nosocomiali
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LE INFEZIONI
NOSOCOMIALI
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CENNI STORICI Simpson evidenzi una
correlazione diretta tra la
mortalit per infezione dopoamputazione degli arti e lagrandezza dellospedale,associata al sovraffollamento,
che favoriva la trasmissione delleinfezioni da paziente a paziente
Lister introducendo i principidellantisepsi intorno al 1860,
permetteva una drasticariduzione delle drammaticheconseguenze delle infezionipostoperatorie
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CENNI STORICI
Solo negli ultimi 15-20 anni tuttavia si cominciato a produrre - soprattutto negli Stati
Uniti, nei paesi del Nord Europa ed in Francia -
una discreta quantit di documenti su questoproblema: linee guida, raccomandazioni, leggi e
decreti finalizzati alla riduzione del rischio
infettivo per il paziente ospedalizzato
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EPIDEMIOLOGIA
frequenza generale: 5-10% frequenza nei reparti di terapia intensiva: 20-
30%
in aumento negli ultimi anni
letali nell1% dei casi
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InfezioniInfezioni nosocomialinosocomiali per 1000per 1000pazientipazienti/die/die
19751975 19901990 %%
7.27.2 9.89.8 +36%+36%
3rd International Conference on
Nosocomial Infections
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QUALE SITUAZIONE IN ITALIA?
In Italia, nel 1983, fu effettuato lo Studio ItalianoPrevalenza Infezioni Ospedaliere (SIPIO) che coinvolse
142 ospedali (36000 letti) ed evidenzi una prevalenza di
I.O. del 6,8%
Tali dati sono stati ulteriormente confermati dasuccessivi studi dincidenza
La stima numerica annua di infezioni ospedaliere
oltrepassa le 600.000 unit lanno; tali infezioniprolungano ovviamente la degenza ospedaliera, con un
aggravio di costi che oltrepassa i 1.000 miliardi/anno
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Fattori predisponenti
et malattie concomitanti
immunodeficienza
immunit specifica alterazione barriere
mucose e cutanee
stato di nutrizione
anestesia sedazione
antibiotici
antiacidi colonizzazione batterica
infezione latente
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Evolution of Antimicrobial Resistance
S. aureus
Penicillin
[1950s]
Penicillin-resistant
S. aureus
Methicillin
[1980s]
Methicillin-resistant
S. aureus(MRSA)
Vancomycin-
ResistantS.aureus
Vancomycin-resistant
enterococcus (VRE)
Vancomycin
[1990s]
[1996]
Vancomycin
(glycopeptide) -intermediate
resistant
S. aureus
[2002]The worst has happened
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Classificazione
ENDOGENE, infezioni sostenute da un agente gi
presente nellorganismo, in veste di ospite abituale nonpatogeno, ma che acquista patogenicit e virulenza inseguito a compromissione delle difese dellorganismo
ESOGENE, infezioni in cui il germe arriva al pztrasmesso da un altro pz (infezione crociata) odallambiente ospedaliero, secondo due principalimodalit:
Per contatto, in cui il pz viene a diretto contatto conla fonte di infezione ( ad es. goccioline di saliva)
tramite veicolo, in cui il microrganismo trasportatodalla fonte di infezione allospite recettivo da unveicolo animato o inanimato (endoscopi, strumentichirurgici, ecc.)
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Per contatto
DIRETTO (malattie oro-fecali)
INDIRETTO (endoscopi, strumenti chirurgici)
ATTRAVERSO DROPLETS (SARS)
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Attraverso un veicolo comune
Si realizza quando un veicolo contaminatotrasmette linfezione contemporaneamente a
diverse persone
Esempi di veicoli comuni sono il cibo, il sangue,liquidi di infusione, farmaci e disinfettanti
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Modalit di trasmissione
Il serbatoio dei microrganismi costituito dalluomo (pz
infetti/colonizzati e/o portatori) e dallambiente
Un veicolo di importanza determinante costituito dalle
MANI degli operatori sanitari, sulle quali colonizzanoun numero e una variet non indifferente di potenziali
patogeni
Limportanza di tale veicolo sottolineato dal fatto chele misure di controllo pi efficaci della maggior parte
delle I.O. si basano sul lavaggio frequente delle mani
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Ruolo delle mani nella trasmissione delle infezioni
ospedaliere
Ruolo delle mani nella trasmissione delle infezioni
ospedaliere
La mano prende dalla cute
dalle ferite infette
dal pus
dalle secrezioni
dal viso
dal corpo
dalle mani
dai vestiti
La mano prendeLa mano prende dalla cutedalla cute
dalle ferite infettedalle ferite infette
dal pusdal pus
dalle secrezionidalle secrezioni
dal visodal viso
dal corpodal corpo
dalle manidalle mani
dai vestitidai vestiti
del paziente
del
personale
sanitario
La mano infetta
Pz operati
bambini malati gravi
malati cronici
anziani
personale sanitario
La mano infetta
Pz operati
bambini malati gravi
malati cronici
anziani
personale sanitario
La mano contamina attrezzature sanitarie
biancheria pulita
bagni
piatti e posate
La mano contamina attrezzature sanitarie
biancheria pulita
bagni
piatti e posate
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Lavaggio delle mani
Il lavaggio delle mani rappresenta da solo ilmezzo pi importante ed efficace per prevenire
la trasmissione delle infezioni
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Lavaggio sociale delle mani
Bagnare mani e polsi con acqua corrente Applicare uniformemente 5 ml di soluzione antisettica
con detergente
Frizionare accuratamente unghie, dita, palmi e dorsi
delle mani, polsi e parte degli avambracci per almeno 1-
2 minuti
Sciacquare accuratamente sotto lacqua corrente
Asciugare con salviette monouso (tamponando)
Se non c rubinetto a gomito o pedale con la salvietta
chiudere il rubinetto
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Lavaggio antisettico delle mani Bagnare uniformemente mani e avambracci fino a 2 dita
sopra la piega dei gomiti, tenendo le mani pi alte
rispetto ai gomiti Distribuire uniformemente 5 ml di soluzione antisettica,premendo la leva del diffusore con il gomito
Strofinare accuratamente facendo particolare attenzione
agli spazi ungueali ed interdigitali per 2 minuti,procedere in un unico senso dalle mani ai gomiti
Risciacquare prima le mani e poi gli avambracci,tenendo le mani sopra il livello dei gomiti per evitareche lacqua dagli avambracci coli sulle mani
Spazzolare le unghie 30 secondi per mano e ripetere illavaggio per altre due volte
Risciacquare le mani
Asciugare mani e avambracci con un panno sterile
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Le INFEZIONI delle VIE URINARIE(IVU)
Localizzazione pifrequente delle infezioni
acquisite in ospedale:
circa il 40%
Nell 80% dei casi sonolegate alla
cateterizzazione vescicale
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VIE URINARIE
Secondo i criteri del CDC, per parlare di
infezioni delle vie urinarie sintomatiche necessario che vi sia la presenza di almeno unodei seguenti sintomi/segni, in assenza di altri
possibili cause: febbre (>38C)
urgenza a urinare
pollachiuria disuria
tensione sovrapubica
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DEFINIZIONE
Manifestazioni cliniche causata da invasione deltratto urinario da parte di microrganismi
Linfezione pu coinvolgere siti specifici (rene,vescica, ecc.) oppure limitarsi alle urine
(batteriuria)
La batteriuria asintomatica rappresenta
probabilmente soltanto una colonizzazione
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1. Escherichia coli
2. Enterococchi
3. Pseudomonas aeruginosa
4. Klebsiella spp
5. Proteus
6. Candida spp
7. Enterobacter spp
8. Stafilococchi coagulasi neg
9. S. aureus
10. Serratia spp
MICRORGANISMIMICRORGANISMI
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Fonti di infezione
Colonizzazione del meato uretrale Contaminazione del sistema di drenaggio
urinario
Cistoscopi ed altri sistemi utilizzatisullapparato genitourinario
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Vie urinarie
I microrganismi causa di infezione delle vieurinarie possono avere accesso alla vescica:
al momento dellinserzione del catetere
attraverso il lume del catetere sulla superficie esterna del catetere
dopo la rimozione del catetere
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Fattori di rischio e metodi diprevenzione
Applicare il catetere solo in presenza di preciseindicazioni cliniche
Rimuovere il catetere appena lindicazione cessa diesistere
Corretto lavaggio antisettico delle mani prima diapplicare o rimuovere il catetere
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Fattori di rischio e metodi diprevenzione
Corretta detersione dei
genitali prima della
disinfezione
Utilizzare sempre sacche di
drenaggio a circuito chiuso
Utilizzare catetere di calibro
il pi piccolo possibile (12 o
14 CH) Garantire una scrupolosa
igiene ai pazienti portatori di
catetere vescicale
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INFEZIONI dellaFERITA CHIRURGICA
Infezioni successive ad un
intervento chirurgico
oppure ad un trauma, non
presenti n in incubazione
al momento del ricovero inospedale
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Infezioni del sito chirurgico
Per definire linfezione della ferita chirurgica sononecessari i seguenti criteri:
Linfezione si sviluppa entro 30 gg dallintervento
Linfezione interessa soltanto la cute o il tessuto
sottocutaneo dellincisione Presenza di almeno uno dei seguenti:
secrezione purulenta dallincisione superficiale
isolamento di un microrganismo da una coltura ottenuta con
tecniche asettiche dai fluidi o dai tessuti dellincisionesuperficiale
presenza di almeno uno dei seguenti sintomi/segni: dolore,tensione superficiale, gonfiore localizzato, eritema, ecc.
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Infezioni del sito chirurgico
La maggior parte delle infezioni della ferita
chirurgica viene acquisita durante lintervento:
se una ferita pulita e asciutta, infatti, nellarcodi poche ore dallintervento non pi
suscettibile allaggressione da parte di
microrganismi
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Infezioni del sito chirurgico
In fase postoperatoria, le infezioni possono essere
acquisite attraverso i drenaggi chirurgici o, nel caso di
infezioni non ancora rimarginate, al momento della
medicazione.
Le pi comuni fonti per linfezione chirurgica sono: flora cutanea del pz
tessuti dellospite infetti o contaminati nel corso di
interventi mani del personale
drenaggi chirurgici
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1. S. aureus
2. Streptococchi gruppo D3. Stafilococchi coagul neg
4. Escherichia coli
5. Pseudomonas aeruginosa
6. Enterobacter spp
7. Proteus
8. Klebsiella spp
9. Candida spp10. Bacteroides fragilis
MICRORGANISMIMICRORGANISMI
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FATTORI di RISCHIO
dell ospite
Et> 65 anniSesso maschile
Obesit/malnutrizione
CoinfezioniDiabete
Trattamento con corticosteroidi
Classe ASA (ASA score 1-5)
pratiche assistenzialipre-operatorie
Lunga durata degenza pre-operatoria
Tricotomia con rasoio
Scarsa profilassi antibiotica
durante lintervento
chirurgico
Localizzazione interventoTipo intervento (pulito/sporco)
Impianto di protesi
Durata intervento e numero
Situazione di urgenza
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Classe ASA
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TRICOTOMIA - % di infezione
3,21,8La mattina
dell'interventoForbici
7,54Il giorno prima
dell'interventoForbici
8,85,2La mattina
dell'interventoRasoio
106,4Il giorno prima
dell'interventoRasoio
in 30giornatadall'interventoalla dimissione
Epoca di
effettuazione
Metodo di
rasatura
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TRICOTOMIA
Contenere larea da tricotomizzare alla solaarea di incisione chirurgica
Eseguire la procedura con strumenti monouso
evitando di lesionare la cute Praticare in stretta connessione temporale con
lintervento chirurgico (entro 2-4 ore dallinizio
della procedura chirurgica)
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Tipo di intervento
1,2Prostatectomia3Splenectomia
1,2Ernioraffia3,1Laparotomia
1,7Riduzione frattura3,4Trapianto di cute
1,8Chirurgia testa collo3,6Bypass aorto-coronarico1,9Isterectomia vaginale3,7Cardiochirurgia
1,9Mastectomia3,8Isterectomia addominale
2,1Fusione spinale4,1Shunt ventricolare
2,2Colecistectomia4,1Taglio cesareo2,2Appendicectomia5,8Intestino tenue
2,3Craniotomia5,8Chirurgia gastrica
2,4Protesi articolare6,1Amputazione di arto
2,5Chirurgia toracica6,2vie biliari,fegato,pancreas2,5Nefrectomia6,9trapianti d'organo
2,9Chirurgia vascolare7,1Interventi sul colon
% InfezioniTipo di intervento% InfezioniTipo di intervento
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Durata dellintervento Progressiva riduzione della resistenza locale dei tessuti a
causa delle manipolazioni chirurgiche, dellessiccamentoe dellesposizione allaria
Complicanze dirette (anemia, shock) responsabili
della maggiore durata dellintervento, in grado di
compromettere i meccanismi di resistenza generali
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Entit del trauma chirurgico
Una tecnica chirurgica impeccabile in grado di
minimizzare il trauma chirurgico, viene considerata difondamentale importanza per limitare il rischio infettivoe per una corretta guarigione della ferita
Mantenere unadeguato apporto di sangue
Effettuare unemostasi corretta
Allontanare i tessuti devitalizzati
Irrigare il campo operatorio con soluzione fisiologica
negli interventi di lunga durata Usare appropriati materiali per sutura cercando di
non determinare eccessiva tensione dei margini
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MISURE PREVENTIVE
Adeguata profilassi antibiotica
Limitazione del personale in sala operatoria
Lavaggio chirurgico delle mani
Adeguato vestiario chirurgico
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INFEZIONI delle BASSE VIERESPIRATORIE
Malattia acuta con
immagine radiologica di
addensamento polmona-
re segmentario o
multiplo, nonpreesistente, n riferibile
ad altre cause note, che
compare entro 72 ore
dall'esordio clinico deisintomi
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MICRORGANISMIMICRORGANISMI
POLMONITE ACQUISITA INCOMUNITA':
Streptococcus pneumoniae
Haemophilus influenzae
Mycoplasma
POLMONITE NOSOCOMIALES. aureus
Enterobacteriaceae 60%
Ps. aeruginosa
Klebsiella pn.
E. coli
Legionella
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FONTI di INFEZIONE
Fattori dellospite
Procedure invasive
Attrezzatura per terapia respiratoria
Intervento chirurgico Farmaci
Mani del personale
Colonizzazione orofaringea
Colonizzazione gastrica
D t il
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ASPIRAZIONE
Durante il sonno
Stato di coscienza alteratoAlterazioni della deglutizione
Rallentamento dello svuotamento
gastrico
Alterata mobilit gastrointestinale
Depressione dei riflessi respiratori
Colonizzazione
oro-faringea
Colonizzazione
gastrica
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Fattori di rischio
Intervento chirurgico toracico/addominale
Intubazione
danno sullepitelio
alterazione dei meccanismi di difesa necessit di frequenti broncoaspirazioni
modifica della flora orofaringea
ischemia da pressione meccanica
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Durata della ventilazione
Trattamento prolungato con antiacidi o H2 bloccanti
Nebulizzatori:
Sondino naso-gastrico
Attrezzature contaminate
favoriscono migrazione dei
microbi nellalbero bronchiale
ambu, spirometro
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INFEZIONI SISTEMICHE(BATTERIEMIE)
Sono infezioni causate dalla
colonizzazione, da parte dei
microrganismi, di cateteri
intravascolari inseriti per
effettuare terapiainfusionale (es. nutrizione
parenterale totale)
N t i A t d ll
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Nuove terapiemediche
Aumento dellepatologie croniche
Aumento delleterapie infusionali
Aumento dellimpiegodelle TPV
Aumentato impiego del CVC
Dispositivo vascolare che, introdotto attraverso una vena centrale o periferica, pu
avanzare fino a che la punta si trovi nella vena cava superiore, in prossimit
dellatrio destro
Infezioni correlate a CVC
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Negli USA ogni anno vengono posizionati oltre 5 milioni di
cateteri intravascolari
Oltre il 15% dei pazienti con catetere hanno complicazioni
infettive
Giorni di CVC per anno:~ 15.000.000
Incidenza media di batteriemie associate: ~ 5.3 casiper 1000 gg CVC nelleUTI
Negli USA ogni anno si verificano almeno 80.000 sepsi
associate a CVC nelle UTI
Dimensione del problema negli USA
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Cateteri intravascolari
Si ricorre al loro impianto, nel corso della degenza, nel
30-50% dei pazienti ospedalizzati Rappresentano un substrato ideale per la colonizzazione
microbica
Materiale: Polietilene: flebite purulenta e flogosi del sito diinserzione (eritema, edema, dolore e vena palpabile)
Poliuretano (migliori): >biocompatibilit,
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Sepsi associata a CVCCDC 2002
Una sepsi considerata associata ad una linea
centrale se la linea era in uso durante un
periodo di 48 ore prima dello sviluppo della
sepsi
Se lintervallo di tempo tra linsorgere
dellinfezione e luso del dispositivo superiore
a 48 ore, c una forte evidenza che linfezione
correlata alla linea centrale
Distribuzi n d i t ssi di s psi
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Distribuzione dei tassi di sepsi
associate a CVC1992-2001
4.7123.78047Neurochirurgica
2.9419.67464Cardiotoracica
4.5252.325102Coronarica
Medie/1000 ggCVC
Giorni catetereN.Tipi di UTI
Distribuzione dei tassi di sepsi
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3.421.2657Respiratoria
5.3900.948153Chirurgia
7.6291.83174Pediatria
3.8231.573133Neonatologia: >2500 g
11.3438.261138Neonatologia:
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MICRORGANISMIMICRORGANISMI
Staphylococcus epidermidis
Staphylococcus coagulasi neg
S. aureus
Enterococchi ( faecalis/ faecium)
Pseudomonas spp
Candida spp
Aspergillus
Klebsiella pn.
Complicazioni
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Infettive Meccaniche
Trombotiche
Complicazioni
da CVC
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Tipi di infezione correlata a CVC Colonizzazione localizzata del CVC
crescita di un microrganismo dalla punta del catetere, segmentosottocutaneo o raccordo (>15 CFU )
Infezione del sito di uscita eritema o indurimento entro 2 cm dal punto di uscita del catetere in
assenza di setticemia e senza la presenza di pus
Infezione clinica del sito di uscita (o infezione del tunnel)
tumefazione dolorosa, eritema o indurimento del sito superiore a 2 cmdal sito del catetere lungo il tratto sottocutaneo di un cateteretunnellizzato (Hickman o Broviac) in assenza di setticemia
Infezione della tasca
liquido purulento nella tasca di un CVC totalmente impiantabile chepotrebbe o meno essere associato a rottura spontanea con fuoriuscita dipus o necrosi della cute sovrastante, in assenza di setticemia
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Complicazioni cliniche da CVC
Cellulite locale
Tromboflebite (anche dopo rimozione del CVC) +/-
cellulite locale
Sepsi +/- shock settico
Endocardite: murale, valvolare, ds o sn
Embolia settica polmonare
Aneurisma micotico
Osteomielite, artrite, spondilodiscite
Endoftalmite
Nefrite
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Fattori di rischio
legati allospite
et < 1 anno o > 60 anni
gravit patologia di base
deficit immunitari infezione remota
alterazioni dellintegrit cutanea
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Fattori di rischio
legati allassistenza
COLONIZZAZIONE PERICATETERE
Inadeguate tecniche di asepsi
Tipo di medicazione
COLONIZZAZIONE del RACCORDO
Manipolazioni del catetere Tecniche di gestione
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Durata cateterizzazione
Numero di vie
Sito di inserzione
Tipo di catetere
c. venoso periferico/centrale
c. arterioso periferico
c. arterioso-polmonare
(Swanz-Ganz)
c. in succlavia per emodialisi
c. ombelicali
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CRBSI> 8 cm
Dalla cute alla v.
succlavia, giugulare,
femorale
CVC non
tunnellizzati
Reazioni
anafilattoidiDa 7.6 a 20.3 cm
Vene cefalica o
basilica
Cateteri di media
lunghezza
mid-line
Basso rischioinfettivo
7.6 cm; raramente
associate a inf.
sistemiche
Vene braccio e maniCateteri venosi
periferici
CommentiLunghezzaSito di ingressoTipo catetere
Tipi di cateteri
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CommentiLunghezzaSito di ingressoTipo catetere
< tassi di infezione
rispetto al non
tunnellizzato
>8 cmV. succlavia,
giugulare, femoraleCVC tunnellizzati
< tassi di infezioni>20 cm
Da v.cefalica,
brachiale, basilica
alla cava superiore
CVC inseriti
perifericamente (PICC)
CRBSI> 30 cm
Attraverso un
introduttore in Teflon
arriva alla v.
succlavia
Cateteri a. polmonari
Tipi di cateteri
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64/70
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8/7/2019 Nosocomiali
65/70
Complicazioni meccaniche correlate alsito di cateterizzazione
12.8-19.46.2-10.76.3-11.8Totale
NA1.5-3.1
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66/70
Complicazioni infettive correlate al sito
di cateterizzazione
0.00112Sepsi con emocoltura +
0.00114Sepsi con emocoltura -
0.001319Colonizzazione
>1000 UFC
NV37Contaminazione
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sepsi, shock settico, infezione del sito di uscita
Catetere necessario?NoRimuovere il catetere
2 emocolture
Valutare la presenza
di infezione
Inf. sito del CVCSostituire CVC
Terapia empirica
se sepsi
SI
SIEmocolture
NOSepsi o shock settico
Terapia empirica
e sostituzione di CVC
Emocolture positive:Sepsi correlata a CVC
posizionare il CVC in altra sede
terapia antibiotica mirata
Emocolture negative:Colonizzazione del CVC
Posizionare il CVC in altra sede
Terapia antibiotica non necessaria
D.C.McGee et al N Engl J Med, 2003
Interventi per prevenire le infezioni
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Impiegare cateteri impregnati di antimicrobici
Posizionare il CVC utilizzando la vena succlavia
Utilizzare la massima sterilit durante il posizionamento
Evitare limpiego di unguenti
Disinfettare il catetere
Non cambiare il sito anatomico del CVC
Non rimuovere il CVC quando non necessario
Sostituzione frequente del set di infusione e uso
tempestivo dei prodotti appena preparati
InfezioniPreviene le
Interventi per prevenire le complicazioni
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8/7/2019 Nosocomiali
69/70
Cercare lassistenza di medici esperti
Evitare il posizionamento nel vaso femorale
Utilizzare limpiego di ultrasuoni durante
la caterizzazione della giugulare
Non cambiare la sede dellaccesso venoso
Posizionare il CVC
utilizzando la vena
succlavia
meccaniche e trombotiche
Meccaniche
Trombotiche
Infezioni associate
ll di d INFERMIEREPosizionamento di CVC
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8/7/2019 Nosocomiali
70/70
MICROBIOLOGO MEDICO
FARMACISTA
alluso di procedure
invasive
Patogeni sentinella Infezioni sostenute
da ceppi resistenti e
uso di antibioticiInfezioni epidemiche
INFERMIEREcatetere urinario,orotracheale, etc