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Cuore e Trombosi opinione comune che le malattie cardiovascolari siano state ormai battute: siamo diventati più bravi nel riconoscerle e nel curarle, molti malati colpiti da Infarto vengono salvati, molti Ictus possono essere evitati. Grazie alla ricerca scientifica. La vita dei pazienti si è allungata, ed è migliorata, ma non per tutti: troppi continuano ad essere colpiti, e avrebbero potuto evitarlo. La nostra battaglia non è vinta: Infarto, Ictus, Trombosi ed Embolia sono ancora oggi la prima causa di morte e di grave invalidità in Italia. Sono più probabili negli uomini al di sopra dei cinquant’anni e nelle donne sopra i sessanta. Ma colpiscono sempre più spesso anche i giovani e perfino i bambini. Eppure le malattie cardiovascolari possono essere riconosciute, curate e guarite, e soprattutto evitate, grazie ad una corretta informazione. Ma serve uno stile di vita sano: così preveniamo anche cancro e osteoporosi. Prevenire significa fare il possibile per mantenersi in salute, non per una vita più lunga, ma per una migliore qualità della vita che ci è concessa. Abbiamo fatto molto, tutti insieme: ma non basta Per quello che abbiamo ottenuto dobbiamo dire grazie a tutti coloro che ci hanno creduto, e hanno investito risorse, tempo e conoscenza nella ricerca scientifica. E a voi che avete continuato a sostenere ALT in questi anni, che con la vostra generosità, e con il vostro ascolto ci aiutate a combattere questa battaglia giorno dopo giorno. Grazie di cuore! Il Presidente Lidia Rota Vender ALT - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - Onlus IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP DI ROSERIO – MILANO PER RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI Periodico quadrimestrale - N. 67 - dicembre 2009 - Poste Italiane s.p.a.- Sped. in Abb. P.- D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB Milano È

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Cuoree Trombosi

opinione comune che le malattie cardiovascolari siano state ormai battute: siamo diventati più bravinel riconoscerle e nel curarle, molti malati colpiti

da Infarto vengono salvati, molti Ictus possono essere evitati. Grazie alla ricerca scientifica.

La vita dei pazienti si è allungata, ed è migliorata, ma non per tutti:troppi continuano ad essere colpiti, e avrebbero potuto evitarlo.

La nostra battaglia non è vinta:Infarto, Ictus, Trombosi ed Embolia sono ancora oggi la prima causa di morte e di grave invalidità in Italia.

Sono più probabili negli uomini al di sopra dei cinquant’anni

e nelle donne sopra i sessanta.

Ma colpiscono sempre più spesso anche i giovani e perfino i bambini. Eppure le malattie cardiovascolari possono essere riconosciute, curate e guarite,

e soprattutto evitate, grazie ad una corretta informazione.Ma serve uno stile di vita sano: così preveniamo anche cancro e osteoporosi.

Prevenire significa fare il possibile per mantenersi in salute,non per una vita più lunga, ma per una migliore qualità

della vita che ci è concessa.Abbiamo fatto molto, tutti insieme: ma non basta

Per quello che abbiamo ottenuto dobbiamo dire graziea tutti coloro che ci hanno creduto,

e hanno investito risorse, tempo e conoscenza nella ricerca scientifica.E a voi che avete continuato a sostenere ALT in questi anni,

che con la vostra generosità, e con il vostro ascoltoci aiutate a combattere questa battaglia giorno dopo giorno.

Grazie di cuore!

Il PresidenteLidia Rota Vender

ALT - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - Onlus

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Perché parliamo del cuore?

Il nostro cuore incomincia aformarsi e a funzionare dalmomento in cui comincia lanostra vita all’interno del-l’utero di nostra madre: da quelmomento lavora senza un atti-mo di tregua, per tutta la vita.Come tutti gli organi del nostrocorpo, il cuore subisce la natu-rale usura del tempo, cheaccelera per colpa di fattoritossici, come il fumo, i grassi, imicrobi, l’ipertensione, il dia-bete, la pigrizia.

Che cos’è il cuore?

Il cuore è un motore, unapompa, un muscolo che simuove automaticamente, co -mandato dal cervello, in mo docontinuo e armonioso: bat tepiù rapidamente quando ser ve,rallenta quando è a riposo. Ilcuore allenato degli atleti battepiù lentamente, il cuore di chisi emoziona o si affatica battepiù rapidamente.Il cuore fa circolare il sangue:richiama dalle vene il sanguecarico di scorie e di sostanzetossiche e attraverso le arterielo spinge a purificarsi nei pol-moni, e da lì in tutto l’organi -

smo, a portare ossigeno e nutri-mento a tutte le cellule, anchele più lontane.

Com’è fatto?

Il cuore è un organo cavo, divi-so in due parti, destra e sinistra,da una membrana (setto), chesepara il sangue “pulito” dalsangue “sporco”: ogni parte è asua volta divisa in due camere,quella superiore chiamata a trioe quella inferiore chiamata ven-tricolo. All’interno del cuo re levalvole co strin gono il sangue aprocedere in una sola direzione:si chiama no aortica, mitralica,tricuspide, polmonare.

Il cuore si  ammala?

Come tutti i motori, il cuorepuò essere difettoso fin dallanascita (cardiopatie congenite)oppure ammalarsi nel tempo.Può ammalarsi la parete (mio-cardite o miocardiopatia), unavalvola (endocardite), puòdilatarsi perdendo forza (car-diopatia dilatativa), può alter-arsi il sistema elettrico (arit-mia, fibrillazione atriale, flut-ter), possono ammalarsi lecoronarie, arterie che portano

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Cuore eTrombosi

ANNO XIX - N. 67

Dicembre 2009

Direttore responsabileClaudia Rota

Testi diLidia Rota VenderMarina TrovòViola Dapiaggi

EditoreALT - Associazioneper la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - OnlusVia L. da Viadana, 520122 Milanotel. 02 58.32.50.28fax 02 [email protected]

Comitato scientificoValentin FusterZaverio M. RuggeriJohn MartinIrwin H. RosenbergGiorgio AgrifoglioRosario BrancatoAngelo BranziMarco CattaneoSergio CoccheriGaetano CrepaldiGiovanni de GaetanoLeandro GennariGian Franco GensiniAdalberto GrossiDaniela MariRoberto Sterzi

Segreteria scientificaMarco MoiaFrancesco Saverio DioguardiElena Maria Faioni

Realizzazione editorialeStampaLeva Arti Grafiche S.p.AViale Edison, 60520099 Sesto San Giovanni

Abbonamento annuo 17 euroc/c postale n. 50 29 42 06

In questo numero:

Cuore eTrombosi 2

Una finestra sull’Europa 28

Lavori in corso 29

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nutrimento al cuore stesso (angina, infarto,ischemia).

Che cos’è il sistema elettrico?

E’ un insieme di fili molto sottili, prolunga-mento delle cellule nervose che si trovanonel cervello, che trasmettono al cuore unimpulso elettrico grazie al quale il cuore sirilascia e si contrae. Se il ritmo non è perfetto, l’azione di pompadiventa meno efficace, il cuore deve lavorarecon più fatica per spingere il sangue nei dis-tretti più lontani. Quando il cuore aumenta il ritmo, sentiamoil “cuore in gola” o il “batticuore”: i medicilo definiscono cardiopalmo. Il cardiopalmoè un sintomo e non una malattia. Il cuore puòaccelerare il battito mantenendo un ritmoregolare (tachicardia), oppure può assu -

mere un ritmo scomposto(extrasistoli, aritmia).

Che cosa sono le coronarie?

Sono le arterie che nutronoil muscolo cardiaco portan-dogli ossigeno e carburanteperché si muova corretta-mente.

Che cos’è l’aorta?

È l’arteria più grande e piùimportante dell’organismo:esce direttamente dal cuoree come un albero mandarami fino alle parti più lon-tane. Le arterie contengono

sangue rosso vivo, ricco di ossigeno.

Che cosa sono le vene?

Sono i vasi nei quali scorre il sangue chetorna verso il cuore per ripulirsi: conten gonosangue scuro, povero di ossigeno e carico diani dride carbonica, e fanno il percorso inver-so rispetto alle arterie. La più grande si chia-ma vena cava.

Arterie e vene sono uguali?

NO: sono canali, che costi tuiscono il sistemaidraulico dell’organismo, ma non sono iden-tiche. Le arterie sono forti ed elastiche: sop-portano la pressione con la quale il cuorepompa il sangue, e hanno una parete internamolto sofisticata, chiamata endotelio, che

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Associazione per la Lotta alla Trombosi

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Associazione per la Lotta alla Trombosi

isola il sangue dal resto delle cellule. Quandol’endotelio si rompe, o si ammala, si crea unafessura attraverso la quale il sangue viene incontatto con il tessuto di sostegno dell’en-dotelio (collagene, connettivo): e inizia ilfenomeno della Trombosi.Le vene sopportano una pressione minore,sono meno robuste, e contengono valvoleche facilitano il ritorno del sangue verso ilcuore: se il ritorno del sangue al cuore è resopiù difficile da ostacoli (il grasso sull’ad-dome, la gravidanza) o le pareti perdonoelasticità (invecchiamento, terapie ormonali)il sangue ristagna, le valvole soffrono e siformano le varici.Il rallentamento della circolazione pre-dispone alla formazione di Trom bi nellevene.Le vene non si ammalano di aterosclerosi, learterie non hanno varici. 

Che cos’è la Trombosi?

È il fenomeno che permette al sangue liqui-do di diventare gel, formando un coagulonecessario per fermare una emorragia oguarire una ferita. È un fenomeno che si veri fica con buoneintenzioni: ma quando si forma dentro un’ar-teria ostruisce il passaggio del sangue eriduce l’apporto di ossigeno alle cellule,provocandone sofferenza e mor te (ische -mia). Quando si forma dentro una vena rallenta ilfluire del sangue che ristagna nelle parti piùlontane dal cuore (Trombosi venosa).

Il cuore: chi lo cura?

Quando si usa il termine “malattie cardio-vascolari” ci si riferisce non solo alle malat-tie del cuore, ma anche alle malattie dei vasi

(arterie e vene) che provocano sofferenza ditutti gli organi. Sotto questa etichetta ven-gono raggruppate oggi Infarto, Ictus, Aneu -rismi, Arteriopatia periferica, Arteriti, Trom -bosi arteriose e venose, Tromboflebiti, Em -bolia, Aterosclerosi. Le malattie cardiovascolari sono stretta-mente legate all’invecchiamento: sono sem-pre più probabili man mano che l’età avanza,ma colpiscono sempre più spesso ancheuomini e donne assai giovani. Non rispar -miano nemmeno i bambini.Il cardiologo clinico è il medico che studia econosce il cuore: sa come mantenerlo in“forma”, sa riconoscere difetti del ritmo, isegni o i sintomi di malattia delle coronarieo delle valvole. Sa usare i farmaci che pro-teggono il cuore, i farmaci che normalizzanouna pressione del sangue troppo elevata, ifarmaci che abbassano il colesterolo, i far-maci che ridanno efficienza a un cuore pocoefficiente. Quando il cuore presenta difetti già allanascita (cardiopatie congenite) interviene ilcardiochirurgo, che grazie ai progressi fattida questa arte negli ultimi trent’anni spessoriesce a correggerli già nei primissimi giornidi vita. Il cardiochirurgo ha rivoluzionato la vita deipazienti colpiti da malattia coronarica: sca -val cando la parte di coronaria malata con unbypass, riesce a garantire un afflusso disangue costante ed efficace alla parte dicuore colpita o a rischio di infarto. L’invenzione delle valvole cardiache mecca-niche gli permette di sostituire quelle malateo usurate dal tempo e di ridare al cuore la suafunzione. L’Unità Coronarica è una struttura ospe -daliera specializzata che offre le cure piùavanzate ed efficaci ai pazienti colpiti dainfarto, angina, ischemia. Grazie al progres-so della cardiologia oggi molte delle personecolpite da infarto sono curate.

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ALT ha dato il  suo contributo alla diffusionedella consapevolezza che il nostro cuorepuò essere mantenuto in salute, purché cisi pensi e ci si occupi della sua “manuten-zione” fin da bambini.

Che cos’è la malattia coronarica?

Le coronarie sono le arterie che nutrono ilcuore. Come tutte le altre arterie dell’orga -nismo possono ammalarsi di aterosclerosi,chiudersi in parte o completamente per lapresenza di un Trombo, e ridurre in parte ocompletamente l’apporto di ossigeno allecellule del muscolo cardiaco: senza ossigenoil muscolo muore (Infarto). Le coronarie possono chiudersi molto lenta-mente: la progressiva riduzione dell’apportodi ossigeno provoca angina, dolore al petto,che può insorgere per sforzi anche lievi oaddirittura a riposo, può partire dallo sterno eirradiarsi alla spalla sinistra o al collo, allamandibola, alle spalle, non sempre rico no -scibile, spesso scambiato per dolore reumati-co o intercostale. Spesso questo dolore viene trascurato, o sot-tovalutato, e si ritarda la diagnosi e la cura.Se l’occlusione della coronaria avviene inmodo rapido e aggressivo il dolore è moltopiù forte: il paziente lo descrive come unmasso sul petto, o una coltellata, che toglieil respiro, tanto grave da chiamare immedi-atamente il 118 e chiedere soccorso: questosalva spesso la vita a chi è colpito da infarto.

Che cos’è la placca aterosclerotica?

È una ferita sull’endotelio che riveste laparete interna delle arterie: i grassi che scor-rono nel sangue infiltrano la parete chereagisce infiammandosi, su questa ferita siforma un Trombo, che dovrebbe provvedere

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Il cardiologo emodinamista con l’angio -pla stica coronarica è in grado di riaprire lecoronarie chiuse da un Trombo o colpite daAterosclerosi, anche grazie a retine metal-liche (stent)  che mantengono aperto il lumedella coronaria malata: l’emodinamista èl’idraulico del cuore.Il cardiologo elettrofisiologo studia il siste -ma elettrico del cuore: i fili che trasmettonoal cuore l’impulso a battere provengonodirettamente dalle cellule del cervello e scor-rono all’interno del muscolo cardiaco; se siinterrompono, o invecchiano, o vengono sti-rati o compressi da un cuore ingrandito oinspessito possono provocare aritmia (fibril-lazione e flutter). L’elettrofisiologo è l’elet-tricista del cuore: cercare il punto che general’impulso elettrico anomalo e correggerlo ècompito suo. A volte impianta un pace ma ker, un segnapassi che costringe il cuore a mantenere unritmo corretto, a volte un defibrillatore, cheinterviene solo nel caso in cui il cuore fibril-la troppo rapidamente.Il medico di famiglia è il primo interlocu-tore di chi è malato ma anche di chi è sano,conosce il paziente e la sua storia famigliare,è in grado di prevenire e assistere chi è a ris-chio o è stato colpito da malattie cardiova -scolari dopo che è stato dimesso dal-l’ospedale. Segue il paziente nella correzione dei fattoridi rischio, nella regolazione della pressionedel sangue e del livello del colesterolo, nellacura del diabete. E identifica presto ifamigliari consanguinei che rischiano diammalarsi.Gli scienziati studiano e scoprono ognigiorno i meccanismi che determinano lamalattie cardiovascolari.L’industria delle biotecnologie e dei far-maci ha studiato dispositivi sempre più effi-caci e farmaci che salvano la vita e la miglio-rano.

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a guarirla, ma riduce il passaggio del sangue.Dal Trombo si possono staccare frammenti(Emboli) che vanno in periferia: al cervello,chiudendo le piccole arterie che nutrono lecellule nervose e provocando un Ictus, allegambe o alle braccia, provocando Ischemia,al rene, provocando Infarto renale, a qua -lunque organo, causando la morte della zonacolpita.

Che cosa sono le carotidi?

Sono le arterie che portano il sangue dal-l’aorta fino al cervello: scorrono sotto i mus-coli del collo,  si ammalano di aterosclerosicome tutte le arterie, e non “fanno male”quando si ammalano. Se dalla placcaaterosclerotica che si forma sulla pareteinterna si stacca un frammento di Tromboquesto provoca l’Ictus cerebrale.

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Che cosa sono i TIA?

Sono attacchi ischemici cerebrali transitori:piccoli ictus causati dal distacco di frammen-ti di placca aterosclerotica sull’aorta o sullecarotidi o da microemboli che partono da uncuore malato o fibrillante e finiscono alcervello. Sono campanelli d’allarme chenon dovrebbero mai essere sottovalutati, per-ché segna lano che prima o poi arriverà unIctus  vero e proprio.

Il cervello:una centrale elettrica

Il cervello è come un enorme quadro elettri-co sul quale ci sono molti pulsanti: ognigruppo di pulsanti governa una funzione(linguaggio, pensiero, emotività, movimen-to, sensibilità etc), alcuni pulsanti sono di ri -serva. Se alcuni pulsanti si spengono, la fun-zione si perde, se l’interruzione di corrente èsolo temporanea la funzione riprende: questoè quello che accade per un TIA. Se l’interruzione di corrente è definitiva, lafunzione è persa (Ictus), e dovrà essere recu-perata insegnando ai pulsanti di riserva asvolgerla (fisioterapia e riabilitazione).

C’è relazione fra coronarie e carotidi?

Tutte le arterie del nostro corpo sono fattedella stessa “pasta”: abbiamo ereditato dainostri genitori i codici secondo i quali le no -stre arterie invecchieranno. Ma possiamo rallentare o accelerare il pro -cesso di invecchiamento con le nostre mani,o meglio con le nostre abitudini di vita.  Sovrappeso, fumo, stress, pigrizia, eccessodi grassi nel sangue, pressione del sanguemal controllata, diabete possono ridurrel’aspettativa di vita e accelerare la malattia.

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Che cos’è l’aterosclerosi?

L’aterosclerosi è la malattia che colpisce learterie: può essere lenta e subdola, oppureaggressiva. Colpisce tutte le arterie, maalcune danno segni di malattia prima dellealtre. Le coronarie sono arterie piccole, equando si ammalano possono dare dolore(angina): se una persona ha le coronariemalate, pro babilmente avrà malattia atero -sclerotica anche in altre arterie, come le caro-tidi. L’aterosclerosi non può essere curata, mapuò essere fermata. Se si impedisce che soprala placca aterosclerotica si formi un Trombo,i danni legati all’aterosclerosi potrannoessere limitati: i farmaci antitrombotici ser-vono a questo.

Le malattie delle arterie

Si definiscono e si manifestano in tanti modi:aterosclerosi o arteriosclerosi, placcheaterosclerotiche, restringimenti (stenosi),dilatazioni (aneurismi): sono termini diver-si per definire la sofferenza, l’infiammazionedella parete interna (endotelio) delle arterie.Quando un’arteria si ammala, il sanguedeposita sulla parte malata sostanze che por-tano alla formazione di un Trombo: ilTrombo può sciogliersi da solo, oppure puòestendersi e chiudere definitivamente l’arte-ria provocando la morte della parte di organoche essa irrorava, può frammentarsi e provo-

care Embolia (cerebrale, periferica) e mortedi un organo distante dall’arteria malata.

Quali sono le cause dell’aterosclerosi?

Aterosclerosi e Trombosi sono malattie disquadra: i complici della squadra sonol’ipertensione, il diabete, il colesterolo eleva-to, la predisposizione familiare, lo stress, ilfumo, l’obesità, l’inattività fisica. Alcunipossono essere neutralizzati, di altri pos -siamo solo tener conto.

Come si evita la malattia coronarica?

Non esistono formule magiche per prevenirequesta malattia, esistono invece comporta-menti corretti che ne ostacolano lo sviluppoe migliorano la qualità e la durata della vita.Occorre neutralizzare, uno per uno, i com-plici della squadra: mantenere un buon li -vello di pressione arteriosa, di colesterolo, diglicemia, di trigliceridi, muoversi di più,fumare meno, controllare il peso. Quando lostile di vita sano non basta, si deve inter-venire con i farmaci, e usarli bene.

Infarto

Che cos’è?

L’Infarto è la conseguenza dellachiusura totale o parziale di un ramodelle arterie coronarie. È causato da uno spasmo del vasoma quasi sempre dalla presenza diun Trombo: se le coronarie non svol-gono il loro compito di nutrire ilmuscolo cardiaco una parte delcuore non riceve più sangue, quindimuore (Infarto).

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Trombo in arteria.

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Quali sono i sintomi?

• Sensazione di pressione o costrizione alcentro del petto.

• Dolore che dal petto si estende fino allaspalla, al collo o alle braccia, alla mandi-bola.

• Sudore e senso di malessere, di vuoto allatesta.

• Svenimento, nausea o la mancanza di re - spi ro.

Che cosa fare?

Chiamare subito il 118 o il numero d’emer-genza della propria città. Non bisognaaspettare: se necessario, per ridurre i tempi, èmeglio portare la persona colpita in ospedalecon la macchina. Chi è colpito da Infarto non deve assoluta-mente guidare, ma farsi portare al più vici-no centro medico in cui può tro vare assis-tenza. Metà delle persone che han no unattacco di cuore aspettano più di due oreprima di chiedere aiuto: è troppo, il tempoè cuore. Tutti dovrebbero imparare ariconoscere i sintomi dell’infarto e agirerapidamente.

Come si previene?

• Non fumare.• Misurare e regolarizzare la pressione del

sangue.• Mangiare con meno sale e meno grassi:

mangiare meno!• Fare attività fisica tutti i giorni.• Controllare e ridurre il peso corporeo.• Controllare la glicemia e curare il diabete.• Seguire i consigli del medico e assumere

correttamente i farmaci prescritti.• Eseguire controlli periodici dal medico.    

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Chi ha avuto un Infarto sarà malato per sempre?

NO: ma dovrà avere maggior rispetto per lapropria salute. Chi è stato colpito deveseguire le indicazioni del proprio medico, emodificare abitudini pericolose imparando avivere in modo più sano. Potrà riprendere ilproprio lavoro, guidare nuovamente lamacchina e ad avere una normale attività ses-suale: ma con più “stile”. A volte la moti-vazione viene da una semplice sosta di fronteallo specchio, magari mettendosi di profilo. Edovrà imparare a ricono scere i sintomi cheindicano pericolo. Abituarsi a mangiare inmodo più sano, con meno grassi, più frutta everdura, meno sale, a fare attività fisica tutti igiorni e smettere di fumare.

Chi ha sofferto di Infarto può praticare attività fisica?

Sì, ma deve riprendere con gradualità: pertutti, ma a maggior ragione per chi ha soffer-to di cardiopatia ischemica recente, l’intensitàe la durata dell’esercizio fisico devonoaumentare gradualmente a partire dai livellipiù bassi. Il medico stabilirà la frequenza car-diaca ideale, anche in funzione dei farmaci edelle caratteristiche del paziente.

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Pazienti con angina o in terapia con betabloccanti de vono evitare obiettivi troppoam bi ziosi.

Infarto è uguale a Ictus?

Infarto è un termine generico che indica lamorte di alcune cellule di un organo: di soli-to questo termine viene utilizzato per indi-care l’Infarto del miocardio (cuore), ma sipuò avere anche un Infarto polmonare, cere-brale, renale, splenico, mesenterico. Queste malattie sono simili, anche se colpis-cono organi diversi, con sintomi diversi, masempre scatenate da una Trombosi o da unaEmbolia.

L’Infarto provoca l’Ictus?

SI: chi soffre di malattia coronarica (car-diopatia ischemica, Infarto, angina) o di in -sufficienza cardiaca ha una probabilitàdoppia (negli uomini) o tripla (nelle donne)di andare incontro a un Ictus.

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L’Infarto è ereditario?

Una ricerca recente ha sottolineato che nellearterie di giovani figli di madri o padri cheavevano sofferto precocemente di Infarto sipossono intravedere già i segni premonitoridi una futura malattia cardiovascolare. Nonsi eredita l’Infarto, ma la predisposizione asvilupparlo: meno fattori di rischio si aggiun-gono, meno probabile sarà l’evento.

Lo stress provoca l’Infarto?

Molte persone oggi sono convinte che lostress legato al lavoro li renda malati: in effet-ti è probabile che lo stress possa provocaremalattia delle coronarie, non da solo, ma ren-dendosi complice di altri fattori di rischio.

Chi ha già avuto una Trombosi subisce di più lo stress?

Sì, chi ha già avuto una Trombosi coronari-ca (Infarto) o cerebrale (Ictus), soprattutto sein età relativamente giovane, si sente fragile,ha paura di farsi del male anche svolgendo lenormali attività quotidiane, ha paura diaffrontare una vita sessuale regolare con ilpartner. Queste emozioni, comprensibili, nongiovano e devono essere risolte con unadeguato trattamento medico di psicoterapia,se necessario, o farmacologico.

Perché lo stress può causare Trombosi?

Perché aumenta la tendenza del sangue acoagulare: salgono i fattori che fanno coagu-lare il sangue, si riduce il calibro dellearterie, si liberano nel sangue ormoni cheaumentano la pressione del sangue. Una teoria cerca di spiegare le ragioni per le

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Associazione per la Lotta alla Trombosi

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quali lo stress provoca Trombosi: si trat-terebbe della persistenza di un meccanismoprotettivo che permetteva all’uomo preistori-co di prepararsi a coagulare le proprie ferite,quando si trovava di fronte all’aggressione diuna belva feroce. Questo interruttore di dife-sa potrebbe essere rimasto acceso, e spiegareperché in situa zioni di paura o di difficoltàfisica o psicologica il sangue tende a coagu-lare più del normale e a provocare Trombosi.

Fibrillazione atriale

Che cos’è?

Non è una malattia, ma un disturbo delritmo del cuore, nella sua parte alta (atri): ilcuore batte in modo scomposto, “frulla”anziché battere regolarmente. Questo disor-dine disturba l’afflusso di sangue agli organi,provocando senso di capogiro, debolezza,mancanza di respiro. È come se un motoreandasse a singhiozzo. Inoltre la parte disangue che ristagna negli atri tende a coa -gulare, a formare piccoli Trombi, che poipossono partire con la circolazione diven-tando Emboli e arrivare a chiudere learterie periferiche più piccole. La stradapiù probabile che questi Emboli percorreran-no è quella verso il cervello, ed è così che lafibril la zione può provocare un attaccoischemico transitorio (TIA) oppure undrammatico Ictus.

Perché il cuore fibrilla?

La fibrillazione atriale è spesso la conse -guenza dell’invecchiamento del cuore, di unsuo indebolimento (insufficienza cardiaca,cardiopatia dilatativa), di una sofferenza delmuscolo cardiaco causata da cicatrici diprecedenti Trombosi coronariche, Infarti,

Ischemie, Angina, o di una malattia dellevalvole, in particolare della valvola mitrale(valvulopatia), oppure di un vero e propriodifetto del sistema elettrico del cuore (“unfilo scoperto”).

La fibrillazione si sente?

Alcuni pazienti avvertono il ritmo del cuorecome scomposto e irregolare, sentono ilcuore in gola, avvertono capogiri o sen-sazione di difficoltà nel respiro quando com-piono sforzi anche piccoli, come salire lescale. Alcuni invece non la avvertono affat-to, ed è il medico che con la palpazione delpolso, l’auscultazione o con un elettrocardio-gramma (ECG) rileva la presenza di questaaritmia.

È grave?

La fibrillazione può essere ventricolareoppure atriale; la prima è per fortuna moltorara e richiede un intervento in urgenza edemergenza con un defibrillatore. La fibrillazione atriale è invece molto dif-fusa, addirittura molti ne soffrono ma non nesono al corrente. La sua gravità sta nel difet-to funzionale del cuore, nelle cause chel’hanno determinata e nella probabilità chepossa provocare un’Embolia cerebrale(Ictus): tutti questi aspetti possono esseretenuti sotto controllo dal medico, purchévenga fatta la diagnosi.

Quali sintomi devono allertare?

Palpitazioni (battito cardiaco accelerato e/oirregolare), debolezza o spossatezza ingiusti-ficata, sensazione di fiato corto, dolore osenso di costrizione al petto (come di una

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morsa che stringe), capogiro o senso distordimento, sensazione di svenimento,perdita temporanea della vista: sono sintomiche non debbono essere sottovalutati, mariferiti subito al medico che sarà in grado diidentificare o escludere la presenza di questaaritmia.

Quali sono le conseguenze?

Le pareti del cuore vibrano invece di contrarsiefficacemente, e solo una parte del sangueriesce a passare nel ventricolo e ad andare incircolo. Il sangue che ristagna negli atri puòcoagulare e formare Trombi che possono aloro volta, nella migliore delle ipotesi,sciogliersi spontaneamente, oppure frammen-tarsi e partire con la circolazione del sangue eprovocare Embolia, oppure il Trombo siingrandisce all’interno del cuore e ne occupauna parte, anche aderendo alle pareti interne.

Cosa fare quando si avverte la fibrillazione?

Se è la prima volta e i sintomi sono moltoappariscenti è bene rivolgersi a un prontosoccorso, avvertendo comunque il propriomedico. Se invece si tratta di un “ritorno” diuna fibrillazione già nota, è bene contattare ilproprio medico curante che potrà rivalutarela situazione ed eventualmente suggerire unadeguamento dei farmaci.

La fibrillazione atriale cambia la vita?

NO, se viene riconosciuta e curata adeguata-mente in tutti i suoi aspetti. Sì, se viene sot-tovalutata o trascurata, o se il paziente nonsegue con disciplina le indicazioni delmedico. La fibrillazione atriale riconosciuta

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presto, e adeguatamente trattata, non limita,se non marginalmente, la qualità di vita delpaziente. Purtroppo si tratta di un’aritmiasubdola, che spesso viene riconosciuta tardi,quando il cuore è ormai affaticato e ha persoefficienza. In questo caso la qualità della vitane risente in modo drammatico: il paziente siaffatica per sforzi anche di modesta entità, haspesso capogiri, mancanza di respiro, sensodi stanchezza. Esistono comunque farmaciin grado di ridare al cuore, almeno in parte,l’efficienza perduta e sarà il medico a sug-gerirne l’uso.

Si può curare?

Si può tentare di ridare al cuore il ritmo cor-retto (cardioversione) con due mezzi: unacardioversione farmacologica (infusioneendovenosa o somministrazione per bocca difarmaci antiaritmici) oppure una car-dioversione elettrica (scossa che arresta ilcuore per una attimo e lo fa ripartire con unritmo corretto). Se la cardioversione è effi-cace, il cuore ritorna a battere con regolaritàe riprende un ritmo sinusale. A volte è effi-cace ma temporanea, e la fibrillazione ritor-na. In alcuni casi, e soprattutto per i casi incui la fibrillazione è insorta recentemente e ilpaziente è relativamente giovane, può essereindicato eseguire uno studio elettrofisiologi-co (SEF): si mappa il sistema elettrico delcuore, si cerca il punto che manda le scaricheanomale e lo si neutralizza (abla zione).

La fibrillazione può sparire da sola?

SI, soprattutto nelle persone giovani: si chia-ma fibrillazione atriale parossistica (FAP).Altre volte si cronicizza, e diventa il ritmoabituale del cuore. La fibrillazione cronicararamente scompare da sola.

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Quali farmaci prende un paziente con fibrillazione?

Due tipi di farmaci: quelli prescritti dalmedico curante o dal cardiologo, che servonoper ristabilire un ritmo del cuore armoniosoe corretto, e i farmaci che fluidificano ilsangue, per impedire che si formino iTrombi (anticoagulanti o antiaggreganti).

I farmaci sono pericolosi?

Come sempre in medicina, un farmaco vieneprescritto per curare o prevenire una malattiae può avere effetti collaterali spiacevoli, chedipendono molto dal dosaggio e dallasuscettibilità del singolo paziente. Anche ifarmaci antiaritmici possono avere effetticollaterali, soprattutto sul fegato o sullatiroide. Un paziente ben informato sapràriconoscere gli eventuali effetti tossici diquesti farmaci e segnalarli con tempestivitàal medico, che potrà sospenderli o sostituirlicon altri meno tossici. Gli antiaggregantipossono avere effetti collaterali importanti;gli anticoagulanti richiedono una gestioneattenta sia da parte del paziente sia da partedel medico. Il paziente deve conoscerequesti dettagli e non trascurare eventualisegni di intolleranza, deve seguire scru po -

losamente le indicazioni del medico e rivol-gersi a lui ogniqualvolta percepisca sen-sazioni o sintomi inusuali. In nessun caso ilpaziente deve sospendere o cambiare ledosi dei farmaci prescritti. La riuscita dellacura dipende come sempre dalla collabo-razione fra un medico attento e competente eun paziente consapevole e ben informato.

Valvole cardiache

Le valvole cardiache sono quattro: pol-monare, aortica, mitrale, tricuspide. Conil loro sincronismo di apertura e chiusuragovernano il flusso del sangue dall’esternoall’interno del cuore e dal cuore versol’esterno, imponendone tempi e direzione.

Le valvole si possono ammalare?

Come tutte le parti del nostro organismo,anche le valvole possono essere colpite damalattie infiammatorie (endocarditi) causateda virus, batteri, sostanze tossiche, malattiesistemiche. La causa più frequente di malat-tia delle val vole del cuore (valvulopatia) è lamalattia reumatica causata da un microbo

Defebrillatore

Pace maker

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(streptococco) che provoca spesso tonsillitinel bambino: annidandosi nelle tonsille onelle adenoidi, lo streptococco può raggiun-gere il cuore e impiantarsi sui lembi dellavalvola, provocando una infiammazionechiamata endocardite (infiammazione del-l’endocardio, membrana che ricopre lavalvola e l’interno del cuore). La migrazionedi questo microbo al cuore può avveniredurante l’intervento chirurgico diasportazione delle tonsille o delle adenoidi.Gli antibiotici permettono oggi di prevenirequesta grave complicanza nella maggioranzadei casi. Se riconosciute per tempo, le malat-tie delle valvole possono essere curate. Se lacura non è efficace, o è tardiva, la valvolapuò guarire male, e rimanere offesa (valvu-lopatia), di ventando stenotica (stretta) oinsufficiente (non a tenuta stagna). In alcuni casi la valvola diventa contempo-raneamente stenotica e insufficiente (steno -insufficienza): questi difetti strutturali alte -rano il regolare flusso del sangue all’internodel cuore e verso l’aorta, provocando unsovraccarico. In alcuni casi la malattia dellavalvola aortica coinvolge anche la parteiniziale dell’arteria aorta, che si dilata (ecta-sia), la parete si assottiglia e porta al rischiodi rottura, con complicanze gravissime e inalcuni casi la morte.

Come si fa la diagnosi?

L’orecchio ben allenato di un medico esper-to a volte è in grado di percepire con un nor-male stetoscopio appoggiato sul petto in cor-rispondenza del cuore il “soffio” dellavalvola malata. La conferma diagnostica siottiene con un ecocardiocolordoppler,esame non invasivo che permette di vederesu un monitor il cuore mentre si muove.L’elettrocardio gramma (ECG) invece nonsegnala la presenza di una valvola malata,

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FOCUS

Profilassi dell’endocarditeI microbi che alloggiano all’interno della boccahanno una particolare simpatia per le valvole delcuore che sono fatte del medesimo tessuto chericopre l’interno della bocca e le gengive: duranteinterventi dal dentista questi microbi possonoentrare nella circolazione del sangue e raggiungereil cuore, impiantandosi sulle valvole e provocandoendocardite. Per impedire che questo si verifichi, ipazienti che soffrono di malattie del cuore dovreb-bero sempre assumere antibiotici prima di unaseduta dal dentista secondo le linee guida stabilitedalle società scientifiche.

CHI RISCHIA DI PIU’Rischio alto• Pazienti con protesi valvolari cardiache;• Pazienti con storia di pregressa endocardite,

anche in assenza di difetti cardiaci residui;• Cardiopatie congenite cianotiche;• Pazienti portatori di shunt chirurgici a livello

polmonare.

Rischio moderato• Cardiopatie: dotto arterioso pervio, coartazione

aortica, difetto del setto ventricolare, difetto delsetto atriale, valvola aortica bicuspide;

• Cardiomiopatia ipertrofica;• Disfunzione valvolare acquisita (su base reu -

matica o collagenopatica);

ma può evidenziare disturbi del ritmo delcuore causati dalla valvola malata (aritmie) ol’ingrandimento del cuore stesso.

Si può curare una valvola malata?

Sì: l’endocardite acuta si cura con antibi-otici specifici. Se la guarigione è perfetta nonsarà necessaria alcuna terapia. Se la valvola

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cienza: quando la valvola, pur non perfetta,non “sforza” eccessivamente il cuore, puòessere tenuta sotto controllo periodicamentecon un ecocardiocolordoppler. Se neltempo il difetto valvolare peggiora e rischiadi compromettere la struttura del muscolocardiaco, allora il chirurgo rimuove lavalvola malata e la sostituisce con unavalvola artificiale.

Quali tipi di valvole esistono?

Le valvole artificiali si chiamano protesivalvolari. Possono essere biologiche (disolito sono valvole di cuore di maiale oppor-tunamente trattate in laboratori specializzati)oppure meccaniche (costruite in laboratoriocon materiali metallici biocompatibili). La valvola artificiale sostituisce quella natu-rale e può svolgere per moltissimi anni la suafunzione in modo straordinariamente effi-cace.

Quali cure si fanno dopo un intervento di sostituzione valvolare?

Sono sempre indispensabili farmaci antico-agulanti e, in alcuni casi, farmaci che aiuti-no l’efficienza del cuore e ne mantengano ilritmo. La valvola, biologica o meccanica, ècomunque diversa dall’organismo in cuiviene impiantata: il sistema della coagu-lazione del sangue tenderebbe a camuffarlaricoprendola di Trombi che, con il movimen-to fisiologico della valvola, potrebberoentrare nella circolazione del sangue eprovocare Embolia. Quindi tutti i pazientiche vengono sottoposti a un interventochirurgico di sostituzione valvolare deb-bono fare una cura anticoagulante, chemantenga il sangue più fluido del normale,quel tanto che basta perché non formi coa -

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• Prolasso della valvola mitralica se con insuffi-cienza;

• Mixomatosi della valvola mitralica con insuffi-cienza;

• Prolasso mitralico anche senza insufficienzama in uomini con età superiore ai 45 anni.

Rischio basso• Soffio innocente (se confermato da ecocardio-

gramma l’assenza di cardiopatia).

QUALI ANTIBIOTICI USARE• Pazienti non allergici alla penicillina:

– Cefalexina, Cefradina, Amoxicilli na: 2grammi un’ora prima della procedura(dosaggio pediatrico 50 mg/Kg senza supe -rare la dose indicata per l’adulto).

• Pazienti non allergici alla penicillina maimpossibilitati ad assumere terapia perbocca (nei pazienti in terapia anticoagulanteorale – Sintrom, Coumadin – la sommini -strazione di terapie intramuscolari è fortementesconsigliata a causa del rischio di ematomi, puòinvece essere prescritta una terapia endove -nosa):– Cefazolina: 1 grammo intramuscolo o

endovena un’ora prima della procedura;– Ampicillina: 2 grammi intramuscolo o

endovena 1 ora prima della procedura.• Pazienti allergici alla penicillina:

– Clindamicina: 200 mg 1 ora prima dellaprocedura.

gua risce male o in modo incompleto, conl’andar del tempo può rendersi necessaria larimozione chirurgica della valvola e la sosti-tuzione con una protesi valvolare.

Una valvola malata deve per forza essere sostituita?

Dipende dal grado di stenosi o di insuffi-

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guli spontanei, ma non troppo, perché non sicorra il rischio di avere un’emorragia. Ilgrado di scoagulazione del sangue si misuracon un test chiamato “tempo di protrombi-na” o PT-INR: indica quante volte più fluido,rispetto al normale, è il sangue del paziente(valore normale 1, va lore desiderabile per unpaziente ben scoagu lato da 2 a 4: questo va -lore viene deciso dal medico in funzione deltipo di valvola e dell’età del paziente).

Quale differenza c’è fra le valvole biologiche e quelle meccaniche?

Ambedue hanno vantaggi e svantaggi: levalvole biologiche durano meno nel tempo(durano comunque molti anni) e richiedonola terapia anticoagulante solo per pochimesi; le valvole meccaniche sono molto piùdurature, ma richiedono la terapia anticoa -gulante per tutta la vita.

Il prolasso della valvola mitrale

Che cos’è la valvola mitrale?

Il cuore è diviso in due metà, destra e sinistra,da una membrana (setto): ogni metà è a suavolta divisa in un atrio e un ventricolo. Il pas-

saggio del sangue dall’atrio al ventricolodestro è governato dalla valvola tricuspide,mentre il passaggio dall’atrio sinistro al ven-tricolo sinistro è governato dalla valvolamitralica. Il passaggio del sangue dal ventri-colo sini stro all’aorta è regolato dalla valvolaaortica, il passaggio del sangue dal ventrico-lo destro all’arteria polmonare è governatodalla valvola polmonare. Le valvole siaprono e si chiudono grazie ai movimenti diaspirazione e compressione effettuati dalcuore, e hanno la struttura di una porta a dueo tre ante che si apre e si chiu de per quasi tremiliardi di volte in una vita media!

Cos’è il prolasso della valvola mitrale?

È un difetto strutturale dei lembi dellavalvola mitrale che si chiudono in modoimperfetto: si chiudono arcuandosi verso la“stanza superiore” (atrio).

Chi soffre di questa disfunzione?

Nella popolazione generale sei/sette per-sone su cento hanno un prolasso dellavalvola mitrale, ma molti non lo sanno. Nellamaggior parte dei casi il prolasso dellamitrale è congenito, spesso più membri dellastessa famiglia hanno lo stesso difetto, piùfrequentemente le donne. In altri casi, piùrari, il prolasso può essere una conseguenzadi altre malattie del cuore.

È pericoloso?

Nella maggior parte dei casi NO: la valvola,pur imperfetta, può svolgere la propria fun-zione senza interferenze con il normale fluiredel sangue. Diventa pericoloso quando siassocia a insufficienza valvolare.

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Come si fa la diagnosi?

Il prolasso mitralico non dà sintomi, quindiviene spesso scoperto per caso. È prudenteche i consanguinei di un paziente con prolas-so della mitrale si sottopongano a una visitamedica ed eventualmente a un ecocardioco -lordoppler per fare diagnosi precoce. Il pro-lasso può essere rilevato anche grazie alsapiente uso dello stetoscopio da parte di unmedico esperto, nel corso di una normaleauscultazione del cuore. Il segno caratteristi-co che indica la probabile presenza di questaanomalia valvolare è rappresentato da uncaratteristico suono (“click”) che siaggiunge ai toni cardiaci normali.

Quando si complica la situazione?

La situazione si complica quando i lembidella valvola si allontanano tra loro o si cal-cificano a causa dell’invecchiamento: lavalvola non si chiude più in modo ottimale,diventando insufficiente, cioè incapace dichiudersi perfettamente.

Quali conseguenze ha questa chiusura imperfetta?

L’atrio sinistro lavora male e con il tempopotrebbe ingrandirsi. Lo stiramento provo-cato sulla sua struttura muscolare può irritareil sistema elettrico del cuore e gene rare unafibrillazione atriale.

Come si cura?

Se si tratta di un prolasso semplice non si cura,ma si tiene sotto controllo. Quando al prolas-so si associano segni di insufficienza valvolarepuò diventare necessaria la tera pia chirurgica.

Forame ovale pervio (FOP)

Che cos’è?

Prima della nascita i polmoni del feto nonfunzionano, perché la madre provvede arifornirlo di sangue già ossigenato, quindi ilsangue dentro al cuore destro si mescola li -beramente con il sangue del cuore sinistroattraverso una finestra chiamata forameovale, presente sul setto che divide le dueparti del cuore. Al momento della nascitacon il primo vagito i polmoni si espandonoe cominciano a funzionare. Da quel momen-to cala davanti al forame una membrana checon il tempo si accolla, isolando la partedestra del cuore dalla sinistra.

Come si fa la diagnosi?

Con un ecocardiocolordoppler: la sondaposizionata sul torace, o meglio ancoraintrodotta nell’esofago, attraverso l’emis-sione di ultrasuoni può mettere in evidenzala presenza del forame e l’eventuale associa -zione con un aneurisma del setto; lamanovra di Valsalva (spinta dei muscoliaddominali, come quando si solleva un peso)permette di evidenziarne la pervietà.

È pericoloso?

In trenta persone sane su cento il forameovale si chiude in modo incompleto: puòaccadere che, in occasione di uno sforzo disolito piuttosto importante, ma in alcuni casianche modesto (starnuto, sollevamento di unpeso) il forame si apra parzialmente e per-metta il passaggio di sangue dal cuore destroal sinistro. Questo disordine provoca la for-mazione di bolle e disturba il sistema dellacoagulazione del sangue che si attiva e forma

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piccoli Trombi. Se questi non si sciolgono,possono, attraverso la circolazione delsangue, arrivare al cervello e provocare unattacco ischemico transitorio (TIA) oppure unvero e proprio Ictus cerebrale. Questo even-to è più probabile se accanto al forame ovaleè presente un piccolo aneurisma, dentro alquale il sangue tende a formare micro Trombi.

Si può curare?

Il FOP può provocare Embolia cerebralesolo quando è pervio abbastanza da provo-care la formazione di bolle o di Emboli. Il doppler transcranico permette di visua -lizzare l’arrivo di bolle nelle arterie cere-brali. Il forame ovale può essere chiuso,anche con tecniche poco invasive: attraversoun catetere che viene introdotto nell’arteriafemorale (zona inguinale) si raggiunge ilcuore e si posiziona un “ombrellino” chechiuderà definitivamente il passaggio, preve-nendo complicazioni future.

È sempre necessario chiuderlo?

NO, solo se la probabili tà di Embolia è altao se ci sono già segni di sofferenza cerebraleda is chemia; in alcuni casi la presenza diforame ova le pervio si associa a emicraniaimportante, e la chiusura del forame puòrisolvere il problema. Sarà sempre il medicoche, calcolando rischi e benefici della proce-dura, darà l’eventuale indica zione a chiudereil fora me.

Cuore e ipertensione

Che cos’è l’ipertensione?

Negli individui che soffrono di pressione

alta, detta ipertensione, la pressione con cuiil san gue circola nelle arterie è sempre supe-riore ai va lori considerati normali (massimamaggio re di 140; minima maggiore di 85-90). È sufficiente che uno solo dei due valorisia superiore alla norma perché si possa par-lare di ipertensione.

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FOCUS

Come si misura la pressione arteriosa?

La misurazione della pressione arteriosa èun’operazione molto semplice, cheavviene attraverso l’utilizzo dellosfigmomano metro, che si applica albraccio. All’interno del bracciale diquesto strumento viene pompata aria, inmodo da comprimere il braccio eimpedire al sangue di scorrere.Riducendo la pressione il sangue riprendea scorrere: in questo momento il medicorileva la prima pulsazione e legge il val-ore corrispondente alla pressione sistoli-ca, o massima. Quando la pulsazionecessa si rileva la pressione diastolica ominima. La misurazione viene espressacon due cifre: la prima indica la pressionesistolica e la seconda quella diastolica(per esempio 120/80). La misurazionedella pressione deve avvenire in un ambi-ente tranquillo e in condizioni di tranquil-lità: mai dopo aver mangiato, bevutoalcolici, assunto farmaci o praticato inten-so esercizio fisico. Va misurata suambedue le braccia, e in posizione sedutae sdraiata, con tre misurazioni a distanzadi qualche minuto. Se il risultato è ano -malo, la rilevazione va ripetuta dopo dieciminuti.

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L’ipertensione è un fattore di rischio di malattie cardiovascolari?

Sì, più elevati sono i livelli di pressione arte-riosa, più alto è il rischio di sviluppare malat-tie come l’Ictus, la cardiopatia ischemica, loscompenso cardiaco, la patologia vascolarein generale e l’insufficienza re na le, indipen-dentemente dal sesso o dall’età. È bene ricor-dare che parliamo sempre di pro babilità e nondi ine luttabilità: non ne ces sariamente un in di -viduo iperteso svi lupperà ma lat tie cardiovas-colari ma, evidentemente, correrà più rischirispetto ad un individuo normo teso (con livel-li di pressione nella nor ma).

Come nasce l’ipertensione?

L’ipertensione è cau sata quasi sempre da unprogressivo irri gidimento delle arte rie cheportano il sangue dal cuore alla periferia:come i rami di un albero esse portanosangue, ossigeno e nutrimento anche allecellule più lontane. L’usura del tempo, e l’insulto di sostanzenocive (nicotina, caffeina, colesterolo, stu-pefacenti) possono provocare una perdita dielasticità delle arterie, con conseguenteaumento della pressione con cui il cuorespinge il sangue.

Quali sono le cause dell’ipertensione?

In 96 casi su 100 non è possibile identificarealcuna causa precisa: viene quindi definitaipertensione essenziale. Nei re stan ti 4 su100 l’ipertensione è legata alla presenza dialtre malattie come ad esempio il diabete.

Chi è più predisposto?

Alcuni individui hanno più probabilità disviluppare ipertensione: coloro che hannogenitori ipertesi, coloro che sono so -vrappeso sin da giovani, coloro che hannovalori normali di pressione, ma nella fasciaalta di normalità. Il diabete si associa spes-so all’ipertensione: un individuo diabeticosvi lupperà ipertensione più probabilmentedi un individuo non diabetico; allo stessomodo un individuo iperteso svilupperà piùfacilmente il diabete.

Come si manifesta l’ipertensione?

I sintomi dell’ipertensione sono quasi ine -sistenti: molto spesso l’individuo attribuisceun sintomo alla pressione alta e raramentequesto è vero. L’ipertensione procura mal ditesta, ma solo in presenza di valori di pres-sione molto elevati. Il più delle volte siinstaura una sorta di circolo vizioso: l’indi-viduo non si sente molto bene, si allarma emisura la pressione; la pressione misuratarisulta elevata e il soggetto si convince che lapressione alta abbia causato il mal di testa.

Come ci si accorge di essere ipertesi?

Si misura la pressione: in questo campo pos-siamo fidarci del valore dei numeri, fattoabbastanza raro in medicina…

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Basta la misurazione in farmacia?

NO. In farmacia si può effettuare una mi -surazione preliminare, ma la diagnosi diipertensione deve essere fatta con le misu -razioni tradizionali presso lo studio delmedico. Il medico deve effettuare più mi -surazioni nel corso della stessa visita e piùvisite nell’arco di alcuni mesi. E solo quando le differenti visite confermanoche c’è un persistente incremento di pres-sione allora può diagnosticare l’ipertensione.

Servono esami più approfonditi?

Nel momento in cui diagnostica ad unpaziente l’ipertensione, il medico indaga nellastoria del soggetto per scoprire la eventualepresenza di altri fattori (fumo, abitudini ali-mentari ecc.) che, oltre a rappresentare unulteriore rischio per malattie cardiovascolari,possono anche essere una delle cause dell’ele -vato livello di pressione. Se un paziente, oltreall’ipertensione, non presenta altri fattori dirischio, e si può escludere la presenza di par-ticolari malattie, non deve essere sottopostoad esami molto approfonditi; viene invitato arivedere il suo stile di vita e le sue abitudinialimentari e a sottoporsi periodicamente acontrolli della pressione arteriosa.

Come si cura l’ipertensione?

Anche la terapia dipende dall’eventuale pre-senza di altri fattori di rischio. Ma spesso ifarmaci sono indispensabili. Purtroppo, avolte, il paziente non è molto disciplinato nelseguire le indicazioni del medico: curarel’ipertensione è come stipulare un’“assicu-razione” sulla vita, investendo oggi pergodere, domani, di una salute migliore. Lamotivazione del pa ziente e la capacità di per-suasione del medico sono fondamentali.

I farmaci possono essere controindicati?

Ogni singolo farmaco ha controindicazionied effetti collaterali. Non esistono contro -indica zioni assolute alla terapia: la pressioneva ridotta sempre e il trattamento farmaco-logico deve essere personalizzato al tipo dipaziente, all’età e, so prattutto, all’eventualecontemporanea presenza di altre malattie odisturbi. Ri du cendo rapidamente la pres-sione in un paziente con un Ictus acuto dinatura ische mica, per esempio, si può ridurredrammaticamente anche il flusso di sangueagli organi vitali, aumentando il danno an -ziché risolverlo. La regola, comunque, è chela riduzione della pressione arteriosa av -venga in modo molto dolce e graduale.

Cuore e diabete

Che cos’è il diabete?È una malattia grave e inguaribile, provoca-ta da un disordine metabolico: lo zucchero(glucosio) circola nel sangue ma non arriva adestinazione nelle cellule. I clinici classificano due tipi di diabete: ditipo 1 e di tipo 2. Il diabete di tipo 1 compare di solito primadei 30 anni, è provocato da un difetto del si -stema immunitario che distrugge le celluledel pancreas delegate alla produzione diinsulina, un ormone che consente al gluco-sio di entrare nelle cellule e quindi ad esseretrasformato in energia. In Italia 400.000 gio-vani soffrono di diabete di tipo 1 e sono deltutto dipendenti dalla te rapia insulinica. Ildiabete di tipo 2 è il più diffuso. Comparequasi sempre in età adulta e si associanell’80% dei casi a sovrappeso, obesità emalattie cardiovascolari: anch’esso è deter-minato da una carenza di insulina o da unsuo funzionamento difettoso, ma non da undifetto del sistema immunitario.

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Un paziente diabetico è a rischio?

Il diabete moltiplica il rischio di malattie daaterotrombosi: fra due soggetti con i mede -simi fattori di rischio, quello diabetico ha unrischio doppio. Il paziente diabetico devenecessariamente tenere sotto controllo gli altrifattori di rischio: la pressione del sangue deverima nere entro 130/85mmHg (o ancora meno,se ci sono problemi renali), il colesteroloLDL deve essere inferiore a 115 mg/dl. Nelsospetto di diabete il primo passo è modi -ficare lo stile di vita (alimentazione, peso,attività fisica): se questo non basta, il medicosuggerirà una terapia farmacologica adeguata.Come per i pazienti ipertesi, anche i diabeticispesso non sanno di esserlo.I diabetici dichiarati in Italia sono un mi lionee mezzo, ma si calcola che molti siano ignaridi essere diabetici: queste persone corrono unrischio molto elevato di andare incontro a unamalattia da aterotrombosi come Infarto oIctus.

Come ci si accorge di avere il diabete?

L’esordio del diabete può essere lento e sub-dolo (soprattutto nel diabete di tipo 2) op pureacuto (diabete di tipo 1). I sintomi più tipicisono una progressiva perdita di peso e taloraun aumento della sete e della necessità diurinare. Altre volte il paziente è del tutto asin-tomatico e la diagnosi è legata ad un riscontrooccasionale di glicemia leggermente superi-ore ai valori normali (120 mg/dl): se questaalte razione si riscontra per più di due volteconsecutive, si pone diagnosi di diabete.

Che cos’è la glicemia?

È il livello dello zucchero nel sangue: iper-glicemia vuol dire troppo zucchero nel

sangue, ipoglicemia troppo poco. Il “carbu-rante” necessario al buon funzio namentodelle nostre cellule è il glucosio (zucchero)presente nel sangue. Se le cellule non lo utilizzano (o lo utilizzanomale), il glucosio si accumula, causando unaumento della glicemia (iperglicemia) e,quindi, il diabete.

Come si può abbassare la glicemia?

Con la dieta, con l’attività fisica e con ilcontrollo del peso: non sempre sono neces-sarie diete drastiche, spesso è sufficienteman giare meno, mangiare meglio seguendole regole della dieta mediterranea e mante -nersi in forma. Se ciò non basta, il medico suggerirà farma-ci che stimolano la produzione dell’insulinanaturale o la fanno funzionare meglio.

L’iperglicemia è pericolosa?

L’iperglicemia danneggia le pareti dellearterie e di altri organi (cervello, retina, rene,coronarie, arterie periferiche). Livelli anche moderatamente elevati di

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glicemia aumentano il rischio di malattiecardiovascolari.

Come deve essere la glicemia?

La glicemia si misura prima e dopo i pasti: ivalori ideali a digiuno sono compresi tra 90e 110 mg/dl, dopo il pasto (2 ore dopo pran-zo/ cena) inferiori a 180 mg/dl.

Se la glicemia sale dà sintomi?

Non sempre, e non sempre nello stessomodo. I sintomi compaiono quando laglicemia supera i 180 mg/dl: stanchezza,aumento della sete (polidipsia), aumentodella diuresi (poliu ria). Nel tempo l’iperglicemia può provocareperdita di peso, malessere, dolori addomi-nali, confusione mentale fino a perdita dicoscienza.

Perché si alza la glicemia?

Perché manca l’effetto dell’insulina, perchéil pancreas ne produce meno oppure ilpaziente dimentica di assumere i farmaciantidiabete, perché aumenta il fabbisogno difarmaci a causa di una malattia intercorrentee acuta (per esempio una broncopolmonite),perché sono stati assunti troppi carboidrati(pane, pasta, riso), o per colpa di farmaci cheprovocano diabete.

Quale relazione esiste fra alimentazione,Trombosi e Aterosclerosi?

Un’alimentazione povera di grassi e ricca difibre da frutta e verdura riduce la depo-sizione di grassi sulle pareti interne delle

arterie e quindi la formazione di placcheaterosclerotiche e di Trombosi.

Che cosa si deve fare in caso di iperglicemia?

Prima di tutto esserne certi e misurarla: poicontattare il medico e solo su suo consiglioassumere i farmaci idonei (insulina o antidia -betici orali); periodicamente misurare il li -vello dei chetoni (chetonuria) e degli zuccheri(glicosuria) nell’urina, e riferire al medico.Bere molta acqua, se non controindicato (peresempio nello scompenso cardiaco e nell’in-sufficienza renale). Se i sintomi sono partico-larmente eclatanti (dolori addominali, confu-sione e/o perdita di coscienza) consultaresubito un medico o recarsi al pronto soccorso.

Perché si deve correggere?

L’eccesso di zucchero altera il metabolismodei grassi e delle proteine, provocando la for-mazione di placche aterosclerotiche sullepareti delle arterie. La placca viene percepi-ta dal sistema della coagulazione del sanguecome un processo infiammatorio che scatenala Trombosi.

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Associazione per la Lotta alla Trombosi

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Associazione per la Lotta alla Trombosi

Che cosa deve fare il paziente diabetico per evitare Infarto e Ictus?

• Deve monitorare la glicemia utilizzandogli strumenti automatici.

• Deve rispettare gli orari e le dosi dellacura.

• Deve seguire una dieta personalizzata ebilanciata prescritta dal medico, dieta checambia in funzione dell’attività fisicaquotidiana e delle abitudini di vita e deltipo di lavoro, più o meno fisicamenteimpegnativo.

• Deve ridurre il consumo di zuccheri sem-plici (zucchero raffinato, dolciumi,bevande zuccherine o zuccherate).

• Deve limitare il consumo di alcool,soprattutto a digiuno.

• Deve ridurre il consumo di grassi animali(burro, insaccati, formaggi).

• Deve seguire un piano di attività fisicaquotidiana.

• Deve eseguire controlli periodici e costan-ti dal medico.

• Deve evitare il fumo di sigaretta, attivo epassivo.

I farmaci per il diabete si equivalgono?

NO: i farmaci sono diversi e funzionano inmodo diverso in diverse situazioni.L’insulina si usa nel diabete di tipo 1 sempre,e nel diabete di tipo 2 solo se gli altri farma-

ci sono inefficaci. La metformina e il glita-zone si usano nel diabete di tipo 2 quandonon bastano la dieta e il cambiamento dellostile di vita, e funzionano migliorandol’azione dell’insulina na tu ralmente prodottadal pancreas. I farmaci secretagoghi si usanonel diabete di tipo 2 con insulinoresistenza equando il pancreas non produce insulina inquantità sufficiente: stimolano il pancreas aprodurne di più. I farmaci nel diabete sonomolto efficaci, ma i cambiamenti dello stiledi vita e l’alimentazione sono fondamen-tali quanto i farmaci. Il paziente diabeticonon può essere curato solo dal medico: metàdella cura dipende dal cambiamento delleabitudini, quindi da lui stesso.

Chi soffre di diabete deve assumere farmaci antitrombotici?

Un importante studio mirato a valutare l’impat-to del diabete sulla probabilità di Infarto, Ictuso altre malattie da Trombosi ha di mostrato chel’utilizzo di farmaci antiaggreganti (aspirina osimili) riduce il rischio di Infarto e di Ictus e dialtre manifestazioni da Trombosi (Arteriopatiaperiferica, Embolia arteriosa).

Si può guarire dal diabete?

NO: ma si possono evitare le conseguenzedel diabete se questo viene riconosciutopresto e curato in modo adeguato.

Cuore e Donne

Oggi è sempre più chiaro che le donne sonomeno colpite dalle malattie cardiovascolarifino ai 50 anni, ma con il passar degli anniperdono questo vantaggio. La menopausasegnala la fine della vita fertile nella donna e

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FOCUSCome si cura il diabete?• Con la dieta• Con l’attività fisica• Con la riduzione del peso• Con i farmaci

Sono i quattro cavalieri che salvano la vita.

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si accompagna a importanti cambiamentiormonali, che lasciano le donne esposte alrischio spesso sottovalutato di incorrere in unIctus o in un Infarto. Le arterie delle donnesi ammalano quanto e come quelle degliuomini: e quando la Trombosi colpisce hauna prognosi nettamente più sfavorevole. Ledonne colpite da Infarto o da Ictus muo ionopiù degli uomini, forse anche per un ritardonella diagnosi e nella cura le gato alla diffusaed errata convinzione che queste malattienelle donne siano meno probabili. In Europa55 donne su 100 muoiono per malattie car-diovascolari, e 40 uomini su 100: l’Ictus ènell’uomo la terza causa di decesso, nelladonna è la se conda. Eppure solo 13 donne su100 consi derano le malattie da Trombosicome un nemico da combattere!

Gli ormoni proteggono il cuore?

Sì se si tratta di ormoni naturali che cir-colano nel sangue di una donna in età fertile.NO se si tratta di ormoni sintetici (pillola,terapia ormonale sostitutiva). Le ricerche piùrecenti hanno dimostrato che la terapiaormonale sostitutiva non ha, a lungo ter-mine, alcun effetto protettivo nei confrontidell’Infarto o dell’Ictus cerebrale. Inoltrepuò aumentare il rischio di malattie vascolariin donne con un assetto trombofilico (distur-bo dell’equilibrio fra so stanze pro e antico-agulanti nel sangue) non diagnosticato.

Quanto conta il peso?

Sovrappeso e obesità sono fattori di rischio permalattie da Trombosi arteriosa e venosa: ilgrasso sull’addome (giro vita) corrisponde algrasso intorno agli organi interni ed è un fattoredi rischio per Trombosi coronarica e Ictus cere-brale. Un addome globoso rallenta il ritornodel sangue al cuore, provoca dilatazione delle

vene delle gambe e, a volte, Trombosi dellevene superficiali (Tromboflebiti) o profonde(Trombosi venosa profonda). Calcolare il BMI(indice di massa corporea) permette di valutarese si è sovrappeso.

E il colesterolo?

Elevati livelli di colesterolo aumentano il ri -schio di Trombosi arteriose: il colesterolo èfondamentale per un corretto funzionamentodelle cellule, soprattutto del cervello, madiventa pericoloso quando è troppo. Lericerche più recenti consigliano di tenere sottocontrollo soprattutto il colesterolo cattivo(LDL) che non deve superare 115 mg/dl.

Da dove viene il colesterolo?

Parte del colesterolo viene assunta con ilcibo, soprattutto carne rossa, uova, formag-gi, latte e derivati, ma una quota vieneprodotta da noi stessi, spesso in condizioni distress. Il colesterolo può essere ridotto conl’atti vità fisica (almeno quaranta minuti diattività aerobica consecutivi e tutti i giorni:camminata a passo sostenuto, nuoto,cyclette, bicicletta, acqua gym, ballo o altraattività equi valente). Solo in casi particolariil medico consiglierà farmaci specifici.

Il diabete è pericoloso nella donna?

Il diabete è un fattore di rischio per malattieda Trombosi arteriosa soprattutto nelledonne, che sono colpite più spesso degliuomini, ma se ne accorgono tardi.

La Trombosi può colpire in gravidanza?

La gravidanza provoca un rallentamento delcircolo nelle vene delle gambe, perché il pro-

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gressivo e inevitabileaumento di volume del-l’addome comprime levene che riportano ilsangue al cuore; gliormoni della gravidanzarendono più morbide lepareti delle vene, cheperdono elasticità, ealterano l’equilibrio frafattori pro e anti-coagu-lanti. Questo disordinepuò, in alcune donne chehanno una famigliaritàper Trombosi o hanno unsistema della coagu-lazione già tendente acoagulare troppo, provo-care una Trombosi, di solito nelle vene dellegambe, spesso nelle arterie della placenta, avolte in altri organi.

Una donna con Trombosi deve interrompere la gravidanza?

NO, a meno che non sia a rischio la vita dellapaziente. La Trombosi anche in gravidanza può esserecurata, con farmaci che non oltrepassano labarriera placentare (eparina) e non raggiun-gono il feto.

Una donna in terapia anticoagulante può cominciare una gravidanza?

I farmaci anticoagulanti orali dicumarolici(Sintrom e Coumadin) possono causaremalformazioni nel feto, soprattutto inalcune fasi della gravidanza: è prudente cheuna donna in terapia anticoagulante abitualechieda consiglio al suo medico prima diavviare una gravidanza, se questa viene pro-grammata si sostituiscono i farmaci perbocca con farmaci sottocute (eparina), che

non oltre passano la barriera placentare,non raggiungono il bambino, e nonaumentano il rischio di emorragie nellamadre.

La gravidanza provoca Trombosi?

È buona regola, prima di iniziare unagravidanza, verificare il proprio stato disalute con il medico curante, al quale spettasuggerire eventuali esami preliminari. Lagravidanza di per sé provoca una altera -zione ormonale che manda in “confusione”il sistema della coagulazione del sangue,l’aumento del vo lume dell’addome com-prime le vene e rallenta il ritorno del sangueal cuore, e provoca in alcuni casi la com-

parsa di vene varicose o dilatazioni del circo-lo venoso particolarmente appariscentisoprattutto nelle vene superficiali dellegambe: quando il sangue rallenta la velocità,il sistema della coagulazione può attivarsi, escatenare la formazione di un Trombo. Le calze elastiche possono aiutare a pre-venire questo fenomeno.

La gravidanza affatica il cuore?

Il cuore in una donna gravida funziona incondizioni delicate: l’anemia tipica dellagravidanza, l’ostacolo del ritorno venoso alcuore e il sollevamento del diaframmacausato dall’aumento di volume dell’ad-dome possono disturbare un corretto fun-zionamento del cuore, che ha comunque unagrande capacità di adattamento.

L’aborto provoca Trombosi?

Il rischio di Trombosi è più alto dopo una inter-ruzione di gravidanza: piccoli Trombi si pos-

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sono formare nelle vene delle gambe o dellapelvi. Se questi non vengono prontamentesciol ti dal meccanismo di controllo della coag-ulazione del sangue (fibrinolisi), possonoestendersi in direzione del cuore, o frammen-tarsi provocando un’Embolia polmonare.

La pillola anticoncezionale può provocare Trombosi?

Su 1000 donne che utilizzano la pillola con-traccettiva 5 rischiano di avere una Trom -bosi: essa si può manifestare in qualunquedistretto, più spesso venoso. Sospendere lapillola può aumentare il nu mero di inter-ruzioni di gravidanze indeside rate: mal’aborto è un fattore di rischio per Trombosi.Prima di utilizzare la pillola, è bene con-sultare il medico curante che, in base allastoria famigliare e ai fattori di ri schio speci-fici della paziente, potrà calcolare il rischiodi Trombosi, chiedere accertamenti e sug-gerire la decisione. Ogni donna può ridurreda sola il rischio di Trombosi correlato all’u-tilizzo di terapie ormonali smettendo difumare: il fumo quadruplica il rischio diTrombosi venosa in giovani donne che fannouso della pillola anticoncezionale.

… e il cerotto anticoncezionale?

Nel novembre del 2005 la FDA (Food &Drug Administration), che sorveglia negliUSA i farmaci e la salute pubblica, ha aller-tato i medici sui rischi correlati all’utilizzodel cerotto contraccettivo: gli ormoni liberatidal cerotto vanno comunque in circolo nelsangue e in quantità maggiori di quantoaccade durante l’utilizzo della pillola perbocca, anche se non è ancora certo chequesto dato si accompagni a un maggiorerischio di Trombosi.

Le malattie cardiovascolari sono più probabili dopo la menopausa?

SI, le malattie cardiovascolari aumentano conl’avanzare degli anni, soprattutto se sono pre-senti altri fattori di rischio, come so vrappeso,diabete, ipertensione, fumo, elevati livelli dicolesterolo, inattività fisica. Non fumare,adottare una alimentazione equilibrata, fareattività fisica moderata tutti i giorni, ridurre ilsovrappeso: così si riduce il rischio diInfarto del miocardio del 30%.

Le donne in menopausa rischiano l’Infarto?

Dipende dalla predisposizione famigliare edai fattori di rischio presenti. Una donna inmenopausa ha un rischio vascolare uguale aquello dell’uomo, ed è in qualche modoimpreparata, poiché è stata protetta durantela vita fertile dagli ormoni naturali prodottidall’organismo.

Cuore e giovani

Le malattie cardiovascolari da Trombosi sonopiù probabili con l’avanzare dell’età, ma le sta-tistiche rivelano che si verificano anche primadei 40 anni, talora perfino nell’adolescenza,nell’infanzia e nei neonati. Su 100 Trombosi, 3colpiscono persone che hanno meno di 40anni. In Italia la Trombosi colpisce circa15.000 giovani e bambini ogni anno.

Che cosa causa la Trombosi nei giovani?

Spesso squilibri del sistema della coagu-lazione del sangue o metabolico (assettotrombofilico): carenza di fattori anticoagu-lanti, mutazioni genetiche dei fattori dellacoagulazione, elevati livelli di omocisteina.

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Associazione per la Lotta alla Trombosi

Grazie ai progressi della ricerca scientificaoggi siamo in grado di scoprire in oltre metàdei casi l’alterazione del sangue che ha con-tribuito a determinare la Trombosi. Ma anco-ra molto resta da scoprire.

Dove colpisce?

Esattamente come nell’adulto la Trombosinel bambino o nel neonato può colpire learterie o le vene, in qualunque distretto.Spesso nelle giovani donne la Trombosi simanifesta nel momento in cui assumono lapillola contraccettiva, in concomitanza conuna gravidanza, con il parto o un aborto. Nei giovani atleti si verifica a volte quandosi sottopongono a esercizio fisico intensoche provoca un aumento massiccio e rapi-do delle masse muscolari, le quali compri-

mono le vene, soprattutto nel torace, rallen-tando il deflusso del sangue verso il cuoree provocando Trombosi dell’arto superiore.

L’Aterosclerosi colpisce i giovani?

Sì: molti studi hanno ormai confermato chel’inizio dell’Aterosclerosi è precoce. Nei

Paesi civilizzati circa il 10% dei bambini hail colesterolo alto: questi bambini sono can-didati a sviluppare nell’età adulta Atero -sclerosi e quindi problemi cardiovascolari.Gli snacks e le merendine non sono in sédannosi, lo diventano quando vengano con-sumati in eccesso o addirittura in sosti-tuzione di un pasto normale. È un doveremorale delle madri insegnare ai propri figliabitudini alimentari sane e preparare pastiequilibrati, poveri di grassi e ricchi di fruttae verdura.

I giovani possono soffrire di ipertensione?

Sì. Molti pensano che l’ipertensione sia unproblema della vecchiaia: non è vero, moltigiovani soffrono di ipertensione, addiritturamolti bambini, ma non lo sanno.

Bisogna misurare ogni tantola pressione del sangue.

Quali rischi provoca?

Purtroppo spesso la diagnosinei giovani, e soprattutto neibambini, viene posta in ritardo,perché il medico fa fatica acapire di trovarsi di fronte a unIctus o a una Embolia arteriosaperiferica in un neonato.

Per dare un contributo a risolvere questoenorme problema ALT ha finanziato lacreazione di un Registro Italiano TrombosiInfantile (R.I.T.I.) che permette a tutti imedici di condividere le proprie conoscenzee i casi di Trombosi nei bambini in modo daarrivare a una migliore definizione delle pos-sibilità di diagnosi e di cura (www.trom-bosinfantili.it).

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EUROPEAN HEART HEALTH STRATEGY: UNA STRATEGIA EUROPEA PER LA SALUTE DEL CUORE

È giunto alla sua terza fase il progettoeuropeo dedicato alla prevenzione dellemalattie cardiovascolari in Europa.  Si è svolto in tutti i Paesi dell’UE, grazie alsupporto della Commissione Europea e alcoordinamento di EHN (European HeartNetwork), ESC (Società Europea diCardiologia) e OMS (OrganizzazioneMondiale della Sanità). Infarto, Ictus, Embolia polmonare, Trombosivenosa e Trombosi arteriosa sono la primacausa di morte e di disabilità in Italia e inEuropa. Sono causate da una squadra dicomplici che minano la salute cardiovasco-

lare.Potrebbero essereevitate almeno inun caso su tre,attraverso la pre-venzione.

Le tappe del progetto

Novembre 2007:ALT, in collabo-razione con FIpC( F o n d a z i o n eItaliana per ilCuore), ha lancia-

to a Milano presso la sede del Comune la“Carta Europea per la Salute del Cuore”, unostrumento di prevenzione condiviso da Enti,Istituzioni e professionisti della salute conl’obiettivo di migliorare la salute del cuore ela qualità della vita di tutti i cittadini.

Settembre 2009: ALT e FIpC, in contempo-ranea agli altri Paesi Europei aderenti alprogetto, hanno tracciato una mappaturadelle politiche italiane ed europee adottateper la promozione della salute cardiovasco-

lare. I risultati di questa inchiesta sono rac-colti nel report “La prevenzione delle malat-tie cardiovascolari in Europa: un programmain corso” che sottolinea successi e insucces-si delle diverse politiche di prevenzione neiPaesi Europei. I dati dimostrano che la maggior parte deiPaesi dispone di misure legislative epolitiche mirate a migliorare la salute pubbli-ca, ma pochi Paesi misurano l’efficacia deiprogrammi di prevenzione e di comuni-cazione al pubblico.

Novembre 2009: gli esperti del mondo car-diovascolare provenienti da tutti i Paesidell’UE si sono riuniti a Nizza in occasionedi “Red Alert for Women’s Heart - allarmerosso per la salute del cuore delle donne” perfare il punto sull’impatto delle malattie car-diovascolari nelle donne che causano lamorte di oltre 8 milioni di donne ogni annoin Europa, più del totale dei decessi provo-cati da cancro, tubercolosi, AIDS, malariamessi insieme.Le donne sono sottorappresentate nell’am-bito della ricercacardiovascolare inEuropa e la per -cezione del ri schiocardiovascolare ètroppo spesso sot-tostimata, dalledonne e dai medici.Du rante la confe -renza sono statipresentati i risultatidella mappaturarea lizzata nei PaesiEuropei (per l’Ita -lia da ALT e FIpC)per valutare l’im-patto delle cam-pagne di sensibiliz-zazione rivolte alledonne e dei pro-grammi di forma zione ed educazione desti-nati agli operatori sanitari.

Una finestra sull’EuropaUna finestra sull’EuropaAssociazione per la Lotta alla Trombosi

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Associazione per la Lotta alla Trombosi

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Settembre

MILANOPROGETTO CARDIOLAB

Il 16 settembre durante la conferenza stampa“Non esiste prevenzione senza informazione”sono stati presentati i dati raccolti daCardiolab, un centro di  prevenzione iti neranteche grazie al sostegno di Bayer ha toccato in 6anni 140 piazze italiane, coinvolgendo oltre41.000 persone e 300 medici di famiglia. ALT ha collaborato alla realizzazione diquesto progetto di prevenzione cardiovasco-lare globale fin dalla sua nascita partecipandoattivamente e mettendo a disposizione il mate-riale educativo e SALTO. I dati raccolti hanno dimostrato che più dellametà degli italiani (il 56,3%) presenta un ris-chio cardio-cerebrovascolare medio-alto, eche 20 persone su cento ignorano di essereipertese o di avere un rischio elevato.

VARESEALT E SISET INSIEME PER LA RICERCA

Il 25 settembre in occasione del CorsoNazionale SISET 2009 il professor Gual tieroPalareti, Presidente di SISET, e il Pre sidente diALT hanno premiato l’impegno di tre giovaniricercatori che hanno presentato progetti sultema “Incidenza di eventi tromboembolicivenosi in Italia”: la dottoressa Paola Comite

(Università “La Sapienza”, Roma), la dot-toressa Antonella Mameli (Università degliStudi di Cagliari) e il dottor Gianluca Sottilotta(Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”, Reggio Cala bria).

Ottobre

SHARM EL SHEIkHVIAGGIO DELLA SALUTE

Ormai una tradizione, si è svolto anchequest’anno il Viaggio della Salute, un’occa-

Lavoriin corso2009

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Associazione per la Lotta alla Trombosi

sione per chi ha avuto un incontro ravvicinatocon una malattia cardiovascolare da Trom bosiper sentirsi in salute e vivere senza la paura,facendo ogni giorno un po’ di ginnastica e unpo’ di vita sana e ogni sera un po’ di aggiorna-mento. Il prossimo viaggio si terrà nell’ottobredel 2010.

Novembre

MILANOCORSO NAZIONALE “PIASTRINE 2009”

Con il patrocinio di ALT si è svolto il 13 e 14novembre, presso l’Università degli Studi diMilano, il Corso organizzato dal professorMarco Cattaneo, direttore dell’U.O. MedicinaIII e membro del Comitato Scientifico di ALT,in collaborazione con il professor GuglielmoMariani dell’Università de L’Aquila.

GENOVAEMOSTASI 2009

Il secondo Corso Educazionale Ligure inEmostasi e Trombosi “I test di laboratoriodell’emostasi: quando richiederli, qualirichiedere e come interpretarli” si è svolto aGenova, con il patrocinio di ALT, in due ses-sioni dedicate a piastrine, coagulazione, fibri-nolisi, interferenze immunologiche sull’emo -stasi e la Trombosi e test genetici.

PADOVAPRESENTAZIONE DEL R.I.T.I.

In occasione del 65° CONGRESSO DELLASOCIETA’ ITALIANA DI PEDIATRIA(SIP), dedicato alle “Nuove frontiere dellamoderna pediatria” (27 - 30 novembre), è statopresentato ufficialmente alla comunità pedia -

Donazioni on-lineALT lavora con il cuore e per il cuore,grazie alla solidarietà di tanti chehanno scelto di starci accanto perfinanziare la ricerca scientifica e cihanno consentito di trasmettere unmessaggio di educazione e preven-zione. Continuate a sostenerci: insieme pos-siamo vincere questa battaglia.

www.trombosi.orgSul sito è possibile fare una donazioneon line, accedere all’Area Riservataper compilare il questionario “Quantasalute hai in tasca?”, scaricare i numeridi SALTO e mantenersi aggiornatisulle attività, i progetti e gli eventi diALT accedendo all’area news e allanewsletter. Informazioni preziose aportata di click!

trica il Registro Italiano Trombosi Infantile(R.I.T.I.) promosso e finanziato da ALT, unostrumento importantissimo per pediatri, neu-rologi, neonatologi, medici di pronto soccorso,medici di famiglia che si trovano faccia a fac-cia con una malattia da Trombosi o da Em -bolia  nel neonato, nel bambino e nell’adole -scente e condividono la propria competenza ela  propria esperienza nel curarla. Il registro permetterà loro di migliorare ladiagnosi e la cura e sosterrà la ricerca dellecause delle malattie da Trombosi in soggetticosì giovani.

MILANOIL CUORE AL FEMMINILE

Il 25 novembre si è tenuta a Milano la con-ferenza organizzata da O.N.Da (OsservatorioNazionale sulla salute della Donna) e patroci-

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HANNO PARLATO DI NOII giornalisti: Adriana Bazzi, Antonella Sparvoli e Mario Pappagallo (Corriere della Sera) -Paola Babich (Intimità) - Nicoletta Carbone (Radio 24 - Il Sole 24 ORE) - Maria Gullo (Salute- La Repubblica) - Pierluigi Montebelli (Il Tempo) - Manuela Perrone (Il Sole 24 ORE - Sanità)- Marco Strambi (AzSalute) - Lucrezia Zaccaria (hcmagazine.it).Le redazioni: AzSalute - Corriere della Sera - Cultura Fisica - Gender - Il Sole 24 ORE (Sanità)- Il Tempo - Intimità - Pubblicità Italia - Salute (La Repubblica) - Today - Vera - Vivere.I siti web: Cardiologia33.it – Eumed.org – Hcmagazine.it – Notizie.virgilio.it–Notizie.yahoo.com – Radio24.it - Saluteeuropa.it - Cybermed.it - Doctor2001.com -Informazione.it - Associazionegender.wordpress.com - Humanitasalute.it - Paginemediche.it. Radio: Radio 24 (Essere e Benessere) – RTL 102.5 (Non stop news).

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Associazione per la Lotta alla Trombosie alle malattie cardiovascolari

Prossimamente

2010: UN ANNO ALL’INSEGNA DELLA SALUTE DELLA DONNAIl 2010 sarà l’anno della prevenzione dellemalattie cardiovascolari da Trombosi nelladonna. Numerose le iniziative in can tie re:consultare www.trombosi.org.

nata da ALT: un’occasione importante perparlare a tutte le donne (e non solo) delle dif-ferenze di genere nella prevenzione e dellasalute del cuore femminile e per sollecitareuna maggiore attenzione sui sintomi e sulladiagnosi precoce delle malattie Cardio -vascolari.

XXI TROFEO DI GOLF

Si è concluso a metà dicembre con la gara alGolf Club Le Fonti, Castel San Pietro Terme(BO), la XXI edizione del Trofeo di Golf.ALT ringrazia i trenta circoli che hannoospitato le gare e che hanno contribuito a

diffondere una cultura di attenzione all’attivitàfisica come strumento di prevenzione. Il XXII Trofeo di Golf è in preparazione: chi volesse contribuire alla realizzazione del torneo può contattare 02 58.32.50.28 omanife [email protected].

I contributi devoluti ad ALT sono deducibili per le persone fisiche e per le per-sone giuridiche nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato e nellamisura massima di 70.000 euro all'anno, come previsto dal D.L. n° 35 del14/03/2005.

In ottemperanza al TESTO UNICO PRIVACY (D.lgs.n.196/2003), Le ricordiamoche i Suoi dati anagrafici sono registrati all’interno dei nostri database a segui-to di un Suo esplicito consenso. La nostra informativa privacy, insieme all’elen-co aggiornato dei responsabili e ai diritti d’accesso dell’interessato, è pubblica-ta sul nostro sito Internet www.trombosi.org, nella sezione Informativa.

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