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P r e m e s s a In occasione della trentasettesima edizione del Nauticsud, siamo presenti, presso la Fiera internazionale della nautica da diporto, con un nostro stand per incontrare i cittadini e fornire ai visitatori i servizi dell’Agenzia delle Entrate. Un appuntamento importante che trova nel “mare” e nelle atti- vità ad esso connesse una risorsa che da sempre caratterizza la vita sociale ed economica della regione Campania. L‘interesse dell’Agenzia delle Entrate per questo settore nasce dal fatto che l’Italia si conferma Paese Leader nel mondo con una quota di mercato del 38% che trova la sua forza nel settore delle unità tra gli 80 e i 90 piedi. È per questo che al mare ed alla nautica abbiamo voluto dedi- care il nostro opuscolo, “Viaggio nella nautica fra storia e norma- tiva”, un viaggio nella storia della navigazione e nelle tradizioni marinare che si conclude con i riferimenti al regime fiscale che disciplina la materia. Il testo, pur non esaurendo l’argomento, contiene utili informa- zioni per gli amanti della nautica e vuole essere un esplicito contri- buto a questo settore che costituisce un punto di forza dell’econo- mia partenopea. Il Direttore Regionale Filippo Orlandi

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P r e m e s s a

In occasione della trentasettesima edizione del Nauticsud,

siamo presenti, presso la Fiera internazionale della nautica da

diporto, con un nostro stand per incontrare i cittadini e fornire ai

visitatori i servizi dell’Agenzia delle Entrate.

Un appuntamento importante che trova nel “mare” e nelle atti-

vità ad esso connesse una risorsa che da sempre caratterizza la vita

sociale ed economica della regione Campania.

L‘interesse dell’Agenzia delle Entrate per questo settore nasce

dal fatto che l’Italia si conferma Paese Leader nel mondo con una

quota di mercato del 38% che trova la sua forza nel settore delle

unità tra gli 80 e i 90 piedi.

È per questo che al mare ed alla nautica abbiamo voluto dedi-

care il nostro opuscolo, “Viaggio nella nautica fra storia e norma-

tiva”, un viaggio nella storia della navigazione e nelle tradizioni

marinare che si conclude con i riferimenti al regime fiscale che

disciplina la materia.

Il testo, pur non esaurendo l’argomento, contiene utili informa-

zioni per gli amanti della nautica e vuole essere un esplicito contri-

buto a questo settore che costituisce un punto di forza dell’econo-

mia partenopea.

Il Direttore Regionale

Filippo Orlandi

2A

La Direzione Regio-nale della Campa-nia è presente alla37a edizione dellaFiera internazionaledella nautica da di-porto “Nauticsud”dall’11 al 19 marzo2006.

NAVIGANDO NELLA STORIA

Il termine “navigazione” , nella sua accezione generica,

indica l’atto del navigare, ossia il percorrere, con apposi-

to veicolo, il tramite acqueo o aereo, mentre, nella sua

accezione specifica, denota la scienza dell’orientamen-

to, ovvero il complesso degli insegnamenti necessari per

condurre appropriati veicoli attraverso vie non tracciate.

Con tale espressione vengono definiti il mare e l’aria.

L’attività dell’uomo diretta a trasportare se stesso e le

sue cose attraverso il tramite acqueo, lacuale, fluviale o

marittimo, e successivamente aereo, è nata prima della

scienza del navigare.

Fare, sia pure brevemente, la storia della

navigazione, significa andare indietro nel

tempo ed iniziare a parlare dell’Arca con

cui Noè salvò la vita umana ed animale

dal Diluvio universale, per passare alle varie epoche storiche,

fino ai nostri giorni ove è possibile ammirare imbarcazioni a

motore, a vela, gommoni ed altre.

A3

Imbarcazione

Le Caravelle

Bussola per aeroplano

L’Arca

Sestante giroscopicoper aeroplano

Nel mondo antico la navigazione era senza ombra

di dubbio il mezzo attraverso il quale, oltre agli uomini ed

alle merci, viaggiavano anche le informazioni e le idee e

si diffondeva la cultura di un popolo. Per ogni civiltà

allargare i propri confini ha sempre significato continua-

re a vivere.

Le barche si sono sviluppate secondo le caratteristiche lega-

te alle condizioni locali. Si utilizzavano materiali, attrezzi,

mezzi stilistici del proprio ambiente e tecniche particolari per

costruire piroghe, gondole e barche fatte di canne. Probabil-

mente la navigazione e l’architettura navale nacquero ed

ebbero rapido sviluppo in Egitto, nella fascia di terra attraver-

sata dal fiume Nilo.

I disegni rinvenuti sulle rocce dell’attuale deserto orientale egiziano mostrano le prime bar-

che del periodo preistorico-predinastico (5000-3500 a.C.). Le barche erano costruite con

fasci di canne di papiro, pianta che cresceva in abbondanza sulle sponde del grande

fiume, strettamente legate assieme con cavi.

Le zattere di canne, o di altre erbe lacustri, sono state

sempre utilizzate, e lo sono ancora oggi, in paesi dove

vi sono regioni ricche di laghi e fiumi o paludi piene di

Cartografia generale

Egitto - Il fiume Nilo

Rappresentazione di barca di papiro

4A

canneti o di altra vegetazione simile. Le barche di

papiro affondano le radici anche in luoghi interni

dell’Africa, quali Uganda, Ciad, Etiopia, Kenya, Sudan.

Esse erano sospinte da pagaie e governate

da remi. Avevano una struttura solida, capace di navi-

gare in acque fluviali o lacustri ed in mare aperto.

Poi ci fu l’invenzione della vela, formata , inizialmente, da grandi foglie di palma o di cocco.

La vela figura documentata, per la prima volta, in un disegno raffigurato sopra un vaso egi-

ziano predinastico risalente a circa 5000 anni fa.

Gli egiziani, poi, sostituirono le imbarcazioni fatte con

canne di papiro con altre costruite utilizzando i legni

d’acacia e del fico sicomoro.

Abili navigatori furono i Fenici. Questo popolo abitava

lungo la costa dell’attuale Libano. Essi perfezionarono l’arte nautica utilizzando, per primi,

l’ancora e con l’aiuto della Stella Polare, detta dai Greci Stella Fenicia, diedero l’avvio alla

navigazione notturna.

I Fenici, navigando, trasportarono nei paesi vicini, quali la Mesopotamia e l’Egitto oltre alle

merci, anche le loro idee e la loro civiltà.

Anche gli Etruschi sono famosi per la loro attività marittima: gli scambi ed i contatti legati

alla navigazione furono uno dei fattori fondamentali del rapido sviluppo e della potenza

della loro “nazione”.

A5

Barca di papiro

Rappresentazione di barca a vela

Continuando il nostro viaggio nella storia, incontriamo un

altro popolo che è famoso per le grandi imprese rese

possibili dalle imbarcazioni con le quali giunsero fino ai

territori del Canada, dando prova di straordinarie capaci-

tà marinare: i Vichinghi, la cui origine è da ricercare nelle

tribù nomadi di diversi popoli nordeuropei. Essi imposta-

rono la loro vita sul mare per la necessità di trovare ali-

menti e altre terre, specializzandosi nella tecnica della

costruzione navale.

Le loro prime imbarcazioni , come testimoniano alcuni rin-

venimenti, erano costruite con tavole ricavate da pezzi

unici lunghi come la barca, ed erano mosse unicamente

dai remi. Solo verso il VII-VIII secolo d.C. fu adottata la

vela e furono costruite imbarcazioni aventi maggiori

dimensioni e robustezza.

Le navi e le tecniche di navigazione della marineria della Grecia arcaica, soprattutto, di

quella micenea, della seconda metà del II millennio avanti Cristo sono quelle descritte da

Omero nei suoi poemi, in particolare nell’Odissea.

La sagoma delle navi di quel tempo, è descritta da Omero come “ricurve corna da toro”.

L’intera struttura dello scafo poggia su un’unica trave di chiglia, a cui erano collegate coste

e tavole. Il tutto giuntato con il sistema della cucitura, rinforzato forse con corde che ina-

nellavano strettamente l’intero scafo. Questo era impermeabilizzato utilizzando la pece e

sostanze cerose e resinose. L’interno dello scafo era tutto catramato.

6A

Vichinghi - Imbarcazione

Vichinghi - Imbarcazione

La propulsione della nave è principalmente affidata alla forza dei rematori che usufruisco-

no anche dell’ausilio di una vela.

Anche nel periodo dell’Antica Roma la navigazione fluviale e marittima aveva grande

importanza. Essa si sviluppò sia per esigenze commerciali sia per esigenze difensive.

L’espansione dell’Impero Romano avvenne proprio utilizzando la flotta costituita da navi

mercantili e da navi da guerra.

Celebre è la frase pronunciata dal generale Pompeo Magno: navigare necesse est, vive-

re non est necesse!

Conosciamo molte cose sulle navi romane grazie alle fonti letterarie ma, in particolar

modo, per le raffigurazioni su affreschi, mosaici, bassorilievi e monete.

Gli imperatori coniavano monete raffiguranti navi o scene di navi in porto, per celebrare vascel-

li che avevano reso florido il commercio o fatto vincere le battaglie navali.

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Nave da guerra romana

Nave scuola della Marina Militare italiana, fu varata nel 1931 nei cantieri navali diCastellammare di Stabia (Napoli). Lo scafo, in acciaio inchiodato, è lungo 83 metri e largo 16. La sua struttura massiccia traeispirazione dai vascelli del XIX secolo; di qui la caratteristica pitturazione a strisce bianchee nere e, soprattutto la sua alberatura, armata a nave con tre alberi, ciascuno con cinquevele quadre. L’albero di maestra raggiunge i 54,5 metri. L’equipaggio è formato da 330 persone, per la maggior parte impiegate nella manovradelle vele e delle attrezzature. Viene utilizzata per le campagne di addestramento degliallievi della 1ª classe dell’Accademia Navale di Livorno.

8A

Amerigo Vespucci

LA BUSSOLA E LA CARTA NAUTICA

Solo successivamente all’introduzione della bussola e della carta nautica la navigazione

ebbe un alto grado di sviluppo.

Le origini di questi due preziosi strumenti sono incerte:

l’adozione della bussola dovette, però, precedere quella

della carta nautica.

Secondo le indagini di Padre Guglielmotti, dopo il Mille i

navigatori del mediterraneo usavano, per orientarsi, anco-

ra il “pinace”, tavoletta circolare su cui era dipinta la rosa dei venti e che, tenuta girevo-

le nel mezzo del naviglio, veniva orientata a mano sul punto ortivo del sole e degli astri.

Il cardine più importante della rosa dei venti era l’oriente, facilissimo da individuare e che

permetteva di riconoscere subito tutti gli altri punti dell’orizzonte. Da questo rilevamento

ha tratto origine il termine “ orientarsi”.

La bussola dovette apparire nella sua forma

primordiale nella seconda metà del secolo XII.

Pare sia stata introdotta dagli arabi i quali

avrebbero appreso la conoscenza della pro-

prietà indicativa dell’ago calamitato nei contat-

ti avuti nell’oceano indiano con i navigatori

cinesi.

A9

Carta nautica

Bussola

Presso i cinesi l’ago calamitato con il nome “ Ici-

nan” o di “Chi-nan” (indicatore del sud) veniva

usato sospeso ad un filo per le comunicazioni

terrestri, e infitto in una cannuccia o in un sughe-

rino galleggiante sull’acqua contenuta in un reci-

piente, per le comunicazioni marittime. Agli

amalfitani si deve il perfezionamento della bus-

sola, per cui il primitivo ago magnetico, poi con-

gegnato in bussola chiusa, divenne lo strumen-

to idoneo alla navigazione.

Incerta è anche l’origine della carta nautica.

Fermiamo il nostro peregrinare nella storia, alla nostra bella Italia, terra di santi, poeti e

navigatori.

Innumerevoli generazioni di marinari provenienti dai porti

e dalle coste d’Italia si susseguirono lungo l’intero arco

della storia di Roma. I loro cantieri misero a punto tecni-

che basilari dell’architettura navale moderna.

E’ storia recente il ritrovamento a Napoli, verso la

fine del 2003, durante gli scavi per la costruzione

della stazione della metropolitana di Piazza

Municipio, di una barca, lunga 10 metri, rinvenuta

10A

Bussola

Schema di architetturanavale

Napoli - 2003ritrovamento barca capovolta

capovolta e straordinariamente simile a quella

ritrovata nel 1982 ad Ercolano. Lo scavo ha per-

messo di individuare una antica insenatura e di

ricostruire la linea di costa di questa zona, ove

sorgeva uno degli impianti portuali dell’ antica

Neapolis.

Sempre nel 2003 è stata ritrovata , nella stessa area di Piazza Municipio, una seconda

barca di dieci metri di lunghezza per due di larghezza . In data 30 gennaio 2004 sono

emerse le tracce di un’altra barca romana.

La sintesi delle nostre ricche tradizioni marinare è

l’emblema araldico della Marina Militare, che campeg-

gia nella bandiera nazionale navale: lo stemma delle

quattro Repubbliche Marinare sovrastato dalla “corona

navale” romana.

A11

Ercolano - 1982ritrovamento barca

Emblema della MarinaMilitare

Cutty Sark è nome di origine scozzese e significa “camicia corta”, dall’abito indossato dallastatua di donna posta sulla prua. E’ nota per le sue grandi vele e per lo scafo di pregiata fattura, con il planking di teck sustrutture di ferro. Fu costruita nel 1869 e destinata al commercio del tè. Nel 1878 fu adibi-ta al trasporto del carbone nel Galles e successivamente a quello della lana in Australia. Ilsuo ultimo viaggio risale al 1895. Dal 1954 è stata adibita a museo a Greenwech.

12A

Cutty Sark

NAUTICA ED ECONOMIA

La nautica è particolarmente rilevante per l’economia

italiana in quanto intorno ad essa si sviluppa una

intensa attività che comprende numerosi e diversi

settori economici, con ricadute significative sull’ occu-

pazione in genere.

Si parte dai cantieri navali. La maggioranza delle

imbarcazioni fino a 10 metri sono costruite in plastica

cioè in materiali a base di tessuto e fibre di vetro e

resine poliestere che esigono pochissima manuten-

zione. Per dimensioni maggiori è ancora molto usato

il legno soprattutto sotto forma di lamellari corazzati

cioè strati di legno diversi incollati e pressati. I grossi

cruisers da 15, 20 metri e oltre sono in legno pregia-

to, mogano e teak ed infine gli yachts sono spesso in

acciaio. I cantieri italiani sono tra i migliori nel mondo

nella costruzione di queste imbarcazioni e la loro pro-

duzione è molto richiesta all’estero. Il diporto nautico

può essere fatto anche con imbarcazioni a vela.

Protagonista della nautica è, altresì, il gommone da diporto. Esso nasce dall’evoluzione dei

mezzi militari e dalla tecnologia della tela impermeabilizzata.

Veduta di un cantierenavale.

Cantiere Navaleparticolare di costruzione

Cantiere Navale

A13

Segue, quindi, la costruzione, installazione e

riparazione dei motori , di impianti e strumenti

vari, con l’arredamento e gli accessori ,la manu-

tenzione ed il restauro delle imbarcazioni.

Ma non va dimenticata l’attività relativa all’ormeggio delle barche, al loro rimessaggio, alle

scuole per conseguire la patente nautica, alle scuole nautiche, ai corsi di vela, al commer-

cio delle imbarcazioni nuove e usate.

Intorno alla nautica si sviluppano eventi sportivi,

fieristici, e pubblicazioni editoriali specifiche del

settore.

Poiché il fascino della nautica da diporto è

anche la ricerca di nuovi approdi da visitare,

molti diportisti trasportano la barca su un carrel-

lo o “TATS” che costituisce quindi un accessorio

indispensabile per trasportare la barca.

Ma i diportisti, quando si muovono, hanno biso-

gno di tante altre cose: alberghi, ristoranti, bar, pizzerie, discoteche, abbigliamento speci-

fico ecc, per cui tutti i settori rilevanti dell’economia sono interessati dalla nautica.

14A

Manifestazione nauticsud

NAUTICA: LEGGI & DECRETI

• Legge 11 febbraio 1971, n. 50.Norme sulla navigazione da diporto.

• Legge 6 marzo 1976, n. 51.Modificazioni ed integrazioni alla legge 11 febbraio 1971, n. 50 recante norme sullanavigazione da diporto.

• Legge 26 aprile 1986, n. 193.Modifiche ed integrazioni alle leggi 11 febbraio 1971, n. 50 e 6 marzo 1976, n. 51 suldiporto.

• Legge 5 maggio 1989, n. 171.Modifiche alle leggi 11 febbraio 1971, n. 50; 6 marzo 1976, n. 51 e 26 aprile 1986,n. 193.

• Legge 8 agosto 1994, n. 498.Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 giugno 1994, n. 378,recante modifiche alla legge 11 febbraio 1971, n. 50, e successive modi ficazioni,sulla nautica da diporto.

• Direttiva 94/25/CE.Riavvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degliStati membri riguardanti le imbarcazioni da diporto.

• Legge 23 dicembre 1996, n. 647.Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 1996, n. 535,recante disposizioni urgenti per i settori portuale, marittimo, cantieristico ed amato-riale, nonché interventi per assicurare taluni collegamenti aerei.

• Decreto Legislativo 14 agosto 1996, n. 436.Attuazione della direttiva 94/25/CE in materia di progettazione e immissione in com-mercio di unità da diporto.

• Decreto Legislativo 11 giugno 1997, n. 205.Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 436, diattuazione della direttiva 94/25/CE.

• Legge 30 novembre 1998, n. 413 ( artt.12 e 14).Rifinanziamento degli interventi per l’industria cantieristica ed amatoriale ed attua-zione della normativa comunitaria di settore.

• Legge 8 luglio 2003, n. 172.Norme sulla navigazione da diporto.

• Direttiva 94/25/CE.Testo aggiornato con le modifiche apportate dalla Direttiva 2003/44/CE del parla-mento Europeo e del Consiglio del 16 giugno 2003.

• Decreto Ministeriale 21 gennaio 1994, n. 232.Regolamento di sicurezza per la navigazione da diporto.

• Decreto Ministeriale 18 aprile 1994, n. 1994.Disposizioni transitorie concernenti le caratteristiche ed i requisiti delle cinture di sal-vataggio per la nautica da diporto.

A15

• Decreto Ministeriale 21 settembre 1994, n. 731.Regolamento recante norme per l’esercizio della locazione e del noleggio delle unitàda diporto.

• Decreto Ministeriale 1 giugno 1995, n. 366.Regolamento recante modalità e termini tecnici delle operazioni di collaudo per ilriaccertamento della potenza effettiva dei motori – imbarcazioni da diporto.

• Decreto Ministeriale 16 novembre 1995, n. 577.Regolamento recante norme per disciplinare l’impiego dei prodotti petroliferi desti-nati a provvista di bordo nelle imbarcazioni in navigazione nelle acque comunitarie.

• Decreto Ministeriale 10 maggio 1996.Cinture di salvataggio marcate CE.

• D.P.R. 9 ottobre 1997, n. 431.Regolamento sulla disciplina delle patenti nautiche.

• Decreto Ministeriale 29 settembre 1999, n. 386.Regolamento recante norme per l’individuazione delle caratteristiche tecniche ed irequisiti del riflettore radar, da utilizzare esclusivamente sulle unità da diporto.

• Decreto Ministeriale 29 settembre 1999, n. 387.Regolamento recante norme per l’individuazione delle caratteristiche tecniche, irequisiti e la durata di validità dei segnali di soccorso, da utilizzare esclusivamentesulle unità da diporto.

• Decreto Ministeriale 29 settembre 1999, n. 388.Regolamento recante norme per l’individuazione delle caratteristiche tecniche,irequisiti, le modalità per l’installazione a bordo delle bussole magnetiche, da utiliz-zare esclusivamente sulle unità da diporto.

• Decreto Ministeriale 29 settembre 1999, n. 412.Regolamento recante norme tecniche concernenti le caratteristiche ed i requisitidegli apparecchi galleggianti (gonfiabili), quali mezzi collettivi di salvataggio, da uti-lizzare esclusivamente sulle unità da diporto.

• Decreto Ministeriale 5 ottobre 1999, n. 478.Regolamento recante norme di sicurezza per la navigazione da diporto.

• Decreto Legislativo 18 luglio 2005, n. 171.Codice della nautica da diporto.

Il 15 settembre 2005 è entrato in vigore il nuovo codice della navigazione da diporto,

Decreto Legislativo n. 171 del 18 luglio 2005.

Il decreto, per disciplinare vari settori, rimanda ad uno o più regolamenti che il Ministero

delle infrastrutture dovrà emanare.

16A

Il testo del Codice della Nautica da diporto contiene disposizioni:

– generali, norme per la progettazione, la costruzione e l’immissione in commercio di

unità da diporto (art. da 1 a 14);

– relative alla iscrizione, abilitazione alla navigazione delle unità da diporto, persone tra-

sportabili, patente nautiche, responsabilità derivante dalla circolazione delle unità da

diporto (art. da 15 a 41)

– sulla utilizzazione delle unità da diporto e sull’attività di mediazione (art. da 42 a 51)

– sulla cultura nautica (art. 52)

– norme sanzionatorie – illeciti amministrativi (art. da 53 a 57)

– disposizioni complementari, transitorie e finali (art. da 58 a 67)

Il testo prevede, inoltre, 16 allegati.

Di seguito si riportano alcuni articoli del decreto Legislativo n. 171 del 18 luglio 2005, rile-

vanti anche ai fini fiscali:

Uso commerciale delle unità da diporto.

1. L’unità da diporto è utilizzata a fini commerciali quando:

a) è oggetto di contratti di locazione e di noleggio;

b) è utilizzata per l’insegnamento professionale della navi-

gazione da diporto;

c) è utilizzata da centri di immersione e di addestramento subacqueo come unità di appog-

gio per i praticanti immersioni subacquee a scopo sportivo o ricreativo.

2. L’utilizzazione a fini commerciali delle imbarcazioni e navi da

diporto è annotata nei relativi registri di iscrizione, con l’indica-

zione delle attività svolte e dei proprietari o armatori delle

A17

art. 2art. 2

unità, imprese individuali o società, esercenti le suddette attività commerciali e degli

estremi della loro iscrizione, nel registro delle imprese della competente camera di com-

mercio, industria, artigianato ed agricoltura. Gli estremi dell’annotazione sono riportati

sulla licenza di navigazione.

3. Qualora le attività di cui al comma 1 siano svolte con unità da diporto battenti bandiera

di uno dei Paesi dell’Unione europea, l’esercente presenta all’autorità marittima o della

navigazione interna con giurisdizione sul luogo in cui l’unità abitualmente staziona una

dichiarazione contenente le caratteristiche dell’unità, il titolo che attribuisce la disponi-

bilità della stessa, nonchè gli estremi della polizza assicurativa a garanzia delle perso-

ne imbarcate e di responsabilità civile verso terzi e della certificazione di sicurezza in

possesso. Copia della dichiarazione, timbrata e vistata dalla predetta autorità, deve

essere mantenuta a bordo.

4. Le unità da diporto di cui al comma 1, lettera a), possono essere utilizzate esclusiva-

mente per le attività a cui sono adibite.

Unità da diporto

1. Le costruzioni destinate alla navigazione da dipor-

to sono denominate:

a) unità da diporto: si intende ogni costruzione di qualun-

que tipo e con qualunque mezzo di propulsione destinata

alla navigazione da diporto;

b) nave da diporto: si intende ogni unità con scafo di lunghezza superiore a ventiquattro

metri, misurata secondo le norme armonizzate EN/ISO/DIS 8666 per la misurazione dei

natanti e delle imbarcazioni da diporto;

18A

art. 3art. 3

c) imbarcazione da diporto: si intende ogni unità con scafo di lunghezza superio-

re a dieci metri e fino a ventiquattro metri, misurata secondo le norme armoniz-

zate di cui alla lettera b);

d) natante da diporto: si intende ogni unità da diporto a remi, o con scafo di lun-

ghezza pari o inferiore a dieci metri, misurata secondo le norme armonizzate di

cui alla lettera b).

Registri di iscrizione

1. Le navi da diporto sono iscritte in registri tenuti dalle

Capitanerie di porto. Le imbarcazioni da diporto sono

iscritte in registri tenuti dalle Capitanerie di porto, dagli

uffici circondariali marittimi, nonchè dagli uffici provin-

ciali del Dipartimento dei trasporti terrestri e per i siste-

mi informativi e statistici autorizzati dal Ministro delle

infrastrutture e dei trasporti. Il modello dei registri è

approvato con decreto del Ministero delle infrastruttu-

re e dei trasporti.

2. Il proprietario di un’imbarcazione da diporto può

chiedere l’iscrizione provvisoria dell’unità, pre-

sentando apposita domanda.

3. Le unità da diporto costruite da un soggetto privato per proprio uso personale e senza

l’ausilio di alcuna impresa, cantiere o singolo costruttore professionale, possono esse-

re iscritte nei registri delle imbarcazioni da diporto, purchè munite di attestazione di ido-

A19

art. 15art. 15

neità rilasciata da un organismo notificato ai sensi dell’articolo 10 o autorizzato ai sensi

del decreto legislativo 3 agosto 1998, n. 314.

4. Il proprietario dell’unità da diporto può richiedere all’ufficio d’iscrizione l’annotazione

della perdita di possesso dell’unità medesima a seguito di furto, presentando l’origina-

le o la copia conforme della denuncia di furto e restituendo la licenza di navigazione.

Ove il possesso dell’unità sia stato riacquistato, il proprietario richiede annotazione

all’ufficio di iscrizione, che rilascia una nuova licenza di navigazione.

Iscrizione di unità da diporto utilizzate a titolo di locazione finanziaria

1. Le unità da diporto utilizzate a titolo di locazione finanzia-

ria con facoltà di acquisto sono iscritte a nome del locato-

re con specifica annotazione sul registro di iscrizione e

sulla licenza di navigazione del nominativo del-

l’utilizzatore e della data di scadenza del relativo contratto.

Disposizioni per la pubblicità degli atti relativi alle unità da diporto

1. Per gli effetti previsti dal codice civile, gli atti costitutivi,

traslativi o estintivi della proprietà o di altri diritti reali su

unità da diporto soggette ad iscrizione ai sensi del pre-

sente decreto legislativo sono resi pubblici, su richiesta

avanzata dall’interessato, entro sessanta giorni dalla

data dell’atto, mediante trascrizione nei rispettivi registri

di iscrizione ed annotazione sulla licenza di navigazione.

art. 16art. 16

20A

art. 17art. 17

2. La ricevuta dell’avvenuta presentazione dei documenti per la pubblicità, rilasciata dal-

l’ufficio di iscrizione, sostituisce la licenza di navigazione per la durata massima di venti

giorni.

3. Accertata una violazione in materia di pubblicità di cui al comma 1, ne è data immedia-

ta notizia all’ufficio di iscrizione dell’unità che, previa presentazione da parte dell’inte-

ressato della nota di trascrizione e degli altri documenti prescritti dalla legge, nel termi-

ne di dieci giorni dalla data dell’accertamento regolarizza la trascrizione. Ove l’interes-

sato non vi provveda nel termine indicato l’ufficio di iscrizione dispone il ritiro della licen-

za di navigazione.

4. Per gli atti costitutivi, traslativi o estintivi della proprietà o di altri diritti reali di cui al

comma 1, posti in essere fino alla data di entrata in vigore del presente decreto legisla-

tivo si procede, su richiesta dell’interessato avanzata entro novanta giorni dall’entrata

in vigore del presente decreto legislativo e senza l’applicazione di sanzioni, alle neces-

sarie regolarizzazioni.

Locazione e forma del contratto

1. La locazione di unità da diporto è il contratto con il quale

una delle parti si obbliga verso corrispettivo a cedere il

godimento dell’unità da diporto per un periodo di tempo

determinato.

2. Con l’unità da diporto locata, il conduttore esercita la navigazione e ne assume la

responsabilità ed i rischi.

A21

art. 42art. 42

3. Il contratto di locazione delle imbarcazioni e delle navi da

diporto è redatto per iscritto a pena di nullità ed è tenuto a

bordo in originale o copia conforme.

4. La forma del contratto di sublocazione o di quello di cessio-

ne è regolata dal comma 3.

Scadenza del contratto

1. Salvo espresso consenso del locatore, il contratto non

s’intende rinnovato ancorchè, spirato il termine stabilito,

il conduttore conservi la detenzione dell’unità da diporto.

2. Salvo diversa volontà delle parti, nel caso di ritardo

nella riconsegna per fatto del conduttore per un perio-

do non eccedente la decima parte della durata del con-

tratto di locazione, non si fa luogo a liquidazione di danni ma al locatore, per il periodo di

tempo eccedente la durata del contratto, è dovuto un corrispettivo in misura doppia di quel-

la stabilita nel contratto stesso.

Prescrizione

1. I diritti derivanti dal contratto di locazione si prescrivono

col decorso di un anno. Il termine decorre dalla scadenza

del contratto o, nel caso di cui al comma 2 dell’articolo 43,

dalla riconsegna dell’unità.

22A

art. 44art. 44

art. 43art. 43

Contratto

Obblighi del locatore

1. Il locatore è tenuto a consegnare l’unità da diporto, con

le relative pertinenze, in perfetta efficienza, completa

di tutte le dotazioni di sicurezza, munita dei documenti

necessari per la navigazione e coperta dall’assicura-

zione di cui alla legge 24 dicembre 1969, n. 990, e suc-

cessive modificazioni.

Obblighi del conduttore

1. Il conduttore è tenuto ad usare l’unità da diporto secon-

do le caratteristiche tecniche risultanti dalla licenza di

navigazione e in conformità alle finalità di diporto.

Noleggio di unità da diporto

1. Il noleggio di unità da diporto è il contratto con cui una

delle parti, in corrispettivo del nolo pattuito, si obbliga a

mettere a disposizione dell’altra l’unità da diporto per

un determinato periodo da trascorrere a scopo ricreati-

vo in zone marine o acque interne di sua scelta, da

fermo o in navigazione, alle condizioni stabilite dal con-

tratto.

A23

art. 45art. 45

art. 46art. 46

art. 48art. 48

L’unità noleggiata rimane nella disponibilità del noleggiante, alle cui dipendenze resta

anche l’equipaggio.

2. l contratto di noleggio o di subnoleggio delle imbarcazioni e delle navi da diporto è

redatto per iscritto a pena di nullità e deve essere tenuto a bordo in originale o copia

conforme.

Obblighi del noleggiante

1. Il noleggiante è obbligato a mettere a disposizione l’uni-

tà da diporto in perfetta efficienza, armata ed equipaggia-

ta convenientemente, completa di tutte le dotazioni di

sicurezza, munita dei prescritti documenti e coperta dal-

l’assicurazione di cui alla legge 24 dicembre 1969, n. 990, e successive modificazioni,

estesa in favore del noleggiatore e dei passeggeri per gli infortuni e i danni subiti in occa-

sione o in dipendenza del contratto di noleggio, in conformità alle disposizioni ed ai mas-

simali previsti per la responsabilità civile.

24A

art. 49art. 49

Porto turistico

Locazione finanziaria

Il contratto di leasing e il contratto di locazio-

ne, pur avendo alcuni elementi in comune, si

differenziano nettamente.

Nel caso della locazione, il locatore si obbli-

ga, in cambio di un corrispettivo, a concede-

re l’unità da diporto al locatario per un determinato periodo di tempo. L’unità passa, per il

periodo stabilito, in godimento del conduttore, il quale esercita con essa la navigazione e

ne assume la responsabilità ed i rischi.

Al termine del periodo stabilito l’imbarcazione viene restituita al locatore.

Il contratto di locazione finanziaria è un’operazione di finanziamento. Nel leasing finanzia-

rio i soggetti sono tre: fornitore, utilizzatore, società di leasing.

La società di leasing acquista dal fornitore l’unità da diporto prescelta dall’utilizzatore e la

concede, a fronte del pagamento di un canone periodico, in locazione allo stesso per un

determinato periodo di tempo.

La proprietà del bene è della società di leasing, che acquista dal fornitore il bene. Alla sca-

denza del contratto, con il versamento dell’ultimo canone, l’utilizzatore può esercitare l’op-

zione di riscatto del bene, acquisendone quindi la proprietà, contro il versamento di un

prezzo predefinito (riscatto). In caso di mancato esercizio dell’opzione il bene resta di pro-

prietà della società di leasing.

L’operazione di leasing presenta quindi sia i vantaggi del finanziamento che quelli della

locazione in quanto consente di poter disporre dei beni senza bisogno di immobilizzare la

somma di denaro necessaria per acquistarli.

A25

Charter

I corrispettivi delle prestazioni di locazione, compresa quella finanziaria, noleggio e simili,

delle unità da diporto sono da assoggettare all’I.V.A. con l’aliquota del 20%. L’art. 7 comma

4, lett. f), del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 stabilisce, però, che le operazioni derivanti da

contratti di locazione, anche finanziaria, noleggio e simili di mezzi di trasporto sono assog-

gettati ad IVA quando i predetti mezzi sono utilizzati in Italia o in altro Stato membro della

Comunità Europea. Le citate prestazioni non si considerano più territorialmente rilevanti,

e, come tali, non sono assoggettate all’IVA, se i mezzi di cui trattasi sono utilizzati fuori

dell’Unione Europea, a prescindere dal domicilio o dalla residenza del committente.

Conseguentemente, le operazioni in esame rientrano nel campo di applicazione dell’impo-

sta solo se utilizzate in ambito comunitario, per cui in caso di impiego del mezzo di traspor-

to in parte in territorio comunitario ed in parte fuori di esso, dovrà considerarsi rilevante per

l’IVA solo la parte di canone di locazione riferibile all’utilizzo che ne è stato fatto in ambito

comunitario.

Poiché risulta difficoltoso seguire gli spostamenti delle unità da diporto e, quindi, stabilire

il periodo da esse trascorso all’interno o all’esterno delle acque territoriali comunitarie,

l’Agenzia delle Entrate,con circolari del 02 agosto 2001 n. 76, e del 07 giugno 2002 n. 49,

ha consentito, allo scopo di rendere più semplice l’applicazione della normativa, la deter-

minazione in via forfetaria dell’utilizzo extracomunitario del natante, sulla base delle carat-

teristiche tipologiche del mezzo stesso fornite dal Ministero delle Infrastrutture e dei

Trasporti.

I contribuenti ( società di leasing o locatori) potranno determinare forfetariamente il tempo

di utilizzo fuori delle acque territoriali comunitarie, attenendosi, ai fini della individuazione

della base imponibile, alle sottoindicate percentuali, distinte secondo la categoria di appar-

26A

tenenza dell’unità da diporto, fermo restando la possibilità di un eventuale controllo da

parte degli Uffici dell’Agenzia delle Entrate.

Circolare n. Carico49/2002 fiscale% del effettivo

Tipologia dell’unità da diporto corrispettivoda

assoggetaread Iva

Unità a motore o a vela di lunghezza superiore a 24 metri 30% 6%Unità a vela di lunghezza tra i 20,01 -24,00 metri ed unità a motore di lunghezza tra 16,01-24,00 metri 40% 8%Unità a vela di lunghezza tra i 10,01 -20,00 metri ed unità a motore di lunghezza tra 12,01-16,00 metri 50% 10%Unità a vela di lunghezza fino a 10 metri ed unità a motore di lunghezza tra 7,51,01-12,00 metri (se iscritte nel registro imbarcazioni) 60% 12%Unità a motore di lunghezza fino a 7,50 metri 90% 18%Unità appartenenti alla categoria D (imbarcazioni da diporto abilitate alla navigazione solo in acque protette) 100% 20%

In pratica, l’aliquota IVA applicabile è sempre quella normale del 20%, ma viene operata

una riduzione della base imponibile per cui si verifica una riduzione del carico effettivo

dell’IVA.

Da notare, però, che nell’ipotesi in cui il conduttore, al termine del contratto di locazione,

eserciti l’opzione di riscatto, sul prezzo pagato si applica l’IVA nella misura del 20%.

Anche nella ipotesi di acquisto, per contanti, di una unità da diporto, l’aliquota IVA da appli-

care al prezzo è quella normale del 20%, senza alcuna riduzione.

A27

NORMATIVA FISCALE

Passiamo in rassegna, brevemente, alcune

disposizioni fiscali relative alla nautica da diporto.

Tassa di stazionamentoL’art. 15, comma 2, della legge 8 luglio 2003, n. 172, ha

abolito la tassa di stazionamento, prevista dall’art. 17

della legge 6 maggio 1976 n. 51, a decorrere dal 29

luglio 2003.

La tassa di stazionamento andava pagata, entro il 31

maggio di ciascun anno, per le imbarcazioni e le navi

da diporto, in relazione alla lunghezza f.t. (fuori tutto),

riportata nella licenza di navigazione, quando l’unità

stazionava, navigava, od era ancorata in acque pub-

bliche (marine o interne) anche se assentite in con-

cessione a privati (porti turistici,darsene private,

ecc.).

28A

Articolo sulla tassa

Per l’anno 2003 il termine originario di scadenza per il pagamento della tassa è stato pro-

rogato al 31 ottobre 2003, ma tale proroga non ha evitato il versamento del tributo da parte

di molti diportisti prima che il provvedimento di proroga diventasse operativo (16 giugno

2003). Per ottenere il rimborso di quanto corrisposto, occorre presentare una istanza al:

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Direzione Generale Navigazione e

Trasporto Marittimo e Interno, Divisione Nav. 3,Via dell’Arte n. 16 – 00144 Roma.

Abbonamento Radio-TV

Non è più obbligatorio sottoscrivere l’abbonamento

per gli apparati radio televisivi tenuti a bordo delle

unità da diporto. Diventa ,invece, obbligatorio quando

le medesime unità vengono impiegate per fini com-

merciali (locazione e noleggio)

Acquisto e vendita

Il regime civilistico e fiscale relativo al passaggio

della proprietà dei beni in questione varia in rela-

zione alle diverse tipologie di costruzioni destinate

alla navigazione da diporto Il regime amministrati-

vo delle unità da diporto è disciplinato nel Titolo II

capo I del D.Lgs 171/2005.

A29

Natanti

I natanti, compresi i motori installati a bordo, sono

beni mobili non registrati e quindi il loro trasferimento

di proprietà può avvenire senza alcun “atto scritto di

compravendita” in quanto si applica la regola che “il

possesso vale titolo”.

Imbarcazioni e navi da diporto

Le imbarcazioni e le navi da diporto sono beni mobili

registrati e per il trasferimento della proprietà è necessa-

rio trascrivere il “titolo di proprietà“ presso l’Ufficio ove

l’unità risulta iscritta.

Occorre quindi un regolare atto di compravendita ed un

formale atto di iscrizione nei pubblici registri.

Il titolo di proprietà può essere costituito: da scrittura privata autenticata e registrata; da

dichiarazione dell’alienante con sottoscrizione autenticata e registrata; da atto pubblico; da

sentenza passata in giudicato; dal c.d. “Bill of Sale” o dal “Memorandum of Agreement”

legalizzato dall’Autorità Consolare ( per i Paesi dell’Unione Europea la legalizzazione è

stata soppressa) e registrato presso uno qualsiasi degli Uffici dell’Agenzia delle Entrate,

per le unità acquistate all’estero.

30A

Imbarcazione a vela e motore

Imbarcazione

A31

Acquisti e vendite fra soggettiresidenti in Italia

Il venditore che agisce nell’esercizio di una impresa

(Cantiere nautico, commerciante di unità da diporto)

essendo soggetto d’imposta ai fini IVA,è obbligato

all’applicazione di tutte le disposizioni contenute nel

D.P.R. 26 ottobre 1972 n. 633. Deve, quindi, emette-

re, all’atto della vendita ,una fattura con applicazione

dell’IVA nella misura del 20%.

Per quanto riguarda l’acquirente occorre, invece distinguere se lo stesso è o meno un sog-

getto IVA.

Se l’acquirente è persona fisica che agisce nell’esercizio di impresa, oppure società ed

ente commerciale, ha la possibilità, in quanto soggetto d’imposta, di portare in detrazione

dall’IVA dovuta sulle vendite, l’IVA pagata al fornitore della imbarcazione, salvo quanto

disposto dall’art. 19 bis comma 1, del decreto n. 633 del 1972.

Se l’acquirente, invece, è un privato od un ente non commerciale, l’IVA pagata all’atto del-

l’acquisto dell’unità da diporto rimane interamente a suo carico, costituendo un costo a tutti

gli effetti.

Se il venditore è un privato, od un ente non commerciale, per le cessioni di imbarcazioni e

navi da diporto si applica l’imposta di registro in misura variabile in funzione della lunghez-

za dello scafo.

Si riportano le tariffe per la registrazione del titolo di proprietà:

32A

Natanti

Fino a 6 metri di lunghezza,

fuori tutto……..Euro 54,23

Oltre i 6 metri di lunghezza,

fuori tutto………Euro 108,46

Imbarcazioni

Fino a 8 metri di lunghezza,

fuori tutto……Euro 309,87

Fino a 12 metri di lunghezza,

fuori tutto…...Euro 464,81

Fino a 18 metri di lunghezza,

fuori tutto……Euro 619,75

Oltre i 18 metri di lunghezza,

fuori tutto……..Euro 774,69

Navi da diporto

Oltre i 24 metri di lunghezza,

fuori tutto…….Euro 3.873,43

Fino al 31 gennaio 2005Dal 1° febbraio 2005

(decreto-legge 31 gennaio 2005 n. 7

Natanti

Fino a 6 metri di lunghezza,

fuori tutto….…Euro 71,00

Oltre i 6 metri di lunghezza,

fuori tutto…….Euro 142,00

Imbarcazioni

Fino a 8 metri di lunghezza,

fuori tutto……Euro 404,00

Fino a 12 metri di lunghezza,

fuori tutto……..Euro 607,00

Fino a 18 metri di lunghezza,

fuori tutto……..Euro 809,00

Oltre i 18 metri di lunghezza,

fuori tutto…….Euro 1011,00

Navi da diporto

Oltre i 24 metri di lunghezza,

fuori tutto……Euro 5.055,00

Acquisti e vendite intracomunitarie

In applicazione della VI Direttiva 17 maggio 1977, n.

77/388/CEE sul sistema comune di imposta sul valore

aggiunto e delle disposizioni recate dal decreto-legge 30 ago-

sto 1993, n. 331 convertito con modificazioni dalla legge 29

ottobre 1993, n. 427 è soppressa ogni frontiera fiscale tra i

Paesi aderenti all’Unione Europea.

Conseguentemente, gli scambi di merce tra i Paesi membri sono definiti cessioni intraco-

munitarie o acquisti intracomunitari e non più esportazioni ed importazioni, termini il cui

impiego permane per le operazioni con i Paesi terzi ovvero con i territori esclusi.

L’imposizione sorge con il trasferimento materiale delle merci tra i Paesi Comunitari. Le

cessioni operate da un soggetto UE verso Stati UE, con tassazione presso l’impresa

acquirente, sono considerate, per il soggetto cedente, operazioni non imponibili. Le ces-

sioni di beni nei confronti di privati consumatori, nell’ambito della Comunità, in considera-

zione che trattasi di un unico territorio di consumo finale, sono soggette ad imposta nel

Paese in cui avviene la vendita ossia nel Paese di provenienza del bene.

Per quanto concerne i mezzi di trasporto nuovi esiste per le cessioni intracomunitarie, una

regolamentazione specifica.

Premesso che sono considerati mezzi di trasporto le

imbarcazioni di lunghezza superiore a 7,5 metri, le

disposizioni concernenti gli scambi intracomunitari si

applicano anche se la compravendita si realizza tra

soggetti entrambi privati.

A33

Emblema della ComunitàEuropea

> 7,5 mt

Nelle transazioni dei Paesi membri della Comunità Europea, le unità da diporto sono con-

siderate nuove se si verifica almeno una delle seguenti condizioni:

• navigazione fino a 100 ore;

• cessione entro il termine di tre mesi dalla data di prima immatricolazione

o iscrizione in pubblici registri o altri atti equivalenti.

Le unità da diporto si considerano usate nel caso in cui non si verifichi almeno una delle

condizioni sopra indicate.

Sulla base di quanto innanzi detto, con riferimento alla cessione di unità da diporto nuove,

si possono verificare le seguenti situazioni:

• cessione da un soggetto comunitario che agisce nell’esercizio di impresa ad un

soggetto d’imposta italiano: quest’ultimo deve ottemperare a tutte le formalità pre-

viste per gli acquisti intracomunitari;

• cessione da un soggetto comunitario operatore economico o non, ad un soggetto

privato italiano di una unità da diporto nuova, con il trasferimento dello stesso

mezzo in Italia: l’acquirente italiano pone in essere un acquisto intracomunitario,

con obbligo di assolvere l’IVA italiana con l’aliquota del 20%. Il versamento dell’im-

posta dovrà essere effettuato con il Modello F 24, utilizzando il codice tributo 6099.

La prova dell’assolvimento dell’IVA è necessaria per poter procedere all’immatrico-

lazione nei pubblici registri o per ottenere l’emanazione di provvedimenti equiva-

lenti da parte degli Uffici competenti, ai quali è da consegnare copia della fattura

di acquisto (o di documento equipollente) sulla quale l’Ufficio dell’Agen-zia delle

Entrate dovrà aver apposto il visto di conformità all’originale.

Le unità da diporto di lunghezza inferiore a 7,5 metri,

non essendo considerate mezzi di trasporto, restano

escluse dall’applicazione delle disposizioni speciali

innanzi indicate, per cui:

34A

• se la cessione avviene tra due operatori economici (residenti in Stati UE diversi)

l’operazione rientra nel regime intracomunitario ordinario;

• se la cessione avviene tra un operatore economico ed un privato (residenti in Stati

UE diversi), l’operazione è soggetta ad imposta nel paese del cedente e quindi per

l’acquirente non sussistono obblighi fiscali;

• se la cessione avviene da un privato all’altro (residenti in Stati UE diversi), l’opera-

zione non è soggetta ad IVA.

Se, invece, l’operazione di compra-vendita riguarda una unità da diporto usata, si prescin-

de dalle dimensioni del mezzo e:

• se la cessione avviene tra un operatore commerciale ed un privato ( residenti in Stati

UE diversi),l’acquirente dovrà pagare l’imposta nel paese del cedente;

• se la cessione avviene tra due privati (residenti in Stati UE diversi), nessuna impo-

sta sul valore aggiunta è dovuta.

Cessioni in ambito extracomunitario

Se un soggetto italiano acquista una unità da diporto

da un soggetto extracomunitario, essa potrà essere

importata in Italia pagando sia l’IVA all’importazione

che gli eventuali dazi doganali. In tal caso il documen-

to IVA è costituito dalla bolletta doganale.

Viceversa, se l’unità da diporto è inviata dall’operatore economico italiano in uno Stato non

appartenente alla Comunità Europea, dovrà essere emessa fattura senza IVA (operazione

non imponibile).

A35

Cartografia

LE AGEVOLAZIONI

Accenniamo, ora, brevemente, alle agevolazioni di carattere fiscale di cui possono avva-

lersi le unità da diporto.

Iva

Il riferimento normativo di base è il D.P.R. 26 ottobre 1972 n. 633 e successive modifiche

ed integrazioni, che all’art. 8-bis prevede la non imponibilità ai fini IVA delle cessioni di beni

destinati a dotazione e fornitura di bordo, nonché alcune prestazioni di servizio, come l’uso

di bacini di carenaggio, le costruzioni, la manutenzione, la riparazione, la trasformazione,

l’arredamento ed il noleggio di navi ,destinate a “navi commerciali”.

Tale norma escludeva le unità da diporto dal trattamento di non imponibilità, in considera-

zione del fatto che la navigazione da diporto ha scopi sportivi, ricreativi e non già finalità di

carattere commerciale.

La disciplina delle unità da diporto ha subìto, però, una evoluzione normativa, ed allo stato,

l’art. 15 della legge 5 maggio 1989, n. 171, così come novellato dall’art. 10, comma 11, del

decreto-legge 21 ottobre 1996, n. 535, convertito dalla legge 23 dicembre 1996, n 647,

consente l’utilizzo delle unità da diporto mediante contratti di locazione e di noleggio, in

deroga alle disposizioni di cui all’art. 1 della legge 11 febbraio 1971, n. 50.

L’Agenzia delle Entrate, tenuto conto delle intervenute modifiche normative in materia di

unità da diporto, con la Risoluzione n. 94 del 21 marzo 2002 ha chiarito che le agevolazio-

ni di cui all’art. 8-bis del DPR n. 633 del 1972 riguardano anche le unità (natanti, imbarca-

zioni, e navi) che sono oggetto di un contratto di noleggio e, quindi, utilizzate per un’attivi-

tà commerciale.

36A

Restano, invece, escluse dalla predetta agevolazione, le unità da diporto oggetto di un

contratto di locazione. La ratio di tale esclusione risiede nel fatto che nel contratto di loca-

zione si trasferisce l’unità da diporto a favore del locatario il quale si assume ogni rischio

ed onere connesso con la navigazione. Il locatore consegue un corrispettivo, ma rimane

estraneo all’utilizzo dell’unità di navigazione.

Con il contratto di noleggio, anche se l’impegno dell’unità da diporto fatto dal noleggiatore

è un impegno a fini turistici, sportivi o ricreativi, per il proprietario del bene lo scopo perse-

guito con il contratto di noleggio, e la relativa prestazione di servizi a titolo oneroso, ha una

natura prettamente commerciale.

Per le navi e le imbarcazioni da diporto, secondo la distinzione effettuata dall’art. 1 terzo

comma della legge n. 50 del 1971, sarà necessaria, per usufruire delle agevolazioni fisca-

li, l’annotazione nei registri di iscrizione e sulla licenza di navigazione dell’utilizzo del bene

per finalità di noleggio.

Per quanto riguarda, invece, i natanti da diporto ( ovvero unità di lunghezza inferiore), che

l’art. 13 della legge n. 50 del 1971 non assoggetta all’obbligo della iscrizione nei registri

marittimi, gli esercenti attività di noleggio, oltre ad assolvere all’obbligo della iscrizione nel

registro delle imprese,devono comprovare di essere stati autorizzati dalla locale autorità

marittima all’impiego dei natanti mediante contratti di noleggio.

Oltre ad assolvere agli adempimenti innanzi indicati, i proprietari delle unità da diporto in

questione, per usufruire del regime di non imponibilità IVA di cui al citato art. 8-bis del DPR

n. 633 del 1972 per le forniture di prodotti petroliferi, devono assolvere agli specifici adem-

pimenti amministrativi e contabili previsti per l’imbarco dei prodotti petroliferi agevolati, fra

cui la dotazione del libretto di controllo di cui all’art. 4, comma 3, del Decreto del Ministero

dei Trasporti n. 577 del 1995.

A37

Inoltre, gli stessi soggetti devono effettivamente utilizzare le unità in argomento per l’eser-

cizio di un’attività di noleggio, attività che si caratterizza con una diretta correlazione fra i

contratti di noleggio stipulati,le relative fatture registrate e gli acquisti di prodotti petroliferi

agevolati, distintamente annotati sul libretto di controllo suddetto.

Imposta di fabbricazione

L’Agenzia delle Dogane è intervenuta con la nota n.

7206 dell’8 febbraio 2001 in merito all’impiego agevola-

to di prodotti petroliferi destinati al rifornimento delle

unità da diporto.

Nella nota sopraindicata, l’Agenzia delle Dogane pren-

de atto che con l’emanazione della legge n. 647 del

1996 il legislatore, prevedendo che le navi, le imbarca-

zioni ed i natanti da diporto possono essere utilizzate

mediante contratti di locazione o di noleggio, ha inteso

operare per tali fattispecie un riconoscimento dell’im-

piego delle unità da diporto in attività commerciali.

Afferma, quindi, che nel caso dell’unità da diporto utilizzata per effetto di un contratto di

locazione, la relativa fornitura di carburante rimane assoggettata all’accisa, e ritiene, inve-

ce, che i carburanti impiegati da unità da diporto ( natanti,imbarcazioni e navi) adibite ad

attività di noleggio hanno titolo all’esenzione da accisa di cui al punto 3 della Tabella A alle-

gata al testo unico approvato con D.Lgs. n. 504 del 1995.

Le modalità da osservare per l’impiego di prodotti petroliferi in assenza da accisa sono fis-

sate dal Decreto ministeriale 16 novembre 1995, n. 577.

38A

Distributore di carburante

A39

Provviste di bordo

Il Ministero delle Finanze, Direzione Generale delle

Tasse ed Imposte Indirette sugli Affari, con la circola-

re n. 62 del 3 novembre 1973, ha affermato che la

non imponibilità all’IVA delle cessioni di provviste e

dotazioni di bordo previste dall’art 8, quarto comma

( ora art. 8-bis primo comma, lett.d) del DPR 26 otto-

bre 1972 n. 633, era subordinata alla prova dell’av-

venuto imbarco dei suddetti beni, costituita dal

“visto” opposto dalla Dogana o dalla Guardia di

Finanza sul foglio della Fattura emessa nei confron-

ti delle imprese di navigazione marittima o aerea.

Con la risoluzione del 10 marzo 1986 n. 357147, la stessa Direzione Generale ha ritenuto,

sempre per le stesse cessioni di beni, di poter operare una distinzione a seconda che si trat-

ti di beni che, per la loro intrinseca natura, sono normalmente destinati a fungere da provvi-

ste o dotazioni di bordo, oppure di beni per i quali è anche configurabile un uso diverso. Per

i primi, afferma che si può prescindere dal visto doganale, ai fini del riconoscimento del-

l’agevolazione fiscale di cui trattasi. Viceversa, per i beni suscettibili di uso promiscuo (pro-

dotti per l’alimentazione, biancheria, suppellettili, stoviglie, ecc.) dovrebbe in ogni caso rima-

nere ferma la necessità del visto sul duplo della fattura, stante il carattere cautelativo che

esso assume per l’Amministrazione finanziaria. Un eventuale esonero dalla suddetta forma-

lità (sostituita dal sistema di prova alternativo di cui alla richiamata circolare n. 30819 del

1973) potrebbe solo essere consentito per cessioni di irrilevante valore commerciale, che

non si ritiene opportuno quantificare.

Piatto con frutta

40A

Tonnage tax

Dopo il via libera della Commissione Europea, anche in

Italia è stata introdotta la Tonnage Tax. La materia è

disciplinata dagli articoli 155 e seguenti del TUIR, intro-

dotti dal D.Lgs. 12 dicembre 2003 n. 344.

La Tonnage Tax è una metodologia di determinazione forfetaria basata sul tonnellaggio

delle imprese armatoriali. Si tratta, in pratica, di un regime agevolativo alternativo all’attua-

le sistema di imposizione. Le forme di tassazione possono essere di due tipi. La prima, che

fa riferimento all’imponibile, è il modello adottato in Germania, Olanda, Regno Unito e

Spagna. La caratteristica principale di questo sistema è che le società di navigazione sono

tassate in base ai proventi che ogni singola nave è in grado di produrre e non ai profitti con-

seguiti dalla flotta. La seconda, che invece fa riferimento all’imposta, è stata adottata da

Grecia e Norvegia.

In Italia la struttura della Tonnage Tax s’ispira al modello olandese. Le imprese di naviga-

zione (trasporto merci, passeggeri, soccorso, rimorchio, realizzazione e posa in opera di

impianti ed altre attività di assistenza marina da svolgersi in alto mare) possono scegliere

di determinare il reddito imponibile in via forfetaria e unitaria sulla base del reddito giorna-

liero di ciascuna nave con determinati requisiti.

L’opzione per la Tonnage Tax effettuata dall’armatore è irrevocabile per dieci anni sociali e

può essere rinnovata.

L’introduzione della Tonnage Tax allinea l’Italia alla legislazione europea in termini di fisca-

lità e contribuisce a rendere più competitive le imprese di navigazione che negli ultimi anni

hanno subito i contraccolpi dell’agguerrita concorrenza dei Paesi terzi.

Rimorchiatore

A41

Con il decreto del 23 giugno 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 153 del 4 luglio

2005, sono state adottate le disposizioni applicative del particolare regime di determinazio-

ne della base imponibile delle imprese marittime (tonnage tax), di cui agli articoli da 155 a

161 del Tuir.

I soggetti ammessi a beneficiare del nuovo regime di determinazione forfetaria del reddito

sono quelli indicati all’articolo 73, comma 1, lettera a), dello stesso Testo unico, ossia le socie-

tà di capitali residenti, comprese le cooperative nonché, ai sensi dell’art. 2 del suddetto decre-

to, i soggetti di cui alla lettera d) del medesimo articolo 73 (società ed enti di ogni tipo non resi-

denti), purché esercitino in Italia un’attività di impresa mediante stabile organizzazione.

I requisiti richiesti , per l’ammissione alla tonnage tax, possono così sintetizzarsi:

Le navi, detenute in proprietà o in locazione a scafo nudo, ancorché date a noleggio, devo-

no avere una stazza netta superiore alle 100 tonnellate.

Le attività alle quali devono essere destinate sono quelle individuate dall’art. 6 del decre-

to attuativo, ossia: trasporto merci, trasporto passeggeri, soccorso, rimorchio, realizzazio-

ne, trasporto e posa in opera di impianti offshore e altre attività di assistenza marittima da

svolgersi in alto mare.

Le navi devono essere iscritte nel Registro internazionale di cui al decreto legge 30 dicem-

bre 1997, n. 457.

Per aderire al regime della tonnage tax deve essere esercitata apposita opzione che deve

essere comunicata all’Agenzia delle Entrate entro tre mesi dall’inizio del periodo d’imposta

a partire dal quale si vuole fruire del regime agevolato. L’opzione ha durata decennale e

deve essere esercitata per tutte le navi aventi i requisiti previsti dall’art. 155 TUIR.

L’art. 7 del decreto attuativo stabilisce che l’opzione per la tonnage tax non può essere

esercitata ovvero perde di efficacia qualora si verificano contemporaneamente le seguen-

ti condizioni:

42A

oltre il 50 per cento delle navi utilizzate è data in locazione a scafo nudo;

per più della metà delle navi locate, il rapporto tra giorni di locazione a scafo nudo e i gior-

ni di effettiva navigazione è superiore al 50 per cento.

Il decreto attuativo fissa specifiche regole per quanto attiene alla determinazione dei valo-

ri fiscali dell’attivo e del passivo del patrimonio dell’impresa in regime di tonnage tax (art.

8) e alla imputazione delle plusvalenze e minusvalenze conseguenti alla cessione di navi

già detenute in proprietà in periodi d’imposta precedenti a quello di prima applicazione del

regime agevolato(art.9), individua le operazioni straordinarie che non comportano la per-

dita di efficacia dell’opzione esercitata (art.11) e stabilisce che le spese e gli atri compo-

nenti negativi riferiti ad attività o beni da cui derivano ricavi od altri proventi non compresi

nella determinazione forfetaria, devono risultare dalle scritture contabili mediante distinta

annotazione (art. 12).

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Le foto che seguono sono la testimonianza delle bellezze naturali delle coste e del mare

della nostra Regione che da sempre affascinano gli appasionati della navigazione.

Napoli - vista del porto con sfondo del Vesuvio

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Napoli - vista del golfo

Le bellezze naturali della costa campana

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Amalfi - panorama

Procida - Vivara e golfo di Genito

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Capri - Faraglioni

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BIBLIOGRAFIA

NORMATIVA E PRASSI FISCALE

• D.P.R. 26 OTTOBRE 1972 , n. 633 – Istituzione e disciplina dell’imposta sul valoreaggiunto.

• D.P.R. 22 DICEMBRE 1996, n. 917 – Testo unico dell’imposta sui redditi.• MINISTERO DELLE FINANZE – TASSE ED IMPOSTE INDIRETTE SUGLI AFFARI –

Risoluzione del 10/03/1986 prot. n. 357147.• AGENZIA DELLE ENTRATE – DIREZIONE CENTRALE NORMATIVA E CONTENZIO-

SO – Circolare del 02/08/2001 n. 76.• AGENZIA DELLE ENTRATE – DIREZIONE CENTRALE NORMATIVA E CONTENZIO-

SO – Risoluzione del 21/03/2002 n. 94.• AGENZIA DELLE ENTRATE – DIREZIONE CENTRALE NORMATIVA E CONTENZIO-

SO – Circolare del 07/06/2002 n. 49.• AGENZIA DELLE DOGANE – Nota del 08/02/2001 n. 7206.

SITI CONSULTATI :• www archemail .it• www ucina.it• www comune di amalfi .it• www nautica.it• www romaeterna.org• www.fiscoggi.it• www.unionepetrolifera.it• www.mclink.it• www.biggame.it• www.infrastrutturetrasporti.it• www.velaemotore.it

ARTICOLI VARI :Giusi Grimaudo, Le figlie del Nilo, dal sito Internet www.nautica.itGiusi Grimaudo, Le lunghe navi del dragone, dal sito Internet www.nautica.itAdriano Penco, Mille steli per un oceano, dal sito Internet www.nautica.itOrazio Ferrara, Le navi di Omero,dal sito Internet www.cosedimare.com;Domenico Carro, Nascita e affermazione del potere marittimo di Roma, dal sito Internetwww. Romaeterna.org, febbraio 2005.