piano triennale offerta formativa 2016-2019 · l’analisi dei bisogni formativi ed educativi in...
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Scuola Secondaria Statale di I grado “ A . BALZICO ” Viale G. Marconi n° 38 – Tel . 0892966890
- 84013 - Cava de' Tirreni (SA) e-mail: [email protected]
pec: [email protected]
Sito web: https://www.scuolabalzico.edu.it/ C.F.: 80018050650 Cod. Scol : SAMM285006
PIANO TRIENNALE OFFERTA FORMATIVA
2016-2019 (aggiornamento anno scolastico 2018-2019)
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INDICE PREMESSA pg. 4
CAPITOLO 1-ATTI DI INDIRIZZO ALLA ELABORAZIONE DEL P.T.O.F pg.6
1.1 ATTI DI INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO pg.6
1.2. ATTO D’INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO
TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA EX ART.1, COMMA 14, LEGGE N.107/2015 pg.11
1.3. ATTO D’INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO
TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA EX ART.1, COMMA 14, LEGGE N.107/2015 pg.20
CAPITOLO 2- PRESENTAZIONE DELL’ISTITUTO pg.31
2.1. GLI EDIFICI E LE INFRASTRUTTURE pg. 31
2.2. LE RISORSE PROFESSIONALI pg. 32
2.3. LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO SCUOLA pg. 33
CAPITOLO 3-IL TERRITORIO E L’ANALISI DEI BISOGNI FORMATIVI EDUCATIVI pg. 35
3.1. LE RISORSE PRESENTI SUL TERRITORIO pg. 35
3.2. L’ANALISI DEI BISOGNI FORMATIVI ED EDUCATIVI IN RIFERIMENTO ALLE
CARATTERISTICHE ED ALLE ESIGENZE DEL TERRITORIO pg. 36
CAPITOLO 4-LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA pg. 38
4.1 FIGURE E GRUPPI DI LAVORO AGENTI NEL CONTESTO ORGANIZZATIVO –ORGANIGRAMMA E
FUNZIONIGRAMMA pg. 38 4.1.1 IL DIRIGENTE SCOLASTICO pg. 38
4.1.2 I COLLABORATORI DEL D. S.– I RESPONSABILI DI PLESSO pg. 39
4.1.3 IL DSGA pg. 40
4.1.4 IL CONSIGLIO DI ISTITUTO – LA GIUNTA ESECUTIVA pg. 41
4.1.5 IL COLLEGIO DEI DOCENTI pg. 43
4.1.6 I CONSIGLI DI CLASSE – I COORDINATORI DI CLASSE pg. 43
4.1.7 LO STAFF DI DIREZIONE E DI COORDINAMENTO pg. 44
4.1.8 I DIPARTIMENTI DISCIPLINARI – I COORDINATORI DI DIPARTIMENTO pg. 44
4.1.9 FUNZIONI STRUMENTALI pg. 45
4.1.10 I REFERENTI E RESPONSABILI DI AMBITI DI LAVORO SPECIFICI pg. 47
4.1.11 I GRUPPI DI LAVORO IN TEMA DI INCLUSIONE: IL GLI E I GLHO pg. 48
4.1.12 IL COMITATO PER LA VALUTAZIONE DEI DOCENTI pg. 49
4.1.13 IL NUCLEO INTERNO DI AUTOVALUTAZIONE pg. 49
CAPITOLO 5-IL PIANO DI MIGLIORAMENTO pg. 50
5.1 IL RAV E L’ELABORAZIONE DEL P.D.M pg. 50
5.2 DESCRIZIONE DEL PDM pg. 51
5.3 IL PIANO DI MIGLIORAMENTO: ANALISI DEL LAVORO PROGRESSO E DEFINIZIONE DEL
PIANO PER L’ANNO SCOLASTICO 2018-2019 pg. 51
5.3.1 LE PRIORITÀ, DEI TRAGUARDI E DEGLI OBIETTIVI DI PROCESSO INDICATI NEI RAPPORTI DI
AUTOVALUTAZIONE ANNO SCOLASTICO 2017-2018 pg. 52
5.3.2 IL MODELLO INDIRE COME MODELLO PER L’ARTICOLAZIONE DEL PDM. pg. 53
5.3.3 IL PDM –Anno scolastico 2018-2019 pg. 53
5.3.4 RISORSE FINANZIARIE PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO pg. 61
CAPITOLO 6-LA DIDATTICA: ASPETTI ORGANIZZATIVI E ASPETTI PEDAGOGICI. I SERVIZI A
SUPPORTO DELLA DIDATTICA E LA PROMOZIONE DELLA INCLUSIONE pg. 62
6.1 LA RILEVAZIONE DEI BISOGNI EDUCATIVI E FORMATIVI DEGLI ALUNNI AI FINI DELLA
PROGETTAZIONE DIDATTICA pg. 62
6.2 LA PROMOZIONE ED IL PERSEGUIMENTO DELLE COMPETENZE CIVICHE, SOCIALI E DI
CITTADINANZA pg. 63
6.3 LA FORMAZIONE DELLE CLASSI pg. 69
6.4 LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA pg. 70
6.5 LA FLESSIBILITÀ NELLA DIDATTICA pg. 70
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6.6 LA DIDATTICA INCLUSIVA: APPROCCI, PRINCIPI, SERVIZI, INTERVENTI pg. 71
6.6.1 LA CONSIDERAZIONE DEGLI STILI DI APPRENDIMENTO pg. 71
6.6.2 LE ATTIVITÀ NELL’AMBITO DELLA ACCOGLIENZA pg. 72
6.6.3 AZIONI SERVIZI E PROGETTI PER LA CURA DEL DISAGIO E DELLE ESIGENZE DELLE FASCE
DEBOLI DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA pg. 72
6.6.4 ATTIVITÀ E PRESA IN CARICO DEGLI ALLIEVI RECANTI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI -
PRINCIPI DI FONDO E MODALITÀ DI INTERVENTO pg. 74
6.7 LA PREDISPOSIZIONE DEL PAI pg. 75
6.8 I PROGETTI DI ISTITUTO pg. 94
6.8.1 ALTRI PROGETTI pg. 98
6.8.2 ALTRI PROGETTI ED ATTIVITÀ INIZIATIVE PROPOSTI DA ENTI ASSOCIAZIONI ED
ATTIVITÀ TERRITORIALI pg.99
CAPITOLO 7. -LA VALUTAZIONE DEL PROFITTO E DEL COMPORTAMENTO – L’ESAME DI
STATO AL TERMINE DEL PRIMO CICLO – LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE pg.101
7.1 FASI DELLA VALUTAZIONE pg. 101
7.2 VALIDITÀ DELL’ANNO SCOLASTICO pg. 101
7.3 VALUTAZIONE DEL PROFITTO E DEL COMPORTAMENTO – CRITERI DI AMMISSIONE ALLA
CLASSE SUCCESSIVA ED ALL’ESAME DI STATO IN PRESENZA DI INSUFFICIENZE –
DETERMINAZIONE DEL VOTO DI AMMISSIONE ALL’ESAME DI STATO pg. 102
7.4 VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI E DEGLI ALUNNI DSA pg. 110
7.5 VALUTAZIONE CONCLUSIVA DEL CICLO DI STUDI: L’ESAME DI STATO pg. 111
7.6 LA PROVA NAZIONALE INVALSI pg. 115
7.7 LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE pg. 116
CAPITOLO 8. - VISITE GUIDATE E VIAGGI DI ISTRUZIONE pg. 118
8.1 FINALITÀ ED OBIETTIVI DEI VIAGGI DI ISTRUZIONE pg. 118
8.1.2 ASPETTI ORGANIZZATIVI – COMPITI DI ORGANISMI E FIGURE COINVOLTE pg. 118
CAPITOLO 9. - LA FORMAZIONE DEL PERSONALE pg.120
9.1 ASPETTI DI CONTESTO DEL PIANO DI FORMAZIONE ED AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE
DOCENTE DELLA SCUOLA pg. 120
9.2 IL PIANO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE DOCENTE ANNI 2017-2018 E
2018-2019 pg.126 9.2.1 LE SCELTE DELLA SCUOLA IN CAMPO FORMATIVO pg.127
9.2.2 IL RICONOSCIMENTO DELLE UNITÀ FORMATIVE pg.130
9.2.3 IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO IN RAPPORTO ALL’INTRODUZIONE DEL PORTFOLIO
PROFESSIONALE E DEL PIANO INDIVIDUALE DI SVILUPPO PROFESSIONALE pg.132
9.2.4 LA PIATTAFORMA DIGITALE S.O.F.I.A pg.133
9.2.5 LE ATTIVITÀ FORMATIVE RELATIVE AI LAVORATORI CON INCARICHI INERENTI ALLA
SICUREZZA SCOLASTICA (D.LGS 81/2008) pg.136
9.2.6 LE ATTIVITÀ FORMATIVE RIVOLTE AL PERSONALE ATA pg.136
9.3 RECENTI INDICAZIONI MINISTERIALI IN TEMA DI FORMAZIONE pg. 136
CAPITOLO 10.-IL PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE pg.139
10.1 IL TEMA DELLA COMPETENZA DIGITALE pg.139
10.2 IL PIANO NAZIONALE PER LA SCUOLA DIGITALE NELLA LEGGE 107 pg.139
10.3 IL PIANO NAZIONALE PER LA SCUOLA DIGITALE ADOTTATO DAL MIUR pg.140
10.4 LA FIGURA DELL’ANIMATORE DIGITALE pg.141
10.5 AZIONI ED INTERVENTI DA REALIZZARE ALL’INTERNO DELLA SCUOLA COERENTI CON LE
FINALITÀ, I PRINCIPI E GLI STRUMENTI PREVISTI NEL PIANO NAZIONALE PER LA SCUOLA
DIGITALE pg.142
10.6 LE ATTIVITÀ FORMATIVE SEGUITE DAL PERSONALE DELLA SCUOLA IN RIFERIMENTO ALLE
PREVISIONI DEL PNSD pg.143
CAPITOLO 11.-L’AUTOVALUTAZIONE DI ISTITUTO pg. 145
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PREMESSA
Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa della Scuola Secondaria di primo grado A. Balzico, ai sensi di quanto
previsto dalla legge 13 luglio 2015, n. 107, recante la “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e
delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, è stato elaborato dal Collegio Docenti con delibera nr.
5/2 seduta del 11.12.2015 in riferimento all’Atto di Indirizzo Prot. n.4785C/24del 19.09.2015 emanato dal
Dirigente Scolastico; esso è stato quindi approvato dal C.I. con delibera nr. 48/1 del 20/01/2016; -
successivamente il Piano è stato aggiornato con delibera nr. 3/2 del C.D. del 13/10/2016 e quindi approvato in tale
forma dal Consiglio d’istituto con delibera nr. 52/2 del 17/10/2016.
Nel corso dell’anno scolastico 2017/2018, il Piano è stato nuovamente aggiornato ed approvato dagli OO.CC,
nella versione di cui al presente documento, in base alle delibere del C.D. nr. 3/2 - seduta del 13/10/2017 e nr. 4/2
- seduta del 30/10/2017 - , ed alle delibere del C.I. nr 57/2- seduta del 18/10/2017 - e 58/2 - seduta del 10-11-2017
-, delibere assunte sulla scorta del documento “ATTO DI INDIRIZZO PER LE ATTIVITÀ DELLA SCUOLA E LE SCELTE DI GESTIONE
E DI AMMINISTRAZIONE FINALIZZATO ALLA REVISIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA” emanato dal Dirigente
Scolastico Prof. Ciro Amaro (Prot. 0005651 – 04/05 del 5/10/2017).
Il presente Piano dell’Offerta formativa – anno scolastico 2018-2019 – è stato elaborato ed aggiornato, per
delimitati aspetti, sulla scorta del documento “ ATTO D’INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO
PER L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA EX
ART.1, COMMA 14, LEGGE N.107/2015. – anno scolastico 2018-2019” emanato dal Dirigente Scolastico
Prof. Ciro Amaro (Prot. 0007066 – 04/05 del 06/11/2017), in base alle delibere nr. 6/3 del 14/11/2018 del
Collegio dei Docenti avente per oggetto “Aggiornamento del Piano Triennale vigente dell’Offerta formativa” e nr.
67/3 del Consiglio di Istituto del 14/11/2018 avente per oggetto “Aggiornamento del Piano Triennale vigente
dell’Offerta formativa”.
Esso, in particolare, è il frutto del lavoro svolto dagli OO.CC. volto al miglioramento dell’offerta formativa di
Istituto, svoltosi all’inizio del corrente anno scolastico (delibera nr. 5/3 del Collegio dei Docenti seduta dell’
8/10/2018 avente per oggetto “ Attuazione Piano di Miglioramento “; delibera nr. 5/4 del Collegio dei Docenti
seduta dell’8/10/2018 avente per oggetto “Piano triennale dell’Offerta formativa per il triennio 2019/2010-
2020/2021-2021/2022 - art.1, c. 12 Legge 107/2015 – Avvio della progettazione / Aggiornamento Piano
Triennale vigente; delibera nr. 66/5 del Consiglio di Istituto del 16/10/2018 avente per oggetto “Aggiornamento
del Piano Triennale vigente dell’offerta formativa - Linee guida progettazione Piano Triennale dell’Offerta
formativa per il triennio 2019/2020-2020/2021-2021/2022”).
L’aggiornamento tiene conto, altresì, del “Piano Annuale per l’Inclusione per l’ a.s.2018-2019 - Procedure e
strumenti per la didattica dell’inclusione”, predisposto dal Dirigente Scolastico ed elaborato dal Gruppo GLI di
Istituto, ed approvato dal Collegio dei Docenti in data 28.06.2018, delibera nr. 9/5 avente per oggetto“Piano
Annuale per l’Inclusione – Aggiornamento”.
Il presente Piano Triennale dell’Offerta Formativa Tiene conto in particolare:
del documento INDICAZIONI NAZIONALI E NUOVI SCENARI – trasmesso con nota
MIUR.AOODGOSV.REGISTRO UFFICIALE(U).0003645.01-03-2018 - elaborato a cura dal Comitato
scientifico nazionale per l’attuazione delle Indicazioni nazionali e il miglioramento continuo
dell’insegnamento di cui al D.M. 1/8/2017, n. 537, integrato con D.M. 16/11/2017, n. 910;
delle risultanze dei RAV-RAPPORTI ANNUALI DI AUTOVALUTAZIONE 2014-2015; 2015-2016 e
2016-2017- ed in specie delle risultanze del processo di autovalutazione di Istituto esplicitate nel
Rapporto di Autovalutazione – periodo 2017-2018 – pubblicato in data del 30.06.2018;
del Piano di Formazione dei Docenti presente nel Piano Triennale vigente dell’Offerta formativa;
degli elementi di condivisione emersi, nel corso del corrente a.s., con le diverse componenti scolastiche,
nelle sedi collegiali in ordine alla scelte organizzative e didattiche da privilegiare in base alle risultanze
del Rapporto di Autovalutazione;
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della nota MIUR. AOODPIT.REGISTRO UFFICIALE(U).0002805 dell’11-12-2015 avente per oggetto
“Orientamenti per l’elaborazione del Piano Triennale dell’Offerta formativa”;
della nota AOODGPER - Direzione Generale Personale della Scuola REGISTRO UFFICIALE Prot. n.
0041136 del 23.12.15 avente per oggetto “Indicazioni propedeutiche alla determinazione dell’organico di
potenziamento per l’anno scolastico 2016/17”;
della nota MIUR.AOODPIT.REGISTRO UFFICIALE(U).0000035 del 07-01-2016 avente per oggetto
“Indicazioni ed orientamenti per la definizione del piano triennale di formazione del personale”;
della nota MIUR MIUR.AOODPIT.REGISTRO UFFICIALE(U).0001830 del 06-10-2017 avente per
oggetto “Orientamenti concernenti il Piano triennale dell’Offerta Formativa”.
Il piano è pubblicato nel portale unico dei dati della scuola.
Riferimento normativi. Art. 3 della LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 Riforma del sistema nazionale di istruzione e
formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti
Art. 3 (Piano triennale dell'offerta formativa).
1. Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il piano triennale
dell'offerta formativa, rivedibile annualmente.
Il piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed
esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito
della loro autonomia.
2. Il piano è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi, determinati a livello nazionale a
norma dell'articolo 8, e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto
della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche,
anche di gruppi minoritari, valorizza le corrispondenti professionalità e indica gli insegnamenti e le discipline tali da
coprire:
a. il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell'organico dell'autonomia, sulla base del monte orario degli
insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonchè del
numero di alunni con disabilità, ferma restando la possibilità di istituire posti di sostegno in deroga nei limiti delle
risorse previste a legislazione vigente;
b. il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa.
3. Il piano indica altresì il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, nel rispetto dei
limiti e dei parametri stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 119,
tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 1, comma 334, della legge 29 dicembre 2014, n. 190, il fabbisogno di
infrastrutture e di attrezzature materiali, nonché i piani di miglioramento dell'istituzione scolastica previsti dal
regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80.
4. Il piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e
di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d'istituto.
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CAPITOLO 1. ATTI DI INDIRIZZO ALLA ELABORAZIONE DEL P.T.O.F
Premessa
In questa sezione si riportano gli Atti di indirizzo alla elaborazione del P.T.O.F emanati dalla Dirigenza scolastica
nel periodo di riferimento.
La Legge 107/2015 ha tracciato le nuove linee per l’elaborazione del Piano dell’offerta formativa; tale Piano
assume durata triennale; esso è rivedibile annualmente entro il mese di ottobre di ciascun anno scolastico. L’art.3
del DPR n.275 del 1999 è stato al riguardo novellato dal comma 14 della legge succitata che ne ha cambiato anche
le modalità di elaborazione, affidando un ruolo preminente al dirigente scolastico, chiamato nella nuova
previsione normativa, a definire al collegio dei docenti, gli indirizzi per le attività della scuola e per le scelte di
gestione e di amministrazione.
1.1. ATTO DI INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO (Prot. n.4785C/24del 19.09.2015)
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Nel rispetto della normativa vigente in materia di istruzione: Costituzione italiana artt. 1, 3, 33, 34, 87, 117;
D.P.R. 275/1999 “Regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche; L. 53/2003; D. Lgs. 59/ 2004
(allegati A, B, C, D, E) come aggiornate dal D.M. 31/07/2007 “Indicazioni per il Curricolo”; D.P.R. 89/2009
“Regolamento riordino primo ciclo”; D.P.R. 122/2009 sulla valutazione degli alunni; D.M. 93/2009 e nota n. 4569
del 17 giugno 2010 sui finanziamenti L. 440/97;Legge n. 107/2015,
VISTA la Legge n. 59 DEL 1997, che ha introdotto l’autonomia delle istituzioni scolastiche e la dirigenza;
VISTO il DPR 275/1999, che disciplina l’autonomia scolastica;
VISTA la Legge n. 107 del 2015, Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione;
VISTA la Legge n. 107 del 2015, Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione;
VISTO l’art. 3 del DPR 275/1999, come novellato dall’art. 14della legge 107/2015;
VISTO il D.L.vo 165 del 2001 e ss.mm. ed integrazioni;
TENUTO CONTO delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, regionale,
nazionale ed europeo;
TENUTE in considerazione le proposte e le delibere degli OO.CC. finalizzate alla richiesta dell’organico di
diritto per il corrente anno scolastico;
PRESO ATTO dell’organico del personale docente ed ATA determinato dai competenti organi
dell’amministrazione scolastica periferica;
in continuità con il POF e le attività già svolte nell’anno scolastico 2014/2015 che hanno contribuito ad elevare la
qualità dell’offerta formativa della scuola;
TENUTO CONTO degli esiti delle valutazioni sugli apprendimenti degli studenti effettuate dall’INVALSI
nell’a.s. 2014/2015;
EMANA IL SEGUENTE ATTO DI INDIRIZZO
CONSIDERATO CHE
1. le innovazioni introdotte dalla Legge n. 107 del 2015 mirano alla valorizzazione dell’autonomia scolastica,
che trova il suo momento più importante nella definizione e attuazione del piano dell’offerta formativa
triennale;
2. le innovazioni introdotte dalla Legge n. 107 del 2015, prevedono, che le istituzioni scolastiche, con la
partecipazione di tutti gli organi di governo, dovranno provvedere alla definizione del Piano Triennale
dell’Offerta Formativa per il triennio 2016-17, 2017-18, 2018-19.
RISCONTRATO CHE
3. gli indirizzi del Piano vengono definiti dal dirigente scolastico che, in proposito, attiva rapporti con i soggetti
istituzionali del territorio e valuta eventuali proposte delle rappresentanze sociali; il collegio dei docenti lo
elabora; il consiglio di istituto lo approva.
4. il piano può essere rivisto annualmente entro ottobre.
5. per la realizzazione degli obiettivi inclusi nel piano le istituzioni scolastiche si possono avvalere di un
organico potenziato di docenti da richiedere a supporto delle attività di attuazione.
VALUTATE
6. prioritarie le criticità emerse dal Rapporto di autovalutazione (RAV) nonché dagli esiti formativi registrati
dagli studenti negli anni scolastici precedenti
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TENUTO CONTO
7. delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori, di quanto emerso dai
rapporti attivati dal Dirigente Scolastico con tutto il personale interno alla scuola e con le diverse realtà
istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio
DETERMINA DI FORMULARE AL COLLEGIO DOCENTI,
al fine dell’ elaborazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa, per il triennio 2016/17, 2017/18 e 2018/19, i
seguenti indirizzi per le attività della scuola e le scelte di gestione e di amministrazione:
ADEGUAMENTO DEL PIANO OFFERTA FORMATIVA AL PIANO TRIENNALE DELL’O.F.
previsto dai nuovi Ordinamenti; Il Piano dell’offerta formativa triennale deve comprendere le opzioni
metodologiche, le linee di sviluppo didattico-educativo, le opzioni di formazione e aggiornamento del
personale docente e ATA, il fabbisogno di organico funzionale dell’autonomia. Il Piano Triennale, inoltre,
dovrà essere formulato in coerenza con le scelte curricolari ed extracurricolari (progetti di ampliamento
dell’offerta formativa), trovando modalità e forme per presidiare il piano nelle fasi di realizzazione,
monitoraggio e autovalutazione dei risultati e individuando gli strumenti per garantire l’ unitarietà dell’ offerta
formativa, nel rispetto della libertà di insegnamento.
PRESA D’ATTO E ACQUISIZIONE DEL NUOVO REGOLAMENTO sul sistema nazionale di
valutazione in materia di istruzione e formazione ai fini dell’implementazione del Piano di miglioramento
della qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti nonché della valutazione dell'efficienza e l'efficacia
del sistema educativo di istruzione e formazione in coerenza con quanto previsto dall'articolo 1 del decreto
legislativo 19 novembre 2004, n.286.
SVILUPPO E POTENZIAMENTO del sistema e del procedimento di valutazione della nostra istituzione
scolastica, nel processo di autovalutazione, sulla base dei protocolli di valutazione e delle scadenze temporali
stabilite dall’Invalsi;
PARTECIPAZIONE ALLE INIZIATIVE FINANZIATE CON FONDI COMUNALI, REGIONALI,
NAZIONALI, EUROPEI con cui la scuola intenderà affrontare le proprie esigenze e quelle della comunità
di riferimento.
CURA NELLA PROGETTAZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA TRIENNALE DELLE
SEGUENTI PRIORITÀ INDIVIDUATE MEDIANTE IL RAV E CONSEGUENTI OBIETTIVI DI
PROCESSO
Migliorare le abilità degli studenti in italiano e matematica
Motivare e rimotivare gli alunni alla frequenza scolastica
Condividere con le famiglie le azioni da implementare per la gestione dei comportamenti problematici
Promuovere l’autonomia nel metodo di studio
Esercitare l’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo volta all’ innovazione metodologica e
didattica, nonché la formazione e l’aggiornamento culturale e professionale del personale scolastico
Curare i processi di comunicazione organizzativa interna ed esterna.
Area di processo Descrizione dell’obiettivo di processo
Curricolo, progettazione e valutazione Rendere il curricolo per competenze uno strumento di
lavoro generalizzato per tutti i docenti
Definire e predisporre un curricolo verticale, in grado di
offrire agli alunni la possibilità di ampliare
progressivamente la propria cultura generale di base; che
sappia coniugare sapere e fare, conoscere ed operare in
un’ottica trans e inter-disciplinare; che sia centrato non solo
sulle competenze, ma che tenga conto del paradigma della
complessità
Incrementare le azioni di monitoraggio e valutazione del
PTOF e degli esiti di apprendimento degli alunni,
sviluppando prove oggettive tarate su standard previsti dalle
indicazioni nazionali oltre che sulle competenze chiave
definite a livello europeo (standard diffusi nell’area UE e
OCSE)
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Elaborare prove comuni iniziali, in itinere e finali per tutte
le classi della scuola
Porre al centro dell’azione educativa l’alunno ed il suo
itinerario di formazione personale e di apprendimento,
favorendo lo sviluppo dell’autostima e la motivazione allo
studio; la messa in atto di strategie di rinforzo, di
approfondimento e di recupero per gli alunni in difficoltà o
con disagio; la partecipazione a gare e concorsi per gli
alunni più eccellenti
Elaborare criteri di valutazione comuni per tutte le
discipline
Ambiente di apprendimento Generalizzare la pratica di didattiche innovative
Dare senso e coerenza al Piano, garantendo unità e
continuità ai progetti, evitando il rischio dell’attivismo
dispersivo
Continuità e orientamento Strutturare un percorso sistematico di orientamento per la
comprensione di sé e delle proprie inclinazioni
Implementare azioni di continuità tra la SS1° e la SS2°
Avviare azioni per monitorare i risultati a distanza
Integrazione con il territorio e rapporti
con le famiglie
Affrontare il problema crescente del disagio con un
progetto che sappia mettere in campo nuove risorse ed
inserire il nostro intervento in un più ampio piano formativo
territoriale integrato
Migliorare l’organizzazione degli incontri individuali con le
famiglie per tutti gli ordini di scuola
VALORIZZAZIONE DEL PERSONALE docente ed ATA, ricorrendo alla programmazione di percorsi
formativi finalizzati al miglioramento della professionalità teorico – metodologico e didattica, e
amministrativa, alla innovazione tecnologica, alla valutazione autentica, alla didattica laboratoriale.
Inoltre si specifica che
L’ISA POTRÀ INSERIRE NEL PIANO ALCUNI DEI SEGUENTI OBIETTIVI (L. 107/2015 c.7):
Valorizzazione delle competenze linguistiche e utilizzo della metodologia CLIL
Potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche
Potenziamento delle competenze nella musica nell'arte, nel cinema
Valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze
Rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale
Alfabetizzazione all'arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini
Potenziamento delle discipline motorie
Sviluppo delle competenze digitali degli studenti
Potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio
Prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione
Valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio
Apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero di alunni e di studenti per classe
Valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni
Individuazione di percorsi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni
Alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come lingua seconda
Definizione di un sistema di orientamento
Incrementare e qualificare meglio l’esercizio dell’Autonomia scolastica nella duplice valenza didattica (a tutela
della libertà progettuale della scuola e della libertà di insegnamento di ciascun docente) e organizzativa (a
superamento dei vincoli in materia di unità oraria di lezione, di gruppo classe, di modalità di organizzazione e
di impiego dei docenti). Fermi restando i giorni di attività didattica annuale, la distribuzione dell’attività
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didattica in non meno di 5 giorni settimanali, il rispetto dei complessivi obblighi annuali di servizio dei docenti
previsti dai CCNL
Considerare prioritaria la formazione alla cittadinanza attiva e lo sviluppo di stili di vita positivi promuovendo
attività e percorsi formativi legate all’educazione alla salute, ambientale, alla legalità e al contrasto di tutte le
forme di illegalità dentro e fuori la scuola, anche attraverso strategie di cooperazione attiva tra la scuola ed il
territorio
Operare per una scuola dell’inclusione favorendo la piena integrazione scolastica dei disabili e quelli ricoverati
in ospedale o seguiti in regime di day hospital
Favorire l’accoglienza di studenti appartenenti a famiglie straniere, adottive e affidatarie, il sostegno della
diversità di genere come valore
Sviluppare e sostenere attività motorie e sportive, il potenziamento dei giochi sportivi studenteschi, il sostegno
all’associazionismo sportivo durante l’apertura pomeridiana della scuola e l’incremento delle iniziative contro
la violenza negli stadi
In linea con la Strategia Europea 2020, impegnarsi per una crescita intelligente promuovendo l’innovazione,
l’introduzione di nuovi linguaggi e di contenuti digitali
Potenziare la formazione e l’aggiornamento dei docenti relativamente ai contenuti e ai nuclei fondanti della
propria area o disciplina di competenza; all’uso delle LIM e dei contenuti digitali; alla formazione linguistica;
ai processi di riforma del sistema scolastico in atto; allo sviluppo della capacità di progettare, ricercare e
sperimentare nuove strategie didattiche finalizzate alla creazione di comunità di pratica e buone prassi; allo
sviluppo di competenze comunicative e tecnologiche attraverso sia i modelli di e-learning integrato di nuova
generazione che le nuove piattaforme di comunicazione, in particolare TV digitale e Web TV
Promuovere la partecipazione delle famiglie alla vita della scuola. Utilizzare, il patto di corresponsabilità come
strumento di condivisione di regole e obiettivi formativi
Migliorare la qualità delle dotazioni e degli ambienti scolastici, nonché il loro adeguamento strutturale
attraverso la ricerca di finanziamenti regionali, nazionali e comunitari e la costruzione di alleanze con le
Amministrazioni locali
Rafforzare la dimensione pubblica della scuola, attraverso il consolidamento e l’ampliamento di partneriati con
il territorio e gli EE.LL, la creazioni di reti con le altre scuole, in un’ottica di integrazione fra contesto globale
e locale
LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA-DIDATTICA POTRÀ PREVEDERE:
la possibilità di rimodulare il monte ore annuale di ciascuna disciplina;
il potenziamento del tempo scuola anche oltre i modelli e i quadri orari;
la programmazione plurisettimanale e flessibile dell'orario complessivo;
l'apertura pomeridiana della scuola;
l’articolazione di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scuola o rimodulazione del monte
orario rispetto a quanto indicato al decreto del presidente della Repubblica 89 del 2009.
Possibilità di apertura nei periodi estivi
Adesione o costituzione di accordi di rete con altre scuole ed Enti pubblici e privati di cui all’art. 7 del DPR
275/99;
Priorità educative
assicurare al termine della scuola primaria una prima apertura ai valori della cittadinanza attiva e responsabile
garantire un coerente livello di apprendimento in italiano, in matematica, in inglese, in matematica, scienze e
tecnologia, in modo da consentire all’alunno di padroneggiarne pienamente conoscenze, abilità e competenze
Aspetti organizzativi
Orario annuale obbligatorio: 990 ore corrispondente a 29 ore settimanali, più 33 ore annuali ad attività di
approfondimento nelle materie letterarie
Tempo scuola 30 ore
Il quadro orario settimanale e annuale delle discipline è così determinato:
settimanale annuale
Italiano, storia, geografia 9* 297
Approf. materie lett. 1 33
Matematica e scienze 6 198
tecnologia 2 66
10
Inglese 3 99
seconda lingua comunitaria 2 66
Arte e immagine 2 66
Scienze motorie e sportive 2 66
Musica 2 66
IRC 1 33
Tempo scuola 36/40 ore Il quadro orario settimanale e annuale delle discipline è così determinato:
settimanale annuale
Italiano, storia, geografia 15 495
Matematica e scienze 9 297
tecnologia 2 66
Inglese 3 99
seconda lingua comunitaria 2 66
Arte e immagine 2 66
Scienze motorie e sportive 2 66
Musica 2 66
IRC 1 33
Approfondimento a scelta delle
scuole nelle discipline presenti nel
quadro orario
1 o 2 33/66
L’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” è inserito nell’area disciplinare storico-geografica
I corsi ad indirizzo musicale si svolgono oltre l’orario obbligatorio delle lezioni
Priorità educative
Progettare un curricolo definito e puntuale sui reali bisogni formativi degli adolescenti del nostro contesto
territoriale, sulle loro modalità di apprendimento, sulle loro forme di aggregazione sociale, sul loro rapporto
con gli adulti ed il mondo delle professioni;
Garantire a tutti il successo formativo, inteso come acquisizione di conoscenze, abilità e competenze
necessarie e coerenti con le loro aspirazioni e attitudini personali, oltre che con le esigenze della società
dell’informazione e della conoscenza;
Privilegiare percorsi e strategie motivanti e significative, che, a partire dalle competenze implicite e
procedurali possedute dai ragazzi, favoriscano il loro sviluppo individuale e la loro integrazione sociale,
prevenendo fenomeni di bullismo, frequenze saltuarie e abbandoni precoci;
Condividere queste attese con i genitori affinché vivano la scuola come luogo sicuro e rigoroso di
trasformazione degli adolescenti in studenti consapevoli del valore della conoscenza e dell’impegno nello
studio e, soprattutto, in cittadini responsabili;
Fare emergere potenzialità, talenti e creatività attraverso particolari interventi, dalle nuove tecnologie alla
musica anche strumentale, dalla promozione della pratica sportiva all’approccio sperimentale e laboratoriale
delle scienze;
Attenzionare la valutazione periodica e annuale, di cui è responsabile il consiglio di classe, seguendo il
percorso di ogni singolo alunno, cercando di limitare distorsioni valutative, soprattutto all’Esame di Stato di
fine ciclo, coniugando sapientemente le indicazioni relative ad una valutazione rigorosamente aritmetica con
una più equa, e formativa, rispettosa dei meriti e delle esigenze evolutive di tutti gli alunni, a garanzia sia di
coloro che non sono “più “adatti” alla frequenza della Scuola secondaria di 1° grado, i pluriripetenti ad es.,
che dei meritevoli costretti a fare i conti con una eccellenza quasi inarrivabile (C.M. 49/2010);
Considerare la prova INVALSI banco di prova per la scuola
Centrare l’attività orientativa sullo sviluppo delle conoscenze e competenze che possono garantire buone
probabilità di successo nei percorsi scelti dallo studente tra quelli che la nuova scuola secondaria offre.
LA GESTIONE E AMMINISTRAZIONE sarà improntata ai criteri di efficienza, efficacia, economicità,
trasparenza, nonché, dei principi e criteri in materia di valutazione delle strutture e di tutto il personale delle
amministrazioni pubbliche e di azione collettiva
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L’ATTIVITÀ NEGOZIALE, nel rispetto della normativa vigente, sarà improntata al massimo della
trasparenza e della ricerca dell’interesse primario della scuola;
IL CONFERIMENTO DI INCARICHI al personale esterno e relativo compenso avverrà secondo la Carta
dei Servizi e il Regolamento d’Istituto e dopo aver accertato la mancanza di personale interno con pari
professionalità e i casi che rendono incompatibili gli insegnamenti e sulla base di criteri che garantiscano il
massimo della professionalità;
L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA, tecnica e generale, sulla base della proposta del Direttore
SGA e nel rispetto di quanto previsto nella Contrattazione Integrativa d’Istituto, dovrà prevedere degli orari di
servizio e di lavoro che garantiscano la piena attuazione delle attività scolastiche e l’apertura al pubblico, sia
in orario antimeridiano che pomeridiano;
NELL’AMBITO DI INTERVENTO DELLE RELAZIONI INTERNE ED ESTERNE si sottolinea la
necessità di specifica COMUNICAZIONE PUBBLICA mediante strumenti, quali ad esempio:
Sito web per rendere visibile l’offerta formativa dell’istituto
Albo pretorio on line
Giornale elettronico (già operante)
Open day finalizzate a rendere pubbliche mission e vision dell’Istituzione Scolastica
1.2 ATTO D’INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO
TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA EX ART.1, COMMA 14, LEGGE N.107/2015 (Prot.
0005651 – 04/05 del 5/10/2017)
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
VISTI:
- il D.P.R. n. 297/94;
- il D.P.R. n. 275/99 ed in particolare l’art. 3, come novellato dall’art. 1 comma 14 della Legge 107/2015;
- la Legge 4 AGOSTO 2009, n. 133;
- il CCNL vigente del comparto Scuola;
- l’art. 25 del D. L. 30 marzo 2001, n. 165 commi 1.2.3;
- la Legge n. 59 del 1997, che ha introdotto l’autonomia delle istituzioni scolastiche e la dirigenza scolastica;
- la Legge n. 107/2015;
- la nota MIUR. AOODPIT.REGISTRO UFFICIALE(U).0002805 dell’ 11-12-2015 avente per oggetto
“Orientamenti per l’elaborazione del Piano Triennale dell’Offerta formativa”;
- la nota MIUR MIUR.AOODPIT.REGISTRO UFFICIALE(U).0000035 del 07-01-2016 avente per oggetto
“Indicazioni ed orientamenti per la definizione del piano triennale di formazione del personale”;
- il Piano triennale dell’Offerta formativa dell’Istituto (Prot. nr. 5592/06/03 del 18/10/2016);
- il D.L.vo n. 62/2017 “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed
esami di Stato, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015, n. 107”;
- il D.L.vo n. 66/2017 ”Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a
norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107”;
- le linee guida individuate del Consiglio di Istituto per l’aggiornamento del Piano Triennale dell’Offerta
formativa nella seduta dell’organo del 12 Settembre 2017 (delibera nr 56/3);
- i verbali del Collegio dei Docenti delle sedute dei giorni 4 Settembre 2017 e 6 Settembre 2017;
- il verbale del GLI della seduta del 21/09/2017;
TENUTO CONTO delle proposte e delle iniziative promosse dalle diverse realtà istituzionali, culturali , sociali
ed economiche operanti nel territorio;
CONSIDERATE le iniziative promosse negli anni per l’innovazione metodologico-didattica e per il
miglioramento della qualità dei processi di insegnamento e di apprendimento e del coinvolgimento dell’intera
comunità professionale docente nella promozione di metodologie didattiche attive individualizzate e
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personalizzate volte al coinvolgimento attivo dei soggetti nella costruzione delle competenze e dei saperi, ed alla
realizzazione del successo formativo di tutti gli allievi;
TENUTO CONTO
- delle indicazioni nazionali per il curricolo 2012 elaborate ai sensi dell’art. 1 comma 4 del D.P.R. 20 Marzo
2009, n.89, secondo i criteri indicati nella C.M. n.31 del 18 Aprile 2012;
- delle risultanze del processo di autovalutazione dell’istituto esplicitate nel Rapporto di Autovalutazione;
- del Piano di Formazione dei Docenti presente nel Piano Triennale dell’Offerta formativa;
- degli elementi di condivisione emersi, nel corso del corrente a.s., con le diverse componenti scolastiche nelle
sedi collegiali in ordine alle scelte organizzative e didattiche da privilegiare in base alle risultanze del
Rapporto di Autovalutazione ed ai fini del miglioramento dell’Offerta Formativa;
PRESO ATTO
- che l’art.1 della predetta legge, ai commi 12-17, prevede che:
1. le istituzioni scolastiche predispongono, entro il mese di ottobre dell'anno scolastico precedente il triennio di
riferimento, il piano triennale dell'offerta formativa (d’ora in poi: Piano) e che detto Piano può essere rivisto
entro il 31 Ottobre di ciascun anno scolastico;
2. il piano deve essere elaborato dal Collegio dei Docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e
delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico (L.107/2015 c. 14);
3. il piano è approvato dal Consiglio d’Istituto;
4. esso viene sottoposto alla verifica dell’USR per accertarne la compatibilità con i limiti d’organico assegnato e,
all’esito della verifica, trasmesso dal medesimo USR al MIUR;
5. una volta espletate le procedure di cui ai precedenti punti, il Piano viene pubblicato nel portale unico dei dati
della scuola;
TENUTO CONTO
- che la nota AOODGPER - Direzione Generale Personale della Scuola REGISTRO UFFICIALE Prot. n.
0041136 del 23.12.15 avente per oggetto “Indicazioni propedeutiche alla determinazione dell’organico di
potenziamento per l’anno scolastico 2016/17” indica che “il piano triennale dell' offerta formativa dovrà
sviluppare, entro il termine già indicato o comunque in tempo utile per le iscrizioni, le linee progettuali
costruite, con la partecipazione di tutte le componenti dell'istituzione scolastica, sulla base delle analisi dei
bisogni formativi”;
- che le priorità, i traguardi e gli obiettivi individuati dal rapporto di autovalutazione (RAV) e il conseguente
piano di miglioramento di cui all’art.6, comma 1, del Decreto del Presidente della Repubblica 28.3.2013 n.80
costituiscono parte integrante del Piano;
RITENUTO NECESSARIO dare indicazioni al Collegio dei Docenti per la revisione del PTOF finalizzata
all’integrazione degli obiettivi nazionali e degli obiettivi individuali dell’Istituzione scolastica desunti dalle
priorità individuate nel RAV, con gli obiettivi regionali decretati dal Direttore Generale della Campania nella nota
MIUR. MIUR.AOODRCA.REGISTRO UFFICIALE(U).0016348 del 03-08-2017, di seguito indicati:
Promuovere e monitorare la realizzazione di azioni e/o percorsi specifici che consentano il miglioramento dei
risultati nelle prove standardizzate nazionali e la riduzione della varianza tra classi;
Potenziare le competenze sociali e civiche delle studentesse e degli studenti incentivando percorsi di
educazione alla legalità anche in riferimento ai fenomeni di devianza giovanile e di bullismo;
Diminuire i fenomeni di dispersione, abbandono e frequenze a singhiozzo (FAS) anche attraverso percorsi di
innovazione didattica.
EMANA
ai sensi dell’art. 3 del DPR 275/99, così come sostituito dall’art. 1 comma 14 della legge 13.7.2015, n. 107, il
seguente
ATTO DI INDIRIZZO PER LE ATTIVITÀ DELLA SCUOLA E LE SCELTE DI GESTIONE E DI
AMMINISTRAZIONE FINALIZZATO ALLA REVISIONE DEL PIANO TRIENNALE
DELL’OFFERTA FORMATIVA
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ORIENTAMENTI STRATEGICI DELLA PROGETTAZIONE E DELL’AZIONE DIDATTICA ED
OBIETTIVI PRIORITARI DI RIFERIMENTO
Si indicano di seguito gli orientamenti e gli indirizzi considerati più rilevanti e significativi per il miglioramento
dell’offerta formativa:
Nel definire le attività per il recupero ed il potenziamento del profitto, si terrà conto dei risultati delle
rilevazioni INVALSI ed in particolare si perseguiranno i seguenti obiettivi:
- Miglioramento degli esiti relativi agli apprendimenti e alle competenze logico-matematiche sia sotto il
profilo del recupero, che della promozione dell’eccellenza;
- Diminuzione del tasso di variabilità degli esiti delle prove Invalsi tra le classi terze.
Nel caratterizzare l’offerta formativa della scuola, in riferimento alle caratteristiche socio-economiche e
culturali della comunità territoriale, la scuola si impegna, in particolare, a progettare/realizzare percorsi
formativi e progetti/iniziative che, in modo diffuso, consentano di consolidare/sviluppare/potenziare le
conoscenze e le competenze degli allievi per quanto concerne l’informatica, l’uso significativo e consapevole
della rete, e le lingue straniere.
Nel promuovere l’inclusione, la scuola si propone di realizzare progetti, iniziative, attività rivolte a sostenere e
promuovere la buona partecipazione e la motivazione degli alunni recanti bisogni educativi speciali, e tese a
consentire da parte loro l’acquisizione di un bagaglio adeguato di competenze sotto i diversi profili.
Nella direzione di lavoro suddetta, si stabiliranno intese e raccordi con enti, associazioni, esperti, e si
cureranno i rapporti con le famiglie degli allievi, anche fornendo specifici servizi a supporto, tra cui il Servizio
di Consulenza Psicopedagogica, e realizzando attività formative loro rivolte, nei limiti delle possibilità
finanziarie a disposizione.
In particolare, la scuola si impegna a garantire che la individualizzazione e personalizzazione dell’offerta
formativa sia sostenuta da un apporto corale e sinergico dei docenti all’interno dei Consigli di classe.
Per le fasce deboli di allievi particolarmente bisognose di orientamento e di supporto in rapporto a
problematiche di svantaggio socio-culturale, la scuola attuerà progetti di tutoraggio formativo ed educativo e di
studio assistito, a cura dei docenti, od anche di esperti qualificati selezionati attraverso procedura comparativa.
La promozione di una buona relazionalità all’interno delle classi sarà perseguita anche attraverso specifici
progetti ed iniziative rivolte a promuovere la gestione pacifica e condivisa dei conflitti, il rispetto delle
diversità, la cura e l’incentivazione della pro-socialità.
Nell’assicurare processi valutativi adeguati e coerenti, la scuola si impegna a perseguire l’obiettivo di una
valutazione ispirata a criteri di uniformità, coerenza e sistematicità, che tengano nel contempo in debito conto
le peculiarità recate da ciascun allievo.
Nel perseguire le finalità educative istituzionali in ordine alla promozione delle competenze chiave e di
cittadinanza, ed in rapporto alle esigenze di miglioramento emerse dal Rapporto di Autovalutazione rispetto a
tale ambito, si terrà conto, in particolare, di definire ed articolare un curricolo di riferimento rispetto a tali
competenze, anche con la dovuta attenzione agli aspetti valutativi. Saranno realizzati in questa prospettiva
percorsi formativi in riferimento al seguente quadro delle Educazioni, con le connesse indicate finalità, anche
attraverso rapporti strutturati e sinergie con enti, esperti, associazioni ed Istituzioni.
AMBITI FINALITÀ
Educazione Alimentare Acquisire un corretto comportamento alimentare e un sano
stile di vita per prevenire il sovrappeso e le sue conseguenze
sulla salute e l’insorgere dei disturbi alimentari
Educazione Posturale
Acquisire corrette conoscenze ed abitudini, e regole di
comportamento in merito, anche consapevolizzando il valore
preventivo dell’attività fisica e nello specifico della ginnastica
posturale
Educazione alla Igiene Orale e Dentale
Acquisire corrette conoscenze ed abitudini, e regole di
comportamento in merito
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Educazione alla salute sotto l’aspetto
della prevenzione del tabagismo e
dell’uso delle droghe
Acquisire informazioni e conoscenze specifiche sui danni del
tabagismo e dell’uso delle droghe e strutturare consapevolezze
in merito anche in riferimento ai propri vissuti emotivi,
psicologici, relazionali, ed alle proprie esperienze di vita
Educazione alla conoscenza del
territorio e del patrimonio culturale
locale
Acquisire conoscenza diretta ed esperienza, e capacità di
inquadramento del territorio locale sotto l’aspetto geografico,
socio-economico, storico-culturale, e delle risorse
architettoniche ivi presenti
Educazione al rispetto ed alla tutela
dell’ambiente
Promuovere atteggiamenti e comportamenti consapevoli in
ordine alla cura dell’ambiente in rapporto al principio di
sostenibilità
Educazione alla Legalità
Favorire un’idonea crescita socio-culturale dei ragazzi nella
piena e naturale consapevolezza dei diritti e doveri rispetto alle
norme, alle leggi, alle Istituzioni e alla Comunità
Educazione alla Cittadinanza Promuovere negli alunni l’esercizio dei diritti di cittadinanza
attraverso l’acquisizione della consapevolezza di sé e degli
altri, la maturazione di competenze progettuali e l’acquisizione
di conoscenze relative alle regole fondamentali della
partecipazione alla vita sociale, civile e politica
Educazione Stradale Promuovere conoscenze e capacità di riflessione in ordine ai
pericoli di una mobilità non accorta e consapevole
Educazione alla affettività ed alla
sessualità
Promuovere un armonico sviluppo della personalità e la
maturazione di consapevolezze in campo affettivo e sessuale
Educazione alla pace ed alla prosocialità
Promuovere atteggiamenti ed una disposizione alla gestione
pacifica dei conflitti ed al prendersi cura, al condividere, ed al
cooperare, al sentirsi solidali.
Educazione alle pari opportunità ed alla
prevenzione della violenza di genere e
dei comportamenti /atteggiamenti
sessisti e omofobici
Promuovere una cultura del rispetto della donna sia sul piano
sociale che nei rapporti interpersonali
Prevenzione dei rischi rispetto alla
navigazione in rete e del Cyberbullismo
Favorire un approccio consapevole all’uso delle tecnologie in
ordine al potenziale comunicativo ed ai rischi che esse
presentano
Educazione in ordine alle diverse
problematiche inerenti alla violazione
dei diritti dei minori (riferimenti alla
Dichiarazione dei diritti del fanciullo), al
tema della violenza sui minori, della
malnutrizione e delle malattie dovute
alle cattive condizione
socioeconomiche, al tema del lavoro
minorile
Promuovere sensibilizzazione e consapevolezza rispetto al
tema dei diritti umani riferiti in specie ai minori, anche in
rapporto alle problematiche della povertà, del sottosviluppo
economico e degli squilibri economici
Educazione alla mondialità ed alla
globalizzazione, in specie sotto il profilo
della conoscenza degli squilibri socio-
economici e della condizioni di vita dei
paesi poveri, in particolare dei continenti
dell’Africa e dell’Asia
Promuovere una conoscenza consapevole di realtà lontane
attraverso approfondimenti specifici storico sociali culturali
rispetto a singoli aree e paesi per favorire una sensibilizzazione
e presa di coscienza della complessità, delle contraddizioni,
della interdipendenze e delle condizioni di vita di sofferenza in
cui versa gran parte della popolazione mondiale
Educazione all’interculturalità ed al
fenomeno della immigrazione
Promuovere una conoscenza dei temi della interculturalità e
della loro rilevanza nel contesto attuale, con particolare
riferimento alla problematica dei fenomeni migratori
15
Nella implementazione del Piano, la scuola si impegna a tener conto delle proposte e dei pareri formulati dagli
enti locali e dalle diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio, nonché
dagli organismi e dalle associazioni dei genitori.
Compiti della scuola in riferimento alle finalità della Legge 107/2015
L’aggiornamento del Piano dovrà fare particolare riferimento, come di seguito descritto, ai seguenti commi
dell’art.1 della Legge 107/2015, le cui finalità dovranno trovare la necessaria coerenza con la pratica didattica ed
organizzativa già in essere nell’Istituto.
commi 1-4 (finalità della legge e compiti delle scuole):
Finalità generali dell’Istituto saranno:
- lo sviluppo e la piena attuazione dell’autonomia, della ricerca didattico educativa, della lotta alle
disuguaglianze socio-culturali per garantire il diritto allo studio e le pari opportunità nel successo formativo
(anche attraverso forme e modalità di personalizzazione dell’offerta formativa), l’educazione alla cittadinanza
attiva nell’ottica di una scuola sempre più inclusiva;
- l’attuazione di forme di flessibilità didattica, sia in orario antimeridiano che pomeridiano, in specie per
garantire la realizzazione di attività di arricchimento ed ampliamento dell’offerta formativa, sia di recupero sia
di potenziamento;
- l’organizzazione e l’amministrazione della scuola secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità;
- lo sviluppo di una rete di rapporti con gli enti, con le associazioni e con le agenzie presenti sul territorio in cui
la scuola opera ai fini di una compiuta realizzazione dell’offerta formativa ed allo scopo del migliore
perseguimento di obiettivi specifici e degli obiettivi di miglioramento; in tal senso l’attività della scuola è
rivolta ed aperta a promuovere accordi, intese, convenzioni con altre scuole, Enti, associazioni, Onlus,
osservatori, Università, ecc;
- la promozione della qualità dei processi formativi e dell’innovazione dei processi di apprendimento;
- la formazione del personale.
commi 5-7 e 14 (fabbisogno di attrezzature e infrastrutture materiali, fabbisogno dell’organico dell’autonomia,
potenziamento dell’offerta e obiettivi formativi prioritari):
Oltre alle indicazioni specifiche emergenti dall’analisi del rapporto di autovalutazione e dagli esiti delle prove di
verifica standardizzate e di istituto, si terrà conto, in rapporto alle indicazioni fornite dai commi suddetti, delle
seguenti priorità:
a. valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare alla lingua inglese e ad altre
lingue dell'Unione europea;
b. potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche;
c. potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte, nel
cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il
coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori;
d. sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione
dell'educazione interculturale e alla pace, dell’educazione alla prevenzione dei conflitti ed al rispetto delle
differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità, nonché della solidarietà e
della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri;
e. sviluppo della continuità didattica-educativa, anche attraverso progetti afferenti alle classi-ponte;
f. potenziamento delle discipline motorie e sportive, in specie in riferimento ai valori educativi che esse
veicolano sul piano individuale e sociale;
g. sviluppo di comportamenti e condotte ispirati a uno stile di vita sano, con particolare riferimento alla corretta
alimentazione ed all’educazione alla affettività;
h. sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale,
all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media;
i. potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio;
j. prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche
informatico;
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k. potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali,
attraverso percorsi individualizzati e personalizzati, e sulla scorta di una opera di sensibilizzazione delle
famiglie nell’ottica della promozione della corresponsabilità educativa, con il supporto e la collaborazione dei
servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore;
l. cura dell’integrazione scolastica relativa agli allievi diversamente abili, anche con il supporto di figure
specialistiche ed adeguamenti dei sussidi ed infrastrutture didattiche a disposizione;
m. attivazione di servizi di consulenza psicopedagogica rivolti alle famiglie, ed agli alunni stessi (sportello
ascolto, consulenza alle famiglia in tema di DSA e di integrazione scolastica);
n. alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti
di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali, i servizi
sociali, e il terzo settore, con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali;
o. definizione di un sistema di orientamento teso a promuovere la consapevolezza di sé e la capacità di
progettare il proprio futuro;
p. adesione a progetti ministeriali, o proposti dall’Ente Comune o da Enti, Associazioni, Fondazioni, ecc,
coerenti con le esigenze formative ed educative prioritarie presenti nel Piano, e/o utili per il miglioramento
delle dotazioni e degli ambienti sotto i diversi profili.
Nell’ambito delle complessive attività suddette la scuola promuoverà e valorizzerà il personale interno favorendo
lo sviluppo professionale dei singoli e dei gruppi di lavoro; nel contempo, essa intende anche avvalersi di quelle
professionalità esterne che possano offrire utili contributi specifici (psicologi, esperti in dinamiche relazionali,
esperti in didattica disciplinare e didattica per competenze, esperti in settori specifici quali il trattamento dei DSA,
consulenti, ecc).
Per ciò che concerne attrezzature, infrastrutture e materiali occorrerà tenere presente, in particolare, che:
- deve essere previsto l’incremento delle dotazioni tecnologiche e del miglioramento degli arredi nelle aule e
nei laboratori;
- deve essere incrementata la fruibilità didattica e l’utilizzo dei laboratori;
- il collegamento alla rete internet deve essere potenziato e reso più efficiente, nell’ottica di rendere più agevoli
il lavoro didattico nelle classi e le attività della segreteria scolastica;
- i sistemi di allarme della scuola devono essere migliorati ed adeguati per garantire livelli maggiori di
sicurezza e protezione.
Per quanto attiene alla cura dell’ambiente scuola ed al migliore utilizzo degli spazi, l’Istituto, come collettività di
lavoro e comunità, considera essenziale per il perseguimento del Piano triennale dell’Offerta Formativa,
l’attenzione da porre rispetto alle condizioni di tutti i locali scolastici.
In primo luogo, in quest’ottica esso è impegnata ad interloquire con l’Ente Comune, affinché siano effettuati i
necessari lavori di manutenzione, non solo al riguardo del primario aspetto della sicurezza, ma anche allo scopo di
assicurare il decoro dovuto, nonché l’igiene, di tutti gli ambienti, incluse le pertinenze scolastiche. Ciò nella
consapevolezza della stretta relazione che si pone tra condizioni del contesto scuola e degli ambienti che lo
compongono con la promozione del benessere emotivo, cognitivo e relazionale degli allievi e del personale
scolastico.
A riguardo della cura e del miglioramento dell’ambiente scuola, la scuola si impegna a rendere i singoli locali e
contesti, rispetto agli scopi dedicati, meglio fruibili e funzionali, anche sotto l’aspetto tecnico ed estetico, ed ad
accrescerne l’operatività sotto i diversi profili.
Nell’ambito delle scelte di organizzazione, le figure previste sono le seguenti:
- Responsabile per ogni plesso;
- Coordinatore dei Consiglio di Classe;
- Coordinatore di Dipartimento;
- Responsabile laboratorio informatico e lab.linguistico (CENTRALE)
- Responsabile lab. informatico (S.Lucia)
- Animatore digitale;
- Referente del settore musicale;
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- Responsabili attività sportive – GSS
- Responsabile visite guidate e viaggio d’istruzione (CENTRALE)
- Responsabile visite guidate e viaggio di istruzione (S.LUCIA)
- Responsabile Mensa Scolastica (S.LUCIA)
- Referenti per l’utilizzo didattico e la consulenza tecnica per quanto concerne le LIM;
- Referente Olimpiadi di Problem solving;
- Responsabile Gestione del sito web;
- Referente di scuola per le attività di prevenzione e contrasto al bullismo ed al cyber bullismo;
- Referente Inserimento scolastico alunni adottati;
- Responsabile lab. scientifico (SEDE CENTRALE);
- Responsabile AULA 3.0 (SEDE CENTRALE);
- Responsabile EIPASS;
- Responsabile OO.CC.
Funzioni strumentali all’attuazione del Piano, in riferimento ai seguenti ambiti:
Area 1 Gestione del piano dell’offerta formativa (piano triennale) - sostegno al lavoro docente per
l’utilizzo delle tecnologie informatiche e multimediali – cura e gestione della
documentazione educativa e didattica
Area 2 Realizzazione di progetti formativi di intesa con enti ed istituzioni esterni alla scuola
Area 3 Cura e gestione degli strumenti per l’autovalutazione e valutazione dell’offerta formativa
Area 4 Pubblicizzazione delle attività scolastiche e cura della biblioteca- mappa delle opportunità
del territorio referente per la continuità e l’orientamento
Area 5 Inclusione e integrazione- integrazione alunni stranieri, integrazione della diversità e del
disagio
Saranno, inoltre, operanti i seguenti gruppi di lavoro:
- lo Staff di direzione con funzioni di problematizzazione, indirizzo, pianificazione, ricognizione,
coordinamento e sviluppo, ricerca, controllo, documentazione e informazione.
- Il NIV con adeguata presenza di docenti appartenenti ai due plessi che compongono l’Istituto;
- Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione costituito secondo quanto previsto dalla normativa di settore.
- Team per l’innovazione digitale.
Dovrà essere prevista la continuazione del lavoro dei dipartimenti disciplinari che opereranno in coordinamento
con le figure strumentali al Piano.
In particolare i Dipartimenti, secondo un quadro di attività e modalità flessibili di organizzazione dei lavori, si
occuperanno dei seguenti aspetti tesi al miglioramento della qualità della didattica e dei processi formativi:
Analisi dei risultati di apprendimento degli allievi sulla scorta delle Prove Invalsi e delle Prove Interne al fine
di individuare le aree di conoscenze/abilità/competenze che risultino carenti sotto questo profilo e progettare
percorsi mirati tesi al recupero;
Cura della continuità verticale;
Definizione di curricoli per classi parallele nelle diverse discipline;
Raccordo tra competenze in uscita ed in entrata tra i diversi ordini di scuola a riguardo dei diversi ambiti
disciplinari;
Promozione diffusa ed integrata della didattica per competenze nella progettazione e programmazione
curricolare;
Definizione di una progettazione curriculare relativa allo sviluppo delle competenze sociali e trasversali;
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Implementazione di processi condivisi di valutazione interna delle competenze degli alunni attraverso prove
interne di verifiche intermedie e finali;
Individuazione e uso diffuso di strumenti utili per la valutazione delle competenze sia di tipo cognitivo che di
tipo sociale (rubriche valutative, questionari, obiettivi educativi condivisi di riferimento, ecc).
comma 12 (programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e amministrativo, tecnico e
ausiliario e definizione delle risorse occorrenti)
L’aggiornamento del Piano dovrà includere una rimodulazione della programmazione delle attività formative per
il personale docente ed Ata, in coerenza con i bisogni espressi dal rapporto di autovalutazione ed indicati dalla
comunità professionale dei docenti e dal personale ATA; ciò anche in rapporto alle esigenze di aggiornamento e
di innovazione organizzativa e gestionale, con particolare riferimento agli obiettivi di dematerializzazione negli
atti e nelle procedure della Pubblica Amministrazione, con definizione delle risorse occorrenti a tali scopi.
• comma 16 (educazione alle pari opportunità, prevenzione della violenza di genere):
Nell’aggiornamento del Piano dovrà essere presente esplicito riferimento all’attuazione dei principi di pari
opportunità e di prevenzione della violenza di genere e di ogni forma di discriminazione anche attraverso la
partecipazione ad iniziative e progetti.
• commi 56-59 (piano nazionale scuola digitale):
La scuola promuove, in continuità con quelle pregresse già attuate, azioni coerenti con i contenuti e le finalità
del PNSD per sviluppare e migliorare le competenze digitali di studenti, docenti e personale amministrativo;
ciò in specie attraverso la figura del docente coordinatore (“Animatore Digitale”) e delle attività del Team
Digitale.
• commi 70-72 (costituzione di reti di scuole):
La scuola promuove o aderisce ad accordi di rete finalizzati all’attuazione di progetti didattici, iniziative di
formazione, scambio e valorizzazione delle risorse professionali.
• comma 124 (formazione in servizio docenti):
Dovranno essere previste attività di formazione per i docenti in via prioritaria nelle seguenti aree tematiche:
- Inclusione e bisogni educativi speciali;
- Didattica per competenze ed innovazione metodologica;
- Utilizzo delle tecnologie digitali nella didattica e nei processi di organizzazione del lavoro;
- Promozione diffusa dell’apprendimento delle lingue straniere.
Per quanto riguarda i progetti e le attività per le quali saranno impegnati i docenti dell’organico del
potenziamento, essi saranno rivolti, in particolare, ad attuare percorsi di recupero/potenziamento degli
apprendimenti, progetti didattici specifici riferiti a singole classi o gruppi di classi, e forme di flessibilità didattica,
quali ad esempio la divisione delle singole classi per gruppi di livello al fine di attuare nelle stesse percorsi
formativi di recupero e potenziamento e/o di articolazione per interessi/attitudini delle proposte didattiche.
Si terrà conto del fatto che l’organico di potenziamento deve servire anche alla copertura delle supplenze brevi e,
quindi, si eviterà di assorbire sui progetti l’intera quota disponibile.
Per tutti i progetti caratterizzanti e le attività previsti nel Piano, dovranno essere indicati i livelli di partenza sui
quali si intende intervenire, gli obiettivi cui tendere nell’arco del periodo temporale di riferimento, gli indicatori
quantitativi e/o qualitativi utilizzati o da utilizzare per rilevarli. Gli indicatori saranno di preferenza quantitativi,
cioè espressi in grandezze misurabili.
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SCELTE DI GESTIONE ED AMMINISTRAZIONE
L’uso delle risorse finanziarie a disposizione per l’attuazione del Piano è rivolto a dare risposte, anzitutto, alle
esigenze prioritarie ed agli obiettivi più rilevanti di miglioramento, ed è, quindi, orientato ad evitare dispersione e
frammentazione delle stesse. Esso è teso a riconoscere e a valorizzare le professionalità dei docenti, del personale
ATA, e dei gruppi di lavoro, ed a promuovere la responsabilizzazione di singoli e gruppi.
L’Istituzione scolastica, articolata nella componente docente e dei servizi generali e amministrativi, è
caratterizzata da una gestione unitaria, garantita dal Dirigente Scolastico. Tutte le sue azioni, sia di tipo didattico-
educativo, che amministrativo, concorrono alla realizzazione di un’offerta formativa ampia e significativa.
La gestione e amministrazione saranno pertanto improntate ai criteri di efficienza, efficacia, economicità,
trasparenza, nonché, dei principi e criteri in materia di valutazione delle strutture e di tutto il personale delle
amministrazioni pubbliche e di azione collettiva.
L’attività negoziale, nel rispetto della normativa vigente, sarà improntata al massimo della trasparenza e della
ricerca dell’interesse primario della scuola.
Il conferimento di incarichi al personale esterno avverrà, sulla base di criteri che garantiscano il massimo della
professionalità, secondo quanto previsto dal Regolamento interno relativo e dopo aver accertato la mancanza di
personale interno dotato delle competenze richieste.
L’organizzazione amministrativa, sulla base della proposta del Direttore S.G.A. e nel rispetto di quanto previsto
nella Contrattazione Integrativa d’Istituto, dovrà prevedere orari di servizio e di lavoro che garantiscano la piena
attuazione delle attività scolastiche e l’apertura al pubblico.
Per perseguire le priorità individuate e migliorare la qualità dell’offerta formativa, l’Istituto realizza le seguenti
azioni:
• la funzionale e flessibile organizzazione del lavoro di tutte le unità di personale, sia docente che ATA;
• il costante monitoraggio dei processi e delle procedure in uso, finalizzato al miglioramento e al superamento
delle eventuali criticità;
• la valorizzazione del personale;
• la condivisione delle scelte nel rispetto delle competenze degli OO.CC., e degli spazi offerti dalla
• la Contrattazione integrativa di Istituto;
• l’ascolto costante e il lavoro per interpretare le esigenze dell’utenza;
• il reperimento di risorse economiche e strumentali adeguate per mantenere gli standard del servizio sin qui
assicurati ed implementarli anche reperendo fonti di finanziamento diverse da quelle ministeriali;
• la ricerca continua delle migliori modalità di comunicazione con le famiglie; nell’ambito di intervento delle
relazioni interne ed esterne si sottolinea la necessità di specifica comunicazione pubblica mediante strumenti,
quali: Sito istituzionale della scuola: www.cavabalzico.gov.it per rendere visibile l’offerta formativa
dell’istituto, Circolari , Comunicazioni e e-mail, Registro digitale, ecc.
Conclusioni Quanto espresso nel PTOF costituirà la motivazione per:
1. l’individuazione del fabbisogno di posti, sia di tipo comune che di sostegno;
2. la selezione delle aree di utilizzo dell’organico potenziato e l’individuazione del fabbisogno di posti ad esso
relativo;
3. l’individuazione del fabbisogno di posti per il personale Ausiliario, Tecnico e Amministrativo.
I dati relativi alle esigenze di personale, opportunamente calcolati in base alle indicazioni che verranno fornite
dall’Amm.ne, saranno contenuti all’interno del documento.
20
1.3 ATTO D’INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO
TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA EX ART.1, COMMA 14, LEGGE N.107/2015 (Prot.
0007066 – 04/05 del 6/11/2018)
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
VISTI:
- il D.P.R. n. 297/94;
- il D.P.R. n. 275/99 ed in particolare l’art. 3, come novellato dall’art. 1 comma 14 della Legge 107/2015;
- la Legge 4 AGOSTO 2009, n. 133;
- il CCNL vigente del comparto Scuola;
- l’art. 25 del D. L. 30 marzo 2001, n. 165 commi 1.2.3;
- la Legge n. 59 del 1997, che ha introdotto l’autonomia delle istituzioni scolastiche e la dirigenza scolastica;
- la Legge n. 107/2015;
- la nota MIUR. AOODPIT.REGISTRO UFFICIALE(U).0002805 dell’ 11-12-2015 avente per oggetto
“Orientamenti per l’elaborazione del Piano Triennale dell’Offerta formativa”;
- la nota MIUR MIUR.AOODPIT.REGISTRO UFFICIALE(U).0000035 del 07-01-2016 avente per oggetto
“Indicazioni ed orientamenti per la definizione del piano triennale di formazione del personale”;
- il Piano triennale dell’Offerta formativa dell’Istituto (Prot. nr. 5592/06/03 del 18/10/2016);
- il Piano triennale vigente dell’Offerta formativa dell’Istituto – Aggiornamento anno scolastico 2017-2018 (Prot.
0007149 – 04-05 del 5-12-2017);
- il D.L.vo n. 62/2017 “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed
esami di Stato, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015, n. 107”;
-il D.L.vo n. 66/2017 ”Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilita', a norma
dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107”;
- le linee guida individuate del Consiglio di Istituto per l’aggiornamento del Piano Triennale dell’Offerta
formativa nella seduta dell’organo del 12 Settembre 2017 (delibera nr 56/3);
- i verbali del Collegio dei Docenti delle sedute dei giorni 4 Settembre 2017 e 6 Settembre 2017;
- i verbali del Collegio dei Docenti delle sedute dei giorni 3 Settembre 2018 ed 8/10/2018;
- il verbale del Consiglio di Istituto della seduta del giorno 16 Ottobre 2018, in riferimento in specie al punto “
Aggiornamento del Piano Triennale vigente dell’offerta formativa”;
- il verbale del GLI della seduta del 21/09/2017;
- il verbale del GLI della seduta del 27/06/2018;
TENUTO CONTO delle proposte e delle iniziative promosse dalle diverse realtà istituzionali, culturali , sociali
ed economiche operanti nel territorio;
CONSIDERATE le iniziative promosse negli anni per l’innovazione metodologico-didattica e per il
miglioramento della qualità dei processi di insegnamento e di apprendimento e del coinvolgimento dell’intera
comunità professionale docente nella promozione di metodologie didattiche attive individualizzate e
personalizzate volte al coinvolgimento attivo dei soggetti nella costruzione delle competenze e dei saperi, ed alla
realizzazione del successo formativo di tutti gli allievi;
TENUTO CONTO
- delle indicazioni nazionali per il curricolo 2012 elaborate ai sensi dell’art. 1 comma 4 del D.P.R. 20 Marzo
2009, n.89, secondo i criteri indicati nella C.M. n.31 del 18 Aprile 2012;
- del documento INDICAZIONI NAZIONALI E NUOVI SCENARI – trasmesso con nota
MIUR.AOODGOSV.REGISTRO UFFICIALE(U).0003645.01-03-2018 - elaborato a cura dal Comitato
scientifico nazionale per l’attuazione delle Indicazioni nazionali e il miglioramento continuo dell’insegnamento di
cui al D.M. 1/8/2017, n. 537, integrato con D.M. 16/11/2017, n. 910;
- delle risultanze del processo di autovalutazione dell’istituto esplicitate nel Rapporto di Autovalutazione –
periodo 2017-2018 – pubblicato in data del 30.06.2018;
- del Piano di Formazione dei Docenti presente nel Piano Triennale vigente dell’Offerta formativa;
- degli elementi di condivisione emersi, nel corso del corrente a.s., con le diverse componenti scolastiche, nelle
sedi collegiali in ordine alla scelte organizzative e didattiche da privilegiare in base alle risultanze del Rapporto di
Autovalutazione ed ai fini del miglioramento dell’Offerta Formativa;
PRESO ATTO
- che l’art.1 della predetta legge, ai commi 12-17, prevede che:
21
1) le istituzioni scolastiche predispongono, entro il mese di ottobre dell'anno scolastico precedente il triennio di
riferimento, il piano triennale dell'offerta formativa (d’ora in poi: Piano) e che detto Piano può essere rivisto
entro il 31 Ottobre di ciascun anno scolastico;
3) che il termine su indicato del 31 Ottobre è da intendersi come termine a carattere ordinatorio;
4) il piano deve essere elaborato dal Collegio dei Docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e
delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico (L.107/2015 c. 14);
3) il piano è approvato dal Consiglio d’Istituto;
4) esso viene sottoposto alla verifica dell’USR per accertarne la compatibilità con i limiti d’organico assegnato e,
all’esito della verifica, trasmesso dal medesimo USR al MIUR;
5) una volta espletate le procedure di cui ai precedenti punti, il Piano viene pubblicato nel portale unico dei dati
della scuola;
TENUTO CONTO
- che la nota AOODGPER - Direzione Generale Personale della Scuola REGISTRO UFFICIALE Prot. n.
0041136 del 23.12.15 avente per oggetto “Indicazioni propedeutiche alla determinazione dell’organico di
potenziamento per l’anno scolastico 2016/17” indica che “il piano triennale dell' offerta formativa dovrà
sviluppare, entro il termine già indicato o comunque in tempo utile per le iscrizioni, le linee progettuali costruite,
con la partecipazione di tutte le componenti dell'istituzione scolastica, sulla base delle analisi dei bisogni
formativi”;
- che le priorità, i traguardi e gli obiettivi individuati dal rapporto di autovalutazione (RAV) e il conseguente
piano di miglioramento di cui all’art.6, comma 1, del Decreto del Presidente della Repubblica 28.3.2013 n.80
costituiscono parte integrante del Piano;
RITENUTO NECESSARIO dare indicazioni al Collegio dei Docenti per la revisione del PTOF per l’anno
scolastico 2018-2019, finalizzata all’integrazione degli obiettivi nazionali e degli obiettivi individuali
dell’Istituzione scolastica desunti dalle priorità individuate nel RAV, con gli obiettivi regionali decretati dal
Direttore Generale della Campania nella nota MIUR. MIUR.AOODRCA.REGISTRO UFFICIALE(U).0016348
del 03-08-2017, di seguito indicati:
Promuovere e monitorare la realizzazione di azioni e/o percorsi specifici che consentano il miglioramento
dei risultati nelle prove standardizzate nazionali e la riduzione della varianza tra classi;
Potenziare le competenze sociali e civiche delle studentesse e degli studenti incentivando percorsi di
educazione alla legalità anche in riferimento ai fenomeni di devianza giovanile e di bullismo;
Diminuire i fenomeni di dispersione, abbandono e frequenze a singhiozzo (FAS) anche attraverso percorsi
di innovazione didattica.
EMANA
ai sensi dell’art. 3 del DPR 275/99, così come sostituito dall’art. 1 comma 14 della legge 13.7.2015, n. 107, il
seguente
Atto di indirizzo per le attività della scuola e le scelte di gestione e di amministrazione finalizzato alla
revisione del Piano Triennale dell’Offerta formativa – Anno scolastico 2018-2019
1. Orientamenti strategici della progettazione e dell’azione didattica ed obiettivi prioritari di
riferimento
Si indicano di seguito gli orientamenti e gli indirizzi considerati più rilevanti e significativi per il miglioramento
dell’offerta formativa:
Nel definire le attività per il recupero ed il potenziamento del profitto, si terrà conto dei risultati delle
rilevazioni INVALSI, e delle risultanze del RAV – periodo di riferimento 2017-2018 - pubblicato in data
30.06.2018, ed in particolare si perseguiranno i seguenti obiettivi:
- Miglioramento degli esiti relativi agli apprendimenti e alle competenze logico-matematiche sia sotto il
profilo del recupero, che della promozione dell’eccellenza;
- Miglioramento degli esiti relativi agli apprendimenti e alle competenze in L2 - Inglese - sia sotto il
profilo del recupero, che della promozione dell’eccellenza
22
- Diminuzione del tasso di variabilità degli esiti delle prove Invalsi tra le classi terze.
- Miglioramento dei risultati in Matematica alle Prove Invalsi in specie in riferimento al nr. di allievi che si
pongono nelle fasce 1 e 2 (livelli bassi);
Miglioramento degli esiti di apprendimento del profitto degli allievi recanti BES al fine di assicurare ad
essi un sostanziale e compiuto successo formativo in tutte le discipline;
Nel caratterizzare l’offerta formativa della scuola, in riferimento alle caratteristiche socio-economiche e
culturali della comunità territoriale, la scuola si impegna, in particolare, a progettare/realizzare percorsi
formativi e progetti/iniziative che, in modo diffuso, consentano di consolidare/sviluppare/potenziare le
conoscenze e le competenze di base degli allievi per quanto concerne in specie la matematica, la lingua
madre, le scienze, le lingue straniere, l’informatica, e l’uso significativo e consapevole della rete.
In particolare, nel corso del corrente anno scolastico si darà attuazione ai Progetti di ambito PON-FSE
autorizzati all’Istituto: in riferimento all’ Avviso MIUR AOODGEFID/10862 del 16-09-2016 “Progetti
di inclusione sociale e lotta al disagio nonché per garantire l’apertura delle scuole oltre l’orario
scolastico soprattutto nella aree a rischio e in quelle periferiche” anno scolastico, si darà attuazione al
progetto Cod: 10.1.1A-FSEPON-CA2017-318 “UNA SCUOLA CHE ACCOGLIE……..” CUP
F74C17000030007; in riferimento all’Avviso MIUR AOODGEFID Prot. n. 1953 del 21/02/2017
Competenze di base -Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola,
competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014- 2020. Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo
(FSE). Obiettivo Specifico 10.2 – Miglioramento delle competenze chiave degli allievi, anche mediante il
supporto dello sviluppo delle capacità di docenti, formatori e staff.”, si darà attuazione al progetto
Codice identificativo 10.2.-2A -FSEPON-CA-2017-534 “ ALUNNI 3.0” - CUP : F77I18000010007 .
Tali progetti dovranno integrarsi sinergicamente con la progettazione di Istituto al fine di garantire i
caratteri di unitarietà della proposta formativa e permettere agli allievi di usufruire in modo significativo
ed equo della offerta formativa complessivamente intesa.
Nel promuovere l’inclusione, la scuola si propone di realizzare progetti, iniziative, attività rivolte a
sostenere e promuovere la buona partecipazione e la motivazione degli alunni recanti bisogni educativi
speciali, e tese a consentire da parte loro l’acquisizione di un bagaglio adeguato di competenze sotto i
diversi profili.
Nella direzione di lavoro suddetta, si stabiliranno intese e raccordi con enti, associazioni, esperti, e si
cureranno i rapporti con le famiglie degli allievi, anche fornendo specifici servizi a supporto, tra cui il
Servizio di Consulenza Psicopedagogica, e realizzando attività formative loro rivolte, nei limiti delle
possibilità finanziarie a disposizione.
In particolare, la scuola si impegna a garantire che la individualizzazione e personalizzazione dell’offerta
formativa sia sostenuta da un apporto corale e sinergico dei docenti all’interno dei Consigli di classe, e da
un coordinamento delle attività e degli interventi assicurato dal GLI.
Per le fasce deboli di allievi particolarmente bisognose di orientamento e di supporto in rapporto a
problematiche di svantaggio socio-culturale, la scuola attuerà progetti di tutoraggio formativo ed
educativo e di studio assistito, a cura dei docenti, od anche di esperti qualificati selezionati attraverso
procedura comparativa.
La promozione di una buona relazionalità all’interno delle classi sarà perseguita anche attraverso specifici
progetti ed iniziative rivolte a promuovere la gestione pacifica e condivisa dei conflitti, il rispetto delle
diversità, la cura e l’incentivazione della pro-socialità.
Nell’assicurare processi valutativi adeguati e coerenti, la scuola si impegna a perseguire l’obiettivo di una
valutazione ispirata a criteri di uniformità, coerenza e sistematicità, che tengano nel contempo in debito
conto le peculiarità recate da ciascun allievo.
In particolare, in riferimento al processo di valutazione degli esiti di apprendimento conseguiti al termine
del primo ciclo, la scuola intende valorizzare la capacità mostrata degli allievi di migliorare
progressivamente il loro profilo di preparazione e di profitto nel corso del percorso di studio, tenendo, in
debito conto, in specie, delle conoscenze/abilità compiutamente acquisite e delle competenze
effettivamente portate a maturazione nell’ultimo anno del corso di studio.
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Nel perseguire una organizzazione della proposta didattica coerente e significativa, la scuola si propone di
curare particolarmente gli apporti che le diverse figure e gruppi di lavoro esprimono, in una prospettiva di
integrazione sinergica dei diversi interventi ed azioni, al fine di perseguire obiettivi di miglioramento
degli assetti e del funzionamento organizzativo.
Nel perseguire le finalità educative istituzionali in ordine alla promozione delle competenze chiave e di
cittadinanza, ed in rapporto alle esigenze di miglioramento emerse dal Rapporto di Autovalutazione
rispetto a tale ambito, si terrà conto, in particolare, di articolare compiutamente il Curricolo di Istituto già
elaborato rispetto a tale materia, anche con la dovuta attenzione agli aspetti valutativi.
Saranno realizzati, in questa prospettiva, percorsi formativi in riferimento al seguente quadro delle
Educazioni, con le connesse indicate finalità, anche attraverso rapporti strutturati e sinergie con enti,
esperti, associazioni ed Istituzioni.
AMBITI FINALITA’
Educazione Alimentare Acquisire un corretto comportamento alimentare e un sano
stile di vita per prevenire il sovrappeso e le sue conseguenze
sulla salute e l’insorgere dei disturbi alimentari
Educazione Posturale
Acquisire corrette conoscenze ed abitudini, e regole di
comportamento in merito, anche consapevolizzando il valore
preventivo dell’attività fisica e nello specifico della
ginnastica posturale
Educazione alla Igiene Orale e Dentale
Acquisire corrette conoscenze ed abitudini, e regole di
comportamento in merito
Educazione alla salute sotto l’aspetto della
prevenzione del tabagismo e dell’uso delle
droghe
Acquisire informazioni e conoscenze specifiche sui danni del
tabagismo e dell’uso delle droghe e strutturare
consapevolezze in merito anche in riferimento ai propri
vissuti emotivi, psicologici, relazionali, ed alle proprie
esperienze di vita
Educazione alla conoscenza del territorio e del
patrimonio culturale locale
Acquisire conoscenza diretta ed esperienza, e capacità di
inquadramento del territorio locale sotto l’aspetto geografico,
socio-economico, storico-culturale, e delle risorse
architettoniche ivi presenti
Educazione al rispetto ed alla tutela
dell’ambiente
Promuovere atteggiamenti e comportamenti consapevoli in
ordine alla cura dell’ambiente in rapporto al principio di
sostenibilità
Educazione alla Legalità
Favorire un’idonea crescita socio-culturale dei ragazzi nella
piena e naturale consapevolezza dei diritti e doveri rispetto
alle norme, alle leggi, alle Istituzioni e alla Comunità
Educazione alla Cittadinanza Promuovere negli alunni l’esercizio dei diritti di cittadinanza
attraverso l’acquisizione della consapevolezza di sé e degli
altri, la maturazione di competenze progettuali e
l’acquisizione di conoscenze/abilità relative alle Istituzioni, al
loro funzionamento, ed alle regole fondamentali della
partecipazione alla vita sociale, civile e politica
Educazione Stradale Promuovere conoscenze e capacità di riflessione in ordine ai
pericoli di una mobilità non accorta e consapevole
Educazione alla affettività ed alla sessualità
Promuovere un armonico sviluppo della personalità e la
maturazione di consapevolezze in campo affettivo e sessuale
Educazione alla pace ed alla prosocialità
Promuovere atteggiamenti ed una disposizione alla gestione
pacifica dei conflitti ed al prendersi cura, al condividere, ed al
cooperare, al sentirsi solidali.
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Educazione alle pari opportunità ed alla
prevenzione della violenza di genere e dei
comportamenti /atteggiamenti sessisti e
omofobici
Promuovere una cultura del rispetto della donna sia sul piano
sociale che nei rapporti interpersonali.
Educazione al pensiero computazionale
Promuovere tra gli allievi competenze specifiche rispetto al
linguaggio ed al pensiero computazionale.
Educazione alla Cittadinanza Digitale
Promuovere una conoscenza tra gli allievi rispetto alle
potenzialità/limiti dell’esercizio della cittadinanza digitale e
dei diritti e doveri connessi.
Prevenzione dei rischi rispetto alla navigazione
in rete e del Cyberbullismo
Favorire un approccio consapevole all’uso delle tecnologie in
ordine al potenziale comunicativo ed ai rischi che esse
presentano
Educazione in ordine alle diverse
problematiche inerenti alla violazione dei diritti
dei minori (riferimenti alla Dichiarazione dei
diritti del fanciullo), al tema della violenza sui
minori, della malnutrizione e delle malattie
dovute alle cattive condizione
socioeconomiche, al tema del lavoro minorile
Promuovere sensibilizzazione e consapevolezza rispetto al
tema dei diritti umani riferiti in specie ai minori, anche in
rapporto alle problematiche della povertà, del sottosviluppo
economico e degli squilibri economici
Educazione alla mondialità ed alla
globalizzazione, in specie sotto il profilo della
conoscenza degli squilibri socio-economici e
della condizioni di vita dei paesi poveri, in
particolare dei continenti dell’Africa e
dell’Asia
Promuovere una conoscenza consapevole di realtà lontane
attraverso approfondimenti specifici storico sociali culturali
rispetto a singoli aree e paesi per favorire una
sensibilizzazione e presa di coscienza della complessità, delle
contraddizioni, della interdipendenze e delle condizioni di
vita di sofferenza in cui versa gran parte della popolazione
mondiale
Educazione all’interculturalità ed al fenomeno
della immigrazione
Promuovere una conoscenza dei temi della interculturalità e
della loro rilevanza nel contesto attuale, con particolare
riferimento alla problematica dei fenomeni migratori
In particolare, fermo restando la trasversalità dei suddetti ambiti tematici rispetto al complessivo curricolo di
Istituto, la scuola intende, anche al fine di promuovere il coordinamento didattico, realizzare un coinvolgimento
per anno di corso della intera popolazione scolastica in rapporto ad alcuni dei suddetti ambiti al fine di
valorizzarli in modo diffuso, esteso, significativo, anche nella prospettiva di rendere maggiormente caratterizzata,
riconoscibile ed apprezzata dall’utenza l’offerta formativa di Istituto. Ciò anche attraverso una cura finalizzata del
rapporto con enti associazioni ed, in generale, le risorse del territorio, nonché tramite la partecipazione della
scuola a concorsi, eventi, manifestazioni, iniziative.
Da questo punto di vista, a partire dall’anno scolastico corrente 2018-2019, saranno realizzati:
- in tutte le classi prime percorsi formativi ed educativi in tema di Educazione Stradale ed Educazione al
pensiero computazionale;
- in tutte le classi seconde percorsi formativi ed educativi in tema di Educazione Alimentare ed in tema di
Educazione alla Cittadinanza;
- in tutte le classi terze percorsi strutturati ed integrati di Orientamento, nonchè di Educazione alla alla
salute sotto l’aspetto della prevenzione del tabagismo e dell’uso delle droghe.
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Tali percorsi saranno, inoltre, particolarmente progettati e realizzati anche al fine dell’uso diffuso nelle classi di
strumenti di osservazione/valutazione dei processi acquisitivi delle competenze chiave da parte dei discenti, e
collegati allo svolgimento di compiti di realtà.
Nella implementazione del Piano, la scuola si impegna a tener conto delle proposte e dei pareri formulati
dagli enti locali e dalle diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio,
nonché dagli organismi e dalle associazioni dei genitori.
2. Compiti della scuola in riferimento alle finalità della Legge 107/2015
L’aggiornamento del Piano dovrà fare particolare riferimento, come di seguito descritto, ai seguenti commi
dell’art.1 della Legge 107/2015, le cui finalità dovranno trovare la necessaria coerenza con la pratica didattica ed
organizzativa già in essere nell’Istituto.
commi 1-4 (finalità della legge e compiti delle scuole):
Finalità generali dell’Istituto saranno:
- lo sviluppo e la piena attuazione dell’autonomia, della ricerca didattico educativa, della lotta alle disuguaglianze
socio-culturali per garantire il diritto allo studio e le pari opportunità nel successo formativo (anche attraverso
forme e modalità di personalizzazione dell’offerta formativa), l’educazione alla cittadinanza attiva nell’ottica di
una scuola sempre più inclusiva;
- l’attuazione di forme di flessibilità didattica, sia in orario antimeridiano che pomeridiano, in specie per garantire
la realizzazione di attività di arricchimento ed ampliamento dell’offerta formativa, sia di recupero sia di
potenziamento;
- l’organizzazione e l’amministrazione della scuola secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità;
- lo sviluppo di una rete di rapporti con gli enti, con le associazioni e con le agenzie presenti sul territorio in cui la
scuola opera ai fini di una compiuta realizzazione dell’offerta formativa ed allo scopo del migliore
perseguimento di obiettivi specifici e degli obiettivi di miglioramento; in tal senso l’attività della scuola è rivolta
ed aperta a promuovere accordi, intese, convenzioni con altre scuole, Enti, associazioni, Onlus , osservatori,
Università, ecc;
- la promozione della qualità dei processi formativi e dell’innovazione dei processi di apprendimento;
- la formazione del personale.
commi 5-7 e 14 (fabbisogno di attrezzature e infrastrutture materiali, fabbisogno dell’organico dell’autonomia,
potenziamento dell’offerta e obiettivi formativi prioritari):
Oltre alle indicazioni specifiche emergenti dall’analisi del rapporto di autovalutazione e dagli esiti delle prove di
verifica standardizzate e di istituto, si terrà conto, in rapporto alle indicazioni fornite dai commi suddetti, delle
seguenti priorità:
a) valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare alla lingua inglese e ad altre
lingue dell'Unione europea;
b) potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche;
c) potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte, nel
cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il
coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori;
d) sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione
dell'educazione interculturale e alla pace, dell’educazione alla prevenzione dei conflitti ed al rispetto delle
differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità, nonché della solidarietà e della
cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri;
e) sviluppo della continuità didattica-educativa, anche attraverso progetti afferenti alle classi-ponte;
f) potenziamento delle discipline motorie e sportive, in specie in riferimento ai valori educativi che esse
veicolano sul piano individuale e sociale;
g) sviluppo di comportamenti e condotte ispirati a uno stile di vita sano, con particolare riferimento alla corretta
alimentazione ed all’educazione alla affettività;
h) sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale,
all'utilizzo critico e consapevole dei socialnetwork e dei media;
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i) potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio;
l) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche
informatico;
m) potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali,
attraverso percorsi individualizzati e personalizzati, e sulla scorta di una opera di sensibilizzazione delle famiglie
nell’ottica della promozione della corresponsabilità educativa, con il supporto e la collaborazione dei servizi
socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore;
n) cura dell’integrazione scolastica relativa agli allievi diversamente abili, anche con il supporto di figure
specialistiche ed adeguamenti dei sussidi ed infrastrutture didattiche a disposizione;
o) attivazione di servizi di consulenza psicopedagogica rivolti alle famiglie, ed agli alunni stessi (sportello
ascolto, consulenza alle famiglia in tema di DSA e di integrazione scolastica);
p) alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti
di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali, i servizi sociali,
e il terzo settore, con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali;
q) definizione di un sistema di orientamento teso a promuovere la consapevolezza di sé e la capacità di progettare
il proprio futuro;
r ) adesione a progetti ministeriali, o proposti dall’Ente Comune o da Enti, Associazioni,Fondazioni, ecc, coerenti
con le esigenze formative ed educative prioritarie presenti nel Piano, e/o utili per il miglioramento delle dotazioni
e degli ambienti sotto i diversi profili.
Nell’ambito delle complessive attività suddette la scuola promuoverà e valorizzerà il personale interno favorendo
lo sviluppo professionale dei singoli e dei gruppi di lavoro; nel contempo, essa intende anche avvalersi di quelle
professionalità esterne che possano offrire utili contributi specifici (psicologi, esperti in dinamiche relazionali,
esperti in didattica disciplinare e didattica per competenze, esperti in settori specifici quali il trattamento dei DSA,
consulenti, ecc).
Per ciò che concerne attrezzature, infrastrutture e materiali occorrerà tenere presente, in particolare, che:
- deve essere previsto l’incremento delle dotazioni tecnologiche e del miglioramento degli arredi nella aule
e nei laboratori;
- deve essere incrementata la fruibilità didattica e l’utilizzo dei laboratori;
- il collegamento alla rete internet deve essere potenziato e reso più efficiente, nell’ottica di rendere più
agevoli il lavoro didattico nelle classi e le attività della segreteria scolastica;
- i sistemi di allarme della scuola devono essere migliorati ed adeguati per garantire livelli maggiori di
sicurezza e protezione.
-
Per quanto attiene alla cura dell’ambiente scuola ed al migliore utilizzo degli spazi, l’Istituto, come collettività di
lavoro e comunità, considera essenziale per il perseguimento del Piano triennale dell’Offerta Formativa,
l’attenzione da porre rispetto alle condizioni di tutti i locali scolastici.
In primo luogo, in quest’ottica esso è impegnata ad interloquire con l’Ente Comune, affinché siano effettuati i
necessari lavori di manutenzione, non solo al riguardo del primario aspetto della sicurezza, ma anche allo scopo
di assicurare il decoro dovuto, nonché l’igiene, di tutti gli ambienti, incluse le pertinenze scolastiche. Ciò nella
consapevolezza della stretta relazione che si pone tra condizioni del contesto scuola e degli ambienti che lo
compongono con la promozione del benessere emotivo, cognitivo e relazionale degli allievi e del personale
scolastico.
A riguardo della cura e del miglioramento dell’ambiente scuola, la scuola si impegna a rendere i singoli locali e
contesti, rispetto agli scopi dedicati, meglio fruibili e funzionali, anche sotto l’aspetto tecnico ed estetico, ed ad
accrescerne l’operatività sotto i diversi profili.
Nell’ambito delle scelte di organizzazione, le figure previste sono le seguenti:
- Responsabile per ogni plesso;
- Coordinatore dei Consiglio di Classe;
- Coordinatore di Dipartimento;
- Responsabile laboratorio informatico e lab.linguistico (CENTRALE)
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- Responsabile lab. informatico (S.Lucia)
- Animatore digitale;
- Referente del settore musicale;
- Responsabile del Laboratorio Musicale;
- Responsabili attività sportive – GSS;
- Responsabile visite guidate e viaggio d’istruzione (CENTRALE);
- Responsabile visite guidate e viaggio di istruzione (S.LUCIA);
- Responsabile Mensa Scolastica (S.LUCIA);
- Referenti per l’ utilizzo didattico e la consulenza tecnica per quanto concerne le LIM;
- Responsabile Gestione del sito web;
- Responsabile della biblioteca scolastica – sede centrale;
- Referente di scuola per le attività di prevenzione e contrasto al bullismo ed al cyber bullismo;
- Referente Inserimento scolastico alunni adottati;
- Responsabile lab. scientifico (SEDE CENTRALE);
- Responsabile AULA 3.0 (SEDE CENTRALE);
- Responsabile EIPASS;
- Responsabile OO.CC.
- Referenti per le manifestazioni di Istituto.
Funzioni strumentali all’attuazione del Piano, in riferimento ai seguenti ambiti/compiti-funzioni:
Gestione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa
Collaborazione per il Coordinamento e la gestione del PIANO TRIENNALE OFFERTA FORMATIVA;
Cura e gestione della progettazione formativa ed educativa curriculare ed extracurricolare e della relativa
documentazione, con particolare riferimento alla organizzazione ed alla verifica del buon andamento dei
progetti per il recupero degli apprendimenti;
Organizzazione di incontri con le famiglie e con i portatori di interesse per la elaborazione e la promozione
dell’offerta formativa;
Revisione, aggiornamento e stesura della mappa delle opportunità formative del territorio
Cura della documentazione didattico-educativa ed inserimento della stessa in un’area dedicata sul sito della
scuola;
Coordinamento attività ed iniziative coerenti con il Piano Nazionale per la scuola digitale;
Collaborazione alla predisposizione del Piano Annuale di formazione docenti; Progettazione di attività
formative rivolte ai docenti e collaborazione alla gestione organizzativa delle stesse;
Attività di supporto e consulenza ai docenti per la corretta compilazione del Registro elettronico;
Attività di accoglienza rivolta ai docenti neo-assunti.
Rapporti con Enti ed Istituzioni esterni
Promozione di Accordi, Intese, Convenzioni con Enti ed Istituzioni esterne coerenti con le finalità e gli
obiettivi del Piano Triennale dell’Offerta formativa, ed in particolar modo rivolti alla promozione delle
competenze civiche e di cittadinanza presso la popolazione scolastica;
Coordinamento e cura organizzative delle azioni della scuola inserite nel Piano Triennale inerente ad
attività formative rivolte agli alunni svolti in intesa con Enti ed Istituzioni esterni;
Proposte di adesione e Gestione in fase attuativa in ordine a Progetti Ministeriali coerenti con le finalità e
gli obiettivi del Piano Triennale dell’Offerta Formativa;
Attività di supporto organizzativo e didattico inerente ai progetti didattico-formativi svolti in collaborazione
con Enti Certificatori in ambito linguistico;
Progettazione/organizzazione per Vacanze Studio e Soggiorni linguistici all’estero;
Cura e gestione degli strumenti per l’autovalutazione e la valutazione dell’offerta formativa
Coordinamento attività di valutazione ed autovalutazione di Istituto;
Coordinamento e gestione operativa attività inerenti alle prove Invalsi;
Analisi risultati scolastici ed esiti prove Invalsi per ricercare punti di forza e di debolezza;
Analisi risultati delle prove di ingresso degli allievi provenienti dalla scuola primaria;
Monitoraggio ed analisi esiti formativi alunni in uscita dal percorso scolastico;
Attività di rilevazione dei fabbisogni formativi presenti relativamente alle esigenze di recupero degli
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apprendimento e delle competenze;
Monitoraggio esiti formativi conseguiti dagli allievi a seguito della partecipazione ai progetti di Istituto;
Attività di rilevazione/individuazione delle carenze di apprendimento degli allievi in italiano matematica e
L2 al fine della predisposizione di percorsi formativi coerenti tesi al recupero degli apprendimenti;
Rilevazione delle aspettative dell’utenza rispetto al servizio scolastico;
Attività di autovalutazione di Istituto inerenti al gradimento da parte dell’utenza (genitori, alunni) del
servizio scolastico rispetto agli aspetti di funzionamento e didattici;
Attività di autovalutazione di Istituto rivolte al personale docente e Ata;
Continuità didattica educativa ed Orientamento
Coordinamento e gestione operativa delle attività di continuità con le scuole primarie e secondarie al fine
della elaborazione di un curricolo in verticale;
Elaborazione di proposte e gestione di progetti in tema di continuità didattica;
Rapporti con i Circoli Didattici e con gli Istituti Superiori per la realizzazione di attività didattiche in tema
di continuità
Coordinamento e gestione operativa delle attività di orientamento degli allievi al fine di promuovere presso
la popolazione scolastica le competenze civiche e di cittadinanza;
Sostegno al lavoro dei docenti e promozione della innovazione didattica
Predisposizione di proposte curriculari, materiali didattici e strumenti in tema di Didattica per competenze;
Definizione di strumenti per l’osservazione e la valutazione a riguardo delle competenze sociali, civiche e
di cittadinanza:
Promozione di attività formative rivolte ai docenti sui temi e le pratiche della innovazione didattico-
metodologica;
Predisposizione di sitografie utili da mettere a disposizione dei docenti rivolte alla promozione della
innovazione didattica-metodologica;
Coordinamento didattico relativamente ai progetti per il recupero degli apprendimenti;
Predisposizione di proposte curriculari, materiali didattici e strumenti utili per favorire le attività didattiche
a carattere inclusivo.
Attività di supporto e consulenza ai docenti per la corretta compilazione del Registro elettronico;
Inclusione e integrazione- Integrazione alunni stranieri, presa in carico della diversità e del disagio
Progettazione e coordinamento anche sul piano operativo di progetti specifici di orientamento, accoglienza,
tutoraggio ed integrazione rivolti agli alunni diversamente abili, agli alunni BES ed agli studenti stranieri,
ed ai genitori di alunni con bisogni inclusivi, anche attraverso la promozione di intese accordi e
convenzioni con Associazioni ed Enti;
Attività di monitoraggio e di valutazione degli interventi ed azioni attuate dalla scuola in tema di
inclusività;
Cura della continuità educativa fra i differenti ordini di scuola per l’inclusione e l’integrazione;
Predisposizione di proposte curriculari, materiali didattici e strumenti utili per favorire le attività didattiche
a carattere inclusivo
Collaborazione alla organizzazione e Coordinamento e verifica delle attività del GLI e dei GLHO; cura
delle relazioni e raccordi tra le attività del GLI e gli OO.CC (Consigli di classe e Collegio dei Docenti);
Rapporti con l’ASL e con l’Ente Locale in ordine agli interventi di Integrazione Scolastica ;
Saranno, inoltre, operanti i seguenti gruppi di lavoro:
- lo Staff di direzione con funzioni di problematizzazione, indirizzo, pianificazione, ricognizione,
coordinamento e sviluppo, ricerca, controllo, documentazione e informazione;
- Il NIV con adeguata presenza di docenti appartenenti ai due plessi che compongono l’Istituto;
- Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione costituito secondo quanto previsto dalla normativa di settore.
- Il Team per l’innovazione digitale.
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Nel corso del corrente anno, la scuola sarà impegnata in specie a valorizzare i raccordi e le integrazioni sinergiche
degli apporti provenienti dai diversi gruppi di lavoro e dalle figure in essi coinvolte, nell’ottica del miglioramento
degli assetti e del funzionamento organizzativo.
Dovrà essere prevista la continuazione del lavoro dei dipartimenti disciplinari che opereranno in coordinamento
con le figure strumentali al Piano.
In particolare i Dipartimenti, secondo un quadro di attività e modalità flessibili di organizzazione dei lavori, si
occuperanno dei seguenti aspetti tesi al miglioramento della qualità della didattica e dei processi formativi:
Analisi dei risultati di apprendimento degli allievi sulla scorta delle Prove Invalsi e delle Prove Interne al
fine di individuare le aree di conoscenze/abilità/competenze che risultino carenti sotto questo profilo e
progettare percorsi mirati tesi al recupero;
Cura della continuità verticale;
Definizione di curricoli per classi parallele nelle diverse discipline;
Raccordo tra competenze in uscita ed in entrata tra i diversi ordini di scuola a riguardo dei diversi ambiti
disciplinari;
Promozione diffusa ed integrata della didattica per competenze nella progettazione e programmazione
curricolare;
Definizione di una progettazione curriculare relativa allo sviluppo delle competenze sociali e trasversali;
Implementazione di processi condivisi di valutazione interna delle competenze degli alunni attraverso
prove interne di verifiche intermedie e finali;
Individuazione e uso diffuso di strumenti utili per la valutazione delle competenze sia di tipo cognitivo
che di tipo sociale (rubriche valutative, questionari, obiettivi educativi condivisi di riferimento, ecc).
Per ogni Dipartimento sarà individuato un docente responsabile Capo-Dipartimento.
comma 12 (programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e amministrativo,
tecnico e ausiliario e definizione delle risorse occorrenti)
L’aggiornamento del Piano dovrà includere una rimodulazione della programmazione delle attività formative per
il personale docente ed Ata, in coerenza con i bisogni espressi dal rapporto di autovalutazione ed indicati dalla
comunità professionale dei docenti e dal personale ATA; ciò anche in rapporto alle esigenze di aggiornamento e
di innovazione organizzativa e gestionale, con particolare riferimento agli obiettivi di dematerializzazione negli
atti e nelle procedure della Pubblica Amministrazione, con definizione delle risorse occorrenti a tali scopi.
comma 16 (educazione alle pari opportunità, prevenzione della violenza di genere):
Nell’aggiornamento del Piano dovrà essere presente esplicito riferimento all’attuazione dei principi di pari
opportunità e di prevenzione della violenza di genere e di ogni forma di discriminazione anche attraverso la
partecipazione ad iniziative e progetti.
commi 56-59 (piano nazionale scuola digitale):
La scuola promuove, in continuità con quelle pregresse già attuate, azioni coerenti con i contenuti e le finalità del
PNSD per sviluppare e migliorare le competenze digitali di studenti, docenti e personale amministrativo; ciò in
specie attraverso la figura del docente coordinatore (“Animatore Digitale”) e delle attività del Team Digitale.
commi 70-72 (costituzione di reti di scuole):
La scuola promuove o aderisce ad accordi di rete finalizzati all’attuazione di progetti didattici, iniziative di
formazione, scambio e valorizzazione delle risorse professionali.
comma 124 (formazione in servizio docenti):
Dovranno essere previste attività di formazione per i docenti in via prioritaria nelle seguenti aree tematiche:
- Inclusione e bisogni educativi speciali;
- Didattica per competenze ed innovazione metodologica;
- Utilizzo delle tecnologie digitali nella didattica e nei processi di organizzazione del lavoro;
- Promozione diffusa dell’apprendimento delle lingue straniere.
Per quanto riguarda i progetti e le attività per le quali saranno impegnati i docenti dell’organico del
potenziamento, essi saranno rivolti, in particolare, ad attuare percorsi di recupero/potenziamento degli
apprendimenti, progetti didattici specifici riferiti a singole classi o gruppi di classi, progetti di approfondimento
della proposta curriculare, e forme di flessibilità didattica, quali ad esempio la divisione delle singole classi per
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gruppi di livello al fine di attuare nelle stesse percorsi formativi di recupero e potenziamento e/o di articolazione
per interessi/attitudini delle proposte didattiche.
Si terrà conto del fatto che l’organico di potenziamento deve servire anche alla copertura delle supplenze brevi e,
quindi, si eviterà di assorbire sui progetti l’intera quota disponibile.
Per tutti i progetti caratterizzanti e le attività previsti nel Piano, dovranno essere indicati i livelli di partenza sui
quali si intende intervenire, gli obiettivi cui tendere nell’arco del periodo temporale di riferimento, gli indicatori
quantitativi e/o qualitativi utilizzati o da utilizzare per rilevarli. Gli indicatori saranno di preferenza quantitativi,
cioè espressi in grandezze misurabili.
3. SCELTE DI GESTIONE ED AMMINISTRAZIONE
L’uso delle risorse finanziarie a disposizione per l’attuazione del Piano è rivolto a dare risposte, anzitutto, alle
esigenze prioritarie ed agli obiettivi più rilevanti di miglioramento, ed è, quindi, orientato ad evitare dispersione e
frammentazione delle stesse. Esso è teso a riconoscere e a valorizzare le professionalità dei docenti, del personale
ATA, e dei gruppi di lavoro, ed a promuovere la responsabilizzazione di singoli e gruppi.
L’Istituzione scolastica, articolata nella componente docente e dei servizi generali e amministrativi, è
caratterizzata da una gestione unitaria, garantita dal Dirigente Scolastico. Tutte le sue azioni, sia di tipo didattico-
educativo, che amministrativo, concorrono alla realizzazione di un’offerta formativa ampia e significativa.
La gestione e amministrazione saranno pertanto improntate ai criteri di efficienza, efficacia, economicità,
trasparenza, nonché, dei principi e criteri in materia di valutazione delle strutture e di tutto il personale delle
amministrazioni pubbliche e di azione collettiva.
L’attività negoziale, nel rispetto della normativa vigente, sarà improntata al massimo della trasparenza e della
ricerca dell’interesse primario della scuola.
Il conferimento di incarichi al personale esterno avverrà, sulla base di criteri che garantiscano il massimo della
professionalità, secondo quanto previsto dal Regolamento interno relativo e dopo aver accertato la mancanza di
personale interno dotato delle competenze richieste.
L’organizzazione amministrativa, sulla base della proposta del Direttore S.G.A. e nel rispetto di quanto previsto
nella Contrattazione Integrativa d’Istituto, dovrà prevedere orari di servizio e di lavoro che garantiscano la piena
attuazione delle attività scolastiche e l’apertura al pubblico.
Per perseguire le priorità individuate e migliorare la qualità dell’offerta formativa, l’Istituto realizza le seguenti
azioni:
• la funzionale e flessibile organizzazione del lavoro di tutte le unità di personale, sia docente che ATA;
• il costante monitoraggio dei processi e delle procedure in uso, finalizzato al miglioramento e al
superamento delle eventuali criticità;
• la valorizzazione del personale;
• la condivisione delle scelte nel rispetto delle competenze degli OO.CC., e degli spazi offerti dalla
Contrattazione integrativa di Istituto;
• l’ascolto costante e il lavoro per interpretare le esigenze dell’utenza;
• il reperimento di risorse economiche e strumentali adeguate per mantenere gli standard del servizio sin qui
assicurati ed implementarli anche reperendo fonti di finanziamento diverse da quelle ministeriali;
• la ricerca continua delle migliori modalità di comunicazione con le famiglie; nell’ambito di intervento delle
relazioni interne ed esterne si sottolinea la necessità di specifica comunicazione pubblica mediante strumenti,
quali: Sito istituzionale della scuola: www.cavabalzico.gov.it per rendere visibile l’offerta formativa dell’istituto,
Circolari , Comunicazioni e e-mail, Registro digitale, ecc.
Conclusioni Quanto espresso nel PTOF, come aggiornato per l’anno scolastico 2018-2019. costituirà la motivazione per:
1 l’individuazione del fabbisogno di posti, sia di tipo comune che di sostegno;
2 la selezione delle aree di utilizzo dell’organico potenziato e l’individuazione del fabbisogno di posti ad esso
relativo;
3 l’individuazione del fabbisogno di posti per il personale Ausiliario, Tecnico e Amministrativo.
I dati relativi alle esigenze di personale, opportunamente calcolati in base alle indicazioni che verranno fornite
dall’Amm.ne, saranno contenuti all’interno del documento.
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CAPITOLO 2. PRESENTAZIONE DELL’ISTITUTO
2.1. GLI EDIFICI E LE INFRASTRUTTURE
Questa scuola secondaria di 1° grado porta il nome dell’illustre scultore cavese Alfonso Balzico (1825-1901), di
modesta famiglia, grazie ad un sussidio del Comune poté accedere all’Accademia delle Belle Arti di Napoli.
Fu scultore di Casa Savoia e nel 1900 fu premiato a Parigi per la scultura dedicata a Cleopatra. Nel 1907, alla
presenza della regina Margherita, si inaugurò a Roma il Museo Balzico. Nel 1913 l’amministrazione metelliana
decise di intitolare allo scultore la nostra scuola, già esistente come Scuola Tecnica e divenuta nel 1962 Scuola
media inferiore.
La scuola “A. Balzico” opera in Cava de’ Tirreni, in uno dei quartieri moderni della città, più vicini al centro
storico, essa svolge la sua attività formativa ed educativa da quasi cent’anni, vantando la formazione di “illustri
cavesi”. Attualmente occupa un’area di circa 6000 mq, recintata, con vari spazi verdi attrezzati.
La sede di S. Lucia è stata fusa alla “A. Balzico”, dal 1° Settembre 2000, in seguito al nuovo ridimensionamento
della rete scolastica. Essa è situata al centro della frazione omonima e consta di un edificio prefabbricato pesante,
dislocato su due livelli.
L'edificio scolastico della Sede Centrale, sito in Viale Marconi 38, risulta adeguato alle esigenze didattiche, grazie
ad interventi strutturali di ammodernamento ad opera di un’amministrazione comunale attenta alla cultura e alla
formazione.
La sede centrale comprende:
Ufficio del Dirigente scolastico Ufficio dei collaboratori del D. S
Ufficio del Dirigente amministrativo Uffici di segreteria
Aule Sala docenti
Laboratorio linguistico-multimediale Laboratorio musicale
Laboratorio informatico Laboratorio scientifico
Laboratorio tecnico-artistico Biblioteca alunni
Laboratorio per alunni diversamente abili Videoteca
Sala medica
Spazio esterno per pallavolo e/o pallacanestro
Cortile esterno Palestra coperta
La Sede di S. Lucia dispone dei seguenti spazi:
Ufficio del fiduciario Sala docenti
Aule Laboratorio multimediale
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Laboratorio musicale Laboratorio tecnico-artistico
Laboratorio linguistico polivalente Teatro
Palestra coperta e Palestra scoperta Videoteca
La scuola dispone dei seguenti sussidi:
Apparecchi televisivi Lettore DVD Computer
multimediali Postazioni Internet
Scanner
Stampanti
Fotocamera
digitale
16 LIM fisse
1 LIM portatile
Proiettore per
diapositive Videoproiettore Registratore Videoregistratore
Computer
portatile con
masterizzatore
Pianoforte a coda e verticale,
strumenti musicali
Casse acustiche e
microfoni
Fotocopiatrici
Software: Software didattico multimediale, Software gestionale amministrativo, Software per alunni
diversamente abili
2.2 LE RISORSE PROFESSIONALI (al 1 Sett.2018)
DOCENTI N°
Italiano 23
Matematica 14
Inglese 7
Francese 5
Arte 6
Musica 5
Tecnologia 5
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Scienze motorie 5
Religione 3
Strumento musicale 4 Clarinetto, Chitarra, Pianaforte, Violino
Sostegno 16
Potenziamento
- 1 Docente di Lettere; 1 Docente di
Lingua Inglese; 1 Docente di Scienze
Motorie
3
ATA N°
Direttore dei servizi
amministrativi
1
Assistenti amministrativi 5
Collaboratori scolastici 12
2.3. LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO SCUOLA
2.3. LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO SCUOLA
I giorni di scuola obbligatori annuali previsti dalla normativa vigente sono almeno 200. Il calendario scolastico
prevede l’erogazione del servizio scolastico al mattino. Il tempo scuola è strutturato in due quadrimestri, con
relative valutazioni delle discipline e della condotta, ed è suddiviso in Normale (T.N.), Prolungato (T.P.) ed un
corso di strumento musicale.
Nel tempo Normale: la settimana scolastica ha inizio il lunedì e termina il sabato.
L’attività didattica nella sede centrale inizia alle ore 8.00 e termina alle 13.00; nella sede di S. Lucia inizia alle ore
8.00 e termina alle 13.00.
Alla sede centrale frequentano le lezioni gli alunni delle sezioni A-B-C-D-E-F-G-H–I-L-P. Alla sede di Santa
Lucia frequentano le lezioni gli alunni delle sezioni–M-N-O. La classe 3M della sede di S. Lucia nell’anno
scolastico 2018/19 è a T.P.
Le ore didattiche hanno la durata di 60 minuti.
Il corso G, ad indirizzo musicale, si articola in 30 ore di lezioni curriculari più 2 ore di rientro settimanale
pomeridiano per l’attività strumentale.
Il Tempo Prolungato per la sede di S. Lucia (classe 3M) si articola in 36 ore settimanale con attività pomeridiane:
- Martedì, dalle 14.00 alle 16.00 h. 2 d’Italiano curriculare
- Venerdì dalle 14.00 alle16.00 h.2 compresenza Italiano/matematica
- Dalle ore 13:00 alle ore 14:00 del martedì e del venerdì è previsto l’intervallo mensa.
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QUADRI ORARI DELLE DIVERSE SEZIONI
Materie
Corsi
A-B-C-D-E-F-G-
H–I-L-N-O
2P - 3P – 1 M- 2M
Corso G Classe
3aM
Italiano/Stor./Geog. 9 9 15
Matematica 4 4 9
Scienze 2 2
Inglese 3 3 3
Francese 2 2 2
Tecnologia 2 2 2
Arte/Immagine 2 2 2
Scienze Motorie 2 2 2
Religione 1 1 1
Approfondimento materie
letterarie 1 1 /
Strumento Musicale / 2 /
Corso ad indirizzo musicale
Il corso ad indirizzo musicale offre la possibilità agli studenti di avviarsi alla pratica strumentale. Esso è articolato
sullo studio di quattro strumenti: chitarra, clarinetto, violino, pianoforte.
Gli alunni frequentanti il corso ad indirizzo musicale sono inseriti nel corso G della sede centrale e svolgono l'ora
di strumento musicale in prosecuzione dell'orario mattutino secondo le indicazioni dei loro docenti. L'ammissione
al corso avviene attraverso una prova orientativo - attitudinale, atta a valutare la predisposizione dei candidati allo
studio dello strumento musicale; l'insegnamento della disciplina strumentale è affidato a docenti specializzati.
Al termine del triennio viene rilasciato un attestato di frequenza al corso ad indirizzo musicale e in sede di esame
di stato - primo ciclo, è prevista una prova pratica di strumento.
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CAPITOLO 3. IL TERRITORIO E L’ANALISI DEI BISOGNI FORMATIVI EDUCATIVI
3.1. LE RISORSE PRESENTI SUL TERRITORIO
Cava de’ Tirreni, in posizione geografica tra Napoli e Salerno, sorge a circa 180m sul livello del mare, al centro di
una verdeggiante valle-conca, circondata da un’armoniosa cerchia di monti, a solo 4 Km da Vietri sul mare, porta
di accesso alla Costiera Amalfitana.
Il territorio comunale, esteso su una superficie di 34,46 Kmq, con una popolazione di ca. 60000 abitanti, fu
conosciuto e apprezzato fin dall’antichità, per la ricchezza di tradizioni e cultura.
Risorse sociali e culturali cavesi
La scuola “A. Balzico” si avvale della compartecipazione di tutte le associazioni culturali e di volontariato, delle
organizzazioni religiose, degli enti locali, delle associazioni sportive, delle scuole materne, elementari e superiori
di primo e secondo grado, di tutte le altre strutture presenti sul territorio.
Risorse economiche cavesi
Le industrie conserviere, ceramiche, le aziende agricole, le imprese artigianali ed edili, le attività commerciali, le
numerose banche, contribuiscono in maniera positiva allo sviluppo economico di questa fiorente cittadina.
Operatori esterni coinvolti nel progetto formativo della scuola
Si collocano come interlocutori significativi della scuola con collaborazioni e contributi di esperienze, le seguenti
agenzie educative del territorio:
- Università degli studi di Salerno
- Centri parrocchiali
- Convento dell’ordine dei frati Francescani
- Abbazia della Badia dei frati Benedettini
- Comune di Cava de’ Tirreni
- Associazioni culturali
- Associazione Sbandieratori Cavensi
- Provincia di Salerno
- Regione Campania
- ASL di Cava de’ Tirreni
- Azienda di Soggiorno e Turismo
- Associazione Italiana Ricerca sul cancro
- Club LIONS Cava – Vietri
- Rotary Club Cava.
- Metellia Servizi
La scuola si rapporta con spirito di apertura e collaborazione a tutte le realtà ed agli Enti esterni i quali possano
esprimere un contributo significativo per la realizzazione di iniziative, eventi, progetti, e le cui attività e proposte
possano contribuire alla qualificazione dell’offerta formativa, in coerenza con le finalità e gli obiettivi che la
caratterizzano.
Il rapporto con Enti, Associazioni, realtà territoriale viene svolto dalla Istituzione Scolastica secondo criteri e
modalità tese a rendere più ricco e motivante il curricolo scolastico. Nell’aderire ad iniziative e proposte, e nel
relazionarsi alle realtà territoriali la scuola tiene conto della necessità di non frammentare e rendere discontinua la
normale attività didattica ordinaria.
36
3.2 L’ANALISI DEI BISOGNI FORMATIVI ED EDUCATIVI IN RIFERIMENTO ALLE
CARATTERISTICHE ED ALLE ESIGENZE DEL TERRITORIO Il nostro Istituto nella elaborazione ed attuazione del Piano triennale dell’offerta formativa pone particolare
attenzione alle caratteristiche del contesto territoriale ed alle esigenze che da esse emergono.
La scuola è impegnata a contribuire in tale ottica allo sviluppo sociale e civile della comunità; la formazione e la
educazione sono, infatti, i mezzi per produrre un sapere consapevole ed una cittadinanza attiva, che innervati sul
patrimonio culturale locale si aprano alle dimensioni più ampie della nazione italiana, dell’Europa e del contesto
globale.
Nel rilevare le richieste e le attese degli stakeholders rispetto al servizio scolastico, la scuola promuove almeno
una volta all’anno un incontro con le più significative realtà economiche, culturali, associative territoriali.
La tradizionale vocazione turistica (fin dal 1700 Cava de’ Tirreni è stata rinomata meta turistica e soggetto
privilegiato di alcuni importanti pittori dell'ottocento che dipinsero i panorami e le vedute tipiche della Valle
Metelliana nei loro quadri) e commerciale ( di cui i portici di stile cinquecentesco – unico esempio nel Meridione
di Italia - sono una eloquente testimonianza ) della città, la crisi dei settori industriali trainanti, l’importanza
crescente assunta dall’area dal settore terziario e dei servizi, la presenza di ceti dinamici di professionisti e di
imprenditori, sono tutti fattori i quali fanno emergere il rilievo che specifici ambiti di formazione assumono
rispetto alle connotazioni del territorio; in particolare l’area delle Lingue Straniere e delle tecnologie informatiche
e telematiche di comunicazione rivestono da questo punto di vista una sensibile importanza. Tuttavia, la vivacità
culturale della città e la presenza così rilevante di Istituzioni ecclesiastiche rileva anche la significatività della
cultura religiosa ed umanistica nell’ambito territoriale.
Come per gli stakeholders, analogamente le attese e le aspettative dei genitori nei confronti della Istituzione
scolastica vengono considerate attraverso specifiche attività di rilevazione.
Su un piano di analisi più specifico, il territorio nel quale opera la SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO “A.
Balzico” è abbastanza eterogeneo; infatti le due sedi, pur facendo capo ad una stessa unità di intenti, vivono realtà
ben diverse: la sede centrale di Viale Marconi usufruisce di una platea urbana con problematiche ed esigenze per
molti aspetti differenti, e caratterizzata da un livello socio-culturale nel complesso più favorevole, rispetto a quelle
della sede di S. Lucia, di carattere più periferico dove l’utenza proviene anche da piccole frazioni di montagna
viciniori. La sede di Santa Lucia considerata “Area a Rischio” partecipa annualmente all’omonimo progetto (Art.
9 CCNL Comparto Scuola – Misure incentivanti per progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo
immigratorio e contro l’emarginazione scolastica).
La scuola, sia nella sede centrale che in quella di S. Lucia, può comunque contare sulla partecipazione attiva delle
famiglie, che, attraverso un coinvolgimento sistematico, sono sempre più interagenti a livello educativo.
Dalle indagini volte a ricercare i bisogni effettivi degli alunni, sono emerse le seguenti priorità:
a. Chiarezza: per instaurare relazioni significative
b. Comprensione: per favorire un’adolescenza serena
c. Coerenza: per educare a positivi comportamenti i cittadini di domani
d. Fiducia: per sostenere e incoraggiare la crescita e la maturazione individuale
e. Assunzione di responsabilità: per valutare limiti da cui partire per dispiegare capacità critiche e creative
f. Riferimenti precisi: per contare su un’autorità solida, ma flessibile e su docenti professionalmente preparati, in
grado di trovare il giusto equilibrio fra attese individuali e familiari e prassi operative della scuola
g. Strumenti culturali adeguati: per far fronte alle richieste della società e del mondo del lavoro, in continuo
evoluzione; e superare la visione del locale in funzione del globale.
All’inizio dell’anno scolastico 2017-2018 è stato sottoposto ai genitori attraverso un modulo google un
questionario sulle loro aspettative nei confronti della scuola.
La lettura dei dati riferiti al questionario compilato dai genitori si fonda sulle risposte relative a 162 questionari da
parte di altrettante famiglie, che rappresentano un numero non esaustivo, ma comunque almeno in parte
significativo rispetto al totale dei genitori dei nostri alunni.
37
In base alle risposte fornite si rileva quanto segue:
La Scuola Secondaria “A. Balzico” è stata scelta dal 49,4% dei genitori perché è vicino casa, ha docenti
professionali e preparati (46,9%), gode di prestigio (45,7%) e i genitori si sono informati sugli obiettivi e sui
metodi di studio (44,4%).
I genitori ritengono che l’azione della scuola debba essere particolarmente orientata verso l’insegnamento
dell’Italiano come scelta prioritaria, a seguire va favorito l’insegnamento dell’Inglese, di Tecnologia e di
Geografia.
Tra le attività a carattere espressivo ludico e socializzante sono considerate più utili per la crescita degli allievi
(secondo l’ordine scelto) le attività sportive, il laboratorio teatrale, i laboratori manipolativi e le attività di pratica
musicale.
Gli aspetti del funzionamento della scuola ritenuti maggiormente di rilievo sono: gli incontri scuola famiglia, il
Sito web, le comunicazioni della scuola con i genitori e l’entrata ed uscita dalla scuola degli allievi.
Di seguito vengono espresse le aspettative verso la scuola che i genitori ritengono più importanti:
gli alunni crescano sotto il profilo relazionale acquisendo autonomia e sicurezza
gli insegnanti siano dei punti di riferimento significativi
gli alunni migliorino la loro preparazione culturale
gli alunni vengano aiutati e seguiti se incontrano difficoltà
gli alunni siano incoraggiati a lavorare al meglio delle loro possibilità
il personale sia gentile e premuroso
Il 57,4 dei genitori ritiene molto utile che la scuola si avvalga di operatori ed esperti sul piano psico-pedagogico
che siano di supporto agli alunni, ai genitori ed agli insegnanti.
Al fine di sostenere la crescita personale del proprio figlio/a, vengono indicate le attività formative, da rivolgere
agli allievi, considerate più utili e significative:
Attività formative sul tema dei rischi rispetto alla navigazione in rete ed al Cyberbullismo
Attività formative sul tema della prevenzione del tabagismo e dell’uso delle droghe
Attività formative per la prevenzione della violenza sulle donne
Attività formative sul tema della Educazione alla Legalità ed alla Cittadinanza
Di seguito, invece, sono indicati i temi delle attività formative più significative che i genitori gradirebbero fossero
loro rivolte per meglio affrontare i compiti genitoriali, anche nell’ottica della corresponsabilità educativa. Essi
sono i seguenti:
Come sostenere l’autonomia e l’autostima negli adolescenti
La prevenzione del tabagismo e dell’uso delle droghe tra i giovani
Il rapporto genitori figli nel periodo adolescenziale.
In base ai dati rilevati si possono fare alcune riflessioni in merito alle attività ritenute significative per la crescita
degli alunni; trattasi di argomenti e temi che la scuola già affronta (Cyberbullismo, Prevenzione del tabagismo e
dell’uso delle droghe, ecc), e rispetto ai quali in particolare la scuola intende sempre meglio caratterizzare la
propria offerta formativa.
Altresì appare significativa la richiesta delle famiglie rispetto al rilievo che per i genitori assumono le dinamiche
relazionali nella vita della scuola, i bisogni di crescita della autostima e della sicurezza tra gli allievi, ed in
corrispondenza a ciò la rilevanza delle attività anche affidate ad esperti di supporto psico-pedagogico rivolte ai
genitori, agli alunni ed ai docenti.
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CAPITOLO 4. LA STRUT TURA ORGANIZZATIVA
Premessa
La scuola è un organismo complesso ed articolato e solo da una ordinata e funzionale struttura organizzativa
possono determinarsi un funzionamento scolastico e didattico effettivamente rispondente ai fini istituzionali
perseguiti ed agli obiettivi di miglioramento prefissisi. Il Collegio dei Docenti ha individuato nella cura della
struttura organizzativa uno degli aspetti fondamentali della vita della scuola rispetto a cui la scuola stessa si
impegna a realizzare progressivamente a partire dall’anno scolastico 2017-2018 un percorso di miglioramento
teso ad incrementare efficienza ed efficacia del servizio fornito.
4.1 FIGURE E GRUPPI DI LAVORO AGENTI NEL CONTESTO ORGANIZZATIVO –
ORGANIGRAMMA E FUNZIONIGRAMMA
La scuola, in quanto luogo in cui molti soggetti interagiscono per realizzare un progetto formativo, rappresenta un
sistema organizzativo complesso. È necessario, pertanto, che il modello organizzativo scolastico sia coerente con
la specificità del servizio: da un lato è opportuno che esso si caratterizzi come aperto, flessibile e adattabile a
situazioni differenziate, dall’altro sia regolato da principi e modalità operative (quali il coordinamento delle
risorse umane e l’interazione) che consentano di assicurare il perseguimento dell’efficacia delle attività effettuate
e dei servizi erogati.
Nel paragrafo presente, sono indicati gli organismi, i ruoli organizzativi, le figure organizzative, ed i gruppi di
lavoro che agiscono all’interno del contesto organizzativo scolastico e vengono riportati i compiti e le funzioni da
essi svolti, in rapporto alle previsioni della normativa. Il modello organizzativo e l’ordito organizzativo che ogni
scuola pone a base del suo funzionamento trovano nei riferimenti e nelle prescrizioni normative gli elementi
fondamentali in ordine agli interventi ed alle azioni da compiere per perseguire i fini istituzionali. Tuttavia, in
rapporto a ciò, ogni scuola progetta le proprie attività ed opera attraverso una propria struttura organizzativa,
individuando gli aspetti ed i nessi organizzativi che si rilevano più congruenti e funzionali rispetto al proprio
contesto, alle esigenze dell’utenza, ai bisogni del territorio, alle risorse di cui dispone sul piano sia materiale, che
delle risorse umane e finanziarie, agli obiettivi di miglioramento che essa definisce nell’analizzare i risultati e gli
esiti del servizio erogato, nonché nell’analizzare i processi che a tali risultati ed esiti sono sottesi.
L’ Organigramma e il funzionigramma consentono appunto di descrivere l’organizzazione complessa del nostro
Istituto e di rappresentare una mappa delle competenze e responsabilità dei soggetti e delle specifiche funzioni. Il
Funzionigramma in specie si differenzia dall’ organigramma poiché alla semplice elencazione dei ruoli dei diversi
soggetti, aggiunge anche una descrizione dei compiti e delle funzioni degli stessi.
Nelle note seguenti sono rappresentati l’organigramma della scuola (ovvero i ruoli dei diversi soggetti) ed il
funzionigramma ad esso relativo (ovvero i compiti e le funzioni degli stessi). In particolare vengono descritti le
relazioni intercorrenti tra i diversi agenti organizzativi sul piano del coordinamento complessivo
4.1.1. IL DIRIGENTE SCOLASTICO - Il Dirigente Scolastico, inquadrato nella dirigenza dello Stato (Area V
della Dirigenza), è “responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio.
Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al Dirigente Scolastico autonomi poteri di
direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare, il Dirigente Scolastico
organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia ed è il titolare delle relazioni sindacali”
(Decreto legislativo n.165/01, art.25).
La legge 107/2015 ulteriormente evidenzia il ruolo del Dirigente Scolastico; il comma 78 dell’art. 1
significativamente così recita: “per dare piena attuazione all'autonomia scolastica e alla riorganizzazione del
sistema di istruzione, il dirigente scolastico, nel rispetto delle competenze degli organi collegiali, fermi restando i
livelli unitari e nazionali di fruizione del diritto allo studio, garantisce un'efficace ed efficiente gestione delle
39
risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali, nonche' gli elementi comuni del sistema scolastico
pubblico, assicurandone il buon andamento. A tale scopo, svolge compiti di direzione, gestione, organizzazione
e coordinamento ed e' responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del
servizio secondo quanto previsto dall'articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonche' della
valorizzazione delle risorse umane”.
In particolare, il Dirigente Scolastico, è responsabile del funzionamento organizzativo della scuola e da questo
punto di vista esso interagisce in specie con il DSGA, con i suoi collaboratori, e con i Responsabili di Plesso,
nonché con Responsabili di settori specifici di funzionamento, come ad esempio, nel caso della nostra scuola,
trattandosi di Istituto ad indirizzo musicale, con il Responsabile di tale indirizzo. Particolarmente importante è la
relazione del Dirigente Scolastico con i soggetti ed i gruppi di lavoro responsabili della organizzazione della
didattica (coordinatori di classe, docenti con incarico di funzioni strumentali, responsabili di Dipartimento,
referenti relativamente ad attività o di laboratorio, ecc). Particolarmente rilevante ed incisivo è il lavoro che il
Dirigente Scolastico compie rispetto ai docenti con Incarico di Funzione Strumentale. Da quest’anno scolastico, la
scuola ha determinato di curare in particolare il coordinamento delle attività dei docenti con Incarico di Funzione
strumentale. Sono organizzati a tale scopo specifici incontri per progettare e verificare il lavoro svolto e definire
gli aspetti di coordinamento. Il Dirigente a tale scopo si fa carico di promuovere il coordinamento individuando e
delineando ambito di lavoro e di intervento.
Va, a quanto proposito sottolineato, che la Legge 107/2015 evidenzia che il piano e' elaborato dal Collegio dei
Docenti sulla base degli indirizzi per le attivita' della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti
dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d'istituto. La promozione del coordinamento didattico
è uno degli aspetti di indirizzo per le attività della scuola che a partire dal corrente anno sono stati definiti dal
Dirigente Scolastico, allo scopo di perseguire un miglioramento diffuso della didattico ed una specifica
integrazione degli apporti professionali dei docenti
4.1.2 I COLLABORATORI DEL D. S.– I RESPONSABILI DI PLESSO
Compiti del primo collaboratore
Sostituzione del Dirigente in caso di assenza od impedimento, e nei periodi in cui lo stesso usufruisce di ferie;
Proposte generali per la formazione e l’aggiornamento professionale;
Cura organizzativa delle attività in campo di formazione organizzate dalla scuola in modo autonomo e
all’interno dell’ambito di riferimenti (SA 23);
Redazione quadro giornaliero relativo alle sostituzioni docenti assenti;
Collaborazione con i docenti con incarico di Funzione Strumentale;
Collaborazione con il Dirigente per l’organizzazione di Progetti a carattere nazionale o regionale proposti da
Miur, Usr, per l’organizzazione dei progetti connessi alla legge 440/97 e per i Progetti relativi ai PON-FSE ed
ai PON-FESR;
Supporto ai docenti referenti nell’espletamento dei compiti nei settori di attività loro affidati;
Organizzazione scolastica interna (corretto svolgimento delle operazioni di entrata ed uscita scolastica,
cambio d’ora, verifica accompagnamento alunni per uscite motivate dalle classi, ecc);
Coordinamento organizzativo delle attività pomeridiane;
Coordinamento organizzativo con il Plesso di Santa Lucia;
Coordinamento delle attività per la scelta dei libri di testo;
Organizzazione e verifica andamento delle attività pomeridiane;
Funzione di Segretario del Collegio dei docenti;
Collaborazione con il Dirigente per la preparazione dei lavori degli OO.CC, ed in specie del Collegio dei
Docenti;
Collaborazione con il Dirigente per quanto riguarda gli adattamenti degli orari scolastici in rapporto alla
partecipazione dei docenti ad assemblee sindacali;
Rilascio permessi di entrata ed uscita anticipata ai genitori degli studenti;
Responsabile per l’attuazione dei Regolamenti interni.
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Compiti del secondo collaboratore:
Sostituzione del primo Collaboratore e del Dirigente Scolastico in caso di assenza od impedimento, e nei
periodi in cui lo stesso usufruisce di ferie;
Organizzazione e svolgimento delle attività connesse alla visite guidate e ai viaggi di istruzione;
Redazione quadro giornaliero relativo alle sostituzioni docenti assenti;
Collaborazione con i docenti con incarico di Funzione Strumentale;
Supporto ai docenti referenti nell’espletamento dei compiti nei settori di attività loro affidati;
Organizzazione scolastica interna (corretto svolgimento delle operazioni di entrata ed uscita scolastica,
cambio d’ora, verifica accompagnamento alunni per uscite motivate dalle classi, ecc);
Coordinamento organizzativo delle attività pomeridiane;
Coordinamento organizzativo con il Plesso di Santa Lucia;
Coordinamento delle attività per la scelta dei libri di testo;
Organizzazione e verifica andamento delle attività pomeridiane;
Rilascio permessi di entrata ed uscita anticipata ai genitori degli studenti;
Responsabile per l’attuazione dei Regolamenti interni.
Compiti e funzioni dei Responsabili di Plesso:
Svolgimento di tutte le funzioni che assicurino il pieno e quotidiano funzionamento del plesso cui è preposta
con compiti di vigilanza e supervisione generale e riferimento diretto al capo di Istituto;
Coordinatore orario didattico docenti e del tempo pieno;
Coordinatore del personale ATA;
Coordinamento con scuola primaria e infanzia “S.Lucia”;
Componente del NIV di istituto;
Rapporti con il personale docente e non docente, per tutti i problemi relativi al funzionamento didattico ed
organizzativo (trasmissione di comunicazioni relative a convocazioni di riunioni di organi collegiali,
assemblee sindacali, scioperi; verifica rispetto orari di servizio) nell'ambito del plesso;
Sostituzione dei colleghi assenti per qualsiasi motivo (malattia, permessi , attività extrascolastiche etc.);
Autorizzazione ingresso ritardato o uscita anticipata degli alunni (occasionale);
Controllo periodico delle assenze giornaliere e orarie degli alunni ed eventuale comunicazione alle famiglie;
Convocazione genitori di alunni del plesso con problematiche relative al comportamento e/o al profitto;
Verifica periodica dei piani di valutazione del rischio e di emergenza;
Monitoraggio costante delle condizioni di sicurezza della scuola, comunicando tempestivamente qualunque
situazione di rischio;
Custodia dei beni mobili presenti nel plesso.
Come può vedersi i compiti e le funzioni dei Collaboratori del Dirigente Scolastico e dei Responsabili di plesso
sono compiti e funzioni essenziali e basici per il funzionamento scolastico. Tali figure, fanno, quindi parte, dello
Staff di Direzione. Si veda al riguardo il punto 4.1. 7.
4.1.3 IL DSGA
Il DSGA Sovrintende ai servizi generali amministrativo-contabili e ne cura l’organizzazione svolgendo funzioni
di coordinamento, promozione delle attività e verifica dei risultati. Organizza autonomamente l’attività del
personale A.T.A. nell’ambito delle direttive del Dirigente scolastico. Attribuisce al personale A.T.A. incarichi di
natura organizzativa e le prestazioni di lavoro eccedenti l’orario d’obbligo, quando necessario. Svolge attività di
istruzione, predisposizione e formalizzazione degli atti amministrativi e contabili; è consegnatario dei beni mobili.
Sovrintende, con autonomia operativa, ai servizi generali ed amministrativo – contabili e ne cura l’organizzazione
svolgendo funzione di coordinamento, promozione delle attività e verifica dei risultati conseguiti, rispetto degli
obiettivi assegnati ed agli indirizzi impartiti al personale A.T.A., posto alle sue dirette dipendenze. Può svolgere
attività di studio e di elaborazione di piani e programmi richiedente specifica specializzazione professionale, con
autonoma determinazione dei processi formativi ed attuativi. Può svolgere incarichi di attività di tutor, di
aggiornamento e formazione nei confronti del personale.
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Il D.S.G.A., in ambito finanziario e contabile è il responsabile della contabilità e degli adempimenti fiscali.
Inoltre:
▪ attua la gestione del programma annuale (ex bilancio di previsione) e del conto consuntivo;
emette i mandati di pagamento e reversali d’incasso;
▪ effettua la verifica dei c/c intestati all’Istituto;
▪ predispone la scheda finanziaria analitica per ogni singolo progetto/attività previsti dal Programma
Annuale;
▪ definisce ed esegue tutti gli atti contabili, di ragioneria ed economato;
▪ cura l’attuazione amministrativa, finanziaria e contabile delle delibere del Consiglio d’Istituto in materia
di bilancio;
▪ predispone la relazione sullo stato delle entrate, degli impegni di spesa, dei pagamenti eseguiti;
▪ cura l’istruttoria delle attività contrattuali;
▪ determina l’ammontare presunto dell’avanzo d’amministrazione;
▪ valuta e seleziona i fornitori, gestendo le offerte e gli ordini di acquisto, consultandosi con il Dirigente
scolastico;
▪ gestisce la manutenzione ordinaria dell’Istituto, interfacciandosi con fornitori qualificati;
▪ gestisce le scorte del magazzino.
4.1.4 Il CONSIGLIO DI ISTITUTO – LA GIUNTA ESECUTIVA
Il Consiglio d’Istituto della scuola è costituito da 19 membri: il dirigente scolastico; 8 docenti; 8 genitori (tra i
quali viene eletto il presidente); 2 rappresentanti del personale. Dura in carica 3 anni.
Il consiglio d’istituto è l’organo collegiale di governo dell’istituzione scolastica.
Come tale esercita la funzione di indirizzo politico-amministrativo, definendo gli obiettivi e i programmi da
attuare; elabora e adotta gli indirizzi generali (criteri) e determina le forme di autofinanziamento della scuola,
mentre la gestione dell’istituzione e le relative responsabilità fanno capo al dirigente scolastico.
L’esercizio della funzione di indirizzo del consiglio trova la sua massima espressione attraverso l’approvazione
del programma annuale proposto dalla giunta esecutiva (bilancio di previsione); l’adozione del Regolamento
interno; l’adozione del Piano triennale dell’Offerta formativa (PTOF); l’individuazione dei criteri generali su
diverse materie che regolano la vita della scuola.
In materia finanziaria e patrimoniale il D.I. n 44 dell’1 febbraio 2001 (Regolamento concernente le Istruzioni
generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche) specifica che il consiglio:
approva il programma annuale;
ratifica i provvedimenti del dirigente che dispongono i prelievi dal fondo di riserva;
verifica lo stato di attuazione del programma annuale e vi apporta le modifiche necessarie (variazioni);
decide in ordine all’affidamento del servizio di cassa;
stabilisce il limite del fondo minute spese da assegnare al direttore dei servizi generali ed amministrativi
(DSGA);
approva il conto consuntivo;
In materia di attività negoziale il consiglio di istituto delibera in ordine:
▪ alla accettazione e alla rinuncia di legati, eredità e donazioni;
▪ alla costituzione o compartecipazione a fondazioni, alla costituzione o compartecipazione a borse di
studio;
▪ all’accensione di mutui e in genere ai contratti di durata pluriennale;
▪ ai contratti di alienazione, trasferimento, costituzione, modificazione di diritti reali su beni immobili
appartenenti alla istituzione scolastica, previa verifica, in caso di alienazione di beni pervenuti per effetto
di successioni a causa di morte e donazioni, della mancanza di condizioni ostative o disposizioni modali
che ostino alla dismissione del bene;
▪ all’adesione a reti di scuole e consorzi;
▪ all’utilizzazione economica delle opere dell’ingegno;
▪ alla partecipazione della scuola ad iniziative che comportino il coinvolgimento di agenzie, enti, università,
soggetti pubblici o privati;
42
▪ all’eventuale individuazione del superiore limite di spesa di cui all’articolo 34, com. 1 del D.I. 44/2001;
▪ all’acquisto di immobili.
Al consiglio di istituto spettano, infine, le deliberazioni relative alla determinazione dei criteri e dei limiti per lo
svolgimento, da parte del dirigente, delle seguenti attività negoziali:
▪ contratti di sponsorizzazione;
▪ contratti di locazione di immobili;
▪ utilizzazione di locali, beni o siti informatici, appartenenti alla istituzione scolastica, da parte di soggetti
terzi;
▪ convenzioni relative a prestazioni del personale della scuola e degli alunni per conto terzi;
▪ alienazione di beni e servizi prodotti nell’esercizio di attività didattiche o programmate a favore di terzi;
▪ acquisto ed alienazione di titoli di Stato;
▪ contratti di prestazione d’opera con esperti per particolari attività ed insegnamenti;
▪ partecipazione a progetti internazionali.
Aspetti generali di indirizzo e funzionamento (dall’art. 10 Testo unico 297/1994).
Il consiglio di istituto delibera relativamente a:
▪ adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali;
▪ criteri generali per la programmazione educativa;
▪ criteri per la programmazione e l'attuazione delle attività parascolastiche, interscolastiche,
extrascolastiche, con particolare riguardo ai corsi di recupero e di sostegno, alle libere attività
complementari, alle visite guidate e ai viaggi di istruzione;
▪ promozione di contatti con altre scuole o istituti al fine di realizzare scambi di informazioni e di
esperienze e di intraprendere eventuali iniziative di collaborazione;
▪ partecipazione del circolo o dell'istituto ad attività culturali, sportive e ricreative di particolare interesse
educativo;
▪ forme e modalità per lo svolgimento di iniziative assistenziali che possono essere assunte dal circolo o
dall'istituto;
▪ criteri generali relativi alla formazione delle classi, all'assegnazione ad esse dei singoli docenti,
all'adattamento dell'orario delle lezioni e delle altre attività scolastiche alle condizioni ambientali e al
coordinamento organizzativo dei consigli di classe; esprime parere sull'andamento generale, didattico ed
amministrativo, del circolo o dell'istituto, e stabilisce i criteri per l'espletamento dei servizi amministrativi.
Esercita, inoltre, le competenze in materia di uso delle attrezzature e degli edifici scolastici ai sensi dell'articolo
94.
(dal vigente Ccnl del comparto scuola)
Il consiglio di istituto delibera relativamente a:
▪ Modalità e criteri per lo svolgimento dei rapporti con le famiglie e gli studenti, assicurando la concreta
accessibilità al servizio, pur compatibilmente con le esigenze di funzionamento dell'istituto e prevedendo
idonei strumenti di comunicazione tra istituto e famiglie (sulla base delle proposte del collegio dei
docenti);
▪ Attività da retribuire con il fondo d’istituto, acquisita la delibera del collegio docenti (POF e progetti).
La giunta esecutiva
Il testo del DI 44/2001 assegna alla giunta esecutiva (organo collegiale previsto dagli artt. 8 e 9 D. L.vo 297/94)
come unica competenza residuale il compito di proporre al consiglio d’istituto il programma annuale (bilancio
preventivo) con apposita relazione di accompagnamento.
In alcune scuole la giunta esecutiva svolge anche la funzione di organo di garanzia interno per i ricorsi avversi alle
sanzioni disciplinari per gli studenti.
Della giunta esecutiva fanno parte il dirigente scolastico; il direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA);
un docente, un genitore, un alunno maggiorenne e un rappresentante del personale, individuati dal consiglio
d’istituto tra i suoi componenti.
43
4. 1.5 IL COLLEGIO DEI DOCENTI
Il Collegio dei Docenti è composto dal Dirigente Scolastico e dal personale docente di ruolo e non di ruolo in
servizio nella scuola. È articolato in Dipartimenti, Commissioni e gruppi di lavoro.
I compiti del Collegio dei Docenti sono definiti dal D.L.vo 297/94 e successive integrazioni; in specie il Collegio
è l'organo sovrano nell'organizzazione didattica e per quanto attiene la realizzazione di progetti rientranti
nell'autonomia. Ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico dell'istituto.
In particolare, cura la programmazione dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli
ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di
favorire il coordinamento interdisciplinare.
Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente.
Il Collegio:
▪ formula proposte al preside per la formazione, la composizione delle classi e l'assegnazione ad esse dei
docenti, per la formulazione dell'orario delle lezioni e per lo svolgimento delle altre attività scolastiche,
tenuto conto dei criteri generali indicati dal consiglio d'istituto;
▪ delibera, ai fini della valutazione degli alunni e unitamente per tutte le classi, la suddivisione dell'anno
scolastico in due o tre periodi;
▪ valuta periodicamente l'andamento complessivo dell' azione didattica per verificarne l'efficacia in rapporto
agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento
dell'attività scolastica;
▪ provvede all'adozione dei libri di testo, sentiti i consigli di classe e, nei limiti delle disponibilità
finanziarie indicate dal consiglio di istituto, alla scelta dei sussidi didattici adotta o promuove nell'ambito
delle proprie competenze iniziative di sperimentazione in conformità degli articoli 276 del D.L.vo 297/94
e seguenti
Per quanto concerne le Commissioni di lavoro nella nostra scuola sono operanti due Commissioni determinate in
sede di Collegio dei Docenti: la Commissione per la valutazione delle domande presentata dai docenti per gli
incarichi di Funzione Strumentale e la Commissione per l’esame dei progetti di Istituto proposti dai docenti. Il
Collegio Docenti si è riservato all’inizio dell’anno scolastico 2017-2018 di istituire, se ritenuto necessario, in
corso d’anno, la Commissione per la formazione delle classi prime.
Relativamente all’attività del Collegio, nell’ambito dell’Istituto, si pone in particolare attenzione al ruolo
fondamentale che esso riveste rispetto al perseguimento degli obiettivi di miglioramento. Le scelte che l’organo
definisce sul piano della organizzazione e qualificazione della didattica sono strettamente correlate alle priorità
formative ed educative che l’Istituto persegue in base alle risultanze della autovalutazione. Si consideri a questo
proposito anche l’apporto che il NIV (si veda il punto 4.1.13) , ovvero il nucleo interno di valutazione, fornisce al
lavoro del Collegio dei Docenti.
4. 1. 6 I CONSIGLI DI CLASSE – I COORDINATORI DI CLASSE
Nella scuola secondaria di primo grado il Consiglio di classe è composto da tutti i docenti della classe, due
rappresentanti dei genitori; di esso fanno parte il Docente di Religione e nel caso i docenti con incarico per le ore
alternative alla religione cattolica; esso è presieduto dal dirigente scolastico o dal docente coordinatore, facente
parte del consiglio, delegato dal D.S. Nella sola componente docenti ha compiti di programmazione e valutazione
dell'attività didattica e di valutazione del profitto, del comportamento degli alunni, e delle competenze da essi
acquisite ; il Consiglio decide motivatamente, secondo i criteri e le modalità deliberati dal collegio dei docenti e
indicati nel PTOF, relativamente all'ammissione degli alunni alla classe successiva o agli esami di stato
conclusivi.
Ha inoltre la facoltà di formulare al Collegio dei docenti proposte in ordine all'azione educativa e didattica e di
proporre l'adesione a iniziative di sperimentazione, nonché quello di agevolare ed estendere i rapporti reciproci tra
docenti, genitori ed alunni.
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Nella composizione allargata ha la facoltà di formulare agli altri organi collegiali proposte organizzative per il
migliore funzionamento generale della scuola e dell'attività didattica; delibera, su proposta dei singoli docenti e
dei dipartimenti disciplinari, in merito all'adozione dei libri di testo per le classi dei successivi anni.
Fra le mansioni del consiglio di classe rientra anche quello relativo ai provvedimenti disciplinari a carico degli
studenti, con le modalità previste dal Regolamento di disciplina.
I Coordinatori di classe svolgono i seguenti compiti:
▪ Monitorare in rapporto con i docenti di classe l’andamento della classe e dei singoli alunni, evidenziando
tempestivamente al Dirigente Scolastico problematiche in merito al profitto conseguito ed al profilo
comportamentale;
▪ Curare – anche in rapporto al punto 1 – le comunicazioni ufficiali scuola-famiglia affinché esse siano
adeguate sotto il profilo della tempestività e della continuità;
▪ Curare il coordinamento didattico del Consiglio di Classe;
▪ Rapportarsi con i docenti del Consiglio di classe ai fini della corretta e completa compilazione del Piano
Didattico Personalizzato (alunni recanti DSA o recanti BES) e della attuazione operativa di quanto in esso
previsto;
▪ Presiedere il Consiglio di classe in assenza del dirigente scolastico;
▪ Redigere i verbali dei Consigli di classe;
▪ Svolgere gli adempimenti relativi alla valutazione degli alunni ed agli atti preparatori a ciò connessi
(predisposizione, distribuzione e raccolta di stampati, ecc);
▪ Raccogliere - ove richiesto - comunicazioni, autorizzazioni, informative in riferimento ai rapporti con
l’utenza inerenti allo svolgimento di iniziative, visite guidate, manifestazioni, implementazione di
adempimenti, ecc.
4.1. 7 LO STAFF DI DIREZIONE E DI COORDINAMENTO
Lo Staff di Direzione costituito nella scuola è composto dai Collaboratori del Dirigente Scolastico, dai
Responsabili di plesso, dal DSGA, dai docenti con Incarico di Funzione Strumentale. Alle riunioni di staff
possono essere invitati se necessario, qualora debbano essere affrontate tematiche specifiche, , o altri docenti con
competenze particolari in determinate materie o referenti di aree di lavoro.
Compito precipuo dello staff è compiere periodicamente un’analisi riflessiva per migliorare l’efficacia,
l’appropriatezza e l’efficienza complessiva del servizio offerto, attraverso la rilevazione dei punti di forza e di
debolezza, effettuata in primo luogo sulla base delle azioni di monitoraggio e valutazione a disposizione. In
rapporto a tali azioni lo staff propone attività di controllo e verifica volte ad incrementarne la significatività ed il
rilievo ai fini del miglioramento.
Nell'ambito dell'attività didattica svolge attività di indirizzo, coordinamento (in specie raccordando i progetti e le
attività previste dal PTOF) e istruttoria.
Inoltre, il gruppo studia le opportune strategie e predispone il materiale necessario all'adempimento degli obblighi
previsti dalla normativa scolastica; svolge altresì funzioni di supporto all'attività degli organi collegiali, dei gruppi
di lavoro e dei singoli docenti.
4. 1. 8 I DIPARTIMENTI DISCIPLINARI – I COORDINATORI DI DIPARTIMENTO
Nella scuola sono operanti i Dipartimenti Disciplinari in numero di 5 in rapporto alle seguenti aree:
Area Umanistica (Lettere, Religione)
Area delle Educazioni (Arte-Musica- Scienze
Motorie)
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Area Tecnologico - Scientifica (Matematica-
Scienze)
Area delle Lingue Comunitarie (Inglese-Francese)
Area del Sostegno
Obiettivi prioritari:
In particolare, i Dipartimenti, secondo un quadro di attività e modalità flessibili di organizzazione dei lavori, si
occupano nel nostro Istituto dei seguenti aspetti tesi al miglioramento della qualità della didattica e dei processi
formativi:
▪ Analisi dei risultati di apprendimento degli allievi sulla scorta delle Prove Invalsi e delle Prove Interne al
fine di individuare le aree di conoscenze/abilità/competenze che risultino carenti sotto questo profilo e
progettare percorsi mirati tesi al recupero;
▪ Cura della continuità verticale;
▪ Definizione di curricoli per classi parallele nelle diverse discipline;
▪ Raccordo tra competenze in uscita ed in entrata tra i diversi ordini di scuola a riguardo dei diversi ambiti
disciplinari;
▪ Promozione diffusa ed integrata della didattica per competenze nella progettazione e programmazione
curricolare;
▪ Definizione di una progettazione curriculare relativa allo sviluppo delle competenze sociali e trasversali;
▪ Implementazione di processi condivisi di valutazione interna delle competenze degli alunni attraverso
prove interne di verifiche intermedie e finali;
▪ Individuazione e uso diffuso di strumenti utili per la valutazione delle competenze sia di tipo cognitivo
che di tipo sociale (rubriche valutative, questionari, obiettivi educativi condivisi di riferimento, ecc).
Ciascun dipartimento si avvale dell’opera di un Coordinatore:
Funzioni dei coordinatori:
▪ convocano le riunioni del dipartimento;
▪ coordinano il dibattito e il confronto su obiettivi e metodologie di ciascun area;
▪ verbalizzano gli interventi e proposte per la successiva delibera negli OOCC competenti.
Il Dirigente Scolastico specifica in modo dettagliato i compiti dei Coordinatori di Dipartimento in sede di
attribuzione di incarico all’inizio dell’anno scolastico.
4. 1. 9 FUNZIONI STRUMENTALI
Le Funzioni strumentali al PTOF rappresentano un’efficace risorsa per la sua progettazione e attuazione. Esse
vengono indicate dal Collegio per svolgere precisi compiti e per favorire il funzionamento della Scuola intesa
come struttura autonoma, ma organizzata e decisionalmente corresponsabile nelle scelte. Il loro ruolo essenziale è
quello di coordinare, stimolare e promuovere un’ampia partecipazione al lavoro formativo a partire dalla
individuazione dei bisogni di tutti i suoi protagonisti, siano essi docenti, alunni, genitori, in un clima di rispetto
reciproco e di condivisione partecipata.
Coerentemente con il Piano triennale dell’offerta formativa proposto dalla scuola, così come aggiornato nel
presente documento, nell’Istituto sono attive seguenti Funzioni strumentali:
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Area
nr.1
Gestione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa Collaborazione per il Coordinamento e la gestione del PIANO TRIENNALE OFFERTA FORMATIVA;
Cura e gestione della progettazione formativa ed educativa curriculare ed extracurricolare e della relativa
documentazione, con particolare riferimento alla organizzazione ed alla verifica del buon andamento dei progetti per il
recupero degli apprendimenti;
Organizzazione di incontri con le famiglie e con i portatori di interesse per la elaborazione e la promozione dell’offerta
formativa;
Revisione, aggiornamento e stesura della mappa delle opportunità formative del territorio;
Cura della documentazione didattico-educativa ed inserimento della stessa in un’area dedicata sul sito della scuola;
Coordinamento attività ed iniziative coerenti con il Piano Nazionale per la scuola digitale;
Collaborazione alla predisposizione del Piano Annuale di formazione docenti; Progettazione di attività formative rivolte ai
docenti e collaborazione alla gestione organizzativa delle stesse;
Attività di supporto e consulenza ai docenti per la corretta compilazione del Registro elettronico;
Attività di accoglienza rivolta ai docenti neo-assunti.
Area
nr. 2
Rapporti con Enti ed Istituzioni esterni Promozione di Accordi, Intese, Convenzioni con Enti ed Istituzioni esterne coerenti con le finalità e gli obiettivi del Piano
Triennale dell’Offerta formativa, ed in particolar modo rivolti alla promozione delle competenze civiche e di cittadinanza
presso la popolazione scolastica;
Coordinamento e cura organizzativa delle azioni della scuola inserite nel Piano Triennale inerente ad attività formative
rivolte agli alunni svolti in intesa con Enti ed Istituzioni esterni;
Proposte di adesione e Gestione in fase attuativa in ordine a Progetti Ministeriali coerenti con le finalità e gli obiettivi del
Piano Triennale dell’Offerta Formativa;
Attività di supporto organizzativo e didattico inerente ai progetti didattico-formativi svolti in collaborazione con Enti
Certificatori in ambito linguistico;
Progettazione/organizzazione per Vacanze Studio e Soggiorni linguistici all’estero;
Area
nr. 3
Cura e gestione degli strumenti per l’autovalutazione e la valutazione dell’offerta formativa Coordinamento attività di valutazione ed autovalutazione di Istituto;
Coordinamento e gestione operativa attività inerenti alle prove Invalsi;
Analisi risultati scolastici ed esiti prove Invalsi per ricercare punti di forza e di debolezza;
Analisi risultati delle prove di ingresso degli allievi provenienti dalla scuola primaria;
Monitoraggio ed analisi esiti formativi alunni in uscita dal percorso scolastico;
Attività di rilevazione dei fabbisogni formativi presenti relativamente alle esigenze di recupero degli apprendimento e
delle competenze;
Monitoraggio esiti formativi conseguiti dagli allievi a seguito della partecipazione ai progetti di Istituto;
Attività di rilevazione/individuazione delle carenze di apprendimento degli allievi in italiano matematica e L2 al fine della
predisposizione di percorsi formativi coerenti tesi al recupero degli apprendimenti;
Rilevazione delle aspettative dell’utenza rispetto al servizio scolastico;
Attività di autovalutazione di Istituto inerenti al gradimento da parte dell’utenza (genitori, alunni) del servizio scolastico
rispetto agli aspetti di funzionamento e didattici;
Attività di autovalutazione di Istituto rivolte al personale docente e Ata;
Area
nr. 4
Continuità didattica educativa ed Orientamento Coordinamento e gestione operativa delle attività di continuità con le scuole primarie e secondarie al fine della
elaborazione di un curricolo in verticale;
Elaborazione di proposte e gestione di progetti in tema di continuità didattica;
Rapporti con i Circoli Didattici e con gli Istituti Superiori per la realizzazione di attività didattiche in tema di continuità
Coordinamento e gestione operativa delle attività di orientamento degli allievi al fine di promuovere presso la popolazione
scolastica le competenze civiche e di cittadinanza;
Area
nr. 5
Sostegno al lavoro dei docenti e promozione della innovazione didattica Predisposizione di proposte curriculari, materiali didattici e strumenti in tema di Didattica per competenze;
Definizione di strumenti per l’osservazione e la valutazione a riguardo delle competenze sociali, civiche e di cittadinanza:
Promozione di attività formative rivolte ai docenti sui temi e le pratiche della innovazione didattico-metodologica;
Predisposizione di sitografie utili da mettere a disposizione dei docenti rivolte alla promozione della innovazione
didattica-metodologica;
Coordinamento didattico relativamente ai progetti per il recupero degli apprendimenti;
Predisposizione di proposte curriculari, materiali didattici e strumenti utili per favorire le attività didattiche a carattere
inclusivo.
Attività di supporto e consulenza ai docenti per la corretta compilazione del Registro elettronico;
Area
nr. 6
Inclusione e integrazione- Integrazione alunni stranieri, presa in carico della diversità e del disagio Progettazione e coordinamento anche sul piano operativo di progetti specifici di orientamento, accoglienza, tutoraggio ed
integrazione rivolti agli alunni diversamente abili, agli alunni BES ed agli studenti stranieri, ed ai genitori di alunni con
bisogni inclusivi, anche attraverso la promozione di intese accordi e convenzioni con Associazioni ed Enti;
Attività di monitoraggio e di valutazione degli interventi ed azioni attuate dalla scuola in tema di inclusività;
Cura della continuità educativa fra i differenti ordini di scuola per l’inclusione e l’integrazione;
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Predisposizione di proposte curriculari, materiali didattici e strumenti utili per favorire le attività didattiche a carattere
inclusivo
Collaborazione alla organizzazione e Coordinamento e verifica delle attività del GLI e dei GLHO; cura delle relazioni e
raccordi tra le attività del GLI e gli OO.CC (Consigli di classe e Collegio dei Docenti);
Rapporti con l’ASL e con l’Ente Locale in ordine agli interventi di Integrazione Scolastica ;
Come detto in precedenza, particolare cura la scuola attribuisce alle funzione delle diverse funzioni strumentali.
Funzioni che non vanno intese in modo separato, ma che, pur nell’ambito della loro specificità, devono tendersi a
raccordarsi reciprocamente. Il lavoro delle Funzioni Strumentali trova inoltre uno specifico legame con gruppi di
lavoro fondamentali per la vita dell’Istituto, quali ad es. il GLI (si veda il punto 4.1.11) ed il NIV (si veda il punto
4.1.11) .
In particolare è la qualificazione della didattica un campo elettivo del lavoro delle funzioni strumentali; in alcune
attività particolarmente centrali, come quelle inerenti ad esempio alla offerta formativa rivolta alle fasce deboli di
allievi, le funzioni strumentali svolgono una funzione essenziale per realizzare interventi efficaci rispetto alle
esigenze dell’utenza; si vedano in particolare i compiti svolti dai docenti dell’area nr. 3 e dell’area nr. 6.
Una specifica funzione, ovvero la funzione dell’area nr. 5, svolge un compito molto importante per
l’approfondimento di temi ed aspetti della didattica, con produzioni di specifici materiali da mettere a
disposizione dei docenti della scuola.
Un altro aspetto prioritario dell’apporto fornito dai docenti con incarico di funzione strumentale sta nel fatto la
loro attività è centrale rispetto alla proiezione esterna della scuola, alla sua capacità di raccogliere e far proprie le
esigenze che emergono dal contesto ambientale e di funzionalizzare le relazioni che la scuola intesse con il
territorio al fine del miglioramento della offerta formativa e, quindi, delle opportunità di crescita formativa ed
educativa degli allievi
4.1.10 I REFERENTI E RESPONSABILI DI AMBITI DI LAVORO SPECIFICI
Di seguito sono elencati i referenti ed i Responsabili di ambiti di lavoro specifici che operano all’interno della
scuola:
▪ Responsabile lab. informatico (S. Lucia);
▪ Animatore digitale;
▪ Referente del settore musicale;
▪ Referente Olimpiadi di Problem solving;
▪ Referente per l’ora del Codice e per la promozione della Educazione al pensiero computazionale;
▪ Referente di Istituto per la sicurezza informatica ed il rispetto della privacy;
▪ Responsabili attività sportive – Giochi Sportivi Studenteschi;
▪ Responsabile visite guidate e viaggio d’istruzione (SEDE CENTRALE);
▪ Responsabile visite guidate e viaggio di istruzione (S.LUCIA);
▪ Responsabile Mensa Scolastica (S.LUCIA);
▪ Responsabili utilizzo didattico e consulenti tecnici per quanto concerne le LIM (sede centrale);
▪ Responsabile Gestione del sito web;
▪ Referente di scuola per le attività di prevenzione e contrasto al bullismo ed al cyber bullismo;
▪ Referente Inserimento scolastico alunni adottati;
▪ Responsabile lab. scientifico (SEDE CENTRALE);
▪ Responsabile AULA 3.0 (SEDE CENTRALE);
▪ Responsabile EIPASS;
▪ Responsabile OO.CC.
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4.1.11 I GRUPPI DI LAVORO IN TEMA DI INCLUSIONE: IL GLI E I GLHO
Il GLI - Il Gruppo di lavoro per l’Inclusione, vista la normativa di riferimento (ART. 15 L. 104/92 comma 2;
Direttiva Ministeriale 27 Dicembre 2012 – Strumenti d’intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazioni territoriale per l’inclusione scolastica ; C.M. n.8 del 6 marzo 2013-Prot 561-MIUR Dipartimento
per l’Istruzione ; Art. 9 - Decreto Legislativo 66/2017 - Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli
studenti con disabilità, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c, della legge 13 luglio 2015, n. 107.) è
costituito presso la scuola secondo la seguente composizione:
▪ Dirigente Scolastico;
▪ Componenti Unità Multidisciplinare – Unità operativa di Neuropsichiatria (Asl SA1 – Distretto Sanitario
63 – Dipartimento Salute Mentale Infantile):
▪ Rappresentanti Ente Locale (Comune di Cava dè Tirreni): Responsabile Servizi Sociale Professionale
Minori Anziani disabili; Assistente sociale Anziani e Disabili;
▪ Genitori degli alunni certificati con handicap ai sensi della L. 104/1992 e degli alunni con Certificazione
DSA;
▪ Docenti di sostegno assegnati all’Istituto “A. Balzico”;
▪ Funzione Strumentale Area 5: Inclusione e integrazione; integrazione alunni stranieri, integrazione della
diversità e del disagio;
▪ Docenti curriculari delle classi in cui sono presenti alunni con Handicap o DSA;
▪ Esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola.
Il coordinamento del GLI è affidato al Dirigente Scolastico.
La Funzione Strumentale/Referente BES area 5 avrà cura di verbalizzare gli incontri e di presiedere alle riunioni
in caso di assenza/impedimento del Dirigente Scolastico.
I compiti del GLI sono i seguenti:
▪ supporto al collegio dei docenti nella definizione e realizzazione del Piano per l'inclusione, nonchè ai
docenti contitolari e ai consigli di classe nell'attuazione dei PEI;
▪ rilevazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali presenti nella scuola;
▪ raccolta e documentazione degli interventi didattico educativi già posti in essere e predisposizione di
ulteriori piani di intervento;
▪ focus/confronto sui casi, consulenza e supporto sulle strategie e sulle metodologie di gestione dei singoli
alunni e delle classi;
▪ rilevazione, monitoraggio e valutazione del grado di inclusività della scuola;
▪ raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle effettive
esigenze, ai sensi dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge 296/2006, tradotte in sede di definizione del PEI
come stabilito dall'art. 10 comma 5 della Legge 30 luglio 2010 n. 122 ;
▪ elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito agli alunni con BES, da
redigere/aggiornare entro il mese di giugno di ogni anno scolastico.
In sede di definizione e attuazione del Piano di inclusione, il GLI si avvale della consulenza e del supporto dei
genitori e delle associazioni delle persone con disabilità maggiormente rappresentative del territorio nel campo
dell'inclusione scolastica.
Il GLI viene essere convocato a seconda degli argomenti posti all’o.d.g del giorno sia con la partecipazione di tutti
i componenti, sia con la partecipazione di una parte di essi, ovvero per articolazioni funzionali allo scopo di
affrontare tematiche specifiche. Alle riunione del GLI possono essere invitati anche lavoratori facenti parte del
personale A.T.A., o laddove il tema da trattare lo richieda, esperti esterni o persone che, al di fuori dell’istituto, si
occupano di persone diversamente abili.
Altresì, il G.L.I. potrà essere convocato in seduta ristretta dedicata, con composizione specifica rispetto
all’oggetto della seduta, ogni qual volta se ne ravveda la necessità, per la concreta organizzazione e verifica delle
attività didattiche che coinvolgono gli alunni recanti bisogni d’inclusione. Ciò, in specie, per:
▪ svolgere incontri propedeutici alla predisposizione dei PDP rivolti agli alunni recanti DSA o BES;
▪ verificare l’attuazione delle linee educative e didattiche condivise a livello di classe e la coerente
attuazione dei PDP ;
▪ pianificare l’acquisizione di sussidi e strumentazione utili per esigenze specifiche.
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I GLHO -I gruppi di lavoro operativi per l’integrazione riguardano le azioni concrete intraprese per ogni
singolo alunno con disabilità.
Il loro compito precipuo è la realizzazione del dettato dell’art. 12, co 5 della legge 104/92. In essi si prevede
infatti alla definizione del Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e del Piano Educativo Individualizzato (PEI), cui si
provvede in maniera congiunta: consiglio di classe, genitori dell’alunno con disabilità e operatori delle ASL che
seguono il minore,
In caso siano previsti, fanno parte del GLHO anche l’operatore socio-sanitaro che segue il percorso riabilitativo
dell’alunno, l’assistente per l’autonomia e la comunicazione o il collaboratore scolastico incaricato
dell’assistenza. Il Dirigente scolastico nomina e presiede il gruppo di lavoro ed individua il coordinatore che
ha il compito di redigere il verbale delle riunioni e predisporre ed aggiornare la documentazione. Quest’ultimo, in
caso di assenza del dirigente, lo sostituisce. Inoltre i GLHO propongono al GLI di Istituto le ore necessarie nel
successivo anno scolastico, eventuali tipologie di intervento, disponibilità di ausili, locali, personale di assistenza
alla persona o alla comunicazione e provvedono alla predisposizione della documentazione relativa all’alunno per
l’Esame di Stato
4.1. 12 IL COMITATO PER LA VALUTAZIONE DEI DOCENTI
Presso la nostra istituzione è stato istituito il comitato per la valutazione dei docenti, così come previsto dalla L.
107/15.
Il comitato ha durata di tre anni scolastici, è presieduto dal dirigente scolastico ed è costituito dai seguenti
componenti:
▪ Tre docenti dell'istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di
istituto;
▪ due rappresentanti dei genitori espressi dal C.I.:
▪ un componente esterno individuato dall'ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e
dirigenti tecnici.
Il Comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti sulla base:
▪ della qualità dell'insegnamento e del contributo al miglioramento dell'istituzione scolastica, nonché del
successo formativo e scolastico degli studenti;
▪ dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze
degli alunni e dell'innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca
didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;
▪ delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.
Il comitato esprime altresì il proprio parere sul superamento del periodo di formazione e di prova per il personale
docente ed educativo. A tal fine il comitato è composto dal dirigente scolastico, che lo presiede, dai docenti di cui
al comma 2, lettera a), ed è integrato dal docente a cui sono affidate le funzioni di tutor.
4.1.13 IL NUCLEO INTERNO DI AUTOVALUTAZIONE
Il Nucleo Interno di Valutazione è un Gruppo di Lavoro molto importante previsto dalla normativa scolastica
di cui la scuola dispone, previa apposita costituzione, e che si riunisce periodicamente per assolvere ai compiti
istituzionalmente previsti.
Al riguardo va osservato che tutte le istituzioni scolastiche elaborano a partire dall’anno scolastico 2014-2015,
attraverso la piattaforma ministeriale dedicata, il Rapporto di autovalutazione ("RAV"), il quale prevede una
sezione appositamente dedicata all'individuazione di priorità strategiche e dei relativi obiettivi di miglioramento.
A tal fine, la normativa ha previsto che le scuole si dotassero di un'unità di autovalutazione, costituita
preferibilmente dal dirigente scolastico, dal docente referente della valutazione e da uno o più docenti con
adeguata professionalità individuati dal Collegio dei docenti”.
Il NIV si occupa in particolare di:
- individuare gli ambiti prioritari da valutare in un’ottica di miglioramento del sistema;
- individuare strategie, procedure e strumenti per un’efficace autovalutazione - valutazione di Istituto;
- analizzare e comunicare alle diverse componenti scolastiche i dati emersi dalla valutazione degli ambiti
esaminati.
In particolare, il Gruppo di lavoro si occupa della compilazione ed aggiornamento del Rapporto di
Autovalutazione e della predisposizione ed attuazione del Piano di Miglioramento.
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CAPITOLO 5. IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Riferimenti normativi:
- D.P.R. 28 Marzo 2013 nr. 80 ;
- C.M. 47 – del 21.10.2014 - Priorità strategiche della valutazione del Sistema educativo di istruzione e
formazione. Trasmissione della Direttiva n. Il del 18 settembre 2014.
- Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014;
- Nota MIUR 1738 del 2/3/2015 “Orientamenti per l’elaborazione del Rapporto di Autovalutazione”;
- Comma 14 - art. 1 Legge 107/2015;
- Nota Miur AADGOSV Prot. 7904 del 1 Settembre 2015 “Pubblicazione del Rapporto di Autovalutazione
(RAV) e primi orientamenti per il Piano di Miglioramento (PDM);
- Nota MIUR. AOODRCA.REGISTRO UFFICIALE(U).0015517.03-11-2016 “Pubblicazione dei
Rapporti di Autovalutazione (RAV), dei Piani di Miglioramento (PdM) e dei Piani Triennali dell’Offerta
Formativa (PTOF)” )
5.1. IL RAV E L’ELABORAZIONE DEL P.D.M
L’elaborazione del PdM è strettamente connessa a quanto emerge dal RAV; ogni scuola è chiamata nel RAV a
considerare i propri punti di forza e di debolezza in rapporto alle quattro aree legate agli esiti degli studenti:
- Risultati Scolastici;
- Risultati nelle prove standardizzate nazionali
- Competenze chiave ed europee
- Risultati a distanza.
Rispetto alla analisi compiuta, le scuole individuano in riferimento a tali aree, portando a sintesi il lavoro di
autovalutazione, secondo le indicazioni della normativa, due priorità su una o due aree per il miglioramento e
specificano i relativi traguardi di lungo periodo da raggiungere:
- Individuare le priorità, significa in sintesi individuare gli “obiettivi generali che la scuola si prefigge di
realizzare nel lungo periodo attraverso l’azione di miglioramento”, coerentemente con l’analisi del
contesto, con le risorse disponibili o comunque realisticamente acquisibili; tali obiettivi, devono
necessariamente essere individuati nell’ambito degli Esiti, la cui acquisizione costituisce il compito
fondamentale della scuola.
Il compito fondamentale della scuola è infatti quello di far acquisire agli studenti buoni esiti di apprendimento, in
quanto questi costituiscono una risorsa essenziale per la piena realizzazione della persona, per l’esercizio attivo
della cittadinanza e per il progresso della comunità sociale. Va ricordato in proposito che la Direttiva 11/2014,
nell’individuare le priorità strategica del Sistema Nazionale di Valutazione per il prossimo triennio ha precisato
che “ …la valutazione è finalizzata al miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti e
sarà particolarmente indirizzata:
- alla riduzione della dispersione scolastica e dell’insuccesso scolastico;
- alla riduzione delle differenze tra scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento degli studenti;
- al rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione di partenza
- alla valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti, con attenzione all’Università e al lavoro”.
L’analisi e la valutazione degli Esiti, quindi, sono particolarmente importanti, perché le criticità rilevate in questa
sezione sono l’ambito nel quale individuare le direzioni di miglioramento. L’individuazione delle priorità non può
quindi non tener presenti le suddette indicazioni.
- Definire i traguardi di lungo periodo consiste nel definire i risultati attesi a lungo termine in relazione
alle priorità strategiche”; tali risultati articolano in forma osservabile e/o misurabile i contenuti delle
priorità e rappresentano le mete verso cui la scuola tende nella sua azione di miglioramento.
La fase più delicata a cui le scuole sono chiamate , in rapporto alla definizione delle priorità e dei traguardi, è
quindi quella logicamente connessa costituita dal definire gli obiettivi di processo funzionali al
raggiungimento dei traguardi individuati in relazione alle priorità prescelte; gli obiettivi di processo
rappresentano quindi una definizione operativa delle attività su cui si intende agire concretamente per
raggiungere le priorità strategiche individuate; essi costituiscono degli obiettivi operativi da raggiungere nel
breve periodo (un anno scolastico) e riguardano una o più aree di processo.
Le aree di processo presenti nel RAV; come indicate dalla normativa di riferimento, sono le seguenti sette, di cui
tre relative alle pratiche educative e didattiche e quattro relative alle pratiche gestionali ed organizzative.
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Il seguente schema indica le suddette aree di processo:
Pratiche educative e didattiche Pratiche gestionali ed organizzative
Curricolo, progettazione e valutazione Orientamento strategico ed organizzazione della scuola
Ambiente di apprendimento Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane
Inclusione e differenziazione Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
Continuità ed Orientamento
La scelta relativamente agli obiettivi di processo funzionali al raggiungimento dei traguardi è una scelta che
chiede alla scuola una riflessione accurata sulle correlazioni esistenti tra Processi ed Esiti, sulle modalità con cui i
vari Processi possono influire sugli Esiti; essa evidenzia l’importanza di una accurata analisi delle aree relative ai
processi, in modo da potere disporre di una buona base per l’individuazione delle azioni efficaci ai fini del
miglioramento. È dunque necessario analizzare in dettaglio i nessi esistenti tra i processi e i traguardi, valutando
con attenzione l'impatto e la fattibilità di ogni processo, in modo da finalizzare al meglio le risorse umane e
finanziarie da mettere in campo nel processo di miglioramento.
In particolare la scelta degli obiettivi di processo per assumere significatività deve essere accompagnata dalla
adozione di indicatori e dal riferimento a risultati attesi in modo da poter realizzare una misurazione periodica dei
processi attivati, ai fini del monitoraggio delle azioni intraprese.
5.2. DESCRIZIONE DEL PDM
Il Piano di Miglioramento rappresenta il documento attraverso cui le scuole, in rapporto alla compilazione del
RAV (Rapporto di Autovalutazione), esprimono le azioni di miglioramento che intendono realizzare, descrivono
in dettaglio i motivi della scelta e il progetto, riferito ai singoli interventi operativi, che si propongono di attuare. Nel definire ed attuare il PDM la nostra scuola fa riferimento al modello proposto da Indire (Istituto Nazionale di
Documentazione e per l’Innovazione e la Ricerca Educativa). La struttura di questo modello è ben definita; essa
consente periodicamente alcuni aggiornamenti, per documentare le fasi attraverso cui la scuola articola il suo
processo di miglioramento.
Nel PdM il ciclo di gestione per il miglioramento della qualità segue le fasi del ciclo di Deming (1986) attraverso
quattro momenti sequenziali: la pianificazione degli interventi (PLAN), l’attuazione (DO), il controllo (CHECK),
la revisione (ACT).
Il Piano rappresenta lo strumento per lo sviluppo della qualità della scuola e le azioni di miglioramento sono il
percorso operativo innescato all’interno della stessa istituzione scolastica. Tale processo non va considerato in
modo statico, ma in termini dinamici in quanto si basa sul coinvolgimento di tutta la comunità scolastica e fa leva
sulle modalità organizzative gestionali e didattiche messe in atto dalla scuola utilizzando tutti gli spazi di
autonomia a disposizione. I risultati raggiunti, in tutti i campi, vengono rendicontati alla comunità, per
condividere i processi di miglioramento attivati.
Il Pdm rappresenta al riguardo un percorso di pianificazione e di sviluppo di azioni che prende le mosse dalle
priorità indicate nel RAV.
5.3. IL PIANO DI MIGLIORAMENTO: ANALISI DEL LAVORO PROGRESSO E DEFINIZIONE DEL
PIANO DI MIGLIORAMENTO PER L’ANNO SCOLASTICO 2018-2019
In sede collegiale è stata individuata, nel corso del triennio del Piano, la necessità di una rivisitazione del lavoro
svolto dalla scuola in riferimento alla definizione delle priorità strategiche, dei traguardi ad esse connessi e quindi
degli obiettivi di processi individuati funzionali al raggiungimento dei traguardi. Il presente Pdm, quindi,
riferendosi comunque alle priorità definite nel rapporto di valutazione ultimo pubblicato dalla scuola in data del
29/06/2018 è informato appunto dal processo di rivisitazione suddetto, il quale concerne nello specifico un lavoro
di definizione degli indicatori e dei risultati attesi relativamente agli obiettivi di processo individuati nel RAV
sopra riferito, quali funzionali al raggiungimento dei traguardi connessi alle priorità.
52
5.3.1. LE PRIORITÀ, I TRAGUARDI E GLI DOBIETTIVI DI PROCESSO INDICATI NEL RAPPORTO
DI AUTOVALUTAZIONE ANNO SCOLASTICO 2017-2018.
Priorità Traguardi relativi alla priorità
Risultati scolastici Ridurre le percentuali di allievi con
insufficienze in matematica ed inglese
al termine del primo quadrimestre
Portare entro la quota percentuale del
15% il numero di allievi con
insufficienze(voti 4 o5) in matematica
ed inglese al termine del 1°quadr
Risultati scolastici Assicurare un sostanziale e compiuto
successo formativo agli allievi recanti
Bisogni Educativi Speciali
Raggiungere come linea di tendenza di
riferimento per tutti gli allievi BES il
successo formativo in tutte le
discipline al termine dell'a.s.
Risultati nelle prove
standardizzate
nazionali
Migliorare i risultati in Matematica alle
Prove Invalsi in specie in riferimento al
nr. di allievi che si pongono nelle fasce
1 e 2 (livelli bassi)
Ridurre del 10% la quota percentuale
degli allievi con livelli 1 e 2 in
matematica alle Prove Invalsi
Obiettivi di processi individuati nel RAV in connessione alle priorità e traguardi individuati
AREA DI PROCESSO DESCRIZIONE DELL'OBIETTIVO DI PROCESSO
Curricolo, progettazione e
valutazione
Realizzare ed utilizzare in modo esteso in tutte le discipline prove di
verifica del livello di partenza, del livello intermedio e finale.
Realizzare percorsi disciplinari ed interdisciplinari finalizzati alla
promozione delle competenze chiave e di cittadinanza
Progettare ed attuare moduli didattici comuni per il recupero degli
apprendimenti in matematica ed in inglese nei 3 anni di corso
Utilizzare in tutte le classi strumenti per l'osservazione e la valutazione
della acquisizione delle competenze chiave e di cittadinanza
Ambiente di apprendimento Migliorare il coordinamento didattico e valutativo per diminuire la
varianza tra leclassi rispetto ai risultati scolastici
Analizzare i risultati delle Prove Invalsi per individuare carenze
specifiche di apprendimento degli allievi
Inclusione e differenziazione Realizzare ed utilizzare a fini didattici una scheda di rilevazione dei
bisogni formativi degli alunni con bisogni educativi speciali
Adottare libri di testo idonei ai bisogni formativi degli alunni BES con
apparati didattici e sezioni dedicate
Condurre iniziative da parte del GLI finalizzate al supporto dei Cdc per la
guida verso la personalizzazione dei percorsi di apprendimento
Utilizzare per almeno il 50 per cento degli alunni DSA software didattici
specifici per sostenerne la partecipazione e la motivazione scolastica
Continuita' e orientamento Utilizzare criteri di formazione delle classi tali da assicurare la
formazione di gruppi classe omogenei tra loro ed eterogenei al loro
interno
Realizzare attività di raccordo didattico con i docenti dei plessi di scuola
primaria con attuazione di progetti didattici nelle classi ponte
Finalizzare risorse dedicate per acquistare software didattici specifici
Orientamento strategico e
organizzazione della scuola
Stipulare convenzioni con enti ed associazioni specializzate in ambito
inclusivo per attività di consulenza e supporto rivolte agli alunni con BES
Individuare raccordi operativi tra docenti capi dipartimento, funzioni
strumentali e referenti di aree specifiche per la cura della inclusione
Analizzare la varianza dei risultati tra classi anche in rapporto agli esiti
delle prove Invalsi nella direzione di una scuola più equa e inclusiva
53
Sviluppo e valorizzazione delle
risorse
umane
Organizzare attività formative interne in base alle esigenze rilevate
presentate dai docenti anche su temi specifici e delimitati
Inserire in area riservata sul sito della scuola uno spazio strutturato per la
raccolta di materiali e strumenti didattici prodotti dai docenti
Svolgere corsi di formazione specifici rivolti ai docenti di inglese e
matematica sul tema del recupero degli apprendimentii n tali discipline
Integrazione con il territorio e
rapporti
con le famiglie
Stipulare un maggior numero di accordi di rete con soggetti operanti sul
territorio per dare organicità e continuità a collaborazioni già in corso
5.3.2. IL MODELLO INDIRE COME MODELLO PER L’ARTICOLAZIONE DEL PDM.
La scuola fa riferimento nell’articolazione del PdM del modello Indire. Tale modello risulta particolarmente
significativo in quanto è flessibile nella compilazione ed è coerentemente caratterizzato da quattro fasi tra loro
collegate, le quali ognuna prevedono dei “passi” da realizzare e compiere. Tali fasi di lavoro sono le seguenti
1. Scegliere gli obiettivi di processo alla luce delle priorità individuate nella sez. 5 del RAV
Tale fase prevede al suo interno tre “passi”:
a) Verificare la congruenza tra obiettivi di processo e priorità/traguardi;
b) Elaborare la scala degli obiettivi di processo;
c) Ridefinire l’elenco degli obiettivi di processo, i risultati attesi, gli indicatori di monitoraggio del
processo e le modalità di misurazione dei risultati
2. Decidere le azioni per raggiungere ciascun obiettivo di processo.
Tale fase prevede due “passi”:
a) Ipotizzare le azioni da compiere considerandone anche i possibili effetti negativi e positivi nel medio
e nel lungo termine;
b) Rapportare gli effetti delle azioni a un quadro di riferimento innovativo.
3. Pianificare le azioni di ciascun obiettivo di processo.
Tale fase prevede tre “passi”:
a) Definire l’impegno delle risorse umane e le risorse strumentali;
b) Definire i tempi di attuazione delle attività;
c) Programmare il monitoraggio periodico dello stato di avanzamento del raggiungimento dell’obiettivo
di processo.
4. Valutare condividere e diffondere i risultati del PdM.
Tale fase prevede quattro “passi”:
a) Valutare i risultati raggiunti sulla base degli indicatori relativi ai traguardi del RAV;
b) Descrivere i processi di condivisione del piano all’interno della scuola;
c) Descrivere le modalità di diffusione dei risultati del PdM sia all’interno che all’esterno
dell’organizzazione scolastica
d) Descrivere le modalità di lavoro del NIV
5.3.3. IL PDM – Anno scolastico 2018-2019
In rapporto al quadro indicato si indicano di seguito le azioni che verranno condotte, rispetto ad ogni priorità ed al
traguardo ad esse riferito, al fine del perseguimento degli obiettivi di miglioramento, con conseguente selezione
degli obiettivi di processo di riferimento ed indicazione dei gruppi di lavoro e dei soggetti in esse coinvolti. Tutte
le azioni suddette verranno monitorate con cadenza bimestrale; il coordinamento di tale monitoraggio è affidato al
NIV. L’attuazione delle azioni previste dal Piano di Miglioramento comporta un coerente corale impegno di tutte
le componenti scolastiche, ognuno rispetto al proprio profilo di attribuzioni, nella logica della sinergia dei diversi
54
apporti. Essa si basa su un impiego finalizzato delle risorse rispetto agli obiettivi di miglioramento individuati. In
questa prospettiva, sul piano delle risorse umane, riveste una specifica importanza la selezione delle aree di
utilizzo dell’organico potenziato e l’individuazione del fabbisogno di posti ad esso relativo; al riguardo la scuola
individua come riferimento quali aree da privilegiare quella della lingua inglese, della matematica e delle
tecnologie, perché tali aree rappresentano le aree maggiormente da rafforzare rispetto alle priorità/traguardi posti
a base del Piano. Attualmente, alla scuola sono state attribuite tre unità in organico di potenziamento che
corrispondono solo in parte a quanto sopra indicato, in quanto i docenti in organico di potenziamento attribuiti
sono tre: uno per inglese, uno per italiano ed uno per scienze motorie.
I materiali e la documentazione prodotta nell’ambito delle attività da realizzare saranno messe a disposizione dei
docenti nella sezione Area Riservata dal sito.
La diffusione dei risultati ottenuti sarà curata dal NIV attraverso specifici report illustrati nelle sedi collegiali e
messi a disposizione dei docenti e della comunità scolastica.
PRIORITA’ E TRAGUARDO NR. 1
PRIORITA’ TRAGUARDO relativo alla priorità
Risultati scolastici Ridurre le percentuali di allievi con
insufficienze in matematica ed inglese
al termine del primo quadrimestre
Portare entro la quota percentuale del 15% il
numero di allievi con insufficienze(voti 4 o5) in
matematica ed inglese al termine del 1°quadr
OBIETTIVI DI PROCESSO SELEZIONATI RISPETTO ALLA PRIORITA’ ED AL CONNESSO
TRAGUARDO
AREA DI
PROCESSO
DESCRIZIONE DELL'OBIETTIVO DI
PROCESSO
AZIONI
Curricolo,
progettazione e
valutazione
Realizzare ed utilizzare in modo esteso in
tutte le discipline prove di verifica del
livello di partenza, del livello intermedio e
finale.
Realizzazione e raccolta delle prove di verifica
del livello di partenza, del livello intermedio e
del livello finale di profitto, sottoposte nelle
singole discipline agli allievi, con particolare
riferimento alla Matematica ed all’Inglese.
Verifica della loro adeguatezza e coerenza
interna.
(Coordinatori di classe, docenti con incarico di
Funzione Strumentale area nr. 1, Docenti con
incarico di Funzione Strumentale area nr 3,
Responsabili di Dipartimento)
Realizzare percorsi disciplinari ed
interdisciplinari finalizzati alla
promozione delle competenze chiave e di
cittadinanza
Prevedere una particolare attenzione, all’interno
dei percorsi interdisciplinari finalizzati alla
promozione delle competenze chiave e di
cittadinanza, a riguardo dell’inserimento in essi
di specifici percorsi in cui il linguaggio
matematico e l’uso finalizzato a scopi
comunicativi della lingua inglese trovino
adeguata valorizzazione e riscontro.
Progettare ed attuare moduli didattici
comuni per il recupero degli
apprendimenti in matematica ed in inglese
nei 3 anni di corso
Definizione a cura dei Dipartimenti disciplinari
di area, con il supporto e la collaborazione dei
docenti Funzione Strumentale dell’area nr. 5 -
Sostegno al lavoro dei docenti - di moduli
55
didattici in Matematica ed in Inglese per il
recupero degli apprendimenti, suddivisi per anno
di corso, con specificazione delle metodologie di
riferimento e degli obiettivi didattici perseguiti
Collaborazione tra i docenti conduttori dei
moduli di recupero in Matematica ed Inglese ed i
docenti disciplinari di classe di Matematica ed
Inglese per verificare la congruenza tra le
attività di recupero e il percorso didattico
curriculare.
Ambiente di
apprendimento
Migliorare il coordinamento didattico e
valutativo per diminuire la varianza tra le
classi rispetto ai risultati scolastici
Individuazione, attraverso una analisi mirata
svolta dal NIV, degli aspetti di varianza tra le
classi rispetto ai risultati scolastici attraverso una
analisi di tipo diacronico dei risultati delle
diverse classi alle Prove Invalsi, degli esiti delle
diverse classi all’Esame di Stato, dei risultati
delle diverse classi al termine del primo
quadrimestre, con particolare riferimento alla
Matematica ed all’Inglese.
Socializzazione da parte del NIV dei rilievi
emersi attraverso tali analisi in sede di Collegio.
Presa in carico dei rilievi suddetti da parte dei
Consigli di classe al fine di un ri-orientamento
dei Piani di lavoro disciplinari relativi in specie
ad Inglese e Matematica.
Analizzare i risultati delle Prove Invalsi per
individuare carenze specifiche di
apprendimento degli allievi
Specificazione delle carenze più frequenti e
rilevanti presentate dagli allievi attraverso
l’analisi delle prove Invalsi, tramite disamine
mirate svolte dal NIV, in particolare per quanto
riguarda la Matematica e l’Inglese.
Socializzazione da parte del NIV dei rilievi
svolti, attraverso tali analisi, in sede di Collegio.
Presa in carico dei rilievi suddetti da parte dei
Consigli di classe al fine di un ri-orientamento
dei Piani di lavoro disciplinari relativi ad Inglese
e Matematica.
Inclusione e
differenziazione
Condurre iniziative da parte del GLI
finalizzate al supporto dei Cdc per la guida
verso la personalizzazione dei percorsi di
apprendimento
Produzione di materiali di approfondimento e
tematici da parte del GLI, in collaborazione con i
docenti con incarico di Funzione Strumentale
area nr. 5 – Sostegno al lavoro dei docenti - , in
tema di recupero delle carenze di apprendimento
e di personalizzazione della proposta didattica
rivolta agli allievi BES, con particolare
riferimento alla Matematica ed all’Inglese, da
mettere a disposizione dei Consigli di classe .
Continuita' e
orientamento
Utilizzare criteri di formazione delle classi
tali da assicurare la formazione di gruppi
classe omogenei tra loro ed eterogenei al
loro interno
Attività della Commissione Formazione Classi
rivolta ad utilizzare in modo mirato le
informazioni specifiche ottenute da parte dei
plessi di scuola primaria sui livelli di profitto
56
posseduti degli allievi in entrata allo scopo di
formare gruppi classi omogenei/eterogenei.
Stabilire/promuovere, grazie al lavoro dei
docenti Funzione Strumentale di area, e la cura
del coordinamento da parte del Dirigente
Scolastico, rapporti strutturati con i docenti dei
plessi di scuola primaria, che costituiscono in
maggioranza il bacino di utenza della scuola, per
acquisire utili informazioni per la formazione
delle classi, in specie rispetto agli allievi in
entrata recanti disagi o bisogni educativi
speciali, al fine di un loro inserimento nelle
classi che eviti la formazione di classi con
presenza di un numero eccessivo di allievi
recanti i disagi ed i bisogni suddetti.
Realizzare attività di raccordo didattico con
i docenti dei plessi di scuola primaria con
attuazione di progetti didattici nelle classi
ponte
Attività di analisi da parte del NIV degli esiti dei
test di ingresso sottoposti agli allievi in entrata
per individuare aree ed ambiti di apprendimento
rispetto ai quali gli allievi in entrata presentano
carenze, in riferimento in specie alla Matematica
ed all’Inglese.
Stabilire/promuovere, grazie al lavoro dei
docenti Funzione Strumentale di area, e la cura
del coordinamento da parte del Dirigente
Scolastico, rapporti strutturati con i docenti dei
plessi di scuola primaria, che costituiscono in
maggioranza il bacino di utenza della scuola, per
la realizzazione di progetti didattici nelle classi
ponte riferiti alla Matematica ed all’Inglese, in
particolare a riguardo di aree ed ambiti di
apprendimenti rispetto ai quali, per lo più, gli
allievi in entrata presentano un profilo di
preparazione carente.
Orientamento
strategico e
organizzazione della
scuola
Analizzare la varianza dei risultati tra classi
anche in rapporto agli esiti delle prove
Invalsi nella direzione di una scuola più
equa e inclusiva
Specificazione delle carenze più frequenti e
rilevanti presentate dagli allievi attraverso
l’analisi delle prove Invalsi, tramite disamine
mirate svolte dal NIV, in particolare per quanto
riguarda la Matematica e l’Inglese.
Socializzazione da parte del NIV dei rilievi
emersi, attraverso tali analisi, in sede di
Collegio.
Sviluppo e
valorizzazione delle
risorse
umane
Inserire in area riservata sul sito della
scuola uno spazio strutturato per la raccolta
di materiali e strumenti didattici prodotti
dai docenti
Lavoro di raccolta da parte dei docenti con
incarico di Funzione Strumentale area nr. 1 di
materiali e strumenti didattici, in specie riferiti
alla Matematica ed all’Inglese, prodotti dai
docenti e/o elaborati dai docente con incarico di
Funzione Strumentale area nr. 5, da inserire nella
area “documentazione didattica” sul sito della
scuola.
57
Svolgere corsi di formazione specifici
rivolti ai docenti di inglese e matematica
sul tema del recupero degli apprendimenti
in tali discipline
Verificare, a cura del Dirigente Scolastico e dei
docenti Funzione Strumentale area nr. 1, le
opportunità formative, rivolte ai docenti di
Matematica ed Inglese presenti sulla piattaforma
Sofia.
Progettare ed organizzare, a cura del Dirigente
Scolastico e dei docenti Funzione Strumentale
area nr. 1, almeno un corso di formazione sul
tema del recupero degli apprendimenti in
Matematica ed Inglese, con particolare
riferimento alla innovazione didattica e
metodologica.
PRIORITA’ E TRAGUARDO NR. 2
PRIORITA’ TRAGUARDO relativo alla priorità
Risultati scolastici Assicurare un sostanziale e compiuto
successo formativo agli allievi recanti
Bisogni Educativi Speciali
Raggiungere come linea di tendenza di
riferimento per tutti gli allievi BES il
successo formativo in tutte le discipline al
termine dell'a.s.
OBIETTIVI DI PROCESSO SELEZIONATI RISPETTO ALLA PRIORITA’ ED AL CONNESSO
TRAGUARDO
AREA DI
PROCESSO
DESCRIZIONE DELL'OBIETTIVO
DI PROCESSO
AZIONI
Curricolo,
progettazione e
valutazione
Realizzare ed utilizzare in modo esteso in
tutte le discipline prove di verifica del
livello di partenza, del livello intermedio e
finale.
Realizzazione e raccolta delle prove di
verifica del livello di partenza, del livello
intermedio e del livello finale di profitto,
sottoposte nelle singole discipline agli
allievi. Verifica della loro coerenza interna
e loro adattamento al fine di una specifica
personalizzazione delle caratteristiche delle
stesse, rispetto ad obiettivi e modalità di
svolgimento, a riguardo degli allievi recanti
BES.
(Coordinatori di classe, docenti con
incarico di Funzione Strumentale area nr. 1,
Docenti con incarico di Funzione
Strumentale area nr 3, Responsabili di
Dipartimento).
Progettare ed attuare moduli didattici
comuni per il recupero degli
apprendimenti in matematica ed in inglese
nei 3 anni di corso
Definizione, a cura dei Dipartimenti
disciplinari di area, con il supporto e la
collaborazione dei docenti Funzione
Strumentale dell’area nr. 5 - Sostegno al
lavoro dei docenti - di moduli didattici in
Matematica ed Inglese per il recupero degli
apprendimenti, suddivisi per anno di corso,
con specificazione delle metodologie di
riferimento e degli obiettivi didattici
perseguiti, con specifici elementi di
personalizzazione definiti per gli allievi
recanti BES.
Collaborazione tra i docenti conduttori dei
moduli di recupero in Matematica ed
58
Inglese ed i docenti disciplinari di classe di
Matematica ed Inglese per verificare la
congruenza tra le attività di recupero e il
percorso didattico curriculare, ed
individuare percorsi particolarmente rivolti
a rispondere alle esigenze formative degli
allievi recanti BES partecipanti ai suddetti
moduli.
Ambiente di
apprendimento
Analizzare i risultati delle Prove Invalsi
per individuare carenze specifiche di
apprendimento degli allievi
Specificazione delle carenze più frequenti e
rilevanti presentate dagli allievi attraverso
l’analisi delle prove Invalsi, tramite
disamine mirate svolte dal NIV, con
particolare riferimento relativamente agli
allievi recanti BES.
Socializzazione da parte del NIV dei rilievi
svolti, attraverso tali analisi, in sede di
Collegio.
Presa in carico dei rilievi suddetti da parte
dei Consigli di classe al fine di un ri-
orientamento dei Piani di lavoro
disciplinari di Italiano, Inglese e
Matematica, con particolare riferimento
alle esigenze formative palesate dagli
allievi recanti BES.
Inclusione e
differenziazione
Realizzare ed utilizzare a fini didattici una
scheda di rilevazione dei bisogni formativi
degli alunni con bisogni educativi speciali
Utilizzare da parte dei Consigli di classe
quanto emerge dalla scheda di rilevazione
relativamente ai bisogni formativi e di
personalizzazione degli allievi recanti BES
per adattare opportunamente la proposta
didattica nelle diverse discipline.
Adottare libri di testo idonei ai bisogni
formativi degli alunni BES con apparati
didattici e sezioni dedicate
Prestare particolare attenzione in sede di
Consigli di classe e nelle attività dei
Dipartimenti nella fase di scelta delle
nuove adozione per individuare i testi che
meglio rispondono alle esigenze formative
degli allievi recanti BES.
Condurre iniziative da parte del GLI
finalizzate al supporto dei Cdc per la
guida verso la personalizzazione dei
percorsi di apprendimento
Produzione/raccolta da parte del NIV e da
parte dei docenti Funzione Strumentale
Area nr. 5 – Sostegno al lavoro dei docenti
– di analisi e materiali didattici da
socializzare nei Consigli di classe per
favorire la esplicitazione di una proposta
didattica nelle diverse discipline coerente
rispetto alle esigenze degli allievi recanti
BES.
Utilizzare per almeno il 50 per cento degli
alunni DSA software didattici specifici per
sostenerne la partecipazione e la
motivazione scolastica
Analisi da condurre da parte del GLI,
rispetto all’effettivo utilizzo nelle classi di
software didattici specifici utili per allievi
recanti DSA; elaborazione di proposte
rispetto a software specifici da utilizzare
nelle classi ritenuti utili rispetto alle
esigenze degli allievi recanti DSA.
Continuita' e
orientamento
Finalizzare risorse dedicate per acquistare
software didattici specifici
Definire un Piano di acquisto da parte di
software didattici specifici per allievi DSA
di cui si ravvisi la necessità ed utilità
59
rispetto alle esigenze rilevate.
Orientamento
strategico e
organizzazione della
scuola
Stipulare convenzioni con enti ed
associazioni specializzate in ambito
inclusivo per attività di consulenza e
supporto rivolte agli alunni con BES
In base alle convenzioni stipulate definire
forme e modalità delle attività di
consulenza e di supporto rispetto alle
esigenze dei consigli di classe, di singoli
docenti, dei genitori degli allievi recanti
BES, degli allievi recanti BES. Rispetto a
questi ultimi realizzare progetti di
tutoraggio formativo ed educativo, grazie a
convenzioni con Enti dotati di adeguato
profilo, competenze ed esperienza al
riguardo.
Individuare raccordi operativi tra docenti
capi dipartimento, funzioni strumentali e
referenti di aree specifiche per la cura
della inclusione
Definire attività di interesse comune che
vedano il lavoro sinergico tra il docente
Responsabile di Dipartimento dell’area
Sostegno, i docenti con incarico di
Funzione Strumentale area nr. 5 –
Sostegno al lavoro dei docenti – e docenti
referenti di specifiche aree per individuare
proposte di miglioramento della didattica e
delle relazioni rivolte agli allievi recanti
BES.
Sviluppo e
valorizzazione delle
risorse
umane
Organizzare attività formative interne in
base alle esigenze rilevate presentate dai
docenti anche su temi specifici e delimitati
Organizzare attività formative specifiche
rispetto alle problematiche della inclusione
con particolare riferimento alla cura
dell’approccio relazionale e didattico
nei confronti degli allievi recanti DSA, ed
al tema della redazione dei PEI in base al
modello ICF.
Inserire in area riservata sul sito della
scuola uno spazio strutturato per la
raccolta di materiali e strumenti didattici
prodotti dai docenti
Raccogliere da parte dei docenti dell’area
Funzione Strumentale nr. 1
documentazione didattica specifica relativa
alla inclusione, in particolare con
indicazione di sitografie dedicate.
Integrazione con il
territorio e rapporti
con le famiglie
Stipulare un maggior numero di accordi di
rete con soggetti operanti sul territorio per
dare organicità e continuità a
collaborazioni già in corso
Rendere funzionale gli accordi di rete e di
collaborazione con enti e soggetti del
territorio al fine della compiuta attuazione
del Piano Annuale di Inclusione, in specie
attraverso il coinvolgimento di allievi
recanti BES in progetti ed iniziative
collegate o rese possibili grazie a tali
rapporti.
PRIORITA’ E TRAGUARDO NR. 3
PRIORITA’ TRAGUARDO relativo alla priorità
Risultati nelle prove
standardizzate
nazionali
Migliorare i risultati in Matematica alle
Prove Invalsi in specie in riferimento al nr.
di allievi che si pongono nelle fasce 1 e 2
(livelli bassi)
Ridurre del 10% la quota percentuale
degli allievi con livelli 1 e 2 in
matematica alle Prove Invalsi
60
AREA DI
PROCESSO
DESCRIZIONE DELL'OBIETTIVO
DI PROCESSO
AZIONI
Curricolo,
progettazione e
valutazione
Progettare ed attuare moduli didattici
comuni per il recupero degli
apprendimenti in matematica ed in inglese
nei 3 anni di corso
Definizione a cura del Dipartimento
disciplinare di area, con il supporto e la
collaborazione dei docenti Funzione
Strumentale dell’area nr. 5- Sostegno al
lavoro dei docenti -, di moduli didattici per
il recupero degli apprendimenti in
Matematica suddivisi per anno di corso,
con specificazione delle metodologie di
riferimento e degli obiettivi didattici
perseguiti.
Ambiente di
apprendimento
Migliorare il coordinamento didattico e
valutativo per diminuire la varianza tra le
classi rispetto ai risultati scolastici
Verificare all’interno dei Dipartimenti
l’effettivo coordinamento didattico rispetto
a metodologie didattiche e procedure di
verifica/valutazione adottate in riferimento
all’insegnamento della Matematica.
Individuare accordi per un allargamento
delle attività a classi aperte per anni di
corso, riferite alla Matematica.
Analizzare i risultati delle Prove Invalsi
per individuare carenze specifiche di
apprendimento degli allievi
Specificazione delle carenze specifiche
presentate dagli allievi attraverso l’analisi
delle prove Invalsi, tramite disamine
mirate svolte dal NIV, in particolare per
quanto riguarda la Matematica.
Socializzazione da parte del NIV dei
rilievi svolti attraverso tali analisi in sede
di Collegio ed all’interno del Dipartimento
di Matematica.
Presa in carico dei rilievi suddetti da parte
dei Consigli di classe al fine di un ri-
orientamento dei Piani di lavoro
disciplinari relativi alla Matematica.
Inclusione e
differenziazione
Realizzare ed utilizzare a fini didattici una
scheda di rilevazione dei bisogni formativi
degli alunni con bisogni educativi speciali
Utilizzare da parte dei Consigli di classe
quanto emerge dalla scheda di rilevazione
relativamente ai bisogni formativi e di
personalizzazione degli allievi recanti BES
per adattare opportunamente la proposta
didattica in Matematica.
Continuità ed
Orientamento
Realizzare attività di raccordo didattico
con i docenti dei plessi di scuola primaria
con attuazione di progetti didattici nelle
classi ponte
Attività di analisi da parte del NIV dei test
di ingresso sottoposti agli allievi in entrata
per individuare aree ed ambiti di
apprendimento rispetto ai quali gli allievi
in entrata presentano carenze, in
riferimento in specie alla Matematica.
Orientamento
strategico e
organizzazione della
scuola
Analizzare la varianza dei risultati tra
classi anche in rapporto agli esiti delle
prove Invalsi nella direzione di una scuola
più equa e inclusiva
Specificazione delle carenze più frequenti
e rilevanti presentate dagli allievi
attraverso l’analisi delle prove Invalsi,
tramite disamine mirate svolte dal NIV, in
particolare per quanto riguarda la
Matematica.
Socializzazione da parte del NIV dei
rilievi svolti, attraverso tali analisi, in sede
di Collegio.
61
Sviluppo e
valorizzazione delle
risorse
umane
Organizzare attività formative interne in
base alle esigenze rilevate presentate dai
docenti anche su temi specifici e delimitati
Verificare, a cura del Dirigente Scolastico
e dei docenti Funzione Strumentale area
nr. 1, le opportunità formative, rivolte ai
docenti di Matematica presenti sulla
piattaforma Sofia.
Progettare ed organizzare, a cura del
Dirigente Scolastico e dei docenti
Funzione Strumentale area nr. 1, almeno
un corso di formazione sul tema del
recupero degli apprendimenti in
Matematica, con particolare riferimento
alla innovazione didattica e metodologica.
Inserire in area riservata sul sito della
scuola uno spazio strutturato per la
raccolta di materiali e strumenti didattici
prodotti dai docenti
Raccogliere da parte dei docenti dell’area
Funzione Strumentale nr. 1 e da parte del
NIV documentazione didattica specifica
relativa alle prove Invalsi di Matematica.
5.3.4 RISORSE FINANZIARIE PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO
In riferimento alle risorse finanziarie necessarie saranno impiegate annualmente risorse presenti nel FIS ed ai
fondi ministeriali per il funzionamento amministrativo e didattica.
In particolare, per remunerare le attività svolte da figure con compiti di coordinamento, quali in particolare i
collaboratori del Dirigente Scolastico, i Responsabili di plesso, i docenti coordinatori di dipartimento, i docenti
coordinatori di classe, il docente Animatore Digitale, i referenti di aree di lavoro si stimano in nr. circa 800 ore i
fabbisogni di riferimento annuali, pari ad una spesa di circa 16.800,00 euro lordo stato.
Per quanto attiene ai docenti con Incarico di Funzione Strumentale la somma annua in media a disposizione della
scuola è di circa 5.800,00 euro lordo stato.
L’impiego di professionalità esterne per l’attuazione del Piano di Miglioramento sarà valutato in sede di verifica
dell’attuazione del Piano di Miglioramento da parte del Gruppo di Autovalutazione di Istituto. L’apporto
eventuale di esperti, consulenti, formatori, ritenuto utile ai fini della realizzazione di azioni ed attività, non dovrà
comportare una spesa, annuale, a carico del bilancio della scuola, superiore ad € 2800,00 lordo stato.
62
CAPITOLO 6. LA DIDATTICA: ASPETTI ORGANIZZATIVI E ASPETTI PEDAGOGICI. I SERVIZI
A SUPPORTO DELLA DIDATTICA E LA PROMOZIONE DELLA INCLUSIONE
Premessa.
La progettazione e la programmazione didattica all’interno della scuola sono definite e svolte in stretto rapporto al
Curricolo di Istituto che definisce per ogni materia e anno di corso conoscenze abilità e competenze specifiche
perseguite, e le fasi temporali, nel corso dell’anno scolastico, in cui esse vengono distintamente e nelle loro
relazioni poste al centro dell’attività didattica, nell’attuazione dei diversi moduli didattici previsti. Ciò nell’ottica
di assicurare un processo coerente di programmazione parallela dei percorsi formativi che connoti in senso
omogeneo l’erogazione del servizio e faciliti il confronto tra i docenti, nonché i processi di monitoraggio.
Il curricolo della scuola è articolato dai docenti nella concreta programmazione e nelle prassi didattiche tenendo
conto in particolare modo delle esigenze legate alla personalizzazione degli apprendimenti, alla cura della
inclusività, alla promozione delle competenze trasversali, civiche e di cittadinanza, nonché degli obiettivi di
miglioramento perseguiti dalla scuola.
Il curricolo della scuola viene periodicamente aggiornato grazie al lavoro del Collegio dei Docenti ed in
particolare dei Dipartimenti disciplinari. Esso è pubblicato sul sito della scuola. Il link relativo è il seguente:
https://www.scuolabalzico.edu.it/didattica/aree-di-studiocurricoli-distituto/
6.1 LA RILEVAZIONE DEI BISOGNI EDUCATIVI E FORMATIVI DEGLI ALUNNI AI FINI DELLA
PROGETTAZIONE DIDATTICA
La scuola nel progettare l’articolazione dell’offerta formativa rileva i bisogni formativi ed educativi degli allievi
in particolare tenendo presente gli esiti inerenti ai risultati scolastici conseguiti nel tempo, ed i risultati alle Prove
Invalsi, i quali forniscono fondamentali riscontri per progettare azioni di miglioramento e rendere la didattica più
rispondenti alle necessità formative degli allievi.
All’inizio di ogni anno scolastico in base alle prove di ingresso ed alle osservazioni sistematiche compiute nei
primi due mesi dell’anno scolastico si individuano in specie i fabbisogni formativi degli allievi che presentano un
profilo carente e lacunoso di preparazione; l’individuazione di tali fabbisogni formativi avviene sia per
individuare il numero degli allievi che necessitano di corsi di recupero/consolidamento ed in quali aree di
apprendimento, sia per tener presente, al fine di una coerente predisposizione delle attività, rispetto a quali
specifiche carenze presentate dagli allievi i corsi suddetti vadano orientati affinché essi siano effettivamente mirati
ed efficaci. Nella individuazione delle carenze specifiche la scuola attua altresì una mirata analisi degli esiti delle
Prove Invalsi.
Analogamente la scuola opera per individuare gli allievi che presentano un profilo tale da promuovere il
potenziamento delle competenze
Particolare spazio la scuola attribuisce alla rilevazione dei fabbisogni formativi ed educativi degli allievi
nell’ottica della promozione delle competenze civiche e di cittadinanza, anche in funzione dell’orientamento. A
tal fine gli strumenti di osservazione di atteggiamenti/comportamenti/abilità e conoscenze ad esse inerenti e gli
strumenti di valutazione del loro conseguimento costituiscono riscontri importanti per individuare in quali aree
occorre concentrare l’azione didattico-educativa.
La rilevazione dei bisogni formativi ed educativi degli allievi tiene presente altresì il contesto socio-culturale di
riferimento degli allievi e le richieste provenienti dal territorio. Si consideri al riguardo il par. 4.2.
Nel rilevare i fabbisogni formativi ed educativi la scuola “ascolta” e presta attenzione a quanto gli stessi allievi
esprimono in merito. Dalle rilevazioni effettuate negli anni tra gli alunni del nostro istituto emergono come
prioritarie le seguenti richieste:
63
• Importanza delle relazioni (con i compagni, insegnanti, personale ATA, operatori) per poter star bene a
scuola;
• Maggior coinvolgimento nella scelta e nell’organizzazione delle attività didattiche;
• Esigenza di vivere esperienze interessanti e significative di apprendimento nell’ambito scolastico (uscite
didattiche, viaggi d’istruzione, visite guidate) ed extrascolastico (corso di educazione stradale, Coro
dell’Istituto, il progetto KET per gli alunni delle scuole sec. di 1° grado);
• Possibilità di affrontare gli apprendimenti in spazi diversificati;
• Utilizzo di metodi e strumenti differenziati per poter imperare in modo efficace;
• Essere informati sulle regole della scuola.
Analogamente, la scuola “ascolta” quanto le famiglie pensano rispetto ai bisogni formativi dei loro figli, anche
attraverso l’uso di questionari a tal fine predisposti.
6.2 LA PROMOZIONE ED IL PERSEGUIMENTO DELLE COMPETENZE CIVICHE, SOCIALI E DI
CITTADINANZA
Nel lavoro didattico il nostro Istituto si caratterizza per una accentuata attenzione al tema delle competenze
civiche, sociali e di cittadinanza, anche nell’ottica del loro rilievo ai fini della promozione e della valutazione del
comportamento degli allievi, intesa quest’ultima in base ai principi introdotti dalla legge 107 del 2015 (comma
181, lettera i, punto 1), che ha messo in rilievo la funzione formativa e di orientamento della valutazione anche
sotto questo profilo.
In particolare, nella sede del Collegio dei Docenti è stato definito il seguente quadro delle Educazioni che la
scuola tiene presente nella attuazione di attività didattiche, realizzazione di progetti, partecipazione ad iniziative
proposti da enti, ecc, in considerazione del rilievo che esso riveste per la promozione delle suddette competenze.
Tale quadro delle Educazioni rappresenta il contesto di riferimento per la definizione in fieri di un Curricolo di
Istituto per la promozione delle competenze sopra dette, comprensivo anche di strumenti di osservazione e di
valutazione delle stesse.
La scuola intende valorizzare il lavoro per la promozione delle competenze sociali, civiche e di cittadinanza
presso gli allievi anche nella prospettiva dell’orientamento degli allievi rispetto alla conoscenza di se ed alla
costruzione del proprio progetto di vita.
Nel perseguimento delle competenze suddette l’approccio che si vuole attuare intende valorizzare le
interrelazioni, i rimandi che vi sono tra di esse, nella consapevolezza che le diverse competenze presentano tra
loro dei livelli di interconnessione. Ciò al fine di dare un profilo di unitarietà al curricolo di riferimento.
AMBITI FINALITA’
Educazione Alimentare Acquisire un corretto comportamento alimentare e un sano stile
di vita per prevenire il sovrappeso e le sue conseguenze sulla salute
e l’insorgere dei disturbi alimentari
Educazione Posturale
Acquisire corrette conoscenze ed abitudini, e regole di
comportamento in merito, anche consapevolizzando il valore
preventivo dell’attività fisica e nello specifico della ginnastica
posturale
Educazione alla Igiene Orale e Dentale
Acquisire corrette conoscenze ed abitudini, e regole di
comportamento in merito
Educazione alla salute sotto l’aspetto della
prevenzione del tabagismo e dell’uso delle droghe
Acquisire informazioni e conoscenze specifiche sui danni del
tabagismo e dell’uso delle droghe e strutturare consapevolezze in
merito anche in riferimento ai propri vissuti emotivi, psicologici,
relazionali, ed alle proprie esperienze di vita
64
Educazione alla conoscenza del territorio e del
patrimonio culturale locale
Acquisire conoscenza diretta ed esperienza, e capacità di
inquadramento del territorio locale sotto l’aspetto geografico, socio-
economico, storico-culturale, e delle risorse architettoniche ivi
presenti
Educazione al rispetto ed alla tutela dell’ambiente
Promuovere atteggiamenti e comportamenti consapevoli in ordine
alla cura dell’ambiente in rapporto al principio di sostenibilità
Educazione alla Legalità
Favorire un’idonea crescita socio-culturale dei ragazzi nella piena e
naturale consapevolezza dei diritti e doveri rispetto alle norme, alle
leggi, alle Istituzioni e alla Comunità
Educazione alla Cittadinanza Promuovere negli alunni l’esercizio dei diritti di cittadinanza
attraverso l’acquisizione della consapevolezza di sé e degli altri, la
maturazione di competenze progettuali e l’acquisizione di
conoscenze/abilità relative alle Istituzioni, al loro funzionamento,
ed alle regole fondamentali della partecipazione alla vita sociale,
civile e politica
Educazione Stradale Promuovere conoscenze e capacità di riflessione in ordine ai
pericoli di una mobilità non accorta e consapevole
Educazione alla affettività ed alla sessualità Promuovere un armonico sviluppo della personalità e la
maturazione di consapevolezze in campo affettivo e sessuale
Educazione alla pace ed alla prosocialità
Promuovere atteggiamenti ed una disposizione alla gestione
pacifica dei conflitti ed al prendersi cura, al condividere, ed al
cooperare, al sentirsi solidali.
Educazione alle pari opportunità ed alla prevenzione
della violenza di genere e dei comportamenti
/atteggiamenti sessisti e omofobici
Promuovere una cultura del rispetto della donna sia sul piano
sociale che nei rapporti interpersonali.
Educazione al pensiero computazionale
Promuovere tra gli allievi competenze specifiche rispetto al
linguaggio ed al pensiero computazionale.
Educazione alla Cittadinanza Digitale
Promuovere una conoscenza tra gli allievi rispetto alle
potenzialità/limiti dell’esercizio della cittadinanza digitale e dei
diritti e doveri connessi.
Prevenzione dei rischi rispetto alla navigazione in
rete e del Cyberbullismo
Favorire un approccio consapevole all’uso delle tecnologie in
ordine al potenziale comunicativo ed ai rischi che esse presentano
Educazione in ordine alle diverse problematiche
inerenti alla violazione dei diritti dei minori
(riferimenti alla Dichiarazione dei diritti del
fanciullo), al tema della violenza sui minori, della
malnutrizione e delle malattie dovute alle cattive
condizione socioeconomiche, al tema del lavoro
minorile
Promuovere sensibilizzazione e consapevolezza rispetto al tema dei
diritti umani riferiti in specie ai minori, anche in rapporto alle
problematiche della povertà, del sottosviluppo economico e degli
squilibri economici
Educazione alla mondialità ed alla globalizzazione,
in specie sotto il profilo della conoscenza degli
squilibri socio-economici e della condizioni di vita
dei paesi poveri, in particolare dei continenti
dell’Africa e dell’Asia
Promuovere una conoscenza consapevole di realtà lontane
attraverso approfondimenti specifici storico sociali culturali rispetto
a singoli aree e paesi per favorire una sensibilizzazione e presa di
coscienza della complessità, delle contraddizioni, della
interdipendenze e delle condizioni di vita di sofferenza in cui versa
gran parte della popolazione mondiale
Educazione all’interculturalità ed al fenomeno della
immigrazione
Promuovere una conoscenza dei temi della interculturalità e della
loro rilevanza nel contesto attuale, con particolare riferimento alla
problematica dei fenomeni migratori
65
Dall’anno scolastico 2017-2018 nell’ambito dell’ora di Approfondimento dedicata all’Insegnamento di
Cittadinanza e Costituzione, i docenti seguono il seguente curricolo per competenze, abilità e conoscenze, che
prevede la realizzazione di specifici moduli didattici per le classi prime seconde e terze.
TRAGUARDI FORMATIVI
COMUNICAZIONE NELLA MADRE LINGUA
Competenze specifiche Abilità CONOSCENZE
1. Comprendere testi scritti
e rapportare il loro
contenuto al vissuto
personale
2. Esprimere con chiarezza
le proprie idee nel corso
di una conversazione
3. Ricavare dai testi scritti
spunti per opportuni
confronti di opinioni e
riflessioni
4. Assumere un
atteggiamento di ascolto
delle opinioni altrui,
prestando considerazione
alla persona che sta
comunicando
5. Ricavare dai testi scritti
informazioni utili a
ricostruire un fatto
6. Analizzare testi scritti per
cogliere l'intenzione
comunicativa dell'autore
7. Sintetizzare ed esporre un
testo utilizzando un
linguaggio specifico
8. Produrre testi scritti a
scopo informativo e
persuasivo
Usa fonti di diverso tipo (documentarie, iconografiche,
narrative, materiali, orali, digitali, ecc.) per produrre
conoscenze su temi definiti
Seleziona ed organizza informazioni con mappe, schemi,
tabelle, grafici e risorse digitali
Costruisce grafici e mappe per organizzare le conoscenze
studiate Formula e verifica ipotesi sulla base delle informazioni
prodotte e delle conoscenze elaborate
Comprende concetti e strutture dei processi storici italiani,
europei e mondiali
Usa le conoscenze apprese per comprendere problemi
ecologici, interculturali e di convivenza civile
Produce testi, utilizzando conoscenze selezionate da fonti
di informazioni diverse, manualistiche e non, cartacee e
digitali
Argomenta su conoscenze e concetti appresi usando il
linguaggio specifico della disciplina
La funzione delle regole
La famiglia come realtà umana e
giuridica
Il diritto all'istruzione
Il valore del lavoro
Le regole del Codice della
strada
Le emergenze ambientali
La prevenzione delle malattie ed
il rispetto di una vita sana
I diritti umani
Il concetto di Stato
La Costituzione
L' Amministrazione centrale e le
autonomie locali
L'Unione europea
CURRICOLO DI APPROFONDIMENTO-CITTADINANZA E COSTITUZIONE
(da calibrare opportunamente in base ai prerequisiti della classe)
COMPETENZA CHIAVE EUROPEA COMUNICAZIONE NELLA MADRELINGUA
SOCIALI E CIVICHE
IMAPARARE A IMPARARE
SPIRITO DI INZIATIVA E IMPRENDITORIALITÀ
COMPETENZA DIGITALE
Fonti di Legittimazione
Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio 28.05.2004
Raccomandazioni 18.12.2006
Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DEL PRIMO CICLO
1. L’alunno si informa in modo autonomo su fatti e problemi anche mediante l’uso di risorse digitali.
2. Produce informazioni avvalendosi di fonti di vario genere – anche digitali – e le sa organizzare in testi.
3. Comprende testi diversi e li sa rielaborare con un personale metodo di studio.
4. Usa le conoscenze e le abilità per orientarsi nella complessità del presente, comprende opinioni e culture diverse, capisce i
problemi fondamentali del mondo contemporaneo.
5. Comprende aspetti, processi e avvenimenti fondamentali della storia italiana, dalle forme di insediamento e di potere
medievali alla formazione dello Stato unitario fino alla nascita della Repubblica.
6. Conosce aspetti del patrimonio culturale, italiano e dell’umanità e li sa mettere in relazione con i fenomeni storici studiati.
66
ALTRE COMPETENZE SPCIFICHE
A. SOCIALI E
CIVICHE
B. IMPARARE A
IMPAPARE
C. SPIRITO DI
INIZIATIVA E
IMPRENDITORIALI
TÀ
D. COMPETENZA
DIGITALE
1. Riconosce i meccanismi, i
sistemi e le
organizzazioni che
regolano i rapporti tra i
cittadini (istituzioni statali
e civili), a livello locale e
nazionale, e i principi che
costituiscono il
fondamento etico delle
società (equità, libertà,
coesione sociale), sanciti
dalla Costituzione, dal
diritto nazionale e dalle
Carte internazionali.
2. A partire dall’ambito
scolastico, assume
responsabilmente
atteggiamenti, ruoli e
comportamenti di
partecipazione attiva e
comunitaria.
3. Sviluppa modalità
consapevoli di esercizio
della convivenza civile,
consapevolezza di sé,
rispetto delle diversità,
confronto responsabile e
dialogo; comprende il
significato delle regole
per la convivenza sociale
e rispettarle.
4. Esprime e manifesta
riflessioni sui valori della
convivenza, della
democratica e della
cittadinanza; si riconosce
e agisce come persona in
grado di intervenire sulla
realtà apportando un
proprio originale e
positivo contributo.
1. Acquisisce e interpreta
l’informazione.
2. Individua collegamenti e
relazioni e riesce a trasferirli
in altri contesti.
3. Organizza il proprio
apprendimento,
individuando, scegliendo e
utilizzando varie fonti e varie
modalità di informazione e di
formazione (formale, non
formale e informale), anche
in funzione dei tempi
disponibili, delle proprie
strategie e del proprio
metodo di studio e di lavoro.
1. Effettua valutazioni rispetto
alle informazioni, ai
compiti, al proprio lavoro,
al contesto; valuta
alternative, prende
decisioni.
2. Assume e porta a termine
compiti e iniziative.
3. Pianifica e organizza il
proprio lavoro;
4. Realizza semplici progetti.
5. Trova soluzioni nuove a
problemi di esperienza;
adotta strategie di problem
solving.
1. Utilizza le più comuni
tecnologie
dell’informazione e della
comunicazione,
individuando le soluzioni
potenzialmente utili a un
dato contesto applicativo,
a partire dall’attività di
studio.
2. È consapevole delle
potenzialità, dei limiti e
dei rischi dell’uso delle
tecnologie
dell’informazione e della
comunicazione, con
particolare riferimento al
contesto produttivo,
culturale e sociale in cui
vengono applicate.
67
MODULO 1 (classi prime)
CONTENUTI CONOSCENZE ABILITÀ TRAGUARDI
PER LO
SVILUPPO
DELLE
COMPETENZE
COMPETENZE
SPECIFICHE
TEMPI
Vivere da
cittadini:
diritti, libertà
e doveri
1. Le regole
2. La scuola
3. La famiglia
4. La strada
Conoscere:
1. La funzione
delle regole
2. Il diritto
all'istruzione (Educazione
Posturale
Educazione
alla Igiene
Orale e
Dentale)
3. La famiglia
come realtà
umana e
giuridica
4. Le regole del
Codice
della strada
Usa fonti di diverso
tipo (documentarie,
iconografiche,
narrative, materiali,
orali, digitali, ecc.)
per produrre
conoscenze su temi
definiti.
Seleziona ed
organizza
informazioni con
mappe, schemi,
tabelle, grafici e
risorse digitali
Costruisce grafici e
mappe per
organizzare le
conoscenze
studiate
Formula e verifica
ipotesi sulla base
delle informazioni
prodotte e delle
conoscenze
elaborate
1
2
3
4
1.
2. Le regole Essere consapevoli
della necessità di rispettare le regole
nella convivenza
civile Sviluppare
atteggiamenti
cooperativi e collaborativi
Comprendere
l'importanza del dialogo come
strumento per manifestare le
proprie idee nel
rispetto delle idee altrui.
3. La scuola
Riflettere sull'importanza di
garantire a tutti il
diritto all'istruzione. Riconoscere
situazioni
problematiche ed elaborare possibili
soluzioni.
Acquisire corrette conoscenze ed
abitudini, e regole di
comportamento in merito, anche
consapevolizzando
il valore preventivo dell’attività fisica e
nello specifico della
ginnastica posturale. Acquisire corrette
conoscenze ed
abitudini, e regole di comportamento in
merito
all’educazione alla Igiene Orale e
Dentale.
La famiglia
Comprendere che la
famiglia è la cellula
fondamentale della
società Essere consapevoli
di nuove forme di
relazioni familiari.
La strada
Impegnarsi a rispettare le regole
contenute nel
Codice della strada per assumere
comportamenti
responsabili e rispettosi della
sicurezza propria ed
altrui.
Settembre/ottobre
Ottobre/dicembre
Gennaio/febbraio
Marzo/maggio
68
MODULO 2 (classi seconde)
Proteggiamo
la Terra e
tutti i suoi
abitanti
1. L'Unione
europea
2. L'ambiente
3. La salute
Conoscere:
1. Le competenze
dell'Unione
europea
2. Le emergenze
ambientali ed i
mezzi per la
salvaguardia
del pianeta
Terra.
3. La prevenzione
delle malattie
attraverso una
sana
alimentazione e
una regolare
attività fisica,
evitando i danni
provocati da
alcol, fumo e
droga.
Usa fonti di diverso tipo
per produrre conoscenze
su temi definiti
Seleziona ed organizza
informazioni con
mappe, schemi, tabelle,
grafici e risorse digitali
Costruisce grafici e
mappe per organizzare
le conoscenze studiate
Formula e verifica
ipotesi sulla base delle
informazioni prodotte e
delle conoscenze
elaborate
Usa le conoscenze
apprese per
comprendere problemi
ecologici, interculturali
e di convivenza civile
Produce testi,
utilizzando conoscenze
selezionate da fonti di
informazioni diverse
Argomenta su
conoscenze e concetti
appresi usando il
linguaggio specifico
della disciplina
1
2
3
4
4.
5. L’Unione Europea
Capire che l'Unione europea
rappresenta un'opportunità di
studio, di lavoro e di vita per
gli Stati membri.
Comprendere che i rigidi
criteri di ammissione
all'Unione europea
rappresentano una garanzia
democratica per tutti gli Stati
membri.
L’ambiente
Promuovere atteggiamenti e
comportamenti consapevoli in
ordine alla cura dell’ambiente
in rapporto al principio di
sostenibilità;
Acquisire conoscenza diretta
ed esperienza, e capacità di
inquadramento del territorio
locale sotto l’aspetto
geografico, storico e delle
risorse architettoniche ivi
presenti;
La salute
Comprendere l'importanza di
tutelare la salute nell'interesse
del singolo e della comunità.
Assumere una posizione
critica nei confronti dei
messaggi e dei
comportamenti dannosi alla
salute psicofisica.
Acquisire un corretto
comportamento alimentare e
un sano stile di vita per
prevenire il sovrappeso e le
sue conseguenze sulla salute
6.
Settembre/
Novembre
Dicembre/
febbraio
Marzo/
maggio
MODULO 3 (classi terze)
Lo Stato dei
Cittadini
1. Lo Stato e la
Cittadinanza
2. La
Costituzione
Italiana
Conoscere:
1. Il concetto di
Stato, i suoi
elementi
costituenti e le
sue forme di
governo
2. La Costituzione
italiana nei suoi
principi
Usa fonti di diverso tipo per
produrre conoscenze su temi
definiti;
Seleziona ed organizza
informazioni con mappe, schemi,
tabelle, grafici e risorse digitali;
Costruisce grafici e mappe per
organizzare le conoscenze
studiate;
Formula e verifica ipotesi sulla
1
2
3
4
6
1.
2.
1. Riconoscere gli elementi
costitutivi dello Stato
2. Riflettere sulle funzioni
degli organi dello Stato
3. Comprendere lo stretto
legame tra principi
costituzionali e vita
quotidiana
4. Riflettere sull'importanza
di vivere in uno Stato
Intero anno
69
6.3 LA FORMAZIONE DELLE CLASSI
La formazione delle classi è realizzata nella scuola in riferimento alle norme che la regolano; in particolare va
considerato che L’art. 10 comma 4 del D.L.vo 297/94 dispone: Il consiglio di circolo o di istituto indica,
altresì, i criteri generali relativi alla formazione delle classi...” (…)”. Sulla base di detti criteri il Collegio dei
Docenti (art. 7 comma 3 lett. b) D.L.vo 297/94) “b) formula proposte al direttore didattico o al preside per la
formazione, la composizione delle classi …”
La formazione delle classi, ispirata a criteri di qualità, costituisce un obiettivo di rilevante importanza ai fini di
una buona organizzazione della didattica. In corrispondenza con quanto la letteratura pedagogica invita a
realizzare in materia l’obiettivo che ci si pone, anche nell’ottica di prevenire il fenomeno della eccessiva
variabilità negli esiti di apprendimento tra diverse classi, è quello di formare classi che siano, il più possibile,
differenziate al loro interno, ovvero eterogenee al loro interno per livelli di partenza nella preparazione posseduta,
ed omogenee quindi grazie a ciò tra loro.
Classi costituite in tal modo consentano, secondo le ricerche condotte in tale campo, di migliorare i risultati
generali dalle stesse raggiunti. La varietà dei livelli di competenza presenti, la stessa articolazione delle
provenienze socio-culturali degli allievi, è infatti un elemento di ricchezza e di produttività formativa in quanto
consente un apprendimento reciproco e facilita la cooperazione tra gli allievi, laddove invece classi più uniformi
al loro interno rendono più probabile il prodursi di atteggiamenti competitivi o, al contrario specularmente,
fenomeni di demotivazione.
Criteri per la formazione delle classi
I criteri per la formazione delle classi in uso sono i seguenti:
Prima fase: PASSAGGIO DATI
I docenti della scuola primaria (classi quinte) e della scuola secondaria (gruppo continuità) esamineranno la
situazione di ogni alunno iscritto relativamente a:
rendimento didattico-disciplinare
competenze, abilità e livello di preparazione e potenzialità da sviluppare ogni altro elemento che i docenti di
scuola primaria riterranno utile segnalare per una formazione equilibrata delle classi.
Seconda fase: FORMAZIONE GRUPPI - CLASSE
Una commissione, presieduta dal Dirigente, sulla base delle informazioni acquisite, formerà i gruppi-classe
tenendo presenti i seguenti criteri e le indicazioni dei genitori;
suddivisione, il più possibile equilibrata, dei maschi e delle femmine all’interno dello stesso gruppo;
formazione di gruppi eterogenei, sia dal punto di vista relazionale che delle abilità;
inserimento, su richiesta delle famiglie, di alunni provenienti dalla stessa classe di numero non superiore a
quattro;
diritto degli alunni che ne facciano richiesta ad essere assegnati alla stessa sezione dei fratelli/sorelle, purché
questi siano frequentanti o abbiano conseguito la licenza nello stesso anno della iscrizione;
3. L'ordinamen
to della
Repubblica
fondamentali
3. L'Amministrazio
ne centrale e le
autonomie locali
base delle informazioni prodotte e
delle conoscenze elaborate;
Comprende concetti e strutture dei
processi storici italiani, europei e
mondiali;
Produce testi, utilizzando
conoscenze selezionate da fonti di
informazioni diverse;
Argomenta su conoscenze e
concetti appresi usando il
linguaggio specifico della
disciplina.
democratico
5. Conoscere il
funzionamento dello Stato
repubblicano
6. Comprendere che alla
base della decisione di
ricoprire un ruolo
pubblico deve esserci
senso di responsabilità
3.
70
l’inserimento degli alunni diversamente abile terrà conto della relazione dell’equipe gruppo H.
Terza fase
In caso di esubero di richieste per la stessa sezione, stessa sede o di gruppi classe non rispettosi dei criteri sopra
indicati, si procederà a sorteggio pubblico. Ad anno scolastico già iniziato, il Dirigente, considerato il numero
degli alunni, le reali situazioni delle classi, individuerà la classe e la sezione più idonea per nuovi inserimenti.
I criteri di formazione delle classi sono definiti a seguito di delibera del Consiglio del Consiglio di Istituto ed
inserito nel Regolamento di Istituto; il Consiglio di Istituto può predisporre anche un apposito Regolamento al
riguardo.
In sede di aggiornamento del presente Piano, da parte del Collegio dei Docenti si rileva la necessità che la materia
sia oggetto di un’attenta analisi e riflessione, al fine di predisporre un adeguamento dei criteri e delle modalità
conseguenti di formazione delle classi nel corso del corrente anno scolastico 2018-2019.
6.4. LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
La programmazione didattica viene svolta nelle diverse classi e per le diverse discipline in base al curricolo di
Istituto definito per competenze, abilità, competenze, e seguendo le scansioni temporali in esso contenute.
All'interno delle singole programmazioni sono previste attività di potenziamento, consolidamento, recupero sia
didattico che comportamentale.
Le attività di recupero hanno come finalità il recupero delle abilità di base attraverso i seguenti metodi:
- tutoring
- mastery learning
e le seguenti strategie operative:
- schede auto correttive, workbook;
- rinvio a testi (libri di testo e alternativi);
- materiale di sviluppo integrativo (sussidi e audiovisivi, giochi scolastici ecc.);
- ripetizione degli argomenti e presentazione collettiva;
- percorsi basati sugli interessi e le caratteristiche cognitive degli allievi;
- lavoro di gruppo.
In particolare le strategie per tale recupero vengono concordate nell’ambito del consiglio di classe per i casi in cui
sia necessario aiutare gli alunni interessati a:
- Controllare la propria aggressività:
- Superare l’isolamento o il disagio;
- Acquisire fiducia nelle proprie capacità;
- Imparare ad accettare e rispettare le consegne, le regole;
- Recuperare o costruire un rapporto con l’istituzione “scuola” intesa non come somma di saperi ma come modi
di essere.
Le attività di potenziamento hanno come finalità il consolidamento e il potenziamento delle abilità nelle diverse
aree disciplinari.
6.5 LA FLESSIBILITÀ NELLA DIDATTICA
La scuola è impegnata a rendere flessibili ed articolati i percorsi didattici per meglio rispondere alle esigenze
formative degli allievi; in particolare, l’organizzazione di attività per gruppi di livello condotte da due docenti
71
titolari di una stessa materia in orario antimeridiano posti in parallelo in orario, con suddivisione e ricomposizione
mista per livello (recupero-consolidamento/potenziamento) di due gruppi classe è considerata particolarmente
utile da perseguire per incrementare l’efficacia formativa della azione didattica.
Per quanto riguarda i docenti di Potenziamento, il loro impiego è rivolta alla attuazione delle seguenti attività
formative, previo coinvolgimento e condivisione all’interno dei Consigli di classe:
▪ Progetti didattici di arricchimento curriculare in orario antimeridiano tramite compresenza tra docenti
titolari di classi e di docenti di potenziamento di analoga materia; tali progetti saranno svolti nelle classi
in cui particolarmente si rileva l’esigenza di potenziare l’offerta formativa per meglio rispondere alle
esigenze formative degli allievi anche in termini di valorizzazione dei loro interessi ed attitudini;
▪ Progetti didattici in orario antimeridiano attraverso l’organizzazione di attività per gruppi di livello
condotte da docenti titolari e docenti di potenziamento insegnanti di analoga materia posti in parallelo in
orario, con suddivisione e ricomposizione mista per livello (recupero-consolidamento/potenziamento) di
due gruppi classe;
▪ Progetti didattici rivolti a migliorare la relazionalità e la socializzazione all’interno delle classi anche con
forme di compresenza di un docente di potenziamento di diversa materia rispetto al docente curriculare di
classe; tali attività sono in particolare rivolte a rispondere alle esigenze delle fasce di popolazione
scolastica recanti BES o con particolari esigenze di personalizzazione della offerta formativa (recupero
della motivazione, dell’interesse, dell’autostima, ecc). Esse consentono in particolare di assicurare una
fruizione adeguata a tutti gli allievi del curricolo nel contempo fornendo una risposta mirata a bisogni
specifici.
6.6 LA DIDATTICA INCLUSIVA: APPROCCI, PRINCIPI, SERVIZI, INTERVENTI
La scuola pone particolare impegno nell’assicurare un adeguato livello di inclusività rispondente alle esigenze
degli allievi e dell’utenza. In particolare, gli interventi e le azioni realizzate dall’Istituto sono improntati al rispetto
ed alla attuazione di recenti disposizioni normative particolarmente significative intervenute in materia, ovvero il
DECRETO LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 66 “Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli
studenti con disabilità, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107.
(17G00074)”, ed il Decreto LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 62 “Norme in materia di valutazione e
certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181,
lettera i), della legge 13 luglio 2015, n. 107. (17G00070).
6.6.1 LA CONSIDERAZIONE DEGLI STILI DI APPRENDIMENTO
La scuola ispira la propria azione didattica e pedagogica ai principi della personalizzazione degli apprendimenti e
più in generale della cura della inclusività.
Essa è impegnata a favorire una azione didattica che si fondi su una approfondita conoscenza degli studenti che
frequentano le nostre classi, in particolare degli stili apprenditivi e relazionali da loro recati.
Non si tratta solo di valutare il merito o attribuire voti ma di capire in che maniera gli alunni che abbiamo di
fronte "funzionano": quali sono le vie sensoriali preferenziali (acustiche, visive, cinestesiche, acustiche-visive,
acustiche-cinestesiche, tutte e tre insieme), quali sono le modalità prevalenti di elaborazione delle
informazioni (analitiche-sequenziali, sintetiche-globali, per deduzione, per induzione, in maniera divergente o
convergente....), quali sono i linguaggi più efficienti (verbale, corporeo-gestuale, verbale-corporeo, grafico,
lettoscrittura ecc.).
Questi aspetti sono fondamentali per una didattica agita dai docenti che possa prevenire la demotivazione e
l’insuccesso. Molti studenti appaiono passivi, manifestano una scarsa partecipazione, avvertono un senso di
esclusione o di inadeguatezza rispetto agli insegnanti, alle discipline o ai compagni di classe. Si annoiano, si
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demotivano, possono andare incontro all'insuccesso formativo e all'abbandono della scuola. Essere consapevoli
dei propri processi cognitivi e di apprendimento può aiutare anche loro a capire che il loro senso di impotenza non
è dovuto a incapacità o a difficoltà personali ma a metodi di studio non perfettamente consoni ai propri stili.
6.6.2 LE ATTIVITÀ NELL’AMBITO DELLA ACCOGLIENZA
Da un punto di vista più generale, l’Istituto caratterizza i proprio interventi in campo didattico e pedagogico
secondo i principi della accoglienza e della inclusione.
All’inizio delle attività didattiche la Scuola dedica i primi giorni dell’anno scolastico al progetto “accoglienza” per
aiutare gli alunni delle prime classi a superare quel momento particolarmente delicato che segna il passaggio da
un ordine di scuola ad un altro. I primi giorni di scuola diventano così l’occasione per favorire la reciproca
conoscenza fra gli alunni e con i docenti attraverso attività informali in un ambiente nuovo ma disponibile e
accogliente sin dal primo momento.
Particolare attenzione la scuola metto in campo a riguardo degli alunni stranieri.
La presenza nel contesto scolastico di alunni stranieri rappresenta una occasione importante per favorire la
diffusione dei valori di tolleranza e solidarietà fra adulti e bambini, ed inoltre è foriera di opportunità per:
• creare un clima di accoglienza tale da ridurre al minimo, nel bambino la percezione di sé come minoranza;
• facilitare l'apprendimento linguistico e lo sviluppo delle conoscenze e abilità attraverso la personalizzazione e
la cura degli interventi didattici;
• inserire nelle discipline approfondimenti storici, geografici e religiosi riguardanti i paesi di provenienza al fine
di evidenziarne la prestigiosità dei valori peculiari;
• attingere dal patrimonio letterario e artistico del paese, o dell'area di riferimento, per valorizzare le radici
culturali.
Analogamente la scuola è impegnata ad accogliere ed ad essere proattiva rispetto alle problematiche inerenti agli
alunni adottati secondo lo spirito e le indicazioni fornite dalle “LINEE DI INDIRIZZO PER FAVORIRE IL
DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI ADOTTATI” diffuse dal Miur - Dipartimento per il sistema
educativo di istruzione e di formazione Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ufficio III - nel dicembre 2014. In tale prospettiva opera presso l’Istituto un Referente per l’inserimento scolastico
degli alunni adottati.
La scuola, pone, inoltre attenzione ad accogliere e tener presente le esigenze ed i bisogni formativi riferibili al
rispetto delle garanzie e dei diritti nei confronti delle diverse opzioni culturali, sociali e religiose presenti nel
tessuto sociale. Da questo punto di vista la scuola all’inizio di ogni anno scolastico verifica le richieste dei genitori
i quali in virtù della loro adesione a fedi religiose diverse dalla cattolica richiedono l’ora alternativa alla Religione
Cattolica, insegnamento che viene quindi organizzato allo scopo nel rispetto della normativa di riferimento.
6.6.3 AZIONI SERVIZI E PROGETTI PER LA CURA DEL DISAGIO E DELLE ESIGENZE DELLE
FASCE DEBOLI DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA
Il Servizio di consulenza psicopedagogica
Il progetto accoglienza non si limita ai primi giorni ma segue gli alunni nel loro percorso triennale articolandosi
tra l’altro nel progetto “Sportello di ascolto”. Tale progetto dall’anno scolastico 2017-2018 è inteso come Servizio
di consulenza psicopedagogica rivolto ai genitori e previo loro consenso anche agli allievi
Il servizio si avvale di un docente responsabile con adeguato curriculum o viene affidato ad esperto esterno
qualificato.
Esso in stretto riferimento alle risultanze rilevate all’interno degli Organi Collegiali (Consigli di Classe),
relativamente a difficoltà e disagi relazionali, o problematiche di vario tipo, recate dagli allievi nella
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partecipazione alla vita scolastica, intende in primo luogo coinvolgere, previa condivisione della finalità
dell’iniziativa, i genitori degli allievi ad analizzare le situazioni indicate, anche nel caso con il contributo ed il
coinvolgimento dei docenti di classe. Il servizio ha carattere completamente gratuito.
I servizi offerti sono i seguenti:
- consulenza psicologica ai genitori su temi e problematiche di psicologia scolastica (aspetti socio-affettivi,
motivazionali, socio-relazionali, emotivi inerenti alla partecipazione alla vita della scuola);
- consulenza psicologica al corpo docente, anche su problematiche psicologiche legate a singoli casi oppure a
rapporti con le famiglie;
- colloqui psicologici di supporto per gli alunni, previo consenso informato delle famiglie.
I progetti di tutoraggio educativo e formativo e studio assistito
Per quanto riguarda un certo numero di nuclei familiari si evidenzia che entrambi i genitori lavorano per molte ore
al giorno fino a tarda ora, a volte impegnati in attività di tipo precario, e quindi non sono in grado di seguire
appieno, non tanto per volontà o disattenzione, ma per concrete oggettive difficoltà, i figli nell'impegno di studio
domestico e di supportarli al riguardo. Inoltre in alcuni contesti familiari per una serie di problematiche
(separazioni tra i coniugi, precarietà economiche, ecc) può determinarsi un riflesso accentuato delle stesse
relativamente alla partecipazione e motivazione scolastica e di conseguenza ciò può essere pregiudizievole
rispetto al successo formativo.
Rispetto a tali fasce di allievi, si evidenzia in sostanza un bisogno specifico di orientamento scolastico e la
necessità di interventi mirati e tempestivi; trattasi in particolare di allievi che necessitano di avvalersi di figure che
possano porsi come guide di riferimento - sul piano educativo/formativo, ma anche emotivo affettivo - capaci di
promuovere una loro partecipazione motivata alle attività scolastiche, di favorire un processo di autostima rispetto
alle capacità /abilità possedute , di sollecitare i loro interessi ed le loro attitudini.
In riferimento a tali esigenze la scuola, in sinergie con gli interventi previsti nei piani didattici personalizzati,
attua, nei limiti delle possibilità finanziarie, progetti di tutoraggio formativo e educativo e studio assistito, affidati
a docenti interni qualificati o ad esperti esterni dotati di adeguato curriculum.
Lo Sportello di ascolto dsa per genitori ed insegnanti
Dall’anno scolastico 2018-2019 l’Istituzione Scolastica prevede di attivare uno Sportello BES affidati ad esperto
qualificato dotato di adeguato curriculum o un Ente che assicuri competenza ed affidabilità in tale campo di
intervento; l’attivazione di tale sportello è finalizzata in specie all’offerta di un Punto di Consulenza sui Disturbi
Specifici di Apprendimento, rivolto ai docenti ed agli insegnanti allo scopo di avere chiarimenti, indicazioni,
strategie per una migliore definizione di un percorso didattico personalizzato.
Obiettivi:
- accogliere le problematiche generali e specifiche portate da genitori e insegnanti;
- istituire un punto di informazione e consulenza per rispondere alle esigenze di docenti, genitori;
- conciliare le esigenze della sfera didattico-cognitiva con quella sfera affettiva/motivazionale;
- informare sulle strategie didattiche che tengano conto delle varie difficoltà avvalendosi, ad esempio,
di misure compensative e dispensative;
- fornire ai genitori informazioni in merito ad eventuali percorsi diagnostici da intraprendere;
- dare indicazioni didattiche e metodologiche agli insegnanti in relazione alla situazione segnalata;
- segnalare software didattici utili all’apprendimento.
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6.6.4. ATTIVITÀ E PRESA IN CARICO DEGLI ALLIEVI RECANTI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
- PRINCIPI DI FONDO E MODALITÀ DI INTERVENTO
Una didattica inclusiva è un indirizzo di insegnamento equo e responsabile, che coinvolge tutti i docenti e non
soltanto gli insegnanti di sostegno, ed è rivolta a tutti gli alunni non soltanto agli allievi diversamente abili o con
particolari problematiche (BES, DSA, ADHD, stranieri) che possono compromettere l’integrazione nel gruppo
classe. Tutta l’équipe insegnante deve essere in grado di programmare e declinare la propria disciplina in modo
inclusivo, ossia capace di coinvolgere ciascun alunno, adottando una didattica creativa, adattiva, flessibile e il più
possibile vicina alla realtà. Questo comporta il superamento di ogni rigidità metodologica e l’apertura a una
relazione dialogica/affettiva, che garantisca la comprensione del bisogno e l’attuazione di risposte funzionali.
L’accoglienza e i percorsi educativi rivolti agli alunni diversamente abili sono realizzati tenendo in considerazione
i principi stabiliti dalla legislazione vigente, in particolare della Legge 104 del 1992, in base alla quale si deve
garantire “il pieno rispetto della dignità umana e dei diritti di libertà e di autonomia della persona disabile e
promuoverne la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società”.
L’art. 12 della l. 104, Diritto all’educazione e all’istruzione, stabilisce che “l’integrazione scolastica ha come
obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle
relazioni e nella socializzazione” e che “l’esercizio del diritto all’educazione e all’istruzione non può essere
impedito da difficoltà d’apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all’handicap”.
L’azione didattica rivolta ai disabili prevede due fasi: l’anamnesi, per acquisire dalla famiglia, dagli insegnanti
della scuola elementare e dagli enti medico-sociali le notizie necessarie per determinare le abilità e le reali
capacità dell’alunno. Il Consiglio di classe e il docente esperto di sostegno, procede alla stesura dei Piani
Educativi Personalizzati insieme agli operatori medico-sanitari dell’ASL e con le famiglie.
Per gli alunni diversamente abili si predispongono percorsi didattici formativi atti a sviluppare il massimo grado
di autonomia e l’integrazione nel gruppo classe. Gli alunni con disturbi lievi saranno sostenuti nel raggiungimento
degli obiettivi programmati, mentre ai ragazzi con gravi disabilità saranno utili, per facilitare l’apprendimento,
attività pratiche e laboratoriali. Il curricolo sarà semplificato anche con l’utilizzo di sussidi didattici. Le modalità
previste si svilupperanno lungo l’asse motorio prassico – sensoriale e l’asse cognitivo.
In molte classi sono presenti allievi che richiedono una speciale attenzione per diversi motivi: svantaggio socio-
culturale, disturbi evolutivi specifici, disturbi specifici di apprendimento, difficoltà derivanti dalla non conoscenza
della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. L’area dello svantaggio scolastico è
molto più ampia di quella riferibile alla presenza di deficit. I docenti si impegnano a predisporre per tali alunni
percorsi individualizzati di didattica inclusiva (Piani didattici personalizzati), che propongano ai ragazzi con
difficoltà di apprendimento una specifica caratterizzazione della didattica e dell’offerta formativa in base alle loro
specifiche esigenze, con opportuni recuperi disciplinari personalizzati per raggiungere le competenze previste nel
piano didattico educativo. Nella realizzazione dell’intervento didattico, condiviso dalle famiglie, i docenti
adatteranno ad ogni alunno un percorso che tenga conto delle capacità, dei tempi e dei suoi interessi specifici.
In particolare, per quanto attiene ai DSA certificati sul piano medico (dislessia, disgrafia, discalculia,
disortografia), ovvero i disturbi che interessano alcune specifiche abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli, la
scuola si impegna a far raggiungere agli allievi gli obiettivi di apprendimento previsti, posti nelle condizioni di
attenuare o compensare il disturbo.
I docenti della scuola A. Balzico con l’ausilio del G.L.I. (gruppo di lavoro per l’inclusione) si attivano allo scopo
per favorire il successo scolastico, prevenire i blocchi di apprendimento, ridurre i disagi formativi e agevolare la
piena integrazione culturale e sociale.
Analogamente la scuola è attiva nel dare risposte agli allievi che recano il Disturbo da Deficit di
Attenzione/Iperattività, o ADHD, disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Tale disturbo comporta difficoltà di
attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Questi problemi derivano
sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del
tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. È bene precisare che l’ADHD non è una
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normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa
inefficace.
6.7. LA PREDISPOSIZIONE DEL PAI
In riferimento all’art 8 del DECRETO LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 66 “Norme per la promozione
dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c),della
legge 13 luglio 2015, n. 107. (17G00074) che così recita
“Piano per l'inclusione
1. Ciascuna istituzione scolastica, nell'ambito della definizione del Piano triennale dell'offerta formativa,
predispone il Piano per l'inclusione che definisce le modalità per l'utilizzo coordinato delle risorse, compresi il
superamento delle barriere e l'individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento nonchè per progettare e
programmare gli interventi di miglioramento della qualità dell'inclusione scolastica”,
si riportano le indicazioni che il GLI nella fase dell’ anno scolastico 2017-2018 ha individuato ai fini della
predisposizione del Piano Annuale per l’Inclusione il quale costituisce parte integrante del PTOF:
1) Adozione di un modello per la redazione del PAI rispetto a quello attualmente in uso più articolato e
capace di rendere conto delle azioni condotte dalla scuola ai diversi livelli sul piano della inclusività;
2) Indicazione nel Piano di modalità organizzative idonee a favorire il raccordo corale tra gli interventi degli
insegnanti di sostegno e gli altri insegnanti titolari nell’attuazione dei P.E.I;
3) Indicazione nel Piano di modalità organizzative idonee a favorire il raccordo corale tra gli interventi degli
insegnanti nell’attuazione dei P.D.P.;
Rispetto ai punti 2 e 3, la scuola vuole caratterizzarsi nella sua capacità di valorizzare la significatività dei
raccordi del lavoro svolto dai vari docenti ai fini di una della didattica coerentemente inclusiva rispetto alla
tematica dei BES; si palesa, in merito, l’esigenza di conseguire un effettivo miglioramento in tale ambito affinché
sia i PEI che i PDP siano coerentemente condotti e svolti attraverso un apporto integrato dei diversi docenti,
apporto da declinare con il dovuto approfondimento anche in itinere nei piani di lavoro individuali; ciò sia dal
punto di vista della definizione degli obiettivi di apprendimento, che dell’ utilizzo di comuni metodologie, di
sussidi, strumenti e pratiche didattiche specifiche.
In particolare, i Piani di Lavoro dei docenti devono prevedere in modo più articolato e diffuso la descrizione degli
interventi di fatto previsti ai fini della inclusività, e dei criteri di valutazione prescelti secondo una elaborazione
collegiale e condivisa.
Previsione nel Piano di attività servizi e progetti specifici per accrescere la capacità inclusiva della scuola;
in particolare di rilievo rispetto a tali aspetti appaiono:
- L’istituzione stabile a scuola di un servizio di consulenza psicopedagogica affidato ad esperto
psicologo qualificato rivolto ai genitori degli allievi ed agli allievi stessi previa richiesta delle
famiglie teso a supportare i genitori e gli allievi nell’analizzare situazioni inerenti a relazioni e vissuti
problematici esperiti nel contesto scolastico ;
- L’istituzione stabile nella scuola di uno Sportello BES e DSA affidato ad esperto qualificato, o a un
Ente dotato di adeguate professionalità, rivolto ai genitori ed ai docenti su temi inerenti alle connesse
problematiche educative e didattiche;
- La presa in carico da parte della scuola di allievi con particolari disagi di carattere ambientale e/o di
carattere culturale attraverso specifici progetti di tutoraggio formativo ed educativo e studio assistito.
La scuola deve cercare di meglio fornire forme di tutoraggio formativo-educativo rivolte alle fasce di
allievi che recano forme di svantaggio o difficoltà di apprendimento o disagi di tipo relazionale e/o
emotivo-affettivo, al fine di rispondere alle loro esigenze specifiche. In base alle analisi e valutazioni
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condotte in sede di organismi collegiali (C.D e C.d.C), infatti, in molti casi appare evidente che tali
allievi necessitano di avvalersi di figure di riferimento e di orientamento significative, quali appunti
le figure dei tutor, poichè il contesto familiare - ambientale - sociale presenta aspetti di evidente
criticità e problematicità, che si riflettono sulla partecipazione, sulla motivazione scolastica, e quindi
sul conseguimento degli apprendimenti. Tali progetti sono svolti o da docenti interni dotati di
adeguata esperienza e competenza in merito, o affidati ad esperti esterni con adeguato curriculum
rispetto alla tipologia di interventi, o ad Enti ed Associazioni operanti nel sociale in ambito inclusivo
tramite accordi e/o convenzioni.
▪ Indicazione nel Piano di azioni di monitoraggio e di autovalutazione di Istituto ai fini della rilevazione del
grado di inclusività della scuola;
▪ Indicazione nel Piano di criteri per la progettazione di attività formative rivolte ai docenti della scuola in
ordine ai temi della integrazione scolastica e della inclusività;
▪ Indicazione nel Piano degli ambiti di coordinamento e di azione a cui il GLI ed i GLHO devono dedicarsi;
le azioni e gli interventi del gruppo di lavoro per l’inclusione e dei GLHO devono prevedere una
maggiore articolazione delle attività, in particolare attraverso convocazioni per articolazioni funzionali o
in sedute ristrette del GLI su temi ed aspetti specifici delle problematiche inerenti alla inclusività, ed
attraverso convocazioni del GLHO rivolte sia alla fase di predisposizione del PEI, sia alla fase di verifica
della sua attuazione;
▪ Indicazione nel Piano delle azioni nello specifico da svolgere da parte della docente di Area Funzione
Strumentale e dei docenti Coordinatori al fine di assicurare il coordinamento didattico-educativo degli
interventi rivolti agli alunni BES.
▪ Indicazione nel Piano dei criteri per la scelta delle attività formative rivolte ai docenti in tema di
integrazione scolastica ed inclusività.
Il Collegio docenti nel recepire le indicazioni del GLI ha predisposto il seguente Piano per la Inclusione,
aggiornato al termine dello scorso anno scolastico 2017-2018, e riportato nell’ambito del presente aggiornamento
del PTOF.
Piano Annuale per l’Inclusione per l’ a.s.2018-2019
Procedure e strumenti per la didattica dell’inclusione
Il presente documento è stato predisposto dal Dirigente Scolastico ed elaborato dal Gruppo GLI di Istituto. Lo stesso è stato approvato dal Collegio dei Docenti in data 28.06.
“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare.
La cosa difficile è conoscere i nostri musicisti
e trovare l’armonia. Una buona classe
non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia”
Daniel Pennac, Diario di scuola
CAP 1. L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ. ASPETTI, PRINCIPI E MODALITÀ OPERATIVE DI CARATTERE GENERALE
Premessa L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità è un processo irreversibile, e proprio per questo non può adagiarsi su pratiche disimpegnate che svuotano il senso pedagogico, culturale e sociale dell’integrazione trasformandola da un processo di crescita per gli alunni con disabilità e per i loro compagni a una procedura solamente attenta alla correttezza formale degli adempimenti burocratici. Crescere è tuttavia un avvenimento individuale che affonda le sue radici nei rapporti con gli altri e non si può parlare di sviluppo del potenziale umano o di centralità della persona considerandola avulsa da un sistema di relazioni la cui qualità e la cui ricchezza è il patrimonio fondamentale della crescita di ognuno. La scuola è una comunità
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educante, che accoglie ogni alunno nello sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche tali da consentirne il massimo sviluppo. Una scuola non solo per sapere dunque ma anche per crescere, attraverso l’acquisizione di conoscenze, competenze, abilità, autonomia, nei margini delle capacità individuali, mediante interventi specifici da attuare sullo sfondo costante e imprescindibile dell’istruzione e della socializzazione.
1.1 I PRINCIPI COSTITUZIONALI E LA LEGISLAZIONE ITALIANA IN MATERIA DI ALUNNI CON DISABILITÀ.
Il diritto allo studio è un principio garantito costituzionalmente. L’art. 34 Cost. dispone infatti che la scuola sia aperta a tutti. In tal senso il Costituente ha voluto coniugare il diritto allo studio con il principio di eguaglianza di cui all’art. 3 Cost. L’articolo in questione, al primo comma, recita: «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali dinanzi alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Il secondo comma del citato art. 3 recita: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, l imitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese».
La Legge 118/71 e la Legge 517/77
La legge 118/71, art. 28, disponeva che l’istruzione dell’obbligo dovesse avvenire nelle classi normali della scuola pubblica . In questo senso, la legge in questione superava il modello delle scuole speciali, che tuttavia non aboliva, prescrivendo l’inserimento degli alunni con disabilità, comunque su iniziativa della famiglia, nelle classi comuni. Per favorire tale inserimento disponeva inoltre che agli alunni con disabilità venissero assicurati il trasporto, l’accesso agli edifici scolastici mediante il superamento delle barriere architettoniche, l’assistenza durante gli orari scolastici degli alunni più gravi.
L’inserimento costituiva solo una parziale applicazione del principio costituzionale di eguaglianza, che era esercitato dagli alunni in questione solo nel suo aspetto formale. L’inserimento non costituì la realizzazione dell’eguaglianza sostanziale che dovette invece essere costruita con ulteriori strumenti e orientati a rimuovere gli ostacoli prodotti dal deficit e, in particolare, attraverso l’istituzione dell’insegnante specializzato per il sostegno e di piani educativi adeguati alla crescita e allo sviluppo dell’alunno con disabilità.
Solo con la legge 517/77, viene reso effettivo il principio dell’integrazione scolastica dei bambini disabili attraverso l’eliminazione delle classi “differenziali” e di “aggiornamento”, istituite con legge nel 1962. La legge 517/77 istituisce formalmente le classi aperte, indicate come modalità organizzativa flessibile per l’integrazione degli alunni handicappati; l’art. 2 così recita al primo comma: “al fine di agevolare l’attuazione del diritto allo studio e la promozione della piena formazione della personalità degli alunni, la programmazione educativa può comprendere attività scolastiche integrative organizzate per gruppi di alunni della classe oppure di classi diverse anche allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze degli alunni” .
Per la scuola elementare, sempre all’art. 2, la legge prevede che nell’ambito delle attività didattiche si attuino forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap con l’intervento di insegnanti specializzati (o detti insegnanti di sostegno) di cui al DPR 970/75.
Per la scuola secondaria, l’art. 7 dispone che “Al fine di agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la piena formazione della personalità degli alunni, la programmazione educativa può comprendere attività scolastiche di integrazione anche a carattere interdisciplinare, organizzate per gruppi di alunni della stessa classe o di classi diverse, ed iniziative di sostegno, anche allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni.
Nell'ambito della programmazione di cui al precedente comma sono previste forme di integrazione e di sostegno a favore degli alunni portatori di handicaps da realizzare mediante la utilizzazione dei docenti, di ruolo o incaricati a tempo indeterminato, in servizio nella scuola media e in possesso di particolari titoli di specializzazione, che ne facciano richiesta, entro il limite di una unità per ciascuna classe che accolga alunni portatori di handicap e nel numero massimo di sei ore settimanali.
Le classi che accolgono alunni portatori di handicap sono costituite con un massimo di 20 alunni.
In tali classi devono essere assicurati la necessaria integrazione specialistica, il servizio socio-psico-pedagogico e forme particolari di sostegno secondo le rispettive competenze dello Stato e degli enti locali preposti, nei limiti delle relative disponibilità di bilancio e sulla base del programma predisposto dal consiglio scolastico distrettuale.
La Legge 104/92
La Legge del 5 febbraio 1992, n. 104 “Legge Quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” raccoglie ed integra tali interventi legislativi divenendo il punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità. La Legge in parola ribadisce ed amplia il principio dell’integrazione sociale e scolastica come momento fondamentale per la tutela della dignità umana della persona con disabilità, impegnando lo Stato a rimuovere le condizioni invalidanti che ne impediscono lo sviluppo, sia sul piano della partecipazione sociale sia su quello dei deficit sensoriali e psico-motori per i quali prevede interventi riabilitativi. Il diritto soggettivo al pieno sviluppo del potenziale umano della persona con disabilità non può dunque essere limitato da ostacoli o impedimenti che possono essere rimossi per iniziativa dello Stato. Questo principio, caratterizzante la Legge in questione, si applica anche
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all’integrazione scolastica, per la quale la Legge citata prevede una particolare attenzione, un atteggiamento di “cura educativa” nei confronti degli alunni con disabilità che si esplica in un percorso formativo individualizzato, al quale partecipano, nella condivisione e nell’individuazione di tale percorso, più soggetti istituzionali.
1.2 IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (P.E.I.) E IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (PDF)
Il PEI - Piano Educativo Individualizzato - è il documento nel quale sono riportati gli interventi mirati per l'integrazione
scolastica dell'alunno diversamente abile. Nel testo della legge104/92, art. 12, comma 5 viene espressa a chiare lettere la necessità che la sua stesura debba avvenire a seguito di una Diagnosi Funzionale (DF) e di un Profilo Dinamico Funzionale (PDF), che dunque ne sono parte integrante. È buona norma riportare all'interno del PEI, anche in maniera sintetica, i contenuti di DF e PDF anche se questi non vengono aggiornati annualmente. Nel DPR 24/2/1994 è altresì chiarito che "Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12 [della Legge 104/92, NdR], congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla USL e/o USSL e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno". Non si tratta di un semplice strumento didattico ad uso esclusivo della scuola, ma di un progetto ampio, che riguarda diverse istituzioni le quali devono collaborare al fine di garantire al bambino il pieno sviluppo del suo potenziale. Oggi la concezione del PEI è molto cambiata, spostandosi da una prospettiva focalizzata sul divario esistente tra il livello di sviluppo del bambino e i traguardi di apprendimento previsti per la classe, ad una maggiormente incentrata sulla dimensione bio-psico-sociale del funzionamento dell'individuo, sulla base del modello ICF in cui l'azione facilitante (o non facilitante) dell'ambiente, la partecipazione sociale ed altri fattori vengono tenuti in maggior considerazione. Una concezione più dinamica dunque, maggiormente rispondente alle esigenze dell'alunno e dell'insegnante che con lui affronta quotidianamente nuove sfide educative. Si sta lentamente affermando la tendenza ad estendere l'ambito di intervento del Piano Educativo Individualizzato a dimensioni non strettamente legate all'apprendimento scolastico, quali l'affettività, l'autonomia personale, il benessere psico-fisico, la riflessione da parte dell'alunno sulle proprie aspettative di realizzazione personale e sul possibile inserimento nel mondo del lavoro, la cura delle relazioni sociali. Il profilo dinamico funzionale (PDF) indica le caratteristiche fisiche, psichiche e sociali ed affettive dell'alunno e pone in rilievo sia le difficoltà di apprendimento conseguenti alla situazione di handicap e le possibilità di recupero, sia le capacità possedute che devono essere sostenute, sollecitate e progressivamente rafforzate e sviluppate nel rispetto delle scelte culturali della persona portatrice di handicap. Il PDF è atto successivo alla diagnosi funzionale e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello di sviluppo che l'alunno in situazione di handicap dimostra di possedere nei tempi brevi (sei mesi) e nei tempi medi (due anni). Alla elaborazione del PDF seguono, con il concorso degli operatori delle Unità sanitarie locali (unità multidisciplinare), della scuola e delle famiglie, verifiche per controllare gli effetti dei diversi interventi e l'influenza esercitata dall'ambiente scolastico. Il PDF comprende necessariamente: a) la descrizione funzionale dell'alunno in relazione alle difficoltà che lo stesso dimostra di incontrare in settori di attività; b) l'analisi dello sviluppo potenziale dell'alunno a breve e medio termine, desunto dall'esame dei seguenti parametri:
b 01) cognitivo, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione al livello di sviluppo raggiunto (normodotazione; ritardo lieve, medio, grave; disarmonia medio-grave; fase di sviluppo controllata; età mentale, ecc.) alle strategie utilizzate per la soluzione dei compiti propri della fascia di età, allo stile cognitivo, alla capacità di usare, in modo integrato, competenze diverse; b 02) affettivo-relazionale, esaminato nelle potenzialità esprimibili rispetto all'area del sé, al rapporto con gli altri, alle motivazioni dei rapporti e all'atteggiamento rispetto all'apprendimento scolastico, con i suoi diversi interlocutori; b 03) comunicazionale, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione alle modalità di interazione, ai contenuti prevalenti, ai mezzi privilegiati; b 04) linguistico, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione alla comprensione del linguaggio orale, alla produzione verbale, all'uso comunicativo del linguaggio verbale, all'uso del pensiero verbale, all'uso di linguaggi alternativi o integrativi; b 05) sensoriale, esaminato, soprattutto, in riferimento alle potenzialità riferibili alla funzionalità visiva, uditiva e tattile; b 06) motorio-prassico, esaminato in riferimento alle potenzialità esprimibili in ordine alla motricità globale, alla motricità fine, alle prassi semplici e complesse e alle capacità di programmazione motorie interiorizzate; b 07) neuropsicologico, esaminato in riferimento alle potenzialità esprimibili riguardo alle capacità mnesiche, alla capacità intellettiva e all'organizzazione spazio-temporale; b 08 autonomia, esaminata con riferimento alle potenzialità esprimibili in relazione all'autonomia della persona e all'autonomia sociale; b 09) apprendimento, esaminato in relazione alle potenzialità esprimibili in relazione all'età prescolare, scolare (lettura, scrittura, calcolo, lettura di messaggi, lettura di istruzioni pratiche, e quant'altro). Il PDF è aggiornato a conclusione della scuola materna, della scuola elementare e della scuola secondaria e durante il corso di istruzione secondaria superiore. 1.3 L’ICF, CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO. DALLA PROSPETTIVA SANITARIA ALLA
PROSPETTIVA BIO-PSICO-SOCIALE
Nel 2001, l’Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS ha approvato la nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (International Classification of Functioning, Disability and Health – ICF), raccomandandone l’uso negli Stati parti. L’ICF recepisce pienamente il modello sociale della disabilità, considerando la
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persona non soltanto dal punto di vista “sanitario”, ma promuovendone un approccio globale, attento alle potenzialità complessive, alle varie risorse del soggetto, tenendo ben presente che il contesto, personale, naturale, sociale e culturale, incide decisamente nella possibilità che tali risorse hanno di esprimersi. Fondamentale, dunque, la capacità di tale classificatore di descrivere tanto le capacità possedute quanto le performance possibili intervenendo sui fattori contestuali. Il modello introdotto dall’ICF, bio-psico-sociale, prende dunque in considerazione i molteplici aspetti della persona, correlando la condizione di salute e il suo contesto, pervenendo così ad una definizione di “disabilità” come ad “una condizione di salute in un ambiente sfavorevole”. Nel modello citato assume valore prioritario il contesto, i cui molteplici elementi possono essere qualificati come “barriera”, qualora ostacolino l’attività e la partecipazione della persona, o “facilitatori”, nel caso in cui, invece, favoriscano tali attività e partecipazione. L’ICF sta penetrando nelle pratiche di diagnosi condotte dalle AA.SS.LL., che sulla base di esso elaborano la Diagnosi Funzionale. È opportuno che il personale scolastico coinvolto nel processo di integrazione sia a conoscenza del modello in questione e che si diffonda sempre più un approccio culturale all’integrazione che tenga conto del nuovo orientamento volto a considerare la disabilità interconnessa ai fattori contestuali.
CAP. 2 LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA IN TEMA DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA
Premessa
Il Dirigente scolastico, (ma anche la scuola nella sua interezza), è il garante dell’offerta formativa che viene progettata ed attuata dall’istituzione scolastica: ciò riguarda la globalità dei soggetti e, dunque, anche gli alunni con disab ilità. Il Piano triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) è inclusivo quando prevede nella quotidianità delle azioni da compiere, degli interventi da adottare e dei progetti da realizzare la possibilità di dare risposte precise ad esigenze educative individuali; in tal senso, la presenza di alunni disabili non è un incidente di percorso, un‘emergenza da presidiare, ma un evento che richiede una riorganizzazione del sistema già individuata in via previsionale e che rappresenta un’occasione di crescita per tutt i. L'autonomia funzionale delle istituzioni scolastiche ha ridotto il peso delle indicazioni normative ed istituzionali, favorendo una maggiore discrezionalità nell'elaborazione della progettazione educativa rivolta al successo formativo di tutti gli alunni. Tale dimensione richiede però un buon livello organizzativo, inteso come definizione di una serie di “punti fermi”, definiti sulla base di principi garantiti per legge, entro i quali sviluppare la progettualità aperta della scuola autonoma. Il contributo del Collegio dei docenti e del Consiglio di istituto deve assicurare l'elaborazione del Piano triennale dell'Offerta Formativa che descrive, fra l'altro, le decisioni assunte in ordine all'integrazione scolastica. Per la realizzazione operativa delle attività concernenti l'integrazione scolastica, il Dirigente Scolastico può individuare una figura professionale di riferimento (figura strumentale), per le iniziative di organizzazione e di cura della documentazione, delle quali tale figura è responsabile e garante. In via generale, dunque, al Dirigente scolastico ma anche la scuola nella sua interezza,) è richiesto di:
promuovere e incentivare attività diffuse di aggiornamento e di formazione del personale operante a scuola (docenti, collaboratori, assistenti) anche tramite corsi di aggiornamento congiunti di cui all’art 14 comma 7 L.n. 104/92, al fine di sensibilizzare, informare e garantire a tutte le componenti il conseguimento di competenze e indispensabili “strumenti” operativo-concettuali (per intervenire sul contesto e modificarlo);
valorizzare progetti che attivino strategie orientate a potenziare il processo di inclusione; guidare e coordinare le azioni/iniziative/attività connesse con le procedure previste dalle norme di riferimento: presidenza
del GLH d’istituto, formazione delle classi, utilizzazione degli insegnanti per le attività di sostegno; indirizzare l’operato dei singoli Consigli di classe/interclasse affinché promuovano e sviluppino le occasioni di
apprendimento, favoriscano la partecipazione alle attività scolastiche, collaborino alla stesura del P.E.I.; coinvolgere attivamente le famiglie e garantire la loro partecipazione durante l’elaborazione del PEI; curare e promuovere anche attraverso accordi ed intese il raccordo con le diverse realtà territoriali (EE.LL., enti di
formazione, cooperative, scuole, servizi socio-sanitari, ecc.); attivare specifiche azioni di orientamento per assicurare continuità nella presa in carico del soggetto da parte della scuola
successiva o del percorso post-scolastico prescelto; ∙ intraprendere le iniziative necessarie per individuare e rimuovere eventuali barriere architettoniche e/o senso-percettive.
2.1 LA PROGRAMMAZIONE UNITARIA DELLE ATTIVITÀ
Al fine dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità è indispensabile ricordare che l’obiettivo fondamentale della Legge 104/92, art. 12, c. 3, è lo sviluppo degli apprendimenti mediante la comunicazione, la socializzazione e la relazione interpersonale. A questo riguardo, infatti, la Legge in questione recita: “L’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione”; il c. 4 stabilisce inoltre che “l'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap”. La progettazione educativa per gli alunni con disabilità deve, dunque, essere costruita tenendo ben presente questa priorità.
Si è integrati/inclusi in un contesto, infatti, quando si effettuano esperienze e si attivano apprendimenti insieme agli altri, quando si condividono obiettivi e strategie di lavoro e non quando si vive, si lavora, si siede gli uni accanto agli altri. E tale integrazione, nella misura in cui sia sostanziale e non formale, non può essere lasciata al caso, o all'iniziativa degli insegnanti
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per le attività di sostegno, che operano come organi separati dal contesto complessivo della classe e della comunità educante, è indispensabile che la programmazione delle attività sia realizzata da tutti i docenti curricolari, i quali, insieme all’insegnante per le attività di sostegno e definiscono gli obiettivi di apprendimento per gli alunni con disabilità in correlazione con quelli previsti per l’intera classe. La programmazione comune fra docenti curricolari e per le attività di sostegno per la definizione del Piano educativo dell'alunno con disabilità, rappresenta, nella programmazione generale, una garanzia di tutela del diritto allo studio, è opportuno ricordare che la cooperazione e la corresponsabilità del team docenti sono essenziali per le finalità previste dalla legge.
2.2 LA VALUTAZIONE
La valutazione in decimi va rapportata al P.E.I., che costituisce il punto di riferimento per le attività educative a favore dell’alunno con disabilità. Si rammenta inoltre che la valutazione in questione dovrà essere sempre considerata come valutazione dei processi e non solo come valutazione della performance. Gli insegnanti assegnati alle attività per il sostegno, assumendo la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano e partecipando a pieno titolo alle operazioni di valutazione periodiche e finali degli alunni della classe con diritto di voto, disporranno di registri recanti i nomi di tutti gli alunni della classe di cui sono contitolari. 2.3 IL DOCENTE ASSEGNATO ALLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO
L'assegnazione dell'insegnante per le attività di sostegno alla classe, così come previsto dal Testo Unico L. 297/94 rappresenta la “vera” natura del ruolo che egli svolge nel processo di integrazione. Infatti è l'intera comunità scolastica che deve essere coinvolta nel processo in questione e non solo una figura professionale specifica a cui demandare in modo esclusivo il compito dell'integrazione. Il limite maggiore di tale impostazione risiede nel fatto che nelle ore in cui non è presente il docente per le attività di sostegno esiste il concreto rischio che per l'alunno con disabilità non vi sia la necessaria tutela in ordine al diritto allo studio. La logica deve essere invece sistemica, ovvero quella secondo cui il docente in questione è “assegnato alla classe per le attività di sostegno”, nel senso che oltre a intervenire sulla base di una preparazione specifica nelle ore in classe collabora con l'insegnante curricolare e con il Consiglio di Classe affinché l'iter formativo dell'alunno possa continuare anche in sua assenza. Questa logica deve informare il lavoro dei gruppi previsti dalle norme e la programmazione integrata.
3. LA TEMATICA DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: ANALISI DELLE DIVERSE FATTISPECIE
3.1 LA TEMATICA DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI NELLA NORMATIVA
La scuola orienta la propria azione in tema di inclusività in stretto riferimento alle indicazioni normative ed al loro portato innovativo, tenendo in debito conto anche i profili metodologici e culturali ed i contesti operativi che l’evoluzione normativa ha nel tempo delineato.
Come noto nel nostro sistema scolastico il diritto di ciascun studente che presenti difficoltà alla personalizzazione dell’apprendimento e della cura educativa è stato definitivamente sancito, e con esso il carattere costitutivamente inclusivo della nostra scuola, in base a specifiche disposizioni normative, quali in particolare:
La L. 170/2010 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico)
IL DM n. 5669 12/07/2011 (Disposizioni attuative della Legge 8 ottobre 2010, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico) ,
Le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con dsa a tale decreto allegato,
La Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”;
La Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013, Prot. 561.
Il D.lgs. 66/2017 avente per oggetto “Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c),della legge 13 luglio 2015, n. 107. (17G00074)”
Tra le norme citate particolare rilievo assume la Direttiva del 27 Dicembre 2012. Tra gli aspetti innovativi della direttiva del 27 dicembre 2012, infatti, emerge il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES), che si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002). Rientrano nella più ampia definizione di BES tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. Se in passato le norme primarie di riferimento per tutte le iniziative che la scuola intraprendeva erano state la L. 104/1992, per
la disabilità, la L. 170/2010 e successive integrazioni, per gli alunni con DSA, e sul tema della personalizzazione la L.
53/2003, con la direttiva suddetta veniva definitivamente ampliata l’area dei DSA a differenti problematiche quali, ad esempio,
i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività, nonché il
funzionamento intellettivo al limite, e veniva introdotto il tema dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.
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In sostanza, può dirsi che con la Direttiva suddetta è stato sposta definitivamente l’attenzione dalle procedure di certificazione all’analisi dei bisogni di ciascuno studente ed esteso in modo definitivo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto – e quindi il dovere per tutti i docenti – alla personalizzazione dell’apprendimento, anche attraverso il diritto ad usufruire di misure dispensative e strumenti compensativi, nella prospettiva di una presa in carico complessiva ed inclusiva di tutti gli alunni. L’attenzione ai DSA come l’attenzione ai BES come delineato nel rinnovato contesto normativo non ha lo scopo di favorire improprie facilitazioni, ma di rimuovere quanto ostacola i percorsi di apprendimento, e questo non genera un livellamento degli apprendimenti ma una modulazione degli stessi sulle potenzialità di ciascuno, nell’ottica di una scuola più equa e più inclusiva. Tali problematiche, certificate da uno o più specialisti, documentate dalla famiglia o semplicemente rilevate dalla scuola, devono trovare risposte adeguate e articolate, devono essere al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia. Ciò è possibile attraverso una osservazione e una lettura attenta dei segni di disagio, un dialogo con la famiglia ma soprattutto offrendo idonee e personalizzate risposte, nell’intento di favorire pienamente l’inclusione di tutti gli alunni e il loro successo formativo. Lo strumento privilegiato è rappresentato dal percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ciascun docente e tutti i docenti del consiglio di classe/interclasse sono chiamati ad elaborare; si tratta di uno strumento di lavoro con la funzione di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee. Come esplicita ancora la Direttiva, il delicato e importante compito di presa in carico dei BES riguarda tutta la comunità educante e richiede un approfondimento e un accrescimento delle competenze specifiche di docenti e dirigenti scolastici. Un ruolo fondamentale in questa direzione è in primo luogo demandato ai Centri Territoriali di Supporto, che rappresentano l’interfaccia fra l’Amministrazione e le scuole e tra le scuole stesse in relazione ai BES e che dovranno realizzare una rete di supporto al processo di integrazione, allo sviluppo professionale dei docenti, alla formazione dei docenti verso le migliori pratiche e alla diffusione delle stesse. La direttiva suddetta, in stretto rapporto alla delineazione di una scuola caratterizzata in senso inclusivo, ridisegna il ruolo del Gruppo di Lavoro per l’handicap, previsto dalla Legge 104/92, che viene ricompreso in un nuovo e più articolato Gruppo di Lavoro, ovvero il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione, i cui compiti sono così definiti: rilevazione dei BES presenti nella scuola; raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento
organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto conazioni strategiche dell’Amministrazione; focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi; rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle effettive esigenze, ai sensi
dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge 296/2006, tradotte in sede di definizione del PEI come stabilito dall'art. 10 comma 5 della Legge 30 luglio2010 n. 122 ;
elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività.
In rapporto alle considerazioni sopra svolte, nel Piano Annuale per l’Inclusione della nostra scuola, si assume che l’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit, dal momento che in ogni
classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e
culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della
cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse, ecc.
In definitiva, ed assumendo anche in chiave di chiarimento terminologico, quanto segue, nell’area dei BES sono comprese tre
grandi sotto-categorie:
1. disabilità;
2. disturbi evolutivi specifici (per “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento, anche i
deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo – per la comune origine nell’età
evolutiva – anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il funzionamento intellettivo limite può essere considerato un
caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico.
Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbi evolutivi specifici, non vengono o possono non venir certificate ai sensi della legge 104/92, non dando conseguentemente diritto alle provvidenze ed alle misure previste dalla stessa legge
quadro, e tra queste, all’insegnante per il sostegno).
3. svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.
In riferimento al contesto delineato nella fase attuale assume particolare rilievo il Decreto legislativo 66/2017 recante “Norme
per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera
c),della legge 13 luglio 2015, n. 107. (17G00074)”.
Tale decreto si pone in stretta corrispondenza con i precedenti dettami normativi in materia ma per molti aspetti qualifica e
ridisegna in modo ancora più definito e compiuto il carattere strutturalmente inclusivo della nostra scuola e ne orienta in tal
senso l’azione.
Tra le innovazioni più rilevanti vanno segnalate le seguenti:
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- La qualità della inclusione è posta in stretta relazione e viene chiaramente connessa al tema della valutazione della scuola stessa; l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) è
chiamato a definire gli indicatori per la valutazione della qualità dell'inclusione scolastica sulla base di diversi criteri: livello di inclusività del Piano triennale dell’offerta formativa delle scuole; realizzazione di percorsi per la personalizzazione e individualizzazione; coinvolgimento dei diversi soggetti nell’elaborazione del Piano per l’inclusione e nell’attuazione dei processi di
inclusione; realizzazione di iniziative finalizzate alla valorizzazione delle competenze professionali del personale; utilizzo di strumenti e criteri condivisi per la valutazione dei risultati di apprendimento; grado di accessibilità e di fruibilità delle risorse, delle attrezzature, di strutture e spazi.
- Sostanziali cambiamenti vengono introdotti sul piano della Procedure di certificazione e documentazione per l'inclusione scolastica La domanda per l’accertamento della disabilità in età evolutiva è presentata all’INPS. Vengono
introdotti dei cambiamenti nelle commissioni mediche e nella documentazione da stilare: un Profilo di Funzionamento, redatto secondo i criteri del modello bio-psico-sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF), sostituirà dal 1 Gennaio 2019 integralmente la Diagnosi Funzionale e il Profilo Dinamico Funzionale. Tale documento sarà prodotto dall’Unità di Valutazione Multidisciplinare, di cui al DPR del 24/02/94. Il Profilo di Funzionamento è il documento propedeutico e necessario alla predisposizione del Progetto Individuale e del Piano Educativo Individualizzato (PEI), definisce le competenze professionali e la tipologia delle misure di sostegno e delle risorse strutturali necessarie per l’inclusione scolastica, è redatto con la collaborazione dei genitori e con la partecipazione di un rappresentante dell’amministrazione scolastica, è aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione e in presenza di nuove e sopravvenute condizioni
- Rilevanti modificazioni vengono definite in ordine alla Progettazione e all’organizzazione scolastica per
l’inclusione:
Il Progetto individuale, di cui alla L. n. 328/00 è redatto dal 1 gennaio 2019 dal competente Ente locale sulla base del Profilo di Funzionamento, su richiesta e con la collaborazione dei genitori. Le prestazioni, i servizi e le misure previste sono definite anche in collaborazione con le istituzioni scolastiche;
Il PEI è elaborato e approvato dai docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori o dei soggetti che ne esercitano la responsabilità, delle figure professionali specifiche interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con la classe e con l’alunno con disabilità nonché con il supporto dell'unità di valutazione multidisciplinare, tiene conto della certificazione di disabilità e del Profilo di Funzionamento, individua strumenti e strategie, modalità didattiche e di coordinamento degli interventi. Dev’essere redatto all’inizio di ogni anno scolastico e aggiornato in presenza di nuove e sopravvenute condizioni;
Presso ogni Ufficio scolastico regionale (USR) è istituito dal 1 Settembre 2017 il Gruppo di lavoro interistituzionale regionale (GLIR) con compiti di consulenza e proposta all’USR per la definizione, l’attuazione e la verifica degli accordi di programma, supporto ai Gruppi per l’inclusione territoriale (GIT), supporto alle reti di scuole per la progettazione e la realizzazione dei Piani di formazione in servizio. Per ogni ambito territoriale è istituito dal 1 Gennaio 2019 il Gruppo per l’inclusione territoriale (GIT), composto da un dirigente tecnico o scolastico che lo presiede, tre dirigenti scolastici dell’ambito territoriale, due docenti per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione e uno per il secondo ciclo di istruzione. Il GIT riceve dai dirigenti scolastici le proposte di quantificazione delle risorse di sostegno didattico, le verifica e formula la relativa proposta all’USR. Per lo svolgimento di ulteriori compiti di consultazione e coordinamento il GIT è integrato da associazioni, ASL ed enti locali.
Presso ciascuna istituzione scolastica è istituito dal 1 Settembre 2017 il Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI), composto da docenti, eventualmente personale ATA e specialisti ASL. Ha il compito di supportare il collegio dei docenti nella definizione e realizzazione del Piano per l’inclusione nonché i docenti nell’attuazione dei PEI.
Il dirigente scolastico, sentito il GLI e sulla base dei singoli PEI, propone al GIT la quantificazione dell'organico relativo ai posti di sostegno. Il GIT, sulla base del Piano per l’inclusione, dei Profili di Funzionamento, dei PEI, dei Progetti individuali, sentiti i dirigenti, verifica la quantificazione delle risorse di sostegno didattico effettuata da ciascuna scuola e formula una proposta all’USR, che infine, assegna le risorse.
3.2 ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI
Gli alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate, che – per specifici problemi – possono incontrare difficoltà
a scuola, devono essere aiutati a realizzare pienamente le loro potenzialità. Fra essi, alunni e studenti con DSA (Disturbo
Specifico dell’Apprendimento) sono stati oggetto di importanti interventi normativi, che hanno ormai definito un quadro ben
strutturato di norme tese ad assicurare il loro diritto allo studio.
Tuttavia, è bene precisare che alcune tipologie di disturbi, non esplicitati nella legge 170/2010, danno diritto ad usufruire delle
stesse misure ivi previste in quanto presentano problematiche specifiche in presenza di competenze intellettive nella norma.
Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche problematiche nell’area del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio o –
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più in generale- presenza di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale) o, al contrario, nelle aree
non verbali (come nel caso del disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, del disturbo non-verbale o – più in
generale - di bassa intelligenza non verbale associata ad alta intelligenza verbale, qualora però queste condizioni
compromettano sostanzialmente la realizzazione delle potenzialità dell’alunno) o di altre problematiche severe che possono
compromettere il percorso scolastico (come per es. un disturbo dello spettro autistico lieve, qualora non rientri nelle casistiche
previste dalla legge 104).
Un approccio educativo, non meramente clinico – secondo quanto si è accennato in premessa – dovrebbe dar modo di
individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze educative speciali, nella prospettiva di una scuola
sempre più inclusiva e accogliente, senza bisogno di ulteriori precisazioni di carattere normativo.
Al riguardo, la legge 53/2003 e la legge 170/2010 costituiscono norme primarie di riferimento cui ispirarsi per le iniziative da
intraprendere con questi casi.
3.3 ALUNNI CON DEFICIT DA DISTURBO DELL’ATTENZIONE E DELL’IPERATTIVITÀ
Un discorso particolare si deve fare a proposito di alunni e studenti con problemi di controllo attentivo e/o dell’attività,
spesso definiti con l’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit HyperactivityDisorder), corrispondente all’acronimo che si usava per
l’Italiano di D.D.A.I. – Deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività.
L’ADHD si può riscontrare anche spesso associato ad un DSA o ad altre problematiche, ha una causa neurobiologica e
genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione con i coetanei. Si è stimato che il disturbo, in forma
grave tale da compromettere il percorso scolastico, è presente in circa l’1% della popolazione scolastica, cioè quasi 80.000
alunni (fonte I.S.S),
Con notevole frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: disturbo oppositivo provocatorio;
disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell'apprendimento; disturbi d'ansia; disturbi dell'umore, etc.
Il percorso migliore per la presa in carico del bambino/ragazzo con ADHD si attua senz’altro quando è presente una sinergia
fra famiglia, scuola e clinica. Le informazioni fornite dagli insegnanti hanno una parte importante per il completamento della
diagnosi e la collaborazione della scuola è un anello fondamentale nel processo riabilitativo.
In alcuni casi il quadro clinico particolarmente grave – anche per la comorbilità con altre patologie – richiede l’assegnazione
dell’insegnante di sostegno, come previsto dalla legge 104/92. Tuttavia, vi sono moltissimi ragazzi con ADHD che, in ragione
della minor gravità del disturbo, non ottengono la certificazione di disabilità, ma hanno pari diritto a veder tutelato il loro
successo formativo.
Vi è quindi la necessità di estendere a tutti gli alunni con bisogni educativi speciali le misure previste dalla Legge 170 per
alunni e studenti con disturbi specifici di apprendimento.
3.4 IL FUNZIONAMENTO COGNITIVO LIMITE
Anche gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni di funzionamento
cognitivo (intellettivo) limite (o borderline), ma anche con altre espressioni (per es. disturbo evolutivo specifico misto,
codice F83) e specifiche differenziazioni - qualora non rientrino nelle previsioni delle leggi 104 o 170 - richiedono particolare
considerazione. Si può stimare che questi casi si aggirino intorno al 2,5% dell’intera popolazione scolastica, cioè circa
200.000 alunni.
Si tratta di bambini o ragazzi il cui QI globale (quoziente intellettivo) risponde a una misura che va dai 70 agli 85 punti e non
presenta elementi di specificità. Per alcuni di loro il ritardo è legato a fattori neurobiologici ed è frequentemente in comorbilità
con altri disturbi. Per altri, si tratta soltanto di una forma lieve di difficoltà tale per cui, se adeguatamente sostenuti e indirizzati
verso i percorsi scolastici più consoni alle loro caratteristiche, gli interessati potranno avere una vita normale. Gli interventi
educativi e didattici hanno come sempre ed anche in questi casi un’importanza fondamentale.
CAP. 4 STRATEGIE DI INTERVENTO ADOTTATE NELL’ ISITUTO PER GLI ALUNNI BES IN CAMPO DIDATTICO ED
ORGANIZZATIVO
Premessa. Affrontare in modo adeguato la tematica dei bisogni educativi speciale richiede l’organizzazione d i strategie di intervento, sia sul piano didattico che organizzativo, da implementare con coerenza, evitando la giustapposizione e frammentazione delle azioni, affinché i servizi e le attività realizzate siano sottese da una impostazione unitaria che caratterizzi complessivamente l’operato della scuola, ed integri funzionalmente gli apporti delle diverse componenti rispetto al perseguimento dell’obiettivo primario della inclusività.
4.1 MODALITÀ OPERATIVE DI INTERVENTO PER LA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI RIVOLTI AGLI ALUNNI
BES
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All’inizio dell’anno scolastico, la scuola ai fini di una adeguata programmazione degli interventi opera una verifica degli a lunni con Bisogni Educativi Speciali frequentanti, anche in considerazione ad eventuali nuovi iscritti, o ad una diversa considerazione diagnostica intervenuta per gli alunni BES già frequentanti, per delineare il quadro complessivo degli:
Alunni con disabilità certificata ai sensi della Legge 104/92 (di cui 12 psicofisici, 1 minorati della vista, 2 pluriminorati). Alunni con DSA certificato Alunni con sospetto DSA Alunni con svantaggio (non specificato) Alunni con svantaggio linguistico-culturale Alunni con disagio comportamentale/relazionale Alunni con difficoltà di apprendimento
Rispetto agli alunni BES la scuola attuerà i seguenti protocolli riferiti agli ambiti operativi appresso indicati:
4.2. ISCRIZIONE, ACQUISIZIONE DELLA SEGNALAZIONE SPECIALISTICA, COMUNICAZIONI AI CONSIGLI DI CLASSE - Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, coordinatore di classe, referente D.S.A. e B.E.S., alunno, famiglia, segreteria didattica.
Le pratiche d’iscrizione verranno seguite da un assistente amministrativo che si occupi dell’iscrizione degli studenti con D.S.A. in modo continuativo. La famiglia unitamente al normale modulo d’iscrizione, consegnerà la diagnosi del medico specialista, che verrà protocollata e allegata al fascicolo dell’alunno. L’acquisizione della diagnosi, da parte dell’istituzione scolastica, è atto fondamentale per lo sviluppo del P.D.P. Nel rispetto dei tempi tecnici per la stesura di tale documento, è necessario che la famiglia presenti tale documentazione al momento dell’iscrizione o comunque entro il mese di novembre, per poter effettuare l’integrazione alla programmazione del c.d.c. e del singolo docente, almeno per il secondo quadrimestre. Pertanto, le diagnosi presentate oltre tale scadenza, verranno regolarmente protocollate e ne verrà informato, tramite il coordinatore, il c.d.c.; la formulazione del P.D.P. sarà effettuata entro 30 giorni. L’assistente amministrativo, acquisite le diagnosi di D.S.A. al momento della normale iscrizione o in corso d’anno, ne darà comunicazione al Dirigente Scolastico, al coordinatore di classe e al referente D.S.A. Il referente D.S.A. avrà cura di controllare che esse rispettino quanto sancito dalla legge 08/10/2010, art.3 e dalle circolari MIUR (03/02/11, 04/04/11, 26/05/11). In caso contrario contatterà la famiglia e l’alunno, se maggiorenne, per chiarimenti e/o integrazioni. Il Dirigente scolastico, acquisite le segnalazioni di alunni con bisogni educativi specifici, convocherà la famiglia per la condivisione delle scelte che la scuola intende adottare per favorire l’inclusione degli alunni segnalati nei relativi gruppi classe. Ottenuto il consenso della famiglia, convoca il docente Funzione Strumentale di area per l’inclusione degli alunni BES e quindi il consiglio di classe per procedere alla formulazione del PDP.
4.3. STESURA E SOTTOSCRIZIONE DEL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (P.D.P.)
Soggetti coinvolti: coordinatore di classe, referente D.S.A./BES, componenti consigli, famiglia, alunno
Quando in una classe viene inserito uno studente con D.S.A. o BES, il referente e il coordinatore di classe informano il Consiglio di classe/interclasse sull’argomento: 1. fornendo adeguate informazioni sui Disturbi Specifici di Apprendimento e/o la patologia specifica; 2. fornendo riferimenti per reperire materiale didattico formativo adeguato; 3. presentando le eventuali strategie didattiche alternative (tra cui le tecnologie informatiche) compensative Il coordinatore, in occasione del primo c.d.c. (settembre-ottobre), mette a conoscenza l’intero c.d.c. del caso, raccoglie osservazioni di tutti i componenti al fine di stilare il PERCORSO DIDATTICO PERSONALIZZATO (P.D.P.), del c.d.c.. Esso verrà approvato nella seduta successiva: costituirà un allegato riservato della programmazione e del fascicolo personale dell’alunno. In relazione al P.D.P. del c.d.c. i singoli docenti adotteranno specifici interventi didattici e metodologici relativo alla propria disciplina con gli eventuali approfondimenti e/o integrazioni in merito a obiettivi, misure dispensative e strumenti compensativi adottati rispetto al proprio piano di lavoro. I docenti potranno documentare gli interventi adottati attraverso specifiche relazioni o report da allegare al suddetto piano di lavoro. Tali attività di documentazione è considerata dalla scuola elemento importante da considerare anche ai fini delle attività inerenti ai processi di valorizzazione del merito dei docenti.
Il P.D.P. del consiglio una volta redatto, va presentato dal coordinatore di classe alla famiglia per la condivisione e
l’accettazione. In tale sede potranno essere apportate eventuali ultime modifiche e dopo sarà sottoscritto dalla famiglia. Il
coordinatore di classe lo farà poi controfirmare da tutti i componenti il C.d.C. e dal Dirigente Scolastico, rendendolo così
esecutivo.
Nel caso di acquisizione della diagnosi ad anno scolastico avviato il coordinatore convocherà un consiglio straordinario e seguirà la procedura sopra illustrata.
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Il P.D.P. del consiglio e del singolo docente verrà stilato seguendo i modelli predisposti dalla scuola; esso deve contenere e sviluppare almeno i seguenti punti:
1. dati relativi all’alunno; 2. tipologia del disturbo; 3. descrizione del funzionamento delle abilità strumentali; 4. caratteristiche comportamentali; 5. modalità del processo di apprendimento; 6. misure dispensative; 7. strumenti compensativi; 8. modalità di verifica e criteri di valutazione; 9. accordi con la famiglia/studente; 10. firme delle parti interessate (Dirigente Scolastico, coordinatore di classe, docenti, genitori, alunno (se maggiorenne
Nella predisposizione della documentazione in questione è fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare alla
scuola eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo studente anche autonomamente o attraverso percorsi
extrascolastici. Sulla base di tale documentazione, nei limiti della normativa vigente, vengono predisposte le modalità delle
prove e delle verifiche in corso d’anno o a fine Ciclo.
4.4.VALUTAZIONE INTERMEDIA E FINALE
Soggetti coinvolti: coordinatore, componenti consigli, funzione strumentale di area.
Nel corso dell’attuazione del protocollo il P.D.P. sarà oggetto di verifiche intermedie e finali come prevede la legge (art. 3 comma 2: “per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentano persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia”). In particolare alla pagella del primo quadrimestre e alla pagella del secondo quadrimestre verranno allegate comunicazioni che evidenzino le eventuali “difficoltà persistenti”. 4.5. PROCEDURA DA SEGUIRE IN CASO DI SOSPETTO DI DIFFICOLTÀ RIFERIBILE A DSA o BES Soggetti coinvolti: componenti dei consigli, coordinatore di classe, referente, famiglia, alunno.
Nel caso in cui un docente consideri in base alla concreta pratica didattica che un alunno possa essere affetto da DSA/BES, segnala il caso al coordinatore di classe (che potrà avvalersi della consulenza del docente Funzione Strumentale di area o del Responsabile dello sportello DSA), il quale, nel rispetto della privacy, convocherà i genitori, invitandoli a recarsi presso gli enti preposti per una eventuale diagnosi del disturbo rilevato.
CAP- 5. PROGETTAZIONE DEL CURRICOLO E DELLA DIDATTICA AI FINI DELL’INCLUSIVITÀ
La progettazione degli interventi da adottare riguarda tutti gli insegnanti perché l’intera comunità scolastica è chiamata ad
organizzare i curricoli in funzione dei diversi stili o delle diverse attitudini cognitive, a gestire in modo alternativo le attività
d’aula, a favorire e potenziare gli apprendimenti e ad adottare i materiali e le strategie didattiche in relazione ai bisogni degli
alunni. Conseguentemente il Collegio dei docenti potrà provvedere ad attuare tutte le azioni volte a promuovere l’inclusione
scolastica e sociale degli alunni con disabilità, inserendo nel Piano triennale dell'Offerta Formativa la scelta inclusiva
dell’Istituzione scolastica, in particolare attraverso:
- l’elaborazione ed approvazione di progetti specifici rivolti all’area dei BES, anche sulla scorta delle proposte provenienti dai Consigli di classe;
- la promozione delle prassi didattiche che promuovono effettivamente l’inclusione (gruppi di livello eterogenei, apprendimento cooperativo, ecc.).;
- la progettazione di attività formative effettivamente coerenti con le esigenze dei docenti;
5.1. IL RUOLO DEI CONSIGLI DI CLASSE
I Consigli di classe rivestono un ruolo fondamentale e diretto nell’attuazione della didattica inclusiva poiché, in un’ottica rivolta al coordinamento delle attività didattiche:
Individuano i bisogni educativi degli alunni;
Indicano in quali casi sia opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica e, eventualmente, di misure dispensative e/o compensative sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche o della eventuale documentazione clinica presentata dalla famiglia;
Redigono i documenti di programmazione;
Formulano proposte per la realizzazione di progetti specifici rivolti alla inclusività;
Mettono in atto l’intervento formativo-didattico operando scelte metodologiche miranti al miglioramento del grado di inclusività dell’Istituzione Scolastica
La didattica inclusiva richiede in particolare che i docenti si impegnino ad approfondire nella loro autonomia professionale ed
in un’ottica di coordinamento degli apporti la cura dei seguenti tre ambiti di fondamentale importanza.
5.2. LA PROMOZIONE DI UN CLIMA DI CLASSE INCLUSIVO
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Al fine della promozione di un clima di classe inclusivo compito degli insegnanti è quello di assumere comportamenti non
discriminatori, di essere attenti ai bisogni di ciascuno, di accettare le diversità presentate dagli alunni disabili e valorizzarle
come arricchimento per l’intera classe per favorire la strutturazione del senso di appartenenza e costruire relazioni socio-
affettive positive. Si tratta di un compito difficile, oneroso e complesso, che può essere affrontato con efficacia se tra i docenti
si crea una fattiva integrazione degli interventi, anche promuovendo la corresponsabilità educativa con le famiglie.
La realizzazione di un clima sociale positivo, che garantisca l’accettazione e il rispetto delle diversità, è una delle condizioni essenziali perché la scuola possa, in modo efficace, essere inclusiva. Tale clima favorisce la sicurezza, l’autostima, l’autonomia e la motivazione all’apprendimento scolastico. Il clima sarà positivo quando l’alunno si percepisce adeguato alla situazione e in grado di potercela fare, se è capace di valutare positivamente e realisticamente le proprie risorse. È importante che ogni alunno abbia la possibilità di partecipare attivamente alle attività ed iniziative scolastiche mettendo in pratica spirito d’iniziativa e competenze per agire efficacemente.
5.3 LE STRATEGIE - LE METODOLOGIE DIDATTICHE E GLI STRUMENTI PER LA DIDATTICA INCLUSIVA
L’insegnante inclusivo limita l’utilizzo di format didattici frontali e trasmissivi, strutturalmente poco adatti alla personalizzazione e alla individualizzazione, realizzando almeno una parte della propria attività didattica per piccoli gruppi di apprendimento cooperativo, con modalità di peer tutoring ( proporre all’alunno di utilizzare le competenze che possiede per insegnarle ai propri compagni, attivando, così, l’aiuto reciproco) al fine di realizzare un format didattico più inclusivo, predisposto alla diversificazione dei ruoli, dei materiali, degli obiettivi e mirante alla valorizzazione della classe.
La progettualità didattica orientata all’inclusione comporta quindi l’adozione di strategie e metodologie favorenti, quali:
- l’apprendimento cooperativo, - il lavoro di gruppo e/o a coppie, - il tutoring, - l’apprendimento per scoperta, - la suddivisione del tempo in tempi, - l’utilizzo di mediatori didattici, - di attrezzature e ausili informatici, - di software e sussidi specifici. Da menzionare la necessità che i docenti predispongano i documenti per lo studio o per i compiti a casa in formato elettronico,
affinché essi possano risultare facilmente accessibili agli alunni che utilizzano ausili e computer per svolgere le proprie attività
di apprendimento.
A questo riguardo risulta utile una diffusa conoscenza delle nuove tecnologie per l'integrazione scolastica, anche in vista delle
potenzialità aperte dal libro di testo in formato elettronico.
È importante allora che i docenti curricolari attraverso i numerosi centri dedicati dal Ministero dell'istruzione e dagli Enti Locali
a tali tematiche acquisiscano le conoscenze necessarie per supportare le attività dell'alunno con disabilità anche in assenza
dell'insegnante di sostegno.
Un sistema inclusivo considera l’alunno protagonista dell’apprendimento qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità
e i suoi limiti. Va favorita, pertanto, la costruzione attiva della conoscenza, attivando le personali strategie di approccio al “sapere”, rispettando i ritmi e gli stili di apprendimento e “assecondando” i meccanismi di autoregolazione. Si suggerisce il
ricorso alla metodologia dell’apprendimento cooperativo.
Per consentire a ciascun alunno di raggiungere, attraverso un apprendimento significativo, il successo formativo, il docente inclusivo saprà e dovrà:
Adattare insegnamento, materiali, tempi e tecnologie
Modificare strategie in itinere
Sviluppare una didattica metacognitiva
Sviluppare un approccio cooperativo
Favorire la creazione di reti relazionali (famiglia, territorio, specialisti,...)
La metodologia utilizzata sarà rispettosa delle caratteristiche psicologiche degli alunni, dei loro stili e tempi di apprendimento e, per questo, seguirà principi pedagogici quali:
L’Individualizzazione
Per individualizzazione intendiamo la previsione di obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe per permettere agli alunni di operare in condizioni più agevoli e per rendere le situazioni di apprendimento più adeguate alle caratteristiche di ciascuno, garantendo l’adattamento della proposta didattica attraverso:
La facilitazione (l’uso di strumenti didattici e tecnologici compensativi che facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria);
La segmentazione del lavoro per quantità e complessità;
La semplificazione del materiale didattico (modificazione del lessico, riduzione dei concetti, dei criteri di esecuzione del compito);
La scomposizione dei compiti in nuclei fondanti.
La Personalizzazione
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Per personalizzazione possiamo intendere l’adeguamento degli obiettivi in relazione alle caratteristiche personali dell’alunno rendendoli significativi attraverso la:
semplificazione dell’obiettivo in merito a comprensione, elaborazione, risposta, ricorrendo a: modifica del lessico;
• riduzione della complessità concettuale;
• l’impiego di strumenti dispensativi e/o compensativi
La predisposizione di materiali di apprendimento adattabili
Al fine di offrire stimoli formativi diversi in relazione a stili e ritmi di apprendimento, a esigenze formative e livelli di sviluppo personali, l’insegnante inclusivo:
Cerca e/o struttura materiali didattici che permettano di scegliere livelli graduati di difficoltà per operare facilmente semplificazioni o per rendere il compito più complesso, a seconda delle caratteristiche degli alunni.
Sceglie e/o struttura materiali didattici che, prevedendo l’uso di linguaggi diversificati, modalità espressive e ruoli, permettano il raggiungimento degli obiettivi in modi diversi, nel rispetto dei diversi stili di apprendimento degli alunni.
5.4 LA REALIZZAZIONE DI UNA DIDATTICA INTEGRATA
Ha grande importanza garantire il punto di contatto tra gli obiettivi dell’alunno con Bisogni Educativi Speciali e quelli della classe. Il raccordo e la ricerca di punti di contatto tra le due programmazioni tende a costruire situazioni formative signif icative per gli alunni. Nei casi in cui gli obiettivi della programmazione individualizzata divergono dalla programmazione di classe, si individuano attività che consentano all’alunno diversamente abile la partecipazione anche parziale, ma finalizzata ai propri obiettivi.
La ricerca della compatibilità dei punti di contatto tra la programmazione della classe e quella dell’alunno con BES è prerogativa dell’inclusione.
CAPITOLO 6 - I GRUPPI DI LAVORO: FUNZIONI E MODALITÀ DI LAVORO
I Gruppi di lavoro che operano per la realizzazione del Piano, come previsti dalla normativa, sono i seguenti:
6.1 GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE (GLI)
Ai sensi della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 (Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica), la Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013, fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, ha esteso l’area di competenza del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI)alle problematiche relative a tutti BES. A tale scopo i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola (funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, AEC, assistenti alla comunicazione, docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola), in modo da assicurare all’interno del corpo docente il trasferimento capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace capacità di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi. Composizione: - Insegnanti di Sostegno - Insegnanti Coordinatori - Funzione Strumentale area BES; - Referente DSA; - Genitori degli alunni diversamente abili / alunni recanti BES; - Esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola; - Rappresentanti Ente Locale – Servizi alla persona (Comune di Cava de’ Tirreni); - Rappresentanti dei Centri di Riabilitazione che seguono gli allievi; - Rappresentante ASL - Distretto sanitario 63 - Cava de’ Tirreni/Costa d'Amalfi - ASL Salerno
Funzioni da svolgere come indicate nel D.Lgs 66/2017; Il D.Lgs 66/2017 all’articolo 9 ha previsto la sostituzione dei gruppi di lavoro previsti dall’art 15 della legge 104. In specie l’art. 15 della Legge 104 ai commi 2 e 3 prevedeva che: 8. Presso ogni circolo didattico ed istituto di scuola secondaria di primo e secondo grado sono costituiti gruppi di studio e di
lavoro composti da insegnanti, operatori dei servizi, familiari e studenti con il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal piano educativo.
9. I gruppi di lavoro di cui al comma 1 hanno compiti di consulenza e proposta al provveditore agli studi, di consulenza alle singole scuole, di collaborazione con gli enti locali e le unità sanitarie locali per la conclusione e la verifica dell'esecuzione degli accordi di programma di cui agli articoli 13, 39 e 40, per l'impostazione e l'attuazione dei piani educativi individualizzati, nonché per qualsiasi altra attività inerente all'integrazione degli alunni in difficoltà di apprendimento
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Il D.LGS 66/2017 (comma 8 e 9 dell’art 9) istituisce al posto dei suddetti gruppi come segue il Gruppo di lavoro per l’Inclusione definendo in modo più diretto e compiuto i compiti in rapporto allo stesso Collegio dei Docenti: 10. Presso ciascuna istituzione scolastica è istituito il Gruppo di lavoro per l'inclusione (GLI). Il GLI è composto da docenti
curricolari, docenti di sostegno e, eventualmente da personale ATA, nonchè da specialisti della Azienda sanitaria locale del territorio di riferimento dell'istituzione scolastica. Il gruppo è nominato e presieduto dal dirigente scolastico ed ha il compito di supportare il collegio dei docenti nella definizione e realizzazione del Piano per l'inclusione nonchè i docenti contitolari e i consigli di classe nell'attuazione dei PEI.
11. In sede di definizione e attuazione del Piano di inclusione, il GLI si avvale della consulenza e del supporto degli studenti,
dei genitori e delle associazioni delle persone con disabilità maggiormente rappresentative del territorio nel campo dell'inclusione scolastica. Al fine di realizzare il Piano di inclusione e il PEI, il GLI collabora con le istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio.».
Funzioni da svolgere come da direttiva ministeriale del 27-12-2012; rilevazione dei BES presenti nella scuola; raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento
organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche dell’Amministrazione; focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi; rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle effettive esigenze, ai sensi
dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge 296/2006, tradotte in sede di definizione del PEI come stabilito dall'art. 10 comma 5 della Legge 30 luglio 2010 n. 122 ;
elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività. A tale specifico scopo, il Gruppo procede ad un'analisi
delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operati nell'anno trascorso e formula un'ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche, istituzionali e non, per incrementare il livello di inclusività generale della scuola nell'anno successivo. Il Piano, quindi, viene discusso e deliberato in Collegio dei Docenti, e inviato ai competenti Uffici degli UUSSRR, nonché ai GLIP e al GLIR, per la richiesta di organico di sostegno, e alle altre istituzioni territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di competenza, considerando anche gli Accordi di Programma in vigore o altre specifiche intese sull'integrazione scolastica sottoscritte con gli Enti Locali. A seguito di ciò, gli Uffici Scolastici regionali assegnano alle singole scuole globalmente le risorse di sostegno secondo quanto stabilito dall' art. 19, comma 11 della legge n. 111/2011.
All’inizio dell’anno scolastico successivo, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola -ovvero, secondo la previsione dell'art. 50 della L. n. 35/2012, alle reti di scuole -, il Gruppo provvederà ad un adattamento del Piano, sulla base del quale il Dirigente scolastico procederà all'assegnazione definitiva delle risorse, sempre in termini "funzionali”.
Il Gruppo di lavoro per l’inclusione costituisce, inoltre, l’interfaccia della rete dei CTS e dei servizi sociali e sanitari territoriali per l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc.).
Nella convinzione che per garantire una vera inclusione sia indispensabile il coinvolgimento dell’intero Consiglio di Classe nella “cura educativa” dell’alunno recante BES, uscendo dalla delega al docente di sostegno (a volte evidente), il GLI, in virtù della sua composizione, rende possibile la conoscenza capillare della situazione delle diverse classi in termini di Bisogni Educativi Speciali. In questo modo il GLI può diventare un gruppo di lavoro che:
Accresce la consapevolezza dell’intera comunità scolastica sulla centralità e trasversalità dei processi inclusivi;
Promuove processi di Ricerca-Azione per migliorare le procedure di inclusione da attuare nelle diverse situazioni;
Favorisce la condivisione di buone prassi inclusive.
Il GLI potrà essere convocato a seconda degli argomenti posti all’o.d.g del giorno sia con la partecipazione di tutti i componenti, sia con la partecipazione di una parte di essi, ovvero per articolazioni funzionali allo scopo di affrontare tematiche specifiche In particolare, Il G.L.I. potrà essere convocato in seduta ristretta, con composizione funzionale rispetto all’oggetto della seduta, ogni qual volta se ne ravveda la necessità, per la concreta organizzazione delle attività didattiche che coinvolgono gli alunni recanti bisogni d’inclusione per:
- svolgere incontri propedeutici alla predisposizione dei PDP rivolti agli alunni recanti DSA o BES; - verificare l’attuazione delle linee educative e didattiche condivise a livello di classe e la coerente attuazione dei PDP ; - pianificare l’acquisizione di sussidi e strumentazione utili per esigenze specifiche.
6.2 GRUPPI DI LAVORO PER L’HANDICAP OPERATIVO (GLHO) – (COSTITUITI PER OGNI ALUNNO IN CONDIZIONE DI DISABILITÀ)
Ogni gruppo sarà composto dal Dirigente scolastico, da almeno un rappresentante degli insegnanti di classe, dall'insegnante specializzato sul sostegno, dall'assistente educatore eventualmente presente, dagli operatori della ASL o ente privato convenzionato che si occupano del caso, dai genitori o dai facenti funzione e da qualunque altra figura significativa che operi nei confronti dell'alunno.
Per esercitare le sue funzioni di competenza, il gruppo elabora il PDF e formula il PEI; esso verifica in itinere i risultati e, se necessario, modifica il PEI e/o il PDF.
Il Dirigente scolastico:
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- nomina e presiede il gruppo di lavoro; - individua il coordinatore (di norma l'insegnante specializzato sul sostegno) che ha il compito di redigere il verbale delle
riunioni, predisporre e tenere aggiornata la documentazione; - in caso di assenza o impedimento, il Dirigente scolastico è sostituito dal coordinatore del gruppo. Il GLHO in sede di formulazione del piano educativo individualizzato, elabora proposte relative all'individuazione delle risorse necessarie, ivi compresa l'indicazione del numero delle ore di sostegno, che devono essere esclusivamente finalizzate
all'educazione e all'istruzione, restando a carico degli altri soggetti istituzionali la fornitura delle altre risorse professionali e materiali necessarie per l'integrazione e l'assistenza dell'alunno con disabilità richieste dal piano educativo individualizzato.
La Nota del 22 novembre 2013 n. 2563 al riguardo degli interventi per alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES), ha chiarito che nulla è innovato per quanto concerne il GLHO, in quanto lo stesso riguarda il singolo alunno con certificazione di disabilità ai fini dell'integrazione scolastica.
Il GLH operativo si riunisce almeno due volte l'anno e le riunioni vanno verbalizza
6.3. SOGGETTI E RISORSE IMPEGNATI NEGLI INTERVENTI RIVOLTI ALLA INCLUSIVITÀ
Oltre ai gruppi di lavoro sopra descritti, gli altri soggetti e risorse a disposizione per l’attuazione degli interventi da realizzare sono i seguenti.
Famiglie.
Le famiglie saranno coinvolte nella formazione, nella realizzazione di progetti specifici e nella condivisione del PDP e dei PEI. Si cercherà di mettere a disposizione delle famiglie il più possibile servizi di consulenza. Saranno date alle famiglie indicazioni in ordine a centri, operatori, strutture che possano anche al di fuori delle mura scolastiche, contribuire a migliorare l’impatto degli interventi rivolti agli alunni BES. La comunicazione con la famiglia deve essere puntuale, in modo particolare riguardo alla lettura condivisa delle difficoltà e alla progettazione educativo/didattica del Consiglio di classe/interclasse/ intersezione per favorire il successo formativo dello studente. In accordo con la famiglia verranno individuate le modalità e le strategie specifiche, adeguate alle effettive capacità dello studente, per favorire lo sviluppo pieno delle sue potenzialità, nel rispetto degli obiettivi formativi previsti dai Piani di studio ministeriali. Per quanto riguarda il coinvolgimento della famiglia, si sottolinea, dunque, il ruolo di corresponsabilità e la necessità di una collaborazione: senza un parere positivo ed un coinvolgimento condiviso della famiglia i percorsi personalizzati non possono essere realizzati in modo efficace.
Funzione Strumentale area BES
Il docente Funzione Strumentale dell’area inerente ai Bisogni Educativi Speciali si occupa in particolare di: - curare i rapporti con ASL, CTI, Centri di Riabilitazione che seguono gli allievi, famiglie, Ente Comune; - coordinare le attività del GLI in collaborazione con il Dirigente scolastico; - verificare le esigenze inerenti a sussidi e strumentazioni; - promuovere e coordinare i progetti didattici rivolti agli alunni BES; - collaborare con i docenti nella fase di individuazione degli alunni recanti BES; - collaborare con i coordinatori di classe e con i docenti di sostegni in ordine ad esigenze e bisogni relativi alla attuazione
del PEI e dei PDP; - collaborare con il DS per l’organizzazione degli incontri dei gruppi di lavoro e redazione dei relativi verbali; ecc;
Equipe Multidisciplinare ASL- Servizio di Neuro Psichiatria Infantile ASL
La scuola di avvale nelle attività di integrazione scolastica del gruppo multidisciplinare dell’ASL per l’attuazione degli in terventi previsti dalla normativa.
Servizi di Assistenza alla autonomia ed alla comunicazione (art. 13 comma 3 della l. n° 104). Tali servizio sono forniti dallo Stato in quanto costituiscono livelli essenziali delle prestazioni.
L’Ente Comune, in base alle risorse disponibili individua soggetti qualificati ad espletare i servizi di assistenza alla autonomia
e alla comunicazione rientranti nell’ambito della Assistenza Educativa
Servizi di assistenza igienica agli alunni con disabilità
Tali servizi sono attribuiti esclusivamente ai collaboratori e collaboratrici scolastiche in base al CCNL comparto scuola
2003 e successivi (artt. 47 e 48 e nella Tab. A)
Specialisti Sanitari operanti in strutture private frequentate dall’alunno. La scuola si rapporterà a tali operatori per realizzare una interlocuzione dedicata al raccordo sinergico di interventi ed azioni.
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Associazioni presenti sul territorio che, in convenzione con la scuola e/o il Comune, effettuano progetti extrascolastici a favore di alunni diversamente abili.
In particolare a tale proposito la scuola stabilisce rapporti con associazioni presenti sul territorio operanti nel campo della integrazione e capaci di fornire contributi, proposte, servizi e realizzare/collaborare a progetti didattici rivolti agli alunni BES o anche fornire servizi specifici utili ai genitori degli allievi. CAP. 7 MONITORAGGIO ED AUTOVALUTAZIONE DI ISTITUTO AI FINI DELLA RILEVAZIONE DEL GRADO DI INCLUSIVITÀ DELLA SCUOLA.
La scuola attua a cura del Nucleo Interno di Valutazione specifiche azioni ed interventi tesi a rilevare il grado di inclusività della scuola, anche al fine della progettazione di interventi di miglioramento. Il NIV in attesa della definizione da parte dell’Invalsi, come prevede l’art. 4 comma 2 dell’art. D.Lgs 66/2017, degli indicatori per la valutazione della qualità dell'inclusione scolastica, indicatori da definire sulla base dei seguenti criteri a. Livello di inclusività del Piano triennale dell'offerta formativa come concretizzato nel Piano per l'inclusione scolastica; b. realizzazione di percorsi per la personalizzazione, individualizzazione e differenziazione dei processi di educazione,
istruzione e formazione, definiti ed attivati dalla scuola, in funzione delle caratteristiche specifiche delle bambine e dei bambini, delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti;
c. livello di coinvolgimento dei diversi soggetti nell'elaborazione del Piano per l'inclusione e nell'attuazione dei processi di inclusione;
d. realizzazione di iniziative finalizzate alla valorizzazione delle competenze professionali del personale della scuola incluse le specifiche attività formative;
e. utilizzo di strumenti e criteri condivisi per la valutazione dei risultati di apprendimento delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti, anche attraverso il riconoscimento delle differenti modalità di comunicazione;
f. grado di accessibilità e di fruibilità delle risorse, attrezzature, strutture e spazi e, in particolare, dei libri di testo adottati e dei programmi gestionali utilizzati dalla scuola
orienterà i propri interventi di rilevazione relativamente a contesti, ambiti di lavoro, processi ed attività connessi a quanto indicato in riferimento ai suddetti criteri. Si indicano in proposito i seguenti ambiti rilevazione ed intervento rispetto al quale il lavoro del NIV si esplica all’interno della
scuola:
- verifica e rilevazione di come, quando e quanto la scuola coinvolge i diversi soggetti operanti per l'inclusione, ad
esempio docenti curricolari, per il sostegno, assistenti per l'autonomia e la comunicazione, collaboratori e collaboratrici
scolastiche e altri soggetti come espresso nell'art. 9 comma 9 dello stesso D.Lgs: "In sede di definizione e attuazione del
Piano di inclusione, il GLI si avvale della consulenza e del supporto degli studenti, dei genitori e delle associazioni delle
persone con disabilità maggiormente rappresentative del territorio nel campo dell'inclusione scolastica. Al fine di
realizzare il Piano di inclusione e il PEI, il GLI collabora con le istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio;
- verifica e rilevazione di quali e quanti corsi di formazione la scuola ha organizzato, per quale tipo di personale e su quali contenuti;
- verifica e rilevazione di quali e quanti strumenti e criteri condivisi per la elaborazione della proposta didattica e per la
valutazione dei risultati di apprendimento delle alunne e degli alunni recanti BES, anche attraverso il riconoscimento delle
differenti modalità di comunicazione;
- verifica e rilevazione di se e quanto gli ausili e i sussidi didattici, anche tecnologicamente avanzati, ivi compresi i libri di
testo, siano accessibili o siano stati adattati a favore degli alunni con diverse tipologie di disabilità o recanti BES.
CAPITOLO. 8 ANALISI CONCLUSIVA DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ. OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO PER L’ANNO SCOLASTICO 2018-2019
La scuola utilizza il seguente stampato rivolto alla mappatura dei punti di forza e di criticità rilevati nella azione inclusiva. Esso viene compilato periodicamente al termine di ogni anno scolastico al 30.06, come la normativa di riferimento prevede, allo scopo di avere un quadro di insieme di carattere generale dei punti di forza e di debolezza con la connessa definizione degli interventi di miglioramento da attuare all’inizio dell’anno scolastico successivo.
ANNO SCOLASTICO 2017-2018
Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità
A. Rilevazione dei BES presenti ( indicare il disagio prevalente ) : n°
1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 17
Minorati vista /
Minorati udito /
Psicofisici 17
Altro /
91
2. disturbi evolutivi specifici 22
DSA 14
ADHD/DOP 3
Borderline cognitivo 5
Altro /
3. svantaggio 20
Socio-economico 8
Linguistico-culturale 2
Disagio comportamentale/relazionale 10
Altro 8
Totali 59
% su popolazione scolastica 843
N° PEI redatti dai GLHO
17
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria 29
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria 13
B. Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in… Sì / No
Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di piccolo
gruppo
SI
Attività laboratoriali integrate (classi
aperte, laboratori protetti, ecc.)
SI
AEC
Assistente Educativo Culturale
Attività individualizzate e di piccolo
gruppo
NO
Attività laboratoriali integrate (classi
aperte, laboratori protetti, ecc.)
NO
Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo
gruppo
SI
Attività laboratoriali integrate (classi
aperte, laboratori protetti, ecc.)
SI
Funzioni strumentali / coordinamento SI
Referenti di Istituto SI
Psicopedagogisti e affini esterni/interni NO
Docenti tutor/mentor SI
Altro:
Altro:
C. Coinvolgimento docenti curricolari Attraverso… Sì / No
Coordinatori di classe e simili
Partecipazione a GLI SI
Rapporti con famiglie SI
Tutoraggio alunni NO
Progetti didattico-educativi a
prevalente tematica inclusiva SI
Altro:
Docenti con specifica formazione
Partecipazione a GLI SI
Rapporti con famiglie SI
Tutoraggio alunni NO
Progetti didattico-educativi a
prevalente tematica inclusiva SI
Altro:
Altri docenti
Partecipazione a GLI SI
Rapporti con famiglie SI
Tutoraggio alunni NO
Progetti didattico-educativi a
prevalente tematica inclusiva SI
Altro:
92
D. Coinvolgimento personale ATA
Assistenza alunni disabili SI
Progetti di inclusione / laboratori integrati NO
Altro:
E. Coinvolgimento famiglie
Informazione /formazione su genitorialità e
psicopedagogia dell’età evolutiva NO
Coinvolgimento in progetti di inclusione SI
Coinvolgimento in attività di promozione della
comunità educante SI
Altro:
F. Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI
Accordi di programma / protocolli di intesa
formalizzati sulla disabilità NO
Accordi di programma / protocolli di intesa
formalizzati su disagio e simili NO
Procedure condivise di intervento sulla
disabilità SI
Procedure condivise di intervento su disagio e
simili SI
Progetti territoriali integrati NO
Progetti integrati a livello di singola scuola NO
Rapporti con CTS / CTI SI
Altro:
G. Rapporti con privato sociale e volontariato
Progetti territoriali integrati NO
Progetti integrati a livello di singola scuola SI
Progetti a livello di reti di scuole NO
H. Formazione docenti
Strategie e metodologie educativo-didattiche /
gestione della classe SI
Didattica speciale e progetti educativo-didattici
a prevalente tematica inclusiva NO
Didattica interculturale / italiano L2 NO
Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva
(compresi DSA, ADHD, ecc.) NO
Progetti di formazione su specifiche disabilità
(autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…) SI
Altro:
Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo X
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli
insegnanti X
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive X
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola X
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in
rapporto ai diversi servizi esistenti X
Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle
decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative X
Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi
inclusivi X
Valorizzazione delle risorse esistenti X
Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei
progetti di inclusione X
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema
scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento
lavorativo
X
Altro:
Altro:
* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo
Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici
93
Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno scolastico 2018-2019
In riferimento al quadro relativo all’analisi dei punti di forza e criticità definito in ambito di GLI e di Collegio dei docenti, i seguenti aspetti vengono individuati e tematizzati ai fini del miglioramento del livello complessivo di inclusività della scuola. - ASSETTI ORGANIZZATIVI L’assetto organizzativo della scuola risulta abbastanza coerente ma occorre realizzare un effettivo miglioramento in ordine ai seguenti ambiti:
Il coordinamento delle azioni da parte del GLI appare sostanzialmente adeguato ed efficace; tuttavia si palesa l’esigenza che esso sia maggiormente evidente e percepito all’interno della comunità scolastica, in riferimento a ì quelli che sono i compiti istituzionali del Gruppo di Lavoro anche in rapporto ai cambiamenti intervenuti sul piano normativo; le azioni e gli interventi del gruppo di lavoro per l’inclusione devono prevedere una maggiore articolazione delle attività, in particolare attraverso convocazioni per articolazioni funzionali o in sedute ristrette su temi specifici.
Le azioni e gli interventi del docente di Area Funzione Strumentale e dei docenti Coordinatori di classe va meglio resa connessa al fine di assicurare il coordinamento didattico-educativo degli interventi rivolti agli alunni BES..
- PROPOSTA DIDATTICA E CURRICULARE La scuola vuole caratterizzarsi nella sua capacità di valorizzare la significatività dei raccordi del lavoro dei vari docenti ai fini di una della didattica coerentemente inclusiva rispetto alla tematica dei BES; si palesa, in merito, l’esigenza di conseguire un effettivo miglioramento in tale ambito affinché sia i PEI che i PDP siano coerentemente condotti e svolti attraverso un apporto integrato dei diversi docenti, apporto da declinare con il dovuto approfondimento anche in itinere nei piani di lavoro individuali; ciò sia dal punto di vista della definizione degli obiettivi di apprendimento, che dell’ utilizzo di comuni metodologie, di sussidi, strumenti e pratiche didattiche specifici, e così via. In particolare, i Piani di Lavoro dei docenti devono prevedere in modo più articolato e diffuso la descrizione degli interventi di fatto previsti ai fini della inclusività, e dei criteri di valutazione prescelti secondo una elaborazione collegiale e condivisa. L’elaborazione didattica dovrà, inoltre, essere basata, in particolare per quanto riguarda gli alunni DSA e recanti BES per i quali sia stato elaborato un PDP, su una attenta analisi della situazione di partenza degli allievi e delle potenzialità degli stessi; in particolare, la scuola si impegna a trarre in modo analitico dai documenti di certificazione relativi ai disturbi recati dagli allievi tutte le notizie e le informazioni utili affinchè la proposta didattica loro rivolta sia sotto i diversi profili coerente ed adeguata rispetto alle loro specifiche esigenze; tenendo conto, altresì, di tutto quanto di significativo viene ad evincersi dalla concreta osservazione e valutazione delle prestazioni degli allievi nella quotidiana vita didattica , i Consigli di classe utilizzeranno i dati e le informazioni raccolte allo scopo di redigere, entro la prima fase dell’anno scolastico, una scheda di presentazione dei singoli allievi corredata da griglie di osservazione dedicate. Per favorire il successo formativo degli alunni DSA e BES in modo diffuso e compiuto, i Consigli di classe si impegnano anche ad individuare, in rapporto a quanto sopra detto, per singolo allievo, eventuali sussidi / tecnologie /dispositivi / software didattici che si ritengano utili agli stesso rispetto alle peculiari esigenze che gli stessi palesano, Sul piano della offerta didattico-formativa, ancora, la scuola deve cercare di meglio fornire forme di tutoraggio formativo-educativo rivolte alle fasce di allievi che recano forme di svantaggio o difficoltà di apprendimento o disagi di tipo relazionale e/o emotivo-affettivo, al fine di rispondere alle loro esigenze specifiche. In base alle analisi e valutazioni condotte in sede dei consigli di classe, infatti, in molti casi appare evidente che tali allievi necessitano di avvalersi di figure di riferimento e di orientamento significative, quali appunti le figure di tutor, poiché il contesto familiare - ambientale - sociale presenta aspetti di evidente criticità e problematicità, che si riflettono sulla partecipazione, sulla motivazione scolastica, e quindi sul conseguimento degli apprendimenti. A partire dall’anno scolastico corrente 2017 2018, in modo effettivamente strutturato, anche in rapporto al contributo finalizzato a tale scopo di associazioni, enti, esperti, la scuola attua i suddetti progetti di tutoraggio formativo ed educativo. Si ritiene utile la loro continuazione anche nel prossimo a.s. - ISTITUZIONE DI SERVIZI A FAVORE E A SUPPORTO DELL’UTENZA In rapporto a tale aspetto, in riferimento alle determinazioni assunte in ambito collegiale, la scuola ha previsto di attivare a partire dal corrente anno scolastico 2017-2018 i seguenti servizi di cui si conferma il rilievo anche per il prossimo anno scolastico. In particolare, a partire dall’anno scolastico 2018-2019 verrà portato a regime lo Sportello BES DSA, non ancora introdotto anche in considerazione delle ridotte disponibilità finanziarie. - Servizio di consulenza psicopedagogica affidato ad esperto psicologo qualificato rivolto ai genitori degli allievi ed agli
allievi stessi previa richiesta delle famiglie teso a supportare i genitori e gli allievi nell’analizzare situazioni inerenti a relazioni e vissuti problematici esperiti nel contesto scolastico;
- Sportello BES e DSA affidato ad esperto qualificato rivolto ai genitori ed ai docenti su temi inerenti alle connesse problematiche educative e didattiche.
94
- FORMAZIONE IN SERVIZIO Sotto questo profilo, gli obiettivi di miglioramento, concernono in particolare:
La richiesta dei docenti di usufruire di percorsi dedicati di formazione connessi alle difficoltà concretamente esperite nelle classi, in specie in rapporto a contesti specifici quali la presenza di alunni diversamente abili recanti peculiari esigenze di sostegno;
Il bisogno sempre più avvertito di approfondire, sotto i diversi profili, la tematica dei disturbi specifici di apprendimento.
Si palesa, in particolare, la necessità di una formazione rivolta alla elaborazione del PEI nella prospettiva del Profilo di Funzionamento definito secondo i criteri del modello bio-psico-sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF). - REPERIMENTO RISORSE UTILIZZABILI PER LA REALIZZAZIONE DEI PROGETTI DI INCLUSIONE Allo stato attuale, le fonti di finanziamento della scuola sono costituite dalle risorse ordinarie (FIS, L.440/97, Funzionamento). La scuola persegue l’obiettivo di incrementare tali risorse attraverso:
contributi volontari delle famiglie; erogazioni liberali di Associazioni, Enti No-Profit, Istituti Bancari… ; sponsorizzazioni per la realizzazione di progetti specifici.
- RAPPORTO CON LE FAMIGLIE E CON LE SCUOLE DEL TERRITORIO
Il ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative ai fini della inclusività è attentamente perseguito dalla scuola; essa vuole caratterizzarsi in tal senso per apertura alle diverse esigenze, disponibilità al dialogo nel rispetto dei ruolo, coinvolgimento della utenza nelle decisioni e nei processi, assicurazione alla utenza di specifici servizi di cui usufruire. In specie in riferimento alle indicazioni fornite all’art. 9 comma 9 D.Lgs 66/2017, ovvero che 9. In sede di definizione e attuazione del Piano di inclusione, il GLI si avvale della consulenza e del supporto degli studenti,
dei genitori e delle associazioni delle persone con disabilità maggiormente rappresentative del territorio nel campo dell'inclusione scolastica. Al fine di realizzare il Piano di inclusione e il PEI, il GLI collabora con le istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio.
il GLI viene periodicamente convocato con la presenza dei genitori e delle associazioni presenti sul territorio sia nella fase di definizione sia nella fase di attuazione del PAI al fine di condividere progetti, ipotesi di lavoro, coinvolgere gli stessi r ispetto alle azioni ed agli interventi che la scuola attua nel perseguire e praticare l’inclusione. Il rapporto con le famiglie è attentamente considerato nella scuola inoltre rispetto alla fase dell’inserimento degli alunni BES nel contesto scolastico. Infatti, per il bambino recante BES l’inserimento nella scuola può essere particolarmente traumatico specie in rapporto al passaggio tra un ordine di scuola ed il successivo; pertanto per gli alunni proveniente dai plessi di scuola primaria la scuola si attiva per: - predisporre appositi protocolli di accoglienza tenendo conto delle esperienze già maturate dal bambino; - coinvolgere le famiglie nella fase di inserimento iniziale e negli eventuali momenti di crisi; - mettere a disposizione delle famiglie uno sportello di ascolto/mediazione/counseling. La scuola, nell’ottica della continuità, è impegnata a rendere coerente il profilo ed il raccordo inerente alle metodologie inclusive da condividere tra ordini/segmenti di scuola. In tal senso per facilitare il passaggio dalla Scuola Primaria alla Secondaria di Primo grado, la scuola attua: - un’attenta analisi delle situazioni critiche nel momento della formazione delle classi prime; - specifici progetti che coinvolgano le classi-ponte V Primaria- I Secondaria di primo grado nel corso dell’ultimo anno della
Primaria al fine di “preparare il passaggio di consegne”.
6.8 I PROGETTI DI ISTITUTO
La scuola determina le scelte inerenti ai progetti di Istituto in base agli approcci ed alle azioni descritte al
paragrafo 7.1. In particolare, i progetti di Istituto sono definiti ed approvati in relazione ai seguenti criteri:
- rispondenza rispetto alle priorità del RAV ( risultati scolastici e risultati alle prove invalsi, analizzati
attraverso attività di valutazione all’interno del NIV e da parte delle FF.SS. di area); si veda al riguardo il
Piano di Miglioramento;
- rispondenza rispetto alle esigenze presentate dal contesto socioculturale ed economico;
- rispondenza rispetto agli obiettivi didattici più rilevanti da perseguire (sia sul piano del recupero che del
potenziamento degli apprendimenti nelle diverse aree, sia sul piano della promozione delle competenze
sociali e civiche).
95
La scuola aderisce previa delibere motivate degli OO.CC ai progetti di ambito PON sia rivolti agli allievi sia
rivolti al miglioramento infrastrutturale.
Di seguito, sono descritte le diverse aree di progetto con indicazione delle relative attività didattiche ed educative
che vengono realizzate all’interno di ciascuna di esse. La scuola, di anno in anno, opera le sue scelte progettuali
tenendo presente, sulla base delle risorse complessivamente a disposizione, i contesti appresso descritti,
modulando tali scelte in riferimento alle esigenze formative individuate, sia nei loro aspetti di carattere definito e
stabile, sia rispetto alle caratteristiche di dinamicità e differenziazione che esse recano e prospettano, anche in
riferimento ad esigenze di carattere specifico che vengono a determinarsi sul piano didattico educativo.
AREA LINGUA ITALIANA
Progetti svolti grazie all’utilizzo del monte ore relativo all’organico di Potenziamento in Italiano affidati a
uno o più docenti di Italiano e tesi al “Recupero e consolidamento delle abilità di base” (attività di
compresenza in orario antimeridiano tra docente titolare e docente/i con ore di Potenziamento in
Italiano).
Progetto di approfondimento curriculare;
Progetto Latino rivolto agli allievi delle classi terze;
Progetti per il “Recupero/consolidamento/Potenziamento degli apprendimenti” affidati a docenti interni
ed esperti esterni, svolti in orario pomeridiano;
Presso la sede di Santa Lucia si svolgono nello specifico i “Progetti per il recupero delle competenze in
Italiano” autorizzati in riferimento alla partecipazione della scuola al Progetto “Aree a Rischio”.
AREA LOGICO _ MATEMATICA
Progetto Laboratorio di Sperimentazione “Matematica e Realtà”. (promosso dal Dipartimento di
Matematica ed Informatica della Università degli studi di Perugia) svolto in sinergia con altre scuole del
territorio rivolto ad alunni delle classi terze:
Nota: Forte di una esperienza sul campo sin dal 1994, M&R offre alle Scuole di ogni ordine e
grado l'opportunità di conoscere, progettare, ricercare, sperimentare ed innovare. Propone una
educazione alla modellizzazione con strumenti elementari, fondata su un approccio sperimentale
alla Matematica. La sperimentazione pluriennale da parte di Docenti, pionieri a livello nazionale,
ha il suo punto forte nei percorsi didattici in continuità , Math-MAPS, frutto della sinergia fra
diversi ordini di Scuola e fra Scuola ed Università.
Progetto “Matematica a classi aperte”: divisione di coppie di classi per gruppi di livello (recupero ed
approfondimento) – in orario curriculare;
Progetti per il recupero/consolidamento/potenziamento degli apprendimenti anche affidati a docenti
interni o esperti esterni, in orario pomeridiano;
Olimpiadi di Problem Solving (Progetto promosso dal MIUR) rivolto agli alunni di tutte le classi;
Nota: Le Olimpiadi di Problem Solving, come noto, sono promosse del MIUR - Direzione Generale per gli
ordinamenti Scolastici e la valutazione del sistema nazionale d’istruzione - quali Competizioni di Informatica
rivolte agli alunni della scuola dell’obbligo.
Le competizioni delle Olimpiadi di Problem Solving si propongono nello specifico di - stimolare la crescita delle
competenze di problem solving e valorizzare le eccellenze presenti nelle scuole; favorire lo sviluppo e la
diffusione del pensiero computazionale; promuovere la diffusione della cultura informatica come strumento di
formazione nei processi educativi (meta-competenze); sottolineare l’importanza del pensiero computazionale
come strategia generale per affrontare i problemi, come metodo per ottenere la soluzione e come linguaggio
universale per comunicare con gli altri; stimolare l’interesse a sviluppare le capacità richieste in tutte le iniziative
attivate per la valorizzazione delle eccellenze; integrare le esperienze di coding, makers e programmazione in un
riferimento metodologico più ampio che ne permetta la piena valorizzazione educativa
96
AREA LINGUISTICA INGLESE - FRANCESE
Progetti svolti grazie all’utilizzo del monte ore relativo all’organico di Potenziamento in Inglese affidati a
uno o più docenti e tesi al “Recupero/Potenziamento delle competenze in L2 (attività di compresenza in
orario antimeridiano tra docente titolare e docente/i con ore di Potenziamento in Inglese);
Progetto e-Twinning – La Community delle scuole di Europa (Progetto ministeriale) – alunni di diverse
classi
Nota: eTwinning promuove la collaborazione tra scuole europee attraverso l’uso delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione (TIC), offrendo supporto, strumenti e servizi. eTwinning offre anche
opportunità gratuite di sviluppo professionale online per i docenti.
Lanciato nel 2005 come principale azione del Programma eLearning della Commissione Europea, nel 2014
eTwinning è stato integrato con successo in Erasmus+, il Programma europeo per l’Istruzione, la Formazione,
la Gioventù e lo Sport. L’Unità europea eTwinning è gestita da European Schoolnet, un consorzio
internazionale di 31 Ministeri dell’Istruzione europei, che sviluppa l’apprendimento per le scuole, gli
insegnanti e gli studenti di tutta Europa. eTwinning è supportato, a livello nazionale, da 38 Unità nazionali
eTwinning);
Progetto “Laboratorio di Lettura Grandi Classici” (Inglese e Francese) svolto in diverse classi in orario
curriculare;
Progetto Laboratorio Teatrale in L2 (inglese e francese) - in orario pomeridiano – alunni delle classi II e
III;
Progetti di Consolidamento - Potenziamento in L2 affidati ad Esperti Esterni rivolte ad alunni delle
diverse classi con conseguimento di Certificazioni Cambridge – Livelli Starters-Movers-Flyers-Ket – e
di Certificazioni DELF – Istituto Grenoble – Livelli B1 – B2;
Progetti per il recupero degli apprendimenti anche affidati a docenti interni o ad esperti esterni in orario
pomeridiano;
Progetti inerente alle attività del Docente “ASSISTENTE DI LINGUA FRANCESE”
Nota: La nostra scuola si avvale di tale figura– Ogni anno il Miur assegna ad un numero limitato di scuola,
dalla primaria alla secondaria di primo grado, la figura dell’esperto di lingua straniera che affianca il docente
di ruolo nell’insegnamento della materia per 12 settimane. Si tratta di giovani studenti universitari o
neolaureati che, aderendo a un programma di scambio culturale internazionale, vengono selezionati nel Paese
di provenienza anche in base alla conoscenza della lingua del Paese di destinazione;
AREA SCIENZE
I docenti di Scienze utilizzano il laboratorio scientifico per attuare un percorso curriculare motivante,
basato sull’impostazione laboratoriale ed operativa.
AREA TECNOLOGIA ED INFORMATICA
Progetto “Eipass” rivolto alla acquisizione di Certificazioni Informatiche (rivolto anche ad adulti od
interni);
Nota - Eipass è un ente accreditato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per la
formazione del personale della scuola – direttiva 170/2016.
La nostra Scuola è un “EI-CENTER -Centro accreditato, sede d’esame per certificazioni EIPASS”, aperto a tutti
gli utenti, interni ed esterni.
97
La certificazione Eipass è attualmente una delle 4 certificazioni internazionali riconosciute a livello europeo ed è
alternativa alle ECDL, a Microsoft Office Specialist e a IC3, con il vantaggio ulteriore di poter essere erogata in
tempi molto rapidi e con costi davvero contenuti. Sito Ufficiale: http://it.eipass.com/
Progetti in tema di linguaggio computazionale. La scuola partecipa, in particolare per quanto concerne le
classi prime alla Settimana Internazionale per l’Educazione Informatica – Ora del Codice.
Nota
L'iniziativa Settimana Internazionale per l’Educazione Informatica – Ora del Codice – si svolge all’inizio del
mese di Dicembre ogni anno. Essa vede la partecipazione di oltre 2.000.000 studenti, circa 31.000 insegnanti e
6.300 scuole in tutta Italia, collocando il nostro Paese all'avanguardia in Europa e nel mondo. L'introduzione
strutturale nelle scuole dei concetti di base dell' informatica attraverso la programmazione (coding), tramite l'uso
di strumenti che non richiedono un'abilità avanzata nell'uso del computer, ha già coinvolto più di 200 milioni di
studenti in tutto il mondo.
AREA INCLUSIONE
SEDE CENTRALE – SANTA LUCIA: Servizio di Consulenza Psicopedagogica “Ti ascolto” rivolto a
genitori ed alunni– ore 30 – Docente De Simone;
SEDE CENTRALE – SANTA LUCIA: Sportello DSA – affidato ad esperto esterno qualificato dotato di
adeguato curriculum;
SEDE CENTRALE – SANTA LUCIA Progetti di tutoraggio formativo ed educativo e studio assistito
affidati a docenti interni o esperti esterni qualificati dotati di adeguato curriculum, in orario
pomeridiano;
Progetti di personalizzazione della offerta formativa, in orario antimeridiano, affidati a docenti interni con
ore aggiuntive, o svolti con risorse orarie afferenti all’organico di potenziamento, per supportare allievi
che presentano gravi di difficoltà nella partecipazione alla vita scolastica e particolarmente carenti negli
apprendimenti.
AREA MUSICALE E STRUMENTO MUSICALE
▪ Progetto “Strumento Musicale” - Attività di orientamento alla pratica di uno strumento musicale, rivolto
ad allievi delle classi V dei plessi di scuola primaria del territorio ed anche ad alunni di scuola secondaria
di 1° grado non frequentanti le classi a Strumento Musicale- in orario pomeridiano;
▪ Progetto “Coro” - rivolto a tutti gli alunni della scuola ed affidato o docente interno o ad esperto esterno
qualificato;
▪ Partecipazione a Concorsi Musicali in ambito territoriale.
AREA EDUCAZIONI –COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE
SEDE CENTRALE - SANTA LUCIA
▪ Progetto relativi all’ ora di Approfondimento in Materie Letterarie affidati ad ins. di Lettere - Ora delle
educazioni;
Progetti nelle prime, seconde e terze, svolti secondo il Curricolo di “Cittadinanza e Costituzione” definito
dai docenti del Dipartimento di Lettere e pubblicato nell’area didattica del sito della scuola.
In particolare, nel nostro Istituto gli allievi delle classi prime seguono percorsi formativi di Educazione Stradale e
di Educazione al linguaggio computazionale; nelle classi seconde, percorsi inerenti alla Educazione alla
Cittadinanza ed alla Educazione Alimentare, nelle classi terze percorsi relativi all’Orientamento e percorsi
riguardanti la prevenzione del tabagismo, dell’ alcolismo e dell’uso delle droghe tra gli adolescenti.
Per quanto riguarda l’Educazione alla Cittadinanza, gli allievi delle classi seconde, a seguito di determinazione
dei Consigli di classe, partecipano annualmente ai seguenti progetti/concorso:
- “Parlawiki” , promosso dalla Camera dei Deputati;
98
- “Testimoni dei diritti” promosso dal Senato della Repubblica.
I percorsi di Educazione alla Cittadinanza sono rivolti anche al coinvolgimento dei genitori degli allievi, in
eventi, manifestazioni ed iniziative, organizzati anche con il concorso di Enti ed Associazioni. Tra esse si segnala
l’Associazione Nazionale Carabinieri sez. Ferrante Cava de’ Tirreni.
Ogni anno, inoltre, viene prescelto un tema da parte del Collegio dei Docenti, e rispetto ad esso si definisce un
progetto interdisciplinare, teso a promuovere le competenze civiche, sociali e di cittadinanza; tale progetto
prevede in particolare sul piano della valutazione l’utilizzo della metodologia dei Compiti di realtà.
Per quanto concerne l’Orientamento, ogni anno, viene svolto un progetto grazie al coinvolgimento di esperti
esterni del settore; il progetto è rivolto a rendere consapevoli gli allievi delle competenze, attitudini, interessi,
inclinazioni, e talenti che essi posseggono. Gli esiti del progetto sono utilizzati, in base ad una scheda di
rilevazione che ne consegue, per redigere il Consiglio Orientativo, consegnato ai genitori prima delle iscrizioni
agli Istituti di Istruzione Superiore, secondo il modulo messo a disposizione del MIUR.
Le attività dell’Orientamento sono, inoltre, svolte attraverso la “navigazione” che gli allievi di tali classi
compiono, guidati dai docenti di classe, e sotto la supervisione ed il coordinamento dei docenti Funzione
Strumentale di area, di siti specifici dai quali trarre indicazioni e risorse utili alla riflessione; tale sitografia,
aggiornata annualmente, è messa a disposizione degli stessi genitori degli allievi delle classi terze. Gli alunni,
altresì, a seconda degli orientamenti che mostrano nella fase della pre-iscrizioni, partecipano a giornate studio per
conoscere sul campo le scuole del territorio rispetto alle quali si palesano le loro preferenze.
La scuola organizza, altresì, ogni anno un “Open day orientamento”, rivolto agli allievi delle classi terze e ad ai
loro genitori: l’evento si svolge ad un mese circa dall’ apertura delle iscrizioni e consente di ospitare presso la
nostra sede tutti gli istituti che rispondono all’ invito agli stessi formulato. Tramite questa iniziativa, gli Istituti del
territorio possono presentare la propria offerta formativa attraverso le testimonianza dirette dei propri studenti,
nonché attraverso materiali, prodotti realizzati e percorsi multimediali predisposti a tal fine.
AREA MOTORIA
▪ Partecipazione della scuola ai “Giochi Sportivi Studenteschi (discipline di PALLAVOLO FEMMINILE;
CALCIO A CINQUE e CORSA CAMPESTRE);
▪ Progetti svolti grazie all’utilizzo del monte ore relativo all’organico di Potenziamento in Scienze Motorie
tesi al “Recupero/Potenziamento delle competenze in Scienze Motorie “ (attività di compresenza in orario
antimeridiano tra docente titolare di Scienze Motorie e docente/i con ore di Potenziamento in Scienze
Motorie).
6.8.1 ALTRI PROGETTI
▪ PROGETTO ANNUARIO SCOLASTICO – Svolto in orario curriculare ed extracurriculare –
Realizzazione di un book fotografico del personale della scuola (Dirigenti, Alunni, Docenti, Ata) –
Stampa in circa 1000 copie – L’Annuario sarà distribuito gratuitamente al personale ed ad agli alunni
grazie al contributo di sponsor della iniziativa.
PROGETTI INERENTI ALLE ATTIVITÀ ALTERNATIVE ALLA RELIGIONE CATTOLICA (In base
alle richieste dei genitori non avvalentesi di tale insegnamento) affidati a docenti della scuola, in base ai
criteri definiti nel Collegio dei docenti.
PROGETTI INERENTI ALLA RELIGIONE CATTOLICA . La scuola partecipa ai Concorsi promossi in
base al Protocollo d'Intesa tra BIBLIA - Associazione laica di cultura biblica e la Direzione Generale per
gli ordinamenti scolastici del Miur. Nell’a.s. 2017-2018, in seguito alla partecipazione Concorso
nazionale «Minaccia e salvezza. L'acqua nella Bibbia» - l'Istituto ha ottenuto una Menzione Speciale.
La scuola partecipa a progetti ed iniziative inerenti alla Educazione alla lettura. In particolare ogni anno
partecipa alle seguente iniziative:
99
Io Leggo perché : Iniziativa per la promozione del libro e della lettura a partire dalle scuole.
Organizzata dall'Aie, Associazione italiana editori, con l'obiettivo di rimpolpare le biblioteche
scolastiche di tutto il Paese, gode del patrocinio del ministero dei Beni culturali e della Rai e la
collaborazione del dicastero dell'Istruzione, di Ali (Associazione librai italiani)
e Aib (Associazione italiana biblioteche).
Libriamoci - Giornate di lettura nelle scuole: campagna del Centro per il libro e la lettura nata
da un Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il
Ministero per i beni e le attività culturali.
La scuola aderisce, inoltre, ai progetti ed iniziative proposte in tale ambito dal Comune di Cava
de’ Tirreni.
Periodicamente la scuola organizza incontri con autori di libri di testo per adolescenti
coinvolgendo gli allievi in un diretto rapporto con gli stessi.
6.8.2 ALTRI PROGETTI ED ATTIVITÀ INIZIATIVE PROPOSTI DA ENTI ASSOCIAZIONI ED
ATTIVITÀ TERRITORIALI.
La scuola collabora con numerosi Enti ed Associazioni territoriali, che utilizzano, dietro autorizzazione
del Comune o della scuola stessa i locali scolastici, ed in specie le palestre presenti presso la sede Centrale
e presso il plesso di Santa Lucia, per lo svolgimento delle loro attività, alle quali partecipano non di rado
gli stessi allievi della scuola.
Diverse associazioni propongono iniziative e progetti che hanno una ricaduta in campo didattico.
In particolare strutturati nel tempo sono i rapporti con:
- CALT – Il C.A.L.T. (Centro Assistenza Lotta Tumori) è un’Associazione di Volontariato che ha sede
presso l’Ospedale Cardarelli, il cui presidente è Giovanni Panico, e che opera a favore dei malati
oncologici nata nel 1988, ed impegnata a fornire assistenza e supporto ai malati di tumore. IL
C.A.L.T in venti anni di attività ha realizzato meritori progetti di solidarietà finalizzati alla cura ed
alla prevenzione dei tumori, mettendo a disposizione della Divisione di Oncologia dell’A.O.R.N. “A.
Cardarelli” una serie di importantissime apparecchiature, tra cui una camera sterile con la quale
l’ospedale fu in grado di effettuare i primi trapianti di modello osseo nel meridione. L’associazione
ha attivato, altresì, un servizio di accompagnamento gratuito per i pazienti con difficoltà a seguire i
cicli di chemioterapia, o di radioterapia, i quali per problemi fisici o di anzianità, o semplicemente
perché sprovvisti di un mezzo di trasporto idoneo, non sono dotati della necessaria autonomia;
inoltre, ha attivato un servizio di Assistenza sociale e Tutorato per il paziente neoplastico. Tutti questi
interventi si svolgono in riferimento a diversi ospedali. Sul piano formativo e della prevenzione
l’Associazione si occupa di diffondere presso le scuole un servizio di informazione alimentare ed, in
particolare, un decalogo specifico sulle dieci regole per una buona alimentazione, decalogo che allego
a questa comunicazione. In date previamente definite nelle classi da parte di volontari del Calt viene
distribuito una copia del “Decalogo per una corretta e sana alimentazione” e verranno svolti brevi
interventi formativi rivolti agli alunni, in collaborazione con i docenti. Insieme al Decalogo viene
consegnata una bustina nella quale gli allievi possono inserire una piccola offerta, ovviamente del
tutto volontaria, che l’Associazione simbolicamente chiede corrisponda ad una piccola rinuncia (ad
esempio il valore di una busta di patatine, di un pacchetto di caramelle, di una bibita gassata), ossia di
alimenti il cui consumo - se eccessivo - può essere considerato non del tutto coerente con i principi
basici della buona alimentazione. Il giorno seguente due incaricati dell’Associazione, in
collaborazione con i docenti, ritirano le bustine degli allievi; la somma raccolta viene, quindi, dalla
Segreteria consegnata ad un incaricato dell’Associazione dietro rilascio di regolare ricevuta fiscale.
LIONS INTERNATIONAL – La scuola partecipa ogni anno al Concorso Lions International “Un
Poster per la pace”. L’iniziativa è rivolta ai giovani allievi tra gli 11 ed i 13 anni, i quali sono invitati
a riflettere sul tema della pace, esprimendo, in maniera creativa, la loro visione della pace ed a
100
condividerla con gli altri. La docente, Funzione Strumentale di Area, si occupa degli aspetti di tipo
organizzativo.
Gli allievi guidati dai docenti, in particolare di Arte, realizzano un Poster e tra questi viene prescelto
da una apposita Commissione il lavoro più interessante secondo i seguenti criteri: originalità, merito
artistico e attinenza al tema di anno in anno proposto. Tale lavoro rappresenta, quindi la scuola alle
fasi successive del Concorso. Tutti i lavori prodotti vengono comunque valorizzati attraverso la
realizzazione di una mostra degli stessi.
- METELLIA SERVIZI - La Metellia Servizi srl, unipersonale (in sigla Me.Se.), società costituita il 14
Dicembre 2000 in forma di società a responsabilità limitata a totale capitale pubblico, è la società in
house del Comune di Cava de’ Tirreni (partecipata al 100% dall’Ente) a cui è stata storicamente
delegata la gestione delle aree di sosta a pagamento della Città).La società gestisce attualmente anche
servizi di Ambientale; la scuola aderisce alle iniziative rivolte in particolare a promuovere una
consapevolezza sulla corretta gestione dei rifiuti
- LEGA AMBIENTE. La scuola partecipa alle iniziative promosse da Lega Ambiente Cava in
collaborazione con l’Amministrazione Comunale. In particolare alla iniziativa “Puliamo il mondo”,
nella quale di migliaia volontari lungo la Penisola mettono a disposizione della comunità il loro
tempo per riqualificare spazi comuni sporchi e trascurati. Trattasi di una storica iniziativa di
volontariato ambientale nata in Australia e organizzata in Italia da Legambiente in collaborazione con
la Rai, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, il MIUR, l’UPI (l’Unione
delle Province Italiane), Federparchi e Unep (Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite). Come
ogni fine estate, durante l’ultimo week-end di settembre i circoli territoriali di Legambiente insieme a
numerosissime scuole, associazioni, comitati di quartiere, comuni, organizzano 3 giornate di pulizie
generali per liberare dai rifiuti abbandonati centri storici, strade e piazze di periferia, stazioni, parchi
urbani. Spazi resi inospitali dall'incuria e dalla maleducazione tornano a vivere grazie ad uno
straordinario sforzo collettivo.
- SBANDIERATORI DI CAVA DE’ TIRRENI L'Ente educativo-culturale Sbandieratori Cavensi -
città di Cava De’ Tirreni - nasce nel lontano 1966 con l’intento di divulgare le tradizioni storiche
della Città della Cava in campo nazionale ed internazionale. Il gruppo si avvale, per le esibizioni alle
numerose manifestazioni a cui è invitato a partecipare, da un numero di circa 25/30 atleti, suddivisi
tra sbandieratori, chiarine medievali, tamburini imperiali, portabandiere e portalabaro.
- Le esibizioni, del Gruppo Sbandieratori Cavensi, si articolano in più coreografie che, accompagnate
dal suono di tamburi e trombe, immergono lo spettatore in un’atmosfera d’altri tempi. Gli esercizi,
eseguiti dagli alfieri in gruppo, a coppia o a singolo elemento, si basano sull’armonica unione dei
movimenti del corpo con l’uso di una o più bandiere e che, eseguiti su ritmi di ispirazione medievali,
li rendono molto simili ad una danza.
Il gruppo è diviso in due settori: Scuola di bandiera “L. Santoriello”, cui appartengono ragazzi e
ragazze con età compresa fra gli 11 ed i 16 anni; Settore Seniores, composto da persone oltre i 16
anni
di età.
La scuola concede l’utilizzo della palestra all’Ente suddetto; molti allievi partecipano alle attività
organizzate ed ai progetti didattici rivolti all’Istituto, in particolare dalla Scuola di bandiera “L.
Santoriello”
- AIRC – ASSOCIAZIONE ITALIANA RICERCA SUL CANCRO. La scuola ritiene particolarmente
importante avvalersi delle risorse messe a disposizione dell’AIRC in internet in particolare sul sito
http://scuola.airc.it/ per le ricadute in termini didattici e formative e per le competenze che esse
promuovono presso gli alunni. In particolare partecipa alle iniziative della Associazione, anche
attraverso il coinvolgimento dei genitori.
101
CAPITOLO 7. LA VALUTAZIONE DEL PROFITTO E DEL COMPORTAMENTO – L’ESAME DI
STATO AL TERMINE DEL PRIMO CICLO – LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
Premessa
La scuola è impegnata ad attuare tutti gli interventi a carattere educativo e formativo per promuovere il successo
formativo, sostenendo la motivazione, gli interessi e le attitudini degli allievi, e realizzando specifici progetti per il
recupero degli apprendimenti e della motivazione scolastica, anche a spiccato carattere di personalizzazione, in
una dimensione proattiva di collaborazione nei rapporti con le famiglie.
In particolare, a seguito della valutazione periodica e finale, in rapporto alle rilevazioni compiute in specie
all’interno dei Consigli di classe, la scuola provvede a segnalare tempestivamente ed opportunamente alle
famiglie delle alunne e degli alunni eventuali livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima
acquisizione e, nell'ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa, attiva specifiche strategie e azioni
che consentano il miglioramento dei livelli di apprendimento
7.1 FASI DELLA VALUTAZIONE
Secondo la normativa, la valutazione sia periodica che annuale, deve tradursi in voti che evidenzino, sulla base dei
livelli di apprendimento rilevati, il personale processo formativo dell'alunno e l'avvenuto conseguimento degli
obiettivi formativi individuati. La valutazione sarà suddivisa in:
- valutazione d'ingresso, da effettuarsi all'inizio dell'anno;
- valutazione intermedia che verificherà l'apprendimento progressivo delle conoscenze e l'acquisizione di abilità
da parte dell'allievo, al fine di orientare le scelte metodologiche e didattiche degli interventi di recupero e di
ampliamento, e privilegerà, durante l'intervento didattico, la valorizzazione degli aspetti positivi, anche se
minimi
- valutazione finale che servirà a quantificare i progressi del processo formativo al termine dell'anno scolastico
e terrà conto soprattutto del grado di maturità globale conseguito dall'allievo, rispetto alla situazione di
partenza.
7.2 VALIDITÀ DELL’ANNO SCOLASTICO La validità dell’anno scolastico nella sc. Secondario di primo grado è normata dall’art. 5 del D.Lgs 62/2017 di
seguito riportato in corsivo
Validità dell'anno scolastico nella scuola secondaria di primo grado
1. Ai fini della validità dell'anno scolastico, per la valutazione finale delle alunne e degli alunni è richiesta la
frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato, definito dall'ordinamento della scuola
secondaria di primo grado, da comunicare alle famiglie all'inizio di ciascun anno. Rientrano nel monte ore
personalizzato di ciascun alunno tutte le attività oggetto di valutazione periodica e finale da parte del
consiglio di classe.
2. Le istituzioni scolastiche stabiliscono, con delibera del collegio dei docenti, motivate deroghe al suddetto
limite per i casi eccezionali, congruamente documentati, purchè la frequenza effettuata fornisca al consiglio
di classe sufficienti elementi per procedere alla valutazione.
3. Fermo restando quanto previsto dai commi 1 e 2, nel caso in cui non sia possibile procedere alla valutazione,
il consiglio di classe accerta e verbalizza, nel rispetto dei criteri definiti dal collegio dei docenti, la non
validità dell'anno scolastico e delibera conseguentemente la non ammissione alla classe successiva o
all'esame finale del primo ciclo di istruzione.
Per quanto concerne la nostra Istituzione scolastica in sede collegiale sono stati definiti i seguenti criteri in deroga
al limite sopra indicato. Si premette che in ogni caso potrà essere concessa deroga dal limite minimo di frequenza
unicamente se, a giudizio del consiglio di classe, sussiste pienamente la possibilità di procedere alla valutazione
102
degli alunni interessati, ovvero le assenze complessive non pregiudichino la possibilità di procedere alla
valutazione stessa.
Criteri per la deroga:
- assenze giustificate per gravi patologie;
- assenze giustificate per ricoveri ospedalieri prolungati e/o frequenti;
- assenze per malattie contagiose, con allontanamento dalla comunità scolastica sancito dai servizi di medicina
di comunità
- assenze giustificate per gravi motivi di famiglia;
- assenze per malattia, su motivata certificazione del medico curante e/o di un medico specialista •
- assenze per uscite anticipate per attività sportiva debitamente richieste e certificate dall’Associazione Sportiva
di appartenenza riconosciuta dal CONI;
- assenze per partecipazione a percorsi di formazione artistici e musicali di comprovata rilevanza
- assenze per situazioni di particolare disagio familiare o personale di cui è a conoscenza il consiglio di classe e
seguite dai Servizi Sociali comunali
- assenze per terapie mediche e certificate
7.3 VALUTAZIONE DEL PROFITTO E DEL COMPORTAMENTO – CRITERI DI AMMISSIONE
ALLA CLASSE SUCCESSIVA ED ALL’ESAME DI STATO IN PRESENZA DI INSUFFICIENZE –
DETERMINAZIONE DEL VOTO DI AMMISSIONE ALL’ESAME DI STATO
Si riportano di seguito in corsivo le modifiche intervenute sul piano normativo rispetto alla valutazione del
profitto, del comportamento, della ammissione alla classe successiva ed all’esame di stato, e della attribuzione del
voto di ammissione all’Esame Stato. Le norme citate sono riportate nelle parti salienti. I testi integrali sono
pubblicati sul sito della Istituzione Scolastica.
D.Lgs 62 Aprile 2017: “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo
ciclo ed esami di Stato, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015,
n. 107. (17G00070)” (si riportano gli artt. 1 ,2 e 6)
Capo I Principi generali
Art. 1
Principi. Oggetto e finalità della valutazione e della certificazione
1. La valutazione ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento delle alunne e degli alunni,
delle studentesse e degli studenti delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione e formazione,
ha finalità formativa ed educativa e concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo
degli stessi, documenta lo sviluppo dell'identità personale e promuove la autovalutazione di ciascuno in
relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze.
2. La valutazione è coerente con l'offerta formativa delle istituzioni scolastiche, con la personalizzazione dei
percorsi e con le Indicazioni Nazionali per il curricolo e le Linee guida di cui ai decreti del Presidente della
Repubblica 15 marzo 2010, n. 87, n. 88 en. 89; è effettuata dai docenti nell'esercizio della propria autonomia
professionale, in conformità con i criteri e le modalità definiti dal collegio dei docenti e inseriti nel piano
triennale dell'offerta formativa.
3. La valutazione del comportamento si riferisce allo sviluppo delle competenze di cittadinanza. Lo Statuto delle
studentesse ed egli studenti, il Patto educativo di corresponsabilità e i regolamenti approvati dalle istituzioni
scolastiche ne costituiscono i riferimenti essenziali.
4. Ciascuna istituzione scolastica può autonomamente determinare, anche in sede di elaborazione del piano
triennale dell'offerta formativa, iniziative finalizzate alla promozione e alla valorizzazione dei comportamenti
positivi delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti, al coinvolgimento attivo dei genitori e
degli studenti, in coerenza con quanto previsto dal regolamento di istituto, dal Patto educativo di
corresponsabilità e dalle specifiche esigenze della comunità scolastica e del territorio.
103
5. Per favorire i rapporti scuola-famiglia, le istituzioni scolastiche adottano modalità di comunicazione efficaci
e trasparenti in merito alla valutazione del percorso scolastico delle alunne e degli alunni, delle studentesse e
degli studenti.
Capo II Valutazione, certificazione delle competenze ed esame di Stato nel primo ciclo di istruzione
Art. 2
Valutazione nel primo ciclo
1. La valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni nel primo ciclo, ivi
compresa la valutazione dell'esame di Stato, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni
Nazionali per il curricolo, è espressa con votazioni in decimi che indicano differenti livelli di apprendimento.
2. L'istituzione scolastica, nell'ambito dell'autonomia didattica e organizzativa, attiva specifiche strategie per il
miglioramento dei livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione.
3. La valutazione è effettuata collegialmente dai docenti contitolari della classe ovvero dal consiglio di classe. I
docenti che svolgono insegnamenti curricolari per gruppi di alunne e di alunni, i docenti incaricati
dell'insegnamento della religione cattolica e di attività alternative all'insegnamento della religione cattolica
partecipano alla valutazione delle alunne e degli alunni che si avvalgono dei suddetti insegnamenti. La
valutazione è integrata dalla descrizione del processo e del livello globale di sviluppo degli apprendimenti
raggiunto. I docenti, anche di altro grado scolastico, che svolgono attività e insegnamenti per tutte le alunne
e tutti gli alunni o per gruppi degli stessi, finalizzati all'ampliamento e all'arricchimento dell'offerta
formativa, forniscono elementi conoscitivi sull'interesse manifestato e sul profitto conseguito da ciascun
alunno. Le operazioni di scrutinio sono presiedute dal dirigente scolastico o da suo delegato.
4. Sono oggetto di valutazione le attività svolte nell'ambito di «Cittadinanza e Costituzione», fermo quanto
previsto all'articolo 1 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge
30 ottobre 2008 n. 169.
5. La valutazione del comportamento dell'alunna e dell'alunno viene espressa collegialmente dai docenti
attraverso un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione, secondo quanto specificato nel
comma 3 dell'articolo 1. Per le alunne e gli alunni della scuola secondaria di primo grado resta fermo quanto
previsto dal decreto del Presidente della Repubblica del 24 giugno 1998, n. 249.
6. I docenti di sostegno partecipano alla valutazione di tutte le alunne e gli alunni della classe; nel caso in cui a
più docenti di sostegno sia affidato, nel corso dell'anno scolastico, la stessa alunna o lo stesso alunno con
disabilità, la valutazione è espressa congiuntamente.
7. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 309 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 relativamente
alla valutazione dell'insegnamento della religione cattolica, la valutazione delle attività alternative, per le
alunne e gli alunni che se ne avvalgono, è resa su una nota distinta con giudizio sintetico sull'interesse
manifestato e i livelli di apprendimento conseguiti.
Art 6
Ammissione alla classe successiva nella scuola secondaria di primo
grado ed all'esame conclusivo del primo ciclo
1. Le alunne e gli alunni della scuola secondaria di primo grado sono ammessi alla classe successiva e
all'esame conclusivo del primo ciclo, salvo quanto previsto dall'articolo 4, comma 6, del decreto del
Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249 e dal comma 2 del presente articolo.
2. Nel caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline, il consiglio
di classe può deliberare, con adeguata motivazione, la non ammissione alla classe successiva o all'esame
conclusivo del primo ciclo.
3. Nel caso in cui le valutazioni periodiche o finali delle alunne e degli alunni indichino carenze
nell'acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline, l'istituzione scolastica, nell'ambito
dell'autonomia didattica e organizzativa, attiva specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di
apprendimento.
4. Nella deliberazione di cui al comma 2, il voto dell'insegnante di religione cattolica, per le alunne e gli alunni
che si sono avvalsi dell'insegnamento della religione cattolica, è espresso secondo quanto previsto dal punto
104
2.7 del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1985, n. 751; il voto espresso dal docente per le
attività alternative, per le alunne e gli alunni che si sono avvalsi di detto insegnamento, se determinante,
diviene un giudizio motivato iscritto a verbale. 5. Il voto di ammissione all'esame conclusivo del primo ciclo è
espresso dal consiglio di classe in decimi, considerando il percorso scolastico compiuto dall'alunna o
dall'alunno
▪ Circolare Ministeriale del 10.10.2017 – MIUR - Prot. 0001865 “Oggetto: Indicazioni in merito a
valutazione, certificazione delle competenze ed Esame di Stato nelle scuole del primo ciclo di
istruzione”.
La valutazione nel primo ciclo di Istruzione
[…]
“Al fine di garantire equità e trasparenza, il collegio dei docenti delibera i criteri e le modalità di valutazione
degli apprendimenti e del comportamento che vengono inseriti nel PTOF e resi pubblici, al pari delle modalità e
dei tempi della comunicazione alle famiglie.
In particolare, considerata la funzione formativa di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo
al miglioramento continuo il Collegio dei docenti esplicita la corrispondenza tra le votazioni in decimi e i diversi
livelli di apprendimento (ad esempio definendo descrittori, rubriche di valutazione, ecc.).
Definisce altresì i criteri generali per la non ammissione alla classe successiva e all'esame di Stato conclusivo del
primo ciclo di istruzione nel caso di voto inferiore a 6/10 in una o più discipline.
La valutazione del comportamento delle alunne e degli alunni (articolo 2 D.Lgs 62/2017) "viene espressa per
tutto il primo ciclo, mediante un giudizio sintetico che fa riferimento allo sviluppo delle competenze di
cittadinanza e, per quanto attiene alla scuola secondaria di primo grado, allo Statuto delle studentesse e degli
studenti e al Patto di corresponsabilità approvato dall'istituzione scolastica, Il collegio dei docenti definisce i
criteri per la valutazione del comportamento, determinando anche le modalità di espressione del giudizio”
▪ D.M. 741 – Esame di Stato al termine del primo ciclo
Articolo 2
(Ammissione all'esame dei candidati interni)
1. In sede di scrutinio finale le alunne e gli alunni frequentanti le classi terze di scuola secondaria di primo grado
in istituzioni scolastiche statali o paritarie sono ammessi all'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di
istruzione in presenza dei seguenti requisiti:
a) aver frequentato almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato, definito dall'ordinamento della
scuola secondaria di primo grado, fatte salve le eventuali motivate deroghe deliberate dal collegio dei
docenti;
b) non essere incorsi nella sanzione disciplinare della non ammissione all' esame di Stato prevista dall'articolo
4, commi 6 e 9bis, del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249;
c) aver partecipato alle prove nazionali di italiano, matematica e inglese predisposte dall'Invalsi.
2. Nel caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline, il consiglio di
classe può deliberare, a maggioranza, con adeguata motivazione, la non ammissione dell'alunna o dell'alunno
all'esame di Stato conclusivo del primo ciclo.
3. Il voto espresso nella deliberazione di cui al comma 2 dall'insegnante di religione cattolica o dal docente per le
attività alternative per le alunne e gli alunni che si sono avvalsi di detti insegnamenti, se determinante ai fini
della non ammissione all'esame di Stato, diviene un giudizio motivato iscritto a verbale.
4. In sede di scrutinio finale il consiglio di classe attribuisce alle alunne e agli alunni ammessi all'esame di Stato,
sulla base del percorso scolastico triennale e in conformità con i criteri e le modalità definiti dal collegio dei
105
docenti inseriti nel piano triennale dell'offerta formativa, un voto di ammissione espresso in decimi, senza
utilizzare frazioni decimali, anche inferiore a sei decimi.
In rapporto al profilo normativo sopra richiamato il C.D. ha assunto le seguenti determinazioni in tema di
valutazione.
ATTRIBUZIONE DEL GIUDIZIO SINTETICO SUL COMPORTAMENTO
Il giudizio sintetico sul comportamento viene attribuito in considerazione dei seguenti indicatori di riferimento:
Rispetto delle regole, dei compagni, degli adulti, degli ambienti;
Partecipazione al dialogo educativo ed alla vita della comunità scolastica;
Senso di responsabilità e di autonomia personale;
Impegno e motivazione nello studio.
Il giudizio sintetico viene attribuito in rapporto ai suddetti indicatori tenendo presente la seguente rubrica
valutativa:
OTTIMO
L’alunno partecipa alla vita scolastica ed al dialogo educativo in modo responsabile attivo e proattivo, sa
rapportarsi agli altri comprendendo i diversi punti di vista e rispettando i diritti di ognuno; mostra un elevato
senso di responsabilità e di autonomia personale e un livello eccellente di integrazione sociale nella comunità
scolastica, sapendo valutare e tener presenti opportunità, limiti e regole che la caratterizzano; la motivazione allo
studio e l’impegno di studio sono consapevoli, personali, fortemente elaborativi; rispetta in modo esemplare le
regole della vita scolastica e presenta una frequenza alle lezioni del tutto regolare.
BUONO
L’alunno partecipa alla vita scolastica ed al dialogo educativo in modo responsabile e attivo e sa rapportarsi agli
altri comprendendo quasi sempre i diversi punti di vista e rispettando i diritti di ognuno; mostra uno strutturato
senso di responsabilità e di autonomia personale e un buon livello di integrazione sociale nella comunità
scolastica sapendo nella generalità dei casi valutare/tener presenti opportunità, limiti e regole che la
caratterizzano; la motivazione allo studio e l’impegno di studio sono consapevoli e personali, in molti casi
elaborativi; rispetta in modo preciso e corretto le regole della vita scolastica e presenta una frequenza alle lezioni
regolare.
SUFFICIENTE
L’alunno partecipa alla vita scolastica ed al dialogo educativo in modo abbastanza responsabile e attivo e sa
rapportarsi agli altri comprendendo in modo accettabile i diversi punti di vista e i diritti di ognuno; mostra un
adeguato senso di responsabilità e di autonomia personale e un sufficiente livello di integrazione sociale nella
comunità scolastica sapendo nella sostanza tener presenti valutare opportunità, limiti e regole che la
caratterizzano; la motivazione allo studio e l’impegno di studio sono adeguati, abbastanza consapevoli ed in
qualche misura personali; rispetta di norma in modo corretto le regole della vita scolastica e presenta una
frequenza alle lezioni abbastanza regolare.
APPENA SUFFICIENTE
L’alunno partecipa alla vita scolastica ed al dialogo educativo in modo solo in parte responsabile ed attivo; si
rapporta agli altri in modo adeguato ma non sempre comprendendo i diversi punti di vista e i diritti di ognuno ;
mostra un parziale senso di responsabilità e di autonomia personale e un livello di integrazione sociale nella
comunità scolastica rispettoso delle diverse componenti ma a volte incerto, sapendo solo in parte valutare
106
opportunità, limiti e regole che la caratterizzano; la motivazione allo studio e l’impegno di studio sono di norma
adeguati ; rispetta di norma in modo corretto le regole della vita scolastica commettendo solo a volte lievi
infrazioni; presenta una frequenza alle lezioni regolare.
INADEGUATO
L’alunno partecipa alla vita scolastica ed al dialogo educativo in modo sporadico, poco attivo e collaborativo; si
rapporta agli altri in modo poco corretto e mostra una accentuata difficoltà a comprendere i diversi punti di vista e
i diritti di ognuno ; mostra un senso di responsabilità e di autonomia personale parziali e deboli, e un livello di
integrazione sociale nella comunità scolastica poco rispettoso delle diverse componenti , sapendo solo in modo
approssimativo e valutare opportunità, limiti e regole che la caratterizzano; la motivazione allo studio e l’impegno
di studio sono spesso insufficienti; in diverse occasioni non rispetta le regole della vita scolastica commettendo a
volte infrazioni anche gravi; presenta una frequenza alle lezioni irregolare.
Nell’ambito dei consigli di classe i docenti periodicamente verificano attraverso strumenti di osservazione e di
valutazione dedicati il comportamento degli allievi in rapporto ai suddetti indicatori.
Sui documenti di valutazione il giudizio sintetico sarà espresso secondo la scala di aggettivi sopra indicati;
saranno riportati altresì gli indicatori di riferimento.
CORRISPONDENZA TRA LE VOTAZIONI IN DECIMI E I DIVERSI LIVELLI DI
APPRENDIMENTO
Il Collegio Docenti ha concordato criteri comuni per la corrispondenza tra voti e conoscenze/abilità acquisite:
GIUDIZIO DI PROFITTO
In riferimento a: conoscenze, abilità, competenze disciplinari
LIVELLO DI
PROFITTO VOTO
Conoscenze complete, organiche, particolarmente approfondite, senza
errori, ottima capacità di comprensione e di analisi, corretta ed efficace
applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento sicuro
nell’analisi e nella soluzione di un problema con risultati esaurienti,
esposizione fluida, rigorosa, ricca e ben articolata con uso di terminologia
corretta e varia e linguaggio specifico appropriato, autonomia di sintesi, di
organizzazione e di rielaborazione delle conoscenze acquisite con apporti
critici originali e creativi, capacità di operare collegamenti tra discipline e
di stabilire relazioni
ECCELLENTE
10
Conoscenze ampie, complete e approfondite, apprezzabile capacità di
comprensione e di analisi, efficace applicazione di concetti, regole e
procedure anche in situazioni nuove, orientamento sicuro nell’analisi e
nella soluzione di un problema con risultati soddisfacenti, esposizione
chiara, precisa, ricca e ben articolata con uso di terminologia corretta e
varia e linguaggio specifico appropriato, autonomia di sintesi e di
rielaborazione delle conoscenze acquisite con apporti critici originali,
capacità di operare collegamenti tra discipline
OTTIMO 9
107
Comprensione ed uso
del codice musicale
Corrispondenza segno-
gesto-suono
Lettura ritmica
Abilità strumentale
Impostazione
generale, produzione
del suono, controllo
tecnico
Esecuzione musicale e
capacità
espressiva
Livello di padronanza della
pagina musicale
Interazione e
collaborazione
nella pratica
della musica
d’insieme
voto
Completa, interiorizzata ed
autonoma Completa e sicura
Autonoma e
personalizzata
Attiva, collaborativa
e propositiva
10
9
Completa Completa Autonoma Attiva e
collaborativa
8
Congrua Adeguata Corretta Attiva 7
Essenziale Accettabile Superficiale Superficiale 6
Lacunosa Non adeguata Frammentaria Passiva 5
Gravemente lacunosa Inconsistente Insufficiente Si rifiuta 4
Conoscenze sicure, complete e integrate con qualche apporto personale,
buona capacità di comprensione e di analisi, idonea applicazione di concetti,
regole e procedure, orientamento sicuro nell’analisi e nella soluzione di un
problema con risultati apprezzabili, esposizione chiara e articolata con uso di
terminologia corretta e varia e linguaggio specifico appropriato, autonomia
di sintesi e di rielaborazione delle conoscenze acquisite con apporti critici
talvolta originali.
DISTINTO 8
Conoscenze generalmente complete e sicure, adeguata capacità di
comprensione e di analisi, discreta applicazione di concetti, regole e
procedure, orientamento sicuro nell’analisi e nella soluzione di un problema
con risultati largamente sufficienti, esposizione chiara e sostanzialmente
corretta con uso di terminologia appropriata e discretamente varia, ma con
qualche carenza nel linguaggio specifico, parziale autonomia di sintesi e di
rielaborazione delle conoscenze acquisite
BUONO 7
Conoscenze sufficientemente estese e sostanzialmente acquisite dei
contenuti disciplinari più significativi, capacità di comprensione e di analisi
generalmente adeguata con qualche difficoltà in ordine alle parti più
complesse dei programmi di studio, accettabile e generalmente corretta
applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento sicuro se guidato
nell’analisi e nella soluzione di un problema, esposizione semplificata ma
sostanzialmente corretta, lessico povero ma appropriato, imprecisioni
nell’effettuare sintesi con qualche spunto di autonomia di rielaborazione
delle conoscenze acquisite.
SUFFICIENTE 6
Conoscenze generiche e parziali, limitata capacità di comprensione e di
analisi, modesta applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento
difficoltoso e incerto nell’analisi e nella soluzione di un problema,
esposizione non sempre lineare e coerente, errori a livello grammaticale,
bagaglio minimo di conoscenze lessicali con uso della lingua appena
accettabile, scarsa autonomia di rielaborazione delle conoscenze acquisite.
MEDIOCRE 5
Conoscenze frammentarie e incomplete o minime, stentata capacità di
comprensione e di analisi, difficoltosa o del tutto scarsa applicazione di
concetti, regole e procedure, esposizione superficiale, carente e confusa,
povertà lessicale con utilizzo di termini ripetitivi e generici non appropriati
ai linguaggi delle singole discipline.
INSUFFICIENTE* 4
Strumento Musicale - DESCRITTORI DI VALUTAZIONE DISCIPLINARE –
108
Nell’attribuzione dei voti i docenti terranno conto allo scopo di valorizzare il significato formativo della
valutazione anche di aspetti quali in particolare la volontà di migliorarsi e l’impegno assiduo nella studio
da parte degli allievi.
CRITERI DI AMMISSIONE ALLA CLASSE SUCCESSIVA IN PRESENZA DI INSUFFICIENZE Premessa
L'ammissione alle classi seconda e terza di scuola secondaria di primo grado è disposta, in via generale, anche nel
caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline. Pertanto l'alunno
viene ammesso alla classe successiva anche se in sede di scrutinio finale viene attribuita una valutazione con voto
inferiore a 6/10 in una o più discipline da riportare sul documento di valutazione.
A seguito della valutazione periodica e finale, la scuola provvede a segnalare tempestivamente ed opportunamente
alle famiglie delle alunne e degli alunni eventuali livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima
acquisizione e, nell'ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa, attiva specifiche strategie e azioni
che consentano il miglioramento dei livelli di apprendimento.
In sede di scrutinio finale, presieduto dal dirigente scolastico o da suo delegato, il consiglio di classe, con
adeguata motivazione e tenuto conto dei criteri definiti dal collegio dei docenti, può non ammettere l'alunna o
l'alunno alla classe successiva nel caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più
discipline (voto inferiore a 6/10). La non ammissione viene deliberata a maggioranza; il voto espresso nella
deliberazione di non ammissione dall'insegnante di religione cattolica o di attività alternative - per i soli alunni che
si avvalgono di detti insegnamenti - se determinante per la decisione assunta dal consiglio di classe diviene un
giudizio motivato iscritto a verbale.
La non ammissione alla classe successiva è disposta:
- in assenza della validità dell’anno scolastico;
- in base a quanto previsto dall'articolo 4, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno
1998, n. 249 .
La non ammissione alla classe successiva può essere disposta, inoltre, in casi del tutto specifici rispetto a cui, in
particolare, si ritiene e si valuta ciò funzionale – nella prospettiva della condivisione delle scelte con le famiglie –
al migliore raggiungimento di traguardi formativi ed educativi essenziali, potendo contare a tal fine di un maggior
tempo a disposizione in un contesto di continuità predisposto rispetto al lavoro didattico già svolto e realizzato.
In tale ottica, i criteri di non ammissione alla classe successiva, individuati in sede collegiale, in caso di mancato o
parziale conseguimento degli apprendimenti, rispetto ai quali i Consigli di classe possono motivatamente
determinare la non ammissione, sono i seguenti:
- Presenza di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in almeno quattro discipline
(insufficienze di tipo grave: voto 4);
- Assenza evidente della seguente condizione: progressività evidenziata nella acquisizione degli apprendimenti;
- Rilevanza e significatività, visto il profilo gravemente deficitario negli apprendimenti, di attivare/riattivare un
processo positivo di apprendimento, anche sotto il profilo del consolidamento della motivazione e della
strutturazione del metodo di studio, con tempi più lunghi e più distesi, ed adeguati ai ritmi individuali.
Tali criteri saranno comunque considerati in modo non rigido e nel loro complesso dai Consigli di Classe,
essendo la valutazione un processo che deve discernere caso per caso le specifiche situazioni degli allievi, ed
essere sempre orientata in funzione formativa, educativa ed orientativa.
CRITERI DI NON AMMISSIONE ALL’ ESAME DI STATO
La non ammissione all’Esame di Stato è disposta:
- in assenza della validità dell’anno scolastico;
- a seguito di mancata partecipazione alle Prove Nazionali Invalsi;
- nel caso gli allievi siano incorsi nella sanzione disciplinare della non ammissione all' esame di Stato prevista
dall'articolo 4, commi 6 e 9bis, del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249;
109
La non ammissione all’ Esame di Stato può essere disposta in casi del tutto specifici motivatamente dal Consiglio
di Classe.
Al riguardo, i criteri di non ammissione all’Esame di Stato, individuati in sede collegiale, in caso di mancato o
parziale conseguimento degli apprendimenti, rispetto ai quali i Consigli di classe possono motivatamente
determinare la non ammissione all’Esame di Stato, sono i seguenti:
- Presenza di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in almeno quattro discipline
(insufficienze di tipo grave: voto 4);
- Livello di preparazione complessivo conseguito in termini di acquisizione di conoscenze/abilità/competenze
di carattere gravemente frammentario e minimale e tale da essere fortemente pregiudizievole rispetto al
successo formativo all’Esame.
Tali criteri saranno comunque considerati in modo non rigido e nel loro complesso dai Consigli di Classe,
essendo la valutazione un processo che deve discernere caso per caso le specifiche situazioni degli allievi, ed
essere sempre orientata in funzione formativa, educativa ed orientativa.
ATTRIBUZIONE DEL VOTO DI AMMISSIONE ALL’ESAME DI STATO
Il Collegio docenti ha determinato in merito che il criterio di riferimento principale è costituito dal profitto
raggiunto dall’alunno nelle diverse discipline, ad eccezione del comportamento, nei tre anni di corso. Per ogni
anno di corso viene calcolata la media aritmetica dei voti ottenuti. Nella determinazione del voto di ammissione
viene attribuito un peso specifico alla media dei voti ottenuti nei singoli anni di corso: la media dei voti del primo
anno concorre per il 10 % alla determinazione del voto di ammissione; la media dei voti del secondo anno
concorre per il 20 % alla determinazione del voto di ammissione; la media dei voti del terzo anno di corso
concorre per il 70% alla determinazione del voto di ammissione.
In tal modo, si intende valorizzare e tener in debito conto la capacità mostrata degli allievi di migliorare
progressivamente il proprio profilo di preparazione e di profitto nel corso del triennio di studio, portando, nel
corso del tempo, a maturazione le conoscenze/abilità acquisite e le competenze effettivamente e compiutamente
acquisite.
Rispetto al voto di ammissione così determinato, il Consiglio di Classe, si riserva, inoltre, di attribuire un bonus
aggiuntivo, al fine di tener conto e di valorizzare, sotto i diversi aspetti, il profilo mostrato dall’allievo;
l’attribuzione del bonus può condurre a una conseguente rideterminazione del voto di ammissione stesso.
BONUS - È prevista la possibilità che il Consiglio di Classe, in sede di ammissione all’esame, per
determinare il voto di idoneità, possa disporre di un bonus (punteggio aggiuntivo di p, 0,30 punti, che tenga
conto del curricolo e del profilo dell’alunno).
Il bonus potrà essere assegnato tenendo conto dei seguenti criteri:
- Particolare continuità impegno e dedizione mostrata nello studio;
- Partecipazione alle attività ed ai Progetti dell’Offerta formativa nel corso del triennio, con particolare
riferimento ai Progetti di area PON-FSE;
- Impegno nell’affrontare le difficoltà e volontà profusa nel migliorarsi;
- Capacità di elaborare in senso personale gli apprendimenti e le competenze conseguite.
In sede di scrutinio finale, tale punteggio, aggiunto alla media aritmetica delle discipline, escluso I.R.C. o attività
alternative alla religione cattolica, determinerà il voto di idoneità, arrotondando il voto ottenuto all’unità
superiore per frazione pari o superiore a 0,5.
110
7.4 VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI E DEGLI ALUNNI DSA
Rispetto a tale materia la scuola opera in stretto riferimento alla normativa di riferimento ed in particolar modo
tenendo conto delle innovazioni introdotte dal D.lgs 62/2017.
D.Lgs 62 Aprile 2017: “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo
ciclo ed esami di Stato, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015,
n. 107. (17G00070)” (si riporta l’art. 11)
Art. 11
Valutazione delle alunne e degli alunni con disabilità
e disturbi specifici di apprendimento
1. La valutazione delle alunne e degli alunni con disabilità certificata frequentanti il primo ciclo di istruzione è
riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base dei documenti previsti dall'articolo
12, comma 5, della legge 5 febbraio 1992 n. 104; trovano applicazione le disposizioni di cui agli articoli da 1
a 10.
2. Nella valutazione delle alunne e degli alunni con disabilità i docenti perseguono l'obiettivo di cui all'articolo
314, comma 2, del decreto legislativo 16 aprile 1994 n. 297.
3. L'ammissione alla classe successiva e all'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione avviene
secondo quanto disposto dal presente decreto, tenendo a riferimento il piano educativo individualizzato.
4. Le alunne e gli alunni con disabilità partecipano alle prove di cui agli art. 4 e 7. I consigli di classe e i docenti
contitolari della classe possono prevedere adeguate misure compensative o dispensative per lo svolgimento
delle prove e, ove non fossero sufficienti, predisporre specifici adattamenti della prova ovvero l'esonero della
prova.
5. Le alunne e gli alunni con disabilità sostengono le prove di esame al termine del primo ciclo di istruzione con
l'uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici, nonchè ogni altra forma di ausilio tecnico loro necessario,
utilizzato nel corso dell'anno scolastico per l'attuazione del piano educativo individualizzato.
6. Per lo svolgimento dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, la sottocommissione, sulla base
del piano educativo individualizzato, relativo alle attività svolte, alle valutazioni effettuate e all'assistenza
eventualmente prevista per l'autonomia e la comunicazione, predispone, se necessario, utilizzando le risorse
finanziarie disponibili a legislazione vigente, prove differenziate idonee a valutare il progresso dell'alunna o
dell'alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Le prove differenziate hanno
valore equivalente ai fini del superamento dell'esame e del conseguimento del diploma finale.
7. L'esito finale dell'esame viene determinato sulla base dei criteri previsti dall'articolo 8.
8. Alle alunne e agli alunni con disabilità che non si presentano agli esami viene rilasciato un attestato di credito
formativo. Tale attestato è comunque titolo per l'iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di secondo
grado ovvero dei corsi di istruzione e formazione professionale, ai soli fini del riconoscimento di ulteriori
crediti formativi da valere anche per percorsi integrati di istruzione e formazione.
9. Per le alunne e gli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA) certificati ai sensi della legge 8
ottobre 2010, n. 170, la valutazione degli apprendimenti, incluse l'ammissione e la partecipazione all'esame
finale del primo ciclo di istruzione, sono coerenti con il piano didattico personalizzato predisposto nella
scuola primaria dai docenti contitolari della classe e nella scuola secondaria di primo grado dal consiglio di
classe.
10. Per la valutazione delle alunne e degli alunni con DSA certificato le istituzioni scolastiche adottano modalità
che consentono all'alunno di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento conseguito, mediante
l'applicazione delle misure dispensative e degli strumenti compensativi di cui alla legge 8 ottobre 2010, n. 170,
indicati nel piano didattico personalizzato.
11. Per l'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione la commissione può riservare alle alunne e agli
alunni con DSA, di cui al comma 9, tempi più lunghi di quelli ordinari. Per tali alunne e alunni può essere
consentita la utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici solo nel caso in cui siano già stati
impiegati per le verifiche in corso d'anno o comunque siano ritenuti funzionali allo svolgimento
dell'esame, senza che venga pregiudicata la validità delle prove scritte.
111
12. Per l'alunna o l'alunno la cui certificazione di disturbo specifico di apprendimento prevede la dispensa
dalla prova scritta di lingua straniera, in sede di esame di Stato, la sottocommissione stabilisce modalità
e contenuti della prova orale sostitutiva della prova scritta di lingua straniera.
13. In casi di particolare gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi o
patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l'alunna o l'alunno, su richiesta della famiglia e
conseguente approvazione del consiglio di classe, è esonerato dall'insegnamento delle lingue straniere e
segue un percorso didattico personalizzato. In sede di esame di Stato sostiene prove differenziate,
coerenti con il percorso svolto, con valore equivalente ai fini del superamento dell'esame e del
conseguimento del diploma. L'esito dell'esame viene determinato sulla base dei criteri previsti
dall'articolo 8.
14. Le alunne e gli alunni con DSA partecipano alle prove standardizzate di cui all'articolo 4 e 7. Per lo
svolgimento delle suddette prove il consiglio di classe può disporre adeguati strumenti compensativi
coerenti con il piano didattico personalizzato. Le alunne e gli alunni con DSA dispensati dalla prova
scritta di lingua straniera o esonerati dall'insegnamento della lingua straniera non sostengono la prova
nazionale di lingua inglese di cui all'articolo 7.
15. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami del primo ciclo e nelle tabelle affisse all'albo di
istituto non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove.
7.5 VALUTAZIONE CONCLUSIVA DEL CICLO DI STUDI: L’ESAME DI STATO
L’Esame di Stato costituisce una tappa educativa molto importante e rappresenta un notevole contributo alla
crescita e allo sviluppo della persona. Inoltre, l’Esame consente un bilancio complesso dell’intero processo
educativo. È quindi il momento, dopo un percorso triennale, di verifica per l'alunno, che dovrà mostrare a quale
livello è giunto il processo di maturazione della sua crescita, ma è anche l’occasione per la scuola di monitorare,
analizzare tutte le strategie adottate in campo didattico ed educativo ed eventualmente modificarle al fine del
miglioramento dell’offerta formativa.
L’esame di licenza media è un esame di Stato e costituisce l’accertamento che conclude il 1° ciclo di Istruzione.
L’Esame di Stato al termine del primo ciclo è stato profondamente rivisitato in base alle previsioni dell’art. 8 del
D.Lgs 62/2017.
D.Lgs 62 Aprile 2017: “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo
ciclo ed esami di Stato, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015,
n. 107. (17G00070)” (si riporta l’art. 8)
Art. 8
Svolgimento ed esito dell'esame di Stato 1. L'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione è finalizzato a verificare le conoscenze, le abilità
e le competenze acquisite dall'alunna o dall'alunno anche in funzione orientativa.
2. Presso le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione è costituita la commissione d'esame,
articolata in sottocommissioni per ciascuna classe terza, composta dai docenti del consiglio di classe. Per
ogni istituzione scolastica svolge le funzioni di Presidente il dirigente scolastico, o un docente
collaboratore del dirigente individuato ai sensi dell'articolo 25, comma 5, del decreto legislativo 30
marzo 2001 n. 165, in caso di assenza o impedimento o di reggenza di altra istituzione scolastica. Per
ogni istituzione scolastica paritaria svolge le funzioni di Presidente il coordinatore delle attività
educative e didattiche.
3. L'esame di Stato è costituito da tre prove scritte ed un colloquio, valutati con votazioni in decimi. La
commissione d'esame predispone le prove d'esame ed i criteri per la correzione e la valutazione.
4. Le prove scritte, finalizzate a rilevare le competenze definite nel profilo finale dello studente secondo le
Indicazioni nazionali per il curricolo, sono:
112
a) prova scritta di italiano o della lingua nella quale si svolge l'insegnamento, intesa ad accertare la
padronanza della stessa lingua;
b) prova scritta relativa alle competenze logico matematiche;
c) prova scritta, relativa alle competenze acquisite, articolata in una sezione per ciascuna delle lingue
straniere studiate.
5. Il colloquio è finalizzato a valutare le conoscenze descritte nel profilo finale dello studente secondo le
Indicazioni nazionali, con particolare attenzione alla capacità di argomentazione, di risoluzione di
problemi, di pensiero critico e riflessivo, nonché il livello di padronanza delle competenze di cittadinanza,
delle competenze nelle lingue straniere. Per i percorsi ad indirizzo musicale, nell'ambito del colloquio è
previsto anche lo svolgimento di una prova pratica di strumento.
6. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono definite le modalità di
articolazione e di svolgimento delle prove.
7. La commissione d'esame delibera, su proposta della sottocommissione, la valutazione finale complessiva
espressa con votazione in decimi, derivante dalla media, arrotondata all'unità superiore per frazioni pari
o superiori a 0,5, tra il voto di ammissione e la media dei voti delle prove e del colloquio di cui al comma
3. L'esame si intende superato se il candidato consegue una votazione complessiva di almeno sei decimi.
8. La valutazione finale espressa con la votazione di dieci decimi può essere accompagnata dalla lode, con
deliberazione all'unanimità della commissione, in relazione alle valutazioni conseguite nel percorso scolastico
del triennio e agli esiti delle prove d'esame.
9. L'esito dell'esame per i candidati privatisti tiene conto della valutazione attribuita alle prove scritte e al
colloquio.
10. Per le alunne e gli alunni risultati assenti ad una o più prove, per gravi motivi documentati, valutati dal
consiglio di classe, la commissione prevede una sessione suppletiva d'esame.
11. Gli esiti finali degli esami sono resi pubblici mediante affissione all'albo della scuola.
Di particolare interesse in riferimento ai diversi aspetti dell’Esame è anche quanto in merito stabilisce la C.M
1865 del 10 Ottobre 2017, di seguito al riguardo riportata in corsivo:
Circolare Ministeriale del 10.10.2017 – MIUR - Prot. 0001865 “Oggetto: Indicazioni in merito a valutazione,
certificazione delle competenze ed Esame di Stato nelle scuole del primo ciclo di istruzione”.
[…]
- L’ESAME DI STATO AL TERMINE DEL PRIMO CICLO
Il decreto legislativo n. 62/2017 ha introdotto modifiche allo svolgimento dell'esame di Stato conclusivo del primo
ciclo di istruzione. di seguito riportate.
1. Sedi d'esame e commissioni Sono sedi di esame di Stato tutte le istituzioni scolastiche statali e paritarie che organizzano corsi di scuola
secondaria di primo grado.
Presso ogni istituzione scolastica viene costituita una commissione d'esame, composta da tutti i docenti
assegnati alle terze classi, che si articola in tante sottocommissioni quante sono le classi terze. Si precisa che
fanno parte della commissione d'esame tutti i docenti delle classi terze cui è affidato l'insegnamento delle
discipline indicate nel DPR n. 89/2009, art. 5 (commi 5 e 8), compresi eventuali docenti di sostegno e di
strumento musicale, mentre non ne fanno parte i docenti che svolgono attività nell'ambito del potenziamento e
dell'arricchimento dell'offerta formativa.
Le sottocommissioni sono composte dai docenti dei singoli consigli di classe.
I lavori della commissione e delle sottocommissioni si svolgono sempre alla presenza di tutti i loro
componenti. Eventuali sostituzioni di componenti assenti sono disposte dal Presidente della commissione tra
gli altri docenti in servizio presso l'istituzione scolastica.
2. Presidente della commissione d'esame Per ogni istituzione scolastica statale le funzioni di Presidente della commissione sono svolte dal dirigente
scolastico preposto. In caso di sua assenza o di impedimento o di reggenza di altra istituzione scolastica le
funzioni di Presidente della commissione sono svolte da un docente collaboratore del dirigente scolastico,
113
individuato ai sensi dell'articolo 25, comma 5, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, appartenente al
ruolo della scuola secondaria di primo grado.
Per ogni istituzione scolastica paritaria le funzioni di Presidente della commissione sono svolte dal
coordinatore delle attività educative c didattiche.
3. Riunione preliminare e calendario delle operazioni
L'articolo 5 del decreto ministeriale n. 741/2017 fornisce puntuali indicazioni sulle attività preliminari allo
svolgimento dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. Si precisa che tutte le operazioni, dalla riunione preliminare della commissione alla pubblicazione degli esiti
dell'esame, si svolgono nel periodo compreso tra il termine delle lezioni e il 30 giugno dell'anno scolastico di
riferimento.
Spetta al dirigente scolastico o al coordinatore delle attività educative e didattiche definire e comunicare al
collegio dei docenti il calendario delle operazioni d'esame e in particolare le date di svolgimento della
riunione preliminare, delle prove scritte - che devono essere svolte in tre giorni diversi, anche non consecutivi
- e del colloquio, nonché delle eventuali prove suppletive. Tali prove suppletive devono concludersi entro il 30
giugno e comunque, solo in casi eccezionali, entro il termine dell'anno scolastico.
La commissione, tenuto conto del numero di alunni delle singole classi terze e dopo aver esaminato la
documentazione presentata, assegna gli eventuali candidati privatisti alle singole sottocommissioni. Nel caso
siano presenti candidati privatisti con disabilità certificata, gli stessi vengono assegnati ad una o più
sottocommissioni in cui sia presente un docente di sostegno.
Durante la riunione preliminare, la commissione definisce gli aspetti organizzativi delle attività delle
sottocommissioni individuando, tra l'altro, un coordinatore ali 'interno di ciascuna di esse.
Ogni coordinatore è delegato dal Presidente a sostituirlo nei lavori della propria sottocommissione in caso di
assenza temporanea o contestuale impegno presso altra sottocommissione.
In sede di riunione preliminare, la commissione definisce inoltre la durata oraria, che non deve superare le
quattro ore, di ciascuna delle prove scritte, il loro ordine di successione e quello delle classi per i colloqui.
Spetta alla commissione, sempre nell'ambito della riunione preliminare, predisporre le tracce delle prove
d'esame sulla base delle proposte dei docenti delle discipline coinvolte e in coerenza con i traguardi di
sviluppo delle competenze previste dalle Indicazioni nazionali, nonché definire criteri comuni per la
correzione e la valutazione delle prove stesse.
La commissione individua gli eventuali strumenti che le alunne e gli alunni possono utilizzare nello
svolgimento delle prove scritte, dandone preventiva comunicazione ai candidati.
La commissione definisce inoltre le modalità organizzative per lo svolgimento delle prove d'esame per le
alunne e gli alunni con disabilità, certificata ai sensi della legge n. 104/1992, o con disturbo specifico di
apprendimento, certificato ai sensi della legge n. 170/20l0.
4. Le prove d'esame L'articolo 8 del decreto legislativo n. 62/2017 e l'articolo 6 del decreto ministeriale n. 741/2017 ridefiniscono
e riducono nel numero le prove scritte dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo.
La novità più rilevante è costituita dall'esclusione dalle prove d'esame della prova INVALSI, di cui si farà
cenno più avanti, che si rinnova nei contenuti, nei tempi di somministrazione e nelle modalità di valutazione.
Le prove scritte relative all'esame di Stato, predisposte dalla commissione, sono pertanto tre:
1. prova scritta di italiano o della lingua nella quale si svolge l'insegnamento;
2. prova scritta relativa alle competenze logico-matematiche:
3. prova scritta articolata in una sezione per ciascuna delle lingue straniere studiate.
Per ciascuna delle prove scritte il decreto ministeriale n. 741/2017 individua le finalità e propone diverse
tipologie; la commissione sceglie le tipologie in base alle quali definire le tracce, in coerenza con le Indicazioni
nazionali per il curricolo.
Per la prova di italiano, intesa ad accertare la padronanza della lingua, la capacità di espressione personale e la
coerente e organica esposizione del pensiero da parte delle alunne e degli alunni si propone alle commissioni di predisporre almeno tre terne di tracce con riferimento alle seguenti tipologie:
1. Testo narrativo o descrittivo
2. Testo argomentativo
3. Comprensione e sintesi di un testo.
114
La prova scritta di italiano può anche essere strutturata in più parti riferibili alle diverse tipologie proposte, che
possono anche essere utilizzate in maniera combinata tra loro all'interno della stessa traccia.
Nel giorno calendarizzato per l'effettuazione della prova. la commissione sorteggia la tema di tracce che sarà
proposta ai candidati. Ciascun candidato svolge la prova scegliendo una delle tre tracce sorreggiate.
Per la prova scritta relativa alle competenze logico-matematiche, intesa ad accertare la "capacità di
rielaborazione e di organizzazione delle conoscenze, delle abilità e delle competenze acquisite dalle alunne e
dagli alunni", tenendo a riferimento le aree previste dalle Indicazioni nazionali (numeri: spazio e figure;
relazioni e funzioni: dati e previsioni) le commissioni predispongono almeno tre tracce riferite ad entrambe le
seguenti tipologie:
l. Problemi articolati su una o più richieste
2. Quesiti a risposta aperta
Nel caso in cui vengano proposti più problemi o quesiti, le relative soluzioni non devono essere dipendenti l'una
dall'altra, per evitare che la loro progressione pregiudichi l'esecuzione della prova stessa.
Nella predisposizione delle tracce la commissione può fare riferimento anche ai metodi di analisi organizzazione
e rappresentazione dei dati caratteristici del pensiero computazionale qualora sia stato oggetto di specifiche
attività durante il percorso scolastico.
Nel giorno calendarizzato per l'effettuazione della prova, la commissione sorteggia la traccia che sarà proposta
ai candidati.
Per la prova scritta relativa alle lingue straniere. che si articola in due sezioni distinte ed è intesa ad accertare le
competenze di comprensione e produzione scritta riconducibili al Livello A2 per l'inglese e al Livello A1 per la
seconda lingua comunitaria, come previsto dalle Indicazioni nazionali, le commissioni predispongono almeno tre
tracce costruite sulla base dei due livelli di riferimento (A2 per inglese e A1 per la seconda lingua), scegliendo
tra le seguenti tipologie, che possono essere anche tra loro combinate all'interno della stessa traccia:
1. Questionario di comprensione di un testo
2. Completamento, riscrittura o trasformazione di un testo
3. Elaborazione di un dialogo
4. Lettera o email personale
5. Sintesi di un testo.
Nel giorno calendarizzato per l'effettuazione della prova, la commissione sorteggia la traccia che sarà proposta
ai candidati riferita sia all'inglese che alla seconda lingua studiata.
Si ricorda che per le alunne e gli alunni che utilizzano le due ore settimanali di insegnamento della seconda
lingua comunitaria per il potenziamento della lingua inglese o per potenziare l'insegnamento dell'italiano (solo
per gli alunni con cittadinanza non italiana), la prova scritta fa riferimento ad una sola lingua straniera.
La formulazione completa delle tipologie di tracce proposte per le prove scritte è contenuta negli articoli 7. 8 c 9
del decreto ministeriale 741/2017.
Attraverso il colloquio, la commissione valuta il livello di acquisizione delle conoscenze, abilità competenze
descritte nel profilo finale dello studente previsto dalle Indicazioni nazionali per il curricolo.
Il colloquio è condono collegialmente da pane della sottocommissione e si sviluppa in modo da porre attenzione
soprattutto alle capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico c riflessivo, di
collegamento organico tra le varie discipline di studio.
Come previsto dal decreto legislativo n. 62/2017, il colloquio tiene conto anche dei livelli di padronanza delle
competenze connesse alle attività svolte nell'ambito di Cittadinanza e Costituzione.
Nulla è innovato per le alunne e gli alunni iscritti a percorsi ad indirizzo musicale, per i quali è previsto anche lo
svolgimento di una prova pratica di strumento.
5. Valutazione delle prove d'esame e determinazione del voto finale L'articolo 8 del decreto legislativo n. 62/2017 modifica sostanzialmente le modalità di definizione del voto finale
dell'esame di Stato.
La valutazione delle prove scritte e del colloquio viene effettuata sulla base di criteri comuni adottati dalla
commissione, attribuendo un voto in decimi a ciascuna prova, senza frazioni decimali.
115
Alla prova scritta di lingua straniera, ancorché distinta in sezioni corrispondenti alle due lingue studiate, viene
attribuito un unico voto espresso in decimi, senza utilizzare frazioni decimali.
Il voto finale viene determinato dalla media del voto di ammissione con la media dei voti attribuiti alle prove
scritte e al colloquio.
La sottocommissione, quindi, determina in prima istanza la media dei voti delle prove scritte e del colloquio,
esprimendo un unico voto, eventualmente anche con frazione decimale, senza alcun arrotondamento.
La media di tale voto con il voto di ammissione determina il voto finale che, se espresso con frazione decimale
pari o superiore a 0.5 viene arrotondato all'unità superiore.
Su proposta della sottocommissione, la commissione delibera il voto finale per ciascun alunno.
Supera l'esame l'alunno che consegue un voto finale non inferiore a 6/10.
La commissione può, su proposta della sottocommissione, con deliberazione assunta all'unanimità attribuire la
lode agli alunni che hanno conseguito un voto di 10/10, tenendo a riferimento sia gli esiti delle prove d'esame sia
il percorso scolastico triennale.
L'esito dell'esame è pubblicato all'albo dell'istituto con indicazione del voto finale conseguito espresso in decimi;
per i candidati che non superano l'esame è resa pubblica esclusivamente la dicitura "Esame non superato" senza
esplicitazione del voto finale conseguito.
Tutte le norme sullo svolgimento dell'esame di Stato, unitamente alle modalità di valutazione attribuzione.
7.6 LA PROVA NAZIONALE INVALSI
Nel corso dell’anno scolastico 2016-2017 anche la prova Invalsi è stata per diversi aspetti rivisitata. In particolare
in base all’art 7 del suddetto D.Lgs 62/2017.
Art . 7
Prove nazionali sugli apprendimenti delle alunne e degli alunni della scuola secondaria di primo grado
1. L'INVALSI, nell'ambito della promozione delle attività di cui all'articolo 17, comma 2, lettera b) del decreto
legislativo 31 dicembre 2009 n. 213, effettua rilevazioni nazionali attraverso prove standardizzate, computer
based, volte ad accertare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti in italiano, matematica e
inglese in coerenza con le indicazioni nazionali per il curricolo. Tali rilevazioni sono effettuate nella classe
terza della scuola secondaria di primo grado, come previsto dall'articolo 6, comma 3, del decreto del
Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, come modificato dall'articolo 26, comma 2, del presente
decreto.
2. Le prove di cui al comma 1 supportano il processo di autovalutazione delle istituzioni scolastiche e forniscono
strumenti utili al progressivo miglioramento dell'efficacia della azione didattica.
3. Per la prova di inglese, l'INVALSI accerta i livelli di apprendimento attraverso prove di posizionamento sulle
abilità di comprensione e uso della lingua, coerenti con il Quadro comune di riferimento europeo per le
lingue, eventualmente in convenzione con gli enti certificatori, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza
pubblica.
4. Le prove di cui al comma 1 si svolgono entro il mese di aprile e la relativa partecipazione rappresenta
requisito di ammissione all'esame conclusivo del primo ciclo di istruzione. Per le alunne e gli alunni risultati
assenti per gravi motivi documentati, valutati dal consiglio di classe, è prevista una sessione suppletiva per
l'espletamento delle prove.
5. Le azioni relative allo svolgimento delle rilevazioni nazionali costituiscono per le istituzioni scolastiche attività
ordinarie d'istituto.
116
7.7 LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
Il processo relativo alla certificazione delle competenze ha anche esso conosciuto un significativo avanzamento in
base alle previsioni contenute all’art. 9 del D.lgs 62/2017 qui riportate in corsivo:
Art. 9
Certificazione delle competenze nel primo ciclo
1. La certificazione di cui all'articolo 1, comma 6, descrive lo sviluppo dei livelli delle competenze chiave e
delle competenze di cittadinanza progressivamente acquisite dalle alunne e dagli alunni, anche
sostenendo e orientando gli stessi verso la scuola del secondo ciclo.
2. La certificazione è rilasciata al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione.
3. I modelli nazionali per la certificazione delle competenze sono emanati con decreto del Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca sulla base dei seguenti principi:
a. riferimento al profilo dello studente nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola
dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione;
b. ancoraggio alle competenze chiave individuate dall'Unione europea, così come recepite
nell'ordinamento italiano;
c. definizione, mediante enunciati descrittivi, dei diversi livelli di acquisizione delle competenze;
d. valorizzazione delle eventuali competenze significative, sviluppate anche in situazioni di
apprendimento non formale e informale;
e. coerenza con il piano educativo individualizzato per le alunne e gli alunni con disabilità;
f. indicazione, in forma descrittiva, del livello raggiunto nelle prove a carattere nazionale di cui
all'articolo 7, distintamente per ciascuna disciplina oggetto della rilevazione e certificazione sulle
abilità di comprensione e uso della lingua inglese.
Con il D.M 742 /2017 qui sotto riportato in corsivo è sotto adottato il modello di Certificazione per le
Competenze citato al comma 3 del sopra riportato art. 9 del D.lgs 62/2017.
D.M. 742/2017
Articolo l
(Finalità della certificazione delle competenze) 1. Le istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo ciclo di istruzione certificano l'acquisizione delle
competenze progressivamente acquisite dalle alunne e dagli alunni.
2. La certificazione descrive il progressivo sviluppo dei livelli delle competenze chiave e delle competenze di
cittadinanza, a cui l'intero processo di insegnamento-apprendimento è mirato, anche sostenendo e orientando
le alunne e gli alunni verso la scuola del secondo ciclo di istruzione.
3. La certificazione delle competenze descrive i risultati del processo formativo al termine della scuola primaria
e secondaria di primo grado, secondo una valutazione complessiva in ordine alla capacità di utilizzare i
saperi acquisiti per affrontare compiti e problemi, complessi e nuovi, reali o simulati.
Articolo 2
(Tempi e modalità di compilazione della certificazione) 1. La certificazione delle competenze è rilasciata al termine della classe quinta di scuola primaria e al termine
del primo ciclo di istruzione alle alunne e agli alunni che superano l'esame di Stato, di cui all'articolo 8 del
decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62.
2. Il documento, redatto durante lo scrutinio finale dai docenti di classe per la scuola primaria e dal consiglio
di classe per la scuola secondaria di primo grado, è consegnato alla famiglia dell'alunna e dell'alunno e, in
copia, all'istituzione scolastica o formativa del ciclo successivo.
Articolo 3
(Modello nazionale di certificazione delle competenze al termine della scuola primaria) 1. Tenuto conto dei criteri indicati dall'articolo 9, comma 3, del decreto legislativo n.62/2017, è adottato il
modello nazionale di certificazione delle competenze al termine della scuola primaria, di cui all'allegato A.
2. Per le alunne e gli alunni con disabilità, certificata ai sensi della legge n.104/l992, il modello nazionale può
essere accompagnato, ove necessario, da una nota esplicativa che rapporti il significato degli enunciati di
competenza agli obiettivi specifici del piano educativo individualizzato.
117
Articolo 4
(Modello nazionale di certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione) 1. Tenuto conto dei criteri indicati dall'articolo 9, comma 3, del decreto legislativo n. 62/2017, è adottato il
modello nazionale di certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione, di cui all'
allegato B.
2. Il modello di cui al comma 1 è integrato da una sezione, predisposta e redatta a cura di INVALSI che
descrive i livelli conseguiti dall'alunna e dall'alunno nelle prove nazionali di italiano c matematica.
3. Il modello è, altresì, integrato da una ulteriore sezione, predisposta e redatta a cura di INV ALSI che certifica
le abilità di comprensione e uso della lingua inglese ad esito della prova scritta nazionale, di cui all'articolo
7, comma 3, del decreto legislativo n. 62/2017.
4. I1 repertorio dei descrittori relativi alle prove nazionali è predisposto da INVALSI e comunicato annualmente
alle istituzioni scolastiche.
5. Per le alunne e gli alunni con disabilità, certificata ai sensi della legge n.1 04/1992, il modello nazionale può
essere accompagnato, ove necessario, da una nota esplicativa che rapporti il significato degli enunciati
relativi alle competenze del profilo dello studente agli obiettivi specifici del piano educativo individualizzato.
6. Il modello nazionale di certificazione delle competenze di cui al comma I è adottato anche per le scuole
italiane all'estero di cui al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 64, fatti salvi eventuali adattamenti alle
situazioni locali e senza riferimenti agli indicatori di italiano e matematica della prova nazionale.
7. […]
(Norme finali)
l- Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca si riserva di apportare eventuali modifiche
e/o integrazioni ai modelli nazionali di certificazione di cui agli articoli 3 e 4 a seguito di innovazioni
ordinamentali.
Il modello di Certificazione delle Competenze di cui all’allegato B, insieme a tutte le norme citate in questo
capitolo, sono pubblicati sul sito della scuola nelle sezioni PTOF e GENITORI
118
CAPITOLO 8 VISITE GUIDATE E VIAGGI DI ISTRUZIONE
8.1 FINALITÀ ED OBIETTIVI DEI VIAGGI DI ISTRUZIONE
I viaggi d’istruzione, le visite didattiche, gli spettacoli teatrali e ogni altro interscambio con l’esterno sono attività
didattiche svolte con altri mezzi ed in contesti diversi da quelli quotidiani dell’edificio scolastico.
Per realizzarli vengono utilizzate tutte le risorse della comunità scolastica e più di tutto l’impegno personale e
culturale dei docenti.
Un viaggio è un’ unità didattica che nasce dalla volontà di ampliare le conoscenze dei nostri alunni, ed è sempre
in coerenza con le finalità educative e con la programmazione didattica, è un progetto, un percorso non solo fisico,
che concorre a pieno titolo alla crescita integrale della persona dal punto di vista culturale, didattico e sociale, le
uscite devono rispondere ai bisogni formativi degli alunni, per fornire stimoli diversi ed ampliare le opportunità di
vivere esperienze significative.
Gli obiettivi delle visite guidate e dei Viaggi d’Istruzione possono essere così riassunti:
DIDATTICO- CULTURALI
FORMATIVI
DI SOCIALIZZAZIONE
8.1.2. ASPETTI ORGANIZZATIVI – COMPITI DI ORGANISMI E FIGURE COINVOLTE
Alcune iniziative e itinerari saranno comuni a più classi, altre si differenzieranno in ragione dei percorsi didattico-
educativi programmati e svolti nelle diverse classi.
Il Consiglio di classe
I Consigli di classe, in attuazione delle finalità del PTOF, sulla base degli orientamenti programmatici del collegio
dei docenti, degli obiettivi cognitivi ed educativi fissati per ciascuna classe:
programma gli itinerari delle visite guidate e dei viaggi di istruzione che intendono effettuarsi;
propone, sulla base della loro disponibilità, i docenti accompagnatori, che devono essere uno ogni quindici
alunni con eventuale elevazione di una unità in presenza di alunni portatori di handicap. Indica alla commissione,
in via orientativa, il periodo di effettuazione delle visite e dei viaggi.
I coordinatori e gli accompagnatori delle classi partecipanti impartiranno agli alunni una preliminare
preparazione alla visita o al viaggio, attraverso la predisposizione di materiale didattico e di richiamo delle regole
di comportamento.
Di norma per ogni classe sono previste massimo due visite guidate per ogni anno di corso
I programmi saranno dettagliati a cura dei docenti di classe, coordinati dal docente referente e comunicati a tempo
debito a tutti i genitori interessati, che rilasceranno apposita autorizzazione scritta.
Ogni visita guidata e viaggio di Istruzione al termine dell’iter preparatorio e previa verifica degli aspetti
organizzativi ed in specie di quelli relativi alla organizzazione della vigilanza degli allievi.
Il quadro complessivo delle visite guidate e dei viaggio di Istruzione viene quindi sottoposta alla approvazione del
Collegio dei Docenti.
Le mete delle visite guidate
L’Istituto di anno in anno delibera in sede di Collegio dei Docenti, sulla scorta delle indicazioni provenienti dai
Consigli di classe, il quadro complessivo delle visite guidate. Q uali mete delle visite si fa riferimento ad un
insieme di itinerari e luoghi da considerare, in base alla esperienza pregressa, ed al loro rilievo sul piano
formativo. Si veda, al riguardo, il seguente elenco di mete:
1. Napoli Orto botanico-Museo Archeologico-Napoli sotterranea- San Lorenzo Maggiore-Acquedotto
Greco Romano-Tunnel Borbonico-Palazzo Reale-Maschio Angioino- San Carlo-San Martino-Cappella
San Severo-Chiostro di Santa Chiara –Le Guglie – Città della scienza (classi I-II-III)
2. Museo Pietrarsa classi I
3. Paestum classi I
4. Pozzuoli –Anfiteatro- Solfatara – Cuma classi III
5. Roma Comprensivo del permesso per il centro città classi III
6. Caserta classi II
7. Grotte di Castelcivita classi III
119
8. Salerno classi I-II-III-
9. Giffoni Valle Piana classi I-II-III
10. Sermoneta – Giardini di Ninfa classi II-III
11. S. Leucio – Caserta Reggia classi II
12. Pompei classi I
13. Ercolano classi I
14. Tivoli classi II e III
15. Oasi Alento classi I-II
16. Anagni – Fumone classi I-II
17. Cassino classi III
18. Piana delle Orme-Latina classo III
19. Certosa di Padula classi I-II-III
20. Maratea classi II
21. Matera classi I-II-III
22. Andria classi II-III
23. Amalfi II-III
Il referente Visite guidate e Viaggi di Istruzione
Presenta ipotesi ed accoglie itinerari di visite e viaggi dai consigli di classe;
Collabora alla realizzazione dell’iter negoziale per la individuazione delle ditte di trasporto e delle
Agenzie di Viaggio;
Consegna ai ragazzi il programma analitico del viaggio di istruzione e il modulo di adesione e
autorizzazione da parte di chi esercita la patria potestà;
Collabora con il Dirigente Scolastico in ordine alla cura degli aspetti di carattere organizzativo.
I coordinatori di classe
Verificano che almeno i 2/3 della classe partecipino alla visita o al viaggio (per il calcolo dei 2/3 non verranno
conteggiati gli alunni esclusi per motivi disciplinari secondo le norme previste nel regolamento scolastico);
Richiedono e raccolgono le autorizzazioni dei genitori che una volta firmate diventano vincolanti per quanto
riguarda l’adesione e il pagamento della quota del viaggio;
Richiedono la ricevuta dell’avvenuto versamento sul conto corrente della scuola che dovrà essere effettuato in due
o in unica soluzione ma con la dovuta puntualità;
Per le visite guidate di una giornata le quote saranno ritirate dai coordinatori e dagli accompagnatori
Consegnano l’elenco nominativo degli alunni e degli accompagnatori (compreso l’eventuale sostituto) al
responsabile visite e viaggi.
I docenti accompagnatori
Individuati tra i docenti delle classi frequentate dagli alunni partecipanti alla visita ed al viaggio, vigilano, non
solo a tutela dell’incolumità degli alunni, ma anche a tutela del patrimonio artistico, degli arredi e del mezzo di
trasporto e di quanto altro gli alunni usufruiscono. Curano lo svolgimento degli aspetti didattici nel corso delle
attività
Informano, a viaggio concluso, il D.S. e il responsabile visite e viaggi d’istruzione di eventuali inconvenienti
verificatisi nel corso del viaggio o della visita, con riferimento anche al servizio fornito dall’agenzia o dalla Ditta
di trasporto.
Gli alunni
Si dovranno presentare puntuali alla partenza e saranno tenuti a rispettare durante tutta la durata del viaggio le
norme di comportamento previste dal regolamento scolastico, pena provvedimenti disciplinari al rientro.
I genitori
Sono tenuti a prendere visione del programma analitico del viaggio consegnato ai propri figli e a firmare
l’autorizzazione di partecipazione che una volta firmata diventa vincolante ai fini del numero dei ragazzi
partecipanti e del versamento della quota spettante;
Sono tenuti ad informare i docenti accompagnatori delle eventuali allergie, intolleranze o altri problemi
di salute dei propri figli allo scopo di permettere un adeguato trattamento in caso di necessità;
Devono versare per quanto riguarda i Viaggi di Istruzione sul conto corrente della scuola in una o due
soluzioni la quota di partecipazione (ricevuta da consegnare a scuola ai coordinatori o agli
accompagnatori che a loro volta la consegneranno al responsabile).
120
CAPITOLO 9. LA FORMAZIONE DEL PERSONALE
9.1 ASPETTI DI CONTESTO DEL PIANO DI FORMAZIONE ED AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE
DOCENTE DELLA SCUOLA
Come stabilisce l’Art. 1 comma 124 della Legge 1017/2015 di seguito riportato in corsivo
“Nell'ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo è
obbligatoria, permanente e strutturale”.
Lo stesso articolo prosegue evidenziando che “Le attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni
scolastiche in coerenza con il piano triennale dell'offerta formativa e con i risultati emersi dai piani di
miglioramento delle istituzioni scolastiche previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 28marzo 2013, n. 80, sulla base delle priorità nazionali indicate nel Piano nazionale di formazione,
adottato ogni tre anni con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentite le
organizzazioni sindacali rappresentative di categoria”.
In tale contesto particolare rilievo ha assunto la nota prot.2998 del 04/10/16 con cui il MIUR ha emanato il Piano
Nazionale per la Formazione adottato per il trienni di riferimento. Altresì un impulso fondamentale al
rinnovamento della formazione è stato determinato dagli effetti delle previsioni dei comma da 70 a 72 dell’art. 1
della legge 107/2015, di seguito riportati in corsivo
70. Gli uffici scolastici regionali promuovono, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, la costituzione di reti
tra istituzioni scolastiche del medesimo ambito territoriale. Le reti, costituite entro il 30 giugno 2016, sono finalizzate alla
valorizzazione delle risorse professionali, alla gestione comune di funzioni e di attività amministrative, nonchè alla
realizzazione di progetti o di iniziative didattiche, educative, sportive o culturali di interesse territoriale, da definire sulla
base di accordi tra autonomie scolastiche di un medesimo ambito territoriale, definiti «accordi di rete».
71. Gli accordi di rete individuano:
a) i criteri e le modalità per l'utilizzo dei docenti nella rete, nel rispetto delle disposizioni legislative vigenti in materia
di non discriminazione sul luogo di lavoro, nonchè di assistenza e di integrazione sociale delle persone con
disabilità, anche per insegnamenti opzionali, specialistici, di coordinamento e di progettazione funzionali ai piani
triennali dell'offerta formativa di più istituzioni scolastiche inserite nella rete;
b) i piani di formazione del personale scolastico;
c) le risorse da destinare alla rete per il perseguimento delle proprie finalità;
d) le forme e le modalità per la trasparenza e la pubblicità delle decisioni e dei rendiconti delle attività svolte.
72. Al fine di razionalizzare gli adempimenti amministrativi a carico delle istituzioni scolastiche, l’istruttoria sugli atti
relativi a cessazioni dal servizio, pratiche in materia di contributi e pensioni, progressioni e ricostruzioni di carriera,
trattamento di fine rapporto del personale della scuola, nonché sugli ulteriori atti non strettamente connessi alla gestione
della singola istituzione scolastica, può essere svolta dalla rete di scuole in base a specifici accordi.
Con la nota ministeriale prot. n. 2151 del 7 giugno 2016 il Miur ha fornito” Indicazioni per la formazione delle
reti” chiarendo e descrivendo le tipologie di reti attivabili dalle scuole in base alle previsioni della Legge 107. In
particolare, sono state così individuate le caratteristiche, le funzioni e le procedure organizzative delle reti.
Relativamente alle reti di ambito è stato precisato quanto segue:
La rete di ambito:
ha un carattere generale,
coincide con l’ambito territoriale, comprende tutte le istituzioni scolastiche statali e paritarie secondo le
modalità previste precedentemente al punto l,
svolge una funzione rappresentativa e di raccordo delle finalità comuni a tutte le scuole dell'ambito;
assume le decisioni comuni che costituiscono la cornice entro cui si attuano le azioni sia della Rete di ambito
nel suo complesso, sia delle altre Reti di scopo.
121
Questa rete, svolgendo funzione di rappresentanza ed essendo interlocutrice anche in ambito istituzionale, è
necessariamente strutturata e stabile nel tempo.
L'accordo istitutivo della rete di ambito viene approvato dal Consiglio di Istituto di ogni scuola dell'ambito
Territoriale.
In sostanza:
La rete delle scuole dell'ambito diventerà, in molte occasioni, un riferimento importante per gli Enti Locali e per
gli altri soggetti di quell'ambito territoriale.
Il modello di governance per la rete di ambito, quale forma giuridicamente più idonea è la Conferenza di servizi
di cui all'art.14 della L. 241/90.
La rete d'ambito può prevedere per il suo razionale funzionamento anche ulteriori articolazioni interne di
coordinamento tra le scuole che la costituiscono e tra le reti di scopo in essa presenti.
Relativamente alle reti di scopo è stato precisato quanto segue:
Le reti di scopo, che si richiamano all'art.7 del decreto del Presidente della Repubblica n.275 del 1999, si
realizzano con la formulazione di uno o più accordi di durata variabile con riferimento alle priorità richiamate
dalla legge. Tali reti riuniscono le scuole sulla base dell'individuazione di un'area progettuale comune, in
corrispondenza di ben determinate priorità evidenziate e in relazione a specifiche esigenze.
Il ruolo di scuola capofila nella rete di scopo, costituita sull'accordo per una delle aree progettuali individuate,
sarà ricoperto da un'istituzione scolastica individuata sulla base delle proprie esperienze, competenze e risorse
professionali.
Ogni rete di scopo declinerà opportunamente:
i criteri per l'individuazione del capofila di rete,
i compiti del capofila di rete,
l'articolazione organizzativa delle funzioni,
le funzioni della rappresentanza della rete,
concordando e precisando, inoltre, le procedure amministrative e quelle relative a "le forme e le modalità
per lo trasparenza e lo pubblicità delle decisioni e dei rendiconti delle attività svolte".
Tra le aree progettuali di particolare significato per le scuole e che trovano nelle reti di scopo uno degli
strumenti di realizzazione più idonei, come previsto dalla legge", se ne ricordano alcune, a titolo esemplificativo:
rapporti scuola mondo del lavoro: l'alternanza scuola lavoro, i laboratori per l'occupabilità, l'educazione
all'imprenditorialità, le iniziative che rispondono all'esigenza di sviluppare interessi e inclinazioni nei
settori delle arti e dell'artigianato;
sistema di orientamento;
Piano Nazionale Scuola Digitale;
inclusione e contrasto alla dispersione scolastica;
disabilità e inclusione degli alunni stranieri;
attività di formazione per il personale scolastico.
In sostanza, può dirsi che oltre alla rete di ambito nello stesso tempo il legislatore ha precisato il permanere della
possibilità per le Istituzioni Scolastiche, possibilità che la norma stessa favorisce ed auspica, di “costituire una
seconda tipologia di rete, le reti di scopo, finalizzate al raggiungimento di specifici obiettivi o alla progettazione e
realizzazione di iniziative straordinarie e/o di eccellenza, anche con riferimento a progetti che vanno oltre
l'ambito territoriale di appartenenza, di interesse locale, regionale, nazionale etc., come ad esempio la rete della
scuola in ospedale [progetti che trovano il fondamento giuridico già nelle previsioni di cui all'art.7 5 del
DPR275/99]”.
Relativamente al quadro sopra descritto, si osserva che la nostra scuola, a seguito del Decreto USR Campania
Prot. n. 3988 del 15 marzo 2016, è entrata a far parte dell’ambito nr. 23; per inciso si riporta che il Decreto
suddetto ha suddiviso ai sensi dell’art. 1 comma 66 della legge 107/2015 il territorio della Regione Campania in
nr. 28 Ambiti Territoriali.
Il Consiglio di Istituto in data del 21/06/2016 ha deliberato in rapporto all’art.1 comma 70 della legge 107/2015
sopra riportato di autorizzare il Dirigente Scolastico la scuola alla sottoscrizione di reti di ambito e di scopo.
122
In data del 29/08/2016 presso i locali dell’Ufficio X – Ambito territoriale della provincia di Salerno è stato
sottoscritto dai dirigenti scolastici dell’ambito l’accordo relativo alla rete di ambito tra le Istituzioni facenti parte
dell’ambito nr. 23 ovvero
SAEE01400B BARONISSI
SAEE04100Q CAVA DEI TIRRENI I
SAEE045003 CAVA DEI TIRRENI II
SAEE04300B CAVA DEI TIRRENI III
SAEE044007 CAVA DEI TIRRENI IV CIRCOLO
SAEE074003 MERCATO SAN SEVERINO I
SAEE07500V MERCATO S. SEVERINO II
SAEE129002 SALERNO IV - MARI
SAEE131002 SALERNO VI - MEDAGLIE D'ORO
SAEE13300N SALERNO VIII - DON MILANI
SAIC81800L IST.COMPR. SALERNO V "OGLIARA"
SAIC836006 IST.COMPR. BARONISSI
SAIC89000V IST.COMPR. FISCIANO
SAIC89100P IST.COMPR. SALERNO-FRATTE S.TOM
SAIC89200E I.C. FISCIANO LANCUSI "DE CARO"
SAIC89300A IC SALERNO "ALFANO - QUASIMODO"
SAIC8A100T I.C. CAVA TIRR. GIOVANNI XXIII
SAIC8A300D CAVA T. TREZZA-CARDUCCI
SAIC8A6001 I.C. SALERNO GIOVANNI PAOLO II
SAIC8A700R IST.COMPR. SALERNO G. BARRA
SAIC8A800L IST.COMPR. SALERNO VICINANZA
SAIC8AB00NI.C. RITA LEVI-MONTALCINI
SAIC8AC00D IST.COMPR. SALERNO CALCEDONIA
SAIC8BH007 IST.COMPR. PELLEZZANO
SAIS00100B PUBLIO VIRGILIO MARONE
SAIS00600E GIOVANNI XXIII
SAIS031007 I.I.S. "G. FILANGIERI"
SAIS044009 ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE BARONISSI
SAIS046001 "G. GALILEI"
SAIS04700R "F. TRANI"
SAIS058007 "DE FILIPPIS - GALDI"
SAIS061003 "GENOVESI - DA VINCI"
SAIS066006 "DELLA CORTE - VANVITELLI"
SAIS06900N "S.CATERINA DA SIENA - AMENDOLA"
SAMM17400V SALERNO "MONTERISI"
SAMM181002 SALERNO "T.TASSO"
SAMM285006 CAVA DÈTIRRENI "BALZICO"
SAMM28700T MERCATO SAN SEV. "S.TOMMASO"
SAMM33800D CPIA SALERNO
SAPC040008 "F. DE SANCTIS"
SAPC12000X "T.TASSO"
SAPM020007 LICEO STATALE "ALFANO I"
SAPM050003 LICEO STATALE REGINA MARGHERITA
SAPS020006 "G. DA PROCIDA"
SAPS06000L "F. SEVERI"
SAPS09000C "GENOINO"
SARA010005 I.P.S.A.S.R. SALERNO
SARH010009 "R. VIRTUOSO"
SASL040008 "SABATINI-MENNA"
SATF06000P "B. FOCACCIA"
SAVC01000Q CONVITTO NAZIONALE "T.TASSO" SALERNO
Si indicano, quindi, di seguito i principali passaggi operativi e determinazioni che la Rete di Ambito nr. 23 ha
operato ed assunto successivamente alla sua costituzione:
123
in data del 20 Ottobre 2016, nei locali degli Uffici dell’Ufficio Scolastico territoriale di Salerno i Dirigenti
Scolastici dell’ambito hanno designato, a seguito di convocazione a tale scopo diramata dal Direttore
dell’USR Campania, quale scuola capofila della rete di ambito l’IIS “Santa Caterina Amendola” di
Salerno;
in data del 4/11/2016 i Dirigenti Scolastici della rete hanno individuato la scuola capofila della rete
d’ambito sopra indicata quale “Scuola Polo per la formazione” all’interno dell’ambito;
in data del 4/12/2016 i Dirigenti Scolastici hanno sottoscritto il Regolamento della rete di ambito;
in data del 24/01/2017 l’IIS Santa Caterina ha avviato tramite predisposizione di apposito modulo google
inviato alle singole scuole la rilevazione dei bisogni formativi della rete di ambito, come richiesto
dall’USR Campania, invitando le scuole a tener presente al riguardo che tale rilevazione, come indicato
nel Piano Nazionale Formazione Docenti, fosse ancorata alle finalità ed agli obiettivi posti da ciascuna
scuola nel Piano Triennale dell’offerta formativa, si innestasse su quanto emerso dal RAV in termini di
priorità e di obiettivi di processo, e tenesse conto quindi delle azioni individuate nei PDM. Con tale
rilevazione è stato chiesto nel contempo alle singole scuole di indicare le priorità riportate nel Piano
Nazionale Formazione Docenti e di differenziare le azioni formative in rapporto ai destinatari delle stesse,
così funzionalmente suddivisi:
insegnanti impegnati in innovazioni curriculari ed organizzative, prefigurate dall’Istituto, anche in
relazione alla implementazione della Legge 107/2015, come alternanza scuola-lavoro, flessibilità
didattica, potenziamento dell’offerta formativa, funzionamento del Comitato di valutazione;
Gruppi di miglioramento, impegnati nelle azioni conseguenti al RAV ed al Piano di
Miglioramento;
Consigli di classe, docenti e personale impegnati nei processi di inclusione ed integrazione.
in data del 27 Marzo 2017 presso l’IIS “Santa Caterina Amendola” di Salerno è stata convocata dalla
scuola capofila una Conferenza di Servizio con il seguente o.d.g: 1) Lettura ed approvazione del verbale
della seduta precedente; 2) Documento di lavoro per lo sviluppo del Piano di Formazione docenti 2016-
2019; Bisogni formativi rete Ambito SA 23; 4) Costituzione reti di scopo per la formazione; 5)
Cronoprogramma.
in data del 5/04/2017 è stato sottoscritto un Accordo di Rete di Scopo tra l’IIS Santa Caterina-Amendola e
la nostra Istituzione Scolastica, nonché le altre di seguito qui indicate II.SS di Cava de’ Tirreni: I C.D., II
C.D, III C.D., IV C.D., I.C. Giovanni , I.C Carducci Trezza, I.I.S G. Filangieri, I.I.S De Filippis-Galdi,
I.I.S Della Corte-Vanvitelli. I.I.S Genoino.
Si riporta di seguito in corsivo il testo dell’Accordo di Rete di Scopo:
“Tra le Istituzioni Scolastiche si conviene e si stipula il presente Accordo di Rete finalizzato a realizzare i
rispettivi Piani di Formazione per il personale docente nel rispetto di quanto previsto dal Piano
Nazionale di Formazione dei docenti emanato dal MIUR, consorziandosi per armonizzare bisogni,
risorse umane e professionali, nonché finanziarie, individuando al proprio interno una scuola capofila in
ragione delle proprie esperienze, disponibilità e caratteristiche.
Il presente Accordo di Rete si configura nella fattispecie di un accordo quadro che comprenderà l’analisi
delle esigenze derivanti dai diversi Piani di Formazione delle scuole consorziate e vi risponderà – nel
triennio – con una progettazione a carico di fondi ministeriali.
Tutte le scuola consorziate individuano l’I.I.S. DELLA CORTE-VANVITELLI quale scuola capofila della
rete di scopo per la formazione, garantendo:
un concreto impegno programmatico per quanto attiene alla didattica per competenze e ai
processi di progettazione e di valutazione;
criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti;
l’impegno a reclutare esperti.”
in data del 24/05/2017 la scuola Polo per la formazione dell’Ambito nr. 23, anche Istituto Capofila
dell’ambito, ovvero l’IIS “Santa Caterina Amendola, in riferimento all’accordo quadro suddetto, ed in
relazione alla necessità di impiegare esperti per la realizzazione delle attività formative da svolgere, ha
emanato un avviso pubblico finalizzato alla predisposizione di un elenco di esperti formatori ed enti
formatori accreditati presso il Miur - secondo la direttiva 170/2011 - di comprovata esperienza e alta
124
professionalità, ed avente validità fino al 31/08/2019, ai quali affidare, previa selezione tra gli stessi a
mezzo di procedura comparativa per titoli professionali svolta da parte delle scuole capofila delle reti di
scopo presenti nell’ambito, le azioni di formazione da implementare (unità formative di durata totale di
25 ore comprensive di formazione in presenza, sperimentazione didattica e/o ricerca azione documentata,
lavoro di gruppo e formazione on line), nell’ambito delle seguenti 9 aree tematiche (con la previsione di
attivare tutte tali aree tematiche, o una parte di esse, a seconda di quanto emerso dalla rilevazione dei
fabbisogni formativi delle istituzioni scolastiche appartenenti all’ambito):
1) Area della didattica per competenze ed innovazione metodologica (ad es. Costruire un curricolo
verticale per competenze; Valutazione dell’apprendimento; Valutazione e Certificazione delle
competenze; Didattica per Ambienti di apprendimento; Didattica per episodi di apprendimento
situato (EAS); Flipnet, la Classe Capovolta; Introdurre in aula l’apprendimento basato su progetti;
Gamification; gli animatori didattici; altro;
2) Area della competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento: (Es: uso delle piattaforme
più diffuse - Moodle-Edmodo; Uso consapevole di internet; Applicativi per la didattica: ad es.
pacchetto Office; Il coding; La sicurezza in rete; Costruire e-book ed altro);
3) Area della inclusione e disabilità (es: Problematiche dell’apprendimento; Didattica per gli alunni
con disagio comportamentale e sociale; Integrazione degli alunni diversamente abili; I disturbi
specifici di apprendimento;
4) Area della valutazione e miglioramento (es. autovalutazione di Istituto; Piano di miglioramento; la
rendicontazione sociale; Le prove Invalsi; Formazione dei componenti del Niv;
5) Area dell’autonomia organizzativa e didattica (es: Progettazione, gestione e monitoraggio di
progetti comunitari o banditi da enti esterni; il ruolo del tutor dei docenti neo-assunti; il referente
per la prevenzione del bullismo; il referente per i BES, altro):
6) Area dell’Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale (es. Educazione alla
Legalità ed intercultura; Legalità e Cittadinanza attiva; Competenze di cittadinanza, curricolo e
valutazione; Parità di genere; Educazione Ambientale; Educazione alimentare e corretti stili di
vita; Educazione finanziaria;
7) Area delle competenze di lingua straniera (es: Corsi di base ed avanzati di Inglese; metodologia
CLIL; formazione dei formatori CLIL);
8) Area della coesione sociale e della prevenzione del disagio giovanile (es: Dipendenze patologiche
nei giovani: droghe, alcool, social media, internet; Bullismo e Cyber bullismo; Dinamiche
relazione e gestione dei conflitti; Contrasto alla dispersione scolastica;
9) Area scuola-lavoro (es: Alternanza Scuola-lavoro e curricolo: la progettazione integrata;
Alternanza scuola-lavoro: il ruolo del tutor scolastico; Impresa formativa simulata;
Imprenditorialità e spirito d’iniziativa; la sicurezza negli ambienti di lavoro; altro.
▪ Successivamente a seguito della procedura comparativa di cui sopra svolta dall’Istituto Della Corte-
Vanvitelli, scuola capofila della rete di scopo, tre docenti della nostra scuola sono stati individuati quali
formatori, ovvero i docenti:
- D’Amato Antonietta;
- Damiano Maria Giovanna;
- De Simone Simona
▪ Nel mese di Settembre 2017 sono stati, quindi, svolti presso l’Istituto Della Corte Vanvitelli le attività
formative sotto indicate alle quali hanno partecipato numerosi docenti del nostro Istituto. Si veda in
merito il seguente schema:
Corsi di formazione svoltisi nel Sett. 2017 presso IIS Della Corte-Vanvitelli
Scuola capofila della rete di scopo
1) Didattica per competenze, innovazione metodologica e competenze di base
125
2) Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento
3) Inclusione e disabilità
4) Valutazione e miglioramento, Autonomia organizzativa e didattica
5) Coesione sociale, prevenzione disagio giovanile, competenze di cittadinanza e
cittadinanza globale
In riferimento ai Corsi suddetti la scuola ha condotto un “Questionario conoscitivo” attraverso il quale sono state
raccolte utili indicazioni sia di tipo quantitativo che di tipo qualitativo sulla formazione seguita. Il questionario ha
rilevato anche i Corsi seguiti in via autonoma dai docenti, in particolare sulla piattaforma SOFIA.
Conclusivamente, in ordine agli aspetti di contesto trattati entro cui si colloca il piano di formazione ed
aggiornamento del personale docente della scuola per l’anno in corso ed il successivo anno scolastico 2018-2019
può dirsi quindi che:
Una buona percentuale di docenti della scuola è stata impegnata in attività formative nell’ultimo anno;
la nostra scuola presenta una elevata percentuale di formatori qualificati e riconosciuti. Infatti, oltre ai
formatori sopra indicati, va considerato che la scuola fa parte dall’anno scolastico 2014-2015 dell’elenco delle
scuole accreditate per la formazione dei docenti neo-assunti. Essa, quindi, si avvale di docenti formatori, al
suo interno individuati in quanto particolarmente qualificati, per la formazione dei docenti suddetti.
Al riguardo di questa ultima notazione, va osservato che il D.M. n. 850 del 27/10/2015 che definisce il Piano di
formazione del personale docente neoassunto al comma 4 ai fini della strutturazione dei laboratori formativi
rivolti ai docenti neoassunti ha individuato le seguenti aree trasversali:
a. Nuove risorse digitali e loro impatto sulla didattica
b. Gestione della classe e problematiche relazionali
c. Valutazione didattica e valutazione di sistema (autovalutazione e miglioramento)
d. Contrasto alla dispersione scolastica
e. Inclusione sociale e dinamiche interculturali
f. Orientamento e alternanza scuola-lavoro
g. Buone pratiche di didattiche disciplinari
“Per la conduzione dei laboratori formativi suddetti” in base al comma 5 del suddetto D.M. vengono “designati
prioritariamente formatori provenienti dal mondo della scuola e comunque con competenze di tipo operativo e
professionale”.
In riferimento a ciò da parte della scuola, quale scuola polo per la formazione dei docenti neo-assunti, sono state
individuate le sotto elencate aree di attività laboratoriali:
1) Nuove risorse digitali e loro impatto sulla didattica;
2) Gestione della classe e problematiche relazionali;
3) Valutazione didattica e valutazione di sistema (autovalutazione e miglioramento); 4) Bisogni educativi speciali.
Rispetto ad esse, sono stati quindi designati, previo avviso interno ed analisi comparativa dei curricula, quali
docenti esperti formatori a cui affidare la conduzione delle relative attività formative, i docenti sotto indicati come
da seguente schema:
AREE DI ATTIVITÀ LABORATORIALI PER
FORMAZIONE DOCENTI NEO ASSUNTI
DOCENTI ESPERTI FORMATORI PRESENTI IN
ORGANICO
1) Nuove risorse digitali e loro impatto sulla
didattica;
Prof.ssa Damiano Maria Giovanna
126
2) Gestione della classe e problematiche relazionali;
Prof.ssa Senatore Emiliana
3) Valutazione didattica e valutazione di sistema
(autovalutazione e miglioramento);
Prof.ssa D’Amato Antonietta
4) Bisogni educativi speciali.
Prof.ssa De Simone
La presenza di docenti esperti formatori all’interno dell’Istituto rappresenta dunque per la scuola un particolare
valore aggiunto al fine della realizzazione di significative attività formative da implementare nell’ambito del
Piano di formazione interno di cui al presente capitolo del PTOF.
9.2 IL PIANO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE DOCENTE ANNI 2017-
2018 e 2018-2019
Si riporta di seguito il Piano di Formazione e Aggiornamento del Personale docente per l’annualità corrente ed il
successivo anno scolastico 2018-2019 definito dal Collegio dei Docenti. Il Piano qui riportato è sostanzialmente
analogo a quello presente nel PTOT – aggiornamento anno scolastico 2017-2018. Le integrazioni allo stesso,
nell’ambito dell’aggiornamento del presente PTOF 2018-2019, sono riportate in neretto.
Il Collegio dei docenti
- VISTO l’art. 1 della Legge 13 luglio 2015 n.107,
commi da 12 a 19: Piano Triennale dell’Offerta Formativa;
commi da 56 a 62: Piano Nazionale Scuola Digitale:
commi da 70 a 72: Reti tra Istituzioni Scolastiche;
commi da 121 a 125, ed in particolare il comma 124 che così recita ‘la formazione in servizio dei docenti di ruolo
è obbligatoria, permanente e strutturale, nell’ambito degli adempimenti connessi con la funzione docente e ‘Le
attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il Piano Triennale
dell’Offerta Formativa";
- VISTO che il Piano di Formazione e Aggiornamento del personale docente deve essere sviluppato in coerenza
con il Piano di Miglioramento di cui al D.P.R. n.80 del 28 marzo 2013“Regolamento sul sistema nazionale di
valutazione in materia di istruzione e formazione”;
- VISTA la nota MIUR prot. n. 2805 dell’11/12/2015 – “Orientamenti per l’elaborazione del Piano Triennale
dell’Offerta Formativa” , ed in specie i paragrafi dedicati a “Piano di Formazione del Personale” – “Reti di scuole
e collaborazioni esterne”;
- VISTA la nota MIUR prot. n. 000035 del 07/01/2016 – “Indicazioni e orientamenti per la definizione del piano
triennale per la formazione del personale”;
- VISTI gli artt. dal 63 al 71 del CCNL 29/11/2007 recanti disposizioni per l’attività di aggiornamento e
formazione dei docenti;
- CONSIDERATO che la formazione e l’aggiornamento fanno parte della funzione docente (art.24 C.C.N.L.
24.07.2003)
- ESAMINATE le linee d’indirizzo contenute nella direttiva annuale del Ministero;
- PRESO ATTO che il MIUR con propria nota prot. 2915 del 15/09/2016 ha emanato le prime indicazioni per la
progettazione delle attività di formazione destinate al personale scolastico nonché con nota prot.2998 del 04/10/16
ha emanato il Piano Nazionale per la Formazione;
- CONSIDERATO l’Accordo di Rete di Scopo tra l’IIS Santa Caterina-Amendola e la scuola in tema di
formazione sottoscritto in data del 05.04.2017 (Prot.IIS Santa Caterina 0002292 - 06;
- VISTA la nota MIUR AOODGPER.REGISTRO UFFICIALE(U) 0047777.08-11-2017 avente per oggetto:
“ Indicazioni e ripartizione fondi per le iniziative formative relative alla II annualità Piano di formazione docenti,
nonché per la formazione docenti neoassunti a.s.2017-2018 e la formazione sui temi dell’Inclusione a.s. 2017-
2018”;
127
- PRESO ATTO dei corsi organizzati dall’Istituto, dal MIUR, dall’Usr Campania, dalla rete di ambito nr. 23
della provincia di Salerno, dalla rete di scopo, da altri Enti territoriali e istituti;
- ESAMINATE le necessità di formazione emerse per gli anni scolastici 2017/18, 2018/19 e le conseguenti aree
di interesse;
- CONSIDERATO che il Piano triennale di Formazione rispecchia le finalità educative del Piano Triennale
dell’Offerta formativa dell’Istituto, il RAV e il Piano di Miglioramento e deve essere coerente e funzionale con
essi;
PREMESSO CHE
La realizzazione di qualsiasi iniziativa di formazione ed aggiornamento docenti e personale ATA sarà
comunque subordinata alla disponibilità di risorse finanziarie dell’Istituzione scolastica;
Le attività di formazione saranno promosse dalla scuola o da reti di scuole, ma potranno essere associate alle
scelte personali del docente, che potrà avvalersi della carta elettronica per la formazione prossimamente
messa a disposizione dal MIUR con DPCM 23/09/15 in attuazione della L. 107/2015;
DELIBERA
il seguente Piano di Formazione e Aggiornamento del personale docente d’Istituto per gli anni scolastici 2017-
2018 e 2018-2019
9.2.1 LE SCELTE DELLA SCUOLA IN CAMPO FORMATIVO
Art. 1 comma 124 della Legge 1017/2015
Nell'ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo è
obbligatoria, permanente e strutturale.
Le attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il piano triennale
dell'offerta formativa e con i risultati emersi dai piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche previsti dal
regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, sulla base delle priorità
nazionali indicate nel Piano nazionale di formazione, adottato ogni tre anni con decreto del Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentite le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria.
Come noto con la Legge 107/15 la formazione in servizio diventa obbligatoria e permanente; essa si pone quindi
in modo molto più cogente che nel passato quale elemento di rilievo per la qualificazione complessiva del sistema
formativo ed educativo. Con la Legge 107 15 la formazione dei docenti si pone, in particolare, come un elemento
fondante della professionalità e della qualificazione della didattica.
In rapporto alla previsione della Legge sopra richiamata, ed in riferimento:
alle finalità e gli obiettivi posti nel piano triennale dell’offerta formativa;
alle indicazione e le esigenze emerse nel rapporto di autovalutazione (RAV) in termini di priorità e di
obiettivi di processo;
alle azioni individuate nel Piano di Miglioramento;
alle priorità del Piano nazionale di Formazione 2016-2019 ministeriale (Ottobre 2016),
il Collegio dei Docenti, tenendo conto degli indirizzi forniti dal Dirigente Scolastico, ha definito i temi delle
attività di formazione da privilegiare nel PTOF come di seguito indicati:
Lo sviluppo di competenze nella didattica inclusiva;
Lo sviluppo di competenze nella didattica con le ICT;
Il completamento dei percorsi relativi alla programmazione per competenze, focalizzando sulle modalità di
verifica e valutazione delle competenze;
L’aggiornamento disciplinare secondo i fabbisogni espressi dai dipartimenti.
128
In sede di aggiornamento del PTOF a.s. 2017-2018, il Collegio dei docenti, in rapporto e nel rispetto delle sopra
richiamate previsioni della Legge 107, previa una ricognizione tramite questionario dedicato dei bisogni formativi
espressi dai docenti, ha ridefinito il quadro delle esigenze formative ritenute più rilevanti al fine della migliore
implementazione del Piano della offerta formativa ed il Piano formazione ed aggiornamento del Personale docente che sarà attuato nell’anno scolastico corrente e nell’anno scolastico successivo 2018-2019.
Tale quadro sarà tenuto presente al fine della promozione e concreta attuazione di attività formative sia in
rapporto all’ambito di appartenenza della scuola sia in rapporto ad attività formative autonomamente
programmate e svolte in autonomia della scuola
In particolare, le esigenze sono state sono individuate in primo luogo rispetto all’ ambito formativo delle
metodologie didattiche, con particolare riferimento alle TIC (Didattica per competenze e valutazione delle
competenze, l’Uso delle Nuove tecnologie nella didattica, in specie della Lim, ed utilizzo delle piattaforme di e-
learning quali Edmodo, Fidenia, Google classroom) e alla formazione relativa all’ impiego di software per la
gestione informatizzata dell’attività didattica e delle attività funzionali all'insegnamento (Geogebra,
Didapages…);
I docenti rilevano la necessità di una formazione che consenta di acquisire le strategie migliori per veicolare gli
apprendimenti disciplinari, utilizzando anche le tecnologie, per giungere ad una reale promozione, didatticamente valida ed avvertita, delle competenze e della loro valutazione delle stesse.
Un altro campo ritenuto particolarmente significativo riguarda la formazione, sia rivolta ai docenti nel loro
insieme considerati, sia rivolta a specifici gruppi di lavoro (GLI, Consigli di classe, in specie), sulle
problematiche specifiche della disabilità (autismo, sindrome di down, ritardo mentale ecc.), dei disturbi specifici
di apprendimento, della prevenzione dell’insuccesso scolastico, delle tecnologie e metodologie inclusive per
favorire la fruizione dei contenuti didattici (ad esempio ALFA READER 3: Software compensativo-dispensativo
per la lettura in formato digitale; IPERMAPPE 2: software compensativo e per mappe concettuali digitali), anche
da svolgersi attraverso la partecipazione a piattaforme on line dedicate in modalità e-learning, ad esempio la
piattaforma DISLESSIA AMICA.
Relativamente agli aspetti di carattere più prettamente psico-pedagogico i docenti rilevano l’importanza della
formazione inerente alle strategie per attivare la Motivazione e relative al tema l’Intelligenza Emotiva.
Nell’Area delle Relazioni e Comunicazioni da parte dei docenti è particolarmente sentita la necessità di
approfondire la Dinamica dei gruppi di lavoro, per acquisire conoscenze sulla gestione dei conflitti, la
negoziazione, la comunicazione e il miglioramento della comunicazione didattica in classe.
Ancora su un piano di formazione a carattere più generale, i docenti evidenziano l’esigenza di poter accrescere la
loro competenza professionale attraverso l’apprendimento della lingua inglese e l’acquisizione di attestazioni
inerenti alle certificazioni informatica. In rapporto a ciò la scuola potrà offrire delle opportunità base ai rapporti
da tempo intessuti con l’Ente Cambridge School ed in quanto Centro Eipass.
Il Piano di formazione della scuola per il biennio di riferimento sarà incentrato sui bisogni formativi sopra
descritti i quali da un lato ineriscano alla buona realizzazione del PDM ed alla qualificazione della offerta
formativa, dall’altro tengono conto delle specifiche esigenze formative che i docenti palesano sul piano del
proprio specifico bisogno di sviluppo professionale.
In sede di aggiornamento del presente PTOF a.s. 2018-2019, il Collegio dei docenti, in rapporto e nel
rispetto delle sopra richiamate previsioni della Legge 107/2015, ha ridefinito ulteriormente il quadro delle
esigenze formative ritenute più rilevanti al fine della migliore implementazione del Piano triennale della
offerta formativa.
In particolare, il Collegio ha determinato, la rilevanza prioritaria dello svolgimento, compatibilmente alle
risorse finanziarie a disposizione, di attività formative in specie riferite alle priorità individuate nel RAV
pubblicato al termine dell’anno scolastico 2017-2018 e poste al centro del Piano di Miglioramento della
scuola, come di seguito indicate:
129
- Corsi di formazione in tema di recupero degli apprendimenti in matematica ed in inglese
strettamente incentrati su : metodologie didattiche da privilegiare, contenuti da approfondire,
indicazioni specifiche in ordine alla didattica per competenze in tali discipline;
- Corsi di formazione in tema di redazione del PEI rispetto alla Classificazione
Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF), in rapporto alle recenti
innovazioni normative in tale campo (D.lgs 66/1017 Norme per la promozione dell'inclusione
scolastica degli studenti con disabilita', a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della
legge 13 luglio 2015, n. 107).
Inoltre, il Collegio ha indicato come bisogno trasversale che i docenti avvertono quello della formazione
relativa alla conoscenza ed acquisizione di competenze in lingua inglese, considerando l’ importanza di
tale conoscenza ed acquisizione di competenze in campo didattico, sotto i diversi profili, ai fini del
miglioramento della qualità dell’insegnamento e della didattica in tutte le discipline.
Inoltre, il Collegio ha rimarcato che la conoscenza della lingua inglese è rilevante se si considera che lo
sviluppo professionale, anche di tipo individuale, che i docenti intraprendono e conducono comporta,
quasi in modo sistematico, la necessità del possesso di una qualche competenza sufficientemente
strutturata in tale ambito. Per questo motivo, quindi, la formazione relativa alla lingua inglese risulta
particolarmente utile e produttiva.
Il Piano di formazione presente, inoltre, prevede al suo interno, e si connette alla partecipazione dei docenti
della scuola alle iniziative formative, svolte all’interno dell’ambito territoriale, in riferimento alle previsioni
della nota MIUR - AOODGPER.REGISTRO UFFICIALE(U).0047777.08-11-2017 avente per oggetto: “ Indicazioni e ripartizione fondi per le iniziative formative relative alla II annualità Piano di formazione docenti,
nonché per la formazione docenti neoassunti a.s.2017-2018 e la formazione sui temi dell’Inclusione a.s. 2017-
2018”.
Nella nota suddetta, infatti, si specifica che: In particolare in ogni ambito territoriale dovranno essere assicurate iniziative formative relative a:
il tema delle competenze e delle connesse didattiche innovative, anche sulla base degli orientamenti operativi
e progettuali che saranno forniti dal comitato scientifico nazionale operante, a livello nazionale, per il primo
ciclo (D.M. n. 537 del 1/08/2017);
il tema della valutazione degli apprendimenti, in fase di revisione normativa a seguito del d.lgs 62/2017 e dei
D.M. n. 741 e n. 742 del 2017, con particolare riferimento ai temi della valutazione formativa, del nuovo
ruolo delle prove Invalsi, della certificazione delle competenze e dei nuovi esami di stato, anche sulla base
degli orientamento forniti dal MIUR;
il tema dell’alternanza scuola-lavoro da indirizzare anche in relazione agli esiti delle azioni di monitoraggio
qualitativo;
il tema dell’autonomia organizzativa e didattica, con particolare riferimento alle connessioni con
l’evoluzione dei PTOF, il migliore utilizzo, da parte delle istituzioni scolastiche, dell’organico di
potenziamento, l’attivazione di modelli organizzativi flessibili.
Inoltre, per quanto riguarda l’area delle lingue straniere, le iniziative dovranno tener conto dello (e non
sovrapporsi allo) sviluppo dei percorsi metodologici CLIL per la scuola secondaria di II grado, secondo quanto
previsto dal D.M. 851/2017 relativo alla gestione dei fondi per l’anno 2017 della Legge n. 440/1997.
Ci si riserva di emanare ulteriori istruzioni affinché i percorsi che potranno essere adottati a livello locale
tengano conto degli obiettivi di sistema previsti dal Piano di formazione 2016-2019 quali, ad esempio,
l’attivazione di percorsi sperimentali CLIL nel primo ciclo, il completamento e rafforzamento della formazione
linguistica per i docenti della scuola primaria, le connessioni con le nuove modalità di rilevazione degli
apprendimenti predisposti dall’Invalsi (D.M. n. 741/2017). Alle azioni sulle lingue dovrà essere riservata una
quota delle risorse disponibili a livello di ciascun ambito territoriale, in funzione dei bisogni territoriali.
Inoltre, avendo cura di razionalizzare gli interventi a livello di ambito, si ritiene opportuno segnalare l’esigenza
di affrontare, fra l’altro, i temi della:
integrazione multiculturale e cittadinanza globale, anche in connessione con i temi della sostenibilità di cui
all’Agenda 2030;
130
inclusione e disabilità, per una preliminare conoscenza delle innovazioni previste dal D.lgs. n. 66/2017
(coinvolgendo figure sensibili e di coordinamento e destinando interventi prioritari a docenti di sostegno
sforniti dei prescritti titoli di specializzazione);
insuccesso scolastico e contrasto alla dispersione, anche in connessione con le iniziative promosse
dall’apposito Osservatorio nazionale contro la dispersione e relative linee progettuali e finanziarie;
l’approfondimento di aspetti relativi alla cultura artistica e musicale, in relazione alle innovazioni previste
dagli artt.8-9 del D.lgs. 60/2017 (attivando almeno un laboratorio formativo in ogni ambito territoriale).
Si sottolinea, infine, il legame stretto e costitutivo del Piano di Formazione dei docenti con la piattaforma
ministeriale S.O.F.I.A. – Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento dei docenti
(http://sofia.istruzione.it/) , istituita per la gestione della formazione e di cui si tratta al paragrafo 9.2.4.
In particolare, come indicato dalla norma, la scuola si impegna inserire nella piattaforma SOFIA le iniziative
formative del Piano, in modo da rendere più organica ed esaustiva la conoscenza delle iniziative in atto, di
rendere coerente il percorso di riconoscimento delle Unità formative e di assicurare anche alla amministrazione
scolastica la base informativa necessaria alle azioni di monitoraggio previste dalla stessa.
9.2.2. IL RICONOSCIMENTO DELLE UNITÀ FORMATIVE
In rapporto a quanto indicato al paragrafo precedente, ed in riferimento al Piano di Formazione dei docenti del
MIUR 2016-2019, la scuola riconosce come Unità Formative, la partecipazione alle iniziative formative sui
suddetti temi, promosse direttamente, o anche da reti di scuole, dall’Amministrazione o anche liberamente scelte
dai docenti.
Essa si impegna a progettare e realizzare le attività formative sopra dette favorendo l’armonizzazione tra le azioni
formative che il singolo docente realizza individualmente, e quelle che lo stesso svolge nella propria comunità
professionale e di ricerca, ed in specie nella comunità scolastica, nell’ottica di favorire lo sviluppo professionale
di ognuno, e le stesse prospettive di carriera. Nell’ambito della realizzazione delle attività l’Istituto intende
favorire la collaborazione tra i docenti anche attraverso forme di modelli di tutoraggio e mentoring.
Ai fini della concreta realizzazione delle attività formative la scuola continuerà a dare il proprio convinto
contributo ad Accordi di Rete con altre scuole del territorio, sia per conseguire economie di scala, sia per
stimolare il confronto professionale tra gli operatori della scuola; in particolar modo ciò all’interno dell’ambito
territoriale di riferimento (Ambito nr. 23) .
In base alle determinazioni del Collegio dei Docenti le attività formative da realizzare nel predetto Piano di
formazione dovranno risultare costitutivamente connesse a effettive esigenze esperite dai docenti nella concreta
prassi didattico – organizzativa; esse, quindi, dovranno essere caratterizzate da una impostazione che comporti
una reale ricaduta sul piano didattico ed operativo; altresì si considera sia sempre opportuno rispetto ad ogni
singola attività effettuare una preliminare ricognizione dei livelli di partenza relativi alle competenze necessarie
per la partecipazione alle stesse e che gli obiettivi di apprendimento siano resi disponibili prima dell’avvio della
formazione. Altresì al termine di ogni attività dovrà compiersi una rilevazione del gradimento della stessa, della
sua buona organizzazione e della sua concreta utilità sul piano didattico.
Sia durante l’anno scolastico ed al termine di ogni anno scolastico, in sede di Collegio dei Docenti, sarà svolta un
esame delle attività formative realizzate ed una riprogettazione delle stesse sotto i diversi profili.
Le attività proposte e svolte dai docenti saranno riconosciute sulla base della loro caratterizzazione quali Unità
formativa, così come prevede il Piano di Formazione triennale emanato dal Miur in via sperimentale, articolerà le
attività proposte in Unità Formative.
In tale prospettiva, si assumono come indicazioni sia di metodo che operative per la realizzazione del Piano di
Formazione, quanto in proposito disposto del Piano di Formazione del Miur, di seguito riportato in corsivo. In
particolare:
“Ogni Unità dovrà indicare la struttura di massima del percorso formativo. È importante qualificare, prima
che quantificare, l’impegno del docente considerando non solo l’attività in presenza, ma tutti quei momenti
che contribuiscono allo sviluppo delle competenze professionali, quali ad esempio:
131
formazione in presenza e a distanza,
sperimentazione didattica documentata e ricerca/azione,
lavoro in rete,
approfondimento personale e collegiale,
documentazione e forme di restituzione/rendicontazione, con ricaduta nella scuola, progettazione.
L’Unità Formativa viene riconosciuta e acquisita in modo da tenere conto delle diverse attività formative so-
pra indicate e costruita in modo che si possa riconoscere e documentare il personale percorso formativo del
docente, all’interno del più ampio quadro progettuale della scuola e del sistema scolastico.
Per la definizione delle Unità Formative, in fase di prima definizione può essere utile fare riferimento a stan-
dard esistenti, come il sistema dei CFU universitari e professionali.
Le scuole riconoscono come Unità Formative la partecipazione a iniziative promosse direttamente dalla
scuola, dalle reti di scuole, dall’Amministrazione e quelle liberamente scelte dai docenti, purché coerenti
con il Piano di formazione della scuola. L’attestazione è rilasciata dai soggetti che promuovono ed erogano
la formazione, ivi comprese le strutture formative accreditate dal MIUR, secondo quanto previsto dalla
Direttiva 176/2016.
Le Unità Formative sono programmate e attuate su base triennale, in coerenza con gli obiettivi previsti nel
presente Piano Nazionale e nei Piani delle singole scuole.
Nella progettazione dei Piani triennali, andrà posta particolare attenzione, soprattutto in questa prima fase
di attuazione, alla necessità di garantire ai docenti almeno una Unità Formativa per ogni anno scolastico,
diversamente modulabile nel triennio.
Tipologie di unità formative
Le Unite Formative possono essere promosse direttamente dall’istituzione scolastica o dalla rete che
organizza la formazione, con riferimento ai bisogni strategici dell’istituto e del territorio, rilevabili dal RAV,
dal Piano di Miglioramento e dal POF triennale. Possono quindi integrarsi con i piani nazionali e la
formazione autonomamente organizzata per gestire le attività richieste dall’obbligo della formazione. Le Unità Formative, possono essere inoltre associate alle scelte personali del docente, che potrà anche avvalersi
della carta elettronica per la formazione messa a disposizione dal MIUR (DPCM 23-9-2015, in attuazione della
legge 107/2015). Le attività formative (partecipazione a percorsi, frequenza di stage, corsi accademici, percorsi
on line anche attraverso modalità di riconoscimento delle competenze come gli open badges, partecipazione a
gruppi di ricerca, gemellaggi e scambi, ecc.) saranno documentate nel portfolio personale del docente e portate a
conoscenza della scuola di appartenenza, che si impegna a valorizzarle in diversi modi (workshop, panel,
pubblicazioni, ecc
Inoltre, la partecipazione a piani che comportano itinerari formativi di notevole consistenza o il maggiore
coinvolgimento in progetti di particolare rilevanza e innovatività all’interno della scuola o nelle reti di
scuole sarà adeguatamente riconosciuta con Unità Formative. Tra questi percorsi, si considerano, ad
esempio:
formazione sulle lingue e il CLIL
coinvolgimento in progetti di rete
particolare responsabilità in progetti di formazione
ruoli di tutoraggio per i neoassunti
animatori digitali e team dell’innovazione
coordinatori per l’inclusione
ruoli chiave per l’alternanza scuola-lavoro
132
9.2.3 IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO IN RAPPORTO ALL’INTRODUZIONE DEL PORTFOLIO
PROFESSIONALE E DEL PIANO INDIVIDUALE DI SVILUPPO PROFESSIONALE
Le attività formative svolte dai docenti nell’ambito di formazione della scuola, come indicato nel Piano di
Formazione dei docenti 2016-2019 del MIUR (Ottobre 2016), sono orientate a favorire una reale documentazione
del progressivo affinamento di competenze, attitudini, expertise conseguito dei docenti.
Ciò avverrà attraverso, in particolare, l’introduzione dei seguenti dispositivi quali il Portfolio Professionale, che
entrerà a far parte del Fascicolo Digitale del Docente, e il Piano di sviluppo professionale. Si riporta di seguito in
corsivo quanto in merito determinato dal Piano sopra citato:
- Il portfolio professionale permetterà ai docenti di documentare la propria storia formativa operando diretta-
mente sulla piattaforma on line. La sua elaborazione aiuterà inoltre i docenti a riflettere sulla propria attività
didattica e sul proprio modo di progettare e realizzare l’insegnamento, consentendo a ciascuno di individuare
ed esplicitare i campi di attività e le competenze professionali attraverso cui fornire il maggior apporto
all’istituzione scolastica, in relazione alla specifica realtà Il portfolio fornirà inoltre l’ambiente digitale in cui
documentare le Unità Formative acquisite, anche per valutarne l’efficacia.
- Il Piano individuale di sviluppo professionale invece è uno strumento, che ciascun docente curerà con aggior-
namenti periodici, ed indicherà esigenze e proposte di crescita professionale in riferimento alle aree indicate
che il Piano di Formazione ministeriale delinea.
Lo sviluppo della dimensione professionale, in rapporto alla struttura di tali dispositivi, non è solo riferita solo alla
partecipazione ad attività formative ma inerisce anche ad un insieme di differenti opportunità culturali per la
formazione: corsi, comunità di pratiche, riviste, pubblicazioni, esperienze associative, proposte di ricerca, attività
accademiche.
In riferimento a quanto previsto dal Piano ministeriale sopra riportato, ed al fatto che lo stesso riconduce la qualità
della formazione acquisita a determinati standard da fissare da parte di un dedicato Gruppo di Lavoro a partire
dalla considerazione delle seguenti aree di sviluppo professionale:
1. possesso ed esercizio delle competenze culturali, disciplinari, didattiche e metodologiche in relazione ai
traguardi di competenza ed agli obiettivi di apprendimento previsti dagli ordinamenti scolastici;
2. possesso ed esercizio delle competenze relazionali e organizzative in relazione alla migliore gestione
dell’insegnamento e degli ambienti di apprendimento;
3. partecipazione responsabile all’organizzazione scolastica, al lavoro collaborativo in rete, anche assicurando
funzioni di coordinamento e animazione;
4. cura della propria formazione in forma di ricerca didattica, documentazione, riflessione sulle pratiche,
diffusione di esperienze di eccellenza.
La scuola, nell’ambito della realizzazione del proprio Piano di Formazione, in rapporto alle aree sopra indicate,
svolgerà in modo equilibrato un insieme di attività formative rivolte a tutte le suddette aree di sviluppo
professionale.
Inoltre, in riferimento all’introduzione dei dispositivi suddetti, nella definizione delle linee di indirizzo da
proporre al Collegio Docenti per l’elaborazione del Piano di formazione dell’Istituto, il Dirigente Scolastico, a
partire dall’anno scolastico 2017-2018, si impegna a tener conto delle esigenze formative espresse dai docenti nei
propri piani individuali, ai fini dell’aggiornamento annuale del PTOF.
In rapporto alle tematiche sopra indicate inerenti al Piano Individuale di Sviluppo Professionale ed al Portfolio
Professionale si riporta infine un passo dalla Nota AOODGPER.REGISTRO UFFICIALE(U).0047777.08-11-
2017 - Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione – Direzione Generale per il personale
scolastico - avente per oggetto: “ Indicazioni e ripartizione fondi per le iniziative formative relative alla II
annualità Piano di formazione docenti, nonché per la formazione docenti neoassunti a.s.2017-2018 e la
formazione sui temi dell’Inclusione a.s. 2017-2018”. In essa viene indicato tra l’altro che
[…] questa Direzione Generale ha istituito tre gruppi di lavoro con rappresentanti delle fondazioni Astrid,
Agnelli e Compagnia San Paolo e con dirigenti ispettori, dirigenti scolastici, docenti, professori universitari ed
esperti di formazione.
I gruppi di lavoro citati hanno il compito di fornire all’amministrazione centrale proposte, suggerimenti,
adozione di provvedimenti in merito agli aspetti più qualificanti del nuovo sistema della formazione in servizio:
a) standard di qualità delle iniziative formative (unità formative, crediti, formatori, governance, aspetti
amministrativi);
133
b) standard professionali dei docenti e connessioni con la formazione e lo sviluppo professionale;
c) documentazione a corredo della formazione in servizio (dossier professionale, bilancio di competenze, patto
per lo sviluppo professionale).
I primi esiti dei lavori saranno resi noti in occasione di incontri con i referenti delle scuole polo per la
formazione che sono in fase di programmazione per il prossimo mese di dicembre 2017 e che consentiranno di
mettere a fuoco l’andamento delle azioni formative, il rilancio dei percorsi per l’anno di formazione, le
connessioni con i decreti legislativi e le priorità di sistema.
9.2.4 LA PIATTAFORMA DIGITALE S.O.F.I.A
Particolare e fondamentale rilievo nella formazione dei docenti secondo il nuovo modello di formazione
introdotto a partire dalla Legge 107/2015 assume la piattaforma digitale ministeriale S.O.F.I.A
Il MIUR (Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione – Direzione Generale per il personale
scolastico) - ha dato avvio infatti con la nota DGPER prot. n. 22272 del 19/05/2017 alla piattaforma digitale
S.O.F.I.A. – Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento dei docenti
(http://sofia.istruzione.it/) per la gestione della formazione.
Dal 22 maggio 2017 la piattaforma S.O.F.I.A. è attiva e i docenti di ruolo oppure collocati fuori ruolo possono
iscriversi direttamente ai corsi inseriti nel catalogo delle iniziative formative, compilare questionari di
gradimento, scaricare gli attestati di frequenza ed eventualmente inserire a sistema contenuti didattici.
L’elenco dei percorsi di formazione svolti da ogni docente costituirà una vera e propria “storia formativa” e sarà
la base per la realizzazione del portfolio professionale a cui si è fatto riferimento nel paragrafo precedente, cui
saranno aggiunti, in seguito, gli ulteriori aspetti dell’anagrafe della professionalità, del bilancio di competenze e
di ulteriori elementi di documentazione della propria attività didattica.
Al riguardo della piattaforma suddetta, il Miur ha emanato le seguenti due note specificamente dedicate ad essa
che qui si riportano in corsivo, le quali chiariscono e danno indicazioni su alcuni punti rilevanti inerenti al tema
della formazione dei docenti. Gli aspetti più significativi sono riportati sottolineati.
- Nota MIUR.AOODGPER.REGISTRO UFFICIALE(U)0022272.19-05-2017
Oggetto: Piano di triennale di formazione docenti 2016-2019. Attivazione piattaforma digitale S.O.F.I.A.:
Il Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento
Come è noto, il piano triennale di formazione docenti 2016-2019 prevede, nell’ambito delle azioni di
sistema, la realizzazione di una piattaforma digitale che segua la formazione in servizio dei docenti,
consentendo da un lato di documentare e valorizzare il percorso professionale e la storia formativa di ogni
insegnante e dall’altro di innalzare la qualità delle iniziative attraverso un incontro tra domanda e offerta di
formazione, l’una sempre più centrata sui bisogni dei destinatari e l’altra sempre più orientata alle reali
esigenze del mondo della scuola.
La piattaforma digitale S.O.F.I.A. per la gestione della formazione, che verrà aperta ai docenti il 22 maggio
2017, rappresenta pertanto un elemento cardine che ha l’obiettivo di migliorare la qualità della formazione
e di sostenere un nuovo sistema per lo sviluppo professionale continuo dei docenti.
In particolare la nuova piattaforma digitale per la formazione prevede di gestire, gradualmente: 1) l’offerta di formazione
2) la domanda di formazione
1 L’offerta di formazione I soggetti accreditati/qualificati ai sensi della Direttiva n.170/2016, possono entrare nella piattaforma
sofia.istruzione.it dal 1 febbraio 2017, e hanno la facoltà di inserire le proprie iniziative formative
all’interno di un catalogo che sarà progressivamente consultabile, in una seconda fase, da parte dei docenti,
a partire dal 22 maggio 2017.
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Ciascuna iniziativa formativa è caratterizzata da una serie di informazioni strutturate che gli enti devono inserire
a sistema, tra cui:
1) Il titolo dell’iniziativa formativa;
2) gli obiettivi e una descrizione sintetica;
3) gli ambiti specifici e trasversali previsti dall’allegato alla direttiva n.170/2016;
4) il programma, la durata, l’eventuale direttore del corso e i formatori previsti;
5) le competenze “attese” in uscita.
A ciascuna iniziativa formativa saranno associate una o più edizioni. Le edizioni sono caratterizzate, tra l’altro,
da:
a) il periodo di tempo previsto per l’iscrizione,
b) il luogo e la durata dello svolgimento del percorso formativo,
c) il nominativo e il curriculum dei formatori specifici per l’edizione,
d) le eventuali risorse didattiche allegate (dispense, bibliografia, etc.).
Gli enti potranno gestire attraverso questa piattaforma anche le iscrizioni, prelevare l’elenco dei partecipanti in
formato aperto, attestare le presenze e rilasciare l’attestato, del quale verrà messo a disposizione un modello
(attraverso l’upload di un file in formato pdf). Inoltre potranno, in qualsiasi momento, accedere al catalogo delle
iniziative formative presenti in piattaforma in modo da programmare e pianificare le iniziative formative
consultando anche l’offerta di formazione degli altri Enti.
Le istituzioni scolastiche (le scuole capo-fila della formazione, le singole scuole, etc.), accedendo tramite le stesse
credenziali utilizzate per il servizio Istanze on-line, dovranno inserire le iniziative formative relative al piano di
formazione triennale 2016-2019, al fine di garantirne la successiva attestazione ed eventuali monitoraggi.
Gli enti di cui all’ articolo 1 comma 5 della Direttiva n.170/2016 di per sé accreditati (Università, consorzi
universitari e interuniversitari, enti di ricerca, AFAM, etc.) dovranno preventivamente registrarsi sulla
piattaforma attraverso il link: sofia.istruzione.it.
2. La domanda di formazione I docenti attraverso la piattaforma digitale per la formazione (sofia.istruzione.it), potranno accedere al manuale
d’uso, al video tutorial e consultare il catalogo via via disponibile, delle iniziative formative offerte dagli Enti
accreditati ed iscriversi ai relativi percorsi formativi. In pratica nel catalogo saranno visibili le iniziative
realizzate sia dagli enti/associazioni Accreditati/qualificati, sia quelle proposte dai soggetti di per sé qualificati
per la formazione art.1 commi 5-6 Direttiva n.170/2016) quali, ad esempio, le scuole del sistema nazionale di
istruzione e le Istituzioni Universitarie.
Una volta terminato il percorso formativo, che verrà comunque svolto al di fuori di tale piattaforma (attraverso
attività in presenza, sistemi di e-learning, siti web on-line, laboratoriali, di ricerca-azione, etc.), i soggetti sopra
indicati, dovranno attestare la presenza dei docenti (avendo rilevato la partecipazione ad almeno il 75% del
totale delle ore previste dall’iniziativa) attraverso una specifica funzione prevista sulla piattaforma. Ogni
percorso formativo sarà quindi valutato dai docenti partecipanti attraverso un questionario di gradimento
progettato sulla base della “checklist” per la qualità prevista nel Piano di formazione docenti 2016-2019. La
compilazione del questionario costituisce un vincolo all’effettivo rilascio dell’attestato di partecipazione da parte
del soggetto che ha erogato la formazione.
Successivamente, in una sezione del sito riservata al singolo docente, sarà consultabile l’attestato di
partecipazione all’iniziativa formativa svolta. Tale attestato sarà configurato per ciascun docente, sulla base di
un format che verrà messo a disposizione sulla piattaforma. Nell’area riservata il docente potrà accedere
all’intero elenco dei percorsi formativi svolti ai quali ha partecipato. Per ciascun percorso sarà possibile
visionare il relativo attestato e le seguenti informazioni: il programma, la durata, i relatori ed i relativi
curriculum, le competenze in uscita e i link agli eventuali materiali didattici. In tal modo sarà quindi possibile
uniformare la documentazione che caratterizza ciascun percorso formativo, andando oltre la semplice
attestazione di una attività formativa in termini di ore svolte. L’elenco dei percorsi di formazione svolti dal
docente costituirà una vera e propria “storia formativa” e sarà la base per la realizzazione di un portfolio
135
professionale, al quale saranno aggiunti, in seguito, gli ulteriori aspetti dell’anagrafe della professionalità, del
bilancio di competenze nonché ulteriori elementi di documentazione della propria attività didattica. Il prototipo
di portfolio professionale è al momento in fase di studio.
Al fine di garantire la confluenza delle attestazioni dei percorsi svolti nella “storia formativa” è necessario che i
docenti si iscrivano alle iniziative formative attraverso la piattaforma.
Per quanto concerne le iniziative formative svolte dai docenti ed attestate dagli enti e dalle scuole prima
dell’attivazione della piattaforma, queste potranno essere inserite dai docenti successivamente, purché conformi
con quanto previsto dal Piano di formazione triennale 2016-2019, secondo modalità che verranno definite dalla
Direzione generale per il personale scolastico.
Nell’auspicare la fattiva collaborazione di tutte le strutture impegnate nell’attuazione del piano di formazione si
prega a codesti U.U.S.S.R.R. di voler trasmettere la presente nota alle istituzioni scolastiche di rispettiva
competenza affinché venga garantita la piena diffusione della presente nota ai dirigenti scolastici e ai docenti. Si
resta a disposizione per ogni utile azione di approfondimento.
- Nota Miur AOODGPER.REGISTRO UFFICIALE(U)0025134.01-06-2017
Oggetto: Chiarimenti sull’utilizzo della piattaforma S.O.F.I.A. per la formazione del personale docente. Nei giorni scorsi, con la nota DGPER prot. n. 22272 del 19/05/2017 si è dato avvio alla piattaforma S.O.F.I.A.
(sofia.istruzione.it) che consente agli insegnanti di accedere progressivamente ad una pluralità di offerte di
formazione in servizio. L’apertura di questo nuovo servizio, che ha l’obiettivo prioritario di favorire e qualificare
l’incontro tra domanda e offerta di formazione, ha suscitato notevole interesse e aspettative positive, ma anche
richieste di approfondimento e di chiarimenti.
Il piano triennale di formazione docenti 2016-2019, allegato al DM 797/2016, i cui punti fondamentali sono
riepilogati, nella nota DGPER prot. n.9684 del 6 marzo 2017, si avvale della piattaforma digitale per garantire
una maggiore diffusione e un rapido accesso alle varie attività formative proposte. Ogni docente potrà accedere
liberamente alle informazioni disponibili in piattaforma con una semplice registrazione al sistema.
In questa sede si chiariscono alcuni quesiti pervenuti a questa Direzione generale in merito alla configurazione e
durata delle attività di formazione, alle modalità di attestazione dei percorsi formativi nonché alla
documentazione delle iniziative formative del docente.
Per quanto riguarda il primo punto si ricorda che le azioni formative per gli insegnanti di ogni istituto sono
inserite nel Piano formativo d’istituto che è parte integrante del Piano Triennale dell’Offerta formativa, in
coerenza con le scelte del Collegio Docenti che lo elabora sulla base degli indirizzi del dirigente scolastico.
L’obbligatorietà, come già chiarito nella sopra citata nota n.9684 della DGPER, non si traduce automaticamente
in un numero di ore da svolgere ogni anno, ma nel rispetto del contenuto del piano. Quindi le istituzioni
scolastiche possono, in coerenza con le scelte del Collegio dei docenti, modulare e quantificare l’impegno in
relazione alla tipologia delle attività previste. Pertanto, fermo restando quanto previsto dalla direttiva
n.170/2016 per garantire una progettazione delle iniziative formative di maggiore qualità, nella piattaforma
S.O.F.I.A., potranno essere inserite attività formative anche di durata diversa purché in linea con quanto previsto
dal piano di formazione docenti 2016/2019.
Resta inteso che l’attestazione delle attività svolte darà conto della durata e delle caratteristiche del percorso
formativo (lezioni, laboratori, on-line, ricerca-azione, etc.). A tal fine sarà presto disponibile in piattaforma un
format standardizzato di attestazione.
Per quanto concerne le modalità di attestazione dei percorsi formativi, tenuto conto che il piano di formazione
docenti 2016-2019 è stato adottato in corso d’anno scolastico e che la piattaforma S.O.F.I.A. entra ora in una
fase di prima operatività, sarà a breve attivata una funzionalità aggiuntiva, ad uso dei docenti, che consentirà di
inserire e documentare anche attività formative svolte nel corso dell’anno scolastico 2016-2017, se progettate nel
rispetto delle norme vigenti (CCNL, legge n.107/2015 e Piano di formazione d’istituto). Inoltre i docenti potranno
inserire iniziative formative organizzate dalle diverse articolazioni dell’Amministrazione scolastica (MIUR, USR,
UAT), da enti i cui corsi sono riconosciuti a livello regionale, nonché da soggetti di per sé accreditati ai sensi
dell’art.1 comma 5 Direttiva n.170/2016, ma non ancora registrati nella piattaforma.
Infine, in tema di documentazione delle iniziative formative, si fa presente che la funzione che si intende
sperimentare con la piattaforma S.O.F.I.A. è la possibilità per i docenti di accedere ad uno strumento semplice
per raccogliere tutte le proprie esperienze di formazione/aggiornamento, al fine di disporre di un archivio
personale dei propri impegni formativi. Come sopra indicato, la documentazione si riferisce unicamente
all’attestazione della partecipazione ai percorsi di formazione.
136
L’attestazione è correlata all’espressione di un giudizio di autovalutazione (questionario di gradimento a cura
del docente) come primo momento di verifica delle iniziative, a garanzia del corsista ed in vista di un
miglioramento delle pratiche formative. I dati raccolti dai questionari, come peraltro si legge nell’informativa
presente in piattaforma, sono anonimi e saranno utilizzati per analisi ai soli fini statistici e di ricerca, nel pieno
rispetto della riservatezza e della privacy, ai sensi del D. Lgs.196/2003 e successive modifiche. Il docente ha
inoltre la possibilità di arricchire tale documentazione con altri materiali e risorse didattiche prodotte, atti dei
corsi, nonché materiale elaborato dei partecipanti, per favorire una migliore descrizione delle attività svolte, utile
in primo luogo agli stessi docenti.
Si precisa che la piattaforma S.O.F.I.A. non coincide e non dà luogo alla produzione di un portfolio professionale
del docente, per il quale saranno necessarie successive messe a punto culturali, professionali e tecniche, ma
registra unicamente il quadro delle iniziative formative cui un docente intende partecipare (o ha partecipato). La
sua utilizzazione è pertanto di tipo personale, nel rispetto del D.lgs.196/2003, ed è finalizzata ad agevolare il
docente nella predisposizione di un proprio curricolo professionale, per raccogliere le attività svolte e per
impostare, su queste basi, una successiva formazione. Oltre alle due specificamente dedicate alla piattaforma S.O.F.I.A sopra riportate, è inoltre importante rilevare che
il Miur all’interno della nota AOODGPER.REGISTRO UFFICIALE(U).0047777.08-11-2017 - Dipartimento
per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione – Direzione Generale per il personale scolastico - avente per
oggetto: “ Indicazioni e ripartizione fondi per le iniziative formative relative alla II annualità Piano di formazione
docenti, nonché per la formazione docenti neoassunti a.s.2017-2018 e la formazione sui temi dell’Inclusione a.s.
2017-2018” ha evidenziato al paragrafo nr, 3 della nota stessa quanto segue;
3. Azioni di monitoraggio e sostegno alla qualità
È intenzione di questa Direzione generale di procedere ad un’azione di monitoraggio circa gli sviluppi del Piano
di formazione docenti 2016-2019 ed il rispetto degli standard di qualità per esso previsti. Già la piattaforma
SOFIA, con le sue funzionalità in fase d’implementazione, consente di disporre ai vari livelli di un quadro ampio
di informazioni, utili a cogliere le tendenze in atto, i bisogni formativi ricorrenti, l’apporto dei diversi soggetti
alla governance dell’offerta. A tal fine si raccomanda nuovamente alle istituzioni scolastiche e alle articolazioni
territoriali dell’Amministrazione scolastica che è necessario inserire nella piattaforma SOFIA le iniziative
formative del suddetto Piano, in modo da rendere più organica ed esaustiva la conoscenza delle iniziative in atto.
9.2.5 LE ATTIVITÀ FORMATIVE RELATIVE AI LAVORATORI CON INCARICHI INERENTI ALLA
SICUREZZA SCOLASTICA (D.LGS 81/2008)
In rapporto a tutte le figure previste dall’Organigramma della sicurezza scolastica (ASPP, ADDETTI
ANTINCENDIO, ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO; PREPOSTI, ecc) la scuola provvederà ad effettuare la
formazione dovuta nel periodo di riferimento del presente Piano.
9.2.6. LE ATTIVITÀ FORMATIVE RIVOLTE AL PERSONALE ATA
Relativamente al personale ATA i temi rispetto a cui saranno svolte attività formative nel periodo di riferimento
del Piano, in base alle esigenze rilevate, sono i seguenti:
- La digitalizzazione amministrativa ed i processi di dematerializzazione;
- Le attività negoziali a seguito della introduzione del nuovo Codice degli appalti (D.lgs 50/2016).
9.3. RECENTI INDICAZIONI MINISTERIALI IN TEMA DI FORMAZIONE
Ancora di particolare rilievo ed orientamento per le scuole risulta la nota MIUR m_pi.AOODGPER.REGISTRO
UFFICIALE.U.0050912. 19-11-2018, rivolta agli USR avente per oggetto: “Indicazioni e ripartizione fondi per le
iniziative formative relative alla III annualità Piano nazionale di formazione docenti, nonché per la formazione
docenti neoassunti a.s. 2018- 2019 e la formazione sui temi dell'inclusione a.s. 2018-2019”. Si riporta la nota in
corsivo per quanto concerne i paragrafi 1,2,3,4, 7. Tra gli altri aspetti la nota indica che “L’iscrizione alla piattaforma
SOFIA di tutti i docenti in servizio rappresenta un obiettivo che tutte le scuole dovrebbero perseguire nei
prossimi mesi” . La nostra scuola è già impegnata in tal senso e si propone di raggiungere tale obiettivo entro il
Marzo del 2019. Testo della nota
1.Il quadro normativo Nel corso dell’a.s. 2018-19 il Piano nazionale di formazione, previsto dalla Legge
107/2015 e normato nel DM 797/2016 giunge all’ultima annualità del primo triennio. Quest’anno il Piano
usufruisce di un finanziamento annuo complessivo di euro € 29.678.555,00, che si affianca ad altri fondi di
minore entità disponibili in attuazione di altri dispositivi normativi, quali quelli per l’inclusione e per l’anno di
prova e formazione dei neo-assunti(par. 6 e 7). Si aggiungono poi, le risorse previste con la Carta del docente di
500 euro annui che costituiscono una ulteriore opportunità di sostegno indiretto alla formazione dei docenti. La
137
legge 107/2015 definisce la formazione “obbligatoria, permanente e strutturale”, previsione normativa che va
letta in relazione con le disposizioni dello Stato Giuridico del personale (T.U. 297/1994) e del CCNL 2016-2018
firmato il 19 aprile 2018. Il contratto sottoscritto con le organizzazioni sindacali non ha mutato il quadro
previgente, che riporta la formazione in servizio al concetto di diritto-dovere del singolo operatore, ma individua
nel Piano formativo di istituto lo strumento che definisce gli impegni per la cura della professionalità di tutto il
personale. Le modalità di svolgimento della formazione in servizio vengono deliberate dal Collegio dei docenti,
sulla base del PTOF, al cui interno un adeguato spazio dovrà essere riservato al Piano delle azioni formative.
L’obiettivo del Piano è quello di rispondere alle esigenze di formazione dei singoli docenti da inserire nel quadro
di sviluppo e miglioramento propri di ogni scuola (con riferimento a PTOF, RAV e PdM). Il D.M. 797 cit. delinea
lo scenario strategico della formazione, individuando 9 priorità nazionali cui ricondurre i contenuti delle diverse
azioni, i vari livelli, e sottolinea l’esigenza di qualificare le metodologie formative, evitando di ridurre i percorsi
formativi a meri corsi di aggiornamento, di carattere prevalentemente trasmissivo. In attesa della definizione del
CCNI sui criteri per generali di ripartizione delle risorse per la formazione del personale docente educativo ed
ATA, come definito dall’art. 22 c.4 lett. a3) del CCNL comparto istruzione e ricerca 2016-2019 sottoscritto il 19
aprile 2018, le risorse vengono allocate sulle scuole polo.
La presente nota indica l’ammontare delle risorse finanziarie da assegnare alle istituzioni scolastiche,
unitamente a quelle dedicate alla formazione dei docenti neo-assunti e alla formazione sull’inclusione, per il
tramite, come previsto dal DM 797 cit., delle 319 scuole polo per la formazione.
2. Criteri di qualità della formazione Nella programmazione delle attività formative va assicurato il rispetto dei
criteri di qualità, esposti all’interno del D.M. 797 cit., in relazione alla pertinenza dei contenuti culturali, alla
diversificazione delle metodologie da focalizzare sui laboratori formativi, sulla ricerca-azione, sul lavoro in rete,
sulla produzione di risorse didattiche. Si richiamano, in sintesi, alcuni punti di attenzione: - operare perché i
bisogni formativi espressi dalle scuole (singole o associate in reti di scopo) trovino la giusta considerazione nei
piani costruiti a livello territoriale; - fare in modo che i piani delle scuole diano rilievo ai bisogni formativi dei
singoli docenti, con particolare riferimento alle specificità disciplinari; - favorire il ricorso ad attività di ricerca
didattica e formazione sul campo incentrate sull'osservazione, la riflessione, il confronto sulle pratiche didattiche
e i loro risultati, evitando trattazioni astratte e accademiche; - valorizzare le scuole e le esperienze di carattere
innovativo, promuovendo forme di gemellaggio, scambio di docenti, visiting; - coinvolgere, in modo più incisivo,
le strutture universitarie, le associazioni professionali, gli enti e i soggetti qualificati/accreditati, per arricchire
la qualità culturale, scientifica, metodologica delle attività formative. Per garantire la migliore attuazione
dell'azione formativa, si suggerisce di contribuire a rafforzare l'attuale sistema di governance attraverso un
maggiore coinvolgimento degli staff per la formazione degli USR nelle attività di programmazione delle scuole.
3. Le priorità nazionali della formazione Le priorità nazionali, di cui al DM 797 cit., vanno interpretate come assi
per lo sviluppo del sistema educativo, da mettere in stretta connessione con le innovazioni previste dal quadro
normativo e da un contesto sociale in rapida evoluzione. In particolare dovranno essere assicurate iniziative
formative relative a:
- il tema delle competenze e delle connesse didattiche innovative, anche sulla base degli orientamenti che
emergono a livello europeo (Competenze chiave per l’apprendimento permanente, 22 maggio 2018) e dai
documenti italiani (Indicazioni nazionali e nuovi scenari, 2018);
- il tema della valutazione degli apprendimenti, alla luce delle innovazioni contenute nel D.lgs 62/2017, con
particolare riferimento ai temi della valutazione formativa, del nuovo ruolo delle prove Invalsi, della
certificazione delle competenze e dei nuovi esami di stato, sulla base degli orientamento forniti dal MIUR, sia per
il 1° che per il 2° ciclo;
- il tema dell'alternanza scuola-lavoro da ri-orientare in termini qualitativi, in relazione alle innovazioni previste
dalle norme;
- il tema dell'autonomia organizzativa e didattica, con particolare riferimento alle connessioni con l'evoluzione
dei PTOF, il migliore utilizzo, da parte delle istituzioni scolastiche, dell'organico dell’autonomia, l'attivazione di
modelli organizzativi flessibili;
- il rafforzamento della formazione nelle lingue straniere, tenendo conto delle esigenze emergenti dai diversi
livelli scolastici (dal potenziamento delle competenze dei docenti della scuola primaria, alle esperienze CLIL, alle
verifiche strutturate degli apprendimenti);
- integrazione multiculturale e cittadinanza globale, anche in connessione con i temi della educazione alla
sostenibilità, di cui all'Agenda 2030;
138
- inclusione e disabilità, per una preliminare conoscenza delle innovazioni previste dal D.lgs. n. 66/2017
(coinvolgendo figure sensibili e di coordinamento e destinando interventi prioritari anche a docenti di sostegno
sforniti dei prescritti titoli di specializzazione);
- insuccesso scolastico e contrasto alla dispersione, anche in connessione con le iniziative promosse a livello
nazionale e regionale.
Ad integrazione di tale quadro si segnalano inoltre i bisogni relativi a:
- approfondimenti di carattere disciplinare in relazione all’attuazione delle Indicazioni nazionali e Linee Guida,
con riguardo ai diversi livelli scolastici, ivi comprese le sperimentazioni delle sezioni primavera funzionanti
presso le istituzioni statali ed al loro coordinamento in curricoli verticali;
- continuità delle azioni relative al Piano Nazionale Scuola Digitale, per cui si rimanda alle apposite e distinte
indicazioni operative della Direzione generale del MIUR, competente in materia.
4.Azioni di monitoraggio e sostegno alla qualità
Avvicinandosi la conclusione del primo Piano triennale della formazione è intenzione di questa Direzione
generale, di intesa con INDIRE, di procedere ad un'azione di monitoraggio circa gli standard di qualità per esso
previsti. Già la piattaforma SOFIA, con le sue funzionalità in fase d'implementazione, consente di disporre ai vari
livelli di un quadro ampio di informazioni, utili a cogliere le tendenze in atto, i bisogni formativi ricorrenti,
l'apporto dei diversi soggetti alla governance dell'offerta. A tal fine si segnala nuovamente alle istituzioni
scolastiche e alle articolazioni territoriali dell'Amministrazione scolastica l’utilità di inserire nella piattaforma
SOFIA le iniziative formative del suddetto Piano, in modo da rendere più organica ed esaustiva la conoscenza
delle iniziative in atto. L’iscrizione alla piattaforma SOFIA di tutti i docenti in servizio rappresenta un obiettivo
che tutte le scuole dovrebbero perseguire nei prossimi mesi. Contestualmente sarà avviato un monitoraggio
qualitativo che preveda, con la collaborazione degli staff regionali per la formazione, operanti presso ogni USR,
l'analisi approfondita delle dinamiche formative messe in atto sui territori di ogni regione. L'azione di
monitoraggio interno prevede il contatto diretto con i responsabili della progettazione della formazione,
l'incontro con i dirigenti del territorio, un focus con rappresentanze degli insegnanti e dei formatori. Si coglie
l'occasione per segnalare che questa Direzione Generale ha provveduto a diffondere pubblicandoli sul sito,
nell’aprile scorso, i documenti elaborati da tre gruppi di esperti operanti nei mesi scorsi presso il MIUR, che
contengono utili indicazioni operative e di scenario sui temi della formazione in servizio, con riguardo a:
a) standard di qualità delle iniziative formative (unità formative, crediti, formatori, governance, aspetti
amministrativi);
b) standard professionali dei docenti e connessioni con la formazione e lo sviluppo professionale. c) documentazione a corredo della formazione in servizio (dossier professionale, bilancio di competenze, patto
per lo sviluppo professionale).
7. Indicazioni specifiche per la formazione sui temi dell'inclusione e assegnazione fondi nazionali per l'inclusione
(Tabella allegata n. 3)
Per ciò che concerne le caratteristiche delle azioni formative sui temi dell'inclusione (destinatari, modello
formativo, organizzazione, soggetti erogatori) è possibile far riferimento a quanto già definito nella nota
circolare n. 32839 del 3/11/2016, avendo cura, fra l'altro, di programmare iniziative formative sulla base dei
bisogni rilevati. Le iniziative, anche alla luce delle innovazioni introdotte con il D.lgs. 66/2017, potranno
prevedere una parte generale comune relativa alla certificazione, diagnosi funzionale, profilo dinamico
funzionale (nella prospettiva della loro evoluzione) e una parte specifica relativa al PEI e alla progettazione
didattica, differenziandola per i diversi ordini e gradi di istruzione. Fermo restando che ciascun percorso
formativo dovrà essere realizzato per un massimo di 40 corsisti, è opportuno offrire, entro tale limite, attività di
formazione ai docenti sprovvisti di titolo di specializzazione, assegnati alle classi su posti di sostegno, nonché ai
docenti su posto comune e sprovvisti di titolo di specializzazione, assegnati alle classi in cui sono presenti alunni
disabili
Infatti, si sottolinea l'importanza di far partecipare anche i docenti curricolari, al fine di garantire una
conoscenza condivisa delle tematiche relative ai progetti inclusivi dei singoli alunni. Saranno oggetto di
approfondimento anche le modalità per il migliore coinvolgimento dei genitori degli alunni disabili, dei docenti
specializzati e di tutti i docenti nei percorsi di integrazione. La ripartizione dei fondi (euro 926.199,00) di cui alla
tabella in allegato n. 3, è effettuata sulla base delle percentuali del numero dei docenti di ruolo sul sostegno in
servizio in ogni regione. L'assegnazione dei fondi avverrà direttamente alle scuole-polo per la formazione. Tale
finanziamento è comprensivo anche dei fondi (3%) da destinarsi a misure regionali di coordinamento, incontri,
conferenze di servizio, monitoraggio e supporto, e verrà attribuito alla scuola-polo del capoluogo di regione.
139
CAP. 10 IL PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE
10.1 IL TEMA DELLA COMPETENZA DIGITALE
La competenza digitale è saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società
dell’informazione (TSI) e richiede quindi abilità di base nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
(TIC).
Comporta dunque la capacità di reperire, comprendere, descrivere, utilizzare, produrre informazione complessa
e strutturata, tanto nell’ambito scientifico e tecnologico quanto in quello umanistico e sociale”.
(Raccomandazione del Parlamento Europeo – 2006 -)
Cos’è la competenza digitale?
La produzione di contenuti digitali è anche:
∗ competenza logica e computazionale
∗ competenza tecnologica e operativa
∗ competenza argomentativa, semantica ed interpretativa
10.2 IL PIANO NAZIONALE PER LA SCUOLA DIGITALE NELLA LEGGE 107
Per supportare l’attuazione della Legge 107/2015, “al fine di sviluppare e di migliorare le competenze digitali
degli studenti e di rendere la tecnologia digitale uno strumento didattico di costruzione delle competenze in
generale, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca adotta il Piano nazionale per la scuola
digitale...”. Commi 56- 57-58-59-60-61-61 dell'art. 1 Legge 13 luglio 2015, n. 107 di seguito riportati:
56. Al fine di sviluppare e di migliorare le competenze digitali degli studenti e di rendere la tecnologia digitale
uno strumento didattico di costruzione delle competenze in generale, il Ministero dell’istruzione,
dell’università e della ricerca adotta il Piano nazionale per la scuola digitale, in sinergia con la
programmazione europea e regionale e con il Progetto strategico nazionale per la banda ultralarga.
57. A decorrere dall'anno scolastico successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente
legge, le istituzioni scolastiche promuovono, all'interno dei piani triennali dell' offerta formativa e in
collaborazione con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, azioni coerenti con le finalità, i
principi e gli strumenti previsti nel Piano nazionale per la scuola digitale di cui al comma 56.
58. Il Piano nazionale per la scuola digitale persegue i seguenti obiettivi:
a) realizzazione di attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, anche attraverso la
collaborazione con università, associazioni, organismi del terzo settore e imprese, nel rispetto
dell'obiettivo di cui al comma 7, lettera h);
b) potenziamento degli strumenti didattici e laboratoriali necessari a migliorare la formazione e i processi
di innovazione delle istituzioni scolastiche;
c) adozione di strumenti organizzativi e tecnologici per favorire la governance, la trasparenza e la
condivisione di dati, nonché lo scambio di informazioni tra dirigenti, docenti e studenti e tra istituzioni
scolastiche ed educative e articolazioni amministrative del Ministero dell'istruzione, dell'Università e
della ricerca;
d)formazione dei docenti per l'innovazione didattica e sviluppo della cultura digitale per l'insegnamento,
l'apprendimento e la formazione delle competenze lavorative, cognitive e sociali degli studenti;
e) formazione dei direttori dei servizi generali e amministrativi, degli assistenti amministrativi e degli
assistenti tecnici per l'innovazione digitale nell'amministrazione;
f) potenziamento delle infrastrutture di rete, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto
legislativo 28agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, con particolare riferimento alla connettività
nelle scuole;
g) valorizzazione delle migliori esperienze delle istituzioni scolastiche anche attraverso la promozione di
una rete nazionale di centri di ricerca e di formazione;
140
h) definizione dei criteri e delle finalità per l'adozione di testi didattici in formato digitale e per la
produzione e la diffusione di opere e materiali per la didattica, anche prodotti autonomamente dagli
istituti scolastici.
59. Le istituzioni scolastiche possono individuare, nell'ambito dell'organico dell'autonomia, docenti cui affidare
il coordinamento delle attività di cui al comma 57. Ai docenti può essere affiancato un insegnante tecnico-
pratico. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente comma non devono derivare nuovi o maggiori
oneri per la finanza pubblica.
60. Per favorire lo sviluppo della didattica laboratoriale, le istituzioni scolastiche, anche attraverso i
politecnico-professionali, possono dotarsi di laboratori territoriali per l'occupabilità attraverso la
partecipazione, anche in qualità di soggetti cofinanziatori, di enti pubblici e locali, camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura, università, associazioni, fondazioni, enti di formazione professionale,
istituti tecnici superiori e imprese private, per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
a) orientamento della didattica e della formazione ai settori strategici del made in Italy, in base alla
vocazione produttiva, culturale e sociale di ciascun territorio;
b) fruibilità di servizi propedeutici al collocamento al lavoro alla riqualificazione di giovani non occupati;
c) apertura della scuola al territorio e possibilità di utilizzo degli spazi anche al di fuori dell'orario
scolastico.
61. I soggetti esterni che usufruiscono dell'edificio scolastico per effettuare attività didattiche e culturali sono
responsabili della sicurezza e del mantenimento del decoro degli spazi.
62. Al fine di consentire alle istituzioni scolastiche di attuare le attività previste nei commi da 56 a 61, nell'anno
finanziario2015 è utilizzata quota parte, pari a euro 90 milioni, delle risorse già destinate nell'esercizio 2014
in favore delle istituzioni scolastiche ed educative statali sul Fondo per il funzionamento delle istituzioni
scolastiche, di cui all'articolo 1, comma 601, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive
modificazioni. A decorrere dall'anno 2016, è autorizzata la spesa di euro 30 milioni annui. Le risorse sono
ripartite tra le istituzioni scolastiche ai sensi del comma 11.
10.3 IL PIANO NAZIONALE PER LA SCUOLA DIGITALE ADOTTATO DAL MIUR (decreto del
Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, prot. n.851 del 27/10/2015)
IL PIANO DIGITALE è il documento di indirizzo del MIUR per il lancio di una strategia complessiva di
innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale.
Il PNSD, adottato alla fine del mese di ottobre 2015, prevede tre ambiti di lavoro (Strumenti, Contenuti e
Competenze, Formazione e Accompagnamento), nove aree d’intervento (Accesso; Spazi e ambienti per
l’apprendimento; Identità digitale; Amministrazione Digitale; Competenze degli studenti; Digitale,
Imprenditorialità e Lavoro; Contenuti Digitali; Formazione del Personale; Accompagnamento), e trentacinque
Azioni.
Per ciascuna azione sono individuati: le risorse, gli strumenti, i tempi di prima attuazione, gli obiettivi
misurabili.
Nel PNSD e nell’azione 25 in modo particolare, si dice chiaramente ed inequivocabilmente. [...] valorizzare la
formazione alle competenze digitali intese come la capacità di volgere in senso pedagogico e didattico l’uso
delle tecnologie [...]
Ad ottobre del 2016 Il Piano Nazionale Scuola Digitale ha compiuto un anno. Il MIUR nella occasione ha
prodotto il seguente comunicato stampa, di seguito riportato in corsivo, che evidenzia il rilievo e l’impatto del
Piano.
Un anno di Piano Nazionale Scuola Digitale. Avviato oltre il 65% delle azioni previste, 500 i milioni investiti
Lanciato il 27 ottobre 2015, il PNSD vede, ad oggi, oltre il 65% delle azioni già avviate e 500 milioni (su 1,1
miliardi di euro stanziati) investiti per lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, il potenziamento degli
strumenti didattici e laboratoriali, la formazione dei docenti.
141
“Il Piano Nazionale Scuola Digitale sta facendo della scuola un motore dell'innovazione del Paese. Abbiamo
lanciato un anno fa il documento di lavoro e stiamo procedendo velocemente nella sua attuazione per portare il
digitale a scuola sotto forma di nuovi spazi educativi, ma anche e soprattutto di nuove competenze e conoscenze e
di formazione per i nostri insegnanti”, dichiara il Ministro Stefania Giannini.
In particolare, sono stati stanziati 88,5 milioni di euro per il cablaggio interno di tutte le scuole (6.600 quelle
finanziate); 140 milioni per la realizzazione di ambienti digitali per la didattica integrata in oltre 5.500
scuole; 58 milioni per la creazione di laboratori territoriali per l’occupabilità che coniugheranno la didattica
laboratoriale con l’innovazione, l’apertura al territorio e al mondo del lavoro; 28 milioni per la realizzazione di
1.800 atelier creativi (per i quali verranno investiti altri 40 milioni nel 2017), ovvero per la creatività digitale,
il tinkering, il making e strumenti tecnologici da utilizzare per una didattica più accattivante e innovativa; 7,5
milioni per le biblioteche scolastiche in chiave digitale e aperte al territorio e 5 milioni per la digital social
innovation.
È stato inoltre lanciato un bando da 5 milioni per la creazione di 25 curricoli digitali su competenze digitali: la
scuola scriverà dal basso percorsi per la didattica innovativa. Infine, è in corso la formazione di oltre 140.000
dipendenti della scuola: 8.300 animatori digitali, 25.000 docenti che costituiranno i “team per l’innovazione”
(composti da almeno tre persone per ciascuna scuola a sostegno degli animatori), 7.000 dirigenti scolastici,
18.500 tra Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, personale amministrativo e tecnico per la scuola
primaria e secondaria e 10 docenti per ciascuna scuola (per un totale di 85.000 insegnanti circa). Altri 150
milioni di euro saranno banditi nelle prossime settimane in preparazione della Settimana del PNSD che si terrà
dal 25 al 30 novembre e servirà a coinvolgere le scuole in un percorso condiviso di formazione e di costruzione
del prossimo anno di PNSD.
10.4 LA FIGURA DELL’ANIMATORE DIGITALE
Per supportare il Piano Nazionale Scuola Digitale è nata la figura dell’animatore digitale, figura chiave per la
condivisione e la circolazione dell’innovazione scolastica in chiave digitale e didattica.
Il PNSD prevede infatti all’Azione #28 “Un animatore digitale in ogni scuola”, ossia l’individuazione di “un
docente che, insieme al dirigente scolastico e al direttore amministrativo, avrà un ruolo strategico nella
diffusione dell’innovazione a scuola”.
Già con il decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 16 giugno 2015, n. 435 il MIUR
aveva stanziato risorse per l’organizzazione, a livello capillare su tutto il territorio nazionale, di percorsi di
formazione diretti concretamente a favorire un pieno sviluppo del processo di digitalizzazione delle scuole
attraverso l’animatore digitale, un docente individuato sulla base della normativa vigente nell’ambito di ciascuna
istituzione scolastica.
Al riguardo, l’art. 31, comma 2, lettera b), del citato decreto n. 435 del 2015 aveva previsto la destinazione di
specifiche risorse alle attività di diffusione e di organizzazione territoriale della formazione rivolta al personale
docente, in particolare “finalizzate a individuare e a formare in ciascuna istituzione scolastica un animatore
digitale che possa favorire il processo di digitalizzazione delle scuole nonché diffondere le politiche legate
all'innovazione didattica attraverso azioni di accompagnamento e di sostegno sul territorio del Piano nazionale
Scuola digitale”
L’Animatore Digitale è in sintesi un docente esperto che, individuato dal Dirigente Scolastico di ogni Istituto, ha
il compito di coordinare la diffusione dell’innovazione digitale nell’ambito delle azioni previste dal PTOF
triennale e le attività del Piano Nazionale Scuola Digitale.
Secondo il PNSD l’animatore potrà sviluppare progettualità su tre ambiti:
1) FORMAZIONE INTERNA: stimolare la formazione interna alla scuola negli ambiti del PNSD, attraverso
l’organizzazione di laboratori formativi (senza essere necessariamente un formatore), favorendo l’animazione
142
e la partecipazione di tutta la comunità scolastica alle attività formative, come ad esempio quelle organizzate
attraverso gli snodi formativi;
2) COINVOLGIMENTO DELLA COMUNITÀ SCOLASTICA: favorire la partecipazione e stimolare il
protagonismo degli studenti nell’organizzazione di workshop e altre attività, anche strutturate, sui temi del
PNSD, anche attraverso momenti formativi aperti alle famiglie e ad altri attori del territorio, per la
realizzazione di una cultura digitale condivisa;
3) CREAZIONE DI SOLUZIONI INNOVATIVE: individuare soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili
da diffondere all’interno degli ambienti della scuola (es. uso di particolari strumenti per la didattica di cui la
scuola si è dotata; la pratica di una metodologia comune; informazione su innovazioni esistenti in altre scuole;
un laboratorio di coding per tutti gli studenti), coerenti con l’analisi dei fabbisogni della scuola stessa, anche in
sinergia con attività di assistenza tecnica condotta da altre figure.
Nello specifico, rispetto ai tre ambiti del PNSD, il Collegio dei Docenti ha definito, su indicazione dell’Animatore
digitale Prof.ssa Rossella Petrone, designato dal Dirigente Scolastico, come indicato nella tabella seguente, le
azioni che la scuola intende percorrere nel corso del periodo di riferimento del PTOF. In particolare, essi sono
stati così definiti:
Formazione Interna - organizzazione di laboratori formativi sulle metodologie e sull’uso di ambienti e soluzioni
per la didattica digitale integrata.
Coinvolgimento della comunità scolastica - favorendo la partecipazione di alunni, genitori, insegnanti,
personale ATA ed e altri attori del territorio, ad attività finalizzate alla promozione di una cultura digitale
condivisa e alla diffusione delle buone pratiche e soluzioni innovative
Creazione di soluzioni innovative - progettazione di soluzioni metodologiche per la didattica e la condivisione e
collaborazione in rete e individuazione di tecnologie sostenibili per la costruzione di ambienti di apprendimento
innovativi.
10.5 AZIONI ED INTERVENTI DA REALIZZARE ALL’INTERNO DELLA SCUOLA COERENTI
CON LE FINALITÀ, I PRINCIPI E GLI STRUMENTI PREVISTI NEL PIANO NAZIONALE PER LA
SCUOLA DIGITALE
AMBITI AZIONI
Coinvolgimento della
comunità scolastica
Utilizzo di un spazio cloud d’Istituto per la condivisione di attività e la diffusione
delle buone pratiche (Google apps for Education/Microsoft Education).
Partecipazione nell’ambito del progetto “Programma il futuro” a Code Week e a
all’ora di coding attraverso la realizzazione di laboratori di coding aperti al
territorio. –
Workshop aperti al territorio relativi a: - Sicurezza e cyber bullismo –
Creazioni di spazi web specifici di documentazione e diffusione delle azioni
relative al PNSD.
Accordi territoriali: coordinamento e supporto delle Associazioni.
Workshop per gli studenti e le famiglie sulla cittadinanza digitale.
Promozione di percorsi formativi in presenza e online per genitori.
Formazione e
Accompagnamento
Pubblicizzazione e socializzazione delle finalità del PNSD con il corpo docente.
Pubblicizzazione sul sito della scuola del PNSD con spazio dedicato al Pian
realizzato dalla scuola. Formazione uso del coding nella didattica.
Sostegno ai docenti per lo sviluppo e diffusione del pensiero computazionale.
Formazione per l’uso di software open source per la Lim.
Formazione per l’uso degli strumenti da utilizzare per una didattica digitale
integrata.
Azioni di accompagnamento per i docenti neoassunti.
143
Formazione per l’uso di applicazioni utili per l’inclusione.
Formazione per l’uso di applicazioni specifiche per l’insegnamento delle lingue e
della matematica
Creazione di un repository d’istituto per discipline d’insegnamento e aree
tematiche per la condivisione del materiale prodotto
Soluzioni Innovative
Revisione, integrazione, della rete wi-fi di Istituto
Ricognizione della dotazione tecnologica di Istituto e sua eventuale integrazione
revisione
Attività didattica e progettuale con sperimentazione di nuove metodologie.
Diffusione della didattica project-based
Selezione e presentazione di: contenuti digitali di qualità, riuso e condivisione di
contenuti didattici, siti dedicati, App, Webware, Software e Cloud per la didattica
strumenti di condivisione, di repository, di documenti, forum e blog e classi
virtuali.
Educazione ai media e ai social network;
Elaborazione di testi didattici con formato digitale
utilizzo dei social nella didattica tramite adesione a progetti specifici e peer-
education. Sviluppo del pensiero computazionale.
Diffusione dell’utilizzo del coding nella didattica (linguaggio Scratch)
Ricerca, selezione, organizzazione di informazioni.
Coordinamento delle iniziative digitali per l’inclusione.
Progettazione di aule 3.0
10.6. LE ATTIVITÀ FORMATIVE SEGUITE DAL PERSONALE DELLA SCUOLA IN RIFERIMENTO
ALLE PREVISIONI DEL PNSD
Per tutte le figure previste nell’ambito del PNSD (animatore digitale, team per l’innovazione, docenti, dirigenti
scolastici, DSGA, personale interessato all’assistenza tecnica nel I ciclo, personale tecnico del II ciclo, personale
amministrativo) sono stati previsti specifici percorsi formativi a cura degli Snodi Formativi Territoriali individuati
dal Miur per le diverse province, percorsi formativi finanziati nella quasi totalità dalle risorse del PON “Per la
scuola”.
Di seguito è indicato il quadro del personale della nostra scuola formato nell’ambito delle figure previste dal
PNSD; tali figure hanno seguito specifiche attività formative nel periodo marzo/novembre 2017, presso lo Snodo
Formativo Territoriale I.I.S “Genovesi-Da Vinci” di Salerno, autorizzato ad attuare il seguente progetto di
formazione " Formation_d@VinciGenovesi.$a " 10.8.4.A1-FSEPON-CA-2016-7 , rivolto a tutto il personale della
scuola: DS, DSGA, Personale Amministrativo, Animatore Digitale, Personale Tecnico, Team di Innovazione e
Docenti.
In particolare il docente Animatore digitale ha seguito attività formative per nr. 21 ore nel periodo marzo/maggio
2017
D.S.G.A. Giordano Annarita Formazione Direttori dei servizi generali e amministrativi
Animatore
digitale
PETRONE ROSSELLA Formazione Animatori digitali
Assistente
amministrativo
CASABURI EMANUELA Formazione personale amministrativo
Assistente
amministrativo
DI BENEDETTO SABATO Formazione personale amministrativo
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Presidio di pronto
soccorso tecnico
DAMIANO MARIA
GIOVANNA
Formazione Assistenza tecnica Primo ciclo
Team di
innovazione
digitale
LUPI MILITE ROSA Formazione Team per l'innovazione
Team di
innovazione
digitale
SAMARITANI ELENA Formazione Team per l'innovazione
Team di
innovazione
digitale
SORRENTINO PATRIZIA Formazione Team per l'innovazione
Per quanto concerne il Dirigente Scolastico in carica, ovvero il Prof. Ciro Amaro, lo stesso ha seguito i corsi
suddetti presso lo Snodo Formativo Territoriale Liceo “B. Rescigno” di Roccapiemonte nel corso dell’anno
scolastico 2016-2017.
145
CAPITOLO. 11 L’AUTOVALUTAZIONE DI ISTITUTO
Le attività di autovalutazione costituiscono un fondamentale aspetto della vita di una Istituzione Scolastica in
quanto rappresentano l’essenziale elemento di riscontro, verifica, acquisizione di dati quantitativi e qualitativi, i
quali consentono ad essa di monitorare/valutare il servizio che offre.
In particolare nel nostro Istituto, tali attività sono rivolte:
- a considerare l’adeguatezza, l’efficienza e l’efficacia delle attività didattiche - sia sotto gli aspetti dell’ offerta
curriculare, sia per quanto attiene ai percorsi extracurriculari - nei confronti delle differenziate esigenze
formative presentate dagli allievi;
- a tener conto delle opinioni, dei livello di gradimento e di soddisfazione della utenza, ed in specie delle
famiglie in rapporto al funzionamento della scuola;
- ad avere una rappresentazione di come i docenti percepiscono/vivono/agiscono la vita della scuola nei
rapporti con le diverse componenti in essa presenti, ed in specie della possibilità da essi “sentita” di vivere la
scuola da protagonisti in un clima di democraticità e di serenità professionale;
- ad “ascoltare” e capire in che modo gli allievi vivono la scuola, il loro livello di benessere emotivo e
psicologico esperito all’interno delle relazioni didattico-educative sia nei riguardi dei pari, che dei docenti,
che della scuola intesa come organismo complesso;
- a misurare/valutare i servizi che la scuola offre sul piano amministrativo dal punto di vista della efficienza ed
efficacia;
- ed, in generale, a cogliere in misura non impressionistica, ma fondata su dati oggettivi o tendenzialmente
oggettivi, lo stato e la qualità dei diversi ambiti di funzionamento della scuola.
Si consideri in specie, ad esempio, ambiti particolarmente rilevanti quali la capacità inclusiva della scuola o la
qualità/adeguatezza/rispondenza delle attività formative rivolte ai docenti rispetto alle loro esigenze di sviluppo
professionale; attraverso l’autovalutazione la scuola individua e tematizza i punti di forza e di debolezza, le
criticità come anche i livelli di soddisfacente operatività che è in grado di mettere in campo e quindi può
progettare azioni di miglioramento.
Un rilievo specifico è in particolare assunto nel campo della autovalutazione di Istituto dai risultati di
apprendimento degli allievi; le rilevazioni e l’analisi di tali risultati, sia sul piano dei risultati raggiunti dagli
allievi durante ed al termine del ciclo, sia sul piano dei risultati alle Prove Invalsi, rappresentano chiari ed
indicativi riscontri della qualità della scuola; essi costituiscono i primi elementi che danno il quadro della
produttività della stessa, della sua capacità di esprimere un proprio “valore aggiunto” a ciò che il contesto di
riferimento già di per sé esprime e testimonia. Da questo punto di vista, nella nostra scuola, le attività di analisi
dei risultati di apprendimento sono, anzitutto, rivolte a mettere in luce ed ad analizzare i diversificati processi che
li sottendono:
- la qualità della didattica e della innovazione metodologica in essa presente ed il loro livello di diffusività
all’interno della scuola;
- la rispondenza delle attività formative rivolte ai docenti rispetto alle loro ricadute per il miglioramento delle
pratiche didattiche;
- la differenziazione e la flessibilità della offerta formativa anche allo scopo di promuovere l’inclusione e
prevenire l’insuccesso scolastico;
- l’articolazione della attività dei gruppi di lavoro e la qualità / rispondenza delle connessioni tra le attività
compiute dai diversi gruppi di lavoro, dai responsabili di attività, ecc, al fine della resa di un servizio
didattico educativo migliore ed adeguato ed incisivo rispetto alle esigenze formative;
- la motivazione e l’interesse degli allievi verso lo studio;
- la cura e l’aggiornamento del curricolo di studio;
- la valorizzazione e l’intensità nell’utilizzo dei laboratori a disposizione dell’Istituto;
- l’attenzione ad elementi basici di organizzazione della didattica, quali ad esempio la buona formazione dei
gruppi classi all’inizio del primo anno di scuola secondaria, aspetti che se non ben implementati si riflettono
in modo evidente sugli esiti di apprendimento;
146
- l’individuazione e la considerazione nella progettazione/programmazione didattica di
aspetti/temi/abilità/competenze che appaiono particolarmente da tener presenti nelle diverse discipline ed
ambiti di studio per la cura da un lato delle attività di recupero, dall’altro per la promozione della eccellenza;
- l’apertura della scuola al territorio ed alle opportunità formative che esso offre e la capacità della scuola di
filtrare tali opportunità per renderle funzionali al miglioramento dei processi di insegnamento e di
apprendimento;
- i fattori e gli elementi di omogeneità ed adeguatezza delle attività di valutazione degli apprendimenti;
- la coerenza tra l’impiego delle risorse e le priorità educative formative individuate.
La scuola è quindi costantemente impegnata ad implementare un sistema di autovalutazione coerente e compiuto,
anche nella prospettiva della rendicontazione sociale; tale sistema consente all’Istituto di dotarsi di dati ed
elementi di riflessione utili al continuo miglioramento della offerta formativa, nella consapevolezza che i processi
auto-valutativi permettono, se ben impostati e condotti, di definire ed agire strategie per il miglioramento della
scuola che coinvolgano tutto il personale, e l’utenza stessa.
L’azione di analisi /monitoraggio / autovalutazione viene definita, progettata ed effettuata, in primo luogo, dal
N.I.V, ovvero dal Nucleo Interno di valutazione dell’Istituto. Ciò attraverso la
predisposizione/redazione/somministrazione di questionari, interviste, e l’elaborazione di report e relazioni sui
diversi aspetti ed ambiti della vita della scuola, in primo luogo in riferimento ai risultati ed agli esiti degli
apprendimenti. L’azione di autovalutazione di specifici aspetti della vita e del funzionamento della scuola è
condotta anche dai docenti referenti di determinate aree e dai docenti con incarico di Funzione Strumentale di
area.
Ai fini della trasparenza e della partecipazione, e del coinvolgimento della comunità scolastica, i percorsi di
lavoro e gli esiti delle attività di autovalutazione sono promossi/discussi e presentati nelle riunioni con i genitori,
nell’ambito delle attività dei diversi Gruppi di lavoro presenti nella scuola, nonché in ambito collegiale all’interno
del Collegio dei Docenti e del Consiglio di Istituto.