del castagno, perché da questo si produceva una farina molto
nutriente.
Dopo nove mesi nacque il primo figlio, Ladislao.
La coppia viveva felice con il piccolo Ladislao e l'inseparabile cagnolino di
Ilaria, Diana.
Ben presto nacque la seconda figlia e Paolo scelse per lei il nome di Ilaria
Minor, perché la bambina era bella come sua madre.
Purtroppo Ilaria in quel giorno, era il 7 dicembre 1405, morì in seguito al
parto, aveva 26 anni.
Paolo Guinigi guardò le stelle dalla finestra e vide Ilaria con il suo fedele
cagnolino Diana che salivano su nel cielo.
Paolo, dispiaciuto per la sua morte chiamò Jacopo Della Quercia,
famosissimo scultore, per costruirle un sarcofago meraviglioso. E Iacopo lo
costruì.
All'interno del monumento funerario, che raffigura Ilaria dormiente, non ci
sono mai state le ossa della giovane, perché il sarcofago era solo un
simbolo per ricordarla. La dedica che Il marito fece scolpire sui lati del
sarcofago venne completamente distrutta quando Paolo fu cacciato da
Lucca.
Questo meraviglioso monumento si trova nella Cattedrale di S.Martino.
Noi lo abbiamo visto!
(Riassunto delle classi quarte del libro letto in classe “La storia di Ilaria
Del Carretto” di S.Landucci e M.Cecchetti. Edizioni Marco Del Bucchia)
Ammiriamo il sarcofago e
la statua all'interno della
cattedrale... Sbalorditivo,
stupendo, meraviglioso!
Scolpita nel marmo bianco,
la figura di Ilaria con il volto
sereno, ma morta, con il
suo cagnolino ai piedi che
rappresenta la fedeltà e l'
amore per il marito.
Con l’aiuto della nostra guida Elena, interpretiamo la scenetta di Paolo Guinigi
con le sue quattro mogli e soprattutto con la più amata…Ilaria!!
La prima moglie di Paolo, Caterina…
Paolo Guinigi signore di Lucca avrà 4 mogli… ecco a voi i nostri Paolo
Guinigi… Filippo e Lapo!!
Ecco Ilaria… Paolo le dichiara il suo amore! Lei è così
bella!
Paolo e Ilaria sposi…che fantastico
matrimonio
Voglio un grande scultore per fare la tomba di Ilaria! Ecco il Maestro Iacopo della Quercia
Iacopo scolpisce il
sarcofago di Ilaria
immortalata con la fedele
Diana!
Ohimè! La mia adorata moglie! Purtroppo Ilaria muore…così
giovane!
La signorina dolce e carina Si spazzolava la cagnolina
Paolo Guinigi le toccò sposare Per ordinanza del “papà generale” A lucca arrivò e rimase incantata Per la bellezza che le era toccata
La bella Ilaria di Paolo si innamorò E un bel bambino gli donò
Ladislao lei lo chiamò Alla seconda bambina Piccola, dolce e carina
Ilaria morì E la sua storia purtroppo finì
Per l’accaduto Paolo barbuto
Un monumento le dedicò… Povera ilaria che non c’è più
Povera rima ..non viene quaggiù!
Ilaria del Carretto Non aveva un bel carretto
Nel 1403 Paolo Guinigi la sposò E a lei lo regalò
Anche una collana di zaffiri brillanti Come non ce ne esistono tanti
E quando fece un figlio Era bello come un giglio
Fece anche una bambina Era piccola e carina
Però dopo il parto lei morì E a vederla grande non riuscì
Paolo era disperato e chiamò uno scultore Iacopo della Quercia era il suo nome.
Un sarcofago di marmo con Ilaria ed il suo cane A questo scultorone gli fece fare.
Lei si sposò con Paolo Guinigi Anche se aveva i capelli grigi
Il viaggio di nozze due mesi durò E tanti posti di Lucca lei visitò. Poi Ilaria morì e non ci fu più
E Paolo un sarcofago le fece quaggiù!
Si dice che nelle notti buie, quando la luna è spenta, a mezzanotte, Lucida attraversi ancora le Mura sul suo cocchio infuocato e chi si trova nelle vicinanze possa sentirne i lamenti. Durante il giorno, chi si sporge ai margini del piccolo lago e contempla con attenzione, può vedere sul fondo del lago Lucida che sorride. (Mario Tobino “una leggenda di Lucca”)
Narra la leggenda che Lucida fosse una donna tanto bella quanto crudele e vanitosa. Rimasta vedova a 22 anni popolò le pareti del suo palazzo di specchi: specchi sopra il letto a sostituire il tetto del baldacchino, specchi nel suo libro da messa, specchi dappertutto. Lucida cominciò ad avere molti corteggiatori che lei invitava nelle stanze del suo palazzo. Molti di questi spasimanti non ritornarono mai più perchè sprofondavano in una botola posta davanti al grande camino della sua camera da letto e venivano trafitti da lame taglienti. Un pomeriggio Lucida vide una ruga che solcava il suo bel volto … stava invecchiando! Le apparve il diavolo che le propose un patto : “ per trenta anni ancora resterai bella e giovane … ma quando scadrà il tempo verrò a prendere la tua anima!” Lucida accettò. Trenta anni dopo, il diavolo si ripresentò . Lucida corse verso la Torre delle ore per fermare il tempo m a non ci riuscì. Il diavolo la caricò sul suo cocchio infuocato e sprofondarono nelle acque del laghetto dell’Orto Botanico.
L’alcova di Lucida con la botola e il caminetto
Il diavolo ritorna da Lucida per saldare il conto
Lucida Mansi era maligna E coltivava anche una vigna Si specchiava con vanità Anche alla messa, anche in città. In cima al letto Al posto del tetto Aveva uno specchio maledetto Una mattina fresca d’Aprile Vide una ruga sulla sua pelle fine Oddio , quella cosa la fece disperare Perché sapeva che doveva invecchiare Ecco che il diavolo le si avvicinò Ed un patto diabolico con lei stipulò Per trent’anni lei fiorirà Ma dopo quel tempo lui tornerà. I giorni, le ore,il tempo passava E più maligna lei diventava Nelle sue lame faceva affondare Molti ragazzi che la volevano amare Il giorno fissato però arrivò Il diavolo sul suo cocchio la trascinò Nell’orto botanico si sentono ancora I “disperi” e i lamenti di una mai vecchia signora
Lucida Mansi era proprio carina Forse era buona solo da bambina Poi specchi, specchi in ogni angoletto Li aveva anche sopra il suo letto Quando poi apparve una ruga Lei voleva darsi alla fuga Il diavolo la fece ancora affascinante ma poi la portò sul suo cocchio fumante
Lucida Mansi è davvero bella Ma non è una modella Fuori è buona e carina Ma dentro di sé è proprio cattiva. Come il detto vuol insegnare Dalla copertina un libro non devi giudicare Tanti uomini da lei assassinati Poveri, innocenti e malcapitati Poi le rughe gli son sbucate un giorno Per riessere bella il diavolo si è messa intorno “Dopo 30 anni io ritornerò E la tua anima prenderò” Dopo 30 anni lui riappare E lei il tempo vuole fermare. Lui la rapisce e lei grida forte Perché sa che arriva la morte Poi tutti e due sprofondano in un laghetto Facendo di notte un gran tuffo netto.
Elisa Bonaparte era sorella dell’imperatore Napoleone Bonaparte. Il suo primo nome non era Elisa ma Maria Anna. Nacque ad Aiaccio in
Corsica nel 1777 . Suo fratello Napoleone mise Elisa a capo della città di
Lucca e di alcuni territori della Toscana nominandola principessa di
Lucca e di Piombino.
Elisa era sposata con Felice Baciocchi ed insieme a lui ( per la verità più
lei che lui…) governò la città di Lucca per ben 10 anni.
Elisa era una donna molto attiva ed intelligente e non ci pensava due
volte fare le cose: voleva creare una piazza in stile francese su cui si
doveva affacciare il suo splendido palazzo: per fare questa piazza fece
abbattere tantissime case , una chiesa e una torre e chiamò la Piazza …Piazza Napoleone!! Noi Lucchesi la chiamiamo anche Piazza Grande!
Elisa era fatta così: impulsiva ed irruenta! Fece costruire una lunga e grande via che chiamò via Elisa . In fondo alla strada fece aprire, nelle
mura di Lucca, una bellissima porta decorata con marmi bianchi che chiamò Porta Elisa.
Palazzo Ducale in Piazza Napoleone
Elisa amava le cose belle, adorava il teatro e le piacevano le
feste, i balli a corte, la musica ed il gioco. Ci teneva molto al
suo Palazzo (che adesso è il Palazzo Ducale di Lucca,sede
della Provincia) : infatti cambiò subito tutti gli arredi che trovava
fuori moda e li sostituì con bronzi, stoffe e porcellane fatte
venire direttamente da Parigi e, sempre dalla Francia, fece
venire un famoso ebanista ( cioè un disegnatore e creatore di
mobili) e gli fece fare tutti mobili nuovi… naturalmente in stile
francese ! Comprò una villa fuori Lucca e la trasformò,
realizzando un giardino meraviglioso: questa villa adesso si
chiama Villa Reale di Marlia!
Elisa adorava suo fratello Napoleone e, d’accordo con il marito
Felice Baciocchi, avevano deciso di chiamare la loro figlioletta Napoleona. Proprio così: Napoleona Elisa… un nome piuttosto
impegnativo per una bambina! Governare Lucca era una cosa
molto difficile ma Elisa era vivace ed instancabile !
Nel 1817, dopo il governo di Elisa, sorella di Napoleone
Bonaparte, Maria Luisa di Borbone divenne duchessa di
Lucca e le furono concessi il rango e i privilegi di una
regina. Suo figlio Carlo Ludovico gli sarebbe succeduto
solo dopo la sua morte e nel frattempo sarebbe stato
conosciuto come il Principe di Lucca.
Quando Maria Luisa arrivò a Lucca, aveva già 35 anni.
Ferma intenzione di Maria Luisa fu quella di cancellare ogni
traccia del governo di Elisa Bonaparte, che aveva
governato Lucca 1805-1814. Fece realizzare molti lavori
pubblici dal suo architetto di fiducia, Lorenzo Nottolini,
portò la cultura dell'Illuminismo e durante il suo governo le
scienze fiorirono. Tra il 1817 e il 1820, ordinò il rinnovo
completo delle decorazioni interne del Palazzo Ducale,
cambiando completamente la decorazione interna
dell'edificio nella sua forma attuale, rendendo il Palazzo a
Lucca uno dei più belli d'Italia. Maria Luisa, una donna
religiosa, favorì il clero. Nel suo piccolo Stato, diciassette
nuovi conventi furono fondati nei sei anni del suo regno.
Tra i progetti che sono stati compiuti la costruzione di un
nuovo acquedotto e lo sviluppo di Viareggio, il porto del
Ducato.
Maria Luisa trascorreva le estati a Lucca e gli inverni a
Roma. Morì nel 1824 a Roma. Il suo corpo fu portato in
Spagna per essere sepolto a El Escorial. Un monumento
alla sua memoria è stato eretto in Lucca.
La carrozza di Maria Luisa.
Maria Luisa con i figli