nubi sul marchio

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Un solo Massone non pu cambiare la Massoneria, ma pu diffondere il messaggio che pu cambiarla

Un solo Massone non pu cambiare la Massoneria, ma pu diffondere il messaggio che pu cambiarla. Della verit di questo principio ci siamo gi resi conto, il Risp.mo Fr. Giovanni Domma ed io, con la nostra campagna in favore dellInstallazione dei Venerabili nelle Logge di rito scozzese.

Non avremmo mai immaginato quale grande movimento di Fratelli si sarebbe radunato intorno alla nostra idea, n che essa sarebbe stata raccolta da intere Circoscrizioni massoniche che lavrebbero fatta propria, come avvenuto dapprima per la Lombardia e ora sta avvenendo in molte altre regioni dItalia. In tutti questi luoghi, i Maestri Venerabili vengono ora consacrati mediante un rituale a cui anche noi, modestamente, abbiamo messo mano!

Ci sono altre battaglie intraprese dal Fratello Domma il cui esito ancora incerto, ma sar probabilmente positivo, perch sono in accordo con quel disegno di sprovincializzazione e internazionalizzazione della Massoneria italiana di cui c grande bisogno, affinch il GOI possa ritornare alle posizioni di prestigio sul piano internazionale che purtroppo gli sono sfuggite; molto terreno gi stato riguadagnato (ultimo traguardo raggiunto, il recupero del riconoscimento da parte della Spagna), ma ormai chiaro a tutti che perch tale opera sia portata a compimento c ancora molto da fare.

Cos in futuro si parler ancora della rivalutazione della figura del Presidente di Collegio Circoscrizionale, se non addirittura dellistituzione delle Gran Maestranze Regionali anche in Italia: obbiettivi che il Fratello Domma porta avanti tenacemente da tempo, con un gran lavoro di propaganda e sensibilizzazione a tutti i livelli dellOrdine.

Tuttavia la pi importante delle sue iniziative ancora pi ambiziosa: sto parlando della costituzione della Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio in Italia, un progetto su cui abbiamo gi abbondantemente relazionato in un precedente articolo e al quale abbiamo anche dedicato un bel libro, che sta avendo successo (Massoneria del Marchio).

Nel 2008, dopo che la Gran Loggia Nazionale Francese ristabil le relazioni col GOI, Giovanni Domma e un altro Fratello della GLNF raccolsero un gruppo di sedici Fratelli del GOI e consacrarono la prima Loggia del Marchio di lingua italiana, allobbedienza della Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio di Francia: precisamente la Rispettabile Loggia Ara Pacis N162 alle Cave di Cannes.

Il loro progetto era di costituire al pi presto un paio di Logge del Marchio formate esclusivamente da Fratelli provenienti dal GOI, per costituire un Distretto del Marchio sul suolo italiano; il passaggio successivo sarebbe stato la richiesta della bolla per la costituzione della Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio dItalia ed il riconoscimento da parte della Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio di Inghilterra e Galles.

Purtroppo, vari ostacoli si frapposero alla buona riuscita di questo progetto. Si perso cos del tempo mentre altri si davano da fare, cosicch il 26 luglio 2008 Fratelli della Gran Loggia Regolare dItalia hanno consacrato la prima Loggia del Marchio italiana allobbedienza della GLMMMEW, e nel settembre 2010 ne hanno creata un'altra, costituendo il primo Distretto del Marchio in Italia.

Ci sono ancora, purtroppo, nel GOI persone poco intelligenti che frenano irragionevolmente di fronte a ogni tentativo di innovazione, senza rendersi conto del grave danno che si apporta alla Massoneria tutta sabotando i nostri sforzi di adeguamento agli standard internazionali.

Comunque, pazienza: essere veri Massoni del fare vuol dire non perdersi in chiacchiere e affrontare le situazioni per quello che sono, prendendo atto che allo stato attuale delle cose il destino dei Maestri del Marchio del GOI continuare a lavorare allobbedienza della Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio di Francia.

Come gi osservammo nel nostro precedente articolo sul Marchio, non che lavorare allobbedienza della GLMMMF sia un destino cos orribile dal quale per forza occorra trovare un modo per scappar fuori. La soluzione pi saggia per i Maestri del Marchio del GOI sarebbe () creare nuove Officine italiane allobbedienza della GLMMMF, fino a raggiungere il numero sufficiente per costituirsi a loro volta in Distretto. Al momento in cui scriviamo, probabile che tale linea venga adottata.Ci sono per altri ostacoli che si addensano come nubi nel cielo del Marchio, e che i pionieri del Marchio italiano dovranno superare. Per esempio, sarebbe opportuno che almeno a livello procedurale il GOI evitasse di frapporre complicazioni; eppure - fino a pochi mesi fa almeno - la Gran Segreteria pretendeva dai Fratelli desiderosi di entrare a far parte di una Loggia del Marchio di esserne preventivamente informata.

Una prassi del genere, in Inghilterra sarebbe del tutto inconcepibile: come gi abbiamo avuto occasione di spiegare, non esiste tra la Gran Loggia Unita dInghilterra (UGLE) e la Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio di Inghilterra e Galles (GLMMMEW) nessun rapporto ufficiale; n potrebbe essere diversamente perch ambedue si autodefiniscono ordini sovrani, quindi in teoria uno dei due sul suolo inglese sarebbe di troppo.

Il loro rapporto, che potremmo definire simbiotico, il seguente: lUGLE concede ai suoi Maestri di aderire a una Loggia del Marchio della GLMMMEW, ignorando ufficialmente il fatto; da parte sua, la GLMMMEW pretende dai suoi aderenti che essi frequentino attivamente il craft noi diremmo lOrdine nelle Officine dellUGLE.

Bisogna infatti tener presente che, per entrare a far parte di una Loggia di Maestri Muratori del Marchio, un Fratello devessere un Maestro Massone con anzianit nel grado di almeno un anno (e se volesse aspirare al rango di Maestro Venerabile, dovrebbe avere gi esercitato questincarico in una Loggia Azzurra - dico dovrebbe perch questultima prescrizione pu essere aggirata mediante una dispensa rilasciata dal Gran Maestro Provinciale); ora la GLMMMEW, che in quanto ordine sovrano avrebbe diritto a lavorare i tre gradi azzurri nelle sue Officine, per non esercitare unindebita concorrenza nei confronti dellUGLE rinuncia a farlo, ed entrambi gli Ordini si avvalgono dei vantaggi che derivano da questa tacita collaborazione, facendosi in sostanza reciproca pubblicit.

E questo il tipo di rapporto che le Gran Logge del Marchio conducono con il loro Ordine di riferimento in ogni Nazione, da cui emerge chiaramente che la Gran Segreteria del GOI non pu avere alcuna voce riguardo alla scelta di un suo Maestro di aderire al Marchio: ufficialmente per il GOI la Massoneria del Marchio non esiste, quindi non si pu parlare certamente di autorizzare tale scelta.

Volendo assumere nei confronti di tale pretesa una posizione conciliante, possiamo accettarla come una concessione da parte del Marchio ai bizantinismi della tradizione massonica latina, e il futuro Maestro del Marchio vi si potr adattare in segno di riguardo nei confronti della Gran Segreteria stessa; purch sia chiaro per che il Gran Segretario del GOI non ha nessuna voce in capitolo, e pu solo prendere atto della scelta del Fratello. Non ha certamente il diritto di mettersi di traverso insabbiando le domande e rallentandone in questo modo il decorso.

In questi ultimi anni, gli accresciuti contatti tra i Massoni (che viaggiano e navigano di pi) stanno apportando come conseguenza gradita e inevitabile la diffusione a macchia dolio di forme rituali un tempo circoscrivibili a determinati territori, come appunto il Marchio era limitato alla sfera dinfluenza diretta della Massoneria britannica. E quindi una sfida molto importante per gli Ordini sapersi adeguare alla nuova situazione, evitando che regole concepite a tutela della prudenza e della regolarit, si ritrovino a svolgere altre funzioni certo originariamente non previste - fungere da freno alla libera circolazione dei fratelli, delle idee, nonch addirittura da intralcio al lavoro.

E non questa la sola nube nel cielo del Marchio. Spiace, ad esempio, avere la sensazione che ci siano Fratelli che sulla ristrettezza delle regole (e ancora di pi sulle loro ambiguit) cercano di edificare le fondamenta del loro potere. Euna mentalit molto italiana, purtroppo lo sappiamo tutti: quante volte in un ufficio pubblico ci siamo ritrovati di fronte un funzionario che lungi dal pensare al bene del cittadino e dello Stato aveva laria di dirci: il documento che ti serve non te lo do finch non avrai capito che io sono un personaggio importante ?

E questa unarte perversa che si avvale di molte raffinatezze e variazioni. Per esempio, si pu rivolgere ad arte un decreto contro laltro e trasformare in unimpasse insuperabile qualsiasi contraddizione che in realt si potrebbe risolvere con un po di buon senso. Cos il fatto che nel Marchio ci siano due diverse autorit internazionali le Gran Logge del Marchio di Francia e dInghilterra entrambe volte a costituire Officine di Massoni italiani, secondo lo spirito con cui viene vissuto pu trasformarsi in uninesauribile fonte di fratellanza o di discordie.

Perch sia fonte di fratellanza baster, come gi ho suggerito nel precedente articolo e nella realt sta verificandosi felicemente, che i Fratelli italiani delle due obbedienze continuino nel positivo spirito di confronto che ha contrassegnato questo primo periodo, caratterizzato da cordiali scambi di email dalluna allaltra sponda; aiuta in questo il fatto che si tratta per la maggior parte di Fratelli giovani, scarsamente coinvolti nei dissapori del passato e contrassegnati da un approccio allIstituzione veramente esoterico consapevoli quindi della validit e della delicatezza della nuova esperienza che la Massoneria italiana sta vivendo col Marchio sul piano culturale, e ben decisi a non buttare tutto alle ortiche con qualche passo falso suggerito da stupidi personalismi o anacronistici orgogli.

Ma purtroppo anche il secondo caso, quello della discordia, sempre in agguato: basterebbe ad esempio che qualcuno nel GOI si lasciasse abbagliare dal prestigio derivante dal ruolo di uomo guida del Marchio italiano, e per distinguersi dalla concorrenza si abbandonasse a criticare oltremodo la politica seguita dalla GLMMMF in Italia, esagerando in malafede le difficolt della situazione; fino a esplodere in proclami nazionalisti circa il fatto che gli Italiani possono fare da soli - noi non abbiamo bisogno n della Francia n dellInghilterraPoich effettivamente voci del genere sono circolate, proviamo a chiederci precisamente cosa vorrebbe dire fare a meno della Francia e dellInghilterra. Sul piano del riconoscimento internazionale, non c scampo: non potr mai esistere una Gran Loggia del Marchio italiana se non sar la GLMMMEW a riconoscerla. Si potr trattare di un riconoscimento diretto qualora i Fratelli della Gran Loggia Regolare dItalia raggiungano in breve il sufficiente numero di Logge, come noi gli auguriamo; sar un po pi complicato se fossero invece i Fratelli del GOI i primi a mettere insieme un certo numero di Officine allobbedienza francese, ma se lo spirito che sta guidando i pionieri del Marchio italiano continuer a essere lo stesso, siamo del tutto fiduciosi che anche in questo caso il processo di costituzione sar condotto allinsegna della fratellanza.

Indicibilmente pi complessa diventerebbe invece la situazione se altri gruppi di Fratelli decidessero di appoggiarsi a una terza Gran Loggia del Marchio estera, chiedendole di garantire una o pi Logge alla sua obbedienza sul territorio italiano. Non certo vietato, e sicuramente Gran Logge estere disponibili allesperimento se ne troverebbero lItalia pur sempre una delle principali nazioni massoniche del mondo, territorio di caccia irresistibilmente appetibile per le magre disponibilit economiche di molti Orienti minori; ma non mi sembra la miglior risposta alla sincera e fraterna disponibilit dimostrate finora dalla GLMMMF nei nostri confronti, e al di l delle inevitabili rappresaglie che ci saremmo meritate sarebbe lennesima figura da cioccolatai dei Massoni italiani a livello internazionale.

Ancora pi campata in aria mi sembra la possibilit che Maestri del Marchio italiani creati in Francia formino unOfficina senza porsi allobbedienza francese, magari fantasticando di poter lavorare allobbedienza del GOI: ipotesi impraticabile perch in flagrante contrasto con lArticolo 2 della Union il Marchio non fa parte dei tre gradi azzurri regolari.

E se per assurdo riuscissero a costituirla, e non so per mezzo di quale strategia o compromesso inducessero il GOI a dare il suo benestare, il risultato sarebbe lo stesso dei tre scellerati compagni che uccisero il nostro Maestro: metterebbero a repentaglio lammirevole lavoro diplomatico intessuto dal GOI con fatica e abilit presso tante Gran Logge delle quali stiamo finalmente riuscendo a riottenere la fiducia. Per quanto riguarda poi lUGLE, non oso pensare alle ripercussioni che potrebbe causare uniniziativa tanto provocatoriamente eretica, volta a sottolineare quella benedetta diversit latina che ai loro occhi non nientaltro che pura bizzarria.

Ma davvero esistono Fratelli italiani che per ambizione personale si presterebbero al gioco di accrescere scientemente la confusione della nostra Massoneria, dando origine a una situazione in seguito alla quale le possibilit di unificazione del Marchio italiano diventerebbero un rebus disperatamente intricato e complesso? Noi non vogliamo crederlo; eppure si vocifera che questi Fratelli ci sono.

Io mi domando: possibile che non riescano solo per un momento meditare e riflettere che non si pu vivere desiderando di essere sempre al centro dell'universo? No, davvero non si pu vivere covando dentro di s solo invidia verso le affermazioni altrui, giungendo a sabotarle senza neppure soffermarsi a riflettere sui danni che si creano in questo modo. Il vero Fratello colui che gioisce con te e piange con te, non colui che brama di primeggiare sempre, facendo prevalere nevroticamente il proprio ego afflitto e sinistrato.

Dovrebbero piuttosto essere grati a chi sta facendo qualcosa per la Istituzione in generale e per il GOI in particolare, portando quel rinnovamento di cui tanto abbiamo bisogno; dovrebbero tralasciare per una volta di bardarsi di medaglie grembiuloni ed onoreficenze, di vantarsi della loro anzianit massonica che senza la saggezza non nulla, di far valere il proprio egoismo e il loro interesse vuoto.

Eppure no: eccoli l, nella loro folle corsa ad essere sempre i protagonisti costi quello che costi, e gli altri possono morire; poco importa se fino allaltro ieri del Marchio ignoravano perfino lesistenza e si sono documentati spiluccando frettolosamente il nostro libro adesso il Marchio in Italia sono loro, e per far valere le loro pretese sono pronti a mendicare riconoscimenti fin dalla Nuova Zelanda.

Mi domando quanto questi Fratelli si rendano conto che, se legoismo da parte di un Massone non mai ammissibile, in un momento come questo le implicazioni che ne possono derivare rischiano di andare ben oltre le squallide baruffe di Loggia. Abbiamo puntati addosso gli sguardi di tutta Europa; sempre pi forte sembra ormai delinearsi il movimento che riconosce nel GOI la Massoneria regolare italiana. Ogni movimento interno al nostro Ordine viene a livello europeo analizzato, dissezionato, dibattuto; questo perch siamo forse il primo grande Ordine latino della storia che intraprende la difficile strada delle riforme interne, per conservare le proprie specificit e nel contempo andare incontro agli standard della Massoneria internazionale.

Possiamo godere della comprensione e della simpatia di molti per quel nulla che io conto, mi capita di ricevere email di approvazione anche da Fratelli della Gran Loggia Regolare dItalia; perch al di l delle etichette, il Massone intelligente e al di sopra delle parti non pu non essere intrigato dal coraggio e dalla sapienza massonica che il GOI profonde nel nuovo cammino da lui scelto, a mezza strada fra modernit e tradizione (e nel quale la sua attuale giunta, bisogna pur dirlo, sta veramente mostrando il lato migliore di s, dimostrando di tenere in maggior conto il giudizio della storia che non gli effimeri umori della cronaca).

Ma dovrebbe essere chiaro a tutti che su come sar giocata la partita del Marchio in gioco molto del consenso e della credibilit che il GOI sta accumulando: se dovesse venire fuori il solito pasticcio allitaliana, con lo stolto protagonismo di fazioni lun contro laltra armate, allora sarebbero guai.

Speriamo quindi che i Fratelli coinvolti in progetti tesi a piegare il futuro del Marchio ai propri interessi ci ripensino presto almeno prima di essersi spinti troppo in l. Se vogliono alzare le colonne di nuove Logge del Marchio sul territorio italiano, la loro opera non sar soltanto benvenuta ma benemerita e necessaria; lungi da loro per lidea di farlo in concorrenza con i Fratelli che per primi hanno avviato il progetto (che sono, come ormai tutti sanno, i Risp.mi Ffr. Domma e Vettese) o peggio ancora sotto gli auspici di improbabili nazioni estere, perch in tal caso un grande bene potrebbe trasformarsi in un gran male, e le conseguenze negative per la Massoneria potrebbero andare molto al di l di quanto la loro modesta comprensione della realt massonica internazionale possa suggerire.

Si dispongano piuttosto a osservare con quanta umilt e prudenza il progetto Marchio stato finora portato avanti dai suoi iniziatori: senza mai affrontare frontalmente le molte difficolt che si sono infrapposte ma risolvendo tutto con pazienza, garbo e diplomazia; che osservino, riflettano e imparino non solo larte di pavoneggiarsi allOriente, ma anche quella di macinare a proprie spese migliaia di chilometri per recarsi a una tornata del Marchio in una citt lontana affinch i Fratelli possano raggiungere il numero per aprire i lavori; non solo larte di far sfoggio della propria presunta scienza nelle Agapi, ma anche quella di intrattenere i disinteressati rapporti che trasformano Fratelli sparsi provenienti da diverse citt in una vera Officina, retta da un incrollabile eggregore di vera Fratellanza.

Che reimparino larte massonica ricominciando da quelle piccole cose che la fanno grande: i discreti momenti di gioia, la triplice stretta della Catena di Unione, gli scambi durante l'Agape piccole felicit come rubate che illuminano gli sguardi, creando inavvertitamente quel clima per cui i Fratelli, a fine tornata, fanno fatica a lasciarsi.

E anche di tutto questo che la Massoneria di oggi ha un gran bisogno, ed qualcosa di immensamente pi grande della loro invidia: la vera filantropia, che porta all'elevazione morale, intellettuale, esoterica e materiale di tutti i Massoni, ai quali aspira di estendere i legami d'Amore e di Solidariet fraterne che uniscono fra loro tutti i Liberi Muratori del mondo.

Daniele Mansuino