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A TU PER TU CON Martina e Matteo Miceli “Lo sport è la nostra medicina!” news sanitarie dal mondo Marilab Trimestrale di informazione medico-scientifica_anno VII_n. 1_gennaio/marzo 2013_ distribuzione gratuita PERIODICO DI SALUTE E BENESSERE 1 DIETOLOGIA Attenzione all’insulina! GINECOLOGIA L’acqua: un’alleata per le future mamme MEDICINA ESTETICA Invecchiare con successo Photo Carlo Borlenghi

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A TU PER TU CON

Martina e Matteo Miceli“Lo sport è la nostra medicina!”

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PERIODICO DI SALUTE E BENESSERE 1

DIETOLOGIAAttenzioneall’insulina!

GINECOLOGIAL’acqua: un’alleata per le future mamme

MEDICINAESTETICAInvecchiarecon successo

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La salute vien mangiandoNon è solo questione di calorie…

Marilab per il sociale

Assistenza h24

Conclusa la prima partedei campionati

Diagnosi e terapia

Trombosi venosa profonda:una patologia da non trascurare

Political screening“Vogliamo una sanitá a km zero”

Potenziare l’assistenzadomiciliare

Rubriche

Filo diretto

Varie e curiose

Infomarilab

Anno VII - numero 01 - gennaio/marzo 2013

Direzione - RedazioneIntornoalsegno srl - Via Madonna delle Grazie, 125Collevalenza - 06059 Todi (PG)Tel. 075 [email protected]@vivendionline.it

Direttore responsabileLuca Marino

Comitato scientificoLuca Marino, Andrea Fabbri, Mario Pascone,Federica Razzi, Domenico Alberti

Progetto graficoIntornoalsegno srl - Todi (PG)Art Director e impaginazioneSilvia Celindano - [email protected]

StampaCTS Grafica srl - Città di Castello (PG)

Marketing e pubblicitàc/o Marilab srlrif. Valentina Ambrosio - tel. 06 [email protected] Cellizza - tel. 06 [email protected] Boldrini - tel. 06 [email protected]

Sito WebGaia Gentile - tel. 06 [email protected]

La riproduzione e la ristampa, anche parziali, di articoli e immagini del giornale sono formalmente vietate senza la debita autorizzazione dell’editore. L’Editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte, nel caso non si fosse riuscitia reperirli per chiedere debita autorizzazione.

Foto: Depositphotos, Fotolia

Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 423 del 19.10.2005

Finito di stampare nel mese di Gennaio 2013

VIVENDI è una rivista trimestrale a caratteremedico-scientifico edita da: Marilab srl

VIVENDI viene distribuita gratuitamente.

PER CONTATTARE LA REDAZIONE DI VIVENDI,POTETE INVIARE UNA MAIL ALL’INDIRIZZO:[email protected]@[email protected]

Sommariogennaio/marzo2013

Dica 33 - Il personaggioMARTINA E MATTEO MICELI“Lo sport è la nostra medicina”di Chiara Bilancioni

Novità salutari

Anche dimagrireè un problema genetico!

Passare le tube ai raggi X?Sì, ma senza radiazioni!

Crisi di panico

Global Aging Management:invecchiare con successo

Bene a sapersi

Parliamo di…sport-terapia

Venite con mea scoprire…le anemie

La magia dell’acqua in gravidanza

Problem Solvingnelle relazioni di aiuto

Oltre la medicinatradizionale

Un valido supportoalle discipline classiche

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Cari lettori,prima di ogni cosa il Gruppo Marilab vi augura un 2013 ricco di novità e, si spera, di notizie positive per tutti! Quello che ci aspetta certamente non sarà un anno facile da affrontare e, proprio per questo, uno dei nostri obiettivi è continuare a sostenervi mediante progetti volti ad agevolare alcune fasce deboli della popo-lazione, per ciò che concerne l’assistenza sanitaria. In questo numero abbiamo dato, infatti, ampio spazio alla rubrica Infomarilab all’interno della quale tro-verete iniziative messe in atto per avvicinarci sempre di più a voi utenti, sia per quanto riguarda i singoli cittadini che le aziende.Ad introdurci nel nuovo anno due testimonial cresciuti nella nostra zona ma conosciuti a livello nazionale: gli sportivi Martina e Matteo Miceli, per i quali lo sport costituisce non solo uno stile di vita ed un lavoro ma anche una vera e propria medicina. Punto di vista, questo, confermato dal Dott. De Francesco che parla di sport-terapia per combattere le cosiddette “malattie del benessere” tipi-che dei nostri tempi. Anno nuovo, vita nuova si suol dire! Dunque, abbiamo scelto di dare molto ri-salto alle novità: dalla Nutrigenetica per combattere i problemi di peso, di cui ci parla la Dott.ssa Baldi, ad un nuovo metodo non invasivo per l’esame delle tube, ben spiegato dal Dott. Lorido, alla scoperta del Global Aging Management, utile secondo quanto illustrato dal Dott. Fratto per conciliare durata e qualità della vita. Non mancano i consueti appuntamenti con la Bioenergetica della Dott.ssa Alborghetti e con il Prof. Colloca che prosegue l’argomento iniziato nel numero precedente: lo studio delle anemie. Di grande interesse la rubrica “Oltre la medicina tradizionale” nata nello scorso numero di Vivendi per dare voce ai sempre più numerosi sostenitori della medi-cina alternativa e che questa volta indaga sulla Medicina Tradizionale Cinese. Per tutte le nostre lettrici, inoltre, consigli utili per mantenere la linea e per far sì che uno dei periodi più belli della vita, la gravidanza, possa essere vissuto davve-ro nel migliore dei modi e in tranquillità. Un’edizione molto completa che spazia tra ambiti differenti e che ci auguriamo possa accontentare le esigenze di tutti!

a cura di Luca MarinoEditoriale

di Chiara Bilancioni

Solari e positivi. Non esistono ag-gettivi migliori per definire i fratelli Miceli, Martina e Matteo, velista lui e pallanuotista lei, campioni pluri-

premiati che hanno fatto dello sport una fi-losofia di vita e, quindi, una fonte di benes-sere. Noi di Vivendi non potevamo proprio lasciarceli scappare e li abbiamo catturati nel corso di una pausa dall’allenamento che continuano a praticare regolarmente, senza sosta lei prima da giocatrice oggi da allenatrice, con un po’ meno costanza lui, che si dice più stimolato in prossimità di eventi importanti. Entrambi, tuttavia, ammettono di avere un bel rapporto con la salute…Matteo: Esattamente. L’importante è man-tenere la forma fisica. A volte mi faccio prendere in giro perché mi lascio andare e

“Lo sport è la nostra medicina”vado leggermente sovrappeso ma quan-do si avvicina il momento di partire per un’impresa mi concentro e raggiungo l’o-biettivo. Mi sto preparando per il giro del mondo in barca a vela e sta per cominciare un periodo di duro allenamento: inizierò con il Giro di Sicilia che vuol dire 120 chilo-metri al giorno in bicicletta.Martina: Anch’io sono piuttosto serena nel relazionarmi con il mio corpo, ora che alle-no continuo comunque a praticare sport, correndo e giocando a tennis. Tuttavia sono anche molto attenta alla nutrizione: mangio solo cibi biologici, prendo frutta e verdura sempre dal contadino e utilizzo integratori naturali. Ho sempre mangiato tutto, equilibrando carboidrati e proteine prima di entrare in acqua ed affrontare i duri allenamenti della pallanuoto.

Medicina tradizionale o alternativa?Matteo: Preferisco non prendere medici-ne e affidarmi solo a ciò che è biologico e naturale. Credo nella medicina alternativa per il suo approccio olistico. Mi è capitato, per esempio, di avere dei problemi alla schiena dovuti, con molta probabilità, ad una cattiva postura e, dopo continue tera-pie che non riuscivano a mandare via il do-lore, mi sono affidato ad un osteopata che in breve tempo mi ha rimesso al mondo.Martina: Anch’io credo che tutto ciò che ar-riva dalla natura non possa che farci bene. Ultimamente sto sperimentando i Semi di Chia, Salvia Hispanica, che sono la più pre-giata e ricca fonte di Omega3 del regno vegetale. Insieme a crusca, avena e semi di lino mi aiutano a mantenere il benessere.

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Intervista doppiaa Martina e Matteo Miceli,due fratelli nati per vincere

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“Lo sport è la nostra medicina”

La vela e la pallanuotocome passione e terapiaper mantenereil benessere psico-fisico

Cosa pensate della sanità pubblica e di quella privata?Matteo: In Italia abbiamo una grande for-tuna che non sappiamo né apprezzare né organizzare: quella di avere un sistema sanitario a disposizione di tutti, cosa che all’estero è del tutto inesistente. In Austra-lia, America ed altri Paesi evoluti se non hai un’assicurazione privata sei praticamente spacciato. Qui da noi esiste un meccani-smo pubblico che potrebbe funzionare molto meglio ma è fatto anche di tante persone che non ne comprendono il po-tenziale e fanno di tutto per mandarlo a ro-toli. Il problema della sanità in Italia non è la qualità ma la gestione, che purtroppo si rispecchia nella cattiva organizzazione de-gli ospedali. Per quanto mi riguarda ho un ricordo traumatico legato a un nosocomio romano: nel 1996, al ritorno da un viag-gio in India, soffrivo di disturbi particolari per i quali mi hanno rinchiuso nel reparto psichiatrico pensando che avessi fatto uso di sostanze stupefacenti. Nessuno aveva diagnosticato un’intossicazione causata da un medicinale antimalarico. Devo rin-graziare i miei amici e mia sorella per aver fatto aprire gli occhi ai medici e avermi fat-to uscire, vivo, da quell’incubo.

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Matteo Miceli con Tullio Picciolini a bordo di Biondina Neradurante un allenamento nel mare di Ostia

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Martina: Ricordo benissimo quell’espe-rienza e rimarrà per sempre un ricordo di malasanità.Per quanto mi riguarda sono sempre stata molto fortunata. Nel corso della mia carrie-ra nel Setterosa non ho mai avuto grandi infortuni. Quando sono stata operata alla mano sinistra a Viterbo mi sono trovata benissimo. Penso che nel nostro Paese ci siano tanti medici eccezionali ma credo manchi un’organizzazione capace di ren-

dere il sistema italiano un’eccellenza vera.

Possiamo dire che lo sport è la vostra medicina che cercate di trasmettere agli altri?Martina: Sicuramente. Ora che ho smesso di giocare e che alleno le nuove leve del-la pallanuoto femminile la mia gioia più grande è veder crescere le mie ragazze, che seguo dalla pubertà ai 20 anni. Il duro allenamento in acqua, fino a dieci sessioni

settimanali, una corretta alimentazione e il lavoro di squadra le forgiano nel corpo e nello spirito. Vedo che crescono con una marcia in più perché il contatto con l’acqua e con le compagne di squadra, la dimensione ludica dello sport e l’impe-gno costante fatto anche di tanti sacrifici conferiscono loro una sicurezza speciale.

Un approccio sano allo sport è indub-biamente una fonte di benefici inegua-gliabile.Matteo: Da appassionato di vela mi rendo conto perfettamente che non si tratta di uno sport nel senso canonico del termi-ne, se non è praticato a livello olimpico o di grosse regate. Per me la vela è diven-tata una vera e propria terapia che som-ministro a me stesso e rivolgo agli altri: da tempo collaboro con il centro di soli-darietà Onlus “Il Ponte” di Civitavecchia, aiutando minori e adolescenti ad acqui-sire consapevolezza di sé e a superare le proprie difficoltà attraverso le uscite in barca. Ragazzi molto giovani, spesso con difficoltà legate alla tossicodipendenza, hanno trovato così nella vela uno sfogo e un nuovo piacere di vivere.L’esperienza con loro mi arricchisce come uomo e come sportivo.

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OSTEOPATIA: è una medicina complementare che tratta disfunzioni fisiologiche attraverso un particolare tipo di ma-nipolazione (manipolazione osteopatica). Lo scopo dell’Osteopatia è quello di riportare una situazione non fisiologica entro dei limiti di normalità fisiologici. In generale, l’Osteopatia presuppone che il Sistema Nervoso Vegetativo svolga costantemente un’autonoma azione di controllo dell’omeostasi corporea a tutti i livelli e che tale attività sia manifesta somaticamente. La manipolazione osteopatica (OMT) è dunque rivolta all’evocazione di migliori condizioni di efficacia del SNV del soggetto.

MALARIA (detta anche paludismo): è una parassitosi, ovvero una malattia causata da parassiti. Essa è provocata da protozoi del genere Plasmodium. Fra le varie specie di parassita, quattro sono le più diffuse ma la più pericolosa è la Plasmodium Falciparum, con il più alto tasso di mortalità fra i soggetti infettati. I vettori sono zanzare del genere Anopheles. La malaria è la più diffusa fra tutte le parassitosi, con il suo quadro clinico di malattia febbrile acuta che si manifesta con segni di gravità diversa a seconda della specie infettante. La sua diffusione attuale non si limita alle aree tropicali dell’America del sud, dell’Africa e dell’Asia, ma interessa sporadicamente anche gli USA e altri paesi industria-lizzati, in cui casi clinici della malattia possono apparire a seguito di spostamenti di persone che la contraggono in zone in cui essa è endemica.

CHIA (o Salvia hispanica): è una pianta floreale della famiglia Lamiaceae, nativa del Guatemala e del Messico centrale e meridionale. Era coltivata dagli Aztechi in epoca precolombiana; viene ancora coltivata in Messico e Guatemala, sia per la produzione di sfarinati che di semi interi ad uso alimentare. I semi, ricchi di omega-3, sono paragonabili dal punto di vista nutrizionale a quelli del lino e del sesamo.

RecoRdMan a IMpatto zeRoDetentore di due record di traversata atlantica su un catamarano di 6 metri non abi-tabile in doppio e in solitaria. Velista dell’anno 2007, Medaglia d’oro al Valore Atletico per meriti eccezionali nel 2008, Matteo inizia piccolissimo ad andare in barca a vela, prima con il padre Enrico, poi frequentando i corsi della Lega Navale a Ostia d’estate e sul Lago di Bracciano d’inverno. A nove anni scopre il windsurf e la sua grande manua-lità che lo portano a cimentarsi con le basi della costruzione nautica. Oggi nei Cantieri d’Este a Fiumicino, oltre a costruire, continua a sperimentare sempre nuovi materiali e tecniche. Fermo sostenitore dell’ecosostenibilità, sta perfezionando la EstEco, una barca a impatto zero con pannelli solari ed equipaggiamenti all’avanguardia con la quale, nell’ottobre 2013, affronterà il Roma Ocean World, un giro del mondo da Roma a Roma in solitaria, senza assistenza. Preparazione atletica e psicologica, tecniche di

gestione della fatica, training per il controllo del sonno, studio minuzioso delle condizioni climatiche, capacità di adatta-mento, valutazione dei possibili imprevisti, alimentazione razionata, massima attenzione e costante assistenza da parte di un’equipe di tecnici e meteorologi saranno gli ingredienti necessari per un viaggio non solo attraverso il mare, ma anche attraverso se stesso.

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SteLLa oLIMpIcaVincitrice della medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Atene 2004, Martina Miceli è oggi allenatrice dell’Orizzonte Catania.Classe 1973, inizia a giocare nella Polisportiva Casal Palocco di Roma, dal 1988 al 1990 in Serie A. Dal 1990 al 1993 è alla Racing Roma per poi passare all’Orizzonte Catania. Ottiene quattro scudetti e una coppa dei campioni. Nel 1997 passa alla Polisportiva Mediterraneo Catania, con la quale rimane fino al 2001 nel doppio incarico di allenatrice delle giovanili e giocatrice. Nel 2002 è al Pescara, nel 2004 si trasferisce alla McDonald’s Firenze e nel 2005 torna all’Orizzonte per vincere ancora cinque scudetti e due coppe dei campioni. Atleta dal palmarès d’eccezione, capitano del Setterosa dal 2005 al 2008, è stata insignita delle Onorificenze Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana e Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana.

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Il nuovo approccio della Nutrigenetica, a metà tra scienza dell’alimentazione e genetica,per aiutarci a risolvere i problemi di peso

È nata quindi una nuova branca, a metà tra scienza dell’alimentazione e genetica, la Nutrigenetica, che permette, median-te la creazione di diete personalizzate, di neutralizzare l’effetto patogeno di alcuni geni che in persone predisposte potreb-bero causare più facilmente l’insorgenza di alcune malattie.Le scoperte più recenti sul genoma uma-no ci forniscono gli strumenti e le basi per comprendere i meccanismi molecolari attraverso i quali i singoli geni, o le loro combinazioni, rispondono ai cambiamen-ti nella dieta e nello stile di vita (esposizio-ne al fumo di sigaretta, consumo di alcool, ecc.), rendendo un individuo particolar-mente sensibile a contrarre un certo tipo di patologia, e permettono, inoltre, di far

Anche dimagrireè un problema genetico!

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luce sui meccanismi attraverso i quali la dieta, influenzando l’espressione genica, può esercitare un effetto protettivo.In definitiva, le potenzialità offerte da questo approccio ci introducono in una nuova era della scienza della nutrizione. Le analisi che si possono eseguire nell’am-bito della Nutrigenetica riguardano l’i-dentificazione delle variazioni genetiche nell’uomo che causano differenze nella ri-sposta alle molecole introdotte con la die-ta, al fine di valutare i rischi e i benefici per l’individuo di determinate componenti del regime alimentare. In termini pratici, con la Nutrigenetica è possibile sviluppa-re una nutrizione personalizzata specifica per la costituzione genetica di ogni indi-viduo, tenendo conto della variabilità dei

Non si finisce mai di imparare...come accade a tutte le persone in sovrappeso, quando si rivol-gono al medico ogni patologia

sembra sempre avere un’unica causa: il peso! Ci si sente in colpa e in imbarazzo e riuscire a raggiungere il peso forma sem-bra un traguardo impossibile. Eppure ci sono persone che, pur mangiando molto, non ingrassano. Ma per quali motivi gli effetti dannosi di un’alimentazione squi-librata si manifestano in maniera diversa da persona a persona? Ormai è chiaro: nell’ambito della prevenzione delle ma-lattie l’alimentazione gioca un ruolo im-portante che sempre di più si rivela basi-lare in tutti i settori medici, dall’obesità al cancro, all’osteoporosi, al diabete.

Dott.ssa Marina BaldiBiologa - Specialista in genetica medica

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geni coinvolti nel metabolismo.Le basi di questa nuova branca possono essere riassunte nei seguenti punti chia-ve:• I composti introdotti con la dieta posso-no esercitare a livello del genoma umano effetti diretti o indiretti alterando l’e-spressione e/o la struttura dei geni; • La dieta può rappresentare un fattore di rischio o uno strumento di prevenzione per le patologie degenerative; • Il grado in cui la dieta può influenzare il bilancio salute/malattia dipende dal cor-redo genetico di ciascun individuo; • Un intervento nutrizionale basato sulla conoscenza del genotipo e dello stato di nutrizione dell’individuo può essere usa-to per prevenire o curare le patologie.I nutrigenetisti ritengono che possano ve-rificarsi o meno ripercussioni a livello me-dico in due individui che si nutrono con i medesimi alimenti ma che possiedono assetti genetici differenti. Tutto dipende-rebbe da come la dieta interagisce con il

Per quali motivi gli effetti dannosi di un’alimentazione

squilibrata si manifestanoin maniera diversa

da persona a persona?Con la Nutrigenetica

è possibile sviluppareuna nutrizione personalizzata

specifica per la costituzione genetica di ogni individuo

corredo genetico di ognuno e, mentre questo concetto può ri-sultare di facile e immediata com-prensione per quanto riguarda si-tuazioni come le carenze nutrizionali, è certamente meno ovvio per un gruppo di circa 50 malattie genetiche umane cau-sate dalla presenza di varianti importanti in quei geni coinvolti in specifiche vie metaboliche e che riguardano i processi infiammatori, di detos-sificazione, l’attività antiossidante, la sensibilità all’in-sulina e lo stato di salute del cuore e delle ossa.Le diete nutrigenetiche, molto diffuse negli Stati Uniti, cominciano ora ad affacciarsi in Europa e, dunque, nel nostro Paese anche se la scientificità delle ricerche talvolta non è riconosciuta.Esiste, tuttavia, la possibilità di effettuare, sem-pre su richiesta del proprio medico, la ricerca di quei geni che solitamente sono responsabili di problemi di salute e di seguire un regime ali-mentare che lo specialista avrà ritenuto adatto al metabolismo del proprio paziente.Chissà…diventeremo una popolazione più sana e bella?

restie ricorrenti e le cachessie individuali, con conseguenti e collegate malattie in-fettive, spesso ad esito infausto, come la tubercolosi. Al giorno d’oggi, pur nell’innegabile e tut-tora progressivo allungamento di aspet-tativa della vita media, tra le malattie connesse all’eccessivo benessere predo-minano le malattie cardiovascolari, soprat-tutto quelle ischemiche; tuttavia, anche alcune malattie tumorali, l’osteoporosi ed altre patologie di non minore interesse si rivelano più o meno correlate alla seden-tarietà e all’eccesso di alimentazione.Fortunatamente la maggiore disponibilità di tempo libero e di risorse economiche hanno fatto sì che l’uomo moderno abbia riscoperto l’attività fisica come mezzo di divertimento e d’occupazione del tempo, non più lavorativo, che si è trovato a di-sposizione. Contemporaneamente le ricerche scien-tifiche nel campo hanno documentato come il movimento regolare, soprattutto

l’umanità a ritenere riuscito il proprio in-tento: la fatica muscolare nel lavoro è stata praticamente debellata!Un siffatto successo, che fino a non mol-ti decenni or sono poteva ancora avere dell’incredibile, ha però pian piano rivela-to il suo lato oscuro, sicché il lasciarsi alle proprie spalle la storia di disagi fisici ed alimentari tipica di tanti millenni ha fatto sì che si scoprisse in poco tempo come an-che le comodità, la poca fatica fisica ed il cibo ampiamente disponibile, senza limiti di qualità e quantità, presentino inesora-bilmente il loro conto, piuttosto salato.Questo si è rapidamente presentato sotto forma di quelle che oggi vengono chiama-te “malattie del benessere” e che, nei seco-li precedenti, non soltanto erano del tutto sconosciute ma addirittura impensabili.In precedenza dominavano, infatti, le cosiddette “malattie carenziali” come le avitaminosi, le anemie di vario tipo, le ca-

Dott. antonino de Francesco Cardiologo, specialista in Medicinadello Sport e Medicina del nuotoe delle attività subacquee

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L’attività fisicacome mezzoper combatterei danni causatidagli eccessidella vita moderna

Fin dai tempi più remoti il gene-re umano ha constatato che nel muoversi e nel lavorare era co-stretto a fare fatica, spesso non

indifferente ed accompagnata da profuso sudore della fronte; per tale motivo sua aspirazione è sempre stata quella di af-francarsi con ogni mezzo da tale condan-na, ritenuta addirittura di natura divina per quanto appariva inalienabile.Tuttavia, grazie al proprio ingegno, capa-ce di inventare strumenti di lavoro e di trasporto sempre più sofisticati, a parti-re dalla semplice ruota e dall’altrettanto semplice leva, con lo scorrere dei secoli egli è pian piano riuscito a ridurre la fatica legata alle varie attività lavorative.Tali progressi scientifici, tesi alla ricerca di sempre nuove scoperte, soprattutto negli ultimi secoli, hanno assunto ritmi sempre più accelerati e sono divenuti addirittura frenetici negli ultimi decenni, portando

Parliamo di…sport-terapia

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Tra le malattie connesse all’eccessivo benessere predominano le malattie cardiovascolari, soprattuttoquelle ischemiche, ma anche alcune malattie tumorali, l’osteoporosi ed altre patologiedi non minore interesse che si rivelano più o meno correlate alla sedentarietà e all’eccesso di alimentazione

di tipo aerobico, effettuato in modo continuato, costante, nei limiti del-le possibilità di ognuno e indipendentemente dalle patologie da cui si è affetti, possa rappresentare un mezzo terapeutico e di prevenzione a costo e rischio bassissimi e con innegabili benefici per tutte le patologie sopra elencate.Ciò è stato confermato recentemente, sia pure a titolo sperimentale, dal fatto che il Ministero della Salute ha inserito tra i L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza) l’attività fisica.Infatti l’attività fisica (A.F.) è oggi universalmente considerata come un farmaco, una polipillola per la cura della sedentarietà, che agisce in sen-so positivo su questo Fattore di Rischio (F.d.R) e su tutti gli altri fattori di rischio e le patologie ad esso correlati: fumo, obesità, diabete, iperten-sione arteriosa, ipercolesterolemia, ecc..Trattandosi di un farmaco molto particolare, che non tutti i medici sono abituati a maneggiare con cura ed esperienza, è evidente che “il farma-co A.F.” deve necessariamente essere somministrato da uno specialista della materia.Assurgendola alla dignità di farmaco, infatti, l’A.F. non ha solo delle spe-cifiche indicazioni, come appena sopra ricordato, ma anche delle vere e proprie controindicazioni, sia pur limitate.

La sonoisterosalpingografia (SHSG) è il nuovo baluardo

della ginecologia

con sonda transvaginale e la disinfezione della vagina, si introduce uno speculum monouso, in modo da poter evidenziare la cervice uterina attraverso la quale si inseri-sce un piccolo catetere (di tipo pediatrico). Tramite esso, sempre sotto guida ecogra-fica, si inietta il mezzo di contrasto che di solito non è altro che 20 ml di soluzione fi-siologica mista ad aria e si segue il percor-so di tale liquido, riuscendo a evidenziare sia la forma della cavità uterina, quindi la presenza o meno di miomi o polipi, che il passaggio attraverso le tube e, in seguito, nella cavità pelvica. A questo punto l’esa-me può dirsi concluso e il ginecologo de-ciderà, in caso di patologia, il percorso da seguire. La procedura può rivelarsi preziosa anche da un punto di vista terapeutico: in alcuni casi basta il passaggio del liquido ad elimi-nare l’ostruzione delle tube e permettere quindi alla donna di rimanere gravida an-che dopo poche settimane.

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Passare le tube ai raggi X?Sì, ma senza radiazioni!

Presso il Marilab Centerdi Viale Zambrini (Ostia)

è possibile effettuarequesto tipo di esame.

Per info e prenotazioni 06 561951

Dott. Luigi LoridoGinecologo

to il percorso diagnostico.Da non sottovalutare il fatto che questo esame può essere in alcuni casi una vali-da alternativa all’isteroscopia, procedura più invasiva e quindi fastidiosa, poichè la SHSG oltre a studiare le tube (sonosalpin-gografia) è anche in grado di evidenziare patologie uterine (sonoisterografia), quali i polipi endometriali e i miomi sottomuco-si, anch’essi a volte causa di infertilità e di sanguinamenti uterini anomali. Non si tratta neanche di una procedura indicata solo per una fortunata nicchia di pazienti, dal momento che anche le con-troindicazioni sono poche: infezione va-ginale in corso (motivo per cui si richiede spesso un tampone vaginale), stenosi ser-rata dell’orifizio uterino esterno e, natural-mente, gravidanza. Per continuare a fare chiarezza e togliere qualche timore non c’è modo migliore che spiegare i singoli passi dell’esame.Dopo uno studio ecografico preliminare

Tutto quello che bisogna sapere su tube e utero, e che non è mai stato possibile conoscere fino ad oggi se non attraverso fastidio-

si e invasivi esami clinici, è ora possibile grazie ad una semplice ecografia. Non è una chimera per le tante donne che ogni anno devono sottoporsi a un’indagine dei condotti, studiati fino a poco tempo fa esclusivamente utilizzando raggi x (l’iste-rosalpingografia), ma una nuova frontiera della ginecologia. Un baluardo il cui nome piuttosto lungo, sonoisterosalpingografia (SHSG), tradisce in realtà una procedura di rapida esecuzione, purché eseguita da mani esperte. Oltre a durare circa venti minuti e, come detto, a non esporre la pa-ziente a radiazioni, che vengono sostituite da innocui ultrasuoni, questo metodo ha numerosi vantaggi: è ambulatoriale e non invasivo (permette quindi alla paziente di riprendere la quotidiana attività subito dopo l’esame) e ha effetti collaterali pres-soché insignificanti (più frequentemente lieve dolore di tipo mestruale, mentre, in casi eccezionali, sanguinamenti uterini, abbassamento della pressione e sensazio-ne di svenimento).Ad alleggerire la “pratica” è anche un aspetto organizzativo: la paziente, infatti, non ha bisogno di rivolgersi al ginecologo e, in un secondo momento, al radiologo che effettua l’esame, come avviene ap-punto per l’isterosalpingografia, perché è il primo ad accompagnare la donna in tut-

Crisi di panico

Come risolverlecon le risorsedella Bioenergetica

Dott.ssaMaria Stallone alborghetti Psicoterapeuta, supervisore e local trainerin analisi Bioenergetica. Psicologa analistadi formazione junghiana e training autogeno.Perito del tribunale penale e civile di Roma

Per informazioni:Viale dei Promontori, 50 - 00122 RomaTel. 06 86 00 922 - cell. 338 5438008www.bioenergeticaonline.it

Dott. Luigi LoridoGinecologo

per riuscire a sentire che l’angoscia e l’ansia procurate dalla crisi di panico sono com-pletamente avulse da un pericolo obietti-vo. La parte inconsapevole che produce il sintomo è l’immagine del personale mon-do interiore proiettata all’esterno. L’origine della reazione di angoscia è solitamente la rievocazione di uno shock della prima infanzia, congelata e totalmente negata all’IO cosciente.I pazienti affetti da crisi di panico hanno un forte bisogno di protezione e dipendenza, accompagnato anche dal desiderio di gua-rire, pertanto sono solerti alleati della tera-pia perché vogliono combattere i sintomi tormentosi, considerati estranei al proprio IO. L’analisi individuale e la comprensio-ne dei meccanismi dinamici inconsci in sintonia con le tecniche bioenergetiche permettono al paziente di superare le re-sistenze, collaborare con costante solerzia, riuscire a sentirsi autonomamente sereno e abbandonare le difese che ha adottato per sopravvivere. L’immediatezza che of-fre l’analisi bioenergetica per agevolare la respirazione profonda senza il ricorso volitivo del pensiero è ciò che conferisce ulteriore fiducia e fedeltà alla psicoterapia.I pazienti colpiti da crisi di panico sono ala-cri nello svolgere quotidianamente tutti gli esercizi bioenergetici perché sentono che, attraverso i movimenti del volto, dei piedi e di tutta la motricità corporea accompa-gnata da spontanei suoni vocali, trovano il giusto aiuto per aumentare la respirazione profonda, sciogliere le contrazioni musco-lari croniche, per armonizzare il corpo e la mente e radicarsi nella realtà interna ed esterna avvertendo i propri giusti confini. Inoltre, sono zelanti nel ricordare i sogni e nel fare le libere associazioni. La colla-borazione totale alla psicoterapia li rende velocemente consolidati in se stessi per confrontarsi con la vita.

Lasciarsi sostenere fiduciosamente per aumentare il respiro

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Tutti i martedì, presso il MarilabCenter di Viale Zambrini (Ostia),è possibile partecipare alle classidi esercizi di Bioenergetica e Training Autogeno per scaricare lo stress quotidiano, aumentare l’autostimae il benessere, superare l’ansia e le crisi di panico e migliorare la salutee la bellezza interiori ed esteriori.

La crisi di panico si presenta im-provvisamente con forte ansia, angoscia, tachicardia e difficoltà respiratoria, talvolta con un’im-

possibilità a muoversi; il quadro completo conferisce un senso d’impotenza assoluta di fronte a ciò che rappresenta l’ostacolo esterno considerato l’oggetto scatenante. A differenza delle persone incapaci di rea-lizzare i propri obiettivi a causa dei conflitti tra l’IO consapevole e l’inconscio, nella crisi di panico ci troviamo di fronte ad un sin-tomo che blocca completamente la vita dell’individuo che ne viene travolto.La respirazione di coloro che soffrono di crisi di panico è completamente bloccata nella gola. Precedentemente hanno so-pravvissuto dando spazio alla razionalità che gli offriva un equilibrio illusorio.

Gli intellettuali cerebrali, ricchi di ideali dell’IO, eccellenti professionisti nel campo della matematica e della legislatura, stati-sticamente sono i più colpiti da crisi di pa-nico. La loro intelligenza è di grande ausilio

Il desiderio profondo di trovare il vero Sé corporeo e la gioia di vivere in sintonia con le responsabilità della realtà adulta spin-gono queste persone a volersi associare anche alla classe di esercizi bioenergetici e al gruppo di dinamica a mediazione cor-porea bioenergetica. La condivisione delle forti emozioni con i partecipanti li aiuta a radicarsi nella concretezza quotidiana del-la vita interiore ed esteriore. I partecipanti al gruppo trovano sostegno sia nel libe-rarsi dalle false illusioni e dai grandi ideali dell’IO, che nel sentire l’accoglienza reci-proca dei limiti personali e l’accettazione delle proprie emozioni talvolta rispecchia-te sugli altri. L’integrazione delle ombre e delle luci che albergano in noi e tutto intor-no a noi, è il punto di forza per una salute vibrante, dinamica e raggiante.

stente e flessibile, con il corpo cilindrico perfettamente liscio e la punta ad “ago di pino”. Esso richiede una precisa pressione delle dita da parte del medico per essere infisso nella pelle e successivamente ma-nipolato; per ridurre al minimo l’eventua-le dolore avvertito dal malato è necessario dosare con perizia la forza delle dita, capa-cità che si può ottenere soltanto con una lunga e costante pratica.La posizione del paziente che si sotto-pone al trattamento di agopuntura deve essere tale da permettere che i punti sele-zionati siano posti bene in evidenza, che l’operatore possa lavorare senza ostacoli ed il malato si senta rilassato e a proprio agio. L’agopuntura utilizza varie tecniche di in-fissione ed estrazione dell’ago. Oltre agli aghi filiformi per la stimolazione degli agopunti possono essere impiegati: l’ago a tre fili per micro salassi, l’ago cutaneo o martelletto a sette stelle o ago “Fiore di prugno” con il quale si effettua una pun-tura superficiale e un picchiettamento su un’area cutanea o su singoli agopunti e l’ago intradermico o a dimora, usato per l’infissione stabile sottocutanea per un periodo di alcuni giorni. In tempi recenti all’agopuntura classica

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con l’ago filiforme si sono affiancate me-todiche moderne di stimolazione quali l’elettroagopuntura, la laseragopuntura, ecc..La moxibustione (jiu) cura e previene le malattie mediante l’applicazione di calo-re moderato generato dalla combustione di lana di moxa, materiale ricavato dalla manipolazione di foglie di Artemisia Vul-garis, pianta erbacea che cresce allo stato selvatico nella maggior parte dei paesi del mondo. Le foglie della pianta vengo-no finemente macinate e da esse viene estratta la parte lanosa. La moxibustione

La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) è un sistema medico che comprende differenti metodiche terapeutiche e che annovera tra

le principali branche l’agopuntura, la mo-xibustione, l’auricoloterapia e la coppet-tazione. A queste si aggiungono alcune tecniche specialistiche quali la scalpopun-tura, l’addominopuntura, l’oculopuntura e la manopuntura. Andiamo ora ad esami-nare nel dettaglio le branche.L’agopuntura e la moxibustione, chiama-te agomoxibustione (zhenjiu), sono pro-cedure usate per prevenire e trattare le malattie mediante la stimolazione di zone circoscritte della superficie cutanea, chia-mate agopunti. L’agopuntura (zhenfa) è un presidio tera-peutico tra i più antichi. La maggior parte degli scienziati in Cina concorda sul fatto che essa sia nata e si sia sviluppata nel pe-riodo neolitico (8000-3000 a.C.) e che solo in seguito siano nate l’erboristeria e le al-tre branche della MTC. L’agopuntura tratta le malattie mediante infissione di aghi metallici filiformi in cor-rispondenza di agopunti selezionati; gli aghi filiformi comunemente usati sono di acciaio inossidabile, sterili e monouso.Un buon ago deve essere sottile, resi-

Scopriamo le branche e le tecniche utilizzate dalla Medicina Tradizionale Cineseper prevenire e curare varie patologie

Dott.ssa Stefania cuozzo Reumatologa, specialista in Omeopatia, Medicina Tradizionale Cinesee Agopuntura

Un valido supportoalle discipline classiche

Cari lettori, in un periodo che difficilmente riserva pensieri positivi e grandi speranze, il Gruppo Marilab non ha rinunciato ad un importante appuntamento con la solidarietà, aderendo alla Decima Edizione del Torneo di Natale organizzato dalla Polizia Locale di Roma Capitale del XIII Gruppo.Partecipare, anche quest’anno, a tale evento è stato per me un grande ono-re, in quanto ho fatto parte della giuria che ha dovuto selezionare la migliore rappresentazione della solidarietà tra quelle proposte dai bambini delle scuole elementari del territorio. Il compito non è stato facile poichè, avendo molto apprezzato la sensibilità d’animo con la quale tutti gli alunni hanno trattato un tema così astratto e ampio, mi è costato tanto dare un voto ad uno dei la-vori presentati. Mi preme precisare che il mio apprezzamento va a tutti questi bambini di 10 anni che sono riusciti, con la loro spontaneità, a far emozionare istituzioni e imprenditori.Questa iniziativa, che è durata diversi giorni e che si è conclusa con una cena di beneficenza, ha rappresentato per me un momento di profonda riflessione e di costatazione che forse in questo momento in cui lo Stato non è vicino ai cittadini è la parola solidarietà la via che può far superare le difficoltà.Me lo auguro di cuore per tutti!

Con affetto, Daniele Marino

La solidarietáper superare la crisi

Per contattare Daniele Marinosi prega di inviare una e-mail a

[email protected] un fax al n° 0656195174

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Dott.ssa Stefania cuozzo Reumatologa, specialista in Omeopatia, Medicina Tradizionale Cinesee Agopuntura

ha la proprietà di riscaldare, rimuovere l’ostruzione e promuovere la circolazione dei fluidi, dell’energia vitale (qi) e del san-gue; può essere applicata direttamente o indirettamente sulla pelle, a poca distan-za dalla pelle, con sigaro di moxa o riscal-dando l’ago filiforme. L’agopuntura è una disciplina polispecia-listica, il cui campo di applicazione spazia dalle patologie dell’apparato neuromu-scolare e muscoloscheletrico, alla terapia del dolore, alle sequele degli accidenti ce-rebrovascolari e le discipline che ne pos-sono beneficiare sono la gastroenterolo-gia, l’ostetricia e la ginecologia. Si rivela utile, inoltre, per le malattie da raffred-damento, l’asma, i disordini del metabo-lismo e i disordini di carattere psicologico e psichiatrico. L’auricoloterapia viene attualmente uti-lizzata per il trattamento delle fasi acu-te e croniche di alcune patologie, per la prevenzione e per l’analgesia. Secondo la teoria dei microsistemi l’orecchio è in stretta connessione energetica con or-gani e distretti anatomo-funzionali. Sui punti auricolari viene, dunque, infisso e manipolato un ago filiforme oppure si uti-lizzano dei semi di Vaccaria applicati con un cerotto e lasciati in situ per qualche giorno, che vengono stimolati dal pazien-te quotidianamente e rimossi dal medico al controllo successivo. La coppettazione consiste, invece, nell’applicazione cutanea su agopunti specifici di piccole coppe, di dimensioni e materiale variabili, all’interno delle qua-li viene creato con il calore un vuoto che permette alle coppette di aderire alla pel-le e svolge un effetto di suzione sull’area cutanea selezionata per il trattamento. La coppettazione ha la funzione di riscal-dare e promuovere la libera circolazione dell’energia vitale e del sangue e di dimi-nuire gli edemi e il dolore.

mociti) che sono compresi in un ambito di misura che va da 80 a 96 fl, i globuli rossi piccoli (microciti) con valori inferiori a 80 fl e quelli che superano i 96 fl considerati macrociti.Ne consegue che si possono definire tre particolari assetti: il microcitico, il normo-citico e il macrocitico.Chiarito questo punto passiamo a valutare il conteggio dei reticolociti.Con questo nome vengono indicate le cellule rosse molto giovani, contenenti residui nucleari, identificabili con tecniche particolari e la cui presenza è in diretto ri-ferimento alla capacità che ha il midollo di rispondere allo stimolo eritropoietini-co, cioè alla richiesta di produzione di un maggior numero di globuli rossi.Anche per i reticolociti esistono dei valori di riferimento.Nei soggetti normali il numero oscilla tra 1 e 3 reticolociti per 100 globuli rossi.

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18 Proseguiamo il lavoro iniziatonel numero precedente e parliamo delle diverse tipologie di anemie

Prof. alessandro collocaPatologo clinico

Venite con mea scoprire…le anemie

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Avendo trattato, nel numero precedente di Vivendi, le pro-blematiche legate all’anemia da carenza di ferro, ritengo utile

integrare e completare l’argomento esa-minando brevemente tutte le altre con-dizioni ematologiche in cui il numero dei globuli rossi (G.R.) o il contenuto di emo-globina diminuiscono.Naturalmente, nella diagnostica delle ane-mie, la parte del leone (come si suol dire), la fa il laboratorio che, con le conoscenze e le tecnologie di cui dispone, è in grado di

sfruttare al massimo le informazioni che si possono ricavare da un paziente anemico.A tale scopo, forse è bene ricordare che stiamo indagando i globuli rossi, elementi cellulari del sangue, a forma di disco bi-concavo, privi di nucleo (fig.1), controllabi-li solo al microscopio o attraverso sensibili sistemi analitici elettronici (conta globuli). Di tali cellule dobbiamo ricercare ed iden-tificare particolari caratteristiche presenti nei soggetti ammalati.La letteratura scientifica ha formulato re-centemente una classificazione delle ane-mie usando come primo metro di valuta-zione due particolari aspetti dei globuli rossi: il Volume Globulare Medio (M.C.V.) e il conteggio dei reticolociti.La determinazione del M.C.V. (che è un in-dice volumetrico) ci dice quanto è grande un globulo rosso. In base a tale indicazione noi possiamo identificare i globuli rossi normali (nor-

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Nei casi di anemia si usa stabilire come indice discriminante il 3% in quanto valori più bassi si trovano in genere nelle anemie ipoproliferative oppure con eritropoiesi inefficace (il midollo produce pochi G.R.) mentre valori su-periori al 3% orientano verso le anemie emolitiche (i G.R. si rompono facil-mente) o le forme post-emorragiche.Se poi al M.C.V. e ai reticolociti affianchiamo la valutazione del contenuto emoglobinico (normocromico o ipocromico), incrociando le informazio-ni (Fig. 2), possiamo provare a tracciare una schematizzazione, ricordando sempre che, stante l’ampia variabilità biologica presente negli esseri viventi, le classificazioni devono essere usate con molta cautela dagli addetti ai lavo-ri e possibilmente solo a fini esplicativi.

ANEMIE MICROCITICHE (M.C.V. < 80 fl, reticolociti)• Anemia da carenza di ferro;• Anemia da malattie infiammatorie o croniche;• Sindromi talassemiche (anemia mediterranea).

ANEMIE NORMOCITICHE (M.C.V. 80-96 fl, reticolociti > 3%) • Anemie emolitiche (vita media dei G.R. ridotta).

ANEMIE NORMOCITICHE IPOPROLIFERATIVE (M.C.V. 80-96 fl, reticolociti < 3%)• Anemia associata a malattie debilitanti (neoplasie, ecc.);• Anemia da insufficienza renale, epatica, da endocrinopatie, ecc..

ANEMIE MACROCITICHE (M.C.V. > 96 fl, reticolociti < 3%)• Anemia da carenza di Vit. B12 o Acido Folico.

A questo punto qualcuno potrebbe pen-sare che le patologie ematologiche non abbiano più nessun segreto e che la dia-gnostica sia alla portata di tutti.Se queste dovessero essere le conclusioni allora credo sia giunto il momento di fer-marsi e aprire una riflessione.Ho cercato di coinvolgervi, con questa in-formativa medica, in una specie di caccia al tesoro, non certo per creare l’illusione che sia molto semplice diagnosticare una malattia ricorrendo al “fai da te”!È giusto voi sappiate che è da questo mo-mento in poi che, con la valutazione di tut-ta una serie di altri parametri, si sviluppa la vera fase diagnostica, nella quale il medi-co deve far ricorso a tutte le sue capacità e conoscenze per poter ottenere un succes-so diagnostico.Ma ritengo anche giusto esplicitare i mo-tivi che mi hanno spinto a scrivere queste pagine: • È corretto, data la funzione di Vivendi, richiamare la vostra attenzione su alcune patologie che hanno una notevole rile-vanza e una discreta incidenza;• È corretto cercare di informarvi in modo chiaro e semplice sui principi dei comples-si meccanismi che governano il nostro or-ganismo;• È corretto ricordarvi che in medicina, come già accennato, la variabilità biologi-ca che caratterizza gli esseri viventi rende molto complesso e spesso difficile un iter diagnostico;• È corretto suggerirvi, ove dovesse sorge-re un ragionevole dubbio sul vostro stato di salute, di affidarvi tranquillamente al vostro medico. Lui sicuramente dispone delle conoscenze e dei supporti necessari per tutelare al meglio la vostra salute.

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Sapevate che regolare l’insulina puòaiutarci a tenere sotto controllo il peso?

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ciata sono le scelte che occorre portare avanti dopo aver inquadrato il tipo ormo-nale di paziente che si deve trattare (tipo sensibile agli estrogeni o ai gestageni o al testosterone).Un’accurata anamnesi ed un accurato stu-dio della composizione corporea, anche in ordine alla distribuzione del tessuto adiposo, forniscono per me già da soli la risposta più idonea per la strategia diete-tica da adottare al fine di poter garantire alle pazienti un risultato da tempo spera-to anche concedendosi qualche caloria in più..!

Dott.ssa Federica RazziDietologia e NutrizioneTerapista cognitivo-comportamentaledell’obesitàResponsabile Doceo per il dimagrimento

Ebbene sì…non è solo questione di calorie!Per dimagrire in modo efficace e duraturo possiamo fare molto va-

lutando altri aspetti oltre alla pura e sem-plice conta delle calorie assimilate.Soprattutto nel complesso universo fem-minile i chili di troppo non sempre sono conseguenza di una mancanza di discipli-na o di forza di volontà. Esistono davvero signore (e ne ho incontrate molte in anni di professione) che “affamate” da anni non riescono a perdere neanche 1 chilo. Quanta delusione, sconforto e rabbia in quei volti disperati che arrivano dicendo-mi: ‹‹Sono all’ultima spiaggia…››.In effetti, per molte pazienti, un aspetto fondamentale di cui tener conto per usci-re da veri e propri drammi è la chimica or-monale. Proprio così, la chimica ormonale femminile è in grado di creare sconvolgi-menti radicali nell’equilibrio del peso.Menarca, ovulazioni, mestruazioni, gra-vidanze, climateri, menopausa sono mo-menti in cui, indipendentemente dalla disciplina alimentare, la donna spesso si ritrova a combattere con un corpo che inesorabilmente cambia.Gli ormoni sessuali estrogeni, gestageni

e testosterone circolano nel sangue in concentrazioni diverse in base ai diversi momenti della vita di una donna, accom-pagnati sempre da un partner costante: l’insulina.Proprio quest’ultima e la sua conseguente regolazione in base al quadro ormonale complessivo può essere la chiave di volta per risolvere definitivamente la questio-ne dei chili di troppo. L’insulina è uno dei principali ormoni responsabili dell’ingras-samento e riuscire a regolarla con una corretta alimentazione in termini di distri-buzione e combinazione dei pasti riesce a risolvere anche i casi più resistenti.Spuntini sì o spuntini no, carboidrati a pranzo o a cena, sì o no alla dieta disso-

Medici di basee poliambulatori privatiper sostenere il cittadinonel suo percorso sanitario

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Dott. Luca MarinoTitolare e Direttore Sanitario Gruppo Marilab Delegato Unindustria per laDiagnostica Ambulatoriale

Assistenza h24

Cari lettori, approfitto di questa ru-brica che mi tiene in contatto con voi per trattare un’importante questione che il Prof. Balduzzi ha

inserito nel suo ultimo decreto di riforma del S.S.N..Mi riferisco al tema dei poliambulatori h24 che il Ministro ha voluto riportare in auge dopo la proposta fatta anni fa dall’allora titolare del Dicastero della Sanità, Livia Tur-co, che parlava di “Case della salute”.Senza dubbio, per quanto riguarda le cure primarie, è necessario trovare una soluzio-ne per l’assistenza sanitaria nel territorio.Ritengo che il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale (MMG) sia una mos-sa fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo, in virtù della conoscenza personale dei propri assistiti che consente loro, più agevolmente rispetto a qualsiasi altro medico, di fare una diagnosi rapida o somministrare una terapia adeguata.Tuttavia, la riforma ignora completamente il fatto che una buona diagnosi necessita, nell’80% dei casi, di un esame diagnostico (esami di laboratorio, radiografie, ecogra-fie, ecc.). Su tutto il territorio nazionale è presente una vasta rete, ampiamente distribuita in prossimità del cittadino, di poliambulatori privati accreditati che, da oltre 50 anni, rico-prono un importantissimo ruolo nell’ambi-to del S.S.N. fornendo un servizio altamente qualificato e a basso costo.Queste attività sanitarie che ormai da anni sono organizzate sotto forma di vere e pro-

prie imprese, hanno sviluppato un know how specifico nel settore che ha consentito loro di superare le innumerevoli difficoltà che il mercato e le sue regole burocrati-che hanno imposto, nonché di rimanere sempre aggiornate e al passo con l’avanza-mento della tecnologia e degli standard di qualità.La presenza di queste imprese su tutto il territorio nazionale ha permesso al S.S.N. di fornire al cittadino un servizio qualificato e a poca distanza da casa, evitando le lunghe attese degli ambulatori ospedalieri, i quali non sono mai stati progettati e strutturati per soddisfare le esigenze di una medicina ambulatoriale.Tra l’altro, tutto ciò è stato garantito con un costo per la PA assolutamente contenuto e, ancor più importante, prevedibile e pro-grammabile in quanto pagato a prestazio-ne e senza nessuna possibile variabile.Troviamo legittima e strategica l’esigen-za del legislatore di trovare una migliore organizzazione del S.S.N. che soddisfi in maniera più adeguata, a livello territoriale, la richiesta di prestazioni diagnostico-tera-peutiche da parte del cittadino, senza che questo impatti negativamente sui Pronto Soccorso e sugli ospedali in genere.Ancor di più, riteniamo che una maggiore efficienza del sistema non possa assoluta-mente prescindere dalla presenza di strut-ture territoriali che garantiscano un’assi-stenza medica h24 e che siano in grado di evadere una gran parte di quesiti diagno-stici e terapeutici rientranti nei codici bian-chi e verdi del Triage ospedaliero.Un tale sistema terrebbe lontano dai Pron-to Soccorso un gran numero di pazienti, che peraltro troverebbero la soluzione al loro problema, fungendo da filtro e selezio-ne per quei casi che, invece, necessitano di

un intervento a carattere d’urgenza per cui l’ospedale è, ovviamente, più strutturato.Il risultato, pertanto, sarebbe duplice: da una parte, una maggiore efficienza dal pun-to di vista del risultato della cura, dall’altra, un notevole risparmio economico genera-to dal pagamento delle prestazioni a tariffa senza variabile alcuna.Per raggiungere tale obiettivo sono neces-sarie due componenti fondamentali: quella medico-professionale e quella imprendi-toriale-organizzativa. I MMG, i quali sono stati giustamente coinvolti nel progetto in causa, assolvono sicuramente al primo re-quisito mentre non potranno mai garantire la stessa esperienza e preparazione che le imprese di sanità hanno acquisito sul cam-po in più di 50 anni di attività.Pertanto, la strada più logica e più facil-mente realizzabile per perseguire l’obietti-vo prefissato non è altro che una sapiente integrazione tra queste due realtà che operano nello stesso settore con ruoli ben distinti ma complementari.Una scelta in questa direzione, tra l’altro, eviterebbe alla PA un notevole esborso di capitali, necessario per la creazione di strutture ex novo che soddisfino i requisi-ti richiesti per un poliambulatorio medico ben strutturato.Inoltre, le migliaia di ambulatori polispecia-listici e diagnostici già esistenti sul territorio nazionale negli ultimi anni hanno passato il vaglio di tutte le ispezioni delle regioni per l’ottenimento delle autorizzazioni e degli accreditamenti istituzionali. L’utilizzo di queste strutture preesistenti, già dotate di idonei spazi ed attrezzature necessarie, permetterebbe di realizzare il progetto voluto dal Ministro in pochissimo tempo e con tutte le garanzie di salvaguardia della salute del cittadino.

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Lacqua è la sostanza inorganica più importante ed abbondante che ci sia al mondo ed è l’elemento es-senziale della vita.

Quasi tutte le grandi civiltà del passa-to conoscevano le proprietà benefiche dell’acqua e praticavano quella che oggi viene chiamata idroterapia.A partire dagli anni Sessanta i ginecologi cominciarono a consigliare alle donne in gravidanza di praticare nuoto. Le gestanti spesso rifiutavano tale consiglio per pu-dore o per timore di nuocere a se stesse o ai loro bambini.Tra gli anni Settanta e Ottanta la semplice lezione di nuoto venne modificata alter-nando momenti di attività aerobica a mo-menti di rilassamento presi in prestito da tecniche di yoga, eutonia e watsu (shiatsu in acqua).

La respirazione si avvale sempre più della componente toracica e diventa più super-ficiale poiché l’aumento del volume ute-rino impedisce al diaframma di eseguire escursioni profonde.Le variazioni del volume ematico e della funzione renale provocano ritenzione idrica con sovraccarico del sistema cardio-circolatorio.Nonostante l’organismo umano sia in grado di bilanciare tali cambiamenti fi-siologici nella gravidanza, la donna può avere difficoltà a riconoscersi nel corpo che cambia e la preoccupazione, se non addirittura la paura, del parto può provo-care tensioni muscolari non solo durante la gravidanza ma anche durante il parto, impedendo alla futura mamma di vivere la sua grande avventura in tranquillità.

La magiadell’acquain gravidanza

Scopriamo insieme le virtù dell’acqua per aiutare le future mamme ad affrontare al meglioil periodo di gravidanza

Dott.ssa Maria tecla ManciGinecologaOperatore Watsu e Istruttore Ai Chi

’ Sono molti i vantaggi dell’immersione in acqua durante la gravidanza; l’attività in piscina previene e riduce molti disturbi che possono comparire durante i nove mesi di gestazione.Il corpo della donna, infatti, subisce di-verse modifiche. Le più significative sono quelle legate al peso corporeo e ai seguenti organi e sistemi: volume, com-posizione e coagulazione del sangue, apparato cardiocircolatorio, apparato re-spiratorio, funzione renale, apparato di-gerente e sistema nervoso.L’aumento del peso corporeo determina un sovraccarico del sistema osteoarticola-re, la colonna vertebrale tende ad aumen-tare la fisiologica lordosi, il bacino riduce, con il progredire della gravidanza, la sua mobilità.

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La sola immersione in piscina con altezza dell’acqua 120-130 cm e temperatura di 33-34 gradi viene percepita dalla donna come “momento magico”: le tensioni si ri-ducono, soprattutto a gravidanza avanza-ta, ed è immediata la sensazione di essere più leggera e poter fare movimenti che a terra non erano più possibili, osando a muoversi di più e aumentando, così, la fi-ducia nelle proprie possibilità.Le attività che si possono proporre in ac-qua sono, pertanto, volte a mantenere ed aumentare questo senso di benessere sia fisico che psichico.

Altri esercizi hanno effetto su una migliore mobilizzazione della colonna vertebrale e del bacino e permettono alla donna in gra-vidanza di saggiare l’ampiezza di quest’ul-timo che viene spesso valutato piccolo o non adeguato per il parto. Altri esercizi an-cora aumentano il tono muscolare senza forzare le possibilità di ciascuna gestante. In tal modo si riducono contratture e ten-sioni che a terra rendono i movimenti più lenti ed impacciati.Inoltre, la piscina, sopratutto in ambiente raccolto, è un luogo ideale per favorire relazioni sociali: le gestanti possono con-frontarsi e condividere i propri cambia-menti e scoprire che un disagio o una dif-

Presso Victoria Regeneration SPAogni venerdì si organizzano corsi pre e post-parto.Per info e prenotazioni 06 56195137 o 366 6858266Lungomare Paolo Toscanelli, 195 - Lido di Ostia

ficoltà che credevano solo propri possono essere comuni alle altre donne del gruppo.Infine, l’acqua può essere un mezzo per immedesimarsi nella creatura all’interno del grembo materno e per entrare in con-tatto più profondo con la stessa.Quello che percepisce il bambino lo percepisce anche la mamma andando sott’acqua poiché la mancanza di gravità in acqua è la stessa presente nell’ambiente uterino contenente il liquido amniotico.Farsi dondolare, trasportare e arrendersi all’acqua permette alla futura mamma di regredire, giocare, riconciliarsi con se stessa e con la sua immagine di donna e di madre.

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Global AgingManagement:

invecchiarecon successo

Come conciliare durata e qualità della vitaprevenendo i problemi legati all’invecchiamento

Dott. nicola FrattoMedico estetico, chirurgoSpecialista in malattieinfettive e medicina tropicale

Infiammazione cronica, Genomica, Medi-cina di genere, PNEI (psiconeuroendocri-noimmunologia), Fisiologia del tessuto adiposo, sono solo alcuni ingranaggi di questa macchina complessa che l’Anti-Aging tenta di chiarire. Il ruolo dell’infiammazione nel processo d’invecchiamento con le patologie con-nesse è emerso in diversi grandi studi epidemiologici di anziani. Mentre l’infiam-mazione acuta è di norma strettamente controllata ed è una parte del processo di guarigione, il leggero aumento dei mar-ker infiammatori presente negli anziani è stato associato a varie condizioni croniche d’invecchiamento, come malattie cardio-vascolari, diabete, sarcopenia, fragilità, disabilità fisica e declino cognitivo.I più importanti fattori causali dell’infiam-mazione cronica e, in particolare, i pre-dittori principali dell’incremento di IL-6 (interleuchina-6) nelle persone anziane sono: aumento del BMI (Indice di Massa Corporea) e della circonferenza vita (WC),

più elevata incidenza di malattia e ridu-zione della deambulazione giornaliera.I test genomici non consentono di stabi-lire con certezza se, quando e a quale li-vello di gravità una persona si ammalerà. Sono però in grado di individuare i sog-getti per i quali il rischio di ammalarsi è significativamente più elevato.Un referto medico specialistico contiene quattro principali categorie d’informa-zioni:• Approfondimenti diagnostici - Esami cli-nici per la valutazione dello stato di salute;• Indicazioni su alimenti/principi attivi in-dispensabili;• Indicazioni su attività e stili di vita;• Trattamenti e terapie consigliati in accor-do con il proprio medico curante.La differenza tra sessi ci impone delle do-mande: uomo e donna devono avere lo stesso regime alimentare? Le dosi di vita-mine devono essere uguali nei due sessi? Stessi ormoni hanno effetti differenti?Inoltre, i nostri cervelli sono completa-

La longevità senza malattie croni-che associate all’invecchiamen-to sembra essere diventata una meta realistica. L’obiettivo che

l’uomo deve quindi cercare di conseguire è la conciliazione tra durata e qualità della vita.Essere giovani è una questione mentale e di stile di vita. Chi è naturalmente in forma fa molto movimento, cura l’alimentazio-ne, cura il proprio corpo come unità psico-fisica e utilizza rimedi naturali si mantiene cioè giovane all’interno, imparando ad accettarsi com’è, sempre, anche se invec-chia: questo il segreto.I temi della prevenzione e dell’invecchia-mento sono di estrema attualità in con-siderazione del sempre più alto interesse della classe medica all’Anti-Aging come movimento scientifico.Un approccio multidisciplinare e interpro-fessionale permette di affrontare situazio-ni complesse che meritano un approfon-dimento.

mente diversi nel loro funzionamento e nel modo di approvvigionarsi di energia.Tutte queste recenti scoperte avranno una notevole ripercussione sulla terapia e sulla prevenzione delle malattie.Il medico deve modulare le dosi secondo i sessi poichè uomo e donna sono diffe-renti:• Le donne hanno un’incidenza 6 volte su-periore rispetto agli uomini per le malat-tie della tiroide;• Il polmone femminile è molto più sen-sibile agli ormoni sessuali femminili che possono favorire il cancro del polmone;• Il testosterone ha un effetto antinfiam-matorio nell’uomo ma questo stesso ef-fetto nella donna dopo la menopausa ha azione infiammatoria;• L’estradiolo ha effetto protettivo sulle ar-terie nella donna prima della menopausa, mentre non ha assolutamente lo stesso effetto nell’uomo;• Uomini e donne sono molto differenti per quel che riguarda l’ipertensione arte-riosa.Dunque, il nostro approccio ai trattamenti ormonali, vitaminici e con integratori do-vrà modularsi in base al sesso e all’età.La PNEI è un modello di ricerca e d’inter-pretazione della salute e della malattia che vede l’organismo umano come un’u-nità strutturata e interconnessa, in cui i si-

stemi psichici e biologici si condizionano reciprocamente. Ciò fornisce la base per prospettare nuovi approcci integrati alla prevenzione e alla terapia delle più comu-ni malattie, soprattutto di tipo cronico e, al tempo stesso, configura la possibilità di andare oltre la storica contrapposizione filosofica tra mente e corpo nonché quel-la scientifica, novecentesca, tra medicina e psicologia, superandone i rispettivi ridu-zionismi che assegnano il corpo alla prima e la psiche alla seconda.Il 50% della popolazione dei paesi indu-strializzati è sovrappeso o obesa.

Per molto tempo abbiamo considerato il grasso come un settore di stoccaggio pressoché inerte. Sappiamo ora che si tratta di un organo estremamente vivo che influenza sfortunatamente il cervello, i reni, il cuore, ecc..Il grasso dialoga con tutto il sistema PNEI e può contribuire notevolmente alla no-stra rovina.Ecco la necessità di una nuova figura pro-fessionale che possa operare oltre la vi-sione olistica per raggiungere l’equilibrio interiore e una bellezza autentica in tutte le fasi della vita.

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prima della quarta decade di vita.Vi è poi una netta differenza sull’incidenza tra i due sessi, con un rischio di malattia nelle donne 2/3 volte superiore rispetto agli uomini. È difficile parlare di patogenesi (ovvero delle cause che provocano la trombosi ve-nosa) senza rendere omaggio a Rudolph Virchow, celebre anatomopatologo che con i suoi studi individuò, circa 150 anni fa, la così detta “Triade di Virchow”. Que-sta triade consiste nell’individuazione di fattori come ipercoagulabilità del sangue, lesione della parete venosa e rallenta-mento della circolazione sanguigna che, attivandosi reciprocamente, creano il trombo.

Riconoscere i fattori di rischio diuna malattia troppe volte sottovalutataper prevenirne i danni a tutte le età

Per definizione, la trombosi venosa profonda è la formazione di un coagulo all’interno di una vena della circolazione venosa pro-

fonda degli arti superiori e, ancora più frequentemente, degli arti inferiori. Tale evento provoca sia una spiccata reazione infiammatoria nel tratto di vena colpita, che si estende successivamente ai tessuti circostanti, sia un ostacolo alla circolazio-ne del sangue.Negli ultimi anni sono stati effettuati studi epidemiologici mirati che hanno rilevato come l’incidenza di tale patologia, che può colpire anche in età pediatrica, rap-presenti l’evento trombotico, non solo venoso ma anche arterioso, più frequente

Dott. Riccardo tomassini Chirurgo vascolare

Trombosi venosaprofonda:una patologiada non trascurare

Studi successivi hanno confermato que-sta ipotesi che, dopo un secolo e mezzo, rimane ancora oggi valida.Di notevole importanza sono anche i fattori di rischio che, interagendo con le alterazioni suddette, contribuiscono alla genesi della malattia.Questi fattori possono essere genetici (trombofilia ereditaria) o acquisiti (età, aumento di peso, malattie neoplastiche con la loro terapia radiante o antiblastica, malattie autoimmuni, malattie mediche, gravi alterazioni della deambulazione o allettamento prolungato).Da non sottovalutare sono anche gli in-terventi chirurgici, sia di chirurgia genera-le che ortopedica o ginecologica.Tipici del sesso femminile sono poi i ri-schi legati all’uso di contraccettivi orali, terapia ormonale sostitutiva, gravidanza e puerperio. Negli stadi precoci, specie se il paziente è immobilizzato, la trombosi può risultare

La trombosi venosaprofonda è la formazionedi un coagulo all’interno di una vena della circolazione venosa profonda degli arti superiori e inferiori.

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Attualmente, sia in caso di trombosi prossimali che distali, la terapia è stata rivoluzionata dalle EBPM, farmaci che hanno

un effetto terapeuticospiccatamente antitrombotico e scarsamente anticoagulante.

Vengono somministratisemplicemente per via

sottocutanea,direttamente a domiciliodal paziente e a dosi fisse

non frazionata e dei Trombolitici, farmaci poco maneggevoli e usati esclusivamente in ambito ospedaliero, e degli anticoagu-lanti orali.Attualmente, sia in caso di trombosi pros-simali che distali, la terapia è stata rivo-luzionata dalle EBPM. Si tratta di farmaci che utilizzano solo una frazione di peso molecolare inferiore ai 5.400 Dalton della grande molecola della Eparina e che han-no un effetto terapeutico spiccatamente antitrombotico e scarsamente anticoa-gulante, inibendo solamente il fattore X. Vengono somministrati semplicemente

per via sottocutanea, direttamente a do-micilio dal paziente e a dosi fisse adattate solamente in base al peso corporeo.Per concludere, riporto all’attenzione di voi lettori il titolo da cui siamo partiti “Trombosi venosa profonda: una patolo-gia da non trascurare”.Spero vivamente che quanto scritto possa contribuire ancora di più alla prevenzione di una malattia che, se trascurata o sotto-stimata, può arrecare gravi danni sia pre-coci che tardivi in ogni fascia di età (anche in quella giovanile).

asintomatica nel 60% dei casi. Partico-larmente a carico degli arti inferiori può presentarsi solamente con un senso di pesantezza dell’arto, accentuato poi dalla posizione eretta.In tutti gli altri casi una trombosi veno-sa profonda si manifesta con un dolore acuto nella sede di insorgenza aggravato dall’attività muscolare, con tumefazione più o meno accentuata al di sotto del gi-nocchio o di tutto l’arto, con leggera cia-nosi e febbre generalmente poco elevata accompagnata da tachicardia. Attualmente una diagnosi accurata e pre-coce di trombosi venosa profonda, sia nel paziente sintomatico che asintomatico con rischio aumentato, si può esegui-re con un elevato livello di specificità e sensibilità utilizzando l’Ecocolordoppler, il Power Doppler per lo studio dei flussi lenti e la C.U.S..Si tratta delle prime, e spesso uniche, in-dagini ultrasonografiche effettuate in as-sociazione ad un’analisi del sangue quale il D-Dimero, importante perché eseguibi-le in qualsiasi momento, che ha un’alta sensibilità ed un alto valore predittivo nei confronti dell’embolia polmonare.Fino agli inizi degli anni Ottanta la tera-pia della trombosi venosa profonda era legata soprattutto all’uso dell’Eparina

Giovedì 20 dicembre ha avuto luogo, presso il loft l’Ostien-se, il tradizionale party natalizio del The Club Roma, asso-ciazione senza fine di lucro fondata ormai più di quattro anni fa da un gruppo di giovani imprenditori e professioni-sti romani con l’obiettivo di creare un network all’insegna

dell’amicizia e della solidarietà tra i soci. La serata è stata dedicata alla raccolta fondi a favore di due asso-ciazioni capitoline, Luconlus e Kuore di Roma, entrambe impegnate nell’assistenza ai bambini. In partico-lare, il progetto che il The Club Roma ha deciso di sostenere a fa-vore di Luconlus riguarda la costruzione di un reparto di maternità completamente attrezzato per cercare di soddisfare le esigenze di parte della popolazione del vasto territorio africano del Togo, in cui le donne incinte non dispongono di nessuna struttura che le assista al momento del parto.Con l’associazione Kuore di Roma, invece, si è deciso di offrire soste-gno in ambito locale ai bambini in condizioni di fragilità economica e sociale, alle famiglie indigenti e agli anziani soli, sposando il Pro-getto Movimento Solidale Punto e a Capo, grazie al quale sono già stati creati 20 nuclei familiari domiciliati nel XVI Municipio di Roma.Il Vicesindaco Sveva Belviso, che ha partecipato alla serata, ha sotto-lineato l’importanza dell’impegno di realtà come il The Club Roma che rappresentano un’alternativa alla drastica riduzione di fondi destinati al sostegno delle persone disagiate attualmente a disposi-zione della Pubblica Amministrazione.Le sorelle Simona e Fiamma Izzo hanno condotto l’estrazione della lotteria che ha visto la vincita di ricchi premi, come settimane di vacanza offerte da noti tour operator, una bicicletta, un dipinto di Vincenzo Mar-siglia e tanti altri bellissimi premi come bottiglie di vino pregiato, pacchetti wellness, check-up medici, un Jamon Serrano e una maglia autografata del capitano della A.S. Roma Francesco Totti.La cena offerta ai numerosi ospiti presenti, proseguita con party e DJ set, ha visto la partecipazione di diversi VIP come Rosalinda Celentano, Enzo Salvi, Alma Manera, Simona Borioni, Christian Marazziti, Ricky Tognazzi accompagnato da Simona e dalle sorelle Fiamma e Giuppy Izzo, Dario Bandiera, Beppe Convertini, Roberta Scardola, Emanuela Aureli, Fanny Cadeo, Alex Partexano, Lallo Circosta e altri ancora. Hanno, inoltre, parte-cipato alcuni rappresentanti delle istituzioni come Piero Cucunato, Presidente della Commissione Riforme Istituzionali della Provincia di Roma, Massimiliano Maselli, Presidente di Sviluppo Lazio e Stefano Cuzzilla, Presidente del Fasi.La serata ha consentito di raccogliere un’importante cifra che verrà devoluta alle Onlus prescelte.

Curiose

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Beneficenza, divertimentoe tanti ospiti al partynatalizio del The Club Roma!

Problem Solving nelle relazionidi aiuto

Il cambiamento di prospettiva e la ricerca di nuove alternative per risolverei problemi e raggiungere gli obiettivi

le stesse vie, che sono quelle che in real-tà sostengono il problema. Per risolverlo dobbiamo, invece, cambiare qualcosa. È necessario inventare dei percorsi alter-nativi, nuovi, efficaci, per raggiungere i nostri obiettivi.Un processo di Problem Solving può esse-re suddiviso complessivamente in 4 fasi:• Identificazione del problema/obiettivo - Presuppone un atteggiamento osservati-vo o conoscitivo. Non si tratta però di co-noscenza logico-scientifica, ma di accesso agli aspetti più profondi della nostra vita, si tratta di ri-conoscere ed accettare i no-stri autentici bisogni, i nostri desideri, le nostre esigenze e, perché no, le nostre paure. • Generazione delle possibili soluzioni - È la fase più creativa del Problem Solving in quanto ha come scopo quello di gene-rare soluzioni possibili. In questa fase è importante lasciare la mente libera di col-legare tra loro elementi apparentemente lontani, avere accesso alle nostre risorse e formulare anche quelle ipotesi che nor-

Massimiliano della RoccaNaturopata,Counselor Psicosomatico 29

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malmente escluderemmo perché appa-rentemente poco realistiche o incompati-bili con le nostre idee di fondo.La ricerca di soluzioni, infatti, richiede a volte l’abbandono di alcune convinzioni che ci hanno guidato in precedenza, op-pure la loro integrazione o modifica. • Scelta, valutazione e pianificazione del-la soluzione - Ha lo scopo di produrre dei veri e propri piani di azione dettagliati. Presuppone un atteggiamento realistico e critico. Quando le idee diventano pro-getti, è importante valutare il loro grado di realismo, cioè il loro impatto con la realtà.• Esecuzione del piano e valutazione dei risultati - Lo scopo è di rendere effettivo il progetto; include la valutazione empirica della sua efficacia. È una fase caratterizza-ta da un atteggiamento mentale operati-vo, pratico, esecutivo. Il Problem Solving può essere quindi con-siderato l’arte di armonizzare le nostre parti creative con quelle osservative, realistiche e pratiche e di orientarle agli obiettivi che vogliamo raggiungere.

P’roblem Solving significa letteral-mente “risolvere problemi”.Il termine è stato utilizzato origi-nariamente soprattutto in riferi-

mento ai problemi logico-matematici, ma negli ultimi anni è stato adottato anche in ambito psicologico e nelle relazioni di aiuto.I problemi esistono in quanto esistono degli obiettivi.Quando ci rendiamo conto di avere un problema (sia perché ci accorgiamo di uno specifico ostacolo, sia perché vivia-mo uno stato di disagio) ci ritroviamo di fronte alla necessità, se vogliamo rag-giungere i nostri obiettivi, di cambiare qualcosa nel nostro modo di vedere, sen-tire e percepire la realtà.Se non ci accorgiamo di questa necessità si genera un opprimente paradosso: più rimaniamo ancorati all’ostacolo o al disa-gio, concentrandoci su di essi nel tentati-vo di trovare soluzioni, meno ci riusciamo. E ciò accade perché ripercorriamo men-talmente e con il comportamento sempre

MarilabUNIRE LE COMPETENZE PROFESSIONALI PER MIGLIORARE I SERVIZI

IN UN PERIODO IN CUI IL TEMPO È UNA RISORSA PREZIOSA IL GRUPPO MARILAB SOSTIENE I LAVORA-TORI CON UN SERVIZIO AD HOC PER LE AZIENDE

Il Gruppo Marilab, da sempre interessato a far fronte alle diverse esigenze dei cittadini, mette a disposizione dei lavoratori e delle imprese il servizio dei Check-Up Aziendali.Presso il poliambulatorio di Via Caffaro 137 è, infatti, presente un’area interamente dedicata allo svolgimento di questo servizio: sale d’attesa confortevoli, studi medici e uno staff di professio-nisti a completa disposizione in un ambiente elegante e cordiale. Durante la permanenza nel poliambulatorio, che terminerà nell’arco di una mattinata, saranno messi a disposizione i servizi di wi-fi, colazione e light brunch (in caso di visite prolungate). Il Check-Up rappresenta un vero e proprio benefit finalizzato alla prevenzione e alla diagnosi di eventuali patologie.

SERVIZIO AMBULANZA

Il Gruppo Marilab, in collaborazione con l’Associazione Onlus NOSE, mette a disposizione

il servizio di AMBULANZA per:

TRASPORTO SANITARIO • EVENTI SPORTIVI • MANIFESTAZIONI A CARATTERE LOCALE

Per info 06 56195133 / 333 2238026

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Il Gruppo Marilab si avvale della collaborazione di uno staff di specialisti con il quale sta instaurando un rapporto di reciprocità basato non solo sulla fiducia, ma anche sullo scambio di idee e punti di vista professionali volto al miglioramento dei servizi offerti alla clientela.Questo è il motivo per il quale, negli ultimi mesi, sono state convocate una serie di riunioni di settore con l’obiettivo di indivi-duare tutte le figure professionali che ruotano attorno ad una specifica tematica e di offrire una panoramica dettagliata a tutti i professionisti coinvolti. Conoscere i colleghi dello stesso reparto significa, infatti, poter mantenere il cliente all’interno delle strutture Marilab e indirizzarlo verso lo specialista più competente, generando sinergie e collaborazioni fruttuose ed evitando al paziente di perdere tempo alla ricerca di ciò di cui ha bisogno. Per il Gruppo è fondamentale poter gestire il cliente lungo un percorso interdisciplinare e poter ottimizzare al meglio le valide risorse mediche presenti nelle sue strutture.Durante tali incontri sono stati di fondamentale importanza lo scambio e la conoscenza approfondita di tutti i partecipanti, nonché l’individuazione di linee guida univoche da rispettare prima di definire l’iter che il paziente dovrà seguire. Fino ad ora, gli argomenti trattati hanno riguardato le branche di:• Ortopedia e Riabilitazione• Senologia• Disturbi dell’equilibrio• Medicina estetica• GinecologiaA questi meeting ne seguiranno molti altri per consentire ai titolari Marilab di individuare nuove aree in cui investire risorse e di calibrare meglio le scelte aziendali, sempre considerando il cliente come il punto fermo attorno al quale fare ruotare le decisioni finali.

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BIL GRUPPO MARILAB PARTNER DI ROMA CAPITALE PER IL PROGETTO “CARTA ROMA”

In un momento di crisi economica come quello attuale, Marilab rinnova il suo impegno in ambito sociale e diventa protagonista, assieme ad altri gruppi commerciali apparte-nenti a differenti categorie merceologiche, del progetto “Carta Roma”.L’iniziativa, promossa dall’Assessorato alle Politiche Sociali di Roma Capitale, è rivolta ai cittadini romani appar-tenenti alle fasce sociali più deboli (pensionati e famiglie con minori a carico) e prevede l’utilizzo di una card circuito VISA, creata in collaborazione con Poste Italiane, nominativa, prepagata e ricaricabile. Tale carta consentirà al possessore di usufru-ire di sconti e agevolazioni sugli acquisti effettuati presso i partner facenti parte del circuito.In questo progetto di notevole rilevanza dal punto di vista sociale, il Gruppo Marilab si inserisce mettendo a disposizione i propri servizi a prezzi economicamente vantaggiosi, mantenendo la qualità e la professionalità che lo hanno sempre con-traddistinto.

MARILAB ALLA TOTTI SOCCER SCHOOL PER L’INAUGURAZIONE DELLA STAGIONE CON FRANCESCO TOTTI

Il capitano della A.S. Roma ha inaugurato la stagione 2012-2013 della Totti Soc-cer School con oltre 500 ragazzi coinvolti tra settore agonistico e scuola calcio e oltre mille presenti al Centro Sportivo Longarina.Francesco Totti si è intrattenuto dall’inizio alla fine con i tanti piccoli calciatori in erba tra foto, sorrisi e abbracci, in una giornata che gli stessi ragazzi difficil-mente potranno dimenticare. A suonare le note della presentazione la banda musicale di Ostia Antica, che ha scandito i tempi all’ingresso in campo dei piccoli della scuola calcio e del setto-re agonistico e, tra una presentazione e l’altra, la nazionale di calcio freestlyle a intrattenere gli ospiti.Tanti i personaggi intervenuti, come Gianni Rivera (Presidente Nazionale FIGC - Settore Giovanile Scolastico), Monica Picca (Presidente Commissione Cultura e Politiche giovanili XIII Municipio) e Giancarlo Innocenzi (Assessore allo Sport del XIII Municipio).Marilab, partner della Totti Soccer School per la medicina sportiva, non poteva mancare a questa importante inaugurazione; il Dott. Luca Marino ha dunque presentato ai microfoni l’azienda e ha parlato dell’importanza che riveste l’assi-stenza sanitaria in strutture professionistiche non solo per gli atleti, ma anche per i familiari degli associati della scuola calcio.

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troppe persone che utilizzano le strutture sanitarie impropriamente perché non c’è una corretta integrazione socio-sanitaria, penso per esempio ai casi che riguardano anziani soli o difficoltà legate ad handi-cap. Troppi interlocutori equivalgono a nessuno se il sistema non funziona con un’adeguata presa in carico anche del sociale. Si moltiplicano i servizi o, maga-ri, i camper che fanno analisi e controlli spesso non utili. La Regione sperpera così risorse mentre occorrerebbe ottimizzarle e abbiamo ancora molto da fare in questo senso. Non da ultimo, c’è la necessità di porre attenzione alla salute delle donne, settore in cui negli ultimi tempi la nostra città e la nostra Regione hanno registrato una regressione insensata. Penso al de-potenziamento dei consultori, alla Legge Tarzia che fortunatamente non è entrata in vigore. Prendiamo, per esempio, il caso dell’aborto terapeutico tutelato dalla Leg-ge 194. A Frosinone, Rieti e Viterbo non è possibile praticarlo e le donne si rivolgo-no a Roma dove solo 10 strutture su 31 ammettono l’aborto e il 91% dei medici è costituito da obiettori di coscienza. È evi-dente che ciò costituisce un campanello d’allarme e la situazione va recuperata. Le donne devono poter riacquisire i propri diritti tramite il servizio pubblico, senza aver l’obbligo di rivolgersi al privato.

“Vogliamo una sanitáa km zero”

Quale pensa sia lo stato della sanità nella Capitale?Ormai la cattiva gestione del piano di rientro dal debito

operata dalla Regione Lazio e targata Polverini sta facendo sentire i suoi effetti devastanti. L’aver tagliato troppi servizi nel territorio provinciale ha portato ad un affollamento degli ospedali romani e, so-prattutto, dei Pronto Soccorso, che sono diventati dei gironi infernali di degenza vera e propria, mentre dovrebbero recu-perare il ruolo originario, ovvero gestire le emergenze. A Roma c’è una situazione anomala per cui, per un CTO chiuso dove tuttavia è ancora operativa la piazzola per l’atterraggio dell’eliambulanza, abbiamo un San Camillo dove la stessa piazzola stenta ad essere attivata.

Quali sono stati meriti e demeriti della politica regionale in questi due anni di governo?I tagli operati dalla Giunta Polverini han-no sicuramente dimezzato il disavanzo, oggi pari a 800 milioni, ma è evidente che la spesa pubblica è stata ridotta operan-do tagli drastici nei servizi, senza un pro-gramma integrato che tenesse conto del blocco delle assunzioni per il personale medico e gli infermieri, dei mancati rin-novi contrattuali, dei problemi endemici

Intervista a Emanuela Droghei,responsabile per le Politiche Sociali e Salute

del Pd Roma

della sanità. In questo modo si è letteral-mente uccisa la medicina del territorio e i cittadini stanno pagando un prezzo troppo alto che non possono permettersi. Il flusso di persone che dalla Provincia si riversa a Roma non è sostenibile.

Può la sanità pubblica interagire con quella privata?Nel Lazio c’è una forte presenza di priva-to e di privato convenzionato. Avevamo esempi felici come il Campus Biomedico o il Santa Lucia, dove i servizi di qualità sono certificati e rispondono a standard pubblici, ma è evidente che il privato costituisce un valore aggiunto quando è ben gestito. La sensazione che ho è che la politica regionale abbia preferito i rap-porti clientelari alle valutazioni di qualità.

Quale pensa sia la ricetta migliore per rilanciare il comparto locale?Una sanità che parta dal territorio, una maggiore integrazione socio-sanitaria e un’attenzione particolare alla salute del-le donne. La salute deve essere a portata di cittadino quindi abbiamo bisogno di una sanità che potremmo definire a km zero. Abbiamo visto che esistono molti medici che vogliono organizzarsi creando presidi territoriali aperti tutto il giorno. Bisogna poter fare rete. Inoltre ci sono

di Chiara Corso

Regione Lazio da ristrutturare attraverso una salute che parta dal territorio, l’integrazione socio-sanitaria

e la maggiore attenzione alle donne35 anni, fin da giovanissima politicamente impegnata, Emanuela Droghei è oggi responsa-bile per le Politiche Sociali e Salute del Pd romano.

Purtroppo, da decenni non si ha il corag-gio di fare investimenti in questo senso. Se poi vogliamo fare un discorso più ge-nerale, una vera rivoluzione del sistema sarebbe il potenziamento dell’assistenza domiciliare per malati cronici ed anziani e il conseguente svuotamento delle corsie ospedaliere.

Potenziare l’assistenza domiciliare

Quale pensa sia lo stato della sanità nella nostra città?A Roma abbiamo sicuramen-te grandi punti di eccellenza,

ma per il resto la situazione è drammatica. Trovarsi bene o male troppo spesso per i malati è una questione di fortuna. Pensia-mo solo ai tempi di attesa: è inaccettabile, per un paese civile, che si debbano aspet-tare mesi e mesi per un esame o una visita specializzata, o attendere giornate intere nei Pronto Soccorso.

Come definirebbe le politiche portate avanti dalla Regione Lazio in questi due anni di governo? Quali i punti di merito, quali gli sbagli?Si vive una vera emergenza. Purtroppo la governatrice Polverini dal suo insedia-mento non ha avuto nemmeno la possibi-lità di nominare un assessore, dato che la Sanità del Lazio è commissariata dai tem-

Intervista al capogruppo Udc di Roma Capitale Alessandro Onorato

pi di Marrazzo. I tagli, per quanto ragionati e ponderati, sono stati obbligati da que-sta. Il lato positivo è che si è cominciato a intaccare alcuni santuari, come baronati e strutture private, ma servirebbe più co-raggio anche in questo. Certo oggi, senza governo regionale e in attesa delle elezioni, la situazione conti-nua a peggiorare.

Può il settore pubblico interagire col pri-vato e viceversa?Assolutamente sì. Il privato convenziona-to è fondamentale per snellire i tempi ed è un ausilio per la sanità pubblica che di fatto rende più efficace l’intero settore. Ma la sanità pubblica è insostituibile: rap-presenta un pilastro del nostro Paese e un sistema verso cui si stanno muovendo anche nazioni storicamente votate al pri-vato, come gli Stati Uniti.

Quale pensa sia la ricetta per rilanciare il comparto sanitario locale?A Roma ci sono casi eclatanti che an-drebbero risolti al più presto. Penso, per esempio, al dramma dell’ospedale Grassi di Ostia: il potenziamento della struttura non è più rinviabile, soprattutto conside-rando il bacino d’utenza e l’estensione del territorio a cui fa riferimento.

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di C. C.

Per rivoluzionare il sistema sanitario lazialeoccorre sostenere i malati cronici e gli anzianigarantendo lo svuotamento delle corsie ospedaliere

Alessandro Onorato, classe 1980, è oggi ca-pogruppo Udc al Comune di Roma e tra i promotori dell’associazione culturale Cam-biare Davvero, nata nel 2011 per elaborare proposte concrete che siano di spunto per costruire una nuova alternativa politica ita-liana.

Per informazioni06 56195144 - 393 3329631

CLASSIFICA DOPO IL GIRONE DI ANDATA:

Bra 24, Amsicora Cagliari 21, Bonomi 17,De Sisti ACEA Roma 15 , Suelli 14 , Valverde 10,Tevere e Cus Cagliari 9, Catania* 4,Cernusco* 2 (*Una partita in meno)

De Sisti ACEA Roma - H. CernuscoSG Amsicora - De Sisti ACEA RomaPol. Valverde - De Sisti ACEA RomaCus Catania - De Sisti ACEA RomaDe Sisti ACEA Roma - Più Unica P. BonomiDe Sisti ACEA Roma - ASD Tevere Eur H.De Sisti ACEA Roma - Cus CagliariH.C. Bra - De Sisti ACEA Roma HC Suelli - De Sisti ACEA Roma

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Bene l’ACEA San Saba, poco continua laDe Sisti ACEA Roma.Dopo la pausa invernale,dedicata all’indoor,si riprende a marzo

Sono ripartiti ad ottobre i campionati di hockey sul prato, sempre con le due squadre romane dell’ACEA San Saba, femminile, e della De Si-sti Acea Roma, maschile, in grande evidenza. Tante le novità nelle due formazioni legate alla Marilab, con cui da anni esiste una solida partner-

ship per la parte medico sportiva e gli accertamenti, temi di grande importanza in squadre agonistiche di alto livello. La Libertas San Saba femminile ha presentato una squadra ringiovanita nei ran-ghi e guidata da un nuovo coach: Mirko Chionna. Le ragazze sono partite con umiltà, crescendo partita dopo partita fino a raggiungere, nell’ultimo turno, la vetta della classifica, conquistando il “platonico” titolo di campione d’inverno. Anche per l’Hockey Club Roma cambio di coach, con squadra affidata ad Andrea Rossi, e cammino altalenante con luci ed ombre, frutto del cambio generazio-nale in atto nella squadra e dei nuovi schemi provati dal coach e non sempre interpretati alla perfezione dalla squadra. Alla fine di novembre c’è stato il passaggio dalla stagione all’aperto a quella dedicata all’indoor. Si tornerà a giocare sul sintetico delle Tre Fontane da metà febbraio, dove riprenderanno anche i corsi del Centro Giovanile. A disposizione dei giovani e delle giovani interessati i migliori allenatori giovanili della società come Pato Mongiano e Lilian Kimeu. Per informazioni si può scrivere a [email protected] o telefonare al 348 5551094 oppure 347 7833860.

Elisabetta Pacella ed Aldana Lovagnini

la De Sisti ACEA Roma in campionato con il Cus Cagliari

CLASSIFICA DOPO IL GIRONE DI ANDATA:

ACEA San Saba Roma 16, Lorenzoni Bra 15,Amsicora C agliari 12, Cus Pisa 10,Ferrini Cagliari e Catania 3, Villafranca 0

Conclusala prima parte dei campionati

L’ACEA Libertas San Saba Roma

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ACEA San Saba Roma - Ferrini CagliariAmsicora Cagliari - ACEA San Saba RomaACEA San Saba Roma - Villafranca ACEA San Saba Roma - Cus Pisa

Catania - ACEA San Saba RomaLorenzoni Bra - ACEA San Saba Roma

3 - 10 - 13 - 02 - 21 - 20 - 1