neuromodulazione auricolare nel trattamento · il nervo auricolo temporale (atn) è un ramo della...

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1 Corso biennale di Agopuntura auricolare 2018-2019 Direttore: Dott. Giancarlo Bazzoni NEUROMODULAZIONE AURICOLARE NEL TRATTAMENTO DELL’EMISPASMO FACCIALE RELATORE: Dott. GIANCARLO BAZZONi CORRELATORE: Dott. SERGIO PERINI CANDIDATO: Dott.ssa ISABELLA ROSSIGNOLI

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Corso biennale di Agopuntura auricolare

2018-2019

Direttore: Dott. Giancarlo Bazzoni

NEUROMODULAZIONE AURICOLARE

NEL TRATTAMENTO

DELL’EMISPASMO FACCIALE

RELATORE: Dott. GIANCARLO BAZZONi

CORRELATORE: Dott. SERGIO PERINI

CANDIDATO: Dott.ssa ISABELLA ROSSIGNOLI

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INDICE

Introduzione pag 5

Innervazione pag 8

Fisiopatologia emispasmo facciale pag 12

Terapie pag 14

Trattamenti differenti dell’emispasmo facciale pag 16

Caso clinico pag 18

Conclusioni pag 26

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INTRODUZIONE

AURICOLOTERAPIA

Auricoloterapia: chiamata anche agopuntura auricolare o neuromodulazione

auricolare è una metodica che appartiene alla medicina complementare; nell’ambito

dei microsistemi neurofisiologici utilizzati in agopuntura, l’auricoloterapia è tra i

più importanti.

Nel 1957 in Francia, con le prime pubblicazioni di Paul Nogier nelle quali vennero

spiegati i meccanismi di azione dell’auricoloterapia, questa metodologia è entrata a

far parte della storia moderna della medicina. Si rifà al concetto di riflessologia:

nell’organismo esiste tra esterno e interno una correlazione funzionale bidirezionale

con significato diagnostico e terapeutico, che viene appunto sollecitata attraverso

la stimolazione di punti specifici del padiglione auricolare. L’antica tradizione

medica cinese definisce l’orecchio come parte organica del corpo, “uno specchio

dell’interno”.

Già Ippocrate e Galeno ci riferiscono che il padiglione auricolare era trattato e

stimolato dai “medici” egiziani per vari problemi clinici, in particolare per disturbi

ginecologici.

Le basi teoriche messe a punto da Norgier partono dalla conoscenza

dell’embriologia, in particolare dai tre foglietti embrionali: ectoderma, endoderma,

mesoderma che caratterizzano il diverso sviluppo di organi e visceri ed anche del

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padiglione auricolare durante la vita fetale. Questa triplice struttura spiega inoltre

la differenza nell’innervazione del padiglione auricolare coinvolgendone tre:

trigemino, vago e plesso cervicale. Quindi a livello del padiglione dell’orecchio

sono presenti una densità elevata di recettori e fibre nervose provenienti dal nervo

trigemino, nervo vago e plesso cervicale, che con i loro collegamenti possono

influire sulle risposte del sistema nervoso centrale per ottenere lo stato di salute e

l’omeostasi alterata (capacità dell’organismo di mantenere un equilibrio interno pur

nel variare delle condizioni esterne) alla base di molte patologie.

Il padiglione auricolare costituisce quindi un microsistema sul quale è rappresentato

tutto l’organismo.

Quindi, principio fondamentale dell’auricolo-riflessoterapia è che in presenza di

una patologia si attivino a livello auricolare “zone o punti riflessi”, ad esempio un

dolore al gomito sinistro invierà un segnale algogeno (doloroso) alla corteccia

cerebrale e dalla stessa partirà un segnale che renderà sensibile e dolente una precisa

parte dell’area cutanea del padiglione auricolare e in particolare, in questo caso,

l’area della fossa scafoidea di sinistra.

Questo microsistema riflessogeno può considerarsi dunque un approccio semplice,

rapido, efficace, efficiente e di pronto uso anche nei campi sportivi, in caso di

patologie acute nell’ambito della medicina dello sport. Inoltre studi scientifici

dimostrano la validità di questa metodica che trova, infatti, maggior evidenza

clinica nella terapia del dolore acuto e cronico ma anche nel trattamento di disturbi

d’ansia e patologie correlate, o per l’insonnia, il tabagismo e la dipendenza da

sostanze, nell’obesità e nei disturbi del comportamento e tante altre….

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Anche con l’auricoloterapia in alcuni casi, si può applicare una stimolazione

elettrica continua ambulatoriale.

Tecnicamente è un metodo semplice, poco cruento, ben accettato da tutti. Anche in

questo caso sono previste più sedute terapeutiche.

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INNERVAZIONE

L'orecchio esterno è presente solo nei mammiferi. La densità delle fibre nervose nel

padiglione auricolare umano, rispetto ad altre regioni della testa, sembra piuttosto

elevata. L’innervazione del padiglione risulta ancora complessa e non

completamente definita.

I nervi del padiglione sono di due ordini: motori e sensitivi. I rami motori destinati

ai muscoli estrinseci e intrinseci del padiglione, sono rami del nervo faciale.

L’innervazione sensitiva è fornita da quattro nervi: nervo grande auricolare (GAN

great auricular nerve), nervo auricolo temporale (ATN auriculotemporal nerve),

ramo auricolare del vago (ABNV auricular branch of the vagus nerve) e nervo

piccolo occipitale (LON lesser occipital nerve).

Il ramo auricolare del vago nasce dal ganglio superiore (o giugulare) del nervo vago

(X paio di nervi cranici), dopo aver traversato la fessura timpanomastoidea si divide

in due rami, di cui una si distribuisce al padiglione e al meato acustico esterno.

Il nervo grande auricolare (GAN) è un ramo del plesso cervicale, origina dal

secondo e dal terzo ramo cervicale, dopo aver traversato la regione

sternocleidomastoidea a livello della parotide si divide nei rami anteriore e

posteriore, quest’ultimo innerva il padiglione auricolare.

Il nervo auricolo temporale (ATN) è un ramo della branca mandibolare (nervo

mandibolare) del nervo trigemino (V paio di nervi cranici), emerge nel volto dietro

all’articolazione temporomandibolare all’interno della parotide, per poi dare origine

ai rami cutanei che innervano il padiglione.

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Il nervo piccolo occipitale (LON) deriva principalmente dal II nervo cervicale con

un possibile contributo di fibre del III nervo cervicale. Risale lungo il margine

posteriore del muscolo sternocleidomastoideo, dopo aver perforato la fascia

profonda emette i rami cutanei che andranno ad innervare il padiglione.

La superficie laterale del padiglione è innervata dai nervi grande auricolare (GAN),

auricolotemporale (ATN), ramo auricolare del vago (ABVN); alcune zone del

padiglione sono sotto il controllo di un solo nervo: lobulo (100% ABVN), antitrago

(100% GAN), fossa scafoidea (GAN), coda dell’elice (100%), le altre possono

avere una doppia o triplice innervazione.

La superficie laterale è innervata dai nervi grande auricolare (GAN), ramo

auricolare del vago (ABVN), piccolo occipitale (LON), i cui territori di

innervazione si sovrappongono diversamente nel terzo superiore, medio e inferiore

(Figura 2, Figura 3).

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Figura 2.

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Figura 3

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FISIOPATOLOGIA EMISPASMO FACCIALE

L’emispasmo facciale è una malattia conosciuta come contrattura facciale o

emispasmo del nervo facciale o spasmo emifacciale.

Lo spasmo emifacciale si verifica comunemente nei muscoli attorno all’occhio, ma

può anche diffondersi a un intero lato della faccia. Tipicamente lo spasmo facciale

si verifica episodicamente e colpisce metà del volto.

I sintomi sono spesso intermittenti e vengono intensificati quando i pazienti usano

i muscoli facciali in attività come il parlare. Lo spasmo emifacciale non è doloroso,

anche se è fonte di imbarazzo, specialmente negli individui a contatto con il

pubblico e si intensifica e diventa più grave quando il paziente si trova in situazioni

di stress.

La patologia esordisce all’emivolto in modo progressivo con spasmi a carattere

capriccioso a livello della palpebra per poi propagarsi ai muscoli della guancia,

delle labbra, del mento e del collo.

Lo spasmo emifacciale provoca nel paziente una “smorfia” piuttosto caratteristica

con forte ammiccamento dell’occhio, stiramento della bocca sullo stesso lato,

contrazione della fronte e innalzamento di un sopracciglio. Le contratture muscolari

sono involontarie e non controllabili. Inizialmente si presentano molto brevi e rare

di carattere tonico-clonico che poi progressivamente tendono a prolungarsi nel

tempo e diventare spasmi tonici determinando una deformazione del viso quasi

permanente che può portare alla cecità funzionale dell’occhio.

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È una patologia molto invalidante con un impatto sull’attività della vita quotidiana

sia per il deficit visivo sia sulla vita sociale e lavorativa per l’alterata conformazione

della faccia. Lo stress, le emozioni forti, la fatica, le luci troppo intense e la lettura

sono tutti fattori che possono peggiorare l’emispasmo facciale. Questi sintomi

possono aggravarsi con la stanchezza o lo stress, l’emotività è il maggior trigger nel

provocare e nello scatenare tale invalidante deformità.

Colpisce prevalentemente persone di età superiore ai 40 anni e nella maggior parte

dei casi sono donne ma può colpire anche in età giovanile.

Le cause sono da ricercarsi nella sfera neurovascolare, in questo caso lo spasmo

emifacciale è caratterizzato da una iperattività parossistica nel nervo facciale che

alcune volte è scatenata dalla pressione di un nervo sanguigno tortuoso adiacente al

nervo facciale nel punto in cui questo lascia il tronco encefalico; le pulsazioni del

vaso sanguigno creano dei traumi al nervo vicino portando alla comparsa degli

spasmi, più raramente è causato da traumi facciali. Il nervo facciale è deputato

all’innervazione dell’emivolto determinando la mimica del viso e permette il battito

delle palpebre e la secrezione ghiandolare lacrimale.

Altre cause meno frequenti possono essere tumori o una qualsiasi massa che si

formi all’interno dell’encefalo in prossimità del nervo facciale.

.

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TERAPIE

TERAPIA FARMACOLOGICA

La terapia per via orale per il trattamento dell’emispasmo facciale risulta tutt’ora

poco efficace per la cura della condizione. Di solito, vengono prescritte la

carbamazepina, la fenitoina, il colnazepam. Gli effetti collaterali di questi farmaci

possono essere in generale: confusione mentale, problemi di memoria e sedazione.

TOSSINA BOTULINICA

Come per altri problemi di tipo neurologico, il trattamento più efficace per la cura

dell’emispasmo facciale è quello a base di iniezioni localizzate di tossina botulinica,

più conosciuto come Botox.

La tossina può essere iniettata o direttamente nel muscolo dove avviene lo spasmo

oppure sottocute, più in superficie rispetto al muscolo. La tossina paralizza il

muscolo e questo porta a una riduzione o addirittura un’eliminazione completa

degli spasmi. Questo trattamento ha però una durata dai 3 ai 6 mesi e va ripetuto

ciclicamente.

Gli effetti collaterali di questo tipo di trattamento possono essere diversi:

l’irritazione cutanea dove avviene l’iniezione, l’eccessivo indebolimento del

muscolo con la conseguente difficoltà nel chiudere l’occhio e nell’abbassare la

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palpebra. In alcuni casi, possono comparire macchie scure nel campo visivo o può

verificarsi la visione doppia, ma sono tutti effetti collaterali momentanei che si

possono risolvere in breve tempo.

TRATTAMENTO CHIRURGICO

Un intervento chirurgico può invece eliminare la causa del problema qualora ci sia

un conflitto neurovascolare. In questo caso viene effettuato un intervento di

microchirurgia in cui si allontana il vaso sanguigno dal nervo facciale, inserendo

un tampone per favorire la decompressione vascolare.

Con questo tipo di intervento, circa l’85 % dei casi trova risoluzione.

Le possibili complicanze, tuttavia rare, che possono derivare da questo tipo di

intervento sono la sordità e l’ipotonia del nervo facciale; inoltre, l’età e la gravità

dell’emispasmo, influiscono sulla possibilità di essere sottoposti all’intervento.

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TRATTAMENTI DIFFERENTI DELL’EMISPASMO

FACCIALE

1 - AURICOLOTERAPIA

L’auricoloterapia utilizza l’orecchio come un microsistema che contiene tutte le

informazioni dell’intero organismo, come se fosse una miniatura. Tale visione è

avvalorata dal fatto che il padiglione auricolare contiene tutte le informazioni

embriologiche, endodermiche, mesodermiche, ectodermiche; pertanto l’orecchio

può essere considerato un organo olistico in grado di ricevere o inviare informazioni

al resto del corpo.

2 – MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

Secondo la medicina tradizionale cinese, l’azione dell’auricoloterapia, ribattezzata

agopuntura auricolare, si spiega con la teoria dei meridiani, che collegano i visceri

e i tessuti dell’intero organismo con il padiglione auricolare.

È la teoria classica dei meridiani di agopuntura secondo la quale il corpo è costituito

da energia, o Qì, che viaggia lungo i meridiani del corpo: nel momento in cui c’è

un ostacolo al fluire di questa energia si ha la patologia.

Gli agenti patogeni esterni, come il vento, il caldo o il freddo, possono determinare

la causa della patologia. In particolare, per quanto concerne il nostro caso,

soprattutto il vento, essendo di natura yang e appartenendo alla primavera, nutre

fisiologicamente il fegato e la cistifellea. Come fattore patogeno, quindi, aggredisce

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la parte alta del corpo (yang) ed è dotato, in caso di scarsa capacità difensiva

dell’organismo, di elevata penetrazione.

Una volta penetrato può rimanere latente e per la legge di generazione dei cinque

elementi, può trasformarsi in calore.

Generalmente il vento è responsabile di tutte le patologie a insorgenza improvvisa,

instabili, erranti. Le vertigini, le contratture muscolari, spasmi, le sindromi cutanee

pruriginose e molte cefalee sono infatti da imputare proprio a questo elemento.

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CASO CLINICO

Il paziente preso in considerazione è un maschio di 57 anni, in discrete condizioni

di salute e moderatamente in sovrappeso; lavora come medico di pronto soccorso,

non assume terapia farmacologica per patologie croniche. Dal colloquio emerge che

non è sposato, conduce una discreta vita sociale compatibile con l’attività lavorativa

ed è stimato nell’ambiente di lavoro; riferisce che il carico lavorativo, secondo lui,

influisce relativamente nella sua vita personale, a parte lo stress legato alla tipologia

di attività svolta.

Dall’anamnesi del paziente non viene riferito un motivo o un momento scatentate

l’insorgenza degli spasmi localizzati all’emivolto destro, o perlomeno il paziente

non ci ha fatto caso. Lavora da più di 20 anni come medico di pronto soccorso;

ricorda la comparsa di un tic all’occhio destro: convinto che la cosa si sarebbe

risolta spontaneamente, inizialmente, non le ha prestato attenzione, imputandone la

causa ad un periodo forte di stress e stanchezza. Non riferisce, quindi, eventi

particolari, emozionali o di altra natura, al momento della comparsa degli spasmi

all’occhio di destra, per altro comparsi per la prima volta solo in quella occasione.

Il tutto ha inizio circa 10 anni fa, con la comparsa di spasmi che inizialmente erano

insorti in modo localizzato all’occhio di destra e poi si sono pian paino estesi in

modo progressivo, ingravescente e parossistico alla guancia e quindi all’emilabbro

destro con deviazione della rima buccale.

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Questi spasmi, sin dall’inizio della loro comparsa, si presentavano

improvvisamente con frequenza variabile e non era quindi possibile avere controllo

sulla loro insorgenza.

Si è sottoposto a RMN encefalo negativa per lesioni cerebrali espansive e conflitto

neurovascolare del nervo facciale. In seguito ha eseguito una seduta di botox presso

il centro di Brescia con beneficio per circa 4-5 mesi.

Date le difficoltà nell’organizzazione dei turni in ospedale, il paziente non ha

continuato il trattamento con la tossina botulinica; inoltre, rifiuta la terapia con

carbamazepine per la scarsa efficacia dimostrata e per il timore degli effetti

collaterali che possono determinare sonnolenza, confusione mentale e problemi di

memoria e quindi comportare difficoltà nello svolgimento della sua attività

lavorativa.

Il fatto di soffrire di questa patologia da così tanti anni, ha portato il paziente ad

avere delle pesanti conseguenze sia a livello funzionale che emotivo.

In particolare, riferisce difficoltà nella comunicazione, ossia nel parlare in modo

fluente, e nel mangiare nonché difficoltà nella guida, in quanto questi spasmi

determinano la chiusura serrata dell’occhio.

Eccessive situazioni di stress, o di stanchezza, o gli stessi stimoli luminosi, sono

trigger che scatenano il treno di contrazioni tonico cloniche al volto che, pur non

arrecando dolore, sono comunque decisamente invalidanti. Apparentemente, la

frequenza e la durata degli spasmi non sembrano essere influenzate da variazioni

climatiche.

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Dunque: comparsa di spasmi in maniera inaspettata e parossistica, con durata e

frequenza di circa 2 minuti più volte nell’arco della giornata, che si alternano a

momenti di distensione del viso.

Il paziente si rivolge a me per un trattamento con tossina botulinica, prima di

procedere alla somministrazione della tossina, gli propongo un ciclo di

auricoloterpia, previa illustrazione di questa particolare terapia.

Gli vengono proposte due sedute alla settimana di stimolazione elettrica auricolare

che vengono accolte positivamente.

Prima di iniziare il trattamento viene fatto compilare al paziente il DASS21 dal qule

emerge questo punteggio:

- depressione 43 su 100 →assente,

- ansia 40 su 100 →assente;

- stress 52 su 100 → livello molto basso.

Lo scopo è trattare lo stress e controllare l’insorgenza dello spasmo andando a agire

sulle fibre del plesso cervicale localizzate al lobulo dell’orecchio.

Si decide di stimolare il punto localizzato più in basso del lobo auricolare con una

stimolazione ad una frequenza di 5 HZ, essendo appunto questa parte dell’orecchio

innervata dal plesso cervicale e si decide di stimolare elettricamente nella stessa

seduta il punto Shen men e trago dell’orecchio controlaterale per cercare di trattare

lo stress.

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Nel primo mese e mezzo il paziente è stato trattato con stimolazione elettrica

ambulatoriale due volte alla settimana ed è stato trattato il punto a più bassa

resistenza elettrica del lobo auricolare destro nella parte più bassa corrispondente

al punto LO 7,8,9 alla frequenza di 5 hz per 30 minuti , la stimolazione avveniva in

modo alternato ogni 10 minuti attraverso l’applicazione di un elettrodo nero sulla

superficie mastoidea del lobo e un elettrodo rosso sulla superficie laterale del lobo

auricolare e viceversa. Successivamente, sempre nella stessa seduta, veniva

elettrostimolato il punto Shen men e il punto trago dell’orecchio sinistro alla

frequenza di 25 Hz per 20 minuti. Al termine della seduta di stimolazione elettrica

auricolare si applicavano gli aghi a permanenza NP gialli e arancio per la

stimolazione continua domiciliare.

I punti trattati con gli aghi a permanenza sono i seguenti: a destra Shen men cuore,

fegato, craving, a sinistra: Shen men, conca sup, cuore e hunger point. Il paziente è

stato istruito per la loro stimolazione giornaliera.

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Dopo un mese e mezzo di stimolazione bisettimanale il paziente riferisce un

miglioramento localizzato alla rima buccale con quasi nulla deviazione della stessa

verso destra, riesce ad eseguire con le labbra il gesto del bacio senza scatenare lo

spasmo e nota un buon miglioramento del parlare che avviene in maniera fluente,

inoltre afferma di percepire un miglior controllo sull’insorgenza dello spasmo che,

attualmente, è maggiormente localizzata nella zona dell’occhio e molto meno alla

bocca. Inoltre avverte un diradarsi della frequenza e della durata della comparsa

degli spasmi: persiste tuttavia la difficoltà nel masticare. In più, riferisce un

miglioramento della qualità dello stato sonno/veglia e una buona tolleranza allo

stress, in particolare quello lavorativo.

Il paziente è motivato nel continuare il trattamento sia per la percezione oggettiva

di un progresso, sia per averne avuto riscontro positivo dai collaboratori, i quali gli

hanno fatto notare la ridotta frequenza degli spasmi e una ritrovata simmetria del

volto.

Alla rivalutazione del DASS 21 si è confermata l’assenza di depressione con un

punteggio di 40 su 100; l’assenza di ansia con un punteggio di 40 su 100; e sempre

livello molto basso di stress ma questa volta con un punteggio di 44 su 100, questo

a dimostrazione dell’efficacia terapeutica della stimolazione auricolare.

Visto il progressivo ma lento miglioramento e in accordo con il paziente, si

prosegue con la stimolazione auricolare e si aggiunge, durante la seduta

ambulatoriale, la stimolazione del punto occhio sulla superficie mastoidea.

Un recente studio del 2017 pubblicato su PABMED mette a confronto

l’auricoloterapia, l’agopuntura e la terapia medica nel trattamento di questa

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sindrome: da questo studio emerge la maggior efficacia dell’auricoloterapia rispetto

all’agopuntura, anch’essa efficacie, e alla sola terapia farmacologica.

PUNTI DI AURICOLOTERAPIA UTILIZZATI

• - SHEN MEN TF4 Riequilibrio generale, azione analgesica e

antinfiammatoria. Riequilibrio psichico nella disassuefazione da sostanze.

• - SYMPATHETIC AUTONOMIC POINT HX4 Riequilibrio orto

parasimpatico. Regolazione cardiocircolatoria. Dolore viscerale, azione

spasmodica.

• - MASTER SENSORIAL POINT (Eye point) LO5 Azione su sensibilità

(corteccia parietale). Turbe della sensibilità: parestesie, disestesie....

• - MASTER CEREBRAL POINT (Master Omega) LO7 Riequilibrio

psichico. Agisce su ansia, paura, disturbi ossessivo-compulsivi,

somatizzazioni. Insonnia, dolore

• - JEROME POINT (Sexual Compulsion) HX12 Riequilibrio della libido.

Insonnia, rilassamento muscolatura scheletrica. Dolore cronico. Azione di

riequilibrio sul Sistema Neurovegetativo.

• - LIVER POINT (Muscle relaxation) CO13

• - HUNGER POINT TG 3

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CONCLUSIONI

Sicuramente lo stile di vita del paziente non aiuta a limitare l’insorgenza degli

spasmi e la mancanza di una terapia medica che sia farmacologica o che sia con la

tossina botulinica non ottimizza il risultato, tuttavia ad un mese e mezzo dall’inizio

del trattamento ci sono stati dei lievi e graduali miglioramenti.

Si tratta di una terapia non farmacologica ben tollerata dal paziente e senza effetti

collaterali che comunque ha dato dei benefici, pertanto è importante continuare

questi trattamenti fin tanto che ci sarà un progressivo miglioramento.

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BIBLIOGRAFIA

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