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La microimmunoterapia nel trattamento dell’infezione da papillomavirus orale canino (COPV): un case report 7° Congresso Nazionale SIOV. Bologna, 29-30 Ottobre 2016 Linguaggio dei Sintomi ed Analisi del Contesto Dottor Pino Todaro

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Health & Medicine


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Page 1: PapilomLa microimmunoterapia nel trattamento dell’infezione da papillomavirus orale canino (COPV): un case reporta cane

La microimmunoterapia nel trattamento dell’infezione da papillomavirus orale canino (COPV): un case report

7° Congresso Nazionale SIOV. Bologna, 29-30 Ottobre 2016Linguaggio dei Sintomi ed Analisi del Contesto

Dottor Pino Todaro

Page 2: PapilomLa microimmunoterapia nel trattamento dell’infezione da papillomavirus orale canino (COPV): un case reporta cane

I papillomi orali sono delle lesioni muco-cutanee causate dall’infezione da papillomavirus orale del cane (COPV) Canine Oral Papillomavirus.

Il virus responsabile delle lesioni appartiene alla famiglia della Papovaviridae.

I papillomavirus sono virus a DNA, oncogeni, contagiosi, con marcato tropismo per gli epiteli squamosi e le cellule epiteliali, cellule dotate di un’alto indice mitotico. Questo tipo di papillomi sono da considerare delle neoplasie benigne mucocutanee.

I virus del COPV possono replicare solo nelle cellule in mitosi, in quanto, non avendo la possibilità di codi care per una sua DNA polimerasi, ha bisogno di quella della cellula ospite che viene appunto sintetizzata nelle cellule in attiva divisione, infatti le cellule bersaglio sono appunto cute e mucose.

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Il virus penetra attraverso piccole abrasioni o ferite super ciali cutanee o mucocutanee.

Il contagio avviene per contatto diretto attraverso i papillomi del cane ammalato e le mucose del soggetto sano, ma la trasmissione potrebbe avvenire anche attraverso l’uso comune di presidi quali ciotole ( cibo, acqua ) o giochi in comune.

La papillomatosi può presentarsi in tre forme di erenti :

forma orale, forma oculare, forma cutanea.

La papillomatosi orale costituisce la forma più frequente.

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La papillomatosi si sviluppa essenzialmente a carico della mucosa orale ma le lesioni possono interessare anche:

lingua, faringe, epiglottide, labbra, naso, congiuntiva, cute periorale e palpebre.

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Le lesioni si presentano come neoformazioni singole o multiple.

In casi particolarmente gravi il numero dei papillomi può superare anche le 50 unità e oltre.

Il colore delle neoformazioni varia da bianco-grigiastro a carne, la forma può essere peduncolata o di aspetto a cavolfiore, e di diametro che va da 2 a 3 mm no a qualche centimetro.

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La storia naturale dell’infezione dipende solo dalla risposta immunitaria linfocitaria (specialmente la risposta mediata dai linfociti T) ed è quindi condizionata dall’equilibrio che s’instaura tra ospite e COPV.

E’ in questa fase, quindi, che gioca un ruolo determinante la risposta immunitaria cellulare Th1 mediata dai linfociti T (i linfociti citotossici CD8 e i linfociti helper CD4).

(Questi globuli bianchi attivano strategie di sorveglianza intracellulare che agiscono sia bloccando l’espressività biologica degli oncogeni virali sia eliminando le cellule infettate attraverso l’apoptosi).

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- La malattia resta in incubazione per un periodo discretamente lungo (dalle 4 alle 6 settimane)

- La variabilità dipende dalla risposta immunitaria del paziente.

- Nei cani con un ottimo sistema immunitario l’incubazione si dimostrerà più lunga anche se alla ne il virus prenderà il sopravvento.

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L’infezione da COPV non è una malattia, ma solo un fattore di rischio. Nella maggior parte dei casi I papillomi tendono a scomparire da soli nell’arco di 5 o 6 mesi, e solo raramente si riscontra un’ involuzione maligna con trasformazioni in forme carcinomatose squamocellulari.

In alcuni casi in relazione alla scarsa reattività del sistema immunitario di singoli soggetti non solo i papillomi non regrediranno da soli, ma col passare del tempo possono aumentare di numero e volume.

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Dal punto di vista sintomatico si passa dal semplice fastidio come alitosi, ptialismo, emorragie nel caso di piccoli e pochi papillomi presenti nella mucosa orale, ad un vero e proprio impedimento alla masticazione e deglutizione con notevole di difficoltà di alimentazione nei casi in cui sia interessata oltre alla mucosa orale anche la lingua, la faringe, l’epiglottide per la presenza di papillomi in numero notevole o di grandi dimensioni.

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La papillomatosi di per sé non è mortale o lo è molto raramente in soggetti infettati massivamente e con un sistema immunitario fortemente compromesso.

Questi soggetti possono sviluppare infezioni persistenti e debilitanti ed evolvere in alcuni casi in tumori maligni, soprattutto in presenza di alcuni cofattori genetici o ambientali.

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Il trattamento in medicina tradizionale si basa su applicazioni topiche di gocce e pomate a base di sostanze che disgregano la cheratina facilitando la rimozione del papilloma nel caso in cui il papilloma è singolo, non di notevoli dimensioni e facilmente accessibile;

altri metodi sempre per papillomi singoli e facilmente raggiungibili sono la crioterapia o l’escissione chirurgica.

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Caso clinico

Il paziente è un bulldog francese di 6 mesi di età, vive in appartamento e non ha contatto con altri cani.

Le uniche escursioni fuori dall’appartamento sono quelle per andare al parco. Sempre al guinzaglio, occasionalmente incontra altri cani e ha l’abitudine di bere nelle pozzanghere.

I proprietari riferiscono che da qualche giorno mangia con svogliatezza. Ha un eccesso di salivazione e hanno notato la presenza di numerose escrescenze presenti nel labbro inferiore.

Data la giovane età e la presenza di papillomi multipli, si decide di trattare il soggetto con un preparato immunoterapico omeopatico PAPIVA (Vanda). Un preparato contenente un mix di citochine LOW DOSES la cui composizione è in grado di stimolare la risposta cellulo-mediata e anticorpale.

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PAPIVA - Vanda

mix di citochine LOW DOSES la cui composizione è in grado di stimolare la risposta cellulo-mediata e anticorpale.

Composizione: RNA 17CH IL-1 17CH, 23CH IL-2 17CH INF-alfa 17CH P.HLA-DR 17CH

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RNA 17CH:

Diluito e dinamizzato in similitudine biologica indurrebbe la formazione di interferone e di IL2, attivazione di monociti e della fagocitosi, possiede inoltre un e etto antitumorale, tale e etto è legato alla capacità di indurre la produzione di interferone ad azione antineoplastica, che ha una azione citostatica diretta. (Hubbel 1985, 1990 e 1992, Lacour 1984, Brodsky 1985).

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IL-1 17CH, 23CH:

Citochina prodotta principalmente da macrofagi, monociti e alcuni linfociti B attivati in presenza di patogeni.

La sua azione si esplica attraverso la stimolazione dei linfociti TCD4 con conseguente ampli cazione della risposta immunitaria ed aumento della resistenza alle infezioni.

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IL-2 17CH:

Stimola l’attività delle cellule citotossiche NK, Linfociti T, stimola la crescita dei linfociti T e di conseguenza il potere in generale e antineoplastico in particolare.

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INF-alfa 17CH:

Citochina prodotta da leucociti e macrofagi attivati dall’antigene, azione antineoplastica e antitumorale. L’Interferone si lega ai recettori delle cellule infette da virus inducendo la sintesi di enzimi ( 2-5 oligoadenilato sintetasi che distrugge l’RNA virale e impedisce la traduzione di RNA messaggero del virus.

P.HLA-DR 17CH:

Anticorpo speci co per antigene HLA corrispondente.

Favorisce la presentazione dell’antigene, cui segue l’attivazione dei Linfociti TCD4 helper amplificando la risposta immune.

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Situazione pre-trattamento

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L’esame obbiettivo ha rilevato a livello del labbro superiore e inferiore la presenza di neoformazioni bianco grigiastre della grandezza di qualche millimetro.

La presenza delle neoformazioni interessava anche la mucosa orale con presenza di neoformazioni di dimensioni maggiori di cui qualcuna ulcerata e sanguinante.

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Situazione post-trattamento

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A 20 giorni dal trattamento continuativo si osserva una parziale regressione dei papillomi più grandi e alla totale scomparsa dei papillomi più piccoli, associata a netto miglioramento della sintomatologia dolorosa e attenuazione della salivazione e del cattivo odore.

Dopo 1 mese di trattamento totale scomparsa delle lesioni papillomatose sia cutanee che nella mucosa orale. Sintomatologia dolorosa completamente rientrata come pure salivazione e alitosi.

Sono rimaste soltanto alcune piccole macchie biancastre in corrispondenza delle lesioni. Si decide di terminare la terapia.

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Bibliografia

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La microimmunoterapia nel trattamento dell’infezione da papillomavirus orale canino (COPV): un case report

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Linguaggio dei Sintomi ed Analisi del Contesto

AutoreDottor Pino Todaro

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