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Ferrara, 13 marzo 2008
Obiettivi del piano di revisione di ARPAT: più efficacia,
responsabilità, omogeneità per il presidio del territorio
R. GoriDirettore tecnico ARPAT
Ferrara, 13 marzo 2008
In sintesi
• Perché il piano?
• Quali le richieste e gli obiettivi?
• Quali il metodo e il percorso?
• Quali i primi prodotti?
• Quali i primi effetti?
Ferrara, 13 marzo 2008
Perché il piano?
Fin dalla sua istituzione ARPAT ha fatto uso di una strategia di adattamento continuo della struttura in modo da garantire una risposta organizzativa e funzionale coerente con le sollecitazioni provenienti dall’ambiente esterno.
Ferrara, 13 marzo 2008
Dalla sua istituzione ARPAT ha
già attuato due riorganizzazioni:
1. dalle Professioni alle Matrici;
2. dalle Matrici alla Prevenzione e
Controllo Integrati.
Ferrara, 13 marzo 2008
Contemporaneamente al ricambio dei vertici dell’Agenzia, a fine 2005, è emersa la necessità di un ulteriore sforzo che portasse a regime il percorso avviato, ma non completato dalle due precedenti riorganizzazioni.
Ferrara, 13 marzo 2008
Il lavoro finora svolto, mentre è riuscito a mettere in evidenza le capacità tecniche di dare risposta alla domanda di protezione dell’ambiente da parte delle Istituzioni e dei Cittadini, non è riuscito a trasformare in sistema i saperi e le relazioni interne ed esterne necessari a garantire una omogenea capacità di risposta.
Ferrara, 13 marzo 2008
In aggiunta• La cronica insufficienza di risorse che
aveva accompagnato tre anni di disavanzi di bilancio;
• La necessità di dare una risposta forte che accompagnasse senso di responsabilità, rispetto della mission di Agenzia e capacità di evoluzione hanno spinto ad intraprendere un ulteriore percorso di revisione organizzativa.
Ferrara, 13 marzo 2008
Comunicazione del dicembre ‘06 del Presidente della Giunta sul
bilancio previsionale 2007
• partecipazione dell'Agenzia al processo di generale razionalizzazione dei costi attivato dalla Regione;
• Presentazione di una relazione integrativa del Piano di Revisione funzionale, strutturale e organizzativa
Ferrara, 13 marzo 2008
• riequilibrio del bilancio entro il 2010;• individuazione, laddove possibile, di
Livelli Essenziali di Tutela Ambientale;• accorpamento di funzioni;• razionalizzazione e sinergia con la
Sanità dei vari laboratori;• revisione quali-quantitativa della
dotazione organica;• altre fattibili azioni di revisione
funzionale, strutturale e organizzativa.
Le richieste
Ferrara, 13 marzo 2008
Obiettivi specifici della revisione
• Equilibrio processi e responsabilità nella rete
• Rafforzamento presenza sul territorio
• Integrazione della governance• Valorizzazione competenze
specialistiche• Coordinamento operativo
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Il metodo
• Assunzione di responsabilità della Direzione
• Coinvolgimento del personale in funzione delle responsabilità ma anche dei saperi;
• Supporto tecnico metodologico esterno.
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Il percorso
• Gruppi di lavoro che preparano proposte di azione;
• Approfondimenti di praticabilità delle azioni rispetto al contesto organizzativo funzionale;
• Proposta di aggiornamento del modello organizzativo funzionale.
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I Gruppi di lavoro1. Identificazione della domanda e definizione
dell'offerta2. Leve di contenimento dei costi di acquisto e
gestione beni e servizi3. Leve di contenimento dei costi relativi al
personale4. Leve di contenimento dei costi relativi alla
gestione dei processi di supporto5. Leve di incremento dei ricavi6. Riorganizzazione delle attività di prevenzione,
controllo e monitoraggio7. Riorganizzazione della rete laboratoristica8. Sistemi di reportistica interni ed esterni
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I prodotti• Proposte migliorative corredate da una
stima di benefici in termini di risorse economiche ed umane recuperabili;Complessivamente:
• Oltre 500.000 € e più di 50 operatori equivalenti (FTE)
• Elementi per una proposta di revisione del modello organizzativo conseguente
Ferrara, 13 marzo 2008
Verso i LETA• E’ stato predisposto un catalogo dei servizi
caratterizzati da una duplice valutazione: di tipo giuridico (Istituzionale Obbligatoria, Istituzionale Non Obbligatoria, Facoltativa) e di importanza ambientale (Essenziale, Utile, Integrativa);
• Le attività di ARPAT sono risultate per il 91% comprese tra quelle Istituzionali Essenziali o Utili;
• La proposta di ARPAT dovrà essere valutata dai soggetti istituzionali e non;
• Il catalogo potrà contribuire al percorso per la definizione dei LETA.
Ferrara, 13 marzo 2008
La rete dei laboratori
Siena
Arezzo
Grosseto
Pisa
Firenze
PistoiaLuccaMassa Carrara
Livorno
Piombino
Prato
l’attività analitica è riorganizzata secondo logica sovraprovinciale in 3 “macroaree” corrispondenti alle Aree vaste della Sanità
Ferrara, 13 marzo 2008
La rete dei laboratoriLa logica di riorganizzazione è riassumibile in:
– passaggio da “laboratori provinciali” a “laboratori di macroarea con più stabilimenti”
– mantenimento nel breve termine se possibile di almeno una specializzazione per ogni laboratorio esistente
– efficientamenti derivanti dall’accentramento delle attività analitiche su matrici”elementari” in un numero ristretto di laboratori
– progressiva riduzione del numero di stabilimenti produttivi (fino ad uno per macroarea)
Ferrara, 13 marzo 2008
Integrazione con la sanità
• Parallelamente è stato attivato un tavolo congiunto tra ARPAT, Sanità pubblica, Istituto Zooprofilatticoper l’integrazione funzionale dei laboratori finalizzata alla costruzione di un “Sistema integrato regionale dei laboratori per la prevenzione e la protezione”.
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Il modello organizzativoDirezione Generale
Direzione TecnicaDirezione Amministrativa
Dipartimento Provinciale Dipartimento Provinciale …
Dipartimento Sub Provinciale
Staff alla DG
1
2
3
4
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Temi di attenzione emersi
1. Coordinamento e condivisione di attività a livello sovradipartimentale
2. Rafforzamento del ruolo della DT3. Razionalizzazione delle strutture
in staff alla DG4. Governo dell’erogazione delle
prestazioni
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Soluzioni - proposte• Funzione di regolazione del sistema (indirizzo e
controllo) DG• Funzione di indirizzo tecnico e coordinamento
operativo DT• Gestori dei processi primari Dip.ti• Chiara allocazione-concentrazione di funzioni e
responsabilità;• Strutture di servizio tecnico-amministrative
sovraprovinciali
Ferrara, 13 marzo 2008
MODELLO ORGANIZZATIVO A DIPARTIMENTI “AUTONOMI” E COORDINAMENTO SERVIZI IN MACROAREA
Direzione Generale
Direzione Amministrativa Direzione Tecnica
Staff
Relazione organizzativo-gestionale
Dipartimento Provinciale A
Dipartimento Provinciale B
Dipartimento Provinciale C
Dipartimento Provinciale D
Dipartimento Provinciale E …
Centro Servizi Macroarea 1
Centro Servizi Macroarea 2
Centro Servizi Macroarea 3
QSAServizi tecnico scientifici
Attività di laboratorio
Attività per il monitoraggio ambientale
Servizi tecnico amministrativi
Patrimonio, acquisti
Contabilità e budgeting
Formazione interna
Gestione R.U.
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La Direzione generale
• La Direzione Generale si caratterizza per le funzioni di pianificazione e controllo strategico consentendone un alleggerimento su versanti più immediatamente operativi
• Si mantiene la dipendenza diretta dei Dipartimenti Territoriali dalla Direzione Generale (Dipartimenti autonomi)
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La Direzione tecnicaArticolazione “matriciale” a tre dimensioni in cui insistono:
• Funzioni di presidio dei processi– Controllo e Supporto tecnico– Monitoraggio, – Acquisizione, gestione e diffusione della conoscenza, – Attività laboratoristica
• Funzioni di presidio tematico in relazione alle specifiche matrici (aria, acqua, suolo, ag. fisici)
• Funzioni di indirizzo tecnico, coordinamento operativo e di gestione diretta (progetti e funzioni specifiche di livello regionale).
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Vigilanza e controllo
Macroipotesi di “modello di funzionamento” della direzione tecnica
Direzione Tecnica
Proc
essi
Aria Acqua Suolo AgFis …
• Possibilità di strutturare un modello di Direzione Tecnica di tipo “matriciale a 3 dimensioni”, che consenta un presidio delle attività attraverso:
la costituzione di funzioni di presidio dei processi tecnico-scientifici, dipendenti dalla Direzione Tecnica
la costituzione di centri di competenza per temi (aria, acqua etc.),
la costituzione di una funzione di presidio di funzioni operative e progettuali
Monitoraggio amb.le
Attività laboratoristica
PRELIMINARE
Supporto tecnico
Acquis/org/diff conoscenza
………..
Attività operative e progettuali (es. catasto rifiuti,
PFR, EA reg, VIA/VAS, Fitos…)
Indirizzo tecnico
Coordinamento operativo Funzioni
Temi
Segreteria di Direzione
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I Dipartimenti provinciali
• piena titolarità del rapporto con i referenti esterni sul territorio, indipendentemente dalla natura delle prestazione richiesta;
• dipendenza diretta dalla Direzione Generale
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Le macroaree
Dipendono della Direzione generale e forniscono servizi tecnico-scientifici analitici, di monitoraggio ambientale o specialistici di altra natura e tecnico-amministrativi a supporto dei Dipartimenti provinciali.
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IPOTESI DI REDISTRIBUZIONE DELLE ATTIVITÀ TECNICO-SCIENTIFICHE
Dipartimento Provinciale
Macroarea
Direzione
Riattribuzione delle attività
• Vigilanza e controllo
•Supporto tecnico (espressione di pareri)
• Acquisizione/organizzazione/diffusione conoscenza
• Presidio operativo diretto in Direzione delle attività relative a: PFR Catasto rifiuti Supporto alle funzioni centrali sist. reg. ed. ambientale Fitosanitario VIA
“Servizi tecnico-scientifici”
• Erogazione di attività a supporto dei Dipartimenti Provinciali: attività laboratoristiche attività per il monitoraggio dello stato delle matrici ambientali supporto ai Dipartimenti nel presidio di attività specialistiche non capillarmente diffuse(1)
Direzione Tecnica
“Dipartimento Provinciale”
ResponsabilitàLivello
(1) es.: Attività di valutazione degli impatti di infrastrutture, reti elettriche e tlc; Controllo e valutazione di agroecosistemi
Ferrara, 13 marzo 2008
PROCESSO DI EROGAZIONE ATTIVITÀ ATTRAVERSO SERVICE DI MACROAREA
Cliente “locale”
Dipartimento provinciale
Centro Servizi
tecnici di macroarea
Richiede prestazione al Dip.toche presume utilizzo del Centro Servizi tecnici di Macroarea
Il Dip.to, in qualità di “Responsabile del procedimento”, richiede supporto del C S T di Macroarea
Servizio eroga la prestazione (es. analisi) e firma l’atto “tecnico” di competenza
Dip.to provinciale riceve l’atto tecnico,lo integra se necessario (per le attività di propria competenza) e firma come Responsabile del procedimento l’atto trasmesso al cliente
Riceve l’atto dal Responsabile di procedimento (Dipartimento)
Macro-processo
Ferrara, 13 marzo 2008
I primi effetti
• Buona accoglienza da parte dell’Amministrazione Regionale
• Grosse difficoltà di condivisione all’interno