periodico dell’oratorio san pio v - milano - anno 5 - n ... 0501... · ne approfittiamo intanto...

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Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano - Anno 5 - n.: 1 - Dicembre 2005 Danza:Grease, classica & volontariato E. & S. Del Negro, M. Fabrizi - pag. 15 Progetto educativo: il punto della comunità - pag. 16 Lettere alla redazione Campanellino d’oro: M. Magni - pag. 8 Avvento 2005: Oracanto, novena, veglia e preghiera, T. Bertolesi, S. Cafiero, F. Citroni, G. D’Ecclesiis - pgg. 4 e 5 Taizè: pellegrinaggio di fiducia sulla terra -------------------------------------------- Alessandra Baggi e Nicoletta Figini ------------------------------------ Una nuova esperienza sta per essere vissuta da noi giovani, ma in realtà da tutta la comunità di San Pio V… Già, perché dal 28 dicembre 2005 al 1° gennaio 2006 avrà luogo a Milano il raduno dei giovani europei, un pelle- grinaggio di fiducia sulla terra. Ma di cosa si tratta in realtà? Ogni anno migliaia di giovani eu- ropei si ritrovano in una capitale europea per vi- vere insieme ad altri gio- vani quattro giorni pre- gando, condividendo mo- mento di incontro e di scambio sulle proprie esperienze di fede. Non si può dire in anticipo cosa saran- no veramente questi giorni. Ogni vol- ta che si partecipa a questo genere di esperienze, si scopre qualcosa di nuovo e di bello su noi stessi, non con- frontabile con le volte precedenti. Inoltre quest’anno ci sarà certamen- te un’atmosfera particolare… Nel mese di agosto è scomparso tragica- mente Frere Roger, colui che ha vo- luto questa comunità, che presenzia- va durante gli incontri di Capodanno nelle varie città europee e che scri- veva una lettera, importante per cia- scuno di noi. E anche quest’anno ab- biamo un lettera (però incompiuta) di Frere Roger! Vi propongo di leggere alcuni frasi della lettera di quest’an- no che mi hanno colpito particolar- mente… “Vi lascio la pace, vi do la mia piace”: qual è la pace che Dio dona? Prima di tutto è una pace interiore, una pace del cuore. È quella che permette di volgere uno sguardo di speranza sul mondo, anche se spesso è lacerato da violenze e conflitti. Se ognuno potes- se comprendere: Dio ci accompagna fino alle nostre insondabili solitudini. A ciascuno dice: “Sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo”. Sì, Dio non può che donare il suo amore, in questo è tutto il Van- gelo. Quando scopriamo che il suo amore è soprattutto perdono, il no- stro cuore si rasserena ed anche si trasforma. Chi vive di Dio sceglie di amare. E un cuore deciso ad amare può irradiare una bontà senza limite. Per chi cerca di amare nella fiducia, la vita si riempie di una bellezza se- rena. Ma cosa vuol dire amare? Ave- re un’infinita bontà di cuore e dimen- ticare se stessi per gli altri, in modo disinteressato. Amare è perdonare. Poco prima della sua morte, Cristo as- sicura i discepoli che riceve- ranno una consolazione: egli manderà lo Spirito Santo che sarà per loro un so- stegno ed un consolato- re, e resterà con loro per sempre. Nel cuore di cia- scuno, ancora oggi egli mormora: “Non ti lascerò mai solo, ti invierò lo Spiri- to Santo. Anche se si nella di- sperazione più profonda, io resto vi- cino a te.” Dio non ci lascia soli. Ci per- mette di avanzare verso una comu- nione, questa comunione d’amore che è la Chiesa, allo stesso tempo così mi- steriosa e così indispensabile… Lo spirito di comunione non è qualcosa di ingenuo, è allargare il proprio cuo- re, è profonda benevolenza, esso non ascolta i sospetti. Ma tecnicamente come ciascuno di noi sarà coinvolto? Innanzitutto desidero ringraziare tutte le famiglie che hanno aperto la loro casa a questi giovani: chi offren- do un posto per dormire, chi invitan- do per il pranzo del 1° gennaio, chi offrendosi per tradurre… Ciascuno è invitato a partecipare ai vari momen- ti che avranno luogo presso la nostra Parrocchia, oltre alle attività del po- meriggio e alla preghiera comunita- ria serale in Fiera. - 3 a Taizé M.G. Scarton, E. D’Alessio, B. Suppa, L. D’Ecclesiis - pag. 20

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Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano - Anno 5 - n.: 1 - Dicembre 2005

Danza:Grease, classica& volontariato

E. & S. Del Negro,M. Fabrizi- pag. 15

Progetto educativo:il punto della comunità

- pag. 16

Lettere allaredazione

Campanellino d’oro:

M. Magni- pag. 8

Avvento 2005:Oracanto, novena,veglia e preghiera,T. Bertolesi, S. Cafiero,F. Citroni,G. D’Ecclesiis- pgg. 4 e 5

Taizè: pellegrinaggio di fiducia sulla terra-------------------------------------------- Alessandra Baggi e Nicoletta Figini ------------------------------------

Una nuova esperienza sta per esserevissuta da noi giovani, ma in realtà datutta la comunità di San Pio V… Già,perché dal 28 dicembre 2005 al 1°gennaio 2006 avrà luogo a Milano ilraduno dei giovani europei, un pelle-grinaggio di fiducia sulla terra. Ma dicosa si tratta in realtà? Ognianno migliaia di giovani eu-ropei si ritrovano in unacapitale europea per vi-vere insieme ad altri gio-vani quattro giorni pre-gando, condividendo mo-mento di incontro e discambio sulle proprieesperienze di fede. Non sipuò dire in anticipo cosa saran-no veramente questi giorni. Ogni vol-ta che si partecipa a questo generedi esperienze, si scopre qualcosa dinuovo e di bello su noi stessi, non con-frontabile con le volte precedenti.Inoltre quest’anno ci sarà certamen-te un’atmosfera particolare… Nelmese di agosto è scomparso tragica-mente Frere Roger, colui che ha vo-luto questa comunità, che presenzia-va durante gli incontri di Capodannonelle varie città europee e che scri-veva una lettera, importante per cia-scuno di noi. E anche quest’anno ab-biamo un lettera (però incompiuta) diFrere Roger! Vi propongo di leggerealcuni frasi della lettera di quest’an-no che mi hanno colpito particolar-mente…“Vi lascio la pace, vi do la mia piace”:qual è la pace che Dio dona? Prima ditutto è una pace interiore, una pacedel cuore. È quella che permette divolgere uno sguardo di speranza sulmondo, anche se spesso è lacerato daviolenze e conflitti. Se ognuno potes-se comprendere: Dio ci accompagnafino alle nostre insondabili solitudini.

A ciascuno dice: “Sei prezioso ai mieiocchi, perché sei degno di stima e ioti amo”. Sì, Dio non può che donare ilsuo amore, in questo è tutto il Van-gelo. Quando scopriamo che il suoamore è soprattutto perdono, il no-stro cuore si rasserena ed anche sitrasforma. Chi vive di Dio sceglie diamare. E un cuore deciso ad amarepuò irradiare una bontà senza limite.Per chi cerca di amare nella fiducia,la vita si riempie di una bellezza se-rena. Ma cosa vuol dire amare? Ave-re un’infinita bontà di cuore e dimen-ticare se stessi per gli altri, in mododisinteressato. Amare è perdonare.Poco prima della sua morte, Cristo as-

sicura i discepoli che riceve-ranno una consolazione: egli

manderà lo Spirito Santoche sarà per loro un so-stegno ed un consolato-re, e resterà con loro persempre. Nel cuore di cia-

scuno, ancora oggi eglimormora: “Non ti lascerò

mai solo, ti invierò lo Spiri-to Santo. Anche se si nella di-

sperazione più profonda, io resto vi-cino a te.” Dio non ci lascia soli. Ci per-mette di avanzare verso una comu-nione, questa comunione d’amore cheè la Chiesa, allo stesso tempo così mi-steriosa e così indispensabile… Lospirito di comunione non è qualcosadi ingenuo, è allargare il proprio cuo-re, è profonda benevolenza, esso nonascolta i sospetti. Ma tecnicamentecome ciascuno di noi sarà coinvolto?Innanzitutto desidero ringraziaretutte le famiglie che hanno aperto laloro casa a questi giovani: chi offren-do un posto per dormire, chi invitan-do per il pranzo del 1° gennaio, chioffrendosi per tradurre… Ciascuno èinvitato a partecipare ai vari momen-ti che avranno luogo presso la nostraParrocchia, oltre alle attività del po-meriggio e alla preghiera comunita-ria serale in Fiera.

- 3a Taizé

M.G. Scarton,E. D’Alessio,B. Suppa,L. D’Ecclesiis

- pag. 20

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Taizè

IL DETTO

DEL MESE------------ Cesare Tosi -----------

IL CANE ELA CODA

SPIEGAZIONE

Normalmente le personenon agiscono senza unasperanza di averne, infuturo, un tornaconto.

Ad esempio, molto spessoi nipoti sorridono

ai nonni nella speranzadi ricevere una mancia.Per questo si dice che

anche il cane nonti scodinzola se non gli

dai qualcosa.

“Nanc il can pernient el mena la

coua”

Da qui, il detto riportatosopra

Nella giornata diSabato 17 dicembreil nostro Cesare hafesteggiato il suo

sessantesimo compleanno!Tutta la comunità gli è vicinain questo momento di gioia

Siamo coinvolti in un pellegrinaggio di fiducia. Desideriamo passare deltempo vivendo insieme, avvicinandosi a Cristo e alla Chiesa, riscoprendole persone che vivono nel nostro quartiere e condividendo la vita conloro! Alla fine dell’anno vogliamo condividere la nostra fede, la nostrasperanza, la nostra ricerca con i giovani che verranno da tutta l’Europa equindi per vivere un ‘esperienza di Chiesa accogliendo con semplicità.Ecco alcuni dettagli tecnici:

Contatto in parrocchia S. Pio VSegreteria Taizè:

in oratorio tutti i giornidalle 19.00 alle [email protected]: 02.55012171fax: 02.99985279

Per info & disponibilità adospitare:

Baggi Alessandra: 328.6442222Figini Nicoletta: 335.8191986

Referente responsabile:don Stefano Buttinoni

333.3846049

Contatto ufficialecittà di Milano:

TaizéIncontro Europeo di Giovani

via Calatafimi 1020122 MILANOtel. 02.581971

fax. [email protected]

www.taize.fr

3

In partenza per Colere...------------------------------------------------------- Benedetta Bassi -----------------------------------------------------------Eccoci qui pronti a partire perColere, dove dal 3 al 7 gennaio, sisvolgerà la vacanza sulla neve….La vacanza è indirizzata soprattuttoal gruppo medie, ma anche a tutticoloro che hanno voglia di passaregli ultimi giorni di vacanze nellospirito della condivisione e della gio-ia di stare insieme. L’albergo è rag-giungibile solamen-te con la seggio-

via, di fronte alle piste da sci. Pur-troppo ormai le iscrizioni sono chiu-se: è possibile comunque rivolgersialla segreteria dell’oratorio per in-

formazioni più accurate. Chi si èperso questa grande opportunitànon si disperi: sarà dei nostri l’an-no prossimo; chi invece è riuscitoa cogliere l’occasione, potrà vive-re in pienezza una grande esperien-za e soprattutto una grande sciata!Ne approfittiamo intanto per augu-rare buon natale e felice anno nuo-vo a tutti i lettori. Buone vacanze!

Carissimi ragazzi di san Pio V,

vi scrivo questa lettera perché altrimenti a voce mi sarei troppo commosso.

Sono stato contento di voi, tantissimo. Don Gelsomino mi aveva inviato perché mi aveva detto che spesso ibambini sono tristi e scontenti: malgrado abbiano tante cose belle e spesso anche molto preziose sembrache niente li faccia mai abbastanza felici.

E’ proprio vero che non sono le ricchezze a rendere felici!

Io sono arrivato da voi con la mia solita voglia di ridere e scherzare, e mi sono trovato dei ragazzi davverosimpaticissimi: ridevano, cantavano, pregavano, scherzavano con me tanto volentieri.

Si sa che Gennarino Carandente è e sempre resterà uno scolaretto ripetente che gli piace andare a scuola,ma è restarci che gli scoccia… eppure voi mi avete dato l’occasione di ridarvi il sorriso.

Allora io vi dico: il sorriso di questi giorni tenetelo nel cuore come una fontanella che zampilla. Quando latristezza vi prende o quando qualcuno ve la ruba, fate un bel applauso di quelli fragorosi oppure ancorameglio sorridete! Anche se fosse un sorriso triste, sorridete! Perché molto più triste di un sorriso triste èla tristezza di non saper sorridere! Essere sempre contenti di ciò che si ha e soprattutto di ciò che si è, èil segreto della gioia. Non sono mai stato triste nella vita, nemmeno quando cadevo, perché sapevo cheQualcuno (con la Q maiuscola) mi avrebbe raccolto.

Oggi che è Natale io vedo nelle braccine tese verso di me del Bambino Gesù tutta la gioia che c’è in Dio perme. Vivere è la cosa più bella del mondo; ma è assai rara: molte persone esistono solamente!

Ora senza dubbio avete capito che io ormai sono un angelo ed abito presso Dio. Avete visto? Qualcuno hatentato di togliermi la gioia, ma non c’è riuscito! Ah, Ah, ah. Ora qui in Paradiso, ora qui in questa vita, vedosempre il suo Viso: allegria infinita. Sempre più impertinente, scappo via con un volo scendo in mezzo allagente per non rider da solo. Ti prego: ridi con me!

Buon Natale

Gennarino Carandenteangioletto impertinente

che ti porta anche a scuolae starti accanto è la sua gioia!

4 Avvento & Novità

La grandenovena con

“Gennarino”---- Federico Citroni Bontempo ----

Oracanto: stiamo lavorando per voiNasce un nuovo e sensazionale libretto dei canti

---------------------------------- Tommaso Bertolesi ------------------------------------

Oltre alla proposta d’Avvento dell’an-no scorso “ti spengo e mi accendo”che quest’anno è stato rinnovata, ildon ci ha proposto anche un altro,nuovo e originale impegno. Un impe-gno che in qualche modo ci ha aiuta-to a prepararci in modo opportuno alNatale. Avete capito di cosa sto par-lando, vero? Già.. Quest’anno la pro-posta era quella di ricopiare a mano ilVangelo secondo Marco. Un impegnoche forse di primo acchito poteva sem-brare un po’ assurdo ma che, per chicome me l’ha provato, si è dimostratoveramente stupendo.Si trattava soltanto di trovare un mo-mento nella giornata durante il qualestaccarci dal caos quotidiano, mollaretutto, lasciar perdere tutto il resto ededicarci solo e solamente all’ascoltodella Parola di Dio, permettendo cheentrasse nei nostri cuori e nelle no-stre case.Una proposta che ci ha permesso quin-di non solo di poter leggere tutto unVangelo, ma anche di ritagliarci unospazio all’interno della nostra vita fre-netica e frettolosa per stare insiemein famiglia. Ascoltare la Parola di Dioinsieme, quindi. Collaborando.C’era chi scriveva, chi dettava, chisemplicemente leggeva e chi ascolta-va. Chi magari un giorno mancava inquel momento rileggeva il pezzo scrit-to la volta successiva. Poi ogni voltasi faceva cambio, si invertivano i ruo-li. Tutti insieme scrivendo, ripetendo,

ascoltando la Parola di Dio. Confron-tandosi in caso di dubbio.Scegliere un quaderno, ricopiarlo pocoalla volta, alternare le diverse scrit-ture.. Tutti gesti semplici, ma di im-portante valore. Quindi l’importanzanon solo di leggere, ma anche e so-prattutto di scrivere.Scrivere dunque, scrivere per permet-tere a quelle parole di imprimersi nonsolo nella carta, ma anche nel nostrocuore, nella nostra vita.Ci tengo quindi a mandare un invito.Un invito a tutti quelli che per vari mo-tivi non hanno colto immediatamentequesta opportunità. Provate que-st’esperienza: anche se l’Avvento or-mai è finito.. Trovate un momentonella giornata nel quale permettere aqueste parole di imprimersi.Ora, dopo questa grande esperienza,ad ogni famiglia rimarrà per semprequel quaderno. Quel quaderno nelquale giorno dopo giorno, versettodopo versetto, poco alla volta è statoricopiato tutto un Vangelo. Quello se-condo Marco appunto. Quel quadernonel quale rimarrà la Parola di Dio. Enon semplicemente stampata, ma im-pressa sulla carta con la nostra mano.Con quella penna, quella penna nellaquale abbiamo messo per giorni lanostra buona volontà, il nostro tem-po, ma anche i nostri limiti. Fin dalprimo versetto, fin dall’inizio, dall’ini-zio di quella Buona Notizia, quellaBuona Notizia che è Gesù.

Un avvento... all’insegna del Vangelo--------------------------------- Silvia Cafiero ----------------------------------

Già da tempo la redazione Orafo-glio aveva pensato alla creazionedi un nuovo libretto dei canti: inquello rosso molte delle nuove can-zoni non ci sono e spesso ragazzie bambini si trovavano in difficol-tà sulle parole, in particolare quel-le delle strofe. Così, da circa unmese, ci siamo dati da fare perpubblicarne uno nuovo, agile e ag-giornato, in modo tale che tuttipossano cantare con più sicurezza

la propria gioia al Signore. Pocotempo fa è uscita la versione 1.0,ma presto ci siamo resi conto chepresentava delle imperfezioni: nonera abbastanza maneggevole, lapinza nera copriva le prime lette-re delle parole a lato della pagina,i fogli rischiavano di muoversi ec’erano degli errori negli accordidi alcuni canti. Così lo abbiamomodificato e, in un futuro moltoprossimo (gennaio – febbraio),uscirà la versione 2.0 in cui i cantidi Taizè saranno raggruppati inpoche pagine, rendendo in questomodo più agile l’intero libretto. Cisaranno poi altre novità, ma… nonvoglio rovinarvi la sorpresa! Per ilmomento “stiamo lavorando pervoi...”

Novena

Ciao rrraga!!! Dopo nonno Gelmo edon Gelsomino è arrivato un perso-naggio super strabiliante: GennarinoCarandente, scolaretto ripetente checi piace andare a scuola ma è restarciche ci scoccia! (anche a me…). Gen-narino è arrivato in una città supertriste, dove tutti hanno tutto, ma sonotristi lo stesso, perché desideranosempre le cose che non hanno e do-vrebbero invece guardare le cose chehanno e non lamentarsi, cosa che fac-ciamo anche noi. Gennarino ci vuoleinsegnare la bellezza della vita vis-suta con il sorriso sulle labbra, per-ché vivendo felici ogni giorno impa-riamo a riconoscere le cose belle e

ad affrontare i problemi con intelli-genza e con calma.Ci ha spiegato che bisogna viverefelici, perché i problemi si possonorisolvere e quando gli ostacoli (i pro-blemi) non si possono saltare biso-gna aggirarli, cioè trovare una solu-zione alternativa. Infatti, ad esempio,ci ha fatto un normalissimo esempio:i tuoi amici non ti fanno giocare apallone, portati un pallone e invitalia giocare.Invece nel “caso successivo”, ci hainsegnato come bisognerebbe pren-dere la vita: vivere come un gioco.Infatti, quando Gennarino faceva ilmilitare prendeva tutto sul ridere,anche le cose più serie.Insomma, anche se non è finita misembra che il senso sia: ridere, ride-re, ridere. E allora impariamo a nonprendere tutto sul serio e facciamociquattro risate!!!

5AvventoVeglia di NataleLa V° nei panni di Giuseppe...------------------------------------ Giulia D’Ecclesiis -----------------------------

S. Natale 2005:ecco

il presepe...--------- Giuseppe Invernizzi ---------

Il 18 dicembre c’è stata la Ve-glia di Natale dei ragazzi, orga-nizzata dalla quinta elementare.Negli incontri di catechismo pre-cedenti le allenatrici hanno let-to alcuni testi del Vangelo diMatteo e Luca, che parlavanodella nascita di Gesù e dei pasto-ri. La domanda che ci ponevamoera se Giuseppe aveva dei dubbisu quello che gli aveva confidatoMaria: Gesù era veramente ilFiglio di Dio? Nella Veglia si par-lava dei pastori che avevano sen-tito delle voci strane durante lanotte: dicevano che un bambinoera nato in una mangiatoia. Sullascena c’erano i pastori, Maria e

Giuseppe. Sono anche stati lettialcuni nostri pensieri e opinioni,“venuti fuori” durante gli incon-tri di catechismo. Questa espe-rienza è stata molto bella e, senon siete di una classe superiorealla quinta, vi consiglio di sceglie-re il gruppo Veglia. Buon Natale!

Preghiera di AvventoLa preghiera insieme:

un’esperienza concreta di Dio...------------------------------------ Noemi Amelotti -----------------------------

Siamo tre giovani come tanti altri,che da ormai un anno, viviamoinsieme in uno stile molto semplicedi condivisione del vissutoquotidiano. Da quando abbiamoincominciato abbiamo sempre avutodei momenti insieme di preghiera perpoter crescere non solo nell’ amiciziafra noi, ma anche in quella con Dio.Non è semplice riuscire a trovarcitutti, perché ognuno di noi ha ritmidi lavoro molto diversi, ma in questoavvento ci siamo impegnati per farloe abbiamo coinvolto anche qualcheragazzo del gruppo giovani.La preghiera è molto semplice: ilsegno di croce per iniziare, il cantodello shemà Israele (ascolta Israele),per rammentare al nostro cuore cheprima delle nostre parole, per quantoprofonde, viene l’ascolto della Sua,la recita del Benedictus, il cantico concui il padre di Giovanni Battistabenedice Dio dopo nove mesi disilenzio dovuti alla sua poca fede, lalettura del Salmo della liturgia delgiorno e il Padrenostro, con cuifiniamo.Del salmo del giorno ognuno è liberodi ripeterne un versetto oppurecondividere con gli altri, cosa quelleparole suscitano nel suo cuore,oppure aggiungere la sua supplica aquelle del salmista.Ciò che condividiamo non sono maipensieri teologici, ma i movimenti del

cuore e questo rende le paroleconcrete e semplici.I salmi sono la preghiera del popolod’ Israele al suo Dio, pregarli insiemeci aiuta a non sentirci isole vagantinell’ immenso mare del mondo, mafratelli, parte di una famiglia, la nostrapiccola comunità, quella di S.Pio V, lachiesa , il piccolo grande mondo cheincontriamo lungo la giornata con isuoi dolori e le sue gioie, il popolo diDio. Poi qualcuno condivide lacolazione e si parte per il lavoro ol’università;non posso parlare per glialtri, ma sono proprio quei ventiminuti che mi permettono di non“imbufalirmi” sulla strada o sul luogodi lavoro perché mi fanno sentire ilSignore concretamente accanto, sonocome l’ oasi interiore in cui rifugiarsie da cui trovare ristoro per andareincontro all’altro (automobilista,collega o capo). Sono solo ventiminuti, ma danno il senso alle 12 oresuccessive. Perché non provate anchevoi? Potete venire a pregare con noi(se siete interessati chiedete a donStefano) o trovare un vostro modoper farlo, la modalità deve essere lapiù adatta ai vostri ritmi di vita -(magari con vostro marito, o con gliamici a casa di qualcuno… ognunopuò trovare il suo) vi assicuro chegusterete di più il vostro ordinario.

Amici, quest’anno Dio Padre ci fa“incontrare” il Dono della suaParola:”Gesù Bambino”. Ancoraoggi, Egli cerca dimora presso dinoi, per chiamarci, uno ad uno, pernome. Egli accetta di “nascere” neldeserto del nostro cuore divenuto“duro ed arido” a causa delle no-stre occupazioni e dei nostri inte-ressi, a causa della sete di potere edi dominio, a causa dell’onnipoten-za tecnologica ed, infine, della glo-ria. Il tutto da pessima merce chesi paga “cara” e non si conserva,come ci testimonia il poeta scritto-re Honorè de Balzac. Quindi, GesùBambino si pone nel nostro cuore,diventando l’unica fonte di fede si-cura ed inesauribile; questa fontesorgiva è alimentata da una umiltàche tutto trasforma, diventando, se

lo vogliamo, una virtù importanteper noi. È Lui solo che fa zampilla-re l’acqua che disseta per sempre,anche nel deserto più arido doverisorge per l’uomo moderno. Cidice che la più autentica “Energia”di vita è Lui stesso; è questo “bam-bino”, “il più piccolo seme d’uomo”che diverrà il più “grande” di tutti(l’Energia infinita di Dio). Egli “in-carna ed anticipa” la famosa para-bola del granello di senape. Soprat-tutto nel nostro cuore, affinché dapietra possa diventare di “carne”.Dopo duemila anni ci parla ancoracome allora: “Siate umili e docili dicuore e farete cose grandi per Me.Siate testimoni anche nel vostrotempo”. Sono “entrato”, “incarnato”nella tua vita e ti dono una inesau-ribile energia vitale. La mia paro-la è luogo di vita in cui si specchia-no le vostre domande e le vostre ri-sposte, i vostri dolori e le vostregioie, i dubbi e le certezze del vo-stro tempo. E la Fede, la Speranzae la Carità siano i “vostri compagnidi viaggio” verso la Stella Cometa.

6 Catechesi

Noi, animatori alle prime armi-------------------------------- Silvia Cafiero --------------------------------

Tempo diconfessio

--------- Sara Servino ---------

III° elementare

“Non ce la faremo mai!”Questo è stato il commento dinoi ragazzi di prima superio-re, quando martedì 15 novem-bre abbiamo visto entrare inoratorio una banda di bambini

di terza elementare, scatena-ti e vogliosi di giocare.E così la nostra avventura èiniziata. Agitati ed emoziona-ti (forse più dei bambini stes-si!!), continuavamo a ripetercimentalmente i giochi che ave-vamo organizzato.Noi, “new entry” un po’ ine-sperte, avevamo paura di nonessere all’altezza, di non es-sere capaci, di non soddisfarequei bambini che si aspettava-no qualcosa da noi.Al contrario delle nostreaspettative però gioco dopogioco, imparando a conoscerei loro nomi e i loro volti, into-nando anche alcuni ban perfarli divertire, il tempo è vo-lato. Alle 18.00 quando ognunodi loro è tornato a casa erava-mo sì stanchi, forse anche conun po’ di mal di gola, ma vera-mente felici. Così ho finalmen-te capito cosa intendeva diremio fratello maggiore quandol’anno scorso mi parlava “dellagioia di essere educatore”,cosa che io prima non avevo maisperimentato fino in fondo.Martedì dopo martedì, dopoanche gli incontri domenicali

sulla Parola di Dio e grazie an-che al grande aiuto delle mam-me catechiste e del don, stia-mo imparando ad acquistaremaggior sicurezza. Certo, ri-maniamo sempre una banda di

ragazzi e ra-gazze un po’disorganizzati,ma ognuno dinoi ce la met-te tutta..Ognuno di noicon un sorriso,un aiuto, una

spiegazione, un semplice gio-co, ma anche con un rimprove-ro, sta cercando di trasmet-tere a questi bambini qualco-sa.E anche se forse non saremodegli animatori perfetti al100% noi ci impegniamo vera-mente al massimo.Ora, dopo qualche settimanadall’inizio di quest’avventura, ioso con certezza che quell’orache metto a loro disposizioneil martedì non è tempo spre-cato.. tutt’altro. Perché in que-sto tempo non sono solo io adare qualche cosa a loro, masono loro che in fondo dannoanche qualcosa a me….

IV° elementare

Che cos’è la confessio laudis?I bambini risultano perplessiquando don Stefano pone loroquesta domanda. Qualcuno siazzarda: “E’... E’ dire al don i tuoipeccati”. Le allenatrici e i pochigenitori presenti si stupiscono...Intanto qualcuno si corregge“E’... E’ riconoscere i propri doni”.Il don tira un sospiro di sollievo:dopo un’ora di riflessione hannocapito che la confessione, e inparticolare LAUDIS (della lode)è un rigranziamento e non, comeè stato insegnato loro, il dire ipeccati.L’incontro di mercoledì è statoutile anche a noi educatori e for-se anche ai pochi adulti perchè,in fondo in fondo, questotormentone della confessione ci

spaventa, anche perchè non ca-piamo il valore del sacramento.Il primo “step” della confessioneè, appunto, il riconoscimento deidoni. Per comprendere a fondoquesto concetto negli incontriprcedenti noi educatori abbiamopreparato degli scatoloni conte-nenti dei bigliettini: “il mio sorri-so”, “la mia simpatia”, “la mia ca-pacità di amare”, “i miei capelli”(su proposta della sottoscritta...)e li abbiamo consegnati ai bam-bini.Ora, mentre scirvo, guardo ilquadro che mi è stato consegna-to dalle allenatrici all’inizio del-l’estate: una foto di tutti loro...Riusciremo a seguirli tutti quan-ti?! Se ci aiutassero a scoprirequali sono i nostri doni,.... forsesì!! E allora, mi correggo: riusci-ranno loro a seguire noi educa-tori????!!!!

7

La V prepara la Veglia---------------------------- Alice e Alessia Lambicchi -----------------------

Catechesi

Preparazione dei grappoli:confessio laudis comunitaria----------------------------------- Silvia Buffone -----------------------------

I° media

I° media: visita alla SinagogaSinagoga:

interessantema...

V° elementare

Noi bambini di quinta ele-mentare abbiamo prepara-to la veglia di Na-tale. Le allenatricici hanno conse-gnato una schedi-na da compilare,su cui dovevamoscrivere in chegruppo volevamostare. Le proposteerano: novena, re-citazione, costumi,scenari. Il giovedìseguente il don ci ha divisinei gruppi scelti; quindi cisiamo tutti rimboccati lemaniche per preparare una

Veglia indimenticabile. Matutto questo non saremmo

riusciti a realizzarlo senzal’aiuto delle allenatrici e deldon. Dimenticavo, buonNatale a tutti!

Anche quest’anno tutti i gruppidi catechismo hanno dedicato unincontro alla preparazione deigrappoli da appendere in Chie-sa, per poi celebrare la “Ven-demmia” in occasione della fe-sta di Cristo Re. Si tratta di unmomento divertente, si colora,si abbellisce il proprio grappolonella maniera più fantasiosa, siricorda ciò che abbiamo fattotutti insieme durante il catechi-smo dell’anno appena trascorsoe si condisce il tutto con un belpo’ di risate e confusione! Noidi prima media abbiamo volutoanche inserire delle piccole fotoche ritraggono i momenti più im-portanti, quelli che ci sono en-trati nel cuore: il “don Gelsomi-no” e la via Crucis. Ma non è soloquesto, tutt’altro. Forse i ragaz-zi non se ne sono accorti, ma nelcompiere l’azione di ricordare le

cose che abbiamo vissuto duran-te i mesi appena trascorsi e perognuna di esse dire, o meglioscrivere, “grazie”, abbiamo fat-to una confessio laudis (come ciè stato insegnato in quarta ele-mentare, per la preparazionealla confessione), ma questa vol-ta tutti insieme, una confessiolaudis comunitaria. Abbiamo,cioè, tra risate, colla e penna-relli, lodato il Signore con gioia!

Domenica 6 novembre noi di primamedia siamo andati alla sinagoga diVia Guastalla.All’interno, l’ambiente non è gran-dissimo, ci sono panche senzainginocchiatoi, non ci sono immagi-ni, c’è una specie di altare con ungrande candelabro a sette braccia ein fondo, al posto del crocefisso, sitrova un alto armadio chiuso checontiene la Torah. Questa consistenei primi cinque libri della Bibbia edè scritta su rotoli di pergamenaintoccabili. Quando si deve legge-re, il rotolo viene posto su due ba-stoni e poi srotolato e, per aiutarsi

a tenere il segno della lettura, c’èun bastoncino a forma di manina conl’indice steso.Tutta la religione ebraica si concen-tra sull’adorazione della Parola diDio, ma a me è sembrato che que-sta religione, che sicuramente è vi-cina alla nostra (come dice il don gliebrei sono i nostri fratelli maggio-ri), tiene però Dio troppo lontanodall’uomo. Non si possono fare im-magini, non si può toccare la Torah,che viene tenuta nell’armadio, gliuomini devono portare un copricapoche indica che l’uomo finisce, ha unlimite. Non sono d’accordo. Dio èdentro di noi, non va tenuto lonta-no. E’ questo che mi ha addoloratodi più. Dentro la sinagoga non misono sentita a mio agio, ho sentitola mancanza della nostra chiesa,dove ci si sente tutti amici, dove cisi sente più vicini a Dio con l’imma-gine di Gesù sul crocefisso, che ciaccoglie a braccia aperte.

------------ Francesca Buffone -----------

8 Catechesi

Campanellino

d’oro 2006------------ Michela Magni ------------

I° media: intervisteA catechismo con Cesare e Lele-------------------------------------- Lidia Moro --------------------------------------

I giorni 2 dicembre e 25novembre sono venuti acatechismo con noi per parlaredella loro vita Cesare e LeleZaina.Cesare, il barista del bardell’oratorio, ci ha raccontatoun po’ della sua storia che mi e’piaciuta molto, come anchequella di Lele. Le storie eranomolto diverse, ma comunqueaffascinanti.

Loro però non sono diversiperche’ tutti e due aiutano nelsociale ed e’ una cosa moltobella. Questa attivita’ chetrattiamo a catechismo miattrae molto e vorreicontinuarla perche’ serve a noie ad imparare cose nuove chesono anche utili al prossimo.

II° media

Che fai qui, Elia?------------------------- Silvia Boschiroli e Alessandra Busacca -------------------

E’ questo il titolo che noi,ragazzi della II° media, ab-biamo scelto per lo spetta-colo teatrale di quest’ anno.Ogni venerdì ci ritroviamocon gli educatori e il don perprepararci al debutto….Lo spettacolo narra le vicen-de bibliche di Elia profeta estudiando il copione abbia-mo appreso nuove cono-scenze su questo personag-gio. Impersonare i vari pro-

tagonisti è stato impe-gnativo, ma diverten-te anche se siamo tuttimolto emozionati epreoccupati che qual-cosa vada storto. No-nostante questo nonvediamo l’ora di anda-re in scena e speria-mo che la rappresen-

tazione piaccia agli spetta-tori come è piaciuta a noi.

Prendetevi “un attimo di respiro”e facendovi guidare da “un miticoangioletto” provate a far portare“un gatto puzzolone” a bordo ditre caravelle, meglio se sono “laNina, la Pinta o la Santa Maria”,da “un nonno dj” per chiedergliuna ricetta per “il singhiozzo..”Vi dirà che basta puntare ognimattina “la sveglia birichina”, fareun bel “gira che è un girotondo”e tutto si risolverà.. Se al famo-so gatto la terapia non dovessefunzionare, beh….. allora guar-diamoci attorno. “Respiriamo lacittà” e ricominciamo da capo…Sono sicura che alla fine il rime-dio non sarà trovato, ma ognunodi noi si sarà meritato in premio

un “anello d’oro”.Chi è arrivato a leggere fino a quiquesto sconclusionato discorsomerita un ringraziamento e unaspiegazione.Il filo conduttore dell’articolosono i titoli delle canzoni che, conentusiasmo e impegno da veri ar-tisti, i partecipanti al “Campa-nellino d’oro” stanno imparandoe provando ogni domenica mat-tina dopo la Messa delle 9.30 .I nostri cantanti si stanno prepa-rando e vi invitano già da ora avenirli ad ascoltare SABATO 18FEBBRAIO alle ora 16.00 al TEA-TRO OSCAR. Cominciate a se-gnarlo sul calendario del 2006che state inaugurando.. Noi con-tiamo di vedervi ad applaudirci!Ciao!!

9Catechesi

E gli corse incontro...---------------------------------- Benedetta Bassi --------------------------------

L’amato Jonas raggiunge la gloria..------------------------------------ Filippo Rossi ---------------------------------

III° media: “L’amato Jonas” viene premiato

III° media

Noi ragazzi di terza media stia-mo affrontando un percorso mol-to appassionante e significativo,che ci coinvolge in prima perso-na facendoci rivivere la parabo-la del figliol prodigo. Ogni vener-dì lasciamo quello che è la nostravita quotidiana e il mondo in cuiviviamo e entriamo in contattopiù profondamente con la nostrainteriorità e il nostro inconscio.Nella drammatizzazione del Van-gelo, ogni venerdì, grazie alla par-tecipazione attiva di tutti, si ar-riva ad esprimere involontaria-mente quello che siamo, quelloche sentiamo e le nostre espe-rienze. Eccoci qui tutti insiemetutti con uno stesso obiettivo,fare fortuna, realizzarci nellanostra vita e crescere…

Non sappiamo come andrà a fi-nire, la strada è lunga e tortuo-sa, ma il nostro cammino va’ avan-ti. Vogliamo conoscere e com-prendere appieno quella pater-nità che invochiamo tutte ledomeniche nella S. Messa. Unpercorso quindi misterioso e nel-lo stesso tempo molto profon-do, un qualcosa che bisogna vi-vere e non si può raccontare aparole. Buon viaggio!

“…e il secondo premio diprimo grado a… l’AmatoJonas dell’oratorio san PioV!” Questo è quanto cihanno detto il 23 ottobrealla premiazione del nostrospettacolo fatto in secon-da media. Già. Questo èquello che ci hanno detto, non quel-lo che forse ci avrebbero dovuto direo ci auguravamo ci avrebbero det-to. Anche perché i nostri testi eranogià stati “presi in prestito e riadat-tati” per loro spettacoli, poi premiaticon il primo premio. Già. Il sospettoci era già venuto all’inizio quando,entrando nell’auditorium dell’ora-torio SAMZ abbiamo visto un car-tellone “Oggi: C’È QUALCUNOIN METRO dell’Oratorio SAMZ.”Poi, scritto in piccolo in fondo alfoglio “si ringrazia don Stefano But-tinoni e l’Oratorio San Pio V peraverci ceduto i testi del lorospettacolo Dio in Metropolitana”...

e poi scrivono “Oratorio SAMZ”.

Comunque, nonostante tutto, siamostati premiati: un buon secondo pre-mio ce lo siamo portati a casa.Onore ancora una volta al nostrooratorio e alla terza media che vie-ne premiata per il serio lavoro svol-to l’anno scorso.Dopo un rifocillante spuntino abase di patatine e di coca-cola (do-nata dal GATAL) abbiamo finitodi vedere (…o di rivedere?) lo spet-tacolo e siamo tornati a casa, con-tenti ma sapendo che qualcuno eraforse più contento di noi.

Mercoledì 23 novembre, don Ste-fano ha tenuto un incontro con igenitori dei ragazzi di 1°, 2° e 3°media sui problemi della preado-lescenza. All’incontro hanno par-tecipato numerosi genitori.Don Stefano ha iniziato spiegandola fatica che i ragazzi fanno in que-sto importante periodo, per ricer-care una loro identità personale edi carattere, fisica, relazionale eanche affettiva, e come noi pos-siamo relazionarci con loro.Nella prima parte dell’incontro, siè parlato dei conflitti che i ragazzisi trovano ad affrontare. Il primoconflitto è quello dell’autonomia edella dipendenza nella relazionegenitori – figli (ragazzi/mondoadulto). Il secondo è tra l’intimitàe la vergogna nella relazione congli amici e con i primi amori. Il ter-zo si può definire come industrio-sità e stasi, cioè conflitti di carat-tere emotivo. I ragazzi sono pienidi desideri, di curiosità di fare, diimparare e nello stesso tempo c’èla paura di non riuscire. Il quartoconflitto è tra la fiducia e il dubbio.Si è quindi arrivati a chiedersi comeporsi in relazione con i ragazzi ecome aiutarli in questo particolaremomento, e si è giunti alla conclu-sione che bisogna motivare le no-stre richieste di genitori e non ob-bligarli a fare le cose; pazientare,cioè sostenere i ragazzi incorag-giandoli nel loro cammino di tra-sformazione; accogliere, cioè ac-cettare i ragazzi così come sono. Ipreadolescenti hanno una fortesensibilità e quindi comprendonose noi siamo effettivamente dispo-sti a fare questo. Da ultimo biso-gna sapere ascoltare: atteggia-mento fondamentale. Se il ragaz-zo viene ascoltato, percepisce chei suoi problemi sono importantianche per noi. È come dirgli: “Tusei importante, tu sei prezioso perme”. L’incontro è stato molto coin-volgente e profondo e penso cheogni genitore sia riuscito a capireche per aiutare il proprio ragazzo/a ad affrontare questo momentodeve per lo meno mettersi in gio-co affrontando a viso aperto, masoprattutto a cuore aperto, i loroproblemi.

Preadolescenza:percorso diiniziazione

--------- Nadia Guarnieri ----------

10 News

Risplenda la vostra luce------------------------------ Andrea Cafiero --------------------------

Esercizi spirituali 2005

Il 14, 15 e 16 Novembre si sono svoltinella basilica di s. Ambrogio gli esercizispirituali per i giovani della città di Mi-lano. Quest’anno le riflessioni sono sta-te tenute da don Roberto Davanzo, di-rettore della Caritas Ambrosiana. È statomolto utile spendere tre serate della miavita frenetica da giovane a pregare, oalmeno a cercare di farlo. È giusto pren-dersi delle pause e fermarsi a riflettere,ogni tanto. Da questo punto di vista, icontenuti delle tre riflessionirincuoravano il giovane, che poteva ca-pire, a differenza dell’anno scorso, cheil Vangelo e la storia di Gesù interessaanche lui, ha al centro il giovane comeprotagonista. Se entriamo maggiormen-te nei particolari, il 14 Novembre, pri-ma serata di esercizi, si intitolava “il ger-mogliare di una simpatia contagiosa”.Don Roberto ha cercato di mettere inluce le caratteristiche essenziali dellaprima comunità cristiana e ha sottoli-neato che forse queste caratteristicheerano in alcuni tratti un po’ idealizzate.Ha riflettuto sull’importanza in partico-lare della perseveranza e della costan-za e il bisogno continuo di riscoprire lapassione e rapportarsi sempre; ha vi-sto l’eucaristia come snodo tra catechesie carità e ha sottolineato il dinamismoe l’entusiasmo di questa comunità. An-che oggi, come allora, è importante laperseveranza: se abbiamo nel cuore ilvoler seguire Gesù dobbiamo seguirequesta nostra volontà. Non esiste direoggi ho voglia, domani chissà seguen-do la logica dell’attimo. Bisogna valo-rizzare la durata e il definitivo e stabile.Si è visto, inoltre, come questa comu-nità attirasse su di sé la simpatia, cheperò non sempre coincideva con la ef-fettiva conversione. Oggi spesso vivia-mo solo di un liturgismo nostalgico, cioètroppo di rimpianti e vediamo la Chiesacome un tappo per stare in pace connoi stessi; inoltre al giorno d’oggi o cifidiamo troppo o non ci fidiamo di nes-suno. Il vero obiettivo dei cristiani, se-condo don Roberto, è essere luce pergli altri e quindi agire con un fare silen-zioso ma efficace. I cristiani sono nelmondo per far vedere cosa succede seci si lascia guidare dal Vangelo. Lo sco-po quindi non è convertire tutti, ma fareassaporare un gusto diverso. Infine bi-sogna rendersi conto della razionalitàdei valori del Vangelo e quindi sonomolto importanti le precondizioni. La ri-flessione si è infine conclusa sottoline-ando l’importanza anche oggi dellacondivisione. Il 15 Novembre si intito-lava “Martirio: parola difficile, insospet-tata chance”. La riflessione è partita dal-l’analisi della parola martirio e dal capi-re che la testimonianza cristiana passaanche attraverso un’esperienza di sa-crificio e a volte si arriva anche allamorte se ci si rende conto dell’impor-tanza del Vangelo. Abbiamo analizzato

in particolare la vicenda di Stefano, pri-mo diacono martire, e la figura di s. Pao-lo, prima della conversione. Dopo Stefa-no, il cristianesimo muove i primi passiper diffondersi nel mondo; i discepoli per-seguitati e dispersi diventano nucleo dellanuova Chiesa che si diffonde fuori daGerusalemme. Da Stefano e le persecu-zioni che ne derivano, si giunge alla dif-fusione del Vangelo: bisogna quindi aprirecuore e occhi sempre e riconoscere nellanostra storia e nella nostra fede i segnalidel Signore verso orizzonti inaspettati. Ilmartirio va inteso come prolungamentodella storia di Gesù, come continuitá sto-rica. Per il Vangelo bisogna capire che sipuó arrivare a dare la vita; infatti la vitavale la pena di viverla se c’é qualcosaper cui vale la pena di morire. Oggi nonc’è più un martirio di sangue ma di soli-tudine, oggi c’è un martirio che spessonon vede risultati se non si persevera,bisogna rendersi conto che il Signore simanifesta proprio dove sembra che tut-to vada storto. Sono necessari quindisempre una fede molto profonda e loscorgere i momenti della storia anchedifficili che sono stati un passo in avantiper la diffusione del Vangelo. Non é quindicosì ovvio che un cristiano debba viverein mezzo ad altri cristiani: il cristianodeve vivere in mezzo a i suoi nemici,perchè lí é il suo lavoro e la sua missio-ne. Il 16 Novembre, ultima serata di eser-cizi, si intitolava “una cittadinanza para-dossale”, perché il modo in cui il cristia-no é presente nella vita degli altri uominiè speciale, fuori dal normale. Il cristianonon deve estraniarsi della vita sociale,ma nemmeno concepire lo stato comeassoluto. Le regole di una società nonvanno mai violate in generale e il cre-dente deve scorgere nell’autorità politi-ca e sociale il bene; il cristiano è lealedove si trova a vivere, per ragioni di co-scienza e non solo per paura di punizio-ni. Il cristiano deve essere leale a pre-scindere, non per civilismo ma soprat-tutto anche per una questione di spiri-tualitá. La cittadinanza è però parados-sale perché quando la legge chiede qual-cosa di sbagliato, contro Gesù e il Van-gelo, ci deve essere il rifiuto e si può di-ventare ribelli per amore... ma non deveessere una fuga per presunzione. Qualiscelte educative si devono quindi fareoggi per prepararsi a questo tipo di cit-tadinanza.? Prima di tutto bisogna capi-re che l’educazione che ci viene propo-sta in oratorio deve avere prima o poitermine; l’educazione deve essere estro-versa, perchè la vita é altrove. L’oratorioci deve quindi ad un certo punto inse-gnare a partire, lasciarci ad una nuovavita. Inoltre ci deve essere una dimen-sione di formazione sociale e politica ne-gli anni della crescita: bisogna passaredal mi piace a perchè mi piace al con-fronto sul cosa e perchè piace agli altri;dal mio bene al bene degli altri e per gli

Ciao a tutti!!! Cos’è Antiochia?Per chi ancora non lo sapesse, si trattadi un percorso destinato ai 18/19enni.Antiochia è l’incontro con Gesù (il Mae-stro in linguaggio tecnico “antiocheno”)attraverso l’esperienza vissuta dai di-scepoli (e da noi rivissuta) durante i treanni di vita pubblica. Dalla chiamata deiprimi discepoli alla croce: tre week endper tre anni di vita col Maestro nellacorsa del Vangelo.A differenza dei due anni precedenti,però, durante i quali ho avuto una fun-zione di accompagnatore dei ragazzi,quest’anno sono coinvolto un po’ più di-rettamente… infatti tengo gli incontriinsieme ad altri due desperados: i miticiPaolous Rotondi e Dariuzzo Antonelli,per chi li conoscesse. Che dire in pocherighe di un’esperienza così ricca?

Oltre alla bellezza del rapporto con i ra-gazzi, che sono circa una trentina da di-verse parrocchie, la cosa più bella e sor-prendente è il fatto che sia tutto da ri-scrivere, o meglio, da rivivere; mi trovocioè a ripercorrere lo stesso camminoe, sebbene già lo conosca e, anzi, sia trachi lo presenta, mi accorgo che le fati-che, i dubbi, le gioie, le perplessità, ecc..che esprimono i ragazzi, alla fine sonole stesse che provo io.Questa è la magia del Vangelo, annun-ciandolo puoi capirlo davvero e senza ac-corgertene puoi anche arrivare a viver-lo, sperimentandone la bellezza.Grazie al Signore per questo dono!

La corsa del

Vangelo continua----------- Chicco Serrelli -----------

Antiochia D

altri. Infine don Roberto sottolineaval’importanza dell’educazione al senso difraternità: siamo tutti uguali nel mon-do; bisogna intuire che siamo tuttiapparentati da una comune paternità eper questo c’è la logica del servizio, pertutti, ma dopo aver capito questa uni-versale fraternità. Il servizio come mes-sa in gioco di tutte le mie risorse quindi,perché tutti possano vivere nelle stessecondizioni o almeno con lo stesso rispettoe dignità. Degli esercizi spirituali quindipiù interessanti e più attuali rispetto al-l’anno scorso, con molti spunti per ri-flettere…

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... E le chiamano giornate di gioia!--------------------------------------------------- Lele Serrelli ---------------------------------------------------

Corso educatori a Brescia: il punto del promotoreNews

L’Orafoglio compie quattro anni--------------------------------------------------- Tommaso Bertolesi ---------------------------------------------------

Sabato e domenica 17 e 18 dicem-bre , con sprezzo dei pericoli cheerano in agguato nell’ultima setti-mana di scuola, con coraggio nellosfidare l’ignoto, con determinazio-ne e un pizzico di incoscienza, sbar-cavo i milanesi al casello di Brescia.Davide Del Corno, Francesca Pupil-lo, Maddalena Lodigiani accompa-gnati dal valente Luca Leandro, era-no infine approdati a un weekend“interculturale” di formazione peranimatori, proposto all’inizio del-l’anno ai giovani dalla IV° superio-re in su. Un weekend in cui la sfida- la difficoltà, ma anche il punto diforza – era quello di incontrare “fuo-ri casa” un altro gruppo di anima-tori in formazione. “Per fare cosa?”…non era poi molto chiaro… forse èstata un’intuizione, un desiderioprofondo oppure semplicementeuno slancio di fiducia a portare Da-vide, Francesca e Maddalena a but-

tarsi e a rischiare!Buttarsi con giocosità, rischia-re, aprirsi al nuovo accogliere,essere disponibili… scegliere disalire su quella macchina – efarlo – è gia stato un praticaree allenarsi nello stile dell’anima-tore. E che dire della qualità del-la presenza al weekend? Adaspettare i nostri c’erano unadecina di giovani tra suore e traformatori in erba (oltre a chi viscrive, Luca e Paola Olivares cheringrazio per la preziosa colla-

borazione). Abbiamo giocato insie-me, lavorato, mangiato e chiacchie-rato, abbiamo visto un film, dormitonelle accoglienti camere del centro“Mater”. A proposito.. il centro Ma-ter Divinae Gratiae che ci ha ospita-to offre un sacco di proposte spiri-tuali(www.materdivinaegratiae.it).E.. state collegati per altre proposteformative e di supporto pergli animatori.Abbiamo inoltre pregato, ri-flettuto, vissuto una Messa.Siamo andati in collina a par-lare tra noi; ci siamo scam-biati osservazioni reciprochee ci siamo aiutati a prenderedecisioni. Alla fine abbiamoorganizzato una festa, acco-gliendo con gioia una quin-dicina di giovanissimi anima-tori “junior” di Brescia. Lostile dei nostri animatori è

stato, a mio parere, esemplare: ave-re tanti doni, godersi un dono, do-narsi a propria volta. Cos’hannoportato a casa i nostri animatori..chiedetelo a loro. Forse quel qual-cosa li renderà lievito all’internodella loro realtà: portarsi fuori e ri-flettere su quello che si fa, ogni tan-to, è salutare, necessario, formati-vo! Potrei raccontare tanto su comeè nato tutto questo. Dico solo cheringrazio il Signore di avermi porta-to fino a qui e di mantenermi vivo evitale in questa rete fatta di reti direlazioni belle e buone. E invito tut-ti a cercare esperienze forti, pienedi Spirito che generino relazione esperanza, a far girare le informa-zioni e le risorse, a disporsi a muo-versi (anche geograficamente) perseguire un progetto e i propri desi-deri, ad adoperarsi a proprio modoper arricchire e far crescere la no-stra comunità!

Il 24 ottobre 2005 il nostroOrafoglio è, per così dire, invec-chiato di un anno. Quello appenatrascorso è stato un anno ricco diavvenimenti e novità: sono entra-te a far parte della redazione nuovi

giornalisti molto bravi che hannodato vita anche a nuove rubriche,come la rubrica Art-Attak, dedi-cata ai più piccoli, o la rubrica del-la nonna, da tempo ormai presentenei nostri numeri. I nostri giorna-li, inoltre, si sono leggermente “ap-pesantiti”, infatti, anche se nelcorso dell’anno pubblichiamo qual-che numero in meno rispetto a untempo, è aumentato il numero del-le pagine, grazie anche all’aiuto co-stante di genitori volenterosi checi danno la loro disponibilità. An-che dal punto di vista tecnologicoci siamo “evoluti”: nel maggio 2004

ci è stato regalato un potente com-puter di ultima generazione che ciè di grande aiuto durantel’impaginazione; inoltre, da pocotempo, abbiamo la possibilità distampare su una nuova stampantemultifunzione, collocata nella se-greteria della mitica Anna, e ciò ciconsente di risparmiare tempo efatica. Non è tutto sempre facilee spesso ci troviamo ad affronta-re anche delle difficoltà, ma affi-dandoci al Signore cerchiamo sem-pre di affrontarle a testa alta edi superarle.

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Metà cammino é ormai alle spalle!!!!-------------------------------------------------------- Edoardo & Giorgio Conte -------------------------------------------------------

GIOVANISSIMI ALLIEVI

RAGAZZI PALLAVOLO RAGAZZE

Eccoci finalmente alla tanto desidera-ta pausa invernale di metà campiona-to, durante la quale le squadre posso-no tirare le fila di quello che è statonella prima metà della stagione e nelcontempo cercare di raccogliere leenergie, magari con l’aiuto di qualchepanettone, per arrivare preparati finoalla fine del campionato, pronte per unsprint finale magari anche per il pri-mo posto...ma prima di analizzare lasituazione delle singole squadre ho unben più importante compito da svol-gere: nello scorso numero dell’orafo-glio noi della redazione sportiva ab-biamo commesso un grave errore chespero voi, gentili lettori, avrete ilbuonanimo di perdonare; tra le tantecose dette nell’articolo sportivo ci èsfuggito di concedere il giusto spazioa due grandi risultati, ovvero il 2° e 3°posto ottenuto dai FALCHI e dai CO-

BRA, categoria Baby, nel prestigiosoTrofeo Don Brivio edizione 2005...COMPLIMENTI DAVVERO RA-GAZZI!!!!! Portato a termine questopiacevolissimo compito (è semprebello ricordare grandi successi) tor-niamo al presente andando ad ana-lizzare come le nostre squadre si stan-no comportando nei rispettivi giro-ni. Una volta tanto cominciamo dal-le ragazze della pallavolo che nonstanno facendo affatto male, anziconsiderando che hanno una partitain meno le possibilità di agguantareil CGB sono altissime. Inoltre le no-stre pallavoliste hanno fatto grandipassi avanti durante questo girone diandata, quindi da loro ci aspettiamograndi sorprese per il 2006. Per quan-to riguarda il calcio...come lamentar-si, tutte le nostre squadre stanzianonella parte alta della classifica, e han-

no, chi più chi meno, la possibilità digiocarsi posti di prestigio.Gli Allieviin particolare sono in testa al girone,anche se tallonati da molto vicino dai4 Evangelisti che sicuramente non in-tendono lasciare vita facile ai nostriche hanno intenzione di portare a csasaun importante successo alla fine dellastagione...si preannuancia grande bat-taglia. Ragazzi e Giovanissimi si tro-vano in condizioni molto simili, aven-do una partita in più delle squadre cheli precedono, ma entrambi con la pos-sibilità di raggiungere, magari non leprimissime, in decisa fuga, ma sicura-mente le terze e le quarte in classifica.Ci sarebbe ancora una montagna diparole da scrivere, ma lo spazio è fini-to e non mi resta che augurare a tuttiun felice Natale!!!p.s. non mangiatetroppi panettoni che poi al ritorno incampo si fanno sentire!!!!!!!!CIAO!!!!

La pagina rosa

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Ciao siamo le allenatrici delleragazze della pallavolo da 3anni…questa splendida avventu-ra è iniziata perché volevamofar scoprire la bellezza dellapallavolo come Laura e Rossellaavevano fatto con noi.Dopo vari cambiamenti siamoriuscite a costituire un gruppounito e compatto, ci sono stati

Pallavolo: grazie ragazze!------------------------------ Manuela Barzan --------------------------

Dall’anno scorso, faccio parte del gruppo mis-sionario decanale. Si tratta di un gruppo dipersone, guidato da p. Massimiliano Taroni,un frate minore, che, credendo nellamissionarietà della Chiesa e nel bene che imissionari operano in terre lontane a favoredei più poveri, si adopera per sostenerli e aiu-tarli, anche economicamente, ma che si ren-de conto del bene che ciascuno può fare pergli altri. Siamo convinti che la missione nonsia un onere e un onore solo dei missionari!Mensilmente, o quasi, ci incontriamo, condi-vidiamo esperienze fatte o sentite da parte dichi le ha vissute e cerchiamo il modo per in-teressare altra gente. Quest’anno abbiamopensato di coinvolgere le nostre parrocchieritrovandoci a pregare insieme perché credia-mo che la fonte della missionarietà sia l’amo-re di Dio per ogni uomo il quale porta al desi-derio di “muoversi” per trasmetterlo. Giovedì1/12 ci siamo trovati nella nostra chiesa perdare l’avvio a questa serie di veglie di pre-ghiera missionaria che intendiamo vivere lun-go l ’anno, nelle parrocchie del nostrodecanato.Per tutti gli incontri ci accompagnerà un sim-bolo: un vaso di terra che vuole rappresenta-re, oltre il nostro essere “poca cosa”, tutto ilmondo, tutta la gente per cui Gesù è morto incroce. Ciascuno dei partecipanti alla veglia hacontribuito a seminare quella terra, come de-siderio e impegno a portare agli altri la BuonaNotizia, ma anche come atto di fede nel Pa-dre che, al di là delle nostre forze e dei nostririsultati, continua a prendersi cura delle suecreature. Il seme, per quanto vada curato, in-naffiato, custodito, trova in sé la forza per cre-scere e fiorire. Così è per noi l’impegno a fa-vore delle missioni: non sono solo le nostreiniziative o la nostra raccolta di fondi che por-tano avanti l’evange-lizzazione nel mondo in-tero, ma innanzitutto il nostro abbandono nellemani nel Padre, che ci fa scoprire di essereamati. S. Teresa di Gesù Bambino ci è statatestimone di quanto l’amore del Signore pos-sa davvero cambiare la vita e a cambiarla inbene! Solo l’amore può portarci a pensare ead occuparci di ogni uomo, anche il più lonta-no e il più povero. Solo l’amore porta a met-tersi in cammino e ad affrontare viaggi, diffi-coltà, e tutto ciò che comporta la vita di mis-sione. Pensiamo a tutti i gli uomini e le don-ne, consacrati o laici, che, vivendo in terrelontane, stanno cercando di far conoscerequesto amore di Dio o che sono arrivati a darela vita per il vangelo. Santa Teresina, pur es-sendo stata monaca di clausura, è stata pro-clamata “patrona delle missioni”, proprio per-ché ha saputo accogliere l’amore di Dio nellasua vita. “Queste dunque le tre cose che ri-mangono: la fede, la speranza e la carità; mapiù grande di tutte è la carità!”. Attraversoquesta Parola, S.Teresina ha scoperto che purnella sua piccolezza poteva essere amore! Lenostre povertà, le nostre paure, qualunquenostra incapacità non ci impedisca di credereche quel seme, che è stato seminato prima ditutto in noi, possa crescere e dare il suo frut-to, perché, come prega il salmista, “…il Si-gnore sta alla mia destra, non posso vacilla-re”. A tutti voi l’invito a partecipare alla pros-sima veglia di preghiera missionaria che siterrà il 27/1 nella parrocchia di del Suffragio,alle ore 21.

La missione nasce

dall’amore---------- sr Katia Vecchini ---------

Grandi pasti per grandi atleti------------------------------ Davide e Gabriele Servino --------------------------

Amici sportivi eccoci ritrovati inquesto articolo natalizio; vorrem-mo illustrare come si è svolta lacena del gruppo sportivo organiz-zata il giorno Venerdì 16 Dicem-bre.Intorno alle 19:30,dopo aver pre-so posto nelle grandi tavolate, ipartecipanti hanno potuto gustaregli ottimi ravioli al ragù prepara-ti, con l’aiuto di alcuni genitori la-boriosi, da Cesare il mitico cuoconon che barista.Terminati i ravioli e saziato l’ap-petito, con bis e tris, di qualchemangione… prende la parola don

Stefano presentando ai partecipantii referenti adulti di ogni squadra,ossia i genitori che si prendono laresponsabilità di seguire unTEAM.A fine serata il don ha comunicatoa tutti (speriamo che sia la voltabuona) che, ultimando il controllodei documenti, i lavori dovrebbe-ro iniziare.Dopo una buona fetta di pandorobrinda al gruppo sportivo, che dapiù di trent’anni continua il suoprogetto educativo.

Il Gruppo Sportivo festeggia il Natale

dei momenti di sconforto dovela speranza aveva raggiunto li-velli bassissimi, ma stando uni-te siamo riuscite a superarli.Anche se la strada è stata a vol-te dura e irta noi vogliamo rin-graziarvi per i splendidi momen-ti vissuti insieme!!!!!Vi aspettiamo con un calorosotifo a gennaio!!!!!!!!!!!!

Sport & Missione

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Pastorale giovanile con Severino------------------------------------ Andrea Cafiero --------------------------------

Corso di pastorale giovanileGiovani & Missione

Nei mesi di ottobre e novembre, e preci-samente i sabati 15-22/12-19, approfit-tando di essere una matricola universi-taria con il sabato libero, ho deciso diseguire don Stefano e alcuni degli edu-catori adolescenti a un corso di pastora-le giovanile, tenuto da monsignor Seve-rino Pagani, pur con la consapevolezzadi essere il più piccolo di tutti ma con-vinto e voglioso di imparare e capire. Ilprimo incontro si intitolava “Condizio-ne giovanile e accompagnamento edu-cativo” e don Severino nella prima parteha cercato di mettere in luce la situazio-ne dei giovani oggi, analizzandola conun approccio sociologico (i giovani nonsono tutti uguali ma vivono in un conte-sto culturale comune; il giovane vuoleessere libero ma anche sicuro ed è pos-sibile non dover rinunciare o alla libertào alla sicurezza), un approccio antropo-logico (fatica dell’identificazione di sé,affettività, relazione, futuro: chi sono ecosa sarò; tentativo di ricostruzione e va-lorizzazione della durata a scapito del-l’attimo) un approccio religioso (bisognodel giovane di qualcosa che vada oltre illinguaggio quotidiano; problema del sen-so religioso e della religione rivelata),un approccio pastorale (il dover arricchi-re il vissuto psichico di un giovane e con-siderarlo in relazione allo spirituale).Nella seconda parte dell’incontro abbia-mo analizzato ancora di più la condizio-ne giovanile (protetta, con un piacereesasperato che è piacere effimero perchédura poco, flessibile, integrata, discon-tinua), la differenza tra paura e angosciasottolineando ancora una volta l’impor-tanza della vita come durata e non comeattimo, l’identità e immagine cioè l’im-portanza di non mostrarsi come non si èrealmente, la posizione della libertà, cioèse posso scegliere quello che voglio scel-go quello che vale, l’importanza della re-lazione con i giovani. Nel secondo in-contro, “Formazione umana e comuni-cazione della fede”, Severino ha sottoli-neato l’importanza nella fede sia del-l’esperienza che della teoretica e il valo-re dell’intelligenza (favorire nell’inter-locutore la voglia, preparare all’ascoltoe imparare ad ascoltare; avere un’inter-pretazione del mondo globale valoriz-zando la durata e imparare a ricevere ecapire l’origine del significato, mostrareche la fede conduce a una pienezza del-

l’esperienza umana riscoprendo il valo-re della libertà umana, rendere credibilee affidabile la verità di Dio, aiutare asuperare le paure), della volontà e dellagrazia. Nel terzo incontro, “Appartenen-za ecclesiale e domanda vocazionale”,abbiamo analizzato con maggior preci-sione i tre elementi della relazione edu-cativa (la persona che educa, la personada educare, la cultura) sottolineandol’importanza della fiducia verso chi si hadavanti per educare e delle motivazioneesistenziali che ci spingono a essere edu-catori. Noi viviamo in un contesto di pro-fonda insicurezza e facciamo fatica asacrificare la libertà individuale per ilbene comune. Abbiamo sottolineato an-cora una volta l’importanza del riceverepiù che del dare e analizzato come il con-tenuto che si dà oggi è molto legato alpresente. Educare quindi non solo per in-teresse ma cogliendo un valore subito epoi rendere il valore interessante. DonSeverino ha ancora insistito sul valoredella libertà e ha distinto la possibilità difare qualcosa, cioè la libertà di determi-nazione, e la possibilità di scegliere tratante cose quella che vale (libertà di va-lore). È importante inoltre capire al gior-no d’oggi che se sono cristiano non honulla da perdere ma piuttosto scopro divivere in pienezza l’esperienza umana.Abbiamo inoltre accennato la questionedel male e l’importanza del principio diautorità mediato attraverso la fiducia perfar crescere la libertà. Nella seconda par-te dell’incontro è intervenuto un altrosacerdote, che ha messo in luce il rap-porto scuola – Chiesa. L’ultimo incon-tro, “Esperienze comunitarie e percorsipersonali”, ha sottolineato l’importanzadi un accompagnamento spirituale. Bi-sogna cercare di rendersi amabili ma nonproporsi a tutti i costi, chiarire subito iltipo di rapporto, mai affrontare diretta-mente una questione ma far capire, cu-rare il nostro temperamento, valorizzareil linguaggio (percezione sensibile, coin-volgimento emotivo, comunicazione ver-bale, momento della decisione). Moltecose della comunicazione non passanoinfatti dal linguaggio verbale. Cercare disemplificare il pensiero nostro e di chista parlando, ascoltare e farsi ascoltare.Il corso di don Severino Pagani, comeavrete intuito, era di un certo livello. Si-curamente non ho capito tutto, ma sicu-

ramente qualcosa ho capito. Mi ha col-pito questo insistere particolarmente sulfatto che le vere vocazioni oggi sono incrisi (ordinazione, matrimonio) per ildominio della logica dell’attimo e delpiacere a scapito della durata; l’impor-tanza dell’ascolto e del ricevere anzichédare, il vero valore della libertà. Sperodi avere ora maggiore consapevolezzadei problemi dei giovani oggi e sonocontento di questo altro importante pas-so del mio cammino, che è ancora lungoe in continuo divenire.

Una missione

per la vita

Sr. Gabry parte in missione...

La nostra suor Gabry è partita ed al-cuni di noi hanno scelto di accompa-gnarla con la preghiera e la loro pre-senza alla consegna della croce che èavvenuta all’interno di una veglia nelduomo di Lodi.La serata ha ripercorso le vite di al-cuni missionari presenti nei cinque con-tinenti, le loro storie sono state spuntodi riflessione e preghiera rispetto allamondialità ed in particolare al compi-to che aspetta suor Gabry. L’atmosfe-ra era molto raccolta, le persone mol-te, gli spunti toccanti anche perchéspesso erano foto o filmati che per-mettevano di sbirciare la realtà di cuisi accennava.Il sorriso e la spontaneità di suor Ga-briela non sono mancati, tanti flash perscattare qualche foto insieme, qual-che regalo per il viaggio, ma soprat-tutto la sua gioia nel vedere quantepersone le vogliono bene e l’accompa-gneranno in questo nuovo cammino:buon viaggio!!!

-------------- Laura Beltrami ------------

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Io e la danza

classica--------- Maddalena Fabrizi ---------

Sognando Broadway----------------------------------- Silvia Del Negro -------------------------------

Al servizio della danza---------------------------------- Elisa Del Negro --------------------------------

Inizia il lavoro per il musical “Grease”

Io frequento la scuola di dan-za del nostro oratorio da qua-si tre anni. La mia insegnanteè Monica, lei è la coordinatri-ce di tutta la scuola. Io prati-co danza classica ed è la miapassione. Tutti i mercoledì alleore 18.00 sono a danza.La scuola è frequentata da

tante persone, infatti molteragazze di tanti oratori diversivengono a fare sport nei no-stri locali.Le mie impressioni sulla danzaclassica sono positive.Ho scelto di fare questa disci-plina perché ballare è una del-le cose che mi piacciono parti-colarmente.Spero di potere continuare peraltri anni a fare questa disci-plina.L’anno scorso abbiamo fatto ilsaggio al teatro Carcano e misono divertita con le mie com-pagne. È stata un’esperienzache spero di rivivere in futu-ro!

Giovedì 22 dicembre, noi ra-gazzi della Scuola di danzadel Teatro Oscar, andremo alPalazzolo, dove lavora il no-stro Lele! Qui, Lele svolge abi-tualmente servizio con glianziani animando le loro gior-nate, spesso monotone e chepotrebbero essere ripetitive!Quindi quest'anno i capi ani-matori del Palazzolo hannodeciso di organizzare unpomeriggio alternativo, unpomeriggio allegro per au-gurare Buon Natale a tutti!Così, quattro corsi (due diclassica di Monica e i duedi moderna di Laura) an-dranno a ballare nel loroatrio, per portare allegrianei loro cuori! E per daretestimonianza anche oltre

le mura dell'oratorio del la-voro serio e costante chesvolge quotidinamente la no-stra Scuola di Danza!!!!Non so molto altro di que-st'avvenimento ma sicura-mente torneremo soddisfattie più ricchi, consapevoli diaver portato gioia nei lorocuori!!

“Ciao, come stai? Hai prepa-rato qualcosa per l’audizio-ne?”“Sì… però ho paura: se poidevo improvvisare?!? tu?”Ecco cosa avreste potuto sen-tire entrando in oratorio do-menica 25 novembre verso letre meno cinque. Per moltisarà stata una domenica cometante,ma per alcuni adole-scenti non è stato così… infattisi sono svolte le audizioni perGrease. Per circa due ore sulpalco si sono presentati attori,cantanti, ballerini che hannocercato di tirar fuori le pro-

prie potenzialità e hanno di-mostrato di aver una grandevoglia di lanciarsi in questameravigliosa avventura.Nessuno sa ancora chi sarà ilnuovo Danny e la nuova San-dy, ma tutti sappiamo che agiugno potrete vedere i mi-gliori artisti e la miglior com-pagnia di San Pio!!!!!!

Danza

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Il “facilitatore”------------------------ Maria Grazia Scarton -----------------------

La comunità:

bello farne parte!------ Emanuele D’Alessio ---------

Noi, discepoli di Gesù--------------------- Barbara Suppa & Lorella D’Ecclesiis ----------------------

RIUNIONE PLENARIA

Il punto delle allenatrici

Il punto della promotrice

La bella presentazione del Progettodell’oratorio era quasi ultimata, quan-do mi sono ritrovata a pensare che lì sistava raccogliendo, dando voce e sin-tesi, ciò che tante persone presenti enon presenti in quel momento hannovissuto in questi anni nella comunitàdi S. Pio V°. Mi sono detta: “Ecco unProgetto non scritto a “tavolino” (lo soè stato fatto a video !), ma frutto della“vita” e del “cammino” sì, di un “po-polo” appassionato dietro al Signore.E’ proprio vero! Solo riconoscendocipopolo di Dio in cammino riscopria-mo le nostre radici e questo dà carnead un progetto di educazione alla fedenell’oratorio. Mi sono guardata intor-no e commossa mi sono sentita partedi questo popolo. Nella mente e nelcuore tanti volti di mamme, papà, gio-vani, ragazze e ragazzi che in questianni si sono lasciati afferrare da unvortice fatto di incontri e di tante oc-casioni preziose. Sì, in questi ultimidieci anni ho visto crescere, insiemealle fatiche, una comunione fraterna tratutti, nella cura verso i più piccoli enon. Ho visto che davvero è possibilelasciar fare al Signore ridonando il

tempo, le capacità, le attenzioni, la curache abbiamo ricevuto in dono. Ho vi-sto crescere il desiderio di fondare ilproprio fare sulla roccia della Parolache ha preso corpo e che dà profondi-tà alla vita. Ho visto concretizzarsi edessere possibile ciò che mi aveva pro-fondamente commossa quella sera ditanti anni fa, quando don Stefano è sta-to accolto tra noi e “abbiamo assistitoalla sua lavanda dei piedi”. Segno nonscontato, di un desiderio di comunio-ne e di servizio tra preti che ha dato isuoi frutti. Ecco perché nel progettocompaiono i “ facilitatori “. In modomolto empirico Anna ed io in questianni ci abbiamo creduto ed abbiamosperimentato che non è questione diessere abili organizzatori (in questosiamo proprio negate!), ma di esseretenaci e pazienti tessitori bisognosi ditutti. Perché, anche per i facilitatori, èimportante non essere dei “solisti “.Dovendo, per vari motivi, passare leconsegne abbiamo con gioia scopertoche questo servizio si è sparso nel cuo-re di tante persone che lo condividonoe già lo vivono. Commossa, rendo gra-zie.

Sabato 26 novembre noiallenatrici e collaboratori, di-scepoli di Gesù, ci siamo trova-ti a partecipare all’incontro te-nuto da don Ste-fano per focaliz-zare su alcunetematiche fon-damentali del no-stro progettoeducativo. È sta-ta un’occasioneper dare confer-ma alle nostremotivazioni di-verse, ma con un unico scopo: ildesiderio di accompagnare i no-stri figli e i loro amici in un’av-ventura, (con loro!, dietro di

Lui!) e per poter riflettere suldono che ci è dato, di essereguida con la presenza di Dio,anche se è un cammino nel de-

serto o nei mo-menti di estasi.Noi che viviamoquesta esperien-za, ci sentiamonel “cortile” dovei nostri ragazzidiventano gran-di, protetti daadulti che si ren-dono responsabi-

li e garanti del buon esito delprogetto condividendo la fedenella fatica della vita di città.

Dopo essere arrivato, come al solito,in ritardo a questa scomoda riunioneposso dire di esserne uscito sorpre-so.Prima di spiegare il perché del miostupore voglio chiarire in che sensoutilizzo il termine “scomoda”. I moti-vi sono tanti… le cose da fare, il peri-odo frenetico, correre da una parteall’altra e cercare di dividermi tra la-voro, oratorio, la ragazza e la fami-glia. Potete quindi immaginare qualefosse il mio stato d’animo sapendo didover partecipare ad una riunione che

si prospettava alquanto lunga.MA…si, c’è un ma che ha trasforma-to questa fatica in gioia. Vedere tan-te facce più o meno conosciute cheda tempo non incontravo più in ora-torio mi ha fatto un certo effetto per-ché mi sono reso conto che nonostan-te i nostri percorsi non si siano maiincrociati più di tanto o per niente,eravamo tutti lì per il medesimo sco-po: FAR PARTE DI UNA COMUNITA’CHE CRESCE e aiutarla nel suo natu-rale sviluppo progressivo.È bello pensare che ognuno di noi puòportare la sua quotidianità e tutto ciòche ne deriva in questa comunità cheaccoglie e sostiene. Mi sono sen-tito in “piacevole compagnia”, accu-dito, come se sentissi un po’ menopesanti le mie fatiche dato che qual-cuno non solo condivide la mia stes-sa situazione, ma si fa carico dellemie difficoltà.Arrivato a questo punto mi rendo con-to di aver un po’ divagato e di nonessermi troppo soffermato sul con-tenuto dell’incontro, ma credo chequeste emozioni e riflessioni lascinopassare ciò che ritengo importante:è una comunità che si distingue per-ché cerca di diventare una comuni-tà-gruppo caratterizzata dalla presen-za di strette relazioni tra gli individuiche vi appartengono e non rimanereuna semplice aggregazione . Il cen-tro di questo gruppo è l’AMORE delSIGNORE!

Il punto dell’educatore

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Buon compleanno comunità!----------------------------------- Paola Olivares ---------------------------------

La comunità compie un anno!

Il 14 novembre abbiamo festeggiato ilnostro primo anno… che gioia immen-sa questa data anche perché ha coinci-so con l’inizio dell’avvento: un cam-mino segnato dal seguire una stella. Mache cosa è stato quest’anno? Per descri-verlo utilizzo alcune immagini che pos-sono fotografare i nostri vissuti. L’im-magine classica è quella del viaggio:come abbiamo camminato e versodove? Innanzitutto: con chi? Siamo par-titi in sei: don Stefano, don Luciano,Lele, Paola, Noemi e il Signore…eh sìproprio Lui è stato il nostro compagnopreferito che con la Sua Parola ci haaccompagnato giorno dopo giorno. E’stato il nostro collante nella fatica dellaquotidianità e delle piccole incompren-sioni, è stata la luce che ha illuminatole nostre giornate, la gioia da condivi-dere, la consapevolezza di essere amatie realmente figli.Se all’inizio quandodecidi di partire lo faicon entusiasmo e nonpreoccupandoti moltodove finirai, maaffidandoti…poi lungoil cammino ti accorgiche, se ti sei veramen-te affidato, allora dav-vero “riceviamo già alpresente cento volte”(Mc10,30). Noi siamo partiti un annofa, diverse le esperienze precedenti, di-verse le motivazioni del camminare, macon un Compagno di viaggio comune… e mai avremmo pensato di arrivarefin qui; non tanto per il tempo trascor-so (che comunque non è poco) ma perla qualità e lo spessore di questo tem-po. Chi un po’ si è avvicinato a noi haconosciuto i nostri ritmi di vita così di-namici e frenetici… ma è anche rima-sto colpito che quando ci siamo, ci sia-mo bene e quando ci vediamo tutti in-sieme non si ha paura di andare drittoalla profondità delle questioni ed allaconsegna sincera di sé. La vita la si con-divide, non solo per gli spazi e le spe-se, ma ognuno sa che può confidare fa-tiche e gioie, consapevole che gli altripregheranno anche per lui. È comequando durante il cammino si dà lo zai-

no a qualcuno sapendo che l’altro nonsarà scocciato ma lo porterà volentierie ne farà buon uso. L’altro così non èun peso, ma un’occasione di incontro.Quando poi decidi di camminare iniziad incontrare persone sulla stessa stra-da, ai crocicchi o ai margini.. ecco quil’accoglienza. E così possiamo dire diaver cominciato in sei ma di aver pro-seguito in sette, otto.. e a volte anche innove. Abbiamo aperto la porta per unanotte o anche per sei mesi ai giovaniche sono passati e hanno chiesto untempo per sperimentarsi nella vita co-munitaria, un luogo per pregare insie-me o per “ritrovarsi un po’”… oppureper prepararsi ad una scelta importan-te, o anche semplicemente partendo daun’esigenza concreta di casa. Ogni voltaè stato bello ritrovare nuovi compagni,raccontarsi e fare un chilometro o due

insieme. Voglio ricorda-re i nomi di tutti quelliche sono passati, mesi ogiorni non fanno la dif-ferenza, e che si sonomessi in gioco insiemea noi in questo viaggio:Dario, Lele, Cecilia,Walter, Luca, Marilisa,Elisa, Anna, Paolo,Giorgio, Matteo, Chia-ra. La strada è stata per-

corsa insieme anche nel momento dipreghiera del mattino dai più affezio-nati, Laura e Chicco, alle presenze piùdiscrete...Un bel momento comunqueaperto ai giovani della parrocchia periniziare la giornata con lo sguardo giu-sto. È nata da qui anche l’idea di rilan-ciare questa proposta ai più giovanidurante il periodo d’avvento. La comu-nità infatti vuole essere propositiva eattenta alla vita dei giovani e della par-rocchia, con piccoli gesti semplici equotidiani. Vuole essere segno per direche si può essere cristiani oggi e lo sipuò essere con le scelte di ogni giornoche devono manifestare dove è il tuosguardo. Il nostro vuole esserlo su quelbambino nella capanna che anche oggi“viene a visitarci come un sole che sor-ge”. (Lc 1,78)

Alberello diNatale

----- C. Modenese & G. Molari ------

OCCORRENTE:· Cartoncino bianco, giallo,verde· Colla· Filo argentato· Pennarelli

PREPARAZIONE:· Disegnare le sagome dell’al-bero sul cartoncino verde· Ritagliare le due sagome efare un taglio su ognuna diesse· Incastrare le due sagome unanell’altra· Disegnare sul cartoncinobianco alcuni tondi per fare ledecorazioni· Colorare le decorazioni con ipennarelli· Ritagliare e incollare le deco-razioni dell’albero· Sistemare tutt’attorno il filod’argento· Sulla cima dell’albero metterela stella cometa

La figura delresponsabile

---------- Guido Galbiati -----------

Il responsabile è il don oppureuna persona da lui scelta; è unapersona che sa suscitare neiragazzi entusia-smo e buona vo-lontà per non cor-rere il rischioche il gruppo sispenga ancoraprima di nascere.Un grande grazie quindi a colo-ro che tutt’ora contribuisconoalla crescita del gruppo!

Gruppo Chierichetti

Rubriche & Vita di OratorioRubrica art-attack

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Il grog dei desideri---------------------------------------- Pierangela --------------------------------------

Vita di Oratorio

Forse non tutti sanno che...------------------------------------- Angelo Panzani --------------------------------

Un altro aspetto del modellismo

Il gruppo Quadrifoglio va a Teatro

Princess Diary-------- Alessandra Faroldi ---------

Consigli per la lettura

Vi piacerebbe che un giornovostro padre vi chiamasse indisparte e vi dicesse che voisiete la principessa di un pic-colo stato europeo? Alloraquesto è il libro che fa per voi..Questo libro parla di questaprincipessa, soprannominataMia, che è una normale ragaz-za, come tante, delle superio-ri. La sua amica Lilli ha fat-to carriera nella televisione,conducendo un suo programmapersonale. Un giorno suo padrela invita a venirlo a trovare

nell’albergo in cui vive e, pren-dendola da parte, le confessache lui è il principe di Genovia,un piccolo stato europeo, equindi lei è la principessa. A scuola si diffonde la noti-zia e lei diventa una specie distar. Un giorno Josh, il ragaz-zo più bello della scuola, lechiede di andare al ballo (or-ganizzato dalla scuola) con lui..Riuscirà Mia a trascorrere unaserata bella con lui? O finiràin fiasco?Vi ho interessati? Allora nonvi resta che comprare questolibro e immergervi nel mondodi Mia. Buona lettura!!

Questo è il modellino diquell’aereo che …………….E così ogni volta che la passionericade su una nuova scatola dimontaggio si apre la ricercastorica che riguarda il nuovolavoro. Può sembrare strano cheuna passione, che dovrebberiguardare solamente il mettereinsieme dei pezzi di plastica odi legno e rifinirli al meglio perarrivare ad un bel modello finale,

voglia anche dire leggere,ricercare, informarsi non solo sulmodello specifico ma anchesull’epoca storica, sulle vicendecollegate e sugli sviluppi.Una volta è un aereo, un’altravolta è una macchina, un’altraancora un vagone o unalocomotiva e così via modellodopo modello.Insomma il MODELLISMO, oltreche passione e manualità, èanche approfondimento storicoe culturale. Molti di noi infattidopo vari anni ed un po’ dimodelli all’attivo si ritrovano conuna piccola biblioteca. Forse nontutti sapevano che … e adessolo sanno.

Domenica 20 Novembre sonoandata insieme ai miei amicidel Quadrifoglio a teatro, avedere “Il Grog dei desideri”, uno spettacolo per ragazzie adulti.Lo spettacolo è duratoun’ora, senza intervalli. Insostanza la storia si svolgeintorno a una specie di scalaorizzontale. È’ un match traquattro persone, due cattivee due buone.Ovviamente dicono subitoche vince il bene sul male.I due personaggi cattivi vo-gliono e sperano di inquina-re sempre di più la terra finoa renderla invivibile, mentrei due personaggi buoni vo-gliono il contrario.Per inquinare il mondo inmaniera irreversibile fannoun incantesimo scrivendo unGrog dei desideri, ma c’è untranello: se i due malvagivogliono che la terra sia bel-

la, come per magia il desi-derio si tramuta e diventabrutta. Alla fine le note diuna voce femminile fatta ca-dere nel Grog dei desiderifanno sì che l’incantesimonon abbia nessun effetto.Così quando i due malvagicominciano a dire i più beipropositi per le terra, questidesideri non si tramutano inbrutti ma rimangono belli.Quindi, una storia a lietofine..!

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Perchè essere cristiani oggi-------------------------------- Noemi Amelotti ------------------------------ Mio fratello

partigiano

Rubrica della nonna

-------------- Alice Legè --------------Mia nonna Carla prima di venire a viverea Milano, abitava in un paese di nomeValloria, vicino al fiume Po, in provinciadi Lodi. Nata nel 1927, seconda fra seifratelli, ebbe molte esperienze durantela II° Guerra Mondiale e ora ce neracconta una: “Vicino al mio paese c’eraun isolotto dove si erano rifugiati ipartigiani negli anni della II° GuerraMondiale e mio fratello Emilio li aiutavaportando loro viveri e altro. Un giorno,durante uno di questi rifornimenti, videuna camionetta della squadra fascistaEttore Muti e cominciò a scappare tra icampi di melica ma, sfortunatamente,lo presero. Fu portato in piazza e io, cheero sulla porta, lo vidi sulla camionettadei fascisti. “Oh mamma! C’è su Emilio!”,ho gridato. Si sono fermati e uno deicapi è venuto da me e mia mamma; noilo abbiamo implorato di liberarlo, ma nonc’è stato nulla da fare. Era chiaro chel’avrebbero liberato solo se avesserivelato il nascondiglio dei partigiani, macosì non fece. Mia mamma cercò anchedi corromperlo con un salame, ma lui loprese e se ne andò. Portarono Emilioprima a Codogno poi nel carcere di SanVittore, dove fu picchiato più volte perfarlo parlare, ma lui non disse mai nulla.Per queste “torture” riportò gravi danniche lo avrebbero poi portato alla morte.Il carcere di San Vittore era stato poibombardato e tra le macerie Emilio e isuoi compagni trovarono delle aste diferro; ognuno se ne legò una alla gamba,nascosta sotto i pantaloni.Furono tutti caricati su un treno merci,diretti in Germania. Per sedersi c’eranodelle balle di paglia; loro le spostaronoe fecero dei buchi nel pavimento dellacarrozza mentre il treno andava. Ognivolta che si fermava richiudevano i buchicon le balle di paglia. Dopo ore di lavoro,quando il treno andava alla massimavelocità, si buttarono dal buco cheavevano fatto tra le rotaie, rischiandola vita. Per fortuna si trovavano neipressi della casa di un nostro parente evi rimasero per qualche giorno, timorosidi tornare a casa. Nel frattempo miamamma, disperata, voleva andare aMilano per sapere cosa era successo adEmilio e io le dissi: “Mamma, non andarea Milano, che domani Emilio torna acasa”. E così fu: quando lo vidi ero cosìfelice che cominciai a urlare il suo nome.Dopo pochi giorni ripartì per lemontagne, dove si nascondevano ipartigiani. Finita la guerra tornò a casain preda ai dolori, andò dal medico chelo ricoverò; il suo polmone destro erastato lesionato gravemente dalle bottesubite. Dopo otto mesi dalla sua cattura,una notte, si sentì male. L’infermiera glidisse: “È meglio chiamare subito undottore!”, ma lui rispose: “Non unmedico, ma un sacerdote: voglio fareuna morte santa” .

A volte,anzi moltos p e s s o ,diamo lan o s t r afede scon-tata, un po’come si facon un so-prammobi-le e cammi-niamo gior-no dopogiorno sen-

za che la domanda del perché cre-do, perché in un mondo come quellodi oggi possa valere ancora la penacredere, affiori alla nostra coscien-za. Una volta si poteva arrivaresino alla fine della vita senza chie-derselo, oggi persino le luci del Na-tale ci allontanano da Dio, e comun-que anche una volta, di fronte alloscoglio delle normali difficoltà del-la vita, o il dolore di una perdita,era facile scoprirsi atei di fatto. Larisposta che mi sono data io è per-ché Dio è l’ unico che non mi abbiamai deluso e che ritrovo accantonelle diverse esperienze della miavita. Non ho poteri paranormali nèsento voci nel silenzio, è bensil’esperienza di quanto possa essereconcreto il soffio del vento che nonsi vede e spesso neppure si sente.Leggevo in una predica: Dio nel Na-tale si fa piccolo, nasce nella nostranotte e incontra i poveri: se sei po-vero , di soldi e anche e soprattut-to di affetti, se il tuo cuore é vuo-to, in quel vuoto il Signore nasce perte; credo mi abbia colpito proprioperché lungo la mia vita in ogni vuo-to l’ho sentito accanto. Vi raccontoqualche aneddoto per spiegarmimeglio : anni fa seguivo un camminoad Assisi per cui dovevo scendereuna volta al mese e in casa dei mieigenitori non c’erano molti soldi, pro-prio quando pensavo di non riuscircinel giro di una settimana ho trovatolavoro, un caso? Anni dopo in avven-to ero piuttosto triste perché do-vevo trasferirmi in un’altra regionee la possibilità di casa e lavoro cheera certa da mesi, era sfumata,sembrava troppo tardi per porvi ri-medio. Per gioco con alcune amichesorteggiammo a turno un personag-

gio del presepe che ci doveva ca-ratterizzare e io sorteggiai la pa-glia, mi depressi ancor di più, eropaglia di fronte a Maria o Giuseppeo l’Angelo (gli altri personaggi), eroniente e così sembrava dire la miavita. In chiesa arrivarono a fare ilpresepe solo il 24, motivo per cuiquando entrai per la messa non l’ave-vo ancora visto. E cosa trovai? Gesùin un mare di paglia e basta … nelgiro di due settimane trovai casa, edi due mesi, lavoro.Giorni fa ero ad un incontro con unasignora lontana da Dio per i casi del-la vita e molto provata dalla stessa,che urlava il suo giusto dolore a cuinessuno di noi poteva dare rispostaadeguata, chiamata a scegliere uncanto per la liturgia della sera, aprea caso il libretto e sceglie l’ alleluiasenza sapere che è il canto della gio-ia pasquale, quella che ti raggiungedopo la morte. Quando l’ha scoper-to, si è sentita sollevata; ha vistouna luce oltre il dolore che fino aquel momento non aveva mai pensa-to potesse esistere. Piccoli fatti infondo banali come è banale la na-scita di un bambino, ma piccoli fattiche insieme danno luce; basta unraggio di sole per rallegrare unagiornata di nebbia, mentre tutte lecose di cui riempiamo le nostre casee le nostre vite, belle e utili, quan-do non necessarie, spesso sembra-no togliere luce. Anche una bellacena con gli amici è per me un segnodella amicizia di Dio che riempie lamia vita con la gioia degli altri. E’colui che dà unità alle tessere brut-te e belle della mia vita, a volte èlontano,quasi assente, ma la memo-ria dei momenti in cui l’ho sentitovicino mi aiuta a ritrovarlo (comesono i ricordi che ci fanno sentireamici che vivono lontano). Penso cheognuno di noi se legge la sua storiavedrà avvenimenti in cui Dio si èfatto vicino, “Carne”, questi posso-no essere seri motivi per credere ese sapessimo condividerli scrive-remmo altri capitoli della Storia delPopolo di Dio( non è forse dal rac-conto orale di storie che è nata laBibbia?) e scopriremmo quanto Dioci è accanto in semplicità… un bam-bino. Buon Natale a tutti!!

Rubriche & Riflessioni

20 Lettere alla redazione & Equo

LETTERE ALLA REDAZIONE

E lo scautosi presenta...------- Emanuele Cavalcanti -------

Conosciamo gli scout...

(continua a pag. 21)

Per non dimenticarsi di Oblik...--------------------------------- Francesco Cavalcanti ---------------------------

Sicuramente, leggendo molti articoli chespesso compaiono su questo giornale, visarete spesso chiesti come è strutturatoun gruppo scout. Nessun problema! Velo diciamo noi. Questo infatti è uno spec-chietto che vi aiuterà a capire meglio lastruttura e la branche di un gruppo, inmodo da leggere i nostri articoli con piùfacilità. Il nostro gruppo è il Mila-no 92 e fa parte dell’Associazione Gui-de E Scout Cattolici Italiani (AGESCI).Il nostro gruppo è inoltre gemellato conil Milano 5, il gruppo della parrocchia dipiazza Chiaradia.Un gruppo scout è così suddiviso:I bambini dalla 3^ elementare alla 1^media fanno parte del branco e si chia-mano Lupetti. I capi rispondono a nomi“particolari” come Akela, Bagheera, Ba-loo (assistente ecclesiastico), e altri nomidella giungla. L’ultimo anno dei lupettiforma il Consiglio Di Akela o Dei Capi

Il commercio equo e solidale è unaforma nuova di cooperazione allosviluppo dei paesi poveri attraversoil trasferimento di merci dai paesidel sud del mondo a quelli del nord.L’obiettivo è quello di favorire attra-verso la commercializ-zazione deiprodotti lo sviluppo di gruppi di pro-duttori e di comunità locali. Si puòaffermare quindi che lo scopo non èla produzione in se stessa e quindiil profitto, ma la crescita economicae sociale di gruppi organizzati equindi lo sviluppo di aree locali.Il nostro gruppo è nato alcuni annifa perseguendo propri questi obiet-tivi. Noi non vogliamo sensibilizzareper vendere, ma vendere persensibilizzare. La nostra speranza èche chi ha acquistato da noi questiprodotti, poi continui abitualmentead acquistarli nelle “botteghe delmondo” o al supermercato. Tutti inostri piccoli margini di guadagnoritornano al Sud del mondo attra-verso microprogetti che finanziamo.Così è successo nel Natale scorso:attraverso la vendita dei cesti nata-

lizi siamo riusciti a pagare per unanno intero lo stipendio di due ma-estri elementari in due comunitàdell’Ecuador che altrimenti nonavrebbero avuto la scuola. Anchequest’anno ci siamo proposti lo stes-so obiettivo e inoltre abbiamo pro-messo a don Stefano di pagare ilpranzo per tutto l’inverno ai bambi-ni che frequentano l’asilo di Oblik,che un gruppo di giovani del nostrooratorio quest’estate ha messo su.A volte si pensa di dover fare gran-di cose per aiutare gli altri, invecebasta un po’ di consapevolezza pertrasformare un gesto come l’acqui-sto di una tavoletta di cioccolato inun concreto segno di solidarietà!

Chissà se qualcuno si ricorda di me...----------------------------------------------------------- Daniela Palmieri -------------------------------------------------------

Ciao amici di S. Pio V !!!!Spero che qualcuno di coloroche leggeranno questa letterasi ricordi di me!!!Sono DANIELA .... o meglio, pertutti la PALMIERI .... Ho fre-quentato questo oratorio per 11lunghissimi anni e da 3 anni cir-ca mi sono trasferita in Puglia.Ho trovato questo sito per caso... mi si è riaperto il cuore .... hotantissimi ricordi belli e bruttidi questo periodo della mia vitaparrocchiale ... Ho cantato per10 anni nel coretto della messadelle 9,30; ho fatto l’aiuto ca-techista e ho partecipato ai varigruppi giovanili ....; ho fattol’educatrice in vari “oratoriestivi”... Ho trovato nel sito deinomi di miei vecchi amici ... LeleZaina, Maria Teresa Russo, LucaTragella, foto di Michele An-

tuofermo e Serena Crociati ...e mi stavo chiedendo gli altrimiei ex amici di oratorio chefine avessero fatto .... Lele Ser-

relli, Andrea Maricelli, LauraBeltrami e tanti tanti altri ... ilgruppo modellismo con AngeloPanzani ... ecc... Ricordo ancoracon grande affetto don Paolo epurtroppo non ho potuto cono-scere meglio don Stefano e donLuciano ... mi dispiace, ma vo-

glio consigliare a tutti i giovanidi frequentare l’oratorio S. PioV perchè a me ha portato solobenefici .... è un pezzo della miavita che porterò nel cuore contanto, tanto affetto!!!! Anchequi nel mio paese sta nascendoun movimento giovanile legatoalla parrocchia (prima qui al sudnon si era mai parlato di Orato-rio) ... ed è una buona cosa!!!Spero che qualcuno risponderàal mio messaggio!!! Anzi cerca-te di rispondermi...tanto lo soche lo farete ... Se potete por-tate i miei saluti al Gruppo Chie-richetti, agli amici citati soprae un saluto a don Giorgio da mianonna che sicuramente lui co-noscerà, la signora Carla. Unabbraccio, buon cammino!!!

21Scouting

Passaggi------------------------------ Federica Lambicchi ---------------------------------

Reparto

Si riparteda qui..

-------- Chiara Scognamiglio -----

La notte del 22 ottobre il C.d.A.è passato da lupetti a guide eesploratori. A voi sembreràstupido...ma non è così facile: ilpassaggio è una scelta diffici-le, significa essere più respon-sabili, aiutare gli altri, lavorareinsieme, avere forza di volon-tà...Quando siamo entrati nel repar-to, ci hanno fatto fare delle“prove”: prima ci hanno chiestose avevamo fiducia di loro e

quindi, per averne la certezza,noi dovevamo mettere la manoben aperta su un ceppo e, ben-dandoci gli occhi, il nostro ca-rissimo Giovanni lanciava l’ac-cetta sul tronco cercando di nonferirci (fortunatamente tuttisiamo usciti vivi). Tutti ci aspet-tavamo di trovare Giovanni DiLeo, ma non è stato così; abbia-mo trovato Marco, Paolo, Elenae Marta, Spero di divertirmianche quest’anno con la consa-pevolezza di diventare semprepiù responsabile e affidabile.Per ora è tutto, vi aspetto allaprossima “puntata”.

dei due gruppi. Il Noviziato è l’anno deldubbio, l’anno in cui ci si pone molte do-mande. E’ l’anno di introduzione al Clan.Il Challenge è una competizione tra moltinoviziati. La Route estiva può esseresvolta insieme al Clan o non, e può esse-re di cammino, fede, servizio o altro. Iragazzi dalla 4^ superiore al secondoanno di università formano il Clan. Comein noviziato ci sono i rover e le scolte, ilfazzolettone è unico e la Route estiva puòessere di cammino, fede, servizio o al-tro. All’ultimo anno si prende la parten-za. Tutti i capi formano la COmunitàCApi (la COCA). In ogni gruppo c’è uncapogruppo. Anche qui il 92 e il 5 sonouniti ma ognuno ha la rispettiva promes-sa della branca in cui fa servizio.

Branco

È sera e il sole tramontava; lebattute si sprecavano e ci sigodeva gli ultimi istanti passatiinsieme. In un attimo riaffioravanonella nostra mente tutte leemozioni vissute fianco a fianco,quando il monotono fischiobitonale ci riportò bruscamente allarealtà. Riunitici in un quadratoperfetto (così sarebbe almeno

dovuto essere), arrivò il momentodei saluti… sigh! A lasciarci perprimi furono i nostri cinque amicidel quarto anno: Giulia, Ema,Jhonny, Cip ed Ale. Tra i singhiozzigenerale partivano per una nuovastrada, lasciando un vuoto tra dinoi. Ci scambiammo sguardiattoniti, ma il peggio dovevaancora venire. Il nostro capo daormai quattro anni, Giovanni, cilasciò persi a noi stessi! E dopo uncommuovente discorso, partì permai più ritornare. Questa è statala dura notte, ricca dicambiamenti, passata dal repartoMI 92, la sera del 23 ottobre 2005.

(CDA). Le uscite vengono chiamate cac-ce. I lupetti sono divisi in sestiglie mistecon un capo sestiglia e un vice. La Festadi Primavera è un’uscita fatta insieme adaltri branchi. Il totem è il simbolo dellalegge e lo detiene la sestiglia migliore. Ilcampo estivo e le cacce si svolgono incase adibite a questo uso.I ragazzi dalla 2^ media alla 2^ superio-re formano il reparto. I ragazzi si chia-mano esploratori e le ragazze guide. I piùgrandi e con più esperienza vengonochiamati a far parte dell’AltaSquadriglia.Il reparto è diviso in squa-driglie maschili e squadriglie femminilicon un cao sq e un vice. Il San Giorgio èun’uscita fatta insieme ad altri reparti. Lafiamma è il simbolo della legge e la de-tiene la sq migliore. Al 3^ anno si riceveil totem, il nome scout, che è formato daun animale e da un aggettivo. Le uscitesi svolgono in tenda (tranne in inverno)e il campo estivo in tende soprelevate. Iragazzi di 3^ superiore formano il Novi-ziato di clan. I ragazzi si chiamano rovere le ragazze scolte. Da qui in poi i gruppi92 e 5 sono uniti e il fazzolettone dellapromessa è la fusione tra i fazzolettoni

(continua da pag. 20)

22 Lettere al giornale

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La redazione OrafoglioLa redazione OrafoglioLa redazione OrafoglioLa redazione OrafoglioLa redazione Orafoglioaugura a tutti i suoi lettoriaugura a tutti i suoi lettoriaugura a tutti i suoi lettoriaugura a tutti i suoi lettoriaugura a tutti i suoi lettori

un buon Nataleun buon Nataleun buon Nataleun buon Nataleun buon Natalee un felice anno nuovo!e un felice anno nuovo!e un felice anno nuovo!e un felice anno nuovo!e un felice anno nuovo!

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