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pag. 1 Bologna, 19 gennaio 2004 Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE IDRICHE IN EMILIA ROMAGNA Giuseppe Bortone Responsabile Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua Direzione Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile Regione Emilia Romagna

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE IDRICHE IN EMILIA

ROMAGNA

Giuseppe Bortone

Responsabile Servizio Tutela e Risanamento Risorsa AcquaDirezione Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa

Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo SostenibileRegione Emilia Romagna

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I principi del governo delle risorse idriche L'applicazione del concetto di sostenibilità alle risorse idriche

deve partire dalla considerazione, che l'acqua è un elemento necessario non solo all'uomo e alle sue attività

economiche, ma è primariamente l'elemento di base per la vita e quindi per la preservazione delle risorse naturali.

E' necessario prendere atto che l'acqua, nonostante il suo carattere ciclico, è una risorsa finita

è opportuno avviare una vera e propria revisione dell'approccio quotidiano alla risorsa.

Quelli richiesti sono profondi cambiamenti sia culturali sia strutturali.

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La gestione sostenibile delle risorse idriche

Obiettivi: gli ecosistemi acquatici devono essere preservati nelle loro funzioni e

capacità autodepurative; è necessario evitare danni irreversibili, proteggendo soprattutto la

biodiversità; la qualità della risorsa dei diversi corpi idrici sia compatibile con gli

usi previsti, garantire tutti gli usi legittimi

Strumenti: la gestione integrata, che comprende sia gli aspetti legati al territorio

che gli aspetti legati alle acque, deve essere a livello di bacino idrografico e considerare aspetti qualitativi e aspetti quantitativi;

il punto di riferimento temporale per la gestione della risorsa deve essere sufficientemente lungo, anche tenendo conto del fatto che l'impatto delle infrastrutture nel campo dell'acqua può essere molto esteso nel tempo;

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Il governo delle risorse idriche

l'acqua deve essere garantita a tutti i cittadini, fornendo adeguati servizi di approvvigionamento e smaltimento, rendendo possibili le attività economiche nel rispetto dei vincoli ambientali e offrendo adeguati spazi conservati di ricreazione naturali.

tenuto conto degli sviluppi demografici contemplati negli strumenti della pianificazione e dei principi di equità e solidarietà;

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La sostenibilità L'uso sostenibile delle risorse

idriche deve garantire

la preservazione del capitale naturale per le generazioni future (sostenibilità ecologica)-planet,

l'allocazione efficiente di una risorsa scarsa (sostenibilità economica)- profit

la garanzia dell'equa condivisione e dell'accessibilità per tutti di una risorsa fondamentale per la vita e la qualità dello sviluppo economico (sostenibilità sociale)-People

Planet(environment)

Planet(environment)

balancebalanceestablishestablish maintainmaintain

Profit(economy)

Profit(economy)

People(society)

People(society)

triple-Pconcept

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Bene pubblico - Diritto inalienabile

La natura di bene pubblico dell'acqua è un principio inderogabile.

L'acqua è vita, prima che un bene economico, oltre il suo valore ambientale.

L'accesso ad essa è un diritto universale.

Il suo valore non è misurabile solo in termini economici in quanto non può essere considerata un bene commerciale

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Pubblicità dell’acqua Un principio saldo nel nostro ordinamento, insidiato in altri

Paesi

Il D.Lgs. 12 luglio 1993 n. 275 "Riordino in materia di concessione di acque pubbliche

E', tuttavia, con l'emanazione della L. 36/94, che dispone la pubblicità di tutte le acque, che si è modificato in modo sostanziale l'assetto giuridico-amministrativo della materia

Il D. Lgs. 11 maggio 1999 n. 152, elimina dall'ordinamento delle acque pubbliche la possibilità di ottenere concessioni in sanatoria per prelievi di acqua abusivi

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L’approccio economico

L'integrazione del diritto delle acque con i profili economici

E’ necessario tener conto del principio di recupero dei costi dei servizi idrici, compresi i costi ambientali e relativi alle risorse, prendendo in considerazione le valutazioni economiche e il principio "chi inquina paga”.

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L’analisi economica

E’ richiesto non solo per aumentare l'efficienza dell'azione pubblica, ma anche per incoraggiare il settore privato ad intervenire con i suoi mezzi finanziari, tecnologici, e di intervento

evitare investimenti inutili in progetti idrici non necessari, e di consentire una razionale allocazione delle risorse tra i possibili usi.

La vera sfida è pertanto quella di trovare l'equilibrio tra politiche di mercato, che promuovono l'efficienza, e azione pubblica, che impedisce il verificarsi di conseguenze socialmente inaccettabili, intervenendo inoltre, in via sussidiaria, quando il mercato non intende investire.

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Una sintesi

E' necessario cioè ricercare una sintesi che tenga assieme efficienza ed equità sociale, tutela della risorsa e solidarietà.

Si può ricercare sul mercato capitali e partner industriali preservando il ruolo pubblico nell'attività di regolazione e nel governo delle imprese.

D'altra parte, l'applicazione di criteri di necessità e razionalità può avvenire tenendo conto delle aspettative sociali e ambientali, che costituiscono un limite, ma non un divieto, alle valutazioni puramente economiche

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L’approccio economico

Utilizzare un approccio economico alla gestione dell'acqua significa partire dalla consapevolezza della

scarsità della risorsa - o meglio delle funzioni ambientali che essa può svolgere -

necessità di adottare un criterio razionale nella scelta delle funzioni ambientali che si vogliono garantire e quelle che si vogliono sacrificare,

nonché nell'allocazione sulla società dei costi e benefici sottesi.

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I principi

Questo principio generale risponde a diversi obiettivi, in parte sinergici:

Stabilire in modo non ambiguo su chi devono gravare i costi, secondo un principio generale e condiviso di equità

Utilizzare la leva tariffaria come strumento di gestione della domanda (un utilizzatore sarà infatti disposto a pagare un certo prezzo per l'acqua solo se il valore totale che ricava dalle funzioni ambientali di cui si appropria superano quel prezzo).

Garantire che la finanza del settore idrico possa contare il più possibile su risorse "endogene" (ossia, generate direttamente o indirettamente dalla gestione), per garantirne l'autonomia imprenditoriale; in questo modo, il settore idrico verrebbe sottratto alle ristrettezze del bilancio pubblico e messo in condizione di essere finanziariamente autosufficiente

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Full cost recovery

Il percorso che conduce alla copertura integrale dei costi in tariffa è denso di problemi ed è meglio inoltrarcisi con prudenza, coscienti che il governo del Sistema richiede una concorde determinazione di una rete di centri di decisione.

Il principio deve essere inteso peraltro in modo non tassativo;

è impensabile imporre l'obbligo di raggiungere in ogni caso la copertura dei costi attraverso le tariffe, in quanto deve essere previsto di utilizzare il denaro pubblico per finanziare opere e interventi nel settore idrico.

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Primo tentativo italiano: la Legge Galli

L’approccio previsto dalla legge 36/94 è quello di imporre un recupero integrale dei costi (gestione e investimento) attraverso la tariffa del SII, ad una scala territoriale sufficientemente ampia da consentire di includere aree forti (urbane, concentrate) e aree deboli (rurali, montane).

La solidarietà è affidata dunque a un meccanismo di sussidio incrociato che opera fra le diverse aree territoriali.

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Applicazione parziale

Tuttavia, il principio del recupero integrale dei costi è adottato solo per il settore civile, mentre negli altri settori (e in particolare in quello irriguo e della difesa del suolo) non vi è nessuna prescrizione specifica in questa direzione

Il concetto di “costo” dovrebbe essere in realtà più ampio, dal momento che dovrebbe includere anche le esternalità negative che l’utilizzo dell’acqua comporta.

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I finanziamenti

In particolare, il nostro ordinamento è ancora assai debole sotto il profilo della sostenibilità economico-finanziaria.

Un’attuazione “letterale” del principio di copertura integrale dei costi in ciascun ATO potrebbe facilmente portare le tariffe a livelli insostenibili e incompatibili con il principio di garanzia del servizio essenziale.

E’ necessario affiancare i finanziamenti pubblici

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L’esperienza francese L’intervento pubblico dovrà però essere concepito come aggiuntivo e non

sostitutivo e garantire che comunque gli utilizzatori dell’acqua sostengano una parte del costo dell’opera tale da dimostrarne l’effettivo valore assumendosene in parte il rischio.

Ciò potrebbe essere fatto in particolare utilizzando sistematicamente il cofinanziamento – e non il finanziamento a fondo perduto – per le grandi opere idriche, condizionando l’intervento pubblico al fatto che i soggetti beneficiari si facciano carico almeno di quella parte del costo che non eccede una certa soglia di accettabilità sociale.

Potrebbe essere utile ispirarsi all’esperienza francese, nella quale le risorse finanziarie utilizzate per questo tipo di interventi redistributivi e incentivanti derivano da un circuito fiscale parallelo e chiuso, dedicato al settore idrico.

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La Politica

A tal fine è quanto mai necessario che le risorse derivanti dalla collocazione in Borsa o gli utili di Spa pubbliche vengano impiegati considerando il fabbisogno di investimenti che le imprese dovranno sostenere nel campo delle risorse idriche, anziché essere finalizzate al finanziamento di linee di investimento in altri settori.

Come si vede, si tratta di questioni che da un lato sollecitano una riforma o quanto meno un completamento del quadro dei principi generali; dall’altro, un’accurata armonizzazione degli strumenti attuativi.

Le norme ci sono, è necessario iscrivere le tematiche dell’acqua nell’agenda della Politica!

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L.R. 25/99 Il percorso della RER

Servizi Idrici Integrati e RSU

La delimitazione degli Ambiti Territoriali Ottimali coincide con le nove Provincie della Regione ed è la seguente:

1) ATO di Piacenza; 2) ATO di Parma; 3) ATO di Reggio Emilia; 4) ATO di Modena; 5) ATO di Bologna; 6) ATO di Ferrara; 7) ATO di Ravenna; 8) ATO di Forlì-Cesena; 9) ATO di Rimini.

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ATOATO Forma di cooperazione

1 - Piacenza Consorzio2 - Parma Consorzio3 – Reggio Emilia Convenzione4 - Modena Consorzio5 - Bologna Convenzione6 - Ferrara Convenzione7 - Ravenna Convenzione8 - Forlì Convenzione9 - Rimini Consorzio

•Cooperazione obbligatoria:Consorzio/Convenzione

•Personalità giuridica (Presidente, DG etc.)

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Il Servizio Idrico integrato

Con Legge Regionale 28 gennaio 2003 n. 1, la RER ha confermato le scelte effettuate con la precedente L.R. 25/99,

l'obiettivo dell'industrializzazione dei servizi pubblici riconfermando di fatto i principi informatori della legge Galli:

netta separazione di ruoli tra l'attività di indirizzo e controllo e quella più propriamente gestionale

la copertura integrale dei costi attraverso la riscossione della tariffa riorganizzazione dei servizi idrici mediante la costituzione di autorità di

carattere pubblico (ATO), che hanno la finalità di superare attraverso forme di cooperazione degli Enti Locali la frammentazione della gestione del Servizio Idrico, con l'obiettivo di valorizzare l'economie di scala raggiungibili in un'area vasta

la già richiamata natura di bene pubblico dell'acqua come principio inderogabile.

RELAZIONE CON LA TUTELA AMBIENTALE

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ATO L'ATO rappresenta una struttura autonoma e permanente

dotata di adeguati livelli di professionalità e competenze settoriali che consente di svolgere in modo continuativo, incisivo ed efficace quelle che sono le più importanti ed innovative funzioni di programmazione e di controllo.

La presenza negli organi degli Enti Locali consente momenti di decisione politica collegiale ed una forte rappresentatività territoriale.

In tale contesto vanno energicamente respinte quelle posizioni che portano a considerare le ATO come una duplicazione di funzioni amministrative e in quanto tali un aggravio sui costi di gestione, influenzanti le tariffe che si riversano sui cittadini utenti o sulla qualità del servizio.

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La sfida degli ATO

Queste considerazioni hanno portato ad ottenere una sostanziale e generalizzata adesione a livello nazionale sul trasferimento dei compiti dapprima spettanti ai comuni nell’organizzazione dei servizi pubblici a tali Soggetti.

La sfida: assumere decisioni rappresentative dell’intero ambito territoriale e non della singola realtà comunale, continuando, pur tuttavia, a rappresentare una “proiezione” degli Enti locali nell’esercizio delle suddette funzioni .

L'esperienza regionale ha evidenziato forti rallentamenti delle fasi di istituzione e avvio operativo degli ATO a causa della mancata adesione di alcuni comuni soprattutto i più piccoli, che si sentono meno rappresentati negli organi decisionali

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Le barriere

Le potenzialità derivanti dall'amplificazione degli investimenti raggiungibile in virtù delle economie di scala e il principio della solidarietà che è intrinseco al concetto di Ambito, sono risultati in molti casi di rilevanza meno significativa rispetto alla temuta "perdita" del controllo diretto in sede locale della gestione della risorsa.

Si consideri ad esempio la rilevante mole di investimenti richiesto anche ai piccoli comuni per l’adeguamento del sistema depurativo e fognario ai più recenti standard europei!

Davanti a queste evidenze, emerge che le barriere sono forse più interne alla EELL che non esterne, dei cittadini!

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ATO= punto di snodo

E’ possibile giungere ad un modello di regolazione che sia il più vicino possibile alle reali esigenze dei cittadini, anche quelli delle più piccole realtà rurali, che magari più di altri presentano sensibilità accentuate rispetto al rapporto con la risorsa e con il territorio, non possono quindi rispondere a esclusive esigenze di mercato.

Le Agenzie hanno un ruolo delicatissimo e difficile tra dimensione economica, sociale, ambientale.

Sono loro il punto di interlocuzione con le forme di rappresentanza sociale attiva.

Tutto ciò fa degli ATO il punto di snodo del sistema

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Liberalizzazione

Il principio della liberalizzazione, che non va confuso con la privatizzazione, come troppo spesso avviene in Italia, va applicato con intelligenza, deve essere utile alle comunità.

Serve un approccio sociale ed ambientale responsabilmente maturo, per non assoggettare queste due fondamentali dimensioni civili al solo parametro del profitto.

Quello che è sicuramente necessario è completare il processo di riforma dando piena attuazione all'industrializzazione dei servizi idrici.

Il processo di industrializzazione è giusto. Realizza non solo economie di scala ma anche qualità omogenea e controllabile dei servizi.

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Industrializzazione

attività produttiva organizzata il cui fine è quello di remunerare costi e investimenti con la cessione di prodotti e servizi

Processi e produzioni standardizzati

Qualità omogenea, ripetibile e controllabile

Economia di scala

Separazione dei ruoli (controllato-controllore)

Liberalizzazione, concorrenza per il mercato

Privatizzazione?

Tutela ambientale

Qualificazione dei soggetti gestori ma anche dei controllori

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Privatizzazione??

Si ritiene che lo strumento per l'accelerazione del processo possa essere indubbiamente rappresentato dalla concorrenza per il mercato come surrogato dell'impossibile concorrenza nel mercato, vista la condizione di monopolio naturale legato alle tipologie dei servizi in questione.

Si ritiene però che la sola privatizzazione dei soggetti gestori dei servizi come fattore catalizzante del processo di industrializzazione rappresenti una semplificazione un po' forte rispetto alla complessità del sistema

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La miglior offerta

La miglior offerta di servizi non è quella che propone solo le condizioni economiche più vantaggiose.

I migliori investimenti non sono quelli che accrescono il prelievo e trascurano il risparmio e la conservazione.

Qualità è anche tutela dell’ambiente.

E’ il giusto equilibrio tariffario capace di rispecchiare il valore assoluto delle risorse, la sostenibilità economica per territori e fasce sociali

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Il ruolo della Regione In questa prospettiva, il ruolo della Regione assume una importanza

strategica, perché meglio e più efficacemente di altri può definire, avendone più intima percezione, le specificità organizzative e strategiche di tale riforma.

Si tratta di un processo non semplice che ha richiesto e richiederà tempi non brevi. E’ indispensabile consentire la messa a punto di una serie di strumenti di regolazione dei servizi che presentano assetti normativi non pienamente idonei alla “concorrenza per il mercato”.

Per accompagnare questo processo, è necessario assicurare un’effettiva separazione tra i ruoli di gestore e autorità di controllo che devono assumere capacità di regolazione indipendenti idonee a valorizzare competenze imprenditoriali necessarie per la moderna gestione dei servizi.

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Periodo transitorio

E’ innegabile che il sistema della Regione Emilia Romagna disponga fin d’ora di tali capacità e parta da una situazione ottimale rispetto alla media nazionale sia in termini di presenza di gestori di adeguate dimensioni e capacità industriali che in termini di capacità programmatorie e di pianificazione.

Tale evidenza non esonera però dal ritenere come assolutamente necessaria una fase transitoria per consentire alle società di gestione, il riallineamento delle strategie aziendali rispetto ai nuovi obiettivi consentendo tra l’altro un’idonea valorizzazione degli investimenti pubblici pregressi, e alle Autorità di Ambito la crescita delle capacità di regolazione e controllo.

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Meccanismo premiale per l’aggregazione Da qui la necessità di un periodo congruo di transizione, che se

non adeguatamente gestito potrebbe dare luogo a distorsioni di mercato difficili da rimuovere, con pesanti conseguenze sul processo di industrializzazione.

Si ritiene che il meccanismo premiale che accompagna il periodo transitorio, previsto nella modifica della Legge Regionale ma già introdotto nella vecchia stesura, abbia dato ampia dimostrazione di efficacia, avendo di fatto favorito quegli indispensabili processi di consolidamento ed aggregazione, contribuendo alla creazione di operatori, di adeguate dimensioni e con capacità industriali (il meccanismo premiale riguarda solo loro!), in grado di partecipare alle gare che verranno indette al termine del periodo stesso.

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Le aggregazioni Tutta la produzione normativa R.E.R., non solo la legge che

disciplina i servizi pubblici, ricerca una armonia regolativa capace di gestire questo equilibrio.

I processi di aggregazione che si sono prodotti e quelli ai quali ci si sta adoperando ci confortano sulla fondatezza delle scelte.

Di questo processo il caso Hera SpA è forse il più eclatante, avendo portato all’aggregazione di 11 Società di gestione con un fatturato aggregato nel 2001 di oltre 1 miliardo di Euro e oltre 4000 dipendenti.

Diamo un giudizio positivo anche sulla Società delle fonti, sulla NewCo Emilia

E' possibile chiudere il cerchio dell'efficienza economica, della tutela ambientale e dell'equilibrio sociale.

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Le procedure ad evidenza pubblica

Per quanto riguarda i meccanismi di affidamento del servizio, dopo il periodo transitorio, si ritiene che i tre modelli di affidamento dei servizi previsti dall'art. 113, come riformato dal Decreto Legge 269/2003 e cioè:

l’appalto in house la gara per l’affidamento del servizio la selezione del socio privato attraverso procedura ad evidenza pubblica

costituiscano la efficace applicazione del principio di tutela della concorrenza ed in quanto tali debbano prevalere sulle diverse disposizioni regionali e alle discipline regionali, semmai, potrà essere riconosciuto il potere di incentivare o disincentivare l'applicazione di un modello rispetto agli altri.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Procedure ad evidenza pubblica All'affidamento delle attività di erogazione dei servizi si

provvede con procedure ad evidenza pubblica di tipo concorsuale ispirate a criteri di pubblicità, trasparenza e concorrenzialità, a garanzia dell'imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione

La LR prevede il possibile affidamento in house a <<società a prevalente capitale pubblico locale effettivamente controllate da Comuni rientranti nell'ambito territoriale ottimale e che esercitano a favore dei medesimi la parte prevalente della propria attività>>.

L'affidamento in house avverrebbe da parte dell'Agenzia di ambito, la quale non è altro che un ufficio unificato dei Comuni e cioè una loro proiezione organizzativa

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Appalto in house e diritto comunitario si può dire che la LR è del tutto rispettosa dei principi enunciati

dal diritto comunitario in tema di affidamenti in house (cfr., fra le altre, Corte di giustizia CE 18 novembre 1999, in causa C-107/98 Teckal e Corte di giustizia CE 14 novembre 2002, in causa C-310/01, Comune di Udine).

Si deve infatti considerare che la norma regionale pretende non solo che le società siano a prevalente capitale pubblico locale, ma altresì che esse siano <<effettivamente controllate>> dai Comuni soci.

La stessa norma pretende altresì che la parte prevalente (concetto più rigoroso di quello di "parte più importante") dell'attività della società affidataria sia svolta a favore degli enti locali che la controllano.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

In house e industrializzazione La LR rappresenta una norma assai più avanzata della restante

legislazione nazionale, che non ha ancora codificato in modo stringente e vincolato le condizioni che un determinato soggetto deve possedere

“Resta ferma per dette società l'esclusione dalle gare per l'affidamento del servizio. L'esclusione si estende alle società controllate o collegate, alle loro controllanti, nonché alle società controllate o collegate con queste ultime”

Dimostrazione dei livelli “industriali del servizio”: poiché l'affidamento diretto, a differenza della salvaguardia, si configura come un istituto a regime è necessario che i parametri che concorrono ad identificare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità siano inderogabilmente posseduti al momento dell'affidamento o comunque entro un periodo molto breve di tempo

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Requisiti minimi Per la società candidata all'affidamento diretto pertanto è

applicata la struttura di valutazione basata sull'insieme di parametri e rispettivi valori critici definiti sui tre criteri base (efficienza, efficacia ed economicità) e sulle tre macro-aree individuate (infrastrutturale, gestionale ed economica) in maniera del tutto similare ai criteri per l'individuazione delle gestioni salvaguardate

In nessun caso può essere affidato direttamente il servizio ad una società esistente che già gestisca il SII che non possieda più gli indicatori entro i limiti critici per ciascuno dei criteri di valutazione e per ciascuna delle macroaree individuate

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Articolazione tariffaria Al fine di salvaguardare esigenze sociali di riequilibro

territoriale e per perseguire il razionale utilizzo dell'acqua l'Agenzia puo' articolare le tariffe per fasce territoriali, per tipologia d'utenza e per fasce di consumo.

In particolare, l'Agenzia articola opportunamente le tariffe, tenendo conto dell'esigenza di tutela degli interessi delle zone montane sulle sorgenti e sulle risorse idriche, in coerenza con le politiche di valorizzazione e di sostegno di detti territori.

L'Agenzia, inoltre, nell'articolazione della tariffa tiene conto delle fasce di consumo in maniera da perseguire il risparmio della risorsa idrica, tenendo inoltre in considerazione il rispetto delle fasce sociali più deboli e dei nuclei familiari con elevato numero di componenti

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Il settore agricolo Le tariffe pagate dagli utilizzatori riescono a malapena a

raggiungere un equilibrio dei costi operativi.

In ogni caso, gli investimenti rimangono totalmente a carico del bilancio pubblico.

questo non è necessariamente sbagliato, poiché il contributo della fiscalità potrebbe essere visto come una contropartita dei “beni pubblici” comunque resi disponibili dal:

drenaggio del suolo alla protezione contro le catastrofi idrogeologiche, preservazione del paesaggio agrario mantenimento dei deflussi nelle stagioni secche.

Queste dimensioni tuttavia solo raramente sono esplicitate e valutate, ancor più raramente servono per delimitare l’ammontare del contributo pubblico.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

I segnali economici Tuttavia, ancora una volta, si finisce per incoraggiare lo

sviluppo di attività idroesigenti senza segnalare il vero costo sociale delle opere idriche, e senza dotarsi di una procedura razionale per governare la scarsità della risorsa, allocandola negli usi più produttivi.

L’obiettivo di non gravare sul settore agricolo con un costo troppo elevato dell’acqua finisce per ritorcersi proprio contro lo stesso settore agricolo, permettendo che l’acqua venga utilizzata un po’ da tutti, fino a esaurimento;

l’intervento pubblico può riuscire a rendere disponibili (a spese del contribuente) quantità aggiuntive, ma anche queste continueranno ad essere utilizzate in modo inefficiente se manca qualunque tipo di segnale economico.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

I sussidi

E' auspicabile peraltro anche per il settore agricolo l'introduzione di un meccanismo finanziario analogo a quello istituito per i servizi civili, nel quale il prezzo dell'acqua rifletta il costo pieno di produzione dei servizi

il "sussidio implicito" contenuto nella fiscalizzazione del costo dell'acqua potrà essere erogato in altri modi più trasparenti, con il vantaggio di scoraggiare le realizzazione di opere idriche quando il valore aggiunto generato è insufficiente, e di favorire un'allocazione delle risorse esistenti verso gli impieghi più produttivi.

Condizionalità dei finanziamenti PAC

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Water for Life and Peace

garantire che i nostri progetti di cooperazione decentrata relativi all'acqua rispettino gli ecosistemi e i principi della partecipazione democratica di tutti i soggetti coinvolti, dello sviluppo sostenibile, della gestione integrata delle risorse idriche e dei bacini, della economicità e trasparenza e siano sensibili e adatti alle culture e ai valori locali;

aumentare la spesa annuale della nostra città/regione per la cooperazione decentrata, così da raddoppiare il nostro contributo a progetti per l'acqua e i servizi igienico-sanitari entro il 2007;

raddoppiare il numero di partner locali nelle nostre regioni/città che sostengono progetti di sviluppo sostenibile nel settore idrico;

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Dichiarazione dei Presidenti

ridurre il consumo di acqua e incoraggiare gli sforzi volti a ridurre gli sprechi da parte dei cittadini, del settore agricolo e industriale nelle nostre città/regioni, investendo i risparmi che ne derivano in progetti di aiuto allo sviluppo;

coordinare le nostre iniziative di cooperazione decentrata con quelle di altre città/regioni e, per quanto appropriato, con quelle dei governi nazionali e delle organizzazioni intergovernative e non governative;

assicurarci che i progetti di cooperazione decentrata relativi all'acqua siano connessi a pertinenti iniziative di prevenzione dei conflitti e costruzione della pace.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Gli impegni di Bologna Finanziare e contribuire attivamente al miglioramento delle capacità

e alla creazione di istituzioni, compresi i programmi di formazione e lo sviluppo di politiche, per una gestione integrata delle risorse idriche e dei bacini a livello di comunità locali, comuni e regioni.

Identificare le esigenze immediate e finanziare e realizzare miglioramenti iniziali a basso costo di sistemi di approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari per creare un rapporto di fiducia tra tutti i soggetti coinvolti.

Finanziare e contribuire attivamente all'elaborazione di progetti praticabili, in quanto a dimensioni sociali, finanziarie, tecniche ed ecologiche, sulla base di una forte partecipazione delle comunità locali e degli altri soggetti coinvolti.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Gli impegni di Bologna Fornire sostegno finanziario e tecnico per consentire ai partner di

completare con esito positivo il processo di richiesta di finanziamenti di progetti.

Sostenere il trasferimento di competenze tra specialisti di Paesi del Sud e del Nord con notevole esperienza pratica al livello appropriato.

Incoraggiare gemellaggi formali tra Autorità Locali e Regionali e istituzioni del settore idrico dei Paesi del Sud e del Nord, per uno scambio di esperienze e conoscenze.

Facilitare un recupero sostenibile dei costi tramite forte coinvolgimento e partecipazione delle comunità locali, riconoscendo i problemi di tipo finanziario e appoggiando opportune sovvenzioni per i più poveri.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Gli impegni di Bologna

Lanciare campagne di informazione pubblica e di educazione per incoraggiare i cittadini a conservare e risparmiare le risorse idriche e a farne un uso avveduto.

Seguire l'applicazione di tutti i progetti e verificarne l'avanzamento con cadenza annuale.

Promuovere sinergie e coordinamento con adeguate organizzazioni e iniziative già esistenti.

Studiare la fattibilità di Fondi di Solidarietà per l'Acqua e la Cooperazione Decentrata

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Il PTA della RER regolamentare l'uso di acque sotterranee, limitando il ricorso ai pozzi;

attivare, anche con il ricorso ad idonee politiche tariffarie, comportamenti virtuosi e un uso razionale della risorsa;

accrescere l'efficienza delle reti di adduzione e distribuzione, sia civili che irrigue;

promuovere un uso efficiente, il riciclo e il recupero dell'acqua nell'industria;

migliorare e rendere più efficienti ed efficaci le tecniche di irrigazione;

promuovere l'uso plurimo della risorsa;

promuovere il riutilizzo delle acque nei vari settori;

diffondere nella pratica domestica apparati e tecnologie finalizzati alla riduzione degli sprechi e dei consumi d'acqua.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Le previsioni del Piano L'elaborazione del Documento Preliminare del Piano di Tutela

ha rappresentato un significativo sforzo di aggiornamento e validazione delle conoscenze in materia di tutela e gestione delle acque a livello di intero sistema regionale.

Il Documento presenta un approccio prospettico e interattivo : regolazione dell'offerta/governo della domanda in tutti i settori le nuove condizioni meteoclimatiche le dinamiche dei consumi

Si basa sulle proiezioni future tenendo conto delle possibili evoluzioni della popolazione, dell'industria e del sistema dell'agricoltura

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Il Documento Preliminare del Piano di Tutela delle Acque, approvato con Deliberazione di Giunta n.2239 del 10/11/03, si compone di:

Relazione generale (comprensiva del “Quadro conoscitivo”, comprendente la classificazione, gli obiettivi e le misure per il raggiungimento degli obiettivi);

Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (VALSAT);

Norme;

Cartografia.

Prima “tappa” del Piano:il Documento Preliminare

Disponibilesul sito internet

http://www.ermesambiente.it/PianoTutelaAcque/index.htm

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa AcquaPercorso istituzionale e tempistica del Piano di Tutela delle Acque

Entro:

27 ottobre 2003: avvio discussione del Documento Preliminare del PTA da parte della Giuntaregionale (30 ottobre Commissione Ambiente del Consiglio)

10 novembre 2003 approvazione del Documento Preliminare del PTA da parte della Giuntaregionale

27 novembre 2003: trasmissione del Documento Preliminare del PTA al Consiglio, alle Province eai Comuni

27 dicembre 2003: le Province avviano le Conferenze di Pianificazione

31 marzo 2004: le Province chiudono le Conferenze di Pianificazione30 maggio 2004 Proposta della Giunta a CRAL

30 giugno 2004: il Consiglio regionale adotta il PTA (completo delle aggiunte e modifiche delleProvince) e lo invia alle Province, ai Comuni, alle Comunità montane e alleAutorità di Bacino

N.B.: il PTA rimane depositato per 60 giorni presso il Consiglio e gli Entiterritoriali di competenza

30 settembre 2004: le Autorità di Bacino esprimono il proprio parere vincolante sul PTA

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Il Piano di Tutela delle Acque

Il Piano di Tutela delle Acque è uno strumento finalizzato a raggiungere, mediante un approccio integrato di tutela quali-quantitativa, entro il 2016 l'obiettivo di qualità ambientale "buono" per i corpi idrici significativi superficiali, sotterranei e marini

tappa intermedia al 2008 per raggiungere l'obiettivo di qualità ambientale "sufficiente”

aspetti quantitativi (minimo deflusso vitale, risparmio idrico, verifica e revisione delle concessioni di prelievo e derivazione, diversione degli scarichi, ecc.) oltre a quelli più tipicamente di carattere qualitativo

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

IL PIANO DI TUTELA RER

Il Piano di Tutela Regionale è articolato per bacini presenti sul territorio regionale

individua gli obiettivi di: qualità ambientale e per specifica destinazione d’uso uso razionale della risorsa idrica.

nonché le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per bacino idrografico.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

IL PIANO DI TUTELA RER La Regione Emilia Romagna ha avviato nel 2001 il processo di

elaborazione del Piano di Tutela delle Acque (PTA)

collaborazione con le Province, le Autorità di Bacino presenti sul territorio regionale e con il supporto tecnico scientifico dell'ARPA Emilia Romagna.

La metodologia di lavoro del PTA prevede un'elaborazione secondo bacini idrografici.

Sono stati costituiti 4 Gruppi di lavoro che, con il coordinamento della Regione

Il supporto tecnico scientifico al PTA è garantito dall'ARPA

Documento preliminare - Conferenze di Pianificazione Provinciale

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Bacini regionali

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Corpi idrici signicativi

1) F. PO2) F. TREBBIA3) T. NURE4) F.TARO5) T.CENO6) T.PARMA7) T.ENZA8) T.CROSTOLO9) F.SECCHIA10) F.PANARO11) PO DI VOLANO

12) F.RENO13) T.IDICE14) F.SANTERNO15) F.LAMONE16) FIUMI UNITI17) F.MONTONE18) F.RONCO19) T.BEVANO20) F.SAVIO21) F.RUBICONE22) F.MARECCHIA

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Invasi e canaliInvasi

DIGA DEL MOLATODIGA DI MIGNANOBACINO DI BRASIMONEBACINO DI SUVIANAINVASO DI RIDRACOLI

CANALI

CAVO PARMIGIANA MOGLIACANALE NAVIGABILECANALE DI RENO-NAVILECANALE RIOLO-BOTTE DESTRA RENO

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Acque sotterranee

CONOIDI ALLUVIONALI APPENNINICHECONOIDI MAGGIORI CONOIDI INTERMEDIE CONOIDI MINORI CONOIDI MONTANETrebbia Tidone-Luretta ChiavennaNure Arda StironeTaro Samoggia Crostolo-TresinaroParma Baganza Savena Zena Idice TiepidoEnza Sillaro Ghironda-AposaSecchia Santerno QuadernaPanaro Senio SellustraReno-Lavino Lamone PisciatelloMarecchia Ronco Montone Rubicone

Savio UsoConcaPIANURA ALLUVIONALE APPENNINICA

PIANURA ALLUVIONALE PADANA

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Surface water monitoring network

184 monitoring stations

14 on-line monitoring stations

Sampling frequency: Chemical (including dangerous substances monthly; Biotic 4/years;

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

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alta frequenza#Schimismo#S

piezometria#S

piezome chimismo#S

Grounwater monitoring network

Limite zonavulnarabile

401 sampling

points

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Coastal water monitoring

12.2°E 12.3°E 12.4°E 12.5°E 12.6°E 12.7°E 12.8°E 12.9°E 13.0°E

44.0

°N

44.1

°N

44.2

°N

44.3

°N

44.4

°N

44.5

°N

44.6

°N

44.7

°N

44.8

°N

44.9

°N

Goro

L. Savio

Cervia

Cesenatico

Bellaria

Rimini

Riccione

Cattolica

Ravenna

2

4

6

8

9

11

14

17

19

102

104

106

108

109

111

114

117

119

302

304

306

308

309

311

314

317

3190Km

5Km

10Km

15Km

20Km

25Km

DAPHNE IIPodi G

oro

STAZIONI Lido di Volano 2 102 302 Porto Garibaldi 4 104 304 Casalborsetti 6 106 306 M. Ravenna 8 108 308 Lido Adriano 9 109 309 Foce Savio 11 111 311 Cesenatico 14 114 314 Rimini 17 117 317 Cattolica 19 119 319

9 sampling positions with 3 stations at 0,5, 1 e 3 Km (27 sampling points)

Biota (4 sampling points)

Sediments (9 sampling points)

Characterization on TRIX

1878 data for year 2000 and 2001

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

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Stato Ecologico dei corsi d'acqua

CLASSE CLASSE CLASSE CLASSE CLASSE1 2 3 4 5

I.B.E. 10 8-9 6-7 4-5 1 , 2 , 3

L.I.M. 480 – 560 240 – 475 120 – 235 60 – 115 < 60

Non si rilevano alterazioni di qualità degli elementi chimico-fisici ed idromorfologici indipendenza di impatti antropici, abbondanza di specie, tutti i pesci vivono “belli e felici” enon ci sono problemi, possiamo bere quest’acqua anche dopo una semplicesedimentazione.

Bassi livelli di alterazione derivanti dall’attività umana , alcuni pesci vivono “un po’ menofelici” e per bere quest’acqua dobbiamo trattarla.

Sono presenti segni di alterazione dovuti all’apporto dell’attività umana, si può dire che solocerti tipi di pesce possono viverci.

Alterazioni considerevoli dei valori con le comunità biologiche che si discostano da quelle dinorma; si segnalano la presenza di microinquinanti anche in concentrazione da comportareeffetti sulle comunità biologiche.Alterazioni gravi; mancano ampie porzioni delle comunità biologiche ed i microinquinanti sonoin concentrazione da comportare gravi effetti sulle comunità biologiche

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Classificazione SECA biennio 2001-2002

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Classificazione SECA biennio 2001-2002

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Classificazione SECA biennio 2001-2002

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Classificazione SECA biennio 2001-2002

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Classificazione SECA biennio 2001-2002

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Environmental Status Groundwater

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Groundwater quality

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Groundwater quality

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C asalborsetti

R avenna

C ervia

R im in i

P .G ariba ld i

C atto licaR iccione

BellariaC esenatico

G oro

L. N azioni

L. Adriano

0Km 10Km 20Km

ESTATE

Summer 2002

12.2°E 12.3°E 12.4°E 12.5°E 12.6°E 12.7°E 12.8°E 12.9°E 13.0°E44

.0°N

44.

1°N

44.2

°N44

.3°N

44.4

°N4

4.5°

N44

.6°N

44.

7°N

44.8

°N4

4.9

°N

Stato Trofico

ELEVATO

BUO NO

M ED IO C RE

SCADENTE

3

3.5

4

4.5

5

5.5

6

6.5

7

7.5

Summer 2003

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

m3/s

ec

2002 2003

TRIX

Po river flows

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Analisi dei carichi e delle pressioni

Tratta da “La scienza di Gaia” F. Ricci Lucchi Edizioni Zanichelli

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Pressioni considerate nel PTApuntu

ali •Scarichi domestici ed industriali in Scarichi domestici ed industriali in

fognaturafognatura

•Scarichi produttivi che sversano in corpo Scarichi produttivi che sversano in corpo

idrico superficialeidrico superficiale

•Scaricatori di piena,Siti contaminatiScaricatori di piena,Siti contaminati

•Prelievi-DerivazioniPrelievi-Derivazioni

diff

usi •Scarichi domestici delle case Scarichi domestici delle case

sparsesparse

•Pratiche agronomiche (fanghi, Pratiche agronomiche (fanghi,

liquami e fertilizzantiliquami e fertilizzanti

•Ricadute atmosfericheRicadute atmosferiche

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fognatura

fertilizzantizootecnicichimicifanghi

agricolturaindustria

depuratoresuolo

corpo idrico superficiale

civile

località

case sparseresidenti fluttuanti

AE in fognatura

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BOD5, N and P load to fresh water

Point Source(t/y)

Diffuse(t/y)

Total(t/y)

BOD5 28.264 18.620 46.884Nitrogen 12.824 18.222 31.046Phosphorus 2.490 1.721 4.211

BOD5

40%60%

Point Source (t/y)Diffuse (t/y)

Nitrogen

59%41%

Point Source (t/y)Diffuse (t/y)

Phosphorus

41%

59%

Point Source (t/y)Diffuse (t/y)

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Prelievi idrici in Emilia-Romagna

•Agricoltura: 1425 Mm3/a (66% del consumo totale);

•Civile: 487 Mm3/a (23% del consumo totale);

•Industria: 233 Mm3/a (11% del consumo totale).

Prelievo totale: 2125 Mm3/a

I ndustria

11%

Civile

23%

Agricoltura

66%

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Prelievi totali da acque superficiali e da falda

600

700

800

900

1000

1100

1200

1300

1970 1986 1999 2001

Mm

3

Surf ace water Ground water

600700800900

100011001200130014001500

1970 1986 1999 2001 2003

Mm

3

Surf ace water Ground water

68% SUP

32%SOTT

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Riduzione da falde

si nota una sostanziale stabilità dei prelievi complessivi, con un forte spostamento dei prelievi dall'industria alle attività agricole e, in parte, agli usi civili.

In positivo si nota una riduzione complessiva del prelievo di acque sotterranee a favore dell'utilizzo di acque superficiali, dovuta ad un'importante azione pubblica negli ultimi venti anni di infrastrutturazione (Canale Emiliano-Romagnolo, Diga di Ridracoli et..) e regolazione dell'uso delle falde (Piano regionale di controllo degli emungimenti del 1984)

mantenimento, ripristino e potenziamento delle grandi derivazioni da Po

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DEFICIT COMPLESSIVO (FALDE E SUPERFICIALI)CIRCA 80-90 Mm3 (perdite in acquedotto circa 120 Mm3)

Stime dei defi cit di f alda per le diverse provincie (Mm3/ y)

Provincia

Deficit(somma delle variazioni

negative dei volumi

immagazzinati)

Piacenza -3.5 (5)

Parma -6.8 (7)

Reggio- Emilia -1.4 (3)

Modena -2.3 (1)

Bologna (**) -7.5 (9)

Ferrara 0.0 (0)

Ravenna -1.7 (2)

Forlì- Cesena -0.3 (0)

Rimini -0.8 (-1)

Totale territorio regionale -24.4

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La strategia

Acque reflue

nitrati IPPC chemicals

pesticidi

biocidi

discariche

fanghi

Acque potabili

Acque di Balneazione

Misure del Piano

Coordinamento di tutte le misure

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Programmi di misure/1

collettamento a depuratori con trattamenti secondari di tutti gli agglomerati con oltre 2.000 A.E.;

adozione di trattamenti appropriati (equivalenti ad un trattamento secondario) per gli agglomerati da 200 a 2.000 A.E.;

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Programmi di misure/2

rimozione spinta delle sostanze nutrienti negli impianti di trattamento di capacità superiore

a 10.000 A.E. per il fosforo, a 100.000 A.E. anche per l'azoto. Quest'ultimo trattamento viene esteso all'orizzonte temporale del 2016,

anche agli impianti > 20.000 A.E. (10.000 A.E. nel caso in cui essi influenzino significativamente corpi idrici con prelievi idropotabili);

potenziare la disinfezione estiva per i depuratori oltre i 20.000 A.E. nella fascia dei 10 km dalla costa;

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Programmi di misure/3

predisposizione di vasche di prima pioggia, o di altri accorgimenti utili a ridurre i carichi inquinanti sversati nei corpi idrici ricettori durante gli eventi di pioggia:

collettare al sistema depurativo esistente il 25% del carico sversato, per i centri abitati con oltre 20.000 residenti,

da elevare al 50% al 2016 al 2016 il 25% per quelli tra 10.000 e 20.000 residenti; per i centri della costa nella fascia dei 10 km, ai fini del miglioramento

delle condizioni a mare, le percentuali precedenti sono state aumentate del 20%;

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Programmi di misure/4

contenimento degli apporti ai suoli da concimazioni chimiche ed organiche provenienti dagli effluenti zootecnici secondo i disciplinari di buona pratica agricola;

valutazione della riduzione dei carichi connessi agli effluenti zootecnici, in relazione all'aggiornamento delle aree vulnerabili da nitrati, facendo riferimento ai limiti unitari del D.C.R. 570/97;

avicunicoli

un progressivo riuso delle acque reflue a fini irrigui relativamente ai depuratori prioritari individuati;.

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Adriatic sea

Po plain

NorthernApeninnes

VULNERABLE AREAS

The vulnerability map of the Emilia-Romagna Region

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Programmi di misure/5

riduzioni degli apporti inquinanti, in relazione all'utilizzo delle migliori tecniche disponibili, per le aziende industriali che ricadono nell'ambito di applicazione della normativa IPPC;

rinaturalizzazione di alcuni tratti fluviali definiti dalle Autorità di Bacino competenti

rispetto dei deflussi minimi vitali (DMV);

azioni di risparmio e razionalizzazione della risorsa nei comparti civile, agricolo e industriale;

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Raggiungimento obiettivi/1 Tidone,

Trebbia,

Nure,

Chiavenna,

Arda,

Ceno,

Taro,

Enza,

Secchia,

Panaro tranne la parte finale,

Canal Bianco,

inter. e fin. del Burana-Navigabile,

parte iniz. e parte fin. del Reno,

Samoggia,

Santerno,

Senio,

Lamone,

Montone -

F.Uniti,

Savio,

Uso,

Conca

Ventena.

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Raggiungimento obiettivi/22016 tratto terminale del torrente

Parma,

parte finale del Panaro,

tratto intermedio del Reno,

Idice

Ronco

parte terminale del Marecchia

tre aste artificiali: Po di Volano da Codigoro al mare

Navile.

2008 e 2016 Crostolo

Rubicone

tratto iniziale del Burana

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Raggiungimento obiettivi/3 Per essi, tranne i corpi idrici artificiali, sono quindi da

prevedere, a livello provinciale, una serie di ulteriori azioni di risanamento, per il conseguimento degli obiettivi previsti.

Tra quelli naturali appaiono comunque vicini all'obiettivo i tratti di Parma, Panaro, Reno e Marecchia.

Per il Bevano (non idoneo anche al 2008) e per le aste artificiali di Parmigiana Moglia, Riolo-Botte e Destra Reno, le caratteristiche antropiche dei bacini drenati e la scarsità dei deflussi naturali richiederebbero, per il risanamento completo, azioni, vincoli e costi ritenuti non sostenibili

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Misure locali ulteriori/1

DA SELEZIONARE NEI DOCUMENTI PRELIMINARI PROVINCIALI SULLA BASE DEL COSTO/EFFICACIA

Riduzione dei limiti in uscita dai depuratori per i nutrienti;

Realizzazione di ulteriori vasche di prima pioggia;

Trattamenti di fitodepurazione;

Rinaturalizzazioni d'alveo e fasce tampone;

Riuso spinto delle acque reflue e impieghi anche in settori diversi dall'irriguo;

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Misure locali ulteriori/2

Contenimento emissioni oltre le BAT;

Incremento dei rilasci legati al DMV;

Vettoriamenti degli scarichi su reti a minore impatto;

Vettoriamento di acque da Po;

Disinfezione su impianti i cui reflui possono incidere sulle caratteristiche di balneabilità delle acque marine.

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Raggiungimento obiettivi/4

un indice trofico (TRIX) in calo, ma non entro il limite obiettivo del D.Lgs. 152/99;

per raggiungere quest'ultimo, a fronte delle riduzioni previste per l'Azoto, ritenute idonee,

il Fosforo totale sul Po dovrebbe attestarsi a valori medi non superiori a 0.07 mg/l (corrispondente a una riduzione del 50% almeno dei carichi attuali in transito)

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Raggiungimento obiettivi/5

Acque sotterranea non sono segnalati problemi sulla scala regionale, è necessaria una verifica a livello locale

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Aspetti quantitativi I programmi di misura finalizzati alla qualità potranno non essere

sufficienti:prelievi, derivazioni, risparmio, conservazione, DMV

Nei piani di tutela sono adottate le misure volte ad assicurare l’equilibrio del bilancio idrico come definito dall’Autorità di bacino…

Il deflusso minimo vitale (DMV) è il deflusso che, in un corso d’acqua, deve essere presente a valle delle captazioni idriche al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati

Delle diverse problematiche che riguardano le acque sicuramente quella dei DMV

è al primo posto in termini di difficoltà di risoluzione.

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Le difficoltà e i conflitti

la richiesta di rilasciare acqua al fiume si scontra con gli usi in atto, in particolare nel periodo estivo, quando la risorsa disponibile è minima e le richieste raggiungono il massimo livello.

Si tratta nella maggior parte dei casi di usi “storici”, cioè con derivazioni e rete distributiva già presenti nei secoli scorsi per finalità irrigue e molitorie, a cui si sono aggiunte nella prima metà del ventesimo secolo una serie di utenze idroelettriche e più di recente un significativo numero di prelievi acquedottistici diretti o di subalveo.

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DMV= k Qm M max(N,F, Q) A TCorso d'acqua Toponimo Superficie DMV

(km2) (l/ s/ km2) (m3/ s)

Tidone Pianello 308 0.85 0.26Trebbia Rivergaro 918 1.74 1.59Nure Ponte dell'Olio 335 1.64 0.55Arda Castell'Arquato 112 1.63 0.18Taro Fornovo 1246 1.37 1.70Baganza Marzolara 129 2.25 0.29Parma Langhirano 303 2.21 0.67Enza Ciano d'Enza 457 2.01 0.92Crostolo Puianello 90 1.48 0.13Secchia Castellarano 973 1.61 1.57Panaro Marano S.P. 702 1.94 1.36Samoggia Bazzano 166 0.81 0.13Reno Casalecchio 1056 1.07 1.13Savena S.Ruffi llo 155 1.11 0.17I dice I dice 209 0.96 0.20Sillaro Castel S.Pietro 136 0.78 0.11Santerno Codrignano 356 1.20 0.43Senio Castel Bolognese 249 0.93 0.23Lamone Errano 261 1.03 0.27Marzeno S.Martino 231 0.79 0.18Montone Castrocaro-S.Lorenzo 238 1.05 0.25Rabbi S.Lorenzo 207 0.99 0.22Ronco Meldola 445 1.10 0.49Savio S.Vittore 597 0.92 0.55Rubicone Savignano 69 0.36 0.03Uso Camerano 104 0.58 0.06Marecchia Ponte Verucchio 466 1.16 0.54Conca Morciano 141 0.79 0.11

Totale o media pesata 10659 1.34 14.32

•Le nuove concessioni sono rilasciate con l’obbligo del rispetto della componente idrologica del DMV

•Per le derivazioni in atto revisione della concessione con l’obbligo che entro il 31.12.2008 i rilasci assicurino la componente idrologica del DMV. •L’applicazione della componente idrologica del DMV avverrà in modo graduale, con il rilascio iniziale di una portata minima pari ad esempio 1/3 del DMV, e il rilascio di una portata minima pari a 2/3 del DMV a partire

dal 1.1.2006.

•I parametri correttivi della componente morfologica-ambientale del DMV verranno applicati, sui corsi d’acqua o tratti di corsi d’acqua allo scopo individuati entro il

31.12.2016.

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DEROGHE Flessibilità ma in un quadro di regole definite ex-ante

Verranno individuati: le aree che presentano deficit di bilancio idrico; le aree a rischio di ricorrente crisi idrica; altri particolari contesti di approvvigionamento a rischio di crisi idrica

per i quali non sia sostenibile sotto l’aspetto tecnico economico il ricorso a fonti alternative di approvvigionamento,

al cui interno l’autorità competente al rilascio delle concessioni d’acqua pubblica potrà autorizzare i concessionari a ridurre, per limitati e definiti periodi, le portate da rilasciare in alveo, rispetto al valore del DMV.

Le deroghe non devono comunque pregiudicare gli obiettivi di qualità ambientale e gli obiettivi per specifica destinazione previsti dal PTA.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

I mutamenti climatici e il piano delle acque

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Scenari evolutivi l’incertezza delle previsioni

Cambiamenti climatici: negli ultimi 100 anni 0.5 °C

Modelli 1.4 - 5.8 °C nei prossimi 100 anni

Gli effetti saranno significativi sui cicli idrogeologici

Grande variabilità delle precipitazioni e regimi idrologici

Aumento dell’intensità degli eventi estremi

Gli interventi di mitigazione presentano effetti troppo lenti e non possono essere sufficienti

L’adattamento è necessario

Una combinazione di approcci e strategie (infrastrutturali e socio/economiche/culturali) è necessaria

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa AcquaUncertainty of Water Availability due to Climate Inputs (WaterGAP Calculations using data from 2 Climate Models - to

2070s)

Change in Availability

Based on Based on HadCM 3HadCM 3

Based Based on on ECHAM ECHAM 44

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

DATI CNR

I giorni di pioggia sono in diminuzione sia al Nord sia al Sud con la stessatendenza, mentre l’intensità delle precipitazioni è in aumento con un valoreannuale leggermente superiore al Nord rispetto al Sud.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

No regret Forte incertezza su scala locale, a cui si aggiungono le incertezze

degli scenari evolutivi della nostra società

E’ sempre più opinione condivisa che l’incremento della domanda d’acqua non è più sostenibile

il settore “acqua” dispone di un range di strumenti tale da fornire un valido supporto a ridurre i rischi del cambiamento climatico

Alcuni di questi sono definiti “no-regret”, ovvero quelli per i quali il tasso economico di ritorno li giustifica senza riguardo ai futuri cambiamenti climatici

risparmio, miglioramento della gestione, interconnessione, uso plurimo, riuso delle acque reflue, stoccaggi (integrazione con le politiche di difesa idraulica e di tutela ambientale)

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pag. 107Bologna, 19 gennaio 2004

Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Strategia generaledella Regione Emilia-Romagna

affiancare alle politiche infrastrutturali, politiche di conservazione e risparmio

“Twin-track strategy”, EA

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Tendenze evolutive - Consumi civili

Per quanto riguarda le tendenze evolutive della popolazione sono state utilizzate le proiezioni condotte dall'Ufficio Sistemi Statistici della Regione Emilia-Romagna.

Con riferimento all'arco temporale 2001 - 2016, sono stimati incrementi demografici pari all’8% per l'intero territorio regionale

Reggio-Emilia (+19%), trend positivi si evidenziano anche per Modena, Rimini e Parma (+13%, 10% e 10% rispettivamente),, mentre sensibili tendenze alla diminuzione del numero dei residenti si evidenziano per Ferrara (-4%).

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Consumi alla fonte e all’utenza - Civile

350

370390

410

430450

470

490

510530

550

2000 2008 2016

alla fonteal consumo

•Invarianza dotazioni idriche

procapite domestiche (160

L/ab/d)

•riduzione acquedotti rurali

•completamento interconnessioni

• riduzione perdite: 22% al 2008 e 20% al

2016N.B.: Incremento delle derivazioni da superficie in inverno

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Previsione industriale - Dotazione idrica per addetto

0

100000

200000

300000

400000

500000

600000

700000

800000

1951 1956 1961 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 2001 2006 2011 2016

Anni

Nu

mer

o a

dd

etti

in

du

stri

a

Totale regionale (+ tendenza lineare) Totale regionale (+ tendenza logaritmica)

StoricoTendenza

Previsione

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Fabbisogno industriale

200

210220

230

240250

260

270

280290

300

2000 2008 2016

Fabbisogni

BREF e BAT

(IPPC)

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

AgricolturaStima del trend evolutivo al 2008 e al 2016

Studio prodotto dall’Università di Parma per conto della Regione:

valuta gli effetti della PAC su alcune tipologie di famiglie colturali, alla scala provinciale e per le tre fasce altimetriche ISTAT della montagna, collina e pianura;

I valori relativi agli anni 2008 e 2016 sono stati calcolati, rispettivamente, per interpolazione e per estrapolazione sull’intervallo 2000-2013.

Complessivamente la riduzione sulla SAU coltivata appare dell’1% al 2008 e del 2% al 2016.

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

0

50000

100000

150000

200000

250000

300000

350000

400000

450000

500000

1990 2000 2008 2016

Anni

SAU

(ha

)

Frumento Mais Altri cerealiBarbabietola da zucchero Foraggere Orticole industrialiSemi oleosi

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

1990 2000 2008 2016

Anni

SAU

(ha

)

Ortive Altri fruttiferii Vite e olivo

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Tendenze evolutive attuali

250000

255000

260000

265000

270000

275000

2000 2008 2016

SAU Irrigata

12501300135014001450

2000 2008 2016

Prelievi

•Razionalizzazione delle forniture

all'utenza

•Interventi previsti dai consorzi relativi all'incremento dei volumi disponibili al campo e delle aree consortili

irrigabili

•Evoluzione delle tecniche irrigue

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pag. 116Bologna, 19 gennaio 2004

Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Misure civile Piani di Conservazione della Risorsa

Installazione di contatori per ogni singola utenza

Installazione dei dispositivi tecnologici di risparmio più "elementari" quali frangigetto, WC a flusso ridotto, etc

Politica tariffaria premiante il risparmio idrico, con tariffe progressivamente superiori per consumi maggiori

Programmi di ricerca perdite che interessino annualmente almeno il 15-30% della rete

Contenere, entro il 2016, la percentuale di tubazioni in esercizio da oltre 50 anni a non più del 10%

Raggiungere, entro il 2016, a livello di sistema acquedottistico, una capacità di compenso e riserva dei serbatoi pari almeno al 50% dei volumi medi giornalieri distribuiti

145 L/AE/d al 2008 e 130 L/AE/d al 2016 ù

Campagne di sensibilizzazione e informazione risparmio idrico

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pag. 117Bologna, 19 gennaio 2004

Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Campagna di Comunicazione

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Bagnacavallo Consumare meno acqua è possibile e oltre a far risparmiare sulla

bolletta permette di contribuire in modo concreto alla conservazione di una risorsa sempre più minacciata.

La prima esperienza concreta di risparmio domestico dell'acqua è partita da Bagnacavallo in provincia di Ravenna

coinvolge le 3.817 famiglie (oltre 8.700 persone) del centro storico.

Ad esse si sta distribuendo gratuitamente uno speciale "kit" per il risparmio oltre ad una serie di consigli utili per consumare meno acqua.

Il risparmio così raggiunto (di acqua , ma anche di energia elettrica) verrà poi messo a confronto con i consumi di un analogo campione di famiglie. L'iniziativa, avrà la durata di un anno

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Bagnacavallo kit distribuito è formato infatti da regolatori di flusso che

possono agevolmente essere applicati ai normali rubinetti e docce

miscelando aria all’acqua, ne diminuiscono il flusso incrementando però la sensazione di comfort e la resa.

Getto areato

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Bagnacavallo

Allo stesso tempo è stato predisposto un opuscolo che fornisce a tutti i cittadini semplici e chiare indicazioni per adottare comportamenti "virtuosi”

Come ad esempio riutilizzare l'acqua di cottura della pasta per lavare le stoviglie, o l'acqua usata per lavare frutta e verdura per annaffiare i fiori.

O anche come usare al meglio lavastoviglie e lavatrice, sempre a pieno carico e a basse temperature.

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pag. 121Bologna, 19 gennaio 2004

Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Interventi civile -Consumi all’utenza

325

345

365

385

405

425

445

2000 2008 2016

consenza

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Misure industria Obbligo della misurazione di tutti i prelievi dalle falde o dalle

acque superficiali

Applicazione di canoni annuali commisurati ai livelli di consumo e, possibilmente, all'efficienza dell'uso dell'acqua nei processi produttivi

Incentivazioni, di tipo economico, amministrativo, o anche di "immagine" (campagne di promozione delle aziende "virtuose"), all'adozione di politiche ambientali e, in particolare, all'implementazione di sistemi di gestione ambientale, quali certificazioni ISO14000, EMAS, di prodotto

acquedotti industriali o potenziare quelli esistenti, valutando in particolare la possibilità di approvvigionamento con acque superficiali (uso plurimo)

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pag. 123Bologna, 19 gennaio 2004

Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Fabbisogni industria - misure di intervento

200

210

220

230

240250

260

270

280

290

300

2000 2008 2016

senzacon

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Misure agricoltura Drastica riduzione dell'utilizzo della tecnica irrigua dello scorrimento

superficiale - infiltrazione laterale sulle provincie emiliane

Miglioramento dell'efficienza delle reti di adduzione e distribuzione;

Predisposizione di volumi idonei all'accumulo della risorsa nelle zone fluviali golenali a monte delle derivazioni o sul tragitto dei canali di adduzione, usufruendo, in questo secondo caso, preferibilmente, di volumi di cava preesistenti o in corso di formazione.

Realizzazione di ulteriori pompaggi, verso la fascia pedecollinare, della risorsa di provenienza dal Po. Si tratta di una azione già ampiamente prevista a Bologna e nella Romagna, usufruendo di acque del CER, ma indicata anche dai Consorzi Bacini Piacentini di Levante e Parmigiana Moglia.

Riuso agronomico delle acque reflue (17 impianti per circa 7Mm3/anno

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pag. 125Bologna, 19 gennaio 2004

Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Poli estrattivi in aree golenali

Realizzazione di bacini di accumulo di acqua destinata all'irrigazione. … esempio della Val Trebbia

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pag. 126Bologna, 19 gennaio 2004

Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Prelievi agricoltura -misure di intervento

1250

13001350

1400

1450

2000 2008 2016

senzacon

52 60

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Conclusioni Il livello di incertezza, la non completa comprensione dei fenomeni

richiede la massima flessibilità della pianificazione e della gestione della risorsa idrica, la capacità di definire scenari di intervento che possano adattarsi a diverse tipologie di variazione

Abbiamo assoluta necessità del Piano!

Quadro di conoscenze condiviso deve contribuire alla definizione di un quadro di regole (ex ante)che consentano l’applicazione di approcci flessibili, ma che allo stesso tempo consentano una valutazione integrata delle azioni e dei loro effetti sugli ecosistemi e sui sistemi produttivi, contribuendo alla mitigazione dei conflitti per l’uso della risorsa e minimizzando gli impatti sull’ambiente e sui settori produttivi

strumento dinamico e perciò con necessità di continuo monitoraggio e valutazione degli effetti e delle ricadute delle politiche di gestione e intervento

l’adattamento dello stile di gestione del ciclo idrico e degli scenari evolutivi in funzione delle variazioni

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Prelievo acque sotterranee -Romagna

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

FE RA FC RN

200020082016Equilibrio

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Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua

Prelievo acque sotterranee -Emilia

0

20

40

60

80

100

120

140

PC PR RE MO BO

200020082016Equilibrio

PC previsione prelievi irrigui + 14 Mm3 al 2016